FOGLIE n.4/2018

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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE

PATTO PER IL FUTURO il manifesto agricolo per la nuova legislatura agricoltura

Psr Puglia, è caos tra ricorsi al Tar e graduatorie attese invano Caporalato, 31 arresti in Italia nel 2017 Angurie, prodotto sempre più trendy

N° 4 • 1 marzo 2018





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ditoriale

1 MARZO1 2018 - n.4 - Anno 13

Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE

Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952 Editrice

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ULIVI DI PUGLIA FRA I PAESSAGGI PREMIATI DAL MINISTERO

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l Paesaggio Agrario della Piana degli Oliveti è uno dei 10 paesaggi rurali storici premiati dal Ministero delle Politiche Agricole, Agroalimentari e Forestali. Nell’area di Fasano, Ostuni, Carovigno e Monopoli sono presenti 250mila ulivi, esemplari di pregio straordinario così come anche certificato sulla base della mappatura effettuata per rispondere ai dettami della Legge regionale n. 14 del 4 giugno 2007 ‘Tutela e valorizzazione del paesaggio degli ulivi monumentali della Puglia’. Gli ulivi monumentali sono elemento di distintività e un patrimonio alla base del grande appeal della Puglia che attira turisti nazionali ed internazionali per il grande patrimonio paesaggistico ed enogastronomico. In quest’ottica è una ulteriore opportunità di promozione e valorizzazione l’individuazione di aree caratterizzate dagli ulivi monumentali che potrebbero fregiarsi della prestigiosa dichiarazione di ‘sito patrimonio dell’Unesco’, azione per cui il Parco delle Dune Costiere ha iniziato un percorso di condivisione e valorizzazione per il rico-

noscimento della Piana degli ulivi monumentali quale patrimonio dell’Unesco. La Puglia è la regione italiana con il patrimonio olivicolo più importante costituito da circa 60 milioni di piante, di cui circa la metà secolari e 3-5 milioni di esemplari addirittura planetari. Oltre 350mila ettari sono coltivati ad uliveto, pari al 25% della superfice agricola regionale. Sono attivi sul territorio pugliese 1200 frantoi che ‘lavorano’ 53 varietà di olive di innegabile valore e qualità. Nell’anno del cibo l’attestazione del Mipaaf e l’interesse dell’Unesco rappresentano ulteriori riconoscimenti all’attività di manutenzione del paesaggio e dell’ambiente svolta dagli agricoltori quotidianamente e dell’attenzione alla conservazione delle tradizioni colturali e del patrimonio enogastronomico di cui il territori rurali sono conoscitori e custodi. Obiettivo è anche quello di accrescere, con queste attestazioni, l’interesse turistico per un territorio che negli ultimi anni è balzato agli onori della cronaca ma per il quale tanto si può ancora fare.



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ommario

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ULIVI DI PUGLIA Premiati dal Mipaaf

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19 ANGURIE

+9% sui mercati internazionali

28 GRANI E GRANEe

29 fauna selvatica

A rischio la coltivazione libera del Cappelli

Nuovo sportello #emergenzaselvatici

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12 capolarato

Lo scorso anno 31 arresti in Italia

18 FRAGOLICOLTURA SOSTENIBILE Aggiornamento tecnico a Policoro

30 PRIMA EDIZIONE “TERRARANCIA” Grande successo a Vico del Gargano

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SPECIALE ELEZIONI 2018

PSR E’caos tra ricorsi al Tar e graduatorie attese invano SINISTRA E LIBERTA’ Psr Puglia, si faccia chiarezza con urgenza

Eletto nuovo Presidente

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AGRICOLTURA

26 MOVIMENTO TURISMO DEL VINO

10 coldiretti

agroalimentare

14 ENO GASTROnomia al top

15 cibo

233 bandiere del gusto per la Puglia

Eventi a Lucera, Manduria, Ostuni, Copertino

11 m5s

31 imprese sostenute da microcredito eventi

Attrazione turistica fondamentale per Italia

25 donne vino trentennale

5 proposte per primi 100 gg di Governo

27 GIORNATA MONDIALE GIOVENTU’

Papa Francesco: “Fake se inseguite i like”


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assegna

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tampa

da Agricolae.eu

Psr Puglia, dopo 14 modifiche, è caos tra ricorsi al Tar e graduatorie attese invano

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ontinua il caos relativo al Psr della regione Puglia. Da quanto apprende Agricolae sono stati depositati cinque ricorsi al Tar della Puglia di Bari. Si tratta di ricorsi (che coinvolgono decine di ricorrenti) alla graduatoria relativa alla Misura 4.1a Psr della Puglia 2014-2020 contro l’autorità di gestione e contro la stessa regione Puglia. Dopo i ricorsi al TAR per la misura 19 del PSR Puglia, ancora caos dunque in merito ai bandi promossi dalla Regione Puglia e dall’Autorità di Gestione del PSR Puglia 2014-2020; questa volta sono le misure strutturali a subire probabili stop con ingenti risorse bloccate. In particolare decine e decine di aziende agricole individuali e società agricole, mediante la notifica alla Regione Puglia nella persona del Presidente pro-tempore Michele Emiliano ed all’AdG Prof. Gianlu-

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ca Nardone, dal 2015 alla guida tecnica dell’Autorità hanno presentato 5 ricorsi al T.A.R. Puglia sede di Bari per chiedere l’annullamento della prima graduatoria pubblicata dalla Regione a valere sul bando della misura 4.1a del Piano di Sviluppo Rurale. Un bando (modificato 14 volte) con una dotazione di 60 milioni di euro pubblicato nel 2016 e dopo oltre una decina di emendamenti tecnici e proroghe, chiuso solo pochi mesi addietro. Agricolae è riuscita ad ottenere e pubblicare il contenuto di uno dei 5 predetti ricorsi amministrativi in cui sono state rese note ed indicate le motivazioni degli annullamenti imputabili alla gestione regionale dello strumento del Psr e, da quanto apprende Agrocolae, si attenderà giorno 6 marzo per conoscere se il TAR darà la sospensiva. Sulle altre graduatorie, quella ad esempio della mi-

sura 6.4 con una dotazione di decine e decine di milioni di euro e che toccano gli aspetti della multifunzionalità e sulle quali la Puglia in passato tanto ha fatto bene, in assessorato da ottobre 2017 non si registra alcuna notizia in merito all’attesa della graduatoria con incertezza tra le aziende e gli investimenti che alcune aziende, come per il bando della misura 4.1a, hanno già avviato. Ancora caos e ricorsi dunque nella gestione del Psr della Puglia. Secondo alcune voci sembrerebbe ci sia addirittura il rischio di sospensione verso un autotutela. Se così fosse, si bloccherebbero tutti i bandi delle misure strutturali e quelli della multifunzionalità generando ulteriore caos e ritardi. Ma soprattutto mancati investimenti che si tradurrebbero in danni incalcolabili per l’economia agricola regionale. www.foglie.tv


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iceviamo e

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ubblichiamo

L’intervento di Sinistra e Libertà

“Contenziosi per Psr Puglia: si faccia chiarezza con urgenza”

è

grande la preoccupazione degli operatori del settore agricolo per la totale confusione che, ormai, regna sovrana nella fase di attuazione, in Puglia, del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014/2020. Tra ritardi, ricorsi al Tar, bandi che vengono pubblicati e modificati in corso d’opera, criteri di valutazione molto discutibili, la situazione rischia presto di andare completamente fuori controllo, con la nefasta prospettiva di perdere anche gli ingenti fondi messi a disposizione dall’Unione Europea. In particolare, enormi criticità sta generando l’eccessiva incidenza riconosciuta, tra i criteri di valutazione per i primi bandi già pubblicati, al cosiddetto IPE – Incremento Performance Economiche, che dovrebbe misurare la crescita, rispetto alla situazione precedente all’investimento, delle prestazioni economiche dell’impresa beneficiaria del contributo economico. Tale incremento viene indicato, in sede di presentazione del progetto candidato al finanziamento, su base esclusivamente presuntiva, con la conseguenza che, purtroppo, in moltissimi casi alcuni operatori del settore (indotti, probabilmente, dai tecnici che predispongono la documentazione necessaria per partecipare ai bandi)

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inseriscono valori assolutamente abnormi e del tutto irrealistici per accaparrarsi un punteggio maggiore al fine di classificarsi più in alto in graduatoria. Mancando un accertamento puntuale ed effettivo della veridicità di questi dati da parte dell’Assessorato all’Agricoltura, la conseguenza è che le graduatorie risultano gravemente condizionate, al punto che vengono penalizzati gli operatori che hanno fatto stime più prudenti e credibili, a favore di coloro che si sono spinti in previsioni assolutamente irrealistiche al solo scopo di ottenere un punteggio più alto. Questo sta generando, a tutti i livelli, problemi e contenziosi per i due bandi già avviati e per cui sono anche già state pubblicate le graduatorie, e cioè quelli relativi alla misura 4.1a per gli interventi finalizzati a migliorare l’innovazione tecnologica e la sostenibilità ambientale delle attività produttive aziendali, e alla misura 6.4 per lo sviluppo degli agriturismi, ma il medesimo problema si riscontra anche per la misura 4.1b rivolta ai giovani agricoltori. Nelle prossime settimane è prevista la discussione dinnanzi al Tar dei primi ricorsi presentati dagli operatori esclusi o penalizzati da questi assurdi meccanismi, e il rischio concreto è che i giudici ammini-

strativi annullino tutto e si debba ricominciare da capo, con un danno enorme per tutto il comparto agricolo della nostra regione. Stiamo parlando di un settore particolarmente importante per la nostra economia che sta attraversando una fase molto difficile e delicata, e sarebbe imperdonabile perdere le risorse messe a disposizione degli agricoltori pugliesi dall’Unione Europea, per errori o ritardi addebitabili alle strutture regionali. Come consigliere regionale di Sinistra Italiana/Liberi e Uguali, pertanto, chiedo con la massima fermezza all’assessore con delega all’Agricoltura, Leo Di Gioia, di intervenire tempestivamente per risolvere i problemi e le criticità che stanno emergendo nella gestione del PSR, in modo da adoperarsi velocemente per recuperare il tempo perso, garantendo, da un lato, trasparenza alle procedure selettive e, dall’altro, efficacia agli interventi finanziati. Ogni ulteriore ritardo, infatti, rappresenterebbe un colpo molto duro per l’agricoltura pugliese, la cui responsabilità ricadrebbe interamente sull’assessorato al ramo». Mino Borraccino Consigliere Regionale Puglia Sinistra e Libertà

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PECIALE

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LEZIONI

FIRMATO MANIFESTO DA FORZA ITALIA E FRATELLI D’ITALIA

COLDIRETTI: “ELEZIONI: 5 PROPOSTE A COSTO 0 PER i PRIMI 100 GIORNI DI GOVERNO”

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anno firmato il Manifesto politico di Coldiretti che si compone di 5 proposte a costo zero per i primi giorni di Governo, i candidati di Forza Italia Luigi Vitali, Francesco Paolo Sisto e Massimo Cassano e di Fratelli d’Italia Filippo Melchiorre, Maria Nocco e Marcello Gemmato. Etichettatura obbligatoria, istituzione di un Ministero ad hoc per il cibo, semplificazione delle pratiche in agricoltura, trasparenza sulle importazioni e norme rigorose contro i reati agroalimentari. Sono queste le cinque priorità che Coldiretti ha posto a tutti gli schieramenti politici impegnati nella prossima tornata elettorale del 4 marzo prossimo. ETICHETTATURA LA MADRE DI TUTTE LE BATTAGLIE: L’etichettatura obbligatoria con l’indicazione dell’origine della materia prima per tutti i prodotti alimentari ha costituito a lungo il principale obiettivo di Coldiretti. Attraverso di essa, l’Italia ha dato garanzie di sviluppo ai produttori agricoli e di sicurezza ai cittadini consumatori. Questa fondamentale chiave di difesa del patrimonio agricolo distintivo del nostro Paese ha contaminato in breve tempo altri sette Paesi dell’Unione Europea che analogamente hanno adottato normative nazionali per l’obbligo dell’e-

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tichetta di origine negli alimenti con risultati estremamente positivi per il mercato e per i cittadini. Tuttavia il regolamento relativo all’indicazione di origine dell’ingrediente cui sta lavorando la Commissione europea, tende a sovvertire gli orientamenti e i decreti approvati dal nostro paese. MINISTERO DEL CIBO Serve un’unica regia e un unico indirizzo per il cibo italiano: è necessaria la creazione di un solo Ministero (come in Francia) che sovraintenda alle politiche del cibo in Italia, a partire dai produttori (agricoltura) per arrivare ai trasformatori, ai distributori e ai consumatori. PROCESSI DI SEMPLIFICAZIONE Il carico per le imprese agricole derivante da processi burocratici distorti costituisce uno dei principali elementi di malessere e di aggravio competitivo. In riferimento agli iter amministrativi e ai processi di autorizzazione è necessario che lo Stato si concentri prioritariamente sulle sole attività di controllo, valorizzando secondo i principi di sussidiarietà il ruolo di semplificazione dei Centri di Assistenza Agricola, in rapporto diretto con le imprese. Rispetto alla gestione delle agevolazioni pubbliche (nazionali, regionali e comunitarie) vanno decisamente aumentate le performance dello Stato, delle Regioni e degli Orga-

nismi pagatori, facendo leva sul ruolo dei Centri di assistenza agricola per velocizzare i processi di erogazione. VIA IL SEGRETO SULLE IMPORTAZIONI La produzione di cibo in Italia e il significativo surplus commerciale legato all’export sono legati in alcune filiere all’esigenza di importare materia prima. Ciò rappresenta spesso l’occasione per creare fenomeni speculativi che si riflettono pesantemente sul prezzo pagato ai nostri produttori. Di fronte ai crescenti casi di allarmismi e scandali alimentari è necessario de-secretare le destinazioni dei flussi di importazione. Occorre inoltre creare un’autorità che vigili sui meccanismi di surrettizio “riscaldamento” dei mercati con la creazione di bolle speculative. LEGGE SUI REATI AGROALIMENTARI Chi pecca contro il cibo pecca contro i nostri figli: via libera quindi alla legge sui reati nel settore agroalimentare. L’attuale normativa che sanziona chi a vario livello commette frodi, reati, adulterazioni nel settore agroalimentare, appare del tutto inadeguata alla gravità percepita e reale dei fenomeni. E’ necessario adeguarla per corrispondere al sentire profondo dell’opinione pubblica e per frenare l’estendersi di aspetti malavitosi (di matrice nazionale e internazionale) in uno dei settori produttivi chiave del paese. www.foglie.tv


CON CIRCA 650MILA EURO

M5S: “IL MICROCREDITO NEL SUDEST BARESE HA SOSTENUTO 31 IMPRESE”

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econdo i dati comunicato dal Movimento Cinque Stelle sono 644.910 euro totali suddivisi per 31 imprese sul territorio dei 10 comuni del sudest barese, le cifre del microcredito per le piccole e medie imprese sostenuto dal taglio degli emolumenti e dalla restituzione dei rimborsi dei propri parlamentari. A guidare la speciale classifica dei Comuni baresi è Adelfia con 143mila euro per ben 6 imprese, le stesse di Polignano a Mare dove sono giunti finanziamenti dal fondo del Ministero dello Sviluppo economico per 127mila euro. Seguono Noci con 80mila euro e 4 aziende, Conversano con 74.610 euro e 5 imprese, Monopoli 70mila e 4 imprese, Putignano 50mila e due aziende e poi Casamassima, Rutigliano, Mola di Bari e Castellana Grotte ognuna con un finanziamento da 25mila euro. “Con il fondo, interamente gestito dal Ministero dello Sviluppo economico, sono state finanziate ben 7.461 imprese come si può leggere dalla documentazione pubblicata sul sito dello stesso Ministero – dichiarano i deputati Giuseppe

L’Abbate ed Emanuele Scagliusi (L’Abbate candidato al collegio plurinominale Puglia 3 ha restituito 201.597,09 euro mentre Scagliusi, candidato al collegio uninominale di Monopoli 223.133,30 euro ma è stato anche sfiorato dalle ultime polemiche sui rimborsi per aver “taroccato” un bonifico per un ammanco di 1000 €) – Il finanziamento medio richiesto dalle piccole e medie imprese è pari a 22.138 euro: il 64% di queste sono nel settore commercio, il 22% nei servizi e il 14% nell’industria per una creazione di posti lavoro stimati pari a 18.100. Invitiamo i piccoli imprendito-

ri del nostro territorio a farsi avanti e a richiedere tutte le informazioni per accedere al microcredito. Così facendo si potrà dare linfa al nostro tessuto produttivo e si contribuisce a mettere in circolo l’economia locale. Dopo il 4 marzo auspichiamo, poi, di essere forza di Governo per mettere in pratica quelle misure al sostegno delle imprese come la riduzione drastica dell’Irap, l’abolizione degli studi di settore, dello spesometro e di Equitalia nonché per puntare su investimenti ad alto moltiplicatore occupazionale per creare nuove opportunità di lavoro e nuove professioni”.

L’appello dei contoterzisti ai parlamentari della prossima legislatura

Una svolta agromeccanica per una politica agricola sostenibile

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e si vuole veramente diffondere su larga scala l’agricoltura di precisione, l’agricoltura 4.0, la tutela del made in Italy agroalimentare per mezzo della tracciabilità di filiera e i metodi di coltivazione rispettosi del suolo, si deve passare dai contoterzisti. Non c’è altra via. Perché rimanere statici non è nel dna dei contoterzisti”. È l’appello del presidente di UNCAI Aproniano Tassinari ai parlamentari della prossima legislatura, invitati a riscoprire il valore del contoterzismo per un’agricoltura moderna ed efficace, dal momento della preparazione del terreno di semina alla raccolta con macchinari moderni e rispettosi dell’ambiente. “A tutte le forze politiche chiediamo di riconoscere la priorità e l’urgenza di riformare il lavoro agricolo e di riconoscere nelle imprese conto terzi dei

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Centri di Servizi Esterni necessari per colmare il gap tecnologico e produttivo dell’Italia e negli agromeccanici degli amministratori e dei knowledge workers fondamentali per rendere l’innovazione accessibile in modo modulare e progressivo a tutte le aziende agricole”, aggiunge il presidente dell’Unione Contoterzisti. Valorizzare il ruolo dei contoterzisti è prendere atto di una trasversalità di funzione che permette di connettere l’intera filiera, dalle aziende agricole, ai co-

struttori, dai fornitori di mezzi tecnici e di attrezzature agli agronomi. “Il contoterzismo è una componente che porta reddito, efficacia, sicurezza ed efficienza al comparto. Una componente silenziosa e laboriosa che ora chiede alle istituzioni delle misure di sostegno, distinte dagli strumenti messi a disposizione degli agricoltori. Un sostegno motivato da un progetto italiano per una agricoltura innovativa, vicina alla gente e responsabile verso le generazioni future”.

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gricoltura

5.222 lavoratori irregolari

Caporalato, lo scorso anno 31 arresti in Italia

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el corso del 2017 l’Ispettorato nazionale del Lavoro (Inl) ha effettuato ben 7.265 ispezioni ad aziende del settore agricolo che hanno portato all’accertamento di 5.222 lavoratori irregolari, di cui 3.549 in nero, con un tasso di irregolarità superiore al 50%. Particolarmente significativi sono i numeri che riguardano l’attività finalizzata ai reati di caporalato: si segnala, in particolare, il deferimento di 94 persone all’autorità giudiziaria, delle quali 31 in stato di arresto e l’individuazione di 387 lavoratori “vittime di sfruttamento”. I provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoria-

le sono stati invece 360, dei quali 312 revocati a seguito di regolarizzazione. I risultati, contenuti nel primo “Rapporto sull’attività di vigilanza” redatto dall’Inl, escludono la Sicilia e le aree di Trento e Bolzano dove i controlli sono di competenza della Regione e delle due province autonome. ‘’I dati sono allarmanti – commenta Ivana Galli, segretaria generale Flai Cgil nazionale - e ci dicono come il contrasto al caporalato e allo sfruttamento in agricoltura sia elemento fondamentale per un settore ancora fortemente aggredito da tali fenomeni. Alcuni numeri, però, dimostrano anche come con le

nuove norme non ci si sia fermati alla sola azione repressiva ma anche a percorsi di regolarizzazione’’. Secondo Galli “il Protocollo Cura Legalità-Uscita dal ghetto, che ha determinato un’importante azione mirata al contrasto al caporalato nel settore agricolo in alcune aree del Paese, dovrebbe essere rinnovato, rilanciato sui territori e rifinanziato’’. Nelle scorse settimane, tra l’altro, l’Inl ha evidenziato che quest’anno concentrerà l’attività di vigilanza proprio su caporalato e lavoro nero. Il Governo, intanto, si è già attivato per richiedere l’assunzione di 150 nuovi ispettori.

A TRANI

PRIMO CORSO PROFESSIONALE DI POTATURA DA TERRA DELL’OLIVO A VASO POLICONICO Si è svolto a Trani presso un’azienda agrituristica il primo corso professionale di potatura da terra dell’olivo a vaso policonico, promosso da giovani professionisti del settore agroalimentare della rete Deagricoltura. Il corso ha visto un’ eccezionale partecipazione di operatori del comprensorio olivicolo pugliese, specie del nord barese. Ben oltre ogni aspettativa, l’olivicoltura pugliese ha dimostrato la volontà di mettere in discussione i sistemi di potatura locali, caratterizzati dal vaso barese. Appare straordinario osservare l’olivicoltore locale tralasciare le proprie occupazioni per recarsi ad un corso di potatura non obbligatorio, a pagamento, teorico ed infine pratico. Lezioni impartite in modalità accade-

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mica dall’autorevole Giorgio Pannelli e dal preziosissimo collega Antonino Filippo Lonobile e poi esercitazioni pratiche su olivi secolari, adulti ed in vaso. Ebbene è auspicabile che il settore olivicolo, nell’epoca delle innovazioni, continui a rivolgersi con fiducia verso nuovi sistemi colturali nell’ottica di una necessaria ottimizzazione dei redditi e dell’imprescindibile sicurezza dell’operatore che, secondo il metodo di potatura coniato da Pannelli, potrà potare da terra superando tutti i rischi legati al lavoro in quota. L’appuntamento con la docenza si rinnoverà fra un anno per valutare l’apprendimento della tecnica direttamente presso le aziende dei corsisti. L’adesione apprezzata a Trani in occasione del corso di potatura dell’o-

livo permette di credere che l’olivicoltore perseveri sulla formazione non trascurando la trasformazione olearia e la successiva commercializzazione, un’ attività ancora oggi ad appannaggio pressoché esclusivo del settore secondario. Questo processo potrà essere coltivato solo da agricoltori innovatori con l’ausilio di professionisti che, scevri da compromessi di altra natura, potranno assistere le aziende agricole verso forme d’impresa sempre più avanzate.

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ootecnia

Secondo Cia Puglia

“Tavolo Latte, bene il protocollo ma non basta” di Rino PAVONE

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l tavolo latte convocato dal Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia è un punto di partenza ed è positivo il protocollo d’intesa annunciato per definire i prezzi secondo le rilevazioni ISMEA così come la predisposizione di un modello di contratto ma costituiscono ordinaria attività, strumenti che andavano adottati in quanto previsti dalle legge e che vanno attuati nel più breve tempo possibile. Rimane la nostra richiesta di un tavolo urgente che entri nel merito della crisi del comparto zootecnico e affronti l’emergenza prezzo alla stalla”. Così il presidente CIA Puglia Raffaele Carrabba commenta l’esito della riunione indetta dal direttore del Dipartimento Agricoltura Gianluca Nardone. L’incontro con le organizzazioni agricole, gli artigiani trasformatori e l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, ente terzo che stabilisce il costo di produzione sulla base di accertamenti e verifiche, rappresenta la tappa di un percorso istituzionale già avviato da mesi dalla Regione. CIA-Agricoltori Italiani Puglia ha partecipato con una delegazione di allevatori, con il vicepresidente regionale Giannicola D’Amico e il direttore provinciale Area Due Mari N° 4 - 1 marzo 2018

Vito Rubino. “È un primo passo e la strada intrapresa è quella giusta per giungere alla definizione di un prezzo equo. Abbiamo chiesto che le rilevazioni Ismea sul territorio regionale siano quanto più attendibili per arrivare ad un costo di produzione quanto più reale possibile”. CIA-Agricoltori Italiani Puglia aveva formalmente chiesto la convocazione urgente da parte dell’Assessore regionale alle Risorse Agricole Leonardo Di Gioia di un tavolo regionale di lavoro sulla crisi del comparto lattiero-caseario per discutere dell’ulteriore riduzione di due centesimi al litro del prezzo del latte alla stalla, stabilita unilateralmente da uno dei più grandi gruppi alimentari italiani nazionali che si approvvigiona di latte dalla Puglia, nemmeno minimamente concordata con le rappresentanze delle aziende zootecniche pugliesi e subito condivisa dai caseifici. La decurtazione complessiva per gli allevatori pugliesi è stimata in oltre 15 milioni di euro in un anno. “Rilanciamo la nostra richiesta di un tavolo anche alla luce dell’arrivo dall’estero di latte a 22 centesimi. Solo bloccando le importazioni riusciremo a salvare un settore costretto ora ad un braccio di ferro

davanti alle importazioni selvagge, che minano fortemente la capacità di reddito dei produttori - prosegue il presidente regionale CIA Puglia Raffaele Carrabba - L’impiego profuso nella promozione del Made in Italy non può trascurare il latte italiano, viatico per garantire la qualità delle produzioni lattiero casearie. È una situazione che sta ulteriormente compromettendo il lavoro di migliaia di aziende zootecniche pugliesi, che stanno vivendo da anni un periodo di profonda crisi economica. Il tutto in un sistema commerciale sul quale incidono negativamente le regole non scritte imposte da chi fornisce la Gdo (grande distribuzione organizzata). È assurdo ed inspiegabile come il prezzo del latte dalla stalla agli scaffali della Grande distribuzione triplichi o addirittura si quadruplichi. Servono interventi strutturali per rafforzare la zootecnia pugliese e valorizzare gli allevamenti della regione. Se non affrontata adeguatamente, l’emergenza prezzo rischia di mandare sul lastrico migliaia di aziende zootecniche, che si aggiungeranno a quelle che hanno chiuso nel corso degli anni e che, comunque, continuano a garantire qualità e sicurezza alimentare”.

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groalimentare

632 I PRODOTTI BIODIVERSI

TURISMO: ENOGASTRONOMIA AL TOP CON 233 BANDIERE DEL GUSTO MIPAAF

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irca un terzo della spesa di italiani e stranieri in vacanza in Italia è destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione della presentazione del 2018 anno del Cibo del ministro Dario Franceschini e del ministro Maurizio Martina. E’ l’enogastronomia il cavallo di battaglia della Puglia turistica extra-alberghiera che ha registrato, secondo gli ultimi dati 2016 diffusi da ISTAT, rispetto all’anno precedente, un + 10,9% rispetto alla crescita del 4,2% in Italia (Fonte dati Istat), elemento utile alla tanto agognata destagionalizzazione dell’offerta turistica. La Puglia può contare su 233 prodotti riconosciuti tradizionali dal MIPAF, 9 prodotti DOP (5 oli extravergini, Pane di Altamura, canestrato pugliese, mozzarella di bufala e oliva Bella di Cerignola) e 29 vini DOC, oltre a 632 varietà vegetali a rischio estinzione. E’ tra le prime 3 regioni produttrici di cibo biologico con 4.803 produttori e la prima per numero di trasformatori con 1.796 operatori. La Puglia può contare su 245mila ettari di aree naturali protette, di cui il 75,8% rappresentato da parchi nazionali - del Gargano e dell’Alta Murgia - e l’8,3%

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da aree naturali e riserve naturali marine. Le provincie che presentano la più alta percentuale di territorio soggetta a protezione sono quella di Foggia (51,5%) e Bari (27,7%). In questi luoghi protetti la varietà vegetale comprende 2.500 specie. Va rispettato il modello di agricoltura costruito attorno al territorio e alla certezza di sicurezza alimentare e ambientale da garantire ai cittadiniconsumatori, perché il territorio è lo strumento per offrire bellezze, bontà e genuinità, quindi, anche occasione di autentico miglioramento della qualità della vita, non sacrificabile sull’altare di uno sviluppo apparente e non sostenibile. L’offerta enogastronomica rappresenta – spiega la Coldiretti – ormai una primaria motivazione di viaggio in Italia con quasi uno straniero su quattro (23%) che riconosce nell’Italia il Paese della buona cucina, il 16% ai monumenti a pari merito con la moda, il 15% della pittura/scultura e il 7% del design e il 5% della musica e del teatro se-

condo una ricerca Ipsos per Enit. E il 59% dei turisti stranieri continua a comprare prodotti italiani una volta rientrato in patria, una tendenza – precisa Coldiretti – che riguarda il 25,9% dei visitatori francesi, il 22,5% di quelli tedeschi e il 16,9% di quelli del Regno Unito secondo una ricerca Bit/Bocconi. Mentre il 36% degli italiani in vacanza acquista prodotti alimentari tipici come souvenir da riportare a casa o da regalare ad amici e parenti, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’. Le prenotazioni si sono allungate oltre il mese di agosto, segno che la Puglia è riuscita, anche grazie all’agriturismo, a destagionalizzare le presenze, attirando i turisti con il cibo, il paesaggio curato, l’offerta di attività ricreativa ricreative in azienda, come i corsi di cucina, le masserie didattiche. Le nostre masseria storiche sono predilette da gruppi familiari con bambini sotto i 10 anni perché possono giocare liberamente all’aria aperta, così come le strutture offrono ospitalità agli animali, rifiutati in molti alberghi. Il periodo di permanenza negli agriturismi si è allungato dai 2/3 giorni del 2016 anche fino a 7 e 8 giorni per la bellezza de territorio, gli eventi e il buon cibo, leva trainante per il turismo pugliese, complice il bel tempo che ha caratterizzato anche i ponti di maggio e giugno.

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Risorsa fondamentale per il paese

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Anno del cibo attrazione turistica

l food, il cibo e il vino sono degli enormi attrattori turistici e si tratta di un patrimonio da valorizzare. Il nostro patrimonio enogastronomico rappresenta un fondamentale pezzo di cultura nazionale e di identità locale, promuovere questa specificità è l’obiettivo che ci siamo prefissati.” Queste le parole del ministro Dario Franceschini nel corso della conferenza stampa de “L’anno del cibo italiano 2018”. “Abbiamo lavorato a stretto contatto col ministro Martina per questo anno del cibo -ha dichiarato Franceschini-, ogni borgo ha la propria distintività e si tratta di un pezzo irrinunciabile dell’originalità italiana. Non vogliamo un turismo mordi e fuggi, al contrario vogliamo raccontare al meglio il nostro paese per far tornare il turista a visitare più volte i nostri territori. Abbiamo vinto un importante battaglia con l’Unesco, siamo cioè riusciti a far riconoscere la pizza come bene immateriale dell’umanità. Anche questa è cultura, perché si tratta di saperi radicati nel tempo. Un grande ringraziamento, ha concluso il ministro, va anche agli agricoltori che hanno tenuto in vita la tradizione enogastronomica del nostro paese. “Stiamo lavorando ad una importante iniziativa, il 4 agosto 2018 vogliamo inaugurare la notte bianca del cibo italiano, durante la quale i musei, le piazze, i ristoranti e le attività pubbliche e private potranno realizzare percorsi e iniziative per segnalare quanto di bello possiede il nostro paese” - dichiara il ministro Martina, nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’anno del cibo italiano 2018- “Il primo ad avere l’intuizione per l’anno del cibo italiano è stato il ministro Franceschini, ma noi come Mipaaf abbiamo subito accettato e detto si, per continuare nel solco di Expo e il 2018 può essere l’anno in cui sviluppare tuti i progetti che lì avevamo iniziato. Abbiamo una straordinaria esperienza enogastronomica ed è un modo di essere distintivi nell’epoca della globalizzazione, dobbiamo perciò raccontare con forza questa

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nostra originalità, anche attraverso i distretti del cibo che rappresentano uno strumento di programmazione territoriale sul quale puntiamo molto. Il cibo è una delle motivazioni per cui si viene in Italia e rappresenta una risorsa fondamentale per il nostro paese. I dati confermano che se il 49% dei turisti afferma di venire per la bellezza del nostro patrimonio artistico, un altro 48% dichiara che è spinto dalla nostra enogastronomia. Sono dati che si equivalgono ed è un patrimonio su cui puntare.” Gli fa eco Francesco Palumbo (Mibact): “È evidente che abbiamo un turismo sempre più spinto dal cibo, e proprio cibo, turismo e agricoltura sono elementi

che vanno sempre più uniti. Dobbiamo sviluppare servizi di accoglienza per il settore agroalimentare italiano, da qui la collaborazione avviata dal Mibact con la Cassa depositi e Prestiti per favorire l’accesso al credito delle imprese. Dobbiamo raccontare il substrato culturale del nostro agroalimentare perché su questo non si può fare Italian sounding, non è imitabile”.

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Con i finanziamenti del bando ISMEA

La Cassandro srl guida i giovani all’ insediamento in agricoltura

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on l’eccezionale risultato del 50% di pratiche finanziate per la Puglia e del 20% come media nazionale, la Cassandro srl si attesta leader indiscusso per la gestione del Bando Ismea 2017 ed in generale per i finanziamenti in agricoltura. Il bando Ismea ha avuto la finalità di incentivare sull’intero territorio il ricambio generazionale in agricoltura, sostenendo i progetti presentati da giovani agricoltori. con mutui a tasso agevolato (1% c.a.) - senza garanzie - ai giovani di età compresa tra i 18 e i 40 anni che si insediano per la prima volta in agricoltura e che intendono acquistare una azienda agricola. Pubblicato il 28/03/2017 con uno stanziamento di 65 milioni di euro di cui 5 milioni destinati esclusivamente ai giovani che si insediano in agricoltura nei comuni interessati dal sisma nel 2016. Di prossima pubblicazione il nuovo bando 2018 il quale non dovrebbe contenere modifiche sostanziali rispetto a quello dell’anno precedente, i cui punti salienti, su cui gli interessati possano cominciare a riflettere, sono stati: Requisiti soggettivi Nel caso di partecipazione in qualità di persona fisica a. età compresa tra i 18 anni compiuti e i 40 anni non ancora compiuti; b. cittadinanza in uno degli Stati

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membri dell’Unione Europea; c. residenza nel territorio della Repubblica Italiana; d. NON essere mai stato iscritto al regime previdenziale agricolo in qualità di coltivatore diretto o imprenditore agricolo professionale. Nel caso di partecipazione in qualità di persona giuridica a. essere titolare di partita IVA in campo agricolo; b. essere iscritta al registro delle imprese della Camera di Commercio; c. avere per oggetto sociale l’esercizio esclusivo delle attività di cui all’articolo 2135 del codice civile; d. recare la indicazione di “società agricola” nella ragione sociale o nella denominazione sociale;

e. non essere assoggettata ad alcuna procedura concordataria o concorsuale né avere in corso alcun procedimento per la dichiarazione di una di tali situazioni; f. avere una maggioranza assoluta, numerica e di quote di partecipazione di soci di età compresa tra i 18 anni compiuti e i 40 anni non compiuti; g. essere amministrata da soggetti di età compresa tra i 18 anni compiuti e i 40 anni non compiuti i quali NON devono mai essere stati iscritti al regime previdenziale agricolo in qualità di coltivatore diretto o imprenditore agricolo professionale. Principali cause di esclusione Sono escluse dal presente Bando le

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domande di partecipazione che hanno per oggetto: a. operazioni fondiarie tra coniugi, anche separati, parenti ed affini entro il primo grado; l’esclusione opera anche qualora la sussistenza dei predetti rapporti di coniugio, parentela e affinità sia rilevata tra le parti acquirente/venditrice, ivi inclusi i soci e gli amministratori delle stesse; b. aziende agricole sui cui terreni risultano trascritti pignoramenti immobiliari o atti di sequestro, ad eccezione dei casi in cui tali atti risultino ancora trascritti ma inefficaci; c. aziende agricole sui cui terreni risultano iscritte ipoteche giudiziali, ad eccezione dei casi in cui tali atti risultino ancora trascritti ma inefficaci; d. aziende agricole i cui terreni risultano gravati da uso civico o proprietà collettive; e. aziende agricole i cui terreni sono

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condotti a qualsiasi titolo da altra impresa agricola con contratti di affitto o comodato di durata residua, al momento della presentazione della domanda, superiore a 5 anni; f. aziende agricole sui cui terreni risultino iscritte ipoteche volontarie, il cui debito residuo superi il 60% del valore stimato da ISMEA; Limiti di finanziamento delle operazioni Le operazioni fondiarie del presente Bando si realizzano con tre diverse modalità a seconda del valore dell’azienda agricola oggetto di acquisto. a) Valore maggiore di 100.000 euro ma inferiore a 250.000 euro L’operazione è realizzata attraverso la concessione di un mutuo ipotecario a garanzia del quale ISMEA acquisisce

ipoteca di primo grado sul terreno oggetto dell’operazione ovvero su altri beni e comunque fino alla concorrenza di valore del 120% del mutuo. L’arrotondamento fondiario deve essere dimostrato con terreni da condurre con contratti di affitto registrati di durata almeno di 15 anni e relativa assunzione del fascicolo aziendale, da formalizzare prima della stipula dell’atto di concessione delle agevolazioni. b) Valore compreso fra 250.000 euro e 2.000.000 euro L’operazione fondiaria si realizza attraverso l’acquisto dell’azienda da parte dell’ISMEA e la successiva rivendita della stessa al giovane richiedente con patto di riservato dominio. c) Valore maggiore di 2.000.000 euro L’operazione si realizza attraverso la concessione di un mutuo ipotecario di 2.000.000 di euro a garanzia del quale ISMEA acquisisce ipoteca di primo grado sul terreno oggetto dell’operazione per un valore pari al 120% del mutuo e, ove necessario, su altri beni fino a concorrenza del valore richiesto. La differenza tra il prezzo di vendita del terreno ed il mutuo erogato da ISMEA deve essere coperta dal richiedente con il ricorso a mezzi propri od indebitamento, ai fini della stipula dell’atto di concessione delle agevolazioni. Durata del piano di ammortamento La durata del piano di ammortamento dell’operazione può, su domanda del richiedente, essere alternativamente di: - 15 anni (più 2 anni di preammortamento); - 20 anni (più 2 anni di preammortamento) - 30 anni (comprensivi di 2 anni di preammortamento).

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gricoltura

A Policoro

“AGGIORNAMENTO TECNICO E NORMATIVO PER UNA FRAGOLICOLTURA SOSTENIBILE”

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o scorso 22 febbraio presso l’ Hotel Heraclea a Policoro (MT) l’associazione LA ME.T.A. ha organizzato in collaborazione con ALSIA, ARPTRA e ASF, patrocinato da REGIONE BASILICATA e ORDINE DEI DOTTORI AGRONOMI E FORESTALI DELLA PROVINCIA DI MATERA la tavola rotonda su “aggiornamento tecnico e normativo per una fragolicoltura sostenibile”. (partner e main sponsor dell’evento è stata SIPCAM ITALIA). Dopo i saluti di G. VIGGIANI (Presidente L.A.ME.T.A.) e C. COCCA (Presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei dottori Forestali della Provincia di Matera), il programma ha previsto interventi di elevato spessore tecnico – scientifico che, oltre alle tematiche inerenti la difesa e la nutrizione della fragola, hanno affrontato aspetti relativi agli aggiorna-

menti normativi e all’applicazione dei disciplinari di produzione integrata. L. SANNINO (IPSP - CNR - PORTICI), ha relazionato sulla tematica delle difesa e della gestione integrata degli insetti chiave della fragola, a seguire D. BITONTE (SIPCAM ITALIA SpA) ha presentato “EPIK SL”, nuovo strumento per la difesa della fragola dai fitofagi. La gestione nutrizionale della fragola è stata trattata da F. BISSOLI (Pres. Coop. ACLI RALDON), il quale ha preceduto S. PALADINI (SIPCAM ITALIA SpA) che, a sua volta ha presentato alcuni prodotti SIPCAM utilizzabili per la nutrizione della coltura. L’intervento conclusivo, relativo agli aggiornamenti sull’applicazione del disciplinare di produzione integrata Regionale della fragola, è stato affidato a V. FORNARELLI (REGIONE BASILICATA - DIP. POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI -

UFFICIO FITOSANITARIO). Moderatore dell’incontro è stato A. CAPPONERO (AASD PANTANELLO - REG. BASILICATA ALSIA). Sono stati riconosciuti crediti formativi professionali per i partecipanti iscritti all’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della Provincia di Matera.

Da semplice commodity

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Cocomero prodotto sempre più trendy

ino a qualche tempo fa il mercato delle angurie era formato quasi esclusivamente da frutti di grandi dimensioni (15-18 kg) e con semi. Negli ultimi anni però le cose sono cambiate e l’offerta si sta sempre di più differenziando. Così oggi al supermercato o dal fruttivendolo si vedono angurie mini o midi, dolci, croccanti, a polpa rossa e possibilmente senza semi. La causa di questo cambiamento è da ricercarsi principalmente nel cambiamento di gusti ed esigenze del consumatore: i nuclei familiari composti da una sola persona sono in crescita, così come le persone che pranzano fuori casa a causa degli orari di lavoro e delle distanze per raggiungere il luogo di lavoro. I prodotti monodose, quindi, sono sempre più appetibili ai consumatori. La situazione in Italia In base ai dati Faostat del 2014 l’Italia è il 23° paese al mondo come produttore di angurie con 453mila tonnellate. Al primo posto c’è la Turchia con 3,9 milioni di tonnellate, seguita da Iran con 3,6 milioni di tonnellate e Brasile con 2 milioni di tonnellate.

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Se guardiamo al territorio nazionale, in base ai dati Istat del 2016, è il Lazio la prima regione con 113mila tonnellate. Seguono la Campania con 106mila e la Puglia è terza con 75mila. La coltivazione a piano campo rappresenta ancora l’80% della superficie coltivata, che è pari ad oltre 12mila ettari. Se guardiamo all’import e all’export le notizie sono buone. Le esportazioni stanno crescendo progressivamente mentre le importazioni stanno calando, passando dalle circa 50mila tonnellate del 2005 alle circa 35mila tonnellate del 2016. Anguria mini, per casa e per fuori Questo frutto simbolo dell’estate sta cambiando pelle, passando da commodity pura (il prodotto è offerto al mercato senza differenze qualitative) ad un prodotto trendy dall’alto valore aggiunto dove la differenziazione e la qualità hanno un peso importante. Il futuro è del cocomero stile anguria reggiana igp, mini anguria senza semi, riconosciuta dall’Unione Europea (unica in Italia ed in Europa): viene coltivata in aree particolarmente vocate ed adatte e in tunnel, raccolta a mano ma in

modo scalare (gli stacchi vanno da un minimo di 3 ad un massimo di 10; ogni frutto viene ‘battuto’ per testarne il grado di maturazione e solo quelli maturi vengono raccolti). Il sapore deve essere dolce ed il valore minimo è di 12 gradi Brix ed ogni frutto viene marchiato (il prodotto che non presenta i requisiti del disciplinare viene venduto non marchiato presso i canali tradizionali). Nel futuro la qualità sarà sempre più importante, perché solo così è possibile creare quel valore che può essere premiato dal mercato e dal prezzo.

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assegna

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tampa

di Lorenzo Frassoldati

ETICHETTA DI ORIGINE E PROTEZIONISMO: INTRECCI PERICOLOSI

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a questione dell’etichetta di origine degli alimenti si mescola pericolosamente di questi tempi con la ripresa delle tentazioni protezionistiche. Da un lato si chiedono dazi e barriere “a protezione della qualità del made in Italy” (e si chiede il prossimo ministro dell’Agricoltura, come fa il leader della Lega Salvini, per farne il protagonista di battaglie contro l’Europa), dall’altro si osannano acriticamente i provvedimenti governativi (decreti) con cui i ministri Martina e Calenda introducono l’etichetta di origine obbligatoria. Da metà febbraio è scattato l’obbligo per il riso – informa la Coldiretti, che su questa battaglia si è spesa più di tutti, condizionando il mondo dei media con le sue massicce campagne di informazione – e per la pasta. Arrivano quindi nuove etichette sui pacchi di pasta secca e riso, per spiegare al consumatore se la pasta è fatta anche con grano canadese o se il riso viene dal Sudest asiatico. Ma, attenzione, in estate è previsto il nuovo regolamento UE sull’origine degli alimenti, quindi tutto potrebbe essere rimesso in discussione. Ma qui ora il problema è un altro. Capire cioè se questi provvedimenti aiutano e tutelano davvero la produzione italiana e in che modo. Certamente l’obiettivo della trasparenza nei confronti del consumatore viene raggiunto, obiettivo importante come tutte le indagini di mercato confermano. Conoscere l’origine dei prodotti orienta i consumi e la Gdo ne è consapevole (“Origine” è il marchio commerciale lanciato da Coop con successo per una serie di prodotti agroalimentari di largo consumo). L’etichetta di origine dovrebbe valorizzare, infatti, il grano duro italiano e il riso nazionale, anche se le crisi di mercato e la volatilità dei prezzi sono sempre N° 4 - 1 marzo 2018

in agguato, e non basta una etichetta per fermarli. Stesso discorso per la remunerazione della materia prima all’origine: la qualità non basta, per continuare a farla serve che venga riconosciuta dal consumatore, che venga valorizzata dal retailer (Gdo), che venga inserita in contratti di filiera col trasformatore industriale. Servono insomma tante condizioni variabili, di cui l’etichetta è solo un primo step, condizione necessaria ma non sufficiente. Un esempio per tutti: il Parmigiano è ‘tracciato’ fin dalla stalla, ma il suo prezzo fluttua in base ad altri parametri: quantità prodotte, export, consumi, ecc Il caso dell’ortofrutta è eclatante: da anni è in vigore l’etichetta di origine, però questo non è servito a disinnescare le crisi di mercato. L’altalena dei prezzi in un comparto strutturalmente eccedentario come frutta e ortaggi deriva da altre variabili, le più diverse: meteo, sovrapposizioni produttive, frammentazione dell’offerta, varietà obsolete, concorrenza internazionale, politiche commerciali della Gdo, scarso feeling col consumatore. Posso fare le clementine più buone al mondo, ma se una catena me le mette in promozione a 50 cent/kg, di che parliamo? Certo, non sempre la Gdo è ‘cattiva’. C’è anche la Gdo ‘buona’, quella che sta valorizzando i prodotti a marchio Dop/ Igp, che promuove i territori, che soccorre le produzioni quando le crisi di mercato le stanno affossando…insomma la questione dei prezzi e dei redditi è molto complicata e non ci sono soluzioni miracolistiche. L’etichetta di origine non è una bacchetta magica che rende più ricco il produttore, non è il rimedio miracoloso che spesso viene raccontato, aiuta certamente ma non basta. Se manca l’organizzazione commerciale, l’aggregazione dell’offerta, se non c’è un sistema Paese che lavora in

squadra in particolare sul fronte export, senza il marketing e l’orientamento verso nuovi stili di vita e consumo, serve a poco. Certamente conoscere l’origine di un prodotto mi aiuta e mi indirizza nella scelta, ma non è detto che la mia scelta incida direttamente sul prezzo all’origine di quel prodotto, quindi sul reddito del produttore. Ancora una volta bisogna ricordare che gli interessi del consumatore e del produttore non sempre coincidono. I prezzi bassi che il consumatore chiede non sempre aiutano e danno ristoro a chi produce in campagna. Poi la questione dei controlli. Le porte dell’Europa sono sempre aperte all’import, ma l’export ogni paese deve sudarselo in trattative estenuanti coi singoli paesi-obiettivo. Possibile che non ci sia un sistema-Europa che aiuta l’export? Non è il caso di impegnarsi a livello europeo su questo fronte, far lavorare di più in questo senso il nostro Governo e i nostri europarlamentari? Conclusioni. Europa permettendo, ben vengano i provvedimenti nazionali sull’etichetta di origine, purché se ne conoscano i limiti. E purché non li si usino per una battaglia anti-globalizzazione: noi della globalizzazione abbiamo bisogno, per vendere in tutto il mondo il nostro made in Italy di qualità. Adesso, in campagna elettorale, nel festival delle promesse strampalate, tutti chiedono più controlli sull’import e alcuni chiedono dazi. I dazi sono vietati dall’Europa. I controlli certamente li possiamo incrementare (a chi spetta se non a noi?) purché non diventino forme spurie di barriere doganali. Perché più noi chiudiamo le nostre frontiere alle produzioni altrui, più gli altri chiuderanno le loro a noi. E, a occhio e croce, nell’agroalimentare e nell’ortofrutta, a rimetterci saremo noi.

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Ascolto e coaching gratuiti per il richiedente

Inaugurato a Monopoli il primo Sportello Informativo ENM di Puglia

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vviare attività microimprenditoriali in tempi celeri nei vari settori dell’economia, anche in quello emergente del turismo e della ricettività extralberghiera (B&B, case vacanze, agriturismi, rural house). Un’importante opportunità per NEET (giovani in cerca di occupazione) o proprietari di immobili fermi sul mercato. A queste categorie e a tante altre si rivolge l’Ente Nazionale per il Microcredito fornendo un trampolino di lancio per il lavoro . Al dott. commercialista Giuseppe Binetti, tutor ENM n.167 primo in Puglia – inaugurato a febbraio in via S. Vincenzo 12B a Monopoli – chiediamo: Perché ricorrere all’Ente Nazionale per il Microcredito? La mission dell’ente è quella di favorire l’accesso al credito delle microimprese e delle categorie sociali più svantaggiate, attraverso la promozione di strumenti della microfinanza, l’assistenza tecnica, la ricerca, la formazione e la diffusione di buone pratiche. Trattasi di un ente pubblico non economico che esercita importanti funzioni di microcredito e micro finanza a livello nazionale e su scala internazionale attraverso i fondi comunitari. Scopo prioritario dell’ENM è favorire lo sviluppo della microimprenditorialità e del lavoro autonomo, nonché la lotta alla povertà e di quelle categorie sociali definite non bancabili a causa della mancanza o carenza di garanzie da offrire al sistema bancario tradizionale. A chi si rivolge? Si rivolge a tutti i soggetti profit e non, pubblici e privati, impegnati nello sviluppo di programmi di microcredito a favore di microimprenditori o soggetti svantaggiati. Interagisce con pubbliche amministrazioni, banche ,confidi, intermediari finanziari, enti del terzo settore, università, camera di commercio, associazioni, fondazioni ecc.. Come opera l’Ente per il Microcredito? La richiesta di accesso al microcredito è gratuita. Al fine di prevenire e

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di Paola DILEO

minimizzare alcuni rischi (es. insolvenza nei progetti di microcredito, insoddisfazione del microimprenditore ecc.) l’erogazione del microcredito è corredata sia in fase di istruttoria, ma anche in fase successiva, da una serie di servizi ausiliari. Attraverso incontri diretti tra prestatario e beneficiario del microcredito, viene individuata in base a specifiche esigenze operative, il fabbisogno di servizi a supporto della gestione amministrativa, contabile, finanziaria,delle risorse umane, strategie di vendita e altro. Il settore agroalimentare può trarre vantaggi e quali? L’ uscita dalla recessione necessita d’investimenti in innovazione a tutto campo. In particolare quel vasto numero di piccole e microimprese che costituiscono il 90% del sistema agrituristico italiano. Negli ultimi anni le richieste e concessioni di credito dal sistema bancario si sono note-

volmente ridotti. Occorre attingere a strumenti diversi con interventi più mirati come il microcredito, sia le aziende di piccole dimensioni in difficoltà, sia per le start up e l’imprenditorialità giovanile. Chi può ottenere il finanziamento? I lavoratori autonomi titolari di partita IVA da non più di 5 anni e con un massimo di 5 dipendenti; imprese individuali titolari di partita IVA da non più di 5 anni e con massimo 5 dipendenti; società di persone, società tra professionisti srl semplificate e società cooperative titolari di partita IVA da non più di 5 anni e con massimo 10 dipendenti. In Puglia quali sono le banche convenzionate con l’ENM? BPER Banca, BCC Terra d’Otranto, BCC Banca di Taranto, BCC Terra degli Ulivi. Inoltre in Puglia operano circa 20 tutor accreditati ENM e visionabili su http://tutor.microcredito.gov.it/elenco-tutor

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Al via i laboratori del gusto con la Condotta Slow Food “Terra degli ulivi”

Monopoli: il Sudestival 2018 apre al food e al territorio pugliese

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n osservatorio, un’occasione di conoscenza , una vetrina del cinema italiano in Puglia. Dal 2018 anche Festival del Cinema a Monopoli, un Festival lungo un inverno - dal 27 gennaio al 17 marzo – ricco di appuntamenti ed ospiti”. Così Michele Suma, direttore artistico di Sudestival, il fortunato evento“ organizzato dall’ Ass. Sguardi, giunto quest’anno alla 19esima edizione. La storica manifestazione di cinema d’autore oltre ad intercettare una pluralità di generi, ad ospitare opere prime ed anteprime, inaugura per il 2018 Sudestival in Food, un percorso enogastronomico nella terra di Puglia a cura della condotta Slow Food Piana degli Ulivi. Quattro gli appuntamenti ogni sabato - dal 17 febbraio al 10 marzo - . Spazio quindi a stand espositivi e degustazioni di prodotti alimentari tipici, per iniziare con la Capitanata, a seguire con la Murgia, la Valle d’Itria e il Salento. A caratterizzare la prima serata a tema un interessante laboratorio del gusto “Le erbe spontanee commestibili”, tenuto dall’erbosofo Luigi Tanzarella. Al vaglio dell’esperto una selezione di erbe selvatiche del territorio pugliese e in particolare della Capitanata come la cardogna macchiata,la borragine officinalis, la calendula arvensis,il grespino spinoso

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di Paola DILEO (anche noto come sevòne), boccione maggiore, boccione minore (noto come cristalle), caccia lepre, cicoria comune, ruchetta violacea, tarassaco officinalis. “Erbe di campo dal gusto unico, ideali per insaporire spaghetti aglio, olio e peperoncino, o zuppe , insalate, ma anche squisite per foccaccie, frittelle e ravioli – ha suggerito l’esperto – “. Una consuetudine fra le massaie di un tempo, ha ricordato, perché consapevoli delle proprietà benefiche di questo cibo. Infatti la ricerca scientifica ha poi confermato che rispetto agli ortaggi coltivati, hanno una maggiore concentrazione di sali minerali, antiossidanti, vitamine e fibre. Le cosiddette “verdure povere” di quando l’alimentazione era ancora sana e genuina, che oggi stentano ad essere riconosciute ed apprezzate. Sebbene negli ultimi 25 anni, l’uso alimentare di queste erbe ha registrato un notevole interesse. Una tendenza sostenuta dalla ricerca scientifica che oggi più che mai dialoga con le scienze alimentari e farmaceutiche. Tempi maturi per sfatare alcuni luoghi comuni: non sono le “piante della fame” e solo della classe contadina, ma nutrimento anche della borghesia. Non a caso le erbe selvatiche conservano un ruolo cruciale nella dieta mediterranea, ancora preminente nell’alimentazione dei pugliesi.

“è auspicabile un ritorno all’equilibrio naturale, altrimenti il rischio della razza umana è sempre più concreto – ha rimarcato Tanzarella invitando al consumo di quegli alimenti che possono mantenere in salute l’organismo – “. Cibi funzionali come le erbe spontanee, tesoro delle campagne pugliesi e ispirazione di tanti piatti tipici regionali. Meritano una menzione i lampascioni fritti al vincotto, la tiella ai lampascioni e agnello o i cardoncelli con le uova (una sciccheria del periodo pasquale nella terra di Foggia). Quest’ultimi appartenenti alla famiglia del carciofo selvatico, insieme al cardo mariano, l’onopordo, il boccione minore e quello maggiore, il sivone e altre cicorielle selvatiche , un vero toccasana per il nostro benessere.

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La prima edizione

MACFRUT, AVOCADO E MANGO IN PRIMO PIANO AL TROPICAL FRUIT CONGRESS di Rino PAVONE

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iaggia a pieno ritmo la prima edizione del Tropical Fruit Congress, primo summit europeo dedicato ad avocado e mango ospitato a Macfrut. A tre mesi dall’evento sono già oltre un centinaio gli iscritti da tutto il mondo, con adesioni dai principali Paesi produttori (Cile, Messico, California, Spagna primo in Europa) e dai principali importatori (Olanda in primis). L’unicità dell’evento, il primo in Europa, insieme all’alta qualità dei relatori, i principali esperti del settore, fanno della due giorni in Fiera a Rimini (10 e 11 maggio), uno degli appuntamenti di punta di un Macfrut 2018 versione sempre più internazionale. Sempre maggiore è l’interesse per i frutti esotici, tanto da registrare numeri di crescita in doppia cifra, a conferma del loro inserimento nel “paniere” Istat. Prendiamo il consumo di avocado in Italia. Se la media procapite è di 0,23 kg a testa, lontana dai 2,5 kg del Nord Europa, lo scorso anno ha registrato un sorprendente +23% (in volume 14 milioni di kg), tra le performance migliori del Continente (Fonte Wao, Organizzazione Mondiale dell’avocado). Una percentuale destinata a crescere ancora, vista l’attrazione dei consumatori, trainata anche dalle grandi firme della cucina per questi prodotti. Non a caso le importazioni

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dall’Europa nel 2016 hanno toccato quota 340mila tonnellate, con una previsione di crescita nel 2018 di 517mila tonnellate. In questo quadro generale un ruolo da protagonista può giocarlo l’Italia. Sicilia in primis, regione nella quale avocado e mango hanno trovato un loro spazio, e dove ancora ampi sono i margini di crescita e le opportunità per tutta la filiera agricola. Tornando al Summit, a tutti i partecipanti al congresso sarà fornito un Yearbook completo di dati su produzione e consumo di mango e avocado, con una speciale sezione dedicata ai protagonisti della filiera. E proprio i principali operatori della frutta esotica saranno a

Macfrut. Tra questi, Xavier Equihua Ceo di WAO (World Avocado Organization), l’americano Leonardo Ortega Direttore Ricerche di National Mango Board, dalla California Carlos Crisosto dell’Università di Davis, dal Perù Daniel Josè Bustamante Canny Presidente di Pro Hass, dalla Spagna Enrique Colilles General manager di Trops, dalla California Emiliano Escobedo Ceo di Hass Avocado Board. Le due tavole rotonde ospitate nel forum metteranno a confronto operatori da tutto il mondo: Raffaele Spreafico manager di Spreafico, Luca Garletti Ceo di Mc Garlet, Ulirich Spieckermann Ceo di Eurogroup, Adrielle Dankier direttore commerciale di Naturespride, Norman Van der Gaag manager di Aweta Group, Arrie De Kock ricercatore di Experico, Jetta Van den Berg presidente di Savid, Alessandro Turatti Presidente di Turatti Nord America, Adriana Senior Mojica Presidente di CCI Colombia. L’evento è a numero chiuso per un massimo di 300 persone. Il ticket ammonta a 100 euro, l’iscrizione è possibile su www.tropicalfruitcongress.com. Il Tropical Fruit Congress è organizzato da Cesena Fiera. Sponsor dell’evento ad oggi sono AgroFresh, Aweta, Frunet, Ghelfi, Graziani, Mc Garlet, Nespak, Sermac, Spreafico, Tr Turoni, Turatti, World Avocado Organization.

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Quattro eventi a Lucera, Ostuni, Manduria e Copertino

La Festa dei trent’anni delle Donne del Vino

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uattro appuntamenti diffusi lungo tutta la Puglia tra incontri, dibattiti, approfondimenti, mini lezioni e degustazioni guidate: è ciò che accadrà nella giornata di sabato 3 marzo da Foggia a Lecce nell’ambito della Festa nazionale delle Donne del Vino, la più grande associazione mondiale di donne del comparto enologico che celebra trent’anni di attività. L’iniziativa, presentata nei primi giorni di febbraio a Firenze, città dove l’associazione è nata nel 1988, intende promuovere la cultura del vino e il ruolo delle donne nella società e nel settore enologico. Una giornata per quattro eventi dunque, dal mattino alla sera con una proposta interessante ed eterogenea pensata e organizzata dalle Donne del Vino Puglia, con riferimenti al cinema, dibattiti, riflessioni e visite nelle cantine e negli spazi di lavoro a Lucera (Fg), Ostuni (Br), Manduria (Ta) e Copertino (Le). Nel corso della giornata, inoltre, durante tutti gli eventi in programma, saranno trasmessi dei video autoprodotti che raccontano la vita quotidiana di alcune socie con ironia e autenticità, in cui emergono storie piene di valori e saperi. «Al via per il secondo anno La Feste delle Donne Del Vino, format ideato dalla nostra presidente Donatella Cinelli Colombini per amplificare l’operato della nostra associazione in un’ottica di squadra e sistema a livello nazionale – afferma Marianna Cardone, presidente della delegazione Puglia delle Donne del Vino - La N° 4 - 1 marzo 2018

Festa è uno degli esempi più significativi di come la comunione d’intenti e la qualità del modo di comunicare la cultura del vino, in connessione con altri argomenti, permette davanti a un calice, che rappresenta l’eccellenza regionale, di creare sinergie e nuovi spunti di riflessione. Ringrazio tutte le socie che hanno voluto ancora una volta manifestare lo spirito che rende uniche Le Donne del Vino in Puglia». Gli eventi e i luoghi Il primo appuntamento della giornata è a Manduria (Ta) negli spazi delle Cantine Soloperto, e si chiama “Pellicole etiliche”, a cura di Sabrina Soloperto. Attraverso una rivisitazione di pellicole cinematografiche, Sisto Sammarco, docente di lettere, regista e autore di fumetti, approfondirà il ruolo svolto dal vino nell’immaginario collettivo filmico, attraverso la proposizione di modelli e soggetti di genere femminile. A Copertino (Le) nelle Cantine Garofano un aperitivo in rosa dal titolo “I talenti delle donne, storie al femminile”, a cura di Renata Garofano e Marianna Cardone

(Cardone Vini), metterà allo stesso tavolo associazioni femminili del territorio e donne che conducono imprese e progetti in diversi ambiti per raccontare le proprie esperienze nell’ottica della connessione e dell’interazione propositiva. Nel pomeriggio poi, a Lucera (Fg), Galleria Manfredi ospita “Cinegustando la Puglia”. L’iniziativa presentata da Divinamente Donne a cura di Marika Maggi (Cantine La Marchesa) prevede un corso di avvicinamento al vino tenuto dalla sommelier e relatore ufficiale AIS Betty Mezzina, un talk con Marco Torinello - esperto di cinema e autore del blog cinescatenato.it - con scene di film a tema e la performance di due attori accompagnata da musica live. Infine la Sala Musica della Masseria Il Frantoio a Ostuni (Br) sarà teatro per “Quando il vino incontra la cultura”, a cura di Lucia Leone (sommelier di Masseria Il Frantoio) che prevede la presentazione del libro di Pino De Luca, docente di informatica e giornalista appassionato della sua terra, dal titolo “Le rape di Santino”, un noir enogastronomico.

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Ad eleggerla a Bari il Consiglio del Consorzio

È Varvaglione il nuovo Presidente del Movimento Turismo del Vino Puglia

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ambio ai vertici del Movimento Turismo del Vino Puglia. I soci, giunti da ogni parte della regione, si sono riuniti in Assemblea presso la sede legale a Bari, per eleggere il nuovo Consiglio che resterà in carica per il mandato 2018-2020. Si amplia a 10 il numero dei consiglieri, data la corrispondente crescita del numero delle cantine associate al Consorzio con tante riconferme e alcune new entry. Nominati: Gianfelice d’Alfonso del Sordo (Cantina d’Alfonso del Sordo) per la provincia di Foggia; Sebastiano de Corato (Rivera) per la provincia di Barletta - Andria - Trani; Doni Coppi (Casa Vinicola Coppi) e Alessandra Tedone (Torrevento) per la provincia di Bari; Maria Teresa Basile Varvaglione (Varvaglione 1921) e Giuseppe Sportelli (Amastuola) per la provincia di Taranto; Giuseppe Palumbo (Tormaresca) per la provincia di Brindisi; Marcello Apollonio (Apollonio Casa Vinicola), Piernicola Leone de Castris (Leone de Castris), Gianvito Rizzo (Feudi di Guagnano) per la provincia di Lecce. Il nuovo Consiglio ha quindi eletto il nuovo presidente del Movimento, a cui va l’importante compito di guidare 70 tra le migliori aziende vinicole di Puglia, la più ampia rappresentanza della regione, con l’intento di avvicinare i consumatori al mondo della

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produzione e far conoscere i territori, la storia e la tradizione enologica locale. La presidenza è stata conferita a Maria Teresa Basile Varvaglione : “Accetto con grande piacere questo nuovo incarico - dichiara la neo presidente - Ringrazio Sebastiano de Corato e il Consiglio uscente per aver portato a livelli di maturità il Consorzio. Mi impegno a far sì che il Movimento Turismo del Vino Puglia continui ad essere il motore della crescita dell’enoturismo regionale, valorizzando le eccellenze dei nostri territori vitivinicoli e condividendo a fondo obiettivi, progetti e opportunità”. Alla vicepresidenza del Consorzio nominato Gianvito Rizzo. Maria Teresa Basile Varvaglione raccoglie il testimone da

Sebastiano de Corato che ha guidato MTV Puglia per due mandati consecutivi, limite ultimo fissato da Statuto per la guida del Consorzio. “Lascio la Presidenza in ottime mani. In questi ultimi 6 anni - ha dichiarato Sebastiano de Corato - il settore è cresciuto ed ha raggiunto una sua maturità, ma c’è ancora molto da fare per potenziare questa rete di aziende. In pochi anni abbiamo sviluppato un nuovo modo di fare turismo, legato al territorio, alle sue bellezze paesaggistiche e alle eccellenze enologiche della nostra regione. Sono certo - ha concluso de Corato - che il nuovo presidente saprà lavorare egregiamente in questa direzione”. Resta in carica il direttore Vittoria Cisonno.

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La Giornata Mondiale della Gioventù

Il Papa: “Ragazzi, non inseguite i like o diventerete dei fake”

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el messaggio per la Giornata mondiale della Gioventù, Papa Francesco parla dei “tanti giovani che vogliono essere diversi da come sono e tentano di adeguarsi a standard spesso artificiosi e irraggiungibili». Papa Francesco è da sempre molto attento al mondo giovanile, quello dei social e della precarietà. E conosce le paure dell’età, legate all’insicurezza e al senso di inadeguatezza. Ne ha parlato quindi nel Messaggio rivolto ai giovani del mondo in occasione della 33esima Giornata Mondiale della Gioventù che sarà celebrata a livello diocesano il 25 marzo, domenica delle Palme, sul tema «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio». Chiede Francesco: «E voi giovani, quali paure avete? Che cosa vi preoccupa più nel profondo? Oggi, sono tanti i giovani che hanno la sensazione di dover essere diversi da ciò che sono in realtà, nel tentativo di adeguarsi a standard

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spesso artificiosi e irraggiungibili. Fanno continui “fotoritocchi” delle proprie immagini, nascondendosi dietro a maschere e false identità, fin quasi a diventare loro stessi un “fake”. C’è in molti l’ossessione di ricevere il maggior numero possibile di “like”, di “mi piace”. E da questo senso di inadeguatezza sorgono tante paure e incertezze. Altri temono di non riuscire a trovare una sicurezza affettiva e rimanere soli. In molti, davanti alla precarietà del lavoro, subentra la paura di non riuscire a trovare una soddisfacente affermazione professionale, di non veder realizzati i propri sogni. Sono timori oggi molto presenti in molti giovani, sia credenti che non credenti. E anche coloro che hanno accolto il dono della fede e cercano con serietà la propria vocazione, non sono certo esenti da timori». Ma Francesco crede davvero nei giovani e nelle loro possibilità: «Desidero che nella Chiesa vi siano affidate responsabilità im-

portanti, che si abbia il coraggio di lasciarvi spazio; e voi, preparatevi ad assumere queste responsabilità. Alla giovane Maria fu affidato un compito importante proprio perché era giovane. Voi giovani avete forza, attraversate una fase della vita in cui non mancano certo le energie. Impiegate questa forza e queste energie per migliorare il mondo, incominciando dalle realtà a voi più vicini e non lasciate, cari giovani, che i bagliori della gioventù si spengano nel buio di una stanza chiusa in cui l’unica finestra per guardare il mondo è quella del computer e dello smartphone. Spalancate le porte della vostra vita! I vostri spazi e tempi siano abitati da persone concrete, relazioni profonde, con le quali poter condividere esperienze autentiche e reali nel vostro quotidiano, perché i cristiani autentici non hanno paura di aprirsi agli altri, di condividere i loro spazi vitali trasformandoli in spazi di fraternità».

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gricoltura

Il monopolio acquisito da una ditta sementiera mette a repentaglio l’utilizzo

GRANI E GRANE: A RISCHIO LA COLTIVAZIONE LIBERA DEL CAPPELLI

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uest’anno molti agricoltori biologici non hanno potuto seminare il grano duro varietà Cappelli. Un’azienda sementiera si è aggiudicata infatti la licenza in esclusiva per questa antica varietà di frumento, creando di fatto un regime di monopolio. Una situazione delicata e pericolosa per il libero utilizzo delle sementi, come sottolinea il Consorzio Marche Biologiche, che riunisce 300 imprenditori agricoli della filiera marchigiana biologica. Proprio gli agricoltori Bio avevano riscoperto e recuperato agli inizi degli anni ‘90 questa varietà progressivamente abbandonata nel dopoguerra a favore di grani di taglia più bassa e più produttivi. “È soprattutto grazie ad essi – spiega il Presidente di ConMarcheBio Francesco Torriani - che si sono sviluppate in Italia tante filiere di frumento duro Cappelli da agricoltura biologica”. Ora invece il Crea ente di ricerca pubblico vigilato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, proprietaria del Cappelli - ha affidato i diritti in esclusiva per 15 anni sulla moltiplicazione e sulla commercializzazione di questa varietà alla SIS – Società Italiana Sementi spa. Con questo accordo, la fornitura del seme all’azienda agricola è condizionata alla sottoscrizione di un contratto con la ditta sementiera nel quale si prevede il conferimento dell’intera produzione agricola. Le royal-

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ties non sono applicate solo al seme destinato alla moltiplicazione, ma anche al seme destinato alla molitura. In sostanza, gli imprenditori agricoltori sono privati della possibilità di sviluppare e promuovere filiere fino al prodotto finito. “Faccio un esempio concreto – spiega Torriani L’agricoltore che ha acquistato le sementi per coltivare il Cappelli non è libero di utilizzare il grano da lui raccolto per produrre pasta. L’accordo di esclusiva prevede infatti che l’agricoltore debba vendere il grano Cappelli di propria produzione alla ditta sementiera ad un prezzo di 80 euro al quintale, per poi riacquistarlo ad un prezzo di 100 euro al quintale, quindi con una differenza di ben 20 euro al quintale (entità della royalties per il grano destinato alla trasformazione/molitura). Senza contare il fatto che la pasta così prodotta perde la sua natura agricola e diviene un prodotto commerciale”. “Questa situazione sta mettendo in ginocchio filiere già avviate da decine di anni. Ma non solo: in questo modo la filiera del grano duro Cappelli inizia e si chiude con l’industria (ditta sementiera), interrompendo la natura agricola della stessa e riducendo la figura dell’agricoltore ad un mero prestatore d’opera alle condizioni imposte dall’industria sementiera. Auspichiamo un chiaro cambiamento di atteggiamento da parte dei soggetti coinvolti nella produzione di seme Cappelli – conclude

Torriani - in particolare ci attendiamo che per la prossima campagna (semine 2018) l’attivazione di una modalità trasparente per la prenotazione del seme di frumento duro Cappelli biologico in cui sia ben distinta la contrattualistica per il seme destinato alla rimonta/riproduzione rispetto alla contrattualistica del seme destinato alla trasformazione/molitura. Solo così sarà restituita agli agricoltori, singoli e associati, il giusto ruolo nello sviluppo e promozione delle filiere del grano duro Cappelli fino al prodotto finito”.

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Oltre 11mln di € di danni ad agricoltura

Fauna selvatica: nuovo sportello #emergenzaselvatici

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bbiamo aperto uno sportello per le segnalazioni dei danni da fauna selvatica nelle province di Bari e BAT – annuncia il Delegato Confederale di Bari e BAT, Angelo Corsetti - con l’indirizzo di posta elettronica di riferimento emergenzaselvatici.ba@coldiretti.it. Il fenomeno della proliferazione dei cinghiali è divenuto preoccupante e interessa l’intera zona della Murgia e le aree rurali a valle della Murgia stessa, soprattutto i comuni di Andria, Corato, Altamura, Spinazzola, Minervino, Poggiorsini, Ruvo di Puglia, Gravina e ampi areali a Noci e Putignano, dove è denunciata la presenza dei lupi, a Bari e Bitonto. Ultimo caso in ordine di tempo ad Altamura, dove in una sola notte i cinghiali hanno distrutto 35 ettari di terreno (in parte ricadenti nel Parco dell’Alta Murgia) appena seminati a ceci, con un danno stimato pari a circa 11,000.00 euro. Al contempo, abbiamo fatto pressing affinché si passasse dalle parole ai fatti sul delicato tema della fauna selvatica che mette a repentaglio l’incolumità pubblica e arreca danni al settore agricolo e le nostre istanze sono state accolte e fatte proprie del Presidente della IV^ Commissione consiliare che ha presentato una proposta di legge ad hoc che auspichiamo approdi senza indugio nella massima assise regionale per l’appro-

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vazione del Consiglio”. Agricoltori e allevatori dovranno segnalare in fase iniziale i danni al patrimonio agricolo con prodotti e superfici interessati e zootecnico, indicando la specie danneggiata, il numero di capi morti, il numero di capi ancora in vita, ma con evidenti segni di predazione e i codici delle marche auricolari/transponder. Dopo la iniziale segnalazione/denuncia, saranno contatti da Coldiretti che si occuperà della perizia tecnica da presentare alla Regione Puglia. “Gli imprenditori agricoli vivono uno stato di malessere che cresce in misura esponenziale e la preoccupazione aumenta – aggiunge Vito Amendolara, Delegato Confederale delle articolazioni territoriali di Bari e BAT - se si considera la capacità di adattamento di cinghiali e lupi ai cambiamenti ambientali, dato che sono comparsi anche in aeree da cui risultavano assenti da anni e stanno mettendo a rischio la stessa presenza e il lavoro degli agricoltori. Nel giro di dieci anni cinghiali e lupi sono raddoppiati, mettendo a rischio non solo le produzioni agroalimentari e l’assetto idrogeologico del territorio, ma anche la vita stessa di agricoltori e automobilisti, come testimoniato dai frequenti incidenti stradali, anche con feriti gravi. I numeri la dicono lunga sulla necessità di innalzare il livello di allerta e programmare efficaci attivi-

tà di riequilibrio della fauna selvatica che mette a repentaglio la stessa incolumità delle persone”. In Puglia sono enormi i danni causati dalla fauna selvatica. I cinghiali distruggono le coltivazioni e attaccano gli uomini e gli animali allevati – denuncia Coldiretti come anche i lupi e i cani inselvatichiti, gli storni azzerano la produzione di olive e distruggono le piazzole, le lepri divorano letteralmente interi campi di ortaggi, i cormorani mangiano i pesci negli impianti di acquacoltura, con un danno pari ad oltre 11 milioni di euro. Gli agricoltori stanno provvedendo a recintare a proprie spese con costi considerevoli le aziende agricole per difendersi dai cinghiali che distruggono strutture e produzioni. Si tratta di una situazione insostenibile che sta provocando l’abbandono delle aree interne, con problemi sociali, economici e ambientali. Gli imprenditori agricoli, ma anche gli automobilisti, gli autotrasportatori e gli avventori occasionali, stanno segnalando – conclude Coldiretti Bari e BAT - con sempre maggiore frequenza i danni provocati da cinghiali e lupi che vivono e si riproducono principalmente nelle aree naturali protette, ma che inevitabilmente sconfinano e fanno razzia nelle aziende agricole e si riversano sulle strade limitrofe ed in prossimità dei centri abitati.

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Organizzato a Vico del Gargano

‘Terrarancia’, grande successo per la prima edizione dell’evento

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errarancia fa bene a Vico e all’intero Gargano. La prima edizione dell’evento, andato in scena dal 16 al 18 febbraio – organizzato da Regione Puglia, Assessorato all’Agricoltura della Regione Puglia, Parco Nazionale del Gargano, Comune di Vico del Gargano, con la presenza del Consorzio Gargano Agrumi, in collaborazione con Di terra di mare e RedHot, con il patrocinio di Symbola e Puglia Promozione - ha portato tanti benefici al territorio. Oltre a numerosi e curiosi visitatori che durante la tre giorni hanno animato vicoli, locali e b&b del borgo garganico, la tre giorni ha diffuso la consapevolezza che gli agrumi costituiscano un vero e proprio patrimonio. Un centro storico davvero suggestivo quello di Vico del Gargano - suddiviso nei rioni Terra, Civita e Casale – che in occasione di Terrarancia e della festività del santo Patrono si è vestito a festa con ornamenti originali a base di arance e con oggetti di arredo urbano realizzati all’uncinetto con materiale da riciclo dalle donne dell’Associazione Auser Nuova Vita, che sono state insignite del Premio San Valentino 2018, iniziativa volta a dare un riconoscimento a ‘Il Bello e il Buono della nostra Terra’. Premiate le eccellenze che rappresentano la Puglia nei diversi campi come quello dell’artigianato locale con Maria Voto - che con il suo piccolo laboratorio di tessitura porta avanti un’antica tradizione del Gargano (si pensi che a metà del secolo scorso a Vico si contavano oltre 800 telai mentre oggi Maria è l’unica tessitrice della cittadina pugliese e ha

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recuperato materiali e tecniche antiche, lavorando fianco a fianco con le vecchie filatrici, che le hanno trasmesso la loro conoscenza, i loro preziosi disegni e il loro amore per questa arte) – e Antonio Rignanese, che tramanda e divulga l’antica tradizione liutaia (ogni sua opera è autografata e inedita). Premiati anche Alfredo Ricucci, presidente del Consorzio Agrumi Gargano, per aver promosso la tutela e la valorizzazione delle oasi agrumarie del Gargano, contribuendo a preservare un raro e prezioso patrimonio agricolo, paesaggistico e culturale, anche a fini turistici; l’On. Colomba Mongiello per aver sostenuto e ottenuto l’approvazione delle norme destinate a tutelare e valorizzare la produzione agrumicola italiana e gli agrumeti storici del Gargano e, più in generale per aver operato a sostegno del sistema agroalimentare italiano e per la sicurezza e il benessere dei consumatori; l’assessore Leo Di Gioia, per l’attuazione di programmi finalizzati alla valorizza-

zione delle produzioni agroalimentari certificate e tipiche della Puglia, anche al fine di incrementare la redditività delle produzioni stesse ed estendere l’area di interesse commerciale; e, dulcis in fundo, l’amministrazione di Vico del Gargano per aver creduto in Terrarancia ed essersi adoperata per la realizzazione dell’evento. Importante anche il valore aggiunto apportato dagli chef Nazario Biscotti, Nicola Russo, Domenico Cilenti, Leonardo Vescera e Peppe Zullo, affiancato dalla signora Maria, mamma vichese, che hanno deliziato i presenti con dei Laboratori del Gusto – presentati dalle abili giornaliste Antonella Petitti e Tatiana Bellizzi - divertenti e formativi, declinando l’arancia nelle loro preziose ricette. Esilarante e veritiero il racconto della Puglia e del Gargano fatto da Alessio Giannone, alias Pinuccio, che ha presentato suo libro “TrumpAdvisor”. Si chiude così la prima edizione di Terrarancia e, visto il successo registrato, già si pensa alla successiva.

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