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DIETA MEDITERRANEA Tornare alle origini

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Incontro – dibattito all’Istituto Missionari Comboniani di Bari D Mediterranea 2020: “G m ” Agroalimentare

di Paola DILEO

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Il 16 novembre 2010 l’UNESCO ha iscritto la Dieta Mediterranea nella lista del Patri monio Cult urale Immateriale dell ’Umanit à, s u proposta di Italia , Spagna , Grecia e Marocco , definendola “un insieme di competenze , conoscenze , riti , simboli e tradi zioni c he vanno dal paesaggio alla tavola ”.

a quanta consapevolezza si ha oggi su questo “stile di vita” riconosciuto tra i più sani ed equilibrati al mondo, già a partire dalle nostre civiltà mediterranee? Tanti i luoghi comuni, da sfatare, che negli anni hanno plasmato questa cultura alimentare e dei nostri antenati greci e romani. È in questo solco che s’inserisce “Dieta Mediterranea 2020”, un incontro divulgativo-formativo promosso da “Medici con il Camper” in collaborazione con “L’ orto della salute” e la “Fondazione Nikolaos”. L’evento tenutosi lo scorso 14 febbraio a Bari, presso l’Istituto dei Missionari Comboniani, è stato organizzato dal dott. Enzo Limosano, dopo un’esperienza di viaggio con M

alcuni volontari a Burkina Faso, che ha messo in luce una dieta locale povera di alimenti rispetto alla nostra. Di qui l’esigenza di aprire un dibattito sulla Dieta Mediterranea e la sua autenticità, con il contributo del prof. Pasquale Montemurro (ordinario di Agronomia all’ Università degli Studi di Bari) e alla dott.ssa Laura dell’Erba (medico specialista in Endocrinologia , Malattie del ricambio e Medicina Nucleare) che hanno riferito rispettivamente su “Le radici culturali dei prodotti agricoli pugliesi dal Neolitico al Rinascimento” e “Piatto tradizionale della cucina pugliese nella Dieta Mediterranea”.

Alla dott.ssa Dell’Erba chiediamo: Mangiare in Italia, possibilmente di fronte al mare, può definirsi Dieta Mediterranea?

Certamente no, la Dieta Mediterranea corrisponde ad un insieme equilibrato di abitudini di vita, non solo alimentari, tradizionalmente seguite fino alla metà del secolo scorso, dai popoli mediterranei, pur con differenze culturali, etniche e religiose. Il termine è stato coniato agli inizi degli anni 60 dal dott. A. B. Keys, per indicare una delle tradizioni alimentari più sane al mondo, ideale per ridurre o preservare da patologie correlate a scorretta alimentazione (obesità, diabete, ipertensione, cancro, malattie cardiovascolari) e per

Quali sono le caratteristiche della vera “Dieta Mediterranea”?

In testa c’era la frugalità dei pasti, quindi uso abbondante di verdure, legumi, frutta, di tutti i cereali in forma integrale (frumento, riso, mais, farro, avena, segale, orzo) e di acqua pura (almeno 1l e mezzo – 2 l); l’impiego di cibi naturali, senza additivi e conservanti chimici; utilizzo di prodotti locali e di stagione, consumati preferibilmente freschi; un uso limitato di carni e formaggi; un uso parsimonioso di grassi vegetali come l’olio Evo (alimento principe della Dieta Mediterranea era un tempo molto costoso); grassi animali solo in determinati periodi dell’anno. A ciò si aggiungeva uno stile di vita molto attivo, si viaggiava soprattutto a piedi, per lavoro, scuola, negozi ecc.

Un esempio di piatto tipico della Dieta Mediterranea…

Il piatto unico, completato da frutta secca o di stagione. In genere il piatto unico era a base di legumi e pasta o legumi e verdura o pasta e verdura, arricchito da formaggio o olio evo crudo. Un piatto che risultava completo e armonioso dal punto di vista nutrizionale (con poche calorie 400- 550 a porzione), in grado di saziare e favorire la regolarità gastrointestinale. La Dieta Mediterranea 2020 va quindi corretta? giungono tocchetti di pane casereccio raffermo, cipolla fresca affettata, peperoni friggitelli e/o olive fritte).

Negli ultimi 50-60 anni i cambiamenti delle abitudini di vita, specie in campo alimentare, sono stati decisamente superiori a quelli verificatesi negli ultimi 2000 anni. L’organismo umano non ha avuto il tempo di adattarsi (occorrono migliaia di anni per l’evoluzione) e reagisce con disordini metabolici e crollo delle difese immunitarie. A quali sfide siamo chiamati per uno stile di vita sano? Trattasi di sfide non facili, quali uscire dall’alimentazione odierna (ipercalorica e a base di cibi spazzatura) lontana dalla dieta mediterranea delle origini; rinunciare il più possibile ai mezzi di trasporto, evitare di stare seduti per ore davanti al televisore.

Un auspicabile ritorno alle origini, rivalutando piatti poveri, ma estremamente benefici per la salute; la cucina tradizionale pugliese può offrirci tanto, un esempio?

L’impanata, è un fiore all’occhiello della nostra cucina tipica. Una pietanza deliziosa e salutare, dotata di proprietà preventive e talora curative. Una ricetta che risale a 2300 anni fa, a base di purea di fave e cicoriette spontanee lessate, condite con olio evo crudo, cui vengono associati a seconda del territorio alcuni contorni (nel barese si agUn piatto toccasana per salute… Quali le proprietà?

Certamente la variante barese con questi contorni, è più sfiziosa e saporita, ma allo stesso tempo nutriente e salutare. Ha un’azione benefica sul Sistema Nervoso Centrale, adatta a chi è debilitato, convalescente, stressato, ideale per gli sportivi; ha un’azione preventiva su artrite e osteoporosi; potrebbe prevenire il diabete (la ricchezza di fibre delle fave rallenta e riduce l’assorbimento di zuccheri e grassi a livello intestinale); protegge la mamma e il nascituro; riduce il rischio e l’insorgenza di tumori; riduce il rischio di malattie cardiocircolatorie (la dopamina e l’epinefrina hanno azione antipertensiva). Fave, cicoriette spontanee e cipolla (preferibilmente rossa), sono infatti una miniera di sali minerali, in particolare di potassio, necessario per l’attività muscolare e cardiaca, fortifica le ossa, ha azione diuretica e alcalinizzante, previene calcolosi e infezioni urinarie; sono ricchi di ferro e rame, essenziali per la formazione di globuli e quindi per il trasporto di ossigeno nel sangue. I peperoni verdi poi, hanno un elevatissimo contenuto di vit. C (fino a 220mg/100 g) utile all’assorbimento del ferro.

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