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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE
N° 19 • 1 novembre 2018
PRATICHE SLEALI ALIMENTARI
A CHE PUNTO SIAMO?
La “battaglia europea” di Davide (agricoltori) contro Golia (GDO)
agricoltura
Xylella, firmata convenzione per riavviare monitoraggi 39mila migranti occupati regolari in campagna in Puglia agroalimentare
Giornata Mondiale alimentazione, cervelli e cibi sprecati
PRONTAGRICOLTURA & PRONTAGRICOLTURA MEDIAZIONE CREDITIZIA CHI SIAMO PRONTAGRICOLTURA E PRONTAGRICOLTURA MEDIAZIONE CREDITIZIA INSIEME FORMANO UN GRUPPO CHE SI OCCUPA DELLE IMPRESE AGROALIMENTARI PARTENDO DAI SERVIZI PER ARRIVARE AL CREDITO.FINALITA’
SODDISFIAMO LE ESIGENZE DEL SETTORE AGROALIMENTARE: AGRICOLTURA, ALLEVAMENTO, PESCA E DELLA TRASFORMAZIONE DELLA MATERIA PRIMA I SERVIZI DI PRONTAGRICOLTURA : • Pratiche per PSR/primo insediamento/leggi regionali e nazionali • Perizie di stima • • Organizzazioni aziendali,ristrutturazioni economiche e finanziarie • Contabilità: bilanci-unici- contabilità ordinaria • Pratiche Ismea • • Realizzazione di progetti di filiera • • Compra/Vendita: terreni, aziende,attrezzature, macchinari, prodotti • PRONTAGRICOLTURA MEDIAZIONE CREDITIZIA: Operiamo per tutte le forma di credito , Prestiti, Anticipi • Mutui: chirografari,ipotecari,per sostituzione,perconsolidamento • • Finanziamenti per imprese giovanili e/o neo costituite •
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ditoriale
1 novembre 2018 - n.19 - Anno 13
Cervelli e cibi sprecati
Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE
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Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952 Editrice
G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione G.Ed.A. Giovani Editori Associati Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Paola Dileo, Nica Ruospo, Rino Pavone, Donatello Fanelli Pubblicità G.Ed.A Rino PAVONE r.pavone@foglie.tv 380 6328672 Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61/06 del 15/11/2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 9040264 Iscritta al Registro Operatori Comunicazione ROC n.26041 TESTATA GIORNALISTICA ACCREDITATA
olte polemiche nei giorni scorsi hanno destato le azioni dei buoni a nulla malati di social Fedez e Ferragni che hanno occupato un intero supermercato di Carrefour Italia per una festa privata (il compleanno del rapper) con molti utenti che si sono ribellati per lo spreco di cibo quando in molte zone del mondo si fa la fame ed anche l’Italia vive un periodo di recessione da anni con l’aumento delle zone di povertà. Un clamoroso autogol verso l’opinione pubblica con i due che avrebbero meritato, Fantozzi insegna, perlomeno una fustigazione in sala mensa. Il fattaccio ha dato ulteriore risalto ed importanza alla giornata mondiale dell’alimentazione, promossa a livello globale dalla FAO, in cui si è fatta un’analisi globale del cibo sprecato. In Puglia il cibo buttato supera le 310mila tonnellate all’anno. Gli sprechi alimentari si rivelano per il 54 per cento al consumo, per il 21 per cento nella ristorazione, per il 15 per cento nella distribuzione commerciale, per l’8 per cento nell’agricoltura e il 2 per cento nella trasformazione. Ogni pugliese butta nella spazzatura nel corso dell’anno fino a 80 chili di prodotti agroalimentari. Per far diminuire questi numeri il mondo agricolo potrebbe svolgere uno straordinario ruolo di sussidierà e utilità sociale, recuperando e donando alle
persone bisognose prodotti agricoli e agroalimentari, ritirati dalla vendita per assenza di domanda, per eventuali danni provocati da eventi meteorologici o invenduti a causa di errori nella programmazione della produzione aziendale. L’alimento in cima alla top ten del cibo più buttato dalle famiglie pugliesi è lo yogurt scaduto seguito dal latte scaduto, dai salumi, dagli avanzi di pasta, dall’insalata, dal pane, dagli agrumi, dal dado scaduto, dal pesce e dalle patate che chiudono la top ten. Dalla rilevazione è risultato che i giorni in cui le famiglie buttano più cibo sono il lunedì ed il giovedì. Oltre al cibo cotto e buttato perché non consumato e ai prodotti scaduti, è emerso che gli alimenti più sprecati sono pasta, pane, salumi, verdure, frutta, pesce. In sintesi in 21 giorni sono stati buttati oltre 25 chili di cibo. Dal ritorno in cucina degli avanzi ad una maggiore attenzione alla data di scadenza le soluzioni per sprecare meno cibo mentre sul fronte dei prodotti scaduti si segnala che il latte scaduto si rivela un alleato prezioso contro le macchie più ostinate sui tessuti.
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ommario
5 editoriale
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GIORNATA MONDIALe ALIMENTAZIONE Cervelli e cibi sprecati
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LAVORO 39mila migranti occupati in campagna COLDIRETTI PUGLIA Muraglia nuovo Presidente
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Intervista al neo presidente Barnaba
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AGRICOLTURA
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LEGGE FILIERA CORTA Approvata alla Camera
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DEF GOVERNO CONTE Positivo per commissione agricoltura Camera
11 XYLELLA
Firmata convenzione per riavviare monitoraggi
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13 agroalimentare
12 ITALIA – FRANCIA
Crescono scambi commerciali
13 PASTA DAY
Lo scorso 25 ottobre
21 PRATICHE SLEALI A che punto siamo
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22 ANCI
Mercati contadini contro spopolamento
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BEAWARE Ortofrutta senza sfruttare
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Accordo per forniture ortofrutta km0
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APPROVATA LA LEGGE SULLA FILIERA CORTA
a Camera dei Deputati ha approvato, con 228 sì e 174 no, la proposta di legge sulla “filiera corta” ed il “chilometro zero o utile”. La norma prevede la vendita diretta nei mercati alimentari dei prodotti a chilometro zero o utile, cui si aggiungono i prodotti della pesca freschi, pescati e trasformati a una distanza massima di 70 chilometri rispetto al luogo di vendita, e di quelli a filiera corta, vale a dire venduti con non più di un’intermediazione tra produttore e consumatore. Il testo mira a rispondere all’esigenza dei consumatori, che sempre più costantemente prediligono i prodotti locali, di avere maggiori informazioni su ciò che acquistano. Al contempo, la normativa si rivela essere un sostegno alle economie locali dei diversi territori italiani. “Con questa legge scegliamo l’agricoltura sostenibile e tuteliamo il nostro made in Italy – commenta il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, componente M5S della Commissione Agricoltura alla Camera – Questo provvedimento, infatti, risponde ai bisogni dei
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Alla Camera dei Deputati
cittadini che vogliono sulle loro tavole prodotti locali e di chiara provenienza. Con appositi marchi garantiremo che i prodotti acquistati provengono da un territorio che dista un massimo di 70 km dal luogo di vendita, e chi dichiarerà il falso sarà sanzionato. Si darà così un concreto sostegno a contadini, allevatori e pescatori, favorendo la crescita dell’economia locale e aiutando anche l’ambiente, perché si evitano i lunghi trasporti, l’uso di imballaggi e la conservazione nei frigoriferi”. Con decreto del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo sono istituiti il logo “chilometro zero o utile” e il logo “filiera corta” per i prodotti agricoli e alimentari. Inoltre, vengono stabilite le condizioni e le modalità di attribuzione del logo che sarà esposto nel luogo di vendita diretta, nei mercati, negli esercizi commerciali o di ristorazione. Nonché pubblicato in piattaforme informatiche di acquisto o distribuzione che forniscono i prodotti agricoli e alimentari, all’interno dei locali, anche della grande distribuzione, e in spazi espositivi ap-
positamente dedicati. Si permette così agli esercizi commerciali ed ai ristoranti di distinguersi dagli altri. Oltre ciò, si dispone che i Comuni possano riservare agli imprenditori agricoli almeno il 20% del totale dei posteggi situati nelle aree pubbliche. Un sostegno concreto che fa bene sia alle piccole che alle medie imprese, e un incentivo in più affinché i prodotti e le risorse restino nei territori. “La Camera ha anche approvato tre ordini del giorno – conclude Giuseppe L’Abbate (M5S) – che impegnano il Governo a prevedere un fondo per la promozione e la valorizzazione dei prodotti a chilometro zero o utile e provenienti da filiera corta, a coinvolgere gli istituti scolastici in concorsi per ideare e disegnare i loghi e, infine, a sostenere attività di informazione e sensibilizzazione nei confronti dei consumatori e promuovere progetti di educazione alimentare nelle scuole”. Si attende ora il passaggio della proposta di legge al Senato per l’approvazione definitiva del testo e per la sua successiva entrata in vigore.
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Apprezzamento per l’importanza conferita al settore agroalimentare
COMMISSIONE AGRICOLTURA CAMERA APPROVA DEF GOVERNO CONTE
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a Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2018, il testo che annuncia la linea economicofinanziaria del Governo Conte, trova l’accoglimento positivo della Commissione Agricoltura della Camera. I deputati, infatti, hanno condiviso l’orientamento del Governo di fornire una spinta propulsiva vigorosa all’economia italiana, lanciando un ingente programma di investimenti pubblici e di sviluppo delle infrastrutture, al fine di riportarli su livelli pari a quelli antecedenti la crisi economica. Inoltre, hanno valutato positivamente l’impegno del Governo ad intervenire sulle clausole di salvaguardia ereditate dal passato attraverso la totale sterilizzazione degli aumenti previsti per il 2019 e la loro riduzione per il biennio successivo. Ma, soprattutto, è stato considerato con particolare soddisfazione il ruolo strategico del comparto agroalimentare tanto che, tra i disegni di legge che l’Esecutivo di Giuseppe Conte dichiara collegati alla manovra di bilancio, figura N° 19 - 1 NOVEMBRE 2018
quello per la modernizzazione e l’innovazione nei settori dell’agricoltura, dell’agroalimentare, del turismo e dell’ippico (che attende da tempo la riforma della governance per un rilancio). I componenti della Commissione Agricoltura del Movimento Cinque Stelle fanno sapere che è “una manovra che rappresenta una vera e propria sterzata in confronto al ‘lacrime e sangue’, condito dai soldi regalati alle banche, a cui ci avevano abituati i governi precedenti. Non sono mancati, però, i suggerimenti all’azione governativa per quanto concerne il primo settore. Sottolineata l’importanza di intervenire, ai fini della semplificazione e della riduzione degli oneri burocratici a carico delle imprese, anche attraverso un provvedimento che riunisca in un testo unificato la normativa vigente nel settore, semplificandola ed evitando così duplicazioni e incongruenze dal punto di vista normativo. Inoltre è stata ribadita la necessità di predisporre una normativa specifica per le imprese agricole che inten-
dono avvalersi degli incentivi previsti da ‘Impresa 4.0’, considerando il particolare regime di tassazione a cui sono le stesse soggette. Poi un adeguato rifinanziamento della legge 499/1999 per il rafforzamento delle filiere agricole e degli strumenti di aggregazione, la necessità di riservare adeguate risorse alle azioni di contrasto alle fitopatie e alle epizoozie, la promozione dello sviluppo del biologico nonché la necessità di rivedere il sistema previsto in materia di acquisizione dell’informazione e della documentazione antimafia per i terreni agricole affinché sia garantito che l’onere di documentazione non ricada sulla possibilità delle aziende agricole di ricevere i contributi PAC. Infine è stata suggerito di attivare interventi compensativi, anche a valere sul Fondo di Solidarietà Nazionale per quelle aziende agricole danneggiate da eventi distruttivi e tuttavia non ricompresi nella fattispecie delle avversità atmosferiche assimilabili a calamità naturali quali gli incendi”.
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CRESCONO OCCUPAZIONE E IMPRESE UNDER 35
AGRICOLTURA: BARI E BAT, DIMINUISCONO AZIENDE MICRO
uci e ombre caratterizzano l’agricoltura delle province di Bari e BAT, secondo l’analisi approfondita emersa nel corso dell’incontro tra i vertici di Coldiretti, i componenti della Giunta camerale, il Segretario della CdC e il Presidente della Camera di Commercio di Bari, Sandro Ambrosi che ha garantito sostegno ad iniziative di sostegno e promozione dell’agroalimentare, settore trainante per l’economia delle due province, anche perché volano per l’enogastronomia ed il turismo. La vitalità delle province di Bari e della BAT è testimoniata dall’aumento del 5,3% in soli 6 mesi, dal dicembre 2016 a giugno 2017, afferma Coldiretti Bari e BAT, del numero degli imprenditori agricoli under 35 con un saldo attivo di 912 unità. “Un dato è certo – dice il Presidente di Coldiretti Bari e BAT, Savino Muraglia – è in corso un processo di accentramento ed efficientamento del settore agricolo che sta portando alla riduzione del numero delle imprese agricole più piccole e meno performanti sui mercati, mentre aumenta la competitività ed il valore aggiunto. L’andamento non è omogeneo nelle due province, perché l’approccio ai mercati, la sfida agli investimenti a prescindere dai finanziamenti regionali e la grandezza media delle aziende fanno registrare delle performance differenti nelle due macro aree di Bari e della BAT. Dobbiamo saper sfruttare tutti gli strumenti a disposizione per promuovere le produzioni agroalimentari che già riscuotono apprezzamento in Italia e all’estero, ma ancora di più va fatto per accompagnare le imprese a presentarsi su nuovi mercati in maniera sempre più efficace”. Nel dettaglio dal 2014 al 2017 sono diminuiti i prestiti oltre il breve termine all’agricoltura in provincia di Bari con -17,9%, mentre aumentano nella BAT con +8,2%, rileva Coldiretti Bari e BAT, a dimostrazione di un differente ricorso al sistema creditizio, che nel 2017 ha concesso alle due province 271 milioni di euro di prestiti agricoli che sono stati investimenti principalmente nell’acquisto di macchine e
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attrezzature rurali (42,7%), in fabbricati non residenziali rurali (36,4%) e in immobili rurali (20,9%). “In 5 anni dal 2012 al 2017 è diminuito il numero delle aziende agricole – segnala Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Bari e BAT – in provincia di Bari del 4,4% e nella BAT del 3,8%, di contro il valore aggiunto cresce nella BAT fino al 2016 del 2,1%, mentre la provincia di Bari vede crescere di un ottimo 14,3% il numero degli occupati in agricoltura. In sintesi il processo di upgrading qualitativo ha consentito al settore di creare ricchezza”.
Grande preoccupazione è emersa nel corso dell’incontro per la campagna olivicola – olearia in territori come le province di Bari e BAT dalla forte vocazione olivicola che rappresentano in media la prima 99.600 ettari e 1.719.500 quintali di olive e la seconda 33.350 ettari e 1.102.500 quintali di olive, una produzione che quest’anno risulterà drammaticamente ridotta anche fino al 70% per le gelate di febbraio e marzo, togliendo reddito alle aziende e ricchezza all’economia dei territori.
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MANCANO LINEE GUIDA
XYLELLA: FIRMATA CONVENZIONE PER RIAVVIARE MONITORAGGI
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inalmente è stata firmata la convenzione tra la Regione Puglia e l’Arif con cui vengono destinati 1,8 milioni di euro al lavoro di monitoraggio per verificare la presenza del batterio della Xylella fastidiosa, ma l’attività potrebbe ripartire solo tra 20 giorni circa perché mancano le linee guida che vanno riconsiderate e aggiornate alla luce dell’avanzare della malattia, del ritrovamento di alcuni focolai e della ridefinizione delle zone di contenimento e cuscinetto. I monitoraggi dovevano ripartire ad agosto scorso, proprio per anticipare i termini di avvio delle attività – fa sapere Coldiretti Puglia – e rispondere ad una delle prescrizioni dell’UE che ha imposto una complessità di azioni, a partire proprio dai monitoraggi che creano la necessaria maglia di controllo e presidio del territorio, con l’obiettivo di individuare, con la migliore precisione possibile, il margine più settentrionale del contagio. I monitoraggi riguardano le zone di
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contenimento, cuscinetto e indenne mentre non attengono la zona infetta. In quest’ultima area Coldiretti chiede “che i costi delle analisi sugli alberi ai fini dell’espianto, che nel caso dei secolari vanno effettuati su ogni singola pianta, non vadano a ricadere sulle spalle degli olivicoltori, che già pagano un caro prezzo per tempi e modi con cui è stata gestita la calamità Xylella”. Per questo Coldiretti Puglia auspica che il decreto del Ministro Centinaio punti direttamente all’obiettivo di agevolare e blindare le misure di contenimento, sostenga percorsi di riconversione e stanzi risorse per indennizzare gli olivicoltori senza reddito da 4 anni, disponendo misure ad hoc anche per frantoi e vivai. La Xylella è certamente la peggior fitopatia che l’Italia potesse conoscere, che ‘cammina’ ad una velocità impressionante, considerato che in 5 anni gli ettari colpiti sono passati da 8mila a 770mila. Va quindi costruito un solido cordone di difesa delle
aree indenni oltre a stanziare risorse opportune per monitoraggi e ricerca, per dare respiro alle imprese agricole, a cooperative, frantoi e vivaisti che da anni sono senza reddito e non vedono alcuna prospettiva di futuro. “Servono comunicazione istituzionale chiara e indiscutibile, sistema di interventi che non sia messo in discussione da nessuno – sostiene Coldiretti Puglia - anche dalla giustizia amministrativa, per dare corso alle indispensabili misure di contenimento, perché la tutela di interessi privati non può ledere interessi della collettività e del bene comune”. La sperimentazione e gli innesti per salvare gli olivi monumentali e lo studio della biodiversità rappresentata dalle piante selvatiche nate da incroci spontanei sono temi di sicuro interesse e di concreta speranza, sviluppati fino ad oggi grazie all’impegno volontario di iniziativa privata e ricercatori che vanno supportati in modo tangibile, così come i progetti di rinaturalizzazione.
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CRESCONO GLI SCAMBI COMMERCIALI TRA ITALIA E FRANCIA
i è chiuso a Parigi Sial 2018, il Salone internazionale dell’alimentazione, cui hanno partecipato anche 700 aziende alimentari italiane. Una forte presenza che ha testimoniato la vitalità del food and beverage made in Italy ed anche gli ottimi rapporti commerciali tra Italia e Francia, che stanno sviluppandosi in un clima di fiducia e reciproca soddisfazione. La Francia rappresenta il secondo mercato per l’agroalimentare italiano (dopo la Germania) dove esporta le produzioni tipiche italiane, i prodotti della dieta mediterranea e prodotti salutari e bio. Un mercato che vale 3,3 miliardi di euro (nel 2017) e che nel primo semestre del 2018 è cresciuto del 4,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Cibus ha organizzato una serata all’Hotel Ritz di Parigi cui hanno partecipato: centinaia di manager di aziende alimentari italiane; Teresa Castaldo, Ambasciatrice d’Italia in Francia; Dirigenti e funzionari ICE-Agenzia delle sedi di Roma e Parigi; Giuseppe Ambrosi, Presidente di Assolatte e i vertici di Credit Agricole (azionista di maggioranza di Fiere di Parma). L’incontro ha rappresentato un’occasione per celebrare il
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Confermato il trend positivo
successo della delegazione italiana al Sial e per promuovere il prossimo appuntamento dell’agroalimentare italiano: Cibus Connect, che si terrà il 10 e 11 aprile 2019 in Fiere di Parma. Teresa Castaldo, Ambasciatrice d’Italia in Francia, ha salutato le imprese alimentari italiani che hanno esposto al Sial sottolineando come quello francese sia un importante mercato obiettivo per l’agroalimentare e non solo: la Francia è il primo Paese al mondo per investimenti dall’Italia e lo scambio commerciale tra i due Paesi è di alto valore strategico; oltre all’agroalimentare i settori commerciali più vivaci nell’interscambio sono il design, la aeronautica, la cantieristica e la meccanica. All’incontro ha partecipato anche la Dott.ssa Anna Flavia Pascarelli Dirigente dell’Ufficio Agroalimentare e Vini dell’ICE-Agenzia che così si è rivolta ai presenti: “Trend positivo per l’edizione 2018 del Sial. L’Italia si è riconfermata come primo Paese, dopo la Francia, per numero di espositori esteri presenti alla manifestazione con circa 700 aziende, di cui ben 209 all’interno del Padiglione italiano di 2.800 mq organizzato dall’ICE-Agenzia e al
cui interno ha riscosso grande interesse l’area di cooking show curata dalla Scuola di Cucina Alma”. Per Giuseppe Ambrosi, Presidente di Assolatte, la Associazione Italiana del comparto lattiero caseario, lo scambio commerciale con la Francia è positivo e sta crescendo: “Abbiamo partecipato con piacere all’incontro di Cibus per l’apertura del Sial per rappresentare non solo le tante aziende italiane del nostro comparto che espongono al Sial, ma anche un settore che fattura più di 15 miliardi di euro l’anno e che esporta il 38% della produzione nazionale casearia all’estero. La Francia è il Paese europeo dove esportiamo di più: vale mezzo miliardo di euro per il nostro settore. I consumatori francesi sono grandi estimatori dei formaggi italiani. Nonostante i freschi siano i principali prodotti esportati, i francesi amano molto anche alternare le loro eccellenze con le grandi DOP italiane, con il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano, il Gorgonzola, la Mozzarella di bufala campana e le altre grandi DOP”.
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BOOM GRANI ANTICHI E VARIETA’ PREGIATE
PASTA DAY FESTEGGIA CRESCITA ESPORTAZIONI
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a gennaio a giugno 2018 le esportazioni pugliesi della pasta sono cresciute dell’1,7%, passando da 70.165.000 euro dello stesso periodo del 2017 a 71.389 del 2018. E’ quanto dichiarato in occasione del World Pasta Day che si è festeggiato in tutto il mondo lo scorso 25 ottobre. Al contempo sta riscuotendo molto successo in Puglia la coltivazione di grani antichi, come il Senatore Cappelli, che nella campagna 2017-2018 ha quintuplicato le superfici coltivate, passando dai 1000 ettari del 2017 ai 5000 attuali, trainato dal crescente interesse per la pasta 100% italiana e di qualità, grazie al lavoro di selezione e promozione svolto da SIS, con il contributo scientifico del CNR. “L’origine del grano è divenuta elemento obbligatorio sulle etichette della pasta – commenta il Presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia – a coronamento di una battaglia che abbiamo affrontato con il grande sostegno e incoraggiamento dei consumatori, con l’81% degli italiani che chiedono maggiore trasparenza rispetto a quello che portano in tavola. Fare pasta con grano 100% italiano evidentemente si può. Da pochi centesimi al chilo concessi agli agricoltori dipende la sopravvivenza
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della filiera più rappresentativa del Made in Italy, mentre dal grano alla pasta i prezzi aumentano di circa del 500% e quelli dal grano al pane addirittura del 1400%”. La Puglia che è il principale produttore italiano di grano duro, con 343.300 ettari coltivati e 9.430.000 quintali prodotto ed è paradossalmente anche quello che ne importava fino all’anno scorso di più, tanto da rappresentare un quarto del totale del valore degli arrivi. “Gli agricoltori, se tecnicamente sostenuti, garantiscono un livello qualitativo elevato – sostiene Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia - a dimostrazione che fare grano di qualità in Puglia è una certezza, a condizione che si fermino le speculazioni sui prezzi e agli agricoltori venga riconosciuto il valore del prodotto di qualità che portano sul mercato. Oltre all’etichettatura obbligatoria della pasta, risultato già bancato, chiediamo il blocco delle importazioni a dazio 0 e il 100% dei controlli sul grano importato, la moratoria bancaria ed interventi finanziari per le imprese cerealicole, l’attivazione immediata della CUN nazionale cerealicola con base logistica a Foggia, il granaio d’Italia, e sostegni pubblici solo alle imprese che lavorano grano italiano”.
Pur avendo nel complesso 21 molini a grano duro, collocandosi subito dopo la Sicilia, la Puglia presenta una capacità di trasformazione pari al doppio di quella presente nell’Isola. Ciò dimostra che le industrie semoliere presenti in Puglia sono di elevate dimensioni presentando in media una capacità unitaria di trasformazione di oltre 290 t/24h. La Puglia rispetto alle altre regioni sembra avere un maggior livello di organizzazione dal punto di vista della commercializzazione del grano duro in quanto nella regione si localizzano un numero rilevante di molini e pastifici di grandi potenzialità di lavorazione, i quali assorbono volumi elevati di materie prime.
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AL TOP FOGGIA E BARI
LAVORO: 39MILA MIGRANTI OCCUPATI IN CAMPAGNA
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ono 39.172 gli stranieri regolarmente occupati in agricoltura in Puglia, secondo l’analisi effettuata sui dati del nuovo Dossier statistico Immigrazione 2018 Idos. Foggia con il 5,8% e Bari con il 2,1% rientrano tra le 15 province italiane dove si concentra maggiormente la manodopera straniera occupata nelle campagne e anche in Puglia la nazionalità di gran lunga più rappresentata è quella rumena. In molte aziende agricole gli stranieri sono stabilmente occupati, tanto da essere parte integrante e imprescindibile nelle attività agricole. Per non assistere impotenti al comportamento di soggetti che approfittano della disponibilità di manodopera a basso costo sul mercato interno ed internazionale e, per di più, devono affrontare il “caporalato bianco” della competizione tra prodotti italiani e stranieri, agevolati questi ultimi da forme di “dumping sociale e sanitario” che consente loro di ottenere il miglior prezzo possibile sul mercato, sarà importante l’approvazione in tempi rapidi delle proposte di riforma dei reati alimentari, presentate dall’apposita commissione presieduta da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico
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dell’Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti e mettere freno alla piaga del caporalato bianco. Da sottolineare, poi, che la filiera agroalimentare, dalla produzione agricola al commercio all’ingrosso fino ad arrivare alla distribuzione organizzata, non è quasi mai governata da leggi che contrastino efficacemente l’abuso di potere economico da parte di alcune componenti della filiera rispetto ad altre più deboli. I prodotti dell’agricoltura italiana passano nelle mani dei lavorato-
ri stranieri che rappresentano oltre il 26% del numero complessivo di giornate di occupazione del settore e quindi, una componente indispensabile per garantire i primati del Made in Italy alimentare nel mondo. Sono 134mila gli stranieri residenti in Puglia, con una equa ripartizione tra uomini e donne e le province di Bari e Foggia che rappresentano i principali poli attrattivi per gli stranieri regolarmente residenti che si stanno sempre più dedicando alle attività agricole e agroalimentari.
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IMPRENDITORE OLIVICOLO DI ANDRIA
MURAGLIA NUOVO PRESIDENTE DI COLDIRETTI BARI E BAT
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’Assemblea dei presidenti ha eletto all’unanimità Savino Muraglia Presidente di Coldiretti Bari e BAT per il prossimo quinquennio 2018 – 2023. Il neo eletto Presidente sarà supportato nella governance del territorio dal Consiglio composto dai presidenti delle numerose sezioni territoriali, Michele Raguso di Bari, Carlo Barnaba di Monopoli, Vincenzo Ventura di Altamura, Gianmartino Valenzano di Rutigliano, Onofrio Maiellaro di Noci, Mauro Giuseppe De Ruvo di Molfetta, Francesco Rella di Grumo Appula, Pasquale Cinone di Corato – Trani, Beniamino Nardelli di Conversano, Giovanni Colangelo di Gravina, Giuseppe Caporale, delegato provinciale Coldiretti Giovani Impresa, Lea Nocco, responsabile provinciale di Coldiretti Donne Impresa, Felice Penta, Presidente provinciale dell’Associazione Pensionati. I due vicepresidente eletti dal Consiglio sono Carlo Barnaba e Michele Raguso. “Elemento centrale del nostro programma è l’impresa agricola, impegnata non solo nella creazione del reddito, ma anche nella tutela e salvaguardia delle risorse naturali e ambientali e che punta la propria strategia competitiva su un “portafoglio di valori”, materiali e immateriali, attraverso cui
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costruisce la sua posizione di mercato e il suo ruolo sociale”, ha dichiarato il neo eletto Presidente di Coldiretti Bari e BAT, Savino Muraglia, ringraziando l’assemblea dei presidenti per la fiducia accordatagli. “Rappresenteremo sempre più il sindacato imprenditoriale di filiera che Coldiretti è diventata – ha concluso il Presidente Muraglia - realizzando accordi economici, finalizzati ad assicurare la massima valorizzazione della produzione agricola anche attraverso la stipula di contratti di filiera, utili ad assicurare un giusto reddito all’impresa e prodotti di qualità a prezzi equi ai consumatori”. In cima alle battaglie di Coldiretti Bari e BAT la lotta alla criminalità nelle campagne, l’alleggerimento della macchina burocratica, oltre ad uno scontro che potrà divenire anche duro sull’etichettatura a semaforo inglese oggi replicata e aggravata dal nutriscore francese che penalizza un prodotto di eccellenza come l’olio extravergine d’oliva ed avvantaggia incomprensibilmente prodotti come l’olio di colza. Classe 1979, Savino Muraglia si laurea all’Università Luiss di Roma in Economia Aziendale. Dopo specializzazioni e master, diviene consulente in operazioni di fusioni e acquisizioni aziendali. Nel 2005 decide di tornare in Puglia,
ad Andria, per guidare l’azienda agricola di famiglia Frantoio Oleario Muraglia Savino & C. snc, realtà storica, attiva nella produzione e vendita di olio extravergine di oliva. Oggi l’azienda olivicola si estende su 50 ettari nell’agro tra Andria e Trani, caratterizzati da un oliveto di varietà coratina. Savino Muraglia crea sin da subito una divisione aziendale per canale retail con elevata propensione allo sviluppo su mercati esteri. Tale divisione esporta oltre il 65% del fatturato in 45 paesi nel mondo, anche grazie alla bellezza di colori e disegni degli ormai noti orci in ceramica di Frantoio Muraglia.
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Resterà in carica nel quinquennio 2018 – 2023
DE MICCOLIS ANGELINI NUOVO PRESIDENTE COLDIRETTI BRINDISI
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uovo Presidente di Coldiretti Brindisi, è Filippo De Miccolis Angelini, eletto all’unanimità dai presidenti dell’Assemblea provinciale. Resterà in carica nel quinquennio 2018 – 2023. Prende il testimone da Sergio Botrugno, imprenditore vitivinicolo di Brindisi, che ha presieduto la Coldiretti provinciale nei precedenti due mandati. “Non posso che ringraziare con sincera stima il Presidente uscente per l’intenso impegno profuso a beneficio del territorio e dell’imprenditoria agricola. Non sarà un nuovo corso quello che si è aperto con la mia elezione, piuttosto la naturale prosecuzione dell’attività portata avanti finora sui temi economici dei contratti di filiera e di Campagna Amica, di pieno sviluppo dell’attività agroalimentare, che in provincia di Brindisi è volano di sviluppo, traino e base portante anche per il turismo provinciale e dell’intera Puglia”, ha dichiarato il neo eletto Presidente De Miccolis. “Intensificheremo il dialogo aperto con la pubblica amministrazione, uscita dal periodo di commissariamento – ha concluso De Miccolis - e consolideremo il rapporto diretto con i cittadini-consumatori sui temi del cibo e dell’educazione alimentare”.
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Eletto anche il Consiglio di Coldiretti Brindisi, che coadiuverà il Presidente De Miccolis, costituito dai presidenti di sezione Giuseppe Caforio di Latiano, Orlando Cosimo Locorotondo di San Vito dei Normanni, Floriana Fanizza di Fasano, Cosimo Caliandro di Ceglie Messapica, Massimo Arsieni di San Pietro Vernotico, Giuseppe Vecchio di Francavilla Fontana, Benedetto Liberace di Brindisi, Giovanni Ripa di San Pancrazio Salentino e Carmelo Dellimauri di Mesagne. Filippo De Miccolis Angelini, classe 1980, dalle profonde radici familiari in agricoltura, avvocato fino al 2012, decide, poi, di dedicarsi totalmente all’attività agricola e agroalimentare, oltre che di ricettività agrituristica. Imprenditore olivicolo e agrituristico dell’azienda agricola Masseria Salamina a Pezze di Greco, struttura di straordinaria bellezza del 1400.
tiva. Nei mesi scorsi, per completare il quadro delle nomine Coldiretti a livello regionale, ricordiamo che Giuseppe De Filippo era stato riconfermato alla Presidenza di Coldiretti Foggia mentre Gianni Cantele (da poco uscente come presidente Coldiretti Puglia) era stato scelto come Presidente di Coldiretti Lecce.
RICONFERMATO ALFONSO CAVALLO ALLA PRESIDENZA DI COLDIRETTI TARANTO Riconfermato Alfonso Cavallo alla Presidenza di Coldiretti Taranto, votato all’unanimità dai presidenti di sezione partecipanti all’Assemblea elet-
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Il nuovo Presidente di Coldiretti Monopoli
Barnaba: “Territorio e ricchezze agroalimentari binomio vincente”
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di Paola DILEO
13 anni di commissariamento, un nuovo direttivo alla guida di Coldiretti Bari-BAT che resterà in carica dal 2018 al 2023. Lo scorso 16 ottobre, l’assemblea dei presidenti ha eletto l’andriese Savino Muraglia presidente, che sarà coadiuvato nell’amministrazione dai neo presidenti delle sezioni territoriali. Nella rosa degli eletti in qualità di vicepresidente BA-BAT e neo presidente della sez. di Monopoli anche l’imprenditore agricolo Carlo Barnaba (già presidente dell’Associazione degli Agriturismi Terranostra Puglia). A lui chiediamo: opo
Come intende valorizzare le eccellenze agroalimentari del territorio monopolitano? L’idea è quella di potenziare i “mercati del contadino” di Campagna Amica. E in tal senso abbiamo già dato un segnale, animando con i nostri stand le domeniche di ottobre, nell’ambi-
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to dell’iniziativa Gozzovigliando nel porto di Monopoli. Il pubblico ha mostrato grande interesse e fiducia per i prodotti tipici del territorio. Cibo vero, autentico, frutto di imprenditori in carne e ossa che ci mettono la faccia. Indiscussi protagonisti del processo di affermazione dell’agroalimentare made in Italy. Nei mercati
di Campagna Amica è immancabile l’olio extravergine d’oliva con percorsi d’assaggio per una guida all’acquisto sempre più consapevole. L’olio naturalmente trova degni compagni viaggio, espressione del territorio, come ortaggi, frutta, formaggi freschi e stagionati, taralli, pasta, vino. Progetti in cantiere con
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l’amministrazione comunale? Sicuramente, prevediamo una collaborazione per iniziative di ampio respiro che diano lustro al nostro territorio e alle sue ricchezze agroalimentari. Campagna Amica di Coldiretti rappresenta una realtà consolidata di incontro tra agricoltori e cittadini. La più grande opera di valorizzazione della biodiversità contadina mai realizzata prima, che può essere sostenuta direttamente dai cittadini, nei mercati agricoli a Km 0 e nelle fattorie di tutta la provincia. Una mappa dei nostri tesori agroalimentari finalmente a portata di tutti. Stiamo lavorando in maniera sinergica per incentivare il turismo enogastronomico. Avranno un ruolo strategico gli agriturismi con il prezioso seguito degli agrichef. Come la nuova dirigenza provinciale Coldiretti affronterà l’emergenza xylella fastidiosa? Anche nella recente audizione al Ministero, Coldiretti ha chiesto risorse aggiuntive per il monitoraggio; considerato che non esiste ancora una cura per la batteriosi, l’individuazione dei focolai nei primissimi stadi di sviluppo su piante sensibili, può rallentare la velocità di contagio. La Regione Puglia, che nel monitoraggio ha investito risorse ingenti, deve essere supportata in questo tipo di attività, la cui efficacia e sistematicità sono garanzia per le aree indenni del territorio regionale ed extraregionale; anche puntando su tecnologie innovative di monitoraggio remoto in via di sperimentazione, con risultati incoraggianti nell’ambito dei progetti PONTE e XF ACTORS.
pugliesi, cresciuti anche nei numeri secondo indagine Coldiretti/IX. È, passando da 732 del 2016 a 752 del 2017, stando anche ai dati dell’ultimo rapporto ISTAT. È la Puglia regina della ricettività in agriturismo nel Mezzogiorno, con 0,1 milioni di arrivi e 0,5 milioni di presenze, nonostante il numero esiguo di strutture. Ristorazione legata alla scoperta e promozione dei prodotti della tradizione e della cucina tipica, a strutture e paesaggi di rara bellezza, a servizi innovativi come accogliere gli animali domestici, questi i segreti delle ottime
performance del settore agrituristico pugliese. I nostri ospiti abituali sono italiani e stranieri che amano il buon cibo e soggiornare in strutture dove è garantito il contatto con la natura. A ciò si aggiunge la possibilità di organizzare lo svago per i bambini con attività didattiche in campagna, alla scoperta dei frutti della terra e degli animali da cortile. Gli adulti possono partecipare ai corsi di cucina, approfondire l’alimentazione naturale, con percorsi guidati che spaziano dall’olio alla cosmesi naturale, dagli ortaggi alle tinture naturali per tessuti.
In qualità di presidente di Terranostra Puglia può tracciare un bilancio sul turismo rurale pugliese e in particolare sulla ricettività agrituristica? Corsi di cucina e servizi innovativi per il popolo degli sportivi, cornici all’enogastronomia di qualità, sono la chiave del successo degli agriturismi N° 19 - 1 novembre 2018
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DE CASTRO: “NESSUN PASSO INDIETRO PER COLPA LOBBY”
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PRATICHE SLEALI: A CHE PUNTO SIAMO
’Europarlamento ha dato il via libera con 428 voti a favore, 170 contrari e 18 astenuti al negoziato con il Consiglio Ue per arrivare a una versione condivisa della direttiva contro le pratiche commerciali sleali nel settore alimentare. Il primo incontro tra le istituzioni Ue c’è stato nei giorni scorsi. Il testo del provvedimento era già stato approvato a larghissima maggioranza in commissione. Ma l’iter legislativo prevede che ora si apra una trattativa con il Consiglio per trovare un’intesa. De Castro, c’è mandato PE contro pratiche sleali ‘’Era ora o mai più. Sono felice che le lobby dei grandi supermercati non siano riuscite a mettere a tacere il Parlamento europeo che invece, a grande maggioranza (428 a favore, 170 contrari e 17 astenuti), ha dato il via libera all’avvio di negoziati con il Consiglio dei ministri e la Commissione Ue, per sopprimere le pratiche commerciali sleali dalla catena alimentare. I nostri agricoltori ne hanno disperatamente bisogno. Noi non li deluderemo e faremo partire già da oggi le trattative’’. Così Paolo De Castro, primo vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo e relatore sul progetto di direttiva Ue contro le pratiche commerciali
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sleali nella filiera alimentare, ha commentato il voto dell’Assemblea assicurando: ‘’non abbiamo perso tempo fino ad ora e contiamo di finalizzare il dossier entro Natale. E’ l’unica finestra di opportunità per approvare le nuove regole prima delle elezioni dell’Europarlamento a maggio’’. Per De Castro, ‘’in questa battaglia di Davide contro Golia dobbiamo armare i più deboli - agricoltori, produttori e Pmi contro pratiche come la cancellazione last minute degli ordini, i ritardi nei pagamenti, le modifiche unilaterali dei contratti, i mancati pagamenti ai fornitori per la merce invenduta, da parte delle centrali di acquisto nell’Ue. Abbiamo bisogno di garantire equità, cibo più sano e diritti
sociali’’. ‘’Lasciatemi assicurare ha concluso De Castro - che così facendo lavoreremo duramente per garantire che i consumatori possano continuare ad avere accesso alle eccellenze e ai prodotti di migliore qualità’’. Eurocommerce, Pe rafforza multinazionali Il via libera dell’Europarlamento al negoziato sulle pratiche sleali è caratterizzato da “emendamenti che sono senza dubbio guidati da un legittimo desiderio di aiutare gli agricoltori, ma renderanno invece più forti le già potenti multinazionali del cibo”. E’ la reazione di Eurocommerce, l’organizzazione dei rivenditori al dettaglio Ue, in una nota, dopo il voto della plenaria di Strasburgo che ha dato l’ok al rapporto De Castro sulla filiera alimentare e al negoziato con il Consiglio. Eurocommerce ha sempre criticato l’ampliamento da parte dell’Europarlamento del campo di applicazione della direttiva a tutti i fornitori della Gdo e non solo alle Pmi agricole, come previsto dalla bozza presentata dalla Commissione europea. “Chiediamo ai negoziatori - conclude la nota - di assicurarsi che il testo finale adottato sia equilibrato e porti a risultati positivi per consumatori, Pmi, agricoltori e posti di lavoro in Europa”.
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COMMERCIO: CON ADDIO BOTTEGHE ARRIVANO MERCATI CONTADINI
ACCORDO COLDIRETTI/ANCI CONTRO SPOPOLAMENTO CENTRI URBANI di Rino PAVONE
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asce la prima alleanza nazionale fra i comuni italiani e gli agricoltori per contrastare lo spopolamento dei centri urbani causato dalla chiusura di centomila piccoli negozi negli ultimi dieci anni secondo l’Istat, con evidenti effetti negativi legati alla riduzione dei servizi di prossimità, ma anche un indebolimento del sistema relazionale, dell’intelaiatura sociale
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e spesso anche della stessa sicurezza sociale delle città. E’ questo l’obiettivo dall’accordo quadro fra Coldiretti e Anci, l’Associazione dei comuni italiani, per la diffusione dei farmers market, del cibo locale nelle mense e del welfare agricolo firmata dal Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo e dal Presidente dell’Anci Antonio Decaro. Coldiretti e Anci si impegnano ad
incentivare un sistema di vendita diretta dei prodotti agricoli basato sullo sviluppo capillare dei “Mercati di Campagna Amica” promossi dalla Fondazione Campagna Amica che rappresenta una rete composta da 7.502 fattorie, 1.187 mercati, e 2.352 agriturismi e che risponde alle esigenze di quei 6 italiani su 10 che fanno la spesa dal contadino secondo Coldiretti/Ixe’. Lo sviluppo dei
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Mercati di Campagna Amica – spiega l’accordo siglato da Anci con Coldiretti - deve riguardare sia quelli realizzati in spazi aperti che coperti in aree pubbliche e/o private per favorire la realizzazione di una filiera agricola tutta italiana. L’ alleanza nazionale per la spesa contadina punta poi a sviluppare l’attività di somministrazione non assistita dei prodotti posti in vendita con lo “street food” agricolo ai sensi dell’articolo 1, comma 499 della legge n. 205 del 2017 grazie al quale gli agricoltori possono vendere direttamente i propri prodotti anche derivati da processi di manipolazione o trasformazione e pronti per il consumo, dalla polenta fritta veneta alle olive all’ascolana, dalle panelle siciliane ai peperoni cruschi lucani, dagli arrosticini abruzzesi ai frullati della salute direttamente dal produttore al consumatore, anche in forma itinerante. L’obiettivo dell’accordo è incentivare l’utilizzo di prodotti agricoli e alimentari a “chilometro zero”, provenienti da filiera corta e dei prodotti agricoli e alimentari derivanti dall’agricoltura biologica o comunque a ridotto impatto ambientale e di origine locale/regionale/italiana. Nella fase di aggiudicazione dei servizi di ristorazione – spiega l’intesa - la valutazione dell’offerta terrà conto, in particolare, della qualità dei generi alimentari con particolare riferimento a quella di prodotti biologici, tipici e tradizionali, di quelli a denominazione protetta, nonché di quelli provenienti da sistemi di filiera corta e da operatori dell’agricoltura sociale,
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con il rispetto delle disposizioni ambientali in materia di green economy, con la previsione di specifici punteggi qualora vengano proposte condizioni superiori a quelle minime previste. Ma l’alleanza fra agricoltori e Comuni italiani prevede anche lo sviluppo di un sistema complementare di welfare di prossimità al fine di sostenere la creazione di una rete di servizi sociali nelle aree rurali mediante la valorizzazione delle risorse agricole e il riconoscimento del ruolo multifunzionale svolto dalle imprese agricole con forme di collaborazione tra imprese, operatori di agricoltura sociale, servizi socio-sanitari ed altri enti pubblici. L’intesa intende promuovere progetti finalizzati all’educazione ambientale e alimentare rivolti a bambini in età prescolare e persone in difficoltà sociali, fisica e psichica anche in collaborazione con le scuole di ogni ordine e grado, mettendo, ad esempio, a disposizione, anche a titolo gratuito, terreni di proprietà pubblica per la realizzazione di servizi di orti sociali. In questo modo – spiega Coldiretti – vengono riconosciute le funzioni sociali della Rete di Agricoltura Sociale di Campagna Amica con l’attività delle fattorie didattiche quali strumenti educativi con l’obiettivo di rinsaldare i legami tra città e campagna valorizzando, anche tra le più giovani generazioni, la conoscenza dei saperi e dei mestieri agricoli tradizionali. Particolare attenzione viene quindi posta sui prodotti dell’agricoltura sociale con parametri che ne rendano prioritario l’utilizzo nei servizi di
fornitura per le mense scolastiche ed ospedaliere oltre a prevederne valorizzazione e presenza nell’ambito del commercio su aree pubbliche. Inoltre nelle operazioni di vendita o di affitto dei terreni di proprietà degli enti locali e di altri beni immobili, si prevedono criteri di priorità al fine di favorire l’insediamento e lo sviluppo delle attività di agricoltura sociale. Infine Coldiretti e Anci, entro sei mesi dalla firma dell’accordo, si impegnano a predisporre un documento programmatico con le linee guida per armonizzare le scelte di programmazione urbanistica comunale con le esigenze di salvaguardia dell’attuale destinazione agricola del territorio come risultante dallo strumento urbanistico generale e finalizzate ad orientare le predette scelte a facilitare il raggiungimento del “saldo zero” di consumo di suolo agricolo entro l’anno 2050.
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gricoltura
News agroalimentari
La birra e il clima, la crisi delle patate europee F I N A N Z I A M E N T I U E P E R I P ROD OT T I AG ROA L I M E N TA R I La Commissione Europea prevede di stanziare un finanziamento di 172,5 milioni di euro, provenienti dal bilancio agricolo dell’UE per promuovere i prodotti agroalimentari europei. Nel corso dei prossimi tre anni saranno avviate anche campagne relative a un’ampia gamma di prodotti, per aiutare i produttori del settore agroalimentare dell’UE a far conoscere la qualità dei loro prodotti (indicazione geografica e metodi di produzione) al fine di promuoverli e di aprire nuovi mercati. A N C H E LA B I R RA S U B I RÀ I CA MB I A M E N T I C L I M AT I C I L’Università di Pechino ha pubblicato su Nature Plants che i cambiamenti climatici renderanno sempre più difficile coltivare l’orzo e produrre i lieviti, facendo diminuire la reperibilità della birra, aumentandone a dismisura il prezzo. La birra è di gran lunga la bevanda alcolica più consumata al mondo. Il suo ingrediente principale, l’orzo, è particolarmente suscettibile ad aumenti di calore e siccità. I ricercatori hanno simulato al computer cinque diversi scenari climatici futuri e ne hanno calcolato l’impatto sulle coltivazioni di orzo. Ne è emerso che le produzioni potrebbero diminuire dal 3 al 17%. Il che si tradurrebbe in una corrispondente diminuzione della disponibilità di birra e in un aumento del prezzo della bevanda, variabile a seconda dello stato economico e delle abitudini alimentari delle singole nazioni. Una delle nazioni più colpite, sarebbe l’Irlanda, dove nel 2099 il prezzo potrebbe aumentare tra il 43% e il 338%, a seconda della gravità dello scenario. Se le emissioni di gas serra non saranno drasticamente ridotte, anche in Europa correremo il rischio di pagare molto di più per una birra media.
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G RA N D E C R I S I D E L L E PATAT E E U RO P E E L’UE raccoglie circa 53 milioni di tonnellate di patate all’anno. La Germania, il più grande produttore, ne raccoglie tra i 10 e i 12 milioni di tonnellate. Ma l’Europa dovrà fronteggiare una crisi delle patate, perché la siccità di quest’estate ha ridotto il calibro dei tuberi. Si dovranno sviluppare sistemi di irrigazione migliori e coltivare nuove varietà più resistenti alla siccità. Ma sono obiettivi che richiedono tempo. I prezzi delle patate sono già aumentati in Spagna e Germania. Una soluzione rapida potrebbe essere trovata grazie al commercio di patate tra paesi dell’UE ed extra UE. In caso di cattivo raccolto in un paese, permetterebbe di soddisfare comunque la domanda. Ma bisogna fare i conti con la politica agricola comune a Bruxelles.
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AD OSPEDALI E SCUOLE
MENSE: FIRMATO IL PIU’ GRANDE ACCORDO PER FORNIRE ORTOFRUTTA A KM0
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mportante accordo tra Coldiretti Puglia e LADISA che prevede la fornitura da parte delle aziende agricole di Coldiretti e Campagna Amica di ortaggi e frutta a Km0 ad uno dei più grandi player della ristorazione collettiva che si impegna a garantire una equa remunerazione del prodotto agricolo, assicurando, in ogni caso, la copertura dei costi di produzione del prodotto acquistato. Sono 320 i prodotti ortofrutticoli, dall’aglio alle cipolle, dal sedano agli aromi, dalle ciliegie all’uva, dalle arance alle mele, melegrane, zucchine, melanzane, peperoni, patate ecc., seguendo la stagionalità dei prodotti, che gli agricoltori forniranno alla Ladisa, sottoscrivendo specifici contratti di fornitura, secondo i quantitativi richiesti che annualmente superano 1.748.126 di chili di ortaggi e frutta. La Ladisa intende aderire al progetto promosso da Coldiretti Puglia di realizzare una filiera agricola italiana con lo scopo di distinguere, valorizzare e difendere la produzione agricola regionale, assicurare la giusta distribuzione del valore tra tutte le parti della filiera nazionale e divulgare gli elementi distintivi della produzione agricola, in ragione di risvolti sia economici sia etico sociali nazionali. Un impegno importante in Italia dove quasi un bambino su tre (30,6%) pesa ancora eccessivamente anche se negli ultimi anni si è verificata una leggera riduzione proprio per effetto dell’impegno sull’educazione alimentare a scuola e nelle case, secondo N° 19 - 1 novembre 2018
l’indagine Okkio alla salute. Un risultato incoraggiante che dimostra la necessità di continuare ad investire sull’educazione alimentare a partire dalla scuola dove va privilegiato il consumo di prodotti salutari. La Coldiretti Puglia (“rappresentante” di oltre 50mila aziende agricole regionali) è impegnata nel progetto “Educazione alla Campagna Amica” che coinvolge alunni delle scuole elementari e medie in tutta Italia, con l’obiettivo di formare dei consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti per valorizzare i
fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell’agricoltura con i cibi consumati ogni giorno e fermare il consumo del cibo spazzatura. Ladisa srl è un’azienda di ristorazione che si colloca tra i principali player del settore. Produce attualmente oltre 23 milioni di pasti e dà lavoro a circa 4000 persone, è presente in Scuole, Università, Ospedali, Ministeri, Forze dell’Ordine, Forze Armate, Enti pubblici in genere. L’Azienda è presente da Sud a Nord in 17 regioni servendo complessivamente oltre 700 strutture in tutta Italia.
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Il rapporto censisce le iniziative a garanzia dei diritti dei lavoratori nella filiera
BEAWARE, ORTOFRUTTA SENZA SFRUTTARE
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o sfruttamento dei lavoratori in agricoltura prosegue, inesorabile. In Europa – Spagna e Italia, in cima alla lista – non da meno nei Paesi in Via di Sviluppo. L’alternativa però esiste, come mostra il rapporto ‘BeAware – Best Practices against Work Exploitation‘ (Buone pratiche contro lo sfruttamento in agricoltura). La ricerca – presentata a Roma il 3.10.18 – è promossa dal ‘Milan Center for Food Law and Policy’, l’osservatorio sul diritto al cibo, nato con Expo Milano 2015 e presieduto da Livia Pomodoro, già presidente del Tribunale per i minori di Milano. L’agricoltura in Europa vale oltre 400 miliardi di euro, e il lavoro sommerso viene stimato in 14 miliardi di euro. Come dire che in media, nell’agricoltura europea, il 25% è lavoro nero. Tra illegalità e sfruttamento, intermediazione illegale e baraccopoli. Con picchi del 40, 50 e 60% in Romania, Bulgaria e Portogallo. Il legislatore europeo si ostina a ignorare questo grave problema, e così la Commissione. Le confederazioni agricole, è chiaro, preferiscono lavare i panni in casa. Ma i panni rimangono sporchi, anzi immondi. E l’unico spiraglio di speranza si intravede a tutt’oggi nei sistemi di norme volontarie definiti
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dai pochi pionieri del settore privato e cooperativo. L’Italia è protagonista dell’agricoltura in Europa, seconda solo alla Francia (con 50 miliardi di euro di produzione, a fronte dei 70 miliardi d’Oltralpe). L’illegalità purtroppo permea la filiera. Secondo le stime del ‘Milan Center for Food Law and Policy’, l’impiego di braccianti stranieri in nero coinvolge 400mila persone. Italia e Regno Unito, al contempo, si distinguono per essere gli unici Paesi d’Europa a disporre di una normativa ‘ad hoc’, contro lo sfruttamento in agricoltura. La legge 199/2016 prevede tra l’altro la confisca dei terreni alle aziende responsabili di caporalato. Oltre all’intensificazione dei controlli. La recente legge italiana è stata preceduta da un Protocollo sperimentale e dalla Rete del lavoro agricolo di qualità, istituita dall’Inps nel 2014. Volta a registrare le imprese in regola con i contributi, prive di condanne per reati in materia di lavoro, tale iniziativa però ha finora avuto uno scarso successo, con appena 3.500 iscritti che rappresentano meno dell’1% del totale delle imprese. Una nota positiva, in questo desolante panorama, è rappresentata
dalle buone pratiche adottate su base volontaria. Lo studio ‘BeAware’ registra infatti in Italia ben 16 iniziative, tra le 35 censite in Europa. Grazie all’impegno delle filiere della produzione agricola e della distribuzione, col supporto delle associazioni sindacali e caritatevoli attive lungo tutta la Penisola per contrastare le illegalità. Coop Italia spicca tra le imprese italiane citate dal rapporto ‘BeAware – Best Practices against Work Exploitation‘. Già a partire dal 1998 il gruppo cooperativo, primo operatore della GDO (Grande Distribuzione Organizzata) in Italia, ha applicato la norma volontaria SA8000 sull’intera filiera di approvvigionamento. La campagna Buoni & Giusti, nel 2016, è valsa a riaffermare e condividere tali valori con i consumatori. Eradicare ogni forma di illegalità e sfruttamento in agricoltura è il passaggio chiave per garantire la sostenibilità sociale dei prodotti distribuiti da Coop. La sua realizzazione è stata possibile grazie alla condivisione con i fornitori di un Codice etico, la cui applicazione è soggetta a puntuali ispezioni e verifiche. Ed è questa, a ben vedere, la migliore garanzia di sostenibilità dell’intero sistema, ‘from the farm to the fork’, che i consumAttori stessi a loro volta iniziano a considerare. ‘Molti www.foglie.tv
fornitori lavorano con noi da 50 anni’, spiega Renata Pascarelli, direttore direttore Qualità di Coop Italia. ‘Chiediamo loro di dare ai produttori agricoli la stessa stabilità che hanno ricevuto e tuttora ricevono‘. Finagricola, un’altra cooperativa italiana, a sua volta si distingue tra i campioni ‘BeAware’ per le buone pratiche. Grazie agli investimenti in innovazione e formazione dei lavoratori, inclusi quelli stagionali. ‘Il più grande orto d’Italia‘ – nella piana del Sele – in provincia di Salerno – cura l’intera filiera produttiva, dalle sementi alla consegna a scaffale, di 33mila tonnellate di ortaggi. Con un’attenzione verso il clima organizzativo aziendale che si connota per la presenza, in stabilimento, di una cassetta atta a ricevere segnalazioni anonime su eventuali cause di malcontento.
lioni di euro (dati 2013). La Francescon di Rodigo (Mantova), con altri siti a Licata e in Senegal, è leader nella produzione di meloni e angurie. Viene citata nel rapporto ‘BeAware’ per l’applicazione di un Codice etico orientato verso l’ambiente e le risorse umane. I lavoratori stagionali, in prevalenza indiani, sono assunti con regolare contratto, alloggio e rappresentante sindacale. Non a caso il loro turn over è inferiore al 5%. Trentino Frutticolo Sostenibile è invece un progetto pubblico di
organizzazione del lavoro, gestito dalla Provincia autonoma di Trento per mediare tra i braccianti stranieri e i coltivatori di mele. A chiudere il cerchio della solidarietà è il Terzo Settore. La Caritas, che dal 2014 offre assistenza sanitaria, legale e burocratica ai migranti, con postazioni nei luoghi in cui si concentrano i braccianti (Progetto Presidio). E la FlaiCgil, che dal 2010 organizza sportelli sindacali itineranti per raggiungere i braccianti nei luoghi ove essi vivono e lavorano (Sindacato di strada e Camper dei diritti).
In Calabria è Campoverde agricola a distinguersi per il rispetto della legalità e dei diritti sindacali. Nella Piana di Sibari, produce frutta fresca e trasformata per un fatturato di 31 mi-
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“Bolgia di Contratti nell’ARIF: di chi è la colpa? Non certo dei lavoratori”
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ontinuiamo ad assistere a continui rimpalli di responsabilità della politica, da destra a sinistra, come se la responsabilità fosse di qualcun altro. Volete vedere che la colpa è dei lavoratori?”. Così il Segretario Regionale della UILA di Puglia, Pietro Buongiorno, in tono ironico, commenta le situazioni odierne in seno all’Arif. “All’interno dell’Agenzia ci sono professionalità qualificate che andrebbero valorizzate, così come il sindacato più volte ha chiesto, cercando di individuare tra gli stessi lavoratori le competenze necessarie, ma forse si preferisce cercare altrove. La confusione è generata dalla giungla di contratti applicati ai 980 dipendenti, di varia provenienza, attualmente in forza all’Ente: tutto questo non fa altro che alimentare scontenti e discriminazioni tra i lavoratori, che si ritrovano nella disomogeneità assoluta di trattamento. “Vorremmo tanto capire dal Direttore Generale Ragno”, continua il Segretario Generale della UILA di Puglia, “ in cosa consisterebbe il mandato ricevuto dal Presidente Emiliano per riordinare la struttura e avere chiarezza nei contratti ap-
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plicati .. Mi spiego meglio : quali sono le intenzioni dell’Agenzia e, a questo punto, della politica??. Sarebbe opportuno, così come accaduto in alcuni territori, che vi fosse la valorizzazione del personale in essere, così che l’ARIF non diventi un contenitore, nel quale far confluire dipendenti da ogni dove. Certo noi non abbiamo dubbi sul quale sia il contratto da applicare ai lavoratori dell’Ente, cioè quello di sistemazione idraulico forestale e idraulico agraria, in analogia a quanto avviene in tutto il territorio Nazionale. Abbiamo nei giorni scorsi inviato, insieme a Flai e Fai, la piattaforma per il rinnovo del Contratto Integrativo Idraulico
Forestale alla Direzione Generale dell’Agenzia e alla Regione Puglia. Ci auguriamo di essere convocati a breve per mettere punti fermi al contratto di nostro riferimento, quello di natura privatistica, ma soprattutto per evitare che aleggino, tra gli stessi lavoratori, false speranze o, peggio, vane credenze”.
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