FOGLIE n.20/2018

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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE

PROFONDO ROSSO

CONSORZI BONIFICA, “NON SI PAGANO DEBITI FATTI DA ALTRI E FUORI AQP DA GESTIONE ACQUA”

agricoltura

Olio d’oliva, adeguare sistema sanzionatorio Polemiche all’arancia su accordo con Cina turismo rurale

Progetto Trulli – Mare: il turismo sostenibile

N° 20 • 15 novembre 2018


Venerdi 9 novembre presso l’ Auditorium parrocchiale San Michele Arcangelo di San Michele Salentino

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ditoriale

15 novembre 2018 - n.20 - Anno 13

Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE

Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952 Editrice

G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione G.Ed.A. Giovani Editori Associati Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Paola Dileo, Nica Ruospo, Rino Pavone, Donatello Fanelli Pubblicità G.Ed.A Rino PAVONE r.pavone@foglie.tv 380 6328672 Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61/06 del 15/11/2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 9040264 Iscritta al Registro Operatori Comunicazione ROC n.26041 TESTATA GIORNALISTICA ACCREDITATA

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Polemiche all’arancia

nche la nuova ‘Via della Seta’ per gli agrumi Made in Italy che potranno essere esportati in Cina con gli aerei cargo con l’ottica di favorire un export per lungo tempo rimasto al palo diventa motivo di aspre polemiche politiche. L’accordo fra Roma e Pechino, per l’abolizione di barriere non tariffarie, è stato annunciato dal vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio durante il suo recente viaggio nel Paese asiatico. “I giornaloni hanno fatto intere paginate su “Ping” e non si sono accorti di questo importantissimo accordo a favore dei nostri agricoltori” fanno sapere dal Movimento Cinque Stelle. “Fino ad oggi, gli agrumi italiani non erano mai riusciti ad arrivare in Cina. Quella concordata è una nuova via di accesso per arance, mandarini, limoni e gli altri agrumi. Ora toccherà alle mele e le pere Made in Italy, oggetto di uno specifico negoziato: occorre proseguire nel percorso di riequilibrio dei rapporti commerciali nell’agroalimentare, dove le importazioni dalla Cina hanno superato del 29% il valore delle esportazioni, anche per effetto delle barriere commerciali”. Sarcastico il Pd: “Questo elemento è stato salutato con grande soddisfazione dal leader del Movimento 5 Stelle che, evidentemente in buona fede, pensava di aver ottenuto un risultato prestigioso per il commercio italiano. Peccato, però, che l’accordo fosse stato raggiunto già dalla regione Sicilia a gennaio: l’intervento

di Di Maio, insomma, non ha modificato o migliorato alcunché”. Più “tecnica” la nota dell’opposizione di FI: “Esportare arance in Cina non dovrebbe essere un buon affare. Il Paese, infatti, è uno dei territori all’interno dei quali la coltivazione di arance e agrumi è iniziata millenni fa. Anzi, potrebbe quasi essere considerato il luogo d’origine del frutto. Il problema è che non stiamo parlando di prodotti che all’estero sono visti come un’eccellenza tipica italiana ad alto valore aggiunto e che quindi giustificano un ricarico notevole (come ad esempio può essere il caso di una bottiglia di Brunello di Montalcino o di Prosecco). Stiamo parlando di arance e agrumi, prodotti che a causa del prezzo molto basso (parliamo mediamente di 40 centesimi al chilo pagati all’ingrosso) a volte gli agricoltori preferiscono lasciare sugli alberi perché non c’è margine di guadagno. È evidente che spedirle via aereo, con tutti i costi che comporta anche a livello logistico non è poi così conveniente. Anche perché vanno aggiunte anche le tasse doganali. Una volta arrivate sul mercato cinese poi le arance siciliane e italiane dovranno fare i conti con la concorrenza cinese. Al massimo ci potrà essere qualche ricco cinese disposto a comprare arance italiane, a 15 € al chilo, il tutto mentre nei supermercati italiani si trovano più spesso prodotti provenienti dalla Spagna o dal Marocco. Una geniale idea di sviluppo economico”.



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ommario

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POLEMICHE ALL’ ARANCIA Su Export in Cina

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XYLELLA ZONA DELIMITATA Possibili alternative per i vivai orticoli

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13 COLDIRETTI NAZIONALE

Il lombardo Prandini nuovo presidente

Accordi di filiera in 5 regioni

29 BEST BRANDS & BEST CHEF

I brand del gusto delle marche italiane

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Il ruolo ambientale dell’agricoltura

18 QUALITA’ DELL’ OLIO EXTRAVERGINE Convegno a Monopoli

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MONDO GAL

23 Gal SUD - Est barese

Pubblicati bandi sulla pesca EVENTI

CONSORZI BONIFICA Fuori Aqp da gestione acqua OLIO D’OLIVA Adeguare sistema sanzionatorio

28 PROGETTO NOCCIOLA

15 “CARBONAGRISOIL”

AGRICOLTURA

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editoriale

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agroalimentare

21 CUORE DELLA PUGLIA

Il Bando

26 VINI DI PUGLIA

A Milano, Roma e Merano

22 PUGLIESI NEL MONDO

I premiati TURISMO RURALE

24 PROGETTO TRULLI - MARE Il turismo sostenibile


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gricoltura

CONSORZI BONIFICA: “FUORI AQP DA GESTIONE ACQUA”

AGRICOLTURA NON INTEDE PAGARE DEBITI FATTI DA ALTRI

è

necessario dire le cose come stanno. Non è che passando la gestione dell’acqua dai consorzi di bonifica all’AQP i pugliesi non pagheranno più, perché i servizi non sono scorporabili, nei fatti non scompariranno gli oneri di contribuenza, perché i canali assolvono la duplice funzione di scolo e di irrigua. L’integralità rappresenta una felice intuizione del legislatore del 1933, che viene costantemente riconosciuta come indispensabile e riproposta in tutte le regioni nelle leggi per il settore della bonifica. Piuttosto, chi osteggia la modifica della legge sui consorzi di bonifica commissariati deve avere il coraggio di dire agli agricoltori, che già pagano servizi di cui beneficiano gratuitamente anche gli urbani, che se dovesse pas-

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sare questa inaccettabile linea, dovranno pagare ad AQP un prezzo dell’acqua maggiorato del 10% di IVA. Sul fronte della bonifica integrale, ricordiamo con fermezza che i debiti dei consorzi di bonifica non sono stati fatti dal mondo agricolo, si sono accumulati nei 20 anni di gestione dei commissari, nominati dalla Regione, e non possono ricadere sulle spalle degli agricoltori, gli unici ad essere gravati dagli oneri di contribuenza”, è quanto denunciato dal Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti, in audizione alla IV^ Commissione consiliare permanente illustrando gli emendamenti di modifica alla Legge n. 1 del 3 febbraio 2017 sui consorzi di bonifica commissariati, al Presidente Donato Pentassuglia. “La mancanza di una organica politi-

ca di bonifica e irrigazione comporta che lo stesso costo dell’acqua sia stato e continui ad essere caratterizzato da profonde ingiustizie – ha aggiunto Corsetti - con riflessi negativi sui costi dell’irrigazione per gli agricoltori, sul reddito di imprese agricole, sulla competitività delle produzioni sui mercati, sul prezzo finale per i consumatori e sui bilanci degli stessi Consorzi. Oggi va esclusa la presenza dalla cabina di regia sull’acqua di AQP, per evitare un aggravio dei costi a causa dell’IVA, per scongiurare politiche della tariffazione che prenderebbero il posto di quelle della contribuzione, per riaffermare la necessità dell’autogoverno delle attività consortili e della partecipazione trasparente dei consorziati alla vita di questi Enti”. Si sono consolidate nel

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tempo, come denunciato dalle aziende agricole di Coldiretti Puglia, nuove ed inevitabili esigenze di manutenzioni straordinarie delle opere pubbliche di bonifica che non possono e non debbono essere scaricate sugli utenti, i quali hanno, loro malgrado, subito nell’ultimo decennio innumerevoli danni per mancata manutenzione e oggi non possono soggiacere agli effetti di percorsi legislativi ingiusti e deleteri per l’economia dei territori e l’occupazione. “Chiediamo che si agisca subito perché le attività del futuro consorzio di bonifica del Centro – Sud vengano affidate all’autogoverno del mondo agricolo entro la fine dell’anno stanziando risorse per fronteggiare la debitoria pregressa per 5 anni, con un personale che andrà riorganizzato e meglio qua-

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lificato e riavviando un’attività visibile e concreta di manutenzione del territorio. Auspicando che il più volte evocato Patto per il Sud sia effettivamente utile allo scopo, chiediamo che quanto annunciato al convegno alla Fiera del Levante dall’Assessore Di Gioia si concretizzi e che dei 50 milioni del Patto per la Puglia, vadano al Consorzio di Bonifica del Centro – Sud 14 milioni per opere di manutenzione ordinaria e straordinaria”. Secondo Copagri, “occorre finalizzare gli strumenti di politica per gli investimenti esistenti verso una equa distribuzione delle risorse e delle opportunità, nel rispetto dei termini definiti dal Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020. Come pure occorre evitare e possibilmente riparare all’azzeramento della dotazione finanziaria della misu-

ra 4.3.A del PSR Puglia 2014-2020, che prevedeva il sostegno per investimenti nelle infrastrutture irrigue di interesse regionale relativi a bacini e accumuli al di sotto dei 250mila metri cubi, con relativo sistema di adduzione, distribuzione, monitoraggio e controllo, che la Copagri Puglia aveva suggerito al Comitato di Gestione del PSR. Purtroppo, si può affermare, senza rischio di smentita, che l’attività di manutenzione delle opere pubbliche si è quasi azzerata. A questo vanno aggiunti gli effetti della dispersione elevatissima della rete, attribuibile anch’essa alla mancata manutenzione straordinaria di impianti vetusti e datati che non possono essere risolti attraverso i contributi consortili (tributo 630). La Regione deve fare la sua parte”.

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gricoltura

Presentata una proposta di legge per svecchiare la legge italiana ferma al 1960

OLIO D’OLIVA: NECESSARIO ADEGUARE LA NORMATIVA SUL SISTEMA SANZIONATORIO

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gniqualvolta compriamo una latta o una bottiglia di olio di oliva, prezioso condimento immancabile protagonista della dieta mediterranea e dei sapori della cucina Made in Italy, dobbiamo fare attenzione a che tipologia di olio stiamo acquistando. L’attuale classificazione degli olii d’oliva, infatti, è stabilita dalla regolamentazione dell’Unione europea che ha introdotto, relativamente alle caratteristiche che devono possedere le diverse categorie di olio, elementi non previsti all’epoca in cui fu emanata la legge italiana inerente le sanzioni. Ovvero la legge 1407 del 1960 attualmente in vigore. Ad esempio le caratteristiche organolettiche, i limiti degli isomeri trans dell’acido oleico, principale componente dell’olio di oliva, ed altre caratteristiche legate all’evoluzione analitico-scientifica. Inoltre, non vengono previste alcune tipologie di esame per la classificazione degli olii di oliva. “In definitiva – dichiara il deputato Giuseppe L’Abbate, componente pugliese M5S della Commissione Agricoltura della Camera – l’apparato sanzionatorio non è adeguato a quelle che sono state le evoluzioni nel mondo dell’olio di oliva negli ultimi 50 anni e, incredibilmente, non utilizza strumenti, tecniche e caratteristiche divenute

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scientificamente obiettive per stabilire le diverse tipologie e qualità di olio di oliva. Pertanto, per rassicurare i consumatori sull’olio d’oliva che stanno acquistando e per tutelare e sostenere i produttori di qualità – prosegue L’Abbate (M5S) – si rende necessario adeguare il panorama sanzionatorio nazionale in funzione alle designazioni e definizioni degli oli di oliva e degli oli di sansa di oliva così come previste dal legislatore dell’Unione europea. Per far questo, ho presentato una proposta di legge che integra il decreto legislativo 23 maggio 2016, n. 103 con disposizioni che consentano di adeguare il si-

stema sanzionatorio alle nuove disposizioni comunitarie creando una sorta di ‘testo unico’ sanzionatorio. Per una volta che l’Unione europea ci garantisce una innovazione a tutela della parte sana della filiera commerciale, dal produttore al consumatore – conclude il deputato Giuseppe L’Abbate (M5S) – mi sembra quantomeno opportuno cogliere questa occasione e far sì che le normative italiani in materia non rimangano obsolete. Mi auguro, dunque, che la proposta possa iniziare quanto prima l’iter parlamentare alla Camera a difesa dell’oro verde, dei suoi produttori e dei suoi estimatori”.

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gricoltura

Succede a Gianni Cantele

Coldiretti Puglia: Savino Muraglia nuovo presidente

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ambio della guardia alla presidenza di Coldiretti Puglia. Gianni Cantele, patron dell’omonima azienda vitivinicola di Guagnano, dopo quasi sei anni di mandato, ha passato il testimone a Savino Muraglia, a capo del Frantoio oleario Muraglia di Andria, nel corso dell’assemblea elettiva a cui hanno partecipato i delegati delle Federazioni provinciali. Il nuovo Presidente regionale, recentemente eletto anche alla guida di Coldiretti Bari e Bat, sarà coadiuvato dal Consiglio direttivo composto da Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce, Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Taranto, Giuseppe De Filippo, presidente di Coldiretti Foggia, Filippo De Miccolis Angelini, presidente di Coldiretti Brindisi, oltre ai consiglieri Carlo Barnaba, Francesco D’Onghia, Salvatore Moffa, Giovanni Ripa e Nicola Vantaggiato. La squadra si completa con la responsabile di Coldiretti Donne Impresa Puglia Floriana Fanizza, la delegata di Coldiretti Giovani Impresa Puglia Benedetta Liberace e il presidente regionale dell’associazione Pensionati Angelo Marseglia. «È un onore, ma anche un incarico di grande responsabilità quello che raccolgo dal presidente uscente – ha dichiarato Muraglia al momento dell’insediamento -, ringraziandolo per la dedizione e il senso indiscusso di appartenenza a Coldiretti che ha contraddistinto il suo mandato. Lavoreremo con il Consiglio eletto in assoluta continuità rispetto agli asset e al valore d’uso che ha rappresentato la Col-

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diretti in Puglia negli ultimi anni, con una visione concreta e sempre opportunamente ottimistica e propositiva. Ci sono partite ancora aperte, dal Psr alla sburocratizzazione, dai consorzi di bonifica al delicato tema del lavoro in agricoltura, sapendo di doverci confrontare con la pubblica amministrazione in uno scenario politico in continuo mutamento. Un forte ruolo di impulso va svolto nell’ambito della ricerca e dei centri di eccellenza presenti su tutto il territorio regionale, che devono contribuire ad arginare la calamità Xylella e ad accompagnare il sistema agricolo e il processo di filiera verso applicazioni e strumenti innovativi che esaltino le distintività produttive, piuttosto che omologarle ad un mercato che va affrontato con le unicità che la nostra Puglia agroalimentare detiene. La

visione programmatica di Coldiretti per il settore agricolo si fonda sulla valorizzazione delle produzioni agroalimentari di cui è ricca la Puglia, che devono trovare giusto riconoscimento grazie ai contratti di filiera e su un’agricoltura fortemente connessa al tessuto economico territoriale, differenziata e multifunzionale», ha concluso Muraglia.

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LA PUGLIA CON IL PRESIDENTE MURAGLIA IN GIUNTA NAZIONALE

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COLDIRETTI: ETTORE PRANDINI ELETTO PRESIDENTE NAZIONALE

ttore Prandini, 46 anni, lombardo con tre figli, è il nuovo Presidente nazionale di Coldiretti. E’ stato eletto all’unanimità dall’Assemblea dei delegati di tutte le regioni riunita presso Palazzo Rospigliosi a Roma, sede della maggiore organizzazione di imprese agricole d’Italia con 1,6 milioni di associati. Laureato in giurisprudenza, Prandini guida un’azienda zootecnica di bovini da latte e gestisce un’impresa vitivinicola con produzione di Lugana. Dal 2006 è alla guida della Coldiretti Brescia mentre dal 2012 è al vertice della Coldiretti Lombardia. Dal 2013 è inoltre vice Presidente dell’Associazione Italiana Allevatori. E’ stato eletto Presidente nazionale di Coldiretti dopo aver ricoperto per quattro anni la carica di vice Presidente nazionale. La Puglia con il Presidente Savino Muraglia fa parte della nuova Giunta confederale che affiancherà Ettore Prandini, composta, inoltre, dai tre vice presidenti Nicola Bertinelli (Emilia Romagna) e David Granieri (Lazio) e Gennaro Masiello (Campania) oltre che da Maria Letizia Gardoni (Marche), Francesco Ferreri (Sicilia), Daniele Salvagno

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(Veneto) e Roberto Moncalvo (Piemonte). Si tratta della giunta più giovane di sempre con un’età media di 41 anni e 9 mesi, poco superiore a quella media dei presidenti delle Federazioni Coldiretti sul territorio che è di 43 anni e 10 mesi, anch’essa la più bassa della storia. Prandini prende il timone di una organizzazione in crescita che ha esteso la propria rappresentanza dalle imprese singole alle cooperative, dal settore agricolo a quello della pesca, dall’agricoltura tradizionale alla filiera agroalimentare con le fattorie, i mercati, e le botteghe di Campagna Amica ed il progetto per una Filiera Agricola tutta Italiana. La Coldiretti, fondata nel 1944, conta su 1,6 milioni di associati ed è una grande forza sociale che rappresenta la maggioranza assoluta delle imprese che operano nell’agricoltura italiana che la rendono la più grande Organizzazione agricola italiana ed europea a cui fanno capo circa il 70 per cento degli iscritti alle Camere di Commercio tra le organizzazioni di rappresentanza. La Coldiretti è anche la prima organizzazione agricola datoriale come

numero di imprese che assumono manodopera. La sua diffusione è capillare su tutto il territorio nazionale: 20 federazioni regionali, 95 federazioni interprovinciali e provinciali, 853 Uffici di Zona e 4.143 sezioni comunali. In pratica, l’organizzazione è presente in quasi ogni comune del nostro Paese. Del sistema Coldiretti fa parte, tra l’altro, Creditagri Italia, la prima “banca” degli agricoltori italiani e la Fondazione Campagna Amica della quale fanno parte 7.502 fattorie, 1.187 mercati, e 2.352 agriturismi ai quali si aggiungono botteghe, ristoranti e orti urbani, per un totale di oltre 8.200 punti vendita.

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gricoltura

Le disposizioni comunitarie

XYLELLA: LE POSSIBILI ALTERNATIVE PER I VIVAI ORTICOLI DELLA ZONA DELIMITATA

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ubblicata lo scorso 9 agosto, la decisione dell’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia di aggiornare la delimitazione della “zona cuscinetto”, della “zona di contenimento” e della “zona infetta” in relazione alla Xylella fastidiosa ha trovato non poche contestazioni. Soprattutto per quanto concerne i vivaisti produttori di orticole del sudest barese che si sono visti bloccati nella loro attività in piena campagna di brassicaceae. L’intervento regionale, però, ha matrici comunitarie imprescindibili e affonda le proprie motivazioni nella mancata attuazione delle norme finora previste per il contenimento del batterio da quarantena da parte della Giunta guidata dal Governatore Emiliano (PD). Eppure un modo per far sì che cavoli, pomodori e melanzane “nati e cresciuti” nella Terra di Bari non diventino un lontano ricordo c’è. A seguito di un confronto con il direttore del Servizio Fitosanitario Centrale, Bruno Caio Faraglia, sono emerse alcune disposizioni che darebbe dei margini di azione ai diversi vivai presenti sul territorio pugliese.

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“A regolare la questione è la Decisione di esecuzione 2016/789 dove all’articolo 9 stabilisce i requisiti per la movimentazione all’interno dell’Unione delle piante specificate, ad eccezione di quelle coltivate in vitro e delle varietà non incluse nell’elenco comunitario – spiega il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, esponente M5S della Commissione Agricoltura che nei giorni scorsi, assieme all’agronomo Paolo Leoci, rappresentante dei vivaisti orticoli, ha incontrato il direttore Faraglia al Ministero delle Politiche Agricole – In particolare, la decisione comunitaria dispone il divieto di spostare all’esterno delle zone delimitate, dalle zone infette verso le rispettive zone cuscinetto, le piante specificate che sono state coltivate per almeno parte del loro ciclo vitale in una zona delimitata. Pertanto, ne consegue che le piante specificate coltivate all’interno della zona cuscinetto possono essere liberamente spostate in tutta la zona delimitata – prosegue Giuseppe L’Abbate (M5S) – mentre quelle coltivate nella zona infetta possono essere spostate esclusivamente al suo interno. è possibile, inoltre, la

commercializzazione all’esterno della zona delimitata previo rispetto di una serie di stringenti requisiti da rispettare per la produzione e movimentazione dei vegetali, al fine di evitare ogni rischio di contaminazione delle produzioni. Solo in quest’ultimo caso, i vegetali prodotti saranno accompagnati dal relativo passaporto che, ovviamente, ne attesterà la produzione in un sito riconosciuto indenne per Xylella fastidiosa. Qualche spiraglio, dunque, per non condannare un intero settore lo abbiamo – conclude il deputato 5 Stelle – Personalmente rimango a disposizione delle imprese del territorio per ulteriori approfondimenti e chiarimenti nonché per qualsiasi tipo di sostegno. Purtroppo ci ritroviamo a raccogliere i cocci di una gestione fallimentare del fenomeno che perdura da anni ed a cui stiamo iniziando a metter riparo. La Regione Puglia potrebbe ancora far qualcosa di utile per i vivaisti, venendo incontro loro attraverso dei bandi PSR dedicati a quegli operatori che opteranno gli adeguamenti strutturali necessari per essere dichiarati indenni”.

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Il ruolo ambientale dell’agricoltura e i servizi ecosistemici

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Il progetto Carbonagrisoil

resso la Sala Sassu dell’Università degli Studi della Basilicata si è tenuto il convegno di apertura del progetto Carbonagrisoil, dal titolo: “Il ruolo ambientale dell’agricoltura e i servizi ecosistemici”. Il progetto Carbonagrisoil è un progetto innovativo per la quantificazione e mappatura dei servizi ecosistemici connessi al contenuto di carbonio organico nei suoli agricoli delle regioni Puglia e Basilicata, pensato per supportare decisori politici e imprenditori agricoli nell’incentivazione e valorizzazione della gestione sostenibile dei suoli. I suoli sono la base per la produzione di cibo e fibre e sono di vitale importanza per la ricarica delle disponibilità idriche, e la sostanza organica in essi contenuta influenza la struttura del suolo stesso, oltre che la disponibilità di sostanze nutritive e di acqua. Attraverso un incremento di sostanza organica i suoli sono in grado di migliorare l’infiltrazione dell’acqua, la resistenza all’erosione e la regolazione delle inondazioni. I suoli hanno anche un ruolo essenziale nella regolazione del clima in quanto essi costituiscono il più grande serbatoio di carbonio della biosfera terrestre, e l’aumento dello stock di carbonio nei suoli consente il sequestro di importanti quantitativi di CO2 atmosferica. La giornata è stata l’occasione di condivisione degli obiettivi e dei risultati attesi del progetto e di discussione sui temi quali: multifunzionalità dell’agricoltura, adattamento e mitigazione del cambiamento climatico, esigenze di monitoraggio dello stato di qualità dei suoli e opportunità offerte dallo sviluppo di sistemi informativi territoriali. Sono intervenuti illustri rappresentanti del Ministero dell’Ambiente, dell’assessorato alle politiche agricole e forestali delle regioni Puglia e Basilicata, del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, che hanno fornito le prospettive nazionali e regionali in merito a tali temi. Il progetto è co-finanziato e promosso da Università degli Studi della Basilicata, Spin-off accademico Agreenment N° 20 - 15 novembre 2018

srl, System Project srl, Fondo per la Crescita Sostenibile, Bando “HORIZON2020” PON Imprese e Competi-

tività 2014-2020. Per maggiori informazioni: www.carbonagrisoil.com email: info@carbonagrisoil.com .

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gricoltura

Una campagna d’informazione a cura dell’OP “Oleificio Coop di Monopoli”

Xylella fastidiosa e qualità dell’olio extravergine d’oliva di Paola DILEO

“Xylella fastidiosa e qualità dell’olio extravergine d’oliva”: il focus di un convegno tenutosi lo scorso 27 ottobre all’Oleificio Cooperativo di Monopoli. Una campagna di informazione finanziata da AGEA con il contributo organizzativo dell’OP “Oleificio Coop di Monopoli”, per mantenere alti i livelli di guardia sull’ avanzamento della batteriosi in terra di Bari.

All’ ordine del giorno “le buone pratiche agricole per la lotta obbligatoria ed il contenimento della xylella fastidiosa, alla luce dell’allargamento della fascia cuscinetto, con l’inclusione dei comuni di Fasano e Monopoli. Al tavoli dei relatori, il sindaco di Monopoli Angelo Annese, il presidente dell’Oleificio Coop di Monopoli, Giovanni Martellotta, il responsabile tecnico dell’OP, Nicola Panaro, i ricercatori del CRFSA Basile Caramia di Locorotondo, Francesco Palmisano ed Enza Dongiovanni, e infine Valentina Cardone del Laborotorio Chemiservice di Monopoli. In premessa, nel ribadire le modalità di gestione e possibile contrasto della fitopatia da quarantena, del ceppo pugliese CODIRO(complesso di disseccamento rapido dell’olivo), si è ripercorso le fasi di diffusione nella nostra regione: i primi focolai individuati nel 2013 in area di Gallipoli si sono propagati nel giro di qualche anno nel Leccese, nel 2015 ad Otranto , fino a raggiungere Cisternino, Ostuni, Oria e Locorotondo , seppure in maniera puntiforme. Di qui la scelta dell’UE di spostare più

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a nord la fascia di contenimento (larga 20 Km a ridosso della zona infetta) e cuscinetto (ulteriore fascia di 10 km a ridosso del contenimento). Le ipotesi più accreditate sulle possibile cause di diffusione del batterio in Puglia, sostengono il contagio da piante infette extra UE , in particolare dall’America Latina. Attualmente oltre alla nostra regione, sono accertati casi di contaminazione in America Latina, Spagna, Francia e Corsica. Oltre all’ulivo , come si è più volte evidenziato, la xylella f. può colpire 445 specie diverse di piante, in testa mandorlo

e ciliegio - molto diffusi nel nostro areale – ad esclusione di agrumi e vite , inoltre, svariate specie di piante ornamentali, anche spontanee fra cui mirto, rosmarino, lentisco. La trasmissione avviene, come è noto, per il tramite di un vettore, il \, che si comporta come una zanzara, succhia in questo caso la linfa dell’albero contaminato favorendo la trasmissione su tessuti sani. Un insetto che negli stadi giovanili risulta innocuo, diventa contagioso nella fase adulta quando raggiunge i 5-6 mm; ha un’elevata polifagia, non disdegna la linfa del lentisco,

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mirto, genere prunus, quercia, fico e albicocco. Negli stadi giovanili si presenta in una spuma bianca per difendersi dalle basse temperature e da insetti predatori. In questa prima fase di vita vive in erbe infestanti (cicorielle selvatiche, diverse favacce, l’avena , non gradisce invece le crucifere, le graminacee dell’orzo. La femmina di sputacchina depone le uova tra settembre e ottobre, la schiusa avviene in genere tra febbraio –marzo, quando inizia a popolare le erbe infestanti, in questo stadio non è in grado di volare. Il salto sulle colture arboree (ulivo in questo caso) avviene tra settembre – ottobre e permane fino a novembre-dicembre e oltre a seconda delle temperature (un periodo relativamente lungo che ne favorisce la trasmissione). Tende a spostarsi da pianta a pianta, anche da uliveto a uliveto, ma anche tramite il vento e autoveicoli; gradisce più gli esemplari in salute, verdi e succulenti. Al momento le uniche azioni di contrasto – scientificamente valide- x la xylella F. oltre

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all’eradicazione, vanno a contenere la popolazione di sputacchina negli stadi giovanili, onde evitare il più possibile il contagio. In quest’ottica di prevenzione enti pubblici e privati ricadenti nella fascia cuscinetto e di contenimento, sono obbligati, pena sanzioni amministrative, ad opera del Corpo Forestale dello Stato, ad effettuare il diserbo nel periodo di maggio oltre alle consuete arature tra marzo-aprile. Buone speranze sul fronte della ricerca scientifica provengono dalla resistenza di terminate cultivar, in particolare Leccino e FS 17(Favolosa) agli attacchi di xylella. Se da un lato questi primi lavori aprono nuovi scenari per la convivenza col batterio nell’area infetta – la ricerca nell’ampia biodiversità del germoplasma olivicolo mediterraneo può sortire varietà ancora più tolleranti se non innocui- dall’altro lato occorre sgombrare il campo da luoghi comuni , senza alcun fondamento scientifico, che attribuiscono all’olio pugliese un declassamento x la xylella f. “Gli unici fattori che

incidono qualitativamente sul prodotto finito – ha concluso Valentina Cardone di Chemiservice – sono da ricondurre alle buone pratiche colturali, quindi aratura, irrigazione, concimazione, diserbo. Pratiche che incidono sulle caratteri che chimico-fisiche ed organolettiche di un olio. Occorre – ha aggiunto – prendersi cura dei frutti, anche ricorrere ai fitofarmaci , che non devono rappresentare un tabù, sempre usati con razionalità e rispettando i tempi di carenza e ovviamente il meteo”. Per una buona qualità, ha ricordato, anche i tempi di raccolta sono importanti: i frutti devono essere maturi al punto giusto per essere lavorati. Inoltre vanno evitati i sacchi di iuta o plastica, gli accatastamenti che possono generare fenomeni ossidativi e fermentativi. Anche la gramolatura deve avvenire in tempi brevi rispetto alla raccolta. L’olio va poi conservato in silos d’acciaio , anche per prevenire contaminazioni e va possibilmente filtrato, un’accortezza che ne garantisce la stabilizzazione più a lungo.

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groalimentare

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PRATICHE AGRICOLE VIRTUOSE, TRE BORSE DI STUDIO DA 2500 €

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o m e r e n d e r e p i ù a tt r a t t i vo i l te r r i to r i o d e l l a Pu g l i a ce n t r a l e a t t r a ve r s o l a r i ce r c a e l ’ i n n ov a z i o n e n e l c a m p o d e l l a valorizzazione dei prodotti tipici e dei beni culturali e co n t r a s t a n d o l ’ i n q u i n a m e n to d e l l e c a m p a g n e . A q u e s to p u n t a i l b a n d o, p r o m o s s o dalla Fondazione Albenzio Pa t r i n o d i Cu l t u r a e Co o p e r a z i o n e E u r o p e a e d a l l ’A s s o c i a z i o n e d i Co m u n i “Cu o r e d e l l a Pu g l i a ”, c h e i s t i t u i s ce 3 borse di studio da 2500 e u r o. D e s t i n a t a r i d e l l ’a v v i s o, r i ce r c a to r i , l a u r e a t i , g r u p p i d i l a vo r o u n i ve r s i t a r i e i s t i t u t i s co l a s t i c i . Pa t r o c i n a to d a i Co m u n i d i Acq u a v i v a d e l l e F o n t i , A n d r i a , A l t a m u r a , Ca s a m a s s i m a , Ca s s a n o d e l l e M u r g e , Ce l l a m a r e , Co r a to, G r a v i n a i n Pu g l i a , Pu t i g n a n o, Ru t i g l i a n o e Tu r i , i l b a n d o i n te n d e p r e m i a r e i l a vo r i c h e p r o d u r r a n n o “s i g n i f i c a t i v i a v a n z a m e n t i co n o s c i t i v i o p r o p o s te i n n ov a t i ve p e r l ’a t t i v a z i o n e d i c i c l i e p r o ce s s i d i s v i l u p p o e n d o g e n o e s o s te n i b i l e d e l l e co n d i z i o n i e d e l l e o p p o r t u n i t à eco n o m i c h e , p r o d u t t i ve , s o c i a l i , a m b i e n t a l i e te r r i to r i a l i d e l l e a r ee a d e r e n t i a l s o d a l i z i o “Cu o r e d e l l a Pu g l i a ” n o n c h é d e i te r r i -

N° 20 - 15 novembre 2018

to r i a d i a ce n t i ”. Le d o m a n d e d ov r a n n o e s s e r e p r e s e n t a te p e r v i a e l e tt r o n i c a . E n t r o i l 1 8 n ove m b r e 2 0 1 8 d ov r a n n o e s s e r e i n v i a te l e p r ec a n d i d a t u r e co n u n a b s t r a c t d e l l a vo r o i n co r s o d i s vo l g i m e n to. E n t r o i l 1 5 d i ce m b r e 2 0 1 8 , i n vece , d ov r à e s s e r e p r e s e n t a t a l a c a n d i d a t u r a co m p l e t a , co n l a co n s eg n a d i l a vo r o d i r i ce r ca e di ogni documentazione u t i l e . Tu t te l e i n fo r m a z i o n i s o n o d i s p o n i b i l i s u l s i to w w w. c u o r e d e l l a p u g l i a . i t , s u i siti istituzionali e sugli albi p r e to r i d e l Co m u n i

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E

venti

Ad Alberobello il 1 dicembre

Tutti i premiati della IX edizione Premio Internazionale “Pugliesi nel Mondo”

S

ono stati ufficializzati tutti i pugliesi che saranno premiati dur a n te l a I X e d i z i o n e Pr e m i o I n te r n a z i o n a l e “ Pu g l i e s i n e l M o n d o” c h e s i s vo l g e r à s a b a to 1 ° d i ce m b r e 2 0 1 8 n e l Te a t r o d e i Tr u l l i a d A l b e r o -

b e l l o. U n eve n to u n i co n e l s u o g e n e r e c h e ve d r à a n c h e l a p a r tec i p a z i o n e d i D i p l o m a t i c i A r t i s t i e A u to r i t à i s t i tuzionali di ogni genere che a r r i ve r a n n o a n c h e d a Pa e s i l o n t a n i p e r o n o r a r e q u e s te ecce l l e n ze n e i l o r o s e t to r i .

La m a n i fe s t a z i o n e s a r à co n d o t t a d a l l a fo g g i a n a M a n i l a N a z z a r o, ex M i s s I t a l i a e p r e s e n t a t r i ce Tv a f f i a n c a t a d a l Te s t i m o n i a l d i q u e s t a E d i z i o n e , i l P i l o t a c a m p i o n e m o to c i c l i s t a M i c h e l e P i r r o, n a t i vo d i S a n G i ov a n n i Ro to n d o.

1. Prof. Lucio Baccaro Nato ad Alberobello, ricercatore, Direttore Istituto Max Planck Colonia (Germania) e docente Università di Ginevra (Svizzera);

2. Dott. Mike Pesce

Nato a Mola di Bari, Giudice della Corte Suprema a New York (U.S.A.);

3. Dott. Stefano Baldi

Nato ad Foggia, Ambasciatore Italiano a Minsk (Bielorussia);

4. Prof. Massimo Inguscio

Nato a Lecce, Presidente CNR (Consiglio Nazionale Ricerche);

5. S.E. Mons. Bruno Munafò

Nato ad Andrano, Nunzio Apostolico in Egitto e Paesi Arabi -Il Cairo (Egitto);

6. Prof. Mauro Ferrari

Nato a Parabita, Scienziato, Presidente e Ceo del Houston Methodist Research Institute (U.S.A.);

7. Dott. Nicola Brienza

Nato a Bari, Ceo & Chairman Don Nico Group, Imprenditore – Shanghai (Cina);

8. Dott.ssa Valentina Lefemine

Nata a Castellana Grotte, Primario e Oncologa Ospedale Cardiff (Gran Bretagna);

9. Dott.ssa Cristina Bowerman Nata a Cerignola, Chef Stellata e Imprenditrice;

10. Anna Ferruzzo

Nata a Taranto, attrice cinematografica e televisiva;

11. Antonio Calò in arte Bungaro Nato a Brindisi, cantautore;

12. Dott. Antonio Marano Nato a Rocchetta S.Antonio, Presidente e Amm.re Del. RAI Pubblicità;

13. Valeria Graci

Nato a Trinitapoli, attrice comica

14. Antonio Giovinazzi Nato a Martina Franca, Pilota Formula 1

15. Michele Carbone

Nato a Barletta, Il Gen.Div. G.d.F., Comandante Regionale del Lazio;

16. Dott. Gabriele Gravina

Nato Castellaneta, neo presidente Federazione Italiana Gioco Calcio-F.I.G.C.

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M G ondo

AL

SETTORE PESCA

PUBBLICATI I PRIMI 3 BANDI DEL GAL SUD EST BARESE di Rino PAVONE

BANDO “MERCATI LOCALI DI PRODOTTI DELLA PESCA” Bando relativo all’Intervento 3.2 “Mercati locali di prodotti della pesca” del Piano di Azione Locale (PAL) del GAL SEB. Il Bando intende promuovere la realizzazione di interventi infrastrutturali in aree o spazi pubblici da destinare ad attività di vendita diretta di produzioni ittiche locali. BENEFICIARI: Amministrazioni Comunali in aree eleggibili FEAMP del GAL (Mola di Bari e Polignano a Mare). SCADENZA: 10 dicembre 2018.

BANDO “INFRASTRUTTURE PUBBLICHE PER LA FRUIZIONE DI AREE MARINE E COSTIERE” Bando relativo all’Intervento 3.1 “Infrastrutture pubbliche per la fruizione di aree marine e costiere” del Piano di Azione Locale (PAL) del GAL SEB. Il Bando intende promuovere la realizzazione di opere infrastrutturali che attraverso la riqualificazione, tutela e valorizzazione di aree marine e costiere, concorrano a restituire le medesime agli operatori della pesca – in tal modo rafforzandone il relativo ruolo all’interno delle comunità locali – contribuendo, contestualmente, alla promozione della conoscenza del territorio, dell’ambiente e della biodiversità attraverso forme di fruizione slow e sostenibile. BENEFICIARI: Amministrazioni Comunali in aree eleggibili FEAMP del GAL (Mola di Bari e Polignano a Mare). SCADENZA: 10 dicembre 2018.

BANDO “VENDITA DIRETTA DI PRODOTTI DELLA PESCA” Bando relativo all’Intervento 1.3 “Vendita diretta di prodotti della pesca” del Piano di Azione Locale (PAL) del GAL SEB. Il Bando intende promuovere l’attivazione, da parte di imprenditori ittici, di forme di commercializzazione innovative in grado di garantire margini più elevati per gli operatori del settore. BENEFICIARI: Imprenditori ittici che praticano, in forma singola o associata, attività di pesca professionale. SCADENZA: 10 dicembre 2018. N° 20 - 15 novembre 2018

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T R urismo

urale

I rotariani del distretto Puglia- Basilicata al lavoro con enti pubblici e privati

Il progetto Trulli – Mare e il turismo sostenibile di Paola DILEO

I

l turismo sostenibile : confronto tra esperti e testimonianze del se ttore”, il tema di un incontro dello scorso 31 ottobre a Tenuta Chianchizza(Monopoli), promosso dal Rotary Club Monopoli con par tner pubblici e privati. Un’iniziativa nel solco del progetto pluriennale “Trulli- Mare”, sposato nel 1984 dal distretto Rotary 2120(Puglia Basilicata), con l’adesione allora di 5 clubs, delle provincie di Bari, Brindisi e Taranto, oggi divenuti 14, appunto, Bari Alto Casamassima, Brindisi, Brindisi Appia Antica, Brindisi Valesio, Ceglie Messapica, Fasano, Francavilla Fontana, Manduria, Martina Franca, Monopoli, Ostuni, Putignano, Riva dei Tessali. Comprensorio di irripetibile bellezza paesaggistica , ambientale e culturale che, nelle intenzioni dei fondatori del progetto Trulli- Mare, occorreva promuovere con iniziative integrate tra pubblico e

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privato. A distanza di 24 anni, ma con la stessa determinazione , i rotariani continuano a sollecitare gli organi competenti per una valorizzazione economica e sociale del territorio. Territorio vocato ad un turismo di tipo sostenibile e responsabile. Concetti ampiamente approfonditi e analizzati dal ricco par terre di relatori che ha presieduto il dibattito del 31 ottobre, tra cui il dott . Donato Donnoli(governatore del Distretto Rotary 2120), il dott . Giovanni Vitto (presidente del ”Trulli-Mare”),l’arch. Gianni Lanzillotti(delegato distrettuale del Trulli-Mare), l’avv.to Rosanna Perricci(ass. alla Cultura del Comune di Monopoli), il dott . Massimo Salomone(presid. Sez Turismo Confindustria BARI-BAT ), il prof. Nicola Barbuti (docente universitario e coordinatore ITS Turismo Bari), la dott .ssa Bianca Bronzino( resp. WEB di Pugliapromozione ),

la dott .ssa Antonella Silvestri (imprenditrice Ecoturismo), il giornalista Francesco Pepe che ha moderato gli interventi. Interventi multidisciplinari che hanno fornito un quadro dettagliato del fenomeno turistico nella nostra regione, divenuta negli ultimi 8 anni una delle mete x vacanze più trendy del momento. Un dato che s’incrocia evidentemente, in un trend di crescita costante del settore a livello globale , sebbene l’Europa e l’Italia rappresentino le destinazioni più privilegiate all’interno di questi flussi: il nostro Paese infatti si posiziona al 5 posto a livello mondiale. Una rinascita, stando agli esper ti, che non si verificava da anni 60’, d’impor tanza strategia per l’economia nazionale: genera il 4,2% del PIL (una delle crescite più alte nell’ambito della ricchezza nazionale), quindi 70 miliardi netti che diventano quasi 173 se si consi-

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dera l’intero indotto turistico. Settore che si rivela anche una straordinaria leva occupazionale con 3 milioni di occupati, 64.000 invece le risorse prevalentemente femminili e giovanili. In questo circolo vir tuoso è il turismo culturale a giocare un ruolo impor tante nello sviluppo occupazionale e nella sostenibilità economica del nostro Paese. è la cosiddetta industria culturale e creativa ad assorbire 1,5 milioni persone , generando nel 2017 , il 6% della ricchezza nazionale, oltre 92 miliardi di € (un dato in crescita rispetto al 2016). A ciò si aggiunge l’effetto moltiplicatore della cultura, una tendenza che si conferma anche a livello regionale: in un rappor to sul turismo del 2017, il turismo culturale con i suoi risvolti paesaggistici, religiosi spirituali, delle tradizioni, dell’enogastronomia, si attesta come principale volano di crescita economica. La cultura quindi come capitale diffuso basato su identità, lifestyle, know how e creatività. Questi i cardini delle strategie di destagionalizzazione dei flussi turistici già recepiti dal Piano Strategico del Turismo Pugliese. La via maestra per operatori pubblici e privati, è quella di un turismo sostenibile e responsabile, in grado di fugare lo spettro di un turismo mordi e fuggi. In tal senso un riferimento è andato al caso Gallipoli, cittadina gravemente compromessa da un turismo di massa che in pochi anni ne ha

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intaccato l’identità culturale. La corsia preferenziale per un territorio come quello “TrulliMare” dal for te appeal, con un patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale da tutelare e valorizzare, è quella di un turismo sostenibile che pone attenzione al territorio senza per questo farne un museo a cielo aper to. Quel turismo responsabile quindi, che nella definizione dell’Organizzazione Mondiale del Turismo ”è capace di soddisfare le esigenze dei turisti di oggi e delle regioni ospitanti , prevedendo e accrescendo le oppor tunità per il futuro. Un turismo in armonia con l’ambiente , la comunità e la cultura locale. Per una pianificazione a lungo raggio, è indispensabile che l’intero sistema turistico pugliese s’identifichi nelle specificità locali come l’enogastronomia, la

natura, il benessere, la cultura. Ma un modello di sviluppo turistico responsabile è imprescindibile da una cultura e coscienza altrettanto responsabili: in Puglia ci sono 20.000 strutture rice ttive (tra b&B , case vacanze e sim.), di queste appena 5000 sono uff iciali, il resto sono abusive. Un gap che non consente di tracciare l’eff e ttivo numeri di arrivi e presenze: “Tutti i numeri diffusi dall’Osservatorio Regionale sono falsati almeno del 50% - ha fatto notare il dott . Salomone di Conf industria , che ha aggiunto – il ministro Centinaio ha promesso che verrà istituito un codice di identificazione per le strutture ricettive , oltre a prevedere sanzioni con multe pesanti fino a 100.000 €”. Un tavolo di lavoro tra Regione Puglia e Booking. com consentirà di accer tare l’entità delle realtà sommerse.

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A

groalimentare

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Le eccellenze vitivinicole del Movimento Turismo del Vino Puglia protagoniste

A NOVEMBRE I VINI DI PUGLIA IN TOUR

ovimento Turismo del Vino Puglia per tutto il mese di novembre ha portato e porterà nelle città di Merano, Roma e Milano una ventata di Puglia, con esclusive degustazioni, eventi a tema e laboratori sensoriali dedicati ai vini e agli evo di qualità del Consorzio, in collaborazione con Buonaterra – Movimento Turismo dell’Olio Puglia. “Un mese molto intenso – dichiara la presidente del Movimento Turismo del Vino Puglia Maria Teresa Varvaglione – ma siamo entusiasti all’idea di raccontare i grandi autoctoni e le denominazioni d’origine pugliesi a un pubblico di alto profilo, all’interno di location uniche. Nel caso di Merano si tratta di un debutto assoluto per il nostro Consorzio, in una cornice d’élite che storicamente seleziona i suoi ospiti con grande accuratezza, mentre a Roma e Milano riproporremo due tipologie di evento che grande successo hanno riscosso nelle scorse edizioni”. Si è partiti dunque con il Merano Wine Festival, la prestigiosa manifestazione enologica, giunta alla sua 27esima edizione, che riunisce ogni anno il gotha dell’alta qualità vitivinicola, come momento d’incontro tra i migliori produttori e i consumatori d’élite del mondo enogastronomico. Il Movimento Turismo del Vino Puglia ha debuttato in questa cornice d’eccezione con una serie di attività in collettiva nell’area “The Circle”, spazio polivalente dedicato

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all’approfondimento e all’esplorazione dei diversi territori vitivinicoli italiani. Si è cominciato con la masterclass dedicata agli autoctoni della Murgia e della Magna Grecia, per un viaggio attraverso alcune delle denominazioni storiche della Puglia, con la degustazione guidata di etichette da Nero di Troia, Primitivo di Gioia del Colle e Primitivo di Manduria per proseguire con la masterclass dedicata ai vitigni autoctoni del Salento, con in degustazione le migliori declinazioni del vitigno storico del territorio, il Negroamaro. L’esperienza dei Vini di Puglia in terra altoatesina si è conclusa con un light lunch a tema, in cui le migliori etichette dei soci del consorzio sono state raccontate in abbinamento ai tre piatti a tema proposti dallo chef resident di The Circle Roberto Ottone del ristorante Le Due Torri – Verona. Seconda tappa del viaggio del Movimento Turismo del Vino Puglia sarà Roma, il 19 novembre, all’Hotel Rome Cavalieri Waldorf Astoria (Via A. Cadlolo, 101) per “Degusta la Puglia”: una giornata dedicata alle migliori produzioni della nostra regione organizzata in collaborazione con la Fondazione Italiana Sommelier – Bibenda. Due i momenti che caratterizzeranno l’evento Bibenda. Dalle 16.00 alle 21.00 il walk around tasting, per un viaggio ideale attraverso i principali territori vitivinicoli della regione: venti i ban-

chi d’assaggio delle aziende socie, dove esperti, addetti ai lavori consumatori e winelovers amici di Bibenda potranno degustare e apprezzare un’ampia selezione di vini delle aziende partecipanti. In degustazione una selezione di extravergine delle aziende di BuonaterraMovimento Turismo dell’Olio Puglia. In contemporanea, dalle ore 18.00 alle ore 20.00, prenderà il via il seminario “BIbenda la Puglia”, aperto a giornalisti, trade e sommelier. Moderato da Mariaclara Menenti Savelli, docente della Fondazione Italiana Sommelier e redattore Bibenda, l’incontro sarà articolato in quattro face to face tra otto esponenti del mondo vitivinicolo pugliese, che metteranno a confronto in quattro degustazioni alla cieca le diverse declinazioni territoriali dei vitigni autoctoni. La prima delle quattro sessioni sarà dedicata ai Rosati di Puglia, con il confronto tra rosato da Bombino Nero e rosato da Negroamaro; nella seconda spazio invece al Nero di Troia, per apprezzarne tutte le sfumature in un vino giovane e in una riserva; la terza parte vedrà confrontarsi Primitivo di Manduria e Primitivo di Gioia del Colle, mentre la quarta e ultima attraverserà due diverse interpretazioni del Negroamaro, una più moderna e una più classica. La terza ed ultima tappa delle iniziative promozionali dedicate ai Vini di Puglia vedrà come location Milano. Torna – dopo il successo delle scorse edizioni del 2009,

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2011, 2013 e 2015 – il Puglia Wine & Evo Roadshow. Dal 24 al 30 novembre, infatti, le etichette dei soci del Consorzio torneranno a conquistare Milano, per raccontare la tradizione vinicola pugliese e far conoscere i nuovi prodotti, dalla Daunia al Salento, a winelovers, enotecari, appassionati vecchi e nuovi. Dieci le enoteche, selezionate tra gli storici templi del vino del capoluogo lombardo, che ospiteran-

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no i vini del MTV Puglia e gli EVO dei frantoiani di Buonaterra, con vetrine dedicate, corner promozionali e degustazioni a tema. Ad aderire all’iniziativa le enoteche Cotti (Via Solferino, 42)| Enoclub (Via Friuli, 15) | El vinatt (Via Leone Tolstoi, 49) | Enoteca Diapason (Via Lomellina, 48) | La cantina di Franco (Via Raffaello Sanzio, 16) | Rosèe – Wine & Coffee Room (Corso di Porta Romana) | VinoVino (Corso San Gottardo, 13) | Vi-

noVino Gigliola Bozzi (P.zza Sant’Alessandro, 3) | Enoteca Wineria (Via Carlo Caneva, 4 Zona Sempione) | Ronchi (Via Caminadella 15). In ogni tappa del road show, MTV Puglia metterà a disposizione anche guide e materiale promozionale cartaceo, da portare a casa per preparare la prossima gita enoturistica nella bella e buona Puglia. Tutte le informazioni e gli aggiornamenti sugli eventi in programma sono disponibili su www.mtvpuglia.it e sui canali social del Movimento (Facebook, Twitter e Instagram), seguendo gli hashtag ufficiali degli eventi: #PugliaGoesToMerano (Merano Wine Festival), #DegustalaPuglia (Roma) e #PugliaTastingWeek (Milano). L’iniziativa è inserite nella più ampia programmazione progettuale dal titolo “I vini di Puglia nelle fiere internazionali del vino”, presentata dal Consorzio Movimento Turismo del Vino Puglia al Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale e Ambientale della Regione Puglia a valere sul fondo del PSR Puglia 20142020 – Sottomisura 3.2 “Sostegno per attività di informazione e promozione, svolte da associazioni di produttori nel mercato interno”.

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A

groalimentare

ACCORDI DI FILIERA IN 5 REGIONI

PROGETTO NOCCIOLA ITALIA: “IL 30% REALIZZATO GIÀ NEI PRIMI 6 MESI”

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urante Eima, l’esposizione internazionale di macchine per l’Agricoltura, con il convegno “Progetto Nocciola Italia. Un futuro da coltivare insieme” promosso da Ferrero Hazelnut Company e Edagricole, sono stati presentati i risultati dei primi sei mesi del relativo progetto attraverso il confronto di esperienze già avviate in regioni tra loro molto diverse per tradizione colturale e collocazione territoriale. Nato con l’obiettivo di promuovere una nocciola di qualità e una filiera corilicola, tutta italiana, a supporto dell’intero comparto agricolo, il Progetto Nocciola Italia si prefigge di sviluppare 20.000 ettari di nuove piantagioni di nocciole entro il 2025. Avviato ad aprile da Ferrero Hazelnut Company, la divisione interna del Gruppo Ferrero dedicata alla nocciola, mira a sviluppare una produzione corilicola 100% italiana, attraverso la creazione di un sistema di sviluppo territoriale, condiviso con gli attori della filiera, e si propone come concreta opportunità di riconversione e valorizzazione di ampie superfici del nostro territorio, diventando così strumento di sviluppo economico e sociale. Il 30% dell’obiet-

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tivo finale è stato raggiunto in soli sei mesi. Ad oggi, Ferrero ha sottoscritto accordi di filiera in 5 regioni: aree storiche della produzione di nocciole, come Piemonte e Lazio, e altre non tradizionali per la corilicoltura come Lombardia, Umbria e Basilicata. E proprio sul confronto di esperienze già avviate – Piemonte, Umbria e Basilicata – si è sviluppata una tavola rotonda “La filiera della nocciola, un modello di crescita di qualità” nella seconda parte dell’incontro.

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I brand del gusto delle marche italiane

B

est Brands, la classifica delle marche che da 4 anni svela i brands più amati dagli italiani, ha sempre avuto un risvolto particolarmente “gustoso”. Del resto la categoria food & beverage è sempre stata predominante nelle short list stilate da Serviceplan e GfK. L’innovativo algoritmo che valuta i brands unisce infatti i dati delle performances economiche con l’appeal del marchio nella percezione delle persone e le preferenze degli Italiani sembrano sempre favorire brands collegati alla buona tavola. Un dato su tutti: nelle classifiche italiane Best Corporate Brand, Best Product Brand e Best Growth Brand dal 2015 a oggi il 50% dei marchi menzionati sono del settore f&b. Negli altri paesi la percentuale scende intorno al 20%. A breve conosceremo i risultati delle classifiche del 2018 e vedremo se la tendenza è confermata. In ogni caso, come è tradizione, l’organizzazione ha scelto per la serata di gala uno chef particolarmente rappresentativo dei brand contemporanei. Suo il compito di preparare la cena che intratterrà gli oltre 400 rappresentanti dell’imprenditoria italiana previsti per l’evento. Il “Best Chef” per i Best Brands del 2018 sarà Tano Simonato. Un nome

N° 20 - 15 novembre 2018

Best Brands & Best Chef

noto ai gourmet non solo per la stella Michelin che ha premiato il suo lavoro ai fornelli, ma anche per la sua estrema passione verso l’Olio Extravergine di Oliva. “Tano passami l’olio”, il locale da lui fondato a Milano nel 1995, è un vero tributo al “colpo di fulmine” per l’EVO che dal 1991 lo ha portato oggi ad essere tra i massimi esperti dell’uso di questo condimento. Un amore che Tano ha riversato in

tantissime ricette raccolte nel suo libro “Tano Simonato: Passione Extravergine”. Un esperto di un prodotto simbolo del made in Italy, in linea appunto con i brands più amati dal pubblico italiano. Tano sarà chiamato a sorprendere gli invitati con piatti in cui si apprezzeranno le mille sfumature della vasta gamma di Olio Extravergine di altissima qualità prodotti nel nostro Paese. Qualche esempio: lo chef presenterà un polpo in oliocottura, una panzanella realizzata con EVO di Sicilia, un risotto Carnaroli con Grana Padano 36 mesi, miele e tartufo nero glassato (di cui fornita anche la ricetta agli ospiti) e concluderà con uno show cooking realizzando un elaborato Cannolo Croccante di Mandorla. Il titolo della serata sarà: “Olio, Sapori e Bollicine”. Sì perché le ricette di Tano saranno abbinate alle bollicine di Mionetto, da sempre partner storico di Best Brands insieme al suo famoso prosecco di Valdobbiadene DOCG Per informazioni è consultabile il sito italiano: www.best-brands.it

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assegna

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tampa

LA PRIMA GUERRA MONDIALE E LA CUCINA

a prima Grande Guerra del 1914 – 1918 che inizia il Secolo Breve è uno spartiacque nelle cucine non solo di tutta Europa e Americane, ma anche in Italia perché non interessa soltanto gli alimenti consumati e gli strumenti di cottura e di trasporto utilizzati durante la guerra dai soldati, ma ha un impatto sociale per certi aspetti travolgente in un paese prevalentemente agricolo di una popolazione in gran parte povera e largamente analfabeta. Per molti soldati poveri e provenienti dalle campagne delle più diverse regioni, il pasto fornito pur con molte difficoltà e carenze è di quantità superiore a quella che sono abituati a consumare in casa, dove la carne per loro è un alimento raro, anche se quantità non equivale a qualità. Durante il conflitto i soldati polentoni settentrionali e i mangiafoglie meridionali conoscono nuovi scenari alimentari che i reduci porteranno alle loro famiglie dando inizio a quell’unificazione degli stili alimentari che trova un’ulteriore spinta durante la seconda Grande Guerra del 1940 – 1945. I cambiamenti alimentari non avvengono soltanto nei soldati che combattono sui fronti di combattimento o sono nelle retrovie, ma nelle famiglie dove le donne vanno a lavorare nelle fabbriche, devono abbandonare gli stili delle cucine tradizionali del fatto in casa e utilizzano pane, pasta e altri alimenti preconfezio-

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di Giovanni Ballarini

nati di rapido approntamento e cottura. Con lo scoppio della guerra e gli uomini al fronte sono le donne ad occuparsi del raccolto del grano e, non più dedite solo alle mansioni di casa e ad accudire i figli, per la prima volta utilizzano macchine agricole e svolgono lavori prima maschili, quali operaie nelle fabbriche, infermiere negli ospedali e cuoche nelle mense. Per le donne è un momento fondamentale per la storia sociale e di riflesso anche dell’alimentazione. La maggior parte della popolazione con la guerra ha conoscenza di viveri speciali, prima sconosciuti, che poi nell’immaginario popolare si trascineranno con la non sempre felice fama di cibi di guerra come le gallette, le scatolette di carne, pesce o pomodoro, il latte in polvere e alcuni sostituti. Il pane non è bianco ma più o meno integrale, integrato anche con farine di cereali minori e di leguminose, diverso da quello delle tradizioni regionali è sostituito dalla galletta, uno speciale biscotto non lievitato a

lunga conservazione. La scatoletta è l’altra protagonista dell’alimentazione di guerra, prodotta con carne bovina o suina oppure pesce in prevalenza tonno, e confezionata in contenitori di latta. Altre novità in scatola sono il concentrato di pomodoro che costituisce il più economico e diffuso condimento della pasta, e il latte in polvere. Alla fine del conflitto nei magazzini militari rimangono molte scatolette che sono distribuite e acquistati dalle famiglie italiane entrando nelle loro abitudini alimentari. Prima della guerra l’Italia è ancora divisa in due diversi stili di alimenta-zione: al settentrione si fa abbondante uso di polenta di mais, riso, latte e burro, mentre la pasta, il pomodoro e l’olio d’oliva sono alimenti caratteristici dei meridionali. Con gli spostamenti di popolazioni durante la guerra e il mescolamento di italiani provenienti da varie regioni si ha uno scambio di ricette locali che accelera un processo di unificazione della cucina popolare italiana, prima iniziato a livello borghese. Dopo la guerra, il concentrato di pomodoro, le scatolette di sardine, carne, legumi non sono più alimenti di emergenza per i combattenti e la pasta inizia a diventare un alimento comune per gli italiani, assieme all’olio, conserve, biscotti e vino. Un altro aspetto dell’azione unificante della guerra riguarda i rapporti che si sviluppano tra l’Europa e le Americhe, non solo per le importazioni di carni congelate, ma per l’arrivo dei soldati americani che in Europa scoprono cucine a loro in gran parte sconosciute, anche agli immigrati italiani che in Italia avevano lasciato una cucina della fame. Una serie di conoscenze che sarà determinante nella costruzione di nuove cucine americane. www.foglie.tv




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