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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE
COME E’ UMANO LEI
Az. Agricole: Carabinieri, Ministero del Lavoro, Forestale e Guardia di Finanza tutti controllori agricoltura
La frutta lasciata marcire sugli alberi? Sconfitta per tutti Respinta dal Governo la liberalizzazione fascicolo aziendale per le az. agricole agroalimentare
Il boom delle etichette marchiate Puglia sui prodotti alimentari
N° 13 • 15 LUGLIO 2017
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ditoriale
1 5 luglio 2017 - n.13 - Anno 12
Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE
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G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione G.Ed.A. Giovani Editori Associati Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Paola Dileo, Nica Ruospo, Rino Pavone, Donatello Fanelli Pubblicità G.Ed.A Rino PAVONE r.pavone@foglie.tv 380 6328672 Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61/06 del 15/11/2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 9040264 Iscritta al Registro Operatori Comunicazione ROC n.26041 TESTATA GIORNALISTICA ACCREDITATA
La dimenticanza di Martina e l’estate bollente degli agricoltori
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on è accettabile che in una stessa azienda agricola, sul medesimo appezzamento e per l’identico gruppo di operai si concentrino più controlli nell’arco di pochi giorni da parte di Carabinieri, Ministero del Lavoro, Corpo Forestale dello Stato e Guardia di Finanza che richiedono di verificare – a distanza di poche ore – la stessa documentazione bloccando per ore e ore il lavoro aziendale: il Ministro Martina si dimostra molto bravo nei social (come uno scolaretto qualsiasi) ma non altrettanto nel mettere in pratica i buoni propositi per migliorare le condizioni lavorative dei cittadini (come dovrebbe fare un buon politico). Sono passati infatti praticamente 2 anni da quel “cinguettio” (leggi tweet datato 17 luglio 2015! ) che annunciava l’arrivo del registro unico dei controlli: “da gennaio (2016!!) - annunciava trionfante Martina - mai più doppie verifiche e più efficienza” . E subito al tweet seguirono gli interventi favorevoli delle associazioni di categoria, in primis Coldiretti, “un tassello importante nella nostra battaglia per la semplificazione con gli adempimenti burocratici che tolgono all’attività di impresa vera 100 giorni l’anno che si traducono in una perdita di competitività nei confronti dei concor-
renti stranieri” dichiarò Moncalvo, presidente Coldiretti. Peccato che il suo commento si sia rilevato più inutile di uno dei tanti su Facebook (per restare in tema di social) sotto la foto di una bella ragazza: infatti il registro unico dei controlli a distanza di due anni non è stato reso ancora operativo e la situazione nelle nostre campagne è rimasta la stessa anzi è peggiorata con la psicosi della famigerata “nuova legge sul caporalato” diventata il grande spauracchio per gli agricoltori ma anche per i controllori (le normative in tema di caporalato vanno ad aggiungersi a un apparato sanzionatorio già estremamente articolato e complesso, criminalizzando l’unico comparto che in Italia riesce a far crescere l’occupazione offrendo le maggiori possibilità lavorative a giovani, donne e immigrati). Più impegnato nel seguire la discesa (verso il fondo?) intrapresa in questi due anni da Renzi, il Ministro si è quindi “distratto” su uno dei temi più importanti per il mondo agricolo (naturalmente aiutato nella “dimenticanza” da un Parlamento che, sul tema, è come lo spot di un famoso tonno: “insuperabile” ) e così per gli agricoltori l’estate 2017 è diventata ancora più bollente di quanto segni il termometro.
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ommario
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TUTTI CONTROLLORI Martina e l’estate bollente degli agricoltori
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”Non criminalizziamo gli agricoltori”
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Lasciata sugli alberi è sconfitta per tutti
17 APEO INCONTRA EMILIANO ”Troppo rigidi controlli in agricoltura”
Rassegna stampa
Pagamenti per 3065 agricoltori bio
21 PATATE
La filiera “pressa” la Camera
16 agricoltura associata Può essere più competitiva?
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23 AZIENDE AGRICOLE
Respinta la “liberalizzazione” del fascicolo aziendale
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EVENTI
Parte sperimentazione nella Gdo
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MIPAAF 500mila € per progetti contro gli sprechi
13 CIA PUGLIA
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AGRICOLTURA
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26 UNIVERSITA’ PUGLIA
A Copertino presentata intera offerta formativa
29 TU NON CONOSCI IL SUD L’ appuntamento estivo
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agroalimentare
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PUGLIA +12,6% di presenza nelle etichette alimentari LA DUE GIORNI OLEARIA Fra frantoiani, ricercatori e imprenditori FRESHNESS FROM EUROPE I numeri del secondo anno
VIVAISMO
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”Madiainfiore”, tre giorni di festa
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Indetta selezione nazionale
Mipaaf: 500mila € per progetti contro gli sprechi
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l ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che è stata indetta una selezione nazionale per il finanziamento di progetti innovativi finalizzati alla limitazione degli sprechi e all’impiego delle eccedenze alimentari. Il bando, previsto dalla legge contro gli sprechi alimentari, prevede lo stanziamento di 500 mila euro. Per ciascun progetto è previsto un finanziamento massimo di 50 mila euro. I progetti potranno essere presentati entro il 21 luglio 2017. “La legge contro gli sprechi alimentari approvata lo scorso anno - ha commentato il ministro Maurizio Martina - ha reso più semplici le donazioni permettendoci di recuperare sempre più cibo a favore degli indigenti. L’Italia ha lavorato tanto in questa direzione introducendo novità importanti come ad esempio il tavolo antisprechi che riunisce operativamente istituzioni, imprese e enti caritativi. Ma c’è an-
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di Rino PAVONE
cora molto da fare e questo bando pubblico è uno strumento fondamentale per trovare soluzioni innovative e sostenere la diffusione di buone pratiche. Ci aspettiamo un contributo importante di idee soprattutto dai giovani”. Le caratteristiche dei progetti I progetti dovranno riguardare: • la prevenzione o la diminuzione delle eccedenze attraverso il miglioramento del processo produttivo, di raccolta dei prodotti agricoli, o di distribuzione; • progetti di ricerca e di sviluppo tecnologico sull’aumento della durata dei prodotti agroalimentari attraverso l’uso di prassi, prodotti, macchinari, tecnologie o l’uso di imballaggi innovativi per aumentare la shelf life degli alimenti; • software per l’uso intelligente del magazzino industriale, per la limitazione degli sprechi e il recupero delle eccedenze nella ristorazione o a livello domestico; • il recupero e il riutilizzo di pro-
dotti agroalimentari di seconda scelta che attualmente non hanno mercato o hanno mercati residuali; • il recupero e il riutilizzo di sottoprodotti o di residui derivanti dalla raccolta, dalla lavorazione principale o dalla preparazione degli alimenti; • il recupero degli alimenti invenduti e destinati a mercati rivolti alle fasce meno abbienti; • il recupero degli alimenti da destinare agli indigenti anche attraverso l’utilizzo del servizio civile nazionale. Chi può presentare i progetti • enti pubblici, università, organismi di diritto pubblico e soggetti a prevalente partecipazione pubblica; • associazioni, fondazioni, consorzi, società, anche in forma cooperativa e imprese individuali; • soggetti iscritti all’albo nazionale ed agli albi delle regioni e delle province autonome dell’Ufficio nazionale per il servizio civile.
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Maggior incremento fra le regioni italiane
Puglia +12,6% nelle etichette alimentari
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uglia +12,6% nelle etichette dei prodotti alimentari di largo consumo venduti nei supermercati e ipermercati italiani. E’ quanto ha decretato il primo numero dell’Osservatorio Immagino, nuovo progetto di ricerca sui consumi di Gs1 Italy e Nielsen che ha analizzato le informazioni presenti sulle confezioni di circa 41mila prodotti. Quello pugliese è’ il maggior incremento fra le regioni italiane e si inserisce nella crescita globale delle vendite di cibi in cui sono citati i territori meridionali, quali Sicilia (+8%, terza regione per valore con 128 milioni di euro) e Campania (+10,2%). Questo trend testimonia “come l’enfatizzazione delle origini locali sia una tendenza trasversale a tutto il territorio italiano, noto a tutti come un mosaico di tradi-
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zioni locali” non più appannaggio quindi solo del Nord. Il Trentino Alto Adige rimane la regione più richiamata nelle etichette. Il Trentino Alto Adige, in base alle risultanze dello studio, è citato su 577 referenze agroalimentari - dalle mele al succo di mele, dallo speck al latte, dallo yogurt al pane di segale - che rappresentano un giro d’affari di 256 milioni di euro e che hanno visto aumentare le vendite del 2,6% tra il 2015 e il 2016. Ampio è il distacco con la seconda classificata: la Toscana, che conta 418 prodotti e un giro d’affari di 140 milioni di euro, in crescita del 6,1%. Tra le altre regioni del Nord più presenti in etichetta vi sono il Piemonte e il Lombardia con 324 e 197 prodotti rispettivamente. “Il territorio trentino e altoatesino - si
legge nell’Osservatorio - rappresenta una garanzia efficace per un consumatore in cerca di rassicurazione su quello che porta in tavola. Un sorta di chilometro zero differito, nel quale la ricerca di fiducia, freschezza e naturalità che il consumatore esprime ricercando prodotti locali è soddisfatta da un nome che evoca montagne incontaminate, acque pure, lavoratori rispettosi”. Il primo posto del Trentino Alto Adige, spiegano Gs1 Italy e Nielsen, è frutto di un “adeguato piano di marketing territoriale” che ha supportato anche l’incremento dei flussi turistici in entrata nel corso dell’ultimo decennio: lo stesso percorso (agroalimentare più turismo, legati l’uno all’altro) intrapreso brillantemente dalla Puglia nell’ultimo decennio.
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Immersione a 360° gradi nella Puglia olearia
La “due giorni” fra frantoiani, ricercatori e imprenditori
n’occasione per avviare un confronto tra esperti e frantoiani e sensibilizzare le Istituzioni e l’opinione pubblica su temi di primissimo interesse per il comparto olivicolo e
che abbiano una ricaduta tangibile sulla economia e sul tessuto sociale. La prima giornata intitolata ‘Itinerario nei luoghi colpiti dalla Xilella – dalle osservazioni scientifiche alle strategie per sal-
condiviso la prima stesura di un documento da portare all’attenzione dell’assessore all’Agricoltura della Regione Puglia e del presidente della Regione Puglia per proporre interventi basati su
oleario pugliese. Con questi obiettivi è stata ideata dall’Associazione dei Frantoiani di Puglia (AFP), aderente all’AIFO (Associazione Italiana dei Frantoiani Oleari), una due giorni di studi, visite degli oliveti e incontri che si è svolta lo scorso 6 luglio nel Salento e venerdì 7 a Bari. L’iniziativa è stata organizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Bari ‘Aldo Moro’ e, in particolare, con i docenti del ‘Centro di Ricerca sull’Olivo e l’Olio’ che si sono impegnati ad attuare una delle tre missioni affidate agli atenei italiani: fornire risposte concrete agli operatori della filiera, proponendo e promuovendo azioni
vaguardare il patrimonio oleicolo’ è stata caratterizzata da un tour in bus che è partito da Bari e si è snodato attraverso un percorso che ha fatto tappa negli uliveti di Gallipoli, Alezio, Presicce, Ugento e Oria. Nel pomeriggio una sessione tecnico-scientifica che si è svolta al Museo archeologico di Ugento con gli interventi di Stefano Caroli, presidente AFP, Pierfederico La Notte, Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante (IPSP) - CNR di Bari e Francesco Porcelli, Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Università di Bari. Al termine della giornata gli operatori e i ricercatori hanno
un approccio partecipativo con gli attori della filiera. La seconda giornata si è svolta nel cortile del Palazzo Ateneo di Bari con l’incontro riservato agli stakeholder intitolato “Misura 4.2 - Sostegno agli investimenti a favore della trasformazione, commercializzazione e/o dello sviluppo dei prodotti agricoli” (determinazione Autorità di Gestione PSR Puglia 20142020 n. 102 del 19/06/2017). I lavori sono stati aperti da Biagio Bianchi, DiSAAT Università di Bari cui sono seguiti gli interventi su ‘L’ammodernamento del frantoio come chiave di competitività’ di Elia Pellegrino, AIFO; ‘Assistenza e consulenza nell’iter procedura-
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le della misura 4.2’ di Manlio Cassandro, Cassandro srl;; ‘La parola ai costruttori di impianti oleari’ di Michele Stillavati, Amenduni SpA; ‘La prevenzione incendi nei depositi di olio di oliva’ di Giuseppe Cannarozzo, OSVE srl con conclusioni affidate a Maria Lisa Clodoveo, DiSAAT Università degli Studi di Bari. Nel cortile allestita un’area espositiva riservata alle aziende per la presentazione dei loro prodotti/servizi e per incontri b2b. Nel pomeriggio è stato possibile visionare il ‘Sono Heat Exchanger’, il primo prototipo in scala industriale che combina ultrasuoni e scambio termico per l’estrazione dell’olio extravergine di oliva, realizzato nell’ambito del cluster tecnologico PerformTech. ‘La Puglia olearia – spiega Stefano Caroli, presidente dell’AFP - si ritrova ad affrontare contemporaneamente una minaccia, la Xylella, e un’opportunità, la Misura 4.2 del PSR, che consentirà ai frantoiani di innalzare il livello tecnologico degli impianti. Questi argomenti, apparentemente distinti, rappresentano un unicum. L’opportunità
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di un rinnovo completo delle macchine potrebbe essere vano se non si prende coscienza della minaccia della Xylella che avanza inesorabile e che, se non contenuta, sot-
trarrà la materia prima necessaria per dare ragione all’esistenza dei frantoi in Puglia e, probabilmente, nel resto d’Italia che si approvvigiona di olive della Puglia’.
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Piena fiducia nella Magistratura ma no alle generalizzazioni
CIA Puglia e gli arresti in Puglia: “Non criminalizziamo gli agricoltori”
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iena fiducia nel lavoro della magistratura, la politica e la pubblica opinione non facciano l’errore di criminalizzare un intero comparto: l’agricoltura è fatta soprattutto di persone perbene, che a costo di enormi rischi e sacrifici cercano di produrre sviluppo e reddito non solo per stessi ma per migliaia di famiglie”. E’ con queste parole che Raffaele Carrabba, presidente regionale di CIA Agricoltori Italiani della Puglia, commenta la notizia degli ultimi arresti sul territorio pugliese. “A Foggia, con il contributo di tutti gli attori del tavolo, siamo riusciti a raggiungere un’intesa proficua con il nuovo contratto agricolo provinciale”, ha aggiunto Carrabba. “Stiamo lavorando tutti i giorni affinché questo risultato possa essere raggiunto anche per le altre province, a cominciare da Bari, Lecce, Brindisi e Taranto”. Alla base della lotta alla illegalità, secondo CIA Agricoltori Italiani della Puglia, devono esserci regole realmente condivise, una visione più ampia del ruolo fondamentale ricoperto dagli agricoltori non solo economicamente e dal punto di vista occupazionale, ma anche dal punto di vista sociale e culturale. “Lo abbiamo detto in tempi non sospetti”, continua Carrabba: “massimo rigore nel perseguimento di gravi reati qua-
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li il caporalato e lo sfruttamento dei lavoratori e, allo stesso tempo, coordinamento nei controlli, messa in atto di azioni positive e di sostegno verso le aziende agricole sane, che sono la stragrande maggioranza. L’azione repressiva nei confronti di gravi reati quali il caporalato e lo sfruttamento dei lavoratori non può che esser perseguita con la massima tenacia e durezza, allo stesso tempo non va trascurato il fatto che le normative in tema di caporalato vanno ad aggiungersi a un apparato sanzionatorio già estremamente articolato e complesso. Servono azioni positive e di sostegno nei confronti della maggioranza delle aziende agricole sane, con incentivi alle assunzioni e semplificazione amministrativa, per un reale cambiamento, altrimenti si darà ragione a chi, sbagliando, criminalizza un comparto che è l’unico, in Italia, a far crescere l’occupazione in generale, offrendo le maggiori possibilità lavorative a giovani, donne e immigrati”. CIA Agricoltori Italiani della Puglia chiede da tempo un approccio ispettivo completamente nuovo e diverso da quello attuale, un sistema di vigilanza che dia priorità alle violazioni sostanziali rispetto a quelle formali, che non sia percepito dalle aziende come vessatorio, che sia più efficiente nei confronti delle
reali situazioni di violazione, più fiducioso nei confronti di tutto il resto di un settore che, tra mille difficoltà, apporta valore, lavoro, qualità. I controlli vanno operati, ma sugli stessi è necessario vi sia pianificazione e coordinamento tra gli esecutori degli stessi. Non è accettabile, infatti, che in una stessa azienda agricola, sul medesimo appezzamento e per l’identico gruppo di operai si concentrino più controlli nell’arco di pochi giorni da parte di Carabinieri, Ministero del Lavoro, Corpo Forestale dello Stato e Guardia di Finanza che richiedono di verificare – a distanza di poche ore – la stessa documentazione bloccando per ore e ore il lavoro aziendale. Serve, dunque, che venga urgentemente reso operativo il registro unico dei controlli e che sia attuato uno snellimento burocratico di tutte le procedure. “I veri agricoltori, i nostri agricoltori, sono impegnati nel rispetto della legge e della legalità, e nella valorizzazione di una ‘fabbrica a cielo aperto’ in cui investono tutta la loro vita, col rischio di vedere vanificati i loro sforzi da fenomeni climatici impazziti o dai furti e dall’azione della criminalità. Sostenere l’agricoltura è un impegno comune che deve contraddistinguere tutti quanti, enti, istituzioni, associazioni e aziende”, conclude Carrabba.
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Sovraproduzione di albicocche e susine
La frutta lasciata marcire sugli alberi? Sconfitta per tutti
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lbicocche non raccolte e lasciate sull’albero. Tappeto di frutti per terra il cui unico giovamento, ormai, è la bio-concimazione. Sono immagini che quest’estate stiamo vedendo sempre più spesso, per un sovracarico di prodotto (specie per colture come appunto le albicocche o le susine), ad un offerta superiore alle richieste del mercato ed in ultimo ma non meno importante la scarsa remunerazione che viene “garantita” ai produttori di tali frutti. “Chiediamo attenzione verso noi agricoltori, che dovremmo vivere di questo senza troppi intoppi, in un settore, quello primario, che è
il più importante. Non chiediamo l’elemosina, non chiediamo regali, vogliamo semplicemente vivere e non morire come sono morte le nostre albicocche”: questo il grido di allarme lanciato da alcuni produttori del Metapontino. Qualcuno, nei giorni scorsi, ha calcolato che un agricoltore abbia dovuto raccogliere 12 kg di albicocche per l’equivalente (€ 3,60) di un cono gelato. Quando si vedono situazioni come queste, la sconfitta è di tutto il sistema. Quest’anno di albicocche ce ne sono fin troppe, è vero, anche a seguito di condizioni meteo favorevoli. Ma il settore avverte come ormai non più rimandabile
un “patto di sopravvivenza”, ad esempio il riconoscimento di un prezzo minimo sotto il quale non si debba scendere. Purtroppo, siamo in regime di libero mercato, dove è l’equilibrio tra domanda e offerta (anche se non sempre il tutto risulta così lineare e trasparente) a fare il prezzo: se la produzione è in eccesso rispetto alla domanda, il surplus rischia di rimanere sulle piante. Gli agricoltori più accorti, non a caso, sono quelli che diradano pesantemente, in modo da ottenere calibri elevati: è innegabile infatti che il mercato richieda per lo più frutta di grossa pezzatura.
MENTRE AUMENTANO OCCUPAZIONE E DIPENDENTI IN ALTRI SETTORI
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LAVORO: ISTAT, IN AGRICOLTURA -0,6%
el primo trimestre del 2017 le ore lavorate in agricoltura calano dello 0,6% su base annua e fanno registrare un aumento dello 0,6% sul trimestre precedente. Lo rende noto l’Istituto Nazionale di Statistica. Sempre nel primo trimestre del 2017 l’occupazione mostra una crescita congiunturale, 52mila, 0,2%, dovuta all’ulteriore aumento dei dipendenti, 78mila, 0,4%,
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soprattutto a termine, 51mila, 2,1%, mentre tornano a calare gli indipendenti, -26mila, -0,5%. Il tasso di occupazione cresce 0,2 punti rispetto al trimestre precedente. I dati mensili più recenti, ad aprile 2017, mostrano al netto della stagionalità un consistente aumento degli occupati, 0,4% rispetto a marzo, corrispondente a 94mila unità, che riguarda sia i dipendenti che gli indipendenti.
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Rassegna stampa da georgofili.info
L’AGRICOLTURA ASSOCIATA PUÒ ESSERE PIÙ COMPETITIVA?
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’origine dell’agricoltura e della proprietà dei terreni coltivabili sono legate all’uomo da quando iniziò la sua vita stanziale e lo scambio dei prodotti. Una lunga e complessa storia che ha lasciato tracce di tante esperienze vissute, ma mai rimasta costante e uguale nello spazio e nel tempo. Vorrei richiamare l’attenzione, dei giovani, soprattutto su quella “mezzadria” che non hanno vissuto e forse neppure studiato, pur essendo stata fulcro della “civiltà contadina”, che molti amano ricordare. E’ stata un grande e apprezzato sistema associativo per la gestione della terra coltivata. Nata agli inizi del XIII secolo, si è diffusa in particolare nel centro-nord della nostra penisola e in alcuni territori europei. Si era ben compreso che, condividendo con i lavoratori i risultati produttivi, si potevano ottenere redditi maggiori. I “poderi” venivano infatti condotti associativamente, stipulando appositi contratti, anche diversi tra loro e basati sulle specifiche caratteristiche ambientali locali e sulla composizione della famiglia colonica. Nel tempo la popolazione agricola è andata aumentando e le forze lavoro delle famiglie crescevano, mentre i concessionari tendevano a frazionare i poderi per incrementare ulteriormente le produzioni e i redditi unitari. Dopo l’ultimo conflitto mondiale mezzadri e concedenti (entrambi animati da comprensibile spirito di conservazione) erano ancora ostili alle innovazioni tecniche. Ma già alla metà del secolo scorso le ideologie politiche prevalenti ascoltarono le piazze mosse a chiedere “pane e lavoro” e “terra ai contadini”. Senza neppure accorgersene, tutto stava già cambiando: le industrie stavano rapidamente crescendo e i lavoratori agricoli lasciavano le campagne, attratti dalle migliori condizioni offerte nelle zone urbane o in
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di Franco SCARAMUZZI
loro prossimità. Si era puntato e si continuò a favorire e sostenere finanziariamente la creazione di piccole proprietà contadine, oltre che attraverso riforme fondiarie e agrarie, anche con espropri e colonizzazioni di terre incolte o giudicate insufficientemente coltivate. Credo, però, che oggi le terre non sufficientemente coltivate siano diventate molto più numerose, pur essendosi verificata una crescente diminuzione della superficie agraria disponibile. Lo sviluppo industriale offrì condizioni migliori di lavoro e la manodopera agricola migrò rapidamente dalle campagne. Per le imprese agricole divenne quindi indispensabile utilizzare ogni possibile meccanizzazione, adeguando l’ampiezza degli appezzamenti, le sistemazioni idrauliche, i sistemi di coltivazione specializzata, ecc. Gli agricoltori cercarono di utilizzare tutte le soluzioni possibili. I più rapidi credo siano stati i viticoltori, che hanno sviluppato programmi chiari e mirati. Molte imprese che disponevano di autonome cantine e di organizzati settori commerciali, senza bisogno di filiere, hanno esteso vigneti a perdita d’occhio, spesso rispettando solo i boschi e qualche olivo che non poteva essere estirpato a causa di nuove leggi paesaggistiche. Le nuove tecnologie avanzate però non contemplano solo lo sviluppo della meccanizzazione, ma anche l’uso della comunicazione digitale che consente la visione e la guida a distanza, tramite satelliti, droni, computer, robot, ecc. Continuano ad aggiungersi crescenti conoscenze dalla ricerca scientifica universale che stimoleranno ulteriori cambiamenti. Gli agricoltori stanno infatti cercando di rivalutare varie forme di associazionismo, al fine di realizzare aziende di dimensioni adeguate, anche se di proprietà diverse, per trovare soluzioni non di facciata, ma inno-
vative, concrete e razionali. Come se, con l’ottimismo della ragione, riemergesse un mondo agricolo valido e lungimirante. Il titolo di questo testo è chiuso da un punto interrogativo, non per dubbio sulla fattibilità di nuove gestioni agrarie associate, ma per i tanti ostacoli, di ogni genere, spesso creati dalla pesante e lenta burocrazia, con l’aggiunta della torbida palude nella quale sembra caduta la nostra politica. Lo Stato deve quindi essere più autorevole e pronto a recepire, valutare e avvallare nuovi percorsi che gli imprenditori possano liberamente scegliere.
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Argomento il disagio provocato dai controlli troppo rigidi e assillanti
Apeo incontra il Presidente Puglia Emiliano
u iniziativa del Consigliere Regionale Gianni Stea, Apeo (Associazione Produttori Esportatori Ortofrutticoli) ha organizzato un incontro con il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. Una piccola delegazione è stata ricevuta dal Governatore Emiliano, al quale sono stati consegnati i dati occupazionali ed economici delle aziende associate ed è stata ribadita la ferma volontà di voler continuare a lavorare con passione e responsabilità, al fianco delle istituzioni per debellare la piaga del caporalato, ma nel contempo , è stato riferito della
preoccupazione e dell’estremo disagio in cui versano le aziende agricole e ortofrutticole della Regione, per rigidi controlli presso le stesse spesso asfissianti e a tolleranza zero. I punti e le problematiche evidenziati nella conversazione sono stati: 1) Contratto di lavoro, non ancora firmato nelle province di Bari e B.A.T. e la presa di coscienza da parte sindacale di adeguare al ribasso le tabelle salariali o come fatto per le provincie di Foggia e Taranto di adeguare al ribasso i livelli delle mansioni, (ci ha riferito che parlerà personalmente con Organizzazioni Datoriali e Sindacati) 2) Controlli asfissianti (il Presidente
si farà promotore di un incontro con Organi Ispettivi e di Controllo) 3) Legge 199 (Organizzare convegni per far emergere le problematiche e le proposte di modifica) Emiliano, pur nella consapevolezza di una sua incompetenza per le problematiche espresse, si è reso disponibile ad intervenire e mediare sulle diverse sedi, per consentire lo sviluppo delle relazioni che da un lato favorisca l’adeguamento e la semplificazione della normativa e dall’altro consenta al comparto produttivo agricolo pugliese di continuare ad operare in serenità per preservare occupazione e sviluppo.
Importante come vengono poste le domande
Visite ispettive in azienda: l’agguato e’ dietro l’angolo
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a visita in azienda da parte del personale ispettivo di Autorità pubbliche di controllo è sempre un evento temuto. La complessità della legislazione che disciplina l’attività di un’impresa ortofrutticola è tale che anche il più diligente degli imprenditori, assistito dal più preparato dei professionisti, non è mai sicuro di andare esente da contestazioni per una qualche violazione. In particolare, sono temute le verbalizzazioni delle dichiarazioni rilasciate dai lavoratori agli ispettori del lavoro, in quanto rappresentano uno strumento probatorio importante e non sempre sono raccolte con modalità esenti da critica. Ai funzionari ispettivi compete un complesso di poteri autoritativi che comprende, oltre al potere di ispezione e di accesso, quello di ricerca di notizie e prove per verificare la corretta applicazione, da parte del datore di lavoro, delle norme che regolamentano il rapporto lavorativo. Inoltre gli ispettori nell’esercizio delle proprie funzioni rivestono la qualifica di pubblici ufficiali e il verbale fa piena prova, fino a querela di falso, dei fatti attestati avvenuti alla sua presenza o da lui compiuti. La fede privilegiata di quanto è scritto nel verbale non si estende alla verità sostanziale di quanto è stato riferito al verbalizzante. Ad esempio, se un lavoratore dichiara di aver lavorato diciotto ore consecutive
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senza mai riposare, il verbale che raccoglie la dichiarazione fa piena prova che la stessa sia stata rilasciata all’ispettore, ma non che sia vera la circostanza del lavoro ininterrotto per un periodo così lungo. Molto importante è come gli ispettori pongono le loro domande in modo da non mandare in difficoltà gli agricoltori, spesso di cultura inferiore. La domanda, a seconda di come è posta, può avere risposte ben differenti. E’ nota la storiella dei due frati fumatori. Uno dei due chiede al padre superiore: “Padre, è possibile fumare mentre si prega?” Questi risponde severamente: “Assolutamente no! Ci mancherebbe altro; quando si prega non si fuma!” Passa qual-
che giorno. L’altro frate va dal superiore e gli chiede: “Padre, mentre fumo posso pregare?”. La risposta è altrettanto ferma: “Ma certo, fratello, ogni momento è buono per pregare!” Associazioni e consulenti hanno invece il compito di vigilare sui vigilanti: debbono infatti segnalare le criticità rilevate in sede d’ispezione. Le imprese sono già abbastanza penalizzate dalla pressione fiscale, dall’inefficienza della pubblica amministrazione, dalla mancanza di strutture, di servizi e da un Paese che non fa sistema, subire ingiustizie anche in occasione di questi controlli periodici per molti si potrebbe rilevare fatale.
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PER 3605 AGRICOLTORI
BIO: COLDIRETTI PUGLIA, 28MLN PAGAMENTI AGEA BOCCATA D’OSSIGENO
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l pagamento di 28 milioni di euro da parte di Agea – secondo Coldiretti Puglia – è una boccata d’ossigeno per 3605 agricoltori pugliesi che hanno presentato domanda di beneficio per la coltivazione biologica (Misura 11) dai produttori partecipanti entro il 15/05/2016 (primo bando), sia per la Sottomisura 11.1, per i pagamenti per la conversione in metodi e pratiche di agricoltura biologica, sia per la 11.2 relativa ai pagamenti per il mantenimento di metodi e pratiche di agricoltura biologica. La Puglia è una delle 3 regioni più bio d’Italia, con 4815 produttori nel 2016 e una crescita dell’1,3% rispetto all’anno precedente (dati Sinab) e la prima per numero di trasformatori con 1.234 pro-
duttori/operatori. In un periodo di contrazione dei consumi, sono addirittura aumentati in Puglia nei primi 5 mesi del 2017 di un ulteriore 18% (dati CIbi, Consorzio Italiano per il Biologico) i consumi familiari di alimenti biologici. “In Puglia si sta assistendo ad un processo di stabilizzazione e normalizzazione – commenta il Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – rispetto alla diffusione del metodo biologico registrato negli ultimi anni, mentre contestualmente continua l’aumento tendenziale dei consumi, delle ditte di trasformazione e dei servizi connessi alla filiera dell’agricoltura biologica come agriturismi, mense bio, ristoranti e operatori certificati, il tutto pari ad un
aumento dell’81 percento”. Le pratiche bio interessano tutti i comparti agricoli: olivo (32%), cereali (22%), vite (6%), frutta (2%). Anche rispetto al segmento dell’acquacoltura biologica 3 impianti sono pugliesi”. La continua richiesta di prodotti freschi e di stagione stimola l’imprenditore biologico a ricercare ulteriori forme di contatto commerciale con il consumatore. I timori dei consumatori, innescati dagli scandali alimentari, si sono tradotti in una seria preoccupazione per la sicurezza alimentare e in una domanda crescente di garanzie di qualità e maggiori informazioni sui metodi di produzione.
Per rafforzare propria autonomia
Unione produttori biologici: entrano nuovi soci
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’assemblea UPBIO (Unione dei Produttori Biologici e Biodinamici), riunita a Bologna il 27 Giugno scorso, ha rilanciato l’importanza del ruolo di rappresentanza dell’Associazione con l’ingresso di nuovi soci e la programmazione di una serie di attività, sia a livello locale che internazionale. L’UPBIO intende così rafforzare una propria autonomia di analisi, di denuncia e di proposta, soprattutto nell’attuale contesto socio-economico in cui una maggiore
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sensibilità alle tematiche ambientali e salutistiche si concretizza in una crescita degli scambi e dei volumi del mercato biologico. Crescita che richiama l’interesse e l’ingresso nel settore di potentati economici tradizionali, di grossi gruppi industriali e finanziari in grado di sviluppare ed influenzare le politiche e le leggi che regolamentano il settore a discapito sia dei produttori, dei consumatori e con limitati vantaggi ambientali. I soci ritengono quindi indispensabile mantenere e
potenziare una rappresentanza unitaria delle istanze dei produttori agricoli biologici italiani che prescinda dalle singole appartenenze politico-sindacali, capace di relazionarsi con enti, istituzioni e, soprattutto, con il mondo dell’associazionismo e della cooperazione biologica, etica e solidale. Tra i primi impegni vi è l’approfondimento dei temi relativi alla riforma del Sistema di Certificazione, anche in coincidenza della recente proposta di Decreto emanata dal MIPAAF.
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groalimentare
Il progetto di Cso Italy
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Freshness from Europe, i numeri del secondo anno
l progetto Freshness from Europe finanziato da Unione Europea, Stato italiano e Cso (Centro Servizi Ortofrutticoli) Italy con Apo Conerpo, Alegra e Naturitalia, Apofruit, Assomela, Cico Mazzoni, Made in Blu, Oranfrizer, Origine Group, Ceradini Group eConserve Italia, ha chiuso il secondo anno di attività di promozione internazionale dell’ortofrutta fresca e trasformata con il Summer Fancy Food del 25/27 giugno a New York. Un anno di intensa attività internazionale per Cso Italy che, grazie al progetto triennale finanziato per un valore complessivo di 3,6 milioni di euro, ha organizzato oltre 210 giornate promozionali nei diversi Paesi target, dalla Cina agli Emirati Arabi Uniti, dal Nord America al Giappone. Grande attenzione è stata rivolta quest’anno alla Cina, con l’esordio del progetto presentato a Pechino nel mese di gennaio, alla presenza di massime autorità del settore agricolo cinese e con la partecipazione delle aziende italiane. Nel corso dell’anno il progetto è stato presentato nelle più importanti fiere del mondo, da Asia Fruitlogistica a Pma, Canadian Pma, Wop Dubai, Winter e Summer Fancy Food e Foodex in Giappone. Nel corso delle diverse iniziative promozionali e fieristiche sono stati distribuiti migliaia di materiali informativi e realizzati complessivamente oltre 30 milioni di contatti utili. Il sito dedicato al progetto www.freshnessfromeurope.eu ha registrato oltre 300mila pagine visitate. Le attività messe in campo con il progetto, oltre ad offrire la possibilità di intercettare clienti interessati all’ortofrutta fresca e trasformata Made in Italy, hanno consentito a Cso Italy e alle aziende partner di presentare i prodotti “ambasciatori dell’ortofrutta italiana nel mondo”. Primo tra tutti il kiwi di cui l’Ita-
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lia è primo produttore mondiale e che risulta in continuo incremento nell’export in tutti i paesi target tra cui in particolare la Cina. Vanno citati poi gli agrumi, in particolare le arance, che da quest’anno potranno essere finalmente esportate in Cina. La frutta estiva e la IV gamma hanno trovato ampio mercato negli Emirati nonostante un’annata difficile per la remunerazione dei prodotti. Le pere hanno trovato spazio principalmente in Canada e si sta lavorando per l’apertura del mercato cinese, insieme alle mele. L’ortofrutta
trasformata ha realizzato buone performance in Cina, Canada e Usa. Da luglio prende avvio la nuova annualità con un budget totale di più di un milione di euro destinati a fiere b2b, pubblicità e promozioni. La crescita dell’export italiano del settore dell’ortofrutta fresca, con + 6% nel primo trimestre 2017 per un valore alla produzione di 12,3 miliardi di euro e del kiwi in particolare, in forte ascesa nell’export con incrementi del + 30% nel 2016 proprio nei Paesi target del progetto come Cina, Usa e Canada, lasciano ben sperare per la prossima annata.
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gricoltura
Più di tre mesi passati dalla presa impegno governativa
Patate, la filiera fa pressing alla Camera
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fine marzo la Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati ha approvato la risoluzione conclusiva di dibattito che impegnava il Governo ad attuare una serie di interventi per il settore pataticolo. Trascorsi più di tre mesi non si conoscono ancora gli sviluppi. “È dal 2012 che gli agricoltori sono ingannati con un piano nazionale per il settore pataticolo mai attuato – dichiara L’Abbate deputato pugliese del Movimento Cinque Stelle – Ci sembra doveroso, dunque, che siano date loro risposte sul relativo finanziamento di circa tre milioni di euro previsto per le azioni del piano, sulle iniziative che il Governo ha assunto per rafforzare i rapporti di filiera attraverso il riconoscimento di Aop, Associazioni di organizzazioni di pro-
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di Rino PAVONE
duttori nazionali, e su quali ulteriori misure il ministro Martina ha messo in campo in relazione agli altri impegni contenuti nella risoluzione approvata alla Camera”. “Infine – conclude – abbiamo chiesto se siano giunte al Mipaaf richieste per la costituzione di una Commissione unica nazionale (Cun) per il settore, come previsto dalla legge 91/2015”. Numerosi furono gli impegni presi dal Governo con la risoluzione approvata a marzo. Dalla lotta alle principali problematiche fitosanitarie e alle fisiopatie, allo sviluppo di uno specifico progetto di miglioramento genetico; dall’attivazione di programmi colturali dedicati alla produzione di tuberoseme nazionale, all’adozione da parte degli operatori di innovazioni tecnologiche in grado di aumentare le rese, la redditività
e la sostenibilità di una produzione di altissima qualità; dall’adozione di azioni specifiche per la tracciabilità dell’origine delle patate con l’impiego della tecnica degli isotopi, all’avvio di un programma di informazione al consumatore in materia di sicurezza alimentare, fino al rinnovo della convenzione con l’Osservatorio economico della patata e allo sviluppo di progetti di ricerca per l’individuazione degli itinerari tecnici più adatti e delle varietà più appropriate alla coltivazione della patata con metodo biologico. Rilevanti i numeri del comparto: più di 50mila coltivatori, oltre 55mila ettari di superficie investita, per una Produzione lorda vendibile di quasi 800 milioni di euro per le patate da consumo e circa 100 milioni per quelle da industria.
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gricoltura
Mirava a togliere il monopolio ai Centri di Assistenza Agricola
Respinta liberalizzazione fascicolo aziendale per le imprese agricole
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a Camera approva la legge annuale per il mercato e la concorrenza non liberalizzando, però, il fascicolo aziendale per le imprese operanti nel primo settore. La maggioranza guidata dal Partito Democratico, infatti, ha bocciato a Montecitorio l’ordine del giorno proposto dai Cinque Stelle. Secondo il Movimento Pentastellato “da un lato si parla di promuovere la concorrenza e di razionalizzare gli adempimenti burocratici per le imprese ma poi si prendono decisioni in senso esattamente opposto. L’esclusività riconosciuta ai Centri di Assistenza Agricola (CAA) nella presentazione delle domande di aiuto per l’erogazione dei contributi comunitari, nella gestione del fascico-
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lo aziendale e più in generale nella assistenza alle imprese agricole costituisce un ingiustificato privilegio oltre che un considerevole onere per le aziende. Peraltro, a fronte anche di contributi statali che si sommano ai pagamenti per i servizi resi agli agricoltori. Se proprio si vuole aprire alla concorrenza questi servizi potrebbero essere utilmente resi dai dottori agronomi, professionisti abilitati non solo a sopralluoghi e relazioni agronomiche ma anche alla predisposizione di ogni documentazione necessaria. O, addirittura, si potrebbe permettere alle stesse aziende agricole di svolgere questi adempimenti in autonomia”. I cinque stelle invitano quindi il Governo “a procedere urgentemente
alla liberalizzazione del fascicolo aziendale al fine di consentire anche agli agronomi ovvero alle stesse aziende agricole di poter provvedere all’espletamento delle domande di contributo e ad ogni altro adempimento necessario allo svolgimento dell’attività agricola”. Una liberalizzazione che il settore primario, però, probabilmente dovrà ancora attendere a lungo. “Si sarebbero potute creare nuove occasioni di lavoro per i tanti laureati nelle materie agronomiche e, al contempo, si sarebbero abbattuti i costi per le imprese agricole. Un’ occasione persa su più fronti per mantenere un monopolio ingiustificato a favore dei CAA” la chiosa finale da parte del Movimento di Beppe Grillo.
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ivaismo
Tre giorni di festa tra fede, devozione popolare, arte e storia
MadiainFiore: edicole votive infiorate per la Patrona di Monopoli di Paola DILEO
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rchiviata la prima edizione di MadiainFiore, la tre giorni mariana (dal 30 giugno al 2 luglio scorsi) che ha dato lustro alla venerata icona della Madonna della Madia - patrona della città di Monopoli – in vista del IX centenario dell’approdo a mare. L’evento ideato e organizzato da Paola Dileo, Antonella Pino
socio- antropologico, delle edicole votive della città antica, si è rivelata esaltante per l’identità del paese e una vetrina di originale bellezza per il settore florovivaistico locale, che ha accettato la sfida di infiorare questo singolare patrimonio di devozione popolare. L’obbiettivo? Catalizzare lo sguardo sulle tante riproduzioni della Madonna della
reverenziale per la patrona di Monopoli. Per i “fedeli di lungo corso” l’emozione è stata doppia: l’edicola con i caratteristici lumini , un tempo ,non era solo a portata di preghiera , ma un utile punto di orientamento per le vie, nelle ore notturne, data l’assenza di illuminazione pubblica; quindi anche luogo d’incontro privilegiato , dove “novellare” o pro-
e Gap Monopoli con il supporto del Comitato per il IX centenario, presieduto dal Vescovo monsignor Giuseppe Favale, ha inteso valorizzare un elemento simbolico decorativo peculiare del tessuto urbano monopolitano: l’edicola votiva. La sacra effigie dell’icona bizantina con il suo carico prodigioso , affiora in tante nicchie del borgo antico, del murattiano e in altrettanti tempietti dell’agro. Testimonianza diffusa della devozione mariana nella città barese e mai interrottasi nel corso della storia, fedelmente trasmessa di generazione , in generazione, fino ai giorni nostri. MadiainFiore ha focalizzato l’attenzione su questi piccoli gioielli sacri, fortemente identificativi per la comunità dei fedeli e non , insieme alla cattedrale, agli ex voto e al rituale approdo a mare. L’idea di un concorso florovivaistico che elogiasse lo straordinario valore religioso, storico-artistico,
Madia , in taluni casi abbandonate al proprio destino e suscettibili di interventi di restauro, nonostante le “famiglie custodi” assicurino la luce e una decorosa manutenzione; sensibilizzare il senso di appartenenza alla comunità e alla sua protettrice in un clima di condivisione; portare alla ribalta scorci meno noti del borgo antico, ugualmente suggestivi e meritevoli di riscatto; stimolare la crescita di spazi verdi e fioriti, nell’ottica di un miglioramento estetico e della vivibilità urbana. La tre giorni mariana ha voluto innescare la scintilla della compartecipazione in un momento particolare per la cittadinanza, culminato nella proclamazione di Civitas Mariae, avvenuta il 1 luglio 2017. Il corteo devozionale, allietato dalla banda cittadina tra viuzze, vicoli, chiassi, archi della città vecchia , sulle tracce delle edicole infiorate, ha confermato l’amore e il rispetto
mettersi amore eterno, nel caso di fidanzatini. Ieri fulcro della religiosità e vita quotidiana , oggi riscoperta grazie alla devozione popolare, mai arenatasi: la cura in molti casi è doviziosa , immancabili il lumino, il faro, tovagliette e tende in pizzo, fiori , con un chiaro richiamo agli altarini. In questo sforzo corale in nome dell’adorata Madonna della Madia , determinante è stata l’opera prestata da vivaisti e giardinieri monopolitani, cimentatisi in spazi floreali degni della patrona. Il primo premio del concorso florovivaistico MadiainFiore (migliore allestimento per creatività) è andato ad Andrea Lamanna di “Piantatela” per l’edicola di via Perrini; il 2° premio (miglior allestimento per assortimento floreale) è stato aggiudicato a parità da Arte e Giardini di Cosimo Nebbia e Lorenzo Carolillo Giardini, rispettivamente per le edicole di Vico Oscuro , Via Barbacana
e Via Cavaliere , Vico Acquaviva; il 3° premio (miglior allestimento per armonia col paesaggio) sempre a parità, è stato vinto da Euroverde di Giovanni Notarnicola e Vivai Stefano Capitanio, per l’edicole di chiasso Carmelano e di Via S Cosma. L’invito ad onorare la venerata icona è stato accolto con fervore dal mondo artistico: due mostre collettive hanno suggellato la tre giorni mariana con
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“Omaggio alla Madonna della Madia” e “Madia in Fiore”, ad esporre nella prima gli artisti monopolitani Ada Barletta, Franco Tarantino, Gianni Comes, Giuseppe Pavone, Nino Brescia e Vito Rotolo; nella seconda, in collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di Bari - curatrice Annamaria Ippolito - hanno esposto Anxela Danushi (Albania), Domenico Cancellara (Italia), Letizia Ricciardi
(Italia), Natalija Dimitrijevic (Serbia), Joan Josif (Romania).A documentare la tre giorni anche un concorso fotografico amatoriale: si è imposta all’attenzione del pubblico lo scatto “Sguardo Materno”di Giovanni Barnaba. Le visite guidate per le edicole mappate e i siti d’arte sono state curate dall’Ass. To Monopoli di Paola Calabretto.
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Lo scorso 5 luglio nel Castello di Copertino (LE)
L’offerta formativa di tutte le Università pugliesi in un unico grande evento
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’offerta formativa di tutte le Università pugliesi in un unico grande evento, lo scorso 5 luglio nel Castello di Copertino (LE): “L’iniziativa nasce dall’idea di ‘Università della Puglia’, di un modello che tenga dentro tutto il sistema universitario pugliese, supportandolo e valorizzandolo nelle sue specificità ma sempre connesso al brand Puglia, ormai fortemente riconosciuto ed identitario – dichiara Sebastiano Leo, Assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro - Da qui l’idea di realizzare un’azione di sistema: una serie di eventi itineranti che, coinvolgendo tutti gli atenei pugliesi, permettano di costruire una connessione con la società civile per intercettare tutti gli attori a vario titolo coinvolti nella scelta di un futuro percorso di studi di uno studente”. Tutte le novità dell’offerta formativa delle Università Pugliesi (Atenei di Bari, Lecce, Foggia e Politecnico di Bari) in unico grande evento dal titolo #studioinpuglia_Generazioni Connesse. Organizzato dall’Orsif (Osservatorio Regionale dei Sistemi di Istruzione e Formazione) è stata un festa tra musica, arte e cultura per potenziare l’attrattività del sistema di istruzione terziaria della Puglia tenutasi nel Castello di Copertino (LE). Le Università pugliesi si sono incontrate, dunque, con i giovani e le loro famiglie per presentare i tanti nuovi corsi di studio in turismo, industria creativa, agricoltura, disegno industriale, etc. La tappa di Copertino ha inaugurato il ro-
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adshow che nei prossimi mesi toccherà anche la città di Bari, Foggia e Taranto con ospiti e relatori provenienti da tutta Italia. L’evento è strutturato in due momenti: il primo, pomeridiano, dedicato alla convegnistica, il secondo serale dedicato alla musica. Per tutta la durata dell’evento, infine, è stato e sarà possibile visitare la “_University
Experience_”, un viaggio straordinario nei nostri atenei tra prototipi, attività interattive e degustazioni, e la mostra di street art a cura del collettivo “_ Pigment Work Room_”. L’iniziativa dell’Osservatorio Regionale dei Sistemi di Istruzione e Formazione è cofinanziato dall’Unione Europea a valere sul PO 2014/2020.
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gricoltura
In alcuni supermercati un test commerciale, dividendo i frutti in dolci e aciduli
Pesche e nettarine in due sole categorie: parte la sperimentazione nella Gdo
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on è ancora ufficiale, nel senso che non è stata ancora presentata, ma Nazario Battelli dell’organizzazione interprofessionale Ortofrutta Italia e altri esperti ci stanno lavorando su da mesi. Nelle prossime settimane, se tutto procederà come deve, partirà una sperimentazione nella GDO per offrire al consumatore due sole tipologie di pesche e nettarine. Da un lato quelle dolci, dall’altro quelle acidule. Naturalmente se la categoria dolce-subacida (della quale fanno parte la Big Top per capirci, o la sua ‘erede’ Big Bang) viene compresa subito da tutti, quella acida-acidula sarà da denominare in altro modo. Si potrebbe utilizzare la divisione
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proposta dal ricercatore Stefano Foschi secondo il quale “servirebbe suddividere le pesche e nettarine nelle tipologie ‘dolce e croccante’ e ‘succosa e dissetante’, così che il consumatore abbia un’idea di cosa acquista quando è al supermercato”. Il primo test prevede, allo scopo di rendere il tutto il più semplice possibile, solo frutti a pasta gialla. Negli ultimi anni, le superfici a pesche e nettarine in Italia sono diminuite; eppure vi è ancora una forte confusione, con circa 250 varietà censite. Un’enormità, una responsabilità di cui tutti devono farsi carico e che ha contribuito a far disaffezionare il consumatore da questo articolo. E gli agricoltori che, coraggiosamen-
te, andranno a realizzare un nuovo impianto nella prossima stagione, consigliamo sì di ascoltare i suggerimenti dei tecnici, ma prima di scegliere occorre verificare di persona. Ed è questo il periodo giusto. Fatevi indicare gli impianti già in essere e parlate con il collega agricoltore, guardate di persona le pesche, assaggiatele, verificate a occhio il calibro medio. E gli impianti devono essere nella medesima zona, perché una varietà non risponde allo stesso modo a Cuneo, a Faenza o a Policoro. Poi tirate le somme da soli, perché leggendo i cataloghi dei vivaisti, tutte le varietà sono sempre produttive, con buon sapore e di bell’aspetto. Ci avete mai fatto caso?
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Terrazza Biblioteca Santa Teresa dei Maschi – De Gemmis a Bari
Tu non conosci il Sud e la chiamano estate 2017
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opo il successo della prima edizione del 2016, torna sulla terrazza di Santa Teresa dei Maschi, sede della Biblioteca metropolitana “De Gemmis” (strada Lamberti, 4), a Bari Vecchia, TU NON CONOSCI IL SUD - E LA CHIAMANO ESTATE, l’appuntamento estivo che si inserisce nel progetto culturale TU NON CONOSCI IL SUD, ideato dall’omonima associazione culturale. Ancora una volta sarà un luogo simbolo della città di Bari ad accogliere nel mese di luglio il ciclo di incontri che si propone di offrire spunti e riflessioni sul Sud, partendo dalle sue immagini e dagli stereotipi in cui è ingabbiato, passando per le contraddizioni che lo rendono estremamente moderno. Il primo incontro, “TNCIS – NON C’È PIÙ LA SICILIA DI UNA VOLTA”, si è tenuto lo scorso 13 luglio con lo scrittore e giornalista Gaetano Savatteri, autore dell’omonimo libro “Non c’è più la Sicilia di una volta” (Laterza, 2017),
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e l’editore Alessandro Laterza. La conversazione è stata incentrata su un racconto della Sicilia alternativo rispetto a quello abusato e stereotipato, legato ai tanti capolavori dei primi del ‘900 o ripiegata su se stessa per il versante criminale. Protagonisti dell’incontro “TNCIS – IL DIVARIO È CULTURALE?”, mercoledì 19 luglio (ore 20:30), saranno Massimo Bray, Presidente della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura ed Eva Degl’Innocenti, Direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Taranto – MarTA. Con Alessandro Laterza si indagherà sulla natura del divario esistente tra (i) Nord e (i) Sud e sull’offerta culturale come elemento decisivo per lo sviluppo territoriale del Sud. La serata avrà inizio con il saluto del sindaco della Città Metropolitana di Bari, Antonio Decaro. Giovedì 27 luglio (ore 20:30) ci sarà l’ultimo appuntamento, “TNCIS – ANDARE PER I LUOGHI DEL CINEMA”, che mutua il titolo dal nuovo libro di
Oscar Iarussi, giornalista e saggista, “Andare per i luoghi del cinema”, appena pubblicato da Il Mulino. Con l’autore saranno il produttore cinematografico Domenico Procacci e l’editore Alessandro Laterza. Un percorso fatto di trame, luoghi, volti e aneddoti che fa tappa a Sud per svelarne la bellezza e le contraddizioni. La conversazione sarà introdotta dal saluto della delegata ai Beni Culturali della Città Metropolitana di Bari, Francesca Pietroforte. Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero e gratuito fino a esaurimento dei posti disponibili. “Tu non conosci il Sud - E la chiamano estate” è ideato dall’associazione Tu non conosci il Sud e promosso dalla Libreria Laterza in collaborazione con la Città Metropolitana di Bari e i Presìdi del Libro. L’Organizzazione è affidata a Veluvre Visioni culturali. Scandagliare il Sud serve a tutti perché nella sua essenza presente è già il futuro.
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