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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE
PER NON FINIRE NEL LETAME
Coltivatori: 11mila richieste per bonus 600€ - Decreto Liquidità, parte credito alle aziende agricole
agricoltura
Mipaaf, il piano gestione rischi agroalimentare
Vino, filiera chiede a ministro confronto urgente zootecnia
Lattiero caseario, 2mln di € a favore del settore da Regione Puglia
N° 8 • 1 MAGGIO 2020
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ditoriale
1 maggio 2020 - n. 8 - Anno 15
Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE
CORONAVIRUS: PARTE IL CREDITO ALLE IMPRESE AGRICOLE
D Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952 Editrice
G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione G.Ed.A. Giovani Editori Associati Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Paola Dileo, Micaela Cavestro, Rino Pavone, Mara Coppola Pubblicità G.Ed.A Rino PAVONE r.pavone@foglie.tv 380 6328672 Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61/06 del 15/11/2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 9040264 Iscritta al Registro Operatori Comunicazione ROC n.26041 TESTATA GIORNALISTICA ACCREDITATA
allo scorso 22 aprile anche le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura possono beneficiare delle opportunità previste dal cosiddetto Decreto Liquidità. Per sostenere le imprese del comparto primario in difficoltà a causa dell’emergenza COVID-19, lo Stato garantisce tutta la liquidità necessaria per far fronte alle coltivazioni in atto, agli impegni presi con banche e fornitori, agli investimenti indispensabili per aumentare la redditività delle aziende. È attivo, infatti, il primo canale che prevede la concessione di finanziamenti di pronta attivazione, garantiti sino al 100% da ISMEA, l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare. Con la garanzia automatica e gratuita di ISMEA, le imprese del comparto primario che attestino, tramite autocertificazione, la situazione di difficoltà a causa dell’emergenza Coronavirus, potranno accedere a un finanziamento per liquidità sino a 25mila euro e durata 6 anni di cui 2 di preammortamento. L’importo sarà pari al 25% dei ricavi risultanti dal bilancio o dalla dichiarazione IVA e comunque en-
tro l’ammontare di 25mila euro mentre le start up, invece, potranno autocertificare i propri dati contabili previsionali. Questo finanziamento ha la garanzia gratuita dello Stato al 100%, perciò sarà erogato ad un tasso parametrato calcolato al di sotto del 2% e la banca si limiterà alla sola verifica dei requisiti, senza la normale istruttoria bancaria e senza aspettare l’istruttoria ISMEA in quanto la garanzia è automatica oltre che gratuita. Vi sono poi finanziamenti destinati a liquidità e investimenti, sempre di durata massima 6 anni, il cui importo è commisurato in alternativa al doppio della spesa salariale, al 25% del fatturato oppure al fabbisogno, autocertificato, di capitale di esercizio e spese di investimento per i successivi 18 mesi. Unica esclusione, trattandosi di fondi pubblici, riguarda le imprese beneficiarie la cui posizione sia classificata “a sofferenza”. Possono essere ricomprese, invece, le posizioni classificate come “inadempienze probabili” o “scadute e sconfinanti deteriorate” purché tale classificazione sia successiva al 30 gennaio 2020.
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ommario
5 editoriale
LIQUIDITà 5 DECRETO Parte credito alle aziende agricole
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24 18 MIPAaF
Piano gestione rischi
24 CISL- FAI
No ai voucher in agricoltura
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FONDI UE Rassicurazioni per i fondi del Sud
turism,o rurale
22 Agriturismi Il grido d’allarme
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AGRICOLTURA
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COLTIVATORI 11mila richieste per bonus 600 €
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verde pubblico La manutenzione agli agricoltori
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xylella Al via nuovo piano monitoraggio
agroalimentare
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FILIERA VINO “Urgente confronto con Ministro”
20 AREA METROPOLITANA BARI Nasce Distretto del cibo
zootecnia CASEARIO 21 LATTIERO 2mln di € a favore della Puglia
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gricoltura
6,6 MILIONI DI EURO DI INDENNIZZI
IN 20 GIORNI SFIORATI 11MILA BONUS PER I COLTIVATORI IN PUGLIA
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n soli 20 giorni quasi 11mila agricoltori in Puglia hanno fatto richiesta del Bonus da 600 euro per un importo complessivo di 6,6 milioni di euro di ammortizzatori sociali in soccorso degli agricoltori che hanno perso lavoro e reddito a causa dell’emergenza Coronavirus. A darne notizia è Coldiretti Puglia che, attraverso il lavoro incessante degli operatori del patronato EPACA, hanno assistito ad oggi quasi 11mila coltivatori nelle domande di indennità. “Il portale è pienamente operativo dal 6 aprile scorso e proprio nel giorno dell’apertura degli accessi gli uffici Epaca in Puglia hanno inserito 7033
di Rino PAVONE domande di Bonus. Auspichiamo che il provvedimento sia prorogato per i mesi di aprile e maggio perché il Bonus rappresenta una boccata d’ossigeno per gli agricoltori e anche per i lavoratori dipendenti stagionali”, dichiara Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. Sono beneficiari dell’indennità di 600 euro prevista dal DL 18/2020 ‘Cura Italia’, gli imprenditori agricoli e i lavoratori del settore agricolo a tempo determinato, non titolari di pensione, che nel 2019 abbiano effettuato almeno 50 giornate effettive di attività di lavoro agricolo e riguarda anche i lavoratori dipendenti stagionali di
alcuni settori particolarmente colpiti dalla crisi (turismo e agricoltura) e i lavoratori. Si tratta di una platea composta per la stragrande maggioranza da 22.516 coltivatori diretti e 5.864 imprenditori agricoli professionali ma sono compresi anche coloni, mezzadri e lavoratori dipendenti stagionali. L’agricoltura nonostante le difficoltà ha continuato a produrre per garantire le forniture alimentari alla popolazione. Circa sei aziende agricole su dieci (62%) hanno registrato una riduzione delle attività per l’emergenza coronavirus, secondo l’ultima indagine Coldiretti/Ixe’.
FONTE: Elaborazione COLDIRETTI dati INPS
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groalimentare
Uno dei settori più colpiti dal Covid-19
Vino: filiera chiede a ministro confronto urgente
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a filiera del vino, che unisce le associazioni di categoria Confagricoltura, CIA, Alleanza delle Cooperative Italiane, Copagri, Unione Italiana Vini, Federvini, Federdoc e Assoenologi – torna a scrivere al Ministro delle Politiche Agricole, Ambientali e Forestali, Teresa Bellanova, e lo fa per avanzare proposte con una lettera che completa le due precedenti già indirizzate al Governo, la prima in materia di misure economiche e fiscali a sostegno della liquidità delle imprese e la seconda sulla concessione di proroghe nella tempistica delle domande OCM e di deroghe nell’esecuzione dei programmi, investimenti e promozione. In questo momento, ribadiscono le organizzazioni, la priorità è garantire liquidità, fondamentale per la sopravvivenza dell’impresa e dei suoi dipendenti, in attesa della ripartenza delle attività economiche. Le proposte riguardano il sostegno del mondo agricolo e vitivinicolo in particolare per il quale la filiera chiede l’avvio di un confronto immediato con l’obiettivo di individuare al più presto una strategia di sostegno e rilancio del settore, uno dei comparti agricoli più rilevanti per l’economia italiana. Nello specifico, sono quattro le ipotesi avanzate dal mondo del vino per far fronte all’impatto dell’emergenza sul mercato vitivinicolo, in particolare nel segmento on-trade e nella vendita diretta in cantina, caratterizzato da una riduzione delle N° 8 - 1 maggio 2020
vendite. La prima proposta riguarda l’uso dell’alcol per l’emergenza con l’opportunità per i produttori vinicoli di destinare vino da tavola in giacenza alla distillazione, al fine di ricavarne alcol ad uso medicale, a disposizione della Protezione Civile. Le distillerie si dovrebbero fare carico del prelievo del prodotto, del trasporto e della distillazione. Resta inteso che, in questa catena, nessun anello dovrà conseguire un profitto. A ciò si aggiunge la necessità di fissare una misura di distillazione per far fronte alle giacenze e alla potenziale mancanza di capienza nelle cantine per le uve e i mosti per la prossima vendemmia. Le organizzazioni ritengono però che debbano essere poste alcune specifiche condizioni per l’attivazione: innanzitutto, deve restare volontaria e non obbligatoria, inoltre dovrà essere finanziata da adeguate risorse economiche, preferibilmente all’interno di un nuovo budget di emergenza per il settore a livello europeo, con l’obiettivo di porre rimedio allo shock di mercato e alle conseguenze patite dai produttori, evitando distorsioni nel segmento dell’alcol uso bocca. Allo stesso tempo, la misura della distillazione dovrà essere seguita, già a partire dalla prossima campagna vitivinicola, da una modifica delle disposizioni nazionali in materia di rese massime di uva per ettaro per i vini non a indicazione geografica, che tenga tuttavia conto delle diverse speci-
ficità produttive territoriali. Tra le proposte più significative avanzate dalla filiera del vino a sostegno del settore agricolo c’è anche la misura della vendemmia verde. La filiera auspica che la misura possa essere attivata dalle regioni, con l’obiettivo di ridurre la produzione per la successiva campagna vendemmiale e che il Ministero proceda a una rimodulazione dell’attuale dotazione del PNS. In via generale, lo strumento della vendemmia verde, è destinato all’eliminazione del prodotto mentre si potrebbe esplorare la possibilità di introdurre una nuova misura transitoria destinata alla riduzione volontaria delle rese con un risarcimento al viticoltore o procedere con una modifica della misura stessa. Data la mancanza di forza lavoro nella fase dell’anno nella quale la vendemmia verde è normalmente attivata (mese di giugno), il mondo del vino chiede inoltre lo spostamento del calendario, dando la possibilità di esercitarla anche nel mese di luglio. L’ultima richiesta della filiera riguarda invece la possibilità, per alcune produzioni vitivinicole temporaneamente eccedenti o con difficoltà di sbocco sul mercato, di ricorrere all’ammasso privato per una parte del quantitativo in giacenza. Questa misura potrebbe essere di supporto per alcune produzioni da invecchiamento che non troverebbero subito mercato nei mesi estivi quando auspicabilmente potrebbe riaprire il canale horeca.
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Novità da Syngenta
Arriva Taegro, l’anello mancante nella difesa integrata Durante un evento in diretta streaming, Syngenta ha presentato Taegro, il nuovo fungicida di origine naturale che protegge vite e orticole da oidio, botrite, sclerotinia e bremia. In seguito alle difficoltà causate dall’emergenza coronavirus e dal susseguente lockdown, Syngenta ha riorganizzato tutte le sue attività in chiave digitale per continuare a supportare la filiera agricola in questi giorni di social distancing, proponendo così una soluzione alternativa all’evento fisico, in grado ugualmente di raggiungere il target e creare empatia verso il nuovo
prodotto. Il 22 aprile, una settimana esatta dopo l’esordio online con la presentazione di Minecto Alpha, Syngenta ha rilanciato l’iniziativa #distantimauniti con un secondo evento sul web, questa volta in diretta da uno studio televisivo. L’azienda si è mostrata dunque decisa nel voler presentare le proprie novità ai numerosi agricoltori e
tecnici che da anni apprezzano le sue soluzioni innovative per l’agricoltura. Il protagonista di questo incontro è stato Taegro, ultimo arrivato nel portfolio per il controllo delle patologie fungine. Attraverso un’intervista dal format del tutto inedito, condotta da Antonio Pascale, scrittore e divulgatore, i tecnici di Syngenta hanno presentato la novità al grande pubblico.
La natura a difesa delle piante Nei programmi di difesa sta aumentando significativamente la presenza di microrganismi benefici da utilizzarsi in alternanza con gli agrofarmaci tradizionali, di origine naturale o di sintesi che siano. Tale categoria di formulati fitosanitari va infatti considerata a sé, in quanto trattasi di agenti attivi dotati di vita propria e in
grado di espletare le proprie funzioni di controllo sulle patologie attingendo a ciò che la propria genetica ha imparato a fare nel corso di milioni di anni di evoluzione. In tale segmento tecnico si inserisce Taegro®, fungicida microbiologico a base di Bacillus amyloliquefaciens, ceppo FZB24. Tale ceppo si differenzia in modo signifi-
cativo da altri analoghi, sia quanto a caratteristiche, sia quanto a impieghi. Il ceppo FZB24 spicca infatti per la marcata produzione di lipopeptidi e polichetidi “ceppo- specifici” che ne rendono particolarmente efficace l’azione competitiva e antagonista dei patogeni target, ovvero Botrite, Oidio, Bremia, Alternaria e Sclerotinia.
Meccanismo di azione Tre dunque le modalità di azione tramite cui Taegro difende le colture dagli attacchi fungini. Oltre al rilascio dei metaboliti antifungini e all’azione ‘barriera’, Taegro, infatti, protegge la pianta attivando il Sistema di resistenza acquisita, stimolando cioè i meccanismi di autodifesa interna. «Il ceppo FZB24 del B. amyloliquefaciens ha inoltre una significativa adattabilità ambientale, che permette un’azione efficace in ampi intervalli di pH e di temperature” ha sottolineato Paolo Borsa, responsabile tec-
nico specialties di Syngenta. Ciò si riflette in maniera importante nella somministrazione del prodotto, che risulta estremamente flessibile. Taegro, inoltre, è compatibile e miscibile con la maggior parte dei prodotti fitosanitari di sintesi, tra cui anche quelli a base di rame e zolfo». Per le proprie caratteristiche intrinseche, Taegro® integra quindi perfettamente i programmi di difesa integrata già oggi proposti da Syngenta. Il nuovo prodotto microbiologico può infatti essere impiegato con successo in strategia con fungicidi come Switch® e Geoxe®. Ciò assicura ottimi ri-
sultati in campo quanto a efficacia complessiva, nonché consente di alleggerire il profilo residuale finale dei raccolti. In termini di applicabilità in campo, infatti, l’intervallo di sicurezza del prodotto si conta in ore anziché giorni: Taegro® può infatti essere utilizzato fino a sole 4 ore dalla raccolta. Infine, proprio grazie al meccanismo d’azione completamente diverso da quelli dei fungicidi tradizionali, Taegro® può giocare un ruolo chiave anche nella prevenzione delle resistenze.
TAEGRO: l’efficacia è il risultato di DIFFERENTI meccanismi d’azione
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Bassi dosaggi e protezione elevata Ampio risulta il campo di impiego del prodotto, interessando colture di alto pregio come la vite da vino e da tavola, ma anche quelle coltivate in ambiente protetto come le solanacee (pomodoro, melanzana, peperone e peperoncino), le cucurbitacee (melone, cocomero, zucchino, cetriolo e cetrioli-
no), ma anche fragola, lattughe e altre insalate. Queste ultime anche a pieno campo. Formulato come polvere bagnabile, Taegro® si applica per via fogliare a dosi comprese fra 185 e 370 grammi per ettaro. Il suo uso è da intendersi
con modalità esclusivamente preventiva, intervenendo ogni 7 giorni circa su vite, lattughe e altre insalate in campo e ogni 3-5 giorni sulle colture in serra. Per le colture in pieno campo è previsto un massimo di 10 trattamenti l’anno che diventano 12 su colture protette.
Tutti i vantaggi di Taegro Ma i vantaggi di Taegro, illustrati da Claudio Malagrinò - responsabile marketing di Syngenta durante la diretta streaming, sono molteplici: • Nessun deposito visibile e selettivo verso le colture • È estremamente flessibile nelle condizioni di applicazione. Può essere irrorato con un intervallo di temperature ambientali tra 15 e 45°C (con un optimum tra 30 e 35°C) e con un pH dell’acqua compreso tra 5 e 9 • È compatibile con la maggioranza di agrofarmaci in commercio, compresi quelli a base di rame e zolfo • È registrato in Agricoltura biologica • Ha un tempo di rientro di sole quattro ore, ideale quindi nelle raccolte scalari che caratterizzano molte colture orticole • Taegro è pronto all’uso e nella sua confezione si mantiene attivo almeno per tre anni • Ha un dosaggio d’uso molto basso (185-370 g/ha) che lo rende di facile utilizzo • È resistente al dilavamento • Non dà problemi in cantina nella fase di vinificazione.
Per saperne di più: N° 8 - 1 maggio 2020
https://www.syngenta.it/taegro 11
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gricoltura
La proposta
Cia Puglia: “Affidare la manutenzione del verde pubblico agli agricoltori”
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n progetto per ripartire : CIA Agricoltori Italiani della Puglia propone un progetto per rimettere in moto tutto il settore fiori e verde pugliese, un piano regionale che promuova e sostenga la manutenzione del verde pubblico e il potenziamento del decoro urbano utilizzando esclusivamente piante e fiori dei floricoltori pugliesi presenti e attivi in ogni provincia. Un progetto che promuova e sostenga l’acquisizione di forniture di fiori e piante dalle aziende florovivaistiche pugliesi, comune per
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comune, dalla punta più a Nord della regione a quella più a Sud, in modo da comprendere ciascuna delle 6 province pugliesi. “La riapertura delle attività e dei mercati del settore florovivaistico, secondo CIA Agricoltori Italiani della Puglia”, ha aggiunto Giannicola D’Amico, vicepresidente regionale dell’organizzazione, “va sostenuta attraverso progetti come quello da noi proposto e da una campagna d’informazione che promuova il florovivaismo pugliese. Servono risorse, liquidità e programmazione per ripartire vera-
mente, altrimenti ci ritroveremo a contare le aziende che chiudono la saracinesca e a dover fare fronte a migliaia di nuovi disoccupati”, ha concluso D’Amico. “Affidiamo gli appalti per la manutenzione del verde pubblico agli agricoltori e alle aziende florovivaistiche pugliesi. E’ quanto previsto dal decreto legislativo 228 del 2001. Utilizziamo questo strumento legislativo per risollevare le sorti del settore”, ha concluso Giuseppe De Noia, componente CIA del Comitato di Distretto Florovivaistico pugliese.
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ivaismo
HOBBISTI PER CURARE I CAMPI
BOOM ORTI IN BALCONE di Rino PAVONE
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ia libera anche in Puglia agli spostamenti degli hobbisti per la cura di oliveti, vigneti, campi pubblici e privati e orti, forme preziose di integrazione del reddito familiare, grazie all’Ordinanza del Presidente della Regione Puglia che consente la cura degli animali e le lavorazioni in campagna, anche in area infetta da Xylella, a patto che gli spostamenti avvengano solo 1 volta al giorno. Non solo piante e fiori sui balconi per respirare l’aria della primavera, ma tra limoni e bouganville, ibiscus e gera-
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ni, è boom anche per la coltivazione dell’orto in terrazzo per trascorrere giornate all’aperto nel rispetto delle regole e garantirsi una produzione casalinga di pomodori, zucchine e lattughe da utilizzare nelle lunghe giornate in cucina, insieme basilico, rosmarino, salvia, timo e mentuccia fai da te, con le dirette Facebook #balconifioriti organizzate da Coldiretti Puglia a partire dalla prossima settimana con il tutor delle piante e dell’orto. Dopo un mese di chiusura forzata tra le mura di casa si tratta infatti di una grande opportunità per quanti hanno
la fortuna di disporre di uno spazio sufficiente in balconi, terrazzi, giardini o orti privati adiacenti alla propria abitazione che possono soddisfare il sogno di 6 italiani su 10 (62%) che in Italia secondo Coldiretti/Ixe’ hanno l’hobby dell’agricoltura e del giardinaggio in terreni privati e pubblici messi a disposizione dai comuni. Ma non bisogna avere per forza un terreno, infatti ai più appassionati può bastare anche un semplice davanzale per togliersi la soddisfazione di un pesto casalingo o di patate arrosto con il proprio rosmarino. Le novità
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offerte sul mercato per preparare l’orto in terrazzo sono molte e non c’è che da scegliere tra peperoni, cetrioli, melanzane, peperoncini piccanti dalle mille forme, rotondi, a cono, a campana, pomodori con i frutti piccoli e dolci, fagiolini e ogni tipo di ortaggio capace di crescere in vaso. Si tratta in alcuni casi di varietà nane ottenute naturalmente attraverso incroci, mentre altre volte si tratta di normali prodotti dell’orto che si adattano a crescere anche in spazi ridotti come i vasi, oppure in appositi supporti che si sviluppano in verticale, sfruttando al meglio lo spazio limitato, per ottenere dolcissime fragole o saporiti pomodorini a ciliegia. Le piantine più richieste sono quelle di insalata perché sono semplici da coltivare e garantiscono il raccolto dopo appena 40 giorni con un costo di soli pochi centesimi di euro. Ma molto gettonate sono anche le piantine mignon di pomodoro. Per questa varietà i prezzi, al vivaio, sono leggermente più alti e dipendono dal tipo di confezionamento. Se vengono vendute in contenitore il prezzo varia dai 18 ai 25 centesimi di euro, in vaso, invece, considerando la maggiore quantità di terra da impiegare, il tutore per sostenere la pianta e la giacenza in vivaio, sicuramente più lunga, il costo va da uno a 2,50 euro al cliente finale. La scelta delle piantine da travasare rispetto ai semi è da preferire sopratN° 8 - 1 MAGGIO 2020
tutto per coloro che sono alle prime esperienze e, comunque, vogliono risparmiare tempo ansiosi di vedere i frutti del proprio lavoro. Per realizzare il mini orto da terrazzo non basta scegliere il tipo di prodotto, ma occorre tener presente l’esposizione del balcone, perché le piantine necessitano di una buona dose di luce e calore per crescere bene, ma anche il tipo di ter-
riccio che per una scelta ideale deve essere sufficientemente ricco in nutrienti, trattenere l’acqua senza che si crei ristagno idrico. Per ottenere sani e gustosi ortaggi dal proprio balcone si raccomanda di non utilizzare prodotti antiparassitari, ma di difendere le proprie coltivazioni con reti anti-insetto o tessuto non tessuto, anche asportando manualmente gli insetti.
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gricoltura
PRIORITA’ A PIANA ULIVI MONUMENTALI
XYLELLA: AL VIA NUOVO PIANO MONITORAGGIO ED ESPIANTO A MAGGIO
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l via a maggio il Piano di azione di contrasto alla Xylella fastidiosa per l’anno 2020, approvato dalla Giunta regionale, che prevede il monitoraggio e le attività di eradicazione e contenimento nelle aree delimitate, ovvero zona indenne, zona cuscinetto e zona di contenimento, ossia 20 km della zona infetta a confine con la zona cuscinetto in cui si applicano le misure di contenimento e sui siti indenni, con una priorità data alla Piana degli Ulivi Monumentali, mentre sono fondamentali le buone pratiche anche degli enti pubblici Comuni, Demanio e Consorzi di bonifica, perché non basta che gli agricoltori facciano doviziosamente arature e trinciature, se le stesse procedure non vengono attuate su ben più vaste aree pubbliche, troppo spesso in stato di abbandono. A dichiararlo è Coldiretti Puglia che torna a chiedere una stretta sulle eradicazioni per estinguere i focolai attivi nelle aree a forte vocazione olivicola e paesaggistica per arrestare l’avanzata della malattia che in 6 anni ha provocato danni per oltre 1,6 miliardi di euro. Per questo Coldiretti Puglia, con una lettera a firma del Presidente e Direttore regionali, Muraglia e Piccioni, aveva chiesto al Presidente della Regione Puglia Emiliano e al Commissario dell’ARIf Ranieri lo stato dell’arte degli espianti degli ulivi infetti, sollecitando il necessario rifinanziamento del monitoraggio degli insetti vettori e una opportuna comunicazione istituzionale che garantisca informazioni certe e univoche agli imprenditori agricoli dell’area contenimento e cuscinetto. Il fronte della malattia in Puglia è ancora molto ampio e la Xylella è tutt’altro che sotto controllo mentre l’insetto vettore, la sputacchi-
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na, ha già superato i primi stadi giovanili ed è ormai prossima a divenire insetto adulto in molte aree e terreni. Se fosse stata applicata per tempo e alla lettera la normativa comunitaria i focolai sarebbero stato estinti, piuttosto che risultare ancora attivi, con piante malate che costituiscono fonte di inoculo e diffusione ulteriore della Xylella. Se le attività di espianto non saranno svolte con convinzione l’avanzata della Xylella è certa”, ha detto nella missiva il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia. A questo proposito, al fine di dare supporto concreto alle misure di contenimento imposte dalla Comunità europea – ha aggiunto Coldiretti Puglia - potrebbero essere proprio le imprese agricole, in possesso di requisiti e attrezzature specifiche, a poter svolgere le attività di espianto, funzionali al conteni-
mento della malattia, alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale, alla cura e al mantenimento dell’assetto idrogeologico, attraverso la costituzione di un apposito elenco in deroga al codice degli appalti, ai sensi dell’art. 15 del D.Lgs. 228/2001 recante “Orientamento e modernizzazione del settore agricolo, a norma dell’art. 7 della legge 5/03/2001 n. 57”. Il ricorso alle imprese agricole è già in fase di sperimentazione in provincia di Lecce, con il Comune di Ugento che ha avviato la procedura per la costituzione di un elenco di imprenditori agricoli interessati ad assumere in appalto lo svolgimento di attività funzionali alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale, alla cura e al mantenimento dell’assetto idrogeologico, in deroga al codice degli appalti, proprio ai sensi dell’art. 15 del D.Lgs. 228/2001.
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gricoltura
PUBBLICATO IL PIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO IN AGRICOLTURA 2020
Il Decreto consente ai florovivaisti l’accesso alle polizze assicurative agevolate
Sul sito del MIPAAF è stato pubblicato il PGRA - Piano di Gestione del Rischio in Agricoltura 2020. Il PGRA è lo strumento nazionale che disciplina le regole annuali di gestione del rischio agevolato in agricoltura. Il PGRA consente l’accesso alle assicurazioni agevolate anche alle produzioni florovivaistiche con le seguenti caratteristiche:
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Intervento di Verrascina al tavolo di confronto
COPAGRI: “ MANCANZA DI MANODOPERA AGRICOLA? ABBASSARE IL COSTO DEL LAVORO”
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uello della mancanza di manodopera agricola è un problema serio e reale per il comparto primario, che va affrontato con urgenza vista l’imminente necessità per i lavori preparatori agricoli di pieno campo e per la raccolta dei prodotti in serra. Chiediamo pertanto al Governo di intervenire quanto prima, partendo ad esempio dal DL ‘Cura Italia 2’ o cosiddetto ‘DL aprile’, abbassando il costo del lavoro almeno fino alla fine del 2020; un intervento di decontribuzione previdenziale, infatti, potrebbe a nostro avviso rappresentare un argine alla carenza di manodopera nel comparto agricolo”. Lo ha sottolineato il presidente della Copagri Franco Verrascina intervenendo al Tavolo di confronto tra le parti sociali convocato dalle ministre del Lavoro e delle Politiche Sociali Nunzia Catalfo e del-
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le Politiche Agricole Alimentari e Forestali Teresa Bellanova in relazione alla pandemia del COVID-19, o cosiddetto Coronavirus. “Nella grave e delicata situazione che sta attraversando il Paese, che sta avendo ripercussioni a macchia d’olio sull’intero comparto primario, bisogna equiparare la decontribuzione previdenziale delle aziende agricole a quella delle imprese situate in aree svantaggiate, ad esclusione di quelle montane, andando quindi ad abbassare il costo del lavoro”, ha rimarcato Verrascina. “Non dobbiamo poi dimenticare che, oltre alle nuove problematiche sorte in seguito alla Pandemia del Coronavirus, che ha stravolto le abitudini di consumo degli italiani, minato sensibilmente la redditività dei produttori agricoli e ridotto le esportazioni agroalimentari e gli ingressi dei la-
voratori stranieri, la situazione della manodopera agricola deve fare i conti con altre annose e tragiche questioni, quali le condizioni dei trasporti e degli alloggi”, ha continuato il presidente. “Accanto alle misure decontributive, è poi necessario continuare a lavorare per semplificare il più possibile l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro in agricoltura, puntando con decisione su sistemi istituzionali di intermediazione della manodopera agricola, quali piattaforme informatiche pubbliche e trasparenti che vadano a coinvolgere tutti i potenziali interessati, partendo dai disoccupati, dai cassaintegrati e dai percettori del reddito di cittadinanza, e procedere con la regolarizzazione degli stranieri con il permesso di soggiorno scaduto e con possibilità di avere un contratto di lavoro”, ha concluso Verrascina.
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A Nasce il Distretto del Cibo dell’area metropolitana di Bari groalimentare
Coinvolti 12 comuni
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a giunta regionale ha dato il via libera al Distretto del Cibo dell’area metropolitana di Bari così come previsto dalla legge regionale n. 23 del 3 agosto 2007. Il Distretto del Cibo dell’area metropolitana di Bari, è stato promosso dalla Città Metropolitana, grazie all’impegno del sindaco Antonio Decaro, e del consigliere delegato, Antonio Stragapede, che hanno creduto fortemente nella creazione di tale strumento di sviluppo economico del territorio, di innovazione delle politiche e dei modelli di governance, nell’ottica della sostenibilità e potenziamento del settore agroalimentare. La Città metropolitana, sin da giugno del 2018, ha coordinato tutte le attività finalizzate all’avvio del Distretto convocando e istituendo il relativo Tavolo di Lavoro, con il supporto dei Comuni metropolita-
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ni, per giungere alla sottoscrizione dell’accordo istitutivo del Distretto il 29 novembre scorso. Tale accordo, infatti, è stato approvato e sottoscritto dai Comuni del territorio che hanno manifestato la loro sensibilità alla realizzazione di iniziative nel settore agroalimentare, in particolare dai Comuni di Acquaviva delle Fonti, Altamura, Bitetto, Bitonto, Bitritto, Cassano delle Murge, Gravina in Puglia, Grumo Appula, Poggiorsini, Sannicandro di Bari, Toritto, Cellamare, Fondazione Ettore Pomarici Santomasi. La sottoscrizione dell’accordo è stata condivisa dalla platea del mondo imprenditoriale del settore agroalimentare. “Con il riconoscimento del Distretto del cibo dell’area metropolitana di Bari in qualità di azione pilota – afferma il consigliere Antonio Stragapede - la Regione Puglia apre a forme distrettuali più
orientate allo sviluppo dei territori rurali, attraverso forme di governance che danno maggiore spazio all’azione sinergica di componenti pubbliche e private. In particolare, l’attività del distretto metropolitano sarà orientata a progettare nuove iniziative in molteplici comparti tese ad aumentare la competitività del sistema agroalimentare, potenziare le relazioni tra sistema rurale e urbano, perseguire la sostenibilità economica, sociale e ambientale”. In tale ambito potranno trovare un nuovo spazio di azione anche i Comuni per sviluppare azioni integrate, modellate sulle esigenze specifiche dei numerosi sottosistemi territoriali, in collaborazione con le imprese del sistema agroalimentare. Inoltre, i Distretti del Cibo potranno accedere anche alle specifiche misure finanziarie destinate dalla Regione a queste realtà.
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Z DUE MILIONI DI € A FAVORE DEL SETTORE ZOOTECNICO E LATTIERO CASEARIO ootecnia
APPROVATA IN COMMISSIONE REGIONALE LA PROPOSTA DI LEGGE
Approvata alla unanimità dalle Commissioni Regionali Bilancio a Agricoltura la proposta di legge presentata dal Consigliere Damascelli per ristorare il settore della zootecnia da latte e della trasformazione dopo le difficoltà conseguenti al fenomeno coronavirus.
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iamo soddisfatti perché si è riusciti ad approvare uno stanziamento di due milioni, quasi il doppio di quello inizialmente previsto, che dovrebbe consentire di fare fronte a buona parte delle perdite subite dagli allevatori negli ultimi due mesi a causa del coronavirus e del conseguente ridotto ritiro di latte da parte dei trasformatori – riferisce il Presidente di ARA Puglia Pietro Laterza -. Ringraziamo per questo grande sforzo innanzitutto il Consigliere Regionale Damascelli che si è fatto promotore di questa proposta di legge coordinandosi peraltro costantemente con la nostra struttura, così come ringraziamo tutti coloro che hanno assecondato questo percorso, a partire ovviamente dal Presidente della Regione Emiliano, al Presidente della Commissione Pentassuglia, al Direttore del Dipartimento Agricoltura Nardone. Ora ci auguriamo che il cerchio si chiuda con la rapida approvazione da parte del Consiglio Regionale e, soprattutto, con la conseguente piena adesione delle strutture di trasformazione che per potere attingere ai contributi previsti dovranno dimostrare di non avere ribassato il prezN° 8 - 1 maggio 2020
zo del latte agli allevatori, chiudendo così nel migliore dei modi questa fase di pericolosi attriti all’interno della filiera che invece deve rimanere coesa e più viva che mai, pron-
ta a ripartire verso gli ambiziosi e promettenti traguardi che ci siamo dati negli ultimi mesi, a cominciare da quello che riguarda la Mozzarella DOP di Gioia del Colle.”
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T R urismo
urale
La lettera a Emiliano: “Ci sia permesso almeno di produrre e distribuire a domicilio “
Turismo Verde Cia, il grido d’aiuto degli agriturismi della Puglia E’ un grido d’aiuto quello lanciato dal mondo delle strutture agrituristiche della Puglia.
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on una lettera-appello inviata al Governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, il presidente di “Turismo Verde Cia”, Pietro De Padova, ha rivolto alcune precise richieste al presidente della Giunta regionale: la prima riguarda l’autorizzazione all’esercizio di attività di laboratorio per la trasformazione e il confezionamento dei prodotti aziendali da parte delle aziende agrituristiche; la seconda è inerente all’autorizzazione per la consegna al domicilio del consumatore (catering) dei pasti preparati nell’agriturismo. “Si tratta di due proposte di buon senso”, ha spiegato De Padova, “mirate a far riprendere almeno in parte l’attività alle aziende agrituristiche pugliesi”, equiparando gli agriturismi in tutto e per tutto alle imprese agricole o della ristorazione che, anche in regime di emergenza da coronavirus, possono giustamente continuare a operare seguendo precisi protocolli di sicurezza. Il crollo delle prenotazioni dall’estero e dall’Italia, così come la cessazione di ogni attività legata alle visite delle scolaresche all’interno delle strutture che fungono anche da luoghi ludico-didattici, ha portato all’azzeramento totale delle fonti di reddito per gli agriturismi della Puglia. Una crisi epocale, drammatica, che rischia di radere al suolo un settore che, prima dell’inizio dell’emergenza, stava crescendo anche per ciò che attiene ai posti di lavoro. Turismo Verde Cia è l’associazione
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che da anni sta contribuendo alla crescita, all’organizzazione e al consolidamento delle realtà agrituristiche della Puglia e di tutto il Paese. Si tratta di un settore molto importante, perché coniuga in maniera innovativa e sostenibile, l’agricoltura e il turismo, la multifunzionalità e i servizi, svolgendo un’importante opera anche dal punto di vista culturale e sociale spesso con rilevanti risvolti anche per l’integrazione dei soggetti svantaggiati e la funzione formativo-educativa delle giovani generazioni. “Gli agriturismi pugliesi sono un presidio per scongiurare l’abbandono del territorio rurale e la sua crescita dal punto di vista occupazionale”, ha dichiarato De Padova. “Gran parte delle persone che vi lavorano o che conducono queste aziende sono donne e giovani,
un aspetto assolutamente di rilievo per la nostra regione e per un comparto, quello agricolo, che ha necessità sia di integrare intelligenze e competenze femminili sia di favorire il ricambio generazionale. Gli agriturismi possono e devono essere messi nelle condizioni di poter continuare almeno in parte la loro attività, almeno per quanto riguarda la funzione di produzione e trasformazione oltre che quella di distribuzione e di catering. Confidiamo nella intelligenza e nella sensibilità del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, affinché le nostre richieste siano valutate con la massima attenzione e tempestività, così da poter dare una risposta positiva e celere al mondo degli agriturismi pugliesi”, ha concluso Pietro De Padova.
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“Valorizziamo invece gli Enti Bilaterali Territoriali”
FLAI-CIGL, FAI-CISL, UILA-UIL: “No ai voucher in agricoltura ma un contratto dignitoso” di Paola DILEO “Siamo contrari alla semplificazione e all’amplificazione dell’uso dei voucher in agricoltura. L’emergenza del coronavirus non può essere l’occasione per deregolamentare il mercato del lavoro in un settore in cui le regole esistenti per assumere manodopera già permettono un’ampia flessibilità”.
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dichiararlo in una nota congiunta FAI-CISL, FLAICIGL e UILA- UIL. “Per noi - spiegano i sindacati di categoria dell’agroalimentare - è inaccettabile che la gravissima emergenza determinata dalla pandemia del Covid-19 possa essere il grimaldello per rendere ancora più precario il lavoro agricolo. Respingiamo, quindi, qualsiasi tentativo di modifiche delle norme di utilizzo dei voucher. Non è con questa scorciatoia che si può pensare di convincere i tanti
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nuovi disoccupati che questa pandemia genererà in Italia, a lavorare nel settore primario, per sopperire alla momentanea carenza di manodopera. Il problema si risolve rendendo più trasparente l’incontro tra domanda e offerta di lavoro a livello territoriale. Per questo occorre dare un nuovo impulso alle sezioni territoriali della rete del lavoro agricolo di qualità, questione sulla quale FAI-FLAI-UILA, si battono da anni e che deve essere affrontata e risolta”. Un chiaro invito quindi
a valorizzare l’ente bilaterale territoriale, uno strumento già esistente, luogo d’incontro fra domanda e offerta di lavoro in agricoltura. Posizione condivisa dalle tre sigle e portata all’attenzione delle Ministre Catalfo e Bellanova. “Tra le proposte avanzate - spiega il segretario generale della federazione agroalimentare CISL, Onofrio Rota – quella di potenziare il ruolo degli enti bilaterali, perché le sedi più idonee a garantire oggi sia un più efficace incrocio tra domanda e offerta
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di lavoro, che un capillare controllo sull’applicazione delle misure COVID-19. Va seguita la buona pratica avviata ad es. a Verona tra Agri.Bi. e Veneto Lavoro”. E sulla contingente mancanza di manodopera per le misure restrittive da Coronavirus, il segretario generale CISL Agroalimentare spiega “è un problema reale, ma un ulteriore estensione dei voucher non serve, perché questi strumenti sono già utilizzati da studenti, pensionati e disoccupati. La soluzione è in i un lavoro dignitoso garantito dal contratto nazionale. La sfida oggi più che mai, è redistribuire la catena del valore lungo la filiera e rendere più appetibile e sicuro il lavoro agricolo, non certo dequalificarlo. Accanto a questo, abbiamo ribadito quanto sostenuto da tempo circa una regolarizzazione dei braccianti immigrati che già operano nel settore, sarebbe una misura di civiltà a N° 8 - 1 maggio 2020
garanzia di tutti, italiani e non, da finalizzare all’emersione del lavoro nero, al contrasto del caporalato e alla tutela della salute pubblica”. E sul coinvolgimento delle agenzie interinali per intercettare offerte di manodopera provenienti da settori con attività sospese, ha aggiunto “non siamo contrari purché sia gestito dagli enti bilaterali con convenzioni ad hoc, dove siano chiari i tempi di attuazione, la garanzia della continuità contributiva, il pieno rispetto del CCNL agricolo e della contrattazione a tutti i livelli”.
del Contratto Collettivo Nazionale di lavoro per gli operai agricoli e florovivaisti. Sede di confronto permanente tra le parti sociali agricole, sui temi dell’occupazione, delle relazioni sindacali, della contrattazione collettiva, in grado di offrire al mondo del lavoro agricolo, una diffusa rete di tutela. La bilateralità svolge un ruolo fondamentale di rilievo nel tessuto sociale e produttivo, avvicina il mondo dell’impresa a quello dei lavoratori.
Ente Bilaterale Agricolo Nazionale - EBAN L’ EBAN è costituito dalle Organizzazioni Nazionali dei Datori di Lavoro Agricolo (Confagricoltura, Coldiretti e CIA) e dalle Organizzazioni Nazionali dei Lavoratori Agricoli (FLAI – CIGL, FAI-CISL, UILA-UIL) firmatarie
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V DISTRUTTI MIGLIAIA DI FIORI APPASSITI ivaismo
Richiesta la riapertura urgente dei Mercati dei fiori di Terlizzi, Taviano e Leverano
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istrutti migliaia di fiori ormai appassiti in Puglia a causa del blocco delle vendite e delle esportazioni con un danno di oltre 200 milioni di euro di fiori e piante fiorite in vaso appassiti e distrutti nei vivai. Torna a denunciare la crisi che ha colpito il settore floricolo la Coldiretti Puglia, con l’ennesima produzione pronta in questi giorni andata al macero, mentre al cimitero di Bari i floricoltori hanno donato i fiori per adornare urne e tombe con rose, garofani, statice, tulipani e gerbere. “E’ vitale e urgente la riapertura dei mercati dei fiori di Terlizzi, Taviano e Leverano, poli nodali delle contrattazioni delle produzioni floricole pugliesi”, dichiara il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia. Il settore florovivaistico in Puglia con il distretto in provincia di Lecce di Taviano e Leverano che si estende anche ai comuni limitrofi di Alliste, Maglie, Melissano, Nardò, Porto Cesareo, Racale e Ugento e quello della provincia di Bari con al centro della produzione e degli scambi Terlizzi, Canosa, Bisceglie, Molfetta, Ruvo di Puglia e Giovinazzo, e altre realtà aziendali sparse nel resto della regione, registra il crollo degli ordini e il blocco totale dei mercati esteri ed internazionali con punte fino al 100%, con milioni di fiori e piante rimasti invenduti.
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“Servono interventi urgenti per indennizzare le imprese florovivaistico per l’ingente danno diretto e ridare liquidità alle aziende – incalza il presidente Muraglia - attraverso la dichiarazione di stato di calamità, con una declaratoria specifica per il comparto florovivaistico, l’aumento del fondo rotativo che dispone al momento di una dotazione di 10 milioni di euro, del tutto insufficiente a dare sostegno alle imprese florovivaistiche, il sostegno in de minimis alle imprese e lo snellimento delle procedure per lo smaltimento del
prodotto invenduto”. L’erogazione di finanziamenti da parte delle banche alle aziende in difficoltà a causa dell’emergenza Coronavirus, con le opportunità previste dal cosiddetto Dl Liquidità (decreto legge 8 aprile 2020), attraverso cui lo Stato si fa garante, interessa sia le aziende agricole che presentano il bilancio sia quelle che presentano la semplice dichiarazione Iva prevede diversi canali per l’attivazione dei quali è possibile rivolgersi alla Rete Agricorporatefinance (www.agricorporatefinance.it) promossa da Coldiretti che aiuta ad evitare pericolose file alle filiali delle banche e a ridurre la burocrazia. Il settore sviluppa in Puglia una Produzione Lorda Vedibile di oltre 300 milioni di euro con un risvolto occupazione di oltre 2 milioni di giornate di lavoro. Il risultato dell’emergenza con il blocco delle vendite è stato di quasi un miliardo di fiori e piante appassiti e distrutti nei vivai in Italia dove sono crollati gli acquisti di fiori recisi, di fronde e fiori in vaso, le produzioni tipiche della primavera e si sono fermate anche le vendite e l’export di alberature e cespugli, in un periodo in cui per molte aziende si realizza oltre il 75% del fatturato annuale, grazie ai tanti appassionati dal pollice verde che con l’aprirsi della stagione riempiono di piante e fiori case, balconi e giardini. www.foglie.tv
Distretto Florovivaistico di Puglia, il Presidente Piero Tunno:
“Bene la raccolta dei danni, la Regione ha ascoltato le istanze del Distretto”
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sprimiamo grande soddisfazione per l’iniziativa posta in essere dall’ Assessorato all’ Agricoltura della Regione Puglia volta sia a censire i danni causati dall’emergenza Coronavirus al settore florovivaistico, sia a delineare un quadro statistico del comparto in ordine alla numerosità degli operatori coinvolti ed al loro volume di affari. Esprimiamo un plauso per aver ascoltato le istanze degli operatori della filiera, rappresentate dal Distretto Florovivaistico di Puglia all’interno della riunione del Tavolo di Partenariato con i portatori d’interesse della filiera e convocato in modalità telematica il 6 aprile scorso. In occasione dell’incontro tecnico i rappresentati del Distretto Florovivaistico di Puglia hanno manifestato le criticità della situazione e le numerose istanze pervenute, che vertevano, tra le altre cose, sui maggiori costi sostenuti dalle imprese per la distruzione dei materiali vegetali dovuta alla mancata commercializzazione del prodotto. Gli importanti sforzi profusi dagli organi (tecnici ed amministrativi) del Distretto hanno portato a N° 8 - 1 maggio 2020
questo primo risultato, un risultato che pone il Distretto stesso come interlocutore accreditato a rappresentare le esigenze dei produttori e di tutti gli imprenditori coinvolti nella filiera verso le istituzioni.” Così il Presidente del Distretto Florovivaistico e del Cibo Piero Tunno commenta l’ atto dirigenziale n° 89 del 21 aprile “Emergenza Covid-19, Danni al settore Florovivaistico” con cui la Regione Puglia ha approvato la manifestazione di interesse volta a censire i danni causati al comparto dalle misure restrittive contenute dei diversi decreti approvati dal Governo atti a contenere la diffusione del Coronavirus. Nello specifico, con tale manifestazione d’interesse la Regione intende acquisire informazioni in merito - alla numerosità degli operatori coinvolti; - alle specie di “materiali vegetali” distrutti o da distruggere; - alla stima di riduzione della PLV a seguito della distruzione del “materiale vegetale” causata dalla mancata commercializzazione del prodotto, in conseguenza delle restrizioni al commercio e alla circolazione dettati dai provvedimenti
nazionali e regionali, adottati per fronte alla emergenza sanitaria COVID-19. Questo provvedimento è destinato agli operatori economici la cui attività è contraddistinta dai seguenti codici Ateco: A 0119 Floricoltura e coltivazione di altre colture non permanenti; A 01191 Coltivazione di fiori in piena aria; A 01192 Coltivazione di fiori in colture protette; A 0128 Coltivazione di spezie, piante aromatiche e farmaceutiche. Come Distretto Florovivaistico e del Cibo di Puglia, siamo a disposizione per qualsiasi chiarimento utile per la compilazione della manifestazione di interesse. .Il modulo allegato alla presente nota va trasmesso tramite pec all’indirizzo: florovivaistico.regione@pec.rupar.puglia.it entro le ore 12.00 del quindicesimo giorno successivo alla data di pubblicazione del presente Avviso sul portale istituzionale della Regione Puglia. Il Presidente Sig. Pietro Tunno
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Massimiliano Arena: “La Fiera dell ’Agricoltura non sarà la fiera del pesciolino rosso”
Fiera di Foggia, ecco come si riparte dopo il lockdown
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OGGIA – Un parcheggio sotterraneo da 700 posti auto, con i lavori che potrebbero cominciare già quest’estate. La Fiera di Foggia è pronta a dotarsi di un’infrastruttura di servizio che attende da almeno 8 anni, vale a dire da quando una lunga vicenda giudiziaria bloccò l’assegnazione dell’appalto relativo proprio alla realizzazione del parcheggio su Corso del Mezzogiorno. Ad annunciarlo nel corso di una videoconferenza stampa, è stato Massimiliano Arena, Commissario Straordinario dell’Ente Fiera di Foggia. “Il Consiglio di Stato ha messo la parola fine all’annosa vicenda dei lavori su Corso del Mezzogiorno che andava avanti da otto anni”, ha spiegato Arena. L’ultima sentenza sulla questione, infatti, ha confermato la prima aggiudicazione della gara al Raggruppamento Temporaneo di Imprese formato da Ctm Srl, Gabitat Immobiliare e Cosap-Consorzio Stabile Appalti Pubblici. Una volta completate le ultime procedure, entro l’estate potrebbero cominciare i lavori che dovranno terminare entro 12-15 mesi. Il progetto prevede la riapertura dell’ingresso monumentale del quartiere fieristico, la realizzazione di un parcheggio interrato su tre livelli, la rimodulazione e riorganizzazione degli spazi e dei servizi con nuovi uffici. LA FIERA DELL’AGRICOLTURA. “Non sarà la fiera del pesciolino rosso ma un evento per far crescere il valore della produzione agroalimentare locale”. E’ quanto ha annunciato Massimiliano Arena a proposito della prossima Fiera dell’Agricoltura. “Nella nuova calendarizzazione degli fieristici, l’appuntamento riservato al comparto primario e alla zootecnia dovrà tornare ad essere centrale per un vasto territo-
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rio che nell’agricoltura e nei settori ad essa connessi è capace di esprimere numeri, innovazione ed eccellenze di livello e valore internazionali”. La Fiera dell’Agricoltura potrebbe svolgersi già in autunno; una seconda opzione, invece, è rappresentata dal rinviare al prossimo anno l’edizione 2020 e di collocarla tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo come era già stato concordato con il mondo agricolo prima dell’emergenza coronavirus. “Se il lockdown per le manifestazioni fieristiche dovesse durare fino al 31 dicembre questo significherebbe un enorme danno economico per l’ente fieristico, ma noi non ci arrendiamo”. IL QUARTIERE FIERISTICO DEL FUTURO. Nel corso della videoconferenza, Massimiliano Arena ha illustrato anche quale sono le idee a cui si sta già lavorando. Nell’epoca del distanziamento sociale, il quartiere fieristico con i suoi enormi spazi può diventare un punto di riferimento centrale sul quale convogliare una serie di attività. Non solo eventi fieristici all’avanguardia, ma anche uno spazio multifunzionale per accogliere e far crescere nuove startup, diventando un hub di ricerca applicata sull’agroalimentare, le agro-energie, gli sviluppi della green economy legati alla necessità di ridurre l’impatto
ambientale del comparto primario e della zootecnia. “Ho tutta l’intenzione di portare la Fiera di Foggia nel futuro. Voglio dare una nuova vita al quartiere fieristico insieme a tutto il team”, ha spiegato Arena. “La mia intenzione - spiega - è quella che una parte del quartiere fieristico diventi un grandissimo centro di innovazione tecnologica al servizio del settore agroalimentare e faccia ricerca e sviluppo e quindi attragga startup, spin-off universitari”. GRAZIE AI LAVORATORI DELLA FIERA. “Posso contare su un gruppo di dipendenti attualmente in cassa integrazione che non ha mai fatto mancare il suo apporto”, ha dichiarato Arena. “A loro va il mio ringraziamento per quanto stanno continuando a fare. La Regione Puglia, che ringrazio, ci è sempre stata vicina, concretamente, assegnandoci risorse importanti. La nostra debitoria è legata alla contribuzione di alcuni soci con i quali c’è tuttora un contenzioso in atto. Tra Provincia di Foggia e Camera di Commercio parliamo di qualcosa come due milioni di euro. Il Comune di Foggia è stato l’unico dei tre soci che negli anni ha sempre versato regolarmente la contribuzione, per questo ringrazio il sindaco di Foggia Franco Landella”, ha concluso Massimiliano Arena.
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APPELLO A SUPERMERCATI ‘ACQUISTATE A KM0’
AL MACERO RAPE SEDANO E CICORIE RIMASTI INVENDUTI
i tempi dell’emergenza Coronavirus si è ulteriormente allargata la forbice dei prezzi dal campo alla tavola, con l’aumento dei prezzi per i consumatori ad un tasso superiore di 40 volte quello dell’inflazione, un pericoloso segnale di allarme sullo sconvolgimento in atto sul mercato di frutta e verdura con le difficoltà nelle esportazioni, la chiusura delle mense e dei ristoranti e la mancanza di lavoratori stranieri che alimentano anche speculazioni con compensi che in molti casi non coprono neanche i costi di produzione degli agricoltori. Nei campi, per la mancanza degli ordini, situazione aggravata dalla carenza di manodopera, gli agricoltori stanno mandando al macero ortaggi e verdure, mentre sono schizzati sui banchi di vendita i prezzi degli stessi prodotti. “In queste settimane abbiamo assistito a rincari clamorosi dei prezzi di broccoletti e cime di rape, solo per fare alcuni esempi, mentre nei campi i nostri agricoli stanno mandando al macero rape, sedano, finocchi, cicorie rimasti invenduti, proprio quando i consumatori sono in fila davanti ai centri commerciali per acquistare i prodotti della dieta. E’ evidente quanto in questo momento serva rivedere il modello distributivo dal campo alla tavola, che con tante intermediazioni rischia di danneggiare gli anelli più deboli della filiera, i coltivatori e i consumatori. Per
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questo lanciamo ancora l’appello a supermercati e ipermercati ad approvvigionarsi di prodotti pugliesi stagionali, perché anche l’acquisto di prodotti fuori stagione condanna all’approvvigionamento da altre regioni o peggio dall’estero, con il prevedibile aumento dei costi” fa sapere Coldiretti Puglia. Per affrontare l’emergenza Coronavirus e costruire il futuro è nata “l’alleanza salva spesa Made in Italy con agricoltori, industrie alimentari e distribuzione commerciale che si impegnano a garantire regolarità delle forniture alimentari agli italiani e a combattere qualsiasi forma di speculazione sul cibo dai campi alle tavole” promossa da Coldiretti e Filiera Italia insieme ai grandi gruppi della distirbuzione commerciale Conad, Coop, Auchan, Bennet, Cadoro, Carrefour, Decò, Despar, Esselunga, Famila, Iper, Italmark, Metro, Gabrielli, Tigre, Oasi, Pam, Panorama, Penny, Prix, Selex, Superconti, Unes, Vegè. Nell’appello ai cittadini e alle Istitu-
zioni si legge in particolare: “Anche in questi momenti di emergenza la catena produttiva, logistica e distributiva è riuscita a garantire i beni necessari per tutte le famiglie italiane. Il modo per ringraziare tutte queste persone del loro sacrificio e forte senso di responsabilità è uno solo: ogni volta che puoi chiedi e compra prodotti italiani. Noi dal canto nostro faremo la nostra parte. Vigilando insieme che lungo tutta la filiera sia premiato e valorizzato chi adotta pratiche commerciali corrette e trasparenti”.
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Dopo interventi degli scorsi giorni
Confagricoltura Puglia: ”Bene rassicurazioni su utilizzo fondi Ue destinati al Sud”
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onfagricoltura Puglia apprezza le rassicurazioni del sottosegretario Mario Turco in merito ai dubbi circolati sulla tutela dei fondi Ue destinati al Sud”. Il presidente dell’Organizzazione degli agricoltori pugliesi Luca Lazzàro interviene così sul rischio che i fondi Ue destinati al Sud, e in gran parte alla Puglia, nell’emergenza legata al covid-19 vengano impiegati invece su scala nazionale. L’intervento del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri sen. Mario Turco, nelle scorse ore, ha fatto chiarezza, precisando che è impensabile sospendere la clausola che destina il 34% delle risorse dei Fondi Ordinari per la spesa in conto capitale al Sud, così come il criterio di ripartizione dei fondi FSC. “La Puglia, e più in generale il Mezzogiorno, rientrano nell’Obiettivo 1 dell’Ue – evidenzia dal suo canto Lazzàro - ed è un’area che necessita di politiche di rilancio attraverso investimenti strategici, per colmare il gap di competitività di un’area del Paese ancora eccessivamente ampio”. “Per questo – dice Lazzàro – vanno messe in pista misure per favorire investimenti privati tese al rilancio della produzione e della occupazione nel Mezzogiorno, aumentando il livello di fondo perduto fino all’80%.
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Solo cosi la Puglia e in generale tutto il Sud si possono rimettere in marcia”. “Servono Finanziamenti a fondo perduto per le aziende – continua il presidente Lazzàro – per compensare il crollo del fatturato di questi terribili mesi, e per rilanciare l’economia del Mezzogiorno, che era già prima della pandemia stagnante. L’agricoltura, e il turismo in particolare, sono per l’economia pugliese ‘asset strategici’ e vanno supportati con ogni mezzo: ne va del futuro della nostra regione”. “Quindi – conclude il presidente di Confagricoltura Puglia – non solo
servono prestiti da parte delle banche con la garanzia dello Stato: misure che ancora stentano a decollare. Per dare liquidità alle nostre imprese è fondamentale che lo Stato paghi i debiti che ha nei confronti delle imprese italiane, che liquidi con celerità i crediti IVA delle aziende e i contributi per gli aiuti diretti agli agricoltori senza tante lungaggini e vincoli. I controlli si facciano dopo l’erogazione delle risorse alle imprese. Bisogna dire basta a un’Italia ingessata dalla burocrazia. È il momento che anche il sistema Paese cambi radicalmente”.
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