FOGLIE n. 21/2015

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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE

FINALMENTE!

Dal 4 al 6 maggio 2016 la prima edizione di “Fruit&Veg System”, la prima fiera internazionale per l’ortofrutta italiana agrICOLTURA

Via libera da Bruxelles al Psr Puglia 2014 – 2020 27° Forum di medicina vegetale a Bari il 10 dicembre agroalimentare

Vamos Spagna, prima nel commercio Ue dell’ortofrutta zootecnia

Prezzo del latte, la battaglia continua

N° 21 • 1 DICEMBRE 2015





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ditoriale

Bruxelles, arriva l’ok sul Psr Puglia 2014/2020 1 dicembre 2015 - n. 21 - Anno 10

Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE

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Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952 Editrice

G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione G.Ed.A. Giovani Editori Associati Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Paola Dileo, Nica Ruospo, Rino Pavone, Maria Fortino Pubblicità G.Ed.A Rino PAVONE r.pavone@foglie.tv 380 6328672 Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61/06 del 15/11/2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 9040264

isco verde della Commissione europea al programma di sviluppo rurale (PSR) della Puglia, che per il periodo 20142020 può contare su 1,64 miliardi di euro, di cui 991 milioni di euro in arrivo da Bruxelles e 647 milioni di cofinanziamento nazionale. Il PSR della Puglia dà particolare rilievo alle azioni legate al potenziamento della competitività del settore agricolo e alla preservazione, ripristino e valorizzazione degli ecosistemi. Secondo il nuovo programma, oltre 2200 agricoltori otterranno un sostegno per la ristrutturazione o l’ammodernamento delle loro aziende e circa 2000 giovani agricoltori riceveranno un sostegno finanziario per avviare la propria attività. Si calcola che circa il 30% delle superfici agricole sarà interessato da interventi legati all’ambiente, in particolare 62mila ettari per la biodiversità, 150mila ettari per migliorare la gestione delle risorse idriche e del suolo e 180mila ettari per migliorare quella del suolo. Saranno inoltre quasi 139mila gli ettari

agricoli che dovrebbero ricevere aiuti per il mantenimento e per la conversione in produzione biologica. Un punto chiave del nuovo PSR saranno i servizi di formazione, che la Regione intende fornire a più di 8.600 beneficiari. “Insieme all’Autorità di Gestione regionale – dichiara l’Assessore Regionale alle Risorse Agroalimentari Leonardo Di Gioia - è stato convocato il partenariato economico e sociale per dare atto dell’approvazione e per avviare, di concerto, la fase di attuazione. E’ partita, altresì, la fase di definizione del cronoprogramma con il gruppo partenariale, con il quale si è deciso a quali misure affidare priorità attuativa. A inizio 2016 dopo il completamento del vecchio Psr 20072013 e al raggiungimento degli obiettivi finanziari, si potrà dare pieno avvio alle decisioni assunte con il partenariato. E, nel più breve tempo possibile, sarà istituito il primo Comitato di sorveglianza del nuovo Psr a garanzia dell’effettiva attuazione e che possa individuare eventuali modifiche necessarie in corso d’opera”.



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ommario

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editoriale

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PSR PUGLIA Via libera da Bruxelles

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LEGGE DI STABILITà Le novità per l’agricoltura viti del salento UE conferma la commercializzazione premio bandiera verde 2015 Tante le realtà pugliesi premiate grano senatore cappelli A Foggia celebrati i 100 anni COMMErcio ortofrutticolo Il fornitore maggiore in UE è la Spagna

allarme olio Cresce l’importazione dalla Tunisia nuove colture Il melograno opportunità di Business frutta,latte e verdura nelle scuole L’opinione di De Castro sui programmi

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AGRICOLTURA

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EVENTI

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18 turismo rurale

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istituo alberghiero salvemini di fasano La cena romana antica export italia Numeri record per il made in italy

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expo itm A Lecce bayer a caccia di Turismo Rurale

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fruit&Veg system 2016 La rassegna internazionale sull’ ortofrutta 27° forum di medicina vegetale A Bari il prossimo 10 Dicembre agroalimentare

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associazioni ippiche Da Emiliano per la crisi del settore

zootecnia

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PREZZO DEL LATTE La battaglia continua APA BARI Elezione nuovo Presidente


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gricoltura

Dopo l’approvazione definitiva in Senato

Legge di stabilità: le novità per l’agricoltura LE NOVITÀ DAL SENATO

CASSA INTEGRAZIONE PER LA PESCA Per la tutela del reddito dei pescatori e degli operatori ittici viene rifinanziata la cassa integrazione della pesca per 18 milioni di euro per il 2016. RIFINANZIAMENTO DEL SETTORE BIETICOLO-SACCARIFERO Vengono stanziati 5 milioni di euro in due anni per il finanziamento del settore bieticolo-saccarifero, tenuto conto dell’attuale scenario di mercato del settore e in vista della fine del regime delle quote a livello europeo. CONFERMATO REGIME IVA AGEVOLATO PER I PICCOLI PRODUTTORI Si conferma il regime speciale già vigente dell’IVA per il settore agricolo, per i soggetti passivi con un volume d’affari non superiore a 7.000 euro, recuperando per il settore oltre 18 milioni di euro.

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IA IRAP E IMU SUI TERRENI PER LE IMPRESE AGRICOLE Tutelare il reddito degli agricoltori e favorire il rilancio immediato degli investimenti: sono questi gli obiettivi del taglio delle tasse sui fattori produttivi con la cancellazione di Irap e Imu sui terreni. 600 milioni di euro che potranno essere così utilizzati dalle aziende per aumentare la competitività, creare occupazione e affrontare con più forza la sfida dei mercati anche internazionali. QUANTO RISPARMIANO LE AZIENDE – CASI CONCRETI Grazie agli interventi stabiliti, le imprese agricole avranno forti risparmi fiscali. Ad esempio un’azienda di produzione di latte in Lombardia, con un fatturato da 400 mila euro, beneficerà di 3.100 euro di taglio Irap, 1.800 euro di taglio Imu, oltre a 5.600 euro di aumento compensazione IVA, per un totale di 10.500 euro di tasse in meno. Risparmio da 8.800 euro, invece, per un’impresa vitivinicola da 12 ettari in Abruzzo, grazie all’eliminazione dell’Irap che costava 4.660 euro e dell’Imu che pe-

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LE PRINCIPALI MISURE CONFERMATE sava per 4.220 euro. Anche al Sud l’intervento è molto consistente: per un’azienda agrumicola siciliana di 14 ettari, infatti, ci saranno oltre 12.200 euro di tasse in meno (5.386 euro di Irap e 6.858 euro di Imu). - PIÙ TUTELA DEL REDDITO: 140 MILIONI PER ASSICURAZIONI CONTRO CALAMITÀ Per garantire la tutela del reddito degli agricoltori danneggiati da fenomeni di eccezionale avversità atmosferica, viene finanziato con 140 milioni di euro in due anni il programma di agevolazioni assicurative in agricoltura contro le calamità naturali. - PIÙ INNOVAZIONE E SICUREZZA: 45 MILIONI PER RINNOVO MACCHINE AGRICOLE 45 milioni di euro vengono stanziati per il rinnovo delle macchine agricole, puntando su tecnologie innovative, sicure e sostenibili. Il fondo, creato presso l’Inail, è destinato a finanziare gli investimenti per l’acquisto o il noleggio con patto di acquisto di macchine o trattori agricoli e forestali. La misura ha l’obiettivo di favorire l’innalzamento degli standard di sicurezza a favore dei lavoratori, l’abbattimento delle emis-

sioni inquinanti e l’aumento dell’efficienza delle prestazioni. - MENO TASSE PER GLI ALLEVATORI: 32 MILIONI PER AUMENTO COMPENSAZIONE IVA Confermato l’intervento inserito nel Piano latte del Ministro Martina con l’aumento della compensazione Iva da 8,8% a 10% per i produttori di latte fresco. Il risparmio fiscale conseguente per le aziende del settore vale circa 0,5 centesimi di euro per litro venduto. - RAZIONALIZZAZIONE ENTI: ACCORPAMENTO ISA E SGFA IN ISMEA Dopo l’accorpamento di Cra e Inea nel nuovo CREA (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura), prosegue l’azione di razionalizzazione degli enti collegati al Mipaaf. Per aumentare l’efficienza dell’amministrazione e favorire l’accesso al credito delle imprese agricole, la Legge di Stabilità prevede che l’Istituto Sviluppo Agroalimentare (ISA) e la Società Gestione Fondi per l’Agroalimentare (SGFA) vengano incorporati nell’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (ISMEA). www.foglie.tv


PRIMO ATTO CONCRETO CONTRO LA XYELLA

VIA LIBERA UE ALLA COMMERCIALIZZAZIONE DELLE VITI DEL SALENTO

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l via libera del Comitato fitosanitario dell’UE alla commercializzazione delle viti salentine è un primo risultato concreto nella lotta alla Xylella e una risposta alla preoccupazione che ho posto a Bruxelles in occasione del workshop del COPA– Cogeca il 12 e 13 novembre scorsi che questa area della Puglia dovesse essere sottoposta ad una quarantena ingiusta e infinita, diventando alla fine un deserto, prospettiva inaccettabile contro cui ci batteremo in ogni sede. Già la certificazione che il contagio non riguardasse la vite faceva ben sperare che potesse essere eliminata dall’elenco delle specie ospiti del ceppo CoDiRO sottoposte a regolamentazione. Lo studio che certifica il fatto che Il ceppo di Xylella per il genere Vitis, denominato CoDiro, e rinvenuto a Lecce, non contamina la vite protegge i 39 milioni di valore delle esportazioni Made in Italy realizzati nel 2014 di talee innestate e barbatelle di vite, messe a rischio da ingiustificate misure protezionistiche adottate da diverse Paesi”. E’ positivo il commento del Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, alla notizia che il Comitato fi-

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tosanitario dell’UE ha deciso di permettere senza restrizioni sull’intero territorio europeo la commercializzazione delle barbatelle di vite salentine, autorizzando l’uso di uno specifico trattamento a caldo prima della vendita. Le misure sono completate da ispezioni ufficiali nei campi di produzione. Destava molta preoccupazione la situazione dei vivaisti salentini e di un comparto che fattura 20milioni di euro l’anno, con una produzione di 12 milioni di piante e 70mila giornate lavorative garantite all’indotto, bloccato per la malattia e per l’embargo di Paesi come Francia, Marocco,Algeria.”“Il prossimo passo è dare sostanza al laboratorio scientifico a cielo aperto, comprendente l’intera area dichiarata infetta da Xylella fastidiosa - aggiunge il Direttore di Coldiretti Puglia,Angelo Corsetti - dove si possa realizzare un’infrastruttura immateriale che sia nodo di una rete di relazioni tra ricerca scientifica e aziende agricole, tra ipotesi scientifiche e trasferimenti di conoscenze, tra formazione degli operatori e informazione dei cittadini. La decretazione del Salento come unica area europea affetta da Xylella e la formazione di uno

stabile cordone sanitario a nord di Lecce devono essere affrontate costruendo traiettorie di futuro per olivicoltori, frantoi e cooperative salentini”. “Dovremo trattare le barbatelle dormienti una volta estirpate in una vasca a 45 gradi–spiega il Presidente del Consorzio Vivaisti Viticoli Pugliesi, Ferdinando Miggiano – e non ci è richiesto alcun altro intervento e soprattutto nessun ulteriore campionamento. E’ certamente una notizia molto positiva. Il trattamento viene già usato con successo per eliminare la “flavescenza dorata”, dove talee, barbatelle e innesti vengono trattati in fase di quiescenza, rendendoli commercializzabili verso le zone protette dell’UE”.


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groalimentare

Per l’occasione allestito un banchetto al Museo Archeologico di Egnazia (BR)

La cena romana antica con l’Istituto Alberghiero “G. Salvemini” di Fasano

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n un tempo in cui il cibo è diventato tema pervasivo sul piano sociale – 29,4 milioni di italiani si definiscono appassionati di cibo – elemento imprescindibile del nuovo lifestyle, con annessa spettacolarizzazione mediatica della gastronomia e un pullulare di reality, show cooking, food maniac , master chef e chef rockstar, c’è chi in aperta globalizzazione, ne solleva uno degli aspetti più nobili :quello del cibo come mezzo per raccontare la storia dei luoghi. Bene ha fatto l’Istituto Alberghiero “G. Salvemini” di Fasano a porre l’accento sullo stile culinaro mediterraneo e in particolare su quello magno greco , romano, coinvolgendo allievi e i turisti, in una magistrale lezione di storia del mondo antico attraverso un laboratorio del gusto denominato “A tavola con i romani”. Un banchetto ad hoc allestito presso il Museo Archeologico di Egnazia - in occasione delle giornate del patrimonio 19-20 settembre 2015- con tanto di scenografia al seguito e un menù interamente ispirato alla tradizione gastronomica

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di Paolo DILEO dei nostri sapienti antenati , in base anche alle testimonianze archeologiche in situ. Un originale esperienza didattico formativa che ha rispolverato le influenze delle nostre abitudini alimentari. Alla prof. Giusi Ligorio referente del progetto insieme alla prof. Pasqua Pepe chiediamo: Qual’era l’alimentazione tipica nel mondo greco-romano? Quali le affinità e le differenze? Mentre i greci mangiavano con più moderazione , in Magna Grecia vista l’abbondanza dei raccolti grande importanza viene destinata all’alimentazione , prevalentemente basata su cereali, frutta, verdure, pane e olio. La carne inizialmente, poco presente nella dieta, comincia ad essere consumata in abbondanza durante la Roma Imperiale. Certamente la dominazione greca condizionò tutti gli aspetti della vita sociale , e quindi anche i gusti alimentari. I greci amavano i sapori forti e l’agrodolce e utilizzavano diffusamente le spezie come coriandolo, maggiorana, cumino, menta, timo e semi di papavero, soprattutto per condire il pane. Vera

e propria ghiottoneria era il Garum, una salsa piccante che si otteneva dalla macerazione di piccoli pesci di mare, salati e seccati. Altrettanto apprezzati erano i dolci come la Piramis, realizzata con frumento tostato, sesamo e modellato a forma di piramide con miele. In genere l’assunzione di cibo avveniva come oggi, più volte al giorno? Per esempio cosa mangiavano a colazione? La Jentaculum era la colazione con pane o focaccia, un fico e del latte o del vino. Il Prandium era il pranzo di mezzodì, sbrigato in piedi, senza bandire la tavola. Consisteva in poco più di una frugale colazione, ricorrente il pane e formaggio accompagnati dagli avanzi della cena; nessun piatto caldo preparato al momento. C’era anche una merenda serale la Vesperta, in sostituzione del banchetto. Le caratteristiche del Simposio. Il simposio era un momento conviviale, in cui confrontarsi su determinati aspetti della vita sociale e gustare vivande e del vino. Vi potevano partecipare solo gli uomini, a differenza del simposio greco dove era

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consentito l’accesso anche alle donne. Il vino veniva prelevato da servi coppieri dai crateri (vasi di terracotta) e versato nei calici dei commensali. Non era un raduno tra ubriaconi e nemmeno un banchetto riservato a professionisti intenditori. Ma era occasione gioiosa per lo spirito e per il corpo. Si beveva e molto, ma il vino era annacquato, con una gradazione fra i 4-5°. Lo si accompagnava a lupini, ceci tostati, nocciole, mandorle, olive, noci, polpette e biscotti mielati. L’incontro era allietato da musiche, danze e rappresentazioni teatrali. Si riscontrano stili alimentari diversi rispetto alle classi sociali? Le classi meno abbienti facevano ampio uso di legumi e sopratutto di lenticchie sotto forme di zuppe. Il vino era bevuto solo nelle grandi occasioni , poiché considerato una bevanda per ricchi. Ricchi che mangiavano diversi tipi di carne e di pesce, conditi con erbe, spezie e olio d’oliva. Per loro

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mangiare era un’arte, fino a trascendere nelle perversione vomitatoria. Il nutrimento era secondario rispetto alla degustazione condivisa di vino e portate. In genere si programmavano cene festose sul modello greco, della durata di 6-8 ore con 7 portate. Ad aprire la cena era il gustum, una sorta di piatto unico a base di lattuga, uova sode,rucola, ravanelli, porro, cipolle, olive, cetrioli, acciughe e allec, (residuo solido del garum) , accompagnato da vino mielato. Seguiva la mensae primae, ossia selvaggina, cinghiale, pollo, anatra, oca , pavone, mammelle di scrofa lesse, cervelli di pavone, fenicotteri, quadrupedi farciti e non, ma anche piatti di pesce pregiati come storioni, orate, sogliole, aragoste in umido, alla brace, fritte e in pasticcio. Seguivano le mensae secunde , ossia mele, pere, uva, fichi, mele cotogne, noci, mandorle, datteri, mirtilli, lamponi, albicocche, ciliegie, biscotti al miele, frittatine di latte, torte farcite

al formaggio, pane e focaccia non lievitati. Gli eccessi alimentari come oggi d’altronde erano deleteri per la salute , afflitta da patologie gastrointestinali, calcolosi , gotta e obesità. Quali i particolari dell’alimentazione nella civiltà di Egnazia? Alcuni reperti archeologici attestano l’uso di cereali, granaglie per la trasformazione in farina da destinare alla preparazione del pane , non lievitato. Il clima temperato favoriva la coltivazione di grano, orzo, farro che tostati e macinati servivano a realizzare piatti come la polenta, con l’aggiunta di latte e verdure. Era molto diffusa la caccia al cervo, al cinghiale e al lupo, ucciso probabilmente in difesa del bestiame domestico. Non esistono resti che confermano la pratica della pesca , eccetto una possibile raccolta di molluschi. Prevalente invece fu l’allevamento del maiale, del bue e degli ovi -caprini.

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gricoltura

Tante le realtà pugliesi premiate

Premio Bandiera Verde Agricoltura 2015

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ono ben 10 le realtà pugliesi che hanno ottenuto il Premio Bandiera Verde Agricoltura 2015. Il riconoscimento -conferito alle eccellenze agricole, all’innovazione, ai comuni, alla tradizione, alla solidarietàha “fatto 13”. Il segno distintivo di qualità promosso dalla Cia (Confederazione italiana agricoltori) è infatti giunto alla tredicesima edizione rivelando, ogni anno, un’agricoltura dall’enorme potenziale inesplorato. I premiati, a livello nazionale, sono stati ben 78, di questi 10 sono realtà pugliesi. La Puglia è la regione che ha ottenuto nel 2015 il maggior numero di riconoscimenti. La premiazione si è svolta a Roma presso la Sala Protomoteca del Campidoglio alla presenza del presidente nazionale Dino Scanavino, del presidente della Commissione Agricoltura alla Camera

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Luca Sani, della vicepresidente della Commissione Agricoltura al Senato Leana Pignedoli, del coordinatore della Commissione Agricoltura della Conferenza delle Regioni nonché Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia Leonardo Di Gioia e del sottosegretario di Stato per le Riforme costituzionali e i Rapporti con il Parlamento Sesa Amici. Non c’è, dunque, solo l’Italia del Colosseo e della Galleria degli Uffizi, dei musei, dei poeti, dei santi, dei navigatori e del malaffare. C’è anche l’Italia degli Agrichef, della solidarietà rurale, dei Comuni “primi della classe” e delle migliaia di prodotti agroalimentari tradizionali e innovativi. Anche se il contesto generale del Paese non è ancora idilliaco, c’è chi nell’agricoltura e nel territorio rurale cerca, e spesso trova, energie per superare difficoltà e creare situazioni di reddito e svi-

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luppo. La nuova tendenza, che emerge dal profilo dei premiati di “Bandiera Verde”, è quella di sfruttare anche l’indotto generato da un’agricoltura funzionale a un nuovo modello di turismo. Il turismo enogastronomico e rurale in Italia, infatti, continua il suo costante trend positivo con un giro d’affari calcolato in circa 6 miliardi di euro, e attualmente rappresenta uno dei veri “asset” del valore per il “made in Italy”. Valorizzare il comparto gastronomico significa valorizzare la cultura italiana dell’enogastronomia, rafforzando il valore dei prodotti locali e l’identità culturale nazionale. Tutto comincia dalla multifunzionalità. Il segreto del successo delle aziende agricole più competitive è proprio la valorizzazione delle attività connesse, che in 7 casi su 10 sono interpretate in chiave innovativa. Ma sempre nel solco delle tradizioni, delle tipicità locali e della sostenibilità ambientale. Bandiera Verde dal 2003 a oggi sventola in oltre 300 tra aziende, comuni, province, parchi e associazioni, ed è stata consegnata a decine di professionisti e intellettuali. Tra i premiati di “Bandiera Verde” ci sono anche tanti agricoltori “custodi” della biodiversità, del paesaggio rurale e del suo patrimonio storico, culturale e archeologico. C’è chi ha fatto della propria masseria con lago annesso uno scrigno

naturalistico in cui macchia mediterranea, querce alte 20 metri, ulivi e piante acquatiche convivono con bovini e uccelli migratori; chi valorizza e mantiene un antico frantoio ipogeo interamente scavato nella roccia. Ma non solo. I premi consegnati evidenziano il fondamentale contributo della multifunzionalità al reddito agricolo, che nelle aziende diversificate arriva al 25% delle entrate complessive, superando anche il 30% nel caso delle imprese “under 40”; ma dimostra ancora una volta l’affermazione dell’agricoltore come imprenditore “multiruolo” e “custode”, capace cioè non solo di produrre dai campi ma di preservare l’ambiente, di qualificarlo attraverso l’attività turistica, di costruire sistemi territoriali capaci di rispettare la natura e le caratteristiche di quell’area. Ma tra i premiati con “Bandiera Verde” per il 2015 ci sono anche realtà che si sono particolarmente distinte nei sei mesi di Cia in Expo: dallo stilista Michele Gaudiomonte, che ha fatto sfilare “donne ulivo” e “donne papavero”. E ancora: il gruppo Terraròss della Bassa Murgia, che mira a riscoprire la cultura del territorio dando voce e musica alle storie del passato e, soprattutto, gli Agrichef lanciati da Turismo Verde per insegnare a mangiare “secondo campagna” in un connubio perfetto tra agriturismo e ristorazione.

Questi i premiati della regione Puglia: BANDIERA VERDE Comune di Troia (Foggia) Comune di Giuggianello (Lecce) Azienda agricola agrituristica Vòioro (Lecce) Masseria Tafuri (Taranto) Comune di Cisternino (Brindisi) – rinnovo Istituto comprensivo “Pascoli-Giovinazzi” (Taranto) - rinnovo BANDIERA VERDE EXPO (sezione speciale riservata a chi si è particolarmente distinto in Expo 2015) Azienda Le Grotte di Sileno (Taranto) Agriturismo Marina Piccola (Taranto) Stilista Michele Gaudiomonte (Taranto) Gruppo Musicale Terraross (Ta) N° 21 - 1 DICEMBRE 2015

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Il grano duro più famoso d’Italia

Crea: celebrati a Foggia i 100 anni della varietà Senatore Cappelli

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a 100 anni, ma non li dimostra il grano duro più celebre d’Italia: la varietà Senatore Cappelli. Frutto del genio di Nazareno Strampelli, fu rilasciata nel 1915 e deve il suo nome a Raffaele Cappelli, il senatore che mise a disposizione dello scienziato per le sue attività di ricerca e sperimentazione la “Masseria Manfredini” a Foggia. Proprio lì, nel 1919, l’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura avrebbe costituito formalmente la Stazione Fitotecnica per le Puglie (oggi Centro di Ricerca per la Cerealicoltura del CREA). Ed è stato appunto il CREA di Foggia ad organizzare una giornata celebrativa ricca di eventi: un convegno scientifico, una tavola rotonda e un momento degustativo con le invenzioni culinarie dello chef Peppe Zullo ispirate dal grano Cappelli. Al convegno, oltre alle istituzioni, sono intervenuti esponenti del mondo scientifico e accademico nonché di quello produttivo. Si è par-

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lato della storia della varietà e del suo contributo al miglioramento genetico del frumento duro in Italia; sono state delineate le nuove sfide della ricerca applicate alla produzione di pasta e pane; sono stati individuati nuovi approcci per decodificare il genoma del frumento duro, che muove i suoi passi proprio dalla varietà Cappelli. La tavola rotonda invece è stata dedicata alle prospettive economiche per i prodotti di nicchia all’interno del mercato agroalimentare. D’altronde, come afferma Nicola Pecchioni, il direttore del CREA di Foggia: “ è ininterrottamente coltivata da decenni, ha contribuito alla crescita della cerealicoltura e dell’industria agroalimentare Italiana, ha dato il via al miglioramento genetico moderno del grano duro e, ancora oggi, alimenta una filiera dedicata allo sviluppo di prodotti sostenibili di alta qualità». La varietà Cappelli è stata selezionata per linea pura (cioè con le piante migliori) dalla varietà locale tunisina

“Jean Rhetifah” e si caratterizza per un contenuto proteico elevato. Molto diffusa sul territorio fino agli anni sessanta e largamente utilizzata negli incroci, è presente nella genealogia di quasi tutte le varietà moderne. Il mantenimento in purezza è assicurato dal Centro di Ricerca per la Cerealicoltura del CREA, che fornisce il seme di base per la produzione del seme, certificato secondo la legislazione sementiera. Il ritrovato interesse da parte dei consumatori, a distanza di 100 anni, è legato essenzialmente alle peculiari caratteristiche organolettiche della pasta prodotta con questa varietà. “Il CREA – ha affermato il commissario CREA Salvatore Parlato concludendo i lavori della giornata - intende raccogliere l’eredità di Nazareno Strampelli che ha fatto grande la nostra agricoltura per affrontare le sfide che ci attendono: dal cambiamento climatico alla biodiversità, dalla domanda crescente di cereali all’utilizzo sempre più sostenibile delle risorse ambientali”.

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La prima edizione della rassegna Fruit&Veg System Verona, dal 4 al 6 maggio 2016

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ruit & Veg System intende rappresentare il contesto più importante con le potenzialità logistiche, strutturali e di relazioni necessarie per proiettare il modello ortofrutticolo mediterraneo nella competizione globale,valorizzando eccellenze che coinvolgono tutti i segmenti della filiera: dal prodotto al know how dei processi, alle tecnologie di produzione, lavorazione e distribuzione. Quattro le parole chiavi che l’iniziativa intende perseguire: qualità, certificazioni, sviluppo e ricerca. Qualità come espressione delle eccellenze di prodotto e dell’intera filiera che caratterizzano le realtà del Mediterraneo e in particolare l’Italia, che occupa posizioni di assoluto prestigio in tutti i settori, come espressione di un’offerta di prodotti, tecnologie e servizi in grado di soddisfare i bisogni di clienti intermedi e consumatori internazionali. Certificazioni invece dei sistemi di filiera e di prodotto, tea di grande rilevanza all’interno della manifestazione, che sarà sviluppato attraverso seminari di approfondimento, work shop, convegni e la presenza di

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Veronafiere con Agrifood Consulting danno il via alla prima edizione della rassegna Fruit&Veg System, in programma a Verona dal 4 al 6 maggio 2016 . La nuova iniziativa nasce con l’obiettivo di essere un punto di riferimento per il sistema ortofrutticolo mediterraneo, dove operatori e buyer si incontrano anche per delineare le strategie del settore partendo da qualità, certificazioni, nuovi mercati avendo ben presente che ogni proposta deve fornire risposte adeguate ai bisogni di internazionalizzazione di imprese ed associazioni

spazi espositivi dedicati. L’obiettivo sarà dimostrare agli operatori del settore la necessità delle certificazioni, come strumento indispensabile per la valorizzazione, commercializzazione, posizionamento e differenzazione del prodotto ortofrutticolo e delle attività imprenditoriali della filiera nei confronti del mercato e dei consumatori. Infine sviluppo inteso come potenziamento della capacità di innovazione in tutti gli stadi della filiera al fine di individuare nuovi percorsi di crescita internazionale per il “sistema mediterraneo” e ricerca finalizzata al trasferimento tecnologico e di conoscenze funzionali allo sviluppo di modelli di produzione e di business sostenibili e certificabili. L’ evento intende coinvolgere tutti gli stakeholder delle filiere

orticole e frutticole e si presenta con una specifica connotazione per i due comparti e una particolare attenzione al mercato, alla fase della commercializzazione e all’incontro con player internazionali. L’ attenzione sarà rivolta particolarmente ai seguenti mercati: Emirati Arabi, Arabia Saudita, Stati Uniti, Canada , Cina e Russia. Fiore all’occhiello della manifestazione sarà la realizzazione di un osservatorio stabile, istituito in partnership con Università e società di ricerca di rilevanza internazionale, che avrà l’obiettivo di analizzare le tendenze dei consumi sui nuovi mercati e indirizzare le attività economiche degli operatori di mercato. La prima edizione della rassegna sarà presentata a Roma nel mese di dicembre 2015.

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L’ evento si terrà a Bari il prossimo 10 dicembre

27° Forum di medicina vegetale: quale futuro per le piante?

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l prossimo 10 dicembre è in programma a Bari il 27° Forum di medicina vegetale “Quale futuro per le piante? Innovazione, sostenibilità, aspetti regolatori europei e... paradossi del nostro tempo”, organizzato da Associazione nazionale tecnici specialisti in agricoltura Antesia, Associazione regionale pugliese dei tecnici e ricercatori in agricoltura Arptra, Europe Direct Puglia, Centro di ricerca, sperimentazione e formazione in agricoltura Crsfa “Basile Caramia”, Associazione italiana per la protezione delle piante Aipp, in collaborazione con Image Line. L’evento, in programma alle 9.15 al Nicolaus Hotel, è suddiviso in tre sessioni. La prima, moderata da Ivano Valmori direttore responsabile di AgroNotizie, è intitolata “Quale futuro per le piante? Innovazione, sostenibilità, aspetti regolatori eu-

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ropei e... paradossi del nostro tempo” vedrà gli interventi di Luigi Radaelli, amministratore delegato di Syngenta Crop Protection, Vittorio Veronelli, vicepresidente di Global Ibma, Beatrice Mautino, biotecnologa e divulgatrice scientifica, Roberto Defez dell’Istituto di bioscienze e biorisorse Cnr di Napoli ed Ettore Capri dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza. La seconda sessione sarà dedicata alle comunicazioni delle Società agrochimiche che presenteranno i loro prodotti con interventi programmati di sette minuti ciascuno. Nella Sala 5 del Centro congressi Nicolaus Hotel dalle 12.00 alle 13.30 si svolgerà un approfondimento per i distributori di agrofarmaci. Nel corso della terza sessione, in programma alle 16.30 e moderata da Alfonso Germinario di Agroinforma Tv-Telesveva, verrà approfondito il tema della Xylella fastidiosa:

saranno illustrate le nuove acquisizioni e sarà fatta un’analisi della vicenda. Alla tavola rotonda parteciperanno Donato Boscia dell’Istituto di virologia vegetale del Cnr di Bari, Anna Percoco dell’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia, Franco Valentini del Ciheam di Bari, il giornalista Donatello Sandroni, Antonio Boschetti direttore de L’ Informatore Agrario, il giornalista Lino Patruno e Marco Ferrazzuoli capo ufficio stampa del Cnr. Le conclusioni saranno affidate all’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Leonardo Di Gioia.

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BUYER INTERNAZIONALI A “CACCIA” DI TURISMO RURALE

AGRITURISMO E CIBO ‘MADE IN ITALY’ AD EXPO ITM A LECCE

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l successo di Expo Itm di Lecce, la Borsa Internazionale del Turismo giunta alla IV^ edizione, passa attraverso l’agriturismo, l’enogastronomia e la cultura. Grande interesse dei buyer inglesi, belgi e italiani a percorsi nelle aree rurali e al cibo ‘made in Italy’, come testimoniato dal Presidente Nazionale di Terranostra, l’Associazione agrituristica di Coldiretti, il siciliano Alessandro Chiarelli, intercettato dai buyer sia per la ricettività che per il food. “La qualità del servizio, la bontà del cibo e la bellezza delle nostre strutture e delle mille campagne italiane – ha rilevato Chiarelli, presente alla manifestazione fieristica– riescono a far superare il limite che le nostre aziende hanno in termini di numero di camere. E’ un turismo colto e ricco quello più attento alla nostra offerta di cibo, tradizione, storia e capacità di raccontare il territorio e l’attività agricola che è sempre alla base dell’attività agrituristica”. Incontri BetoBe con 30 buyer, oltre

a 15 buyer internazionali di food di eccellenze tipiche da Austria, Russia, Slovacchia, Angola e Ghana e un vasto pubblico di visitatori. “L’agriturismo si conferma il vero motore della vacanza ‘made in Italy’ – dichiara Carlo Barnaba, Presidente di Terranostra Puglia - unico segmento in costante e continua crescita nel panorama dell’offerta turistica nazionale con il raddoppio dei viaggi. Nonostante la crisi, sono raddoppiati anche gli italiani che fanno le vacanze in Italia per motivi enogastronomici. L’Italia è l’unico paese al mondo che può contare anche sulla leadership europea nella produzione biologica e nell’offerta di prodotti tipici”. Si rafforza il binomio cibo e cultura. L’offerta di attività ricreative e culturali è aumentata in misura crescente nel corso degli ultimi anni, rispettivamente del 26,5 e del 22,4 percento. “Il turismo enogastronomico è un settore che in Italia vale 5 miliardi di euro – commenta Marianna Miceli, responsabile organizzativo di Expo Itm - che anche in Puglia sta vivendo una fase positiva. Merito dei prodotti tipici, che costituiscono uno dei principali motivi di attrazione della nostra regione per i turisti, in particolare stranieri. È necessario, allora, valorizzare ulteriormente le eccellenze del nostro patrimonio per attrarre nuovi flussi di visitatori nei territori rurali e dare maggiore impulso all’economia e all’occupazione locale. In quest’ottica Expo ITM è la prima esperienza di borsa del turismo che integra realmente il food”. Molti di questi prodotti possono essere gustati in uno degli 8.000 agriturismi di Campagna Amica in Italia, ma anche acquistati nei 705 Mercati degli agricoltori di Campagna Amica e nelle Botteghe presenti su tutto il territorio nazionale dove si trovano percorsi enogastronomici, città del gusto, fiere e sagre territoriali che sostengono il settore.

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Anche il turismo ecologico registra un andamento record aumento del fatturato e delle presenze, anche per l’offerta di sistemazioni low cost in agriturismi o campeggi. E’ significativa, tra gli amanti della vacanza a contatto con la natura, la presenza dei giovani tra i 16 ed i 30 anni che sono ben il 23,2 % mentre per quanto riguarda le strutture di ospitalità ad essere privilegiati rispetto alle tradizionali vacanze

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sono gli agriturismi, scelti da oltre il 20 per cento dei vacanzieri ecologici. In sintesi è cresciuto di un ragguardevole 27% il dato relativo all’affluenza di turisti stranieri, l’offerta di attività ricreative e culturali è aumentata in misura crescente nel corso degli ultimi anni, rispettivamente del 29 e del 24 percento. Sono ormai oltre 500.000 le presenze annue registrate nelle aziende agritu-

ristiche pugliesi, con un volume d’affari di oltre 16 milioni di euro, tra pernotto, ristorazione e vendita diretta di prodotti agricoli. Si tratta di cifre considerevoli se si pensa che le strutture attive sono meno di 350. Ciò testimonia che il turismo pugliese non è solo mare, piuttosto volano per lo sviluppo di tutto il territorio, elemento di promozione del paesaggio, della cultura e dei prodotti agroalimentari locali.

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gricoltura

Il fornitore globale principale europeo di frutta e verdura è la Spagna

Il commercio ortofrutticolo nella UE vale oltre 100 miliardi di euro

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econdo i dati forniti dal servizio statistico Euroestacom (Icex-Eurostat) con i codici TARIC (tariffa integrata dell’Unione Europea), durante la stagione 2014/15 l’Unione Europea ha investito in totale circa 101 miliardi di euro nell’acquisto di 97 milioni di tonnellate di frutta e verdura. Tra il primo settembre 2014 e il 31 agosto 2015 il fornitore globale principale di frutta e verdura nella UE è stata la Spagna, con vendite pari a 18 milioni di ton circa, il 19,02% del totale, per un valore di 19 miliardi di euro a un prezzo medio di 1,03 euro al kg. Il secondo fornitore più grande sono stati i Paesi Bassi, con 13 milioni di ton circa (14,18%) per un valore di 14,4 miliardi di euro circa. Il prezzo medio delle vendite ortofrutticole olandesi è stato di 1,048 euro al kg. Il terzo Paese in classifica è risultata la Francia, con vendite di ortofruttico-

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li nell’UE pari a 8,4 milioni di ton circa, l’8,66% del totale. Il valore di queste vendite ha totalizzato 5 miliardi di euro circa, con un prezzo medio di €0,6 al kg. Altri fornitori importanti oltre ai primi dieci sono il paese extra-UE Marocco, in dodicesima posizione con circa 1,8 milioni di ton con un valore di quasi 2,15 miliardi di euro; Turchia, al tredicesimo posto con 1,57 ton circa e con un valore di 3,24 miliardi di euro circa; Grecia, al quattordicesimo posto con 1,34 ton e 1,06 miliardi di euro ed Egitto, al sedicesimo posto con vendite pari a 1,12 milioni di ton per un valore di oltre 1 miliardo di euro. Verdure Nella scorsa campagna, le vendite di verdure dell’UE hanno raggiunto un volume di 44,5 milioni di ton per un valore di 37,2 miliardi di euro, con un prezzo medio di 0,84 euro al kg. I Paesi Bassi sono stati il principale fornitore di verdure della UE in termini di

volume, mentre la Spagna è in testa alla classifica in termini di valore. Le vendite olandesi hanno raggiunto 8,79 milioni di ton (19,76%) per un valore di 7,87 miliardi di euro, con un prezzo medio di 0,90 euro al kg. La Spagna ha venduto quasi 8,17 milioni di ton di verdure (18,36% del totale) per un valore di 8,3 miliardi di euro, con un prezzo medio di 1,02 euro al kg. Il terzo fornitore più grande è stata la Francia, con vendite pari a oltre 6,54 milioni di ton (14,71%) per un valore di 2,48 miliardi di euro, con un prezzo medio di 0,43 euro al kg. Frutta Per quanto riguarda la frutta, la Spagna è di gran lunga la prima in classifica con un volume di quasi 10,28 milioni di ton (19,57%) per un valore di 10,73 miliardi di euro e un prezzo medio di 1,04 euro al kg. Con la metà del volume spagnolo, i Paesi Bassi si piazzano al secondo posto. Questo Paese, infatti, ha venduto quasi 4,97 milioni di ton di frutta all’UE, il 9,45% del totale. Queste spedizioni avevano un valore di quasi 6,55 miliardi di euro con un prezzo medio di 1,32 euro al kg. Il terzo posto nella classifica dei più grandi fornitori di frutta dell’UE è occupato dal Belgio, con un volume di quasi 3,36 milioni di kg (6,38%) per un valore di oltre 3,15 miliardi di euro e un prezzo medio di 0,94 euro al kg.

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35MILA TNL DI PRODOTTO SENZA REQUISITI AMBIENTALI E FITOSANITARI

OLIO: CRESCE L’ALLARME IMPORTAZIONI DALLA TUNISIA

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on era infondata la nostra preoccupazione circa i piani della Commissione europea di aumentare in maniera significativa i contingenti d’importazione in franchigia doganale per l’olio di oliva tunisino. Oltre all’accesso di quantitativi immessi sul mercato che andranno certamente a procurare un danno sul fronte commercializzazione e prezzi del prodotto pugliese, è assurda la volontà di allargare la proposta a tutti i tipi di olio di oliva tunisino per cui non devono essere rispettati i requisiti ambientali e fitosanitari rigidi cui i pro-

dotti europei devono attenersi, immettendo sul mercato italiano prodotto di discutibile qualità e sicurezza alimentare e creando una evidente quanto sleale concorrenza”. E’ il Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, a commentare quanto emerso nel corso del gruppo di lavoro “Olio di oliva” del Copa-Cogeca, il Comitato delle organizzazioni professionali agricole dell’Unione europea, che ha stigmatizzato ‘la proposta della Commissione europea volta ad accordare alla Tunisia un accesso temporaneo supplementare al mercato europeo con un contingente d’importa-

zione in franchigia doganale di 35.000 tonnellate di olio di oliva all’anno per un periodo di due anni, mentre abbiamo un’offerta sufficiente di un prodotto europeo di qualità sul mercato dell’UE”. “E’ più che mai urgente togliere il segreto sulle importazioni di materie prime alimentari dall’estero – denuncia il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – perché sapere chi sono gli importatori e quali alimenti importano rappresenta un elemento di trasparen-

za e indubbio vantaggio per i consumatori e per la tutela del ‘made in Italy’ agroalimentare. Il flusso ininterrotto di prodotti agricoli che ogni giorno dall’estero attraversano le frontiere serve a riempiere barattoli, scatole e bottiglie da vendere sul mercato come Made in Italy. Nel corso dell’ultimo decennio le importazioni complessive di oli di oliva in Puglia sono cresciute più rapidamente delle esportazioni, confermando il sostanziale deterioramento della posizio-

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ne competitiva della filiera pugliese sui mercati esteri. Le importazioni complessive di oli di oliva ammontano in media a circa 87.000 tonnellate, di contro le esportazioni si aggirano sulle 38.000 tonnellate”. Gli oli stranieri vengono importati principalmente da Spagna, Grecia e Tunisia, acquistati a prezzi più bassi rispetto al prodotto regionale e utilizzati dagli imbottigliatori per l’ottenimento di blend con oli regionali.

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R s assegna

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tampa

Da “La Repubblica” (di Chiara Spagnolo)

Lo spot anti Salento dell’oleificio tarantino

l nostro olio è sano, noi non siamo il Salento”: la pubblicità dell’oleificio Castria di Ginosa, nel Tarantino, rimbalza sui social network suscitando reazioni sdegnate da parte di chi si batte per salvare gli ulivi salentini. E delle centinaia di olivicoltori leccesi e brindisini che da mesi cercano di spiegare al mercato che la presenza di xylella sugli alberi non inficia la qualità dell’olio. La presenza del batterio viene invece usata dall’azienda tarantina per esaltare, per contrasto, la qualità del proprio prodotto, l’extravergine delle Gravine, in un messaggio che - dicono i Castria dopo che la polemica è esplosa- “in realtà è stato frainteso”. Il Salento ora ha la xylella - si sente nello spot con tanto di immagini di piante secolari e contadini al lavoro - Noi abbiamo gli ulivi sani, benvenuti nella terra delle Gravine”. La pubblicità è andata in onda sul canale 519 di Sky,

che trasmette i programmi della pugliese TrmNetwork, e poi è stata postata sulla pagina Facebook di uno dei comitati di difesa dell’ulivo, scatenando una pioggia di critiche. Compresa quella del governatore pugliese Michele Emiliano: “La Regione Puglia chiederà risarcimenti milionari a chiunque manderà in onda lo spot e all’azienda che lo ha commissionato, se non sarà seguito immediatamente da altro messaggio pubblicitario nel quale con la stessa rilevanza ci si scusa delle menzogne propalate”. E dopo l’intervento del governatore l’azienda chiede scusa al Salento e ai suoi imprenditori e indicato all’emittente televisiva incaricata di interrompere la trasmissione di uno spot - si spiega in un comunicato - che “non voleva ledere l’immagine della Puglia né del Salento”. La stessa azienda ha anche “incaricato l’emittente per la trasmissione di un nuovo spot avente contenuti solidali”.

Riceviamo e Pubblichiamo “Non basta pagare multe salate nè scusarsi a posteriori. Diffondere uno spot come quello dell’oleificio tarantino, circolato nelle ultime ore sulle tv locali, significa rinnegare le proprie Radici. Perché quando rinneghi la tua Terra, perdi il diritto all’Identità. La Nazione è come un’anima, un principio spirituale fondato sulla consapevolezza di un’eredità millenaria di memoria. E se noi - Italiani, Pugliesi e Salentini stiamo assistendo allo sradicamento dei nostri alberi con le lacrime agli occhi,

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come se si infliggesse l’eutanasia a cittadini come noi, è anche per il bene comune dell’intera Regione. Perché la malattia non si propaghi ulteriormente. Rinnegare le proprie Radici, agendo da sciacalli nei confronti della nostra economia e reputazione, è perdere se stessi. E non riesco a pensare a nulla di più triste che non sentire di appartenere alla Terra dei nostri Padri”. Federica De Benedetto Vice coordinatrice Forza Italia Puglia

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ootecnia

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Gli industriali vogliono pagare il latte 35 cent al litro

Prezzo del latte, la battaglia continua

ontinua la battaglia fra allevatori e industria sul prezzo del latte. Nonostante alcuni passi avanti da parte dell’industria le parti stanno ancora distanti e i presidi continueranno. L’industria, compresa il gruppo Lactalis, continua a ritenere valida una proposta che porta il prezzo minimo a 35 centesimi per i contratti in scadenza. Questo vuol dire che quelli che venivano pagati 33,9 centesimi sarebbero stati ora pagati 35. Ulteriore passo avanti da parte degli industriali è stata la cessazione dell’indicizzazione del prezzo tedesco. Ma la proposta non è stata ritenuta sufficiente dagli allevatori. Il ministro Maurizio Martina si trova quindi nelle condizioni di dover essere ‘arbitro’ in una disputa che si ripete ogni anno ma che mai come questa volta si è accesa anche

a causa della grave crisi in cui versa il settore. Proprio il Governo ha preso recentemente alcune misure a favore del settore che inciderebbero (sul litro) in circa 1,2 centesimi attraverso l’intervento dell’Imu, dell’Irap e dell’aumento della compensazione Iva portata al dieci per cento (per un valore di 30 milioni). A tutto questo si va ad aggiungere il fondo latte da 55 milioni e l’aumento di compensazione tra produttori sulle multe della scorsa campagna del valore di cento milioni di euro di restituzioni di cui 20 sono stati dati a 1260 allevatori che altrimenti, con la 113 di Zaia, sarebbero rimasti esclusi. Questo vuol dire che sulla carta, se gli allevatori avessero chiuso a 35 è come se avessero chiuso a 36,2. Ma solo sulla carta. La realtà sono gli allevatori che rimangono in piazza a continuare a far valere il prezzo del prodotto italiano.

Sostituisce Pietro Laterza

Giuseppe Lillo nuovo Presidente dell’Apa Bari

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stato eletto il nuovo Presidente dell’associazione Provinciale Allevatori di Bari: è il castellanese Giuseppe Lillo che sostituisce Pietro Laterza a capo dell’Associazione negli ultimi 18 anni. “Non posso che salutare e ringraziare per il lavoro svolto il presidente e il consiglio uscenti - ha dichiarato il neopresidente Lillo – consapevole che bisogna garantire al settore zootecnico quella dignità che nell’ultimo decennio è andata perdendo, dato negativo testimoniato dal brusco crollo del numero di aziende attive. Stimoleremo le istituzioni regionali e nazionali affinché si possano creare i presupposti per consentire alle aziende serie e sane di lavorare e produrre, garantendo il giusto reddito agli allevatori”. Allevatore,classe 1962,è titolare di un’azienda zootecnica di 80 capi di razza Bruna di alta genealogia a ridosso del canale di Pirro ad Alberobello.

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mbiente

Nel Palazzo baronale di Scanzano Jonico

La sostenibilità ambientale in aree agricole del Metapontino

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resentato a Scanzano Jonico il Progetto Puffer: come far convivere agricoltura e turismo in maniera armonica preservando l’ambiente e la qualità delle colture. Distrarre gli insetti maschi utilizzando feromone diffuso da appositi erogatori così da impedire di fatto l’accoppiamento e la conseguente deposizione delle larve. Il metodo è in corso di sperimentazione in circa dieci aziende fra quelle associate alla Op Asso Fruit Italia e consente di contenere drasticamente il ricorso a insetticidi preservando così l’ecosistema e favorendo l’integrazione fra i sistemi economici agricolo e turistico – archeologico. Il progetto è stato sviluppato dall’Alsia in partnership con la Op, il comune di Scanzano Jonico e la Regione Basilicata. L’incontro, un importante momento conoscitivo e divulgativo aperto a tutti ( e con pubblico dibattito finale) ha visto la partecipazione di Francesco Garofalo (sez. Turismo,

Confindustria Basilicata), l’onorevole Cosimo Latronico, primo firmatario del Disegno di Legge del Parco della Magna Grecia, Giovanni Lacertosa, Centro di Saggio CdR Agrobios – Alsia, Domenico Romaniello, direttore Alsia, il sindaco di Scanzano, Salvatore Iacobellis, Arturo Caponero, Servizio Difesa Integrata (Alsia), Andrea Badursi, direttore generale Asso Fruit Italia. Le conclusioni sono state affidate all’assessore regionale all’agricoltura, Luca Braia. Il direttore generale AFI, Andrea Badursi ha così commentato l’iniziativa: “Si tratta di una sperimentazione che stiamo conducendo e che sta dando risultati soddisfacenti su più fronti. Ancora una volta la collaborazione con gli enti di ricerca, il questo caso Alsia – Agrobios, sta dando i suoi frutti. Il sistema che si sta sperimentando in alcune delle nostre aziende associate favorisce l’armonica convivenza fra agricoltura e turismo, pilastri del sistema economico del Metapontino e della Basilicata. Inoltre, stiamo registran-

do che si riduce il ricorso a principi attivi a tutto vantaggio della qualità dell’ambiente, senza tralasciare anche il risparmio che ogni azienda può riscontrare dal momento che deve destinare meno risorse all’acquisto di prodotti utili a combattere gli insetti nocivi”.

Originario di Canosa

DONATO ROSSI NUOVO PRESIDENTE DI CONFAGRICOLTURA PUGLIA

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ambio al vertice di Confagricoltura Puglia. E’ Donato Rossi il nuovo presidente regionale dell’organizzazione degli imprenditori agricoli. Eletto dall‘assemblea generale, Donato Rossi subentra a Umberto Bucci che ha guidato la Confagricoltura Puglia per cinque anni. “Continueremo nel segno della continuità a portare avanti ciò che è stato ben implementato dalla presidenza Bucci - dichiara il neoeletto presidente Rossi - guardano avanti, con l’intento di generare un sistema sindacale e associativo capace di rispondere alle nuove esigenze e alle nuove prospettive delle nostre aziende per aumentarne la competitività”. Sono stati eletti vicepresidenti: Donato Taurino di Brindisi e Gerardo Giovinazzi di Taranto. Donato Rossi, di Canosa di Puglia,

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proviene da generazioni di imprenditori agricoli impegnati in particolare nel campo dell’olivicoltura. Sua una delle aziende più all’avanguardia della regione, “Agri DoRo srl”, dove Donato Rossi mette in pratica il suo motto: “innovazione sostenibile”. E infatti nella sua azienda sono state progressivamente introdotte innovazioni colturali e un moderno programma di trasformazione, imbottigliamento e commercializzazione del prodotto. “Confagricoltura è stata per me in tutti questi anni - spiega Donato Rossi - una grande fonte di esperienze. Il confronto attivo con la parte migliore dell’imprenditoria agricola nazionale e locale mi ha dato gli strumenti conoscitivi che oggi intendo mettere a disposizione di questo mandato che mi è stato affidato”.

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gricoltura

Approfondimento su una delle colture del momento

Non basta dire melograno: per farlo diventare un business serve la giusta tecnica

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erchiamo di comprendere meglio il mercato del Melograno parecchio in espansione nell’ultimo periodo e come per farlo diventare business serva la giusta tecnica. Oggi l’Italia importa tra 10 e 12.000 container di frutti di melograno da consumo fresco. Il mercato dunque esiste già; per non parlare dei molteplici utilizzi della melagrana in prodotti trasformati come succhi, estratti concentrati, coloranti naturali, IV gamma, vini, capsule e perfino prodotti estetici! Se si con-

sidera l’indotto, oltre che la produzione, ogni ettaro di melograno può creare fino a 15 nuovi posti di lavoro. Il clima dell’intero Sud e della Puglia in particolare è l’ideale per lo sviluppo e la buona colorazione dei frutti. Il meridione potrebbe coprire il calendario produttivo che va da settembre ad aprile. Quando però si fanno certi investimenti, bisogna anche guardare al ROI, cioè al ritorno sull’investimento stesso. Perciò c’è una bella differenza se si riesce a raccogliere 20 tonnellate di frutta per ettaro o se ne raccol-

gono invece 40. Occorrono 18 mesi perché la pianta allevata in vivaio sviluppi un buon apparato radicale. A quel punto, lo stress da post-trapianto è ridotto al minimo e l’attecchimento è garantito. Poi in campo: baulature del terreno per la messa a dimora delle piante, copertura del suolo con plastica bianca riflettente, uso di manometri per l’esatta misurazione del fabbisogno idrico della coltivazione, forma di allevamento ad Y degli alberi, con cavi di supporto ai rami, corretta insolazione della pianta, accurato sesto d’impianto.

In Puglia superati i 200 ettari coltivati

CANAPA: LA CAMERA APPROVA LA LEGGE DI SOSTEGNO ALLA FILIERA

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on il voto unanime della Commissione Agricoltura in sede legislativa (astenuto solamente Catanoso, ForzaItalia), la Camera approva il testo unico della proposta di legge per sostenere ed incentivare la filiera della canapa industriale. Due gli elementi fondamentali della proposta di legge che continuerà ora il suo cammino al Senato: l’aumento del principio attivo Thc e lo stanziamento di 1,5 milioni di euro per gli impianti di trasforma-

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zione. A tal caso bisogna ricordare come negli anni ’40, con 90mila ettari coltivati sul territorio nazionale, gli italiani erano i secondi al mondo nel settore e producevano più canapa di questo se ne produce oggi in tutto il mondo, con 85mila ettari al 2011 a livello globale. Accantonata dall’avvento dell’industrializzazione ed il “boom economico” che portarono nel nostro Paese le fibre sintetiche proveniente dagli Stati Uniti, la canapa finì presto nel dimenticatoio osteggiata anche da leggi come la

Cossiga del 1975 contro gli stupefacenti che ne vietò la coltivazione. In Puglia, sono stati oramai superati i 200 ettari coltivati.

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Sui programmi “Frutta, latte e verdura nelle scuole”

De Castro: “Educazione alimentare nelle scuole: braccio di ferro tra Consiglio e Parlamento UE”

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Bruxelles stiamo assistendo a un vero e proprio braccio di ferro tra Consiglio e Parlamento sui programmi di educazione alimentare Frutta, latte e verdura nelle scuole”. Così Paolo De Castro, europarlamentare della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale, commenta l’intervento del presidente del Consiglio dei ministri dell’Agricoltura UE Fernand Etgen. “Se i negoziati con il Parlamento sono stati definiti piuttosto difficili - prosegue De Castro – è perché continuiamo a registrare i tentativi del Consiglio di azzerare i poteri di co-decisione affidatici dal Trattato di Lisbona. Proprio per questa ragione, il nostro team negoziale, guidato dal collega S&D Marc Tarabella, si è rifiutato di negoziare sul programma di educazione alimentare nelle scuole fino a quando il Consiglio non deci-

derà di confrontarsi con il Parlamento su tutti gli elementi presenti nella proposta della Commissione”. “Non accetteremo mai di creare un precedente modificando la base legale di un provvedimento in corso togliendo all’Europarlamento la possibilità di co-decidere. Il tentativo di escluderci dai negoziati, e più in generale dai processi decisionali - conclude De Castro - è un atto grave, che mina la forza rappresentativa dei cittadini nelle istituzioni dell’Unione europea. Per questa ragione, su esplicita richiesta della Commissione Agricoltura, il presidente Martin Schulz si è rivolto a al presidente dell’esecutivo UE Juncker. Ci auguriamo che si riesca quanto prima a riprendere il lavoro su questi programmi che rappresentano un tassello fondamentale sul quale costruire una corretta e sana cultura alimentare dei giovani cittadini d’Europa”.

PROMOSSA DAL PATRONATO EPACA

“COME STAI?” , PER L’EMERSIONE DELLE MALATTIE PROFESSIONALI IN AGRICOLTURA

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n questi giorni il Patronato Epaca della Coldiretti sta avviando una capillare campagna di informazione rivolta a tutti i lavoratori, autonomi e dipendenti, che pur essendo affetti da malattie derivanti dalla propria professione non sono mai stati informati sulle tutele e i riconoscimenti economici che possono richiedere all’Inail tramite Epaca. “La dimensione del

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fenomeno – denunciano gli Operatori del Patronato – è ad oggi sottostimata e molti cittadini non sono a conoscenza del proprio diritto ad un giusto risarcimento da parte dell’Inail per le malattie di origine professionale delle quali è affetto”. Per questo motivo l’Epaca della provincia di Taranto ha avviato una indagine sulle malattie professionali su tutto il territorio invitando tutti la-

voratori a recarsi presso gli Uffici Epaca per la compilazione del questionario e l’eventuale richiesta di malattia professionale Inail. L’Epaca per venire incontro alle esigenze dei propri assistiti ha organizzato, all’interno dei propri uffici, un nuovo gruppo di medici e legali che gratuitamente valuteranno, se il lavoro che hai svolto per anni, può aver creato danni alla persona tutelati dall’Inail.

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groalimentare

“I numeri record testimoniano il nostro successo nel mondo”

Italia: export agroalimentare a quota 27 miliardi di euro in 9 mesi

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l Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, commenta i dati Istat sul commercio estero relativi ai primi 9 mesi del 2015: “Cresce ancora l’export agroalimentare Made in Italy toccando quota 27 miliardi di euro nei primi 9 mesi del 2015. Un dato in crescita di 8 punti percentuali rispetto allo scorso anno e che nel solo mese di settembre vede l’export agroalimentare superare i 3,2 miliardi, quasi il 6% in più rispetto al 2014. Un risultato straordinario che evidenzia il grande successo che questo settore sta avendo nel mondo, anche grazie all’occasione avuta con

il semestre di Expo Milano 2015. I 50mila incontri b2b fatti dalle nostre imprese, le visite dei buyer internazionali nei nostri distretti produttivi, sono un’eredità concreta dell’esposizione universale”. “Il Governo è al fianco delle aziende con misure straordinarie - prosegue Marina - per conquistare nuovi spazi sui mercati internazionali. Con la legge di stabilità abbiamo aumentato ancora le risorse per il Piano per l’internazionalizzazione. Per i nostri prodotti stiamo portando avanti, in coordinamento con il Ministero dello Sviluppo economico, una campagna strategica di promozione e di attac-

co all’Italian sounding. Con lo stesso obiettivo abbiamo lanciato il segno unico distintivo agroalimentare ‘The Extraordinary italian taste’. Vogliamo crescere ancora e aiutare le nostre aziende ad essere presenti all’estero, perché il mondo cerca Italia”.

Un confronto dibattito promosso dalla CIA a Monopoli

“Il mercato olivicolo in terra di Bari: problematiche ed opportunità” di Paola DILEO

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el pieno della campagna olivicola 2015 -2016 che si preannuncia quantitativamente e qualitativamente eccellente, l’Agrinova Srl con sede in contrada Laghezza (Monopoli) ha ospitato una delegazione CIA per affrontare le problematiche vecchie e nuove del comparto olivicolo e illustrare le opportunità legate al nuovo PSR e alle prospettive PAC (20142020). Sono intervenuti Giuseppe Creanza , direttore generale della

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CIA Provincia di Bari, Natale Parisi , Vicepresidente della CIA Provincia di Bari, l’agronomo CIA dott. Vincenzo Lorusso e Rosanna De Vita per la CAA CIA. Per l’occasione il direttore Creanza ha informato gli olivicoltori presenti di alcune importanti traguardi: in testa l’accordo di filiera appena siglato per valorizzare l’olio extravergine italiano di qualità. Si tratta di un vero e proprio premio, l’attribuzione di 40 cent. in più al kg per coloro che saranno in grado di produrre un

olio con un’acidità massima di 0.4 e con caratteristiche chimico fisiche migliori rispetto a quelle previste dalle normative vigenti. Tra le nuove criticità scoraggianti per l’olivicoltura nazionale e regionale, la proposta scellerata della CE di aumentare il potenziale di importazione di olio Tunisino in regime di esenzione fiscale dal primo gennaio 2016 al 31 dicembre 2017. “Scelta che la CIA osteggerà nelle sedi opportune” ha assicurato il direttore Creanza.


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CONOMIA

PER LA CRISI DEL SETTORE

ANIMALISTI E ASSOCIAZIONI IPPICHE DA EMILIANO

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e categorie ippiche pugliesi rappresentate da allevatori, proprietari, guidatori, allenatori, gentlemen ed artieri, affiancate dalle associazioni animaliste con Fabio Millarte (WWF Taranto), Fabio De Vincentis (ARPEC) ed Emilio Stola (Ass. Baldo e Togo), con il pieno sostegno dei rappresentanti dell’Ippodromo Paolo Sesto di Taranto hanno consegnato le chiavi di tutte le scuderie dell’intera Regione nelle mani del Presidente Michele Emiliano. Un gesto eclatante perché la crisi, che imperversa da tempo nel settore, ha raggiunto oramai una situazione insostenibile, con il Ministero delle Politiche Agricole che ha sancito la mancanza di liquidità a partire dal 15 novembre, bloccando il calendario ufficiale delle corse. “Oltre 35.000 operatori in tutta

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Italia, una intera filiera dall’agricoltore ai guidatori e gentlemen, passando per i proprietari dei cavalli, si accinge a chiudere i battenti definitivamente. Il Governo Renzi, in continuità con chi lo ha preceduto, ha perpetrato infatti in quell’immobilismo che ha incancrenito ed impoverito il settore, anno dopo anno, nonostante la florida condizione di qualche lustro fa – commenta il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura – A tutti gli operatori ippici va tutta la mia vicinanza e solidarietà. Sin dal primo giorno a Montecitorio, ho lavorato per rilanciare la filiera ippica, presentando una proposta di legge che si è incamminata alla Camera fino a quando il Governo Renzi ha deciso di rubare la discussione al Parlamento, semplicemente per creare nuovo immobilismo. L’ip-

pica attende da tempo manovre e riforme ma il Partito Democratico ha puntato sulle slot machine abbandonando un intero settore che coniuga agricoltura, natura, sport, divertimento”.

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