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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE
IN FERMENTO
Fra fiere, concorsi e riconoscimenti è il periodo del vino pugliese agrICOLTURA
Partnership fra il prossimo “Simposio Internazionale dell’uva da tavola” e “Fruit&Veg System”” Ortofrutta italiana, le sfide del futuro ambiente
No Triv si vota il 17 aprile, il Salento pronto per la corsa al quorum
N° 5 • 15 MARZO 2016
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Ortofrutta italiana, le sfide del futuro
15 MARzo 2016 - n. 5 - Anno 11
Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE
Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952 Editrice
G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione G.Ed.A. Giovani Editori Associati Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Paola Dileo, Nica Ruospo, Rino Pavone, Maria Fortino Pubblicità G.Ed.A Rino PAVONE r.pavone@foglie.tv 380 6328672 Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61/06 del 15/11/2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 9040264
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onostante la leadership europea (20% della produzione orticola e frutticola europea, davanti alla Spagna) e le eccellenze produttive, la crescita importante delle esportazioni negli ultimi anni (quelle di frutta, dal 2007 al 2014, sono salite del 51%), l’Italia dell’ortofrutta soffre della concorrenza di altri Paesi produttori (in primis la Spagna, ma anche la Polonia) ed è colpita da alcune problematiche che ne penalizzano lo slancio, come gli eccessivi costi dell’energia, e in generale dei costi di produzione, la frammentazione delle aziende agricole (le dimensioni medie sono di circa 2 ettari), la loro resistenza all’aggregazione in centrali produttive più grandi e con maggiori potenzialità dal punto di vista commerciale come le Op, l’inadeguatezza del sistema dei trasporti e della logistica, la farraginosità delle pratiche doganali richieste, la complicata legislazione (ad esempio in materia di uso di agro-farmaci), l’eccessiva burocrazia. Oltretutto, i consumi di ortofrutta, in Italia, hanno registrato un sensibile calo: dal 2007 al 2013 le vendite di frutta sono scese del 15 per cento e quelle di ortaggi e vegetali del 13 per cento. Nel 2014 il consumo me-
dio pro-capite di frutta ed ortaggi si è attestato sui 360 grammi al giorno, al di sotto della quantità minima consigliata dall’Organizzazione mondiale della sanità. Cosa fare dunque per rilanciare i consumi di ortofrutta e ridare slancio e competitività al comparto italiano, il quale può vantare anche ben 100 fra Dop (Denominazioni di origine protette) ed Igp (Indicazioni geografiche protette)? Fra i consigli quello di evitare l’isolamento e l’azione solitaria delle aziende ortofrutticole, la loro resistenza a proporsi sul mercato aggregandosi con realtà più grandi, senza con questo voler svilire le possibilità di dinamismo privato: infatti l’associazione di realtà piccole e grandi, uniformi dal punto di vista qualitativo, a brand comuni, potrebbe dare maggiore visibilità e più ampie possibilità sui mercati; investire nell’innovazione varietale e nel rinnovo dei frutteti, differenziare l’offerta di frutta e verdura nella distribuzione finale, ad esempio dal punto di vista della maturazione (differenti gradi di maturazione), delle modalità espositive, delle descrizioni sulla provenienza e sulle caratteristiche del prodotto; aumentare il senso di appartenenza nell’intera filiera attraverso progetti condivisi.
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fRuttA itAliAnA Le sfide del futuro
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fRuit&veg systeM Sposa il simposio internazionale dell’uva inflAzione In campagna crollo prezzi tABelle ettARo coltuRA Le assegnazioni rispecchiano i consumi reali GRANO La guerra sul prezzo XylellA La ricetta anti batterio consoRzi di BonificA Sospendere gli avvisi di pagamento
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pRiMitivo di MAnduRiA L’ Erga Omnes al Consorzio di Tutela pRowein 2016 I produttori di vini di Puglia in vetrina 50° edizione di Vinitaly Dal 10 al 13 aprile a Veronafiere
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RAdici del sud Al via le tappe enogastronomiche es miglior vino d’ italia La classifica stilata da Gentleman 50° edizione di Vinitaly Dal 10 al 13 aprile a Veronafiere RIGA Capitale baltica della gastronomia
ambiente
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referendum No Triv, si vota il 17 aprile
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decreto cun Mipaaf sostenga allevatori
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Si vota il 17 aprile
No Triv, il Salento pronto per la corsa al quorum
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l mondo dell’associazionismo salentino si muove in unità in vista del referendum previsto per il 17 aprile, quando gli italiani saranno chiamati ad esprimersi sulla possibilità di rinnovo delle concessioni per la ricerca di petrolio a 12 miglia dalla costa. Una causa comune che soprattutto grazie al web ha fatto nascere la Rete Intercomunale NO TRIV Salento: una lista di associazioni, gruppi e singoli cittadini che si sosterrà a vicenda nella promozione del “Sì” alle consultazioni referendarie, agendo in comunità d’intenti.Nei giorni scorsi il Palazzo Marchesale di Galatone ha ospitato la costituzione di un comitato cittadino: a relazionare sulla situazione problematica a livello politico il sindaco di Salve, Vincenzo Passaseo, già da tempo attivo nella battaglia contro le trivellazioni. Passaseo ha ricordato agli
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intervenuti l’urgenza di agire per avere la possibilità di sorpassare la soglia sancita dal quorum, vero scoglio da superare per i promotori del Sì. Ad informare - dal punto di vista scientifico - sulla situazione energetica e ambientale l’ingegner Antonio De Giorgi (Italia Nostra), ambientalista di lungo corso, che ha illustrato come il petrolio sia una fonte ormai vecchia, sempre meno usata per le esigenze quotidiane e altamente inquinante. L’assemblea, molto partecipata da diversi rappresentanti dei comuni vicini, ha fatto sì che si costituisse una rete di contatti con movimenti e associazioni pronti a metterci del proprio per un’informazione capillare ed efficace, da svolgere in tutti i centri con diverse iniziative esplicative, dal coinvolgimento tramite i social ai volantinaggi, fino agli appuntamenti - in cantiere
- anche di tipo musicale. Attività da svolgere con l’appoggio dell’intera rete, che di volta in volta si farà promotrice degli appuntamenti dei vari gruppi, di cui si sta stilando una lista. Molto folta anche la rappresentanza degli studenti, liceali ed universitari, che si muoveranno per sensibilizzare i compagni tra i banchi di scuola con assemblee ed azioni informative. Diverse realtà sono comunque al lavoro e a breve sarà stilato un calendario con il programma della Rete: tramite la pagina Facebook ad hoc (https://www.facebook.com/ReteI n te r co m u n a l e - N O -TR I V- S a l e n to-1682452622007416/?notif_ t=page_fan ) e l’indirizzo mail rete. notrivsalento@libero.it si può aderire alle iniziative e ricevere tutte le informazioni necessarie.
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De Castro: “Un riconoscimento che premia l’impegno e il lavoro”
L’Erga Omnes al Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria
n riconoscimento importante premia l’impegno e il lavoro portato avanti dal Consorzio in questi anni”. Con queste parole Paolo De Castro, Europarlamentare della Commissione Agricoltura, si è complimentato con il Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria per aver ottenuto dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali il prestigioso Erga Omnes. Con questo riconoscimento il Consorzio, che tutela una delle eccellenze della produzione vitivinicola pugliese e simbolo del Made in Italy, diviene il nodo delle decisioni e del coordinamento esclusivo di tutte le politiche di valoriz-
zazione, oltre che di tutela, delle denominazioni d’origine controllata del Primitivo. Un traguardo importante che preannuncia grandi opportunità per le imprese del settore vitivinicolo territoriale e per il territorio nel suo insieme. Questo il tema della conferenza alla quale hanno partecipato Paolo De Castro, Europarlamentare della Commissione Agricoltura e Luigi Sportelli, Presidente Camera di Commercio Taranto. “La tutela e la valorizzazione di un prodotto di eccellenza come il Primitivo di Manduria sono fattori essenziali che devono guidare operatori e istituzioni. - evidenzia Paolo De Castro - L’Europa con le sue politiche ha messo in
campo strumenti efficaci per la protezione e la promozione del vino di qualità e continuerà a farlo, come da sempre sostiene l’importanza della forza organizzativa per una maggiore forza e competitività in particolare sui mercati esteri. Questo però non deve farci abbassare la guardia sugli attacchi a tali schemi di tutela come nel caso della proposta di liberalizzazione relativa all’uso dei nomi dei vitigni che avrebbe messo in serio rischio anche il Primitivo. In questo quadro, il lavoro di squadra si conferma vincente e il riconoscimento del Ministero vuole testimoniare proprio come il potere aggregante, di tutela e valorizzazione, del Consorzio sia ca-
pace di creare valore dal legame tra qualità e territorio”. “Nei suoi 18 anni di storia il Consorzio ha sempre operato per controllare e tutelare i vini d’eccellenza – dichiara Roberto Erario, Presidente del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria. - Ora però abbiamo un compito ancora più importante: agiremo non più nell’interesse dei soli soci ma di tutti coloro che producono vini a Denominazione d’Origine Controllata del territorio controllato. Ci sono state implementate le funzioni di tutela, di promozione e con i nuovi fondi si è aggiunto un compito importante, quello di vigilanza. E con questi strumenti cresceremo tutti insieme. Perché se cre-
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sce la percezione di valore dei nostri prestigiosi vini cresce anche il nostro territorio. Con l’Erga Omnes vogliamo far diventare il Consorzio la casa di tutti i produttori del Primitivo Doc con il fine della sua valorizzazione. Le nostre porte sono sempre aperte”. Da poco il Consorzio, quasi per sancire questa nuova era, ha cambiato il logo. Il “sigillo” che accompagnerà i prossimi anni l’immagine coordinata del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria è rappresentato da un trullo, simbolo del territorio che accompagna le campagne di Taranto e Brindisi dove sono estesi i meravigliosi vigneti, il tutto circondato dal colore vinaccia del Primitivo.
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I produttori di Puglia alla mitteleuropea riservata agli operatori
Prowein 2016, vini in vetrina
La Puglia è tornata a Düsseldorf per la 21esima edizione della ProWein, l’importante manifestazione internazionale che richiama nel cuore dell’Europa buyers, giornalisti e operatori da tutto il mondo. Punto di riferimento per i produttori di vino pugliesi sin dalla sua nascita, da quindici anni la ProWein vede la Regione Puglia e l’Unioncamere Puglia organizzare la presenza collettiva di un numero di aziende sempre in aumento. Infatti, di anno in anno è crescente l’interesse delle aziende a partecipare a questa manifestazione
che è ormai un appuntamento di rilievo internazionale. “Un appuntamento strategico per i nostri vini di qualità, tra le eccellenze a marchio Puglia. La Puglia a Düsseldorf – spiega l’assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Leo Di Gioia - ha l’occasione di rafforzare il suo brand, facendo conoscere ad un pubblico internazionale i migliori prodotti enologici rappresentativi di ogni singolo territorio pugliese. Come azione di promozione e valorizzazione del comparto vitivinicolo, sostenuta dal Governo regionale e Unioncamere, la fiera offrirà a produttori e aziende
importanti opportunità in termini di visibilità e commerciali. Per la nostra Regione un ulteriore riconoscimento della qualità e del valore dei nostri prodotti e di tutto il settore, nevralgico per la crescita economica pugliese”. Cresce il numero di espositori e anche l’offerta di etichette di qualità, da degustare presso i desk di ciascuna azienda. Quest’anno ben 56 le aziende che hanno esposto nell’area istituzionale della Regione Puglia nel Padigione 16 (Sud Italia) stand A 31, con una ricca proposta di vini ottenuti principalmente da vitigni autoctoni. Ad accogliere gli espositori, uno stand che già nella grafica racconta il legame fra la tradizione vinicola di Puglia e il suo patrimonio storico, rappresentato da Castel del Monte e i Trulli di Alberobello, i due monumenti Patrimonio dell’umanità UNESCO da sempre immersi in splendidi vigneti. Inoltre, durante i tre giorni di lavoro la Puglia ha proposto due attività per catalizzare l’attenzione di buyer e giornalisti sulla sua offerta. Al centro
dell’area espositiva, lo spazio Enoteca è stato presidiato dalla De.S.A. De.utschland S.ommelier A.ssociation che ha condotto degustazioni e aperitivi pugliesi in collaborazione con il Movimento Turismo del Vino Puglia. Quest’anno, accanto ai grandi rossi -Nero di Troia, Primitivo, Negroamaro-, la Puglia ha presentato anche il Fiano, recentemente riscoperto tra i suoi vitigni a bacca bianca, e le tante uve meno note che rappresentano l’immensa ricchezza della regione. Per tutti e tre i giorni, oltre alle degustazioni libere si sono tenuti focus di approfondimento su questi temi con assaggi di selezionati prodotti gastronomici regionali Presidi Slow Food: i grandi rossi di Puglia e Caciocavallo podolico del Gargano; Fiano e capocollo di Martina Franca; altri vitigni e pane di Altamura con oli extravergine d’oliva di Puglia. E per conoscere meglio il territorio attraverso i suoi sapori, le degustazioni sono state accompagnate da racconti del territorio e presentazione di itinerari enoturistici.
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Possibili sviluppi internazionali delle produzioni italiane
FRAGOLE & BERRIES: A POLICORO CONVEGNO SU TREND, MARCHI, SCENARI ATTUALI Le strategie di marketing che mirano alla creazione di marchi per i prodotti ortofrutticoli d’eccellenza risultano oggi più che mai efficaci per aggiungere valore, riconoscibilità e per offrire ai consumatori garanzie di originalità, qualità e provenienza. Sono questi i temi di importanza strategica oggetto di approfondimento, discussione e confronto durante il II° appuntamento della rassegna “Sapori di Fragola”: il Workshop & Business Forum FRAGOLE&BERRIES che si terrà il 17 e il 18 marzo prossimi a Policoro – Matera, organizzato dall’Associazione LA.ME.TA. in collaborazione con il Club Candonga®, ALSIA Regione Basilicata e l’ASF “Biagio Mattatelli”, patrocinato da Regione Basilicata e dall’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Matera e con Planitalia srl come main sponsor. Un’area, questa, che vanta importantissimi punti di forza: le condizioni pedoclimatiche straordinariamente favorevoli alle produzioni di fragole e altri berries e un know how d’eccellenza custodito dai produttori del settore. Un modello di aggregazione e politica del marchio che in poco tempo ha portato a un notevole incremento delle superfici dedicate a questa produzione, una massimizzazione del reddito dei produttori (a differenza di ciò che accade tra i produttori spagnoli, main competitor) e un incremento della produzione che nel 2016 ha fatto conquistare alla Basilicata il primato nella produzione di fragole in Italia.
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La 50° edizione di Vinitaly è in programma dal 10 al 13 aprile a Veronafiere
TORNA A CRESCERE IL VINO VENDUTO NEI SUPERMERCATI Dopo anni di stasi, si registra una crescita più decisa delle vendite di vino italiano sugli scaffali della grande distribuzione (Gdo), sia in volume che a valore. In attesa della 50° edizione di Vinitaly (a Verona dal 10 al 13 aprile), l’istituto di ricerca IRI ha elaborato, in esclusiva per Veronafiere, i dati sull’andamento di mercato nel 2015.
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e vendite delle bottiglie da 75cl aumentano del 2,8% a volume rispetto al 2014, e le bottiglie da 75cl a denominazione d’origine (Doc, Docg, Igt) del 1,9%. Rispettivamente le vendite a valore crescono del 4,0% e del 3,8%. “Una crescita doppiamente positiva – ha commentato Virgilio Romano, Client Solutions Director di IRI – perché non è stata stimolata né dalla crescita promozionale né da prezzi in calo. La pressione promozionale, infatti, rimane su livelli alti ma inalterati rispetto all’anno precedente, mentre i prezzi sono in aumento: i vini a denominazione di origine, ad esempio, hanno prezzi medi in crescita dell’1,9%. Dopo un lustro di assenza, la crescita contemporanea di volumi e valori ci lascia ben sperare per gli anni futuri”. Risultati positivi anche per gli spumanti venduti in Gdo: + 7,8% a volume e +7,5% a valore, anche se il prezzo medio è leggermente ridimensionato rispetto al 2014. I vini biologici crescono a volume del 13,2% (a valore del 23%), ma i litri venduti sono ancora limitati: un milione e 630 mila. “A meno di un mese dal via del 50° Vinitaly, si tratta di anticipazioni che fanno ben sperare in una crescita più strutturale del mercato interno del vino – spiega Giovanni Mantovani, Direttore generale di Veronafiere –
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Da sottolineare il continuo aumento delle vendite a valore, segno che il consumatore è più maturo: ricerca e sceglie la qualità. Si tratta di una strada che con Vinitaly abbiamo sempre sostenuto e promosso a livello commerciale e culturale, nelle nostre iniziative e negli incontri b2b tra Gdo, aziende e buyer”. Il vino più venduto in assoluto nei supermercati italiani rimane il Lambrusco con 12 milioni e 771 mila litri venduti, sempre tallonato dal Chianti, che vince però la classifica a valore. Al terzo posto sale lo Chardonnay, un bianco di vitigno internazionale, che cresce del 9% a volume. Si fanno notare le performance del Nero d’Avola (+4,6%), del Vermentino che cresce
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dell’8,5% e del Trebbiano (+5,6%). Tra i vini “emergenti”, cioè quelli che hanno fatto registrare nel 2015 un maggior tasso di crescita, il primo posto va alla Passerina marchigiana, con una progressione del 34,2% che va a bissare il successo registrato negli anni scorsi dal Pecorino (Marche e Abruzzo), classificatosi stavolta 3°. Due bianchi con prezzi medi a bottiglia di circa 4 euro. Da notare la seconda posizione del veneto Valpolicella Ripasso e la quarta posizione del piemontese Nebbiolo, che costano mediamente 7,69 euro il primo e 5,91 euro il secondo, a conferma che le crescite si leggono anche su vini importanti in termini di prezzo e di complessità.
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A partire da metà marzo fino alla fine di maggio in giro per l’Italia
Al via le tappe enogastronomiche per Radici del Sud
n nove tappe è diviso il cammino verso l’undicesima edizione di Radici del Sud, l’evento che celebra e premia gli straordinari vini del sud Italia (Bari, dal 7 al 13 giugno). Un’anteprima fatta di degustazione e di opinioni, di spunti di riflessione e di immancabile gusto e divertimento. Nove occasioni di piacevole intrattenimento alla scoperta dei migliori vini da vitigno autoctono meridionali attraverso l’esperienza diretta e il racconto degli addetti ai lavori. A partire da metà marzo fino alla fine di maggio, secondo un calendario di eventi organizzati in Puglia, in Sicilia, in Basilicata, in Campania, in Calabria e in Toscana, gli appassionati del buon bere
potranno in anteprima conoscere alcune delle più pregiate etichette del sud Italia. Diverse serate dedicate all’enologia del Sud si concluderanno con cene a tema dove i vini saranno enfatizzati in abbinamento al buon cibo. Si parte a Bari presso il Bistrot Aromi di Sannicandro con “I vini che hanno reso grande il Sud”, per proseguire mercoledì 23 marzo alla libreria caffè teatro Todo Modo di Firenze con una serata dedicata a tre rossi del Sud: Negroamaro, Aglianico e Gaglioppo. Ad aprile, esattamente domenica 24 presso il castello Vinilia Wine Resort di Manduria (TA) parte la rassegna “Tre modi di vedere il Primitivo” (Salento, Manduria e Gioia del Colle). In Calabria sarà la
volta dei giovani ristoratori stellati e martedì 10 maggio a Porto Cesareo (Lecce) presso il ristorante Aqua fish&more sarà di scena il Negroamaro. A metà maggio in Puglia in programma l’appuntamento “Nero di Troia tra asprezze e dolcezze”. Arrivato alla sua IV edizione l’evento riguarderà un focus sul Nero di Troia organizzato insieme a ricercatori, enologi, produttori e influencer del mondo del vino. Giovedì 10 maggio a Palermo sarà di scena focus sui cambiamenti climatici e le conseguenze sulla viticoltura del sud per poi finire lunedì 23 maggio a Napoli presso il Castel dell’Ovo dove in programma ci sarà la festa dedicata alle bollicine.
Presso l’Azienda sperimentale Pantanello dell’Alsia
Corso di abilitazione per “Tecnici addetti ai controlli funzionali delle macchine irroratrici”
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resso l’Azienda sperimentale Pantanello dell’Alsia si sta tenendo il secondo corso di formazione abilitante per 25 “Tecnici addetti ai controlli funzionali delle macchine irroratrici per la distribuzione dei fitofarmaci”, una nuova figura professionale prevista dalle recenti normative sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. Tali normative (Dir 128/2009 recepita con D.lgs. 150/2012), infatti, prevedono che le macchine irroratrici di tutte le aziende agricole dovranno essere sottoposte
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a “Controllo funzionale”, in modo da migliorare l’efficienza di distribuzione dei fitofarmaci e ridurne l’impatto ambientale. Secondo tali norme, entro il 2016 tutte le irroratrici per poter essere utilizzate dovranno aver superato positivamente il controllo funzionale eseguito da Centri Prova accreditati dalle Regioni e che operano secondo procedure standard con personale tecnico qualificato (Norme ENAMA). Successivamente, tutte le macchine dovranno essere sottoposte a controllo funzionale almeno una
volta ogni tre o cinque anni. In Italia sono oltre 600.000 le attrezzature in uso per la distribuzione dei fitofarmaci, prevalentemente costituite da barre irroratrici ed atomizzatori. In Basilicata si stima che le irroratrici in uso siano circa 10.000 che dovranno essere controllate entro un quinquennio. Ci sono quindi i presupposti per la creazione di nuovi “Centri di prova” a cui gli imprenditori agricoli possano rivolgersi per verificare la corretta funzionalità delle proprie macchine.
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La classifica stilata da Gentleman
Es di Gianfranco Fino per la quarta volta miglior vino rosso d’Italia
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Es di Gianfranco Fino il miglior vino rosso d’Italia. A sancirlo, la classifica stilata da Gentleman che ogni anno incrocia le guide di Gambero Rosso, L’Espresso, Veronelli, Bibenda, Vitae, Daniele Cernilli e Luca Maroni, trasformando i simboli in voti centesimali e dando un nome, un volto ma soprattutto una territorialità al primo in classifica. Gianfranco Fino, classe 1964, tarantino di nascita, una passione per l’olio e una missione d’amore per il vino, non è nuovo a questo riconoscimento. È la quarta volta che il suo primitivo di Manduria riceve lo scettro di migliore d’Italia. Ha esordito nella prestigiosa classifica nel 2012 con Es 2008 classificandosi all’8° posto. La prima volta sul podio più alto è stata nel 2013 con Es 2009 per poi confermare lo status per i due anni successivi (nel 2014 è stato primo con Es 2010 e nel 2015 con Es annata 2011). «Non c’è un segreto in particolare – racconta Gianfranco – il mio è un impegno fatto di grandi passioni e di notevoli sacrifici prima di tutto in vigna e che poi non ha sconti in cantina. C’è il rispetto per la terra,
c’è la cura per la mia vigna con tutto quel bagaglio di conoscenze e di attenzioni che solo un figlio devoto riesce ad esercitare verso una madre per la quale si vive un rispetto reverenziale. Quello con la terra è un rapporto d’amore profondo. Un patto di rispetto. Un sogno che si ripete attraverso gli anni e le stagioni nella consapevolezza di portare sulle spalle un fardello importante: perseverare lungo un cammino fatto di rispetto e di riconoscenza verso sua maestà l’alberello, portatore di una storia antica. Un vecchio signore al quale devo tutto; la mia ispirazione quotidiana e che tratto con cura e attenzione. Dalla campagna alla cantina il percorso è breve e altrettanto impegnativo. È lì che la ritualità diventa processo impeccabile. Si lavora duro con al fianco una squadra di professionisti animati dai miei stessi valori. La campagna è una scelta di vita. La terra è una passione che brucia nel sangue. La vigna è una storia d’amore che si ripete e che condivido con mia moglie, preziosa compagna di una storia che parla di noi e delle nostre radici». «Forse il giorno più bello della mia carriera – commen-
ta Gianfranco Fino - sarà quando i burocrati del comune mi daranno finalmente l’autorizzazione che mi spetta per realizzare proprio tra le mie vigne la mia cantina. Sono sei anni che la burocrazia continua a rimandare un appuntamento per me importante, ma non mollo, non mi arrendo, sono abituato alle sfide e forse un giorno gli amministratori e i politici locali si accorgeranno che stanno sprecando una bella occasione. Nel mondo tutti ci riconoscono come ambasciatori del primitivo. Mi auguro che anche la nostra terra un giorno prenda davvero atto e coscienza della sua e della nostra storia».
Puglia subito dopo la Toscana
Selvarossa secondo grande rosso di Puglia, tra i big 100 d’Italia
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er la top list dei vini rossi d’Italia stilata da Gentleman, il Selvarossa di Cantine Due Palme è il secondo grande rosso di Puglia. La classifica enoica più attesa – che incrocia le preferenze delle maggiori guide (Gambero Rosso, L’Espresso, Veronelli, Bibenda, Luca Maroni) trasformando le valutazioni delle guide in punteggi finalizzati ala redazione della più interessante delle classifiche – vede il Salice Salentino DOP Riserva dell’azienda di Cellino San Marco correre tra i primi cento grandi rossi dello Stivale e portare alta la bandiera dei vini pugliesi al fianco del primitivo. Nella classifica in cui la Puglia è presente
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con tre grandi vini – di cui due da primitivo – il Selvarossa è sicuramente un orgoglio tutto salentino. Sì perché se la Puglia apre la classifica con il vitigno autoctono della Doc Manduria, nella pole position guidata dalla Toscana con molti super tuscans ottenuti da vitigni alloctoni, il blend da negroamaro e malvasia nera di Brindisi della cantina sociale più grande del Sud Italia ha da dire la sua tra i primi 21 rossi. «Un bel successo per la nostra realtà cooperativa che vede nel Selvarossa un’etichetta che racconta il territorio e la sua tradizione» - il commento di Angelo Maci, presidente di Cantine Due Palme.
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Il presidente De Bonis: rispettiamo il piano di settore!
Decreto CUN, ANLAC: MIPAAF sostenga allevatori e reprima gli abusi
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e potenti lobby agroindustriali del settore cunicolo non accennano a retrocedere: la lucida riflessione di Saverio De Bonis, presidente ANLAC (Associazione Nazionale Liberi Allevatori di Conigli) . “Il decreto attuativo sulle CUN , di cui si sta discutendo in questi giorni , non è ben visto da alcuni sindacati e dagli industriali che adesso tentano l’ultima carta per bloccare definitivamente la “CUN conigli” e tornare alla borsa merci”. è storia recente o quasi , l’istituzione di un mercato unico nazionale con lo scopo di monitorare , tutelare e rendere trasparente il commercio dei conigli vivi da carne da allevamento. Il tutto a seguito del protocollo di intesa siglato presso il MIPAAF della filiera cunicola (luglio 2012). In vista di quest’accordo, nell’agosto 2012 si è insediata la Commissione Unica Nazionale (CUN conigli da carne) con il compito di definire anticipatamente una tendenza di mercato e
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di Paola DILEO
i prezzi relativi alla settimana successiva. Il tutto nell’ambito del Piano d’intervento per il settore agricolo approvato in sede di Conferenza Stato – Regioni nel aprile 2010. Ma a quanto pare si assiste a tentativi di annullare il percorso intrapreso verso un mercato più regolamentato della filiera cunicola. “Dopo il rinnovo delle rappresentazioni – fa notare De Bonis nel comunicato stampa diramato – che hanno visto premiare l’ANLAC grazie alla fiducia dei liberi allevatori, Confagricoltura che non ha mai fatto mistero di non gradire la CUN a causa di un suo conflitto d’interesse irrisolto, ha preteso a sorpresa di introdurre un commissario, senza un benché minimo rispetto delle regole dell’amministrazione. Gli industriali - aggiunge -hanno così preso la palla al balzo e gettato la maschera , comunicando di non volere più partecipare alle sedute . Anzi alcuni esponenti di ASSOAVI insieme a ACI (Associazione Conigli Italiana)
, hanno addirittura promosso , a mercato chiuso, una CUN parallela illecita e illegittima, un gesto gravissimo , su cui l’amministrazione ha annunciato un’indagine. Un gesto scandaloso , commenta ANLAC; un organo istituzionalizzato viene oltraggiato da alcuni sindacati agricoli e da qualche industriale senza adeguate contromisure dello stato. Il MIPAAF dopo gli sforzi fatti per regolare questo mercato non può certo sostenere il disegno di chi intende affossare l’esperimento in attesa del decreto e tornare alle opache borse merci”. Infine l’appello al ministero in cui si chiede d’ intervenire con urgenza per convocare validamente le sedute , in deroga al regolamento e anche senza la presenza dei macellatori, come è già accaduto per la CUN suini, consentendo agli allevatori di poter quotare liberamente il prezzo della propria merce, reprimendo tutti gli abusi in atto attraverso l’antitrust.
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Avrà luogo in Italia, tra Puglia e Sicilia, dal 3 al 7 ottobre 2017
Il simposio internazionale dell’uva sposa Fruit&Veg System
4 - 6 Maggio, Verona
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grifood Consulting, in collaborazione con Veronafiere, è ufficialmente il co-organizzatore dell’8mo Simposio Internazionale dell’Uva da Tavola che avrà luogo in Italia, tra Puglia e Sicilia, dal 3 al 7 ottobre 2017. L’accordo è stato formalizzato nei giorni scorsi e permetterà all’azienda veronese di aggiungere un altro importante tassello al progetto Fruit&Veg System, l’innovativo evento B2B dedicato al settore ortofrutticolo che debutterà a Veronafiere dal 4 al 6 maggio prossimi. In questa occasione infatti il Simposio sarà presentato con un incontro previsto per il giorno 6 maggio nell’area Forum del Padiglione 4, a margine del quale si terrà anche una tavola rotonda alla quale parteciperanno esponenti del mondo della ricerca, produttori e player del mercato in rappresentanza di tutta la filiera. “Quella con Agrifood Consulting è una collaborazione strategica – ha spiegato Vittorino Novello, professore ordinario di Viticoltura all’università di Torino nonché uno dei tre convener del Simposio – perché ci permetterà di presentare l’ottava edizione di questo appuntamento mondiale dedicato all’uva da tavola nell’ambito di una vetrina internazionale che punta sulla qualità, sull’export e sulla necessità di fare sistema”. In questo senso a Verona, e per la prima volta, il mondo della ricerca ten-
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derà una mano alla filiera dell’uva da tavola con l’intento di creare una sinergia, un momento di confronto generale in cui tutti gli attori del settore potranno dare un proprio contributo per segnalare temi, problematiche, elementi di criticità e in genere per offrire spunti che saranno poi approfonditi nel corso della prossima edizione del Simposio. “L’idea – spiega Laura De Palma, professore ordinario di Viticoltura all’università di Foggia nonché una dei tre convener del Simposio – è quella di fare sistema, di mettere insieme la ricerca scientifica con il mondo della produzione, dell’industria, del mercato e della commercializzazione avendo a cuore l’interesse del territorio e le ricadute positive che si avranno se questo sistema funziona. In questo senso pensiamo che Fruit&Veg System rappresenti la sintesi migliore della volontà non solo di internazionalizzare ma di fare squadra a livello di Paese”. Tanti i temi caldi che stanno accendendo il dibattito di attualità all’interno del settore e che potrebbero trovare sede di dibattito all’interno del Simposio: ci sono i cambiamenti climatici, ad esempio, che spingono i grandi player del mercato mondiale a riadattare le proprie colture, o anche le problematiche legate alle difese della pianta, le tecniche colturali, le principali questioni nutrizionistiche, o le criticità legate alla fase di trasporto, conservazione o trasformazione.
“Si tratta – precisa il terzo dei convener, Rosario Di Lorenzo, professore ordinario di Viticoltura all’università di Palermo – di un’occasione di estrema importanza per il comparto dell’uva da tavola che può a ragione affermare il suo ruolo centrale nell’agroalimentare italiano, ruolo che, forse, negli ultimi anni è stato un po’ messo in discussione. Sarà anche un’occasione di confronto importante con i colleghi che vengono dai principali Paesi produttori, ma anche con i tecnici e con tutti gli operatori del comparto. Il nostro obiettivo sarà quello di valorizzare il sistema produttivo italiano, per lo più concentrato nelle Regioni di Puglia e Sicilia con l’intento di coinvolgere tutti e non escludere nessuno. In quest’ottica riteniamo l’agreement con Agrifood Consulting e Veronafiere, estremamente importante poiché condividiamo la logica e la visione del loro evento Fruit&Veg System”.
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A monopoli campi di sedano e finocchi interrati
INFLAZIONE: IN CAMPAGNA CROLLO PREZZI, - 60% VERDURE
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spingere la deflazione a febbraio è il calo dei prezzi dei prodotti agricoli che sta provocando effetti devastanti nelle campagne. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti in occasione della divulgazione dei dati Istat sull’inflazione sulla base dei dati Ismea a febbraio 2016. La riduzione dei prezzi al consumo è drammaticamente amplificata nelle campagne pugliesi, dove i prezzi del grano duro hanno subito un calo del 35%, del latte del 16% e di verdure e pomodori che registrano il crollo fino al 60% rispetto allo scorso anno sia in provincia di Bari che a Foggia.“La forbice dei prezzi dal campo alla tavola – denuncia Gianni Cantele, Presidente di Coldiretti Puglia – si allarga sempre più per effetto congiunto dell’andamento climatico anomalo e troppo spesso di speculazioni e distorsioni lungo la filiera. Rispetto agli ortaggi, a nulla è valsa la program-
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mazione degli orticoltori che in Puglia stanno raccogliendo broccoli, cavoli, sedano, prezzemolo, finocchi, cicorie, bietole, tutti maturati contemporaneamente per le temperature primaverili. Ciò sta determinando una saturazione e conseguente stagnazione del mercato già fermo per una domanda che non c’è, perché più fa caldo meno i consumatori acquistano ortaggi di stagione”. La situazione dei prezzi in campagna sta assumendo toni drammatici anche per il grano e gli allevamenti, in maniera particolare per il prezzo del latte alla stalla. “Per questo abbiamo chiesto all’Assessore al ramo Di Gioia – dice Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – di convocare il tavolo agroalimentare attorno al quale far sedere tutte le parti della filiera dalla produzione alla commercializzazione. Sono enormi e non più accettabili le distorsioni esistenti nel passaggio dei prodotti dal campo alla tavola, durante
il quale i prezzi si moltiplicano in modo esponenziale e i centesimi si trasformano in euro. Però, per ogni euro speso nell’acquisto di prodotti alimentari, 60 centesimi vengono assorbiti dalla distribuzione commerciale, 23 centesimi dalla trasformazione e solo 17 servono a remunerare il prodotto agricolo”. In campagna la situazione è particolarmente difficile per gli ortaggi. “Non ci conviene raccogliere – racconta il giovane imprenditore di Monopoli, Vitantonio Labate – e stiamo interrando finocchi e sedano. Hanno addirittura proposto di acquistare i finocchi al prezzo di 1 centesimo, quando noi paghiamo la piantina 3 centesimi. In alcuni casi, piuttosto che buttare o distruggere il prodotto, stiamo invitando conoscenti e consumatori a venire direttamente in campagna a raccogliere e a portar via a costo zero finocchi, insalate e sedano”.
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Le assegnazioni del carburante rispecchiano i consumi reali
Pubblicate le tabelle ettaro coltura
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ncai ringrazia il Ministero delle politiche agricole per aver provveduto tempestivamente alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale delle tabelle ettaro coltura con i quantitativi di gasolio che le Regioni devono assegnare alle imprese già nel 2016. Le nuove tabelle, che hanno validità dal 1° gennaio 2016, oltre ad ampliare la tipologia delle colture e delle operazioni colturali, fotografano i consumi reali di carburante nei diversi comparti, andando di fatto ad annullare i tagli disposti nelle scorse leggi di stabilità.A distanza di pochi giorni, le nuove tabelle vanno così a sostituire quelle emanate a fine febbraio, nelle quali il Ministero si limitava a formalizzare il taglio lineare del 23% del carburante agevolato stabilito alla fine del 2014. “Gli addetti ai
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lavori erano certi che le tabelle corrette non sarebbero entrate in vigore prima del 2017– il commento del presidente di Uncai Aproniano Tassinari –. Questo avrebbe obbligato molti agricoltori e contoterzisti ad acquistare parte del gasolio ad accisa piena presso la rete di distribuzione stradale. Siamo felici che il Ministero abbia invece prontamente interpretato e accolto le esigenze dei contoterzisti, ascoltando l’allarme lanciato da Uncai”. Le nuove tabelle prevedono, per fare alcuni esempi, 70 litri per ettaro per i lavori di aratura dei cereali autunno vernini, contro i 46 del 2015, l’erpicatura passa invece da 15 a 25 l/ha, i trattamenti da 8 a 15, mentre la trebbiatura passa da 28 a 45 l/ha. Anche in risicoltura cresce il quantitativo di carburante per l’aratura che passa da 46 a
70 l/ha, resta tuttavia ancora troppo bassa l’assegnazione di carburante agricolo per le operazioni di livellamento che salgono da 9 a 12, quando i consumi reali sono di 25 l/ha. In viticoltura i trattamenti fanno invece un balzo da 77 a 150 litri per ettaro. Inoltre, per tenere conto dei trasferimenti extra aziendali, è prevista una maggiorazione di 6 l/ha per tutte le operazione svolte dalle imprese agromeccaniche. Le maggiorazioni fuori campo, in precedenza solo possibili e al massimo di 3,5 l/ha, diventano così obbligatorie. Le Regioni avranno sempre la possibilità di assegnare ulteriori quantitativi di carburante agricolo, adattando le tabelle appena emanante alle caratteristiche territoriali e colturali e qualora si presentassero emergenze di varia natura.
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La guerra sul prezzo
Grano: a quando la commissione unica nazionale di filiera?
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opo le manifestazioni al porto di Bari e la nuova fase di ribassi dei prezzi all’ingrosso del grano duro, i deputati 5 Stelle hanno richiesto con un question time come il Ministero dell’Agricoltura si stia adoperando per sostenere il comparto. Dopo la sostanziale stabilità registrata nei mesi di ottobre e novembre 2015, la Borsa merci italiana ha evidenziato un crollo dei prezzi dovuto allo squilibrio tra domanda piuttosto contenuta da parte dell’industria molitoria ed ampia disponibilità di prodotto sul mercato, disponibilità destinata ad aumentare se si considerano le attese per il 2016 derivanti dalla crescita delle semine. “L’organizzazione di filiera appare, dunque, indispensabile anche nel settore cerea-
licolo – commenta il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla Camera – sia per affrontare le sfide del mercato globale sia per negoziare con più forza con la parte industriale. Attualmente l’aggregazione della produzione agricola viene realizzata, infatti, da intermediari, ovvero soggetti terzi rispetto agli agricoltori che hanno scarso interesse a valorizzare sia qualitativamente che economicamente le produzioni, gestendo le relazioni con il mercato finale e i rapporti con l’industria per le produzioni cerealicole destinate alla trasformazione. Per questo abbiamo chiesto se il Governo non ritenga urgente promuovere ogni strumento volto a favorire l’aggregazione nel settore, anche attraverso l’attivazione immediata di un tavolo di filiera e l’istituzione di una Commissione unica nazionaN° 5 - 15 marzo 2016
le (Cun) per il mercato dei cereali, come previsto dal mio emendamento approvato alla legge 91/2015 e che attende i decreti attuativi ministeriali previsti”. “Consapevoli delle necessità dei cerealicoltori negli ultimi anni abbiamo impegnato oltre 10 milioni di euro per la realizzazione di azioni concrete e specifiche per il settore cerealicolo – ha risposto il sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione – Il Piano di settore è stato concordato nell’ambito dello specifico Tavolo di filiera dove le Organizzazioni presenti hanno cooperato nella definizione e nella realizzazione degli specifici interventi programmati: tra questi un ruolo importante è ricoperto dalla Rete Qualità Cereali” mentre “è in fase di predisposizione un decreto sui criteri di riconoscimento delle OP (Organizzazioni Produttori) che evidenzia un
ruolo propulsivo per le forme organizzate del settore cerealicolo, richiamando il loro decisivo ruolo nelle relazioni contrattuali. In questo modo – ha concluso Castiglione – auspichiamo che gli operatori del settore possano creare una filiera molto più integrata dall’interno della quale conseguire risultati come la valorizzazione del prodotto nazionale, la sua qualificazione e soprattutto una stabilizzazione del prezzo”. “Di queste ‘azioni concrete’, però, non ci risulta si siano avuti gli effetti sperati vista la crisi del settore mentre ci domandiamo quali siano gli altri ‘specifici interventi’ di cui parla il sottosegretario Castiglione; nessuna risposta, invece, alla nostra richiesta sulla volontà di creare una Cun per il mercato dei cereali”– la risposta polemica dei cinque stelle.
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Potature selettive e secco no a tagli profondi
XYLELLA: LA RICETTA ANTI BATTERIO
otature selettive dei rami secchi per ridare respiro alle parti dell’ulivo in vegetazione e secco no a tagli profondi sulla struttura portante dell’albero. Sono i consigli pratici del professor Riccardo Gucci dell’Università di Pisa, ‘ospite in campo’ in un uliveto affetto da Codiro, in contrada Occhio Rosso, a Cavallino (Lecce) per il secondo dei 5 appuntamenti organizzati da Coldiretti Lecce, dedicati alla prevenzione, alla corretta informazione e alla «gestione» degli effetti causati dalla Xylella fastidiosa.“Non esistono ricette magiche - ha ribadito il docente di arboricoltura generale e presidente dell’Accademia nazionale dell’olivo e dell’olio - perché siamo di fronte ad una patologia che per la prima volta colpisce l’ulivo in modo così massiccio. Si procede per ipotesi ed una di queste potrebbe essere una potatura frequente sulle foglie tenere, le più appetite dalla “sputacchina”, l’insetto vettore del batterio Xylella. Un intervento che non cura la malattia, ma potrebbe ritardare
l’avanzata dei disseccamenti. Questo, però, va detto, ha dei costi elevati: potature così selettive sono un aggravio per gli agricoltori che devono già fare i conti con piante non produttive». Gucci suggerisce di effettuare tre diversi tipi di potature in campi sperimentali e, a distanza di tre anni, verificare la risposta delle piante. “Di certo non bisogna rimanere inermi – ha concluso - perché il patrimonio arboreo della Puglia è a rischio. Xylella fastidiosa è una “bestiaccia” e bisogna fare di tutto per evitare la sua avanzata. La speranza a cui aggrapparsi è che ad oggi nessuna coltura al mondo è stata cancellata da una batteriosi”. Sulla necessità che il Salento diventi un «laboratorio a cielo aperto» ha insistito il Presidente di Coldiretti Lecce, Pantaleo Piccinno, per cui “occorre seguire tutte le strade possibili per salvare gli uliveti del Salento. Per questo chiediamo che la ricerca non trascuri alcuna ipotesi – ha aggiunto – e a questo punta il ciclo di incontri tecnici, in cui chiediamo ai ricercatori cosa possiamo fare nell’im-
mediato per i nostri uliveti. Va valutata anche l’ipotesi degli innesti di varietà che sembrano più tolleranti al batterio sugli alberi monumentali del nostro territorio, perché non possiamo lasciare nulla di intentato nella conservazione di un bene irriproducibile e di valore inestimabile per il territorio”.
Dopo l’ok definitivo di Strasburgo
Olio tunisino, De Benedetto (FI): “Colpo al Made in Italy, dal Pd lacrime di coccodrillo”
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n questi casi non aiuta molto il celebre “lo avevamo detto” ma l’ok definitivo di Strasburgo al provvedimento che autorizza l’aumento dell’ import di olio tunisino, a dazio zero per ulteriori 35mila tonnellate, non ci coglie impreparati – dichiara Federica De Benedetto, vice coordinatrice regionale Forza Italia Puglia - Per primi, da Forza Italia, infatti, avevamo denunciato i rischi di frodi e il duro colpo che per il mercato avrebbe rappresentato l’ingresso di ingenti quantitativi di prodotto a basso costo; lo avevamo fatto a Lecce alla presenza - tra gli altri - di Coldiretti e Confagricoltura e la nostra delegazione ha coerentemente espresso voto contrario in assemblea. Le attuali manifestazioni di dissen-
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so del Ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, invece, ricordano molto le ben note lacrime di coccodrillo, dal momento che era stato il suo stesso partito a votare a favore della decisione. Ribadiamo la assoluta condivisione del principio di vicinanza e solidarietà ad un Paese come la Tunisia, alle prese con la spirale del terrorismo, ma anche la totale contrarietà nei confronti di una misura che ancora oggi riteniamo inefficace a tal fine ed in grado di mettere gravemente in difficoltà il nostro comparto produttivo e l’economia del Mezzogiorno, come le reazioni delle associazioni di categoria confermano. Ci auguriamo che siano i regolamenti attuativi a scongiurare scenari facilmente ipotizzabili”.
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Tributo 630
Consorzi di Bonifica: Agrinsieme Puglia chiede di sospendere gli avvisi di pagamento
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erificare se sussistono le condizioni per sospendere gli avvisi di pagamento del tributo 630 emesse dai Consorzi di Bonifica pugliesi commissariati. E’ quanto chiesto e ribadito più volte da Agrinsieme Puglia - il coordinamento delle organizzazioni agricole C.I.A.-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Alleanza delle Cooperative settore agroalimentare (Legacoop, Confcooperative, Agci ) e Copagri – sia all’assessore regionale alle risorse agroalimentari Leonardo Di Gioia sia al commissario straordinario dei Consorzi di bonifica pugliesi Gabriele Papa Pagliardini. Agrinsieme Puglia sta seguendo da due anni la vicenda dei consorzi di bonifica pugliesi e negli ultimi mesi si è fatto promotore di una serie di iniziative nei confronti della Regione Puglia e dei Consorzi al fine di evidenziare come il pagamento del tributo 630 sia ingiusto nei confronti degli agricoltori, in quanto non risultano essere state compiute dai consorzi commissariati le opere di bonifica sui territori e dunque gli agricoltori non hanno ricevuto alcun vantaggio. Agrisieme Puglia ritiene i Consorzi di bonifica un importante strumento per la tutela e la salvaguardia del territorio e per tutti i servizi che tali consorzi dovrebbero erogare agli agricoltori. Però tali consorzi devono funzionare regolarmente e non, invece, esigere solo il pagamento dei tributi, che sono ritenuti da Agrinsieme Puglia ingiusti ed iniqui. Nella emissione di tale cartelle, tra l’altro, come più volte ribadito, i Consorzi di Bonifica non hanno mantenuto gli impegni assunti con le organizzazioni professionali agricole. Sono diversi i punti che non rispondono agli accordi sanciti dai tavoli tecnici avuti a luglio 2014 e a febbraio 2015. Primo fra tutti il mancato rispetto del risparmio di almeno il 60% sulla contribuenza nell’ambito della revisione economica e dell’abbattimento degli importi. Gli importi riportati negli avvisi, infatti, sono stati solo di poco ridotti e non certamente del 60%. Tra l’altro sono stati emessi avvisi di pagamento anche a carico delle aziende di Lecce, Brindisi e Taranto, territori colpiti dalla Xylella fastidiosa, per le quali era stata chiesto l’esonero. Prima di emettere gli avvisi, inoltre, vi era l’impegno di sottoporre al tavolo tecnico i piani industriali dei Consorzi di bonifica per la dovuta
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analisi. Cosa che non è avvenuta. Per non parlare, poi, del mancato avvio dei lavori di manutenzione straordinaria che dovevano avvenire prima della emissione degli avvisi che, tra l’altro, sono relativi all’anno 2014, annualità nel corso della quale i Consorzi non hanno erogato alcun servizio di bonifica. La storia, dunque, si ripete: le somme richieste
non corrispondono a servizi erogati, ma assumono l’aspetto di un vero e proprio balzello – l’ennesimo – che darà il colpo di grazia alle aziende agricole pugliesi alle prese con una crisi economica senza precedenti, già sottoposte ad un carico fiscale e previdenziale il più alto d’Europa e alle prese con la emergenza Xylella fastidiosa.
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Il 2016 l’anno giusto per visitare la Lettonia
Riga, capitale baltica della gastronomia
uest’anno Riga ha grandi ambizioni. La capitale lettone ha in serbo un calendario ricco di eventi e di iniziative per i suoi abitanti e i per turisti che si affacceranno in questa città sulla riva del baltico. Perla dell’architettura in stile liberty, crocevia di culture e destinazione ideale per una vacanza a pieno ritmo, Riga è la capitale Baltica culla della cultura e della gastronomia. La Maratona Lattelecom di Riga, che si svolgerà a metà maggio, sarà per tutti gli amanti dello sport una prova per testare i risultati raggiunti e valutare nuove sfide sportive. Le settimane del gusto, nei mesi di maggio e ottobre, sorprenderanno le papille gustative degli amanti del gourmet. Musei aperti fino all’alba in occasione della Notte dei Musei che si terrà il 14 maggio. Il Festival dell’Opera di Riga nelle prime due settimane di giugno, il Festival della Città di Riga nella seconda metà di agosto e il Festival delle luci “Staro Rīga” a novembre sono solo alcune delle numerose manifestazioni espressione della versatilità di Riga. Il Festival della Notte di Mezza Estate “Līgo” che si tiene il 23 giugno e le celebrazioni per la procla-
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mazione dell’indipendenza, che ricorre il 18 novembre, saranno occasione per conoscere le più antiche tradizioni e la storia di Riga. LA SETTIMANA DEL GUSTO - In primavera, dal 16 al 22 maggio, e in autunno, dal 10 al 16 ottobre, Riga e i suoi migliori ristoranti saranno palcoscenico della gastronomia. Appuntamenti da non perdere per gli amanti del gusto che potranno essere testimoni delle impareggiabili abilità culinarie dei più grandi chef della città e gustare i migliori prodotti di stagione. Chef di grande esperienza e creatività, saranno i veri protagonisti sul palco dell’arte gastronomica, donando ad ogni piatto un tocco moderno e raffinato. Nei vari ristoranti saranno proposti menù di tre portate a prezzi più che accessibili (15-20 Euro). Tipico e sano. Tradizionale e innovativo. Dolce e aspro. Sfumature di sapore e varietà di prodotti stagionali. A proposito di gastronomia merita fare un cenno a cosa succederà nel 2017 quando la Regione Riga-Gauja e la Regione Lombardia deterranno insieme il titolo di Regione Europea della Gastronomia. REGIONE EUROPEA DELLA GASTRONOMIA 2017 - Obiettivo della manifestazione è di
preservare la cultura e le tradizioni della cucina locale e al contempo promuovere il turismo nella Regione Riga-Gauja. 12 prodotti stagionali appositamente selezionati diventeranno la piattaforma di scambio di esperienze e di collaborazione tra abitanti della regione, agricoltori, imprenditori, istituti di formazione professionale e chef. Acetosa, rabarbaro, linfa di betulla e acero in primavera, pescegatto, amarene e mora artica in estate, carne di cervo e porcino in autunno, infine pane di segale, rapa e sorbo in inverno formeranno come una tavolozza di colori con cui dipingere i piatti di sapori selvatici, moderni e autentici.
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