FOGLIE n.21/2018

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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE

PATRIMONIO DELL’UMANITà

Muretti a secco, la scelta dell’Unesco: Determinanti per prevenire alluvioni e valanghe”

agricoltura

Xylella, in arrivo 30 mln di € dal Governo Lavoro nei campi, Puglia prima in Italia Psr, Puglia ultima in Italia per risorse spese

N° 21 • 1 dicembre 2018


FMC presenta Omnera LQM ®

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FMC ha presentato ai numerosi agricoltori presenti “OMNERA® LQM®”, nuova tecnologia per prestazioni migliori. La tecnologia LQM® è rivoluzionaria nella chimica delle solfoniluree perchè combina vari principi attivi con diversi meccanismi d’azione in una formulazione liquida ottimizzata per creare nuovi prodotti unici per i coltivatori di cereali. I benefici della nuova formulazione includono: una formulazione che consente di avere gocce di dimensioni ideali, elevata ritenzione dello spray e migliore copertura delle superfici fogliari, migliore capacità di assorbimento e traslocazione dei principi attivi all’interno della pianta. OMNERA® LQM® è un erbicida selettivo per il controllo di post emergenza delle infestanti a foglia larga sui cereali autunno vernini e primaverili, contenente due sostanze attive appartenenti alla famiglia della solfoniluree. OMNERA® LQM® è un erbicida sistemico principalmente assorbito dalle foglie e rapidamente distribuito nella pianta. Le infestanti trattate smettono di crescere alcune ore dopo l’applicazione, necrotizzano e muoiono entro 1-3 settimane in funzione della specie e delle condizioni ambientali. L’effetto erbicida si manifesta solo sulle infestanti presenti al momento del trattamento.




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ditoriale

1 dicembre 2018 - n.21 - Anno 13

Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE

30° Forum di medicina vegetale: il futuro della protezione delle piante

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Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952 Editrice

G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione G.Ed.A. Giovani Editori Associati Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Paola Dileo, Nica Ruospo, Rino Pavone, Donatello Fanelli Pubblicità G.Ed.A Rino PAVONE r.pavone@foglie.tv 380 6328672 Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61/06 del 15/11/2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 9040264 Iscritta al Registro Operatori Comunicazione ROC n.26041 TESTATA GIORNALISTICA ACCREDITATA

orna il prossimo 12 dicembre il consueto appuntamento con il Forum di medicina vegetale. La 30° edizione è intitolata “The challenge of the future in plant protection” (la sfida del futuro nella protezione delle piante) e si terrà alle ore 9.15 al Nicolaus Hotel in via Cardinale A. Ciasca n 27 a Bari. L’evento è organizzato dall’Associazione regionale pugliese dei tecnici e ricercatori, Arptra, con il supporto di Antesia, Lameta, Europe Direct Puglia, Centro di ricerca, sperimentazione e formazione in agricoltura “Basile Caramia”, Aipp, Giornate fitopatologiche. Apriranno i lavori Vittorio Filì, presidente Arptra, Vito Savino, direttore Crsfa Basile Caramia, Ennio Triggiani responsabile scientifico Europe Direct Puglia, Franco Faretra, Aipp, e Giacomo Carreras, Federazione regionale degli Ordini dei dottori agronomi e dei dottori forestali della Puglia. La prima sessione, ore 9.30-12.00, intitolata “The challenge of the future in plant protection” tratterà l’impegno e la consapevolezza dei tecnici per la sicurezza alimentare e l’agricoltura sostenibile. Parteciperanno alla tavola rotonda, Bruno Mezzetti, professore di Arboricoltura del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università politecnica delle Marche, Lorenzo Bordoni, del Consiglio di presidenza Agrofarma-Federchimica, Lorenzo Gallo, presidente del Gruppo

fertilizzanti specialistici di Assofertilizzanti-Federchimica e Paolo Carnemolla, presidente di Federbio. La seconda sessione, sarà dedicata alle comunicazioni delle Società agrochimiche con interventi programmati di sette minuti mentre la terza sessione si aprirà con l’intervento di Agostino Santomauro dell’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia sulle “Novità e prospettive sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari”. A seguire si parlerà di “Patogeni e parassiti di recente introduzione e di possibile diffusione sul territorio pugliese”, in collaborazione con gli studenti del corso di laurea magistrale in Medicina delle piante con Stefania Pollastro del dipartimento di Scienze del suolo, della pianta e degli alimenti dell’Università degli Studi di Bari che illustrerà i “Patogeni di recente introduzione e possibili problematiche emergenti”, Antonio Guario, fitoiatra-consigliere Arptra, tratterà “La Tignola rigata: criticità anche sull’uva da tavola”, mentre Tiziano Galassi e Mauro Boselli, tecnici esperti Ipm, informeranno i presenti sui “Ritrovamenti di cimice asiatica al Sud Italia: esperienze di tecniche di monitoraggio e gestione del controllo”. Pierfederico Lanotte, dell’Istituto per la protezione sostenibile delle pianteCnr Bari, concluderà l’assemblea con la relazione “Xylella fastidiosa: aggiornamento 2018 tra ricerca, misure di contenimento e prevenzione”. Al termine si terrà l’Assemblea generale Arptra.



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ommario

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editoriale

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30° FORUM MEDICINA VEGETALE Il futuro della protezione delle piante

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LAVORO NEI CAMPI Puglia prima in Italia PRIVATIZZAZIONI TERRENI 5Mln mq del demanio disponibili in Puglia IL CONCORSO Parte “Olio di Famiglia” 2018-‘19

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AGRICOLTURA

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10 MURETTI A SECCO

Unesco: “Patrimonio dell’umanità”

I numeri delle importazioni pugliesi

13 GDO

L’ inchiesta de “Le Iene”

18 MICROBIRRIFICI

M5S: “Accise dimezzate grazie a noi”

21 agricoltura 4.0 Convegno a Roma

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

PSR PUGLIA Ultimo in Italia per risorse spese (16%) XYLELLA In arrivo 30mln di € dal Governo

12 LATTE E CARNE

26 BONUS VERDE

25 GALBANI A MONOPOLI

Riqualificato Parco Lama Belvedere

Convegno su opportunità a Taranto

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HASTA L’HUEVO Il progetto a Brindisi

MONDO GAL

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Presentato il nuovo PAL a Castellana Grotte


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gricoltura

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PSR PUGLIA: SPESO SOLO 16% RISORSE UE

aranno le misure agroambientali la sola ancora di salvezza con cui la Regione Puglia riuscirà forse a scongiurare di restituire parte delle risorse del PSR a Bruxelles, impegnate per il 2015 secondo la regola dell’N+3 e cioè con l’obbligo di spendere entro il 31 dicembre 2018, in sintesi entro tre annualità dall’anno previsto d’impegno. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia sulla base dei dati sullo stato di avanzamento della spesa del PSR, monitorato dal Ministero delle Politiche Agricole. “La spesa per lo sviluppo rurale in Puglia allo stato attuale è tra le più basse d’Italia, è al 16% del totale delle risorse a disposizione. E’ divenuta un rebus la situazione dei bandi per investimenti, giovani e agriturismi che ha ormai dell’incredibile, basti pensare che le anomalie riscontrate sui 1080 progetti presentati per l’insediamento dei giovani agricoltori rientrati in graduatoria sono pari al 96,8% e addirittura del 98,3% su quelli dei ricorrenti, praticamente tutto è messo all’indice, un tunnel senza via d’uscita”, è la dura denuncia del Presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia. “Medesima situazione si riscontra nella graduatoria delle domande degli agriturismi, ‘anomale’ per il 59,63%. La macchina burocratica dell’Assessorato regionale all’Agricoltura dovrà chiamare a contradditorio migliaia di aziende, senza aver mai avviato la reale istruttoria delle domande – aggiunge il Presidente Muraglia - aspettando che il TAR tolga le castagne dal fuoco, sempre che i Giudici siano messi tempestivamente ed efficacemente nella condizione di

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REBUS ANOMALIE DOMANDE

comprendere il ginepraio creato da procedure evidentemente fallimentari che attengono la presentazione delle domande, ma a questo punto viene da credere anche dei criteri di verifica delle anomalie”. Dallo stato di attuazione dei Psr aggiornato al 31 ottobre emerge che la spesa relativa alla programmazione 2014-2020 è stata pari in media solo al 23% del totale. “Che nessuno si sogni di far scorrere le graduatorie, eliminando massivamente e senza opportuna attività istruttoria migliaia di domande – avvisa il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – anzi chiediamo alla Regione Puglia di prendere di petto il gap burocratico, perché i tempi delle imprese non sono quelli della burocrazia. Piuttosto che rischiare di ‘restituire’ le risorse del PSR Puglia Bruxelles, si cerchino altri fondi, perché quando

si dipanerà la matassa del blocco delle graduatorie, si dovrà celermente finanziare le 9mila aziende richiedenti che risulteranno aventi diritto che aspettano da anni per poter innovare e sviluppare la propria idea imprenditoriale. Evidentemente spendere si può, come sta facendo la Provincia di Bolzano al 51% della spesa, il Veneto al 39% come la Provincia di Trento, la Calabria che con il 30% è prima al Sud, tallonata dalla Sardegna con un livello di spesa del 29%, il Piemonte (26%) come l’Umbria, la Toscana (25%) come l’Emilia, il Molise (24%), la Valle d’Aosta (23%) come la Sicilia, la Lombardia (20%), il Lazio (19%), la Campania (18%) e la Basilicata (17%)”. Il fanalino di coda – conclude Coldiretti Puglia - della classifica nazionale del Piano di Sviluppo Rurale sono Puglia, Abruzzo, Liguria, Marche e Friuli Venezia Giulia.

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Chiuso l’accordo tra il ministro Centinaio (Agricoltura) e la ministra Lezzi (Sud)

XYLELLA: IN ARRIVO I PRIMI 30 MILIONI PER L’ATTUAZIONE DEL PIANO IN PUGLIA

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onsiderata l’importanza dell’olivicoltura sul territorio pugliese sinora colpito dalla Xylella fastidiosa e nelle aree limitrofe dove maggiore è il rischio di un’ulteriore diffusione del batterio, è necessario orientare l’azione dell’Amministrazione all’attuazione di una incisiva politica di contrasto all’espansione della Xylella. Politiche da inserire però in un più ampio

quadro organico di interventi, in cui siano previste azioni specifiche per il rilancio della coltura olivicola e, più in generale, dell’economia rurale dei territori interessati. Con questo obiettivo, il Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo Gian Marco Centinaio (Lega) si accinge ad emanare il relativo decreto contenente il Piano d’azione. Un piano volto a garantire alle zone colpite un primo

sostegno necessario ad assicurare il rilancio economico ed occupazionale e che necessita di un primo importante finanziamento attraverso il Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) 2014-2020 che, per la prima annualità (2018), sarebbe pari a 30 milioni di euro. Una richiesta accolta dal ministro per il Sud, la salentina Barbara Lezzi (M5S), la quale è già al lavoro nel recuperare le somme richieste dal Mipaaft.

NO A CAOS PILOTATO

CONSORZI BONIFICA: AGRICOLTORI CITTADINI PUGLIESI COME GLI ALTRI

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ischiare le carte in tavola, creando artatamente confusione tra il pagamento del contributo di bonifica che attiene esclusivamente le opere di manutenzione e il pagamento del costo dell’acqua, serve ad approcciare strumentalmente un tema che grava sulle spalle degli agricoltori che pagano sia la bonifica che l’acqua. Affermare che il passaggio dell’acqua ad AQP farà risparmiare i cittadini pugliesi è privo di fondamento, considerato che gli agricoltori, i cittadini pugliesi che l’acqua la pagano regolarmente e già profumatamente, avranno l’aggravio del 10% di IVA in più sulle bollette, come già avviene per chi si approvvigiona dai pozzi attraverso l’ARIF. Gli stessi agricoltori/cittadini pugliesi sono, tra l’altro, chiamati a pagare gli oneri di contribuenza per le opere di manutenzione ordinaria, di cui beneficiano gratis gli urbani, senza che le opere siano realmente effettuate” è stato perentorio il Presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia, all’incontro sulle attività svolte dai Consorzi di Bonifica, a cui hanno partecipato tutti i Presidenti di Coldiretti, provenienti da ogni comune della Puglia. “Il debito delle strutture commissariate non sparirà certamente d’incan-

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to passando la gestione dell’acqua dai consorzi ad AQP – ha ironizzato il Presidente Muraglia - perché ormai è stato accumulato nei quasi 20 anni di gestione commissariale e attiene esclusivamente la bonifica, non ha nulla a che fare con la gestione irrigua. Tra l’altro, il debito non è stato creato dagli agricoltori, piuttosto dal lungo commissariamento dei 4 Consorzi Arneo, Ugento Li Foggi, Stornara e Tara e Terre d’Apulia che si stanno fondendo nel Consorzio di Bonifica del Centro – Sud che, in grave crisi economico-finanziaria, non sono stati più in grado di garantire la vitale attività di manutenzione ordinaria e straordinaria del territorio”. Il Direttore Nazionale delle Unione delle Bonifiche, Massimo Gargano

ha tenuto a precisare che “non è percorribile la soluzione proposta di ripartire le competenze della bonifica integrale tra istituzioni diverse quale il Consorzio di bonifica e l’AQP, separando la bonifica idraulica ossia la regolazione delle acque che verrebbe affidata al Consorzio, dalla gestione e utilizzazione delle stesse risorse idriche che verrebbe affidata all’AQP. Si ricorda che sul territorio spesso i canali assolvono, sia pure in tempi diversi, la duplice funzione di scolo e di adduzione a fini irrigui. L’integralità rappresenta una felice intuizione del legislatore del 1933, che viene costantemente riconosciuta come indispensabile e riproposta in tutte le regioni nelle leggi per il settore della bonifica”.

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gricoltura

Candidatura presentata da Italia e altri 7 Paesi europei

L’Unesco dichiara i muretti a secco patrimonio dell’Umanità di Rino PAVONE

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’Unesco ha iscritto “L ’Arte dei muretti a secco” nella lista degli elementi immateriali dichiarati Patrimonio dell’umanità. E’ quanto si legge in un post sul profilo Twitter dell’organizzazione che si congratula con gli 8 paesi europei che hanno presentato la candidatura: oltre all’Italia, Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera. “L’arte del ‘Dry stone walling’ riguarda tutte le conoscenze collegate alla costruzione di strutture di pietra ammassando le pietre una sull’altra, non usando alcun altro elemento tranne, a volte, terra secco”, spiega l’Unesco nella motivazione del provvedimento. Si tratta di uno dei primi esempi di manifattura umana ed è presente a vario titolo in quasi tutte le regioni italiane, sia per fini abitativi che per scopi collegati all’agricoltura, in particolare per i terrazzamenti necessari alle coltivazioni in zone particolarmente scoscese. “Le strutture a secco sono sempre fatte in perfetta armonia con l’ambiente e la tecnica esemplifica una relazione armoniosa fra l’uomo e la natura. La pratica viene trasmessa principalmente attra-

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verso l’applicazione pratica adattata alle particolari condizioni di ogni luogo” in cui viene utilizzata, spiega ancora l’Unesco. I muri a secco, sottolinea l’organizzazione, “svolgono un ruolo vitale nella prevenzione delle slavine, delle alluvioni, delle valanghe, nel combattere l’erosione e la desertificazione delle terre, migliorando la biodiversità e creando le migliori condizioni microclimatiche per l’agricoltura”. Centinaio, una conferma valori agricoltura - “Ancora una volta i valori dell’agricoltura sono riconosciuti come parte integrante del patrimonio culturale dei popoli”, cosi’ commenta il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo Gian Marco Centinaio l’iscrizione della pratica rurale dell’arte dei muretti a secco - appartenente a Cipro, Croazia, Francia, Grecia, Italia, Slovenia, Spagna e Svizzera - nella lista degli elementi dichiarati patrimonio culturale immateriale dell’umanità. “Il nostro Paese si fonda sull’identità - continua Centinaio - i nostri prodotti agroalimentari, i nostri paesaggi, le nostre tradizioni e il nostro saper fare sono elementi caratterizzanti

della nostra Storia e della nostra cultura. Non è un caso quindi che, dei 9 elementi italiani riconosciuti dall’Unesco patrimonio immateriale dell’umanità, ben 4 appartengano al patrimonio rurale e agroalimentare”. “Un risultato sottolinea - che conferma l’importanza di questo comparto nel nostro Paese e quanto sia fondamentale, come Governo e come cittadini, non dimenticare mai le nostre radici. Ecco perché è necessario continuare a investire nella promozione e nella valorizzazione, anche a livello internazionale, delle nostre produzioni agroalimentari e dei nostri territori”. La candidatura della pratica rurale dell’arte dei muretti a secco è stata portata avanti dal Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo in sinergia con il MAECI e con la Commissione nazionale Unesco. La decisione è stata approvata all’unanimità dai 24 Stati membri del Comitato, riuniti a Port Louis. È la seconda volta, dopo la pratica tradizionale della coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria, che viene attribuito questo riconoscimento a una pratica agricola e rurale. Coldiretti, una tutela conwww.foglie.tv


tro il dissesto - “Un giusto riconoscimento a una tradizione che in Italia unisce da nord a sud la Valtellina e la Costiera amalfitana, Pantelleria con le Cinque terre e in Puglia il Salento e la Valle d’Itria, realizzata e conservata nel tempo grazie al lavoro di generazioni di agricoltori impegnati nella lotta al dissesto idrogeologico provocato da frane, alluvioni o valanghe”. E’ quanto afferma la Coldiretti nell’esprimere apprezzamento per l’iscrizione dell’ “Arte dei muretti a secco” nella lista degli elementi immateriali dichiarati Patrimonio dell’umanità dall’Unesco sulla base della candidatura avanzata dall’Italia con Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera. “La tecnica del muretto a secco - spiega la Coldiretti - riguarda la realizzazione di costruzioni con pietre posate una sull’altra senza l’utilizzo di altri materiali se non un po’ di terra. La stabilità delle strutture è assicurata dall’attenta selezione e posizionamento dei sassi”. “Questi manufatti, diffusi per la maggior parte delle aree rurali e su terreni scoscesi, hanno modellato numerosi paesaggi, influenzando modalità

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di agricoltura e allevamento, con radici che affondano nelle prime comunità umane della preistoria. I muretti a secco - sottolinea la Coldiretti - svolgono un ruolo fondamentale nella prevenzione delle frane, delle inondazioni e delle

valanghe e nella lotta all’erosione e alla desertificazione della terra, aumentando la biodiversità e creando condizioni microclimatiche adeguate per l’agricoltura in un rapporto armonioso tra uomo e natura”.

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groalimentare

E OLTRE 55MILA DI CARNE E PRODOTTI A BASE DI CARNE

LA PUGLIA IMPORTA CIRCA 80MILA TONNELLATE DI LATTE E DERIVATI

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e imprese della Puglia hanno importato nel 2017 un ammontare totale 79.496 tonnellate di latte e suoi derivati e ben 55.733 tonnellate di carne e prodotti a base di carne. I dati, estratti dal sistema informativo nazionale Sintesis per gli scambi comunitari e dal sistema informativo dell’Unione Traces per le importazioni dai Paesi terzi vedono la nostra regione intrattenere rapporti commerciali per queste due tipologie di prodotti quasi esclusivamente con altri Stati Membri dell’Unione europea. Per quanto concerne la carne, ad esportare maggiormente in Puglia è la Germania con 15.701 tonnellate, seguita dalla Francia con circa 13.250 e dalla Polonia con 12.373 tonnellate. Meno significative le importazioni da Spa-

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gna (4.138), Olanda (2.950), Romania (2.948) e Austria (1.890). Le uniche importazioni extracomunitarie si riferiscono a 67 partite di carne dalla Repubblica di Macedonia pari a circa 553 tonnellate. Per il latte ed i prodotti a base di latte, spicca ancor di più il peso delle importazioni dalla Germania, pari a circa 44.523 tonnellate. Le altre importazioni maggiormente significative sono dall’Austria (11.221 tn), dalla Repubblica Ceca (10.701) e dalla Francia (8.415). “Dal suo esordio nel 2004, il cosiddetto sistema informatico veterinario Traces per la segnalazione, la certificazione, il controllo delle importazioni, delle esportazioni e degli scambi di animali e prodotti di origine animale, ha ampliato il raggio d’azione ma c’è ancora molto da fare – com-

menta il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, componente M5S in Commissione Agricoltura alla Camera – Questo sistema, infatti, si inserisce quale collegamento tra le organizzazioni (operatori economici) e le figure di controllo istituzionali, nell’ambito delle rispettive competenze e rappresenta un sistema di grande sicurezza. Molto utile per avere contezza di ciò che importiamo e da dove, il Traces presenta però delle limitazioni poiché – spiega L’Abbate (M5S) – attualmente riservato solo agli ‘addetti ai lavori’. Una sua fruizione a livello regionale per tutti gli utenti, invece, sarebbe utile a mio parere per conoscere, ad esempio, ciò che viene importato nella propria regione d’appartenenza, al fine di divenire consumatori ancor più consapevoli nella scelta dei prodotti”.

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Indagine del programma di Italia Uno

Indagine del programma di Italia Uno Le Iene contro la Gdo

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a Gdo ha acquisito sempre più potere nel corso degli anni ed oggi il 70% di ciò che abbiamo nelle nostre case proviene dagli scaffali dei supermercati e dei discount. Il servizio de Le Iene, a cura di Matteo Viviani, ha affrontato proprio quest’argomento per raccontare cosa si nasconde dietro gli sconti della Gdo. Gdo, sconti retroattivi e contratti unilaterali. Nel corso del servizio Viviani ha intervistato un fornitore di un noto marchio della Gdo italiana che ha raccontato la sua esperienza: si tratta di un mondo fatto di sconti retroattivi e speculativi, accordi unilaterali e gettoni di ingresso molto elevati. La persona intervistata ha, infatti, svelato alcuni elementi del suo pseudocontratto con un noto marchio della GDO: • innanzitutto, ha dovuto pagare una listing d’ingresso di 57000 euro: una sorta di investimento iniziale per poter entrare nell’elite dei fornitori; • gli sconti richiesti sono passati da piccole a grandi percentuali: nel suo caso la richiesta di sconto è arrivata fino al 25%, un quarto del costo del prodotto; • gli sconti sono divenuti retroattivi: dalle carte mostrate a Matteo Viviani il marchio della GDO ha richiesto in aprile

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di Rino PAVONE 2011 l’applicazione di sconti sul fatturato del periodo dall’1 gennaio 2018 al 31 dicembre 2018, rendendo di fatto retroattivi gli sconti anche per i 3 mesi che non sarebbero dovuti essere coperti; • contratti unilaterali: ha dovuto firmare prestampati inviati dal marchio della Gdo dove risultava che fosse il fornitore stesso ad applicare tali sconti. La conseguenza è il peggioramento della qualità - Il prezzo di un prodotto dipende ed è costituito da una serie di elementi, come il trasporto, il packaging, la forza lavoro impiegata per il confezionamento e tanto altro ancora. Perciò, per far fronte a queste richieste di sconti e supersconti, molti fornitori hanno dovuto ridurre i costi di produzione, per esempio con licenziamenti o con macchine sempre

più obsolete, e di conseguenza anche la qualità dei prodotti. In questo circolo vizioso che viene a crearsi a rimetterci è soprattutto il consumatore che si ritrova davanti a prodotti di scarsa qualità. Grazie a questo servizio si è così fatta luce su ciò che si nasconde dietro gli sconti, i sottocosto e i 3×2 con i quali vengono tartassati i consumatori. C’è anche chi, come Fortunato Peron, un tempo considerato il re delle pere, che ha saputo dire di no a queste terribili condizioni offerte dalla Gdo, che oggi si ritrova con un magazzino completamente vuoto e un’azienda ormai inesistente, ma con la sua dignità a posto. O come Luigi Asnaghi, ex buyer “pentito” che già si era “confidato” sulle pagine del Corriere Ortofrutticolo con una lettera aperta.

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gricoltura

LIEVE FLESSIONE PER CLIMA PAZZO

LAVORO: PUGLIA PRIMA IN ITALIA PER LAVORO NEI CAMPI (17,4%)

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onostante la lieve flessione dello 0,3% registrata nel 2017, a causa principalmente della diminuzione di prodotto per colpa delle avverse condizioni climatiche, la Puglia si conferma la regione con il maggior numero di lavoratori dipendenti pari al 17,4% del totale nazionale. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti Puglia, sui dati dell’Osservatorio Inps sul mondo agricolo nel 2017. “Sono 184.860 i lavoratori dipendenti nei campi pugliesi – commenta il Presidente di Coldiretti Puglia, Savino

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Muraglia – e in 5 anni sono cresciute del 7 percento le giornate di lavoro, passate da 14,6 milioni del 2014 a 15,7 milioni del 2016, mentre il numero delle aziende assuntrici di manodopera è aumentato di 182 unità. In uno scenario reso sfavorevole dal clima, il mondo agricolo continua ad essere bacino di opportunità lavorative e va accompagnato da azioni concrete, perché le imprese agricole hanno bisogno dei lavoratori e di condizioni di mercato del lavoro che siano realmente sostenibili”. Per il Presidente Muraglia è la rappresenta-

zione concreta che “esiste una Puglia produttiva e laboriosa, dai grandi risultati economici nel settore agricolo, che rispetta le regole e che sta beneficiando delle azioni messe in atto da Coldiretti, a partire dalla proposta di una piattaforma coerente di rinnovo contrattuale per tutta la regione, dalle relazioni contrattuali lungo le filiere, per assicurare al produttore agricolo la giusta remunerazione, così come al lavoratore”. A 15 anni dall’approvazione delle legge di orientamento in agricoltura, fortemente sostenuta da Coldiretti che

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ha rivoluzionato le campagne, giovani e donne – segnala Coldiretti Puglia hanno interpretato in chiave innovativa le opportunità offerte dal mondo rurale e oggi il 70 per cento delle imprese under 35 opera in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative come la cura dell’orto e i corsi di cucina in campagna, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili. “I lavoratori agricoli autonomi sono 28.080, suddivisi in 19.160 uomini e 8.920 donne, con una presenza delle lavoratrici autonome del 32% - aggiunge il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – a dimostrazione dell’attrattività del settore anche rispetto alla componente femminile del lavoro. In Italia, poi, la tassazione sul lavoro stagionale è più alta di quella che esiste in Paesi come Francia e Spagna. Nonostante ciò, le aziende agricole condotte da giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54 per cento rispetto alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento e il 50 per cento di occupati per azienda in più”. Più di una azienda agricola su quattro (34%) è guidata da donne e cresce anche il numero di agriturismi in rosa (+ 3,7%), passati da 286 a 305 in Puglia, a dimostrazione di quanto le imprenditrici siano riuscite a cogliere al massimo le opportunità offerte dalla multifunzionalità in agricoltura,

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secondo l’analisi di Coldiretti Puglia su dati ISTAT. “Le imprese condotte da donne in Puglia sono aumentate di 2.307 unità in 3 anni dal 2014 al 2017, secondo i dati dell’Osservatorio dell’imprenditorialità femminile di Unioncamere-InfoCamere. Nell’attività imprenditoriale le agricoltrici dimostrano capacità di coniugare la sfida con il mercato ed il rispetto dell’ambiente, la tutela della qualità della vita, l’attenzione al so-

ciale, a contatto con la natura assieme alla valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità diventando protagoniste in diversi campi, dalle attività di educazione alimentare ed ambientale con le scuole ai servizi di agritata e agriasilo, dalle fattorie didattiche ai percorsi rurali di pet-therapy, fino agli orti didattici, mercati di Campagna Amica e l’agriturismo”, conclude Floriana Fanizza, presidente di Coldiretti Donne Impresa Puglia.

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gricoltura

PER PIANO DI PRIVATIZZAZIONE ANNUNCIATO DAL GOVERNO

5 MLN METRI QUADRI TERRENI E FONDI DEL DEMANIO DISPONIBILI IN PUGLIA

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erreni agricoli per un valore di 9,9 miliardi in Italia sono in mano alle amministrazioni pubbliche, secondo il report Istat sulla ricchezza non finanziaria, dove in Puglia sono circa 5,7 milioni i metri quadri di terreni, fondi, anche con costruzioni abbandonate, uliveti e vigneti, secondo un elenco delle aree ‘disponibili’ del patrimonio immobiliare dello Stato, in gestione per esempio alla sola Agenzia del Demanio. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti Puglia, in riferimento al piano di privatizzazione annunciato dal Governo nella manovra che riguarda anche le proprietà fondiarie. “Spesso ci troviamo di fronte a terreni produttivi di estensioni anche importanti – segnala Savino Muraglia, Presidente di Coldiretti Puglia – che potrebbero essere condotti in maniera più efficace dagli imprenditori agricoli, mentre altre aree rurali incolte e abbandonate sarebbero salvate dal degrado, restituendo, tra l’altro, valore aggiunto al patrimonio ambientale e paesaggistico della regione”.

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La dismissione della proprietà pubblica dei terreni agricoli toglie allo Stato il compito improprio di coltivare la terra e rende disponibili risorse per lo sviluppo – rileva Coldiretti Puglia - ma soprattutto dà un impulso alla crescita, all’occupazione e alla redditività delle imprese che realizzano performance migliori in agricoltura quando sono condotte da giovani. “Negli ultimi 5 anni il costo della terra in Puglia è leggermente diminuito, secondo l’indagine del CREA – aggiunge

il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – con il valore fondiario pari a 9/15,5mila euro ad ettaro per seminativi ed orticole, 9,9/18,7mila euro ad ettaro per frutteti ed agrumeti, 8,4/11,6mila euro ad ettaro per gli oliveti. Solo i terreni adibiti a vigneti vedono crescere il valore medio che oscialla tra gli 11mila e i 20mila euro ad ettaro” Intanto, sono 1280 gli ettari di terreno di proprietà di ISMEA in vendita in Puglia, un secondo lotto acquistabile

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sino al 2 dicembre 2018, sottolinea Coldiretti Puglia, anche attraverso l’accensione di mutui trentennali, beneficio a disposizione dei giovani agricoltori. “La novità importante è che ISMEA destinerà le risorse derivanti dalla vendita dei terreni al sostegno delle imprese giovani, attraverso le misure del primo insediamento, del subentro e dello sviluppo delle giovani imprese. E’ stato aperto lo sportello telematico della Banca nazionale della Terra agricola, a cui va inviata una manifestazione d’interesse. Il maggior numero di ettari in vendita è nelle province di Foggia, BAT e Brindisi”, conclude Benedetta Liberace, presidente dei giovani imprenditori di Coldiretti Puglia.

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groalimentare

Microbirrifici in Puglia verso quota 100

M5S: “CON NOSTRO EMENDAMENTO ACCISE DIMEZZATE A PICCOLI BIRRIFICI”

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na battaglia iniziata con l’ingresso in Parlamento del MoVimento 5 Stelle e che ora, finalmente, potrebbe essere vinta a vantaggio del settore della birra artigianale. In Legge di Bilancio, infatti, il M5S ha presentato un emendamento per ridurre le accise ai piccoli produttori e dare concreta attuazione alla direttiva Ue 92/83. L’obiettivo, pertanto, è quello di modulare l’accisa per scaglioni in base alla produzione annua così da sostenere le tantissime realtà imprenditoriali nate in tutta Italia. L’emendamento stabilisce una riduzione delle accise del 50% per chi produce meno di 5.000 hl/anno, del 40% per le produzioni fino a 10.000 hl/anno, 30% fino a 20.000 e 20% fino a 40.000 hl/anno. “Secondo i dati 2016 dell’Agenzia delle dogane, dei 775 produttori ben 744 rientrano nella prima fascia di produzione fino a 5.000 hl/anno, mentre gli altri sono sotto i 20mila e solo una de-

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cina va oltre i 200mila ettolitri, che è anche il limite massimo di produzione per poter definire la propria birra artigianale – spiega il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, componente M5S della Commissione Agricoltura alla Camera – Questi numeri confermano come per poter sostenere in maniera decisa e consistente il giovane e variegato mondo della birra in Italia sia necessaria una riduzione delle accise che interessi le fasce di produzione più bassa, con il maggior numero di birrifici che andrebbero davvero a beneficiare del risparmio annuo che ne conseguirà”. In Puglia il consumo quotidiano di birra riguarda il 5,5% dei residenti, taglia trasversalmente tutta la popolazione – dice Coldiretti Puglia – perché a seconda che sia bionda, rossa o scura è gradita da giovani e meno giovani, sia dagli uomini che dalle donne. “I microbirrifici in Puglia stanno sfiorando quota 100, con le province di

Bari e Lecce che guidano la classifica regionale delle aree dove l’attività birraria ha preso piede, con rispettivamente 32 e 26 aziende, seguite da Foggia con 14 birrifici, Taranto 13 e Brindisi 4. La nuova tendenza è la ‘birra agricola’, un prodotto sempre più ‘smart’ inventato dalle aziende agricole pugliesi, che se la gioca bene sul fronte del gusto e dell’innovazione, come la birra al carciofo a Brindisi, la birra di grano ‘Cappelli’ a Corato, la birra di fichi a Mariotto, piuttosto che la birra alla canapa made in Conversano”, spiega il Presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia. La birra – sottolinea Coldiretti - piace a quasi la metà degli adulti con un consumo pro capite medio di 31,8 litri all’anno, il più alto sempre di sempre con una spesa totale delle famiglie che nel 2018 si stima raggiungerà per la prima volta il miliardo di euro se sarà mantenuto il trend di crescita del primo semestre.

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“Oltre a dare un contributo utile all’economia, la birra artigianale rappresenta anche una forte spinta all’occupazione soprattutto tra gli under 35 – aggiunge Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia - che risultano i più attivi nel settore con profonde innovazioni che vanno dalla certificazione dell’origine a chilometro zero al legame diretto con le aziende agricole, ma anche la produzione di specialità altamente distintive o forme distributive innovative come i “brewpub” o i mercati degli agricoltori di Campagna Amica”. Il consumo – spiega Coldiretti – è di-

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ventato negli anni sempre più raffinato e consapevole con la ricerca di varietà particolari e una produzione artigianale Made in Italy, una voglia di gusto che è andata di pari passo con il boom dei birrifici artigianali, quadruplicati negli ultimi dieci anni, passando da poco più di 200 a oltre 860 fra brew pub, dove è anche possibile consumare sul posto la birra prodotta e micro birrifici di cui 1 su 4 agricolo con 55 milioni di litri prodotti. Stanno nascendo anche nuove figure professionali – aggiunge Coldiretti – come il “sommelier delle birra” che conosce i fondamentali storici dei vari

stili di birre ed è capace di interpretarne, tramite opportune tecniche di osservazione e degustazione, i caratteri principali di stile, gusto, composizione, colore, corpo, sentori a naso e palato e individuarne gli eventuali difetti, oltre a suggerire gli abbinamenti ideali delle diverse tipologie di birra con primi piatti, carne o pesce e anche con i dolci. La birra è sempre più bevanda di degustazione con richiami al territorio e al Made in Italy, due caratteristiche evocate, non sempre a proposito – conclude la Coldiretti – da etichette e pubblicità anche dai grandi marchi industriali.

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groalimentare

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Convegno a Roma

L’agroalimentare italiano deve poter cogliere tutte le opportunità del digitale

l futuro dell’agroalimentare del nostro Paese è strettamente legato alla sua capacità di cogliere i benefici e le opportunità del digitale”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti intervenendo al convegno “Digitale: la sfida mondiale – Il ritardo dell’Europa, il ruolo dell’Italia”, organizzato a Roma dal Centro Economia Digitale. “Il digitale, infatti, per la sua natura, per il tasso di innovazione e capacità trasformativa - ha spiegato Giansanti, che fa parte del board del CED - è il cuore dell’innovazione per le imprese. In futuro, grazie alle tecnologie digitali, l’intero comparto aumenterà la propria competitività e trasparenza tramite una maggiore interconnessione e cooperazione delle risorse che vi operano (asset fisici, persone, informazioni, etc.)”. L’agricoltura 4.0, che oggi in Italia è una realtà, ha un mercato di 100 milioni di euro, il 2,5% di quello globale che vale 3,5 miliardi di euro; si avvale di 300 nuove soluzioni tecnologiche, dai sensori ai droni in campo, al packaging intelligente o attivo, utilizzate lungo tutta la filiera. Eppure c’è ancora molto da fare in questo campo, basti pensare che meno dell’1% della superficie coltivata è gestita con queste soluzioni. “Alcuni dei punti critici del sistema – ha continuato il presidente di Confagricoltura - sono noti da tempo, ma di difficile su-

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peramento: la limitatezza delle risorse; la ridotta dimensione economica delle imprese; la crescente complessità delle conoscenze necessarie per l’esercizio agricolo; la prevalenza di innovazioni importate da altri settori e da altri Paesi”. La quota della spesa in ricerca e sviluppo nel 2013 risulta essere inferiore alla media europea sia in rapporto al PIL che pro-capite. A livello nazionale la spesa pubblica in ricerca e sviluppo è complessivamente diminuita negli anni 2008-2016, fatta eccezione per alcuni settori. Per agricoltura e ambiente è diminuita rispettivamente del 37,6% e del 46,2%. Nell’ambito di politiche agricole, inoltre, l’innovazione in agricoltura non emerge come una vera priorità strategica per i decisori politici del nostro Paese che, nel quadro dell’obiettivo “Europa 2020” stabilito dall’UE al 3%, ne

ha fissato uno molto più modesto dell’1,53%. Un altro grande ostacolo da superare è la mancanza di connessione a Internet nelle nostre campagne, dovuta alla mancanza di infrastrutture fisiche. In Italia solo il 4,4% della popolazione ha una connessione a 100 Mbps (siamo al 24% in Ue) e solo il 41,7% a 30 Mbps (76% in Ue). Ancora peggiore il dato sulla velocità delle connessioni, dove il paese si trova in coda alla classifica mondiale al 61° posto”. “La strategia di Confagricoltura in termini d’innovazione - ha concluso Giansanti - parte dal presupposto che il vantaggio competitivo sia lo stimolo più forte per facilitare l’adozione delle innovazioni da parte delle nostre aziende attraverso la cooperazione tra i diversi attori della filiera, i processi di formazione e trasferimento di conoscenza”.

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Al via due bandi per gli operatori della pesca

GAL Trulli e Barsento: presentato il nuovo PAL a Castellana Grotte di Paola DILEO

Inaugurato a Castellana Grotte il tour del GAL Terra dei Trulli e di Barsento per presentare il PAL (Piano di Azione Locale) 2014-2020, negli ambiti tematici “Sviluppo ed innovazione delle filiere dei sistemi produttivi locali” e “Turismo sostenibile”. Incontro che sarà replicato nei comuni d’ambito, Alberobello,Gioia del Colle, Noci, Putignano, Sammichele di Bari, Turi e Monopoli.

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naugurato a Castellana Grotte il tour del GAL Terra dei Trulli e di Barsento per presentare il PAL (Piano di Azione Locale) 2014-2020, negli ambiti tematici “Sviluppo ed innovazione delle filiere dei sistemi produttivi locali” e “Turismo sostenibile”. Incontro che sarà replicato nei comuni d’ambito, Alberobello,Gioia del Colle, Noci, Putignano, Sammichele di Bari, Turi e Monopoli. Lunedì 19 dicembre nella Sala Cerimonie del Palazzo Comunale di Castellana Grotte, sono intervenuti il sindaco Francesco De Ruvo, l’Ass. alle Attività Produttive, Vanni Sansonetti, il presidente

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del GAL, Stefano Genco, il direttore tecnico del GAL, Raffaele Santoro e sempre dello staff tecnico Vito Pellegrino. Al via la fase di animazione territoriale per informare gli attori economici e sociali sulle concrete opportunità di sviluppo nella Terra dei Trulli e di Barsento. Un ‘area che esprime la sua identità nella cultura contadina e nella civiltà della pietra, di cui trulli, masserie, muretti a secco, insediamenti rupestri, sono una preziosa testimonianza. Un patrimonio di notevole interesse storico- artistico- architettonico, confortato da un patrimonio agro-forestale altret-

tanto rilevante che dialoga vivacemente con la marina e la costa. Terra che vanta prodotti agroalimentari ed enogastronomici d’eccellenza e una cultura immateriale (feste popolari, tradizioni, consuetudini)meritevoli d’attenzione e valorizzazione. Già nella scorsa programmazione, 2007-2013, il GAL Trulli e Barsento ha sostenuto investimenti nella diversificazione economica dell’attività agricola, nel miglioramento della qualità della vita nelle zone rurali e nella promozione turistica dell’area, grazie all’individuazione di itinerari tematici e fruizione del patrimonio

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forestale, sempre a vantaggio del sistema agricolo locale; nelll’iter per la DOP Mozzarella di Gioia del Colle, giunta a termine dopo una serie di ostacoli amministrativi. Il Comune di Castellana Grotte che nella scorsa programmazione ha sfruttato proficuamente la dotazione finanziaria riservata all’ente, ha invitato gli operatori presenti alla massima interazione con lo staff tecnico per un uso ottimale delle risorse.”Un opportunità preziosa per gli enti comunali, le aziende agricole, agroalimentari, rurali, artigiane e di promozione turistica – ha ricordato l’Ass. Vanni Sansonetti -. Questi fondi saranno destinati al miglioramento del territorio, dalle infrastrutture alle produzioni agricole locali, quindi alla promozione turistica, attraverso la valorizzazione dei beni materiali e immateriali”. Una valorizzazione imprescindibile oggi da una viabilità sicura e capillare , in grado di collegare con facilità le nostre località turistiche. Nel PAL 20142020 particolare slancio sarà dato alla cosiddetta “mobilità lenta” e aree di sosta attrezzate, sempre nell’ottica di un turismo sostenibile. A seguire, il presidente Genco, non ha lesinato critiche all’amministrazione regionale per l’assurdo ritardo che ha contraddistinto questa nuova pianificazione. “Siamo al paradosso - ha esordito – parliamo di programmazione 2014-2020 , e siamo già al 2018. Un ritardo che pregiudica l’economia del territorio – ha lamentato – ponendo l’accento sugli obbiettivi conseguiti e ancora da realizzare – fra i primi va N° 21 - 1 dicembre 2018

ricordata la DOP della mozzarella di Gioia del Colle “Un traguardo che ci inorgoglisce, la prima mozzarella italiana realizzata con solo latte bovino – ha spiegato il presidente Genco - . Non solo, aggiunge,nella nostra area GAL 28 aziende hanno beneficiato di fondi per agriturismo, 6 masserie didattiche, molte start up, itinerari tematici, 5 centri comunali per servizi sociali, corsi di formazione professionale, progetti di cooperazione. Mentre tra i progetti futuri, vi è la DOP della ciliegia Ferrovia, “meritevole quanto la durone di Bologna di maggiore visibilità e dignità economica”, si è rimarcato; altrettanto dicasi per l’olio extravergine d’oliva, altra eccellenza del territorio, caratterizzata anche da una sottodenominazione DOP Terra di Bari “Murgia dei trulli e delle Grotte”, ma poco riconoscibile a livello commerciale. Un insieme di dinamiche che si vogliono attuare in modo virtuoso sul territorio, interventi che caratterizzano il nuovo PAL, elaborato dal GAL sulla base di istanze scaturite da soggetti pubblici e privati. Una strategia di sviluppo locale di tipo partecipato previsto dall’approccio LEADER e dalla misura 19 del PSR 2014-2020. A seguire, il dott. Santoro ha illustrato il PAL dopo un breve excursus sulla precedente amministrazione, avvantaggiata da una disponibilità finanziaria pari a 9.000.000.00 di € su sette comuni rispetto agli attuali 3.150.000.00 € su otto comuni (FEASR) e 1.000.000.00 € solo per la pesca (FEAMP). “Un approccio integrato plurifondo che pre-

vede interventi sia nell’area interna che costiera grazie all’inclusione del Comune di Monopoli”.In questa pianificazione molte delle precedenti azioni non saranno più riproposte, è il caso di agriturismi, affittacamere e masserie didattiche. Gli obbiettivi strategici mirano a incentivare lo start up d’imprese innovative nel settore agricolo e nella pesca; a incrementare le fonti d’informazione/ promozione territoriale, le conoscenze-competenze professionali, tecniche e manageriali a carattere innovativo; migliorare l’accessibilità alternativa a basso impatto ambientale e la fruizione turistica del territorio. In particolare l’azione SMART e START prevede 3 interventi: aiuti all’avviamento di impresa,sostegno agli investimenti, vendita diretta dei prodotti ittici. L’azione IN FORMAMENTIS prevede 2 interventi: informazioni e scambi internazionali, promozione patrimonio culturale marittimo. L’azione RURAL & FISHING RE – Branding prevede: percorsi 2.0, infrastrutture su piccola scala, infrastrutture per la fruizione delle aree costiere, emissioni zero, stazioni rurali. Attualmente gli unici bandi attivi afferiscono al FEAMP: int. 1.3 ”vendita diretta dei prodotti ittici” (bando pubblicato nel BURP n. 143 del 8/11/2018); int.3.3”Infrastrutture pubbliche per la fruizione di aree marine e costiere (bando pubblicato nel BURP n 147 del 15/11/2018.

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Novità: la Scuola Agricola per Olivicoltori Dilettanti

Monopoli: si apre il sipario del concorso “Olio di Famiglia 2018-2019”

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lio di Famiglia, il concorso monopolitano giunto alla VIII edizione, continua la sua azione di valorizzazione di uno dei segmenti rilevanti dell’olivicoltura italiana, quella a conduzione famigliare, di piccole produzioni , destinate prevalentemente all’autoconsumo. Anche quest’anno l’esercito degli olivicoltori dilettanti, viene chiamato a raccolta per uscire dall’anonimato, non fosse altro per condividere buone pratiche, esperienze formative, informative e momenti di festa. Sebbene la campagna olivicola in corso, si preannuncia qualitativamente e quantitativamente sotto la media, gli organizzatori dichiarano ufficialmente aperte le iscrizioni. La consegna dei campioni, avvertono, devono avvenire tra novembre e febbraio. L’edizione 2018 di Olio di Famiglia, oltre alle valutazione chimiche e organolettiche si arricchisce di una ghiotta opportunità: la Scuola Agricola per Olivicoltori Dilettanti. “Un ampio ventaglio formativo utile all’olivicoltore, al fine di migliorare qualitativamente il proprio prodotto e rendere più proficue le tecniche colturali – spiega Mimmo Lavacca presidente dell’ Associazione Terrasud , nonché ideatore della felice iniziativa. L’intento è di sostenere questa categoria di agricoltori e le rispettive famiglie, che di fatto svolgono un importante ruolo, economico, sociale e ambientale. Sette in tutto le lezioni in cantiere, nella prima fissata al 30 novembre, Anna Neglia (responsabile scientifico dell’evento) e Mimmo Lavacca , introdurranno le finalità della scuola agricola per olivicoltori , mentre il prof. Achille Chillà parlerà di storia e territorio rurale; la 2° lezione fissata al 14 dicembre 2018 tratterà di “Coltivazione dell’uliveto- le buone pratiche agronomiche ambientali”, relatrice Anna Neglia; la 3° lezione prevista per gennaio (data da definire)riguarderà le potature, gli innesti e l’aratura, relatori Achille Chillà, Costantino Solimando, Marino Paolella; la 4° lezione sempre a gennaio 2019 avrà come tema “La trasformazione delle olive, la produzione

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di Paola DILEO di olio e stoccaggio” con Antonella Rotondo e Maurizio Laghezza; invece nella 5° lezione a febbraio 2019 si parlerà con Valentina Cardone di “Analisi chimiche dell’olio EVO”; la 6° lezione sempre a febbraio 2019 sarà dedicata ad “Assaggi amatoriali dell’olio- come leggerli e interpretarli”, la 7° e ultima lezione a marzo 2019 con Gianvito Schena su “Impresa agricola e le regole per costituirla”. Il tutto si svolgerà dalle ore 18.30 alle 20.00 presso gli studi Schena in via Arenazza n.152 Monopoli, ad eccezione della 3° e 4° lezione che si terranno in campo aperto. Come

le precedenti edizioni il concorso si rivolge ai produttori di olio evo nei paesi mediterranei, che non svolgono attività di imprenditoria agricola. Anche quest’anno la manifestazione sarà organizzata dall’ Ass. TerraSUD, dal laboratorio di analisi Chemiservice, da COOPAGRI Puglia, e numerosi partner, l’ Assessorato alle Attività Agricole del comune di Monopoli, Olio Officina Festival di Milano, Olio Responsabile - Talenti del Gusto di Bari, ADOC Puglia, Azienda Agricola delle Sorelle Barnaba,.Per info e contatti, email: info@oliodifamiglia. org tel 3389357741.

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Galbani vuole lasciare un segno tangibile di impegno diretto

MONOPOLI, NUOVA VITA PER IL PARCO LAMA BELVEDERE

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l Sindaco Angelo Annese, insieme al Comitato Cittadino del Parco Lama Belvedere, ha incontrato Galbani, azienda leader in Italia per la produzione di formaggi e salumi, per un’iniziativa rivolta alla comunità della città di Monopoli. Dopo una mattinata che ha visto coinvolti oltre 300 dipendenti di Galbani in attività di pulizia e di tinteggiatura, in un’ottica di riqualificazione del parco, l’azienda ha consegnato alla cittadinanza un parco più pulito, sistemato e con una nuovissima area giochi per i bambini. Grande partecipazione dei cittadini e di famiglie con bambini che hanno apprezzato quanto fatto e inaugurato il parco giochi. “La città di Monopoli ringrazia Galbani

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per questa iniziativa – dichiara il Sindaco Angelo Annese - volta a rendere più fruibile questo meraviglioso parco. Mentre sono in corso i lavori per la riqualificazione dell’ultima parte della Lama Belvedere, questo intervento - un verde più curato e un’area ripensata per i nostri bambini - porterà i monopolitani a rivivere il parco come luogo privilegiato per passare il tempo libero e svolgere attività ricreative”. “Siamo qui a Monopoli per la nostra convention annuale, spiega Diego Puerta, A.D. di Galbani, e abbiamo voluto approfittare di queste occasione per rafforzare il legame che abbiamo con la città che ci ospita, dedicando una mattinata ad una attività che ci vedesse tutti personalmente coinvolti e che potesse essere

utile alla comunità; un segno tangibile del nostro impegno e di vicinanza al territorio. Ringrazio l’Amministrazione Comunale e il Comitato Cittadino del Parco Lama Belvedere che ci hanno permesso di organizzare questa iniziativa”. “Il Comitato Cittadino del Parco – aggiunge Angelo Papio- da tempo lavora insieme all’Amministrazione Comunale per prendersi cura del parco, una preziosa risorsa per la città e l’intero territorio. Iniziative come questa promossa da Galbani, sono le benvenute e incontreranno sempre la nostra massima. Ringraziamo Galbani e tutti i suoi dipendenti per il grande impegno profuso e per averci permesso di far crescere la consapevolezza dell’importanza di questo polmone verde per l’intera città”.

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“Bonus Verde” sì, ma con rigore e professionalità!

l Bonus Verde rappresenta una straordinaria opportunità, sia per l’intera comunità, sia per gli addetti ai lavori, purché sia trattato, in tutti i suoi aspetti, con rigore e competenza da professionisti di comprovata esperienza. È il messaggio forte e univoco lanciato dal convegno “Bonus Verde: applicazioni ed opportunità” che si è tenuto (martedì 20 novembre) nel Salone degli Specchi del Municipio di Taranto. La manifestazione è stata organizzata dall’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Taranto,in collaborazione con l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Taranto. Nell’occasione è stata a Taranto, per la prima volta in Puglia, la Dott.ssa For. Sabrina Diamanti, neo eletta Presidente Nazionale del Conaf (Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali). Introducendo i lavori il Dott. Agr. Gianrocco De Marinis, Presidente Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Taranto, ha spiegato che «il Bonus Verde è la detrazione Irpef del 36%,prorogata all’anno prossimo grazie alla nuova legge di bilancio 2019, che interessa la sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, di impianti di irrigazione e la realizzazione di pozzi, di coperture a verde e di giardini pensili».

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Convegno a Taranto

Nel suo saluto il Dott. Agr. Rosario Centonze, Presidente della Federazione Regionale Ordini dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Regione Puglia, ha lodato l’organizzazione del convegno per il suo approccio multidisciplinare, una formula vincente che consente di approfondire una tematica in modo completo ed esaustivo. Anche il consigliere provinciale Walter Rochira, che ha portato all’assemblea i saluti del Presidente Giovanni Gugliotti, ha lodato questa formula che permette di formare adeguatamente i professionisti. La presidente nazionale Sabrina Diamanti ha affermato che «per i dottori agronomi e i dottori forestali il Bonus Verde rappresenta una straordinaria occasione per dimostrare le nostre competenze anche in ambito urbano, dove è molto importante affidarsi a professionisti qualificati per la realizzazione di progetti del verde». «L’agronomo ed il forestale rappresentano – ha poi detto Sabrina Diamanti – l’unica figura professionale che, a seconda del contesto urbano, è in grado di seguire la progettazione dalla fase iniziale dell’impianto, fino alla gestione delle piante adulte. Basti pensare all’iniziale importanza nella scelta della specie ed alla disposizione delle piante, nonché alla successiva conduzione dell’area a verde che comprende tra le operazioni più importanti: l’irrigazione, la nutrizione, la difesa e la gestio-

ne della chioma». Il dottor Leonardo Capitanio, Presidente dell’Anve, ha affermato che il Bonus Verde rappresenta una importante opportunità di sviluppo per il settore vivaistico, anche se si sarebbe auspicata una percentuale di detrazione Irpef più importante, in modo da incentivare maggiormente i contribuenti: per tracciare un bilancio dell’utilizzo del Bonus Verde, infatti, bisogna aspettare i dati relativi alle dichiarazioni dei redditi del 2018. La dottoressa Annamaria Portulano, Presidente ANACI della Provincia di Taranto, è intervenuta sul tema “La progettazione del verde condominiale: il ruolo del professionista”, sottolineando le problematiche che incontrano gli amministratori di condominio per illustrare nelle assemblee i vantaggi del Bonus Verde, auspicando una sempre maggiore collaborazione tra professionisti coinvolti in tutte le fasi della sua applicazione. Più tecnico l’intervento del commercialista Giuseppe Ribecco, che ha illustrato le nuove agevolazioni fiscali previste dalla legge di bilancio 2018, soffermandosi sugli aspetti tecnico-burocratici necessari per ottenere le agevolazioni del Bonus Verde dalla Agenzia delle Entrate. Dopo il dibattito, concludendo i lavori Sabrina Diamanti ha affermato che il convegno ha rappresentato un importante momento di confronto tra diversi professionisti il cui fine

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ultimo è soddisfare le esigenze dei committenti, siano essi privati che pubbliche amministrazioni. L’ultimo pensiero è stato proprio per queste ultime: riferendosi a episodi di cronaca con alberi caduti su cose e persone, Sabrina Diamanti ha auspicato che si sviluppino ulteriormente le collaborazioni con le amministrazioni comunali, in modo da individuare gli alberi che purtroppo devono essere necessariamente abbattuti,rappresentando un pericolo per la comunità, e quelli che invece possono e devono essere curati, nonché per progettare le nuove piantumazioni del verde pubblico. Il convegno è stato patrocinato da Comune di Taranto, Provincia di Taranto, Conaf (Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali), Fodaf Puglia (Federazione regionale degli ordini dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Puglia) e Anve (Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori). N° 21 - 1 dicembre 2018

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UN ALLEVAMENTO DI GALLINE OVAIOLE SUI TERRENI CONFISCATI ALLA MAFIA

BRINDISI: NASCE IL PROGETTO “HASTA L’HUEVO”

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Brindisi non c’è da chiedersi se è nato prima l’uovo o la gallina. Qui, infatti, le uova hanno una funzione molto più’ importante prima di essere trasformate in omelette e frittate: promuovere l’inclusione sociale delle persone affette da problemi psichici. Allevando galline nei terreni confiscati alla criminalità organizzata. Questo è l’obiettivo di “Hasta l’huevo”, uno dei 15 progetti selezionati nell’ambito del bando di crowdfunding lanciato dal Gruppo Banca Etica grazie al Fondo per la Microfinanza e il Crowdfunding di Etica SGR attivo sulla piattaforma Produzioni dal Basso. Sino al 15 gennaio 2019 sarà possibile sostenere il progetto promosso dalla Cooperativa sociale Qualcosa di Di verso, attiva a San Vito dei Normanni, in provincia di Brindisi, che si propone di sperimentare la progettazione e la realizzazione di un allevamento biologico di galline ovaiole all’interno di un’azienda confiscata alla mafia, creando un percorso riabilitativo per persone con esperienza diretta di sofferenza psichica. Nello specifico Hasta l’Huevo avvierà percorsi per l’acquisizione di capacita’ tecniche specifiche relative alle diverse fasi di realizzazione del pollaio (manuali per l’autocostruzione, gestionali per

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le attività di produzione e relazionali per la vendita delle uova), cercando al contempo di favorire l’integrazione dei lavoratori con disabilità in un contesto di vita normale”. L’ obiettivo e’ sperimentare il recupero di una porzione semiabbandonata dell’ azienda confiscata attraverso la consociazione tra ulivi e galline ovaiole così da ottenere una migliore performance economica e ambientale del processo produttivo (concimazione e diserbo naturale e soluzione allo smaltimento della pollina) oltre che un miglioramento del benessere animale, andando a produrre dei prodotti più sani. L’allevamento sarà composto da massimo 250 galline. Il progetto si inserisce in un contesto, come quello brindisino, dove le attività umane hanno causato una graduale perdita di biodiversità (oggi la provincia di Brindisi è una delle ultime italiane per superficie boschiva). “Hasta l’huevo” mira a contrastare questa tendenza con l’impianto di nuove colture e di allevamenti (possibilmente in biologico) che vadano a favorire la concimazione naturale degli alberi, una gestione sostenibile della terra e una possibilità di guadagno alternativa allo sfruttamento intensivo delle monocolture. Non bisogna dimenticare poi che gli allevamenti di galline

ovaiole nella provincia di Brindisi sono 9, di cui nessuno in biologico e che in Italia il tasso di disoccupazione delle persone con disabilità e’ superiore all’80%: grazie a questo progetto, quindi, non solo si alleverebbe in modo più sano, ma si aiuterebbero molte persone a dare un senso nuovo alla propria condizione di vita. In base al bando “Impatto +” i progetti che raccoglieranno almeno il 75% del budget riceveranno un contributo da parte del Fondo per il Crowdfunding di Etica Sgr per il restante 25%, fino a un massimo di 7.500 euro. Tale donazione è resa possibile grazie alla scelta volontaria dei clienti di Etica Sgr di devolvere lo 0,1% del capitale sottoscritto per il sostegno di progetti di innovazione sociale. I progetti che dovessero riuscire a raccogliere il 100% del budget riceveranno un premio di 1.000 euro da destinare a ulteriori iniziative di promozione dell’iniziativa in collaborazione con Banca Etica. Infine, le campagne che alla conclusione del periodo di raccolta avranno ottenuto almeno il 50% del budget, potranno approfittare di un ulteriore mese di permanenza nel Network di Banca Etica su PdB, per provare a centrare l’obiettivo (in questo caso però non ci sarà diritto al contributo successivo da parte del Fondo di Etica Sgr).

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ECONOMIA E MERCATO DI CACAO E CIOCCOLATA di Fabio Maria Santucci

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l mercato del cacao è un caso estremo di struttura a clessidra, con da un lato circa 5 milioni di piccoli coltivatori, in paesi in via di sviluppo, e dall’altro miliardi di consumatori finali. In mezzo, pochissimi enormi trader e trasformatori, che fanno sia semilavorati che prodotti finiti, spesso commercializzati sotto più marchi, accompagnati da centinaia / migliaia di piccoli trader, processor, e produttori di grocery. La ICCO – Organizzazione Internazionale del Cacao dovrebbe favorire il dialogo tra le parti. Otto paesi su 61 rappresentano il 90% della produzione mondiale. Spicca-

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no la Costa d’Avorio e il Ghana. Due i mercati di riferimento: Londra e New York. Sei processor, in Europa e USA, controllano il 70-75% della lavorazione. 10 brand occupano il 70% circa del mercato finale. La Direttiva 2000/36/CE permette l’uso di grassi diversi dal burro di cacao per produrre cioccolata. La perdita dei produttori di cacao è incalcolabile. I consumi mondali nel 2016 valgono circa 123 miliardi di dollari, con in testa la Svizzera (8,8 kg), In Italia circa 3.8 – 4 kg a testa. Modestissimo il consumo cinese (100 g), ma si prevede una enorme crescita. In Europa e USA, si preve-

de l’espansione dei prodotti di qualità, monovarietali, con indicazioni geografiche, biologico e fair trade. La sostenibilità del settore è stata enfatizzata nella quarta Conferenza Mondiale del Cacao (Berlino 2018): miglioramento tecnico (rese più alte e stabili), minor impatto ambientale (meno deforestazione, agro-forestry), eliminazione del lavoro minorile, migliore organizzazione dei produttori, maggiore acquisizione di valore. Le stesse multinazionali giocano oramai la carta della Corporate Social Responsibility.

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Fattura elettronica, il Garante della privacy la boccia e chiede cambiamenti

l Garante per la protezione dei dati personali ha avvertito l’Agenzia delle entrate che il nuovo obbligo della fatturazione elettronica, così come è stato regolato dall’Agenzia delle Entrate, “presenta rilevanti criticità in ordine alla compatibilità con la normativa in materia di protezione dei dati personali”. Per questo motivo ha chiesto all’Agenzia di far sapere con urgenza come intenda rendere conformi al quadro normativo italiano ed europeo i trattamenti di dati che verranno effettuati ai fini della fatturazione elettronica. E’ la prima volta che il Garante esercita il nuovo potere correttivo di avvertimento, attribuito dal Regolamento europeo, attraverso un provvedimento adottato anche a seguito di alcuni reclami. Il nuovo obbligo di fatturazione elettronica – esteso a partire dal 1 gennaio 2019 anche ai rapporti tra fornitori e tra fornitori e consumatori – presenta, secondo il Garante, un rischio elevato per i diritti e le libertà degli interessati, comportando un trattamento sistematico, generalizzato e di dettaglio di dati personali su larga scala, potenzialmente relativo ad ogni aspetto della vita quotidiana dell’intera popolazione, sproporzionato rispetto all’obiettivo di interesse pubblico, pur legittimo, perseguito. Entrando nel merito del nuovo sistema di e-fatturazione il Garante ha rilevato una serie di criticità. In primo luogo, l’Agenzia, dopo aver recapitato le fatture in qualità di “postino” attraverso il sistema di interscambio (SDI) tra gli operatori economici e i contribuenti, archivierà e utilizzerà i dati anche a fini di controllo. Tuttavia non saranno archiviati solo i dati obbligatori a fini fiscali, ma la fattura vera e propria, che contiene di per sé informazioni di dettaglio ulteriori sui beni e servizi acquistati, come le abitudini e le tipologie di consumo, legate alla fornitura di servizi energetici e di telecomunicazioni, o addirittura la descrizione

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Ci sarà uno slittamento dei tempi?

delle prestazioni sanitarie o legali. Altre criticità derivano dalla scelta dell’Agenzia delle Entrate di mettere a disposizione sul proprio portale, senza una richiesta dei consumatori, tutte le fatture in formato digitale, anche per chi preferirà comunque continuare a ricevere la fattura cartacea o digitale direttamente dal fornitore, come garantito dal legislatore. Ulteriori problemi pone il ruolo assunto dagli intermediari delegabili dal contribuente per la trasmissione, la ricezione e la conservazione delle fatture, alcuni dei quali operano anche nei confronti di una moltitudine di imprese, accentrando enormi masse di dati personali con un aumento dei rischi, non solo per la sicurezza delle informazioni, ma anche rela-

tivi a ulteriori usi impropri, grazie a possibili collegamenti e raffronti tra fatture di migliaia di operatori economici. Anche le modalità di trasmissione attraverso lo SDI e gli ulteriori servizi offerti dall’Agenzia (come la conservazione dei dati) presentano criticità per quanto riguarda i profili di sicurezza, a partire dalla mancata cifratura della fattura elettronica, tanto più considerato l’utilizzo della PEC per lo scambio delle fatture, con la conseguente possibile memorizzazione dei documenti sui server di posta elettronica. Il provvedimento del Garante è stato inviato anche al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell’economia e delle finanze per le valutazioni di competenza.

www.foglie.tv




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