FOGLIE n.07/2016

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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE

Il gusto del vino leggero Prosegue anno dopo anno la crescita nelle vendite del bianco e del rosato frizzante agrICOLTURA

Enovitis in campo 2016: si scaldano i motori per l’edizione pugliese Psr, Di Gioia: “Al via il primo bando per agricoltura biologica” Revisione delle macchine agricole: una seccatura o un modo per salvarsi la vita?

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ditoriale

1 APRILE 2016 - n. 6 - Anno 11

Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE

Rete Lavoro Agricolo di Qualita’ senza ostacoli burocratici per contrastare illegalità

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Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952 Editrice

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ollaborare con le istituzioni e la Grande distribuzione organizzata (GDO) per intercettare al più presto potenziali derive illegali, in particolare il fenomeno del caporalato, nel mondo del lavoro agricolo in Puglia”. Questo è l’intendimento dell’ APEO - Associazione Produttori Esportatori Ortofrutticoli, aderente al circuito Fruitimprese, della quale fanno parte le principali realtà produttive e commerciali del settore dell’ortofrutta pugliese. “Siamo convinti - dichiara APEO - che si debba imprescindibilmente operare nella legalità e nel rispetto delle norme etiche che sono necessarie per garantire sempre la giusta dignità al lavoro”. Per questo la APEO manifesta unità di intenti con la GDO nazionale ed estera e con le istituzioni coinvolte, in merito al processo di adesione alla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità, per maggiormente tutelare e valorizzare le produzioni ortofrutticole. Questo importante strumento, promosso dal Mipaaf già con il DL 91/2014 e attivo dal settembre 2015, costituisce infatti un codice etico di riferimento e prevede una serie di impegni per le aziende agricole, funzionali al rispetto delle norme sul lavo-

ro. Tutti i soci APEO si sono dunque impegnati ad aderire prima possibile alla Rete e, contestualmente, a chiedere l’adesione ai produttori della propria filiera. In assenza della certificazione di adesione, pertanto, le aziende aderenti ad APEO si dicono pronte a non ritirare la merce dal produttore, in quanto privo dell’importante requisito di aver partecipato al progetto di legalità condiviso dall’associazione. Un passo significativo per mettere decisamente ai margini fenomeni deprecabili come quello del caporalato, che certamente non appartengono al mondo delle aziende virtuose dell’ortofrutta pugliese. Inoltre, affinché l’accesso e l’utilizzo dello strumento della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità possano avvenire velocemente e senza ostacoli burocratici, come auspica il Ministro Martina (“Mi auguro che l’accesso alla Rete della legalità sia facile e non sia ostacolata dalla burocrazia”) APEO e Fruitimprese offrono piena disponibilità per un confronto costruttivo, da stabilirsi tramite le modalità che si riterranno più opportune, da un lato con le istituzioni interessate (Mipaaf, Inps...), dall’altro con il mondo produttivo e l’intera rete commerciale, nazionale ed estera.



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ommario

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APEO Rete lavoro agricolo di qualità

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enovitis in campo 2016 Si scaldano i motori per l’edizione pugliese

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agricoltura Oltre 700.000 euro per prodotti a marchio dop o igp

enama Revisione delle macchine agricole

agroalimentare

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vinitaly 2016 I vini preferiti dagli italiani export Vini di Puglia a +6%

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zootecnica

coldiretti Stagione irrigua a rischio?

arif I risultati degli ultimi 5 anni

PSR PUGLIA Al via il primo bando per agricoltura biologica

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AGRICOLTURA

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associazione regionale allevatori Laterza nuovo presidente TURISMO RURALE matera 2019 “Le vie dell’ acqua” ad Alberobello economia pac, corte dei conti ue Sistema di misurazione inutile ed inadeguato

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olio&vino Presentato “Vinolio di Qualità” premio cangrande Al pugliese Gianfelice d’Alfonso del Sordo grande distribuzione Cambiano gli scaffali nei supermercati


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VINI DOC, BIANCHI, FRIZZANTI, SPUMANTI, VINI BIO

I VINI PREFERITI DAGLI ITALIANI NEL 2015

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a maggioranza degli italiani compra il vino nei supermercati e le statistiche dei consumi nel 2015 forniscono un quadro accurato su gusti e tendenze: le più richieste sono le bottiglie a denominazione d’origine, i vini frizzanti (specie bianchi e rosati), gli spumanti e il vino biologico. In un Paese dove il consumo pro-capite di vino è in calo costante da decenni la preferenza dei consumatori va a vini di qualità garantiti dalla denominazione d’origine, a vini più leggeri e spiritosi come i bianchi, i vini frizzanti e gli spumanti (molto graditi dalle consumatrici e favoriti da un’estate molto calda), e ai vini percepiti come più naturali. E’ quanto emerso dalla ricerca dell’IRI, presentata a Vinitaly nella tavola rotonda “Il vino italiano sugli scaffali della grande distribuzione italiana ed estera”. Mentre calano le vendite a volume del vino in brik (- 1,6% rispetto al 2014), del vino da un litro e mezzo/due litri (-7,4), del vino in contenitori di plastica (-4,1%), gli aumenti più sostenuti sono:

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quelli delle bottiglie a denominazione d’origine (+1,9%), del bianco fermo (+4,8%), del bianco frizzante (4,9%), del rosato frizzante (+7,6). Prosegue anno dopo anno la crescita dello Spumante (+7,8%). Cresce molto anche il vino biologico (vino + spumanti) con una crescita a volume del 29%, ma che rimane ancora una nicchia con i suoi 2,5 milioni di bottiglie. Un discorso a parte va fatto per il vino etichettato direttamente dalle catene della grande distribuzione con nomi di fantasia: nel 2015 ha venduto 14 milioni di litri, ma ha visto aumentare del 4,7% le vendite in valore, con un prezzo medio di 4 euro e mezzo; segno che questo segmento sta puntando ad un riposizionamento verso l’alto. Dopo la presentazione dettagliata delle tabelle della ricerca IRI da parte di Virgilio Romano, Client Solutions Director, ricerca commissionata da Vinitaly, i partecipanti alla tavola rotonda, moderata da Luigi Rubinelli, Direttore di RetailWatch.it, sono intervenuti sul tema. “La piccola ripresa dei consumi di vino nella grande distribuzione in Italia è

segno di quanto radicata sia la cultura di questo prodotto nel nostro Paese – ha osservato Francesco Zonin, Vice Presidente di Zonin1821 - Tanto radicata ed importante da essere diventato, il vino, uno dei nostri prodotti di punta nell’esportazione dell’agroalimentare. Purtroppo la corretta promozione, qui e all’estero, ha ancora strada da fare, così come una lettura più facile degli scaffali italiani. È complesso, attraverso una piccola etichetta, comunicare i valori di una marca o di una denominazione: il marketing mix utilizzato dalle aziende nazionali deve allargarsi e riguardare sempre meno il prezzo.” Sul tema della corretta promozione ha insistito anche Enrico Chiavacci, Marketing Director di Marchesi Antinori: “E’ necessaria una profonda riflessione su come valorizzare il vino italiano nei supermercati e su come migliorare il rapporto di collaborazione tra industria e distribuzione. I cardini su cui concentrarsi sono certamente il controllo promozionale e la riqualificazione della proposta a scaffale. Un’eccessiva pressione promozionale induce il consumatore ad attribuire

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un valore percepito minore rispetto al reale, svilendo l’immagine del vino italiano nel medio lungo termine. Operare in questa direzione è fondamentale per migliorare la percezione dei vini a scaffale”. Nonostante l’Italia non abbia catene distributive nazionali con punti vendita all’estero, tranne rarissime eccezioni, il vino italiano è presente sugli scaffali dei supermercati europei, nordamericani e, in misura minore, asiatici. La cantina Tasca d’Almerita ha sempre curato la penetrazione dei mercati esteri e il suo Direttore Commerciale, Francesco Giattino, ha raccontato l’esperienza storica in Germania: “Siamo partiti 50 anni fa ed ora abbiamo una nostra singola etichetta è leader nella fascia dei vini bianchi da 7/10 euro. Nei primi 30 anni il lavoro è stato svolto in maniera tradizionale, facendo a tappeto ristoranti, pizzerie, enoteche. Negli anni 80 ci siamo rivolti ad un distri-

butore nazionale che marginalmente ha iniziato anche a servire la grande distribuzione. Dopo il 2000 la grande distribuzione ha iniziato a chiederci vini di qualità più alta e ben posizionati sul canale horeca. Certo rimane il problema, non facile, del controllo delle promozioni e dei prezzi”. Eataly non è una catena della grande distribuzione, ma il suo successo all’estero può insegnare qualcosa su quanto sia utile alfabetizzare sul vino oltre che venderlo, vista la scelta di concentrare nello stesso locale ristorazione e scaffali di vendita. “Dal nord al sud, sono migliaia le storie che si potrebbero scrivere per raccontare la biodiversità della nostra penisola – ha riferito Dino Borri, Direttore Acquisti Eataly USA - Dagli Stati Uniti alla Germania passando per Corea, Giappone e Brasile incontriamo consumatori “assetati” non solo di vino ma di cosa c’e dietro al vino, che sia un vitigno non parti-

colarmente conosciuto, un contadino che produce in maniera biodinamica, una grande azienda blasonata, o una etichetta famosa non fa veramente la differenza”. Uno dei temi della tavola rotonda è stato quello del vino a marchio del distributore, cioè etichettato dalle catene distributive. “La linea Le Vie dell’Uva, lanciata nel 2012, oggi ha 57 vini e vende circa 3 milioni di bottiglie – ha riferito Luca Vaccaro, Direttore Marca del Distributore del Gruppo Selex (Famila, A&O, etc.) – e sono molto richieste le etichette di maggior pregio come Barbaresco Docg, Pinot nero e Pinot bianco Doc del Südtirol Alto Adige, Nobile di Montepulciano Docg, Lacryma Christi del Vesuvio Doc, Primitivo di Manduria Doc, Valpolicella Ripasso Doc, Etna rosso ed Etna bianco Doc. Oltre naturalmente a tutto il mondo delle bollicine. Il vino è fornito da una ventina tra le migliori cantine di tutta Italia”.

Incontro dei giovani imprenditori con il Governatore Emiliano

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VINITALY: EXPORT VINI DI PUGLIA +6%

ono cresciute del 6% percento nel 2015 le esportazioni dei vini pugliesi. A trent’anni dal 1986, quando il vino italiano ha conosciuto l’abisso del metanolo, il bilancio è positivo, ma non basta ancora, come è stato ribadito dai 50 giovani imprenditori che hanno incontrato al Vinitaly il Governatore Emiliano e l’Assessore alle Risorse Agroalimentari Di Gioia. Piena condivisione di progettualità che vedano il grande coinvolgimento dei giovani imprenditori che per il Governatore Emiliano sono “Il futuro della Puglia e il grande patrimonio che va tutelato e promosso in ogni modo”. Ad oggi sono 6 le IGT (Indicazioni Geografiche Tipiche) ‘Tarantino’, ‘Valle d’Itria’, ‘Salento’, ‘Murgia’, ‘Daunia’, ‘Puglia’ e 29 i vini pugliesi DOC (Denominazione di

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Origine Controllata) che detengono un valore inestimabile, intrinseco alla materia prima ed alla professionalità imprenditoriale, che va salvaguardato a difesa della salute dei consumatori e a caratterizzazione della specificità dei prodotti regionali sul mercato globalizzato. Ed i risultati della scelta di qualità degli imprenditori agricoli pugliesi è testimoniata dai numeri: è aumentata del 33% la produzione DOC e DOCG (Denominazione d’Origine Controllata e Garantita). Si tratta di un dato in controtendenza rispetto all’andamento del comparto nel resto del Mezzogiorno, dove i numeri sono in netto ribasso in Basilicata (-13%), Calabria (-25,5%), Sicilia (-19,7%) e Sardegna (-1,3%). Con i suoi 346.000 ettolitri di vino a denominazione d’origine, la Puglia ha contribuito ad ac-

crescere l’incidenza produttiva dei vini meridionali sul totale nazionale, dominato da sempre dalla produzione del Nord Italia.

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groalimentare

PROMUOVERE I VINI DOC DI ‘CASTEL DEL MONTE’ E L’OLIO EVO DOP ‘TERRA DI BARI’

“VINOLIO DI QUALITA” AL VINITALY 2016

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ebutto ufficiale a Verona, in occasione del Vinitaly , del progetto “VinOlio di Qualità” di valorizzazione delle due produzioni agroalimentari di eccellenza del nord Barese, quella dei vini Doc Castel del Monte e dell’olio extravergine di oliva Dop Terra di Bari, con le sue 3 menzioni di Castel del Monte, Bitonto e Murgia dei trulli e delle grotte. Nato in Puglia, nella Bat la provincia a più alto valore aggiunto enologico con campioni del calibro del Nero di Troia e, contemporaneamente, terra di produzione della Dop oleicola più grande d’Europa - “VinOlio di Qualità” punta tutto sull’identità culturale, storica e di tradizione dei luoghi in cui si sono affermate, nei secoli, le due produzioni. Gli obiettivi di “VinOlio” - di cui è soggetto capofila il Consorzio di Tutela dei vini DOC Castel del Monte che ha sede a Corato (Bari) e soggetto patner il Consorzio per la Tutela e la valorizzazione dell’Olio extravergine di oliva a DOP Terra di Bari - si muovono lungo alcune direttrici principali. In primo luogo la promozione delle produzioni

agricole di qualità attraverso azioni di informazione ai produttori e agli operatori del settore, oltre che dei consumatori rispetto alle caratteristiche nutrizionali e i metodi di produzione impiegati, rispettosi della salute e dell’ambiente, delle produzioni certificate, la tracciabilità, le etichettature e i simboli grafici. Quindi quella di accrescere il livello di conoscenza dei consumatori relativamente ai riconoscimenti Ue diffondendo le conoscenze scientifiche acquisite dai due Consorzi presso produttori, operatori, pubblico dei consumatori e mass media sulle produzioni. Obiettivo finale di “VinOlio” è incrementare la conoscenza e notorietà della Doc e della Dop attraverso numerose attività di informazione e promozione sul territorio nazionale e Ue. Gravitando sullo stesso territorio, “VinOlio” rafforza, infatti, l’efficacia delle sue azioni intervenendo sulla notorietà delle due produzioni e l’azione congiunta dei due Consorzi ne irrobustisce la strategia promozionale. A suo modo “VinOlio” è anche un buon esempio pilota di promozione congiunta ed integrata di produzioni agroalimentari di eccellenza di uno stesso territorio. La scommessa di “VinOlio” è infatti quella propria di due prodotti che, pur avendo motivazioni diverse al loro acquisto e consumo, diversa notorietà e appeal rispondono a bisogni uguali di salubrità, legame a modelli alimentari specifici e riconoscibilità. Si può creare, così, un modello valido per tutto la Puglia, un modello “VinOlio” made in Puglia che aiuta a fare promozione, a non sprecare risorse e ad indicare anche ai nuovi giovani viticoltori e produttori olivicoli ed oleicoli che la collaborazione e l’apertura a nuovi modelli operativi può e deve essere la chiave per dare un futuro certo alle produzioni di eccellenza L’ obiettivo è entrare nei mercati nazionali ed esteri con azioni coordinate come dimostrano le attività di internazionalizzazione previste da “VinOlio”verso paesi come la Germania e la Gran Bretagna.

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groalimentare

Premiato Gianfelice d’Alfonso del Sordo

Il Premio Cangrande ad azienda di San Severo

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l Premio Cangrande, che il Vinitaly conferisce ai benemeriti della vitivinicoltura, quest’anno è andato al produttore Gianfelice d’Alfonso del Sordo, titolare dell’azienda di famiglia, proclamato “Benemerito della viticultura italiana”. La premiazione è avvenuta subito dopo la inaugurazione, presso il Centro Congressi Europa nel quartiere fieristico di Veronafiere, della 50/a edizione di Vinitaly, la più grande manifestazione italiana dedicata al mondo del vino. Per la prima volta nella sua storia, l’evento ha visto la partecipazione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Grande soddisfazione” per questo premio - viene sottolineato in una nota della Regione Puglia - è stata espressa dall’assessore regionale alle Risorse Agroalimentari, Leo Di Gioia, presente al Vinitaly che ha sottolineato “l’eccelso contributo di del Sordo allo straordinario e qualificato protagonismo del settore vitivinicolo pugliese”. “Quella dei del Sordo - ha ricordato - è una

tradizione che risale al 1800, quando alcuni componenti della famiglia, appassionati agricoltori, diedero inizio alla coltivazione della vite nelle tenute di famiglia situate nell’agro di San Severo (Foggia). Nel 1957 la passione è diventata impresa con la costituzione delle Cantine D’Alfonso del Sordo inizialmente ubicate nel centro di San Severo con un reparto adibito all’imbottigliamento e uno all’affinamento delle bottiglie, rappresentando uno dei primi esempi di impresa vinicola moderna”.

WWW.FOGLIE.TV l’informazione sul mondo agricolo e rurale a portata di click.

Arptra

Gowan Italia

presenta le sue proposte tecniche per l’uva da tavola

convegno su xylella fastidiosa e controllo integrato

presenta soluzioni per la difesa dell’uva da tavola

Meeting Arysta LifeScience Italia “Proposte tecniche per l’uva da tavola” a Conversano nel sud est barese con la presentazione del catalogo 2016 e la nuova linea nutrizionale Biosolution nata sull’esperienza Goemar. Arysta LifeScience nasce nel 2015 dall’unione di Agriphar, Arysta e Chemtura AgroSolutions ed è subito ai primi posti nel mondo degli agrofarmaci.

L’associazione regionale pugliese dei tecnici e dei ricercatori in agricoltura (Arptra) ha organizzato presso l’istituto agrario Pantanelli di Ostuni un convegno tecnico dedicato al problema della Xylella ed intitolato “Philaneus Spumarius vettore di xylella fastidiosa: biologia, comportamento e controllo integrato”.

Convegno su “Difesa dell’uva da tavola ed esigenze del mercato” organizzato da Gowan Italia presso il Nicolaus Hotel di Bari nel corso del quale sono state presentate le nuove e le consolidate soluzioni di Gowan per tale comparto ovvero i prodotti Presidium One, Dicarzol e Domark 125.

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Arysta Lifescience

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groalimentare

Si punta all’enoturismo

Tre vini pugliesi tra i 10 scelti da “Gazza Golosa”

Al Vinitaly presentato il primo Wine Resort I rosati di Puglia ed il di Puglia in un Castello Verona abbiamo portato Simona Lacaita. “rosa” della Gazzetta la nostra wine experience Con Vinilia Wine Resort, di fatto, le farm, cinque etichette, il sorelle Lacaita chiudono virutalmendello Sport

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nostro wine resort e una storia ambientata nel cuore della Dop del Primitivo di Manduria». Marika e Simona Lacaita, una storia familiare nella metalmeccanica, oggi sono il simbolo della wine experience nel cuore della terra del Primitivo. «Il Vinitaly è la fiera del trade più importante in Italia ed è proprio lì, all’incrocio tra appassionati e buyer, tra winelover e addetti ai lavori, che abbiamo raccontato il vino attraverso l’esperienza emozionale di vivere immersi nel mondo del vino. E lo abbiamo fatto attraverso Trullo di Pezza e le sue cinque etichette, ma anche con la presentazione in anteprima di Vinilia, il primo wine resort ricavato in un Castello immerso tra uliveti e vigneti nella Doc del Primitivo di Manduria». Dalla prossima estate, quindi, anche la Puglia entrerà di diritto nelle mete dell’enoturismo residenziale. Ad inaugurare la calda stagione 2016 di mare e di sole, aprirà a Manduria – cuore pulsante dell’areale del primitivo – il primo wine resort in un Castello firmato da Trullo di Pezza, l’azienda vitivinicola di Torricella nata dall’amore per la terra e per la vigna di Marika e

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te la filiera del vino e completano un progetto più articolato dove la cultura enoica è qualità e accoglienza. Nei fatti, i numeri del XII Rapporto sul Turismo del Vino presentato alla BIT 2016 parlano chiaro: poco meno di 12 milioni di visite enoturistiche per un fatturato (inteso come attività economica sul territorio) di 1,4 miliardi di euro prodotto da circa il 45% di cantine impegnate a diversificare la propria attività con altri servizi. Un business di non poco conto che ingaggia la sfida di offrire alta qualità nel servizio e nell’ospitalità, e soprattutto, aggiunge Marika «la capacità di farsi interprete di un marketing territoriale integrato e accattivante. Ma siamo orgogliose di avere realizzato la prima dimora di charme del vino in Puglia, e di avere dimostrato che due giovani donne, imprenditrici nel Sud Italia, guardano al futuro con la giusta strategia di impresa. Ora vogliamo che chi arrivi da noi si innamori, come lo siamo noi, della terra del Primitivo non solo per i suoi vini ma per la possibilità di vivere appieno l’esperienza di essere in un luogo accogliente e di charme”.

I vini rosati pugliesi grazie all’associazione “Puglia in rosè” sono sbarcati a Verona per il Vinitaly. La “pennellata di rosa” portata nel capoluogo veneto ha riscosso un grande successo sia in fiera, all’interno del padiglione istituzionale pugliese, che con il “gazebowine” presente nelle principali piazze della città per l’iniziativa “Vinitaly and the city”. “Abbiamo constatato ogni giorno - spiega la direttrice dell’associazione Lucia Nettis - quanto le nostre produzioni d’eccellenza siano state capaci di conquistare le tantissime persone che a Vinitaly come in piazza hanno avuto la possibilità di degustarle. Il vino rosato sta vivendo un momento di sviluppo importante e la Puglia è senza dubbio il cuore di questo mondo in crescita ed evoluzione”. Tra i moltissimi conquistati dai rosati di Puglia ci sono senza dubbio i wine lover della Gazza Golosa, l’inserto della Gazzetta dello sport dedicato proprio all’enogastronomia. La “rosea” ha dedicato una pagina del suo speciale Vinitaly ad una sorta di Giro d’Italia dei vini rosati, la “Maglia rosè dei vini”, mettendo in luce come questa tipologia, un tempo poco considerata, sia in grado di offrire delle eccellenze in quasi tutte le regioni del nostro Paese. Basta dare un’occhiata alle “tappe” per rendersi conto che ben tre su dieci, tra i quali il primo (Diciotto Fanali di Apollonio), sono pugliesi. Nella giornata di domenica a fare visita allo spazio dedicato a “Puglia in Rosè” è stato il vicedirettore della “rosea”, nonché responsabile di Gazza Golosa, Pier Bergonzi, che ha degustato i vini di alcune delle migliori cantine del “tacco d’Italia” e ha sottolineato come queste produzioni stiano raggiungendo livelli sempre più importanti e contribuiscano al rilancio di questa tipologia di vino. www.foglie.tv


Come cambia l’ assortimento e la comunicazione dello scaffale vino nei supermercati

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LA GRANDE DISTRIBUZIONE A VINITALY

ecnologia multimediale, etichette parlanti, degustazioni con sommelier o esperti, corsi volanti di aggiornamento. Parte una nuova fase comunicativa nei supermercati italiani che vogliono cancellare l’anonimato di tanti scaffali del vino per informare al meglio i consumatori sulle tante varietà del vino italiano. Mentre contemporaneamente vengono ampliate e valorizzate le linee vino col marchio proprio della grande distribuzione. Lo riferiscono i buyer vino delle catene distributive presenti a Vinitaly. “Nel 2015 per la prima volta in 100 supermercati è stata usata la tecnologia ‘beacon’ ed i consumatori hanno ricevuto automaticamente sul proprio smartphone informazioni dettagliate su alcune etichette vino esposte davanti a loro”, riferisce Fabio Bocchini del Gruppo VéGé.

In una prospettiva simile i punti vendita della Sigma hanno utilizzato “strumenti multimediali quali i tutorial di degustazione con sommelier all’interno dei punti vendita”, spiega Alessandro Pritoni. E Fabrizio Danesi di Penny Market racconta di una sperimentazione col QR Code (codice a barre) nei supermercati di questa catena per consentire al consumatore di leggere una scheda tecnica dettagliata dei vini esposti. Convinta che la strada da seguire sia quella delle etichette parlanti anche la catena EcorNaturasì, come sottolinea Michele Bonato: “L’assortimento va diviso per regioni, evidenziando poi nelle etichette parlanti aspetti importanti per il consumatore come filiera, vini vegani, vini senza solfiti”. Per la catena Iper La Grande I, bisogna puntare su “ambienti più simili a cantinette, separando i vini di valore dagli altri, con

una cartellonistica specifica, talvolta delocalizzando in vino vicino ai reparti pescheria, gastronomia, macelleria per suggerire abbinamenti”, come spiega Antonella Emilio, Direttore Comunicazione Iper Montebello SpA. Per Carrefour la soluzione ideale è un mix tra degustazioni saltuarie con i sommelier ed il ricorso ad etichette parlanti: “Gestiamo già attività di degustazione con sommelier professionisti, e pensiamo che le etichette parlanti saranno il modo più efficace di comunicare il vino”, spiega Umberto Mazza. Ma i sommelier difficilmente

possono essere presenti costantemente nel supermercato, ecco dunque che Conad sta progettando di sostituirli con un addetto del punto vendita in grado di dare informazioni dettagliate sul vino e sui possibili abbinamenti col cibo, oltre ad assicurare una presenza costante dentro il supermercato, come chiarisce Valerio Frascaroli. Despar ha pensato bene di organizzare “corsi serali composti da 4 lezioni teorico-pratiche di 2 ore ciascuna con esperti qualificati di vino, aperti ad un massimo di 40 clienti; nelle provincie dove abbiamo portato avanti questa

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iniziativa abbiamo avuto il tutto esaurito ai corsi”, come riferito da Simone Pambianco. La grande distribuzione è anche impegnata nell’ampliamento e nella valorizzazione della gamma di bottiglie a marchio del distributore, come riferito dalle insegne presenti a Vinitaly: ad esempio Il Gruppo Selex (insegne Famila, A&O, etc.) con la sua linea “Le Vie dell’Uva” dispone di 50 etichette e vende 3 milioni di bottiglie l’anno, e programma di ampliare la gamma dei vini sopra i 6 euro ed eventualmente introdurre il vino biologico.

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La manifestazione presentata presso l’azienda Torrevento a Corato

ENOVITIS IN CAMPO 2016: SI SCALDANO I MOTORI PER L’EDIZIONE PUGLIESE di Rino PAVONE

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rosegue a piena velocità la macchina organizzativa dell’edizione 2016 di Enovitis in campo. Nella splendida cornice dell’azienda vitivinicola di Torrevento a Corato (Ba) si è svolto lo scorso 22 marzo un primo incontro con gli operatori del settore vitivinicolo e dell’olivicoltura locali, con l’obiettivo di illustrare alle imprese il programma e le modalità di partecipazione. La manifestazione, targata Unione italiana Vini e Veronafiere, con il patrocinio di Regione Puglia e FederUnacoma, in programma per i prossimi 17 e 18 giugno, ha scelto proprio la Murgia come epicentro della due giorni di formazione e informazione per gli addetti ai lavori nell’ambito della viticoltura e dell’olivicoltura rispondendo così a “una esigenza espressa dalle stesse aziende che producono macchinari all’avanguardia in ambito agricolo”, ha sottolineato Giorgio Goria, responsabile Networking system Uiv. Enovitis in campo è una manifestazione dall’anima itinerante e nasce infatti con la mission di andare “fisicamente” incontro alle esigenze degli operatori chiudendo in un cerchio sinergico ricerca (la manifestazione si avvale infatti anche del contributo in Puglia dell’Università di Foggia), operatori del settore e imprese. “Le premesse sono molto buone - ha commentato Giordano Chiesa, brand manager Enovitis -. È la prima volta che realizziamo un incontro di preparazione alla ma-

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nifestazione dedicato agli operatori locali e l’attesa per l’evento è notevole. Non sarà quindi difficile bissare il successo di Enovitis in Campo 2015 in Sicilia, superando i 130 espositori e andando oltre le 6.000 presenze”. Sono stati infatti una quarantina i rivenditori di attrezzature, tecnici softwaristi e rappresentanti di grossi marchi in zona, a rispondere il 22 marzo alla prima chiamata in Puglia di una manifestazione che sembra avere un forte appeal tra gli operatori del settore. E in effetti l’edizione pugliese di Enovitis 2016 punta a migliorare ancora di più la performance siciliana con un programma ricco e diversificato dedicato alla viticoltura di precisione, alle energie alternative ma anche all’olivicoltura, argomenti che saranno sviluppati anche grazie a un ampio programma di workshop ospitati in due tensostrutture dedicate. Confermata anche per il 2016 la presenza dei marchi più importanti della meccanica made in Italy ma “molto ci si aspetta – hanno confessato gli organizzatori – dai produttori locali che hanno sviluppato appositi dispositivi per andare incontro alle esigenze delle produzioni autoctone e che possono pertanto candidarsi a svolgere un ruolo da protagonisti nella manifestazione”. Non mancheranno i riconoscimenti, anche questi rigorosamente sul “campo”. Enovitis in Campo 2016 accoglie infatti anche l’Innovation Challenge, il premio assegnato da un Comitato

scientifico alle migliori innovazioni tecnologiche presentate in fiera, e il Concorso Vota il trattore, organizzato in collaborazione con Unacma e il portale della meccanizzazione agricola Macgest, grazie al quale sarà eletta la macchina più votata tra quelle esposte e provate in fiera, nelle categorie gommati, cingolati e semi-cingolati e isodiametrici. Numeri e programma definitivi della manifestazione si avranno a metà maggio quando si sarà conclusa questa fase di raccolta delle manifestazioni di interesse.

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gricoltura

Coldiretti: “Bene Commissione d’inchiesta su Consorzi Bonifica commissariati”

Stagione irrigua a rischio? di Rino PAVONE

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lauso al Presidente del Consiglio regionale Loizzo che ha istituito una commissione d’inchiesta sui consorzi di bonifica commissariati di cui seguiremo con attenzione l’attività, perché potrà contribuire a fare luce sulla gestione e a fotografare i lavori effettivamente svolti sul territorio. Auspichiamo un’azione celere, avulsa da posizioni atte a trasformare i consorzi di bonifica in terreno di battaglia politica che nulla hanno a che vedere con le esigenze delle imprese. Intanto, va aperta immediatamente la campagna irrigua 2016 perché gli effetti negativi della mancanza di acqua sono incalcolabili sia in termini di perdita produttiva che di mancati investimenti. L’aver condizionato l’effettiva erogazione degli 8,5 milioni di euro - già stanziati con la legge di Bilancio della Regione Puglia - alla riforma della legge regionale 4 del 2012 ha di fatto provocato una condizione di impasse che ha effetti disastrosi sul settore, perché non ci sono ancora le condizioni per avviare la stagione irrigua. La mancanza di una organica politica di bonifica comporta, tra l’altro, che lo stesso costo dell’acqua in Puglia sia caratterizzato da profonde ingiustizie”. E’ il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, a commentare positivamente l’istituzione della commissione d’inchiesta sui consorzi di bonifica commissariati e a chiedere che le strutture consortili aprano immediatamente la stagione irrigua. L’augurio di buon lavoro di Coldiretti Puglia va al neo eletto

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presidente Stea che si accinge ad affrontare una situazione oltremodo complessa e delicata, per cui sin d’ora Coldiretti garantisce disponibilità e collaborazione. L’azione di accompagnamento che la Regione Puglia ha svolto nell’ultimo decennio con l’obiettivo di traghettare le strutture consortili fuori dalla crisi economico-finanziaria non ha sortito gli effetti sperati. Il lungo commissariamento e l’improvvida decisione di sospensione della riscossione dei ruoli da oltre dieci anni hanno aggravato la situazione dei Consorzi di Bonifica ubicati sotto la linea dell’Ofanto. “I nostri imprenditori hanno pagato a caro prezzo – denuncia Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia - i ritardi nella gestione del ‘bene acqua’. I costi incidono direttamente sulle voci di spesa delle imprese agricole e, quindi, ne influenzano pesantemente il grado di competitività rispetto a quelle europee, competitività che l’agricoltura locale riesce molto spesso a sostenere, grazie all’elevata professionalità e qualità raggiunte. Ma l’acqua diviene uno strumento imprescindibile, l’obiettivo primario resta la certezza della disponibilità. Un ulteriore motivo per far uscire i consorzi di bonifica dalle sabbie mobili in cui permangono da anni, perché nel settore irriguo gestiscono una superficie servita da opere di irrigazione di oltre 210mila ettari, 102 invasi e vasche di compenso, 24 impianti di sollevamento delle acque a uso irriguo, 560 chilometri di canali irrigui e circa 10.000 chilometri di condotte tubate”. “I drammatici effetti dell’incuria

e dei profondi cambiamenti climatici – continua Corsetti - che si sono manifestati sul territorio regionale, caratterizzati dal succedersi di eventi estremi non sempre prevedibili, hanno reso non più rinviabile il rilancio dell’attività di Bonifica integrale. Si sono consolidate nel tempo nuove ed inevitabili esigenze di manutenzioni straordinarie delle opere pubbliche di bonifica che non possono e non debbono essere scaricate sugli utenti i quali hanno, loro malgrado, subito nell’ultimo decennio innumerevoli danni per mancata manutenzione. Inoltre, considerata l’urgenza di far ripartire le manutenzioni straordinarie e ordinarie per la indispensabile manutenzione del territorio, riteniamo non più procrastinabile un approfondimento in merito alle opportunità previste dai Fondi Comunitari FESR e PSR che andrebbero, a nostro avviso, maggiormente esplorate dalla Regione Puglia”.

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L’agenzia regionale per le attività irrigue e forestali

Puglia, nominato commissario straordinario dell’Arif: è Domenico Ragno Il presidente della Giunta Regionale, Michele Emiliano, ha firmato un decreto per il commissariamento dell’Arif, Agenzia regionale per le attività irrigue e forestali. Commissario straordinario è stato nominato il dottor Domenico Ragno, subcommissari Paolo Pate e Anna Ilaria Giuliani. A Ragno gli auguri di buon lavoro da parte della Giovani Editori Associati.

Conferenza stampa dell’ex direttore generale Taurino

Arif, i risultati degli ultimi 5 anni

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onsiderata la mia volontà di tornare a fare politica”, ha dichiarato Taurino, “già da tempo avevo manifestato l’intenzione di lasciare la direzione dell’Agenzia, sia al Presidente della Regione Puglia, che all’ Assessore all’Agricoltura. Oggi ricordo ancora quando Vendola mi affidò l’incarico”, ha continuato “dicendomi che sarebbe stata una bella rogna, ed infatti, da subito mi sono misurato con le difficoltà di un’Agenzia, che per statuto deve svolgere compiti pratici ed operativi ma si scontra, quotidianamente con la lentezza della macchina amministrativa pubblica”. Nella conferenza stampa di fine mandato Giuseppe Maria Taurino, direttore generale di ARIF, ultima Agenzia regionale pugliese ad essere commissariata, racconta i

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risultati degli ultimi 5 anni. “A partire dal 2010, la sfida è stata raccolta – dichiara Taurino - e portata avanti grazie ad un’attenta attività di programmazione e all’impegno e al lavoro di tutti, raggiungendo obiettivi come la diminuzione degli incendi boschivi in Puglia, grazie anche alla stretta collaborazione con la Protezione civile e con tutti gli enti preposti alle attività antincendio ma anche grazie al monitoraggio continuo che gli operai ARIF effettuano costantemente. Da sottolineare anche l’importanza delle convenzioni chiuse con l’Università per i piani di Assestamento Forestale (in pratica i piani regolatori di boschi e foreste). Al bilancio delle attività svolte durante tutti questi anni, si aggiunge l’utilizzo dei fondi comunitari,

complessivamente 22 milioni di euro circa, azione importante per l’Agenzia, che ha stabilito partenariati e realizzato progetti, che hanno migliorato l’aspetto paesaggistico, la sicurezza di parchi e delle aree verdi e la gestione del sistema di irrigazione agricola, che oggi rifornisce circa 10.000 aziende agricole e zootecniche”. “Ogni realtà è perfettibile” ha concluso Taurino, “e questo vale anche per l’ARIF che ha realizzato molti successi ma che presenta sicuramente delle criticità, tutte cose che trasferirò al nuovo commissario, a cui faccio gli auguri di buon lavoro con la convinzione che sia sempre più necessaria una classe dirigente più attenta e personale amministrativo sempre più preparato.”

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gricoltura

A disposizione per promozione, protezione e sviluppo

AGRICOLTURA: PER DOP E IGP A DISPOSIZIONE OLTRE 700.000 EURO

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ontributi a sostegno della promozione, protezione e sviluppo dei prodotti agricoli ed alimentari contraddistinti dai riconoscimenti Dop ed Igp. Un “tesoretto” pari a 732.889 mila euro a cui gli organismi associativi operanti nei settori Dop e Igp potranno accedere, non singolarmente ma esclusivamente in aggregazione. Una opportunità che le imprese pugliesi non dovrebbero farsi sfuggire. La data ultima per richiedere i contributi è stato lo scorso 14 aprile come stabilito dall’articolo 12 del Decreto del Ministero delle Politiche Agricole. In Puglia sono ben 16 i prodotti interessati: 11 le DOP dai formaggi (Caciocavallo Silano, Canestrato Pugliese, Mozzarella e Ricotta di Bufala Campana) all’olio (Collina di Brindisi, Dauno, Terra d’Otranto, Terra di Bari, Terre Tarentine) passando per il Pane di Altamura e l’oliva foggiana La Bella della Daunia, mentre 5 le IGP dell’ortofrutta (Arancia del Gargano, Carciofo Brindisino, Clementine del

Golfo di Taranto, Limone Femminello del Gargano e Uva di Puglia). “Favorire la promozione di questi prodotti porterà benefici diffusi. L’attività promozionale, infatti, potrà essere estesa dal beneficiario del contributo a tutti i soggetti che ricadono nel territorio delle Dop e Igp, a prescindere dalla loro adesione al consorzio o all’associazione dei Consorzi – commenta il M5S– I consorzi di tutela e anche le imprese agricole dovranno prestare molta attenzione ai requisiti richiesti e alle modalità di presentazione delle domande: per accedere direttamente agli incentivi, i consorzi di tutela dei prodotti Dop ed Igp dovranno costituire un’Associazione temporanea d’impresa o esibire un protocollo d’intesa che li impegna a costituirsi in Ati. I soggetti richiedenti il contributo dovranno, inoltre, dimostrare di possedere capacità tecnico organizzative, mezzi e strumenti idonei per la gestione delle iniziative proposte. Sono, infine, previsti anticipi – conclude il M5S

- previa presentazione di una fidejussione, nella misura massima del 50% del contributo concesso. Ci auguriamo, dunque, che la Puglia sappia cogliere questa opportunità”.


QUALITA’ E PRODUZIONI ATTRAVERSO L’ ADESIONE AI PROGRAMMI DI CERTIFICAZIONE

RICERCA E SVILUPPO DI PRODOTTI E SOLUZIONI AL PASSO DELLA MODERNA FRUTTICOLTURA


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gricoltura

Le domande iniziali devono essere presentate entro il 16 maggio 2016

Psr, Di Gioia: “Al via il primo bando per agricoltura biologica”

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l via gli investimenti per un’agricoltura in Puglia che rispetti le risorse ambientali, preservi la biodivesità, senza l’utilizzo di sostanze chimiche inquinati. E’ stato pubblicato, con Determinazione dell’Autorità di Gestione Programma di Sviluppo Rurale 20142020 n. 50 del 1 aprile 2016 (Allegato C), il primo bando del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020: si tratta della Misura ‘Agricoltura Biologica’ – Sottomisure 11.1, ‘Conversione in metodi e pratiche di agricoltura biologica’, e 11.2, ‘Mantenimento di metodi e pratiche di agricoltura biologica’. “E’ il primo avviso del Prs 2014-2020 dedicato alle coltivazioni biologiche – spiega l’assessore alle Risorse agroalimentare della Regione Puglia, Leo Di Gioia -, per un’agricoltura più sostenibile, che tuteli le risorse naturali e produca nel medio e lungo periodo, cibi sani, di qualità, nel pieno rispetto dell’ambiente. Una misura, la 11, che ha l’obiettivo di incoraggiare gli agricoltori a convertire e mantenere le produzioni coltivate con il metodo convenzionale in quello biologico,

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contrastando di fenomeni di degrado chimico e fisico. Potenziando la struttura e le caratteristiche qualitative dei suoli, con il conseguente miglioramento della qualità dei prodotti”. Per la campagna 2016 è prevista una dotazione finanziaria di 41 milioni di euro, su un totale complessivo, per l’intera Programmazione, di 208 milioni di euro circa. Le domande iniziali devono essere presentate entro e non oltre il 16 maggio 2016, quelle di modifica entro il 31 maggio 2016. Possono accedere al bando di sostegno gli agricoltori singoli attivi o associati (OP, associazioni, cooperative, Consorzi, Reti d’imprese). L’impegno della sottomisura 11.1, relativa alla conversione dei terreni a biologico, è di 2 o 3 anni in funzione della coltura in atto, 2 anni per le superfici destinate alle colture annuali e 3 anni per le superfici destinate alle colture arboree. Il beneficiario deve obbligatoriamente passare nella fase di mantenimento (sottomisura 11.2) per una durata residua necessaria a completare il quinquennio. Pertanto, alla conclusione del periodo di impegno per la sottomisura 11.1

il beneficiario dovrà presentare domanda di pagamento/conferma degli impegni per la sottomisura 11.2 per il residuo periodo di impegno quinquennale. La non prosecuzione dell’impegno nella fase di mantenimento comporterà la decadenza della domanda e la restituzione dei premi percepiti. L’impegno della sottomisura 11.2, relativa al mantenimento, è, invece, di 5 anni, fino a un massimo di 7 anni in funzione dell’andamento della spesa di attuazione del PSR 2014-2020. Il bando è disponibile su svilupporurale. regione.puglia.it.

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Il Comune di Alberobello promotore del neosistema turistico pugliese

“Le vie dell’Acqua“: una rete di comuni pugliesi per Matera 2019 e non solo di Paola DILEO

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na rete di sistemi turistici locali come i nuovi protagonisti dell’economia pugliese: il tema cardine che ha riunito diversi sindaci del barese, tarantino, brindisino su invito del Comune di Alberobello. Uno dei primi incontri tenutosi nella cittadina dei trulli per illustrare “Le vie dell’ Acqua”, un’idea progettuale che nasce dall’esigenza di dare organicità ad un nuovo modello di governance regionale per lo sviluppo turistico. Si tratta di mettere in rete sei importanti sistemi territoriali dislocati in poco più di 90 km e su province diverse: appun-

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to il sistema delle Gravine Materane e Ioniche, il sistema costiero del Mar Ionio, il sistema dei boschi del fragno e del leccio, il sistema della Valle d’Itria, il sistema della Piana degli Ulivi secolari, il sistema della Costa Adriatica. “Lo scopo è di determinare una nuova entità geopolitica della Puglia centrale che sia di supporto a sistemi già consolidati come il Gargano e il Salento e creare nuovi modelli di sviluppo in cui il turismo sia una componente” – ha spiegato in collegamento skype Paolo Verri, direttore di Matera – Capitale Europea della cultura 2019 - nonché commissario

di PugliaPromozione. Una sorta di corridoio territoriale da connettere e coordinare all’evento Matera 2019, ma anche per attivare piani e progetti speciali che favoriscano occasioni di sviluppo per le economie locali grazie all’utilizzo di risorse pubbliche e private. Ad oggi al neo sistema hanno aderito i comuni di Alberobello, Monopoli, Castellana Grotte, Putignano , Noci, Conversano , Martina Franca, Ostuni, Ceglie Messapica e Crispiano. Non è escluso che questa strategica pianificazione integrata ai fini della valorizzazione turistica includa in futuro altre realtà locali.

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La revisione, dovrebbe costare all’incirca come per le automobili

Revisione delle macchine agricole: una seccatura o un modo per salvarsi la vita?

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evisione delle macchine agricole: una seccatura o un modo per salvarsi la vita? La disputa è proprio su queste due concezioni riguardanti la revisione delle macchine agricole: solo l’ennesimo seccante adempimento burocratico o qualcosa di vitale? Fatto sta: dal prossimo 30 giugno, e non oltre il il 31 dicembre 2017, tutte le macchine agricole immatricolate entro il 1973 dovranno essere revisionate. Poi, entro il 31 dicembre 2018, dovranno essere revisionati tutte le macchine immatricolate fra il 1° gennaio 1974 e il 31 dicembre 1990. I trattori immatricolati fra il 1° gennaio del 1991 e il 31 dicembre 2010 sono da revisionare entro il 31 dicembre 2020. Le macchine più recenti, immatricolate dal 2011 al 2015, dovranno essere revisionate entro fine dicembre 2012. Dai dati emerge che in Italia ben 700mila trattori (circa il 40-45%) non rispondono né alle regole europee né a quelle nazionali, quindi sono fuorilegge. Gli incidenti avvengono sì in situazioni di pendii, ma capitano più di frequente alle macchine obsolete, con freni ormai usurati, con freno a mano quasi mai funzionante, senza arco di protezione e cinture di sicurezza. Anche la doppia frizione, indispensabile nei frutteti quando si

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usano attrezzature come trinciatutto o atomizzatori, manca nelle macchine più vecchie. “L’Inail ha creato un gruppo di lavoro ad hoc - dichiara Vincenzo Laurendi, del Dipartimento tecnologie di sicurezza dell’Inail - per definire le misure di sicurezza da adottare. E, rispetto alla Germania, abbiamo fatto qualcosa in più: oltre ai progetti abbiamo realizzato anche delle schede per ogni modello di trattore. Ciò ci ha permesso di ridurre i costi della messa a norma. Il costo medio si aggira sui 1.000-1.200 euro. Capisco le difficoltà degli agricoltori, ma la messa a norma dei mezzi agricoli, oltre a essere imposta dalla legge, è anche un dovere morale”. La revisione, invece, dovrebbe costare qualche decina di euro (40-70 si è ipotizzato), all’incirca come per le automobili. “L’Inail - continua Laurendi - ha previsto un bando di 45 milioni di euro, che uscirà a giugno, per l’acquisto di macchine nuove. Nel 2017 saranno 35 i milioni di euro disponibili. Fondi che non sono pochi, ma neanche molti considerando che in Italia ci sono un 1.500.000 aziende agricole, di cui un milione quelle attive”. Dai dati Asaps si evince che nel 2014, nei campi italiani, ci sono stati 390 incidenti gravi (non è possibile conteggiare gli incidenti con feriti lievi)

con 181 morti e 257 feriti. Nel 2015 i dati segnalano un calo dei morti in campo (attorno alle 100 unità), forse anche grazie agli interventi ai mezzi sul fronte della sicurezza (arco antiribaltamento e protezioni degli organi in movimento).

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CONOMIA

I revisori hanno considerato sei Stati membri

Pac, Corte dei Conti Ue: “Sistema misurazione inutile ed inadeguato”

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ra il 2014 e il 2020, circa 270 miliardi di euro – un terzo del bilancio dell’UE – andrà direttamente o indirettamente per sostenere il reddito degli agricoltori. Queste risorse sono destinate a contribuire alla produzione alimentare efficiente in tutta l’UE e per aiutare gli agricoltori a mantenere il tenore di vita equo. Secondo le nuove regole della PAC, la Commissione deve valutare l’impatto delle sovvenzioni agricole in relazione ai loro obiettivi. I revisori dell’Unione Europea hanno esaminato il progetto del sistema di misurazione della performance della Commissione per il reddito degli agricoltori. Essi hanno scoperto che il sistema di revisione tramite i dati a disposizione non è sufficientemente ben progettato e presenta significative limitazioni. Questi indicatori chiave, su cui la Commissione deve basare le sue valutazioni, non sono sufficientemente affidabili e non sono legati in modo sufficientemente chiaro alle misure della Pac secondo Rasa Budber, membro della Corte dei Conti europea, responsabile del rapporto. Così

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come non sono di alcuna utilità nel mostrare se le sovvenzioni hanno raggiunto il loro effetto desiderato nel ridurre il divario di reddito tra gli agricoltori. “Nessun dato rappresentativo è disponibile sul reddito disponibile delle famiglie agricole”, dicono i revisori dei conti, e “non vi è nessun sistema affidabile per comparare i redditi agricoli con quelli in altri settori per giustificare il sostegno agli agricoltori. Né la Commissione o gli Stati membri hanno garantito sempre che i dati utilizzati erano di adeguata qualità. La Corte dei Conti Ue parla di “obiettivi vaghi per alcune misure della PAC e assenza di una linea di base” che “rendono difficile valutare se saranno completati gli obiettivi”. I revisori hanno preso in esame sei Stati membri che fra loro rappresentano oltre la metà del valore aggiunto lordo dell’agricoltura europea e la cui agricoltura riceve più della metà del bilancio dell’UE per il settore, soprattutto sotto forma di pagamenti diretti: Germania, Spagna, Francia, Paesi Bassi, Polonia e Romania.

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ootecnia

IN PUGLIA IN 10 ANNI - 58% STALLE

LATERZA NUOVO PRESIDENTE ASSOCIAZIONE REGIONALE ALLEVATORI

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letto alla presidenza dell’Associazione regionale Allevatori Pietro Laterza, allevatore di Noci classe 1967, che sostituisce Pietro Salcuni, già presidente di Coldiretti Puglia. Le Associazioni Allevatori sono presenti nelle cinque province pugliesi e con la loro struttura offrono un indispensabile contributo tecnico a tutte le aziende zootecniche presenti sul territorio ed in maniera diretta seguono oltre 41.000 capi bovini allo scopo di migliorare la qualità della produzione lattiera attraverso un lavoro paziente ed altamente professionalizzato di miglioramento genetico delle razze allevate. “Ringraziamo il presidente uscente Salcuni per l’attività svolta e auguriamo

buon lavoro al neo eletto presidente Laterza – dice il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – in un momento storico molto difficile per la zootecnia che in Puglia ha registrato negli ultimi 10 anni il crollo del 58% delle stalle attive. Sono riuscite a sopravvivere con grande difficoltà appena 2.700 stalle. Ciò è causato principalmente del prezzo del latte, oggi ben al di sotto dei costi di produzione del latte stesso. I nostri allevamenti versano in una grave situazione, dovuta non solo alla crisi, ma anche e soprattutto a queste evidenti anomalie di mercato che mortificano il lavoro degli allevatori per colpa di alcuni caseifici locali che in maniera unilaterale hanno deciso di ridurre il prezzo del latte alla stalla. In particolare i mangimi (+9,1%) ed il costo

energetico (+8%) hanno notevolmente appesantito il bilancio delle aziende zootecniche regionali. La vera e unica indicizzazione di cui il comparto zootecnico ha bisogno è il vincolo indissolubile tra il prezzo del latte alla stalla e il costo di latte e formaggi che i consumatori acquistano nei negozi e nei supermercati”. In Puglia a fronte dei 1.939 allevamenti che producono 3,6 milioni di quintali di latte bovino, le importazioni di latte dall’estero raggiungono i 2,7 milioni di quintali, e i 35mila quintali di prodotti semi-lavorati quali cagliate, caseine, caseinati e altro, utilizzati per fare prodotti lattierocaseari che vengono, poi, venduti come prodotti lattiero-caseari “Made in Puglia”.

Da parte del Vescovo di Verona Giuseppe Zenti

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Eletti i santi patroni dell’olivicoltura

l Vescovo di Verona Giuseppe Zenti ha approvato ufficialmente l’elezione di Santa Reparata di Cesarea quale patrona degli olivicoltori e Santa Caterina di Alessandria quale patrona dei frantoiani e imbottigliatori dell’ olio d’oliva accettando la richiesta fatta dal presidente associazione interregionale produttori olivicoli. Secondo il Vescovo “tale richiesta manifesta l’attaccamento alle tradizioni locali e soprattutto il bisogno di mantenere e portare continuamente avanti nelle attività lavorative uno spirito umano e cristiano. Auguro a voi di fare vostra la fede che le Sante hanno testimoniato con le loro opere e invoco di cuore, per intercessione delle sante Reparata e Caterina, la santa benedizione del Signore per tutti voi”.

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