FOGLIE n.22/2018

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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE

2019: CINA ARRIVIAMO

Alleanza multiprodotto per conquistarla

agricoltura

Le novità previste dalla Legge di Bilancio Caporalato, istituito tavolo operativo Legge sul biologico, ci siamo

N° 22 • 15 dicembre 2018


FMC presenta Omnera LQM ®

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FMC ha presentato ai numerosi agricoltori presenti “OMNERA® LQM®”, nuova tecnologia per prestazioni migliori. La tecnologia LQM® è rivoluzionaria nella chimica delle solfoniluree perchè combina vari principi attivi con diversi meccanismi d’azione in una formulazione liquida ottimizzata per creare nuovi prodotti unici per i coltivatori di cereali. I benefici della nuova formulazione includono: una formulazione che consente di avere gocce di dimensioni ideali, elevata ritenzione dello spray e migliore copertura delle superfici fogliari, migliore capacità di assorbimento e traslocazione dei principi attivi all’interno della pianta. OMNERA® LQM® è un erbicida selettivo per il controllo di post emergenza delle infestanti a foglia larga sui cereali autunno vernini e primaverili, contenente due sostanze attive appartenenti alla famiglia della solfoniluree. OMNERA® LQM® è un erbicida sistemico principalmente assorbito dalle foglie e rapidamente distribuito nella pianta. Le infestanti trattate smettono di crescere alcune ore dopo l’applicazione, necrotizzano e muoiono entro 1-3 settimane in funzione della specie e delle condizioni ambientali. L’effetto erbicida si manifesta solo sulle infestanti presenti al momento del trattamento.




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ditoriale

15 dicembre 2018 - n.22 - Anno 13

Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE

Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952 Editrice

G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione G.Ed.A. Giovani Editori Associati Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Paola Dileo, Nica Ruospo, Rino Pavone, Donatello Fanelli Pubblicità G.Ed.A Rino PAVONE r.pavone@foglie.tv 380 6328672 Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61/06 del 15/11/2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 9040264 Iscritta al Registro Operatori Comunicazione ROC n.26041 TESTATA GIORNALISTICA ACCREDITATA

Puglia: la “solita” protesta degli agricoltori?

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tiamo lavorando tutti per dare un futuro all’agricoltura pugliese: Regione, Governo e Europa. Io sono ottimista, lo dobbiamo alla nostra gente. Lo dobbiamo ai nostri agricoltori. Lo dobbiamo alla Puglia e all’Italia”. Con questo tweet, il ministro dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio, è intervenuto a proposito della protesta che Agrinsieme (Cia Agricoltori Italiani Puglia, Confagricoltura e Alleanza della Cooperative) hanno portato fin dentro il Consiglio Regionale pugliese. La protesta, che aveva come elemento simbolico le pettorine arancioni, lo stesso colore utilizzato per le allerte meteo che si stanno susseguendo sulla Puglia assieme alle calamità atmosferiche di un anno difficile, sta cominciando quindi perlomeno a creare dibattito se non frutti. Dopo le rassicurazioni di Centinaio sono arrivate quelle del viceministro Franco Manzato che ha assicurato l’impegno del governo nazionale a portare a termine la declaratoria che permetterà il ristoro dei danni causati dal gelo all’olivicoltura pugliese. Anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, fuori sede per altri impegni istituzionali, ha voluto dialogare telefonicamente con la delegazione che ha simbolicamente “occupato” il consiglio regionale per rappresentare

la rabbia degli agricoltori pugliesi fortemente danneggiati dalle gelate di inizio anno, dalla Xylella e da un Psr in forte ritardo. Il presidente Emiliano ha assicurato il proprio impegno per convincere il governo nazionale che quanto accaduto non è un fatto politico, ma una catastrofe di sistema che, se non viene bloccata, rischia di mettere in ginocchio non solo la Puglia ma l’Italia dal punto di vista olivicolo. La protesta è motivata dall’esigenza di dare una svolta, con una mobilitazione che resta vigile, attiva, fino a quando non si vedranno risultati concreti, atti e impegni fissati nero su bianco da parte di tutti gli attori istituzionali di ogni livello. Il 2018 secondo i promotori della protesta “è stato un anno nero per l’agricoltura pugliese, arrivato dopo altre annate non certo favorevoli e funestato, soprattutto, dall’espandersi della Xylella e dalle disastrose conseguenze di eventi atmosferici estremi, oltre che da un Psr ancora lontano dal decollare”. Non mancano, c’è da aggiungere per inquadrare la situazione a 360° gradi, le polemiche ed i pareri di segno opposto con taluni organi di informazione ed addetti ai lavori che parlano “di agricoltori soliti lagnoni con l’atavica esigenza di cercare di svuotare le casse dello Stato con le più svariate forme di assistenzialismo”.



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ommario

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editoriale

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PUGLIA La “solita” protesta degli agricoltori?

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COPAGRI Su xylella e calamità

18 GIOVANI AGRICOLTORI

Pochi ma buoni

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12 FONDI EUROPEI A RISCHIO Incontro Coldiretti – Min. Lezzi

agroalimentare

La storia agraria pugliese

26 MICRO BIRRIFICIo Come aprirlo

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Cina Alleanza multiprodotto per conquistarla BIOLOGICO Arriva la legge

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MONDO GAL

22 FOCus

Via libera al nuovo regolamento UE

LEGGE DI BILANCIO Le novità previste per il settore primario CAPORALATO Istituito il tavolo operativo

Settore da salvaguardare

29 FERTILIZZANTI

AGRICOLTURA

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16 CAnapa

24 monopoli

Con Gal Trulli/ Barsento candida progetto Feamp

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GAL MAGNA GRECIA Bando per difendersi dai lupi eventi

28 PUGLIESI NEL MONDO La IX edizione


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gricoltura

Fermo pesca, catasto ortofrutticolo, controlli antifrode

AGRICOLTURA: ECCO LE NOVITÀ PREVISTE DALLA LEGGE DI BILANCIO

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opo una lunga serata a Montecitorio, la Legge di Bilancio è stata approvata dalla Camera dei Deputati. Diverse le novità che interessano il settore primario, ad iniziare dalla pesca. Due le misure di sostegno del reddito per i lavoratori dipendenti da imprese adibite alla pesca marittima, compresi i soci lavoratori delle cooperative della piccola pesca. La prima dispone la proroga per l’anno 2019 dell’indennità giornaliera onnicomprensiva (fino a un massimo di 30 euro e nel limite di spesa di 11 milioni di euro) dovuta nel periodo di sospensione dell’attività lavorativa a causa delle misure di arresto temporaneo obbligatorio. La seconda innalza le risorse per il periodo di sospensione dell’attività lavorativa derivante da misure di arresto temporaneo non obbligatorio a 7 milioni di euro totali, incrementandole di ulteriori 2,5 milioni. Viene istituito, inoltre, il catasto delle produzioni frutticole nazionali, attraverso una ricognizione a livello aziendale delle superfici destinate a ortofrutta, distinte con l’indicazione delle principali cultivar. Stanziati, a tal fine, 5 milioni per i prossimi due anni. “Si tratta di un risultato molto importante – commenta il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, esponente M5S della Commissione Agricoltura della Camera – fortemente voluto dal Sottosegretario Alessandra Pesce e partito dagli stakeholder riunitisi al ministero delle Politiche Agricole lo scorso 27 settembre per il tavolo ortofrutta, che sarà presto riconvocato per condividere le necessità operative. Obiettivo del catasto

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– spiega L’Abbate (M5S) – è quello di elevare il livello di competitività del settore ortofrutticolo, riducendone i rischi di volatilità dei prezzi e puntando, al contempo, alla tracciabilità delle produzioni”. Si intensificano, inoltre, gli sforzi sui controlli con l’autorizzazione all’assunzione di 57 unità di personale operante presso il Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e delle repressioni frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF), stanziando 3,4 milioni di euro per i prossimi due anni, nonché con mirate modifiche che rafforzano l’antifrode. Un successo atteso sin dall’ingresso in Parlamento del Movimento 5 Stelle è poi quello della riduzione delle accise del 40% per i birrifici che producono fino a 10.000 ettolitri l’anno, in pratica la stragrande maggioranza degli operatori che possono definire la propria birra artigianale. Con la Legge di Bilancio, poi, è stata prevista la spesa di 2 milioni di euro

per il biennio 2019-2020 per sostenere l’apicoltura nazionale e salvaguardare le api, le sentinelle della biodiversità, con la realizzazione di progetti finalizzati a produzioni e allevamenti di particolare rilievo ambientale, economico, sociale e occupazionale. È stato, inoltre, riconosciuto un contributo in forma di “voucher” pari a 3 milioni di euro per la rimozione ed il recupero di alberi e tronchi caduti o abbattuti in conseguenza degli eventi atmosferici avversi di ottobre e novembre scorso, in grado di coprire sino al 50% delle spese sostenute. Infine, non è mancato l’accoglimento delle proposte della minoranza. Tra queste, l’istituzione di un fondo per la gestione e la manutenzione delle foreste italiane aumentando le percentuali di compensazione del legno nonché lo stanziamento di 3 milioni di euro sino al 2021 per interventi di contrasto al batterio Xylella fastidiosa.

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groalimentare

Dopo apertura ufficiale di Pechino agli acini coltivati in Spagna

Alleanza multiprodotto per conquistare la Cina

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are sistema “trasversalmente” per conquistare la Cina. Mettendo insieme le filiere dei prodotti export oriented in “lista d’attesa” (mele, pere e uva) nell’ottica di presentarsi compatti ma, anche, di sensibilizzare la politica nazionale. E’ la ricetta di Donato Fanelli, dallo scorso giugno coordinatore del comitato uva da tavola dell’Organizzazione interprofessionale Ortofrutta Italia dopo aver letto la notizia dell’apertura ufficiale di Pechino agli acini coltivati in Spagna. “Al primo punto del mio mandato spiega l’imprenditore pugliese - ho messo l’impegno per smuovere le acque e proporsi nei principali Paesi dove ancora non possiamo esportare, a partire proprio dalla Cina, che il più grande consumatore mondiale di ortofrutta e rappresenta una formidabile opportunità per la nostra uva. Dobbiamo fare squadra nel senso più ampio del termine coinvolgendo anche le filiere delle mele e delle pere, perché se ognuno va per la propria strada non ce la facciamo: serve un’azione congiunta tra i rappresentanti dei prodotti più

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vocati all’export, unendo Nord e Sud del Paese, lavorando per coinvolgere e spronare i nostri referenti governativi. Alla prossima riunione del Comitato, in programma a gennaio, sarà invitato anche Cso Italy, terminale importante nell’export”. “L’ambasciata italiana in Cina - aggiunge Fanelli - è molto operosa. Dobbiamo sollecitare chi fa politica nel nostro Paese: si parla tanto di valo-

rizzare il Made in Italy ma finora si è pensato più a bloccare le frontiere che a conquistare nuovi spazi. Così non va, rischiamo di morire di asfissia. Prendiamo esempio dalla Spagna che, pur disponendo di una superficie produttiva inferiore a quella italiana, comanda di fatto il mercato. Loro il sistema Paese lo hanno sviluppato, hanno le loro portaerei a disposizione delle imprese. Noi non ancora: diamoci da fare”.

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gricoltura

PER DEFINIRE NUOVE STRATEGIE

CAPORALATO: ISTITUITO IL TAVOLO OPERATIVO di Rino PAVONE

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accoglie l’approvazione della Commissione Agricoltura il Decreto Fiscale che reca un complesso di disposizioni che riguardano la materia fiscale e finanziaria, la pacificazione e la semplificazione fiscale nonché l’innovazione del processo tributario. Tra le misure contenute all’interno del provvedimento spicca, per il comparto agricolo, l’istituzione di un Tavolo operativo per la definizione di una nuova strategia di contrasto del caporalato e dello sfruttamento lavorativo in agricoltura. Il Tavolo istituito presso il Ministero del Lavoro e dal ministro dello stesso dicastero presieduto sarà formato da un numero di componenti non superiore a 15. La definizione della sua organizzazione e del suo funzionamento nonché di eventuali forme di collaborazione con le sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità è demandata ad uno specifico decreto interministeriale, da emanare entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del Decreto Fiscale. Il Tavolo opererà per tre anni dalla sua costituzione e potrà essere prorogato per un ulteriore triennio mentre le risorse per il suo funzionamento saranno prelevate dal Fondo nazionale per le politiche migratorie e dal Fondo nazionale per le politiche sociali.

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groalimentare

In Puglia, terza regione bio d’Italia, gli ettari coltivati a biologico sono circa 26mila

AGRICOLTURA: LA CAMERA APPROVA LA LEGGE SUL BIOLOGICO

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l biologico rappresenta un settore in costante crescita che rappresenta una fetta importante del Made in Italy. Proprio per favorire e promuovere la conversione al metodo bio delle imprese agricole a agroalimentari italiane, la Camera ha approvato la proposta di legge in materia, arenatasi al Senato nella scorsa Legislatura. Tra le novità normative vi è l’introduzione di un marchio per il bio italiano così da distinguere tutti i prodotti biologici realizzati con materie prime coltivate o allevate nel nostro Paese, un modo per garantire la massima trasparenza sull’origine e la filiera dei prodotti e per rendere maggiormente consapevoli i consumatori. Viene istituito, inoltre, un Tavolo tecnico presso il ministero delle Politiche Agricole che coinvolgerà esperti, ricercatori e rappresentanti del settore della produzione biologica al fine di individuare le criticità del settore e offrire le relative soluzioni. Viene rafforzata, poi, la filiera biologica incentivando l’aggregazione dei produttori. “Siamo i primi al mondo a riconoscere per legge i bio-distretti – dichiara il

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deputato pugliese Gianpaolo Cassese, componente M5S della Commissione Agricoltura della Camera e cofirmatario della proposta di legge – daremo così il giusto valore agli attori che operano nei tanti distretti biologici italiani e permetteremo lo sviluppo e la crescita di questi virtuosi sistemi produttivi locali. Grazie a questa legge rispondiamo ad esigenze di un settore, quello agricolo, che da anni attende aggiornamenti normativi e migliorie per la tutela del comparto biologico. Nonché rappresenta un modello produttivo di notevole interesse per la nostra regione”.

La Puglia, infatti, secondo i dati SINAB 2017, è una delle tre regioni più bio d’Italia. Gli ettari coltivati a biologico sono 25.853 e gli operatori biologici risultano 10.029, con un incremento del 50% rispetto all’anno precedente. Un andamento che rispecchia un aumento tendenziale dei consumi con le ditte di trasformazione e dei servizi connessi alla filiera dell’agricoltura biologica come agriturismi, mense bio, ristoranti e operatori certificati che complessivamente sono in aumento addirittura dell’81%. Dopo aver incassato l’approvazione a Montecitorio, la legge sul biologico approda al Senato.

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gricoltura

LAVORO

INCONTRO COLDIRETTI - LEZZI SU FONDI EUROPEI A RISCHIO

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ccorre dare risposte concrete ai sogni di migliaia di giovani del Mezzogiorno che hanno sperato di poter avere un futuro in agricoltura e che rischiano di essere esclusi dalle opportunità offerte dai fondi europei”. E’ quanto ha affermato il Presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, che insieme al Segretario Generale, Vincenzo Gesmundo e ad una delegazione della Coldiretti Puglia, guidata dal Presidente regionale, Savino Muraglia, ha incontrato il Ministro per il Sud, Barbara Lezzi. Al centro del confronto la disponibilità di risorse da dedicare al Piano di Sviluppo Rurale (PSR) della Regione Puglia, ma anche i sostegni agli olivicoltori che non hanno raccolto olive a causa delle gelate di febbraio e marzo, delle trombe d’aria di ottobre e l’emergenza Xylella. “La Regione Puglia - ha riferito il Presidente Muraglia – a più riprese e in più contesti ha dichiarato di aver richiesto la rimodulazione del Patto per il SUD”, al fine di recuperare 200 milioni di euro da destinare ai giova-

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ni e agli investimenti, ma il Ministro Lezzi durante il confronto ha reso noto che “ad oggi presso i miei uffici da parte della Regione non è stata inoltrata alcuna richiesta formale” Per Muraglia “la pazienza è finita e siamo in mobilitazione. Stiamo mettendo a repentaglio il futuro di migliaia di giovani e agricoltori che vogliono investire e che aspettano ormai da 3 anni di poter lavorare e vivere in agricoltura”. Sul fronte gelate, superano i 600 milioni di euro dall’inizio dell’anno 2018 i danni causati dal maltempo all’agricoltura in Puglia – aggiunge Coldiretti - con campi sommersi, aziende e stalle isolate, raccolti distrutti e animali morti, ulivi secolari e non sradicati dalle trombe d’aria e frutteti e oliveti praticamente improduttivi per le gelate di febbraio e marzo scorsi, strutture, serre e impianti fotovoltaici divelti. “La produzione di olio pugliese è crollata e gli olivicoltori – riferisce il Presidente Muraglia - non hanno alcuno strumento per poter far fronte ad un annata disastrosa, perché non

rientrano nelle provvidenze previste dalla declaratoria di calamità naturale e dal Fondo di Solidarietà Nazionale”. L’esiguità della dotazione del Fondo di Solidarietà Nazionale si ripropone anche per la Xylella. I danni provocati fino ad oggi dal batterio all’agricoltura pugliese sono stimati per difetto in più di un miliardo di euro. Va dunque perseguita secondo la Coldiretti ogni possibile via per incentivare e “supportare gli investimenti che diventerebbero volano – ha concluso Muraglia - per un ripristino della capacità produttiva dei territori colpiti e per un recupero della occupazione”. Per Coldiretti è auspicabile prevedere risorse aggiuntive, integrate anche da interventi della Regione Puglia, che siano maggiormente in linea con le reali esigenze delle aree infette, anche per supportare progetti di rigenerazione della olivicoltura e per i quali il Distretto Agroalimentare Jonico Salentino potrà costituire piattaforma operativa per la progettazione e l’individuazione dei fabbisogni.

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LE PROPRIE OSSERVAZIONI IN COMMISSIONE CONSILARE REGIONE PUGLIA

COPAGRI SU XYLELLA FASTIDIOSA E SULLE CALAMITA’ di Rino PAVONE

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ell’ audizione tenutasi presso la Commissione Agricoltura la Copagri Puglia rappresentata dal presidente Tommaso Battista e dal direttore Alfonso Guerra, ha ribadito che risulta indispensabile procedere all’abbattimento delle piante infette anche per quelle monumentali ribadendo altresì che appare improprio procedere con Legge alla deroga sugli abbattimenti di piante infette. Tale deroga, secondo la Copagri, può essere autorizzata, a determinate condizioni solo dalla Autorità Fitosanitaria comunitaria ed essere oggetto di decisione. Diversamente si rischia di complicare la situazione in cui oggi si trova la Puglia, già interessata dall’avvio di una procedura di infrazione per i mancati abbattimenti delle piante infette. Poiché l’avvio dell’infrazione può determinare il blocco dei finanziamenti a sostegno delle imprese colpite dalla Xylella fastidiosa si ritiene inaccettabile la proposta. Inoltre i mancati abbattimenti, in presenza di un importante polo vivaistico, impediN° 22 - 15 dicembre 2018

rebbero la possibilità di applicare la deroga prevista dalla normativa europea che, a determinate condizioni, consente di circoscrivere e dichiarare questi poli siti indenni. Qualsiasi altro intervento, se conforme alle normative fitosanitarie di contrasto alla Xylella, può essere adottato dal Servizio Fitosanitario Regionale, senza necessità di un intervento legislativo. Copagri ha altresì richiesto di avviare richieste di cofinanziamento ai sensi del Regolamento CE 1040/2002. La normativa europea in materia fitosanitaria prevede la possibilità per gli Stati Membri di formulare annualmente un programma di lotta fitosanitaria Regolamento CE 1040/2002. Il programma, una volta approvato, viene cofinanziato al 50% dalla Commissione e rimborsato a consuntivo l’anno successivo con la possibilità di intervenire in favore dei piccoli produttori anche non CD e IAP che in Salento rappresentano quasi 80% della base produttiva. Il cofinanziamento regionale nella misura del 50% per questo specifico intervento è opportuno

che venga proposto in seno alle modifiche del bilancio regionale utilizzando le risorse sugli stanziamenti relativi ai capitoli “eventi pubblicità e stampe” previste per fronteggiare l’emergenza xylella imputati come attività di prevenzione e che ammontano a 2 mln di euro. Con riguardo alle calamità Copagri ha proposto, nelle more della determinazione dei provvedimenti di deroga e in attesa degli stanziamenti nazionali a valere sul FSN per gli indennizzi relativi alle calamità si chiede di impegnare, entro fine anno, i 5 milioni liberati dal cofinanziamento regionale dei fondi del PSR 20014-2020, precedentemente destinati alla costituzione dell’ARXIA, oggi decaduta. Chiediamo, proseguono i rappresentanti della Copagri, che le risorse stanziate vengano destinate alla costituzione di un Fondo Rotativo che anticipi alle imprese olivicole i provvedimenti di indennizzo attualmente in fase di definizione con una procedura a sportello semplificata in deroga alle disposizioni previste dalla legge regionale 24/90.

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San Martino in Rio (RE), nella cornice del Museo dell’Agricoltura e del Mondo Rurale

La prima tappa del roadshow sul futuro dell’agricoltura in Italia promosso da Bayer

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i è tenuta nella splendida cornice del Museo dell’Agricoltura e del Mondo Rurale di San Martino in Rio (Re) la prima tappa del roadshow Agrievolution, promosso da Bayer: una serie di incontri sull’agricoltura di oggi e di domani, che toccherà nei prossimi mesi alcune zone a forte vocazione agricola in giro per l’Italia. Grande l’affluenza di pubblico all’evento moderato da Chiara Albicocco, giornalista scientifica, in cui si è discusso di numerose tematiche tra new breeding techniques, genome editing e trasformazione digitale. Un’importante occasione per parlare dell’agricoltura di prossima generazione, alla scoperta delle opportunità che questo settore ha davanti a sè. Un

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futuro di grandi sfide, che dovranno essere affrontate con un approccio innovativo, preservando al tempo stesso la biodiversità dei prodotti tipici di cui l’Italia è ricca. Il roadshow verrà ospitato presso i musei italiani dedicati al mondo agricolo delle maggiori aree a economia agricola d’Italia, in cui Roberto Confalonieri, Antonio Pascale, Chiara Tonelli - gli autorevoli relatori che per l’intero tour presenteranno al pubblico le loro tesi su genetica e digitale per l’agricoltura – dialogheranno con importanti rappresentanti locali come docenti universitari, giornalisti, associazioni e istituzioni, e naturalmente agricoltori. Antonio Pascale, Ispettore del Ministero per le Politiche Agricole e

scrittore, ha fatto il punto sull’importanza dell’innovazione in agricoltura. “Siamo passati da un Paese dove era duro vivere a un Paese in cui è bello vivere grazie all’innovazione tecnologica. Dobbiamo smettere di guardare al passato con nostalgia: abbiamo a disposizione una nuova cassetta degli attrezzi, in cui ci nuovi strumenti sempre più precisi ci permettono di ottenere il meglio dalle nostre colture.” Importanza confermata anche da Chiara Tonelli, Presidente del Comitato Scientifico Fondazione Umberto Veronesi e Professoressa di Genetica all’Università degli Studi di Milano, che ha affermato: “Puntiamo a un’agricoltura sostenibile in cui dobbiamo produrre di più attraverso l’innovazione e le nuove tecnologie. Le piante

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ideali del futuro utilizzano meno acqua, meno fertilizzanti, meno agrofarmaci e sono più resistenti alle malattie. Inoltre, dovranno essere nutrienti e ricche di vitamine, antiossidanti e ferro. Non si dovrà più parlare di food security ma di nutrition security”. Roberto Confalonieri, Professore di agronomia e sistemi culturali Università di Milano e fondatore e responsabile di Cassandra lab., ha parlato della trasformazione digitale nel settore agricolo e delle sue potenzialità sottolineando che “il mondo digitale e quello dell’agricoltura si sono incontrati più tardi rispetto ad altri settori. Oggi tuttavia il digitale è entrato nella vita di tutti e le pressioni sugli agricoltori aumentano di continuo: c’è quindi una domanda. In più, l’offerta di tecnologie digitali in agricoltura è ora matura, sia per la definizione di soluzioni strategiche che per la gestione tattica delle colture. Nei prossimi anni questo consentirà di fornire tecnologie che siano di effettivo supporto agli agricoltori, a prescindere dalle dimensioni aziendali”. L’evento si è concluso con due testimonianze locali. Guglielmo Garagnani, Vicepresidente Vicario Consorzio Parmigiano Reggiano, ha sottolineato come: “La tecnologia attuale permetta

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di abbassare i costi di produzione, permettendo di raggiungere allo stesso tempo qualità eccellenti e target anche lontani. L’innovazione tecnologica è sicuramente un valore aggiunto per il futuro”. “Nel futuro del mondo del retail ci si dovrà confrontare sia con la galassia delle nuove tecnologie sia con la polarizzazione della società e del consumatore stesso. Si passerà ad un rapporto tra GDO e agricoltori che seguirà

un modello che presta particolare attenzione all’alta qualità dei prodotti offerti”, ha concluso Mario Gasbarrino, Amministratore delegato del Gruppo Unes. Agrievolution farà tappa, durante i prossimi mesi, in Toscana, Campania, Veneto, Puglia, Piemonte, Sicilia, Lazio, Lombardia. Agrievolution, un nome evocativo ed esplicativo, che racchiude in un’unica parola: agricoltura, evoluzione e futuro.

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groalimentare

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BENE CONTROLLI, STOP SPECULAZIONI

COLDIRETTI: “CANAPA SETTORE DA SALVAGUARDARE”

ene i controlli che stanno interessando il settore della canapa che in Puglia negli ultimi anni ha avuto uno sviluppo importante che va salvaguardato da frodi e speculazioni. Sono numerose le imprese agricole che stanno segnalando e denunciando dal 2017 fenomeni distorsivi e speculativi. La Legge italiana c’è, va rispettata e fatta rispettata, magari completandola, in modo da renderla ancora più efficace e rispondente alle esigenze produttive e di mercato reali degli imprenditori agricoli”, è il commento del Presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia, a quanto disposto dalla Procura di Taranto. Il boom della canapa in Puglia è stato registrato anche grazie alla legge regionale entrata in vigore il 14 gennaio 2017 che ha favorito – dice Coldiretti Puglia - il moltiplicarsi di terreni e produzione, oltre ad idee innovative nella trasformazione della ‘pianta’ dai mille usi, dalla birra alla ricotta e agli eco-mattoni isolanti, dall’olio antinfiammatorio alle bioplastiche, fino a semi, fiori per tisane, pasta, taralli, biscotti e cosmetici e ancora vernici, saponi, cere, detersivi, carta o imballaggi, oltre al pellet di canapa per il riscaldamento che assicura una combustione pulita. “La nuova frontiera è la cannabis light con la coltivazione e la vendita di piante, fiori e semi a basso contenuto di principio psicotropo (Thc) – aggiunge il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – attività regolamentate dalla legge numero 242 del 2 dicembre 2016 recante “Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa” che ha disciplinato il settore. Con la nuova norma non è più necessaria, infatti, alcuna autorizzazione per la semina di varietà di canapa certificate con contenuto di Thc al massimo dello 0,2%, fatto salvo l’obbligo di conservare per almeno dodici mesi i cartellini delle sementi utilizzate. Resta il divieto di utilizzo di foglie e fiori di canapa per scopo alimentare”. La percentuale di Thc nelle piante

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analizzate potrà inoltre oscillare dallo 0,2% allo 0,6% senza comportare alcun problema per l’agricoltore. Al momento risulta consentita – precisa Coldiretti Puglia - solo la coltivazione delle varietà ammesse, l’uso industriale della biomassa, nonché la produzione per scopo ornamentale, mentre per la destinazione alimentare possono essere commercializzati esclusivamente i semi in quanto privi del principio psicotropo (Thc). “L’affermarsi di stili di vita più ecologici ha favorito – precisa Claudio Natile, referente del comparto della canapa di Coldiretti Giovani Impresa Puglia la diffusione della canapa che è particolarmente versatile negli impieghi, ma anche in grado dal punto di vista colturale a basso impatto ambienta-

le di ridurre il consumo del suolo, la percentuale di desertificazione e la perdita di biodiversità. Considerata l’importanza economica del settore, occorre formare le aziende agricole per favorire la qualità della produzione nazionale e supportarle nella trasformazione del prodotto, scongiurando l’alterazione della legge italiana di riferimento anche attraverso un sistema di controllo nei confronti degli operatori delle filiere per favorire la legalità e prevenire truffe e comportamenti illeciti. Valorizzare la canapa italiana, di nostra tradizione, considerato che negli anni Quaranta eravamo il secondo Paese mondiale a produrla, dopo la Russia e promuoverla all’estero per sostenere le aziende italiane anche nelle esportazioni”.

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A Bolzano

Ad Interpoma un convegno BASF sull’impiego dei fosfonati

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’utilizzo dei fosfonati nella difesa delle pomacee è stato il tema del convegno organizzato da BASF, presso il centro fieristico di Bolzano in concomitanza di Interpoma. L’incontro è stata l’occasione per presentare al mercato Century® Pro (reg. n. 16657 del 08.03.2018), il primo fungicida a base del solo fosfonato di potassio autorizzato come agrofarmaco su melo e pero, e per fare il punto sia sulla nomenclatura dei fosfonati, sia sul loro inquadramento normativo. Il fosfonato di potassio è un sale altamente igroscopico che in soluzione acquosa si dissolve rapidamente in acido fosfonico e ione fosfonato, ha detto il Dott. Raffaello Zito responsabile nel team europeo dello sviluppo dei fungicidi per le colture speciali di BASF. Questi ultimi due composti, in equilibrio dinamico tra loro, sono i veri principi attivi dei fosfonati e rappresentano le denominazioni corrette alle quali riferirsi. I fosfonati non sono assolutamente da confondere con i fosfati, ha proseguito Zito, che sono sempre sali di fosforo, ma hanno proprietà ben diverse: i fosfonati svolgono un’azione fungicida diretta e indiretta sui patogeni, e il fosforo contenuto in questi composti non può essere utilizzato dal metabolismo della pianta e quindi non svolge alcuna funzione nutrizionale; al contrario i fosfati hanno proprietà nutrizionali ben note e nessuna azione fungicida. L’inquadramento normativo dei fosfonati è stato oggetto della relazione del dott. Maurizio Desantis, esperto in discipline regolatorie che, dopo aver illustrato brevemente il complesso quadro normativo di agro-

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farmaci e fertilizzanti, ha specificato che, a partire dal 1° ottobre 2013, il fosfonato di potassio è stato inserito come sostanza attiva nell’ambito regolamento europeo che norma l’immissione in commercio degli agrofarmaci (Reg. CE n° 1107/2009). In seguito la Commissione Europea, con una nota del 13 gennaio 2015 diretta ai membri del “Fertilisers Working Group”, ha specificato che attualmente qualsiasi prodotto a base di fosfonato di potassio rientra esclusivamente nell’ambito di applicazione dei fitofarmaci, mentre l’utilizzo per altri usi necessita di studi appropriati che ne dimostrino l’efficacia e deve essere specificatamente valutato ed autorizzato dal legislatore. Secondo la legislazione corrente, qualsiasi prodotto contenente fosfonato, da solo o in miscela, rientra nel campo di applicazione della normativa

sui prodotti fitosanitari, pertanto un fertilizzante contenente fosfonato è considerato non conforme ai regolamenti che regolano l’immissione in commercio dei fertilizzanti (Reg.CE n. 2003/2003 e normative nazionali). La relazione finale è stata condotta dal Dott. Vanes Rubboli, Crop Manager vite e frutta di BASF Italia, che ha illustrato le caratteristiche tecniche e il posizionamento di Century Pro, e ribadito che Century Pro completa la già ricca gamma BASF per la difesa dalla ticchiolatura delle pomacee e offre un aiuto concreto nella gestione di questo pericoloso patogeno sia su melo che su pero. L’incontro è stato animato da numerose domande e da un vivace dibattito finale tenuto dai numerosi partecipanti della filiera frutticola intervenuti, a testimonianza dell’interesse e dall’attualità del tema trattato.

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gricoltura

Rappresentino meno del 10% delle imprese agricole italiane

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GIOVANI AGRICOLTORI, POCHI MA BUONI

l mondo dei giovani agricoltori in Italia si divide in due: chi ha raccolto il testimone di famiglia, andando a gestire un’azienda già avviata e chi ha individuato nuovi risvolti nell’attività in campagna non esclusivamente produttivi. Una cosa però accomuna entrambi: la passione, senza la quale nessuna delle due categorie porterebbe avanti un lavoro che non può certo essere annoverato tra quelli più semplici in circolazione. E’ quanto emerso dall’evento di presentazione dell’Osservatorio sui giovani agricoltori Nomisma-Edagricole tenutosi ad Eima, l’esposizione internazionale delle macchine per l’agricoltura, dove è stato realizzato un focus sulle caratteristiche evolutive dei giovani nell’agricoltura italiana anche attraverso la testimonianza diretta di alcune interessanti case history: dal produttore di luppolo in idroponica a quello di latte per il Parmigiano Reggiano di montagna, dal coltivatore di canapa

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alla conduzione di un laboratorio rurale per il co-working in ambito agricolo e sociale. Sul fronte dei numeri che contraddistinguono la categoria, il focus realizzato da Nomisma ha messo in luce la presenza a giugno 2018 di circa 55 mila imprese agricole condotte da giovani con meno di 35 anni, un aggregato ancora marginale sul totale delle aziende del settore (meno del 10%) ma in crescita del 14% rispetto a tre anni fa. “Per quanto ridotte in termini di incidenza, le imprese giovanili italiane sono molto più numerose – in termini assoluti- di quelle francesi (38 mila circa), spagnole (34 mila) e tedesche (20.500) e, soprattutto, molto più rispettose delle “quote rosa”: in Italia, 3 “aziende giovani” ogni 10 sono condotte da donne contro un 15% di Francia e Germania e un 19% della Spagna” ha dichiarato Denis Pantini, Responsabile dell’Area Agroalimenta-

re di Nomisma. Anche sul fronte economico le performance delle aziende agricole del nostro paese condotte da giovani sono tra le top in Europa. In termini di valore medio della produzione (standard output), quelle italiane evidenziano un risultato economico di 98,7 mila euro contro i 65 mila della Spagna e i 55,6 mila della media Ue, mentre risulta alto il divario con Francia (169,7 mila euro) e Germania (198 mila euro). “Questa differenza rispetto ai competitor francesi e tedeschi è anche conseguenza dell’annosa questione dimensionale che ci vede ancora una volta più piccoli in termini di estensione poderale media: 20 ettari contro i 62 dei tedeschi e i 78 ettari dei giovani agricoltori francesi”, ha aggiunto Pantini. Restando invece all’interno dei nostri confini, le top 5 regioni che si contraddistinguono per la presenza del maggior numero di aziende condot-

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te da giovani agricoltori sono Sicilia, Puglia, Campania, Calabria e Lazio che congiuntamente concentrano quasi la metà di tutte le imprese giovanili del settore primario italiano. Quelle che invece presentano la maggior estensione poderale sono Sardegna (46,5 ettari di media per azienda), Valle d’Aosta (42,8 ettari), - entrambe contraddistinte da un’elevata presenza di prati e pascoli, da qui anche la rilevante superficie media – e a seguire Piemonte, Lombardia e Marche. Sul fronte delle performance, invece, i giovani agricoltori del Nord non sembrano avere rivali: primeggiano le aziende giovanili della Lombardia (409 mila euro di valore della produzione media

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per azienda), seguite da Veneto (305 mila), Emilia-Romagna (180 mila), Piemonte (135 mila) e Friuli Venezia Giulia (97 mila euro). I settori produttivi che vedono invece la maggior presenza di giovani in termini di incidenza sul totale delle aziende specializzate nell’orientamento tecnico-economico considerato sono quello avicolo e del latte (10% in entrambi i casi il peso delle imprese giovanili sul totale delle aziende specializzate in questa produzione), ai quali segue l’orticolo (8%), il suinicolo (6%), il frutticolo e il vitivinicolo (5%), mentre risulta marginale l’incidenza dei capi azienda giovani sul totale delle imprese cerealicole ed olivicole,

anche in ragione di una minor redditività che spesso ne pregiudica la sostenibilità economica e di conseguenza l’attrattività nei confronti delle nuove generazioni. Attrattività che invece non sembra mancare nei confronti dei risvolti multifunzionali dell’agricoltura, dall’agriturismo alle attività sociali, dalla trasformazione di prodotti agricoli al contoterzismo. Se questo aggregato di attività che pesa ormai per il 20% sull’intero valore della produzione agricola italiana interessa il 10% delle imprese, nel caso del sub-campione di quelle giovani l’incidenza arriva al 18%.

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Convegno a Bisceglie

Fertileva ed OP Arca Fruit: “L’importanza del ripristino della sostanza organica”

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l suolo è un bene comune non rinnovabile che genera servizi ecosistemici ed ambientali. Oggi abbiamo creato una modalità di gestione dei terreni agricoli semplice, immediata ma assai fragile.” Queste le parole pronunciate dal Prof. Cristos Xiloyannis, durante l’incontro tecnico “L’importanza del ripristino della sostanza organica nei suoli agricoli”, promosso da Fertileva in collaborazione con l’O.P. Arca Fruit di Bisceglie, tenutosi venerdì 30 novembre presso Palazzo Tupputi a Bisceglie. La progressiva semplificazione nella modalità di gestione dei terreni agricoli, dovuta alle eccessive lavorazioni del suolo, all’utilizzo esclusivo dei concimi minerali e all’ uso non corretto dell’irrigazione, ha condotto al declino generalizzato della qualità dei suoli, in particolare del loro contenuto di Carbonio. E’ dunque indispensabile riadottare una gestione ac-

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curata dei terreni agricoli, incrementandone il tenore in sostanza organica, risorsa fondamentale per accrescerne la fertilità e aumentarne la produttività. In tal senso, l’utilizzo di concimi organici e ammendanti compostati risulta assai efficace, poiché oltre a favorire l’incremento di Carbonio nel suolo, essi fungono da ammendanti e correttivi del pH, garantendo al terreno e alle colture un equilibrato apporto nutrizionale. Quel che è emerso dal dibattito intavolato con un’interessata platea di tecnici, agricoltori e professionisti del settore, è stato dunque il valore agronomico, economico ed ambientale della concimazione organica, intesa come strumento attraverso cui innescare una controtendenza capace di dare nuova vita alla terra, inestimabile risorsa e capitale che muove gli ingranaggi del comparto agricolo italiano.

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Focus: la storia agraria pugliese

Prima lezione alla Scuola Agricola “Olio di Famiglia” di Paola DILEO

Primo suono di campanella alla Scuola Agricola per olivicoltori dilettanti, iniziativa promossa nel’ambito del progetto “Olio di Famiglia” organizzato dall’ Ass. TerraSud, Coopagri e Chemiservice. Un percorso conoscitivo tematico, inaugurato lo scorso 30 novembre a Monopoli, presso lo studio Schena.

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n avvincente viaggio condotto magistralmente da Achille Chillà - docente, ricercatore, studioso di Storia locale che ha tracciato un profilo del contadino pugliese, artefice indiscusso di quel paesaggio agrario che ha cambiato il volto della nostra regione. “Agricoltori tiranneggiati dai tempi della natura, dal duro lavoro dei campi, impediti per tempo di occuparsi d’altro ”.- ha esordito Chillà, ribadendo una costante dell’apulo contadino nel corso della storia, appunto l’operosità, la rapidità di movimento, la capacità di organizzare

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il territorio. Qualità materializzate nel grande capolavoro dei muretti a secco, nella scansione geometrica del paesaggio agrario. Genti piegate alla terra che non hanno mai rivendicato un ruolo di rilievo nella piramide sociale. Già ai tempi della “civiltà omerica” (1250 a. C), ai livelli più bassi della scala sociale non c’erano gli schiavi, come si potrebbe pensare, ma i poveri contadini salariati. Uno status che resterà pressoché immutato per secoli. Non a caso ancora oggi la Puglia detiene un primato nazionale nella produzione di olive e di olio (53%-54%), un ri-

sultato che non si traduce in valore economico e commerciale per la categoria. Sebbene da tempi immemori la nostra regione è stata crocevia di traffici e snodo di competenze, in particolare agricole. Testimonianze archeologiche confermano già in età protostorica, la presenza di primi insediamenti lungo la costa tra Bari e Brindisi, con una progressiva acquisizione di terreni all’agricoltura, nello specifico alla cerealicoltura. Coltivazione che s’intensifica con l’arrivo dei messapi, una civiltà forte dedita prevalentemente all’allevamento dei cavalli, stanziawww.foglie.tv


tasi nel tratto che va da Monopoli al Salento. Ma la svolta nell’assetto agrario della nostra regione, arriva con la colonizzazione romana nel III sec. a. C., un’immigrazione forzosa che riduce le popolazioni preesistenti in schiavitù. I territori conquistati vengono suddivisi in centurie dell’esercito e restituite in parte ai milites, soldati, che diventano piccoli proprietari contadini, destinati però ad essere soppiantati dai latifondisti con le Guerre Puniche (264 a.C.) e l’estensione dei domini di Roma alla Sicilia e all’Africa Settentrionale. Latifondo che rappresenta una rovinosa sciagura per la Puglia agricola, almeno fino al 1950. L’unica parentesi positiva dell’Impero Romano , è il cosiddetto secolo d’oro (68 d. C), quando l’imperatore Marco Ulpio Traiano in seguito alla conquista della Dacia(attuale Romania) e al saccheggio di miniere d’oro e argento, investe in grandi opere pubbliche . Risale a questo periodo la maestosa via Traiana, una diramazione dell’Appia che collegava Benevento a Brindisi: un’ arteria utile, che agevola il viaggio rendendolo veloce e meno rischioso, intensifica i traffici commerciali, alimenta nuove produzioni con la conversione di molti latifondi in oliveti e vigneti. L’agricoltura di sussistenza viene integrata con produzioni specifiche, uva e vino, anche per le esportazioni. Con la fine dell’espansione di Roma e dell’economia schiavile, s’inaugura un nuovo periodo d’emarginazione per la Puglia: la mancanza di manodopera utile alla manutenzione stradale determina l’abbandono della Traiana , con un accrescimento del divario tra nord e sud. Infatti, se nell’Italia settentrionale, nel XIII sec. d. C i comuni e la borN° 22 - 15 dicembre 2018

ghesia nascente infliggeranno un duro colpo al latifondismo, al sud il quadro socio-politico-economico resta immutato almeno fino al XVI , quando fabbri, avvocati, notai iniziano a compare terra e ad investire in agricoltura. Con l’arrivo poi di Carlo V d’Asburgo , si avrà un ulteriore mutazione del paesaggio agrario con l’innesto di nuove varietà d’ulivo (oggi ancora esistenti) e l’impianto di carrubi e mandorli importati dalla Spagna. Sempre in questo periodo nasce l’economia masseriale, un prodotto della colonizzazione baronale di vaste aree interne ,incolte; la masseria come struttura complessa di produzione agricola anche con funzioni difensive, a retroguardia delle torri d’avvistamento spagnole lungo la costa. Ma le condizioni di vita delle classi contadine non migliorano affatto: sul finire del 1700 Giuseppe Galanti, intellettuale borbonico , sulle sorti pugliesi scrive “è una terra con potenzialità incredibili ma preda di una classe dirigente parassitaria”. Uno stato di atavica povertà che costringe i braccianti a rivendicazioni violente, come quel-

le di Santeramo in Colle nel 1910, quando vengono occupate le terre demaniali. Moti rivoluzionari frenati dalla Riforma Agraria del 1950, con l’espropriazione di terre eccedenti i 300 ettari ai grandi proprietari terrieri e la successiva redistribuzione ai coltivatori privi di proprietà. Anche se i nobili del tempo trattengono per se le migliori a danno dei contadini, ancora una volta liquidati con terre residuali e pietrose. Ma nemmeno la riforma agraria riuscì a dare i risultati sperati , ad assicurare lavoro a tutti, di qui l’inizio di ondate migratorie verso il nord del Paese e dell’Europa. Anche i tentativi di assorbire manodopera contadina nei poli industriali di Bari e Taranto, si riveleranno infruttuosi, perché non creano indotto con un notevole impatto ambientale nel mondo agricolo. Una condizione di immeritata subalternità che non accenna a mutare ”Anche Monopoli – osserva Chillà – ha il territorio rurale più esteso del comprensorio, ha una forte identità agricola, anzi è preminente, ma le classi dirigenti perseguono un’idea di sviluppo urbanocentrica “.

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Il Comune rivierasco candida un progetto per il FEAMP

Il GAL Trulli e Barsento a Monopoli per il PAL 2014 -2020

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appa a Monopoli del GAL Trulli e Barsento – Gruppo di Azione Locale che ingloba nel territorio di competenza i comuni di Alberobello, Castellana Grotte, Gioia del Colle, Noci, Putignano, Sammichele di Bari, Turi e Monopoli. Lo scorso 3 dicembre, nella sala Brigida – Rozzoli del Comune di Monopoli, alla presenza del sindaco Angelo Annese e del consigliere delegato all’Agricoltura, Giovanni Martellotta, sono intervenuti Stefano Genco e Raffaele Santoro , rispettivamente, presidente e direttore tecnico del GAL. All’ordine del giorno il nuovo Piano di Azione Locale (20142020) che dispone di una dotazione finanziaria decisamente inferiore rispetto alla scorsa programmazione: 5.200.000.00 € di cui 1.000.000.00€ da destinare al comparto della pesca. Piano che prescinde da due strategie cardini: “Sviluppo e innovazione dei sistemi produttivi” e “Turismo Sostenibile”. Una pianificazione che sperimenta l’approccio plurifondo FEASR e FEAMP, che mira a sostenere investimenti pubblici e privati. “Il GAL Trulli e Barsento si misura con questa nuova sfida del plurifondo per dare seguito a quanto di buono è stato già realizzato dal GAC “Mare degli Ulivi”- ha spiegato il direttore Santoro -. La reciprocità tra i due fondi, una marcia in più per innescare scambi di risorse , valori e opportunità di lavoro negli ambiti di attività. Assicurati investimenti nella diversificazione economica sia dell’agricoltura che della pesca. E, in attuazione del PAL 2014-2020 , il Comune di Monopoli e la marineria cittadina hanno candidato progetti compatibili ai due bandi FEAMP già pubblicati: intervento 1.3 “Vendita diretta dei prodotti ittici” e intervento 3.3”Infrastrutture pubbliche per la fruizione di aree marine e costiere, opere utili a restituire le medesime agli operatori della pesca, rafforzandone il relativo ruolo all’interno delle comunità locali, contribuendo contestualmente, alla promozione della conoscenza del territorio, dell’ambiente e della biodiversità, attraverso strategie slow e sostenibili”. Bando con un

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di Paola DILEO

budjet complessivo di 520.000.00€ a cui il Comune di Monopoli ha risposto candidando un progetto di riqualificazione per Largo Porta Vecchia, dove si prevede: la trasformazione dell’area carrabile in una piazza lastricata

(a pietra di Apricena) due chioschi per la vendita diretta del pescato, l’adeguamento di un piccolo approdo per i gozzi e infine un chiosco da destinare alla promozione delle attività marinare.

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Il Gal Magna Grecia organizza a Crispiano l’incontro pubblico

Il contributo del PSR Puglia per difendere gli agricoltori dai lupi

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n questo periodo sono aumentati significativamente gli attacchi di lupi alle aziende agricole e zootecniche del nostro territorio, con i predatori che aggrediscono e sbranano pecore, mucche, asini e capre. Come sempre avviene in queste occasioni, da un lato c’è il legittimo diritto degli agricoltori e degli allevatori a difendere il proprio patrimonio zootecnico, indispensabile per garantire la redditività delle loro aziende, da un altro l’aspirazione degli animalisti a tutelare gli esemplari di questa specie di fauna selvatica. Un aiuto agli imprenditori agricoli per difendersi dagli attacchi dei predatori può venire dal Programma di Sviluppo Rurale della Regione Puglia, più in particolare dalla Sottomisura 4.4 che mette a disposizione risorse per realizzare recinzioni idonee a tenere lontano i lupi. Per promuovere sul territorio la conoscenza di questa importante opportunità, il Gal Magna Grecia ha organizzato l’in-

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contro pubblico di presentazione “I bandi della Sottomisura 4.4 PSR 2014-2020 Regione Puglia”. Presentando l’iniziativa Luca Lazzàro, presidente del Gal Magna Grecia, ha spiegato che «i due bandi prevedono l’erogazione di contributi per la salvaguardia e il recupero di muretti a secco, manufatti in pietra e habitat naturali e seminaturali, nonché per la realizzazione di recinzioni per proteggere la zootecnia estensiva dai predatori; i beneficiari sono gli imprenditori agricoli, nonché i soggetti pubblici o privati in possesso delle superfici agricole e forestali interessate dagli interventi». L’incontro pubblico è stato aperto dai saluti di Luca Lopomo, Sindaco di Crispiano, di Giovanni Gugliotti, Presidente Provincia di Taranto, e di Gianrocco De Marinis, Presidente Ordine Dottori Agronomi e Dottori Forestali di Taranto. A seguire ci sono stati gli interventi di Ciro Maranò, Direttore GAL Magna Grecia, di Gianni Grassi, Presidente WWF “Trulli

e Gravine” capofila del progetto “UPPark”, mentre l’avviso pubblico è stato illustrato da Arcangelo Mariani, il Responsabile SottoMisura 4.4 PSR Regione Puglia. Le conclusioni sono state affidate a Luca Lazzàro, Presidente GAL Magna Grecia. «Gli obiettivi della Sottomisura 4.4 del PSR 2014-2020 Regione Puglia – ha poi detto Luca Lazzàro – sono la conservazione della biodiversità e la tutela e la diffusione di sistemi agro-forestali ad alto valore naturale, nonché la mitigazione del rischio idrogeologico e il miglioramento della gestione dei suoli». Il Presidente Lucca Lazzàro ha concluso spiegando che «con questo incontro continua l’azione del Gal Magna Grecia, quale agenzia regionale di sviluppo territoriale, per promuovere le varie opportunità di finanziamento a disposizione delle Istituzioni e degli stakeholder, in questo caso imprenditori agricoli, per sviluppare una nuova economia sostenibile».

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Le attrezzature necessarie per un birrificio artigianale

rima di aprire un micro birrificio bisogna valutare molteplici aspetti: dalle conoscenze tecniche, alla stesura del business plan fino alla definizione del marketing. Ma se superate tutte queste fasi vi state domandando come si fa,concretamente, ad aprire un birrificio e quali attrezzature sono necessarie ecco che il discorso si fa più approfondito. Come prima cosa è indispensabile trovare un locale adatto che abbia ricevuto le dovute abilitazioni e che sia adibito correttamente alla produzione di birra e prodotti a fini alimentari; il passaggio successivo è l’acquisto o noleggio delle attrezzature. Un micro birrificio prevede la vendita della birra prodotta a locali terzi, grande distribuzione e negozi specializzati ma non si occupa di somministrazione (a differenza dei Brewpub), deve quindi sopravvivere, economicamente, con la sola produzione della birra ed è necessario, se si vuole che l’attività sia redditizia, che la struttura sia in grado di gestire un volume che si aggira sui 1000 ettolitri annui, che verranno poi smerciati come fusti e imbottigliati, e permetteranno di considerare l’attività abbastanza remunerativa.

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Come aprire un micro birrificio

Attrezzature necessarie per aprire un micro birrificio L’ attrezzatura e il materiale necessario per aprire un birrificio include: • l’impianto di produzione • linea di imbottigliamento, se previsto • linea infustamento – lavafusti • cella frigo per lo stoccaggio • magazzino per le materie prime

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Linea di produzione di un birrificio artigianale Mulino per macinare il malto Il processo prevede che i malti in grani vengano macinati con un mulinello, può essere anche di piccole dimensioni e manuale oppure automatizzato in base alla quantità della cotta; i chicchi non vanno polverizzati ma devono solamente essere schiacciati grossolanamente. Serbatoio per l’acqua calda Durante il processo è necessario utilizzare acqua calda (in fase di ammostamento e filtraggio), serve quindi un serbatoio per scaldare e mantenere alla corretta temperatura l’acqua. Caldaia/pentola di Ammostamento I grani di malto devono essere cotti insieme all’acqua calda nella caldaia di ammostamento, una grossa pentola in metallo posta a contatto con il calore diretto o fuoco diretto che scalderà il preparato trasformandolo in mosto. La caldaia può essere costruita con diversi metalli, ma è consigliabile prediligere quelli a maggior conducibilità per una diffusione più omogenea del calore. Filtri per il mosto Prima di passare alla bollitura, il mosto deve essere filtrato in modo da separare la parte liquida con i resti dei chicchi, le trebbie. In questa fase vengono anche estratti gli zuccheri del cereale, che saranno fondamentali per attivare i lieviti nelle fasi successive. Esistono due tipologie di filtri: Filtro falso fondo/zapap: consiste in un filtro di acciaio forato o plastica posto sul fondo di un contenitore in plastica e tenuto N° 22 - 15 dicembre 2018

più alto rispetto al rubinetto per l’uscita dei liquidi. Si può realizzare inserendo un tino con il fondo forato dentro un altro contenitore più grande. Filtro bazooka/collettore: si pone sul fondo del contenitore di filtraggio un tubo in plastica, acciaio o rame attaccato al rubinetto di scarico del tino e segnato da fori e tagli che permettono i filtraggio del mosto. Caldaia per la bollitura Ora che il mosto è filtrato va portato a bollore e cotto; serve dunque un pentolone in metallo, possibilmente rame o alluminio che vantano una maggior conducibilità termica, posto a contatto con una fonte di calore diretto. L’ampiezza della pentola dovrebbe aggirarsi sui 50 litri per garantire una cotta da 23 litri. Chiller(canalinadi raffreddamento) Dopo la bollitura il mosto va portato ad una temperatura di circa 20° prima di introdurre i lieviti, il metodo più veloce e comodo è l’inse-

rimento di una serpentina di raffreddamento all’interno del pentolone con il mosto. Il chiller è una serpentina in rame dentro la quale viene fatta scorrere acqua fredda che all’uscita viene direttamente eliminata. Fermentatore Si tratta di un contenitore cilindrico di plastica o di acciaio inox dove il mosto inizia la fermentazione grazie all’inoculazione dei lieviti. Alla sommità del fermentatore si trova un gorgogliatore, ovvero una valvola che lascia uscire l’anidride carbonica che si produce durante la fermentazione ma non lascia entrare aria. Sul fondo si depositeranno sostanze di scarto da eliminare (lieviti, impurità, etc). Oltre alla forma cilindrata canonica esistono fermentatori con la parte inferiore conica che facilitano la raccolta e l’eliminazione dei sedimenti. Non resta infine che imbottigliare la birra in bottiglia o inserirla nei fusti per la spillatura.

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Al Teatro dei Trulli di Alberobello

La IX Edizione Premio Internazionale “Pugliesi nel Mondo”

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nnesimo successo per l’Edizione 2018 del Premio Internazionale ”Pugliesi nel Mondo” organizzato dall’omonima Associazione in collaborazione con il Comune di Alberobello. Presieduta dal Governatore pugliese Michele Emiliano, 15 illustri corregionali, eccellenze nei propri settori, sono stati premiati dalle varie autorità istituzionali presenti. Il presidente del Consiglio dei Ministri

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Giuseppe Conte ha fatto pervenire un telegramma, essendo stato selezionato fra i premiati. Ospiti della serata, presentata dall’ultima vincitrice pugliese di Miss Italia, la foggiana Manila Nazzaro, anche l’ex calciatore Lorenzo Amoruso e il cantautore Tony Santagata, peraltro, soci onorari dell’Associazione. Nell’occasione, il Vice Presidente Perla Suma insieme al Vice Sindaco del Comune di Grottaglie Vincenzo Quaran-

ta hanno presentato e ufficializzato una nuova iniziativa associativa denominata “Progetto Sportivo in Rosa” rivolta soprattutto al mondo sociale del gentil sesso e al “Made in Puglia” e che avrà inizio nell’anno 2019 con base operativa la Città di Grottaglie. A breve, sarà illustrata nei dettagli il progetto che coinvolgerà il territorio pugliese e in particolar modo la provincia jonica con le sue istituzioni, associazioni, aziende e imprese.

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Le novità

Fertilizzanti organici, via libera al nuovo regolamento dell’Ue

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rappresentanti permanenti dei Ventotto hanno dato il via libera al nuovo regolamento Ue per i fertilizzanti, che fissa un limite di 60 mg/kg per il cadmio nei concimi fosfatici e apre il mercato europeo ai fertilizzanti organici, cioè da materie prime riciclate. L’approvazione dei Paesi era un passaggio chiave

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per vidimare l’accordo raggiunto con Commissione europea ed Europarlamento il 20 novembre scorso. Il regolamento fa parte della strategia Ue per l’economia circolare perché stabilisce una serie di norme comuni per la conversione dei rifiuti in materie prime che possono essere impiegate per fabbricare

prodotti fertilizzanti. Il tetto Ue ai livelli di cadmio è stato il punto politicamente più controverso del dossier. Il limite di 60 mg/kg potrà essere rivisto dopo 4 anni dall’entrata in vigore. Le nuove norme, in discussione dal 2016, diventeranno direttamente applicabili in tutti gli Stati membri dal 2022.

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17- 18 gennaio: si racconta il territorio

7° Convegno nazionale AICG a Savelletri

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er la settima edizione del convegno nazionale AICG, uno degli appuntamenti più attesi del settore, si andrà in Puglia, la regione che rappresenta fortemente la cultura e i territori del mediterraneo e del mezzogiorno d’Italia. Il convegno si svolgerà il 17 e 18 gennaio a Borgo Egnazia a Savelletri di Fasano (Brindisi). Il titolo del convegno 2019, “Il centro giardinaggio racconta il territorio: cultura, paesaggio, radici e futuro sostenibile”, riassume ed evidenzia i temi di maggiore attualità legati al ruolo strategico che il verde e le piante rappresentano per la qualità degli spazi urbani, nei processi di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, nella

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valorizzazione dei paesaggi e dei territori. Il convegno sarà anche l’occasione per un aggiornamento sulle tematiche più strettamente legate alla gestione tecnica e manageriale dei centri di giardinaggio, con uno sguardo anche internazionale. Una novità: verrà presentata da Emanuela Rosa-Clot, direttrice di Gardenia, la prima edizione del premio Gardenia-AICG per i migliori garden center italiani. Interverranno diversi relatori tra i quali: l’esperto in neurobiologia vegetale Stefano Mancuso, l’ecofisiologo Cristos Xiloyannis, l’economista comportamentale Luciano Canova, la paesaggista Gioia Gibelli, esperta in analisi ambientali, l’educatore Marco Merlin, la giornalista

e direttrice di Gardenia Emanuela Rosa-Clot e gli ospiti stranieri Oliver Mathys, Sue Allen e Tammy Woodhouse. AICG – Associazione Italiana Centri Giardinaggio È un ente senza scopo di lucro – con sede a Verona - costituito nel 2012 per sviluppare un’identità professionale e un processo virtuoso di sviluppo delle aziende che operano nel settore specializzato del giardinaggio e florovivaismo (centri di giardinaggio o Garden Center). L’Associazione ha lo scopo di tutelare, qualificare, promuovere e sviluppare la cultura del verde all’interno dei centri giardinaggio. A oggi i Centri di Giardinaggio aderenti all’AICG sono 120.

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