FOGLIE n.16/2016

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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE

si salvi chi può!

MALTEMPO: DISASTRO A FOGGIA E SI TEME PER VENDEMMIA A TARANTO, BRINDISI E LECCE

agricoltura

Banca delle terre agricole: cos’e’ e come funzionerà Il 10% delle az. agricole italiane ha chiesto soldi ad usurai agroalimentare

Consorzi di tutela: la presenza delle donne diventa un obbligo di legge turismo rurale

Bando MIBACT per la promozione turistica

N° 16 • 15 SETTEMBRE 2016





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ditoriale

L’export ortofrutticolo italiano nei primi sei mesi del 2016 15 settembre 2016 - n. 16 - Anno 11

Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE

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Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952 Editrice

G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione G.Ed.A. Giovani Editori Associati Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Paola Dileo, Nica Ruospo, Rino Pavone, Donatello Fanelli Pubblicità G.Ed.A Rino PAVONE r.pavone@foglie.tv 380 6328672 Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61/06 del 15/11/2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 9040264 Iscritta al Registro Operatori Comunicazione ROC n.26041 TESTATA GIORNALISTICA ACCREDITATA

l bilancio dei primi sei mesi del 2016 è molto soddisfacente per l’export ortofrutticolo italiano, che cresce sia in quantità che in valore. Il saldo è di circa 390 milioni di euro, con un incremento del 43,1% rispetto allo stesso periodo del 2015. In calo le importazioni sia in quantità che in valore. In termini assoluti nel periodo in esame l’Italia ha esportato circa 2,1 milioni di tonnellate di prodotti (+7,9%) per un valore di 2,25 miliardi di euro (+5,2%). Segno positivo per tutti i comparti: in quantità ortaggi (+15%), agrumi (+19,6%), frutta fresca (+1,8%) e frutta secca (+3,2%). Anche in valo-

re segno positivo per ortaggi (+4,3%), agrumi (+34%), frutta fresca (+0,8%) e frutta secca (+11,8%). Per quanto riguarda le importazioni l’Italia ha acquistato dall’estero circa 1,77 milioni di tonnellate di prodotti (-5,1%) per un valore di 1,86 miliardi di euro (-0,3%). Tra i singoli comparti incremento in volume solo per la frutta secca (+25,3%) e la frutta tropicale (+4,7%). Segno negativo per ortaggi (-0,5%), agrumi (-37,7%) e frutta fresca (-11,7%). In valore, segno positivo per ortaggi (+5,1%), frutta secca (+6,5%) e frutta tropicale (+1,9%); in calo agrumi (-17,8%) e frutta fresca (-9,4%).



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ommario

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editoriale

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export ortofrutticolo Bilancio dei primi sei mesi

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AGRICOLTURA

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mac fruit Innovation Award 2016

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pensioni Gap tra città e campagne

premio vincenzo caramia Premiata la Nazionale Italiana Cuochi

21 Puglia natura

progetto demoware Il riuso delle acque in agricoltura

Degustazioni e laboratori sensoriali

usura Quando il credito è nero

miele Crollo produzione Made in Italy

bando mibact Per la promozione turistica

23 un arcobaleno a tavola Sensibilizzazione nelle scuole turismo rurale

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italian variety club Contratto di Rete tra imprese

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maltempo Distrastri in Puglia primitivo di manduria Salva la vendemmia banca delle terre agricole Cos’è e come funziona

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agroalimentare

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consorzi di tutela Presenza obbligatoria delle donne

eventi

19 sagra uva rutigliano

Intervista a Giuseppe Valenzano


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gricoltura

78% COMUNI PUGLIESI A RISCHIO IDROGEOLOGICO

MALTEMPO: DISASTRO A FOGGIA E SI TEME PER VENDEMMIA A TARANTO, BRINDISI E LECCE

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di Rino PAVONE

ombe d’acqua e nubifragi hanno duramente colpito la Puglia. Ad avere la peggio la provincia di Foggia, con danni alle colture e alle strutture agricole a Lecce, Brindisi e Taranto, dove si teme per il proseguo della vendemmia. “Cordoglio alla famiglia del nostro socio che ha perso la vita trascinato dalla violenza di acqua e fango a San Severo – dice il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – in una area a forte rischio idrogeologico. In provincia di Foggia lo straripamento del torrente Candelaro ha gravemente danneggiato i comuni dell’area pedegarganica, da Sanpaolo di Civitate, San Severo,

Apricena, in particolare località Pettoricchio e La Foresta, a Sannicandro. Gravi danni anche a San marco in Lamis, duramente colpito da smottamenti e violenza delle acque miste a fango. Risultano distrutte le ultime partite di pomodoro non ancora raccolte e sono gravemente compromesse le operazioni di presemina già eseguite. Dalla zona nord di Brindisi a tutto il Salento sono caduti oltre 400 millimetri di acqua in pochi giorni”. La Puglia convive con un vero e proprio paradosso idrico. Se da un lato è dilaniata da annosi fenomeni siccitosi, dall’altro è colpita da alluvioni e piogge torrenziali, con l’aggravante che

l’acqua non viene riutilizzata a fini irrigui, a causa della carenza e/o mancanza di infrastrutture ad hoc. L’andamento climatico impazzito, poi, si abbatte su un territorio fragile, dove 232 comuni su 258 (78%) è a rischio idrogeologico con diversa pericolosità idraulica e/o geomorfologica. Sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni, secondo i dati ISPRA. “In provincia di Lecce i campi sono allagati – denuncia il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – e ciò desta forti preoccupazioni per il proseguo della vendemmia, perché se gli agricoltori non potranno entrare nelle campagne l’uva da vino andrà perduta, per non parlare degli attacchi di muffe che potrebbero, comunque, compromettere il prodotto. Medesima situazione a Ta-

ranto, nell’area del Primitivo. Nell’agro di Galatina una grandinata violenta ha danneggiato gli ortaggi. In provincia di Bari il rischio più grande lo corre l’uva da tavola che per le incessanti e violente piogge potrebbe spaccarsi o potrebbero verificarsi fenomeni quali il ‘cerchietto’ che rende l’uva invendibile. I danni reali saranno calcolabili solo nel medio periodo”. La furia dell’acqua ha allagato aziende e magazzini con i prodotti appena raccolti andati distrutti e colpisce il settore agricolo proprio all’inizio della vendemmia che è stata rinviata e si temono ora le conseguenze dell’umidità. Difficoltà alla viabilità nelle campagne per la presenza di detriti sulle strade allagate e danni a strutture e macchinari. I continui sbalzi termici non giova-

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no certamente al settore agricolo. Gli imprenditori si trovano ad affrontare fenomeni controversi, dove in poche ore si alternano eccezionali ondate di maltempo a caldo fuori stagione. Inoltre, in Puglia la terra frana a causa della mancanza di un’adeguata politica di prevenzione e di governo del territorio. Fenomeni meteorologici sempre più intensi, concentrati in poche ore e su aree circoscritte, con alluvioni e danni anche in aree non eccessivamente antropizzate fa emergere la necessità di considerare i loro effetti per pianificare e programmare le politiche territoriali nei prossimi anni. Rivestono rilevanza determinante le azioni di prevenzione del rischio idraulico e di difesa del suolo nonché le azioni per la disponibilità di risorse idriche nei tempi e nei luoghi dove i settori economici le richiedono. www.foglie.tv


L’80% di uva è stato raccolto

Primitivo di Manduria: salva la vendemmia

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salva la vendemmia nelle zone del Primitivo di Manduria. Il forte maltempo che ha duramente colpito la Puglia non ha compromesso eccessivamente la raccolta dell’uva nei circa 3.140 ettari di vigneti che costituiscono la denominazione del Primitivo di Manduria. “Questo perché un buon 80% di uva è stato raccolto, chicchi di ottima qualità che preannunciano un ottimo vino - afferma Roberto Erario, presidente

del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria - I vigneti stanno reggendo bene anche grazie alle scelte di adottare le misure Ocm che hanno permesso così miglioramenti delle tecniche di gestione dei vigneti, in particolare l’introduzione di sistemi avanzati di produzione sostenibile.” “Vorrei ringraziare tutti i vignaioli che si stanno dedicando anima e corpo alla raccolta dell’uva – conclude Erario - Un lavoro che andrà avanti fino a

fine mese e che poi lascerà posto agli step successivi della filiera del vino, selezione del frutto, fermentazione, svinatura fino all’imbottigliamento finale. Il Primitivo di Manduria è ormai un brand riconosciuto in tutto il mondo grazie al lavoro dei produttori e vinificatori che, con passione e abili capacità, producono questo vino straordinario. Un’eccellenza che ha conquistato e sta conquistando fette di mercato importanti”.

Maci (Cantine Due Palme) chiede lo stato di crisi

Salento devastato dalle piogge, vendemmia a rischio

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revedere una perdita di produzione del 50% delle uve sui nostri territori se il tempo non migliora – afferma Angelo Maci presidente di Cantine Due Palme - è un rischio che prende sempre più forma. La situazione si palesa sempre più difficile e drammatica e mi auguro che le Istituzioni non ci lascino soli in questo momento terribile per la viticoltura salentina». È preoccupato Angelo Maci e lo è per tutti i soci di Due Palme che dalle persistenti piogge stanno subendo un danno ingente. Dopo l’assemblea straordinaria dei soci, alla quale ha partecipato anche il sen Dario Stefàno, si è deciso di scrivere alle Istituzioni regionali e nazionali chiedendo il supporto a una viticoltura che rischia di fare la conta dei danni più che delle uve raccolte. «Le piogge incessanti e alluvionali verificatesi a partire dal 6 settembre su tutto il territorio salentino ed in parti-

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colare quello di pertinenza di Cantine due Palme che comprende 19 comuni tra le province di Brindisi, Lecce e Taranto, hanno determinato danni gravissimi e irreparabili alle uve che si apprestavano ad essere vendemmiate – si legge nella nota - Tali eventi eccezionali, sia per il periodo sia per l’ingente quantità di acqua caduta, con piogge che hanno totalizzato circa 200 mm complessivi in appena 6 giorni, unitamente ad alti tassi di umidità persistenti in periodo di inizio vendemmia, stanno provocando muffe e marciumi su tutte le cultivar di uva in genere. Tale situazione sta causando grave decadimento della qualità generale delle produzioni di uva ricadenti in zone doc di elezione. Il persistere delle piogge e la quantità eccezionale caduta nei terreni vitati, non permette ai viticoltori di poter iniziare le operazioni di vendemmia, ma soprattutto non dà la possibilità di utilizzare

vendemmiatrici, trattrici e agevolatrici in genere per raccogliere le uve. I terreni risultano intrisi di acqua come nel periodo invernale e molti sono completamente allagati. Ad oggi dei 2400 ettari vitati di proprietà dei soci della cooperativa Due Palme ne sono stati raccolti solo 400, appena il 15% . Restano da raccogliere ancora 2000 ettari. Il persistere delle attuali condizioni con i continui allerta meteo emessi anche dalle Prefetture, fa presagire la perdita totale della produzione in molte aziende”.

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gricoltura

Gestita dall’Ismea

Banca delle terre agricole: cos’e’ e come funzionerà

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i chiama “Banca delle terre agricole”, è gestita dall’Ismea (l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) e offre un inventario completo della domanda e offerta dei terreni e delle aziende agricole. E’ quanto disposto dall’Art. 16 della Legge n. 154 del 28 luglio 2016 (cd. “Collegato agricolo”) in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitività per il settore agricolo e agroalimentare (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 186 del 10 agosto 2016). La Banca delle terre agricole sarà istituita entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge (25 agosto 2016), con l’utilizzo delle sole risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente. La Banca avrà l’obiettivo di costituire un inventario completo della domanda e dell’offerta dei terreni e delle aziende agricoli, che si ren-

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dono disponibili anche a seguito di abbandono dell’attività produttiva e di prepensionamenti, raccogliendo, organizzando e dando pubblicità alle informazioni necessarie sulle caratteristiche naturali, strutturali e infrastrutturali dei medesimi, sulle modalità e condizioni di cessione e di acquisto degli stessi, nonché sulle procedure di accesso alle agevolazioni. L’Ismea potrà anche presentare uno o più programmi o progetti di ricomposizione fondiaria, con l’obiettivo di individuare comprensori territoriali nei quali promuovere aziende dimostrative o aziende pilota. L’istituto inoltre potrà stipulare apposite convenzioni con gli assessorati regionali e provinciali competenti e promuovere forme di collaborazione e di partecipazione con le organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative e con le Università e gli istituti superiori.

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groalimentare

Adeguamento degli Statuti entro 6 mesi dal 25 agosto 2016

Consorzi di tutela: la presenza delle donne diventa un obbligo di legge

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isposizioni in materia di parità tra i sessi nei Consorzi di tutela sono state inserite all’Art. 2 della Legge n. 154 del 28 luglio 2016 (cd. “Collegato agricolo”) in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitività per il settore agricolo e agroalimentare (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 186 del 10 agosto 2016). Lo statuto dei Consorzi di tutela prevede che il riparto degli amministratori da eleggere sia effettuato in base a un criterio che assicuri l’equilibrio tra i sessi, ai sensi del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 novembre 2012, n. 251. Lo statuto dei Consorzi deve prevedere che il riparto degli amministratori da eleggere sia effettuato in base a un criterio che assicuri l’equilibrio tra i sessi, ai sensi del regolamento di cui sempre al suddetto decreto Presidente della Repubblica 30 novembre 2012, n. 251. I Consorzi di tutela provvedono ad adeguare i propri statuti entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge (25 agosto 2016), as-

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sicurando il rispetto delle disposizioni di cui ai due commi summenzionati. I consorzi di tutela assicurano il rispetto della composizione degli organi sociali anche in caso di sostituzione, per tre mandati consecutivi a partire dal primo rinnovo successivo alla data di entrata in vigore della presente legge. Per il primo mandato successivo alla data di entrata in vigore della presente legge, la quota riservata al sesso meno rappresentato è pari ad almeno un quinto del numero dei componenti dell’organo. La norma che si inserisce in un contesto – quello italiano – in cui la presenza femminile nell’agroalimentare è sempre più forte (nell’ultimo anno sono cresciute del 76% le giovani imprenditrici agricole) ed è più rilevante rispetto ad altri settori (in Italia oggi il 33% delle aziende agricole e il 28% delle imprese agroalimentari sono guidate da donne, mentre complessivamente le imprese a guide femminile nell’economia italiana sono il 23% del totale). Secondo AICIG, Associazione Italiana Consorzi Indicazione Geografica, che rappresenta circa il 95% del-

la produzione DOP/IGP e FEDERDOC, Confederazione Nazionale dei Consorzi Volontari Tutela Denominazioni dei Vini Italiani, che rappresenta circa l’85% della produzione DOP, la scelta del Governo dimostra che tale misura è stata presa non solo senza consultare i Consorzi, ma anche senza essersi informati di come è strutturata tale rappresentanza. I Consigli di amministrazione dei Consorzi di Tutela, infatti, sono organismi eletti in base alla composizione della base sociale di ogni Consorzio, cioè delle diverse categorie degli utilizzatori delle Denominazioni, secondo l’entità della produzione rappresentata.

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gricoltura

PER IL SISTEMA DI CONSERVAZIONE E REFRIGERAZIONE PASSIVA E OZONO

DE NORA SI AGGIUDICA LA MEDAGLIA D’ORO MACFRUT INNOVATION AWARD 2016

è

De Nora, la vincitrice del Macfrut Innovation Award, promosso da L’Informatore Agrario e Cesena Fiera e volto a individuare le migliori innovazioni tecnologiche per sostenibilità ambientale, sostenibilità economica, miglioramento della qualità dei prodotti in ambito ortofrutticolo. Il contributo di De Nora, in questi termini, è stato quello di investire costantemente in innovazione per la realizzazione di sistemi tecnologici compatti, a basso impatto ambientale, per la produzione on site e on demand di soluzioni che non prevedono l’uso di prodotti chimici. La premiazione di De Nora con la medaglia d’oro Macfrut Innovation Award è avvenuta presso la Macfrut Innovation Hall. Un’area speciale è stata allestita per ospitare il prodotto vincitore mentre la targa e la medaglia d’oro sono state esposte presso lo stand De Nora durante tutta la durata della kermesse.

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Il progetto presentato da De Nora, sviluppato partendo da una iniziativa finanziata dal Programma di sviluppo rurale veneto 2007-2013, conclusa nel 2015, riguarda un nuovo sistema di conservazione di prodotti ortofrutticoli per il trasporto sia in cella sia in container, che si basa su refrigerazione passiva e ozono. L’impiego di ozono gassoso nelle celle di conservazione consente infatti una riduzione sostanziale della carica microbica con un conseguente contenimento della deperibilità dei prodotti, rallentamento dei processi di maturazione, diminuzione delle perdite e maggiore shelf life del prodotto ortofrutticolo. Cristian Carboni, Food Market & Applications Manager di De Nora, sottolinea: ”A Macfrut, i visitatori che sono stati al nostro stand hanno avuto modo di conoscere nel dettaglio tutti i protocolli e le novità che riguardano la conservazione degli ortofrutticoli grazie al sistema appena premia-

to”. Al progetto hanno partecipato Cristiana Furiani di Geofur, Cristian Carboni, Ozone Application specialist di De Nora, Paolo Manzan, del Consorzio di tutela del radicchio rosso di Treviso e variegato di Castelfranco Veneto IGP, Giovanni Aldegheri di Confcooperative Unione di Verona, Luca Sgardiolo, di Ortoromi, Federico Baruzzi dell’Istituto di Scienze delle produzioni alimentari (Cnr-Ispa) di Bari e Thaer Yassen, dell’Istituto agronomico mediterraneo di Bari (Iam). De Nora è una multinazionale italiana leader nella creazione di prodotti e tecnologie per la crescita sostenibile, risparmio energetico e trattamento delle acque: è presente in 11 Paesi del mondo con 29 sedi, 13 stabilimenti produttivi, servendo clienti in 119 Paesi. I centri di ricerca & sviluppo sono in Italia, Usa e Giappone. Attualmente la Società detiene 344 famiglie di brevetti con più di 2000 estensioni.

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groalimentare

Gli chef azzurri, staffette preziose del buon cibo made in Italy

Alla NIC (Nazionale Italiana Cuochi) il premio “Vincenzo Caramia” 2016

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di Paola DILEO

erve la buona cucina per valorizzare l’enogastronomia di qualità”. Così Giuseppe Caramia della Phain Promoter (selezione di eccellenze food e wine per la ristorazione ) apostrofa il Premio “Vincenzo Caramia” 2016, giunto alla IV edizione. Premio istituito in ricordo del caro papà, imprenditore illuminato, precursore del recupero e valorizzazione della culinaria tipica, a cominciare da quella della sua terra, Martinafranca. L’iniziativa ospite dell’elegante ristorante “Il Fagiano”, a Selva di Fasano, si è riproposta come occasione esclusiva anche per il lancio delle novità che vanno

ad arricchire la già superba collezione della Phain Promoter: un mix di prodotti alimentari DOP, IGP, Slow Food e comunque con una storia inscindibilmente ad un territorio, alla biodiversità, alle specificità pedoclimatiche, al sapere umano tramandato gelosamente di generazione in generazione. Con queste premesse il Premio Vincenzo Caramia 2016 non poteva che andare alla NIC (Nazionale Italiana Cuochi) guidata dal team manager Daniele Caldarulo. “Una costola del della FIC (Federazione Italiana Cuochi) che mantiene il buon nome del cibo italiano a livello internazionale” – ha tenuto a precisare Giuseppe C. nell’annuncia-

re la motivazione del riconoscimento - :”Un gruppo forte e coeso che rappresenta la più alta espressione dell’arte culinaria italiana nel mondo. Team che con passione , sacrificio e abnegazione valorizza la cultura enogastronomica in un blend di saperi e sapori”. Come quelli condivisi con la squadra azzurra nella originale cena di gala, all’insegna di un percorso sensoriale diretto magi-

stralmente da Rudy Lazzaro (Delegazione AIS – Taranto - Associazione Italiana Sommelier) e da Giuseppe Caramia. Nel ritirare il premio, il caratteristico “pomo” in ceramica di fattura pugliese (di Grottaglie), lo chef Caldarulo ha illustrato gli imminenti impegni agonistici della NIC, in particolare le Olimpiadi di Cucina, in programma dal 22 al 25 ottobre a Erfurt (Germania) e il

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Global Chefs Challange che si terrà prossimamente a Salonicco (Grecia). “Come sempre – ha ricordato il team manager – la nostra mission sarà quella di rappresentare degnamente la nostra cultura alimentare. Nella doppia veste di ambasciatori – divulgatori, non mancheranno spunti per affrontare temi di estrema attualità come il mangiar sano e la dieta mediterranea”.

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gricoltura

A COLTIVATORI ‘SENIOR’ 480 EURO

PENSIONI: GAP TRA CITTA’ E CAMPAGNE

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n laboratorio di idee nel settore agricolo, anche alla luce del nuovo PSR, che possa attivare. mediante servizi molto innovativi, attività di welfare rivolte agli anziani e alle famiglie, in modo che le imprese agricole possano rappresentare una risorsa utile per rafforzare la rete di protezione nelle campagne e consentire una migliore qualità della vita nelle aree rurali, alla lue delle novità anticipate dal Governo Renzi e delle misure della Regione Puglia già in cantiere. “I nostri ‘senior’ che devono rimanere nelle aziende agricole per sempre comprendono la difficile situazione

del Paese – ha dichiarato il Presidente della Federpensionati Coldiretti, Giorgio Grenzi, nel corso del convegno alla Fiera del Levante - ma non possono tacere sull’insostenibilità sociale della situazione dei coltivatori pensionati e delle loro famiglie, sulle quali si vanno sempre più scaricando i disservizi e le insufficienze dell’intervento pubblico. Stiamo lavorando su due progetti, nel dettaglio lo ‘Sprint – Italia Longeva’, primo studio clinico europeo che mira a sviluppare una strategia di prevenzione puntando su cibo, movimento e tecnologia, e il protocollo d’intesa con l’INPS attraverso il CUPLA (Co-

mitato Unitario Pensionati Lavoro Autonomo) per elevare le pensioni minime. La nuova agricoltura che ha saputo conciliare innovazione con la tradizione non può fare a meno del patrimonio di esperienza degli anziani all’interno delle nostre aziende dove sono una grande risorsa. L’intera società ha fame di conoscenza del mondo agricolo, come conferma il crescente protagonismo degli agricoltori pensionati nella società civile, dalle scuole agli orti urbani fino ai progetti di integrazione dei soggetti più deboli”.“ La maggioranza dei ‘senior’ in agricoltura – secondo Coldiretti Puglia -

riceve meno della metà di mille euro e da qui la necessità di intervenire per recuperare il potere di acquisto delle pensioni più basse. “In Puglia sono circa 210 mila pensionati dei lavoro autonomo – 63 mila coltivatori diretti, 73 mila artigiani ed altrettanti commercianti - con un’altissima percentuale di pensioni integrate al minimo – ha aggiunto il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele che stanno vivendo un momento di grande difficoltà, ma che, nonostante tutto, sono impegnati nel presidio territoriale nelle aree rurali dove sono spesso il motore di iniziative ed esperienze culturali e di solidarietà. Secondo i dati dell’analisi territoriale dell’Istat sui trattamenti pensionistici, esiste una disparità di trattamenti nelle aree rurali alla quale si aggiunge la carenza di servizi sociali

che rende più complessa la vita degli anziani”. Da qui la necessità di intervenire per recuperare il potere di acquisto delle pensioni più basse; eliminare ogni forma di discriminazione fra lavoratori dipendenti ed autonomi anche per quanto attiene gli assegni familiari; riconoscere un sostegno per le famiglie che si fanno carico di accudire in casa gli anziani con disabilità e/o non autosufficienza; definire i livelli essenziali di assistenza previsto dalla Legge 328/2000; potenziare i servizi di prevenzione presso gli ambulatori di medicina generale allo scopo di assicurare, agli anziani a basso reddito, gli accertamenti diagnostici in forma ambulatoriale, con riduzione delle liste di attesa, dei ricoveri in ospedale e della spesa sanitaria. “I continui tagli apportati alla spe-

sa sociale, la notevole riduzione del Fondo per la non autosufficienza – conclude il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – e le addizionali IRPEF stanno scaricando sulle famiglie l’inadeguatezza dei servizi pubblici per gli anziani e per i non autosufficienti e stanno minando la stessa qualità della vita dei nostri pensionati, una risorsa e un patrimonio da salvaguardare”. Va anche riconosciuto un sostegno alle famiglie che si fanno carico di accudire in casa gli anziani con disabilità e/o non autosufficienza. E’ evidente l’insostenibilità sociale della situazione a carico dei coltivatori pensionati e delle loro famiglie, sui quali si vanno sempre più scaricando i disservizi e le insufficienze dell’intervento pubblico.

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gricoltura

Nell’ambito del progetto europeo Demoware

UN DIMOSTRATORE D’AVANGUARDIA PER IL RIUSO DELLE ACQUE IN AGRICOLTURA

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n Europa si registra uno squilibrio preoccupante fra la domanda di acqua dolce, sempre crescente, e la sua disponibilità. Tra i settori produttivi che richiedono maggiori risorse idriche, l’agricoltura è il principale e in alcune zone utilizza oltre l’80% dell’acqua disponibile: un più ampio ricorso alle acque reflue trattate potrebbe soddisfare le esigenze in agricoltura. Un esempio di riuso delle acque a fini agroindustrialI avviene in Puglia, a Stornarella (FG), in cui viene effettuata la depurazione delle acque a fini irrigui per la produzione agroalimentare, attraverso uno dei 10 siti dimostratori del progetto DEMOWARE, gestito dalla società Fiordelisi insieme all’IRSA CNR, sede di Bari. Delle tecnologie utilizzate nel dimostratore di Capitanata e dei benefici e delle opportunità per il riuso delle acque in agricoltura in Puglia si è discusso nel workshop “Benefici e opportunità per il riuso delle acque in agricoltura”,

nell’ambito dell’ottantesima edizione della Fiera del Levante. L’incontro è stato organizzato da ARTI - Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione, in collaborazione con IRSA CNR e l’azienda Fiordelisi, nell’ambito del progetto europeo DEMOWARE, finanziato dall’Unione Europea attraverso il 7°PQ, che ha l’obiettivo di promuovere l’utilizzo delle acque reflue. Obiettivo dell’iniziativa è illustrare i vantaggi del riutilizzo a fini agroindustriali delle acque reflue, attraverso la presentazione dei risultati del progetto DEMOWARE e delle opportunità offerte dalle politiche regionali ed europee sul tema. L’evento ha avuto inizio con i saluti istituzionali di Domenico Santorsola e Leonardo Di Gioia, rispettivamente assessori regionali alla Qualità dell’ambiente e all’Agricoltura e Risorse Agroalimentari, e di Vito Albino, commissario straordinario di ARTI. Di seguito, i referenti dei partner pugliesi di DEMOWARE (Carlo Gadaleta

Caldarola – project manager di ARTI, Alfieri Pollice – IRSA CNR, Giovanni Fiordelisi – Fiordelisi Srl) hanno presentato le attività e i risultati del progetto in Puglia. La sessione successiva è stata dedicata alla presentazione delle politiche regionali per il riuso delle acque in agricoltura (a cura di Luca Limongelli, dirigente regionale della sezione Risorse Idriche), del posizionamento pugliese nei network europei nel settore idrico (a cura di Paolo Casalino, dirigente regionale del servizio Rappresentanza della Regione Puglia a Bruxelles) e dei finanziamenti europei nel settore idrico (a cura di Manlio Cassandro, dello Studio Cassandro). L’iniziativa, moderata da Umberto Fratino del Politecnico di Bari, è terminata con una sessione di domande e risposte. L’evento, gratuito, è stato accreditato presso l’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Bari e l’Ordine dei Geologi di Puglia.

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NITRON

L’OP Arca Fruit

in Fiera del Levante 2016

presentazione in campo del concime bio Abomin

presenta le opportunità per l’ortofrutta

Il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, accompagnato dal direttore del Dipartimento Politiche della salute, Giovanni Gorgoni, ha inaugurato oggi il padiglione istituzionale della Regione Puglia (152) allestito presso la Fiera del Levante, interamente dedicato alla salute , al benessere e al dono.

Nitron, azienda americana leader dei concimi, in collaborazione con Doctor Farmer, azienda di ricerca, assistenza e rappresentanza in ambito agricolo, ha organizzato martedì 6 Settembre 2016 presso l’azienda Agricola Mazzone un pomeriggio in campo sulle “nuove frontiere della nutrizione della vite da tavola.

L’OP Arca Fruit, una fra le più importanti OP ortofrutticole pugliesi, ha organizzato un incontro presso la Centrale Ortofrutticola di Bisceglie per supportare i produttori associati e le aziende agricole che vorranno usufruire dei contributi del PSR Puglia 2014/2020.

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La Regione Puglia



T R urismo

urale

Candidati a finanziamento quattro progetti per quattro aggregazioni di Comuni

Bando Mibact per la promozione turistica

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uattro progetti per quattro aggregazioni di Comuni pugliesi sono stati candidati nell’ambito del Bando promosso dal MIBACT che finanzia, con 5,6 milioni di euro, interventi per la valorizzazione delle aree di attrazione culturale. All’interno di questi raggruppamenti tutti i Comuni della Terra di Bari, sotto il coordinamento della Città metropolitana, hanno elaborato quattro progetti da oltre 300 mila euro l’uno che saranno utili a sostenere spese per l’acquisizione di servizi e consulenze dedicate all’elaborazione e predisposizione di progetti di gestione o riqualificazione dei maggiori attrattori culturali presenti in ogni città. Si parte da “Route 96. La Murgia dell’Uomo”, con Altamura Comune capofila, che vede la partecipazione di Bitonto, Palo del Colle, Toritto, Cassano delle Murge, Santeramo in Colle, Gravina in Puglia. L’idea è quella di progettare sulla direttrice SS 96, oggetto di un importante investimento infrastrutturale in corso, un’azione di valorizzazione e gestione integrata degli attrattori locali più

importanti, rievocando le suggestioni della famosa Route 66 americana, nota per aver favorito la crescita di alcuni territori USA. Si passa, poi, al progetto denominato “Valle d’Itria, Civiltà della Grazia”, che vede coinvolti i Comuni di Alberobello, Carovigno, Castellana Grotte, Ceglie Messapica, Cisternino, Fasano, Locorotondo, Martina Franca, Monopoli, Noci, Ostuni, Putignano, San Michele Salentino, San Vito dei Normanni, Villa Castelli. Un programma che si ispira alle emozioni e visioni poeticamente illustrate nel diario di viaggio del celebre critico d’arte Cesare Brandi quando così descriveva la Valle d’Itria: “tutta naturalità questa campagna: pianificata come una città, modellata come una statua, dipinta come un quadro, territorio in cui paesaggio agrario, architettura, arte si fondono in una visione senza barriere: campi, pascoli, colline, pianure, città, castelli, campanili, si mostrano come in un concerto dove ogni strumento ha un suono, mentre ogni colore sembra uscito dalle mani di tessitori che con mille fili e mille colori hanno trasformato queste terre in una magnifica arazzeria”.

Per finire con i restanti due progetti: “I Gioielli della Corona”, che ha come capofila il Comune di Bari e che vede la partecipazione di Acquaviva delle Fonti, Adelfia, Bitritto, Binetto, Bitetto, Capurso, Cellamare, Giovinazzo, Grumo Appula, Modugno, Triggiano, Valenzano, e Sannicandro, incentrato sulla valorizzazione dei castelli, dei centri antichi, delle chiese e “TerrAmare” con Polignano capofila e i Comuni di Conversano, Rutigliano, Casamassima, Turi, Mola di Bari, Noicattaro, Gioia del Colle, Sammichele di Bari. Un progetto, quest’ultimo, incentrato, su due aspetti: da un lato gli elementi ambientali e naturali, tutti accomunati dalla presenza dell’acqua, nelle molteplici forme (mare, laghi, lame, coste frastagliate, porti), dall’altro la storia nel suo divenire lento che ha segnato il territorio di testimonianze antiche e moderne. Un patrimonio archeologico di rilievo nazionale quale quello di Monte Sannace, cui si legano gli altri siti archeologici testimonianza dell’antico rilievo di questi luoghi, villaggi, chiese rupestri, jazzi, torri costiere, masserie che si aggiungono ai più noti castelli, cattedrali, monasteri ed

abbazie e alle più recenti testimonianze di archeologia industriale. “Con il sindaco Decaro e il vicesindaco Abbaticchio abbiamo lavorato in sinergia con tutti i Comuni - dichiara la Consigliera delegata ai beni culturali, Francesca Pietroforte –. La prospettiva è quella di assicurare la permanenza dei turisti nella Città metropo-

litana potenziando e diversificando l’offerta attraverso la Bari guest card che integra trasporti, visite ai beni culturali e ambientali. È importante, quindi, riuscire a intercettare tutti i finanziamenti che ci vengono messi a disposizione per tesaurizzare le infinite potenzialità della Terra di Bari in termini culturali e turistici. Se Bari è già la prima

città della Regione Puglia in termini di arrivi e presenze, siamo consapevoli del fatto che solo un’attenta politica culturale che sappia investire nell’area metropolitana, decentrando l’offerta e mettendo in luce il patrimonio anche dei centri più piccoli, possa essere la chiave per rafforzare e ampliare questo risultato”.

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Abbiamo intervistato Giuseppe Valenzano Assessore all’ Agricoltura

SAGRA DELL’UVA, dal 24 settembre A RUTIGLIANO

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uali sono le principali novità di quest’anno?

- Le novità di quest’anno sono, la possibilità di assistere all’interno dello stand dell’Assessorato alla Agricoltura una mostra pomologica itinerante delle varie qualità delle uve apirene così si da dare una corretta informazione ed opportunità per le imprese agricoli; inoltre, abbiamo l’occasione di una mobilità, di un contatto da parte della cittadinanza , locale, sostenibile, con maratone e ciclo-pedalate da tenersi sul territorio di Rutigliano, nei giorni della Sagra, affinché si possa far conoscere il nostro territorio, oltre quello cittadino, il nostro centro storico, le chiese, anche quello rurale, le nostre vigne, le masserie fortificate, fra le oasi naturali che abbiamo, basti pensare all’ Oasi Materdomini, Masseria della Madonna, Masseria Panicelli, le quali mostrano un pregio storico-architettonico. Quale è il significato e cosa vuole rappresentare sul territorio la sagra dell’uva? - La sagra dell’uva è principalmente un giorni di festa che con allegria, con capacità, con inventiva, con progetti, vuole tentare di promuovere il nostro prodotto principe, ed una delle novità di quest’anno è proprio questa, noi non vogliamo parlare un solo giorno della nostra uva e poi dimenticarcene per i restanti giorni dell’anno, noi stiamo promuovendo già da adesso la nostra Sagra dell’ Uva in Fiera del Levante, affinché si possa dare continuità, che dire “oggi Fiera del Legante, 24 e 25 settembre Sagra dell’uva, per poi consolidare questo percorso nella -Fruit Attraction- , 5-7 ottobre prossimo, per poi arrivare preparati ed arricchiti di documentazioni, incontri, seminari, idee e progetti a Berlino il prossimo febbraio”. Vogliamo essere presenti sull’argomento tutto l’anno, l’importante è far conoscere attraverso qualsiasi mezzo, i nostri prodotti, che sia l’uva da tavola, che sia il grano buono di Rutigliano, che siano le ciliegie, unitamente al nostro territorio. Dobbiamo partire dal nostro territorio, dai nostri metodi di produzione, sempre più sostenibili, che guadano ad un prodotto sempre più biologico, finalizzato ad un prodotto più genuino, nel rispetto del consumatore. N° 16 - 15 settembre 2016

Quale è la situazione del mercato di riferimento dell’evento? - Siamo di grandi idee e progetti, guardiamo ovviamente all’ Europa ma non abbiamo confini, in una ottica globale del mondo, con progetti che ci vede interessati su paesi europei. Partire dall’europa per affacciarci al resto del mondo. Per questo tipo di promozione la Puglia ne è una testimonianza, ormai è in completa espansione, ogni anno implementa il turismo, e vogliamo far conoscere ciò, con testimoniante, nelle fiere a seguire, con strumenti tecnologicamente avanzati, facendo filmati, interviste, coinvolgendo i cittadini, i consumatori, facendo conoscere i nostri usi e costumi. Questo è lo spirito del nostro assessorato. Seguire un percorso che si è già avviato dove vede la Puglia motore della nostra nazione, far capire che la locomotiva del paese Italia molto probabilmente, anzi sicuramente la nostra regione, la quale da qualche anno sta svolgendo questo ruolo e lo sta svolgendo a pieno e con molta professionalità e con molto merito.

abbiamo la fortuna di avere all’interno del nostro stand, l’amico, il dott. Michele Mirabella, chi meglio di lui con le sue capacità e qualità culturali e professionali, che ci illustrerà le qualità nutrizionali dei nostri prodotti e delle nostre eccellenze. Secondo me avremo il massimo della comunicazione e della professionalità la sera del 24, unitamente all’ esperto agronomo Dott. Vittorio Filì curerà il confronto. Dopodiché passeremo alla sera del 25 alla carta stampata: Sole 24 ore e con Agrisole parteciperà a questa iniziativa il Dott. Vincenzo Rutigliano, esperto appunto del settore agroalimentare che procederà con i nostri ospiti, vale a dire le Istituzioni, perché noi crediamo nelle Istituzioni, però vogliamo che esse facciano il proprio lavoro, affinché si creino sinergie per nuove iniziative.

Si affronterà il tema dell’internazionalizzazione? - Certo, in tema di internazionalizzazione non abbiamo problemi, la Puglia è capace di interfacciarsi, è capace di condividere, di rispettare altre usanze e costumi, altre religioni, abbiamo questa capacità di mediare, di confrontarci e rispettare il prossimo, e perché no essere rispettati in egual misura I principali convegni presenti - Avremo la possibilità di assistere entrambi i giorni di convegni. Noi puntiamo sulla comunicazione che riteniamo essere la chiave di volta dell’ impresa, dell’ incentivo dei consumi, della conoscenza, essa gioca un ruolo importantissimo nella nostra società, quindi abbiamo puntato appunto a figure come Duccio Caccioni, noto esperto nazionale di marketing agroalimentare, il quale sta adottando sistemi di comunicazione molto convincenti, basta cercarlo sul web e vedere i suoi programmi per capire quanta professionalità mette a disposizione per diffondere questi sistemi comunicativi di alto profilo. Allo stesso tempo, quest’anno

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Degustazioni, performance interattive e laboratori sensoriali

Puglia Natura, dal gelato biologico al panino all’amatriciana

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uglia Natura - Il biologico di casa nostra”: è stato il nome della mostra mercato animata da una selezione di aziende pugliesi che hanno esposto le migliori produzioni agroalimentari biologiche nella galleria 13 della Fiera del Levante. L’iniziativa è stata organizzata dal Consorzio Puglia Natura in partnership con la Regione Puglia (fondi Feasr, misura 3.2). Tra gli spazi, due food corner per le degustazioni: il primo dedicato al gelato 100% Bio e il secondo al panino all’amatriciana: per ogni acquisto due euro sono stati devoluti in beneficenza a sostegno della comunità di Amatrice. Uno spazio showcooking, invece, è stato organizzato in collaborazione con De Candia Rappresentanze e l’Istituto professionale alberghiero Perotti di Bari. Focus sull’agricoltura sociale, inoltre, a cura di Rete Utile Buono e Bio, la rete di distribuzione locale di alimenti biologici 100 per cento sociale: insieme alle eccellenze del biologico pugliese, favorisce il lavoro utile di persone svantaggiate, nella produzione e distribuzione dei prodotti. Puglia Natura ha dedicato ai bioimprenditori

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di Rino PAVONE un infopoint a cura di Rete Tecnica Puglia Natura, il network di oltre 100 agronomi al servizio delle bioimprese. Spazio anche all’interazione con il workshop “Il selvatico di Puglia” a cura di Orto Circuito e al teatro con “Minestrone biologico” della compagnia Koinè, per approfondire tra il ludico e il didattico, i temi della corretta alimentazione e del consumo responsabile. L’enorme diffusione dell’agricoltura biologica in Puglia – hanno sottolineato gli organizzatori di Puglia Natura - con più di 8mila operatori e una superficie coltivata di oltre 200mila ettari, testimonia il consolidarsi di un trend positivo. Con un volume di fatturato stimato di circa 500 milioni di euro, superiore al 20 per cento dell’intera produzione lorda vendibile agricola della Puglia, il biologico si posiziona come prodotto ad alto valore aggiunto rispetto alle produzioni tradizionali. Questi dati impongono il bio come un solido settore produttivo e commerciale in grado di rispondere a una precisa esigenza di mercato, un settore che non è più una “nicchia”, ma un elemento trainante del sistema agroalimentare pugliese. “Il biologi-

co – dichiarano gli organizzatori - è in grado di cogliere da un lato il bisogno profondo manifestato dagli agricoltori pugliesi di “disintossicazione” dal forte impatto ambientale e sulla salute causato dall’impiego indiscriminato di fitofarmaci e concimi chimici, dall’altro di rispondere alla crescente domanda del mercato di cibo, sempre più genuino ed eticamente corretto. In Puglia già nel 2015 si contavano ben 563 preparatori esclusivi, industrie agroalimentari biologiche che non beneficiano del sistema dei premi agroambientali e ciononostante hanno scelto di produrre e vendere cibo e prodotti Bio”.

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Finalizzata a sensibilizzare i più piccoli sull’importanza di una corretta alimentazione

“UN ARCOBALENO A TAVOLA “: MANGIAR SANO E’ UN GIOCO

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nche quest’anno Selex rinnova il suo impegno verso le nuove generazioni, promuovendo tra i più piccoli un progetto educativo sul tema delle corrette abitudini alimentari. Si tratta della nuova campagna “Un arcobaleno a tavola - frutta e verdura da scoprire”, sostenuta dalla gran parte delle insegne del Gruppo Selex e rivolta a tutte le scuole dell’infanzia del territorio nazionale per l’anno scolastico 2016/2017. Un progetto destinato a sensibilizzare i giovanissimi al consumo di frutta e verdura attraverso un approccio ludico e sensoriale studiato specificamente per loro, attuato

con la collaborazione editoriale di Giunti progetti educativi, che da più di vent’anni realizza campagne per il mondo della scuola italiana, e illustrato daAgnese Baruzzi, nota disegnatrice di libri per bambini. Dal 5 settembre, le scuole che aderiscono all’iniziativa, iscrivendosi sul sito http://www.tuttiperlascuola.it/ riceveranno gratuitamente un kit didattico per lavorare in classe e condurre i bambini a scoprire i segreti di frutti e ortaggi, a conoscere i loro colori e le loro forme, l’importanza della stagionalità e il viaggio che compiono per giungere sulle nostre tavole. La campagna “Un arcobaleno a tavola” è la seconda campagna

del Gruppo Selex in tema di educazione alimentare, dopo quella del 2014 “Giochiamo a conoscere il cibo”, e fa parte del più ampio progetto Selex “Tutti per la scuola!” che da anni sostiene le scuole primarie e dell’infanzia pubbliche e paritarie di tutta Italia, coinvolgendo insegnanti e genitori nel raggiungimento di un unico scopo: quello di fornire ai piccoli scolari materiali e strumenti didattici e, da quest’anno, di permettere loro di usufruire di tante interessanti proposte educative e ludiche.

Il tutto in forma gratuita. Ogni consumatore, infatti, facendo la spesa nei supermercati e ipermercati del Gruppo Selex aderenti all’iniziativa, può donare al proprio Istituto scolastico i punti fedeltà tramite uno speciale coupon da 250 punti. Il coupon permetterà alla scuola di scegliere gratuitamente materiale didattico e di consumo o ingressi per gite a scopo didattico, attraverso un catalogo dedicato, disponibile on-line: giochi in scatola sull’educazione stradale, sull’ecosistema, sulla meccanica; pastelli, mappa-

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mondo, tablet, stampante, lavagna interattiva; buoni per l’ ingresso di gruppi scolastici (20 alunni) all’ Acquario di Cattolica, a Italia in miniatura, al parco Oltremare di Riccione, a Mirabilandia, oppure biglietti d’ ingresso per Leolandia. Sul sito www.tuttiperlascuola. it sono presenti gli elenchi delle scuole che partecipano all’iniziativa e i punti di vendita aderenti, nonché tutte le indicazioni utili per iscrivere la scuola, per donare i punti e per scoprire i tanti premi del catalogo.

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Il 10% delle az. agricole italiane ha chiesto soldi ad usurai (30.000 € di media)

Usura: quando il credito è “nero”

7,25 miliardi di euro nel 2015 il capitale prestato ad usura a famiglie e imprese che sommato ad almeno 44,7 miliardi di capitale restituito come interesse arriva ad un business totale annuo di quasi 82 miliardi di euro. Le organizzazioni criminali - spiega Gian Maria Fara, Presidente dell’Eurispes - hanno ben compreso che l’usura rappresenta un metodo di straordinaria efficacia: da un lato per riciclare denaro sporco e ottenere facilmente ingenti guadagni, dall’altro per impossessarsi di quelle imprese e attività che non sono in grado di far fronte ai debiti contratti, divenendo dapprima soci e in seguito veri e propri proprietari. Tutto questo con rischi più contenuti rispetto a quelli connessi ad altre attività illecite come ad esempio il traffico di stupefacenti. Secondo il Presidente dell’Eurispes: “La mafia - soprattutto dove e quando sia colpita da inchieste che ne disarticolano pesantemente alcune componenti - sceglie un comportamento “di tregua” che possa, fra l’altro, far scendere su di sé un cono d’ombra e rendere meno individuabile la sua organizzazione. In quest’ottica, seleziona le sue attività privilegiando quelle

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che consentono il massimo vantaggio col minor rischio e tra queste vi è certamente l’usura, attraverso la quale si perpetua un sistema di radicamento sui territori e di assoggettamento silenzioso quanto efficace”. Oggi - dichiara il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara - sappiamo che la figura dell’usuraio non è rintracciabile solo tra criminali e mafiosi, ma è presente anche tra gli “insospettabili”: negozianti, commercialisti, avvocati, dipendenti pubblici, che hanno sfruttato il lungo periodo di crisi economica e l’indebitamento di famiglie, commercianti ed imprenditori per arricchirsi, forti delle crescenti difficoltà di accesso al credito bancario. Ed è nata una nuova figura: quella dell’usuraio della stanza accanto. La stima per le famiglie è stata calcolata prendendo in considerazione le rilevazioni Eurispes secondo le quali in media negli ultimi due anni circa il 12% (su un totale di 24,6 milioni di famiglie) si è rivolto nel corso a soggetti privati (non parenti o amici) per ottenere un prestito, non potendolo ottenere dal sistema bancario. Si è quindi ipotizzato che il prestito ammonti, in media, a 10.000 euro (richiesti anche in diverse occasioni),

per una cifra di 30 miliardi di euro per 3 milioni di nuclei famigliari in difficoltà. Dal lato delle imprese, per il settore agricolo, si è stimato che il 10% delle circa 750.000 aziende agricole attive in Italia nel 2015 abbia avuto la necessità di richiedere denaro ad usurai. E che la somma media richiesta ammonti a 30.000 euro per un totale annuo di 2.250.000.000 euro. Per le aziende del commercio e dei servizi (3,3 milioni attive), si stima, approssimando verso il basso, che una su 10 si sia rivolta agli usurai, con una cifra media di 15.000 euro in prestito per circa 5 miliardi di euro complessivi. Il capitale prestato si aggirerebbe dunque sui 37,25 miliardi di euro. A questo dato va aggiunto un interesse medio sui prestiti del 10% al mese, ossia del 120% annuo (anche se è noto che generalmente i tassi sono ben più elevati), per un capitale restituito che aggiunge altri 44,7 miliardi di interesse ai 37,25 prestati, per un totale di 81,95 miliardi di euro. Si tratta in ogni caso di un calcolo approssimativo per difetto a causa della significativa quota di “sommerso” che caratterizza un fenomeno criminale

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ben radicato come quello dell’usura. Proprio la difficoltà metodologica nell’investigare statisticamente l’usura attraverso il solo dato ufficiale ha reso necessario la creazione di uno strumento ad hoc. L’InPUT (Indice di Permeabilità dell’Usura nei Territori) realizzato dall’Eurispes è costruito dall’incrocio di 23 variabili socio-economiche per rappresentare la permeabilità o la vulnerabilità di una data provincia rispetto al fenomeno usura, in considerazione delle caratteristiche intrinseche alla provincia stessa e quindi sia dei fattori aggravanti (il livello della disoccupazione o i fenomeni estorsivi) sia di quelli lenitivi (ad esempio, il livello di ricchezza complessivo). L’Indice è calcolato come combinazione lineare degli indicatori, opportunamente indicizzati e con pesi diversi in N° 16 - 15 settembre 2016

funzione della loro correlazione con il numero di reati di usura. L’Indice assume valori da 0 a 100 in funzione crescente del grado di vulnerabilità del territorio aggregati in quattro classi di rischio usura (alto, medio-alto, medio-basso, basso). Le regioni a maggior rischio usura sono quelle meridionali e insulari, ma il fenomeno sembra propagarsi, su scala geografica, anche nel Centro Italia, attestandosi su di un livello di rischio medio-alto. Il rischio di permeabilità del territorio nazionale è pari a 44,0. Crotone (96,8), Siracusa (91,9), Foggia (86,1), Trapani (85,6), Vibo Valentia (82,1) e Palermo (81,9) rientrano nel novero delle prime sette Province ad alto rischio usura. In termini assoluti, la provincia più esposta risulta essere Parma (100,0). Questo risultato può dipendere sia

dall’eccezionalità di accadimenti specifici sia, in termini generali, dal perdurare dello stato di sofferenza del tessuto produttivo e sociale locale a partire dall’inizio della crisi nel 2008. Tale interpretazione è sostenuta dalla presenza di altre province centrosettentrionali nella fascia di rischio denominata medio-alta, quali, ad esempio, Aosta (61,6), Imperia (52,7) e Biella (50,3). Inoltre, il dato di Parma, per quanto possa sembrare sorprendente, deve essere considerato nel contesto dei reati denunciati negli ultimi anni: questi infatti hanno fatto registrare un andamento anomalo. Va altresì evidenziato come la numerosità delle denunce per usura e i risultati delle attività della Magistratura e delle Forze di polizia possiedano un peso considerevole nel calcolo dell’Indice.

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gricoltura

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40% PRODOTTO SU MERCATO E’ STRANIERO MA I CONSUMATORI NON LO SANNO

MIELE: CROLLO PRODUZIONE ‘MADE IN ITALY’

rollo della produzione di miele ‘made in Italy’ del 70%, secondo i dati diffusi dall’Osservatorio Nazionale Miele e da Conapi (Consorzio nazionale Apicoltori), mentre il mercato è letteralmente invaso da prodotto straniero, falsamente etichettato come miele che subisce fermentazioni, pastorizzazione, ultrafiltrazione, aggiunto a miscelazione di pollini, “taglio” con zuccheri quali quello derivato dal riso. Secondo una analisi della Coldi-

retti sulla base dei dati Istat più di 1/3 del miele importato proviene dall’Ungheria e quasi il 15 per cento dalla Cina ma anche da Romania, Argentina e Spagna dove sono permesse coltivazioni Ogm che possono contaminare il polline senza alcuna indicazione in etichetta. Il miele prodotto sul territorio nazionale, dove non sono ammesse coltivazioni Ogm, è tuttavia riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine, un obbligo fortemente voluto e sostenuto da Coldiretti.

L’ufficialità da uno studio d’oltreoceano

I derivati del grano al glifosato provocano malattie gravi di Paola DILEO

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residui di glifosato in pane, pasta, e altri farinacei sono causa di gravi malattie degenerative come morbo di Alzhaimer , SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica) e Morbo di Parkinson . La conferma giunge da un recente studio del MIT (Massachusetts Institus of Tecnology). Già da tempo sull’incriminato diserbante aleggiavano sospetti circa nocività per la salute umana. Una conferma che va a suggellare la recente iniziativa di un gruppo di produttori di grano del Sud Italia, stanchi di subire i prezzi imposti dalle multinazionali , e pronti al contrattacco con un’informazione diretta ai consumatori. In particolare i produttori di grano di N° 16 - 15 settembre 2016

Puglia, Basilicata e Sicilia – regioni tradizionalmente vocate alla coltivazione dei cereali , peraltro considerati qualitativamente i migliori al mondo – hanno dato vita all’Ass. GranoSalus per iniziare ad effettuare una serie di analisi chimiche su tutti i derivati del grano, quindi pane, pasta, pizza, biscotti e altri prodotti da forno. L’opinione pubblica sarà costantemente informata sui risultati attraverso un portale web. “Il nostro obiettivo – annuncia GranoSalus - è quello di una battaglia del grano, a favore di quello sano e privo di contaminanti. Il mercato chiede una pasta salubre, priva di micotossine, di residui al glifosato, di altri pesticidi,

a zero metalli pesanti e radioattività. Il diritto a mangiare sano è un diritto di tutti e non solo di chi può permettersi di spendere qualcosa in più.”Considerato poi che il meridione d’Italia è storicamente il maggiore consumatore di pasta rispetto al Centro-Nord e quindi a lungo andare , più esposto agli effetti nocivi dei vari residui, il test può rivelarsi di estrema importanza per l’orientamento delle scelte dei consumatori. “Diremo stop ai traffici internazionali di grano senza controlli, stop alle miscele vietate dei grani buoni nostrani con quelli cattivi d’importazione”. Questa la grande sfida i GranoSalus.

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L’ eccellenza dell’imprenditoria e della ricerca per l’uva da tavola di domani

Italian Variety Club, contratto di rete tra imprese

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lcune delle imprese più significative del panorama produttivo nazionale ed autorevoli istituzioni scientifiche impegnate nella ricerca di base ed applicata hanno dato vita al Contratto di Rete d’Imprese Italian Variety Club - IVC. Si tratta di un ambizioso e virtuoso progetto per lo sviluppo di un programma di miglioramento

genetico per la costituzione di varietà di uva da tavola adatte alla coltivazione nelle condizioni pedoclimatiche mediterranee, per aggiornare ed arricchire la gamma dell’offerta sul mercato. Il trasferimento dell’innovazione varietale e tecnica nel processo produttivo per lo sviluppo di nuovi prodotti ed il miglioramento della competitività delle imprese,

sono le fondamenta del Contratto di Rete d’Imprese IVC. Rete d’Imprese IVC nasce da questa comune e condivisa visione di sviluppo del settore e per il rafforzamento della filiera produttiva italiana dell’uva da tavola, coniugando insieme il patrimonio scientifico e le importanti dotazioni strutturali e tecniche delle istituzioni di ricerca alla grande capacità

imprenditoriale di imprese valenti e credibili, che rappresentano al meglio il comparto ed il percorso evolutivo della coltura. L’organizzazione della Rete IVC - La struttura della Rete IVC consta dei seguenti organi: Assemblea delle Imprese partecipanti - Comitato di gestione - Comitato Tecnico Scientifico Il processo tecnico - Lo sviluppo del programma di miglioramento genetico si articola attraverso le seguenti fasi: realizzazioni di incroci tra parentali definiti, estrazione vinaccioli (per gli incroci tra varietà con seme), produzione ed allevamento semenzali, embriocoltura in vitro (per gli incroci tra varietà apirene), acclimatamento ed allevamento semenzali , analisi molecolari MAS (selezione di massa

assistita) per selezionare genotipi apireni, valutazione dei semenzali in campo , selezione semenzali interessanti e loro propagazione per valutazione su più ampia scala, individuazione semenzali meritevoli di valutazione più approfondita, caratterizzazione varietale e registrazione al Catalogo Nazionale delle Varietà di Vite, procedure per la protezione brevettuale delle varietà, costituzione campi di piante madri. Diffusione commerciale quanto finora realizzato - Vigneto coperto di rete di 1 ha di superficie per la valutazione di n. 5000 genotipi costituiti , tra cui n. 20 genotipi in fase avanzata di selezione costituiti negli anni precedenti alla costituzione della Rete IVC piante provenienti dai 4.700 semenzali e

180 embrioni derivanti dalle attività d’incrocio 2015. 200 genotipi costituiti dal Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione ed Ambiente dell’Università di Catania con il quale è instaurata una collaborazione. Attività d’incrocio 2016 28 combinazioni d’incrocio; 436 grappoli impollinati in totale, di cui n. 105 incroci tra genitori apirene x apirene n. 331 incroci tra parentali seme x apirene. Personale impiegato - Oltre al lavoro svolto dagli amministratori e dai componenti del comitato tecnico scientifico che orienta, pianifica e verifica le attività per l’attuazione del programma, nel 2016, sono stati impegnati ricercatori, tecnici ed operai agricoli specializzati per un totale di 100 mesi/uomo..

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