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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE
grazie elicottero Il volo di Centinaio (offerto da Coldiretti) sull’area infetta da xylella agricoltura Lega “europea”: ipotesi commissario all’agricoltura Europa, cosa serve all’agricoltura italiana
turismo rurale Agriturismi, adempimenti burocratici infernali
N° 10 • 1 GIUGNO 2019
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ditoriale
1 GIUGNO 2019 - n.10 - Anno 14
Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE
Lega “europea”: ipotesi commissariO all’agricolturA
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G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione G.Ed.A. Giovani Editori Associati Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Paola Dileo, Nica Ruospo, Rino Pavone, Donatello Fanelli Pubblicità G.Ed.A Rino PAVONE r.pavone@foglie.tv 380 6328672 Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61/06 del 15/11/2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 9040264 Iscritta al Registro Operatori Comunicazione ROC n.26041 TESTATA GIORNALISTICA ACCREDITATA
‘agricoltura, con la Pac e non solo, vale oltre il 40% del bilancio Ue. Una voce importante, sulla quale, dopo le elezioni Europee che hanno visto la Lega, di gran lunga, primo partito italiano (con oltre il 34% dei voti), il leader del partito e vice premier italiano, Matteo Salvini, promette battaglia. “Chiederemo un Commissario di economia e non certo di filosofia: commercio, agricoltura o concorrenza. E, come Lega, con questo risultato, dovranno prestarci molta attenzione”, ha detto Salvini parlando della scelta dei nuovi Commissari Europei. D’altronde, la Lega ha sempre puntato forte sull’agricoltura, esprimendo più volte, a livello italiano, il Ministero delle Politiche Agricole, da Luca Zaia, tra il 2008 ed il 2010, all’attuale guida del Dicastero di Via XX Settembre, Gian Marco Centinaio. E l’agricoltura, in un Paese come l’Italia, dove rappresenta uno dei pilastri economici più importanti, anche a livello occupazionale, è da sempre anche un grande bacino elettorale. Un Salvini che, a proposito di agricoltura ed Ue di recente aveva dichiarato : “le trattative in Europa sulla
nuova Pac sono partite male, nel senso che il bilancio annuale toglie all’Italia almeno due miliardi di euro, come Governo non voteremo mai un bilancio che toglie soldi all’agricoltura italiana, e soprattutto combatteremo per difendere il made in Italy, cosa che fino ad oggi non ci è stato possibile fare”. “Sono quasi 50 anni che nell’ambito della Commissione Europea la responsabilità del settore primario non viene assegnata all’Italia che è il primo Paese dell’Unione per valore aggiunto agricolo ma anche per qualità delle produzioni“: - afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini- “E’ dal 1972 con Carlo Scarascia Mugnozza, nella Commissione Mansholt, che l’Italia non ha un proprio rappresentante all’agricoltura nell’ambito della Commissione europea a conferma della disattenzione nei confronti del settore degli ultimi decenni, nonostante la grande rivoluzione che è avvenuta nelle campagne italiane che sono diventate una realtà da primato a livello internazionale per sostenibilità economica ed ambientale ma anche per la capacità di offrire lavoro alle nuove generazioni”.
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ommario
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15 GRAPPOLO D’ARGENTO
editoriale
La 21^ edizione del premio
“EUROPEA” 5 LEGA Ipotesi commissario all’agricoltura
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IDROGEOLOGIA
turismo rurale
230 comuni a rischio
19 MATTARELLA
Firmato decreto emergenze
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AGRICOLTURA
8 EUROPEE
Cosa serve all’agricoltura italiana
20 24
agriturismi
Adempimenti burocratici infernali
monopoli
Si discute di turismo futuro
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agroalimentare
10 PSR
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Puglia rischia di perdere 171 mld di €
XYLELLA
L’ elicottero gira
22 ASSOPROLI BARI
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“Bene decreto emergenze, ora Gdo”
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FRUTTA SECCA
2000 h in Uzbekistan
SISTEMI ALIMENTARI Conferenza a Palermo
lady amarena
Il concorso internazionale
MONDOGAL
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GAL ponte lama Patruno nuovo Presidente
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SU PAC AGRICOLTURA NON PAGHI CONTO BREXIT
EUROPEE: COLDIRETTI PUGLIA, BASTA GUARDARE INDIETRO SU ETICHETTATURA
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al pesce al latte, dalle uova alla frutta e così via quasi per ogni prodotto estero, i cibi stranieri importati che hanno varcato anche i confini pugliesi hanno provocato quasi un allarme alimentare al giorno. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base delle elaborazioni del sistema di allerta Rapido (Rassf), in occasione degli incontri di Coldiretti in Puglia con alcuni candidati alle elezioni europee. Sul totale dei 398 allarmi che si sono verificati in Italia nel 2018 – sottolinea la Coldiretti – solo 70 (17%) hanno riguardato prodotti con origine nazionale, 194 provenivano da altri Paesi dell’Unione europea (49%) e 134 da Paesi extracomunitari (34%). “L’obiettivo della nuova legislatura deve essere quello di assicurare le stesse garanzie di trasparenza dell’informazione sui cibi in tutta l’Unione Europea dove rischiano di entrare in vigore nell’aprile
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2020 norme fortemente ingannevoli per i consumatori. Grazie al pressing della Coldiretti l’Italia è all’avanguardia in Europa per la trasparenza delle informazioni sulle etichette degli alimenti ma questo primato rischia di essere cancellato dall’entrata in vigore nell’aprile 2020 delle norme europee fortemente ingannevoli per i consumatori. In questa legislatura è stata persa un’occasione per realizzare quella trasparenza richiesta in primo luogo dai consumatori che in larga maggioranza, tanto a livello europeo che nazionale, vedono nell’origine degli ingredienti un fattore fondamentale nella scelta di acquisto”, dice Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. La scelta dell’Europa su questo argomento è stata ancora una volta miope: ha scelto di guardarsi indietro – aggiunge Coldiretti - tradendo le aspettative dei consumatori e di tutti quegli operatori del made in Italy che competono
lealmente, agendo sulle leve della qualità e della fiducia dei consumatori. Occorre infatti migliorare e armonizzare - con un incessante interlocuzione di tutte le parti coinvolte - tutti quegli accordi di libero scambio (Ceta, Giappone, e in prospettiva il Mercosur, Nuova Zelanda) che potrebbero minacciare le nostre identità e le nostre produzioni. E’ necessario che tutti gli accordi vengano ratificati dai parlamenti nazionali e dal punto di vista commerciale ed economico contestiamo innanzitutto l’esiguità della strumentazione prevista in tali accordi per difenderci dall’agro-pirateria e più in generale dal cibo falso, insiste Coldiretti. Ne sono un esempio secondo la Coldiretti le condizioni favorevoli che sono state concesse al Marocco per pomodoro da mensa, arance, clementine, fragole, cetrioli, zucchine, aglio, carciofi, olio di oliva, all’Egitto per fragole, uva da tavola e finocchi, oltre all’olio di oliva dalla Tunisia dove
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non valgono certamente gli stessi standard produttivi, sociali ed ambientali vigenti in Italia. In altre parole – precisa la Coldiretti – oltre quattro prodotti su cinque pericolosi per la sicurezza alimentare provengono dall’estero (83%), dalle nocciole turche al pollo dal Brasile fino alle arachidi dall’Egitto. Infatti il numero di prodotti agroalimentari extracomunitari con residui chimici irregolari è stato pari al 4,7% rispetto alla media Ue dell’1,2% e ad appena lo 0,4% dell’Italia secondo le elaborazioni Coldiretti sulle analisi relative alla presenza di pesticidi rilevati sugli alimenti venduti in Europa effettuata dall’Efsa. In altre parole – precisa la Coldiretti – i prodotti extracomunitari sono 4 volte più pericolosi di quelli comunitari e 12 volte di quelli Made in Italy. L’Unione europea – denuncia Coldiretti - con accordi preferenziali agevola l’ingresso in Europa di prodotti che spesso non rispettano la normativa comunitaria per i pericoli alla salute, l’utilizzo di sostanze chimiche dannose per l’ambiente o lo sfruttamento dei lavoratori. E questo accade spesso grazie alla regia e alle norme sancite dagli accordi bilaterali o multilaterali di libero scambio. L’Unione Europea arriva addirittura ad agevolare l’ingresN° 10 - 1 GIUGNO 2019
so in Europa del riso dal Vietnam accusato di sfruttamento del lavoro minorile. La prossima legislatura sarà fondamentale anche per l’assetto della politica agricola comune (Pac). Ancora una volta la Commissione ha individuato quale principale indiziato su cui scaricare i prevedibili tagli di bilancio, questa volta dovuti alla Brexit, gli agricoltori. Per Coldiretti è necessario che l’Italia si batta contro ulteriori tagli nel nuovo bilancio europeo a carico della Politica agricola comune (Pac) che aggraverebbe la condizione di pagatore netto dell’Italia. “A pagare il conto della Brexit – precisa ancora una volta il presidente Muraglia - non deve essere l’agricoltura che è un settore chiave per vincere le nuove sfide che l’Unione deve affrontare, dai cambiamenti climatici all’immigrazione alla sicurezza. Abbiamo l’esigenza di “riequilibrare” invece la spesa, facendo in modo che la Pac possa recuperare con forza anche il suo antico ruolo di sostegno ai redditi e all’occupazione agricola per salvaguardare un settore strategico per la sicurezza e la sovranità alimentare della Ue e per contribuire alla crescita dell’intera economia europea”. Vanno ribaltati anche gli attuali parametri per l’assegnazione delle risorse, dove
“l’Italia dovrebbe incassare di più, se si tiene conto della ricchezza prodotta per ettaro con il valore aggiunto per ettaro nazionale che è più del doppio della media UE28, oltre il triplo di Germania e Regno Unito, il 58% in più rispetto al valore aggiunto spagnolo e il 153% in più dei cugini francesi. La maggiore flessibilità prevista dalla proposta di riforma Pac dovrebbe favorire una strategia a livello nazionale che risarcisca quei settori che finora non hanno visto un centesimo”, conclude Muraglia. Per la Coldiretti oltre al mantenimento del budget, con la nuova Pac la Ue deve puntare su nuovi criteri per tener conto della capacità dell’azienda agricola di creare occupazione e mantenere vitale l’economia nei territori rurali, investire sui giovani e rendere più efficaci ed efficienti gli strumenti per affrontare le crisi, migliorare la lotta alle pratiche commerciali sleali. Una Pac infine che deve vincere l’omologazione e valorizzare la qualità e la distintività dell’agroalimentare”. Per Coldiretti non si può continuare su questa strada che, peraltro, stride con gli obiettivi, da più parti sbandierati dalla Commissione Ue, di un’Europa che investe nelle sue campagne come fattore di riequilibrio ambientale, sociale ed economico.
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“PER IRRSPONSABILITA’ E INCAPACITA’ DEL DUO EMILIANO-DI GIOIA”
PSR:LA PUGLIA RISCHIA DI PERDERE AL 31 DICEMBRE DI QUEST’ANNO 171 MLD DI EURO
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a Regione Puglia alla fine dell’anno rischia di perdere oltre 171 milioni di euro di Fondi europei destinati alla nostra Agricoltura. Peggio della Puglia: NESSUN’ ALTRA REGIONE D’ITALIA. Non lo dico io, lo dicono i dati diffusi da Agea Coordinamento, aggiornati al 30 aprile 2019, relativi all’avanzamento della spesa (Pubblica e Quota FEASR) effettivamente sostenuta e situazione disimpegno automatico FEASR al 31 dicembre 2019 dei PSR di tutte le Regioni e Province autonome italiane. Il dato non è solo eclatante perché c’è il rischio di restituire una cifra abnorme del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) ma perché la Puglia è sicuramente la Regione che ha più bisogno di finanziamenti nell’Agricoltura: si pensi alla Xylella, alle gelate, alle inondazio-
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ni, alle imprese agricole e ai frantoi che chiudono nel Salento, alle giornate di lavoro perse per i braccianti, ai piccoli produttori di olio che non hanno più nulla da raccogliere… E di fronte a tutto questo la Regione Puglia è fanalino di coda per aver speso in 4 anni e 4 mesi solo il 56,84% degli importi relativi agli anni di impegno 2015+2016 e se il restante 43,16% non verrà speso entro il 31 dicembre di quest’anno, vale a dire in poco più di sette mesi, verrà irrimediabilmente perso! Un danno economico abnorme e devastante. Abbiamo affidato la nostra Agricoltura, settore fiore all’occhiello della nostra economia, nelle mani di irresponsabili e incompetenti. Il duo Emiliano-Di Gioia è una vera calamità per la Puglia e deve essere mandato a casa per i disastri che
hanno prodotto in questi anni e non perché l’assessore all’Agricoltura vota per un partito di centrodestra pur essendo un esponente di punta del centrosinistra pugliese”: così l’ex presidente della regione Puglia Raffaele Fitto che affonda duro anche sul resto dei fondi europei destinati alla nostra Regione: “In Politica, specie se si è in campagna elettorale e si deve difendere l’azione del governo sia questo regionale (leggasi presidente Michele Emiliano) sia questo nazionale (leggasi ministro Barbara Lezzi), tutto è interpretabile e coniugabile… ma non i NUMERI, i numeri sono numeri e nonostante tutto: la matematica non è un’opinione, anche in politica e in campagna elettorale. Un mese fa l’improbabile duo Emiliano-Lezzi erano venuti a raccontarci che ‘L’avanzamento www.foglie.tv
della spesa per i fondi europei e, specificatamente, lo stato di attuazione del Patto per la Puglia è in piena e positiva esecuzione. Per quanto riguarda il POR, l’obiettivo per il 2018 è stato raggiunto con il 118% in più rispetto al target’, facendoci credere che gli obiettivi non solo erano stati raggiunti ma abbondantemente superati. “E allora è il momento di fare chiarezza: quel 118% fa riferimento al rapporto tra spese certificate e risorse impegnate al 31 dicembre 2015, quindi non è un valore assoluto ma si basa su dati di base che possono essere e sono anche molto bassi. E, quindi, vediamoli questi numeri: a darli non sono io, ma il MEF, il Ministero Economia e Finanza che certifica che lo stato di attuazione al 31 dicembre 2018 dei POR rientranti nella categoria delle regioni meno sviluppate (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia), distinto per i Fondi FESR e FSE. L’importo degli impegni e dei pagamenti comprende sia la quota UE e sia la quota nazionale riferiti ai programmi (impegni e pagamenti ammessi). La Regione Puglia gode di un plurifondo (FERS + FSE): sono oltre 7,1 miliardi di euro le Risorse programmate per 2014/2020 (quindi siamo a 1 anno dalla scadenza), di questi 2,5 mi-
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liardi sono stati gli ‘Impegni’, vale a dire quelle opere per le quali è stato già fatto un bando e firmato un contratto; ma di questi di fatto solo poco più di 1,3 miliardi sono stati davvero impiegati e la spesa è certificata. Quindi le percentuali vere sono: 35,9% (Avanzamento di Impegni); 19,1% (Avanzamento spesa certificata). Vediamo nel dettaglio dei Fondi europei a disposizione delle Regioni: “FESR (Fondi che finanziano le infrastrutture materiali e immateriali) sono 5,5 miliardi di euro le risorse programmate; ma di queste poco più 2 mld di euro sono stati davvero impegnati, ma meno della metà, 1 mld hanno una spesa certificata. Queste le percentuali: 38,1 % (Avanzamento di Impegni); 19,6% (Avanzamento spesa certificata). “FSE (Fondi che finanziano la formazione e le politiche di sostegno all’occupazione) sono 1,5 miliardi di euro le risorse programmate; 430 milioni sono quelli impegnati, ma sono 268 milioni quelli per i quali la spesa è stata certificata. Le percentuali: 27,9% (Avanzamento di Impegni); 17,4% (Avanzamento spesa certificata). E veniamo ai famigerati ‘Patti’ che io ebbi già all’epoca definire PACCHI. Il più clamoroso è il PATTO PER CITTA’ DI BARI, proprio quello che il sindaco Antonio Decaro siglò con
il suo amico premier Matteo Renzi in pompa magna, con tanto di panzerotti! Sulle 230 risorse programmate neppure una è stata impegnata. Percentuale 0,0%. Mentre PATTO PER LA REGIONE PUGLIA quello che fu siglato addirittura al termine di un’inaugurazione della Fiera del Levante, davanti a centinaia di persone, fra il presidente Emiliano e il premier Renzi, le risorse programmate, vale a dire 2 miliardi di euro, vedono solo 96 milioni la spesa impegnata e di questa quella certificata sono solo 12,5 milioni. Percentuali: 4,6% (Avanzamento impegni); 0,6% (avanzamento spese certificata). Ai pugliesi le conclusioni e i calcoli, al di fuori di ogni campagna elettorale e fantasia di chi ci governa a Bari come a Roma”- conclude Fitto.
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STRAGE ULIVI VISTA DALL’ALTO
XYLELLA:SORVOLO IN ELICOTTERO SU 165 KM AREA INFETTA
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orvolo in elicottero di 45 minuti su 165 chilometri di area infetta da Xylella, una strage di ulivi vista dall’alto che ha cambiato il volto del paesaggio del Salento. Lo rende noto Coldiretti Puglia in occasione del sopraluogo aereo effettuato dal presidente Na-
zionale Ettore Prandini e dal Ministro delle Politiche Agricole, Forestali e del Turismo Gian Marco Centinaio in elicottero nell’area infetta da Xylella, accompagnati dal presidente di Coldiretti Lecce, Gianni Cantele che ha mostrato l’avanzata della malattia partendo da Brindisi, passando da Gallipoli, Supersano, Maglie, con le aree adiacenti, fino ad arrivare a Lecce alla grande Assemblea di Coldiretti al Teatro Politeama Greco. Non solo verso Nord, la Xylella vira a Ovest a pochi chilometri da Matera con i nuovi casi di contagio in provincia di Taranto dove ben 6 ulivi sono stati infettati a Montemesola e 1 a Crispiano, in totale altri 124 ulivi positivi che si aggiungo ai 348 delle comunicazioni precedenti, denuncia Coldiretti Puglia. “Dopo anni di errori, incertezze e scaricabarile – ha denunciato il presidente di Coldiretti Prandini – occorre un deciso cambio di passo con l’importante
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approvazione in Parlamento del Decreto emergenze, profondamente modificato rispetto all’impostazione iniziale, per sostenere gli agricoltori colpiti dell’area infetta che vogliono soltanto avere la libertà di espiantare, reimpiantare e non morire di Xylella e burocrazia, anche grazie all’individuazione di varietà resistenti come il Leccino. Si deve quindi intervenire – ha concluso Prandini – per fermare il dilagare della malattia mentre nelle aree infettate occorre trovare adeguati sistemi di convivenza, come innesti e sovrainnesti con varietà resistenti”. Una strage che – sottolinea la Coldiretti - avanza inarrestabile a una velocità di più 2 chilometri al mese e, dopo aver devastato la Puglia, rischia di infettare l’intero mezzogiorno d’Italia a partire dalla Basilicata fino alla Calabria, alla Campania e al Molise. Ma la Xylella secondo l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) minaccia la maggior parte del territorio Ue dove tra l’altro sono stati individuati altri casi di malattia, dalla Francia alla Spagna, dalla Germania al Portogallo. Dall’autunno 2013, data in cui è stata accertata su un appezzamento di olivo a Gallipoli, la malattia – continua Coldiretti – si è estesa senza che venisse applicata una strategia efficace per fermare il
contagio che, dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi, ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi arrivando pericolosamente in provincia di Bari ed ora anche a Taranto, con effetti disastrosi sull’ambiente, sull’ambiente, l’economia e sull’occupazione. In Puglia, dove si produce oltre la metà dell’extravergine nazionale, si è verificato il crollo del 65% del raccolto che ha messo in ginocchio migliaia di famiglie nei campi e nei frantoi con il contagio della Xylella che ha già colpito 21 milioni di piante e il conto dei danni ha raggiunto 1,2 miliardi di euro. “Nel Decreto Emergenze sono state finalmente inserite misure di semplificazione per l’espianto volontario di ulivi malati dell’area dichiarata infetta, con le opportune deroghe ai vincoli paesaggisti, architettonici e idrogeologi - ha aggiunto il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia - ed è stata prevista la movimentazione delle piante specificate all’interno dell’area infetta e per fare questo sono stati stanziati fondi per i reimpianti di cultivar resilienti alla batteriosi, in particolare 150 milioni per il 2020 e 150 milioni sul 2021 per il “Piano straordinario di rigenerazione dell’olivicoltura in Puglia”, fondi a valere sul risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020”.
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Il Decreto ha disposto l’anticipo al 31 luglio della corresponsione dei premi sulla Domanda unica della Pac da parte degli organismi pagatori, pari al 50% del valore richiesto dall’agricoltore e anche la disposizione che rende obbligatoria la durata di 12 mesi per i contratti scritti di fornitura di materie prime agroalimentari normati dall’articolo 62 del decreto legge 1/2012, aggiunge Coldiretti Puglia. DARIO STEFANO – “A saperlo prima che bastava un giro sorridenti in elicottero, offerto da Coldiretti per risolvere l’emergenza xylella.. ci saremmo risparmiati anche le stupidate negazioniste di Grillo e Salvini e la guerra al nemico sbagliato. E avremmo restituito Centinaio ai giri turistici da cui proviene” : così il senatore Stefano, polemico sul giro in elicottero.
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Incontro Assoproli Bari
“BENE DECRETO LEGGE EMERGENZA AGRICOLTURA, ORA CONTRASTARE STRAPOTERE GDO”
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resso il Vittoria Parc Hotel di Bari Palese, ASSOPROLI BARI, Organizzazione dei Produttori olivicoli, ha organizzato un incontro sulle evoluzioni del decreto legge del 29 marzo 2019, n. 27 “Disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi e di sostegno alle imprese agroalimentari colpite da eventi atmosferici avversi di carattere eccezionale…”. Il disegno di legge di conversione del decreto n. 27/2019 per il rilancio dei settori agricoli in crisi, già approvato dalla Camera con numerosi emendamenti migliorativi, è stato quindi confermato in Senato ed è pronto a divenire legge. Un grande risultato ottenuto dalla agricoltura intera pugliese - come ribadito nell’incontro - che con una caparbia azione sinergica ha stravolto le convinzioni della politica dando alle imprese agricole la possibilità di attingere a fondi per il ristoro dalle gelate degli inizi del 2018, facendo valere la motivazione che si è trattato di un evento davvero eccezionale che ha inficiato non solo le capacità produttive ma anche le potenzialità degli anni
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a venire. La legge di conversione lascia invariati gli importi stanziati dal decreto legge, ovvero: • 34 Milioni di euro per le aziende agricole colpite dalle gelate • 300 Milioni di euro rilancio per aziende, frantoi e vivai del Salento • Semplificazioni : zero vincoli per espianti piante morte zone infette • 860.000 euro benefici per il 2019: oneri previdenziali ed assistenziali calcolati sulle giornate 2017 • Anticipazioni PAC: liquidità immediata alle aziende in difficoltà • 8 Milioni di euro per ristorare le perdite di frantoi e cooperative colpite dalle gelate • 5 Milioni di euro Copertura per il 2019 degli interessi sui Mutui Bancari All’affollato incontro hanno partecipato il neo-presidente Assoproli Bari, Pasquale Mastandrea, il Responsabile progetti sviluppo Vito Pellegrino, il Presidente del Consorzio Oliveti d’Italia, Nicola Ruggiero e il Direttore della Cia Puglia, Danilo Lolatte. La, oramai, imminente legge, come riportato, ha anche il merito di riconoscere ai lavorato-
ri agricoli impiegati dalle aziende colpite di poter accedere a benefici previdenziali ed assistenziali nonostante il loro mancato impiego nel 2018. “È importante adesso dare seguito ai decreti attuativi che porranno le basi dell’operatività della legge”, hanno dichiarato gli organizzatori dell’incontro. “È fondamentale non cadere in retorica, andando a chiudersi in inutili complicazioni. Occorre dare assoluta priorità alla possibilità di attingere urgentemente e concretamente alle importanti disponibilità finanziarie, secondo le giuste priorità della seria imprenditorialità”. Infine, è stato messo il giusto accento sull’importanza di contrastare in maniera compatta lo strapotere acquisito dalla GDO al fine di riuscire a garantire il giusto compenso e la giusta redditività dei produttori e delle aziende di trasformazione. Senza tornaconto, infatti, l’agricoltura pugliese è destinata miseramente ad estinguersi lasciando spazio a produzioni di dubbia qualità e provenienza annullando tutti gli sforzi compiuti per l’esaltazione del Made in Italy.
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Premiato Suglia, produttore ed esportatore
21^ edizione de “Il Grappolo d’Argento citta’ di rutigliano”
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iacomo Suglia, imprenditore ortofrutticolo pugliese noto anche per il suo instancabile impegno associativo per il comparto a livello sia regionale, con la guida di Apeo (Associazione di esportatori pugliesi), che nazionale con la vice presidenza di Fruitimprese, è il premiato 2019 de “Il Grappolo d’Argento-Città di Rutigliano”, giunto alla 21^ edizione. Assegnato nel corso di una affollata cerimonia svoltasi nel Museo archeologico della città, il Premio Internazionale ha certificato, e premiato, la ultra decennale attività di Suglia a servizio del settore ed in particolare dell’uva da tavola. La 21^ edizione, organizzata dall’Assessorato all’Agricoltura guidato da Pinuccio Valenzano, è stata anche l’occasione per fare il punto sullo stato della ricerca sia pubblica che privata in tema di innovazione varietale e miglioramento genetico con l’intervento di Riccardo Velasco, Direttore nazionale di Crea-Unità di viticoltura ed enologia, che ha illustrato i risultati dell’unità di ricerca di Turi, nel barese. Si è anche parlato delle scelte che la GDO fà in ordine agli acquisti di ortofrutta fresca, i disciplinari, i protocolli sulla sicurezza alimentare, i controlli ed il packaging intelligente “ necessari - ha detto Stefano Scian-
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calepore, responsabile acquisti di Megamark colosso della GDO nato in Puglia - per assicurare qualità, sanità dell’uva, favorire il consumatore e garantire i produttori, altro che l’uva venduta con il carretto sotto casa”. Durante la tavola rotonda, moderata da Vincenzo Rutigliano, giornalista di Agrisole-Il Sole 24 Ore, è stato affrontato il tema dello sbarco dell’uva da tavola sui mercati, l’importanza della logistica, della concentrazione dell’offerta, della promozione del made in Italy agroalimentare, aspetti sui quali è intervenuto il prof. Fausto Gaetano Esposito, Segretario Generale di Assocamerestero, il sistema camerale italiano presente in 79 città nel mondo. Sulla promozione e sull’apertura di nuovi mercati, per esempio la Cina, è intervenuto in particolare il dott. Valerio De Paolis della segreteria tecnica del Ministero delle Politiche Agricole sottolinenando l’importanza di definire, e concludere, accordi con gli altri stati esteri su caratteristiche fitosanitarie, dazi doganali, etc, tutte problematiche non semplici da affrontare e risolvere che richiedono molto tempo e diplomazia. “Il Premio a Giacomo Suglia- ha spiegato l’assessore all’Agricoltura e Vice Sindaco, Giuseppe Valenzanoè il Premio ad un operatore e rap-
presentante di altissimo profilo del comparto ortofrutticolo e dell’uva da tavola in particolare che, da anni, si batte per la promozione del nostro prodotto principe e soprattutto per il rilancio della Igp Uva di Puglia. Con il Premio a Suglia si conclude anche un quinquennio alla guida dell’assessorato di questa città che, all’ortofrutta, deve tantissimo in termini di ricchezza, prestigio nazionale ed internazionale, notorietà. In questi anni abbiamo cercato di valorizzare questa coltura, sempre in piena condivisione con le categorie produttive, con gli operatori, con i tecnici e, pur riconoscendo che c’è tanto da fare, abbiamo raggiunto importanti risultati come testimonia anche la pubblicazione monografica su Rutigliano e l’Uva da tavola che abbiamo realizzato come documento storicizzato delle attività fatte, dell’andamento dei mercati nazionali ed internazionali dell’uva, sullo stato della ricerca, sulla comunicazione di settore, sui rapporti con la Gdo. Consegniamo alla città questa 21^edizione e questa pubblicazione con l’auspicio di aver fatto tutta la nostra parte, al meglio, pur con risorse finanziarie limitate ed umane, ancora più ridotte, come quelle volenterose che ringrazio infinitamente del mio Assessorato”.
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DA NUFARM
Prev-Am Plus: L’arma vincente che completa la difesa su vite! P R E V - A M®P l u s è u n i n s e t t i c i da - f u n g i c i da a b a s e d i o l i o e s s e n z i a l e d i ara n c i o d o lc e ot t e n u to da u n o r i g i n a l e pro c e s s o d i s prem i t u ra a f re d d o d e i f r u t t i e b u cc e. La “doppia” azione del prodotto lo rende un’arma fondamentale per la lotta contro fitofagi e malattie economicamente rilevanti per molteplici colture. Il principio attivo, appartenente al gruppo chimico dei terpeni, assicura una notevole velocità d’azione ed una assenza di residui nelle derrate, infatti ha un intervallo di sicurezza di soli tre giorni su tutte le colture. Prev-Am Plus svolge anche un’importante azione eradicante, capace di ridurre il potenziale di inoculo delle malattie già presenti sui vegetali (spore, conidi, miceli, sporangi); inoltre sugli insetti target presenti in etichetta agisce disidratandoli. A differenza di molti induttori di resistenza, agisce in tutte le condizioni indipendentemente dallo stato fisiologico delle piante. Prev-Am Plus agrofarmaco sempre più strategico perché complementare o alternativo a diverse molecole soggette a revoca, affette da “resistenze” o da riduzioni di dosi ettaro. Nelle strategie base rame contro la peronospora della vite (es. a conduzione biologica), PREV-AM Plus è il partner perfetto per ottenere i massimi livelli di efficacia in modo da rispettare il limite di 4 kg di Cu metallo anno: - Nella prime fasi vegetative PREV-AM Plus può ridurre l’intensità delle infezioni primarie, in queste epoche si applica solo (efficace anche contro oidio primario) o in miscela con dosi ridotte di rame. - Tra allegagione e chiusura grappolo, stadi in cui difesa è mirata alla protezione del grappolo, è necessario intervenire 2/3 volte con dosaggi appropriati di rame (es. 700/800 g/ha) sempre in miscela PREVAM Plus - Da post chiusura grappolo fino a ridosso della raccolta grazie all’intervallo di sicurezza di soli tre giorni è possibile intervenire ulteriormente 1/2 volte con Prev-Am Plus. Esperienze pluriennali hanno dimostrato anche la validità di interventi post-raccolta per ridurre la formazione degli organi svernanti dell’oidio (cleistoteci). Questa
strategia innovativa è in grado di ridurre significativamente la pressione della malattia nell’anno successivo su vigneti soggetti a forti infezioni (es. Chardonnay). Importanti novità per la stagione 2019, Prev-Am Plus ha ottenuto l’art 53 per emergenze fitosanitarie su melo e pero per il contenimento della ticchiolatura dal 3 aprile al 31 luglio. Su pomacee si applica alla dose di
250-300 ml/hl con 1 - 1,2 hl/ha (max 3 litri di prodotto ad ettaro), per cinque applicazioni complessive anno. Unica avvertenza di non superare la concentrazione massima di 400 ml/hl se si utilizzano irroratori operanti a volumi medi/ridotti (es. 6-8 hl/ha). Inoltre fino al 18 settembre sarà possibile utilizzarlo anche su Sputacchina dell’Olivo (vettore di Xylella fastidiosa)
A 230 COMUNI A RISCHIO IDROGEOLOGICO gricoltura
ULTIMO EFFETTO CLIMA PAZZO 2MLN EURO DANNI
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’ ondata di maltempo fuori stagione ha devastato le aziende agricole dove è andato perso un intero anno di lavoro per i danni causati alle produzioni stimati in oltre dieci milioni di euro, tanto che in molte regioni sono state avviate le procedure per la dichiarazione dello stato di calamità, ma è importante anche la sospensione del pagamento delle imposte e dei contributi per assicurare la ripresa produttiva delle imprese e il ripristino delle strutture danneggiate. E’ quanto emerge dal bilancio della Coldiretti in occasione della premiazione del primo concorso fotografico “Obiettivo Acqua”, promosso da Coldiretti, Anbi (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue) e Fondazione Univerde, con la presenza del presidente Ettore Prandini e del ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Grandine con chicchi grandi come pietre anche in Puglia, soprattutto nelle province di Taranto, Bari e Lecce dove sono stati colpiti vigneti, frutteti e campi di grano, compromettendo soprattutto la raccolta delle ciliegie, con la perdita fino al 60-70% della varietà Bigarreau e Giorgia. Danni pesanti anche ad albicocche, uva e agli agrumi in fiore. Bombe d’acqua, raffiche di vento fino a 120 chilometri orari e grandinate
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di Rino PAVONE
killer hanno spazzato le campagne di Puglia, danneggiando tendoni, teli, strutture e produzioni sono solo l’ultimo effetto della tropicalizzazione del clima che si abbatte su un territorio fragile, rileva Coldiretti Puglia sulla base dei dati del Rapporto ISPRA. “Sono 230 i comuni pugliesi a rischio frane e alluvioni e a pagarne i costi, oltre ai cittadini residenti soprattutto nelle aree rurali, sono proprio le 11.692 imprese che operano su quei territori. Anche il consumo del suolo è avvenuto per il 67,5% in contesti prevalentemente agricoli o naturali, depauperando pezzi di territorio e deturpando il paesaggio, oltre ad impoverire il tessuto imprenditoriale agricolo pugliese”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. Il rischio idrogeologico, con differente pericolosità idraulica e geomorfologica, riguarda il 100% dei comuni della BAT, il 95% dei territori di Brindisi e Foggia, il 90% dei comuni della provincia di Bari e l’81% dei comuni leccesi e sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni, secondo le elaborazioni di Coldiretti Puglia sulla scorta dei dati ISPRA. La pulizia di fossi e canali, la gestione di dighe e degli impianti irrigui è un’attività assolutamente indispensabile che va garantita – de-
nuncia Coldiretti Puglia – anche in considerazione dei ripetuti danni subiti, a causa della mancata manutenzione straordinaria degli impianti irrigui collettivi, pozzi compresi e delle reti di distribuzione di acqua potabile nelle aree rurali. “Gli effetti dell’incuria e delle mancate opere di bonifica – conclude il presidente Muraglia sono evidenti sul territorio. Alberi nei canali di scolo e canneti, tombini nelle aziende agricole ostruiti, sono solo alcuni esempi di quanto rilevato nel corso dei sopralluoghi effettuati dalla squadra di tecnici di Coldiretti Puglia che si sta muovendo sul territorio per verificare che le opere siano realmente state realizzate”. Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Puglia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.
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ORA CAMBIO DI PASSO PER ESPIANTI E REIMPIANTI VARIETA’ RESISTENTI
XYLELLA: PRESIDENTE MATTARELLA FIRMA DECRETO EMERGENZE di Rino PAVONE
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on la firma del Presidente della Repubblica Mattarella, il Decreto Emergenze diventa finalmente realtà, manca solo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Ora occorre un deciso cambio di passo per sostenere gli agricoltori colpiti dell’area infetta che vogliono soltanto avere la libertà di espiantare, reimpiantare e non morire di Xylella e burocrazia, anche grazie all’individuazione di varietà resistenti come il Leccino. Si deve, quindi, intervenire in maniera risoluta per fermare il dilagare della malattia e ridare una traiettoria di futuro aziendale agli agricoltori, ai frantoiani e ai vivaisti del Salento. Non sono più accettabili alibi, omissioni, tentennamenti nell’applicazione della legge. Nel Decreto Emergenze sono state inserite importanti misure di semplificazione per l’espianto volontario di ulivi malati e per la movimentazione delle N° 10 - 1 giugno 2019
piante specificate all’interno dell’area infetta, l’anticipazione della PAC, il contributo ad aziende olivicole e frantoi che nell’ultima campagna olivicola hanno subito gravi danni a causa delle gelate e prime risorse per il comparto agrumicolo. Determinante il piano per la rigenerazione dell’olivicoltura nella zona infetta da Xylella –con l’istituzione di un fondo per la realizzazione di un Piano straordinario per la rigenerazione olivicola del Salento, con una dotazione pari a 150 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021, in stretta correlazione con il Piano Centinaio, approvato in Conferenza Stato – Regioni il 13 febbraio scorso. Con il Decreto Emergenze, che non dovrà in nessun modo essere vanificato da ulteriori ritardi e timidezze regionali, dovranno essere superati tutti gli ostacoli della burocrazia che finora ha fatto più danni della malattia. Ci sono domande di
espianto presentate anche 6 mesi fa, a dicembre 2018, le più recenti ad aprile, tutte rispedite al mittente dalla Sovrintendenza di Lecce negli ultimi giorni, perché depositate con procedura semplifica, con la richiesta di ripresentarle con procedura ordinaria. Le prime domande di espianto di ulivi con regolare relazione agronomica attestante il reimpianto di ulivi sono state regolarmente accettate con procedura semplificata. Oltre alla perdita di mesi di tempo e all’aggravio dei costi con la procedura ordinaria le domande dovranno essere esaminate dalla Commissione locale per il paesaggio, chiamata a valutare anche tutte le pratiche edilizie. Dopo anni di errori, incertezze e scaricabarile, con il Decreto Emergenze si dovrà intervenire per fermare il dilagare della malattia, trovando al contempo adeguati sistemi di convivenza, come innesti e sovrainnesti con varietà resistenti.
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FARE CHIAREZZA SU NUMERI
aGRITURISMO: GIRONE DANTESCO DI ADEMPIMENTI BUROCRATICI E FISCALI
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un girone dantesco di adempimenti burocratici e fiscali in cui si muovono gli agriturismi in Puglia, con una norma regionale già perfettibile sin dall’approvazione e successivamente rimaneggiata senza criteri logici e un numero di strutture in attesa di verifica. Di questo si è discusso nel corso dell’incontro sull’Agriturismo 4.0 la giusta via amministrativa, fiscale e tributaria con tecnici ed esperti del settore. “Nella selva oscura della burocrazia e della fiscalità le strutture agrituristiche, massima espressione della multifunzionalità agricola, si muovono con difficoltà, sottoposte spesso a controlli interforze che nel caos normativo regionale sono costretti ad interpretare una codificazione confusa degli adempimenti, con evidenti danni a carico delle imprese agrituristiche. Stessa confusione alberga nei numeri, quando per la Regione Puglia gli agriturismi iscritti all’elenco regionale sono ben 1860, mentre per l’Istat le strutture attive sono solo 750”, ha segnalato Filippo De Miccolis Angelini, presidente di Terranostra Puglia, all’incontro di formazione e informazione per gli agriturismi ad Ostuni.
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“La legge regionale approvata nel 2013 sin dall’approvazione è risultata perfettibile – ha aggiunto il presidente De Miccolis - ma con i successivi rimaneggiamenti incoerenti l’ha resa ancor più inadatta a governare un comparto che è divenuto, volano importante per lo sviluppo dell’intero settore turistico pugliese. Grande attenzione ai prodotti agroalimentari del territorio e un evidente snellimento delle pratiche burocratiche sono buoni punti di partenza di una legge che andrà modellata attraverso provvedimenti applicativi efficaci,
a tutela degli operatori agrituristici e dei consumatori”. Del resto i dati sull’andamento dell’agriturismo parlano chiaro. E’ la vacanza in campagna l’alternativa più gettonata rispetto al turismo tradizionale – afferma Coldiretti Puglia - con un aumento tendenziale annuale costante pari al 10%. “La multifunzionalità e poliedricità degli agriturismi impongono una corretta e trasparenza osservanza degli adempimenti fiscali – ha detto Gennaro Vecchione, responsabile fiscale Nazionale di Coldiretti - perché possono svolgere attività di ricezione ed ospitalità, anche in spazi aperti destinati a campeggiatori, di somministrazione di pasti e bevande, costituiti prevalentemente da prodotti propri e da prodotti di aziende agricole della zona; di degustazione di prodotti aziendali l’organizzazione, anche all’esterno dell’azienda, di attività ricreative, culturali, didattiche, pratica sportiva, escursioni, ippoturismo”. Cresce visibilmente di un ragguardevole 25% il dato relativo all’affluenza di turisti stranieri, con 450.000 presenze annue registrate nelle aziende agrituristiche pugliesi, con un volume d’affari di oltre 15 milioni di euro.
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groalimentare
Il progetto si svilupperà su 2000 ettari e riguarderà nocciole, mandorle e pistacchi
BESANA INTERNATIONAL, SIGLATO UN ACCORDO PER PRODURRE FRUTTA SECCA IN UZBEKISTAN
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i allarga sempre di più il progetto di Besana International per individuare nuovi partner nella produzione di frutta secca. Presso la sede di Unioncamere a Roma, è stato siglato un accordo per produrre nocciole, mandorle e pistacchi in Uzbekistan. A sottoscrivere il protocollo d’intesa, l’Ambasciatore della Repubblica dell’Uzbekistan in Italia Otabek Akbarov e il Presidente di Besana, Pino Calcagni. Il progetto all’interno della repubblica uzbeka coprirà complessivamente una superficie di oltre 2.000 ettari in due diverse regioni del Paese. Si tratta di zone caratterizzate da terreni fertili, collinari e pianeggianti, con buone riserve a livello idrico. I terreni vengono dati in concessione a famiglie di agricoltori locali, che qui potranno coltivare la frutta secca. Circa la metà dei duemila ettari rientrano all’interno del progetto “BEK
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cluster”, lanciato lo scorso anno nella regione di Syrdarya, all’interno del quale lavorano già oltre 5.000 persone. Altri 1.000 ettari sorgono nella valle di Namangan, nella provincia di Pap. “La Repubblica dell’Uzbekistan spiega il presidente di Besana, Pino Calcagni – sta conoscendo in questi anni un periodo di forte sviluppo e di differenziazione del proprio business agroindustriale. Storicamente legata alla produzione del cotone, oggi l’economia locale, supportata dalla lungimiranza politica del suo Presidente, avverte la necessità di sostituire e integrare queste coltivazioni. Tanti anni di monocoltura rischiano infatti di impoverire i terreni e di renderli più vulnerabili agli insetti. In tale contesto – prosegue Calcagni – si inserisce la richiesta che ci è stata fatta di affiancare il paese per sviluppare coltivazioni di frutta secca, in partico-
lare nocciole, mandorle e pistacchi. Ci sono infatti ampi margini per lavorare bene in questo settore, grazie alle caratteristiche pedoclimatiche della zona nonché alla laboriosità dimostrata dagli uzbeki, sia per il presente sia in prospettiva futura”. Il progetto di Besana International in Uzbekistan prenderà ufficialmente il via nell’autunno del 2019 e proseguirà almeno fino al 2022. Come avviene nei Paesi dove il Gruppo ha già avviato accordi di partenariato – Kazakhstan e Ucraina – Besana metterà a disposizione degli operatori locali un vero e proprio modello di sviluppo “chiavi in mano”, con consulenza agronomica, know-how, fornitura delle piante propagate in laboratori certificati italiani (quindi libere da virus) e perfino indicazioni sulla scelta delle macchine agricole più adeguate, con possibilità poi di stipulare contratti di acquisto dei futuri raccolti.
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Giacomo Patruno nuovo Presidente
RINNOVO AL VERTICE DEL GAL PONTE LAMA
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el corso dell’Assemblea dello scorso 13 maggio, i soci del GAL Ponte Lama hanno proceduto anche al rinnovo delle cariche del Consiglio di Amministrazione. Nel ruolo di Presidente del GAL Ponte Lama è stato eletto il Commendatore Giacomo Patruno. È stata eletta, invece, vice-presidente del GAL Ponte Lama Maria Lorusso. Loro obiettivo è dare continuità all’attività svolta sinora dal Gruppo di Azione Locale, contribuendo a stimolare ulteriormente la crescita del territorio di Bisceglie, Molfetta e Trani
L’UE NE RICONOSCE IL VALORE
LA RIVINCITA DELLA PECORA NERA
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a pecora nera è una razza da carne e latte di qualità superiore rispetto alle cugine dal vello bianco. In Sardegna si assiste ad un rinnovato interesse degli allevatori per la pecora di Arbus, tipica del territorio del comune di Sudovest, dell’isola sotto Oristano. Studi e progetti dell’Istituto zootecnico caseario di Sassari hanno riportato l’interesse su questa razza autoctona di pecore,
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arrivate secoli fa dal Nord Africa, che fino al 2006 contava appena 500 esemplari limitati al territorio del Medio Campidano. Oggi, da un censimento in corso, si ipotizza che ce ne siano alcune migliaia in varie zone della Sardegna. L’UE ha riconosciuto il valore di questa pecora per la biodiversità e garantito finanziamenti per sostenere gli allevatori. Il Ministero della Politiche agricole ha
inserito i prodotti fatti con il suo latte tra quelli agroalimentari tradizionali e Slow Food l’ha inserita tra le razze dell’Arca del Gusto. La città di Arbus la celebra ogni anno con sagre. La pecora nera è anche apprezzata per la sua lana nera, perfetta per la tessitura dell’orbace, il tradizionale panno per i caban (giacca d’ispirazione militare), portati in passerella da noti stilisti. www.foglie.tv
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Premio all’Ass. Loredana Capone dal Rotary distretto 2120 (Puglia e Basilicata)
Il 35esimo congresso a Capitolo di Monopoli su turismo del futuro e sostenibilità
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urismi, Territorio e Sostenibilità: temi cari a i rotariani del Distretto 2120 Puglia e Basilicata, che dal 1984 sostengono un’azione di pubblico interesse denominata “Progetto Pluriennale Trulli-Mare”, individuando nel territorio compreso tra le provincie di Bari, Brindisi e Taranto, una zona di straordinaria bellezza e unicità da valorizzare turisticamente. Precursori attenti di uno sviluppo “possibile” che registra oggi le prime ricadute ufficiali sulle economie dei luoghi. Forti di questi incoraggianti risultati, il Distretto Rotary 2120 ha organizzato il 35esimo congresso su “Turismi, Territorio e Sostenibilità”, tre parole chiave fatte proprie dagli enti locali, Regione Puglia in testa, che da anni persegue questo modello di sviluppo turistico, e più di recente si è dotata di un Piano Strategico ad hoc: “In Puglia365”. Al 35esimo congresso del Distretto Rotary 2120, tenutosi lo scorso 11 maggio all’Hotel Torre Egnazia di Monopoli, si è tornati a parlare di “turismi e sostenibilità” con l’arch. Giovanni Lanzillotti (dele-
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di Paola DILEO
gato distrettuale), il prof. Pasquale Del Vecchio (Università del Salento) l’avv.to Vito Bruno (direttore ARPA Puglia), la dott.ssa Loredana Capone (assessore regionale al Turismo) e il giornalista Francesco Pepe (moderatore dell’incontro). A fare gli onori di casa il sindaco di Monopoli Angelo Annese, che ha esordito: “In un comune come il nostro dove il 50% del PIL è turismo, questi temi ci trovano profondamente interessati. Eh, l’adesione a progetti intercomunali come “Costa dei trulli” e a una pista ciclabile di 25 km tra Monopoli e Torre Canne, vanno in questa direzione di sviluppo sostenibile del territorio”. A seguire il delegato distrettuale, l’arch. Lanzillotti, ha ripercorso le tappe del progetto “Trulli – Mare”, soffermandosi sui risultati conseguiti ai vari livelli istituzionali. Rimarcando il significato di “Turismo Sostenibile”: “per certi versi ancora auspicabile, questo sistema turistico favorisce uno sviluppo economico durevole dei territori, non deteriorando i processi sociali locali – ha ricordato-. Un turismo in armonia con l’ambiente,
le comunità e le culture locali, dove le genti del posto sono i beneficiari e non le vittime, un sistema lontano dal turismo di massa che compromette il destino dei luoghi (ancora una volta il riferimento è andato a Gallipoli). Di qui l’invito a discernere “i turismi” dal turismo e a pianificare un’offerta molteplice, fedele al nostro paesaggio e alle identità culturali. “La Puglia come un grande capitale naturale, un ecosistema equilibrato e univoco; solo così potremo competere con le più ambite destinazioni turistiche” - ha concluso Lanzillotti. E sempre in questo solco si è inserito il prof. Pasquale Del Vecchio (ricercatore presso il Laboratorio di Ingegneria Economico Gestionale dell’Università del Salento), a lui il compito di fornire contributi su “Smart destination: il turismo tra le sfide del digitale e della sostenibilità”. “I nostri primi progetti sulle filiere d’eccellenza pugliese come agroalimentare e turismo risalgono al 2000 – ha premesso – fino a coniare nel 2014 #Apuliasmartdestination, ossia un modello strategico di sviluppo
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pensato per la nostra Regione, inteso come opportunità d’innovazione grazie alla tecnologia digitale. Un’innovazione dove lo smartphone, come strumento di comunicazione di massa, diventa indispensabile non solo per il turista in sé, ma anche per chi vive, anima e popola la filiera turistica. Non solo anche la destinazione, guardando alla nostra Regione, assume connotazioni turistiche diverse, superando la vecchia visione legata ai settori alberghiero, alle agenzie di viaggio, al ristorativo. La nuova destinazione turistica, la cosiddetta smart destination, guarda alla comunità nella sua totalità”. Grazie alla magica interazione delle tecnologie digitali, non più e solo gli operatori turistici in senso stretto diventano gli attori dell’industria turistica, ma acquistano valore la tradizione enogastronomica, l’identità culturale, quindi i sistemi museali, l’artigianato, e tutte quelle esperienze non convenzionali. “Il turismo – ha spiegato il prof. Del Vecchio - non è solo mare, ma tanto, tanto altro; un modello sostenibile di turismo richiede anche infrastrutture tecnologiche adeguate, viabilità e a corredo servizi innovativi”. Invece su “Puglia: un grande capitale naturale” è intervenuto l’avv Pug.
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Vito Bruno dell’ARPA Puglia, che a conferma di quanto già detto sulla sostenibilità, ha esordito: ”la nostra Regione ha un grande capitale naturale che richiede sicuramente un approccio conservativo, ma anche uno propositivo per produrre benefits anche in termini economici, possibilmente senza generare conflitti alle comunità (un riferimento è andato a Taranto). La tutela del mare è imprescindibile, non solo per una valorizzazione di tipo balneare che nella nostra regione è preminente, ma anche perché lo dispone l’Unione Europea – ha precisato – “. Un’impresa ardua, se si considera che la Puglia conta 1040 km di costa di cui 840 km destinati alla balneazione, 671 punti di controllo delle acque balneabili, 181 depuratori e diverse riserve naturali e aree marine protette. “Possiamo confermare con una nota d’orgoglio – ha precisato Bruno – che la qualità delle acque del nostro mare per il 2019 è eccellente, ma se la politica investisse sul rinnovo del parco depuratori, diverse operazioni di controllo sarebbero semplificate”. A conclusione l’Ass. Loredana Capone nel ritirare il premio Rotary Distretto 2120 per l’assidua opera di valorizzazione turistica in chiave sostenibile su scala internaziona-
le, ha illustrato il futuro turistico nella nostra Regione. “A noi manca – ha lamentato – una consapevolezza piena della nostra identità culturale. Il mare di Puglia è ricco di storia, non è solo balneazione. Le nostre sfide future? Sicuramente innovazione, ambiente e turismi, ma le scelte politiche saranno di equilibrio, perché un processo turistico è fortemente impattante. Cosa si può fare affinché la qualità della vita non peggiori sia per i turisti che per i residenti? Evitare lo spopolamento dei borghi per saturazione di B&B e movida? Noi non vogliamo questa prospettiva per la nostra Regione (il richiamo è andato nuovamente a Gallipoli) perché è un turismo di breve durata”. L’alternativa ad un turismo di massa, invasivo e impattante è impensabile senza un Piano Comunale del Commercio “Attualmente in Puglia appena due comuni lo hanno adottato – ha ribadito l’assessore. Poi occorre individuare i target turistici e organizzarsi con i servizi (es. a breve voli diretti Bari – Shanghai e Bari - Mosca). La Puglia non deve essere visitata solo in determinati luoghi e solo in certi periodi dell’anno, ma sempre, se vogliamo che duri e si traduca in fonte di reddito costante”.
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“SOSTENIBILITÀ E PROGRAMMAZIONE CHIAVI DI VOLTA PER RILANCIARE FILIERA GRANO”
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ostenibilità, programmazione e redditività: sono queste le tre chiavi di volta per rilanciare il settore e sono questi i principali obiettivi che perseguiamo, proseguendo sulla strada tracciata con l’intesa siglata dalle organizzazioni della filiera grano-pasta alla fine di dicembre 2017, fondamentale per valorizzare la qualità del grano duro italiano, sostenere gli agricoltori e rafforzare la competitività della pasta, puntando su una vera logica di sistema e di pari dignità”. Lo ha detto il presidente della Copagri Franco Verrascina, intervenendo a una tavola rotonda svoltasi nell’ambito della quarta edizione dell’iniziativa internazionale sulla filiera del grano “Durum Days 2019”, durante la quale è stato fatto il punto sulla
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produzione e sulla situazione del mercato del grano duro. “La sostenibilità va declinata in chiave ambientale e sociale, rispondendo alle legittime istanze che ci vengono dai consumatori e rifiutando nettamente tutte le logiche che fanno sì che i produttori agricoli vengano additati quali ‘avvelenatori’ dell’ambiente; tale idea di sostenibilità va sviluppata anche in chiave economica, partendo dal presupposto secondo cui fare qualità salvaguardando l’ambiente e il territorio ha un costo, che non può ricadere unicamente sulle spalle degli agricoltori”, ha osservato Verrascina. “La sostenibilità economica permette poi agli agricoltori e agli anelli della filiera grano-pasta di lavorare sul versante della programmazione e di guardare al
futuro con maggiore ottimismo e serenità”, ha continuato il presidente della Copagri. “Elemento trasversale a entrambe le questioni, quindi, è quello della redditività, punto sul quale bisogna continuare a lavorare, guardando con attenzione, ad esempio, ai grani antichi e a quelli biologici, che rappresentano due mercati in grande espansione e per i quali il consumatore è disposto a riconoscere una premialità maggiore. Senza reddito è difficile fare programmazione e guardare al futuro; una possibile soluzione sta nel fare sistema tra produttori, industria, distribuzione e consumatori, facendo sì che tutti si impegnino a garantire una equa remunerazione a ogni anello della catena”, ha concluso Verrascina.
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groalimentare
Il CIHEAM Bari ha organizzato a Palermo
Seconda conferenza mondiale su sistemi alimentari sostenibili nel Mediterraneo
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aggiori benefici per la salute e la nutrizione, minori impatti ambientali e ricchezza di biodiversità, alto valore socioculturale del cibo, positivi ritorni economici locali: oltre ad essere un modello alimentare salutare per le persone, la Dieta Mediterranea lo è anche per l’ambiente. Alcuni studi rivelano, infatti, che in media per ottenere 100 calorie la Dieta Mediterranea provoca un impatto ambientale inferiore di circa il 60% rispetto ad una alimentazione di tipo nordeuropeo o nordamericano. Di Strategie verso sistemi alimentari più sostenibili nella Regione mediterranea: la Dieta Mediterranea come volano per collegare consumi e produzioni in modo sostenibile e sano organizzata si è discusso durante la seconda conferenza mondiale a Palermo, organizzata da CIHEAM Bari (Centre International de Hautes Etudes Agronomiques Méditerranéennes)
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e Forum Mediterranean Food Cultures, con il sostegno di International Foundation on Mediterranean Diet (IFMeD), Union for the Mediterranean (UfM), Ministero italiano per gli affari esteri e della cooperazione internazionale, oltre a Regione Sicilia e Comune di Palermo. Un appuntamento molto atteso dalla comunità scientifica internazionale che, grazie alla partecipazione di un centinaio di esperti mondiali, si è articolato in 18 sessioni tematiche -lungo tre giornate in quattro sedi storiche nel cuore di Palermo- per dialogare su concetti e approcci metodologici più importati con l’obiettivo di migliorare la sostenibilità sia del consumo del cibo, sia della produzione dello stesso nei Paesi del Mediterraneo, utilizzando appunto la Dieta Mediterranea come leva. Tutte le sessioni tematiche hanno contribuito a sviluppare le conclusioni che hanno costituito
la call for action: appello di Palermo 2019 per un’azione comune nel Mediterraneo verso sistemi alimentari più sostenibili nel Mediterraneo, affinché venga attuato un cambio di rotta mirato a realizzare nel Mediterraneo un sistema alimentare più sostenibile. Rafforzare i sistemi alimentari per raggiungere gli obiettivi della CAPMED 2025 del CIHEAM -in linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite-, unendo la sostenibilità con la sicurezza alimentare; consolidare i dialoghi scientifici internazionali sul tema; indirizzare i legami tra cibo, nutrizione, risorse naturali e umane e gli scambi commerciali; la costruzione di una condivisione di ricerche, promuovendo le collaborazioni pubblico-privato e capitalizzando le opportunità che vengono dalle collaborazioni di diversi portatori d’interesse sono stati alcuni dei temi al centro del forum.
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BIOAGROTECH
I nutrizionali in agricoltura biologica I l cam b i ame n to c h e s ta at t raver s a n d o i l m o n d o d e l l’ag r i co lt u ra i n q u e s t i a n n i r i c erca s empre p i ù pro d ot t i i n g ra d o d i re g a lare, n e l r i s pe t to d e l la l e g g e, u n a co n c i maz i o n e n at u ra l e a t u t e la d e l la b i o d i ver s i tà. Rispetto della natura e di conseguenza della biodiversità sono proprio due imperativi Bioagrotech, un’azienda sammarinese che pone un impegno costante nel promuovere un’agricoltura sostenibile. Ricerca continua e nuove tecnologie si uniscono per dare vita a una linea di prodotti rispettosi dell’ambiente e in grado di rispondere dunque alle esigenze di mercato. La parola chiave per raggiungere questo obiettivo? Equilibrio. L’equilibrio nutrizionale delle colture, ottenuto grazie alla stimolazione dell’attività microbica agronomicamente utile. Un terreno più vivo ed equilibrato è la base per ottenere colture più forti e sane. Il bilanciamento perfetto della rizosfera, ovvero la parte di terreno dove risiedono le radici, è fondamentale in quanto la vita delle piante si basa proprio sui rapporti tra i vari microrganismi presenti nel terreno e l’apparato radicale. Questa sinergia tra batteri e
radici porta le piante a resistere meglio agli stress biotici e abiotici attraverso un incremento della SAR (Resistenza Sistemica Acquisita). I nostri prodotti, frutto delle nostre tecniche, stimolano e potenziano al tempo stesso il sistema immunitario della pianta, portando ad una riduzione dei fitofarmaci. Questo aspetto è fondamentale in quanto diminuendo l’uso dei fitosanitari si ottiene una diminuzione del rischio della presenza di residui nei raccolti. Per produrre a residuo zero sono
necessari esperienza e tecniche diverse, ma anche l’uso di prodotti come Zeolite Cubana Bioagrotech. Quest’ultima, grazie alle sue proprietà può essere utilizzata come ammendante per incrementare la fertilità del terreno e come corroborante per potenziare le difese naturali delle piante. La Zeolite Cubana, insieme di prodotti Bioagrotech, costituisce un potente alleato per coloro che si rivolgono a una filosofia bio rispettosa di quel patrimonio collettivo che è la natura.
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Al via la 5° edizione dell’unico concorso internazionale dedicato alle Lady del bar
Lady Amarena 2019
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banconi dei bar nel mondo si tingono sempre più di rosa: non ci sono dati ufficiali, ma parlano le adesioni costantemente in crescita all’unico concorso internazionale dedicato esclusivamente alle donne specialiste di mixology: Lady Amarena, nato nel 2015 in occasione del centenario dall’ “invenzione” dell’Amarena Fabbri. Le concorrenti sono arrivate a oltre 200 provenienti da 17 nazioni nel 2018, dopo che la competition è diventata internazionale e ha visto la nascita dell’edizione speciale Lady Amarena China, mercato in cui l’azienda opera già da decenni. Lady Amarena è tuttora l’unico concorso internazionale dedicato all’universo femminile della miscelazione professionale al mondo. Promuoviamo da sempre sia la formazione professionale sia la creazione di opportunità lavorative per i giovani, in particolare nell’universo femminile afferma Nicola Fabbri, quarta generazione della famiglia del fondatore. «Con Lady Amarena, però, vogliamo anche “usare” l’attenzione e la sensibilità proprie dell’indole femminile per promuovere un bere sempre più responsabile e consapevole, anche nei momenti di convivialità giovanile». L’edizione 2019 si caratterizza per la vocazione sempre più interna-
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zionale del concorso, che quest’anno si fa in 9. Saranno infatti 8, oltre l’Italia, i titoli nazionali assegnati nel corso della competizione: Lady Amarena Spagna, Singapore, Corea, Cipro, Romania, Cina, Nigeria, UAE. Una scelta geografica che evidenzia in particolare lo stretto legame dell’azienda con i mercati dell’Est Europa e l’Oriente, dove il prodottoicona Fabbri ha conquistato i palati dei consumatori locali. Oltre a quelle provenienti da queste nazioni possono iscriversi al concorso Barlady di tutto il mondo: accanto alle “regine” nazionali saranno infatti selezionate da una Global Desk Jury, tra tutte le concorrenti dal resto del mondo, altre tre finaliste. Saranno quindi in totale 12 le top Barlady partecipanti alla finalissima, in programma a Bologna per l’elezione di Lady Amarena 2019. Dal 20 maggio al 26 giugno le aspiranti Lady Amarena potranno iscriversi al concorso inviando, sul portale nazionale dedicato (per le 9 nazioni partecipanti) o sul portale internazionale (vedi tabella Digital platform & Collateral), la ricetta del proprio cocktail inedito, creato utilizzando Amarena Fabbri, Mixybar Amarena Fabbri o Marendry Bitter Fabbri. E’ necessario allegare anche una presentazione e un’immagine del cocktail: tutte le foto verranno
infatti racchiuse in una gallery dedicata sul sito della manifestazione. Il cocktail – alcolico o analcolico – dovrà contenere non più di cinque ingredienti. Largo anche a basi di caffè, latte o tè, pensati per un pubblico giovane, che ha voglia di sperimentare e che è attento all’aspetto salutistico. 5 i criteri da soddisfare: Gusto ed equilibrio - Presentazione ed estetica – Comunicazione sia orale che scritta, rigorosamente in inglese – Replicabilità (reperibilità degli ingredienti, tempo di esecuzione e costo finale) – Tecnica. Secondo questi criteri, i cocktail in gara dovranno superare più livelli di selezione da parte delle Giurie di esperti, che opereranno sia Desk sia Live in ciascuna nazione, in stretto coordinamento con gli uffici Fabbri1905 locali. Le Giurie arriveranno così a individuare la rosa delle 12 finaliste che voleranno a Bologna per un indimenticabile viaggio ospiti dell’azienda in occasione delle finali ad ottobre, durante le quali sfidarsi alla conquista del prestigioso titolo di Lady Amarena. Per maggiori informazioni, per tutti i dettagli e i regolamenti completi (in italiano e inglese) è consultabile il sito ladyamarena.it.
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