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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE
NO DAZI
In 10 anni (2008/’18) export Puglia + 37%, ora la minaccia Trump agricoltura
Nano-agrofarmaci, il progetto “Demetra”
Scarti dell’olio per industria alimentare e farmaceutica
agroalimentare Battaglia dei prezzi: perdono sempre i produttori
N° 9 • 15 MAGGIO 2019
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ditoriale
SI ACCELERA LA PROCEDURA DEI CERTIFICATI ANTIMAFIA
1 5 maggio 2019 - n.9 - Anno 14
Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE
I Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952 Editrice
G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione G.Ed.A. Giovani Editori Associati Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Paola Dileo, Nica Ruospo, Rino Pavone, Donatello Fanelli Pubblicità G.Ed.A Rino PAVONE r.pavone@foglie.tv 380 6328672 Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61/06 del 15/11/2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 9040264 Iscritta al Registro Operatori Comunicazione ROC n.26041 TESTATA GIORNALISTICA ACCREDITATA
l Dipartimento per le Politiche del Personale dell’Amministrazione Civile e per le Risorse Strumentali e Finanziarie del Ministero dell’Interno e l’AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) hanno siglato l’attesa convenzione per la trasmissione di dati e informazioni per il rilascio delle certificazioni antimafia. Un accordo che rappresenta un importante passo verso la sburocratizzazione del comparto primario: sino ad oggi, infatti, i contributi superiori ai 25mila euro risultavano bloccati. La convenzione, disciplinando la gestione delle richieste del certificato, sblocca l’erogazione degli aiuti alle imprese. Nell’accordo AGEAViminale vengono stabilite sia le modalità operative sia quelle di tipo informatico del collegamento tra la Banca Dati Nazionale Unica della documentazione antimafia ed il SIAN (Sistema Informativo Agricolo Nazionale), in attuazione di quanto previsto dalla normativa vigente in materia di certificazione antimafia e, inoltre, in conformità alle nuove disposizioni comunitarie in materia di standard di sicurezza informatica.
“Si tratta di un provvedimento che le imprese agricole attendevano da tempo e che ha visto ripagare le associazioni di categoria dei loro sforzi – commenta il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, componente M5S della Commissione Agricoltura alla Camera – I ritardi nelle erogazioni degli aiuti ne hanno di fatto pregiudicato la tenuta economico-finanziaria. Siamo coscienti che le imprese italiane debbano scontare un carico burocratico impressionante che taluni stimano in circa 100 giorni di lavoro l’anno sottratti ai campi e all’attività agroalimentare per soddisfare una richiesta di documentazioni e carte asfissiante. Per questo a Montecitorio siamo al lavoro su una proposta di legge per la semplificazione e l’accelerazione dei procedimenti amministrativi nelle materie dell’agricoltura e della pesca. I lavori parlamentari proseguiranno con ulteriori audizioni per elaborare una norma complessa ma necessaria per far sì che questo peso burocratico diminuisca, permettendo alle imprese italiane del primo settore di essere maggiormente competitive nei confronti delle concorrenti estere”.
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ommario
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editoriale cERTIFICATI ANTIMAFIA
Si accelera procedura
24 AGRICOLTURA
8 XYLELLA
agroalimentare
10 NO DAZI
n 10 anni export regionale +36,9%
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ARANCE IGP Coca Cola investe sulla Sicilia
turismo rurale
22 cINPUGLIA365 Eventi tutto l’ anno
15 MASTRO D’ORO
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La premiazione a Tuttofood
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Assessorato in necrosi
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NANO-AGROFARMACI Il progetto “Demetra
18 SCARTI DELL’ OLIO
Per industria alimentare e farmaceutica
24 MONOPOLI
Nessuna pianta infetta per xylella
30 CONFAGRICOLTURA
Da Corte di giustizia Ue più tutela
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PRIMITIVO MANDURIA Consorzio blocca i falsi
27 BIANCA DI PUGLIA
L’ evento dedicato ai vini bianchi
MONDO GAL GAL PONTE LAMA 20 Bando Start&Go
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gricoltura
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XYLELLA: MACCHINA BUROCRATICA ASSESSORATO IN NARCOSI
u Xylella la macchina burocratica dell’Assessorato regionale all’Agricoltura è in narcosi. E’ fermo da 1 anno il pagamento degli indennizzi per gli espianti obbligatori già effettuati per ordinanza, è al palo il bando della sottomisura 5.2 del PSR e dopo oltre 4 mesi di istruttoria, non hanno ricevuto la necessaria autorizzazione all’espianto degli alberi infetti, nonostante sia passato in Consiglio regionale il 21 dicembre scorso, su sollecitazione di Coldiretti, la norma di semplificazione che permette di derogare ai vincoli ambientali, forestali e idrogeologici di carattere regionale. Ciò avrebbe consentito di sbloccare subito almeno 200 pratiche di olivicoltori che devono reimpiantare”, è la denuncia di Savino Muraglia,
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La denuncia di Coldiretti
presidente di Coldiretti Puglia. “Ritornando al passato, ad agosto 2017, la Regione Puglia in fase di variazione di bilancio destinò 5 milioni di euro di Fondi di Sviluppo e Coesione per dare sollievo alle aziende olivicole colpite dalla Xylella per la moratoria dei mutui. Il bando pubblicato nel 2018 è andato praticamente deserto. Bassissima la partecipazione, ridotta a sole 12 aziende, per un importo complessivo di 360mila euro sui 5 milioni complessivi e, per essere realmente erogati serviva la variazione di bilancio, passata 1 mese fa, ma le risorse non sono state ancora erogate”.Il bando presentava dei gravi limiti oggettivi che andavano superati - ricorda Coldiretti Puglia - allungando i tempi della moratoria, consentendo l’accorpamento
dei mutui anche attraverso garanzie accessorie. “Oltre ad attivare immediatamente la misura per le domande già approvate – dice il presidente Muraglia - va rivi-to il bando perché non possono andare persi oltre 4,6 milioni di euro che sarebbero manna dal cielo per le aziende in grave crisi di liquidità che non riescono a far fronte ai mutui”. “E’ un disastro su tutta la linea - conclude il presidente Muraglia - e anche i provvedimenti contenuti nel Decreto Emergenze e nel Piano Centinaio con questa gestione regionale pachidermica ed esitante rischiano di rimanere lettera morta, con buona pace di negazionisti e complottisti che continuano a scherzare sulla pelle di aziende olivicole, frantoiani e vivaisti già alla canna del gas”.
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Nano-agrofarmaci anti xylella
La sfida del progetto “DEMETRA
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alle nanotecnologie, la scienza che studia l’infinitamente piccolo, la speranza per fermare Xylella fastidiosa. Si è parlato del progetto di ricerca “Demetra”, design e sperimentazione di tecnologie innovative per la diagnosi precoce e il trattamento del Codiro (sindrome del disseccamento rapido causata dal batterio), nel workshop organizzato lo scorso 10 maggio nel Dajs di Lecce (Distretto agroalimentare di qualità jonico salentino), alla presenza di ricercatori, tecnici e mondo agricolo. Durante il workshop sono stati illustrati i particolari tecnico-scientifici e lo stato dell’arte del progetto “Demetra”, che riguarda la creazione di agrochemical nano-formulati da utilizzare per la diagnosi precoce, ma anche per i trattamenti fitoiatrici nanotecnologici per il Codiro. Dopo un video introduttivo, al via i lavori con i saluti di Francesco Manzari, direttore di Coldiretti Lecce ed un video-messaggio dell’europarlamentare Paolo De Castro. Sono seguiti gli interventi di Giuseppe Ciccarella del Dipartimento
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di Scienze e tecnologie biologiche e ambientali dell’Università del Salento e Instm Udr Salento (Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali), coordinatore tecnicoscientifico del progetto “Demetra”; e Marco Palumbo, coordinatore finanziario e procedurale del progetto. Spazio poi alla presentazione dei partner di “Demetra”: TCT srl; Agro.Biolab Laboratory srl; Lab Instruments srl; E.B.F. Euro-Bio Fert srl; Laboratorio di Nanotecnologie Chimiche INSTM Udr di Lecce;
Laboratorio di Chimica del DICATECH, Politecnico di Bari; Cnr Ipsp (Istituto per la protezione sostenibile delle piante); Centro di ricerca, sperimentazione e formazione in agricoltura (Crsfa) “Basile Caramia”. Le conclusioni sono state affidate a Loredana Capone, assessore della Regione Puglia e a Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce. Ha moderato Daniela Pastore. Il progetto è cofinanziato nell’ambito del Por Puglia Fsr-Fse 20142020.
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groalimentare
ORA PESA MINACCIA TRUMP
NO DAZI: IN 10 ANNI EXPORT PUGLIA +36,9%
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cresciuto del 36,9% l’export agroalimentare pugliese in 10 anni, dal 2008 al 2018, trend positivo che continua anche nel 2019 ma che ora è minacciato dalle nuove guerre commerciali, a partire dai dazi del presidente americano Donald Trump che dopo la Cina potrebbero colpire l’Europa, con l’avvio ufficiale dell’indagine da parte del dipartimento del commercio statunitense. E’ quanto emerge dal rapporto “Il Valore della filiera italiana del cibo” di Coldiretti e Filiera Italia presentato al Forum di Tuttofood a Milano dal presidente del Censis Giuseppe De Rita con la presenza, tra gli altri, del premier Giuseppe Conte, del presidente di Coldiretti Ettore Prandini e del Consigliere delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia. “L’andamento sui mercati internazionali potrebbe, però, ulteriormente migliorare con una più efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale che fattura oltre 100 miliardi di euro utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nul-
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la a che fare con la realtà nazionale”, ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, nel sottolineare che per affermare i prodotti originali “occorre superare peraltro l’attuale frammentazione e dispersione delle risorse per la promozione del vero Made in Italy all’estero puntando a un’Agenzia unica che accompagni le imprese in giro nel mondo sul modello della francese Sopexa ed investire sulle Ambasciate, introducendo nella valutazione principi legati al numero dei contratti commerciali. Un impegno importante a sostegno soprattutto delle piccole e medie imprese agricole e alimentari che esportano in misura crescente. Mentre a livello nazionale – ha ricordato Prandini – servono trasporti efficienti sulla linea ferroviaria e snodi aeroportuali per le merci che ci permetta di portare i nostri prodotti rapidamente da nord a sud del Paese e poi in ogni angolo d’Europa e del mondo”. Bari è al 15° posto della classifica italiana delle province che esportano olio, con 53 milioni di euro e un aumento rispetto al 2017 del 10,3%, mentre Brindisi, pur perdendo il 6,2%, ha raggiunto nel 2018 i 39 milioni di
euro per l’export di olio e il 19esimo posto nella classifica nazionale, rileva Coldiretti Puglia. Un risultato sul quale pesa ora la minaccia dei dazi annunciati dal presidente americano Donald Trump sui prodotti europei, con l’avvio ufficiale della procedura di consultazione delle parti interessate da parte del Dipartimento del Commercio (USTR) che dovrà concludersi entro fine maggio. La black list vale 11 miliardi di euro e comprende, purtroppo, importanti prodotti di interesse regionale come vino, olio extravergine di oliva, formaggi, agrumi, uva, marmellate, succhi di frutta. “L’olio è il terzo prodotto pugliese più esportato e rappresenta il 9% dell’export di olio dall’Italia. La Puglia produce oltre il 50% dell’olio extravergine di oliva italiano, con un grande sforzo da parte di olivicoltori e frantoiani di arrivare sui mercati nazionali ed esteri con un prodotto di alta qualità e una rinnovata immagine e visibilità, rispondendo alla crescente domanda mondiale su cui incide la maggiore consapevolezza degli effetti positivi sulla salute associati al consumo di olio di oliva, provati da numerosi stuwww.foglie.tv
di scientifici che hanno fatto impennare le richieste di quel segmento di popolazione che nel mondo è attento alla qualità della propria alimentazione. Questo immenso patrimonio deve continuare a crescere, scongiurando grazie ad un abile negoziato la scure che si abbatterebbe sull’economia regionale e nazionale”, aggiunge il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia. Negli ultimi cinque anni sono cresciuti del 33,3% i posti di lavoro nella filiera del cibo Made in Italy, con un incremento quadruplo rispetto al dato generale dell’intera economia, grazie alla capacità del settore di intercettare la nuova domanda globale di alta qualità e tipicità nell’alimentare ma anche di interpretare l’attenzione alla sostenibilità sociale e ambientale. Ma il numero diventa molto più elevato – ricorda lo studio di Coldiretti e Filiera Italia – se si considerano anche gli addetti della distribuzione
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commerciale e tutto il settore della ristorazione. E’ il segno che la filiera ha saputo, meglio di altri, ristrutturarsi nel post-crisi, ridisegnando la sua composizione interna e potenziando la propria capacità sia produttiva sia di creare nuove opportunità lavorative. Lo dimostra, in primis, il boom fatto registrare dalle esportazioni agroalimentari che dal 2008 ad oggi sono salite da 23,6 miliardi a 41,8 miliardi di euro, con un aumento record del 47,8% (contro il +16,5% del totale dell’economia). “La Puglia con 11 milioni di ettolitri di vino prodotti nel 2018 – aggiunge il presidente Muraglia - è tornata al primo posto della classifica delle regioni più produttive, seguita dal Veneto (10,3), dall’Emilia Romagna (7,8) e dalla Sicilia (5,8). Le quattro regioni sommano circa 36 milioni di ettolitri, ossia il 65% di tutto il vino italiano. Le esportazioni dei vini pugliesi sono
cresciute nel 2018 del 6,7%, una conferma della grande dinamicità del settore” e altrettanto importanti le performance soprattutto della provincia di Foggia, rileva Coldiretti Puglia, quinta nella classifica delle esportazioni di frutta e ortaggi lavorati e conservati con 158 milioni di euro nel 2018, sul totale regionale di 186 milioni di euro. I principali paesi di destinazione dei prodotti italiani sono la Germania (6,9 miliardi di euro, +25,6% dal 2008), la Francia (4,7 miliardi di euro, +44,4%), gli Stati Uniti (4,1 miliardi di euro, +73,9%), il Regno Unito (3,4 miliardi di euro, +30,2%), la Spagna (1,6 miliardi di euro, +32,7%), la Svizzera (1,5 miliardi di euro, +28,1%). Gli Usa sono il terzo Paese più importante per l’Italia come destinazione delle esportazioni agroalimentari ma, sono soprattutto il mercato dove si è verificato l’aumento maggiore.
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Legame diretto con i produttori locali sin dal 2014
Coca Cola investe sulla Sicilia in arrivo la Fanta con arance Igp
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‘ aranciata Fanta, da oggi, profumerà di Sicilia: nasce la bibita con arance rosse siciliane Igp. Presto bere la celebre Fanta, amata in Italia e nel mondo, avrà un valore in più: nasce, infatti, una nuova versione della bibita, con il 20% di succo di arance rosse siciliane Igp. Da quanto trapelato, il nuovo prodotto rientrerebbe nella serie di iniziative promosse dalla multinazionale Coca Cola con lo scopo di valorizzare gli agrumi siciliani e su cui si è investito oltre un milione e mezzo di euro. “Abbiamo voluto compiere un passo in più verso quanto ci chiede il consumatore - ha spiegato Cristina Broch, direttore comunicazione di Coca Cola
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di Rino PAVONE
valorizzando la tracciabilità del prodotto”. La realizzazione del progetto non sarebbe stata possibile senza la collaborazione con il consorzio di tutela e con il distretto agrumicolo della regione. Fondamentale risulta anche il legame diretto con i rappresentanti dei produttori locali, stretto già dal 2014. “Siamo felici di questa collaborazione - ha commentato il presidente del consorzio di tutela delle Arance rosse di Sicilia Igp, Giovanni Selvaggi - e speriamo che il nuovo prodotto a cascata generi un aumento di produzione e di valore aggiunto sul territorio, che per noi è fondamentale”. CocaCola ha lanciato la nuova bevanda al Tuttofood di Milano.
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BIOAGROTECH
LE ZEOLITI NEL MERCATO ITALIANO
COSA SONO? Sono Minerali Formatosi Milioni Di Anni Fa Dall’incontro Tra Roccia Vulcanica E Mare. Il Suo Nome, Zeolite, Deriva Da Zeos, Che Significa Bollire, E Da Lithos, Pietra. Esistono Più Tipi Di Zeoliti? Assolutamente Si! In Base Alle Condizioni E A Dove Si Sono Formate Esistono Zeoliti Diverse Con Caratteristiche Differenti. Ne Esistono Oltre Un Centinaio, Ma Solo Una Decina Sono Veramente Utili Per Le Loro Qualità Come Clinoptilolite, Monthorillonite, Phillipsite E Mordenite. Cosa differenzia la Zeolite Cubana Bioagrotech dalle altre? La Zeolite Cubana Bioagrotech proviene da una miniera situata a Cuba dove si è formato naturalmente questo minerale contenente in purezza Clinoptilodite e Mordenite. In commercio invece si possono trovare prodotti con polveri di roccia che contengono una percentuale di zeolite molto bassa con conseguente elevata presenza di inerti (quarzo, vetro vulcanico, mica ecc). Un controllo accurato dell’etichette indicherà la qualità del prodotto. Cosa prevede la legge sull’utilizzo delle zeoliti in agricoltura? Può essere utilizzata in due modi: - come ammendante, sfruttando le sue naturali caratteristiche ovvero lo scambio cationico, la riduzione idrica e la composizione chimica che permettono una riduzione dei concimi minerali e un aumento della fertilità del terreno. - come corroborante, grazie alla sua naturale capacità di potenziare le difese naturali delle piante permettendo di avere un valido aiuto nella lotta ai funghi e agli insetti. Per quest’ultimo utilizzo la Bioagrotech ha verificato l’efficacia della zeolite cubana presso centri di saggio su diverse colture. In entrambi i casi il suo utilizzo è ammesso in agricoltura biologica.
Strada del Bargello 111, San Marino SM 47890
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groalimentare
Ai migliori extravergini 2018/2019
A Tuttofood i Premi “Mastro D’Oro” di Rino PAVONE
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na splendida vetrina dedicata all’agroalimentare made in Italy quella presente a Tuttofood a Milano (nel padiglione 5, stand L02.L10) che ha ospitato l’intera linea di extravergini a marchio Consorzio dei Frantoi Artigiani: fiori all’occhiello sono stati gli extravergini dei mastri oleari Piero Gonnelli, Stefano Caroli, Giampaolo Sodano, Sabino Angeloro, Ciro D’Erchie, Domenico Fazari, Raffaele Sallemi. Il Consorzio del Frantoi Artigiani e Italia Olivicola hanno portato alla ribalta di Tuttofood le imprese olearie famose per l’arte di produrre olio dalle olive e le aziende olivicole note per la coltivazione di olive di qualità per incontrare i maggiori buyer del mercato nazionale e internazionale. Gli ospiti sono stati accolti con un brindisi all’Oilbar e hanno partecipato alle degustazioni, agli incontri con i produttori e alla proiezione di film per scoprire il talento di coltivare l’olivo e la sapienza di lavorare le olive, ma soprattutto conoscere un sistema di imprese in grado di garantire ai consumatori un prodotto buono, sano e nutriente al giusto prezzo. Per permettere ai visitatori di godere la bontà degli Oli italiani, gli chef DaN° 9 - 15 maggio 2019
niele Paralovo e Natalizio Emanuele hanno proposto antipasti, finger food e primi piatti valorizzando i prodotti di tutte le aziende in un’esperienza da veri gourmet! L’Associazione Italiana Frantoiani Oleari e l’Associazione Frantoiani di Puglia con la collaborazione del Panel dell’Università di Bari guidato dal prof. Alfredo Marasciulo hanno assegnato i premi “Mastro d’oro” ai migliori extravergini 2018/2019 e due mozioni d’onore a personalità del mondo della cultura e della politica che hanno dato un decisivo contributo all’affermazione dell’Albo professionale dei mastri oleari. A seguire, con l’intervento dell’Associazione dei Mastri Oleari, Italia Olivicola e la Confartigianato, consegnato il “Premio speciale Mastro d’oro”, una scultura originale in esemplare unico in bronzo patinata in oro dell’artista Alessandro Romano, al Mastro Oleario che negli anni si è distinto per la produzione di oli di alta qualità, per la difesa della biodiversità e della tipicità, per la valorizzazione del territorio e il rispetto dell’ambiente, per l’impegno nella innovazione e nella ricerca, per la difesa del diritto dei consumatori ad un cibo buono, sano e nutriente.
La cerimonia di premiazione si è tenuta lo scorso 7 maggio dopo l’assegnazione delle targhe per i migliori oli della stagione 2018/2019 dei frantoi artigiani, al pad.5 nello spazio dello stand di FAPI, L02.L10.N09 con la presenza dello scultore Alessandro Romano. I Mastri Oleari del Consorzio sono anche stati all’area academy (pad 5: V22-V28) per presentare i loro prodotti con gli chef dell’APCI Chef Italia in uno showcooking per le degustazioni a cui l’Unione Italiana Vini – partner dell’area - ha proposto la miglior etichetta in abbinamento. Lo showcooking, presentato dalla prof.ssa Maria Lisa Clodoveo dell’Università di Bari, è stato guidato da Paola Sucato, blogger del mondo Food Service.
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Nel 2018 cresce la produzione del 15%: 15 milioni di litri per 20 milioni di bottiglie
Primitivo di Manduria, il Consorzio blocca i falsi in Italia, Cile e Portogallo
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a strategia di attacco messa in atto dal Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria per tutelare la grande doc pugliese nei Paesi internazionali, incassa risultati importanti: lo stop a marchi ingannevoli in Italia, Cile e Portogallo. Attualmente è in fase di trattativa l’opposizione di etichette in Sud Africa, Germania e Francia. “Proprio perché è così amato all’estero il Primitivo di Manduria è il prodotto sul quale maggiormente si possono concentrare fenomeni di imitazione – afferma Mauro di Maggio, presidente del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria - Una situazione alla quale abbiamo risposto ampliando la vigilanza e tutela anche in vista della sua crescita di produzione. Da una parte stiamo operando al livello internazionale per bloccare i marchi ingannevoli di Primitivo di Manduria e, dall’altra, stiamo prelevando i campioni dalla grande distribuzione per analizzarli in laboratorio e verificare se ci siano incongruenze
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con il nostro disciplinare. Tra i vari parametri, inoltre, teniamo sotto controllo anche il prezzo a scaffale, che è un indicatore assai diretto di eventuali anomalie e irregolarità su cui intervenire. L’anno scorso per queste attività abbiamo speso circa 70 mila euro”. Nel 2018 si sono prodotti circa 15 milioni di litri che equivalgono a quasi 20 milioni di bottiglie con un fatturato complessivo intorno ai 120 milioni di euro. Un aumento del 15% rispetto al 2017. L’export rappresenta il 70% della produzione. Proprio in vista di questa crescita, il Consorzio di Tutela ha riconfermato la convenzione con gli agenti vigilatori per il triennio 2019 – 2021 aumentando del 30% le azioni ispettive che riguarderanno anche gli spacci, la vendita al dettaglio e anche il controllo in internet. Le attività degli agenti vigilatori riguarderanno anche le visite extranazionali in Germania e nei Paesi scandinavi, costi a carico del Consorzio di Tutela spesi grazie ai
contributi riscossi con la funzione ErgaOmnes. “Si tratta di un impegno consistente - sottolinea di Maggio- e ringrazio tutte le aziende che destinano le loro risorse alla nostra attività di difesa. La vigilanza è un settore chiave della nostra missione e l’aumento del numero di verifiche è frutto di una chiara volontà di offrire sempre più garanzie ai consumatori su un prodotto che ha proprio nella qualità il suo punto di forza. Purtroppo la contraffazione, come succede per molti marchi made in Italy, è un nemico pericolosissimo perché inganna il consumatore e colpisce le aziende serie e sane e tutto questo non deve accadere”. In 3 anni il Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria si è battuto contro le imitazioni e le contraffazioni nei confronti della doc vincendo 6 cause in Italia, 1 in Spagna, 1 in Cile, 1 in Cina, 1 in Portogallo ed eliminando dal mercato internazionale 4 marchi con dicitura Unione Europea.
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gricoltura
Sei Università italiane per un progetto di sostenibilità sull’olio d’oliva
Dagli scarti dell’olio novità per l’industria alimentare e farmaceutica L’università di Bari capofila di un proget to di ricerca nazionale finanziato da Ager, un sistema di collaborazione tra fondazioni di origine bancaria unite per promuovere e sostenere la ricerca scientifica.
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’ università di Bari capofila di un progetto di ricerca nazionale finanziato da Ager, un sistema di collaborazione tra fondazioni di origine bancaria unite per promuovere e sostenere la ricerca scientifica. Sei università coinvolte, 6 professori ordinari, 12 professori associati, 18 ricercatori, 12 assegnatari di borse di studio, 3 dottorandi, poco più di 800mila euro di investimento, 3 anni di ricerca e di intenso lavoro. Questi
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i numeri del progetto Sustainability of the Olive-oil System – S.O.S. presentato, in risposta al bando Olivo e Olio 2015, che vede dieci Fondazioni di origini bancarie supportare, attraverso un’Associazione Temporanea di Scopo e un budget totale di 7 milioni di euro per il triennio 2018-2021, il progetto che ha come focus l’olio d’oliva. Capofila, dunque, l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro (Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimen-
ti), coordinatore del progetto il prof. Francesco Caponio, con la partecipazione dell’Università di Milano (Dipartimento di Scienze Alimentari, Ambientali e Nutrizionali), dell’Università di Parma (Dipartimento di Scienze Alimentari), dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria (Dipartimento di Agraria), dell’Università di Sassari (Dipartimento di Agraria) e dell’Università di Teramo (Facoltà di Bioscienze e Tecnologie Agro-Alimentari e Ambientali).
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IL CONSUMO DI OLIO Perché investimenti così importanti da attivare sull’olio d’oliva? La risposta è nei numeri diffusi da Coldiretti. L’olio è un bene di elevata importanza in Italia e negli ultimi 25 anni si è assistito a una crescita record dei consumi arrivati a segnare un inequivocabile +49% e la sua trasformazione, con un fatturato di 3 miliardi di euro, costituisce il 3% del fatturato totale dell’industria agroalimentare. Cambia l’approccio alla dieta, cambiano le abitudini a tavola, sta cambiando la consapevolezza dei consumatori che sono sempre più alla ricerca del buono e sano e il made
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in Italy, come brand indiscusso di salubrità nel cibo, è ormai una vera e propria invasione culturale in Europa, ma anche negli Stati Uniti e nei paesi orientali. Negli USA il consumo di olio ha raggiunto i 315 milioni di chili, un dato che è triplicato negli ultimi 25 anni. E in Italia? Nel Bel Paese, a fronte di una produzione di 370 milioni di chili, per sostenere la richiesta del mercato interno e dell’export, a questo dato si aggiungono i 500 milioni di chili importati soprattutto dalla vicina Spagna che si attesta ancora come il maggior produttore al mondo con il suo miliardo di chi-
li prodotti. Nel prossimo futuro in Italia, sempre secondo la ricerca divulgata da Coldiretti, è in previsione l’aumento della superficie coltivata fino a 1,8 milioni di ettari. Ci sono tutte le condizioni perché il mercato cresca ed è per questo che la ricerca, in Italia, ha iniziato a focalizzare la sua attenzione verso un settore che necessita di azioni che da un lato tutelino il consumatore e dall’altro siano un supporto in termini di miglioramento della produzione, della conservazione, della commercializzazione e della trasformazione di un bene prezioso come l’olio.
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“Sostegno alla Creazione di Nuove Attività e Servizi”
BANDO START&GO, LA PRESENTAZIONE A TRANI
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di Rino PAVONE
resso la sala della Biblioteca comunale di Trani, il GAL Ponte Lama ha presentato il bando Start&Go relativo all’Intervento 2.1 “Sostegno alla Creazione di Nuove Attività e Servizi”. Il Bando Strat&Go supporta sia la nascita di nuove micro e piccole imprese che il potenziamento di micro e piccole imprese già esistenti attraverso la concessione di un premio all’avviamento e la concessione di un contributo pubblico del 50% per gli investimenti utili allo sviluppo dell’attività. Molteplici sono i settori che possono ricevedere l’aiuto: cultura, creatività, intrattenimento e sport libero, turismo, bioeconomia, ambiente e green economy, servizi sociali, artigianato e commercio. Obiettivo di questo bando è stimolare l’autoimprenditorialità locale mettendo a frutto le innumerevoli risorse del territorio in modo innovativo e sostenibile. A partire dal 3 giugno potranno presentare domanda di sostegno persone fisiche che avviano una nuova attività e che si costituiscono in società, agricoltori e micro e piccole imprese. Le domande potranno essere presentate entro il 30 settembre p.v. con il bando che è consultabile sul sito www.galpontelama.it.
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Bioagrotech e Zeokill presentano
la soluzione Bio contro gli infestanti dei cereali in magazzino Bioagrotech srl, azienda della Repubblica di San Marino specializzata nella produzione e commercializzazione di fertilizzanti biologici e trattamenti organici per l’agricoltura, ha presentato a un team di operatori specializzati nei trattamenti e nella conservazione dei cereali gli esiti dello studio condotto dal Professor Entomologo Salvatore Giacinto Germinara presso l’Università degli Studi di Foggia, in relazione agli effetti positivi apportati dal prodotto Zeokill Bio nell’ambito dell’azione preventiva contro l’infestazione degli insetti.
Alla presenza dei maggiori disinfestatori della filiera di conservazione del grano i rappresentanti dell’azienda e il Prof. Germinara, responsabile dell’analisi, hanno mostrato gli evidenti benefici indotti dal ricorso a questo innovativo prodotto, unico sul mercato, che presenta caratteristiche 100% naturali e biologiche e a permette quindi il controllo sostenibile degli insetti infestanti delle granaglie. L’ attività preventiva contro l’infestazione degli insetti delle zeoliti naturali, in particolare,
dipende dalle loro proprietà fisico-chimiche e può avvenire secondo varie modalità: il contatto dell’insetto con una superficie vegetale, ricoperta da un film di zeolite, può determinare la rimozione parziale dello strato esterno della cuticola dell’insetto secondo il processo abrasivo delle particelle dure non adsormenti oppure per adsorbimento di lipidi epicuticolari ad opera di particelle adsorbenti. Entrambe le situazioni induco-
no una rapida perdita di acqua dal corpo dell’insetto e ne causano la morte per disidratazione. È stato inoltre accertato che gli insetti esposti a una superficie trattata con un film di particelle minerali riducono la deposizione delle uova e che la loro percentuale di schiusura diminuisce. Per quanto riguarda gli effetti sulle larve, invece, questi vanno dall’interruzione dello sviluppo all’induzione di elevati livelli di mortalità.
Un tema di grande attualità che ha suscitato il forte interesse dei partecipanti, costantemente e concretamente impegnati nel contrasto alla problematica derivante dalle infestazioni in magazzino lungo l’intera filiera agroalimentare, capaci di compromettere cospicui lotti produttivi e di inficiare quindi la resa sul mercato. Le proprietà 100% naturali di Zeokill Bio hanno rappresentato il fulcro delle relazioni, grazie all’esperienza condivisa dal Prof. Germinara al fianco di Alessio Privitera, Amministratore Delegato di Bioagrotech Srl, Pasquale Vetrella, Direttore Generale dell’azienda, e Giuseppe Perrotta, Responsabile Commerciale della realtà sanmarinese. N° 9 - 15 maggio 2019
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Due week end di maggio all’insegna del “viaggio lento”
Anche Monopoli nel circuito “InPuglia365” di Paola DILEO
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n Puglia 365 giorni l’anno con un bel salto di qualità”: la mission dell’ Assessorato all’Industria Turistica e Culturale della Regione Puglia, ancorata al Piano Strategico Regionale del Turismo Puglia365 (2016-2025). In questo ambizioso programma di valorizzazione territoriale a regia regionale, s’inserisce anche il Comune di Monopoli con il progetto “Xenia: una ricetta una storia” incentrato su quattro giornate, in particolare su due week end: 11-12 e 18-19 maggio. Quattro appuntamenti finalizzati all’allungamento della stagione turistica, con una serie di attività, gratuite, legate al binomio arte – cibo, passando per una ospitalità autentica grazie al coinvolgimento attivo della comunità cittadina. Un’offerta di animazione territoriale che punta alla cultura, alla natura e al gusto, più orientata al turismo slow che a quello cosiddetto “mordi e fuggi”, tipicamente estivo. Nato da un’idea de “Il riscatto delle Cicale” - Agenzia di Comunicazione, Web, Editoria di Monopoli - il progetto “Xenia: una ricetta una storia”, ha ottenuto un finanziamento regionale pari a 21.000.00 euro per il bando “In Puglia 365”. In cantiere una serie di iniziative come visite guidate ai luoghi d’interesse storico, artistico, culturale della città, attività teatrali e culturali, incontri
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con autori, giornalisti, scrittori e registi di fama nazionale, Show Cooking e degustazioni di piatti della tradizione pugliese e monopolitana.” L’idea è stata quella di coniugare la tradizione culinaria locale con un’attrazione culturale di ampio respiro – ha commentato il giornalista France-
sco Pepe de il “Riscatto delle Cicale” -; il coinvolgimento di partner diversi come il Comune di Monopoli, Info Point Monopoli, Associazioni Culturali, Sistema Museo, il Ristorante la Dolce Vita, ha innescato un nuovo modo, condiviso, di concepire il turismo pugliese e di Monopoli”.
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Errore negli esami di laboratorio?
Xylella: “Nessuna pianta infetta a Monopoli” di Paola DILEO
La querelle sui disseccamenti rapidi degli olivi pugliesi attribuiti al batterio da quarantena xylella fastidiosa, promette nuovi colpi di scena. A render ancor più intricata la contesa tra il fronte negazionista, complottista, ambientalista e quello possibilista, riconducibile alle attività economiche (in testa ulivicoltura e vivaismo) pesantemente danneggiate dalla diffusione della fitopatia, la notizia di un errore sull’ulivo dell’azienda di Caramanna in agro di Monopoli, risultato ad ulteriori accertamenti, indenne al batterio.
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a querelle sui disseccamenti rapidi degli olivi pugliesi attribuiti al batterio da quarantena xylella fastidiosa, promette nuovi colpi di scena. A render ancor più intricata la contesa tra il fronte negazionista, complottista, ambientalista e quello possibilista, riconducibile alle attività economiche (in testa ulivicoltura e vivaismo) pesantemente danneggiate dalla diffusione della fitopatia, la notizia di un errore sull’ulivo dell’azienda di Caramanna in agro di Monopoli, risultato ad ulteriori accertamenti, indenne al batterio. Una pianta su cui pende l’indagine della Procura di Bari, avviata nello scorso gennaio, sottoposta a sequestro preventivo con l’intera particella e coperta peraltro da una rete anti insetto costata oltre 7.000.00 euro. Un incomprensibile dietrofront da parte dell’Osservatorio Fitosanitario Regionale, che di fatto esonera l’esemplare d’ulivo in questione dalla misura “capitale”, l’espianto. A Paolo Leoci portavoce del Coordinamento “Si, combatto xylella” chiediamo: Alla luce delle ultime novità sul “Caso Caramanna” qual è il commento a caldo del coordinamento dei vivaisti? Quando interviene la magistratura non è facile fare commenti a caldo. Di certo, questa cosa non doveva accadere, anche per non ridare fiato al fronte negazionista, che da gennaio scorso è stato ridimensionato grazie ai consensi al “Si, combatto xylella” e all’esito dell’indagine conoscitiva della Commissione
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Agricoltura in seno alla Camera dei Deputati. Adesso aspettiamo di conoscere i responsabili dell’errore materiale, quindi se trattasi di errata geolocalizzazione della pianta, e quindi abbiamo un’altra pianta infetta su Monopoli, oppure se l’errore è avvenuto in laboratorio di analisi; non possiamo nemmeno escludere altro, congegnato ad arte, per bloccare le azioni di contenimento o eradicazione della fitopatia. Per ora solo ipotesi, evitiamo condanne a priori. Fra gli addetti ai lavori di Monopoli vi sentite sollevati? Si gioca sulla sopravvivenza del territorio da diversi punti di vista, e con le cose serie non si gioca. Ambiente, paesaggio, cultura, attrattività turistica, attività produttive, occupazione, sono argomenti troppo importanti. L’individuazione di questa pianta dichiarata erroneamente infetta, ha inciso negativamente sulla economia di molte aziende, in quanto ha determinato l’avanzamento di altri 10 km della zona demarcata come “cuscinetto”, dal 15 gennaio u.s., impedendo ai vivai presenti in tale area, che si estende dall’Ionio all’Adriatico, di produrre e movimentare piante ospiti e specificate, quindi aziende sottoposte a ispezioni fitosanitarie e in alcuni casi anche a sanzioni. Tra mancati guadagni e perdita di segmenti di mercato, possiamo ritenerle dan-
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neggiate. Si gioca sulla “testa” delle persone!!! Chi ha eseguito materialmente i campioni e le analisi a gennaio 2019? Il sequestro da parte della Procura di Bari e le indagini ancora in corso, che vi risulti, sono direttamente collegate alla recente smentita? Il monitoraggio del batterio è demandato all’ARIF Regionale ed i laboratori di analisi sono accreditati. Ipotizzo un grave errore materiale. Sicuramente si, le due cose sono collegate e se i motivi dell’errore materiale saranno diversi da quelli ipotizzati, il quadro potrebbe essere anche sconcertante, visto che siamo all’indomani della conclusione e archiviazione delle indagini che portarono alle dimissioni del Comandante Regionale della Forestale, nonché commissario straordinario per l’emergenza xylella e al sequestro di pc di docenti universitari ed enti ricerca. Situazione che ha portato l’intera regione nel caos, inevitabile quando vengono indicizzati i punti di riferimento e di garanzia per l’opinione pubblica. Dopo 4 anni ci troviamo 80.000 ettari di Puglia devastata ed il rischio di una nuova lunga indagine fine a stessa. Questa clamorosa smentita può determinare un nuovo aggiornamento delle aree delimitate e una deroga alle misure di contrasto in corso?
Una nuova delimitazione delle aree cuscinetto, potrà avvenire solo se tra le ipotesi delle indagini emergerà l’errore materiale delle analisi di laboratorio, se invece l’errore è nella geolocalizzazione, lo scenario diventa più complesso. Per i vivaisti le misure di contrasto sono fondamentali, sia quelle obbligatorie di contenimento ed eradicazione del batterio in zona delimitata, sia nelle zone indenni dove vengono solo raccomandate, è l’unico modo per arrestare l’avanzata della disastrosa epidemia. Anzi le riteniamo sufficienti, in tal senso è necessario un impegno politico, amministrativo, fattivo della Regione Puglia, a garanzia di tutti, con personale incaricato ad eseguire opera di contrasto ai vettori. Cosa rispondete a chi legittimamente avanza dubbi sull’attendibilità delle analisi fin qui condotte dagli organi competenti? Premesso che non assolviamo nessuno, io avanzo tanti dubbi sul “legittimamente”, perché chi avanza dubbi sulla attendibilità delle analisi è chi, fino a ieri, attribuiva il disseccamento degli ulivi alle scie chimiche, al diserbo, poi al gasdotto; successivamente individuava più soluzioni di cura ad un batterio da quarantena, organismo nocivo per la cui sottospecie e genotipo in tutto il mondo si cercano cure da oltre mezzo secolo, senza risposta.
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Novità per la lotta antibotritica della vite e per il controllo della ticchiolatura delle pomacee
Tarlys: il fungicida di Chimiberg Tarlys è il fungicida di Chimiberg formulato in emulsione concentrata a base di cyprodinil (300 g/l ). L’azione sistemica della sostanza attiva, appartenente alla famiglia chimica delle anilinopirimidine, permette di interferire con la biosintesi degli amminoacidi andando ad inibire la crescita del micelio e la sua penetrazione sulla superficie di foglie e frutti. Per la difesa dalla botrite in vigneto (vite da vino e da tavola) è possibile effettuare due trattamenti con Tarlys, alla dose di 75-250 ml/hl di formulato (dose ettaro 0,75-1,25 l/ha), intervenendo nelle fasi più sensibili allo sviluppo della malattia da pre-chiusura grappolo ad invaiatura. Rapidità di assorbimento e resistenza al dilavamento (grazie all’affinità per le cere) ne esaltano l’efficacia antibotritica. Il prodotto esercita anche un effetto di contenimento degli agenti dei marciumi secondari quali Aspergillus spp. e Penicillum spp. Per la difesa dalla botrite in vigneto (vite da vino e da tavola) è possibile effettuare due trattamenti con Tarlys, alla dose di 75-250 ml/hl di formulato (dose ettaro 0,75-1,25 l/ha), intervenendo nelle fasi più sensibili allo sviluppo della malattia da pre-chiusura grappolo ad invaiatura. Rapidità di assorbimento e resistenza al dilavamento (grazie all’affinità per le cere) ne esaltano l’efficacia antibotritica. Il prodotto esercita anche un effetto di contenimento degli agenti dei marciumi secondari quali Aspergillus spp. e Penicillum spp. Per la difesa dalla botrite in vigneto (vite da vino e da tavola) è possibile effettuare due trattamenti con Tarlys, alla dose di 75-250 ml/hl di formulato (dose ettaro 0,75-1,25 l/ha), intervenendo nelle fasi più sensibili allo sviluppo della malattia da pre-chiusura grappolo ad invaiatura. Rapidità di assorbimento e resistenza al dilavamento (grazie all’affinità per le cere) ne esaltano l’efficacia antibotritica. Il prodotto esercita anche un effetto di contenimento degli agenti dei marciumi secondari quali Aspergillus spp. e Penicillum spp.
Chimiberg - marchio di Diachem S.p.A. Agrofarmaco autorizzato dal Ministero della Salute. Utilizzare i prodotti fitosanitari con precauzione. Prima dell’uso leggere sempre l’etichetta e le informazioni sul prodotto. Si richiama l’attenzione sulle frasi e simboli di pericolo riportati in etichetta.
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ECCO PERCHÉ LA PERDONO SEMPRE I PRODUTTORI
LA BATTAGLIA DEI PREZZI INFURIA di Lorenzo Frassoldati (Corriere Ortofrutticolo)
Fragole italiane, la S pagna ha rovinato ( o sta rovinan d o ) tutto, anche sul f ronte e x port. Ki w i italiano ( H aywar d ) , la G recia sta rovinan d o tutto. C lementine italiane, la S pagna ha gi à rovinato tutto. L e pere italiane, chi le ha rovinate? M ah … i pre z z i comun q ue non sono remunerativi.
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altre campane a morto suonano dalla Puglia per l’uva da tavola e le verdure invernali. In questi giorni si susseguono impietosi bollettini di crisi che segnalano l’annata “no” per prodotti che sono il vanto della nostra produzione, cavalli di battaglia anche per il nostro export. Mi si consenta una digressione personale. Ieri sono andato a fare un po’ di spesa al mio mercatino rionale a Bologna, nulla di lussuoso, nessuna boutique dell’ortofrutta, solo tanti banchi (senza celle frigo) gestiti a livello familiare che propongono qualità discreta, medio-buona, (nessun pachistano per intenderci con i cartellini a 0,99 al chilo). Ebbene ho comprato 2 kg di Tarocco (calibro piccolo), un mazzo di asparagi, un po’ di insalata, 3 cipollotti Tropea, 1 mazzetto di ravanelli, ho speso quasi 18 euro. Voglio dire: l’ortofrutta al dettaglio costa, gli stessi prezzi del mio mercatino li si può trovare sui banchi di qualche store di medie dimensioni (Coop, Eurospar, Conad) nelle vicinanze. I tempi dei cartellini sotto i due euro sono lontani, ormai sono stabilmente tra i 2-2,5 e i 3
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euro/kg. Se poi andiamo su prodotti particolari (kiwi giallo, esotico, biologico, primizie di stagione) o su IV e V gamma i prezzi salgono ancora. I consumatori, che generalmente guardano poco ai prezzi, spendono meno perché hanno meno soldi e si accorgono che lo scontrino alla fine è sempre più alto. Così i consumi calano o sono stagnanti e alla GDO manca fatturato, tranne che per le catene dei discount (dove i prezzi sono nettamente più bassi). Sintesi: il prodotto di qualità medio-buona non viene svenduto dagli intermediari (catene, dettaglianti, mercati rionali), viene solamente pagato poco ai produttori. Di qui le lamentele del mondo produttivo, un coro funebre che si ripete più o meno uguale da un anno all’altro, aggravato da tre circostanze: l’aumento della concorrenza internazionale; la domanda che si rarefà con l’aumento dei prezzi; la destagionalizzazione dei consumi e dei prodotti. C’è frutta e verdura di tutti i tipi quasi 12 mesi all’anno, con i relativi prezzi che variano in base alla provenienza e alla stagionalità. E con un elemento che confonde: i prezzi vawww.foglie.tv
riano dal Nord al Sud in maniera importante. Quando vado in Puglia o Sicilia mi accorgo che, soprattutto al dettaglio, i cartellini (quando ci sono) indicano valori del 30/40 % in meno rispetto al Nord. Cosa voglio dire? Che se per il consumatore la battaglia dei prezzi è un porto delle nebbie, dove è quali impossibile orientarsi, per i produttori la battaglia dei prezzi è quasi impossibile, forse perduta in partenza. E infatti qual è la ricetta dei produttori davanti alla domanda: che fare? Come risollevare il valore dei prodotti? La risposta è più o meno sempre la stessa: più aggregazione, più ricerca, nuove varietà, più servizio, più valorizzazione, più promozione, più marketing. Quasi sempre però questi sono costi in più per le imprese (si pensi alle certificazioni), che non vengono ripagati dal prezzo finale. E anche l’aggregazione, quando funziona, non sempre è risolutiva: vedi il caso di Opera per le pere, una grande aggregazione ma i prezzi all’origine restano insoddisfacenti. E poi spesso ci si aggrega tra concorrenti, e va bene, ma senza un ufficio commerciale unico ognuno poi va per la sua strada e prevalgono gelosie e lotte intestine. Forse le uniche aggregazioni che hanno funzionato davvero N° 9 - 15 maggio 2019
sono quelle (di lunga data) delle mele in Trentino Alto Adige, ma anche qui i tempi d’oro sono finiti e la concorrenza polacca si fa sentire. Le catene dal canto loro chiedono più qualità e più programmazione: richieste sacrosante, per carità, perché loro rispondono al consumatore che chiede qualità e “prezzi bassi e fissi”. Però spesso (quasi sempre, secondo molti) la richiesta del prezzo più basso prevale su tutto. Concludendo: la volatilità dei mercati è ormai un fatto strutturale, i concorrenti sono ovunque in Europa e fuori, i prodotti entrano da ogni parte, tutto l’anno, e hai voglia a chiedere più controlli … Chiedere dazi è esercizio inutile, finché siamo in Europa, in ‘questa’ Europa. Parlare di vendita diretta può andare bene
per nicchie di mercato. Parlare di ritorno all’orto dietro casa o in terrazza è puro folclore. Insomma, il valore delle produzioni dipende da una serie di fattori che sono in larga parte imprevedibili, variabili fuori dal nostro controllo. Per affrontare questa volatilità di prezzi, per fare ricerca e innovazione, per affrontare nuovi mercati servono spalle robuste, aziende strutturate; serve una rappresentanza che faccia lobby, serve una politica che aiuti davvero le imprese, che le ‘costringa’ a fare sistema, a lavorare davvero assieme. Spingere sull’aggregazione va bene, benissimo, ma da sola non basta. Aggregarsi per fare cosa? Per ridurre i costi … e poi?
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Delle indicazioni geografiche, patrimonio economico e culturale del nostro Paese
Confagricoltura: “Da Corte di giustizia Ue più tutela”
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onfagricoltura ha accolto con soddisfazione la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea secondo la quale i segni figurativi, anche paesaggistici, che fanno riferimento ad un’area geografica a cui è collegata una denominazione d’origine protetta (Dop), possono costituire un una illegale evocazione del marchio.
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“Un ulteriore passo avanti nella tutela dei prodotti di qualità ad Indicazione geografica – commenta l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – che, oltre che per le loro caratteristiche organolettiche e di qualità, sono riconosciute in tutto il mondo per il loro valore fatto di territori, storia, arte e tradizioni. Un patrimonio culturale ed economico da valorizzare a livello eu-
ropeo ed internazionale”. Confagricoltura sottolinea positivamente l’obiettivo ribadito dalla sentenza della Corte di Giustizia, che è quello di garantire che il consumatore disponga di un’informazione chiara, succinta e credibile sull’origine del prodotto e al tempo stesso quello di dare il giusto riconoscimento all’impegno di chi produce eccellenze.
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