FOGLIE n.5/2019

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AGRICOLTURA • AGROALIMENTARE • TURISMO RURALE

DECRETO LEGGE E VISIONI CONTRAPPOSTE

N° 5 • 15 MARZO 2019

OLIO, AGRUMI E GELATE: IL GOVERNO HA MANTENUTO LE PROMESSE O NO? AGRICOLTURA Uva da tavola, Italia top in Europa

Per la Xylella, tutti contro tutti

AGROALIMENTARE Cibi stranieri: cade il segreto di Stato





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ditoriale

15 MARZO 2019 - N.5 - ANNO 14

QUINDICINALE DI AGRICOLTURA AGROALIMENTARE TURISMO RURALE

Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952 Editrice

G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione G.Ed.A. Giovani Editori Associati Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Paola Dileo, Nica Ruospo, Rino Pavone, Donatello Fanelli Pubblicità G.Ed.A Rino PAVONE r.pavone@foglie.tv 380 6328672 Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61/06 del 15/11/2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 9040264 Iscritta al Registro Operatori Comunicazione ROC n.26041 TESTATA GIORNALISTICA ACCREDITATA

DECRETO LEGGE E SOLITE VISIONI CONTRAPPOSTE

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iamo atto e ringraziamo il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo Gian Marco Centinaio per aver mantenuto gli impegni presi in occasione della protesta dello scorso febbraio a Roma davanti a una platea di oltre cinquemila agricoltori”. Così il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, dopo l’approvazione da parte del consiglio dei Ministri di un Decreto-Legge con disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi e di sostegno alle imprese agricole colpite da eventi atmosferici di carattere eccezionale. “Nel provvedimento, infatti, sono state accolte le nostre richieste per tutelare l’olivicoltura, dando la possibilità alle imprese agricole pugliesi che hanno subito danni da gelate di accedere in deroga alle misure previste dal decreto legislativo 102/2004 con interventi a sostegno delle imprese agricole”, sottolinea il coordinamento, ad avviso del quale “sono positivi gli stanziamenti per la copertura, totale o parziale, dei costi sostenuti per gli interessi dovuti a valere dei mutui contratti dalle im-

prese agricole, così come quelli per il rifinanziamento del Fondo di Solidarietà Nazionale e per l’attuazione di campagne promozionali per incentivare il consumo di olio extravergine di oliva. E’ inoltre positivo il giro di vite per contrastare la Xylella, disponendo la distruzione delle piante contaminate, nonché di qualunque altro materiale possa essere veicolo di diffusione di organismi nocivi, e stabilendo sanzioni per chi non si adegua alle disposizioni”, aggiunge Agrinsieme. Di parere completamente opposto Coldiretti: “Il Decreto sulle emergenze in agricoltura è una scatola vuota che abbandona a se stessa per l’ennesima volta l’area infetta da Xylella, l’intera provincia di Lecce e parte delle province di Brindisi e Taranto, come se dovesse morire definitivamente di burocrazia, senza alcuna possibilità di una rigenerazione del patrimonio olivicolo”, è il commento del presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia, “A fronte di un crack da oltre un miliardo di euro causato dalle gelate al settore olivicolo non sono destinate risorse specifiche e i pochi milioni disponibili – sottolinea la Coldiretti - devono essere spartiti con le altre emergenze sulle quali interviene il fondo di solidarietà”.



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EDITORIALE DECRETO LEGGE EMERGENZE Solite visioni contrapposte

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AGRICOLTURA

8 UVA DA TAVOLA

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ommario

15 XYLELLA Porcelli: “Aggiornare pubblicazioni” 18 OLIO, AGRUMI E GELATE Cosa c’è nel decreto legge

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VIVAISTI Primi risultati anti xylella? CREA Agli arresti direttore generale

9 MANIFESTAZIONE LECCE Coldiretti / Agrinsieme divise

/ DI GIOIA 10 MILIANO La lettera La “contro lettera”

14 LECCE

Legna infetta scaricata in strada

28 INDUSTRIA ALIMENTARE

Pr. Bari: 65 società sopra i 5 mln di € nel ‘17

31 VINI

Vendite in crescita nei primi mesi ’19

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Italia prima in Europa per ettari

12 FITTO

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AGROALIMENTARE

22 IMPORTAZIONE CIBI STRANIERI Cade il segreto di Stato

RASSEGNA STAMPA

30 PREZZO MINIMO

Ci vorrebbe per ortaggi, pesche e agrumi


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gricoltura

Spagna Prima Ue per uliveti

ITALIA TOP IN EUROPA PER UVE DA TAVOLA

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a Spagna al top in Europa per le aree destinate agli uliveti, l’Italia distacca tutti per le uve da tavola (e per le pere) e la Polonia per gli ettari in cui vengono coltivate le mele. Sono i dati che emergono dall’ultima indagine Eurostat sulle zone agricole utilizzate come frutteti: nel 2017, ultimo anno utile, le piantagioni coprono un’area di 1,295 milioni di ettari, in leggera crescita rispetto al 2012, e i due terzi delle stesse sono concentrati appunto in Spagna, Italia e Polonia. In una divisione per frutta, sono le mele a fare la parte del padrone, rappresentando il 36,6% delle coltivazioni, seguite dalle arance

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(19,7%) e da pesche e nettarine (14,7%). La Spagna detiene circa un terzo delle piantagioni complessive europee (con il 32,6% delle superfici), con l’Italia al secondo posto (21,6%) e la Polonia (altamente specializzata in mele al 12,9%). La Spagna distanza l’Italia soprattutto per gli agrumi (arance, limoni e cedri), mentre viene sopravanzata per la coltivazione di mele e soprattutto di pere, dove il nostro Paese e’ al primo posto in Europa. Discorso a parte per gli uliveti, concentrati nell’area che si affaccia sul Mediterraneo e dove la Spagna consolida comunque il suo primato ospitando il 55% delle aree europee destinate a queste culture,

contro il 23% dell’Italia, seguite da Grecia (15%) e Portogallo (7%). Cifre comunque importanti, se si pensa che gli altri paesi produttori, Francia, Croazia, Cipro e Slovenia, complessivamente arrivano all’incirca all’1%. Infine, le uve da tavola. Eurostat non prende in considerazione i vigneti per la produzione di vino, ma in quelli per l’uva da consumare dopo i pasti l’Italia può vantare un dominio notevole, con un’area coltivata grande più del triplo di quella spagnola, 39.700 ettari contro 12.500; molto distaccate la Romania e la Bulgaria. Tutti Paesi in cui oltre la metà delle aree coltivate sono ad alta intensità, con oltre 1.500 vigne per ogni ettaro.

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Lo scorso 9 marzo

AGRINSIEME PUGLIA: DIVISIONE MANIFESTAZIONE LECCE COLPA DI COLDIRETTI

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a manifestazione dello scorso 9 marzo a Lecce per la devastazione di tutto il territorio salentino causato dal batterio xylella fastidiosa ha diviso il mondo agricolo. Da una parte le sigle di Agrinsieme e dall’altra Coldiretti. Sarebbe stata una grande opportunità di unitarietà del mondo agricolo, visti i problemi che affliggono il Salento, ma ancora una volta la Coldiretti ha voluto distinguersi non sui contenuti ma ponendo quale unica pregiudiziale la richiesta di dimissioni dell’assessore Di Gioia. Come è noto, spiegano i dirigenti di CIA - Confagricoltura - Copagri e Alleanza delle Cooperative, Agrinsieme ha sempre criticato l’operato dell’assessorato regionale agricolo sulle numerose criticità e ritardi del PSR e sulle inefficienze dell’Osservatorio Fitosanitario in ordine alle farraginosità delle regole per gli espianti degli ulivi disseccati a causa del batterio, ma non abbiamo mai chiesto le dimissioni dell’Assessore. Fare una manifestazione per chiedere le dimissioni dell’assessore è un atto politico che non si concilia con le legittime richieste ed istanze peraltro condivise da tutte le organizzazioni agricole. Le responsabilità dell’avanzamento del batterio e del ritardo nell’ avN° 5 - 15 MARZO 2019

viare azioni di contrasto al vettore, del ritardo per l’esecuzione delle ordinanze per l’abbattimento, alla sospensione per oltre sei mesi dell’attività di monitoraggio pur in presenza di risorse, sono da attribuire alla regione, al Governo e alla magistratura amministrativa, ciascuno per la propria sfera di competenza. Secondo noi è necessario che alla denuncia delle mancanze, delle inefficienze e degli errori fatti, avanzare proposte capaci di dare risposte alle imprese agricole è una modalità di lavoro che ci ha contraddistinto ed è questo il nostro modo di rappresentare gli interessi dei nostri associati. Nel documento del 22 febbraio, a cui fa riferimento il presidente Cantele, che ha visto inizialmente

la firma della Coldiretti di Confagricoltura e Confcooperative, a cui ha fatto seguito l’adesione della Copagri e di CIA, non è scritto da nessuna parte la richiesta di dimissioni dell’assessore. La divisione tra le organizzazioni, continuano i dirigenti di Agrinsieme, è un atto incomprensibile per gli agricoltori e ha provocato l’abbandono dei sindacati dei lavoratori che inizialmente avevano dato l’assenso a partecipare, aderendo al contenuto della piattaforma. La Coldiretti è l’unica responsabile della divisione e questa è una responsabilità di cui deve dare conto a tutto il salento agricolo.

Per il coordinamento di Agrinsieme Tommaso Battista

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gricoltura

Lui e’il colpevole e dà la colpa agli altri

XYLELLA, FITTO: IL PRESIDENTE EMILIANO E’ SENZA VERGOGNA!

Il presidente di Direzione Italia, l’eurodeputato Raffaele Fitto, risponde alla lettera aperta del presidente Michele Emiliano sull’emergenza in Agricoltura

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enza vergogna! Proprio così: il presidente Emiliano è senza vergogna, perché se la provasse dovrebbe solo tacere sul disastro Xylella, che porta il suo nome in cima alla lista dei responsabili, non scrivere una lettera aperta dove chiede l’aiuto agli eletti pugliesi nelle Istituzioni e la mobilitazione civile. Una mobilitazione non solo del mondo agricolo che dovrebbe, invece, rivoltarsi contro di lui! Quando ho letto l’incipit della lettera, infatti - “Negli ultimi anni l’agricoltura pugliese è stata colpita da una calamità che, per i suoi effetti, ha dimensioni che supera qualsiasi cosa sinora sperimentato nel nostro Paese” – ho dovuto leggerlo più volte, perché non capivo se si trattasse di uno scherzo di Carnevale (ieri era martedì grasso) o se davvero Emiliano è ancora convinto di poter prendere in giro non solo gli agricoltori, ma

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tutta la Puglia. “Negli ultimi anni????” E lui dove era mentre l’epidemia avanzava? Chi governava la Puglia? Chi decideva le Politiche Agricole? E dove è finita la ricetta miracolosa promessa in campagna elettorale, parliamo dell’aprile 2015: 100 giorni e risolvo tutto. Quattro ne sono passati, ma di anni! Quattro anni di inerzia, di pressapochismo, di ricorsa di soluzioni che strizzavano ora gli occhi agli ambientalisti, ora ai grillini, ora alla magistratura. E la famigerata Task force, quella con gli scienziati che avrebbero dovuto trovare la miracolosa soluzione, che fine ha fatto? Neppure un cenno nella lettera di quella sciagurata iniziativa di inizio legislatura, tesa solo a perdere tempo, fino alla farsa finale quando anche il “guru” a capo della suddetta ha abbandonato la nave decretando il fallimento, semmai ce ne fos-

se bisogno, di tutte le Politiche Agricole. Proprio le stesse alle quali faceva riferimento, non molto tempo fa, il dimissionario assessore Di Gioia. Ve lo ricordate in conferenza stampa quando accusava Emiliano di essere colpevole dell’avanzamento della Xylella sia sul piano legislativo (criticando la legge stessa approvato in Consiglio regionale) sia su quello comportamentale (quando il presidente inseguiva coloro che si opponeva alle eradicazioni)? Ma l’elenco delle responsabilità sarebbe lunghissimo, a cominciare dall’Emiliano che nei primi anni di presidente era contro le eradicazioni, accanto ai santoni. Lui ha dimenticato tutto, noi no! Quando la magistratura bloccò il Piano Siletti e mise sotto accusa il generale (impedendo di fatto le eradicazioni) Emiliano disse che per la Puglia era “una bella giornata www.foglie.tv


di liberazione!”, applaudendo al sequestro degli ulivi. Ma per Emiliano la colpa è sempre degli altri, mai sua: dell’Unione Europea o del Governo nazionale. Non parlerò del Governo, anche perché Emiliano farebbe meglio a spiegare, a questo punto, il perché di quelle foto, quei sorrisi di complicità, quelle pacche sulle spalle con il ministro all’Agricoltura, Centinaio, sul palco romano dei Gilet Arancioni. Parlerò, invece a ragion veduta, di ciò che a livello europeo abbiamo fatto insieme al collega De Castro. Circa un anno fa abbiamo incontrato sia il Commissario europeo per la Salute e la Sicurezza alimentare, Andriukaitis, sia quello per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale, Hogan. In entrambe le occasioni abbiamo riscontrato una disponibilità a collaborare non solo al contrasto, ma anche alla ricostruzione del territorio devastato dalla Xylella. Una volontà concreta ad attivare azioni supportate dalla Commissione europea, che prevedevano la creazione di un programma nazionale di sviluppo rurale, co-finanziato

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dall’Unione utilizzando fondi attribuiti non solo alla Regione Puglia, ma anche nazionali e, in modo solidale, di tutte le regioni interessate al contenimento della batteriosi. A luglio scorso consegnammo la proposta proprio nelle mani di Emiliano, non di nascosto, ma con una conferenza stampa! Spiegammo al governatore che non volevamo meriti, volevamo contribuire alla soluzione di un disastro che ci sta sfuggendo di mano .E ora leggere che “In uno scenario di tali dimensioni, il territorio pugliese non può che reclamare il supporto e la solidarietà del Governo nazionale e della Commissione Europea” sa di presa in giro non solo nei nostri confronti, ma ribadisco di tutti i pugliesi, perché lui con i commissari europei non a mai andato a parlare. Quindi Emiliano dismetta i panni del “Masaniello”, faccia a meno di richiamare tutti alla disobbedienza civile e cerchi una volta tanto di agire ricordando il suo ruolo e recuperando un minimo di rispetto nei confronti degli agricoltori pugliesi.

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gricoltura

XYLELLA: AD OLTRANZA PROTESTA CONTRO IRRESPONSABILITA’REGIONE PUGLIA

A LECCE SCARICATI IN STRADA 8 QUINTALI DI LEGNA INFETTA

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ontinua ad oltranza la protesta di agricoltori, frantoiani e vivaisti di Coldiretti del Salento che stanno presidiando i punti nevralgici delle città di Lecce, Brindisi e Taranto, le Prefetture, la Provincia di Lecce e gli uffici provinciali dell’Assessorato regionale all’agricoltura contro i rimpalli quotidiani di responsabilità e contro chi ha avuto quasi 4 anni per intervenire e aiutare il popolo agricolo salentino a salvarsi dagli effetti nefasti della Xylella fastidiosa e non l’ha fatto. “Sono stati scaricati in strada a Lecce davanti all’Ufficio Provinciale dell’Agricoltura 8 quintali di legna di ulivi infetti – ha denunciato Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce - gesto estremo per dare uno schiaffo morale a chi non vuole dare risposte concrete alle imprese olivicole, ai frantoiani e ai vivaisti. Le realtà economiche dell’area infetta hanno bisogno di semplificazione, di velocità, di capire cosa fare per poter espiantare e reimpiantare, perché le pratiche di espianto non possono essere equiparate ad una domanda edilizia e devono per di più pagarsi le analisi per poter estirpare gli scheletri degli alberi morti. Qui non dobbiamo costruire nulla. Qui i nostri agricoltori vogliono piantare ulivi per poter garantirsi un reddito, dare lavoro agli operai e dare olive ai frantoi che non hanno più prodotto da molire”. Ancora problemi per il comparto dei vivaisti con “i vitivivaisti dell’area Otrantina – ha continuato Cantele - che prima sono stati bloccati erroneamente nella loro movimentazione, in seguito hanno dovuto sottostare alla pratica di termoterapia con aggravio di costi senza alcun aiuto regionale, poi hanno dovuto registrare la chiusura di alcuni mercati esteri (segnatamente del Magreb) e in tutto questo l’Assessorato regionale ha solo ritardato il rilascio delle annuali autorizzazioni alla commercializzazione della barbatelle”. “L’Assessore regionale non ha ancora chiesto – ha incalzato il presidente di Coldiretti Brindisi, Filippo De Miccolis - la deroga alle norme nazionali per consentire la movimentazione nella

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sola area infetta delle piante specificate prodotte dai vivai in assenza di passaporto delle piante e di conseguenza, come evidenziato dall’Avvocatura Regionale, modificare l’art. 99 della L.R. n. 67/2018”. E come se non bastasse in area infetta c’è anche il paradosso delle cartelle dei consorzi di bonifica, denuncia Coldiretti Puglia. “Le aziende delle aree infette, nonostante l’assenza di reddito per la mancata produzione sono state assoggettate per gli anni 2014, 2015 al pagamento

delle cartelle dei consorzi di bonifica, e ad oggi non è stato deliberato, come più volte promesso dall’Assessore regionale – ha gridato il presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo - il blocco dei contributi consortili per gli anni 2016, 2017 e 2018. Non risulta, ad oggi, predisposto alcun programma di investimenti in infrastrutture irrigue per accompagnare il reimpianto con nuove varietà di olivo , quindi di che parliamo? Di una sordità e una irresponsabilità totali.”

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Xylella, contro la diffusione di dati ormai superati e fuorvianti

PORCELLI: “AGGIORNARE LE PUBBLICAZIONI DIVULGATIVE PER CONTRASTARE IL VETTORE”

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ggiornare i dati sulla xylella ed evitare la diffusione di vecchie pubblicazioni. È quanto ha chiesto il professore Francesco Porcelli, associato di entomologia del DiSSPA Università di Bari nel corso della conferenza stampa promossa dal Comune di Acquaviva per contrastare il batterio killer degli ulivi. “Occorre informare i cittadini in maniera corretta sul vettore di Xylella e questo si può e si deve fare aggiornando e contestualizzando i dati. L’utilizzo di grafici e fotografie non può prescindere dalla consapevolezza che alcuni dati siano ormai superati e obsoleti”, ha spiegato Porcelli intervenendo nell’incontro promosso dal Comune di Acquaviva al quale hanno partecipato i sindaci di Acquaviva Davide Carlucci, di Casamassima

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Francesco Nitti e di Bitonto Michele Abaticchio. Nel corso della conferenza stampa, che si è tenuta nell’oleificio sociale di Acquaviva, sono state illustrate ai partecipanti le azioni da intraprendere per contrastare l’avanzata del batterio con dimostrazioni sul campo e per i quali il professore Porcelli attende i risultati. Il suo intervento però è stato incentrato su alcune pubblicazioni che vengono distribuite agli operatori. “Noto con piacere che miei grafici e fotografie, schematizzazioni e testi vengono utilizzati da relatori di diverse competenze ed interessi in occasione di incontri pubblici dedicati alla vicenda Xylella in generale e in relazione al controllo dei suoi vettori in particolare. Al di là dell’innegabile considerazione dimostratami, e anzi

proprio per questa considerazione, - afferma Porcelli- devo far notare che l’evoluzione delle strategie di controllo dei vettori ha ormai reso obsoleta quella mia iconografia e fuorvianti quei miei testi. Questo voglio condividere per evitare la diffusione di notizie e proposte poco aggiornate sul controllo dei vettori, l’unica azione utile a rallentare o fermare l’invasione del batterio Xylella fastidiosa.Tanto devo precisare per non essere manchevole verso il sociale che è il solo destinatario del nostro miglior intendere.” Il riferimento non è collegabile alla iniziativa intrapresa dal Comune di Acquaviva ma alla diffusione di materiali che pur essendo riferibili alla annualità 2018-2019 risultano essere non aggiornati alla continua evoluzione della batteriosi.

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gricoltura

La parte riguardante le gelate, la xylella e il sostegno a olio ed agrumi

DECRETO LEGGE EMERGENZE, LA VERSIONE DEFINITIVA

Capo II Misure di sostegno al settore olivicolo-oleario ART. 6 (Gelate nella Regione Puglia nei mesi di febbraio e marzo 2018) 1. Le imprese agricole ubicate nei territori della Regione Puglia che hanno subito danni dalle gelate eccezionali verificatesi dal 26 febbraio al 1° marzo 2018, e che non hanno sottoscritto polizze assicurative agevolate a copertura dei rischi, in deroga all’articolo 1, comma 3 lettera b), del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102, possono accedere agli interventi previsti per favorire la ripresa dell’attività economica e produttiva di cui all’articolo 5 del decreto legislativo n. 102 del 2004, nel limite della dotazione ordinaria finanziaria del Fondo di solidarietà nazionale. 2. La Regione Puglia può conseguentemente deliberare la proposta di declaratoria di eccezionalità degli eventi di cui

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al comma 1 entro il termine perentorio di sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. ART. 7 (Misure a sostegno delle imprese del settore olivicolo-oleario) 1. Dopo l’articolo 4 del decretolegge 5 maggio 2015, n. 51, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 luglio 2015, n. 91, è inserito il seguente: “Art. 4-bis. (Misure a sostegno delle imprese del settore olivicolo-oleario) 1. Al fine di contribuire alla ristrutturazione del settore olivicolo-oleario, considerate le particolari criticità produttive e la necessità di recupero e rilancio della produttività e della competitività, in crisi anche a causa degli eventi atmosferici avversi e delle infezioni di organismi nocivi ai vegetali, è riconosciuto, nel limite complessivo di spesa di 5 milioni di euro per l’anno 2019, un contributo destinato alla copertura, totale o

parziale, dei costi sostenuti per gli interessi dovuti per l’anno 2019 sui mutui bancari contratti dalle imprese entro la data del 31 dicembre 2018. 2. Il contributo di cui al comma 1 è concesso in identico ammontare ad ogni singolo produttore, nel rispetto dei massimali stabiliti dai regolamenti (UE) n. 1407/2013 e n. 1408/2013 della Commissione, del 18 dicembre 2013, relativi all’applicazione degli articoli 107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea agli aiuti de minimis. 2. Agli oneri previsti per l’attuazione del presente articolo, pari a 5 milioni di euro per l’anno 2019, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del Fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2019-2021, nell’ambito del Programma Fondi di riserva e speciali della missione “Fondi da ripartire” dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per www.foglie.tv


l’anno 2019, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero per le politiche agricole alimentari, forestali e del turismo.” 2. Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari forestali e del turismo, adottato di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sono definite le modalità per la concessione del contributo di cui al comma 1 e per la disciplina dell’istruttoria delle relative richieste nonché i relativi casi di revoca e decadenza. ART. 8 (Norme per il contrasto della Xylella fastidiosa e di altre fitopatie) 1. Al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 214, dopo l’articolo 18 è inserito il seguente: “Art. 18-bis. (Misure di contrasto della Xylella fastidiosa e di altre fitopatie) 1. Al fine di proteggere l’agricoltura, il territorio, le foreste, il paesaggio e i beni culturali dalla diffusione di organismi nocivi per le piante, le misure fitosanitarie ufficiali e ogni altra attività ad esse connessa, ivi compresa la distruzione delle piante contaminate, anche monumentali, sono attuate in deroga a ogni disposizione vigente, nei limiti e secondo i criteri di cui all’articolo 6, comma 2-bis, della decisione di esecuzione (UE) 2015/789 della Commissione, del 18 maggio 2015, e di quelli indicati nei provvedimenti di emergenza fitosanitaria. Le piante monumentali presenti nelle zone di cui all’articolo 6 della predetta decisione non sono rimosse se non è accertata la presenza dell’infezione, fermo restando il rispetto delle ulteriori misure stabilite dalla medesima decisione. N° 5 - 15 MARZO 2019

2. Nei casi di misure fitosanitarie derivanti da provvedimenti di emergenza, i Servizi fitosanitari competenti per territorio attuano tutte le misure ufficiali ritenute necessarie a evitare la possibile diffusione di una malattia, ivi compresa la distruzione delle piante contaminate, anche sui materiali di imballaggio, sui recipienti, sui macchinari o su quant’altro possa essere veicolo di diffusione di organismi nocivi. A tale fine, gli ispettori fitosanitari e il personale di supporto, muniti di autorizzazione del servizio fitosanitario, previo avviso da comunicare almeno cinque giorni prima della verifica, accedono ai luoghi in cui si trovano i vegetali e i prodotti vegetali, di cui all’articolo 2 del presente decreto, in qualsiasi fase della catena di produzione e di commercializzazione, nonché ai mezzi utilizzati per il loro

trasporto e ai magazzini doganali, fatte salve le normative in materia di sicurezza nazionale ed internazionale. 2. Il proprietario, il conduttore o il detentore, a qualsiasi titolo, di terreni sui quali insistono piante infettate dagli organismi nocivi di cui al comma 1 che, quando l’infezione è conosciuta o manifesta omette di farne tempestiva

denuncia ai Servizi fitosanitari competenti per territorio è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 516 a euro 30.000. 2. I medesimi soggetti di cui al comma 4, in caso di omessa esecuzione delle prescrizioni di estirpazione di piante infette dagli organismi nocivi di cui al comma 1, sono puniti con la sanzione amministrativa da euro 516 a euro 30.000 e gli ispettori fitosanitari, coadiuvati dal personale di supporto, muniti di autorizzazione del servizio fitosanitario, procedono all’estirpazione coattiva delle piante stesse. Chiunque impedisce l’estirpazione coattiva delle piante è soggetto alla sanzione di cui al primo periodo aumentata fino al doppio. 2. In caso di irreperibilità dei proprietari, dei conduttori o dei detentori a qualsiasi titolo dei terreni sui quali insistono piante infette dagli organismi nocivi di cui al presente articolo ovvero nell’ipotesi in cui questi rifiutino l’accesso ai fondi medesimi, gli ispettori fitosanitari ed il personale di supporto muniti di autorizzazione del servizio fitosanitario, per l’esercizio delle loro attribuzioni, accedono comunque a detti fondi al fine di attuare le misure fitosanitarie di urgenza di cui al comma 3. A tale scopo i servizi fitosanitari competenti per territorio possono richiedere al prefetto l’ausilio della forza pubblica. 2. All’attuazione della disposizione si provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.” 2. Il comma 661 dell’articolo 1 della legge 30 dicembre 2018, n.145, è abrogato. 2. All’articolo 6, comma 4, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, dopo la lettera c-bis), è aggiunta la seguente: “c-ter) i piani, i programmi e i provvedimenti di difesa fitosanitaria adottati dal Servizio fitosanitario nazionale che danno applicazione a misure

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fitosanitarie di emergenza.” ART. 9 (Misure a sostegno delle imprese del settore agrumicolo) 1. Dopo l’articolo 4 del decretolegge 5 maggio 2015, n. 51, convertito, con modificazioni, dalla legge il 2 luglio 2015, n. 91, è inserito il seguente: “Art. 4-bis. (Misure a sostegno delle imprese del settore agrumicolo) 1. Al fine di contribuire alla ristrutturazione del settore agrumicolo, è riconosciuto, nel limite complessivo di spesa di 5 milioni di euro per l’anno 2019, un contributo destinato alla copertura, totale o parziale, dei costi sostenuti per gli interessi dovuti per l’anno 2019 sui mutui bancari contratti dalle imprese entro la data del 31 dicembre 2018. 2. Per gli interventi di cui al comma 1, il contributo è concesso in identico ammontare ad ogni singolo produttore, nel rispetto dei massimali stabiliti dai regolamenti (UE) n. 1407/2013 e n. 1408/2013 della Commissione, del 18 dicembre 2013, relati-

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vi all’applicazione degli articoli 107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea agli aiuti de minimis. 2. Agli oneri previsti per l’attuazione del presente articolo, pari a 5 milioni di euro per l’anno 2019, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del Fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2019-2021, nell’ambito del Programma Fondi di riserva e speciali della missione “Fondi da ripartire” dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2019, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero per le politiche agricole alimentari, forestali e del turismo.”. 2. Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari forestali e del turismo, adottato di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le re-

gioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sono definite le modalità per la concessione del contributo di cui al comma 1 e per la disciplina dell’istruttoria delle relative richieste, nonché i relativi casi di revoca e decadenza. Capo IV (Ulteriori misure per il sostegno e la promozione dei settori agroalimentari in crisi) ART. 10 (Rifinanziamento Fondo di solidarietà nazionale) 1. La dotazione del Fondo di solidarietà nazionale-interventi indennizzatori di cui all’articolo 15 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102 è incrementata di 20 milioni di euro per l’anno 2019. 2. Agli oneri derivanti dall’attuazione delle disposizioni di cui al comma 1, pari a 20 milioni di euro per l’anno 2019, si provvede mediante riduzione delle risorse del fondo di cui all’articolo 1, comma 748, della legge 30 dicembre 2018, n.145.

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UN NUOVO ALLEATO PER FRUMENTO E KIWI

E MALATTIE FOGLIARI DEL FRUMENTO E DELLA BOTRITE IN FIORITURA DEL KIWI GIALLO SONO MOLTO DIFFUSE E IL MONDO AGRICOLO CHIEDE SOLUZIONI QUANTO PIÙ NATURALI. A RISPONDERE A QUESTA RICHIESTA È STATA BIOAGROTECH SRL, AZIENDA DELLA REPUBBLICA DI SAN MARINO SPECIALIZZATA NELLA PRODUZIONE E NELLA COMMERCIALIZZAZIONE DI FERTILIZZANTI E TRATTAMENTI ORGANICI PER L’AGRICOLTURA BIOLOGICA.

BIOAGROTECH è stata la prima a presentare al mercato italiano i vantaggi della Zeolite Cubana e continua a studiarne i benefici, come nel caso delle ricerche effettuate sulle due colture, per valutarne l’attività in miscela con prodotti di copertura specifici per la difesa di Septoria tritici, Puccinia recondita e Fusarium sp. della foglia del frumento tenero e duro, con l’obiettivo di testimoniare la validità del trattamento a base di Zeolite Cubana nel contenimento di Botritis cinerea in fioritura di actinidia deliciosa.

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L’azienda ha trovato un’ottima alternativa nel Corroborante Zeolite Cubana, polvere di roccia dalle caratteristiche uniche ricavata da una cava in un vulcano a Cuba, della cui commercializzazione e del cui utilizzo ha l’esclusiva la stessa Bioagrotech. L’E S I T O H A D AT O R I S U LTAT I S O R P R E N D E N T I. Le applicazioni di Zeolite Cubana in miscela con diversi prodotti hanno contenuto a buoni livelli le malattie fogliari del frumento duro e tenero, confermando come tale prodotto, utilizzato come corroborante, può risultare un ottimo partner dei fungicidi specifici migliorandone l’efficacia, considerando anche che per tutta la durata della prova non sono state osservate manifestazioni fitotossiche. Ottimi riscontri, nonostante il meteo non favorevole, sono stati evidenziati anche nei confronti della botrite del kiwi in fioritura. La Zeolite Cubana è infatti risultata essere una buona soluzione, sia in integrato che in biologico, sia applicato da

solo che in miscela con altri antibotritici, sul target preso in esame, anche in questo caso senza evidenziare manifestazioni fitotossiche. Gli studi presentati nel corso del convegno – organizzato da Bioa-

grotech a Rimini lo scorso gennaio per illustrare le nuove opportunità di risparmio, di riduzione dell’impatto ambientale e di miglioramento dei valori di salubrità e produttività delle piante offerte dalla zeolite cubana – sono stati quindi una conferma. È infatti apparso evidente che il suo impiego, eventualmente come corroborante, possa migliorare l’efficacia dei trattamenti, sia applicato da solo che in miscela, e quindi il controllo di diversi parassiti, come ad esempio Septoria tritici, Puccinia recondita, Fusarium sp. e Botrytis cinerea. Un passo importante verso un’agricoltura sempre più naturale e meno invasiva, nel rispetto del prodotto e della pianta.

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groalimentare

Pronuncia del collegio del Consiglio di Stato

CADE IL SEGRETO DI STATO SULLE IMPORTAZIONI DI CIBI STRANIERI

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bbattuto un moloch sulla strada della trasparenza perfetta dell’agroalimentare made in Italy. Una pronuncia del Collegio del Consiglio di Stato ha riconosciuto il diritto della Coldiretti ad accedere ai dati del ministero della Salute relativi alle importazioni di latte, formaggi e tutti i derivati dirette alle singole aziende. La Coldiretti combatte da anni la battaglia per la sicurezza alimentare in nome del diritto del consumatore a essere informato correttamente sui cibi che porta in tavola. Un obiettivo che si affianca alla difesa dei redditi dei produttori agricoli penalizzati dall’import selvaggio di materia prima che una volta lavorata in Italia si fregia poi dei colori nazionali. Più volte la richiesta della Coldiretti era stata rispedita al mittente dall’amministrazione. E contro tale richiesta si era pronunciato anche il Tar. Ora però il Consiglio di Stato, riconoscendo

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il diritto a ottenere tutte le informazioni sui flussi commerciali, ha infranto un tabù e dunque da questo momento sarà più facile cancellare “il segreto di Stato” su tutti i prodotti agricoli. La bocciatura della domanda di accesso ai dati era stata motivata dall’esistenza dell’obbligo di indicazione dell’origine della materia prima su latte e derivati considerata già sufficiente a garantire il consumatore. La trasparenza sugli acquisti esteri rappresenta invece, secondo la nuova interpretazione, un elemento di ulteriore garanzia dell’etichetta super trasparente. Il Consiglio di Stato ha riconosciuto infatti la congruità della richiesta della Coldiretti volta a verificare “la corrispondenza e non contraddittorietà fra le importazioni di latte e di prodotti a base di latte da parte dei singoli operatori nazionali, da un lato, e le indicazioni fornite al consumatore in etichetta a termini di legge circa l’origine delle materie pri-

me utilizzate dall’altro”. Finalità che rientrano tra quelle previste dalla nuova normativa sull’accesso civico. Il Consiglio di Stato rileva che il diritto d’accesso spetta a chiunque e dunque a maggior ragione nel caso posto dalla Coldiretti che riguarda un mercato, quello lattiero-caseario, in cui rappresenta la maggioranza degli operatori economici che tutela e per i quali opera per favorirne lo sviluppo. E dunque la completa informazione dei consumatori, oltre a garantire il diritto sancito dal Codice del consumo, secondo quanto sottolinea il Consiglio di Stato, “può favorire un corretto e regolato confronto concorrenziale, nonché un aumento dei consumi interni ed un ulteriore sviluppo di quel mercato. Ciò è vero e dirimente anche laddove dovesse tradursi in un danno per alcuni dei singoli operatori associati, posto che l’eventuale pregiudizio dei singoli non può andare a detrimento delle finalità associative www.foglie.tv


statutariamente condivise”. Insomma vengono sposate in pieno le tesi della Coldiretti secondo cui la trasparenza e credibilità nei confronti dei consumatori sulla provenienza delle materie prime in un’economia globalizzata può favorire lo sviluppo del mercato interno. D’altra parte viene riconosciuta l’impossibilità, per ricostruire la filiera delle importazioni di ogni singolo produttore nazionale e verificare così la rispondenza tra etichetta dei prodotti e reali importazioni dei singoli produttori, di limitarsi alla raccolta dei dati dai propri iscritti o di ricavarli dal report periodico. Non ci sono neppure le condizioni per un abuso di diritto d’informazione in quanto la nuova norma sull’accesso riconosce i fondamentali diritti dei consumatori alla tutela della salute; alla sicurezza e alla qualità dei prodotti e dei servizi; ad una adeguata informazione e ad una corretta pubblicità; all’esercizio delle pratiche commerciali secondo principi di buona fede, correttezza e lealtà; all’educazione al consumo; alla correttezza, alla trasparenza ed all’equità nei rapporti contrattuali; alla promozione e allo sviluppo dell’associazionismo libero, volontario e democratico tra i consumatori e

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gli utenti; all’erogazione di servizi pubblici secondo standard di qualità e di efficienza.”. Con l’etichetta trasparente e le informazioni sui flussi commerciali si opera “un controllo diffuso sull’attività amministrativa” perseguita dalla nuova legge sull’accesso civico. Il Consiglio di Stato smonta anche la teoria secondo la quale l’accesso potrebbe compromettere i diritti degli operatori economici importatori. L’Amministrazione non può trincerarsi dietro un rischio generico e astratto, ma deve motivare, in modo puntuale, la effettiva sussistenza di un reale e concreto rischio degli interessi degli operatori che importano la materia prima. Si tratta dunque di una presa di posizione particolarmente rilevante che sostiene, anche sul piano giuridico, una politica innovativa nell’agroalimentare centrata sulla qualità, la distintività, la sicurezza e la difesa dei redditi agricoli. “Un obiettivo storico che siamo stati costretti a raggiungere con l’intervento della Magistratura a causa dell’assenza colpevole per molti anni della Politica che reagisce solo di fronte agli attacchi” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel chiedere ora al Ministro della Salute Giulia Grillo

“di definire, in tempi brevi, le modalità attraverso cui saranno rese disponibili le informazioni relative alla provenienza dei prodotti agro-alimentari a soggetti che dimostrino un legittimo interesse all’utilizzo di tali dati”. Infatti dopo che il Tar del Lazio aveva respinto il ricorso presentato da Coldiretti contro l’opposizione del Ministero della Salute alla richiesta di accesso civico dei dati riguardanti l’importazione di latte prodotti lattiero-caseari tra paesi Ue ed extra Ue, il Consiglio di Stato ha reso giustizia chiarendo che la Coldiretti è legittimata a proporre la domanda di accesso e di acquisire i dati per promuovere un controllo diffuso sull’operato degli enti pubblici, per assicurare ai cittadini una partecipazione consapevole alle decisioni pubbliche e, infine, per garantire una completa trasparenza. Al Ministero della Salute - conclude la Coldiretti - non resta dunque che dare corso alla domanda di accesso civico che non potrà essere più negato per ragioni di riservatezza dei contro interessati. Qualora dovessero persistere resistenze la Coldiretti dichiara che chiederà l’esecuzione della sentenza anche mediante un giudizio di ottemperanza.

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Il coordinamento dei vivaisti lamenta rimpalli di responsabilità tra gli enti coinvolti

XYLELLA: LA PROTESTA DEI VIVAISTI PRODUCE I PRIMI RISULTATI di Paola DILEO

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ontinua il braccio di ferro tra aziende vivaistiche e l’ Osservatorio Fitosanitario Regionale per la produzione di piante specificate nei territori delimitati a xylella fastidiosa. Nella seduta del 27 febbraio scorso, il Comitato Fitosanitario Nazionale ha approvato la proposta della Regione Puglia di istituire un sito indenne da xylella fastidiosa, all’interno della quale poter produrre e commercializzare piante specificate, come previsto dalle disposizioni della C. UE 789/2015 e successive modifiche. Di fatto, il “sito indenne” consentirà di esportare le piante specificate in tutta l’Unione Europea, a condizione che i vivaisti si adeguino alle prescrizioni del Piano di Sito Indenne. In sintesi, sono state approvate le linee guida per poter chiedere la deroga a produrre e ad esportare in aree indenni, ma di fatto il settore è ancora bloccato perché l’autorizzazione alla deroga richiede un oneroso carico burocratico e tecnico. Al consulente agrario Paolo Leoci, portavoce del Coordinamento Vivaisti Pugliesi, abbiamo chiesto: Qual è lo stato di avanzamento dell’istanza di deroga? Ad oggi dopo tante battaglie, le uni-

che certezze sono i criteri per poter autorizzare le aziende a richiedere la deroga, purché in regola con il monitoraggio del batterio nel raggio dei 100m dal perimetro fuori dei vivai, con le strutture e reti anti insetto/vettore e con le analisi a campione sulle piante preconsegna. Dopo questi adempimenti sarà possibile fare i sopralluoghi ed autorizzarne la deroga. In realtà diversi vivaisti hanno inoltrato già da mesi, le istanze di deroga, così come hanno realizzato a proprie spese le opere da

farsi. Adesso chiediamo urgentemente i sopralluoghi della Regione, al fine di evitare altre disdette di ordini e penali per mancata fornitura di piante. Ci sono dieci aziende vivaistiche che hanno già fatto richiesta e, alcune registrano perdite fino a 1 milione di euro, con infelici risvolti sul fronte occupazionale. Finalmente solo in queste ore apprendiamo che il dirigente regionale Tedeschi ha autorizzato i tanto invocati sopralluoghi. Restano irrisolti tanti altri problemi, a quanto pare… Certo, uno di questi è la produzione di piante specificate nella zona delimitata a xylella, per la vendita nella sola zona infetta. Considerato che le piante specificate non sono sensibili al genotipo della sottospecie pauca, presente in Puglia, e che queste resteranno nella sola zona infetta, non si comprende il senso di questo divieto, che oggi sta determinando il fallimento di circa 100 aziende pugliesi, da sempre simbolo di virtuosità produttiva. Siamo vittime di rimpalli di responsabilità tra il dirigente dell’Osservatorio Fitosanitario Regionale Pugliese e il direttore del Servizio Fitosanitario Nazionale. Incomprensioni, immobilismi che si

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trascinano da un anno circa, di cui pagheranno le spese solo i vivaisti. Come pensate di sollecitare le risposte? La divergenza tra Servizio Fitosanitario Nazionale e quello Regionale, è generata da un’interpretazione delle norme, in particolare la disposizione comunitaria 789/2015 “non vieta” la produzione e la movimentazione senza passa-

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porto, invece l’art.25 del Dlgs 214/2005 lo vieta. Quindi il Servizio fitosanitario Nazionale parla di “gerarchia delle fonti”, quindi una legge comunitaria scavalca quella nazionale, mentre quello regionale sostiene che la disposizione comunitaria non è legge come lo sono i regolamenti, le direttive, e che il Dlgs 2014 del 2005 con le sue restrizioni non viene scavalcato. Fatta questa premessa possiamo procedere in diversi

modi,1) aspettare i chiarimenti fra i due enti; 2) chiedere alla Regione Puglia di modificare l’art. 99 della L.R. 67/2014; 3) far modificare l’art. 25 del Dlgs 2014/2005; 4) far annullare in autotutela al direttore Nardone, la determina del maggio scorso, sospendendo il passaporto alle specificate in recepimento del verbale del Comitato Fitosanitario Nazionale del marzo 2018, approvato nell’aprile 2018.

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SU 7 NUOVI FITOFAGI CON 11 COLTURE GIÀ AUTORIZZATE

MOVENTO 48 SC BAYER CROPSCIENCE: NUOVE ESTENSIONI DI IMPIEGO B AY E R H A I L P I AC E R E D I I N F O R M A RT I C H E I L P RO D OT TO M OV E N TO 48 S C H A OT T E N U TO L’ES T E N S I O N E D I I M P I E G O S U S E T T E N U OV I F I TO F AG I S U B E N U N D I C I CO LT U R E G I À A U TO R I Z ZAT E. L’I N S E T T I C I DA M OV E N TO 48 S C È Q U I N D I O RA I M P I E G A B I L E CO N T RO L A F I L LO S S E RA D E L L A V I T E E CO N T RO L A CO CC I N I G L I A CO M S TO C K I, P E R L A Q U A L E R I S U LTA E S S E R E L’U N I CO P ROD OT TO AT T U A L M E N T E A U TO R I Z ZATO

Con decreto ministeriale del 19 febbraio 2019 il prodotto è utilizzabile sulle seguenti colture: - MELO, PERO: cocciniglia comstocki (Pseudococcus comstocki) - PESCO, NETTARINO, ALBICOCCO, SUSINO, CILIEGIO: cocciniglia comstocki (Pseudococcus comstocki) - AGRUMI: acari (Panonychus citri, Tetranychus urticae, Eutetranychus orientalis) - KAKI: cocciniglia comstocki (Pseudococcus comstocki) - VITE DA TAVOLA E DA VINO: cocciniglia comstocki (Pseudococcus comstocki), fillossera (Viteus vitifolii), afidi (Aphis gossypii, Aphis spiraecola) Inoltre, con decreto ministeriale del 27 febbraio 2019, Movento 48 SC ha ottenuto l’autorizzazione eccezionale

per l’utilizzo su melograno contro afidi e cocciniglie dal 27 febbraio al 26 giugno 2019.

Per maggiori informazioni: https://www.cropscience.bayer.it/it-IT/Prodotti/Insetticidi/Movento-48-SC.aspx


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gricoltura

Consiglio per la ricerca in agricoltura e analisi economia agraria

DIRETTORE GENERALE DEL CREA AGLI ARRESTI

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l direttore generale del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea) Ida Marandola è stata arrestata dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’indagine della procura di Roma che hanno portato alla luce “gravi irregolarità” nella gestione dell’ente. Le misure cautelari riguardano anche altri 4 soggetti, accusati a vario titolo di peculato, abuso d’ufficio e falso. Il Gip ha anche disposto il sequestro di beni per 8 milioni. Le irregolarità nella gestione del Crea - che stando al sito istituzionale è “il principale ente di ricerca italiano dedicato alle filiere agroalimentari, vigilato dal Ministero delle politiche agricole” - riguardano, secondo quanto sostiene la Gdf, innanzitutto la scelta della nuova sede. Il Dg avrebbe indicato un numero di dipendenti superiore a quello reale e così facendo avrebbe avuto la possibilità di selezionare l’immobile sul mercato e non di ricorrere a quelli demaniali a disposizione ma non in grado di soddisfare le richieste. Le irregolarità avrebbero interessato anche il procedimento amministrativo che è scaturito dalla scelta della nuova sede: nell’affidare i servizi di trasloco e facchinaggio, i contratti sono stati “artificiosamente frazionati” in modo da non

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superare la soglia oltre la quale è necessario ricorrere a gare pubbliche, in modo da poter scegliere le ditte che avrebbero poi effettuato i servizi. Agli indagati viene inoltre contestato di non aver ridotto, come previsto dalla legge sulla spending review, del 15% il canone d’affitto di 2 immobili, che avrebbe consentito

un risparmio per lo Stato di 700mila euro. Ed infine, dicono ancora inquirenti ed investigatori, sono stati commessi abusi sia nella procedura di stabilizzazione di alcuni precari del Consiglio sia nel pagamento di prestazioni professionali a due collaboratori che, in realtà, non hanno svolto alcuna attività lavorativa. Oltre a Marandola, nei cui confronti sono stati disposti i domiciliari, la misura cautelare è scattata anche per un altro funzionario che si trova attualmente all’estero mentre per il dirigente dell’ufficio bilancio, il dirigente e un dipendente dell’ufficio gare e appalti è scattato l’obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria. I nomi degli altri coinvolti: Albano Ginevra , Ufficio gare e contratti; Amorese Luigi , Ufficio gare e contratti; De Chiara Speranza ufficio Bilancio.

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gricoltura

INDUSTRIA ALIMENTARE E DEL BEVERAGE DELLA PROVINCIA DI BARI

LE SOCIETA’ DI CAPITALI CON FATTURATI SOPRA I 5 MILIONI DI € NEL 2017

61 LE AZIENDE ALIMENTARI “FOOD” MOLINO CASILLO SOCIETA' PER AZIONI F. DIVELLA S.P.A. SICILIANI S.P.A. - INDUSTRIA LAVORAZIONE CARNI OLEARIA DESANTIS S.P.A. ORCHIDEA FRUTTA S.R.L. GIACOVELLI S.R.L. ALFRUS S.R.L. SEMOLIFICIO A. MORAMARCO SOCIETA' PER AZIONI PASTIFICIO ATTILIO MASTROMAURO - GRANORO SOCI... SEMOLIFICIO LOIUDICE S.R.L. SELEZIONE CASILLO SOCIETA' A RESPONSABILITA' ... MOLINO DI LUCCA SOCIETA' A RESPONSABILITA' LI... ANDRIANI S.P.A. DELIZIA S.P.A. INDUSTRIA MOLITORIA MININNI S.R.L. CASEIFICIO PALAZZO S.P.A. MOLINO DELL'ADRIATICO SOCIETA' A RESPONSABILI... SPECIALMANGIMI GALTIERI S.P.A INDUSTRIE OLEARIE F.LLI RUBINO S.P.A. PASTIFICIO RISCOSSA F.LLI MASTROMAURO S.P.A. LOCORRIERE SOCIETA' A RESPONSABILITA' LIMITAT... MERIDIANA AGRI - SOCIETA' A RESPONSABILITA' L... C.D.P. SOCIETA' A RESPONSABILITA' LIMITATA IN... CAPURSO AZIENDA CASEARIA S.R.L. SOCIETA' ORTOFRUTTICOLA POLIGNANESE DI L'ABBA... SURGELSUD S.P.A. FRUDIS S.R.L. DR. FRANCO PIGNATARO S.R.L. MOLINO DI SICILIA SOCIETA' A RESPONSABILITA L... FUSILLO SEBASTIANO S.R.L. SINERGIE MOLITORIE SOCIETA' CONSORTILE A RESP... SUD ITALIA ALIMENTARI S.R.L. RAG. PIETRO GUARNIERI - FIGLI - S.R.L. OROPAN S.P.A. INDUSTRIA MOLITORIA F.LLI MARTIMUCCI S.R.L. SOCIETA' PER AZIONI INDUSTRIE CAFFE' IN SIGLA...

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€ 304.489.438 CORATO (BA) € 278.350.369 RUTIGLIANO (BA) € 206.946.947 PALO DEL COL (BA) € 111.930.812 BITONTO (BA) € 80.515.589 RUTIGLIANO (BA) € 74.512.982 LOCOROTONDO (BA) € 70.248.915 MODUGNO (BA) € 69.661.145 ALTAMURA (BA) € 64.817.694 CORATO (BA) € 58.462.743 ALTAMURA (BA) € 57.660.523 CORATO (BA) € 53.350.444 CORATO (BA) € 49.462.011 GRAVINA IN PUGLIA (BA) € 46.436.685 NOCI (BA) € 46.316.560 ALTAMURA (BA) € 44.252.775 PUTIGNANO (BA) € 44.128.093 CORATO (BA) € 38.592.977 MODUGNO (BA) € 36.064.678 BARI (BA) € 32.855.981 CORATO (BA) € 27.644.096 GRUMO APPULA (BA) € 27.057.642 ALTAMURA (BA) € 26.791.234 ALTAMURA (BA) € 26.697.706 GIOIA DEL CO (BA) € 25.569.342 POLIGNANO (BA) € 24.017.033 MONOPOLI (BA) € 22.759.362 NOICATTARO (BA) € 22.436.857 NOICATTARO (BA) € 21.999.703 CORATO (BA) € 21.893.102 NOCI (BA) € 20.168.102 CORATO (BA) € 19.960.637 CORATO (BA) € 19.730.828 PUTIGNANO (BA) € 19.479.930 ALTAMURA (BA) € 18.706.541 ALTAMURA (BA) € 16.969.791 BARI (BA) www.foglie.tv


DE.RA.DO. S.R.L. € 16.636.144 D'AMBRUOSO FRANCESCO S.R.L. € 16.276.331 GR.A.M.M. GRUPPO ALIMENTARE MEDITERRANEO MILO... € 15.507.601 FIN.SUD IMPORT S.R.L. € 15.004.988 FOOD SERVICE SOCIETA' A RESPONSABILITA' LIMIT... € 13.396.689 CASEIFICIO MALDERA S.R.L. € 12.753.132 PERILLI ANDREA E FIGLI S.R.L. € 11.290.446 LA GIOIA BELLA S.R.L. € 10.710.348 V MANGIMI SOCIETA' A RESPONSABILITA' LIMITATA € 10.009.328 NATURA VERA - MALDERA S.R.L. € 9.852.355 OLEIFICIO SANNICOLA S.R.L. € 9.539.937 PASTIFICIO DI BARI TARALL'ORO S.R.L. € 9.215.771 NATURA CARNI S.R.L. € 8.314.669 FARINE DI PARMA SOCIETA' A RESPONSABILITA' LI... € 8.273.673 CASEIFICIO SETTE COLLI S.R.L. € 7.495.548 FIORE DI PUGLIA S.R.L. € 7.467.282 PRODUTTORI OLIVICOLI BITONTO SOCIETA' COOPERA... € 6.489.409 BOUTIQUE DEI FRUTTI DI MARE S.R.L. € 6.281.013 CALABRESE DI DE VITO S.R.L. € 6.070.515 SURACE CARNE SOCIETA' A RESPONSABILITA' LIMIT... € 5.863.849 FORINA OLI S.R.L. € 5.712.561 DOLCE BONTA' - INDUSTRIA ALIMENTARI DOLCIARIA... € 5.379.118 PRODOTTI ITTICI CAROFIGLIO S.R.L. € 5.164.852 DOLCIARIA AMBROSIANA - S.R.L. € 5.045.432 SILOS GRANARI DELLA SICILIA - S.R.L. € 5.025.877 A queste bisogna aggiungere 4 aziende alimentari “beverage” TORREVENTO S.R.L. € 11.912.250 VINICOLA ANTONIO DIVELLA S.R.L. € 8.497.589 CANTINA DI RUVO DI PUGLIA SOCIETA' COOPERATIV... € 6.732.987 CASTELLO S.R.L. € 6.446.141 dati reportaziende.it

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BARI (BA) PUTIGNANO (BA) BITONTO (BA) CONVERSANO (BA) ALTAMURA (BA) CORATO (BA) TERLIZZI (BA) GIOIA DEL COLLE (BA) ALTAMURA (BA) CORATO (BA) CORATO (BA) SAMMICHELE (BA) MODUGNO (BA) CORATO (BA) GIOIA DEL COLLE (BA) CORATO (BA) BITONTO (BA) BARI (BA) BARI (BA) NOCI (BA) BARI (BA) PUTIGNANO (BA) BARI (BA) CASTELLANA G (BA) CORATO (BA) CORATO (BA) SANTERAMO IN COLLE (BA) RUVO DI PUGLIA (BA) TURI (BA)

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PREZZO MINIMO DEL LATTE PER DECRETO. E PERCHÉ NO PER PESCHE, CLEMENTINE, PERE, ORTAGGI? di Lorenzo Frassoldati

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alla Sardegna con furore. Il latte ovino versato a quintali dai pastori dell’isola ha bucato il video degli italiani, agitato le acque della politica nazionale e regionale (alla vigilia delle elezioni) e mandato un messaggio inequivocabile: è possibile ottenere un prezzo minimo di una produzione agricola per decreto, in questo caso 72 centesimi/litro, “altrimenti ci arrabbiamo”. È possibile ottenere tavoli tecnici con ministri e vicepresidenti del Consiglio dove si deliberano interventi, aiuti (ritiri) per decine di milioni di euro per salvare un pezzo importante dell’economia regionale, “altrimenti ci arrabbiamo”. E’ possibile far valere le proprie ragioni e ottenere un risultato importante, forse insperato, semplicemente arrabbiandosi, tenendo duro, dimenticando le buone maniere. E facendo leva solo sulla propria esasperazione. E non a caso l’esempio ha fatto subito scuola risvegliando i ‘ forconi’ siciliani (si chiamano ancora così?) che hanno cominciato a buttare per strada il grano duro perché sottopagato. Da qui a invocare la chiusura delle frontiere all’import di grano straniero manca poco e pazienza se poi all’industria pastaria manca la materia prima per produrre spaghetti e maccheroni. In Sardegna l’allevamento ovicaprino è quasi una monocoltura ma la vertenza dei pastori lancia un segnale a tutto il mondo agricolo nazionale, in particolare al mondo dell’ortofrutta. Che è certamente più articolato, più frazionato e diffuso sull’intero territorio nazionale, più ricco di alternative produttive però afflitto dal medesimo problema: i prezzi bassi all’origine, quasi sempre al limite della sopravvivenza economica, se non sotto. Così è in questo periodo per il mondo delle clementine pugliesi e calabresi reduci da una campagna disastrosa, l’ennesima. Così è stato recentemente per tanti ortaggi invernali, e per tante estati per pesche/nettarine forse la nostra produzione più tipica massacrata dai prezzi e dalla mancata pro-

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grammazione tra Paesi produttori. Anche le pere soffrono di prezzi non remunerativi al pari di altre nostre eccellenze produttive che non hanno l’export come valvola di sfogo importante e nuovi mercati da raggiungere. Del prezzo minimo in ortofrutta si è parlato tante volte di fronte alle crisi di mercato ma senza crederci per davvero, consapevoli che era un miraggio. I pastori sardi sono un fronte compatto, poco controllabile dalle sigle sindacali, hanno in mano la quasi totalità del prodotto, sono una rocciosa Op di fatto, in grado di bloccare le forniture ai caseifici. L’ortofrutta è un mondo molto diverso, articolato, frazionato, diviso in sigle sindacali e quasi sempre incapace di fare lobby. L’esempio più eclatante delle divisioni del mondo agricolo lo abbiamo visto recentemente per la vicenda della crisi dell’olio pugliese con i gilet gialli (Coldiretti) e i gilet arancioni (tutti gli altri) scendere in piazza per gli stessi motivi in due giorni diversi, gli uni dopo gli altri.

Però… però questa vicenda del latte sardo apre una breccia, dimostra che con la rabbia qualcosa si ottiene, che non c’è solo lo strumento dei ritiri (tardivo e spesso inefficace) per salvare una campagna. Certamente non ci si può più accontentare di chiedere prezzielemosine, briciole di aiuti quando il guaio è già fatto, o di fare come anni fa quando sulle spiagge estive si distribuirono gratuitamente le pesche (comprate dal Ministero) ai vacanzieri per spingere i consumi. Un danno oltre la beffa: ciò che viene dato gratis, non ha valore per chi lo riceve. I pastori sardi hanno dimostrato – sprecando il latte frutto del loro lavoro – che piuttosto che svenderlo preferivano buttarlo. Una scelta estrema, che però alla fine si è rivelata efficace e che ha messo in mora rappresentanze e sigle sindacali, costrette a correre dietro alla protesta. Il mondo dell’ortofrutta, che fatica ad ottenere persino una riunione del Tavolo nazionale al Ministero, è avvisato.

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Tra i vini più venduti cresce il Primitivo

VINI NEI SUPERMERCATI: RIPRENDE LA CRESCITA NEI PRIMI MESI DEL 2019

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l mercato del vino italiano nella Grande distribuzione ha registrato una flessione nel 2018, ma si prevede una ripresa nel 2019. I dati relativi alle vendite nei mesi di Gennaio e Febbraio 2019, infatti, vedono i vini a denominazione d’origine aumentare del 5,3% (bottiglia da 0,75), mentre il totale del vino confezionato cresce dell’1,7% (a volume). Lo riferisce l’anticipazione della ricerca effettuata dall’istituto di ricerca IRI in esclusiva per Vinitaly 2019 (Verona, dal 7 al 10 aprile). Nella Grande distribuzione si sono venduti nel 2018 più di 619 milioni di litri di vino italiano per un valore di 1 miliardo e 902 milioni di euro. Tra i vini più venduti ai primi posti della classifica nazionale si trovano Lambrusco e Chianti, con buone performance di Montepulciano d’Abruzzo, Muller Thurgau, Gutturnio e Primitivo. Nella speciale classifica dei vini “emergenti”, cioè a maggior tasso di crescita, va sottolineato l’exploit del Lugana, un bianco doc prodotto soprattutto nelle provincie di N° 5 - 15 MARZO 2019

Brescia e Verona, che conquista il primo posto con un aumento a volume del 22,1% nel 2018 (e a valore del 24,2%). Crescono in modo rilevante Passerina e Ribolla ed entrano tra i top 15 Grignolino, Cerasuolo, Refosco e Aglianico (vedi tabelle allegate). Aumentano le vendite degli spumanti che crescono del 2,1% a volume, mentre i vini Doc e Docg chiudono a - 0,7%, con un prezzo medio di 4,74 euro al litro. I vini Igt perdono il 2,4% ed i vini generici l’8,9% (a volume, bottiglia 0,75).Il dato complessivo del vino confezionato (che comprende il brik, il bag in box e altro) vede una flessione del 4,4% a volume, ma un aumento a valore del 2,9%. Aumentano sensibilmente vini e spumanti biologici, rispettivamente del 18% e dell’11,8%, ma le vendite nei supermercati sono ancora limitate a circa 5 milioni di litri l’anno. Per quanto riguarda i formati, cala ancora il brik col - 5,6%, mentre continua a crescere il bag in box col +10,3% (a volume). Oltre agli effetti della scarsa vendemmia del 2017 che han-

no fatto lievitare i prezzi del vino nel canale di vendita della Gdo, IRI ha individuato una concausa nel processo di aumento del valore del vino, in corso da anni, che porta ad un aumento dei prezzi ed ad una diminuzione delle promozioni. “Da anni cantine e catene distributive portano avanti la scommessa sul valore – spiega Virgilio Romano, Business Insight Director di IRI – per dare la giusta rilevanza alla grande offerta di uve presenti in Italia. E questo significa lavorare sulla qualità, sui disciplinari delle denominazioni d’origine, ridurre le promozioni e definire i prezzi più appropriati”. “L’analisi dei dati che ogni anno proponiamo attraverso la collaborazione con IRI, rivolta a sondare il mercato del vino nello specifico segmento della grande distribuzione organizzata, è uno degli strumenti di lettura delle tendenze in atto che offriamo agli operatori del settore e ai nostri espositori in particolare”, sottolinea Gianni Bruno, Exhibition Manager Wine&Food di Veronafiere.

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