FOGLIE n.4/2019

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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE

DISTORSIONI DI FILIERA Mercato falsato da prezzi in campagna troppo bassi

agricoltura

Brindisi, Lecce, Taranto: tutti uniti contro xylella Uva da tavola, dossier su export presto al Mipaaft agroalimentare

Frodi alimentari, “segnalazioni Coldiretti risibili”

N° 4 • 1 MARZO 2019





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ditoriale

LE MISURE PER UN USO PIÙ SOSTENIBILE DEI FITOFARMACI

1 MARZo 2019 - n.4 - Anno 14

Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE

Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952 Editrice

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on un voto unanime di tutti i 453 deputati presenti, Montecitorio ha approvato la mozione unitaria che impegna il Governo Conte ad aumentare i controlli e ad un uso più sostenibile dei fitofarmaci in agricoltura. Diverse le misure previste: dal potenziamento del sistema di controlli sulla contaminazione e sull’uso corretto dei fitofarmaci, anche rispetto ai prodotti agroalimentari importanti dai Paesi terzi, tutelando la filiera produttiva italiana e garantendo standard di qualità al favorire pratiche agricole che determinano effetti positivi sull’ambiente e sul contrasto ai cambiamenti climatici, valorizzando e promuovendo l’agricoltura biologica e riducendo l’utilizzo di sostanze chimiche di sintesi negli ecosistemi. Inoltre, si chiede di superare il divieto, causato dal recepimento errato della direttiva comunitaria Habitat, sulle eventuali introduzioni di antagonisti naturali, indispensabili per la lotta biologica e l’agricoltura integrata e di vigilare sul livello di contaminazione delle acque. Infine, si chiede al Governo di assumere iniziative in relazione ai trattamenti antiparassitari, con prodotti fitosanitari tossici per le api, al fine di salvaguardarne l’azione

pronuba non solo durante il periodo di fioritura ma anche in quello di melata. “Il voto unanime testimonia la volontà di tutte le forze politiche di innalzare il livello di sostenibilità della produzione agricole e garantire elevati standard di qualità – dichiarano i deputati pugliesi Giuseppe L’Abbate e Gianpaolo Cassese, componenti M5S della Commissione Agricoltura di Montecitorio – Dobbiamo promuovere sempre più un utilizzo più sostenibile dei prodotti fitosanitari, coinvolgendo tutte le parti interessate dal mondo scientifico alle associazioni dei consumatori e agricole, come quelle dell’agricoltura biologica. Il Parlamento richiede maggiori controlli sulle importazioni, il monitoraggio delle acque, la diffusione delle buone pratiche agricole, la revisione del piano d’azione nazionale sull’uso sostenibile dei fitofarmaci, con una maggiore attenzione alle distanze di sicurezza, il rafforzamento della ricerca, la tutela delle api, lo sviluppo del sistema di qualità nazionale di produzione integrata. Tutte misure – concludono i due parlamentari 5 stelle – accolte dal Governo con piena condivisione degli obiettivi e delle ricadute positive per produttori e consumatori”.



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ommario

5 editoriale

5 FITOFARMACI

Le misure per un uso più sostenibile

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UVA DA TAVOLA Dossier su export presto al Ministero

24 CASTELLANA GROTTE

In fascia cuscinetto per xylella

28 BIT – FOOD

Il contoterzista porta tracciabilità nel piatto

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rassegna stampa

12 FRODI ALIMENTARi

Segnalazioni di Coldiretti risibili

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AGRICOLTURA

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XYLELLA Indagine conoscitiva finale passa alla Camera cAPORALATO Mercato falsato da prezzi troppo bassi

15 SALENTO

Tutti insieme al tavolo contro xylella

agroalimentare

22 AGRUMI

Progetto di filiera contro crisi

27 BEER ATTRACTION

Tutti i colori dello spritz

eventi

30 circolo dei lettori

Inaugurato a Castellana Grotte



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Un solo voto contrario

XYLELLA: LA CAMERA APPROVA DOCUMENTO FINALE DELL’INDAGINE CONOSCITIVA

l documento conclusivo dell’Indagine Conoscitiva della Camera dei Deputati sull’emergenza Xylella fastidiosa in Puglia, che ha visto relatori Giuseppe L’Abbate (M5S) e Lorenzo Viviani (Lega), è stato approvato all’unanimità dalla Commissione Agricoltura di Montecitorio (unico voto contrario quello della deputata Sara Cunial). Il lavoro parlamentare era iniziato lo scorso 6 settembre ed è proseguito per circa 12 appuntamenti tra audizioni di associazioni di categoria e stakeholder. A dicembre, poi, una delegazione della Commissione Agricoltura fece visita ai territori colpiti in Salento e sui campi sperimentali, dove i ricercatori hanno provato a trovare una cura al batterio da quarantena. Sinora, purtroppo, senza alcun esito positivo. “Ringrazio tutti i gruppi per il lavoro svolto con senso di responsabilità per un problema che sta minando la produzione di olio di oliva in Italia e che, al contempo, sta tristemente ridisegnando il paesaggio della mia terra, la Puglia – dichiara il deputato Giuseppe L’Abbate (M5S), relatore dell’Indagine Conoscitiva – L’obiettivo di questo lavoro parlamentare era quello di realizzare una fotogra-

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fia della situazione attuale, in modo tale da individuare quali azioni andrebbero messe in atto per cercare di fermare la sinora inesorabile avanzata della fitopatia. Il voto praticamente unanime dimostra quanto sia necessario un intervento corale anche sul territorio. Questa battaglia possiamo vincerla solo se tutti i soggetti interessati lavorano all’unisono: agricoltori, comuni, province, Regione, Stato devono mettere in pratica tutte le misure necessarie per fermare l’avanzata del batterio. Il Governo Conte si è dimostrato subito determinato su questa situazione ereditata dal passato e dove sinora aveva prevalso l’inazione: grazie al ministro del Sud Barbara Lezzi sono stati stanziati i primi 100 milioni per fronteggiare l’emergenza, è stato approvato il decreto contenente il piano di interventi a firma del ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio, dopo consultazioni con tecnici e ricercatori, ed a breve sarà emanato il decreto legge emergenze che interverrà per risolvere problema gelate ed eliminerà i cavilli burocratici che non consentono di intervenire tempestivamente quando viene individuata una pianta infetta. Al contempo il sottosegretario Alessan-

dra Pesce è al lavoro, con il settore, per redigere un piano olivicolo che manca all’Italia da 30 anni: sinora sono stati sempre annunciati e mai attuati e, difatti, la nostra produzione olivicola è stata superata da altri Stati del Mediterraneo. Nella zona infetta, infine – conclude Giuseppe L’Abbate (M5S) – va necessariamente re-inventata l’economia agricola: bisogna dare sostegno e prospettive ad un intero settore che in Puglia viene via via cancellato e che rischia di divenire presto un dramma sociale e non più solo economico”. Esprime soddisfazione anche l’altro deputato pugliese 5 Stelle della Commissione Agricoltura, Gianpaolo Cassese che invita a non perdere altro tempo. “Colmare i ritardi accumulati è stato e resta il primo vero obiettivo a cui dare concretezza non solo per salvaguardare il paesaggio ma anche per rilanciare il comparto agricolo ed in particolare il settore olivicolo. Lo dico – dichiara il parlamentare tarantino 5 Stelle – a partire dalla mia diretta esperienza, in quanto imprenditore agricolo, conscio delle difficoltà e degli ostacoli da superare”.

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NECESSARIO PIT STOP LEGGE ANTI CAPORALATO

LAVORO: “MERCATO FALSATO DA PREZZI IN CAMPAGNA TROPPO BASSI”

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e nei passaggi della filiera venissero riconosciuti prezzi adeguati ai prodotti agricoli in campagna, le imprese agricole sarebbero disposte a pagare gli operai anche oltre quanto definito dal contratto provinciale del lavoro, perché c’è la profonda consapevolezza che vada garantita con ogni mezzo dignità del lavoro sia alle imprese agricole che ai lavoratori”, non ha usato mezzi termini Romano Magrini, Responsabile nazionale di Coldiretti Nazionale relazioni sindacali, lavoro, immigrazione e sicurezza, intervenendo ai due incontri con i Parlamentari e con le forze politiche a Foggia e Bari sul delicato tema della semplificazione del mercato del lavoro, a cui hanno partecipato gli Onorevoli L’Abbate (M5S), Pagano (PD), la Senatrice Naturale (M5S), il segretario provinciale

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di Rino PAVONE

di Forza Italia di Foggia Di Mauro, il segretario provinciale PD di Foggia Azzarone e l’ex Onorevole Mongiello. “Esiste una evidente ‘distorsione’ nei costi di produzione. Ad esempio, nel prezzo di una passata comprata al supermercato - ha aggiunto Magrini - si paga di più la bottiglia che non il pomodoro che contiene. In una bottiglia di passata di pomodoro da 700 ml in vendita mediamente a 1,3 euro oltre la metà del valore (53%) se-

condo la Coldiretti è il margine della distribuzione commerciale con le promozioni, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% è il costo della bottiglia, l’8% è il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% al tappo e all’etichetta e il 2% per la pubblicità. Ciò vale per tutte le produzioni agricole, anche per quelle non trasformate, come gli ortaggi e la frutta”. Da qui la richiesta di Coldiretti ai Parlamentari e alla politica per

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“il necessario pit stop della legge anti caporalato in tempi brevi e certi, uno strumento utile che non va stravolto - ha precisato Magrini – piuttosto va migliorato ciò che non ha funzionato e devono essere previste azioni comuni da intraprendere per far incontrare in maniera trasparente domanda e offerta di lavoro in agricoltura, creando le condizioni di una tangibile e concreta semplificazione, ad iniziare dalle visite mediche preventive, e pulendo le sacche di grigio, a partire dal trasporto dei lavoratori nei campi che rappresenta un aspetto fondamentale del business dei caporali, facendo controlli mirati, in particolare nei confronti delle cooperative senza terra che svolgono solo ed esclusivamente servizi agricoli”. “Ciò passa anche dalla capacità di riuscire finalmente a sfruttare le risorse inutilizzate del Mezzogiorno. Coldiretti lo sta facendo, presentando progetti di sviluppo insieme ai principali gruppi industriali e bancari d’Italia, progetti che realizzano nuovi e moderni strumenti di gestione delle relazioni contrattuali lungo le filiere – ha concluso Magrini - che vogliono rappresentare un modello di coimprenditorialità, sostenibilità economica, ambientale e dello sviluppo dell’occupazione, nel rispetto dell’ambiente e del consumatore”.

“Esiste un evidente squilibrio nella distribuzione del valore lungo la filiera – ha denunciato Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia - favorito anche da pratiche commerciali sleali come i casi di aste capestro on line al doppio ribasso che strangolano gli agri-

coltori con prezzi al di sotto dei costi di produzione, nonostante il codice etico firmato dal Ministero delle Politiche Agricole e dalle principali catene della grande distribuzione, che avrebbe dovuto evitare questo fenomeno che spinge a prezzi di aggiudicazione che

non coprono neanche i costi di produzione”. Chiaro il riferimento del presidente Muraglia anche alle responsabilità della politica regionale per il necessario supporto “al processo di crescita degli occupati dipendenti regolari che deve essere sostenuto dallo snellimento delle procedure amministrative e dalla semplificazione attraverso i SuperCAA, dallo sblocco del PSR che consenta ai 5000 giovani che hanno presentato domanda di insediarsi di poter realizzare i propri sogni e a tutte le aziende agricole, che attendono da anni di poter investire, di ampliare le proprie aziende e dare impulso all’innovazione e all’occupazione in agricoltura”.

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Quelle vere come Prosciuttopoli non ci sono!

Le frodi alimentari segnalate da Coldiretti sono risibili di Roberto La Pira

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l comunicato stampa di Coldiretti sulle Agromafie del 14 febbraio 2019, ripreso da diversi media tra cui il Corriere della sera, racconta frodi alimentari destinate a colpire l’immaginario dei consumatori anche se nella realtà i riscontri sono quasi ininfluenti. Secondo la lobby, il business ammonta a 25,4 miliardi di euro con un incremento del 12,4% rispetto all’anno precedente. Il dato è preoccupante, ma ci piacerebbe sapere la fonte e il sistema di calcolo con cui si è ottenuto, perché simili numeri non si possono estrapolare dai documenti ufficiali. L’altro fatto da rimarcare è che una parte delle frodi evidenziate nel comunicato sono frutto di fantasia, oppure, rimandano a episodi sporadici con pochissimi e rari riscontri da parte delle autorità di controllo. Il Fatto Alimentare da anni segue con attenzione l’andamento delle frodi in Italia, senza per questo rilevare le evidenze focalizzate da

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Coldiretti. I veri problemi in realtà sono altri e non piacciono alla lobby degli agricoltori, come la vicenda di Prosciuttopoli, definita dall’Icqrf “una delle più rilevanti mai svolte in Italia nell’agroalimentare”. La vicenda ha coinvolto oltre 1,2 milioni di prosciutti per un valore di 80 milioni, provenienti da suini nati e cresciuti in Italia, stagionati in aziende locali e destinati a essere venduti come Prosciutto crudo di Parma e Prosciutto crudo di San Daniele. C’è poi la vicenda del sequestro avvenuto nel marzo 2018 da parte dei Nas di Parma di oltre 18.000 forme di Parmigiano Reggiano per un valore commerciale di circa 10 milioni di euro che ha coinvolto un alto esponente di Coldiretti. Ma procediamo con ordine. La lista dei crimini nel piatto descritta, racconta una galleria degli orrori che qualsiasi addetto ai controlli sanitari alimentari fatica a riconoscere nell’attività quotidiana. Le mozzarelle sbiancate con carbonato di soda e perossido

di benzoile, sono un retaggio di 50 anni fa che già allora era considerato superato. Vorremmo sapere quanti sono i casi riscontrati nel 2018 per capire l’effettivo rischio per il consumatore di incappare in questi prodotti, o se invece si parla di un episodio eccezionale che non merita una simile attenzione. Poi c’è il miracolo del pesce vecchio “ringiovanito con una miscela di acidi organici e acqua ossigenata (cafados) mescolata con il ghiaccio [che] consente di dare una freschezza apparente”. La realtà non è così, il cafados si usa sui filetti di pesce fresco appena lavorato e in ottime condizioni di conservazione per abbassare l’acidità e dare un aspetto più bianco. Gli esperti di Coldiretti dovrebbero sapere che il pesce vecchio non può essere ringiovanito con questa miscela. La lobby focalizza l’attenzione sulla frode dell’olio di semi colorato con la “clorofilla” per spacciarlo come extravergine di oliva. Ma questo www.foglie.tv


succedeva 50 anni fa e comunque in tutto il settore nessuno ha memoria di un ritorno di questa furberia. Il rapporto dell’Icqrf del 2017 focalizza l’attenzione sull’olio e ricorda cinque criticità ma non cita mai la clorofilla, quanto piuttosto altre frodi più gravi che il rapporto dimentica. Coldiretti poi parla di bistecca che arriva da macelli clandestini quindi senza alcun controllo sanitario. Anche in questo caso vorremmo sapere quanti casi di macelli clandestini sono stati scoperti in Italia, se si tratta di pochi casi, e magari di realtà marginali, c’è da chiedersi quale sia il motivo per dare rilievo nazionale a un fenomeno quasi del tutto inesistente. La filiera della carne è molto controllata e scoprire una frode del genere comporta la chiusura immediata dell’esercizio che la vende, un rischio che nessuno vuole correre. In ogni caso ci piacerebbe conoscere dove si trovano questi macelli clandestini. Poi ci sono le tartine ai tartufi cinesi spacciati per italiani visto che il “Tuber indicum” è simile al tartufo nero nostrano al quale assomiglia nell’aspetto, senza però possederne le straordinarie qualità organolettiche”. Anche in questo caso la narrazione è avvincente, ma il problema di questo scambio di specie è ritenuto molto improbabile dagli addetti ai lavori. Il tartufo cinese non può essere commercializzato in Italia in quanto non figura nell’elenco autorizzato dal Ministero, anche se la vendita è autorizzata in Francia. Detto ciò la frode è improbabile perché il tartufo cinese non ha il profumo tipico e questo rende del tutto improbabile lo scambio. In Italia poi viene coltivato il tartufo nero di Norcia per cui l’eventuale ricorso al tartufo cinese è anche antieconomico. Veniamo ai funghi porcini secchi che secondo Coldiretti sono romeni ma vengono serviti come italiani. La realtà è che sulle etichette non c’è obbligo di indicare l’origine dei funghi. C’è di più, la stragrande maggioranza dei funghi porcini secchi venduti in Italia sono legittimamente importati dalla Cina con regolari contratti e fatturazione, mentre N° 4 - 1 marzo 2019

quelli italiani sono venduti freschi. Il vino corretto con lo zucchero è una frode del secolo scorso, di fatto superata: oggi si usa Mcr (mosto concentrato rettificato meglio conosciuto come zucchero d’uva), il cui uso è autorizzato regolarmente su richiesta delle cantine per alcuni tipi di vini. Il pane cotto in forni clandestini dove si usano scarti di legna e mobili laccati contaminati da vernici e sostanze chimiche, è una favola che risale al 2009, quando un fantasioso comunicato di Coldiretti viene ripreso in prima pagina dal quotidiano La Repubblica. L’articolo di prima pagina, denunciava la presenza nei supermercati di pane romeno precotto congelato, preparato in forni alimentati con legna proveniente da casse da morto! Anche qui la storiella dimostra una forte nota di analfabetismo alimentare visto che nell’ambito della panificazione i forni a legna sono pressoché inesistenti. Coldiretti focalizza l’attenzione sul problema etico, e sottolinea il rischio di portare a tavola inconsapevolmente le nocciole turche o le banane dell’Ecuador prodotte dal lavoro minorile, come denunciato dal Ministero del lavoro degli Stati

Uniti d’America. Ma la lobby dimentica che non bisogna scomodare l’Ecuador o la Turchia per parlare di sfruttamento. Ogni giorno i consumatori italiano portano a tavola pomodoro, frutta e altri prodotti italianissimi, provenienti dal lavoro nero dei braccianti, per lo più africani, costretti a vivere nelle baraccopoli, come quella di Rosarno (che ha acquisito notorietà nazionale), e nelle altre sconosciute al grande pubblico. In questi posti vivono migliaia di lavoratori stranieri non solo sottopagati e sfruttati, ma stipati in condizioni vergognose non solo dal punto di vista igienico. C’è infine da chiedersi come mai Coldiretti e i ministri italiani, così efficienti nel segnalare frodi e contraffazione di prodotti made in Italy, non abbiano fatto segnalazioni alla Commissione europea. Dal 2016 esiste uno strumento informatico a disposizione degli Stati – sistema di assistenza e cooperazione amministrativa (Aca) – per denunciare e informare gli altri Paesi in merito a sospetti casi di frode alimentare. Nel 2017, attraverso il sistema Aca, sono stati esaminati 178 casi di possibili frodi alimentari, ma nessuna segnalazione è partita dall’Italia.

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ARYSTA Syllit 544 la soluzione per il controllo dell’occhio di pavone e non solo Molecola ormai consolidata per l’utilizzo su Olivo, Drupacee e Pomacee per il controllo di diverse avversità fungine, la Dodina viene proposta da Arysta LifeScience in una nuova formulazione liquida (Syllit 544) che sostituisce la precedente formulazione Syllit 355 e che affianca la consolidata formulazione Syllit 65 WG. Syllit 544 è una nuova formulazione originale ed esclusiva di Arysta LifeScience a base di dodina micronizzata, con una migliore miscibilità ed un profilo tossicologico migliore. In concomitanza di annate piovose e temperature miti, l’avversità fungina più importante per l’olivo, l’Occhio di Pavone, trova le condizioni ideali per sviluppare infezioni e manifestarsi con le tipiche macchie dopo un periodo di incubazione che può durare fino ad alcuni mesi. Le fasi dell’anno più rischiose quindi per lo sviluppo delle infezioni risultano essere in particolare quelle primaverili ed autunnali. Un controllo ottimale dell’occhio di Pavone quindi si basa sul risanamento della chioma senza provocare pericolose filloptosi che possono compromettere la produttività dell’oliveto. Tutto questo è possibile grazie a Syllit e al suo principio attivo, la Dodina, in grado di penetrare nei tessuti della foglia e quindi di eliminare il fungo durante il suo sviluppo e in grado di prevenire le nuove infezioni: agisce quindi curando le infezioni già in essere, senza causare la caduta delle foglie e prevenendone le nuove. Inoltre Syllit è resistente al dilavamento a partire da poche ore dopo l’applicazione e risulta attivo sia a basse che ad alte temperature. Le foglie infette quindi vengono risanate, rimanendo sulla pianta senza rallentare lo sviluppo vegetativo, soprattutto nella fase primaverile, senza compromettere la produttività per l’anno successivo, e nel periodo autunnale, dove possono continuare a nutrire le olive. Oltre al controllo dell’occhio di Pavone, Syllit risulta utile anche per il controllo della lebbra e per l’azione collaterale preventiva nei confronti della rogna dell’olivo (Pseudomonas savastanoi). La dodina è presente inoltre in tutti i disciplinari di produzione integrata ed il residuo è accettato a livello mondiale. Con S y llit sono ammesse due applicaz ioni annue, con un intervallo di caren za di 7 giorni che ne permette anche l’utili zzo di pre - raccolta. La nuova formulaz ione liquida 544 inoltre, con una concentraz ione maggiore rispetto alla precedente, permette un dosaggio ad ettaro pi ù basso (1,25 – 1,65 l/ha ) ment r e pe r la f o r mulaz ione S y llit 65 WG il dosaggio è di 1-1,3 kg/ha


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PARTE LA MOBILITAZIONE A LECCE IL 9 MARZO

IN SALENTO COSTITUITO TAVOLO ISTITUZIONALE DI CRISI SU XYLELLA

e Organizzazioni agricole COLDIRETTI LECCE, COLDIRETTI BRINDISI, COLDIRETTI TARANTO, CONFAGRICOLTURA LECCE, CONFAGRICOLTURA BRINDISI, CONFAGRICOLTURA TARANTO E CONFCOOPERATIVE LECCE hanno costituito un tavolo istituzionale di crisi sulla Xylella Fastidiosa. Preannunciano forme di lotta che partiranno da una prima manifestazione che si terrà a Lecce il 9 marzo prossimo venturo, a cui saranno chiamate ad aderire le altre organizzazioni anche non agricole e le comunità territoriali, in quanto il problema è ormai di distruzione dell’intero territorio. “Il mondo agricolo salentino è compatto nel condannare una politica regionale – si legge nel documento - che non decide sulla grave pandemia per cui l’Unione Europea pretende delle azioni concrete tese ad attuare una politica di contenimento; la Regione Puglia non mette fine alle ambiguità, continuando a strizzare l’occhio a chi nega ancora l’evidenza della ufficialità dei dati di una positività prossima al 100% nella zona delimitata come infetta; si susseguono provvedimenti legislativi e amministrativi tanto generici quanto inconcludenti ai danni dei territori delle province di Lecce, Brindisi e Taranto”. Nel documento sottoscritto dai

Presidenti delle Organizzazioni si dice di dover intervenire con forza estrema per ottenere una attenzione delle istituzioni pubbliche sulla distruzione del territorio e dell’economia non solo agricola del Salento operata dalla malattia. Per questo le Organizzazioni hanno dichiarato lo stato di agitazione della intera categoria dei territori salentini colpiti N° 4 - 1 marzo 2019

dalla pandemia Xylella Fastidiosa, stigmatizzando il ritardo negli interventi da parte della Unione Europea, del Governo italiano e soprattutto della Regione Puglia. Il tavolo istituzionale di crisi si occuperà della comunicazione esterna, della organizzazione delle iniziative di lotta e della redazione della piattaforma rivendicativa.

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Il comitato uva da tavola di Ortofrutta Italia

Un nuovo dossier sull’export dell’uva da tavola presto aperto al Ministero di Rino PAVONE

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i è svolto a Roma, lo scorso 19 febbraio, il nuovo incontro del Comitato Uva da Tavola dell’organizzazione interprofessionale Ortofrutta Italia (OI). Nell’occasione, sono stati discussi tre temi fondamentali: situazione dei dossier relativi all’apertura di nuovi mercati per l’uva da tavola nazionale; rapporto sulla campagna di comunicazione istituzionale dell’autunno 2018; valutazioni del Comitato in tema di brevetti varietali e royalty. All’incontro erano presenti, oltre ai diversi membri del Comitato, responsabili della Gdo, dei mercati all’ingrosso, delle associazioni di categoria, delle Organizzazioni di Produttori e delle diverse cooperative. A illustrare i risultati portati a casa dopo l’incontro è il neo coordinatore Donato Fanelli, che spiega: “Grazie alla dottoressa Simona Rubbi, responsabile dell’area Progettazione e Legislazione di CSO Italy, abbiamo potuto capire lo stato dell’arte dei vari dossier ancora aperti sui vari fronti dell’export frutticolo, e come avviarne uno anche relativamente all’uva da tavola. Infatti, grazie ai dati forniti N° 4 - 1 MARZo 2019

dalla Rubbi, il Comitato unanime è stato propenso a fare richiesta per aprire un dossier che consenta le esportazioni di uva da tavola italiana in Cina. Da qui a breve, verrà depositata richiesta al Ministero, al fine di inserire il dossier uva da tavola a quelli già in essere per mele e pere”. “Per noi - prosegue Fanelli - l’attenzione verso l’esportazione è di vitale importanza. L’obiettivo, infatti, non è solo quello di raggiungere la Cina, ma anche altri Paesi (come Vietnam, Corea del Sud e Sudafrica). L’uva da tavola, in questi ultimi anni, ha compiuto notevoli passi in avanti sul post-raccolta, cioè sulle tecniche di conservazione. Siamo consapevoli che i mercati nazionali e europei stanno diventando sempre più saturi; da qui nasce l’esigenza di trovare nuovi sbocchi commerciali”. “Nonostante la scorsa annata non sia stata molto positiva per l’uva da tavola, grazie alla strategica campagna di promozione messa in atto dalla OI, la quale ha previsto un ottimo livello informativo, si sono riscontrati effetti positivi per l’intera commercializzazione di questa referenza. Durante l’incontro è

stata riconfermata, per il 2019, la stessa tipologia di comunicazione, cercando di ampliare il raggio d’azione con strategie di web e social media marketing”. Il terzo e ultimo punto discusso è stato quello dei brevetti varietali e delle royalty, temi che stanno creando scompiglio a livello nazionale. Fanelli sottolinea: “E’ opportuno ricordare che il Comitato è un organo che lavora a livello pre-competitivo, non avendo un potere diretto sul mercato. Pertanto, vista la confusione che si è venuta a creare, ho voluto aprire una discussione con l’obiettivo di invitare esperti sulla concorrenza e sull’antitrust per cercare di comprendere l’evoluzione dell’utilizzo commerciale di questi brevetti. Noi vogliamo e dobbiamo approfondire e studiare la materia per cercare di capire, anche dal punto di vista legislativo, e grazie a questi esperti-professionisti, come fare per creare un contesto di regole per questo nuovo scenario. Da pugliese e produttore, contrariamente a quanto si possa pensare, sono favorevole all’utilizzo dei brevetti e delle royalty”.

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CON LOME SUPER FRUIT PER SUCCHI 100% DI ARANCE E CLEMENTINE

AGRUMI: CONTRO CRISI COMPARTO AL VIA PROGETTO DI FILIERA

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ontro la crisi agrumicola parte il progetto pilota di filiera tra Coldiretti e la Lome Super Fruit, il brand di Masseria Fruttirossi di Castellaneta, per trasformare in succhi di frutta 100% di arance e clementine, anche IGP, dell’arco jonico. “E’ un progetto di filiera che mira a salvaguardare la produzione agrumicola della provincia di Taranto e a dare respiro ad un mercato che nell’ultima campagna non è mai decollato. Da novembre abbiamo lanciato un grido d’allarme alla politica, rimasto inascoltato. Mentre sono ridotti ai minimi storici i prezzi degli agrumi tarantini che hanno difficoltà a trovare mercato, negli ultimi anni sono cresciuti gli approvvigionamenti diretti dell’Italia da Africa e Sud America e in soli 2 mesi il Marocco ha esportato in Italia 170mila tonnellate di clementine per non parlare delle triangolazioni che avvengono attraverso la Spagna, per far diventare il prodotto comunitario”, dice il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia. Coldiretti ha chiesto una stretta sui controlli degli agrumi importati dall’estero che invadono il mercato interno e avvio

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di controlli a tappeto anche nei mercati generali per assicurarsi che sulle etichette sai indicata chiaramente l’origine del prodotto, oltre ad accordi con la Grande Distribuzione Organizzata per la commercializzazione di 100.000 quintali di agrumi e stanziamento delle risorse per il risarcimento dei danni subiti dai produttori e dai vivaisti in caso di obbligo di espianti. “Per questa campagna si tratta di una area test - riferisce il patron di Masseria Fruttirossi, Michele De Lisi - che servirà appunto a testare il progetto di filiera e quando l’anno prossimo l’impianto entrerà a pieno regime saremo in grado di trasformare in succhi quantitativi decisamente consistenti di agrumi della nostra terra. Con la pastorizzazione a freddo riusciamo a mantenere inalterate le caratteristiche organolettiche e nutrizionali degli agrumi, soprattutto della Vitamina C, che è termolabile e con il processo di pastorizzazione a freddo non subisce alcuna alterazione. L’assenza dell’impiego di processi termici preserva la naturale freschezza del prodotto che anche a distanza di giorni ha le caratteristiche di una spremuta di agrumi appena fatta”.

Coldiretti Puglia ha chiesto, tra l’altro, un ordine del giorno del Consiglio regionale che impegni il Governo regionale ad adottare tutte le iniziative utili a sostenere il comparto agrumicolo. “Abbiamo bisogno che venga scritto e adottato un Piano agrumicolo regionale – insiste il presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo - che preveda il sostegno per nuovi impianti e una rigenerazione del patrimonio agrumicolo in provincia di Taranto”. Gli agricoltori dell’area jonica possono esportare agrumi con foglia sui mercati comunitari - precisa Coldiretti Puglia - solo se accompagnati da passaporto delle piante, poiché il virus si trasmette attraverso la parte vegetale e non attraverso i frutti. “Le regole non valgono evidentemente – aggiunge Cavallo - per gli altri Paesi comunitari ed extracomunitari. Non dobbiamo trascurare i gravi danni a carico di agricoltori, cooperative e vivaisti che sono inermi di fronte agli attacchi della virosi, una volta che si trasmette perché vengono importate piante infette o prodotti con le foglie infette. Una volta colpite dalla malattia, le piante sono destinate a morire nell’arco di qualche anno. Uno degli www.foglie.tv


aspetti più deleteri è che la virosi non si manifesta subito, ma ha un lungo periodo di incubazione. Quando insorgono i sintomi è troppo tardi e con buona probabilità l’agrumeto risulta ormai compromesso”. Il dossier sulla crisi agrumicola già presentato a novembre alla Provincia di Taranto, con una lunga lettera è stato inviato a gennaio da Coldiretti Puglia ai presidenti del Consiglio regionale LoizN° 4 - 1 marzo 2019

zo e della Giunta Emiliano “perché sono troppe le insidie tra importazioni selvagge, crollo dei prezzi, rischi ambientali che le imprese agricole joniche stanno subendo quotidianamente – dice il dossier - un trend drammatico che ha effetti pesanti sul piano economico e occupazionale per le imprese agricole, ma anche dal punto di vista ambientale e per la salute dei consumatori, su cui è necessario intervenire con misure di trasparenza per

promuovere i consumi sul mercato interno e favorire le esportazioni”. Le imprese agricole che si dedicano alla produzione di agrumi in provincia di Taranto sono 1.041, il 9% del totale dell’imprenditoria agroalimentare jonica, con una produzione di clementine, arance e mandarini di 1,9 milioni di quintali, un patrimonio da valorizzare attraverso un piano straordinario agrumicolo ed un sostegno al reddito.

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Un consiglio monotematico aperto per informare la cittadinanza

Xylella fastidiosa: Castellana Grotte indenne ma nella fascia cuscinetto di Paola DILEO

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e difficoltà dell’agricoltura nel Sud-Est Barese”: un’adunanza monotematica aperta, convocata lo scorso 12 febbraio dal Comune di Castellana Grotte, presso il Centro Convegni dell’IRCCS “S. de Bellis”. A tenere banco un tema di dirompente attualità, quello dell’emergenza “xylella fastidiosa”. Con l’innalzamento della fascia cuscinetto, dettata dall’avanzamento dell’infezione (riscontrato un ulivo infetto in contrada Caramanna – Monopoli), sono entrate in vigore nuove delimitazioni territoriali. A rientrare con Monopoli, i comuni di Massafra, Alberobello, Palagiano e Mottola(parzialmente), Castellana Grotte, Polignano e Noci. Una zona risultata al momento, indenne ai controlli regionali, ma sussiste il divieto di movimentare piante specificate prive di passaporto fitosanitario al di fuori dell’area delimitata e l’obbligo di misure di contrasto al vettore a carico di privati e amministrazioni pubbliche. In risposta alle prescrizioni di legge, anche di divulgazione sulle opere da farsi, il Comune di Castellana Grotte ha dato seguito ad un consiglio straordinario monotematico aperto ai contributi informativi di funzionari regionali, ricercatori, politici, docenti universitari e a quanti hanno voluto esprimere la

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loro idea, spesso in contrasto con le misure finora adottate. “Il patogeno della xylella fastidiosa diventa sempre più pericoloso e le istituzioni sono sempre più indecise sul da farsi – ha esordito il sindaco Francesco De Ruvo –. Di tempo ne è passato, ma è ora di agire con scienza e coscienza”. A fargli eco, l’Ass. alle Attività Produttive Giovanni Sansonetti che ha ricordato: ”I problemi del settore agricolo investono inevitabilmente tutto il mondo produttivo con ricadute a 360 gradi, l’ascolto della categoria è doveroso, e la scelta di una seduta straordinaria aperta ci è sembrata ideale per affrontare e chiarire la normativa dei patogeni da quarantena”. Alla dott.ssa Anna Percoco dell’Osservatorio Fitosanitario Regionale il compito di spiegare le complesse disposizioni in materia: “Con la scoperta di focolai puntiformi anche nei comuni di Ostuni, Ceglie e Cisternino, non eradicati per tempestività, a causa di difficoltà diverse, la CE con la decisione di esecuzione 927/2018 del 27/06/2018, ha di fatto esteso la zona infetta all’intera provincia di Lecce, di Brindisi, a diversi comuni del tarantino, e al Comune di Locorotondo(BA). A seguire una nuova delimitazione della fascia di contenimento (di 20 km dalla zona infetta) e della fascia di cuscinetto (di altri 10 km più a nord).

Un premessa per ribadire che l’ eventuale presenza di una pianta infetta a Castellana Grotte, presuppone la severa applicazione delle misure di eradicazione, ossia l’abbattimento dell’esemplare contagiato e di tutte le piante ospiti nel raggio dei 100 m, anche se esenti. Inoltre con la delibera di Giunta Regionale 1890 del 24 ottobre 2018, si è dato mandato all’ARIF di estirpare le piante infette (fermo restando il consenso del proprietario del terreno) entro 10 giorni dalla notifica dell’atto ingiuntivo, affisso all’Albo Pretorio del Comune. Al proprietario, che può agire anche autonomamente all’espianto, sempre nei suddetti termini, spetta un indennizzo per danno e rimborso spese. La stessa delibera ha previsto il monitoraggio e la tutela della Piana degli Ulivi Secolari sia quella indenne che quella già infetta: ogni pianta è stata puntualmente ispezionata e campionata. Per concludere, un richiamo della dott.ssa Percoco, è andato alle misure di contrasto del vettore: ”trattamenti obbligatori sia per i privati che per il pubblico, ossia interventi agronomici come aratura e trinciatura nei mesi di marzo-aprile, e fitosanitari nei mesi di maggio- giugno sugli uliveti con gli insetticidi già autorizzati, quali ACETAMIPRID e DELTAMETRINA; eliminazione dei

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polloni”. Su posizioni opposte a quelle ufficiali, la dott.ssa Margherita D’Amico, biologa, patologa vegetale e responsabile scientifico del progetto SILECC (Sistema di Lotta Ecocompatibile contro il CODIRO) finanziato dalla Regione Puglia: oggetto di studio un campo sperimentale localizzato presso la Masseria Lo Prieno di Galatone (LE). “Le piante malate sono state trattate con sovesci e biofertilizzanti (letame bovino) per migliorare la fertilità del terreno, la componente microbica, e assicurare un buono sviluppo dell’apparato radicale, il tutto per contrastare al meglio patogeni e parassiti. Un approccio rigenerativo che ha determinato risultati diversi, in alcuni casi c’è stata una ripresa vegetativa, in altri invece la presenza di miceli e funghi diversi alle radici ha compromesso le funzioni vitali con disseccamenti”. Resta poi un giallo, ha riferito la dott.ssa D’Amico, l’abbattimento dell’ulivo infetto in contrada Termetrio a Cisternino “un testimone scomodo, giacché in due anni non ha presentato sintomi di disseccamento, ne altre piante circostanti sono state infettate. Un caso che andava monitorato e studiato, invece il 14 gennaio scorso è stato abbattuto al buio con un dispiego di forze inaudite”. A sollevare dubbi sulla legittimità dei provvedimenti finora presi, anche l’avv.to Nicola Grasso (prof. associato Diritto Costituzionale, Università di Lecce): “Il CODIRO ha risvolti anche N° 4 - 1 MARZo 2019

di natura costituzionale – chiariscechi si erge a depositario della verità non applica il metodo scientifico e chi solleva qualche dubbio, sulla base di dati oggettivi non può essere etichettato come eretico o santone. “Il riferimento è andato alle diverse piante secche risultate negative alla xylella e a quelle piante ancora verdi anche se infette. “La tutela del paesaggio e della salute è un diritto costituzionalmente garantito, l’UE non ha mai prescritto un uso così massiccio di pesticidi con gravi ripercussioni per l’apicoltura e l’agricoltura biologica. Di qui, un invito a tutti a porsi qualche dubbio e a non accettare gli indirizzi dominanti come verità assoluta”. In continuità il dott. Massimo Blonda, (ex direttore ARPA Puglia) ha sollevato perplessità sull’ efficacia incondizionata dell’abbattimento “perché non puntare invece su reti antinsetto, purché posizionate correttamente, lascerebbero le piante in vita e si potrebbero approfondire gli studi sulla malattia, finora avvenuti solo in serra e su piante giovani. Bene invece i campi sperimentali confinati. Per esempio la crescita molto florida di polloni nel Salento, peraltro molto ambiti dal vettore, denotano che l’albero ha sviluppato una sua resistenza”. E sul diritto di avanzare dubbi circa l’efficacia delle misure adottate, non si è fatta attendere la replica del consigliere regionale PD Fabiano Amati, che

ha precisato. ”Questa è una materia complessa che ha bisogno di prove. Il politico ogni qualvolta deve decidere in merito, ha l’obbligo di confrontarsi con i suoi apparati amministrativi. La decisione deve essere ancorata a una filiera scientifica che per la fitopatia è di carattere continentale, nazionale e in via residuale, regionale”. Di qui un esplicito richiamo a non confondere il normale confronto dialettico con le scelte politico-istituzionali. “Ci troviamo di fronte ad un problema delle scienze naturali, in cui non è ammesso solo il dubbio ma la prova del dubbio”, ha ricordato.

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groalimentare

A Rimini

Fabbri porta a Beer Attraction tutti i colori dello Spritz

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ensate che lo Spritz possa essere solo rosso-arancio? Vi sbagliate di grosso. Fabbri 1905, in occasione di Beer Attraction, la fiera internazionale dedicata alle specialità birrarie, bevande e food per il canale ho.re.ca. ha dimostrato che non è così. Alla manifestazione riminese, , l’azienda bolognese ha presentato tutti i colori dello Spritz… nero incluso! Un perfetto “teorema di gusto” basato su una semplice equazione: un calice da vino, del ghiaccio, del prosecco, un altro alcolico (se previsto) e Mixybar, gli sciroppi Fabbri ad alta resa aromatica. Il risultato? Un’esplosione di colore e di bontà, ogni volta diversa. A Rimini, è stato possibile assaggiare tante variazioni sul tema del famosissimo long drink. Spritz “a base birra” - Si comincia naturalmente dagli Spritz “a base birra”. Per l’occasione Alessandro Cattani, resident barman Fabbri 1905, ha infatti creato quattro nuovissimi Spritz che hanno proprio la birra come ingrediente principale. Beer Hugo è un irresistibile mix di birra chiara e Mixybar Fiori di Sambuco, che rivisita in “chiave birra” il famosissimo Spritz Hugo. Beer Hugo Rosa, invece, unisce alla birra le delicate nuance di Mixybar Fiori e Bacche di Sambuco per un sapore fresco e fruttato. Due twist più esotici sono invece Bangkok Beer e Spritz The Beercomber: il primo è preparato con prosecco, birra chiara, Mixybar Litchi e succo di lime; il secondo sempre con prosecco e birra chiara con l’aggiunta

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di Mixybar Falernum e Mixybar Bergamotto. Gusti fruttati Beer Attraction, però, non è solo birra. Ed ecco che non sono mancati Spritz più fruttati, dai colori ora tenui ora infuocati. Col suo luminoso giallo aranciato lo Spritz Due Soli farà tornare alla mente i tramonti in spiaggia: un mix inebriante di prosecco, Mixybar Bergamotto e Mixybar Mandarino. Il Tropical Spritz sarà invece il cocktail giusto per un aperitivo allegro e rilassato: un twist del classico Spritz che si arricchisce del sapore esotico del frutto della passione preparato con prosecco, Aperol e Mixybar Passion Fruit. Più setosi e delicati i bellissimi Skiwasser Spritz e Violetta Spritz. Lo Skiwasser è ottenuto con prosecco e Mixybar Lampone, e conquista anche

con il suo rosso intenso dai riflessi lilla e rosati. Il Violetta invece è un raffinato mix di prosecco e Mixybar Violetta dal viola tenue e sofisticato. Merendry –Spritz - A Beer Attraction Fabbri ha portato anche l’anima più trendy dello Spritz. Le note agrumate di Marendry, il bitter all’Amarena Fabbri, e il colore rubino rendono unico Marendry Spritz: un long drink dal carattere deciso pronto a diventare l’anima della festa. E, se il nero non passa mai di moda, nella mixology la sua popolarità è in crescita. Ecco che Fabbri porta a Rimini il suo Dark Spritz, il long drink giusto per le serate e gli appuntamenti più cool: un bellissimo Spritz “vestito” di nero grazie a Gum Nero, ingrediente studiato da Fabbri per cocktail-total-black.

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gricoltura

Di Gioia: “Garantire uno sviluppo sano del contoterzismo attraverso i Psr”

Con BIT-FOOD il contoterzista porta la tracciabilità nel piatto

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apori e numeri, il cibo deve diventare anche digitale per garantire tracciabilità e una filiera di qualità. Di questo si è parlato al Forum BIT-FOOD alla Camera di Commercio di Foggia. All’incontro organizzato da Uncai e Confagricoltura, sono intervenuti, tra gli altri, l’assessore all’agricoltura della Puglia Leonardo Di Gioia, il presidente di Uncai Aproniano Tassinari, il presidente di Confagricoltura Puglia Donato Rossi e il presidente di Contoterzisti Puglia Nicola Salatino. Dal Forum è emersa la fame di contoterzismo in Puglia. “L’agricoltura pugliese è fatta di una biodiversità stupenda. Spazia dall’orticolo alla cerealicoltura, all’arboricoltura da frutto con agrumeti, vigneti e olivi. Tutto questo oggi ha bisogno del valore aggiunto della figura del contoterzista come riferimento essenziale che può migliorare qualità, quantità

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ed economie di scala”, ha detto Donato Rossi. “Abbiamo il dovere di salvare la nostra agricoltura e le nostre eccellenze agroalimentari senza snaturarle ma rendendole più competitive. Questo è possibile solo attraverso la collaborazione tra agricoltori e contoterzisti digitali che, in funzione di un risultato economico, abbiamo ben chiaro che è iniziata una nuova grande stagione fatta di innovazioni tecniche, di mercato e normative”, ha aggiunto Aproniano Tassinari. Il Contoterzista non deve quindi essere solo il fornitore di una macchina speciale, ma un consulente e un partner economico. Nasce un team di lavoro davanti al campo coltivato. “Un team che deve fare della professionalità il suo marchio distintivo”, ha detto il Nicola Salatino. “Ad ogni censimento il contoterzismo raddoppia i suoi numeri, e da male

necessario viene sempre più percepito dagli stessi agricoltori come una componente fondamentale per la sostenibilità economica del settore agroalimentare, per questo è necessario che la Puglia abbia un suo Albo di contoterzisti qualificati, quali professionisti distinti e complementari agli agricoltori, di un tariffario delle lavorazioni e di agromeccanici che sappiano collaborare tra loro per crescere insieme”. Necessità raccolte dall’assessore Leonardo Di Gioia: “Il ruolo dei contoterzisti è sempre più essenziale in una agricoltura che deve rinnovarsi e realizzare economie di scala per raggiungere le performance necessarie a essere competitiva. La politica ha il compito di valorizzare il lavoro dei contoterzisti cercando forme di contributo europeo idonee a garantire uno sviluppo sano anche di questo sistema imprenditoriale”. www.foglie.tv



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venti

Con la presentazione del libro “La danza delle Ombre”

Nasce il “Circolo dei lettori” di Castellana Grotte

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asce a Castellana Grotte il Circolo dei lettori. Fondato per volontà di Antonino Piepoli, gestore della storica libreria e, da molti anni, organizzatore di eventi letterari e culturali nel territorio castellanese, il Circolo prevede i seguenti ruoli: Ruoli: Antonino Piepoli, Presidente; Nicky Persico, Direttore artistico; Heidi Cornelis, Executive sezione estero; Marina Iuvara, Executive sezione arte; Federico Simone, Partner logistico; Eugenio Bernardi, Partner tecnico; Alessandro Pace, Partner strutture ricettive; Mino Cardone, Ufficio stampa. Il “Circolo dei lettori” si propone la promozione della lettura attraverso formule associative e promozionali finalizzate ad incentivare la diffusione e l’avvicinamento alla lettura e all’arte anche in altre forme, nonché all’organizzazione di incontri mirati a creare un connubio con il territorio, anche e

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soprattutto in termini di collegamento con le produzioni locali e la ricettività. Primo appuntamento la presentazione dell’ultimo libro di Nicky Persico “La danza delle ombre”, Oakmond Publishing Gmbh, che si è tenuta lo scorso 26 febbraio nella sala delle cerimonie del Comune di Castellana Grotte. L’autore è avvocato e giornalista pubblicista. Ha ricoperto il ruolo di Consigliere Delegato al Comune di Bari per la promozione dell’editoria locale, nel 2015 ha vinto il premio letterario internazionale “Festival Giallo Garda” con il romanzo “Spaghetti Paradiso”, Baldini & Castoldi, è stato insignito del premio cultura “Città di Monopoli”, nonché di diversi altri riconoscimenti in ambito culturale. La presentazione del libro, è avvenuta a cura dell’Assessore alla cultura Vanni Sansonetti e della scrittrice Gabriella Genisi con l’introduzione di Antonino Piepoli.

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