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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE
LA SFIDA DEL FUTURO
La gestione delle risorse idriche all’interno del cambiamento climatico agricoltura
Con riforma parchi agricoltura torna protagonista Assicurazioni: i frutticoltori aspettano ancora i contributi 2015 e 2016 agroalimentare
La VI° edizione di “Olio di famiglia”
N° 12• 1 LUGLIO 2017
Uve sane e vino di qualità
Teldor Plus: l’eccellenza antibotritica, da sempre La Botrite o muffa grigia colpisce numerose colture, tra cui la vite, dove danneggia principalmente i grappoli e può influenzare negativamente produzione e qualità dei mosti, quindi dei vini. In annate passate ha creato notevoli danni, determinando perdite economiche ai viticoltori. La difesa in viticoltura è fortemente condizionata, oltre che dalle modalità e dalla strategia dei trattamenti, anche da altri fattori, quali le tecniche colturali adottate - che possono favorire od ostacolare lo sviluppo del patogeno - e la difesa da altre avversità, come le tignole e l’oidio. E’ fondamentale iniziare la strategia di difesa specifica in prechiusura del grappolo, poiché con la crescita degli acini e la conseguente “chiusura” del grappolo, risulta impossibile assicurare un’adeguata protezione delle parti più interne.
Bayer è vicino al viticoltore e lo aiuta con Teldor Plus. Teldor Plus, a base di Fenexamide, agisce sulla botrite in maniera preventiva impedendo la germinazione dei conidi, lo sviluppo del tubulo germinativo e la penetrazione del fungo nella pianta. E’ una molecola tendenzialmente lipofila e viene rapidamente assorbita dalla frazione cerosa della cuticola: questo ne impedisce il dilavamento e ne permette una lunga durata d’azione.
I principali vantaggi di Teldor Plus sono:
• Ampio periodo di protezione grazie alle caratteristiche del prodotto • 1 solo principio attivo = 1 solo residuo eventuale • Nessuna interferenza nei processi di vinificazione • Massima efficacia nel trattamento di pre-chiusura grappolo Per assicurare una protezione prolungata fino alla vendemmia, Bayer raccomanda una difesa integrata chimico-biologico, che include Teldor Plus a partire dalla fase fenologica di pre-chiusura grappolo, seguito da Serenade Max nella fase fenologica di pre-raccolta.
www.cropscience.bayer.it
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ditoriale
1 luglio 2017 - n.12 - Anno 12
Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE
Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952 Editrice
G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione G.Ed.A. Giovani Editori Associati Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Paola Dileo, Nica Ruospo, Rino Pavone, Donatello Fanelli Pubblicità G.Ed.A Rino PAVONE r.pavone@foglie.tv 380 6328672 Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61/06 del 15/11/2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 9040264 Iscritta al Registro Operatori Comunicazione ROC n.26041 TESTATA GIORNALISTICA ACCREDITATA
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L’Ue prolunga di un anno le sanzioni contro la Russia
l Consiglio esteri dell’Unione Europea ha rinnovato per un altro anno le sanzioni contro la Russia per “l’illegale annessione della Crimea e Sebastopoli” e contro i “responsabili di azioni che compromettono o minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina”. La guerra commerciale scatenata dalle sanzioni, sottolinea la Coldiretti, ha già provocato una perdita complessiva stimata in oltre 10 miliardi di euro a seguito del calo delle esportazioni made in Italy in Russia. Le perdite dovute alle tensioni che si sono venute a creare hanno riguardato molti settori, dalla moda fino alle auto, ma l’agroalimentare è l’unico settore ad essere colpito direttamente da un embargo totale sancito, come ritorsione alle sanzioni europee, dalla Russia con decreto n. 778 del 7 agosto 2014 che ha chiuso completamente le frontiere del Paese di Putin ad una lista di prodotti come frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce, provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia ed Australia con successiva proroghe. Un blocco che è costato all’agroalimentare nazionale fino ad ora oltre 850 milioni di euro anche perché al divieto di accesso a questi prodotti si sono
aggiunte le tensioni commerciali che hanno ostacolato di fatto le esportazioni in tutto l’agroalimentare. Le misure prolungate si applicano ai cittadini europei e alle imprese con sede nell’Ue ed impongono tra l’altro il divieto di importazione di prodotti originari della Crimea o di Sebastopoli nella Ue, il blocco degli investimenti, del finanziamento di imprese o della fornitura di servizi per il turismo nell’area. In particolare le navi da crociera europee non possono fare scalo nei porti della penisola di Crimea, salvo in caso di emergenza. Alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni italiane in Russia si sommano quelle indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il made in Italy. Il rischio riguarda anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, rischia di essere frenata per la mancanza degli ingredienti principali. In alcuni casi i piatti sono spariti dai menu mentre in altri sono stati sostituiti da tarocchi locali o esteri senza però che ci sia nella stragrande maggioranza dei ristoranti una chiara indicazione nei menu.
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ommario
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editoriale
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UNIONE EUROPEA Confermate le sanzioni contro la Russia
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guerra del grano “I nomi di chi importa grano estero”
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Rassegna stampa
AGRICOLTURA
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RIforma parchi L’agricoltura torna protagonista
21 uncai e cai
Possibili obiettivi comuni
23 assicurazioni agricole
Si aspettano ancora contributi 2015 e 2016
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FEDERUNACOMA Alessandro Malavolti nuovo presidente
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risorse idriche La sfida del futuro
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agroalimentare
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olio di famiglia La sesta edizione
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GDO Solo il 16% puntuale nei pagamenti
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la campagnia #pizzaunesco Riconosciuta l’arte dei pizzaioli
riceviamo e...
18 Gruppi di azione locale
“Finanziamento a pioggia non va bene”
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GOVERNANCE PIÙ ‘PARTECIPATA’ PER PARCO NAZIONALE ALTA MURGIA
AMBIENTE: CON RIFORMA PARCHI AGRICOLTURA PROTAGONISTA
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a legge di riforma in materia di parchi rappresenta una tappa fondamentale per restituire ruolo e reputazione ad organismi in grado di promuovere progetti innovativi basati sulla collaborazione tra imprese e luoghi in vista di uno sviluppo locale sostenibile. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’approvazione da parte dell’aula della Camera del cosiddetto DdL Parchi che reca nuove disposizioni in materia di aree protette, dopo l’ampio esame della Commissione Ambiente, presieduta dall’onorevole Ermete Realacci. “Auspichiamo un passaggio veloce al Senato dove il testo del DdL è atteso per la terza lettura, per arrivare al più presto all’approvazione definitiva. Le novità introdotte andranno immediatamente declinate sul territorio – commenta il Delegato confederale di Coldiretti Bari, Angelo Corsetti – a partire proprio dal Parco nazionale dell’Alta Murgia, dove le attività agroalimentari possono considerarsi tra quelle di maggiore rilevanza economica dell’area distrettuale murgiana che abbraccia la Puglia e la Basilicata. E’ concentrato nell’area distrettuale pugliese il 31,6% degli addetti alle imprese lattiero-casearie della Puglia e in quella materana il 21,7% di quelli
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lucani. Lungo la filiera agroalimentare operano 6.298 agricole, 127 di trasformazione, mentre gli addetti sono valutabili in circa 5000 unità, di cui 3000 circa operano nelle fasi agricole, 1000 nella fase industriale e 1000 nella fase terziaria della filiera lattiero-casearia. Si tratta evidentemente di una realtà economica di grande rilevanza – conclude Corsetti - che ha bisogno di essere adeguatamente rappresentata in seno agli organi di gestione del Parco dell’Alta Murgia”. Particolare valore è da riconoscere alla partecipazione degli agricoltori nei consigli di gestione delle aree protette in vista di superare la marginalità e integrare i parchi nel complessivo sistema istituzionale garantendo il necessario consenso sociale. “La discussione circa la governance del Parco dell’Alta Murgia – aggiunge Marino Pilati, Direttore di Coldiretti Bari - non può prescindere dalla linea d’indirizzo nazionale che mira a garantire il necessario punto di mediazione tra le attività antropiche, quali agricoltura, pastorizia, allevamenti e le funzioni di tutela e preservazione dell’ambiente. Sono passati 24 anni da quando si iniziò a parlare della istituzione del Parco dell’Alta Murgia e sin da subito Col-
diretti chiese con forza che fosse creato uno strumento in ‘equilibrio costruttivo’ con il mondo economico e sociale dell’area, in grado di migliorare realmente la salubrità della vita e dell’ambiente e promuovere, al contempo, le pratiche agrarie caratteristiche dell’area”. Finalmente, trascorsi 25 anni dall’originario testo i parchi hanno anche una precisa missione di scopo , quella di diventare laboratori di sviluppo della multifunzionalità agricola e di rendere protagoniste le collettività residenti.
www.foglie.tv
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Rassegna stampa da georgofili.info
LA GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE: SFIDA DEL FUTURO di Marcello PAGLIAI
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ontinua in molte aree del nostro Paese il problema drammatico di siccità dovuto alla scarsità di piogge negli ultimi mesi che ha compromesso e compromette i raccolti agricoli, mettendo in ginocchio un settore già fortemente provato dalla crisi globale. Al di là delle varie opinioni e ipotesi sulla natura dei cambiamenti climatici, è evidente che gli effetti di alcuni di questi cambiamenti sono tangibili e i loro effetti sul suolo sono talvolta eclatanti come, da un lato, l’aumento documentato della frequenza con cui si verificano eventi piovosi di forte intensità concentrati in un breve periodo con conseguente aumento dei rischi erosivi, dall’altro ad un aumento della frequenza dei periodi di siccità e della loro lunghezza; aspetto questo che, come detto, crea serissimi problemi all’agricoltura ma comincia a creare problemi anche alle nostre foreste. Si ribadisce che i cambiamenti climatici e l’intensificazione della pressione antropica hanno provocato, negli ultimi 40 anni, una diminuzione di circa il 30% della capacità di ritenzione idrica dei suoli agricoli, con un relativo accorciamento dei tempi di ritorno degli eventi meteorici in grado di provocare eventi calamitosi. Tale perdita di capacità di trattenere l’acqua da parte dei suoli è anche da imputare alla drastica diminuzione di sostanza organica depauperata da decenni di agricoltura intensiva. Occor-
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re quindi, anche in agricoltura, operare una gestione razionale delle risorse idriche abbattendo ogni minimo spreco, sensibilizzando e incentivando gli agricoltori a sostituire i vecchi impianti irrigui con impianti che riducono notevolmente i volumi di adacquamento e massimizzano l’efficienza idrica, tipo i sistemi di irrigazione a goccia che, fra l’altro, non danneggiano la struttura del suolo. Si è verificato che l’aumento dell’aggressività delle piogge nei confronti della superficie del terreno, negli ultimi decenni, è aumentato di nove volte. Proprio per questo e anche a causa della gestione non sempre corretta del territorio, l’erosione rimane il principale aspetto della degradazione del suolo e supera mediamente di 30 volte il tasso di sostenibilità (erosione tollerabile) e ci sono pochissimi studi a livello Italiano ma anche Europeo sulla stima del danno economico causato in seguito alla perdita di questa risorsa. Il non corretto uso del suolo non è solo legato alle attività agricole ma anche e soprattutto alle attività extra agricole. Oltre alle situazioni eclatanti di palese deturpazione del paesaggio o di opere realizzate senza la minima valutazione di impatto o di rispetto di una pianificazione territoriale è evidente che stiamo assistendo ad un preoccupante “consumo di suolo” cioè ad una sua impermeabilizzazione (sealing). E’ intuitivo che, in occasione di eventi piovosi eccezio-
nali, in conseguenza, come sopra accennato, dei cambiamenti climatici, la massa d’acqua che trova un ambiente impermeabilizzato non ha la possibilità di drenare e quindi si gonfia formando masse idriche, arricchite dai sedimenti asportati per erosione del suolo, sempre più consistenti che nel loro moto turbolento e impetuoso causano i disastri a cui troppo spesso assistiamo. Si impone, quindi, una pianificazione dell’uso del territorio che, partendo dalla completa conoscenza dei tipi di suolo, tenga conto degli impatti che determinati usi dello stesso possono causare sull’ambiente, con particolare attenzione proprio ai processi idrologici e ai rapporti acqua-suolo. Sono numerosi gli esempi in cui la realizzazione di particolari infrastrutture ha sconvolto gli equilibri idrologici di un territorio. Si può, quindi, concludere che, negli ultimi decenni, l’acqua è protagonista sia di disastrose alluvioni sia di drammatici periodi di siccità. Per questo la corretta gestione delle risorse idriche, unitamente all’attuazione di un’agricoltura sostenibile, rappresenta la sfida del futuro. Un compito arduo e difficile per le nuove generazioni alle quali, purtroppo, non abbiamo saputo garantire un futuro più dignitoso ma, anzi, proprio quel suolo, che non abbiamo ereditato dai nostri padri ma che abbiamo preso in prestito dai nostri figli, lo lasciamo in paurose condizioni di degrado.
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Non male per Monopoli e Locorotondo
Olio di Famiglia 2017: il siciliano “Don Pippo” vince per la 2° volta
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l concorso “Olio di famiglia – Oli preziosi da olivicoltori dilettanti”, giunto alla VI edizione , continua la sua opera di valorizzazione delle microproduzioni olivicole e della cultura oleica a vasto raggio. L’ambizioso progetto nato da un’idea di Mimmo Lavacca dell’Ass. TerraSud con l’immancabile supporto di Chemiservice (laboratorio d’analisi di Monopoli), mira a facilitare anche lo scambio di buone prassi e il perfezionamento qualitativo degli oli prodotti per autoconsumo. “Olio di famiglia”2017 non ha beneficiato naturalmente, di un’annata feconda per quantità e qualità della drupe. “Molti degli 80 campioni in gara non hanno superato le preselezioni, perché fuori dagli standard degli extravergini, sia per acidità che per difetti sensoriali” – ha precisato Lavacca nella festa di fine concorso, tenutasi lo scorso 24 giugno nella incantevole Mas-
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di Paola DILEO seria Lama dei Taveri delle sorelle Barnaba. Occasione ideale per tracciare un bilancio della virtuosa iniziativa , che da sei anni promuove l’olio extravergine di qualità , soffermandosi su un braccio dell’agricoltura italiana , appunto quella a conduzione famigliare. Nonostante la campagna olivicola 2016-2017 sia stata deludente, c’è chi nel suo piccolo è riuscito a rispettare i parametri di un buon extravergine, esprimendo il miglior flavour delle cultivar autoctone. A meritare il 1° premio è stato l’olio “Don Pippo” dei coniugi Angelo e Silvana Ciurcina di Buccheri (Siracusa). Un olio dal fruttato intenso, tipico della Tonda Iblea (cultivar caratteristica dei Monti Iblei) che riceve il primo premio per la 2° volta . Al 2° posto invece si è piazzato Lorenzo Longo di Monopoli; impostosi all’attenzione della giuria con un olio mono cultivar di Picholine, da uliveti delle
colline monopolitane. Infine il 3° posto è andato a Martino Cardone di Locorotondo, per un blend di cultivar nostrane, fra cui l’Ogliarola, la Nociara, la Cima di Melfi. La festa degli olivicoltori “dilettanti” ha riservato uno spazio al progetto “Olio responsabile -Talenti del Gusto Bari”, la prima esperienza tecnico-professionale nel settore oleico, rivolta alla popolazione nazionale dei non vedenti, con l’obbiettivo di indirizzare all’acquisto consapevole i consumatori con disabilità visiva. Si è quindi permesso a 30 non vedenti e ipovedenti di iscriversi regolarmente alla Camera di Commercio (come prevedono le leggi nazionale e comunitarie), rendendoli a tutti gli effetti dei professionisti assaggiatori di olio, a servizio di aziende e di enti pubblici. Una delegazione di giovani non vedenti si è resa, in diretta, protagonista di una prova d’assaggio.
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Sono più di 300 le esperienze che ad oggi ospita l’Osservatorio uP_running.
L’Osservatorio PECA è già attivo ed è a Tua disposizione
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no strumento ready to use sviluppato nell’ambito del progetto, il cui obiettivo è e sarà quello di raccogliere dati di misurazioni in campo di biomassa PECA, esempi di raccolta meccanizzata e di filiere già esistenti. L’Osservatorio contiene prevalentemente dati di misurazioni in campo di residui di potatura (provenienti anche da espianti) di diversi paesi europei ottenuti in collaborazione con gli operatori del settore (agricoltori, cooperative, contoterzisti, ecc.). Misurazioni che denotano in alcuni casi profonde differenze di produzione di biomassa nell’ambito della medesima
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zona geografica. A titolo esemplificativo, sono state rilevate differenze di quantitativi di biomassa prodotta da vitigni tra le zone costiere e l’entroterra croato, addirittura più marcate nei paesi mediterranei relativamente alla biomassa residuale degli alberi di ulivo. Si annoverano ancora pochi casi di raccolta meccanizzata, localizzati in Spagna e Italia, e di catene del valore già esistenti provenienti da diversi paesi europei. Se vuoi conoscere nel dettaglio le esperienze raccolte finora, puoi scaricare il documento “Report on collected Observatory data” disponibile solo in lingua inglese sul sito ufficiale “uP_running” it.up-
running.eu. Se ritieni che questo strumento possa essere utile a Te e al Territorio, Aiutaci a popolarlo anche con le informazioni relative alla biomassa gestita nella Tua azienda. Sempre sul sito ufficiale “uP_running” it.up-running.eu scarica il Manuale per la stima delle quantità di biomassa ottenibili da potature ed espianti di colture arboree, compila il Questionario di Campionamento delle Potature e/o il Questionario di Campionamento relativo all’espianto di colture arboree ed invialo all’indirizzo email massimo. monteleone@unifg.it Se hai bisogno di supporto, siamo a Tua completa disposizione!
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Uno chef rubato all’agricoltura
Al via la nuova serie di video ricette firmate Coltura & Cultura
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oltura & Cultura presenta la sua nuova iniziativa editoriale “Uno chef rubato all’agricoltura”: dodici video ricette dedicate alle principali colture dell’agricoltura italiana ed ispirate alla sua omonima collana. Promosso da Bayer, Coltura & Cultura si pone come webmagazine punto di riferimento del mondo della “nuova” agricoltura. La serie nasce dall’idea di mostrare in modo semplice e diretto un utilizzo nuovo e originale delle colture più classiche della tradizione italiana, accostando la tradizione all’innovazione. E tutto con l’aiuto di uno chef giovane e noto al pubblico televisivo, Michele Cannistraro. Lo Chef Michele Cannistraro interpreta appieno l’intento del format: grazie alla sua esperienza televisiva in Masterchef, ha mostrato il suo carattere di uomo genuino e attento ai sapori autentici. Così è la sua cucina, since-
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ra e senza artifizi. In “Uno chef rubato all’agricoltura” proporrà ricette semplici con frutta, verdura e ortaggi di stagione per valorizzare le varietà del nostro territorio e promuovere un’alimentazione sana e bilanciata. “Il nostro obiettivo è promuovere l’ampia ricchezza dell’agricoltura italiana attraverso un format molto fruibile, piacevole e diretto su un tema, quello della cucina e della sana alimentazione, che appassiona un pubblico sempre più vasto” afferma Daniele Rosa, Direttore Comunicazione di Bayer in Italia. Le ricette Ogni puntata inizia con la presentazione di una coltura associata ad un volume della collana, se ne mostrano le proprietà e si procede alla realizzazione di una ricetta veloce, originale e genuina. La grafica sottolinea non solo i passaggi della ricetta, ma anche le informazioni nutrizionali. Il primo video
racconta “il pesco” e ci suggerisce di gustarlo in una tartare di gamberoni con pesche noci, piatto sfizioso e fresco, ideale per l’estate. La serie “Uno chef rubato all’agricoltura” si declina anche sui social , proponendo agli utenti una versione breve dell’intera ricetta corredata da un’inforgafica descrittiva. Chi vorrà invece mettersi ai fornelli e seguire più nel dettaglio tutti i passaggi della ricetta e scoprire i segreti dello chef, potrà trovare la versione completa sul sito www.colturaecultura.it Obiettivo del progetto è anche quello di stimolare l’interazione con gli utenti, che diventeranno i protagonisti di in una vera e propia sfida culinaria. Chi vorrà potrà cimentarsi con la propria personale interpretazione della video ricetta scoprendo l’utilizzo più originale degli ingredienti. Tutte le news, le video ricette e le iniziative di Coltura & Cultura sono disponibili sul sito www.colturaecultura.it.
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ubblichiamo
OCCORRE PREMIARE I PROGETTI MIGLIORI E PUNTARE A UNA SPESA DI QUALITÀ
“IL FINANZIAMENTO A PIOGGIA PER I GAL NON VA BENE”
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opo circa due anni dall’approvazione del PSR Puglia 2014-2020, e la pubblicazione di due bandi pubblici, di cui il primo a mio parere frettolosamente annullato con determina della AdG, la Regione Puglia ha comunicato, sia pur informalmente, ai GAL pugliesi l’esito dei lavori della Commissione istruttoria per assegnare ai territori rurali le esigue risorse finanziarie previste per la Misura 19 del PSR. Il budget di spesa, che assommava complessivamente a 145 mln di euro,
il coraggio di fare una reale selezione delle proposte pervenute individuando soli due progetti eccellenti e un’altra decina di progetti idonei), ha ritenuto che tutti i progetti presentati fossero improvvisamente divenuti idonei e tutti finanziabili. Si, perché la graduatoria che ne è venuta fuori, dopo quasi due anni di lavori, è una graduatoria in cui tutte le proposte sono state dichiarate ammissibili, e attraverso un artificio aritmetico, sono stati applicati tagli alle somme richieste dai GAL, col solo fine di renderle
tiene conto del grande sforzo richiesto ai territori rurali di accorparsi per presentare strategie più integrate ed omogenee, nonostante le pressanti ed esplicite richieste espresse dall’Assessore e dall’AdG, che hanno incentrato la campagna di presentazione del primo bando su questo tema, paventando la non ammissibilità di proposte progettuali inadempienti. Quei territori che hanno seguito tali indicazioni risultano oggi, alla luce della graduatoria presentata, palesemente i più danneggiati, in termini di risorse
è stato infatti ulteriormente ridotto, in quanto circa 17 mln sono stati assegnati al GAL Meridaunia per le aree interne e circa 8 mln sono stati destinati alla copertura degli interventi soggetti al trascinamento dalla passata programmazione 2007-2013. Si è appreso quindi che è volontà dell’Assessorato spalmare queste somme in modo salomonico a tutte le proposte presentate. Al termine della valutazione del secondo bando, infatti, la commissione incaricata alla valutazione delle strategie di sviluppo locale presentate dai 23 GAL pugliesi, (la stessa che otto mesi fa aveva avuto
tutte finanziabili. Questa forzatura danneggia inequivocabilmente i progetti più meritevoli, che risultano nelle prime posizioni della graduatoria e che quindi dovevano essere finanziati per intero e non subire acritici tagli di risorse. Decidere di finanziare tutte le proposte presentate non aiuta certo a perseguire le linee strategiche più volte espresse dall’Assessorato volte a ricercare la migliore qualità degli interventi e una più trasparente gestione delle risorse, che passasse anche dalla ricostituzione della governance dei singoli GAL. Esito della graduatoria che peraltro non
finanziarie assegnate in rapporto alle municipalità aderenti ed al numero degli abitanti, se si pensa che sono stati finanziati Gal con solo poche municipalità. Questa inspiegabile inversione strategica dell’Assessorato penalizza la meritocrazia, e non può essere rispondente alle indicazioni comunitarie, a cui la Regione ed i Gal dovrebbero attenersi, tese a fare una reale selezione delle proposte presentate dai GAL. Oggi, alla luce dei risultati diffusi, emerge chiaramente che i territori capaci e disposti ad ascoltare e seguire le indicazioni politiche e tecniche della regio-
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ne siano penalizzati a vantaggio di quei Gal che hanno preferito restare immutati. Risulta incomprensibile l’annullamento del primo bando a valutazione conclusa, e soprattutto l’ammissibilità e il finanziamento, a conclusione del secondo Bando, di tutte le proposte presentate nonostante l’esiguità delle risorse disponibili. Bisogna avere il coraggio di premiare i territori che hanno dato concreta risposta alle indicazioni ricevute, e hanno presentato i progetti ritenuti migliori,
assegnando loro le risorse richieste per consentire una efficace attuazione delle strategie, e finanziare i GAL in ordine di graduatoria fino all’esaurimento delle risorse disponibili. La logica che l’Assessorato vuole seguire porterebbe a premiare quei GAL che non hanno neppure per un attimo ascoltato le indicazioni regionali, e che si sono posizionati in fondo alla graduatoria, con il concreto rischio che, con i tagli artificiosamente imposti, nessun GAL possa riuscire a dare piena attuazione alle proprie Strategie di sviluppo
e a raggiungere gli obiettivi prefissati, non riuscendo quindi a soddisfare le istanze dei territori rurali. Alla luce di queste considerazioni è necessario che l’Assessore si fermi ed avvii un ragionamento, magari nella commissione competente, la quarta, onde pervenire ad un risultato condiviso. Ernesto Abaterusso Presidente Gruppo consiliare Articolo 1 – MDP Regione Puglia
SOSTEGNO A NUOVE FORME DI COOPERAZIONE
GAL SEB, PRESENTATO IL BANDO IN AMBITO TURISTICO
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i è svolto nella Sala Convegni del Castello di Conversano lo scorso 27 giugno il convegno per la presentazione del Bando sulla creazione di nuove forme di cooperazione in ambito turistico(rif. Misura 16 “Cooperazione” - Sottomisura 16.3 “Cooperazione tra piccoli operatori per organizzare processi di lavoro in comune e condividere impianti e risorse, nonchè per lo sviluppo e la commercializzazione del turismo” - Operazione 16.3.2 “Creazione nuove forme di cooperazione per sviluppo e/o commercializzazione servizi turistici” del PSR 2014-2020
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Regione Puglia). Il convegno è stato organizzato dal GAL Sud Est Barese per far conoscere la nuova linea di finanziamento regionale dedicata a microimprese (≤10 dipendenti occupati e ≤ 2 milioni di euro di fatturato annuo e/o totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro) che intendano progettare, promuovere e commercializzare pacchetti turistici enogastronomici, culturali e del turismo lento all’interno di reti turistiche (costituite o da costituire). Al Convegno hanno partecipato il Sindaco di Conversano Giuseppe Lovascio, il Vice Sindaco Carlo Gungolo, il Presi-
dente del GAL Sud Est Barese Pasquale Redavid. Il bando è stato illustrato dalla Funzionaria della Regione Puglia - Responsabile di Misura 16.3, Giovanna D’Alessandro. Ha moderato l’incontro il Direttore Tecnico del GAL Sud Est Barese, Arcangelo Cirone. Con l’occasione sono stati illustrati anche gli avanzamenti del costituendo partenariato di microimprese promosso dal GAL Sud Est Barese sul territorio (Acquaviva delle Fonti, Adelfia, Bitritto, Casamassima, Conversano, Mola di Bari, Noicattaro, Polignano a Mare, Rutigliano) ed in fase di candidatura al medesimo bando.
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Sinergie su temi come legge sull’attività agromeccanica e l’albo
Possibili obiettivi comuni per Uncai e Cai di Rino PAVONE
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ncai augura buon lavoro ai vertici della Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani - Cai. “Con la fusione di Confai e Unima e la nascita del Cai, che rappresenta anche le aziende agricole, Uncai diventa il solo sindacato nazionale esclusivamente di contoterzisti. Questo ci rende ancora più responsabili nei confronti delle imprese agromeccaniche italiane e attenti al progetto del Cai di integrazione tra agricoltori e agromeccanici”, il commento del presidente di Uncai Aproniano Tassinari. Uncai invita il Cai a sviluppare sinergie su temi di comune interesse come la legge sull’attività agromeccanica e l’albo professionale. Uncai nasce con l’obiettivo di favorire la collaborazione tra tutti gli attori del settore, in primis tra agromeccanici e agricoltori. Il dialogo tra Uncai e Cai rappresenta quindi una strada percorribile. Le due organizzazioni sindacali condividono la visione di un’agri-
coltura italiana che, per crescere e migliorarsi ottimizzando le sue risorse, non può prescindere dall’apporto dei contoterzisti e di una visione non settoriale del settore primario. “Per essere remunerativa, sicura e di qualità l’agricoltura ha bisogno di investire in macchinari che solo le imprese agromeccaniche o le aziende agricole molto grandi possono permettersi e ammortizzare in tempi ragionevoli. Si tratta di un vera e propria rivoluzione tecnologica che richiede logiche di sviluppo verticali ‘terra-prodottoconsumatore’, sinergie e una solida appartenenza di filiera che vada oltre gli interessi di parte”, prosegue Aproniano Tassinari che aggiunge come l’Unione Nazionale Contoterzisti e la Confederazione di agricoltori e agromeccanici possano lavorare fianco a fianco per raggiungere alcuni obiettivi. “Nonostante permangano differenze tra i due sindacati, come l’inquadramento giuridico dei contoterzisti e il loro inserimento tra i beneficiari dei psr, ritengo che possia-
mo condividere alcuni obiettivi e strategie. Per esempio, la volontà di sbloccare la proposta di legge ferma in parlamento dal 2013. Una legge sulle attività agromeccaniche favorirebbe il processo di ammodernamento dell’agricoltura e un migliore utilizzo delle risorse della filiera”. Analoga sinergia potrebbe riguardare l’istituzione di albi professionali in tutte le regioni d’Italia. “L’albo porta evidenti vantaggi alle imprese agromeccaniche come la possibilità di accedere a specifici finanziamenti. Per esempio, in Lombardia, un’azienda agromeccanica che volesse partecipare al bando Al Via (300 milioni di euro per macchinari e per la digitalizzazione) deve essere iscritta all’Albo regionale di categoria. Una possibile collaborazione tra Uncai e Cai potrebbe così mettere a tema anche la professionalizzazione dei servizi agromeccanici attraverso Albi regionali e l’iscrizione al registro lombardo anche delle aziende lombarde afferenti al Cai”, conclude Tassinari..
Un progetto di sviluppo dell’agricoltura del Mezzogiorno
Incontro tra Uncai e Confagricoltura
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l presidente di Uncai Aproniano Tassinari ha incontrato a Roma il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti e il presidente di Confagricoltura Puglia Donato Rossi. In vista c’è un programma di sviluppo della collaborazione tra le due associazioni nel Centro e nel Sud Italia. “Nei prossimi mesi la partnership tra Uncai e Confagricoltura si svilupperà soprattutto nel Centro e nel Sud Italia. In particolare, nel Mezzogiorno il contoterzismo è una realtà diffusa e qualificata che sente la necessità di una sintesi. Compito di Uncai è favorirla, permettendo agli imprenditori agromeccanici di identificarsi con una propria organizzazione regionale che, in modo professionale ed esclusivo, porti avanti le istanze e difenda gli interessi dei contoterzisti”, afferma il presidente di Uncai Aproniano Tassinari. Essenziale per il progetto (già concretizzato in Umbria e in Puglia con le associazioni Contoterzisti Umbria e Contoterzisti Puglia) è la collaborazione e l’affianca-
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di Rino PAVONE mento di Confagricoltura: “Un lavorare insieme che porta servizi agromeccanici qualificati agli agricoltori di Confagricoltura e vantaggi a tutto il sistema agricolo italiano”, aggiunge Tassinari. Il presidente di Confagricoltura Puglia Donato Rossi è quindi intervenuto manifestando soddisfazione per l’obiettivo già raggiunto in Puglia e per quanto c’è in programma di fare anche in altre regioni: “Si tratta di un progetto su cui i vertici delle due associazioni stanno lavo-
rando e investendo. Il contoterzismo è un perno sempre più attivo dell’attività agricola, anche nell’ottica di una gestione sostenibile delle aziende. Inoltre il ricorso alle imprese agromeccaniche qualificate è sempre più diffuso anche nel Sud Italia. Per questo, dopo la Puglia, fare sintesi con il contoterzismo anche in alte regioni del Sud e del Centro Italia fortificherebbe tutto il settore e rappresenterebbe per Confagricoltura un importante passo in avanti”.
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I frutticoltori aspettano ancora i contributi 2015 e 2016
Assicurazioni: la vergogna sta giungendo all’apice
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ssicurazioni: contributi in ritardo di oltre due anni e il mondo agricolo non ne può più. E’ vergognoso che i produttori di ortofrutta siano continuamente vessati su tutti i fronti. Non bastano i prezzi bassi del mercato di tante referenze. Anche il Governo ci mette il suo con una ricetta fatta di ingredienti quale burocrazia, ritardi nei pagamenti e mancanza di rispetto per le persone. Sì, perché gli agricoltori, e tutti gli attori della filiera, sono persone, non dimentichiamolo. Il Pai (Piano assicurativo individuale), l’ultima invenzione per complicare la vita dei produttori, è totalmente inadeguato e gli agricoltori non ne possono più. Per molti produttori la soluzione c’è: abbandonare un sistema assicurativo oneroso e inefficiente e difendere le colture con reti antigrandine, antipioggia e anti-insetto. Perché molti di loro sostengono che, in fondo, le
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assicurazioni sul prodotto servono a poco. Se perdi il raccolto non puoi dare continuità ai fornitori e quindi perdi i clienti. Inoltre i contributi pubblici altro non sono che un regalo alle Compagnie assicurative perché per assicurare 100mila euro di Plv si spendono 10mila euro. Una cifra assurda. E’ come se un automobilista, per assicurare l’automobile da 30mila euro, ne spendesse 3000”. E’ il momento di cambiare una volta per tutte il metodo di calcolo delle rese, affinché le aziende possano assicurare realmente il proprio potenziale produttivo. E’ impensabile lasciare le aziende senza un adeguato strumento assicurativo e ciò assume ancora più importanza oggi che stiamo vivendo un cambiamento climatico con fenomeni avversi sempre più frequenti, sempre più violenti e più impattanti. Un ragionevole modo di procedere è quello che
prevede un’integrazione fra sistemi di difesa attivi (reti) e passivi (assicurazioni), in base al proprio catasto, al tipo di vendita, alle problematiche aziendali. Il presidente nazionale di Asnacodi, Albano Agabiti, sottolinea che “il rapporto di fiducia che i Consorzi di difesa hanno costruito con gli Istituti di credito ha permesso fino ad oggi di anticipare i fondi europei a disposizione degli agricoltori. Lavoriamo per cercare da qui a fine anno di riallineare i pagamenti. E poi, ancora, a livello europeo col decreto Omnibus si sta lavorando per portare dal 30 al 20% la soglia minima di accesso al risarcimento e vorremmo inserire stabilmente come possibilità la polizza sui ricavi. Per il futuro, nella nuova Pac, un’innovazione potrebbe essere realizzare un fondo mutualistico per un’ulteriore tutela di un settore che, per sua natura, è più esposto di altri ai cambiamenti climatici”.
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Malavolti prende il posto di Goldoni
Eletto il nuovo presidente FederUnacoma
lessandro Malavolti è l’XI presidente di FederUnacoma. Emiliano, quarantasei anni, laureato in economia aziendale, sposato con due figli, il nuovo presidente è Amministratore Delegato di Ama, una delle maggiori realtà industriali nel settore della componentistica. Presidente di Comacomp dal 2010 sino ad oggi, Malavolti ha ricoperto ruoli di responsabilità anche nelle rappresentanze territoriali di Confindustria Reggio Emilia. Già componente della Giunta dell’Associazione territoriale di Confindustria di Reggio Emilia, e poi invitato permanente nell’Organo allargato di Unindustria Reggio Emilia, Malavolti è stato Consigliere FederUnacoma dal 2006 al 2010, e Presidente di Comacomp, l’associazione che in seno alla
Federazione rappresenta le industrie della componentistica, dal 2010 al 2017. Nel salutare l’assemblea degli associati, il nuovo presidente ha ringraziato il suo predecessore Massimo Goldoni, per molti anni alla guida di FederUnacoma, per l’opera di profondo rinnovamento svolta in seno alla Federazione, e ha indicato alcuni dei punti salienti del proprio programma. L’esposizione dell’EIMA e gli eventi fieristici internazionali sono un punto di forza della Federazione – ha detto il neopresidente - ma la rosa delle attività deve estendersi in modo sempre maggiore per offrire servizi che consentano alle imprese di fare business e sviluppare le proprie strategie industriali. Servizi tecnici, unità operative per l’assistenza sui PSR a livello regionale, attività di lobbying a livello
nazionale e comunitario sono tra le priorità della nuova presidenza, che pone comunque al primo posto l’internazionalizzazione delle imprese.
La nuova compagine FederUnacoma Insieme all’elezione del Presidente, l’assemblea FederUnacoma è stata chiamata ad eleggere anche i Presidenti e i Vicepresidenti delle singole associazioni, che insieme formeranno il nuovo Consiglio di Presidenza e Consiglio Generale. Questo l’elenco: Alessandro Malavolti (AMA) - Presidente FEDERUNACOMA Lorenzo Selvatici (Selvatici Srl) - Presidente ASSOMAO Massimo Bergo (Maschio Gaspardo Spa) - Vicepresidente ASSOMAO Roberto Pini (BCS Spa) - Presidente ASSOMASE Stefano Cesari (FM Matras Srl) - Vicepresidente ASSOMASE Manlio Martilli (Argo Tractors Spa) - Presidente ASSOTRATTORI Riccardo Bonciani (BCS Spa) - Vicepresidente ASSOTRATTORI Pier Giorgio Salvarani (Salvarani Srl) - Presidente COMACOMP Antonella Varini (Walvoil Spa) - Vicepresidente COMACOMP Franco Novello (Stiga Spa) - Presidente COMAGARDEN Roberto Peruzzo (Peruzzo Srl) - Vicepresidente COMAGARDEN
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GUERRA DEL GRANO
COLDIRETTI PUGLIA: “FUORI I NOMI DI CHI IMPORTA GRANO ESTERO”
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a #guerradelgrano di Coldiretti continua senza cedere il passo, contro le importazioni dall’estero che proseguono inarrestabili nei porti pugliesi, creando una violenta turbativa commerciale ai danni degli agricoltori, proprio quando in Puglia si sta raccogliendo grano di ottima qualità e Coldiretti continuerà a chiedere controlli alla forze di polizia e a tenere alti i riflettori su atteggiamenti commerciali inaccettabili per i produttori pugliesi. “Fuori i nomi di chi importa il grano dal Canada, dove viene fatto un uso intensivo del diserbante ‘glifosate’ – denuncia il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – proprio nella fase di pre-raccolta per seccare e garantire artificialmente un livello proteico elevato, uso che in Italia è vietato. La dipendenza del sistema industriale dalle importazioni di grano dall’estero causa la mancata vendita di quello pugliese, oltre al taglio dei prezzi pagati agli agricoltori sotto i costi di produzione. L’anno scorso la ‘scusa’ è stata la bassa qualità del grano pugliese. E quest’anno? La campagna 2017 è ottima, con livelli di proteine fino addirittura al 18%. Non saremo mai sotto coperta e continueremo in solitudine la nostra battaglia a tutela del reddito dei nostri agricoltori e del consumo consapevole degli italiani”.
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Per la Coldiretti Foggia è necessario (in attesa della Cun) mettere mani al regolamento della (non) Borsa Merci della Camera di Commercio foggiana: “La Camera di Commercio di Foggia non ha una borsa merci, ma un osservatorio che rileva i prezzi e non può fissarli – dichiara perentorio il Presidente di Coldiretti Foggia, Giuseppe De Filippo – e per questo, auspicando l’immediata istituzione della CUN a Foggia, dobbiamo mettere mani al Regolamento che disciplina il funzionamento della Commissione prezzi del grano, in modo da avere a riferimento non solo le fatture di commercianti e industriali, ma anche quelle degli agricoltori e pretendere una rilevazione oggettiva del dato, realmente trasparente. Perché l’attività – strumentalmente spacciata per borsistica - delle Camere di Commercio di Milano, Bologna, Roma e Foggia, così com’è stata adottata unilateralmente da commercianti e industriali, se non favorisce, agevola il fenomeno speculativo attraverso la scarsa trasparenza nella formazione del prezzo, oppure apportando variazioni nelle quotazioni in assenza di compravendite o utilizzando contratti di scarsa rilevanza economica”. Intanto, è entrato in vigore il 20 giugno scorso il decreto MIPAAF n.72 del 31 marzo 2017 che disciplina le modalità applicative per
l’istituzione e le sedi delle Commissioni Uniche Nazionali (C.U.N.) per le filiere maggiormente rappresentative del sistema agroalimentare. Si tratta di un passaggio determinante e propedeutico alla istituzione dello sportello della CUN cerealicola che Coldiretti Puglia chiede con forza sia istituita a Foggia. “Il decreto stabilisce che le C.U.N. potranno nei loro compiti – spiega il Direttore di Coldiretti Foggia, Michele Errico - formulare la tendenza di mercato ed i relativi prezzi indicativi dei prodotti agricoli e agroalimentari, a livello nazionale, che possono essere utilizzati dagli operatori commerciali, quale riferimento nei contratti di compravendita e di cessione, operazioni che saranno assicurate e verificate dalla Borsa Merci Telematica Italiana. L’istituzione avverrà formalmente attraverso l’emanazione di un decreto del MIPAAF di concerto con il MISE che ne stabilisce la composizione, la sede di svolgimento delle riunioni, il settore di riferimento e le categorie dei prodotti oggetto d’intervento. Una volta istituite le C.U.N, le borse merci dovranno sospendere l’autonoma rilevazione per quelle categorie merceologiche per le quali saranno istituite le C.U.N.. Ciò varrà anche per l’osservatorio prezzi in seno alla Camera di Commercio di Foggia”. www.foglie.tv
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Maggiori difficoltà a Sud
Pagamenti, solo il 16% delle aziende della Gdo è puntuale
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randi difficoltà nei pagamenti commerciali per il settore della grande distribuzione anche nel primo trimestre 2017: li rileva lo studio, aggiornato a fine marzo 2017, realizzato da Cribis, società del Gruppo Crif specializzata nelle business information, che ha vagliato i comportamenti di pagamento delle circa 8.500 imprese della grande distribuzione. Stando a queste rilevazioni solo il 16% degli operatori del settore ha saldato i fornitori alla scadenza, un risultato lontano quasi 20 punti percentuali dalla media nazionale (pari al 35,6%). Cattive notizie arrivano anche dai ritardi gravi, le fatture saldate oltre 30 giorni dopo i termini pattuiti, uno dei principali indicatori dello stato di salute delle imprese: ben il 17,9% dei pagamenti sono arrivati con grave ritardo, quasi sei punti sopra alla media italiana (pari al 12%). Il 66,1% delle aziende, invece, ha saldato i debiti entro un mese dai termini concordati. Situazione in leggero miglioramento - Una situazione, quella dei pagamenti, che continua a scontare le difficoltà e le insicurezze degli anni di crisi, come dimostra il confronto con i dati del 2010. Rispetto a sette anni fa, i pagamenti alla scadenzasono diminuiti del 24,9%, i ritardi entro i 30 giorni sono cresciuti del 5,9%, mentre i ritardi oltre il mese segnano un +9,8%. Tuttavia, il trend più recente invita a ben sperare per il futuro, dal momento che in un solo anno i pagamenti puntuali sono cresciuti del 2,1% e i ritardi gravi sono scesi 13,5%. Le aree a più alta concentrazione di impre-
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se del comparto Gd/Do, stando allo studio di Cribis, sono il Sud e Isole (50,3%) e il Centro (23,9%), seguite dal Nord Ovest (13,6%) e dal Nord Est (12,2%), mentre le regioni con maggiore presenza di aziende attive nella grande distribuzione organizzata sono il Lazio(15,3%), la Campania (13,3%) e la Sicilia (12,5%). Maggiori difficoltà a Sud, dominano micro e piccole imprese - Proprio l’area del Sud e Isole registra la situazione più critica, con soltanto il 10,2% di imprese puntuali e ben il 26,9% di ritardi gravi. La situazione migliora man mano che si risale lo Stivale, con le imprese del Centro puntuali nel 18,9% dei casi ma con un tasso di ritardi gravi ancora elevato (14,1%), e le imprese del Nord Ovest leggermente meno puntuali delle colleghe del Centro (16,4%) ma più virtuose dal punto di vista dei ritardi gravi (9,3%). Gli operatori del Nord Est, infine, sono i più virtuosi, con il 28,1% di pagamenti alla scadenza e soltanto il 6% di fatture saldate a più di un mese di distanza dai termini pattuiti. Gli operatori del settore sono principalmente micro (52,8%) e piccole imprese (42,2%), con una piccola quota di medie e grandi imprese (5%), e sono suddivise in supermercati (92,6%), grandi magazzini (6,7%) e magazzini di articoli vari (0,7%). Italia fanalino di coda in Europa - Nonostante i timidi segnali di miglioramento sul fronte nazionale, la situazione dei pagamenti nella grande distribuzione organizzata a livello internazionale rivela tutta la debolezza delle imprese italiane. L’Italia si colloca all’ultimo posto in
Europa sia nei pagamenti alla scadenza, con appena il 15,6% di aziende puntuali, sia nei ritardi gravi, con ben il 18,8% di operatori che saldano le fatture con oltre un mese di ritardo. In entrambi i casi la classifica europea è guidata dalla Germania, con ben il 76,5% di imprese puntuali e soltanto l’1,1% di imprese gravemente ritardatarie. Sul podio dei Paesi europei più virtuosi anche l’Olanda, con il 62% di aziende puntuali, e l’Ungheria, puntuale nel 52,7% dei casi, mentre fra i primi tre Paesi europei meno ritardatari troviamo nuovamente l’Olanda (1,3% di ritardi gravi) e la Repubblica Ceca (3%). Buon risultato per la Spagna (51,8% di aziende puntuali e 8,4% di ritardi gravi), male invece Francia (26,2% e 8,8%), Regno Unito (26,2% e 13,2%) e Portogallo (18,9% e 18,5%), stabilmente nella metà bassa della classifica. Negli Stati Uniti le imprese che rispettano i termini concordati rappresentano il 44,1% del totale, mentre i ritardi gravi si attestano al 9,1%. Performance simili alle aziende del Canada, puntuali nel 21,7% dei casi e gravemente ritardatarie nel 7,8%. Percentuali di pagatori regolari piuttosto contenute per il comparto Gd/Do in Asia con valori inferiori al 20% per Cina, Tailandia e Filippine.
www.foglie.tv
Con Puglia Evo World
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Assoproli Bari vola a New York
ssoproli Bari ha partecipato all’evento PugliaEvoWorld portando la qualità e l’eccellenza dell’olio extra vergine di oliva della Terra di Bari a New York. Un’occasione per raccontare, far conoscere e degustare l’oro verde di Puglia, e le sue inconfondibili caratteristiche, a buyer, operatori del settore e media americani. L’evento PugliaEvoWorld si è svolto lo scorso 27 giugno presso lo Show Room Agnelli sulla 5th avenue a New York. L’evento, promosso dalla Regione Puglia -
Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale e Tutela dell’Ambiente - si inserisce nelle attività collaterali realizzate in occasione del Fancy Food di New York. PugliaEvoWorld rientra, infatti, tra le attività promozionali della Regione Puglia volte ad attivare processi che portino le aziende a proporre i propri prodotti sui mercati internazionali. La storia del territorio e delle differenti cultivar di olio extra vergine di oliva sono state raccontate in una videopresentazione che ha trasmesso la suggestione dei luoghi,
ma allo stesso tempo fornito informazioni di carattere tecnico per una offerta completa al pubblico degli operatori commerciali. Assoproli Bari è una delle più grandi organizzazioni di produttori olivicoli a livello europeo, con oltre 20 mila produttori associati e 20 cooperative olivicole dotate di moderni frantoi, che ne fanno uno tra i maggiori organismi cooperativi italiani del comparto olivicolo-oleario. La partecipazione all’evento ha rappresentato un’opportunità per predisporre l’avvio di importanti trattative commerciali.
Riconoscimento all’arte dei pizzaiuoli
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La campagna #PizzaUnesco
iconoscimento dell’Arte dei pizzaiuoli napoletani come patrimonio culturale immateriale dell’Umanità: la raccolta firme è stata effettuata presso il Ristorante Tazio al Boscolo Exedra Hotel di Piazza della Repubblica a Roma, il luogo ufficiale per la petizione coinvolgendo vip e personaggi importanti a sostegno dell’iniziativa. A Napoli, in occasione del Pizza Village, lo chef Sinisgalli ha ritirato, con soddisfazione ed orgoglio, la targa di Ambassador
della campagna #PizzaUnesco nel mondo. Il premio è stato consegnato dal già ministro Alfonso Pecoraro Scanio. Inoltre tra gli ospiti e sostenitori dell’iniziativa presenti Francesco Gabbani, Sebillo e il Presidente Derflinker lo Chef della regina Elisabetta e della Casa Bianca. Alla kermesse napoletana, la petizione mondiale a sostegno della candidatura ufficiale italiana, per il riconoscimento dell’Arte dei pizzaiuoli napoletani come patrimonio culturale immateriale dell’Umanità, è tornata quindi protagonista
con tante iniziative: l’ambizioso obiettivo è di arrivare a 2 milioni di adesioni da 100 Paesi del mondo attraverso la staffetta mondiale di raccolta firme nei giorni della manifestazione che è nata non solo per degustare la pizza, vero simbolo gastronomico della città di Napoli e capolavoro della tradizione culinaria partenopea prima ed italiana poi, ma anche per celebrare il sapere tradizionale e culturale dei pizzaiuoli, tramandato da secoli e ormai noto ed apprezzato in tutto il mondo.
L’iniziativa “Mettiamoci il cuore”
Il peperoncino di San Patrignano a sostegno della prevenzione
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n occasione della settimana della 30° Giornata mondiale per la lotta alla droga, dal 26 giugno ha preso il via l’iniziativa “Mettiamoci il cuore” nata dalla collaborazione fra San Patrignano e UBI Banca a sostegno del progetto di prevenzione WeFree della comunità. Chiunque potrà effettuare una donazione in favore del progetto nella filiale dell’istituto di credito più vicina. Chi farà una donazione minima di 10 euro riceverà un peperoncino, simbolo di passione e gusto per la vita, accompagnata da una ricetta di alcuni chef
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stellati che hanno aderito al progetto come Igles Corelli, Rosanna Marziale e Gualtiero Marchesi. L’iniziativa è quindi approdata anche nelle filiali UBI Banca della Puglia. Dalla sua fondazione ad oggi San Patrignano è riuscita ad aiutare centinaia di ragazzi pugliesi e solo nel 2016 hanno fatto ingresso in comunità 25 ragazzi della regione. Quanto raccolto sarà dedicato al progetto di prevenzione di San Patrignano dedicato ai giovani di tutta Italia. Ogni anno San Patrignano incontra circa 50mila studenti in
tutta Italia. Il racconto e le testimonianze dirette degli ospiti della struttura, per lo più giovani che hanno toccato il fondo e che hanno vissuto sulla propria pelle quanto sia difficile rialzarsi, sono infatti al centro degli appuntamenti nelle scuole. Incontri intensi ed emozionanti che portano gli studenti a riflettere e a capire che nessuno è al di sopra del problema. Un impegno non semplice da portare avanti, ma grazie a “Mettiamoci il cuore” San Patrignano si augura di trovare i fondi necessari per continuare a sensibilizzare tutti i giovani italiani.
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