FOGLIE n.15/2017

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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE

RICOMINCIAMO

Bari - Bat, rinnovato contratto lavoro agricolo. Un nuovo inizio? agricoltura

Vendemmia ‘17 anticipata in Puglia, rese -20% Xylella, estensione calamità naturale a 2015,‘16 e ‘17 Caporalato tema nazionale: in estate coinvolte 8 regioni agroalimentare

Consumi ortofrutta, sale l’esotica

N° 15 • 1 settembre 2017





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ditoriale

1 settembre 2017 - n.15 - Anno 12

Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE

Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952 Editrice

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Puglia, rinnovo contratto agricolo per le province di Bari e Bat

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opo oltre 18 mesi di trattative, è stato rinnovato il contratto per gli operai e i braccianti agricoli delle province pugliesi di Bari e Bat. In questo anno e mezzo non sono mancati momenti di duro confronto tra le parti. Le tre principali organizzazioni datoriali agricole e due sindacati dei lavoratori hanno fatto squadra per difendere il nuovo contratto di lavoro, per gli operai agricoli e florovivaisti delle province Bari e Bat, che risponde alle esigenze delle aziende a fronte di una retribuzione adeguata. Durante una conferenza stampa, tenutasi nella Sala Azzurra della Camera di commercio di Bari, Cia, Confagricoltura, Coldiretti, Cisl e Uila territoriali, hanno presentato con soddisfazione i principali punti del nuovo contratto provinciale agricolo (unica assente e contraria Cgil Flai che si è ritirata dal tavolo dei lavori ventilando la possibilità che l’accordo possa favorire “il ricorso al sotto salario e a forme distorsive pesantemente sanzionate dalla legge 199 del 2016” ). Il documento siglato prevede un incremento salariale che tiene conto della crisi del comparto agricolo, rispecchiando le reali man-

sioni degli operai assunti. A ciò si aggiunge che il nuovo accordo ha istituito anche un osservatorio che vigilerà sull’evoluzione degli standard occupazionali del comparto. Le nuove norme mirano inoltre a favorire una migliore stabilizzazione occupazionale: lo sforzo è quello di rinnovare e semplificare con un allineamento alle effettive esigenze di impresa coniugate al meglio con un sistema di protezione sociale dei lavoratori. Almeno sulla carta (ed in parte) sono state quindi disciolte alcune criticità per creare un clima più favorevole sia per gli imprenditori agricoli che per gli operai, ad esempio guardando più concretamente all’organizzazione dei lavori aziendali con le relative figure professionali occorrenti per lo svolgimento delle pratiche colturali per produzioni di qualità. Alla conferenza di presentazione erano presenti Michele Lacenere, presidente Confagricoltura Bari-Ba; Marino Pilati, direttore provinciale Coldiretti; Giuseppe Creanza, direttore provinciale della Cia di Bari; Felice Ardito, presidente della Cia provinciale Bat; Pietro Buongiorno, segretario generale Uila Puglia e Pasquale Fiore, segretario generale Cisl Bari-Bat.



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ommario

5 editoriale

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IL RINNOVO DEL CONTRATTO AGRICOLO Per le province di Bari e Bat

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”REGOLE CERTE E CONDIVISE” Le associazioni di categoria sul nuovo contratto

11 BANDO GIOVANI IN AGRICOLTURA Domande da presentare entro ottobre

12 XYLELLA

Estensione calamità naturale a 2015,’16 e ‘17

14 CAPORALATO “NAZIONALE” In estate coinvolte 8 regioni

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16 VENDEMMIA ANTICIPATA IN PUGLIA Promosse azioni di monitoraggio

27 MIPAAF

riceviamo e pubblichiamo

I lavori “estivi”

29 DIGITALIZZAZIONE AGRICOLA

10 LEGGE CONSORZI DI DIFESA “Risponde alle necessità dei lavoratori”

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Caos e rischio perdita opportunità

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rassegna stampa

agroalimentare

AGRICOLTURA

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18 sindaci ai fornelli

22 HAMBURGER DI SUCCESSO

Nutrienti, gustosi e a basso prezzo

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L’ enogastronomia Pugliese in vetrina

23 GRANO

Nuova etichettatura d’origine serve o no?

25 CONSUMI ORTOFRUTTA

turismo rurale

Crescono prodotti esotici, calano quelli “storici”

26 PUGLIA

Nella top tre delle regioni più bio d’Italia

30 TURISMO SLOW

Boom di progetti con la bici


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gricoltura

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“Garantita l’applicazione di regole condivise e certe”

Le dichiarazioni di Coldiretti, Confagricoltura, Cia sul rinnovo del contratto di lavoro

OLDIRETTI - “In uno scenario reso sfavorevole da crisi di mercato, accordi internazionali negativi per le produzioni pugliesi, clima impazzito con bruschi cambiamenti delle condizioni meteorologhe, il mondo economico e lavorativo nel suo complesso – dichiara il Delegato Confederale di Coldiretti Bari, Angelo Corsetti - va accompagnato da azioni concrete e utili al sistema Puglia. Le imprese agricole hanno bisogno dei lavoratori e di condizioni di mercato del lavoro che siano realmente sostenibili. Gli operai agricoli hanno bisogno di lavoro certo, salari realmente e correttamente retribuiti a condizioni eque. Tutto ciò può essere garantito da atteggiamenti responsabili e non graniticamente arroccati su posizioni ormai fuori contesto”. “Il rinnovo del contratto di lavoro va letto in una chiave innovativa - aggiunge il Direttore di Coldiretti Bari, Marino Pilati - perché oltre a fissare, dopo anni, parametri chiari e applicabili, apre ad un percorso di trasparenza dei rapporti tra imprese agricole e lavoratori, sostenuto dall’istituzione di un osservatorio che monitorerà passo dopo passo le evoluzioni in termini di aumento dell’occupazione in agricoltura nelle due province di Bari e BAT. Dobbiamo ringraziare i tre sindacati per il percorso condiviso per 18 mesi e riconoscere ai due sindacati Fai Cisl e Uila una apertura intelligente alle istanze del mondo imprenditoriale, che non ha tolto nulla alla loro azione di tutela dei lavoratori, anzi, ha garantito l’applicazione di regole condivise e certe, entro le quali tutti dovranno necessariamente muoversi”. CONFAGRICOLTURA - “La firma di questo accordo soddisfa tutte le

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parti interessate e certamente la retromarcia di un componente del tavolo, ossia la FLAI CGIL, non la rende meno importante. Siamo consapevoli di aver contribuito a raggiungere un accordo che restituisce serenità ad un settore che ne abbisogna. Le imprese hanno voglia di chiarezza nei rapporti con i lavoratori e ciò può essere reso possibile solo scrivendo regole trasparenti, con riferimenti precisi all’attività reale, che non possono tener conto delle voglie di protagonismo di qualcuno” ha commentato Michele Lacenere, presidente di Confagricoltura Bari-BAT, “La CGIL continua a soffrire i personalismi dei suoi funzionari di zona che, a fronte di soggettive interpretazioni, smentiscono l’apprezzabile lavoro svolto dai loro stessi colleghi in altre Provincie della nostra Regione. Non è stato sufficiente, infatti, per i cigiellini di Bari e della BAT, avere un contratto stilato sulla falsa riga di quelli delle vicine Provincie di Taranto e Foggia, responsabilmente e cognitivamente apprezzati e firmati dai referenti provinciali di quel sindacato, ce ne faremo una ragione e lavoreremo, meglio, senza la firma della CGIL”. CIA - “Lo sforzo profuso in sede di trattativa - sostiene Giuseppe Creanza, direttore della CiaAgricoltori italiani di Bari - al fine di creare i necessari spazi di rinnovamento e semplificazione, oltre ad aver avuto esito positivo, risulta favorevole ad un allineamento alle effettive necessità delle imprese e della controparte sindacale, in larga misura legate al sistema di protezione sociale dei lavoratori. Sono state in parte disciolte le criticità insidiose, per creare un clima più favorevole sia per gli imprenditori agricoli che

per gli operai. Riteniamo sia un accordo ben bilanciato, sia perché l’aumento retributivo si attesta su livelli sostenibili per le imprese agricole in questo periodo di difficile congiuntura economica e di crisi dei singoli comparti produttivi, sia perché guarda alla realtà delle organizzazioni dei lavori aziendali, con le relative figure professionali occorrenti per lo svolgimento delle pratiche colturali per produzioni di qualità senza penalizzare i lavoratori”. “Il tavolo ha stabilito di avviare, tra l’altro, una fase sperimentale di attuazione dell’accordo che permetterà, attraverso un osservatorio costituito ad hoc, la valutazione oggettiva dell’aumento occupazionale che il rinnovato contratto di lavoro riuscirà a produrre. Il lavoro svolto durante i tavoli di concertazione - conclude Creanza - ha prodotto un’intesa nel segno del buonsenso. Il nuovo contratto, infatti, tiene conto delle diverse situazioni territoriali che caratterizzano i differenti comparti produttivi, e rappresenta anche un argine efficace contro il caporalato”.

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Con Verbale di accordo sottoscritto dalle parti in causa ad esclusione della CGIL

Principali novità definite dal nuovo contratto di lavoro per Bari / Bat

- Aumento retributivo concordato pari al 2,8 per cento, nettamente al di sopra della media riconosciuta nei rinnovi già effettuati, in altri tavoli contrattuali provinciali, sull’intero territorio nazionale. - Si è condivisa la necessità di effettuare una rivisitazione della declaratoria contrattuale al fine di poterne consentire una maggiore efficacia applicativa ed evitare interpretazioni errate circa il corretto inquadramento delle figure professionali, che in passato, a seguito della presenza nelle 3 aree di classificazione di descrizioni ripetitive, generava difficoltà applicative. Il risultato ottenuto è quello di rendere l’applicazione dell’attuale CPL, adeguata rispetto alla costante evoluzione del sistema agricolo del territorio, tutelando i livelli occupazionali, valorizzando le capacità professionali

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ed incentivando le aziende ad un aumento dell’impiego di manodopera con maggiore continuità nei rapporti di lavoro. - La nuova declaratoria, definita a carattere sperimentale, consente alle aziende una maggiore correttezza applicativa del vigente CPL ed allo stesso tempo impegna le stesse al rispetto di alcuni parametri che consentiranno successivamente, tramite l’Osservatorio Provinciale gestito dalle parti, di valutarne il positivo risultato. La sperimentazione prevede, al fine di salvaguardare i livelli di alta specializzazione degli occupati, l’impegno dei datori di lavoro ad inquadrare nell’area 1 livello 2 (ex specializzati) un numero di dipendenti pari ad almeno il 12% dell’organico complessivo assunto nelle province di Bari e B.A.T.

Prevede altresì che, come risultato della nuova rimodulazione delle qualifiche concordata, si possa ottenere un incremento medio generale delle gg.ll. dichiarate su base annua pari al 10% per l’anno 2017 e del 15% per l’anno 2018. La verifica di tale incremento, sempre demandata all’Osservatorio Provinciale, sarà effettuata prendendo come riferimento il numero di giornate riportate negli Elenchi Nominativi Annuali dei lavoratori agricoli pubblicati ufficialmente dall’INPS per l’anno 2016 per le province di Bari e B.A.T. e confrontato con i risultati medi annuali per l’anno 2017 e per l’anno 2018. Le aziende interessate alla sperimentazione, dovranno procedere alla comunicazione all’Osservatorio provinciale, tramite apposito modulo, della volontà di aderire a tale percorso e di rispettarne i parametri previsti.

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iceviamo e

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ubblichiamo

IMPORTANTE E ATTESA DA TEMPO

LEGGE CONSORZI DI DIFESA: “RISPONDE ALLE NECESSITÀ DEI LAVORATORI”

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’approvazione del disegno di legge che contiene norme in materia di difesa attiva delle colture agrarie dalle avversità metereologiche e fitosanitarie è una gran bella notizia per la Puglia. Il Gruppo regionale Articolo 1 - Mdp è sempre stato convinto della necessità di approvare questo provvedimento per risolvere i problemi legati alle attività stesse dei consorzi di difesa, ma anche e soprattutto quello del personale che per anni ha vissuto in condizioni di precarietà e incertezza e che da oggi potrà finalmente tirare un sospiro di sollievo. Grazie all’approvazione unanime di questa legge, ottimo esempio di proficua collaborazione istituzionale tra tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale e il Governo, le funzioni inerenti il servizio di difesa attiva delle colture agrarie dalle avversità metereologiche e fitosanitarie saranno svolte dall’Arif. Da oggi la Puglia potrà contare su un sistema di difesa del suolo rinnovato e rinforzato. Un sistema più efficiente e giusto, oltre che territorialmente uniforme, con una più precisa attribuzione delle funzioni svolte dai soggetti coinvolti. Ringrazio il Consiglio regionale in tutte le sue componenti per aver sostenuto l’emendamento da me presentato con il quale si impegna l’Agenzia Regionale per le attività Irrigue e Forestali a dotarsi di personale a tempo indeterminato inquadrato con contratto di natura privatistica, in possesso delle specifiche competenze, professionalità ed esperienze maturate in almeno 6 anni di attività lavorativa continuativamente espletata presso i consorzi di difesa costituenti Assocodipuglia o di Associdipuglia stessa. Occorre tuttavia rammendare come ancora oggi persista il problema legato allo squilibrio venu-

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tosi a creare tra le attività svolte dal Consorzi di difesa e le somme ricevute da parte della Regione Puglia tra gli anni 2009-2015. Parliamo di 3 milioni di euro. Un problema che da oggi ricadrà sulla testa degli amministratori e dei presidenti dei consorzi e per il quale abbiamo chiesto in Aula un intervento tempestivo, nei limiti del consentito, dell’Assessore Di Gioia affinché si addivenga alla migliore soluzione possibile. Ernesto Abaterusso Presidente Gruppo consiliare Articolo 1 MDP - Regione Puglia

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gricoltura

Via libera alle domande da presentare entro ottobre

Regione Puglia: bando per l’inserimento dei giovani in agricoltura di Rino PAVONE

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ia libera della Regione Puglia al bando per sostenere il primo insediamento dei giovani in agricoltura. «Con una dotazione finanziaria complessiva di 40 milioni di euro dichiara l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, Leonardo di Gioia - è il primo importante intervento del Psr 2014-2020, che, nella cosiddetta forma di “misure a pacchetto”, sostiene l’accesso all’imprenditoria in agricoltura di donne e uomini d’età compresa tra i 18 e i 40 anni. Favorendo, primo fra tutti, il ricambio generazionale». Obiettivo dell’avviso è accompagnare i giovani nel processo di avviamento delle imprese agricole innovative e sostenibili. “È la nostra scommessa più grande - continua Di Gioia - per rendere l’agricoltura pugliese sempre più competitiva. La misura sostiene

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le start up e, dunque, l’occupazione giovanile nel settore agricolo, contrastando anche l’abbandono dei campi, in favore, invece, del progresso di processo e prodotto in agricoltura, grazie ai giovani, appunto, con idee innovative e con una formazione adeguata e specializzata». L’erogazione del premio di primo insediamento sarà effettuata in tre rate e così distribuito: per i giovani che si insediano in un’azienda preesistente il sostegno è compreso tra i 40mila (zone ordinarie) e i 45mila euro (zone svantaggiate e aree C e D); per i giovani, invece, che costituiscono ex novo un’impresa agricola il contributo è di 50mila (zone ordinarie) o 55mila euro (zone svantaggiate ed aree C e D). Le domande vanno presentate entro ottobre. «Abbiamo messo a punto

un portale telematico (pma.regione.puglia.it) - conclude l’assessore - che consentirà di espletare tutte le procedure previste dal bando e offrire alle start up giovanili tutto il sostegno per mettersi al lavoro. Un sistema, a ogni modo, sul quale vigileremo costantemente, perché sia sempre efficace ed efficiente, così come è stato pensato e realizzato. L’agricoltura è settore cruciale della nostra economia, ma servono idee innovative, servono giovani formati e competitivi per far crescere la nostra regione e dare slancio e valore a un settore considerato da sempre tradizionale. È l’obiettivo di questo primo bando, che darà nuovo impulso occupazionale, consentendo il ricambio generazionale, con un’agricoltura innovativa, tecnologica e sostenibile da un punto di vista economico e ambientale».

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gricoltura

Secondo Coldiretti Puglia

Xylella: “Bene estensione calamità naturale a 2015,’16 e ‘17”

è

un ulteriore strumento a disposizione delle imprese olivicole la delibera di Giunta regionale con la quale viene richiesto al Ministero delle Politiche Agricole l’estensione della declaratoria di calamità naturale dal 1° agosto 2015 fino al 2017 per i danni causati dalla Xylella fastidiosa, auspicando che siano stati inclusi doviziosamente tutti i territori colpiti. Tra i danni da Xylella e quelli della siccità perdurante, nel Salento si stima una diminuzione del 50% della produzione di olive per la prossima campagna olivicola-olearia. La dichiarazione di stato di calamità naturale – dichiara Gianni Cantele, Presidente di Coldiretti Puglia - innescherà urgenti misure di sostegno in favore degli imprenditori olivicoli, quali sgravi della contribuzione previdenziale agricola e del settore della trasformazione, sospensione o dilazione delle scadenze fiscali agricole previste per i soggetti agricoli professionali e postergazione di ogni scadenza di mutui e investimenti per n. 5 anni, interventi indispensabili a garantire un futuro ad imprese olivicole, cooperative, frantoi e vivai salentini”. Passaggio utile e obbligato per Coldiretti sarà quello di rimpinguare il Fondo di solidarietà nazionale, strumento operativo della declaratoria, che risulta al momento incapiente, e che dovrà essere dotato di una dotazione finanziaria destinata esclusivamente alla emergenza Xylella fastidiosa. La delibera per l’estensione della calamità fa il paio con lo stanziamento della Regione Puglia ha stanziato 5 milioni di euro per allungare i mutui e dare, quindi, respiro alle

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aziende olivicole in grave crisi di liquidità. Si tratta di un Fondo di rotazione che consente un periodo massimo di allungamento del mutuo pari al 100 per cento della durata residua del piano di ammortamento e non superiore ai 4 anni, a valere sulle risorse dal Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC), utili a garantire un riequilibrio economico e sociale. “Attendiamo, inoltre, che la Regione Puglia dia corpo e sostanza finanziaria al fondo costruito –continua il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - in fase di assestamento di bilancio in Consiglio regionale che ha aperto anche alla discussione con l’UE per il regime de deminis. L’aver stanziato solo 100mila euro è stato un primo step propedeutico ad avviare la moratoria di mutui e crediti bancari e ora va dato corso senza indugio al preannunciato protocollo d’intesa tra Regione Puglia e ABI, per la moratoria ex legis di 12 mesi di sospensione dei pagamenti e la copertura degli interessi, garantita dall’intervento regionale, e per valutare la possibilità di procrastinare la scadenza dei mutui in essere, consentendo in questo modo di rendere meno pressante il pagamento delle rate”. E’ innegabile e incalcolabile il danno che il comparto sta subendo da ormai più di 4 anni, a causa della devastazione che il batterio Xylella fastidiosa sta provocando nell’intera provincia di Lecce e in buona parte delle province di Brindisi e di Taranto. L’ELENCO DEI COMUNI PER CUI E’ STATO RICHIESTO LO STATO DI CALAMITA’ (PROVINCIA COMUNE FOGLI DI MAPPA CATASTALI) :

ZONA INFETTA IN PROVINCIA DI LECCE LECCE INTERO TERRITORIO PROVINCIALE ZONA INFETTA IN PROVINCIA DI BRINDISI BRINDISI INTERO TERRITORIO COMUNALE CAROVIGNO INTERO TERRITORIO COMUNALE CEGLIE MESSAPICA FOGLI: 11, da 20 a 24; da 32 a 43; da 47 a 62; da 66 a 135 INTERO TERRITORIO COMUNALE DI: CELLINO SAN MARCO – ERCHIE - FRANCAVILLA FONTANA- LATIANO – MESAGNE - ORIA OSTUNI FOGLI: da 34 a 38; da 48 a 52; da 60 a 67; 74, da 87 a 99; da 111 a 118; da 141 a 154; da 175 a 222 INTERO TERRITORIO COMUNALE DI: SAN DONACI - SAN MICHELE SALENTINO - SAN PANCRAZIO SALENTINO - SAN PIETRO VERNOTICO - SAN VITO DEI NORMANNI – TORCHIAROLO - TORRE SANTA SUSANNA VILLA CASTELLI ZONA INFETTA IN PROVINCIA DI TARANTO INTERO TERRITORIO COMUNALE DI: AVETRANA – CAROSINO – FAGGIANO FRAGAGNANO GROTTAGLIE FOGLI: 5, 8, da 11 a 14; da 17 a 41; da 43 a 47; da 49 a 89 LEPORANO FOGLI: da 2 a 6; da 9 a 16 INTERO TERRITORIO COMUNALE DI: LIZZANO - MANDURIA MARTINA FRANCA FOGLI: da 246 a 260 INTERO TERRITORIO COMUNALE DI: MARUGGIO – MONTEIASI – MONTEPARANO – PULSANO – ROCCAFORZATA SAN GIORGIO IONICO - SAN MARZANO

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DI SAN GIUSEPPE – SAVA – TORRICELLA TARANTO - FOGLI SEZIONE A: 49, 50, 220, 233, 234, da 250 a 252; 262, 263, da 275 a 278; da 287 a 293; da 312 a 318 - FOGLI SEZIONE B: da 1 a 27 - FOGLI SEZIONE C: da 1 a 11 ZONA DI CONTENIMENTO BRINDISI CAROVIGNO INTERO TERRITORIO COMUNALE CEGLIE MESSAPICA FOGLI: 11, da 20 a 24; da 32 a 43; da 47 a 62; da 66 a 135 FRANCAVILLA FONTANA INTERO TERRITORIO COMUNALE LATIANO FOGLI: da 1 a 9; 12, 13, da 18 a 21; da 25 a 27 ORIA FOGLI: da 1 a 6; 11, 22, 23, 35, 36, 51, da 61 a 63 OSTUNI FOGLI: da 34 a 38; da 48 a 52; da 60 a 67; 74, da 87 a 99; da 111 a 118; da 141 a 154; da 175 a 222 SAN MICHELE SALENTINO SAN VITO DEI NORMANNI INTERO TERRITORIO COMUNALE VILLA CASTELLI TARANTO CAROSINO – FAGGIANO – FRAGAGNANO – LIZZANO INTERO TERRITORIO COMUNALE GROTTAGLIE FOGLI: 5, 8, da 11 a 14; da 17 a 41; da 43 a 47; da 49 a 89 LEPORANO FOGLI: da 2 a 6; da 9 a 16 MANDURIA FOGLI: 1, 5, da 13 a 16 MARTINA FRANCA FOGLI: da 246 a 260 MARUGGIO FOGLI: da 1 a 5; 7, 8, 12, 13, da 18 a 20; 22, 23, 29, 30 INTERO TERRITORIO COMUNALE DI: MONTEIASI – MONTEPARANO – PULSANO – ROCCAFORZATA - SAN GIORGIO IONICO - SAN MARZANO DI SAN GIU-

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SEPPE SAVA FOGLI: da 1 a 14; da 16 a 29; da 31 a 36; da 38 a 40; da 43 a 45; da 47 a 49 TARANTO FOGLI SEZIONE A: 49, 50, 220, 233, 234, da 250 a 252; 262, 263, da 275 a 278; da 287 a 293; da 312 a 318 FOGLI SEZIONE B: da 1 a 27 FOGLI SEZIONE C: da 1 a 11 TORRICELLA INTERO TERRITORIO COMUNALE ZONA CUSCINETTO BRINDISI CEGLIE MESSAPICA FOGLI: da 1 a 10; da 12 a 19; da 25 a 31; da 44 a 46; da 63 a 65 CISTERNINO INTERO TERRITORIO COMUNALE FASANO FOGLI: 11, 12, 14, da 81 a 83; 95, 96, da 99 a 102 OSTUNI FOGLI: da 1 a 33; da 39 a 47; da 53 a 59; da 68 a 73; da 81 a 86; da 102 a 110; da 119 a 140; da 155 a 174 47440 Bollettino Ufficiale della Regione Puglia - n. 98 del 22-8-2017 TARANTO CRISPIANO FOGLI: 10, da 23 a 25; da 36

a 48; da 60 a 65; da 75 a 81; da 88 a 92; da 110 a 113 GROTTAGLIE FOGLI: da 1 a 4; 6, 7, 9, 10, 15, 16, 42, 48 LEPORANO FOGLI: 1, 7, 8 MARTINA FRANCA FOGLI: da 92 a 97; da 110 a 113; da 132 a 137; da 153 a 159; da 171 a 181; da 193 a 206; da 208 a 245 MONTEMESOLA INTERO TERRITORIO COMUNALE STATTE FOGLI: da 15 a 21; da 32 a 39; da 43 a 48; 52, 53 TARANTO FOGLI SEZIONE A: 127, 131, da 143 a 160; da 174 a 180; da 186 a 189; da 192 a 219; da 221 a 223; da 226 a 229; 231, 232, da 240 a 249; da 253 a 261; da 264 a 274; da 279 a 286; da 294 a 311; 319, 320, 321 FOCOLAIO PUNTIFORME ( Piante ospiti estirpate) BRINDISI OSTUNI FOGLIO 5 PARTICELLE 203,699,701,697, FOGLIO 14 PARTICELLA 1

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Sfruttamento e mancanza di permesso di soggiorno i reati

Caporalato”nazionale”: arresti, multe e sospensioni in 11 province di Rino PAVONE

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aporalato fenomeno davvero nazionale dalla Sicilia al Veneto, con il Nord Italia fortemente “interessato” al problema come possiamo vedere dalle notizie di cronaca di quest’estate che riportiamo (sommariamente) di seguito: Sfruttamento dei braccianti, condizioni di lavoro irregolari ed estreme e operai senza permesso di soggiorno: si è conclusa con l’identificazione di 632 persone la seconda fase dell’operazione ‘Alto Impatto – Freedom’, condotta dalla Polizia di Stato con le Squadre Mobili di Agrigento, Forlì-Cesena, Latina, Lecce, Matera, Ragusa, Salerno, Siracusa, Taranto, Verona e Vibo Valentia. I blitz delle forze dell’ordine hanno coinvolto complessivamente 50 aziende di 11 province e otto regioni italiane: sono state arrestate sette persone, di cui sei caporali e un lavoratore con provvedimento restrittivo pendente. Caporalato anche nel territorio veronese: sospesa l’attività di un’azienda di Buttapietra, specializzata nella produzione di zucchine. Il titolare è stato sanzionato e deferito, perché tra i suoi dipendenti c’erano anche due stranieri senza permesso di soggiorno. Lavoravano anche 12 ore al giorno, per una paga giornaliera di appena 30 euro, alcune delle persone individuate i giorni scorsi dalla Polizia di Stato nell’ambito di una vasta operazione contro il caporalato in varie regioni d’Italia, denominata ‘Alto Impatto – Freedom’, partita a fine giugno e condotta dalle Squadre Mobili

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di Agrigento, Forlì-Cesena, Latina, Lecce, Matera, Ragusa, Salerno, Siracusa, Taranto, Verona e Vibo Valentia, coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine. Tra il 17 ed il 22 luglio è scattata una nuova fase di controllo a livello nazionale, che ha visto coinvolte 50 aziende in 11 province di otto regioni: l’operazione ha portato all’identificazione di 632 persone tra datori di lavoro e dipendenti. Durante i blitz gli agenti hanno accertato l’inosservanza delle norme contributivo-previdenziali e di sicurezza sui luoghi di lavoro. In alcuni casi è stata rilevata anche l’illecita attività di intermediazione tra la domanda e l’offerta compiuta dai caporali. I reati imputati hanno portato complessivamente all’arresto di sette persone (sei caporali e un bracciante), oltre che a diverse sanzioni amministrative e alla sospensione delle attività che compivano illeciti. Nel dettaglio, come si legge nel report pubblicato sul sito della Polizia di Stato, in provincia di Ragusa sono stati arrestati tre italiani, responsabili di costrizioni nei confronti di alcuni braccianti retribuiti con 30 euro giornalieri, a fronte di un impiego in turni di circa 12 ore. Altri nove individui, sempre nel ragusano, sono stati deferiti per il medesimo reato. In provincia di Latina sono stati arrestati tre ulteriori italiani, sempre per sfruttamento di manodopera: in questo caso i braccianti venivano costretti a vivere all’interno di container metallici in

condizioni igieniche precarie. In provincia di Matera sono stati deferiti tre individui e comminate sanzioni per 14 mila euro; è stato anche arrestato un lavoratore con un provvedimento restrittivo pendente. Nelle provincia di Agrigento sono state sospese due attività e sono state comminate contravvenzioni per 69 mila euro. Anche nel veronese è stato rilevato un caso di caporalato, a carico di un’azienda agricola di Buttapietra, di proprietà di F.M., specializzata nella produzione di zucchine. Nel territorio scaligero il blitz – si legge su L’Arena – è scattato alle prime ore dell’alba del 19 luglio scorso ad opera degli uomini della Squadra Mobile, in sinergia con il Reparto Prevenzione Crimine di Padova e del locale Ispettorato del Lavoro. L’operazione ha consentito di identificare 14 lavoratori, di cui 11 sono risultati occupati irregolarmente. In collaborazione con l’Ispettorato del lavoro, è stata quindi disposta la sospensione dell’attività lavorativa dell’azienda, in attesa della regolarizzazione delle predette posizioni lavorative. Il titolare dovrà pagare una multa di 25 mila euro ed è stato deferito, perché tra i suoi dipendenti c’erano anche due stranieri senza permesso di soggiorno. Considerata anche la prima fase dell’operazione Freedom, in totale sono state controllate 867 persone e 76 aziende (quattro attività sono state sospese). Sono state arrestate complessivamente 10 persone e ne sono state deferite 24.



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gricoltura

Per il caldo record, rese – 20%

Vendemmia anticipata in Puglia

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ampagna vitivinicola 2017 in Puglia con un calo del 20% delle rese di campagna e diminuzione delle rese in mosto ma con una qualità ottima. La maturazione è anticipata per la perdurante siccità e le alte temperature. Si è già partito con le uve chardonnay prima di ferragosto, seguite da primitivo, negroamaro e chiuderanno nero di troia e aglianico. La pressione fitopatologica è praticamente assente, grazie al clima secco. Le imprese dovranno per la prima volta cimentarsi con la dematerializzazione dei registri di cantina, che – grazie all’approvazione del Testo Unico sul vino – produrrà potenzialmente una maggiore semplificazione. A livello nazionale le prime previsioni di Assoenologi indicano una produzione di vino e mosto nel 2017 di 41,1 milioni di ettolitri, inferiore di ben 13 milioni rispetto allo scorso anno. Una flessione media di circa il 25%, (quindi la Puglia è al di sotto della media nazionale). Cali del 40% sono previsti in Lazio e Umbria, del 35% in Sicilia, del 30% in Toscana, Abruzzo, Molise, Liguria, Basilicata, Calabria e Valle d’Aosta, del 25% nelle Marche e in Lombardia. In Sardegna si stima che la produzione calerà del 20% (come in Puglia), mentre in Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Veneto la riduzione sarà del 15% e in Trentino

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Alto Adige del 10%. In controtendenza la Campania, dove si stima un aumento del 5%. Per gli amanti delle statistiche, Assoenologi fornisce anche la lista delle vendemmie più scarse del dopoguerra: 1947: 36,4 milioni di Hl, 1948: 40,4 milioni di Hl, 1949 e 1950: 41 milioni di Hl, 2012: 41,1 milioni di Hl, 2017: 41,1 milioni di Hl. Per fortuna (si fa per dire) anche i nostri concorrenti non sono messi bene: in Francia e in Spagna sono previste vendemmie scarse, per il caldo e le gelate tardive, e l’Italia manterrà anche quest’anno il primato mondiale della produzione. Per di più, se il vino italiano scarseggerà, i prezzi saliranno.

Il valore delle esportazioni vinicole italiane nel 2017 aumenterà del 6,3%, un record storico, dopo i 5,6 miliardi di euro dell’anno scorso. E’ auspicabile infine che gli organismi di controllo accompagnino questa fase con cognizione delle difficoltà del momento di transizione: importante anche quest’anno sarà quindi il lavoro dell’ Ispettorato Centrale Repressione Frodi, Nas, Corpo Forestale, affiancati negli ultimi anni dagli organismi di controllo terzo delle DOP e IGP, relativo ai controlli in campo, per la verifica del rispetto delle rese per ettaro sia delle uve fresche che di quelle appassite sulla pianta.

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Discutiamone ad AGRILEVANTE

Impiego energetico delle potature

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P_running è un progetto europeo “Horizon 2020”. Obiettivi del progetto sono valorizzare il potenziale europeo di biomassa legnosa (in particolare, i residui di potatura o legno ottenuto dagli espianti a fine ciclo degli arboreti) e promuoverne l’impiego a fini energetici. In vista degli eventi che avranno luogo nel corso della prossima edizione di AGRILEVANTE (Bari, 12-15 Ottobre), vogliamo qui schematicamente riportare le ragioni fondamentali per riconoscere il valore energetico delle potature e la loro rilevanza.

1. Concorrono alla “decarbonizzazione” del nostro sistema energetico L’impiego energetico delle potatura può contribuire (specie in alcune regioni) ad alleviare il consumo di fonti energetiche di origine fossile ed a ridurre le emissioni in atmosfera di gas “serra”, responsabili del cambiamento climatico. 2. Non competono con le colture alimentari Poiché le potature sono delle

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biomasse “residuali” (ovvero associate alle produzioni agricole) il loro utilizzo non minaccia le produzioni a carattere alimentare, tanto meno esse possono sottrarre terreno agricolo alle ordinarie coltivazioni. 3. Alleviano la dipendenza energetica delle aziende agricole ed agro-alimentari L’impiego energetico delle potature può alleviare la dipendenza energetica dell’azienda agricola che ne dispone (autoconsumo) e contribuire all’approvvigionamento energetico a vantaggio di attività di trasformazioni agroalimentari od agro-industriali nel contesto rurale in cui l’azienda stessa è inserita. 4. Sono un volano a favore dello sviluppo rurale Le agro-energie incentrate sull’impiego delle potature, in virtù della loro strutturazione di filiera articolata nel territorio rurale, possono stimolare lo sviluppo economico locale e rappresentano un fattore su cui far leva per stimolare una forma d’integrazione agro-industriale a scala regionale.

5. Sono uno strumento di diversificazione produttiva e d’integrazione al reddito La promozione dell’impiego energetico delle potature contribuisce alla diversificazione produttiva delle aziende agricole ma, in special modo, può ridimensionare l’incidenza dei costi conseguenti alla gestione dei residui (spesso considerati semplicemente un inutile intralcio di cui prontamente disfarsi). 6. Consentono il superamento della “bruciatura” in campo dei residui colturali La bruciatura dei residui, eseguita liberamente in pieno campo, deve ormai considerarsi una pratica tecnicamente superata, inutile ed anzi dannosa anche ai fini agronomici, causa di emissioni inquinanti altamente nocive in atmosfera. Per contatti ed informazioni: Prof. Massimo Monteleone, Università di Foggia. Dip. di Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell’Ambiente

e.mail: massimo.monteleone@unifg.it tel. 0881.589223

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In vetrina il top dell’ enogastronomia e professionalità pugliesi

Sindaci ai Fornelli: un esemplare modello di valorizzazione territoriale di Paola DILEO

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indaci ai fornelli 2017: un evento sui generis travolto da una portentosa onda mediatica che ha lasciato un segno nel panorama culturale regionale. La fortunata iniziativa giunta alla quinta edizione si candida a diventare una tappa obbligata dell’estate pugliese. Forte anche di un sodalizio inedito: quello tra politica e gastronomia, due mondi apparentemente lontani ma significativamente vicini, non fosse altro per le tante espressioni “colorite” del linguaggio comune mutuate dalla politica che rinviano efficacemente a quello della cucina. Un aspetto non trascurabile su cui si è soffermato ironicamente il sindaco Antonio Decaro, portando all’attenzione dei giornalisti alcune frasi clou, come “avere le mani in pasta”, “spartizioni di torte”. Solo qualche accenno per spiegare che la serata del 24 luglio scorso a Capurso è stata “condita”, per restare in tema, da abbondanti dosi di humor. “Ancora una volta – ha aggiunto Decaro – i sindaci ci mettono la faccia, in questo caso per celebrare le eccellenze enogastronomiche pugliesi”. Non solo,

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si è riuscito anche a fare rete e sistema, tasto dolente per gli enti locali e le realtà produttive in particolare del sud Italia. Artefice di questo piccolo grande miracolo, è stato il gastronomo, giornalista, Sandro Romano , anche ideatore e direttore artistico di “Sindaci ai Fornelli”. Un indiscusso primato di azione sinergica tra istituzioni ai vari livelli e mondo dell’economia. L’avvincente iniziativa organizzata dall’Ass. la Compagnia della Lunga Tavola con il Comune di Capurso, l’Assessorato alle Politiche Culturali , è stata patrocinata da Regione Puglia, ANCI, Città Metropolitana di Bari, Associazione Borghi autentici d’Italia e dal network Mordi La Puglia. Numericamente incisiva anche la squadra dei sindaci sfidanti, provenienti da diverse province pugliesi: in testa il sindaco Antonio Decaro della Città Metropolitana, Francesco Crudele (Capurso città ospite), Domenico Nisi (Noci), Domenico Vitto (Polignano a Mare), Ivan Stomeo (Melpignano), Massimo Lecci (Ugento), Giovanni Gugliotti (Castellaneta), Francesco Zaccaria (Fasano), Maria Laura Mancini (Minervino Murge), Michela Merla (San

Marco in Lamis). Altrettanto prestigioso il parterre degli chef tutor che hanno aiutato i primi cittadini nella gara culinaria: Gianvito Matarrese (EVO Ristorante - Alberobello), Gianfranco Palmisano (Gaonas Officina del Gusto- Martina Franca), Marcello Miacola (La Ripa -Vieste), Salvatore Riontino (Canneto Beach 2-Margherita di Savoia), Domenico Schingaro (Due Camini del Resort Borgo Egnazia – Savelletri di Fasano), Giovanni Lorusso (31.10 Osteria Lorusso Bisceglie), Giuseppe Frizzale (Casale S. Nicola – Bisceglie), Antonio Bufi (Le Giare – Bari), Cosimo Russo (Aqua, Le Dune Suite Hotel – Porto Cesareo), Vito Giannuzzi (Borgo Bianco Resort - Polignano a Mare). Naturalmente superlativa anche la selezione delle aziende sponsor: Metro Cash and Carry (fornitore della mistery box), Birrificio Bari , Tuorlo Biancofiore, Az. Agricola VanTaste, Urban Agricolture, Miss Freschezza Puglia made in Italy, Birrificio Svevo, Az. Ognissole, Piccolo Pastificio Artigianale Marella, , Antica Panetteria Fùlgaro dal 1890, Pasticceria Artigianale Casoli , Salumificio Santoro Marinelli di Cisterenino, Masseria La Lunghiera Az. Agricola www.foglie.tv


Biologica, Az. Agricola Racemus. Tra i main sponsor il pastificio Cardone di Fasano , Spirito Contadino di Cerignola, Energia Coltiva il Sole e Cattura il Vento. Mentre il supporto tecnico è stato fornito dall’Az. Matarrese SRL e da Eccelsa – Istituto di Alta Formazione del Gusto di Alberobello -. Tra le novità dell’edizione 2017 anche un mercatino delle eccellenze alimentari pugliesi selezionate da Stefano Pentassuglia dell’Ass. “I tipici, la strada del gusto”. La gara culinaria , focus della serata nella centrale piazza Matteotti , animata dallo show man barese Antonio Stornaiolo e dalla giornalista Annamaria Grazia Selene Natalicchio, è culminata nella premiazione dei vincitori: si è imposta all’attenzione della giuria di esperti la compagine ionico-salentina rappresentata dai sindaci Giovanni Gugliotti – Ivan Stomeo e dagli chef Cosimo Russo – Marcello Miacola. Sublime è stato giudicato il loro primo piatto: “un inno al mare e all’ottima qualità delle materie prime”, ossia orecchiette al nero di seppia con crudaiola di branzino, pomodoro, zucchina e meloncella. Altra grande sorpresa di “Sindaci ai Fornelli 2017” è stata l’istituzione del Premio Speciale “Mario Giorgio Lombardi”, omaggio al fondatore dell’Accademia Italiana di Gastronomia e Gastrosofia, scomparso di recente. Premio ritirato da un veterano della manifestazione , il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, quale “assertore delle eccellenze agroalimentari ed enogastronomiche pugliesi”. I simpatici bassorilievi in terracotta di “Sindaci ai Fornelli” sono stati realizzati da Antonella Imbò; invece le toques blanche (i caratteristici copricapo da chef) dallo stilista di N° 15 - 1 settembre 2017

Ginosa, Angelo Inglese, che ha vestito il principe William d’Inghilterra e ora nella star list si aggiunge il neo eletto presidente americano, Donald Trump. Inoltre, i proventi della

raccolta fondi di Sindaci ai fornelli 2017 saranno devoluti al Centro Casa Cedis ONLUS (Centro socioeducativo-riabilitativo per persone diversamente abili).

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assegna

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tampa

Da Georgofili.info

HAMBURGER DI SUCCESSO

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on solo per le carni di maiale, ma anche per quelle dei bovini bisogna dire che non si butta via nulla e fin dal più lontano passato vi sono usi in cucina specifici per ogni parte, anche se il valore nutrizionale del muscolo è costante, qualunque sia la sua origine: quarti anteriori o posteriori, tagli di prima, seconda o terza scelta. In Italia sono allevati circa un milione e quattrocentomila bovini da latte e nella Unione Europea questi animali sono circa ventitré milioni. Sono animali selezionati per la produzione di elevate quantità di latte e che dopo aver prodotto tra i trecentomila e in quattrocentomila litri di latte, a fine carriera sono inviati al macello con un’età media di cinque, sei anni e pagati anche un quarto rispetto agli animali da carne. In Italia di tratta di oltre trecentomila animali ogni anno con una non disprezzabile produzione di carne. Con la macellazione, dalle bovine da latte si ottengono carni che per genetica, età, tipo di alimentazione e metodi di allevamento sono magre e che rimangono dure nonostante la frollatura. Pur essendo sicure, sane e nutrienti queste carni non sono adatte alle odierne richieste gastronomiche di bistecche al sangue, arrosti, stufati, grigliate e altre similari prestazioni. Le carni dei bovini da latte e in particolare quelle dei quarti anteriori non possono competere con le qualità gastronomiche delle carni bovine di animali da carne, ma hanno l’indiscutibile pregio di un prezzo sensibilmente inferiore, perché tutto il costo dell’allevamento di questi animali è remunerato dalla vendita del latte. Da qui il successo di queste carni che con una particolare tecnica sono convenientemente tritate e trasformate in hamburger che, dopo equilibrate aggiunte d’aromi e un appropriato metodo di cottura, sono usati in strutture di alimentazione rapida. La qualità culinaria degli hamburger è ottenuta con una tecnica apparentemente

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di Giovanni Ballarini semplice, ma molto raffinata: quella della trasformazione della carne in piccole particelle. Le carni, fresche o congelate, sono lavorate con macchine specializzate che suddividono i muscoli in piccolissime parti che senza farne uscire i succhi sono assemblate in un reticolo formando gli hamburger di forma e spessore adatti alla cottura sulla griglia. Gli hamburger, dopo verifica dello spessore ed eliminazione di eventuali imperfezioni di forma, sono surgelati e la catena del freddo è mantenuta fino alla cottura nei ristoranti, con controlli durante il percorso. La carne per l’hamburger deve essere una giusta miscela di magro (7080%) e grasso (20-30%) per avere sapore e morbidezza. La macinatura va secondo il gusto, ma è essenziale: c’è chi la preferisce fine e chi grossolana, ma non troppo, altrimenti l’hamburger rischia di non stare insieme e sbriciolarsi. La macinatura è essenziale perché si tratta di carni dure e nella formazione dell’hamburger crea spazi tra le particelle, producendo un reticolo di spazi che sulla griglia permette il passaggio del calore durante la cottura. Perché l’hamburger rimanga morbido bisogna che fra una particella di carne e l’altra vi sia uno spazio nel quale possano espandersi i succhi e il grasso che si scioglie, rendendo l’insieme succulento. La cottura dell’hamburger deve avere il suo giusto tempo, da alcuni minuti a più minuti per gli hamburger più alti. L’hamburger al sangue è poco salubre e é una buona norma portarlo a una cottura media, con una temperatura minima al cuore di 65-70° gradi. Non schiacciare con la paletta l’hamburger sulla piastra pensando di accelerare la cottura o formare una crosticina, perché l’unico effetto è eliminare gli umori dell’hamburger che risulterà duro e asciutto. L’attuale, innegabile successo degli hamburger deriva da quattro ordini di fattori. Il primo è il costo limitato della carne di parti e tagli gastrono-

micamente poco pregiati, in buona parte proveniente da bovini da latte a fine carriera, una carne nutrizionale, sana e sicura, ma non adatta alle moderne tecniche della gastronomia. Il secondo elemento è di assicurare un sia pur limitato reddito agli allevatori di bovine da latte a fine carriera. Il terzo elemento consiste nell’aver inventato e messo a punto una tecnica di preparazione dell’hamburger con la quale la carne è ridotta in piccole particelle e così superando il problema della durezza e al tempo stesso formando una struttura reticolare che durante la cottura permette l’uniforme penetrazione del calore, mentre tra una particella di carne e l’altra vi è uno spazio nel quale si espandono i succhi e il grasso che si scioglie, rendendo l’insieme succulento. Il quarto elemento è l’industrializzazione della ristorazione rapida che mette a disposizione di tutti una preparazione di carne, l’hamburger, in una presentazione facile da mangiare, in un vantaggioso rapporto tra prezzo e qualità.

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groalimentare

Bene per Coldiretti, ulteriore beffa per M5S

Grano: nuova etichettatura d’origine serve o no?

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ubblicati sulla Gazzetta Ufficiale i due decreti interministeriali che introducono l’obbligo di indicazione dell’origine del riso e del grano per la pasta in etichetta, firmati dai Ministri Maurizio Martina e Carlo Calenda. Una scelta ferma e coerente del Governo secondo Coldiretti, un’ulteriore beffa a danno di produttori sani e consumatori a parere del Movimento Cinque Stelle. “I due decreti mettono fine all’inganno dei prodotti importati dall’estero e spacciati per Made in Italy – dichiara il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele - perché prevendono che venga ripprtato sull’etichetta in modo chiaro e leggibile l’origine degli alimenti. Da pochi centesimi al chilo concessi agli agricoltori dipende la sopravvivenza della filiera più rappresentativa del Made in Italy, mentre dal grano alla pasta i prezzi aumentano di circa del 500% e quelli dal grano al pane addirittura del 1400%. Negli ultimi due anni le quotazioni del grano duro pugliese destinato alla pasta hanno perso il N° 15 - 1 settembre 2017

40 per cento del valore, mentre si registra un calo del 19 per cento del prezzo del grano tenero destinato alla panificazione. Un crack senza precedenti, causato delle manovre di chi fa acquisti speculativi sui mercati esteri di grano da “spacciare” come pasta o pane Made in Italy, per la mancanza dell’obbligo di indicare in etichetta la reale origine del grano impiegato”. E’ prevista – spiega la Coldiretti - a partire dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, una fase di 180 giorni per l’adeguamento delle aziende al nuovo sistema e lo smaltimento delle etichette e confezioni già prodotte e quindi entro il 16 febbraio per il riso e il 17 febbraio per la pasta non ci saranno più vecchie etichette fuorvianti sul mercato. Di tutt’altra opinione il Movimento Cinque Stelle secondo il quale “è un provvedimento che ha diviso la filiera con, da un lato, le aziende produttrici di pasta che hanno sempre avuto ritrosia nel dichiarare apertamente che il 20-40% del grano utilizzato proviene da Australia,

Canada, Francia o Stati Uniti, difendendosi dietro l’insufficienza della produzione italiana e la sua scarsa qualità proteica mentre, dall’altro lato, le associazioni di categoria degli agricoltori a difesa delle coltivazioni nazionali con un unico grande sconfitto: il consumatore. Infatti – secondo i pentastellati – L’etichetta rischia di essere assolutamente ingannevole perché nessuna verifica può garantire che il grano italiano presente nel pacco di pasta che compriamo sia presente al 50% o all’1%. Il limite della percentuale inserita dal Governo non fa altro che raggirare i consumatori italiani. Sarebbe stata più onesta una generica dicitura ‘miscele di grani Ue/non Ue’ piuttosto che illudere tutti dell’acquisto di un prodotto in gran parte tricolore ma che, nei fatti, rischia di non esserlo. Il provvedimento, che peraltro non ha rispettato le tempistiche indicate da Bruxelles, sembra essere più uno specchietto per le allodole che uno strumento in mano ai consumatori e alla filiera cerealicola nazionale”.

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groalimentare

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Crescono prodotti esotici, calano quelli “storici”

Ortofrutta,mentre le nuove tendenze di consumo altri come limoni, frutti di come caramelle, merendine, bibite

ell’ economia del benessere, nella rivoluzione vegetale dell’alimentazione, l’ortofrutta può cercare un pronto riscatto a patto di ascoltare e seguire il consumatore senza farsi abbattere dai mutamenti del mercato. Le nuove tendenze sono una grande opportunità. Di questo hanno parlato i protagonisti del convegno organizzato dalla Compagnia delle Opere Agroalimentare, “Cibo e salute: dai superfood ai vegani, dal biologico allo street food”. Moderati dal presidente della Cdo Agroalimentare Camillo Gardini, sono intervenuti Enrico Corali (presidente di Ismea), Roberto Moncalvo (presidente di Coldiretti), Giancarlo Paola (amministratore delegato di Grandi Magazzini Fiorini e direttore commerciale del Gruppo Unicomm), Pompeo Farchioni (presidente di Farchioni Olii Spa) e Stefano Berni (direttore generale del Consorzio di tutela del Grana Padano). “Nel soddisfare i bisogni dei consumatori – ha osservato Giancarlo Paola – non serve essere grandi, ma veloci per stare al passo del mondo che cambia. Nei nuovi modelli di consumo c’è sempre più spazio per piccole e medie imprese. La spesa alimentare degli italiani sta cambiando – prosegue il manager della Gdo – meno carne e più frutta e verdura. Ma non crescono tutti i prodotti, alcuni prodotti storici come mele, pesche, pere, arance perdono valore,

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bosco, fragole, banane, mango, avocado crescono. Pensiamo allo sviluppo della frutta secca e disidratata, ha avuto una crescita che non ci aspettavamo; e poi pensiamo alle bacche di goji o altri prodotti del genere, marginali fino a qualche anno fa, mentre oggi hanno dei venduti interessanti”. Il direttore commerciale del Gruppo Unicomm porta poi alcuni esempi relativi alla sua azienda: le vendite dell’avocado nel 2016 sono cresciute del 178,6% rispetto al 2014; del mango del 141%, dello zenzero di ben dieci volte, del lime del 175%. Anche aromi e spezie hanno seguito trend del genere. Paola mette poi in luce la crescita dei prodotti free-from. “Senza zuccheri, senza sale, senza grassi... Hanno qualche cosa in meno dei prodotti tradizionali, ma costano di più – prosegue il manager – C’è poi molta attenzione sui superfood. I prodotti legati all’alimentazione del benessere hanno dato nuova linfa alle piccole e medie aziende dell’agroalimentare, in questo settore la marca non è fondamentale perché il consumatore si fida della certificazione. Per questi prodotti, poi, l’ecommerce favorisce l’acquisto perché può fornire maggiori informazioni. La Gdo – conclude – si sta adeguando alle esigenze dei consumatori, ha ampliato gli spazi destinati a questi prodotti diminuendoli a categorie in forte calo,

gasate... E nel rifare gli assortimenti si tiene sempre più conto di queste nuove esigenze, raggruppando i prodotti salutistici, i superfood, il biologico negli stessi spazi, perché i consumatori vogliono trovarli vicini, per acquistarli velocemente tutti assieme”. Dal presidente del gruppo Farchioni (olio, farine, birra e vino) arrivano diversi messaggi. “Le mode sono fondamentali, non stupide, perché il consumatore va seguito e assecondato – ragiona Pompeo Farchioni – è il consumatore che ti dice cosa fare: guarda cosa hai intorno, di cosa hanno bisogno le famiglie e troverai le innovazioni che ti servono. Il chilometro zero è fantastico, è giusto che ci sia: se devi comprare la verdura o una pesca, perché acquistare quella estera quando c’è quella locale? Ma non bisogna essere dei talebani, serve capire tutto restando aperti al confronto: se voglio un pompelmo devo poterlo fare. Ricordiamoci che noi italiani siamo grandi esportatori”. Il km zero è invece uno dei grandi cavalli di battaglia della Coldiretti. Il presidente Roberto Moncalvo rivendica un nuovo ruolo degli agricoltori nella società italiana. “Rispetto delle regole, legalità e trasparenza sono fondamentali – afferma – perché le nostre imprese possano essere competitive”. E la comunicazione con il consumatore nel futuro sarà sempre più importante.

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groalimentare

Grande richiesta dei consumatori

Puglia nella top tre delle regioni più bio d’Italia

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a Puglia è una delle 3 regioni più bio d’Italia, con 4815 produttori nel 2016 e la prima per numero di trasformatori con 1.234 produttori/operatori, secondo uno studio condotto da Coldiretti Puglia su dati Sinab, a commento delle dichiarazioni del Ministro delle Politiche Agricole Martina sul boom del biologico in Italia. In un periodo di contrazione dei consumi, sono addirittura aumentati in Puglia nei primi 5 mesi del 2017 di un ulteriore 18% (dati CIbi, Consorzio Italiano per il Biologico) i consumi familiari di alimenti biologici. In Puglia si sta quindi assistendo ad un processo di stabilizzazione e normalizzazione rispetto alla diffusione del metodo biologico registrato negli ultimi anni, mentre contestualmente continua l’aumento tendenziale dei consumi, delle ditte di trasformazione e dei servizi connessi alla filiera dell’agricoltura biologica come agriturismi, mense bio, ristoranti e operatori certificati, il tutto pari ad un aumento dell’81 percento. La grande richiesta dei consumatori di cibo biologico ha portato alla realizzazione nei Mercati di Campagna Amica di spazi destinati alle produzioni agroalimentari biologiche, oltre alle Botteghe Italiane completamente bio e numerosi agriturismo di Campagna Amica che hanno impostato la ristorazione proprio sulle produzioni aziendali bio. A Villa Castelli (Brindisi) c’è l’unico agriturismo del Sud Italia dotato di una piscina biologica. Altro punto centrale del progetto sul biologico è l’attenzione alla sicurezza alimentare nei servizi di ristorazione collettiva, divenuto un preciso dovere degli enti locali (Comuni, Province e Regioni) e per cui è stato proposto il testo di un DdL regionale. Il settore biologico

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può diventare uno strumento di valorizzazione e un bacino di approvvigionamento di prodotti di alta qualità al prezzo giusto e un valore aggiunto per gli enti pubblici sensibili alla corretta alimentazione di adulti e bambini. Le pratiche bio interessano tutti i comparti agricoli olivo (32%), cereali (22%), vite (6%), frutta (2%). Anche rispetto al segmento dell’acquacoltura biologica 3 impianti sono pugliesi. La

continua richiesta di prodotti freschi e di stagione stimola l’imprenditore biologico a ricercare ulteriori forme di contatto commerciale con il consumatore. I timori dei consumatori, innescati dagli scandali alimentari, si sono quindi tradotti in una seria preoccupazione per la sicurezza alimentare e in una domanda crescente di garanzie di qualità e maggiori informazioni sui metodi di produzione.

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gricoltura

Per chi se le fosse perse durante il periodo estivo

Ultime dal Mipaaf

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ell’ambito della domanda unica, dello sviluppo rurale e del vino, l’organismo pagatore Agea ha predisposto i decreti di pagamento di 118 milioni di euro in favore di oltre 51mila beneficiari. In particolare, i pagamenti sono così suddivisi: 21 milioni per la domanda unica (ulteriori cicli di saldo campagna 2015) in favore di 10.116 beneficiari; 6 milioni per la ristrutturazione dei vigneti in favore di 193 beneficiari; 18 milioni per lo sviluppo rurale, a seguito di istruttoria regionale, in favore di 928 beneficiari; 41 milioni per lo sviluppo rurale (misure a superficie e animali), a seguito di istruttoria automatizzata di 20.344 beneficiari; 30 milioni per il Programma nazionale di sviluppo rurale - Assicurazione del raccolto, degli animali e delle piante, in favore di 20.004 beneficiari. Nel dettaglio, per quanto riguarda i pagamenti dello sviluppo rurale, misure a superficie, concessi a seguito di istruttoria automatizzata, le regioni interessate sono: Basilicata (11 milioni per 1.413 beneficiari); Campania (958mila euro per 382 beneficiari); Friuli (868mila euro per 250 beneficiari); Liguria (2 milioni di euro per 1.726 beneficiari); Puglia (9 milioni per 1.112 beneficiari); Sardegna (10 milioni per 14.288 beneficiari); Sicilia (41mila euro per 7 beneficiari); Umbria (3 milioni di euro per 453 beneficiari) e Valle d’Aosta (1 milione di euro per 713 beneficiari). Agroalimentare, pubblicata la

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circolare applicativa per i contratti di filiera - Il 10 agosto è stata pubblicata sul sito internet del Mipaaf la circolare applicativa per l’attivazione dei contratti di filiera e di distretto. Si tratta di uno strumento che ha una dotazione finanziaria di 60 milioni di euro in contributo conto capitale e 200 milioni di contributo a tasso agevolato attraverso il Fondo rotativo di sostegno alle imprese. L’obiettivo dei contratti di filiera e di distretto è sostenere investimenti di rilevanza nazionale nel settore agricolo, agroalimentare e delle agroenergie promuovendo l’integrazione delle politiche di investimento dei diversi attori della filiera. Nell’avviso sono presenti i requisiti e le modalità di presentazione delle domande e dei progetti di filiera, che andranno inviate al Mipaaf a partire dal 27 novembre 2017. Nella nuova circolare sono rafforzati gli strumenti di controllo del Ministero sulle attività delle imprese e delle banche finanziatrici e aumentata la trasparenza nei rapporti tra istituti di credito e aziende della filiera con un forte contenimento rispetto al passato dei tempi e dei costi di gestione dei programmi di investimento. Ai progetti che coinvolgono le regioni del Sud Italia è riservato l’80% delle risorse e una premialità nella valutazione qualitativa effettuata da un’apposita Commissione. Tavolo ortofrutticolo nazionale Sono in arrivo nuovi interventi a sostegno dei produttori agricoli. A causa della

prolungata crisi della frutta estiva, in particolare di pesche, nettarine e albicocche, il ministero delle Politiche agricole - in aggiunta alle misure già attuate - emanerà a settembre un decreto per la costituzione del Tavolo ortofrutticolo nazionale. Il Mipaaf ha infatti reso noto che il Tavolo avrà il compito di avviare una seria e approfondita riflessione sulla programmazione e pianificazione delle produzioni, anche attraverso il catasto frutticolo; promuovere azioni strutturate per sviluppare l’export e la promozione e migliorare la tracciabilità del prodotto ortofrutticolo italiano. Tra le strategie a breve – medio termine ci sono il ritiro di una ulteriore quota di 1.500 tonnellate di pesche e nettarine (in aggiunta a quelle ritirate nelle settimane scorse), nel quadro del regolamento attualmente in vigore sull’embargo russo, previa consultazione delle Regioni. I prodotti ritirati saranno destinati in via prioritaria agli indigenti. Sarà poi messa in campo un’azione comune con la Spagna per sollecitare nuovi interventi eccezionali alla Commissione europea. Questo per poter disporre di ulteriori quote per il ritiro di pesche e nettarine nell’ambito dei regolamenti sull’embargo russo. Il Tavolo ortofrutticolo nazionale, dal prossimo autunno, si occuperà di una sistematica attività di pianificazione tra istituzioni, organizzazioni agricole e dell’intera filiera volta ad affrontare gli aspetti critici che rendono il settore debole, in particolare nell’export.

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gricoltura

L’agricoltura rischia di perdere il treno della “Rivoluzione 4.0” a causa di AGEA e SIAN

Caos digitalizzazione e innovazione della Pubblica Amministrazione

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’informatizzazione e la digitalizzazione del comparto primario stentano a prendere piede tra gli agricoltori italiani ma a rivelarsi un vero e proprio ostacolo non è tanto il digitale, di cui l’Italia soffre in maniera endemica, quanto le stesse strutture realizzate negli anni allo scopo. L’ agricoltura italiana, se non si interviene con decisione, rischia di perdere il treno della “Rivoluzione 4.0” con impatti devastanti in tutto il sistema Paese. Questo potrebbe accadere perché il sistema SIAN (Sistema Informativo Agricolo Nazionale) è stato costruito con una complessità tale da renderlo non efficiente. Negli anni, non vi è stata né una governance stabile e preparata né la volontà politica di intervenire sulle numerose criticità da tempo note agli operatori del settore. Il SIAN è un sistema che la Commissione parlamentare di inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione delle Pubbliche Amministrazioni, istituita a giugno 2016, sta esaminando per

mettere in luce carenze che non sono esclusive del comparto agricolo ma che riguardano l’intera PA. Molte delle criticità rilevate nel sistema sono soprattutto legate alla mancanza di interazione tra il committente, ovvero la PA, e il fornitore di tecnologie. Il punto è che, spesso, il committente non sa come risolvere un quesito e non è in grado di valutare la qualità di quanto realizzato:

compra tecnologia senza inserirla in un piano di sviluppo organico con la conseguenza che anche il fornitore, una volta realizzato un progetto, considera finito il suo compito. Si tratta di gravissime complicazioni che si sono succedute e accumulate negli anni e che oggi sono diventate talmente grandi che viene da pensare che non si vogliano risolvere perché fa comodo a molti avere sempre un ‘capro espiatorio’. Del resto, come può funzionare AGEA, l’ente erogatore nazionale, se negli anni ha visto cambiare un direttore ogni anno? È giunto il momento di superare presappochismo, interessi di parte e incompetenza per assumersi ognuno le proprie responsabilità e rimboccarsi le maniche affinché venga finalmente portata la digitalizzazione nel settore primario. Il sistema va cambiato e fatto funzionare poiché AGEA è solo un tassello: poi ci sono le singole Regioni e i CAA, i centri di assistenza agricola. Se non si interviene con decisione, nulla cambierà in meglio e a pagarne lo scotto saranno come sempre gli agricoltori. Un assurdo sistema che si morde la coda e che (invece di facilitarla) complica la vita a chi lavora la terra.

Oltre 15mila presenze

Obiettivo centrato per la I edizione di EIMA Show Umbria

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ltre 90 modelli di trattrici e mietitrebbiatrici di ultima generazione, più di 200 attrezzature per la raccolta del foraggio e dell’erba medica, e per la lavorazione del terreno e le altre operazioni colturali prodotte da 50 case costruttrici, contemporaneamente al lavoro. Questo lo spettacolo offerto da EIMA Show, la manifestazione dimostrativa di macchine e tecnologie N° 15 - 1 settembre 2017

per l’agricoltura che si è conclusa dopo due giorni di intensa attività. Un pubblico di oltre 15 mila persone ha preso parte all’evento, tributando il pieno successo a questa kermesse promossa da Umbria Fiere, Coldiretti Umbria, Università di Perugia, Fondazione per l’Istruzione Agraria e FederUnacoma, e realizzata grazie al supporto dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione.

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All’avviso pubblico di Pugliapromozione hanno risposto 257 progetti, 44 i finanziati

Puglia, da ottobre turismo slow con la bici: boom di progetti

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altate in sella e seguite gli itinerari slow in bicicletta di Inpuglia365 per ritrovare il fascino dei paesaggi rurali, riscoprire la storia dei borghi, I’artigianato locale e lasciarvi conquistare dai sapori della tavola pugliese”. Questo invito sintetizza lo spirito dell’avviso pubblico lanciato da Pugliapromozione al quale hanno aderito gli operatori privati pugliesi presentando ben 257 progetti. I progetti finanziati sono 44 per un totale di Euro 550.000,00. La graduatoria è pubblicata sul DMS di Pugliapromozione. Ottima la qualità delle proposte pervenute, per una copertura dei weekend di agosto e settembre sino all’1 ottobre: visite guidate, laboratori, cicloturismo, degustazioni, teatro, danza, spettacoli dal vivo, videomapping, incontri con artisti ed autori, aperture straordinarie di beni e siti culturali, oltre a performance creative e installazioni di arte urbana che consentiranno di immergersi in uno spettacolo naturale. Alcuni progetti sono presentati da più soggetti privati e alcuni sono trasversali a più province: diciotto i progetti ammessi per Bari/Bat, 11 per l’area Tarantina, dieci a Lecce, 8 a Brindisi e sette a Foggia. “Sono molto orgogliosa - commenta l’assessore all’Industria turistica e Culturale della Regione Puglia, Loredana Capone - della grande partecipazione di imprese e associazioni che hanno presentato tanti progetti di qualità. Gli operatori hanno interpretato correttamente lo spirito

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e le finalità dell’Avviso pubblico di Pugliapromozione che intendeva supportare i privati per iniziative di qualità in grado di garantire una accoglienza di livello e soprattutto di valorizzare l’entroterra pugliese per rendere attrattivi i tanti luoghi della Puglia che si possono visitare quando si viene per rilassarsi al mare”. “Sono stati premiati - aggiunge Ca-

pone - i progetti che hanno mostrato qualità, calendarizzazione, coinvolgimento delle comunità locali con grande attenzione all’impatto ambientale e alla sostenibilità. E per coloro che non sono stati ammessi con questo avviso si apre un’altra possibilità con il prossimo che riguarderà i mesi di ottobre, novembre e dicembre”.

www.foglie.tv




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