FOGLIE n.4/2017

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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE

N° 4 • 1 MARZO 2017

caporali no, agricoltori si ! Notizia straordinaria: 80 € al giorno per lavorare in campagna!! agricoltura

Maltempo 2016: approvate richieste calamità per 11 paesi della provincia di Bari Governo, si discute il piano pataticolo nazionale turismo rurale

Puglia, ok al piano strategico per il turismo: 36 milioni di € in tre anni





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ditoriale

1 MARZo 2017 - n. 4 - Anno 12

Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE

Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952 Editrice

G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione G.Ed.A. Giovani Editori Associati Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Paola Dileo, Nica Ruospo, Rino Pavone, Donatello Fanelli Pubblicità G.Ed.A Rino PAVONE r.pavone@foglie.tv 380 6328672 Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61/06 del 15/11/2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 9040264 Iscritta al Registro Operatori Comunicazione ROC n.26041 TESTATA GIORNALISTICA ACCREDITATA

Re, vassalli, valvassori, valvassini e servi della gleba

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el lontano medioevo il re, i vassalli, i valvassori e i valvassini rappresentavano una precisa struttura piramidale utile a esercitare il potere dei potenti sul territorio. Il re nominava il vassallo come suo fedele rappresentante. I vassalli a loro volta potevano nominare i valvassori, altri nobili di rango inferiore, che diventavano loro fedeli e gestivano parte dei possedimenti. Il valvassore era quindi un vassallo non direttamente dipendente dal sovrano ma da un altro vassallo. Infine c’erano i valvassini ed i servi della gleba. Nell’agricoltura di oggi pare esistere la stessa struttura piramidale. Il Re che decide prezzi e modalità di arrivo al consumatore è la Grande Distribuzione Organizzata (Gdo) che impatta e detta le regole ai sui fornitori (gruppi commerciali, Op, Cooperative) che pur di starle dietro diventano vassalli che dettano le regole a valvassori e valvassini (costituiti da agenzie interinali, rivendite agricole, conferitori, broker) affinchè sia soddisfatto economicamente il loro lavoro secondo le leggi imposte dall’alto (Gdo). Come unica soluzione per uscire dalla situazione di stallo valvassori e valvassini sono costretti a dire : “Io sto con il Vassallo”. Chi sta sotto a tutti sono i servi della gleba ovvero gli agricoltori ed i braccianti agricoli che devono sottostare a regole imposte da scale superiori che

a loro volta sottostanno a quella ancora più sù. Come da proverbio “il pesce puzza dalla testa” (ovvero dalla Gdo) ed è da lì che bisogna partire per ridisegnare l’equilibrio della filiera. Altrimenti il caporalato rimarrà sempre una conseguenza del problema (e non la causa come invece pensano in tanti, soprattutto fra i non addetti ai lavori, nuova legge sul caporalato docet), così come dimostrano gli 80 euro al giorno in busta paga per un operaio agricolo, frutto di accordi sindacali tra le Organizzazioni agricole Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Coopagri con i sindacati CGIL, CISL e UIL, completamente lontani dalla realtà. Una realtà che vogliamo qualcuno ci spieghi rispondendo a queste semplici domande: 1) Come mai non si trova manodopera per lavorare nei campi se effettivamente la paga è di 80 euro al giorno ?? 2) Come mai i prezzi di vendita nei campi sono così bassi dal latte all’ortofrutta, dal grano alle olive, salvo casi eccezionali di calamità o scarsità di prodotto, e si praticano queste cifre che nemmeno i dipendenti di banca portano a casa?? 3) Come mai nessuno ci ha mai detto che si guadagnano 80 euro al giorno in campagna ?? ARRIVIAMO!!!!!!!



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ommario

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editoriale

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agricoltori si, caporali no Re, Vassalli e servi della gleba

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AGRICOLTURA

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patate Si discute per il piano nazionale movimento per l’agricoltura “Va cambiata nuova legge su caporalato”

agroalimentare

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crisi filiera europea del riso Riuniti a Milano i paesi produttori

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pane altamura dop 2016 Anno da record

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gelato world tour Un pugliese in finale nazionale

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Per 11 paesi della provincia di Bari

13 agrilevante 2017

Presentata in Fiera del Levante 28 euro l’ora per un italiano,8 € per un bulgaro

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a brindisi Come rallentare l’invecchiamento

buon vivere 2017 L’ agroalimentare in vetrina

10 approvata richiesta calamità

21 trasporti

alimentazione

vivaismo

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2017 attività ed iniziative

turismo rurale

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piano strategico turismo Puglia 36 mln € in tre anni


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gricoltura

Necessarie misure a sostegno del settore

A Montecitorio si discute il Piano Nazionale per il settore pataticolo

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Montecitorio si sta discutendo in questi giorni del piano nazionale per il settore pataticolo. Numerose le misure richieste per il sostegno ad un settore che occupa un posto di assoluto rilievo tra le produzioni orticole nazionali con numeri rilevanti sia in termini di coltivatori, oltre 50.000, che di superficie investita, oltre 55.000 ettari, e con una produzione lorda vendibile di circa 800 milioni di euro per le patate da consumo e circa 100 milioni di euro per quelle da industria. A fronte del fatto che il settore pataticolo non è mai stato regolamentato da una specifica organizzazione comune di mercato a livello europeo , il Ministero delle Politiche agricole ha, nel corso del tempo, attivato alcuni interventi a sostegno del comparto come l’accordo interprofessionale per il prodotto destinato alla trasformazione industriale, che ha permesso di aumentare a 200.000 tonnellate il rifornimento di patate italiane e limitando le importazioni ai periodi di minore produzione nazionale (gennaiomarzo), e lo stoccaggio privato per quello destinato al mercato fresco con il fine di dilazionarne l’immis-

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sione sul mercato. Interventi che hanno consentito la diversificazione degli investimenti e il mantenimento dell’equilibrio di mercato, salvaguardando il reddito degli operatori. Parliamo, infatti, di una coltivazione con costi di produzione molto elevati, pari a oltre 8.000 € per ettaro a causa del costo del seme, della preparazione del terreno e nonostante le nuove tecniche di irrigazione che hanno ridotto il consumo idrico. È quindi necessaria l’attuazione del piano pataticolo anche perché la produzione nazionale non soddisfa la domanda interna, con importazioni annue pari a 700.000 tonnellate per il fresco e oltre 150.000 tonnellate per l’industria agroalimentare. Con le giuste misure si può, pertanto, incidere positivamente sulla bilancia dei pagamenti dell’Italia. Per Unapa (Unione Nazionale tra le Associazioni dei Produttori di Patate), intervenuta in audizione a Montecitorio, bisogna “Promuovere e incentivare l’adozione, da parte degli operatori, di innovazioni tecnologiche nella gestione agronomica della coltura capaci di aumentare le rese, la redditività e la sostenibilità di una produzione di altissima qualità attraverso la validazione scientifica

(prove sperimentali) ed aziendale (prove dimostrative); sviluppare uno specifico progetto di ricerca finalizzato all’ampliamento varietale in funzione della richiesta diversificata dei mercati; attivare programmi colturali dedicati alla produzione di tubero-seme nazionale; sviluppare un modello “innovativo” di prodotto basato sugli aspetti della tracciabilità dell’origine, della freschezza, del profilo calorico favorevole, del contenuto di fattori nutrizionali positivi (vitamina C) nonché avviare un programma di informazione al consumatore in materia di sicurezza alimentare e di marketing per la valorizzazione del prodotto. Il M5S con il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate chiede anche di incentivare e promuovere tutte le iniziative utili a rafforzare i rapporti di filiera attraverso il riconoscimento di associazioni di organizzazioni di produttori (AOP) nazionali previste dal regolamento dell’Unione europea n. 1308/2013 e l’istituzione di un osservatorio economico nazionale sul settore pataticolo per predisporre le migliori strategie commerciali e condurre specifiche analisi degli andamenti produttivi nazionali ed europei.

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Riceviamo dal “Movimento per l’Agricoltura” e Pubblichiamo

CAPORALI NO AGRICOLTORI SÌ

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a Legge n° 199 del 29/10/2016 - Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore - riformula il reato di caporalato, estendendo la responsabilità al datore di lavoro che sfrutta i lavoratori approfittando del loro stato di bisogno. Il nuovo testo prevede: - la pena della reclusione da uno a sei anni per l’intermediario e per il datore di lavoro che sfrutta i lavoratori, che possono diventare otto in caso di violenze o minacce - la confisca dei beni anche per il datore di lavoro consapevole dello sfruttamento. Pur condividendo lo spirito della norma che deve tutelare l’integrità e la salute dei lavoratori, tuttavia il Movimento per l’Agricoltura ne critica fortemente le finalità: la norma risente di stati umorali che nulla hanno a che vedere con la reale necessità, espressa tanto dai lavoratori quanto dalle aziende, di reprimere le forme delinquenziali del caporalato e dare chiarezza e certezze a quanti vogliono lavorare nella legalità e con tranquillità. La nuova normativa non opera distinzioni tra i “caporali” e le aziende che ne utilizzano i servigi e quanti, invece, commettono infrazioni anche lievi alle regole contrattuali; l’estrema discrezionalità di valutazione del reato, concessa agli organi di controllo e ai giudici, espone tutte le aziende ad azioni punitive

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che vanno dall’arresto immediato alla confisca dei beni compreso il frutto pendente. La norma introduce una pericolosa previsione di reato per le aziende agricole e in particolare per i datori di lavoro che rischiano di fatto la paralisi e l’annientamento delle loro attività. La Legge prevede una sorta di responsabilità penale per conto terzi: in sostanza, i datori di lavoro e gli imprenditori agricoli ONESTI possono essere denunciati se all’interno della loro azienda hanno dipendenti che, anche a loro insaputa, sfruttano i lavoratori ovvero non osservano le norme vigenti in materia. La norma, per come è stata predisposta e nella concreta applicazione, determinerà la paralisi delle imprese agricole e la morte del comparto. La Puglia è una regione virtuosa nel settore agricolo, è il settore trainante dell’economia regionale e non può permettersi di sopportare passivamente l’annientamento sistematico del settore imprenditoriale e agricolo. La norma introduce una vera e propria caccia alle streghe, dove la strega è l’azienda agricola. Questo automatismo che coinvolge i titolari dell’azienda agricola nelle responsabilità penali anche per lievi infrazioni e l’identificazione degli stessi con il reato di caporalato comporta un clima di terrore. Si diventa vulnerabili a interpretazioni discrezionali degli inquirenti e degli organi di polizia. Il Movimento per l’Agricoltura nasce per contrastare il fenomeno del

caporalato, ma rivendica con forza l’onestà degli imprenditori agricoli che nulla hanno a che vedere con tale fenomeno: Il Movimento per l’Agricoltura chiede: 1 – stop immediato all’automatismo della responsabilità penale dei titolari delle aziende agricole anche per lievi infrazioni e l’identificazione degli stessi con il reato di caporalato 2 – modifica delle Legge nella parte in cui prevede la responsabilità penale dei titolari delle aziende e degli imprenditori agricoli che non devono essere paragonati a criminali organizzati 3 – abolizione del controllo giudiziario dell’azienda presso cui il lavoratore era stato assunto in condizioni di sfruttamento. È in programma una manifestazione che si terrà nel mese di aprile dove il Movimento farà sentire la sua voce per la legalità e per l’agricoltura; se non verremo ascoltati siamo pronti ad adottare iniziative forti, a scendere in piazza, a ridurre le fasi lavorative che determineranno una minore occupazione della manodopera; siamo anche pronti a chiudere le aziende per protesta contro una Legge ingiusta e discriminante per il mondo dell’agricoltura che siamo orgogliosi di rappresentare. Il Governo deve ascoltarci. Viva l’Agricoltura, Viva la Puglia che lavora, Viva il Movimento per l’Agricoltura.

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gricoltura

Per gli eventi del 2016

Approvate richieste calamità per 11 paesi della provincia di Bari

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asamassima, Castellana Grotte, Conversano, Putignano, Sammichele di Bari, Turi, Giovinazzo, Molfetta, Grumo Appula, Toritto, Acquaviva delle Fonti: sono gli undici paesi della provincia di Bari cui la Regione Puglia, in seguito ai fatti del 2016 che hanno visto alcuni comuni interessati da eventi calamitosi compresi nel piano assicurativo agricolo nazionale, ha riconosciuto (con delibera dgr 187 del 14.02) il trattamento di integrazione salariale (ovvero ha approvato le richieste di calamità). Gli uffici periferici della Sezione Coordinamento dei servizi territoriali hanno relazionato in merito agli accertamenti effettuati successivamente al verificarsi degli eventi calamitosi che hanno arrecato danni colture ed hanno delimitato i territori realmente colpiti cui possono quindi trovare applicazione le specifiche misure d’intervento pre-

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di Rino PAVONE viste dalla legge 296/2006, art. 1 , comma 1079. Fra i comuni c’è Putignano cui viene riconosciuta la calamità atmosferica in ben tre periodi differenti (per piogge persistenti da fine aprile alla prima decade di maggio, per grandinata il 20 maggio ed il 12-13 giugno) ed altri comuni con due “citazioni”: Casamassima, Castellana Grotte, Conversano, Sammichele

di Bari, Turi; per tutti piogge persistenti fine aprile prima decade di maggio e grandinata 20 maggio (con l’aggiunta del 19 per Conversano). Infine Giovinazzo e Molfetta hanno visto “riconosciuta” la grandinata del 20 maggio, Grumo Appula e Toritto quella del 6 agosto e Acquaviva delle Fonti le piogge persistenti nella prima e seconda decade di settembre.

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gricoltura

Si svolgerà in Fiera del Levante dal 12 al 15 ottobre

Agrilevante 2017 , tecnologie e politiche per l’agricoltura mediterranea

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i svolgerà dal 12 al 15 ottobre prossimo alla Fiera del Levante Agrilevante 2017, l’evento espositivo dedicato alle macchine, agli impianti e alle tecnologie per le filiere agricole, organizzato da FederUnacoma in collaborazione con l’ente fieristico pugliese. La rassegna, che ha cadenza biennale e ha registrato nelle ultime edizioni una crescita costante per quanto riguarda il numero di espositori, il numero di visitatori e la presenza di delegazioni estere, confermerà il suo ruolo di manifestazione leader, per il settore agricolo, nella vasta area geografica che comprende l’Europa mediterranea, i Balcani, il Medioriente, l’Africa settentrionale, ma anche l’Africa subsahariana ed alcune regioni asiatiche. L’edizione di quest’anno – presentata dall’Assessore all’Agricoltura della Regione Puglia, Leonardo Di Gioia, dal Commissario dell’Ente Fiera del Levante, Antonella Bisceglia, e dal Presidente di FederUnacoma, Massimo Goldoni - registra un incremento delle aziende espositrici (300 nell’edizione 2015), mentre sono già 27 le delegazioni estere ufficiali, in rappresentanza di altrettanti Paesi, che hanno confermato la partecipazione aderendo

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al programma di internazionalizzazione dell’evento fieristico messo a punto da FederUnacoma in collaborazione con l’Agenzia ICE. La crescita d’interesse da parte degli operatori economici e l’apertura di una sezione dedicata alle macchine per il giardinaggio e la cura del verde, dovrebbero portare una crescita anche nel numero di visitatori, che nell’edizione 2015 ha raggiunto la quota record di 58.400 dei quali circa 6 mila di provenienza estera. La rassegna - che impegnerà una superficie espositiva pari ad oltre 50 mila metri quadrati comprendendo anche un’area esterna, destinata in parte a prove dimostrative di macchinari per il trattamento a fini energetici delle biomasse d’origine agricola e forestale realizzata da Itabia (Italian Biomass Association) – propone la gamma completa delle tecnologie necessarie per ogni filiera produttiva (vedi in particolare quelle della viticoltura, dell’olivicoltura, della frutticoltura, della cerealicoltura e della bioenergia) e riserva attenzione anche a tematiche di natura politica, economica ed ambientale. “Con questa edizione Agrilevante conferma il proprio ruolo di evento guida e punto di riferimento per gli operatori specializzati italiani

ed esteri - ha detto il Commissario dell’Ente Fiera del Levante, Antonella Bisceglia - offrendo occasioni di incontro e confronto su temi di importanza vitale per il comparto, oltre ad un’ampia panoramica sulle più moderne tecnologie agricole. La sinergia con Federunacoma, dunque, anche quest’anno offrirà risposte autorevoli ed esaurienti alla domanda sempre crescente di innovazione del comparto, attraverso una manifestazione storica della Fiera del Levante, che attira nel quartiere barese migliaia di visitatori”. “Una rassegna come quella di Agrilevante – ha sostenuto nel corso della conferenza Massimo Goldoni – non può limitarsi ad offrire un’ampia scelta di tecnologie per le produzioni agricole del mediterraneo e delle aree contigue, ma deve mettere a fuoco quelli che saranno i modelli di sviluppo nelle diverse regioni agricole, e fornire previsioni circa l’evoluzione della domanda di macchinario nei prossimi anni”. “Agrilevante deve avere – conclude Goldoni – un alto contenuto tecnologico, ma anche una ‘vision’ politica, e proprio per questo hanno grande valore il sostegno della Regione e la presenza di istituzioni internazionali”.

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T R urismo

urale

Emiliano e Capone : “36 milioni di € in tre anni”

Approvato Piano strategico turismo Puglia 365 di Rino PAVONE

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er Puglia 365 si entra in una fase di attuazione piena. Il Piano Strategico del Turismo della Puglia 2016/2025, elaborato da Pugliapromozione con un lavoro di tessitura con gli operatori, le istituzioni e i Comuni, è stato approvato dalla Giunta Regionale che ha varato anche la copertura finanziaria per tre anni. La Puglia è la prima regione italiana a sviluppare un Piano, parallelamente ed omogeneamente alla costruzione del Piano Nazionale del Turismo. “La Puglia è la prima regione italiana ad avere il suo piano strategico del turismo in osservanza alla legge nazionale – ha commentato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano in conferenza stampa - questo significa che una delle regioni più belle d’Italia da oggi è in campo non solo con il suo istinto, la sua passione e la sua capacità di rischiare e di fare impresa ma è in campo connettendo le istituzioni e gli operatori turistici. Questa è un’unica squadra che combatte per l’Italia e per se stessa per portare lavoro, identità e soprattutto per favorire l’economia complessiva della Puglia perché il turismo è un settore che ha la capacità di far crescere tutti gli altri così come quello estero è un

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settore che aumenta la ricchezza effettiva di una regione”. “Il turismo – ha continuato Emiliano - è un’operazione che devi seguire, intuire, mantenendo il contatto permanente con gli operatori. Una visione strategica è necessaria, ma è anche necessario avere quella capacità di cambiare tutto in pochi secondi, così come cambiano in pochi secondi anche i flussi turistici. Questa industria ha una capacità di cambiare direzione che devi sapere intercettare. Resisteremo a tutti quelli che pensavano che l’attività turistica dovesse essere centralizzata da parte dello Stato ma resisteremo con la volontà di collaborare in un settore in cui la Puglia, negli ultimi anni, ha guadagnato rispetto”. “Si apre una nuova fase per il turismo in Puglia con il varo in Giunta regionale del Piano strategico del Turismo Puglia365 – ha affermato l’assessore all’Industria Turistica e Culturale, Loredana Capone – La Regione ha impegnato per i primi tre anni 36 milioni di € sulla misura 6.8 del P.O Fers 2014/20 destinati alla promozione, alla accoglienza e alla innovazione, soprattutto di prodotto; e per il 2017 è già esecutiva la delibera per dodici milioni di €. Altre risorse saranno negoziate con gli assessorati allo Svilup-

po Economico, alle Infrastrutture e Trasporti e alla Formazione per progetti comuni che riguardano lo sviluppo del turismo. Perché il turismo possa incidere effettivamente sulla crescita economica e sociale dobbiamo fare un grande lavoro. Le azioni concrete riguardano, insieme alla promozione, soprattutto l’accoglienza perché il turismo può essere un vero traino per il lavoro e la nostra attività deve puntare a realizzare sempre di più una occupazione non solo professionale ma anche stabile. In questo senso abbiamo già sperimentato proprio per l’autunno e l’inverno, un sostegno concreto all’attività dei comuni con il progetto in Puglia 365, allungando la stagione e consentendo un aumento notevole dei flussi turistici su itinerari e prodotti definiti. Con il Piano, che costituisce una prima applicazione della legge sulla partecipazione prevista dal programma regionale 2014-2020 “Una lunga vita felice”, Regione e Pugliapromozione hanno costruito una visione e una strategia del turismo in Puglia che andrà sempre aggiornata, condivisa e partecipata. In ogni piazza della Puglia devono esserci strutture di accoglienza turistica, botteghe artigianali, ristoranti e strutture www.foglie.tv


ricettive, esercizi commerciali che lavorano insieme, in connessione nel territorio per offrire servizi di qualità ai turisti. Una strada che, come per la costruzione del Piano, dobbiamo fare insieme, pubblico e privati, per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati, primo fra tutti l’allungamento della stagione turistica, e poi la formazione, il miglioramento dell’accoglienza e la costruzione di prodotti turistici in grado di intercettare il flusso turistico internazionale in crescita costante. Se sapremo lavorare bene, avremo colto una occasione unica ”. Gli obiettivi condivisi del piano e approvati dalla Giunta regionale, sono: far crescere la competitività della destinazione Puglia in Italia e all’estero, aumentare i flussi di turisti internazionali, dare una spinta positiva alla destagionalizzazione, potenziare l’innovazione organizzativa e tecnologica del settore, con l’intento di aiutare così i territori pugliesi ad organizzarsi per un turismo che duri tutto l’anno. Le priorità d’intervento sono: prodotto, formazione, accoglienza, promozione, legate dal filo dell’innovazione e saldamente poggiate su un sistema di infrastrutture e N° 4 - 1 marzo 2017

collegamenti interconnessi più veloci e che arrivino nel cuore delle Città e dei Territori. “Negli ultimi dieci mesi Pugliapromozione ha deciso di dare una accelerazione al progetto pluriennale di sviluppo dell’Agenzia e quindi del turismo della Puglia – ha aggiunto il Commissario di Pugliapromozione, Paolo Verri - Sono stati dieci mesi molto intensi che sono iniziati il 22 marzo con l’avvio del Piano strategico che ci ha messo a lavorare tutti insieme fino all’estate; poi è partito il processo amministrativo con i primi incontri già a fine luglio con l’Autorità di Gestione della Regione; a partire dalla seconda metà di settembre, abbiamo elaborato la nuova legge di riorganizzazione dell’Agenzia Pugliapromozione che verrà portata nei prossimi mesi in Giunta, in accordo con i sindacati che ci hanno dato il plauso rispetto al modello organizzativo proposto. Nelle prossime settimane con l’Assessore Capone avremo modo di presentare ai Comuni, poi agli operatori e infine al Ministro, ad un anno dall’avvio del piano strategico, questo piano di lavoro triennale appena approvato dalla Giunta, che prevede un

bando a sportello per tutte le attività dei Comuni, una fortissima presenza nelle fiere in tutto il sistema della promozione, includendo Mice e Wedding, come ci è stato richiesto da una parte significativa del partenariato, e una grande presenza anche nella comunicazione che partirà nel periodo pasquale. Ci aspettiamo risultati che consolidino una anno come il 2016, che è stato indimenticabile, con più turisti che mai che sono stati ospitati dai nostri operatori. Dopo un 2016 che è stato una base molto forte sia di lavoro interno che di consenso da parte dei turisti, ci aspettiamo un 2017 ancora più luminoso perché non è più un anno di strategie ma un anno di azioni concrete e non solo a breve raggio di azione, ogni tre/sei mesi, ma con uno sguardo a trentasei mesi”. “Questo è un primo passo fondamentale – ha concluso il Responsabile del Piano Puglia365, Luca Scandale ora bisogna riprendere la partecipazione e la collaborazione con il partenariato per dare attuazione al Piano e divulgarlo, facendo partire al più presto le attività concrete previste nell’accordo triennale da 36 milioni di €”.

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La confusione sessuale per il controllo della tignoletta dell’uva (Lobesia botrana)

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I feromoni e la confusione sessuale

l metodo della confusione sessuale si basa sull’utilizzo di particolari sostanze denominate feromoni. Questi sono dei messaggeri chimici emessi dalle femmine adulte per attirare i maschi della medesima specie per l’accoppiamento, sono molecole che si dissipano rapidamente, principalmente tramite volatilizzazione e degradazione. Quando tali sostanze sono immesse nell’ambiente in una quantità tale da compromettere la capacità recettiva del sistema olfattivo dei maschi,

questi ultimi non riescono più ad individuare la femmina sorgente del richiamo e quindi ne viene impedito o ritardato l’accoppiamento. La confusione sessuale determina, quindi, una riduzione del numero totale degli accoppiamenti (a seguito di affaticamento sensoriale, mascheramento o competizione del feromone sintetico con quello naturale) e un ritardo di quelli possibili (con conseguente riduzione della fecondità complessiva delle femmine). Questi due effetti som-

mati portano a una riduzione della capacità riproduttiva complessiva dell’insetto bersaglio, con una conseguente riduzione della popolazione in campo. La confusione sessuale non è un metodo alternativo alla lotta tradizionale, ma deve essere considerato come la base sulla quale impostare la difesa in relazione alle caratteristiche delle singole aziende nella quale viene adottato. In caso di basse popolazioni può, altresì, garantire un buon controllo del fitofago.

La confusione sessuale in viticoltura Dai primi anni 90, in Italia numerose sono le esperienze riportate in letteratura relativamente agli

ambienti viticoli più svariati. Ad oggi questo metodo di controllo delle tignole è alla base della

difesa su una superficie di circa 25.000ha di vigneti in Italia e circa 200.000ha in Europa.

La tignoletta della vite Lobesia botrana rappresenta il fitofago più noto e temuto della vite, diffuso praticamente in tutte le regioni italiane da Nord a Sud. Questo lepidottero tortricide svolge normalmente 3 generazioni all’anno, tuttavia, al verificarsi di condizioni climatiche particolarmente favorevoli al suo sviluppo, può accadere che si manifesti anche una quarta generazione. In realtà, questo quarto volo non raggiunge in genere una forte intensità di sviluppo e, pertanto, le larvette difficilmente riescono a completare il loro ciclo biologico. Lobesia botrana è una specie am-

piamente polifaga in quanto, oltre che sulla vite, può svilupparsi su altri ospiti secondari, sia coltivati che spontanei. Sverna come crisalide entro un bozzoletto sericeo bianco localizzato nel ritidoma del ceppo o anche nei pali di sostegno o nel suolo. Il volo dei primi adulti viene segnalato a partire dalla fine di marzo fino a tutto maggio, il secondo tra l’ultima decade di giugno e la prima di luglio e il terzo in agosto-settembre. Mentre il primo e il terzo volo sono caratterizzati da una marcata scalarità, il secondo si realizza entro una finestra temporale più breve. Le larve di 1a generazione si nu-

trono a carico delle infiorescenze mentre quelle di 2a e 3a generazione si alimentano rispettivamente sui grappoli in accrescimento e in quelli in via di maturazione. I danni arrecati dallo stadio larvale sono di natura diretta, sotto forma di erosioni agli acini, e indiretta a causa della predisposizione del grappolo così danneggiato allo sviluppo di marciumi. Da oltre un decennio per il controllo di questo lepidottero si è andata affermando, come una strategia di difesa efficace e rispettosa delle esigenze di un’agricoltura ecocompatibile e sostenibile, il metodo della confusione sessuale.

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Da Isonet® L a Isonet® L TT Obiettivo di CBC (Europe) Srl è la diffusione, in ambito agricolo, dell’utilizzo di metodi innovativi di difesa a basso impatto ambientale. In tale ottica si inserisce lo sviluppo e la commercializzazione dei prodotti a base di feromone per la confusione sessuale dei Lepidotteri, di Shin-Etsu Chemical Co Ltd. Isonet® L TT è l’ultimo nato della gamma Shin-Etsu per il

Applicazione su Guyot

200-300 diffusori/ha, in relazione alle temperature medie ed alle velocità medie dei venti della zona trattata, Isonet® L T T , se correttamente impiegato, garantisce

controllo di Lobesia botrana ed è la naturale evoluzione del precedente Isonet® L. Isonet® L TT un diffusore a rilascio controllato del feromone sintetico chimicamente analogo a quello naturale della Lobesia botrana, costituito da due tubi paralleli di materiale polimerico entrambi pieni del feromone specifico, saldati alle estremità, senza, quindi la

presenza del filo di alluminio. L’apertura centrale permette l’applicazione sulla pianta. Una sola applicazione di Isonet® L TT garantisce una protezione duratura dei vigneti per tutta l’attività di volo della tignoletta. Il pratico design “Twin-Tube (TT)” permette un’applicazione più facile e rapida (circa 1ora/ ettaro/persona).

Applicazione su cordone speronato

una durata del rilascio feromonico fino ad ottobre. Nel caso specifico della forma di allevamento a tendone si consiglia di utilizzare un dosaggio di 300 diffusori/ha;

ciò in considerazione del relativo movimento del vento all’interno del vigneto. Nel caso di controspalliere la quantità scende a 250 diffusori per ettaro.

Lo sapevate che:. 1 – per ottenere il massimo risultato dall’applicazione della confusione bisogna che venga applicata prima dell’inizio dei voli che avviene, normalmente, fra la fine di marzo e gli inizi di aprile. Montaggi ritardati ne riducono l’efficacia e non ne incrementano la durata! 2 – l’assenza di catture nelle trappole applicate all’interno dei vigneti “in confusione” ed utilizzate per il monitoraggio, non indica l’assenza dell’insetto nel nostro vigneto ma solo la effettiva capacità della confusione di nascondere la femmina al maschio: sarà necessario verificare anche l’assenza nidi sulle infiorescenze (1° generazione), o la presenza di uova sugli acini (2° e 3° generazione), mediante semplice monitoraggio visivo. 3 – Il livello di popolazione catturata nelle trappole poste in vigneti “fuori confusione” non ha alcuna correlazione con la gravità del danno che ci si può aspettare, per cui il controllo visivo, in tutti i casi, anche per chi non utilizza la confusione sessuale, è sempre importante e raccomandabile. 4 – I trattamenti contro la prima generazione di tignoletta non sortiscono mai una efficacia significativa nel controllo delle generazioni successive. 5 – Ove occorra, i trattamenti effettuati in seconda generazione sono quelli che garantiscono il miglior risultato, in termini di efficacia, nel controllo della popolazione del fitofago.

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ivaismo

Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori

Un altro anno ricco di attività e importanti iniziative future per Anve

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l 2016 si è concluso con un bilancio positivo per ANVE che ha visto la definitiva consacrazione del suo ruolo su tutti i tavoli istituzionali italiani ed europei, contribuendo con proposte e idee alla elaborazione delle politiche attive per il settore. Il 2017 è iniziato con la presentazione del nuovo annuario dell’associazione avvenuta ad IPM Essen, la fiera internazionale più importante del settore florovivaistico. Il volume racconta l’operato di ANVE nel corso dell’ultimo anno, le aziende associate, i servizi esclusivi offerti, i partner ed i soci sostenitori, sia in italiano sia in inglese, con informazioni aggiornate e ampio spazio alle immagini. “L’associazione è cresciuta ulteriormente – afferma Marco Cappellini, presidente ANVE - dal punto di vista numerico e qualitativo, avendo raggiunto una base

sociale complessiva di 76 aziende, provenienti da tutta Italia, ed avendo sottoscritto 16 nuovi accordi con soci sostenitori e partner”. Il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, nel discorso di apertura dell’annuario ha ribadito l’importanza della produzione florovivaistica italiana nel panorama europeo con un fatturato di oltre 2,6 miliardi “dobbiamo proseguire il percorso intrapreso, puntando sull’aggregazione e sul gioco di squadra. Solo così possiamo essere davvero vincenti”. Il settore florovivaistico sta vivendo un periodo di rilancio che passa per importanti novità come la recente nomina di Bologna come location per l’EXPO Internazionale di settore per il 2019. ANVE, in qualità di unico ed esclusivo Socio italiano dell’Associazione mondiale del florovivaismo AIPH,

è stata chiamata a dare il supporto ufficiale alla candidatura di Bologna con un coinvolgimento da parte degli organizzatori già nella fase preliminare di ispezione delle aree designate e con l’amministrazione locale (Comune di Bologna). I temi proposti per l’evento sono la rigenerazione urbana e l’agricoltura urbana, infatti lo slogan della manifestazione sarà: “Grow Green, Eat Green, Live Green” (Crescita, alimentazione e stili di vita sostenibili). L’EXPO durerà 6 mesi e coinvolgerà molteplici aree della città di Bologna: area F.I.CO, Parco nord, Giardini Margherita e Montagnola. L’EXPO sarà un evento di grande rilievo per il settore florovivaistico italiano, secondo il comitato promotore saranno 50 i Paesi espositori, oltre 500 le aziende coinvolte ed un centinaio le delegazioni internazionali.


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limentazione

CON LA NUTRIGENETICA

COME RALLENTARE L’INVECCHIAMENTO E VIVERE IN SALUTE

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ome rallentare l’invecchiamento e vivere in salute: questo è il titolo della conferenza pubblica ad ingresso libero e gratuito che si è tenuta nel Caffé Libreria Camera a Sud di Brindisi, organizzata dal Circolo Nucleo 2000 di Brindisi in collaborazione con l’A.P.S. Armonya. Questi gli argomenti trattati: - le 4 cause che accelerano l’invecchiamento - i 6 errori dell’alimentazione moderna - Salute e Dna - Le nuove frontiere della Nutrigenetica Anti-Aging L’incontro ha previsto una esposizione tramite la proiezione di slides esplicative della durata di circa 45 minuti e una conversazione di approfondimento con i presenti. Il relatore è stato Antonio Bufalo, consulente per il benessere e trainer in tecniche naturopatiche, presidente dell’Associazione di Promozione Sociale ARMONYA - il Network del

Benessere di Brindisi, responsabile dell’Ente di Ricerca C.I.DI.B. (Centro di Informazione sulle Discipline Bionaturali). Il C.I.DI.B. è una struttura nata con l’idea di promuovere il benessere psico-fisico e la solidarietà, stimolando il ricorso ad interventi naturali che rispettino l’equilibrio dell’organismo umano. La Nutrigenetica è lo studio di come le variazioni genetiche individuali influiscono e interagiscono con gli alimenti (micro, macronutrienti e le tossine). Le variazioni genetiche hanno dimostrato di influenzare l’assorbimento, il trasporto, il metabolismo e l’eliminazione degli alimenti e di essere anche coinvolte nello stabilire le esigenze individuali giornaliere di alcuni nutrienti essenziali. La Nutrigenetica concentra lo sguardo sul singolo individuo e sulle sue peculiari caratteristiche genetiche relazionandole alla sua alimentazione, al proprio metabolismo, alle predisposizioni individuali e all’am-

biente in cui vive, nel tentativo di evitare le risposte “errate” dell’organismo in seguito all’introduzione di determinati alimenti o sostanze non congeniali. Sebbene l’assetto genetico individuale sia immodificabile, l’ambiente circostante, l’astensione o l’assunzione di alcune sostanze (nutrienti, integratori alimentari, farmaci ecc.) introdotti quotidianamente con la dieta, possono, una volta decifrato il codice, influenzare l’espressione genica intervenendo sulla predisposizione a determinate patologie, prevenendone il manifestarsi, curando, o semplicemente mantenendoci in buona salute. Conoscendo meglio l’effetto che i nutrienti hanno sulla nostra particolare costituzione genetica, compensando le nostre carenze o migliorando l’assunzione di alcuni nutrienti con l’opportuna integrazione possiamo esercitare un controllo più effettivo sulla qualità e le nostre aspettative di vita.



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gricoltura

Se ne è parlato a Berlino durante Fruit Logistica

Trasporto: un autista italiano costa 28 € l’ora contro gli 8 di un bulgaro

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’annosa questione della disparità di costi dell’autotraporto all’interno dell’’Unione Europea è stato uno dei temi più affrontati a Berlino, cuore pulsante dell’Europa trainata dalla Germania, dove si è raccolta, nella grande cornice di Fruit Logistica, gran parte dei protagonisti che determinano l’andamento del mercato ortofrutticolo. Gli operatori hanno approfittato del respiro internazionale della fiera per dibattere il delicato tema internazionale che ha quotidiane conseguenze sul lavoro delle aziende agricole italiane. “La differenza abissale dei costi dell’autotrasporto - dichiara Leonardo Odorizzi consigliere di Fruitimprese Veneto - è una delle tante distorsioni alla concorrenza esistenti in ambito UE. Ad esempio, il costo chilometrico di un conducente di veicolo immatri-

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colato in Italia è di 0,43 euro, a fronte di quello di 0,11 euro di un autista di camion bulgaro. Le differenze non sono solo retributive, ma anche di orario. In Lituania un autista guida 2.025 ore in un anno, in Romania e Polonia 1.980 ore; 1.900 in Spagna, Slovacchia e Repubblica Ceca. In Italia 1.800”. “Ciò ovviamente incide sul costo orario che varia, ad esempio, dai 28,18 euro dell’Italia agli 8,01 euro della Bulgaria. Alla luce di questi numeri, c’è disparità nella distribuzione delle quote di mercato – continua Odorizzi - In termini di valori assoluti, nel 2014 il traffico maggiore è stato registrato per i veicoli immatricolati in Polonia con una percentuale di trasporto internazionale del 61%. Segue la Spagna, con un peso dell’autotrasporto internazionale del 35%, mentre l’Italia ha ottenuto solo il 13%.

A fronte di ciò Francia, Germania, Austria e Belgio hanno già introdotto leggi a protezione del mercato del lavoro nazionale e pare che anche l’Italia si stia muovendo in questa direzione. La Francia ha messo in campo un sistema protezionistico dell’autotrasporto che prevede addirittura l’individuazione di un corrispondente per ogni impresa straniera in transito che deve attestare per iscritto la regolarità contributiva al pari degli addetti francesi, con un costo di 300 euro per ogni mezzo entrante. La situazione ad oggi sta diventando insostenibile – conclude Odorizzi - far arrivare un camion con 20 tonnellate di ortofrutta da Catania fino a Milano (circa 1.350 km) costa di più che trasportare un container con lo stesso carico da Genova a Shanghai (oltre 11 mila km) e più del trasporto dello stesso carico dal Nord Italia alla Germania”.

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RIUNITI A MILANO I PAESI PRODUTTORI

LA CRISI DELLA FILIERA EUROPEA DEL RISO

rimo incontro dei Paesi Produttori per chiedere una revisione delle norme sulla importazione di riso extracomunitario : infatti l’abolizione dei dazi di importazione ha favorito solo la speculazione e, di fatto, messo un crisi l’intera filiera europea del riso. I Paesi europei produttori di riso (Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Francia, Bulgaria e Ungheria) si sono incontrati quindi a Milano per condividere una piattaforma comune che è stata presentata ai Ministeri dell’Agricoltura dei rispettivi Paesi (per l’Italia era presente Felice Assenza, Direttore generale del Ministero delle Politiche Agricole). Obiettivo finale è la apertura di un tavolo con la Commissione europea per la revisione delle norme vigenti sulla importazione di riso dagli Stati extra comunitari. La produzione europea di riso ammonta a 1,8 milioni di tonnellate annue per un fatturato annuo di circa 3 miliardi di euro. L’Italia è il maggior produttore di riso con i suoi 234 mila ettari coltivati a riso, 4.265 aziende risicole, 100 industrie risiere per un fatturato annuo di 1 miliardo di euro.

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La filiera europea del riso protesta contro la abolizione dei dazi sulla importazione di riso dai Paesi Meno Avanzati - PMA (Paesi come Cambogia, Myanmar ed altri) varata dalla Commissione europea nel 2009. Questa liberalizzazione ha portato ad una invasione di riso asiatico che ha determinato una grave riduzione della produzione europea di riso Indica ed al calo delle quotazioni di mercato. Ad oggi il consumo UE di riso è coperto per il 50% da prodotto di importazione che per i 2/3 non paga i dazi di importazione. Le rappresentanze dei produttori e dei trasformatori di riso chiedono alla Commissione europea: il riconoscimento effettivo della qualifica di “sensibilità” del comparto riso, che consentirebbe di non applicare concessioni alle importazioni di riso da Paesi extra comunitari; la rimozione degli ostacoli, veri o presunti, che impediscono l’effettiva applicazione della “clausola di salvaguardia” nei confronti delle importazioni dai Paesi Meno Avanzati; la fissazione di regole reciproche sia tra gli Stati membri dell’UE sia tra i gli Stati membri dell’UE e i Paesi Terzi, sia in ambito fitosanitario sia in ambito commerciale, per favorire

un mercato trasparente nel rispetto dei diritti sociali e dei lavoratori; il mantenimento della qualifica di “specificità” del settore riso nell’ambito della prossima pianificazione della Politica Agricola Comune e l’’attuazione di campagne promozionali finanziate con fondi comunitari per incrementare il consumo di riso coltivato nell’Unione europea. “Negli anni scorsi era solo l’Italia a protestare – ha dichiarato Paolo Carrà, Presidente dell’Ente Nazionale Risi – ma a Milano è stato finalmente creato un fronte compatto di tutti i Paesi europei che producono riso e la Commissione non potrà non ascoltare. La superficie UE coltivata a riso Indica è crollata del 40% e quella coltivata a riso Japonica aumentata del 14%, con un grave squilibrio di mercato per entrambe le tipologie di prodotto. Per di più la cosiddetta liberalizzazione dei dazi non ha certo favorito i produttori asiatici bensì le multinazionali asiatiche che sfruttano i Paesi più poveri aprendo in loco stabilimenti di trasformazione. Per l’Italia che fa del riso un suo prodotto importante e del risotto un piatto tipico conosciuto nel mondo è necessario ristabilire le regole del mercato”.

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Produzione in aumento del 18% rispetto al 2015

2016 anno da record per il pane di Altamura Dop

el 2016 la produzione del pane di Altamura DOP ha superato le 440 tonnellate, con un aumento del 17,89% rispetto al 2015. I dati sono confermati da “Bioagricert”, Organismo di Certificazione riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole. Dal 2003, anno del riconoscimento della DOP a livello Comunitario, mai si erano toccati picchi di produzione così elevati. Il 2016 ha segnato anche un significativo aumento delle quote di mercato per l’intero comparto altamurano, con un aumento di oltre il 30% se si considera l‘intero triennio (2014-2016) appena trascorso. Questa crescita assume un valore ancor più importante se si prendono in considerazione il calo del consumo di pane in Italia, le

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truffe alimentari e le attività di concorrenza sleale (quello Dop altamurano sembra essere il pane “più imitato” d’Italia) che danneggiano l’intera filiera e gli stessi consumatori. “I dati (sulla produzione) relativi al 2016 sono il frutto del lavoro svolto nell’ultimo un triennio dal Consorzio e i suoi associati (agricoltori, molitori e panificatori) che – spiega il presidente del Consorzio, Luigi Picerno – hanno dato vita a un rinnovato spirito di squadra, condividendo obiettivi di crescita ed interventi. Il piano strategico, approvato dal CdA e condiviso con il direttore generale, comincia a dare i suoi frutti accrescendo la fiducia dei consumatori e la riconoscibilità del prodotto a marchio”. Quello del pane di Altamura DOP è uno dei com-

parti dell’economia locale che decisamente può dare nuova linfa agli attori della filiera. Si va verso la qualificazione dell’offerta, nonché verso scelte d’acquisto sempre più consapevoli da parte del consumatore, pertanto il ‘Consorzio’ e i suoi associati devono dare risposte adeguate. “C’è tanto ancora da migliorare – commenta il direttore del Consorzio, Pasquale Lorusso – abbiamo bisogno di incrementare le attività di vigilanza contro comportamenti ingannevoli e quelle di informazione dei consumatori per far conoscere il vero pane di Altamura DOP. I risultati raggiunti sinora sono un punto di partenza e non d’arrivo, ad un prodotto di nicchia possono corrispondere numeri ben più significativi”.

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GARANTIRE LA PRODUZIONE ANCHE IN PRESENZA DI MALATTIE DEL LEGNO

Il problema: l’invecchiamento e l’efficienza del legno nella vite e nelle colture arboree da reddito.

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e problematiche legate all’invecchiamento e all’efficienza del legno nella vite e nelle colture arboree si stanno diffondendo da anni in diversi Paesi , tanto da comportare un importante impatto economico. A livello mondiale le perdite economiche per la sostituzione delle piante morte a causa delle malattie del legno sono state stimate in 1,5 bilioni di dollari (Hofstetter et al. , 2012). Il mondo scientifico sta indagando sulle cause delle malattie del legno, ma attualmente sembrano confermarsi le ipotesi che mettono in relazione la manifestazione dei sintomi con la perturbazione dei flussi di linfa causata dalla presenza dei funghi nei vasi, dalle ferite di potatura e da alcuni stress climatici. In un quadro così complesso non è facile individuare una cura specifica ed efficace. I sintomi di deperimento sono

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determinati oltre che dai funghi presenti anche in maniera significativa dai fattori esterni che condizionano la fisiologia della pianta. A oggi non esiste un trattamento efficace contro le malattie del legno, vista la complessità del problema e la diversità delle comunità fungine. Si può soltanto prevenirle puntando all’equilibrio vegeto-produttivo e potando nel rispetto dei flussi di linfa con tagli piccoli, per limitare le superfici di ingresso dei patogeni e l’entità del legno che si dissecca. L’unico modo per ridurre l’impatto delle malattie del legno è, oltre a evitare le condizioni di disequilibrio della pianta, quello di prevenirle con potature rispettose dei flussi di linfa. Allo stato attuale delle conoscenze, sembrano confermarsi le ipotesi che mettono in relazione la manifestazione dei sintomi con la perturbazione dei

flussi di linfa causata dalla presenza dei funghi nei vasi, dalle ferite di potatura e da alcuni stress climatici. La soluzione: stimolare i diversi processi fisiologici alla base di un buon funzionamento del cambio per la sintesi di nuovi vasi xilematici e floematici. In un quadro del genere, la soluzione del problema non può essere trovata in un singolo prodotto od intervento ma va ricercata attraverso la conoscenza dei meccanismi utili ad instaurare una convivenza tra la coltura e la carica dei patogeni presenti nella pianta, in maniera da poter avere un livello produttivo compatibile con le aspettative dell’agricoltore. In pratica, si tratta di integrare le pratiche agronomiche con le soluzioni disponibili mettendo al centro la pianta e non i patogeni e come sconfiggerli.

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Si tratta di un cambiamento d’approccio che ha lo scopo di capire quali siano i meccanismi utili che la pianta mette in moto quando il legno è attaccato da agenti patogeni e/o danni meccanici in grado di salvaguardare la buona attività vegeto-produttiva, la vitalità e la durata della pianta e quindi la produzione. Con questo obiettivo preciso, il dipartimento R&D di Valagro ha utilizzato l’analisi genomica e la tecnologia GeaPower per individuare il pool di sostanze attive naturali in grado di stimolare la circolazione linfatica e migliorare la funzionalità del legno nella vite e nelle colture arboree. Al risultato di questa ricerca è stato dato il nome di Vitasève, una miscela di microelementi arricchita dal pool di sostanze attive GEA841. L’analisi genomica ha messo in evidenza come VITASEVE agisca sulla divisione cellulare, il metabolismo energetico, la risposta allo stimolo delle auxine e la sintesi di cellulosa, processi fisiologici alla base di un buon funzionamento del cambio per la sintesi di vasi xilematici

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e vasi floematici. Una buona attività del cambio nella pianta significa: 1. Efficiente circolazione linfatica 2. Efficiente produzione di legno (sano) 3. Efficiente produzione di cor teccia (fondamentale in caso di stress meccanici)

Anche le evidenze di campo pluriennali hanno confermato come VITASEVE sia in grado di tutelare la vitalità delle piante attraverso il miglioramento della circolazione della linfa e promuovendo una ottimale lignificazione nella vite e nelle piante arboree.

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A o g g i n o n e s i s te u n t r a ttamento efficace contro le malattie del legno, vista la complessità del problema. L’u n i c o m o d o p e r r i d u r n e l’impatto è quello di : • evitare le condizioni di disequilibrio vegeto-produttivo della pianta • migliorare la circolazio-

ne della linfa grezza ed elaborata • ottimizzare la produzione di legno e prevenire i danni da invecchiamento In conclusione, possiam o a f f e r m a r e c h e l ’a p plicazione di V I TA S E V E consente di sostenere la risposta positiva della

pianta senza avere alcun effetto diretto sui patogeni, non evita totalmente lo sviluppo dei sintomi, le piante trattate sono meno sensibili ed anno dopo anno si osserva una r i d u z i o n e d e l l ’e v o l u z i o n e rispetto al testimone non trattato.

In seguito a questi trattamenti, la pianta è in grado di avere un livello produttivo compatibile con le aspettative dell’agricoltore a prescindere dalla carica di patogeni presenti al suo interno. Il valore aggiunto delle soluzioni di Valagro è nell’ap-

proccio scientifico e innovativo della tecnologia GeaPower e nella collaborazione tra mondo agricolo e tecnici di campo nell’ individuare la soluzione più efficace alle diverse esigenze. Solo in questo modo possiamo assicurare agli agricoltori

un maggior ritorno degli investimenti per creare e condividere valore. La soluzione VITASEVE va in questa direzione, preoccupandosi, infatti, di salvaguardare la produzione delle colture e migliorare il reddito dell’agricoltore.

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A Piacenza, “Apimell” e “Seminat”

“Buon Vivere 2017”, l’agroalimentare in vetrina

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uon Vivere 2017” mostra mercato del tipico presso il quartiere fieristico di Piacenza Expo ha ospitato quest’anno circa 70 produttori agroalimentari provenienti da tutta Italia. Fra gli appuntamenti più seguiti di questa edizione un seminario sulla coltivazione dello zafferano con degustazioni di miele allo zafferano e un “salto” verso l’isola di Procida per conoscere il limone procidano che ha la particolarità di essere molto grande, poco acre e con l’albedo (la parte bianca compresa tra la buccia e la polpa) molto sviluppata. All’interno della manifestazione il tradizionale appuntamento con la 34^ edizione di “APIMELL”, che quest’anno ha presentato come novità di rilievo la presenza del forum Beecome, il Congresso degli apicoltori europei che dopo le precedenti edizioni svoltesi

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in Francia, Belgio, Germania e Svezia, è approdata a Piacenza nel contesto della mostra mercato più importante del vecchio continente. L’evento è stato promosso da EPBA (European Professional Beekeepers Association), Bee Life European Beekeeping Coordination, UNAAPI, AAPI e CONAPI. Apimell 2017 ha visto la presenza dei marchi più prestigiosi del comparto che hanno offerto le ultime novità per l’allevamento e le fasi di lavorazione. Altro evento, come da anni in contemporanea, è “SEMINAT” alla scoperta dei segreti per la cura delle piante. Seminat ha proposto ad un pubblico attento ed appassionato una serie di seminari e dimostrazioni dedicati alla cura del giardino e del frutteto. Nella verdeggiante area dedicata a Seminat il visitatore ha potuto assistere a brevi corsi di tecnica giardiniera

e del frutteto familiare, apprendere nozioni di base per la potatura del vigneto, conoscere le tecniche di taleaggio e riscoprire frutti ed essenze antiche e dimenticate. Seminat, giunto alla 36^ edizione, presenta un mercato variopinto di piante ornamentali e da frutto, sementi ed attrezzature da giardino: un appuntamento storico ed irrinunciabile per trovare occasioni e nuove idee verdi. Da sempre Seminat offre inoltre proposte legate a nuove visioni di giardino realizzate da artigiani vivaisti che trovano a Piacenza la piazza ideale per promuovere la loro attività. Una manifestazione indirizzata ai consumatori finali che offre loro l’opportunità di approvvigionarsi ad inizio stagione di piante, prodotti ed attrezzature, scegliendo in una gamma ampia e completa.

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LA FINALISSIMA IL 23 -24 MARZO AD ANZOLA EMILIA

GELATO WORLD TOUR: IN FINALE IL “PUGLIESE “ “BAILEYS, RUM E CROCCANTE AL CIOCCOLATO”

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aileys, Rum e Croccante al Cioccolato” di Marco Cisternino di Ugo La Caffetteria dal 1962 di Montalbano di Fasano (BS) è stato selezionato tra i 13 gusti in concorso dalla giuria composta da tecnici e giornalisti per l’ambito premio “Gelato World Tour” mentre a “Crema di Latte all’Olio Extravergine di Oliva” di Alessandro Leo della gelateria Alexart di Corato (BA) è andata la menzione speciale. Il gelatiere di Montalbano di Fasano accede così alla finale italiana in programma il 23 e 24 marzo 2017 nel Campus della Carpigiani Gelato University di Anzola Emilia in cui sono attesi più di 100 gelatieri selezionati in tutto lo Stivale. Gelato World Tour Italian Challenge ha fatto tappa da Lavermicocca Arredamenti a Capurso per la sua tappa pugliese, dove il 15 febbraio si sono sfidati 13 gelatieri delle province di Bari, Brindisi e Taranto. Nella finale italiana dunque “Baileys, Rum e Croccante al Cioccolato”, un gelato sofisticato dalla spiccata componente alcolica. Gusto, struttura e presentazione sono i tre parametri con i quali sono stati va-

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lutati i gelati artigianali promuovendo la scelta degli ingredienti, la maestria degli artigiani nell’elaborare la ricetta e il risultato complessivo valutato attraverso la vista, il gusto e l’olfatto. La giuria era composta da: Nicola Netti, presidente della Federazione Italiana Gelatieri (presidente di giuria); Eustachio Sapone, pasticcere della Dolceria Sapone di Acquaviva delle Fonti (BA); Rocco Pietrantonio, conduttore televisivo e speaker di Radionorba; Nunzia Bellomo, dal blog Mieledilavanda.it (http://www.mieledilavanda.it/); Michele Fortunato, giornalista de La Gazzetta del Mezzogiorno. Gelato World Tour Italian Challenge è organizzato da Carpigiani in collaborazione con la sua rete di concessionari e SIGEP - Rimini Fiera e Punto IT per dare agli artigiani italiani la possibilità di competere con i migliori gelatieri del mondo che si sfideranno per il titolo di “World’s Best Gelato”. Il regolamento di Gelato World Tour Italian Challenge è disponibile sul sito web www.gelatoworldtour.com. Questo l’elenco degli altri gusti partecipanti alla selezione pugliese: Antonio Buonsante

della caffetteria gelateria Miramare di Torre a Mare (BA) con il gusto “Universo Sensoriale”, Andrea Cisternino dell’Habanos Cafè di Carovigno (BR) con il gusto “Mediterraneo”, Michele Pastoressa del Caffè Classico di Capurso (BA) con il gusto “Nero Modicano”, Rossella Lattarulo de La Cremeria di Montemurro Cesira di Mottola (TA) con il gusto “Pistacchio al Fior di Bosco”, Marco Alessio Alessano della gelateria Diurno Vizi e Stravizi di Manduria (TA) con il gusto “Vizi e Stravizi”, Cesare Sciambarruto della gelateria Veronica di San Pietro in Bevagna (TA) con il gusto “Cuor di Puglia”, Gianluca Trisolini della gelateria Dolci Note di Mottola (TA) con il gusto “Torta della Nonna”, Angelo Fratella della Caffè Dolceamaro di Coversano (BA) con il gusto “Spungato di Caffè”, Nino Lattarulo della gelateria Cremeria 110 di Polignano (BA) con il gusto “Fior di Mandorla”, Sante Greco dell’Elite Caffè di Mola di Bari (BA) con il gusto “Zenzero” e Giuseppe Laterza del bar gelateria Mincuccio di Palagiano (TA) con il gusto “Tiramisù”.

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