FOGLIE n.19/2019

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Per il controllo di botrite e marciume acido

Estensione d’impiego di Serenade Aso su uva da tavola Grazie alla recente estensione, Serenade Aso, fungicida naturale in formulazione liquida a base di Bacillus subtilis (ceppo QST 713), permette di controllare al meglio non solo le patologie in orticoltura ma da oggi anche in frutticoltura e viticoltura. L’andamento climatico di questo periodo, favorevole allo sviluppo di botrite e marciume, rende necessario l’intervento in campo con soluzioni in grado di contenere al meglio queste patologie nel rispetto della coltura. Serenade Aso è la scelta ideale per gestire in modo efficace e sostenibile il vigneto ed è utilizzabile dalle aziende a conduzione sia biologica che integrata. Maggiori informazioni sul prodotto Il prodotto agisce direttamente sul patogeno grazie alla presenza di sostanze che penetrano efficacemente nelle membrane cellulari; inoltre, è in grado di attivare le difese auto - immunitarie e di stimolare lo sviluppo vegetativo della pianta incrementandone la produttività in termini qualitativi e quantitativi. Scegliere Serenade Aso è un vantaggio per i viticoltori grazie alle molteplici caratteristiche: ·Soluzione naturale: non altera le caratteristiche delle uve e riduce il carico chimico sul grappolo ·Efficace, grazie alla sua triplice azione: fungicida, battericida e promotrice delle difese naturali della pianta ·Facile da impiegare: formulato liquido pronto all’uso e miscibile con rame e tutti gli agrofarmaci sul mercato ·Ottimo profilo eco, tossicologico: non è irritante, è inodore ed è rispettoso della salute dell’ Agricoltore e delle persone che vivono nell’ Agroecosistema ·Non sporca: nessun imbrattamento sui grappoli ·Biologico: ammesso in agricoltura biologica In pre - raccolta, fase in cui l’assottigliamento delle bucce e l’aumento degli zuccheri rendono gli acini particolarmente sensibili, Serenade Aso consente di limitare gli attacchi di botrite e svolge un importante ruolo nel controllare gli eventuali sviluppi di marciume acido. Essendo un prodotto di contatto, deve essere applicato curando al meglio la distribuzione e favorendo la penetrazione del prodotto all’interno del grappolo. La dose di applicazione è di 4 l/ha. Per maggiori dettagli sulle modalità d’impiego del prodotto e sulle nuove colture autorizzate, è possibile consultare il sito: Pagina Serenade Aso https://www.cropscience.bayer.it/Prodotti/fungicidi/Serenade - Aso News relativa alla recente estensione d’impiego https://www.cropscience.bayer.it/Magazine/News/Estensione/Serenade - Aso-Vite - Frutticole



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ditoriale

1 novembre 2019 - n.19 - Anno 14

Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE

GIORNATA LOTTA CONTRAFFAZIONE: ITALIAN SOUNDING VIAGGIA SUL WEB

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Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952 Editrice

G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione G.Ed.A. Giovani Editori Associati Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Paola Dileo, Nica Ruospo, Rino Pavone, Donatello Fanelli Pubblicità G.Ed.A Rino PAVONE r.pavone@foglie.tv 380 6328672 Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61/06 del 15/11/2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 9040264 Iscritta al Registro Operatori Comunicazione ROC n.26041 TESTATA GIORNALISTICA ACCREDITATA

equestrata nei primi 6 mesi del 2019 in Puglia 1 tonnellata di prodotti agroalimentari contraffatti, con l’italian sounding che viaggia veloce sul web, arrecando un danno da miliardi di euro al ‘Made in’. E’ quanto è emerso nel corso della prima “Giornata della Lotta alla Contraffazione per gli studenti”, organizzata a Bari presso l’Auditorium della Legione Allievi della Guardia di Finanza, nell’ambito del Protocollo d’Intesa sottoscritto tra diverse Amministrazioni dello Stato, Forze dell’Ordine e Associazioni di categoria che partecipano ai lavori del Consiglio Nazionale per la Lotta alla Contraffazione e all’Italian Sounding (CNALCIS), a cui hanno partecipato oltre 850 studenti di 15 scuole superiori di secondo grado dell’aerea metropolitana barese, che nelle settimane precedenti all’evento sono stati coinvolti in un percorso formativo organizzato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Coldiretti ha coniato un neologismo per descrivere questo particolare crimine: “agropirateria”. Il fenomeno criminale si sviluppa attraverso la vendita, le importazioni, la manipolazione e la trasformazione di prodotti agricoli di dubbia qualità e provenienza che giungono nel nostro Paese e diventano “made in Puglia” e “made in Italy” fregiandosi in modo fraudolento dell’immagine che accompagna, nel mondo, le produzioni del nostro territorio.

“Per questo occorre affiancare le norme sulla legalità e sui corretti rapporti di lavoro, anche attraverso una nuova trattativa sul rinnovo dei contratti di lavoro provinciali, all’approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate dall’apposita commissione presieduta da Gian Carlo Caselli, presidente del comitato scientifico della Fondazione Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti”, dichiara Cinzia Coduti dell’Osservatorio Agromafie. “Lo scenario ‘evolutivo’ delle agromafie – ha spiegato Coduti - è drammaticamente dilagante. Vanno contrastate nei terreni agricoli, nelle segrete stanze in cui si determinano in prezzi, nell’opacità della burocrazia, nella fase della distribuzione di prodotti, ora anche sul web, che percorrono migliaia di chilometri prima di giungere al consumatore finale, ma anche con la trasparenza e l’informazione dei cittadini che devono poter conoscere la storia del prodotto che arriva nel piatto”. L’Italian sounding vola sul web con gli ‘agropirati’ che sfruttano il valore incalcolabile del brand ‘made in Italy’ e dei prodotti DOP e IGP per vendere finti olio extravergine pugliese, lenticchia di Altamura, burrata di Andria e Limone Femminello del Gargano, intercettati e bloccati dall’Ispettorato centrale della tutela e qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari sulla base dei dati del Rapporto 2018 dell’ICQRF del MIPAAFT.



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ommario

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agroalimentare

editoriale

GIORNATA LOTTA CONTRAFFAZIONE 5 Italian sounding viaggia sul web

8 AGRICOLTURA

8 uva da tavola

Italia, Spagna, Francia, Portogallo: contatto!

13 sommelier

I nuovi corsi di formazione zootecnica

16 frutta

Perché mangiarla

28 CARG-UP

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Iter riconoscimento quasi completato

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La trasformazione digitale del trasporto su gomma

29 confimi almentare

Incontro su digitalizzazione imprese

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14 UE COOP

Solidarietà a favore di cantine sabotate

lavoro 20 Meno burocrazia e più trasparenza

10 DOP MOZZARELLA GIOIA DEL COLLE

ambiente

rassemgna stampa

oP ARCA FRUIT CONVERSANO DA BRUXELLES 27 Primo 18 Rischi 11 OK workshop gratuito prog PSR Mis. 1.2 danni ambientali da amianto e plastica Mozzarella pugliese diventa Dop


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gricoltura

Nell’ambito di Fruit Attraction

A Madrid il primo incontro del gruppo di contatto europeo per l’uva da tavola

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Madrid si è svolto il primo incontro del gruppo di contatto europeo per l’uva da tavola nell’ambito di Fruit Attraction, fiera internazionale dedicata all’ortofrutta che si è tenuta dal 22 al 24 ottobre a Madrid. L’iniziativa è servita a creare un contesto stabile di dialogo e cooperazione e ad analizzare la produzione e la commercializzazione in Europa. La costituzione del gruppo di contatto per le uve da tavola è giustificata dalla crescita della produzione della

di Rino PAVONE

varietà senza semi, soprattutto in Spagna e in Italia, e dal crescente interesse da parte della domanda europea. Il gruppo coinvolge attori della filiera di Italia, Spagna, Portogallo e Francia ed è presieduto dall’italiano Donato Fanelli. Fra i punti all’ordine del giorno della riunione cui ha partecipato il Dott. Cherubini del Mipaaft l’analisi dettagliata dei numeri della filiera dell’uva da tavola in Italia e nelle altre nazioni coinvolte (sia per uva con semi che senza), l’armonizzazione dell’uso dei prodotti fitosa-

nitari in modo da avere una linea comune e condivisa fra le quattro nazioni, considerazioni sugli ancora troppo elevati costi di produzione rispetto ad altre realtà e soprattutto la ricerca di un accordo comune per esportare fuori dalla comunità europea, particolarmente importante perché la Spagna già esporta in Cina, “nuovo” ed importante mercato da raggiungere, ed ha scelto di condividere il percorso con gli altri partner europei. La prossima riunione del gruppo di contatto si terrà in Italia nel 2020.

PREVISIONE RACCOLTO ITALIA In Italia nella stagione corrente 2019 si registrano un numero di ettari pari a 47.200 in cui la regione Puglia con i suoi 30. 000 ha detiene oltre il 60% seguita dalla Sicilia con 15.000 ha, il Lazio con 1.000 ha, 700 ha l’Abruzzo e 500 ha la Basilicata. In generale la produzione è diminuita del 10% rispetto alla scorsa stagione. Tale superficie porta ad una produzione stimata per la stagione in corso pari a circa 970.000 ton , vale a dire il 30% in meno della passata stagione con una prevalenza ancora di uva con semi pari al 70% ed un 30% senza semi, anche se stimiamo che nel

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giro dei prossimi 3/5 anni arriveremo ad un 50% con semi ed un 50% senza semi. Le cultivar principali con seme sono Vittoria, ITALIA, Red Globe, Palieri, Pizzutella e Regina, mentre tra le seedless più diffuse vi è la Crimson. In particolare la regione con il più alto taso di riconversione varietale verso le uva senza semi è la Puglia in cui si è passati da un 10% ad un quasi 35% di superficie. Questi dati fanno dell’Italia il primo produttore in Europa con oltre il 59% della produzione ed il terzo al mondo. Di questa produzione nel mercato

Italiano resta il 18% e cioè 175.000 Ton., mentre il 50% vale a dire oltre 490.000 Ton. viene commercializzato all’interno del mercato Europeo in particolare in Germania, Francia, Polonia, Spagna e Repubblica Ceca. Il restante 32% è commercializzato in mercati extra Ue come i Paesi Arabi, Medio Oriente e Canada. Nel nostro paese le importazioni di uva da Tavola negli ultimi 5 anni sono cresciute sensibilmente di un 3% a causa di una sempre maggiore destagionalizzazione del consumo di uva da tavola, ed in particolare i paesi da cui importiamo sono Sud Africa, Cile, Brasile e India.

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ASPETTI FITOSANITARI RICONOSCIMENTO RECIPROCO: FUNGICIDI E INSETTICIDI Importante raggiungere un riconoscimento reciproco tra i diversi paesi europei in materia di fungicidi e insetticidi, e mettere in contatto le Amministrazioni competenti tra loro, ovvero i ministeri della Sanità/Agricoltura dei nostri Paesi affinchè si crei un sistema di deroghe europeo armonizzato tra i

nostri paesi per evitare che in un paese si possa utilizzare in deroga un prodotto che in un altro è vietato, ovvero situazioni di concorrenza sleale. Obiettivo del gruppo è richiedere una armonizzazione in questo senso, utilizzando gli strumenti messi a disposizione dal Reg. UE 1107/2009, ovvero il mutuo

riconoscimento (Art. 40) e l’autorizzazione di uso eccezionale per emergenze (art. 53). Per entrambe le procedure la competenza è dei Singoli Stati Membri, pertanto è assolutamente indispensabile creare una rete di coordinamento, magari individuando eventualmente un capofila che faccia da raccordo.

APERTURA DI NUOVI MERCATI Affrontare in modo sinergico apertura nuovi mercati extra Ue in modo da creare delle regole di ingaggio comuni in termini fitosanitari e commerciali. Disinnescare la regola per cui nell’impostare le

politiche di export ogni paese si muove per conto proprio e invece per le importazioni da altri paesi fuori dall’Unione europea è la Comunità Europea che decide gli standard e le regole di ingaggio,

spesso a svantaggio dei nostri produttori. Realizzare come in Import anche in Export una politica comune in modo da avere una posizione più forte visto anche la situazione attuale dei dazi tra USA e CINA.

ARGOMENTI PROSSIMI INCONTRI Costi della filiera uva da tavola e quindi della competitività, in un momento in cui il potere di acquisto dei consumatori europei è in calo, e tutti vogliono vendere in Europa, vedi pressioni di Cile, Perù, Sud Africa, India. Politiche di consumo sostenibili in termini

ambientali ed economiche come l’eliminazione della plastica e relativo utilizzo del cestino in plastica, con l’introduzione di standard che prevedano lo sfuso o il carrybag in carta o materiali biodegradabili. Questi temi devono essere al centro di un confronto con la grande

distribuzione europea con la quale interfacciarsi . Promozione dell’uva da Tavola presso i consumatori attraverso campagne di valorizzazione dell’immagine e della produzione dell’uva, missioni istituzionali congiunte per favorire un consumo sia in Europa che nel Mondo.

LA DELEGAZIONE ITALIANA PRESENTE Donato Fanelli Coordinatore del comitato uva da tavola dell’O.I. ORTOFRUTTAITALIA, Giacomo Suglia FRUITIMPRESE(Vicepresidente), Alfio Messina FRUITIMPRESE, VinN° 19 - 1 novembre 2019

cenzo Patruno ALLEANZA COOPERATIVE ITALIANE, Luigi Rizzo ALLEANZA COOPERATIVE ITALIANE, Sergio Curci CIA, Michele Laporta Unione nazionale OP – ITALIAOR-

TOFRUTTA, Salvatore Novello Unione nazionale OP – ITALIAORTOFRUTTA, Teresa Diomede Op APOC, Roberto Cherubini Ministero Agricoltura.

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gricoltura

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Pubblicata sulla G.U. della Unione Europea la domanda di registrazione

DOP “Mozzarella di Gioia del Colle” iter riconoscimento quasi completato

embra ormai definito l’iter del riconoscimento della DOP Mozzarella di Gioia del Colle nata da una iniziativa che ha avuto origine sin dal 2011 ad opera del GAL dei Trulli e di Barsento e del suo Presidente Stefano Genco. Il Presidente dell’Associazione Temporanea di Scopo Pietro Laterza che di intesa con il Presidente del GAL ha richiesto il riconoscimento della denominazione di origine protetta per la Mozzarella di Gioia del Colle, esprime viva soddisfazione per la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 21 ottobre della domanda di registrazione della DOP, che diverrà definitiva se entro 90 giorni non perverranno opposizioni alla registrazione stessa da parte di autorità dei Paesi UE, esclusa l’Italia, o di operatori di Paesi extra UE. L’ATS che ha sede presso l’Associazione Regionale Allevatori della Puglia a Putignano, riferisce Laterza, è nata appunto per supportare la richiesta di riconoscimento al Ministero delle Politiche Agricole e si è arricchita strada facendo della presenza sia degli allevatori che dei maggiori caseifici dell’area di competenza della DOP (che raggruppa 16 Comuni della provincia di Bari, 6 della provincia di Taranto e una porzione di territorio del Comune di Matera) che, insieme, dovranno ora dare vita al Consorzio di Tutela e Valorizzazione della DOP al quale spetterà il compito del “gover-

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no” della denominazione, sia dal punto di vista produttivo che della promozione commerciale. “Colgo l’occasione pe ringraziare il Consigliere del GAL Giuseppe Genco ed i tecnici dell’ Associazione Regionale Allevatori che, insieme al prezioso contributo del prof. Michele Faccia dell’Università di Bari, hanno redatto un disciplinare di produzione che, per la sua unicità, ha consentito di raggiungere questo agognato risultato rispetto al quale ci auguriamo non ci saranno opposizioni in ambito Europeo, avendo di fatto già superato le opposizioni pervenute dall’in-

terno del nostro Paese, come noto, ad opera soprattutto dei nostri colleghi produttori della mozzarella di bufala campana. Quanto ottenuto - conclude Laterza - è quindi un risultato importante e certamente un nuovo punto di partenza per iniziare a dare contenuti operativi a questa denominazione che può davvero costituire un volano di sviluppo del nostro territorio, rappresentando il giusto suggello di una vocazione che da quasi un secolo ha fatto del settore zootecnico e lattiero caseario della Murgia un elemento di distintività e di valorizzazione della intera Puglia”.

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Da “La Repubblica” di Stefano Pesce

Ok da Bruxelles: la Mozzarella di Gioia del Colle diventa DOP Da oggi l’Italia dell’agroalimentare e della buona tavola, ha una nuova DOP casearia: la Mozzarella di Gioia del Colle. Bruxelles ha dato l’ok definitivo che sancisce la storicità e la tradizione di questo formaggio vaccino a pasta filata, made in Puglia.

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er convincere tutti che la Puglia non ha nulla da invidiare alla Campania in fatto di tradizione nella lavorazione delle mozzarelle. Certo, le pugliesi son di latte vaccino, mentre le campane traggono il loro successo soprattutto dalla tipica materia prima, il gustoso latte bufalino, ma la storia e la mano artigiana dei pugliesi ha avuto la meglio e hanno convinto Bruxelles che la loro mozzarella ha un’identità vera, autonoma e che merita di essere tutelata e valorizzata. Siamo a Gioia del Colle, un piccolo comune dell’alta-Puglia, in pieno altopiano delle Murge, proprio al centro di un ipotetico cerchio magico dell’agroalimentare, tra Bari e la sua cucina, Martina Franca e i suoi salumi e Altamura con i suoi pani, includendo anche la lucana Matera, da sempre legata a doppio filo con il tacco d’Italia. Ecco quindi che lunedì 21 ottobre qui arriva il tanto atteso sì dell’UE, la Mozzarella di Gioia del Colle è finalmente DOP. Abbiamo chiesto al prof. Michele Faccia, docente di tecnologia lattiero-casearia all’Università di Bari e riferente scientifico del comitato di promozione di questa DOP, di raccontarci questo formaggio, il suo valore storico e gastronomico e cosa da domani cambierà nella filiera lattierocasearia di questo angolo di Puglia. Professore, prima un po’ di storia: quando nasce la “mozzarella pugliese”? “Il termine “mozzarella”, o per meglio dire “provatura” lo ritroviamo fin a partire dal XII° secolo in Campania, dove già da tempo si era affermata la tradizione della mozzarella di bufala, la più antica del mondo. In Puglia la “mozzarella di Gioia del Colle”, comincia a entrare nei carteggi e nei commerci a partire dai primi dell’900, quando l’economista Giovanni N° 19 - 1 novembre 2019

Dieci anni ci son voluti (!)

Carano Donvito, descrive i traffici “delle mozzarelle di Gioia” verso Roma. Fin da subito si parla comunque di pasta filata vaccina, diretta derivazione di quella campana. Questo perché nella Murgia si sono sempre allevate le vacche, quindi è stata automatica da parte dei casari pugliesi, l’acquisizione della tecnica partenopea ma con una materia prima diversa, il latte di vacca”.

zarella DOP in Italia, con la confusione che avrebbe potuto generare da parte dei consumatori e del mercato estero. Li abbiamo tranquillizzati mantenendo nella dicitura ufficiale la definizione “di latte vaccino”. Dopo il “sì” del Ministero siamo approdati a Bruxelles, abbiamo ripresentato le carte, le ricerche storiche, il disciplinare di produzione, i dati sui volumi produttivi etc. etc. e ieri è arrivato il tanto

Nel 2008 quindi la decisione di richiedere la DOP, è stato facile convincere prima Roma e poi Bruxelles? “Beh, diciamo che siamo stati dentro i “tempi medi” per l’ottenimento di una DOP: l’iter è comunque lungo e ha, giustamente, vari livelli e vari passaggi. Nel 2008 abbiamo formato un comitato promotore e portato la richiesta in prima istanza a Roma. Qui, come era prevedibile, abbiamo subito una grande opposizione da parte dei cugini campani, spaventati dalla possibilità di avere un’altra moz-

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atteso “sì”, quindi la Mozzarella di Gioia del Colle è ufficialmente una nuova DOP casearia italiana”. Cosa vuol dire questo per i casari pugliesi e per il territorio della Murgia? “Sicuramente è un’occasione da cogliere per chi avrà la possibilità e le capacità di farlo: diciamo chiaramente che abbiamo definito un disciplinare di produzione molto ferreo e restrittivo, volto a garantire l’artigianalità del prodotto e il recupero di sistemi produttivi antichi e il più possibile rispettosi dell’artigiano e dei suoi animali. Per esempio, da disciplinare, la Mozzarella di Gioia del Colle DOP non potrà essere prodotta utilizzando acidificanti come acido citrico o batteri lattici di sintesi, ma solo attraverso l’innesto di

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sieri artigianali autoctoni (cioè prodotti in azienda dal casaro). Questo per garantire il più possibile le fermentazioni naturali e il terroir. Inoltre a livello di organizzazione della filiera, la DOP obbliga, chi la vuol produrre, a tenere gli animali al pascolo minimo 150 giorni l’anno. Questo vuol dire che avremo un animale che si nutre di erba fresca, che non vive la sua vita al chiuso e al buio degli allevamenti intensivi, avremo di conseguenza un latte ricco di elementi vegetali, di grassi insaturi, di vitamine e soprattutto di gusto. Tutto questo cambierà in meglio l’organizzazione produttiva di questa parte di Puglia”. Immagino che tutto ciò si traduca in una mozzarella con un profilo organolettico molto particolare...

“Beh, abbiamo sicuramente una mozzarella che seguirà le stagioni, di pari passo con il variare dell’alimentazione degli animali al pascolo, si avrà un latte più o meno ricco da punto di vista chimico, più o meno “giallo” (perché l’erba contiene i pigmenti carotenoidi che poi ritroviamo nel latte), più o meno complesso dal punto di vista organolettico, sicuramente più particolare da marzo a ottobre, quando gli animali si nutrono al pascolo”. E la Mozzarella di Gioia del Colle, alla vista e al gusto, come si presenta? “Questa mozzarella, a differenza di quella campana, di bufala, ha una consistenza, più compatta ed elastica, senza limitazioni riguardo forma o pezzatura, si va dal nodino alla treccia, passando per la classica sfera. Il colore, può variare, come abbiamo detto, in base al periodo dell’anno, solitamente è un bianco avorio che può tendere a una velatura di giallo. La pelle è sottilissima, a differenza della mozzarella di bufala, perché il latte è vaccino e la salatura non avviene per immersione della mozzarella in salamoia (come da tradizione campana), ma prima, nella filatura. Il gusto si presenta marcatamente dolce, e piacevolmente acidulo, mentre tra gli aromi emergono chiaramente note lattiche fresche, burro, vegetali da campo e animale pulito, con un finale caratteristico di lieviti e fermentati, tipico dei prodotti artigianali a fermentazione naturale. Un prodotto al contempo rustico e complesso”. www.foglie.tv


Fondazione Italiana Sommelier di Puglia pronta con i nuovi Corsi di Formazione

Professione Sommelier in Italia e nel mondo

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ondazione Italiana Sommelier di Puglia, anche quest’anno, è pronta a formare nuovi professionisti del vino, creando una straordinaria occasione di crescita e formazione professionale, perché la cultura cambia la vita in meglio, la arricchisce e crea sempre nuove opportunità. Da nord a sud della Puglia, Corsi di Qualificazione che puntano all’eccellenza con grandi relatori dall’esperienza ultradecennale provenienti dalla sede nazionale Bibenda, eccellenti carte dei vini, con oltre 160 etichette in degustazione tra le migliori nel mondo, materiale didattico aggiornato, location di prestigio, tutor professionisti a disposizione e doppia attestazione finale, una nazionale riconosciuta dalla Presidenza della Repubblica Italiana, e l’altra internazionale, grazie all’affiliazione alla Worldwide Sommelier Association. Tutto questo per dare reali prospettive lavorative in Italia e all’estero. D’altronde da anni Fondazione Italiana Sommelier di Puglia diffonde con entu-

siasmo e riconosciuti risultati la cultura del vino, attraverso storiche degustazioni, seminari di approfondimento e attività didattiche. È però, soprattutto, con i Cor-

si di formazione che trasmette la passione per un lavoro bellissimo, perché i Sommelier possono essere straordinari ambasciatori nel mondo del nostro vino. Tutte le informazioni e le modalità più veloci per accedere ai corsi su https://corsosommelierpuglia.it/ oppure sul sito ufficiale www.fondazionesommelierpuglia.it. Ogni lezione, a Lecce, a Borgo Egnazia/ Valle d’Itria, Bari, Taranto, Foggia e Corato, sarà una scoperta, perché darà la possibilità di conoscere e comprendere il vero significato di vini nati da grandi intuizioni e da storie importanti. I Sommelier di Fondazione Italiana Sommelier di Puglia sono veri professionisti che si ritrovano ad operare in situazioni sempre d’eccezione e lo fanno con serietà, orgogliosi di indossare l’uniforme del centro di cultura del vino più prestigioso al mondo.

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gricoltura

ACQUISTATE MILLE BOTTIGLIE VINO DOPO ATTENTATI AI SILOS

CANTINE SABOTATE: UECOOP, IN PUGLIA SCATTA SOLIDARIETA’ COOPERATIVE

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catta la solidarietà delle cooperative dopo gli attentati alle due cantine di Torremaggiore e San Severo, in provincia di Foggia, costati 40mila ettolitri di vino sversati nelle campagne da ignoti. E’ quanto spiega l’Unione europea delle cooperative (Uecoop) in relazione alla decisione della cooperativa Due Palme di acquistare mille bottiglie di vino dalle due aziende colpite per aiutare a far ripartire l’attività. “Con questo gesto – sottolinea Angelo Maci, Presidente delle Cantine Due Palme di Cellino San Marco - vogliamo dimostrare la nostra solidarietà e quella dei nostri soci per l’attacco criminale subito dai colleghi dall’Antica Cantina di San Severo di Foggia. Sempre di più le cooperative devono fare rete e combattere ogni sopruso per lanciare un forte segnale a chi vorrebbe mettere in difficoltà un settore così importante per la nostra regione”. La Puglia, con circa 85mila ettari vitati e 9,5 milioni di ettolitri prodotti, rappresenta il 19% della produzione na-

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zionale con eccellenze uniche quali Primitivo, Negroamaro, Susumaniello e Nero di Troia. Il settore – spiega

regionale. “Per aiutare le cooperative abbiamo avviato una collaborazione con il Comando nazionale dei Carabinieri per la Tutela dei Prodotti Agroalimentari volto a sensibilizzare ogni operatore al contrasto della corruzione, della criminalità e delle contraffazioni che spesso incidono sulla salute pubblica e sulle pratiche sleali di mercato” spiega Gherado Colombo, Presidente di Uecoop ed ex magistrato di Mani Pulite. “Abbiamo anche attivato un supporto lega-

Uecoop – è fra i più importanti dal punto di vista economico ed occupazionale e qualsiasi atto contro cantine e coltivatori rappresenta un attacco all’intero sistema economico

le per contrastare comportamenti dolosi che potrebbero manifestarsi nell’ambito del mercato, compresi atti criminali ed intimidatori” conclude Colombo.

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limentazione

Politiche Gdo

Auchan Conad scoppiano le polemiche

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coppia la polemica su una lettera inviata da Auchan ai fornitori. Dove, in estrema sintesi, si chiede uno sconto del 20% sullo scaduto. Da quel momento, il caso si allarga a macchia d’olio ed è tutto un susseguirsi di articoli e tweet che rilanciano il tema, chiedendo insistentemente ai vertici Auchan-Conad di rispondere e prendere posizione. Intervengono, tra gli altri, i giornalisti Luigi Rubinelli ed Emanuele Scarci e l’ex Ceo di Esselunga, Giuseppe Caprotti. Il motivo? E’ troppo forte il sospetto che si voglia far pagare alle aziende il buco del colosso francese in Italia. Un rosso da 1,1 milioni di euro al giorno, secondo il Ceo di Conad, Francesco Pugliese. L’assedio mediatico è tale che l’amministratore delegato di Auchan, Antonio Brianti, esce allo scoperto e spiega le ragioni della lettera. Ma i fornitori non sembrano molto convinti e sollevano diverse obiezioni. Nel mirino, in particolare, ci sono i dubbi dei fornitori di Auchan e non di Conad, che sono evidentemente in posizione di debolezza contrattuale. E cosa aspettarsi perché mai non dovrebbero chiedere uno sconto anche loro? Vediamo

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nel dettaglio le posizioni obiezioni di due produttori: 1)”Una semplice trattativa commerciale”… Così la definisce l’Ad Brianti. Ma, solitamente, le trattative commerciali si effettuano prima di iniziare la fornitura, e durante, si pianificano i piani promo… Ma mai dopo, all’atto del pagamento… Altrimenti si chiama in un altro modo! 2) Conad, ai fornitori già della catena, ha chiesto comunque un contributo inserimento supplementare fino al 31 dicembre e per tutto il 2020, mantenendo le stesse condizioni contrattuali, ma compensandole ampiamente con la richiesta di contributo. Invece per i fornitori “nuovi” Conad’ ha fatto peggio, o li ha ignorati totalmente o, se contattati, ha fatto loro delle richieste improponibili. ‘Cosa succede a chi non aderisce alle vostre condizioni? Nulla…’ Vero, infatti, il consiglio che darei a tutti, è quello di non accettare, ma di pretendere il 100% dello scaduto con gli interessi. Tanto poi Conad continuerà a fare la propria strada, incurante dell’elenco di chi ha o non ha aderito allo sconto richiesto. Critiche severe anche da parte di un imprenditore di altro settore: “Quelli con la

Gd non sono contratti. Sono degli accordi commerciali che non vincolano a comprare chi li ha sottoscritti. Nel senso che chi vende lo deve fare alle condizioni indicate, ma chi compra, non è obbligato a farlo o a rispettare certi volumi… Quindi chi mi dice che oggi concedo qualcosa e domani potrò recuperarlo invece di essere sostituito dal fornitore Conad di riferimento? C’è chi, ad esempio, ha un accordo nazionale con SmaAuchan, ma non ha un accordo nazionale con Conad. Chi ce l’ha farà i salti mortali per accaparrarsi il lavoro di Sma-Auchan e lascerà il cerino in mano a chi aveva il contratto precedentemente… Mi pongo inoltre una domanda: come giudicheranno i concorrenti di Auchan e di Conad quel probabile contributo del 20%? Gli altri non sono fessi… Ci diranno: voi avete concesso uno sconto importante su due mesi a chi vi sta garantendo meno volumi di prima e forse non comprerà più… E a noi, che magari abbiamo volumi in crescita e continuiamo a comprare, cosa pensate di dare? Fossi io chiederei almeno altrettanto se non di più. Che faccio concedo a chi mi molla e non coccolo chi sta con me?”.

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groalimentare

Tutti i nutrienti che apporta raccontati da Günther Karls Fuchs di Papille Vagabonde

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Perché mangiare la frutta

gni stagione porta i suoi specifici frutti, ma come sceglierli in base, anche, ai loro nutrienti preziosi per approfittare dei loro benefici? Ne parla il blogger Günther Karl Fuchs in un post su Papille Vagabonde. Ad esempio in estate possiamo trovare una grande varietà di pesche, albicocche, pesche noci, frutti di bosco, prugne e pomodori che i più fortunati, coloro i quali hanno un loro orto, possono cogliere con il giusto grado di maturazione. Diverse ricerche medico scientifiche hanno dimostrato che la quantità di frutta e verdura consumata è collegata alla prevenzione di molte patologie dell’era moderna come le malattie cardiovascolari e numerosi tumori (bocca, faringe, laringe, esofago, polmone, stomaco, colon-retto). Rispetto ad altri alimenti, non c’è un nutriente specifico che differenzia la frutta, ma il suo insieme: acqua, fibre, vitamine, sali minerali, antiossidanti. Inoltre la frutta contribuisce a rin-

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forzare il nostro senso di sazietà e soddisfare il senso del gusto. Quali quantità consumare? Non c’è un vero e proprio limite tuttavia tutte le società scientifiche concordano su almeno 4 o 5 porzioni al giorno di frutta e verdura da 80g. Si tratta però di un minimo e nessuno proibisce, all’interno di una dieta equilibrata, di consumarne a piacere di più in equilibrio con tutti gli altri alimenti. Chi è a dieta ipocalorica deve diminuire la quantità di frutta? Le persone obese devono ridurre l’apporto calorico globale, può pertanto rendersi necessario in qualche caso isolato, ridurre la quantità di più alimenti tra cui anche la frutta, ma è molto raro in quanto la maggior parte delle persone obese non ne consumano sufficienti quantità. Le persone obese e o a dieta ipocalorica devono porre attenzione ai prodotti trasformati: una macedonia in barattolo immersa in sciroppo di zucchero non è come una macedonia di

frutta fresca, così come una porzione di gelato alla frutta o un succo non sono come una porzione di frutta. Questi sono gli errori più diffusi. I diabetici che frutta devono scegliere? Dipende da caso a caso in funzione del tipo di diabete e di medicinali impiegati, anche se la frutta non presenta un reale problema meglio orientarsi verso quelle varietà che, da mangiare fresche, hanno indice glicemico più basso. Frutta con più alto indice glicemico: Anguria, Melone, Castagne, Ananas, Banane, Kiwi, Mango Frutta con più basso indice glicemico: Avocado, Fragole, Pesche, Fichi freschi, Mele, Pere, Prugne In caso d’ipetrigliceridemia che frutta preferire? In alcuni casi se introdotto in eccesso il fruttosio può aumentare il tasso di trigliceridi nel sangue. Se si fosse in questa particolare condizione, si possono consumare porzioni magari scegliendo tra quelle meno ricche di fruttosio (cioè tutti i frutti che non sono nell’elenco qui sotto).

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Frutti più ricchi di Fruttosio: Datteri (31,95 g per 100g), Prugne secche (12,45 g per 100g), Uva (8,3 g per 100g), Anona 6,28 g per 100g), Pere (6,23 g per 100g), Mele (6 g per 100g), Cachi (5,96 g per 100g), Prugne selvatiche (5,47 g per 100g), Ciliegie (5,37 g per 100g), Mirtillo (4,97 g per 100g), Banane (4,85 g per 100g). Cosa fare in caso di fermentazione intestinale frequente? Il tenore di fibre e zucchero può favorire la fermentazione intestinale. In questi casi è consigliabile orientarsi verso frutti meno ricchi di fibre come banane, mirtilli, fragole, arance, ananas, pompelmi, meloni e meno ricchi di zucchero come: fragola, melone, anguria, albicocca, mirtillo, pesca, pesca nettarina. Frutti più ricchi di fibre: Cocco (9 g per 100 g.), Avocado (6,7 g per 100g), Lampone (6,5 g per 100g.), Guava (5,4 g per 100g.), Mora (5,3 g per 100g.), Uva Spina (4,3 g per 100g.), Melograno (4 g cada 100g), Mirtillo Rosso (3,6 g per 100g.), Pera (3,1 g per 100g), Kiwi (3 g per 100g.). Bisogna scegliere frutta e verdura bio? Preferibilmente sì, ma non necessariamente, dipende chiaramente dal prezzo e bisogna assicurarsi che i prodotti siano certificati. Dipende anche dalle varietà, infatti alcuni frutti hanno più alti residui di pesticidi e trattamenti come ciliegie, fragole, albicocche, uva e mele. In questi casi è consigliabile prediligere il bio Nel 2014 una ricerca pubblicata sul British Medical Journal of Nutrition sosteneva che i prodotti bio sono una maggiore concentrazione di polifenoli, carotenoide e vitamina C perché sviluppano naturalmente maggiori difese nei confronti dell’ambiente. Quali sono i più ricchi nutrienti protettori della frutta? Vitamina C: un essenziale un composto organico con proprietà antiossidanti, è importante per il corretto funzionamento del sistema immunitario e per la sintesi di collagene nell’organismo. Il collagene rinforza i vasi sanguigni, la pelle, i muscoli e le ossa. L’uomo non può creare collagene senza la vitamina C. Frutti più ricchi di Vitamina C: Ribes, Kiwi, Guava, Arance, Acerola, Fragole, Clementine, Anona, Mandarini, Pompelmi. Betacarotene: precursore della vitaN° 19 - 1 novembre 2019

mina A, contribuisce alla salute delle mucose della bocca e del naso e della protezione della pelle dal sole; è necessario per la corretta crescita e riparazione dei tessuti corporei, inoltre aiuta a mantenere pelle liscia, morbida e sana. Frutti più ricchi di Betacarotene: Melone (2020 µg per 100g), Albicocche (1094 µg per 100g), Amarena (770 µg per 100g), Maracuja (743 µg per 100g), Mango (507 µg per 100g), Anguria (303 µg per 100g), Papaya (274 µg per 100g), Cachi (250 µg per 100g), Prugna (190 µg per 100g), Pesca (170 µg per 100g), Mandarino (155 µg per 100g), Pesca noce (150 µg per 100g). Flavonoidi: sono considerati dei potenti antiossidanti. Tra le proprietà più note sono la fluidificazione del sangue, impediscono la formazione delle placche di colesterolo nel sangue ed esercitano un’azione anti infiammatoria. Frutti più ricchi di Flavonoidi: Mirtilli, More, Lamponi, Mele, Fragole, Uva, Meloni, Albicocche, Pere, Limoni, Arance, Pompelmi, Kiwi. Licopene: è il carotenoide maggiormente presente nell’organismo umano, è considerato un nutriente importante per il benessere e la salute umana; le sue proprietà salutari possono essere rilevanti in un contesto di prevenzione di patologie quali malattie cardiovascolari, ipertensione, tumore alla prostata, osteoporosi, infertilità maschile, degenerazione maculare legata all’età. Frutti più ricchi di licopene: Anguria, Guava, Pompelmo, Papaya, Cachi, Mango, Pera gialla. Antiossidanti: possono aiutare a eliminare gli effetti dannosi che i radicali liberi hanno sulle cellule. Coloro che mangiano frutti e verdure ricchi in polifenoli e antociani hanno un minor rischio di sviluppare cancro, malattie cardiovascolari e alcune malattie neurologiche. Frutti più

ricchi di Antiossidanti (Indice Orac): Acai, Goji, Noci di pecan, Sambuco, Uva secca tipo sultanina, Noci, Cranberry, Prugne, Ribes, Mirtilli, More, Uva, Fragole, Pompelmo, Arancia. Nella frutta trasformata troviamo gli stessi nutrienti che in quella fresca? Ovviamente no, tuttavia alcune trasformazioni possono essere interessanti. Per esempio alcune varietà di frutta come mele e pere, se cotte, apportano buone quantità di fibre, minerali e polifenoli. Si perde però la vitamina C. Nella frutta conservata in sciroppo c’è una perdita di micronutrienti e un maggiore presenza di zucchero. La frutta secca ha una buona percentuale di nutrienti in particolare magnesio, fibre e antiossidanti. Mentre c’è una perdita di acqua e una carenza di Vitamina C. Ricordate che la frutta secca ha un maggior numero di calorie e zucchero, circa dieci volte in più, rispetto a quella fresca pertanto sostituire le albicocche fresche con il prodotto essiccato comporta un aumento di calorie e zucchero. Composte e succhi di frutta sono equiparabili a porzioni di frutta fresca? Un frutto trasformato non sarà mai equivalente a un frutto fresco intero. Possono mantenere alcuni dei nutrienti, ma sono ricchi di zuccheri. Facciamo qualche esempio: il carico glicemico di un bicchiere di succo d’arancia confezionato può essere anche due volte più elevato di quello del frutto fresco. In uno studio di Harvard del 2013 su 390.000 volontari totali, il gruppo di coloro che consumava frutta fresca è risultato associato a un minore rischio di diabete (-5%). Occasionalmente si può consumare succo di frutta ma è meglio quella fresca e bere acqua.

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RIFIUTI: CAMPAGNE RIDOTTE IN DISCARICHE A CIELO APERTO

A CONVERSANO RISCHIO DANNI AMBIENTALI DA AMIANTO E PLASTICA

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’è anche l’amianto tra i rifiuti tossici e nocivi scaricati nelle campagne a Conversano che rischiano di trasformarsi in discariche a cielo aperto, con il rischio di gravi danni anche di natura ambientale. E’ Coldiretti Bari a denunciare lo stato in cui versano campi e strade rurali a Conversano, una delle aree rurali più belle e curate delle provincia di Bari. “Continuano ad arrivare quotidianamente segnalazioni degli agricoltori esasperati per lo sversamento notturno di rifiuti anche tossici nelle campagne. E’ inaccettabile che le aree rurali vengano utilizzate come discariche a cielo aperto, depauperando un territorio curato e produttivo, inquinando la terra e il sottosuolo, arrecando un danno ingente all’imprenditore agricolo che spesso è chiamato a rimuovere i rifiuti sversati da altri, se non riesce a dimostrare di non averli prodotti. Si tratta di un fenomeno grave ed in escalation, dove a sversare rifiuti di ogni genere, da immondizia a plastica, da elettrodomestici fino a lamine di amianto, non sono più soltanto i gruppi criminali, ma anche cittadini che scaricano nelle aree rurali ogni genere di rifiuto, oltre a materiale edilizio abbandonato dalle ditte, senza il minimo rispetto della proprietà privata degli agricoltori e arrecando un danno ambientale e di immagine incalcolabile”, è la denuncia di Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Bari. Lo smaltimento illegale dei rifiuti è di-

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ventata una delle principali attività delle agromafie che in Puglia fa registrare il 28,7% delle infrazioni accertate nel ciclo dei rifiuti sul totale nazionale, secondo i dati dell’Osservatorio. Il servizio aereo del Raggruppamento Aeromobili dei Carabinieri, dotato di velivoli particolarmente performanti e strumentazione tecnologicamente avanzate, secondo quanto riportato dal 6° rapporto Agromafie dell’Osservatorio sulla criminalità in agricoltura di Coldiretti, nel 2017 e nei primi 9 mesi del 2018 con 155 missioni per un totale di 160 ore di volo, ha individuato ben 155 discariche abusive in Puglia. “Nel 2015 la Regione Puglia ha pubblicato un bando a favore dei Comuni – ricorda Muraglia – che aiutava le amministrazioni comunali nell’attività di rimozione e smaltimento di rifiuti illecitamente

abbandonati su aree pubbliche, soprattutto in campagna. Sarebbe opportuno che ci fossero altri provvedimenti in tale direzione, perché gli agricoltori non possono restare sommersi dai rifiuti. Così come chiediamo che venga potenziato il controllo su territori assai vasti da parte della Polizia Municipale dei differenti Comuni dove il fenomeno è particolarmente allarmante”, conclude il presidente Muraglia. Di fronte alle emergenze che si rincorrono occorre adottare tutti gli accorgimenti a tutela della sicurezza e della salute, accertare le responsabilità e avviare le necessarie azioni di risarcimento danni diretti ed indiretti a favore delle comunità e delle imprese colpite. Sul piano strutturale occorre salvaguardare le aree a vocazione agricola, evitando l’autorizzazione di insediamenti potenzialmente a rischio e proteggendole con i controlli da quelli abusivi.

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Novità Chimiberg

per il diserbo dei cereali Combi Grano è la nuova soluzione erbicida dicotiledonicida di Chimiberg selettiva per i cereali autunno -vernini ( frumento, orzo e segale ). La soluzione, efficace nei confronti delle principali infestanti a foglia larga anche difficili ( es. Papavero, Senape, Galium entro i 20 cm ), è costituito dall’abbinamento ( in combi pack ) di Fragma ( Reg. n. 16211 del 23.12.2014) composto da florasulam al 4,81% (50 g/l ) in sospensione concentrata e Malerbane Cereali ( Reg. n. 4090 del 01.12.1980) a base di 2,4 D acido al 54,15% (600 g/l ) ( sotto forma di 2- ethylhexyl estere ) in concentrato emulsionabile.

L’abbinamento dei d u e prodotti a ba s e di s o s tan z e attive complementari, caratteri zzate da differente meccani s mo d’az ione e da rapido assorbimento per via fogliare e radicale, permette di ampliare lo spettro d’efficacia anc h e nei confronti delle infes tanti pi ù difficili e in ottica di prevenzione dei fenomeni di res i s ten za. Combi Grano p u ò e s s ere impiegato per il dis erbo di frumento, orzo e segale in pos t- emergen za della coltura, tra acce s timento ed inizio levata ( entro il s e co nd o nodo d e l c e r e a l e ) con s iderando c he trattamenti precoci, s u infe s tanti nelle prime fa s i di s vil uppo, minimi zzano la competiz ione e con s entono di ottimi zzare il ri s ultato complessivo. La confe z ione combi pac k è u n a s t uccio contenente un flacone da 0,25 litri di Fragma e u n flacone da 1 litro di M alerbane C ereali.

Chimiberg - marchio di Diachem S.p.A. Agrofarmaci autorizzati dal Ministero della Salute. Utilizzare i prodotti fitosanitari con precauzione. Prima dell’uso leggere sempre l’etichetta e le informazioni sul prodotto. Si richiama l’attenzione sulle frasi e simboli di pericolo riportati in etichetta.


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gricoltura

SERVE ANCHE PIÙ TRASPARENZA DELLA FILIERA

LAVORO: SOSTENERE COMPETITIVITÀ MADE IN ITALY CON MENO BUROCRAZIA di Rino PAVONE

è

necessario investire sul futuro competitivo delle imprese agricole, percorrendo insieme ai lavoratori l’unica strada possibile della crescita, tenendo conto dello scenario europeo. Le nostre imprese sono spesso penalizzate dai costi di burocrazia e lavoro, con una tassazione sul lavoro stagionale più alta che in Paesi come Francia e Spagna. Occorre rafforzare la catena della legalità in agricoltura, minacciata e indebolita dalle distorsioni lungo la filiera, dalla distribuzione all’industria fino alle campagne, dove i prodotti agricoli sono pagati sottocosto pochi centesimi”. E’ quanto ha detto il presidente di Coldiretti Bari BAT, Savino Muraglia, all’incontro con il Prefetto della BAT, Emilio Dario Sensi, sottolineando la necessità di “una grande azione di respon-

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sabilizzazione dal campo allo scaffale – ha aggiunto Muraglia - per garantire che dietro tutti i prodotti agricoli e agroalimentari in vendita, italiani e stranieri, ci sia un percorso di qualità che riguardi l’ambiente, la salute e il lavoro, con una equa distribuzione del valore”. Non è rinviabile e derogabile l’operazione di trasparenza e di emersione, mettendo a punto un patto di emancipazione dell’intero settore agricolo in grado di distinguere chi oggi opera in condizioni di sfruttamento e di illegalità da chi produce in condizioni di legalità come dimostrano i 322mila immigrati, provenienti da ben 169 diverse nazioni, assunti regolarmente in agricoltura. “Gli imprenditori agricoli hanno il diritto di lavorare con serenità. La “Rete del lavoro agricolo di qualità” è un

archivio utile a misurare e ad attestare il livello di legalità di un’impresa. L’importante è che non diventi uno strumento per controlli interforze in campagna proprio sulle aziende agricole che hanno scelto un percorso di trasparenza e di etica del lavoro”, ha insistito il presidente Muraglia. A 3 anni dall’approvazione della legge sul caporalato, l’esperienza dimostra che la necessaria repressione da sola non basta ed è invece necessario – ha sottolineato Coldiretti Bari BAT - agire anche sulle leve economiche che spingono o tollerano lo sfruttamento, come il “caporalato bianco” che alimenta la insostenibile competizione tra prodotti italiani e stranieri, agevolati questi ultimi da forme di “dumping sociale e sanitario” che consente di ottenere il miglior prezzo

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possibile sul mercato. “Per questo occorre affiancare le norme sulla legalità e sui corretti rapporti di lavoro, anche attraverso una nuova trattativa sul rinnovo dei contratti di lavoro provinciali, all’approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate dall’apposita commissione presieduta da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti. Esiste un evidente squilibrio nella distribuzione del valore lungo la filiera favorito anche da pratiche commerciali sleali – ha denunciato Muraglia nonostante il codice etico firmato dal Ministero delle Politiche Agricole e dalle principali catene della grande distribuzione, che avrebbe dovuto evitare questo fenomeno che spinge a prezzi di aggiudicazione che non coprono neanche i costi di produzione”. Necessario tagliare la burocrazia a carico delle imprese “per aiutarle a recuperare qualche punto di Pil – ha incalzato Muraglia - passando attraverso il pit stop della legge anti caporalato in tempi brevi e certi, uno strumento da non stravolgere, ma certamente da migliorare nelle parti che non hanno funzionato, prevedendo azioni comuni da intraprendere per far incontrare in maniera trasparente domanda e offerta di lavoro in agricoltura”. Vanno bloccate le aste capestro on line al doppio ribasso che strangolano gli agricoltori con prezzi al di sotto dei costi di produzione e alimentano nelle campagne la dolorosa piaga del caporalato, secondo quanto ha ribadito Coldiretti Bari BAT, nel commentare positivamente l’approvazione alla Camera della proposta di legge che introduce il divieto della vendita sottocosto dei prodotti agroalimentari e in particolare delle aste elettroniche a doppio ribasso. “Si aggravano così i pesanti le distorsioni dal campo alla tavola, visto che per ogni euro di spesa in prodotti agroalimentaN° 19 - 1 novembre 2019

ri freschi come frutta e verdura solo 22 centesimi arrivano al produttore agricolo ma il valore scende addirittura a 2 centesimi nel caso di quelli trasformati dal pane ai salumi fino ai formaggi”, ha aggiunto Muraglia. Determinante la stretta sulla semplificazione in materia di lavoro in agricoltura – ha segnalato Coldiretti Bari BAT - per 100mila operai agricoli pugliesi con la firma della bozza di Decreto interministeriale dei Ministeri della Salute e dell’Agricoltura con capofila il Ministero del Lavoro. Due le anticipazioni decisive che alleggeriscono tempi, costi e peso della burocrazia, le visite mediche che diventeranno biennali per i lavoratori agricoli e saranno fatte presso le ASL o gli enti bilaterali e la semplifi-

cazione degli adempimenti legati alla formazione, allentando costi e tempi, anche in considerazione dei tanti lavoratori stranieri stagionali impiegati nelle aziende agricole pugliesi. I contenuti della bozza di Decreto, alla cui definizione ha collaborato attivamente il responsabile nazionale Lavoro e Relazioni Sindacali di Coldiretti Magrini, è stato condivisa dal mondo delle imprese agricole e dai sindacati dei lavoratori ed è un grande passo avanti lungo il percorso di semplificazione e sussidiarietà necessarie a recuperare lo spread di competitività delle imprese agricole pugliesi in Europa, considerato che l’attività legislativa rimanda spesso a provvedimenti amministrativi che alimentano una tecnocrazia insopportabile.

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gricoltura

Marescotti consiglia: costituite un comitato e interpellate i vari enti

Emissioni odorigene moleste a Monopoli: cresce la tensionedi tra i cittadini Paola DILEO Un’aria insalubre, pesante, acre, a momenti irrespirabile, per via di quegli odori sgradevoli, di matrice indecifrabile, forse di sansa, di bruciato o altro? Al momento non è chiara la causa scatenante dei cattivi odori a Monopoli, divenuti una costante morbosa negli ultimi mesi, probabilmente a causa di condizioni climatiche favorevoli (es. elevata umidità, afa).

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na condizione di disagio che continua a generare allarme fra i cittadini, di qui l’organizzazione spontanea di manifestazioni di protesta a Palazzo di Città – di recente un flash mob ha destato l’attenzione del Presidente Regionale Emiliano in visita a Monopoli -. Si è altresì avviata la raccolta di 2500 firme per un esposto alla Procura della Repubblica, al fine di accertare eventuali reati e responsabilità. Contestualmente la costituzione di un gruppo facebook “Respiriamo a Monopoli” ha raccolto oltre 3400 iscritti. Un

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gruppo di cittadinanza attiva che lo scorso 25 ottobre, presso la sede locale ARCI, ha promosso un incontro pubblico sul tema, invitando per l’occasione il presidente dell’ Associazione PeaceLink di Taranto, Alessandro Marescotti. Un utile momento di confronto dove l’esperto ILVA in videoconferenza ha risposto alle domande dei cittadini, moderate dagli amministratori del gruppo FB, Lisetta Fanizzi ed Enrico Recchia. Sulla scorta dell’esperienza tarantina, scongiurando condizioni di pericolo per la salute pubblica, che vanno sempre e comunque accer-

tate, Marescotti ha richiamato l’attenzione sui passi da compiere per evitare perdita di tempo ed esigere risposte chiare e possibilmente rassicuranti dagli organi preposti al monitoraggio ambientale, quindi dall’ARPA , ma anche dall’ASL, dal Sindaco, primo responsabile della salute pubblica. “Una priorità per capire se ci sono o meno inquinanti nell’aria , è la costituzione di un comitato con uno scopo specifico, difesa della salute e dell’ambiente, che potrà costituirsi anche parte civile per un eventuale processo” – ha premesso l’esperto tarantino che ha aggiunto “chiewww.foglie.tv


dete al sindaco se esiste una criticità sanitaria, alla ASL se ci sono eccessi di mortalità imputabili a determinate malattie e in quali zone della città, quindi dati rilevanti di mortalità nei vari quartieri – ad es. a Taranto le aree a più alta incidenza sono risultate quelle prossime al distretto industriale –“. Occorre inoltre dotarsi di una PEC (posta elettronica certificata) che funge da raccomandata, suscettibile di risposta entro 30 giorni. Costituirsi in comitato ha spiegato Marescotti, è un passaggio necessario per partecipare alle conferenze di servizi in materia ambientale; il comitato è depositario da un punto di vista giuridico di un interesse collettivo e di un diritto d’azione, garantisce ai cittadini l’accesso a tutti i dati (per es. in casi di valutazione d’impatto ambientale, autorizzazioni integrate ambientali, conformità autorizzative, entità delle sostanze inquinanti urbane. L’accesso alle informazioni e alla giustizia in materia ambientale è poi contemplato dalla Convenzione Internazionale Aarhus del 2001, ratificata anche

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dall’Italia. “Tra l’altro gli impianti industriali a norma sono tenuti a comunicare agli organi preposti le sostanze inquinanti di produzione, sostanze che in teoria dovrebbero essere al di sotto dei limiti – ha ricordato l’esperto – “. Nel ripercorrere l’esperienza ILVA ci si soffermati anche sul rapporto con l’ARPA “È stato a tratti collaborativo a tratti conflittuale. A volte il peso politico può avere un’influenza anche sui risultati tecnici. Ricordo poi che indagare un problema d’inquinamento ambientale da un punto di vista

scientifico non significa avere una sola risposta. Gli inquinanti non sono solo le polveri sottili. Per es. la diossina a Taranto l’abbiamo scoperta noi cittadini. Preciso che tanto la diossina quanto le polveri inquinanti sono inodori”. E infine le conclusioni “Andate avanti, fate domande ma non date risposte, usate sempre il condizionale. Perché potreste incorrere nel reato di procurato allarme. Se volete inoltre monitorare gli inquinanti e fornire controprove, occhio ai laboratori di analisi in conflitto d’interesse”.

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BASF protagonista della giornata formativa organizzata da Train-Agro

L’impegno di BASF Agricultural Solutions all’utilizzo corretto e sostenibile degli agrofarmaci La Di v i s i o n e A g r i c u lt ur a l S o l u t i o n s d i BASF I ta l i a ha pa rt e c i pato a l la g i o r n ata d i m o s t r at i va o rg a n i z z ata n e l l’a mb i to d e l p ro g e t to T r a i n A g ro c h e h a l’o b i e t t i v o d i p ro m u o v e r e, p r e s s o l e a z i e n d e a g r i c o l e lo mb a r d e, at t i v i tà i n f o r m at i v e e d i m o s t r at i v e s u l t e m a d e l l’u s o s o s t e n i b ile e responsabile degli a g ro f a r m a c i. La g i o r n ata , c h e s i è t e n u ta p r e s s o l’a z i e n d a a g r i c o la N e t ta r e d e i S a n t i a S a n C olo m b a n o a l La m b ro ( M I ) e d h a v i s to la pa rt e c i pa z i o n e d i e s p e rt i BASF n e l l’a r e a t e c n i c a e n o r m at i va . A lo ro i l c o m p i to d i i nt r o d u r r e i l t e m a d e lla s o s t e n i b i l i tà l e g ata a g l i a g ro f a r m a c i, la lo ro c o r r e t ta a p p l i c a z i o n e e l’ i m p o r t a n z a d e l l e m i s u re di mitigazione, occupa n d o s i a n c h e d i s i s t e m i di precision farming per

l’ i r r o r a z i o n e . Pa rt i c o la r m e n t e e f f i c ac e e a p p r e z z ata d a i pa rt e c i pa n t i la d i m o s t r az i o n e i n c a m p o, c h e h a s i m u lato la d i s t r i b u z i o n e d e l l’a g r o f a r m a c o a tt r a v e r s o l’a p p l i c a z i o n e di un tracciante fluor e s c e n t e s u l la pa r e t e f o g l i a r e d i u n v i g n e to. I l p e rc o r s o s v i l u p pato d a BASF i n c o l la b o r a z i o n e c o n i pa rt n e r s d i T r a i n A g ro e l e a z i e n d e B r a g l i a e B u l z o n i, av e va l’o b i e t t i-

vo più ampio di mostrare a g l i a g r i c o lto r i i b e n e f ic i a m b i e n ta l i, s o c i a l i e d e c o n o m i c i c h e d e r i va n o d a u n a c o r r e t ta a p p l i c az i o n e d e g l i a g ro f a r m a c i e d e l l e p ro b l e m at i c h e l eg at e a l f e n o m e n o d e l la d e r i va , p r e s e n ta n d o g l i a c c o rg i m e n t i n e c e s s a r i e l’u t i l i z z o d e g l i s t r u m e n t i t e c n o lo g i c i d i a lta p r e c is i o n e c h e p e r m e t to n o u n a d i s t r i b u z i o n e m i r ata d e i p ro d ot t i. T r a i n - A g ro è u n p ro g e t to c o o r d i n ato d a l Di pa rt i m e n to d i S c i e n z e d e l l’A m b i e n t e e d e l la T e rr a ( D I SAT ) d e l l’U n i v e r s i tà d e g l i S t u d i d i Mi la n o - Bic o c c a , è s v o lto i n c o l la b or a z i o n e c o n l’U n i v e r s i tà C at to l i c a d e l S a c ro C u or e, I s t i t u to p e r i l r i l e vam e n to e l e t t ro m a g n e t i c o d e l l’a m b i e n t e, Consiglio N a z i o n a l e d e l l e Ri c e rc h e ( I REA CNR ) e Pa rc o d e l l’A dd a S u d.


Workshop gratuito trasmesso in streaming sui profili social ufficiali e sul portale

OP ARCA FRUT “Uso efficiente della risorsa idrica”

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rca Fruit ha organizzato il primo workshop su “Uso efficiente della risorsa idrica” che rientra in un progetto, attivato con la SM 1.2 del PSR Puglia 2014-2020, su Innovazione e Sostenibiltà nella filiera ortofrutticola. L’ evento, che si è tenuto il 7 ottobre a BISCEGLIE (BT) in Via Lamaveta n.5 ha fornito informazioni utili su tecniche e metodologie irrigue a basso consumo d’acqua ed è stato realizzato in collaborazione con Netafim, leader mondiale di soluzioni per l’irrigazione di precisione per un suo più efficente e sostenibile della risorsa idrica. Nel corso del workshop, riservato a imprenditori agricoli e/o dipendenti di aziende agricole, sono intervenute le “best practice” pugliesi, quidni le aziende agricole extraregionali innovative e portatrici di buone praticheche hanno illustato hai presenti le proprie esperienze,

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groalimentare

Si chiama CargUp la piattaforma che digitalizza il processo di spedizione delle merci

La trasformazione digitale del trasporto su gomma parte dalla Murgia Valley

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a trasformazione digitale del trasporto merci su gomma parte dalla Murgia Valley; in questo spicchio della provincia rurale barese ricco di aziende dell’Information Technology è stata concepita, infatti, CargUp, la piattaforma B2B in cloud, integrata da app mobile, sulla quale aziende, spedizionieri e trasportatori entrano in relazione alimentando processi che, finalmente, da analogici si stanno trasformando in digitali. Automazione e snellimento dei processi di spedizione, abbattimento dei costi di trasporto per le aziende, ottimizzazione dei carichi di viaggio dei trasportatori, riduzione di costi e tempi dei processi fino al 70%, diminuzione delle emissioni di CO2, incontro in tempo reale di domanda e offerta del trasporto in un’ottica di sharing economy: sono questi alcuni dei benefici che le aziende di Puglia e Sicilia, spedizionieri e trasportatori stanno già conseguendo utilizzando CargUp, accessibile ancora per poco in modalità freemium. Nata dall’idea del CEO Enzo Tucci e dei co-founder Vito Carella, Dwight Leone e Builder4app, e sviluppatasi col supporto dell’incubatore Augmentum, CargUp è la tech company fondata nel 2018 a Gravina in Puglia con sede operativa ad Altamura. È qui che lavorano 15 giovani talenti, alcuni dei quali emigrati negli anni scorsi a Roma, Londra, Parigi, Edimburgo e Dusseldorf ma tornati in Puglia per partecipare e crescere in questo sfidante progetto. D’altronde, la sfida di trasformare digitalmente un settore poco avvezzo alle nuove tecnologie e ancora legato a processi in gran parte analogici e fondati su fax, te-

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lefonate ed e-mail, è soprattutto culturale. «Viviamo con grande entusiasmo questo periodo di evoluzione digitale del settore - dichiara il CEO Enzo Tucci – a cui vogliamo dare il nostro contributo. Stiamo supportando gli operatori della filiera, aziende, spedizionieri, trasportatori e autisti, nel loro processo di evoluzione culturale e di trasformazione digitale. Siamo confidenti nella rapidità di questa evoluzione che consentirà ampi recuperi di efficienza e competitività per i first movers in primis; i vantaggi conseguibili in termini ambientali e di qualità del servizio, trasparenza e sicurezza, erano finora impensabili a causa di una gestione dei processi prettamente analogica». CargUp è stata selezionata per partecipare al Global Startup Program, il percorso di sviluppo all’estero organizzato e sostenuto dal Governo tramite l’ICE, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane; in

virtù di questo programma la startup è stata fino a pochi giorni fa in Silicon Valley dove ha vissuto un periodo di ‘accelerazione’ in Plug and Play – il più grande acceleratore al mondo noto per la crescita di startup innovative come Google, PayPal e Dropbox –, avendo l’opportunità di fare networking con investitori, imprenditori e consulenti della bay area. «La startup è in fase ‘early stage’ – aggiunge Tucci - e sta raccogliendo consensi dai primi clienti e da partner con cui stiamo dialogando per lo sviluppo commerciale e il sostegno finanziario utile alla crescita futura. Prevediamo, infatti, di estendere le nostre attività sul mercato europeo non appena saremo pronti; d’altronde, nel Vecchio Continente il mercato del trasporto e della logistica delle merci è stimato circa 960 miliardi di euro mentre, in Italia, vale circa 80 miliardi col trasporto su gomma che incide per l’85% circa sul totale della movimentazione delle merci via terra».

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Per piccole e medie imprese

Confimi Alimentare: a Bari il terzo incontro su digitalizzazione settore agroalimentare

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iutare le piccole e medie imprese a scoprire e conoscere le opportunità della digitalizzazione e dell’industria 4.0. È stato questo il tema dell’incontro in Camera di Commercio a Bari organizzato da Confimi Alimentare ed indirizzato alle piccole e medie imprese (pmi) agroalimentari pugliesi. Si è trattato del terzo appuntamento sul tema realizzato da Confimi Alimentare (in partnership con Csqa, Tempor spa e Schneider Electric) dopo quelli di Torino e Verona. “I prodotti italiani sono apprezzati e molto richiesti – dichiara il Presidente Nazionale di Confimi Alimentare Pietro Marcato – ma ci sono tutta una serie di segnali d’allarme che ci arrivano dall’Italia e dell’estero: italian sounding, stabilità del nostro sistema economico, pro-

N° 19 - 1 novemBRE 2019

blemi di competizione con produttori asiatici. Noi vogliamo proporre alla piccola e media industria italiana delle opportunità di innovazione che permettano di essere più “performanti” in questo scenario economico”. “La Puglia è una regione che ha un prodotto d’eccellenza, dobbiamo essere in grado di accompagnare questo processo grazie a dei partner di valore dell’industria 4.0 che consentano alle imprese di essere presenti nei mercati internazionali con maggiore competitività” – secondo Sergio Ventricelli presidente Confimi Industria Puglia. “Con l’evento di Bari si chiede questa prima parte del progetto – dichiara Riccardo Figliolia segretario generale di Confimi Industria Puglia – l’anno prossimo è prevista un ulteriore fase che prevede “l’entrata” nelle aziende per assi-

sterle nei loro progetti di sviluppo”. Alessandro Tatone, presidente Confimi Alimentare Bari: “Noi abbiamo un approccio molto concreto e sinergico verso la soluzione dei problemi e aziende piccole e medie hanno trovato una valida sponda per le loro istanze ed esigenze. Cercheremo di proseguire in questa direzione e ampliare il percorso”. Michele Zema direttore commerciale Csqa: “Csqa, primo ente di certificazione italiano, ha sposato appieno il progetto di Confimi Alimentare. Importanti player internazionali investono e intendono farlo sulla valorizzazione e sulla tracciabilità dei prodotti made in Italy per avere tutto ciò che garantisca l’origine e l’originalità dei nostri prodotti. Ecco perché il progetto di Confimi Alimentare è particolarmente valido”.

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T R urismo

urale

A Maruggio incontro sul modello di accoglienza diffuso che coinvolge la provincia di Taranto

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OPEN TOURISM: QUANDO IL TURISTA DIVENTA PARTE DELLA COMUNITA’

nformazione e accoglienza al turista attraverso un nuovo modello che lo recepisca quale «cittadino temporaneo». Sulla scorta dell’esperienza di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, nella provincia di Taranto è stato avviato un progetto di promozione e valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale. Si chiama «Open Tourism» e coinvolge l’Unione dei Comuni Terre del Mare e del Sole e cioè Avetrana, Fragagnano, Leporano, Pulsano, Maruggio, Lizzano e Torricella. Rientra nel programma europeo 2014-2020 Interreg IPA CBC ItaliaAlbania-Montenegro ed è allargato anche al Molise, con l’Unione dei Comuni delle Sorgenti del Biferno, alla Fondazione Città del Libro di Campi Salentina, all’Albania (attraverso il Comune di Fier e l’organizzazione Cedir) e al Montenegro con il Comune di Cetinje. Mission è sviluppare un nuovo modello di cooperazione pubblicoprivato transfrontaliera che guardi ad un sistema di accoglienza diffuso. L’idea di fondo è concepire il turista come parte integrante della comunità che lo ospita, attraverso un maggiore coinvolgimento degli operatori economici, sociali e culturali. Per tutti, nuovi strumenti e punti informativi: dagli itinerari tematici ai kit promozionali, e poi workshop con gli stakeholder, un contest, una piattaforma e un’App dedicata. Al centro, il potenzia-

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mento di un turismo esperienziale, ma anche più dinamico e in grado di soddisfare i bisogni dei visitatori, offrendo loro la possibilità di vivere appieno il territorio. «Per realizzare tutto questo- anticipano le realtà coinvolte- è necessario creare sinergie tra i territori e mettere in rete risorse e competenze, sviluppando strategie che coinvolgano le comunità. Siamo partiti lo scorso anno e ora la pianificazione è in una fase importante». Da qui l’incontro aperto al pubblico organizzato nella sala consiliare del comune di Maruggio nel corso del quale Sono stati illustrati il modello di governance e le azioni che si stanno mettendo in campo, con particolare attenzione ai comuni del versante orientale della provincia di Taranto. I saluti istituzionali sono stati affidati al presidente del Lead Partner, il

sindaco di Maruggio Alfredo Longo, e al responsabile di «Open Tourism» Antonio Mezzolla. I dettagli sono stati illustrati dallo staff tecnico del progetto Sarah Catelani e Alice Toni. In seguito c’è stato spazio per un’analisi del territorio con particolare riferimento ai focus group, a cura del direttore del Gal Terre del Primitivo Rita Mazzolani.

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