FOGLIE n.6/2017

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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE

Chef Caporali

Come la legge 199 riesce a cambiare uno status symbol dei nostri tempi agricoltura

Banca Terre Agricole, nel progetto 42 suoli e 1356 ettari pugliesi Caporalato: mozione di 31 senatori per cambiare la legge Cancellazione voucher: trovare un’alternativa per agricoltura

N° 6 • 1 APRILE 2017





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ditoriale

1 APRILE 2017 - n. 6 - Anno 12

Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE

Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952 Editrice

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Chef Caporali

all’ultima trasmissione di Report su Rai3 si evince come anche i tanto amati e osannati chef rischiano con la legge n.199 del 2016 di trasformarsi in sfruttatori e caporali facendo lavorare i loro collaboratori oltre 14 h al giorno e denunciandone solamente 8. Pertanto, se ce ne fosse ancora bisogno, vi è un ulteriore settore strategico per la nostra economia che rischierebbe di chiudere come appunto quello “dell’industria enogastronomica”. Il Governo è quindi chiamato a dare un segnale rispetto alla Legge n.199 del 2016 che prevede il penale in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero e dello sfruttamento del lavoro. Una norma di tale portata, condivisa nelle sue finalità, in sede di applicazione, dovrebbe essere in grado di rendere distinguibile e discernere chiaramente ed inequivocabilmente chi oggi lavora e produce in condizioni di sostanziale legalità da chi opera in condizioni di sfruttamento di illegalità del lavoro. Questo ad oggi non è per niente chiaro, anzi bisogna fare i conti, con una giurisprudenza non ancora omogenea: si trovano infatti soluzioni giudiziarie differenti presso le diverse Procure della Repubblica. Pertanto la situazione che si paventa e che determina per l’agricoltura, motivo di grave preoccupazione, è quella che, per qualsiasi lieve omissione commessa – prima punita con una sanzione amministrativa anche di poche decine di euro come ad esempio omessa comunicazione all’Inail del RLS(responsabile per la sicurezza in azienda) – in futuro ci si possa trovare a rispondere di un grave reato penale davanti ad un giudice, imputati e trattati alla stregua del

più becero caporale, rischiando sia il carcere che la confisca dell’azienda. Verrebbe da dire “ma se basta così poco per diventare un caporale allora siamo tutti caporali!”. Il grido d’allarme sta proprio qui e resta comunque incontrovertibile che la norma lascia in mano agli Organi Ispettivi una discrezionalità, ma anche una pesante responsabilità, tali da giustificare le apprensioni del sistema produttivo, dalle imprese alle cooperative, e non solo del sistema agricolo. In una tale situazione che rischia di portare al collasso da un lato le prossime raccolte di ciliegie ed uva da tavola e dall’altro di riempire le aule dei tribunali e le carceri di agricoltori, sono da annoverare delle iniziative parlamentari come la Mozione presentata dal Senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri che con altri 31 senatori di tutti gli schieramenti politici, va nella direzione auspicata dal mondo produttivo, così come per altro vi è anche un formale e specifico impegno del Governo (Ordine del Giorno 9/04008/005 presentato dalla Senatrice Mongiello Colomba nella seduta n.694) teso a vigilare sulle modalità applicative della norma sia, soprattutto, ad intervenire qualora si ravvisassero distorsioni applicative. Se non ci dovessero essere delle risposte da parte del Governo vedremo se la base produttiva fatta di agricoltori, operatori commerciali, braccianti, userà i cannoni o i fiori per concorrere alla risoluzione e semplificazione di una norma nata per colpire giustamente chi delinque e sfrutta della povera gente in stato di bisogno, ma che nella sua applicazione ancora una volta delinea come la Politica sia lontana dal mondo reale.



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ommario

5 editoriale

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Chef Caporali Come una legge cambia uno Status Symbol

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agroalimentare

Mozione di 31 Senatori

12 OLIVICOLTURA

La tecnologia al servizio della produzione

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accademia georgofili Convegno Cooperazione agroalimentare CIBUS A Parma i prossimi 12 e 13 Aprile vinitaly Mercato USA richiede i vini rosati di Puglia

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AGRICOLTURA

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LAVORO AGRICOLO Sostituire i voucher banca terre agricole In Puglia 42 suoli entrano nel progetto

zootecnia

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Indennizzi e rimborsi per espianti mai erogati

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MOSTRA BOVINA A Noci l’11 edizione


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gricoltura

Dopo cancellazione decisa dal consiglio dei Ministri

“Sostituire i voucher con uno strumento ad hoc per l’agricoltura” di Rino PAVONE

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ccorre individuare immediatamente uno strumento ad hoc che sostituisca i voucher e che tenga conto delle specifiche caratteristiche di stagionalità dell’agricoltura come avviene in tutti Paesi dell’Unione Europea. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare la decisione del consiglio dei Ministri di cancellare i voucher anche in agricoltura dove erano stati per la prima volta introdotti nel 2008 nella vendemmia proprio per le peculiarità dell’offerta di lavoro. L’agricoltura nell’attività di preparazione dei terreni, di semine e trapianto di raccolta di ortaggi, frutta e uva è condizionata dagli andamenti climatici sempre piu’ imprevedibili ed ha bisogno di strumenti che tengano conto di queste caratteristiche. Con la cancellazione dei voucher – continua la Coldiretti – si mettono a rischio le produzioni agricole e si perdono opportunità di lavoro nei campi per integrare il proprio reddito 50mila giovani studenti, pensionati e cassa integrati impiegati esclusivamente in attività stagionali che in agricoltura ne sono gli unici possibili beneficiari. A differenza degli altri settori l’utilizzo dei voucher in agricoltura è rimasto

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pressoché stabile negli ultimi anni con circa 2 milioni di buoni venduti per un totale di 350mila giornate di lavoro che hanno aiutato ad avvicinare al mondo dell’agricoltura giovani studenti e a mantenere attivi molti anziani pensionati nelle campagne. Si perde uno strumento che – conclude la Coldiretti- ha consentito nel tempo di coniugare gli interessi dell’impresa agricola per il basso livello di burocrazia con la domanda di lavoro di giovani studenti e pensionati in cerca di un reddito occasionale da percepire in forma corretta. “La fretta di risolvere il problema referendario ha fatto eliminare uno strumento importante per il lavoro occasionale agricolo come i voucher, senza aver trovato prima valide alternative ad esso, mettendo in estrema difficoltà le aziende agricole e levando una valvola di sfogo per categorie deboli come giovani, pensionati, cassa integrati e disoccupati”. È questo invece il commento del presidente di Confagricoltura Mario Guidi alla decisione del Consiglio dei ministri di eliminare lo strumento dei voucher. “In quattro anni (dal 2011 al 2015), l’uso in agricoltura dei voucher – osserva Guidi – è rimasto stabile, anzi in leggera

diminuzione passando da quasi 2 milioni a meno di 1.900.000. Non riusciamo a comprendere perché si sia eliminato, anche per le aziende agricole, uno strumento nato per esse, che lo hanno sperimentato per primo e che non ne hanno abusato”. “Abbiamo chiarito in più occasioni – conclude il presidente di Confagricoltura – che i buoni lavoro in agricoltura erano impiegati per legge solo per pensionati, giovani studenti, cassa integrati e percettori di integrazione a reddito, in attività stagionali come raccolte e vendemmia. Parliamo quindi di prestazioni meramente occasionali e accessorie da svolgere nei momenti di maggiore necessità che non penalizzano assolutamente il lavoro agricolo subordinato, che non poteva essere retribuito con i voucher. Grazie a questo strumento i giovani ed i pensionati hanno arrotondato ed i cassa integrati ed i disoccupati usufruito di una piccola fonte di reddito nei momenti di difficoltà. Oltre tutto si mettono in crisi le aziende agricole in un momento in cui c’è la maggiore necessità di lavoratori occasionali e che avevano già programmato di poter usufruire dei voucher”.

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Per un totale complessivo di 1.356 ettari

Puglia: 42 suoli entrano nel progetto “Banca delle Terre Agricole”

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en 42 terreni per un totale complessivo di 1.356 ettari nella Regione Puglia saranno interessati dalla “Banca delle terre agricole”. Presentato nei giorni scorsi dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, il progetto di mappatura delle terre previsto dal Collegato Agricolo è stato realizzato da Ismea, l’ente economico del dicastero, per consentire a chiunque di reperire su internet i terreni di natura pubblica in vendita. L’obiettivo è quello di valorizzare il patrimonio fondiario pubblico e riportare all’agricoltura anche le aree incolte, incentivando soprattutto il ricambio generazionale e contrastando il consumo di suolo dato che la destinazione di queste superfici è e dovrà essere agricola. Si parte, dunque, con i primi 8.000 ettari di terreni detenuti da Ismea (tutti in piena coltivazione) ma, nel database aperto a tutti, sarà possibile trovare i terreni delle Regioni, dei Comuni e degli Enti

pubblici che sottoscriveranno convenzioni con l’ente economico del Ministero delle Politiche Agricole. I terreni, con destinazione vincolata al primo settore, saranno destinati con corsia preferenziale ai giovani e le stesse risorse finanziarie derivanti dalla vendita verranno finalizzate da Ismea esclusivamente ad interventi in favore dei giovani agricoltori. Chiunque potrà accedere al sito www.ismea.it e manifestare interesse per uno o più lotti attraverso la “Banca delle terre agricole”, dove sono disponibili tutte le caratteristiche dei terreni, la loro posizione, le tipologie di coltivazioni e i valori catastali. Dopodiché si aprirà una procedura competitiva ad evidenza pubblica tra coloro che hanno manifestato interesse a seguito di avviso pubblico; ovvero trattativa privata in caso di esito infruttuoso con la possibilità, comunque, di mutuo ipotecario Ismea se la richiesta è effettuata da giovani.

Per la Puglia sono interessati ben 42 terreni. Al primo posto la provincia di Foggia con 415,44 ettari e 17 suoli con capofila dell’intera Regione il comune di Cerignola (5 terreni per 140 ettari circa) mentre gli altri sono ubicati a Manfredonia (2), Alberona, Apricena, Ascoli Satriano, Foggia, Lucera, Monte Sant’Angelo, Orta Nova, Serracapriola, Stornarella, Torremaggiore. Nella BAT i terreni sono invece 4 per 282,03 ettari: due a Trinitapoli, uno ad Andria e Minervino Murge. Cinque terreni e 257,47 ettari poi nella provincia di Taranto nei comuni di Castellaneta, Crispiano, Ginosa, Laterza e Palagianello; seguita dalla Terra di Bari con 3 suoli (due a Gioia del Colle e uno a Binetto) per 188,09 ettari. Infine, le province di Brindisi (con 7 suoli per 110,47 ettari di cui 6 nel capoluogo e uno ad Oria) e Lecce (con 6 suoli per 102,42 ettari di cui 4 a Galatina e uno a Guagnano e Salice Salentino).


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groalimentare

Ai Georgofili importanti studiosi europei si confrontano sul tema

Cresce la cooperazione agroalimentare, cresce l’agricoltura di Rino PAVONE

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el pomeriggio del 23 marzo si è svolta la parte più scientifica del convegno “Cresce la cooperazione agroalimentare, cresce l’agricoltura”, organizzato per il 23 e 24 marzo dall’Accademia dei Georgofili e Agrinsieme. Nella sede accademica di Logge degli Uffizi Corti si sono succedute le relazioni di importanti studiosi europei nel campo dell’economia agraria e della cooperazione. Il Presidente Giampiero Maracchi ha salutato i numerosi partecipanti, molti dei quali stranieri, ricordando le origini dell’Accademia dei Georgofili in ambente illuministico, cioè in un periodo in cui nacque una nuova visione del mondo e dell’economia. Maracchi ha evidenziato che per il buon funzionamento dell’agricoltura è indispensabile la collaborazione, quindi la cooperazione, tra i vari attori della filiera ed è per questo motivo che il tema affrontato nel convegno è ancor più importante per l’agricoltura moderna. Il Prof. Alessandro Pacciani ha introdotto i lavori ricostruendo brevemente come è nata la necessità di organizzare questa iniziativa ed ha ringraziato tutti i colleghi che hanno accolto la proposta e hanno dato il proprio contributo all’ approfondimento sulla cooperazione agricola ed in particolare allo studio del confronto tra il modello italiano e

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quello francese. Il programma dei lavori ha visto in apertura l’intervento di Claude Ménard, insigne professore alla Sorbona esperto nel campo dell’economia dell’organizzazione, il quale ha illustrato “Perché e Come cooperare”. Ha seguito la relazione di Kostas Karantininis della Swedish University for Agricultural Scienze, noto studioso di cooperazione a livello europeo, il quale ha portato l’attenzione sui meccanismi attraverso i quali le cooperative creano e distribuiscono valore, secondo la letteratura dei business model (BM). Tre successivi interventi hanno toccato altrettanti temi trasversali di grande attualità. Gaetano Martino (Università di Perugia) ha presentato una relazione sviluppata con Daniela Toccaceli (Accademia dei Georgofili) sulle dinamiche di cooperazione nelle Organizzazioni Interprofessionali, prendendo spunto dal caso dell’OI Ortofrutta Italia. Alessandro Banterle (Università di Milano) ha illustrato un concept paper sul ruolo delle cooperative agricole nei percorsi di tracciabilità nel settore agroalimentare e gli effetti della tracciabilità sul coordinamento verticale di filiera. Stefano Pascucci dell’Università di Exeter ha proposto una riflessione

su un altro tema emergente: quello dell’economia circolare e su come questa possa essere organizzata attraverso la cooperazione. Hanno seguito due case history: il georgofilo Vasco Boatto, dell’Università di Padova, ha discusso se e come le cooperative possono essere considerate strutture capaci di minimizzare i costi di transazione, facendo riferimento alla produzione di Prosecco, in una ricerca condotta con Laura Onofri e Luigino Barisan. Il Prof. Pietro Pulina dell’Università di Sassari ha presentato un lavoro, sviluppato con Roberto Furesi e Fabio Madau, focalizzato sull’organizzazione di una cooperativa del settore lattiero-caseario in Sardegna, in rapporto all’evoluzione delle politiche comunitarie del settore. Il Prof. Alessandro Pacciani ha voluto ricordare che i lavori presentati in questa sessione vedranno una continuazione ideale anzitutto con quelli che si svolgeranno in una sessione speciale organizzata in occasione dell’incontro annuale dell’EAAE (European Association of Agricultural Economists), che si svolgerà a Parma alla fine di agosto, e poi con quelli che si terranno in un’altra sessione dedicata nell’ambito del convegno annuale – per la prima volta congiunto - SIDEASIEA, che si svolgerà a Bisceglie e Trani in settembre.

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gricoltura

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Il Governo cambi la legge

Caporalato, mozione di 31 senatori

a legge 199 del 29 ottobre 2016 sul contrasto al caporalato, ancorché necessaria, presenta, tuttavia, numerose criticità che vanno risolte”. Lo sostengono 31 senatori che hanno presentato a Palazzo Madama una mozione a prima firma del parlamentare barese Luigi D’Ambrosio Lettieri (Direzione Italia) che impegna il Governo a modificare parti sostanziali della normativa che, a parere dei senatori proponenti, “appare poco chiara e nulla ha a che vedere con la reale necessità di reprimere le forme delinquenziali del caporalato e dare chiarezza e certezza agli imprenditori agricoli che vogliono lavorare nella legalità e con tranquillità; non opera alcuna distinzione tra i caporali e le aziende che ne utilizzano i servigi e quanti, invece, commettono infrazioni anche lievi alle regole contrattuali; prevede una sorta di responsabilità penale per conto terzi ovvero una fattispecie delittuosa piuttosto atipica”. “Il fenomeno del caporalato”, si legge nella mozione presentata, “deve essere contrastato con mezzi efficaci ed efficienti, ma è necessario evitare applicazioni arbitrarie della Legge di riferimento che, per come è stata predisposta

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e nella sua concreta applicazione, mostra evidenti punti di criticità che potrebbero avere effetti negativi sull’intero settore agricolo”. In particolare, la mozione impegna il Governo a modificare la legge 199 nella parte che prevede l’applicazione automatica della responsabilità penale dei titolari delle aziende agricole anche per lievi infrazioni e l’identificazione degli stessi con il reato di caporalato e per quelle che non hanno nulla a che vedere con il reato di cui all’art. 603-bis del codice penale; verificare le criticità emerse in sede di applicazione della normativa; valutare la predisposizione di una iniziativa legislativa volta a chiarire l’intento del Legislatore ovvero l’intento di perseguire le situazioni di vero sfruttamento; promuovere ogni iniziativa legislativa atta a evitare che un’applicazione distorta delle norme si traduca in una sorta di paralisi del comparto agricolo; prevedere linee guida volte a indicare, per tutto il territorio nazionale, criteri obiettivi ed omogenei in base ai quali accertare le violazioni previste dal nuovo articolo 603-bis del codice penale; assumere ogni iniziativa finalizzata al contenimento del fenomeno del

caporalato nel comparto agricolo, di concerto con le associazioni di settore; attivarsi affinché sia rafforzata l’attività di controllo del territorio, in modo particolare, nelle campagne. L’automatismo che coinvolge i titolari dell’aziende agricole nelle responsabilità penali anche per lievi infrazioni e l’identificazione degli stessi con il reato di caporalato”, sottolineano i senatori, “sta comportando un clima di enorme preoccupazione per tutto il comparto agricolo, in quanto ogni singolo episodio potrebbe essere suscettibile di interpretazioni discrezionali degli inquirenti e degli organi di polizia tali da configurare il reato di cui all’art. 603-bis del codice penale. La Puglia, per esempio, è una regione virtuosa nel settore agricolo, considerato il settore trainante dell’economia regionale. Ed è proprio il comparto agricolo nel suo complesso e quello pugliese in particolare – nell’imminenza dell’apertura della campagna cerasicola e vitivinicola – a chiedere una revisione della Legge sul caporalato, perché non si trasformi in un boomerang, a danno dei lavoratori, degli imprenditori onesti e di tutto il settore”.

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gricoltura

Algoritmi e WI – FI per monitorare e ottimizzare la produzione

La tecnologia al servizio dell’olivicoltura di Paola DILEO

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’agricoltura 2.0? è sempre più hi-tech perché a prevalenza giovanile e già ampiamente proiettata verso l’innovazione e la digitalizzazione. In questo solco s’inserisce l’interessante proposta di ELAISIAN, start up italiana di food tech che ha messo a punto un dispositivo di precisione per l’olivicoltura. Una promettente realtà imprenditoriale nata a Roma nel novembre 2016. A fondarla tre giovani, Giovanni Di Mambro (COO), Gabriele Allegrini (CTO) e Damiano Angelici (CEO). “Grazie ad un algoritmo agronomico – spiega Damiano Angelici - riusciamo a consigliare gli olivicoltori sull’azione da fare e il momento ideale. Il risultato finale è una riduzione dei costi e un incremento delle produzioni. Il tutto tramite dei rilevatori installati sugli alberi (ciascun dispositivo copre mediamente 500 piante, circa due ettari) che raccolgono dati climatologici, pioggia, grado di umidità, temperatura, clorofilla di tipo A e B, betacarotene. Dati che vengono

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trasmessi in Wi –FI alla piattaforma WEB, che a sua volta sviluppa un algoritmo, grazie all’incrocio dei dati trasmessi con quelli rilevati da studi agronomici in collaborazione all’Università di Perugia. Ogni produttore può accedere alla piattaforma e acquisire informazioni in tempo reale: indicazioni su come e quando intervenire sia per la coltivazione quotidiana che per i casi di allarme, tramite notifiche, sms o mail. L a piattaforma quindi è in grado di riconoscere eventuali criticità come attacchi di agenti patogeni o stress della pianta. “In questo modo – prosegue Angelici – gli olivicoltori hanno un monitoraggio costante dello status della pianta e un efficientamento degli interventi da fare, come una importante riduzione dei costi e un aumento della produzione. Gli alert consentono di intervenire con tempestività e contrastare il diffondersi di patogeni o nutrire meglio la pianta affinché produca al 100%. Non a caso la start up prende il nome dalla dea greca ELAIS che, a quanto pare,

trasformava in olio qualsiasi cosa toccasse. ELAISIAN finanziata da un fondo internazionale che investe in aziende innovative, è risultata la migliore tra le 700 provenienti da 56 paesi. Ad oggi 10 produttori di diverse regioni italiane (Lazio, Campania, Abruzzo, Puglia, Toscana e Umbria) utilizzano già il dispositivo. “Già reduci di un’altra start up – continua – abbiamo sentito l’esigenza di fare qualcosa per gli ulivi. Io personalmente provengo da una famiglia di olivicoltori, dediti al settore da 80 anni. E dopo l’ennesima perditaå di raccolto, ho deciso di affrontare il problema e cercare di risolverlo”. Secondo i test ELAISIAN è in grado di ridurre del 50% i costi dei fertilizzanti, consulenze agronomiche e manodopera. Visti i riscontri positivi si prevede un aumento di capitale per fronteggiare il mercato entro autunno prossimo. La sfida è di raggiungere i maggiori produttori italiani e stranieri, in particolare quelli spagnoli. Non si esclude che l’applicazione venga estesa al mondo frutticolo.

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ootecnia

L’11° edizione a Noci per razze bruna e frisona

Mostra Bovina Interregionale del Centro Sud

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a 11ª edizione della Mostra Bovina Interregionale Centro-Sud delle razze Bruna e Frisona si è svolta presso il Foro Boario di Noci a cavallo dell’ultimo week end di marzo. Organizzato dall’Associazione Regionale Allevatori Puglia con il contributo dell’Assessorato alle Risorse Agroalimentari della regione Puglia e il patrocinio del comune di Noci, per tre giorni ha riunito autorità tecniche e politiche locali,regionali e nazionali nonché aziende e società del mondo zootecnico. In considerazione dei successi ottenuti nelle passate edizioni, l’occasione ha rappresentato per l’intero comparto allevatoriale bovino pugliese il riconoscimento dell’impegno profuso negli anni dagli allevatori, dalle Associazioni interessate e dalle istituzioni pubbliche costantemente impegnate nel sostegno di tale attività. La Mostra Interregionale di Noci costituisce

ormai il più importante momento di confronto e d’incontro per la Selezione del bovino da latte nel centro-sud Italia che richiama l’attenzione sui nostri allevamenti e determina una indubbia utilità per l’economia allevatoriale. L’evento ha previsto oltre alla blasonata Mostra Interregionale delle razze Bruna e Frisona, una vetrina delle razze e specie allevate sul territorio pugliese, stand di ditte del settore e stand di prodotti della filiera agroalimentare. Un appuntamento di notevole impegno per il quale c’è stata la partecipazione di 160 capi bovini di razza Bruna e Frisona provenienti dalla Basilicata, Calabria, Campania, Sicilia e dalle provincie della Puglia e circa 50 di altre razze bovine (carne e latte), bufali, ovini e caprini nella vetrina Italialleva. Durante la manifestazione sono stati messi in evidenza gli elevati livelli qualitativi di produttività e genetica raggiunti negli allevamenti nonché i potenziali di sviluppo che le

attività d’allevamento apportano all’indotto della filiera lattiero casearia. A tal fine sono stati organizzati momenti comunicativi ed informativi in tutti i giorni della Mostra, organizzati in collaborazione con l’Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Formaggi, per dimostrare le peculiari qualità organolettiche dei formaggi tipici prodotti nel nostro territorio. Altre attività svolte durante i tre giorni della Mostra sono stati un apposito spazio dedicato ai laboratori didattici dimostrativi sulla filiera zootecnica rivolti ai bambini delle scuole primarie e momenti tecnici per i ragazzi delle scuole Agrarie, un incontro tecnico in cui sono state approfondite le tematiche che riguardano i parametri genetici della Selezione ed infine le gare ed i concorsi organizzati dai club dei giovani allevatori, da sempre fra i momenti più attesi dell’intera manifestazione.

Lo scorso 26 marzo a Troia (FG)

L’XI Edizione della Disfida del Soffritto di Maiale

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ubblico delle grandi occasioni lo scorso 26 marzo a Troia (Foggia) per L’XI edizione della “Disfida del Soffritto di Maiale” che ha visto darsi battaglia a colpi di soffritto di maiale 16 delegazioni di altrettanti paesi dei Monti Dauni (Bovino, Deliceto, Monteleone di Puglia, Orsara di Puglia, Rocchetta Sant’Antonio,

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San Marco la Catola, Sant’Agata di Puglia e Troia) e dell’Irpinia (Ariano Irpino,Bonito,Flumeri, Gesualdo, Grottaminarda, Paternopoli, Taurasi,Trevico). La giornata è stata allietata da musica ed animazione offerte da gruppi locali, da una galleria dell’artigianato oltre che da ghiottonerie ed assaggi della tradizione contadina.

Nel rispetto dei canoni stabiliti da Slow Food, infatti, c’è stata grande attenzione all’offerta di cibo tipico della cultura rurale del territorio. Il ticket d’ingresso da 15€ (10€ per i soci Slow Food) prevedeva 8 soffritti (ed un bicchiere di vino): per la serie evviva la civiltà contadina, evviva il folclore e soprattutto evviva il maiale!

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gricoltura

PRONTI IN CASSA OLTRE 13MLN DI €

XYLELLA: “INDENNIZZI E RIMBORSI PER ESPIANTI MAI EROGATI”

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py story, denunce alla magistratura e al TAR, battaglie a suon di carta bollata, sequestri di alberi e computer, strumentalizzazioni politiche dell’ultima ora. Quanto è accaduto a partire dal 2012, da quando furono segnalati a Parabita i primi anomali disseccamenti su un appezzamento di olivo, ha consegnato l’attuale scenario spettrale, chiaramente visibile a Lecce, Brindisi e Taranto, causato dalla Xyella Fastidiosa che ha disseccato migliaia di ulivi, una delle peggiori fitopatie al mondo. Per questo Coldiretti Puglia ha voluto ripercorrere con il Presidente della Regione Emiliano le tappe dell’emergenza e lo ha fatto chiamando a raccolta 1500 agricoltori, cooperative, vivaisti provenienti da tutta la Puglia, con un rappresentativo corteo di 200 trattori che sin dalle prime luci dell’alba ha lasciato le campagne alla volta di Lecce, uniti da un unico slogan ‘Riprendiamoci il

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nostro futuro!”. Presenti, oltre all’Assessore all’Agricoltura regionale Di Gioia, con le fasce tricolore i rappresentanti dei Comuni di Squinzano, Carpignano Salentino, Cavallino, Acquarica del Capo, Sternatia, Collepasso, Diso, Presicce, Maglie, Minervino di Lecce, Palmariggi, Surbo, Carmiano, Vernole, Tuglie, Supersano, Matino, Galatone, Casarano, Lecce, Miggiano, Racale, Leverano, Ugento, Nardò. “Gli ettari olivetati tra Lecce, Brindisi e Taranto – ha denunciato il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, rivolgendosi al Presidente della Regione Puglia Emiliano - che per approssimazione al momento risultano compromessi dalla Xylella fastidiosa sono 140mila. La malattia, oggi riconosciuta anche da chi irresponsabilmente ne ha sempre negato l’esistenza, avanza inesorabilmente. Ci sono agricoltori senza reddito da anni, a cui vanno date risposte immediate e ineludibili. La Regione

Puglia deve richiedere al Ministero delle Politiche Agricole con ogni urgenza un secondo provvedimento di declaratoria di stato di calamità na-

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turale, a valere sulla Legge 102/2004, che ricomprenda anche le aree dichiarate infette negli ultimi 2 anni, in modo da poter completare a stretto giro l’istruttoria delle pratiche degli olivicoltori che potranno attingere alla risorse del Fondo di solidarietà nazionale, per cui risultano stanziati al momento 11 milioni di euro a disposizione delle aziende agricole danneggiate dal patogeno da quarantena”. Dei 13 milioni di euro che l’ex Commissario per l’emergenza Silletti aveva a disposizione, 2,6 milioni di euro, destinati a rimborsare l’estirpazione coatta, giacciono incredibilmente nelle casse della Regione, in attesa di una manovra di assestamento di bilancio. A ciò va aggiunto il necessario sostegno per la moratoria su crediti, mutui e contributi, in modo da far ‘respirare’ le aziende, anche grazie alla misura 5.2 del PSR Puglia contro le calamità. Intanto, l’Ue ha cambiato atteggiamento rispetto alla Puglia, grazie al primo serio piano di monitoraggi avviato dalla Giunta Emiliano e per i primi tentativi di sperimentazione. “L’apertura dell’Unione Europea alla possibilità di reimpianto di nuovi uliveti resistenti nell’area affetta da Xylella fastidiosa è una risposta all’impegno nella sperimentazione per dare un futuro agli olivicoltori che ormai da tre anni sono senza reddito. E il segnale di apertura – ha chiesto Cantele ad Emiliano - va sostenuto facendo pressing concreto e serio sull’UE, fino alla decisione deN° 6 - 1 APRILE 2017

finitiva attesa proprio nel mese di marzo 2017”. Il Salento Open field lab è la risposta più immediata che può essere data al territorio e non va limitata ai pochi ettari già avviati alla sperimentazione. “Le aziende possono e devono diventare parte integrante di un sistema di caratura internazionale – ha spiegato Cantele - dove tutta la ricerca mondiale possa trovare le condizioni migliori per mettere in sinergia conoscenze e metodologie di approccio, sgombrando il campo dagli equivoci di cui si nutre chi oggi specula sul destino della Puglia”. L’olivicoltura rappresenta uno dei principali comparti produttivi dell’agricoltura pugliese. I dati dell’ultimo censimento indicano una consistenza di circa 227mila aziende e una superficie agricola utilizzata (SAU) di 373mila ettari. La coltivazione dell’olivo è prevalentemente orientata alla produzione di olive da olio. “Intanto, la gestione della malattia ha portato ad una diminuzione del 20 percento della capacità produttiva del Salento. Non può essere perpetuato l’errore – ha incalzato Cantele - di non agire nelle aree dove la Xylella non è ancora insediata e dove ogni singolo focolaio va affrontato secondo normativa, cercando al più presto di contrattare con UE, proponendo misure meno drastiche basate su monitoraggi pianta per pianta e lotta al vettore, proprio nel momento in cui il potere contrattuale è tornato ad essere quello di un Paese credibile. Al contempo va imposta la pulizia delle aree demaniali e dei bordi di strade comunali, provinciali, statali e autostradali, richiamando alla responsa-

bilità le amministrazioni pubbliche anche attraverso precisi accordi con l’ANCI”. Sono state sollevate anche le problematiche legate alla grande valenza socio economica del comparto vivaistico salentino, messo a dura prova dal blocco imposto dalle norme comunitarie e al problema dell’esubero di legno. Secondo Coldiretti Puglia va ipotizzata una filiera agricola, utilizzando la presunta grande disponibilità di legna da potatura che sarà generata nei prossimi mesi/anni al fine di poterla convogliare, previa autorizzazione con procedura trasparente e burocraticamente snella, presso strutture cooperative esistenti per la produzione di cippato, pellets o tronchetti di legna da destinare alla vendita al dettaglio. LA PROTESTA DI AGRINSIEME Agrinsieme Puglia – il coordinamento delle organizzazioni agricole CIA Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Alleanza delle Cooperative settore agroalimentare (Legacoop, Confcooperative, Agci) e Copagri ha organizzato una mobilitazione regionale per sollecitare le istituzioni preposte (Regione Puglia, Governo, Unione Europea) alla grave problematica legata alla Xylella fastidiosa, il batterio che sta distruggendo oliveti in provincia di Lecce, Brindisi e Taranto, e che sta minacciando la piana degli ulivi millenari e la provincia di Bari. Delegazioni di agricoltori provenienti da tutta la Puglia hanno manifestato sotto la Regione Puglia e sono stati ricevuti dal Presidente della Giunta regionale Michele Emiliano, per la consegna di un documento di richieste.

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A Parma i prossimi 12 – 13 aprile

Cibus connette l’industria alimentare italiana con il Mondo

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resce ancora l’export del comparto alimentare italiano, facendo registrare il +3,6% e un nuovo record nel 2016 con una forte accelerazione negli ultimi mesi, in particolare sui mercati extra-Ue. Ma ci si interroga su come evolveranno i mercati esteri a seguito dei molteplici cambiamenti geopolitici. Se ne parlerà a Cibus Connect la nuova fiera che Fiere di Parma e Federalimentare organizzano negli anni dispari (a Parma dal 12 al 13 aprile 2017). Tra i contenuti più attesi, quelli del Forum Agroalimentare Ambrosetti durante il quale Valerio De Molli illustrerà i risultati della ricerca realizzata per Federalimentare e Fiere di Parma e quindi il position paper su come “Sostenere la crescita e l’internazionalizzazione nel lungo periodo delle imprese del settore Food & Beverage. Analisi e riflessioni”, nell’ambito del quale i partecipanti potranno conoscere posizionamento e prospettive del Food made in Italy rispetto alle politiche assortimentali della distribuzione internazionale. Al dibattito sul “Posizionamento del Made in Italy Alimentare nell’evoluzione internazionale dei consumi”, interverranno speaker autorevoli provenienti dall’industria alimentare italiana e dalla distribuzione, nazionale

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ed internazionale. Tra i relatori già confermati: Luigi Scordamaglia (Presidente di Federalimentare e CEO Inalca), Marco Lavazza (Vice Presidente Luigi Lavazza), Francesco Mutti (CEO Mutti), Giampiero Calzolari (Presidente Gruppo Granarolo), Sara Roversi (Direttore Future Food Institute), Alex Tosolini (Vice Chairman Business Dev. The Kroger Co.), Peter Whitsett (Executive Vice President Meijer), Gregoire Kaufman (Sales & Mktg Director Carrefour Italia). Oltre al Forum, l’innovativo layout della nuova fiera prevede anche un’area molto ampia con decine di cucine dedicate agli show cooking in cui le aziende presenteranno i loro prodotti, con l’aiuto di noti chef e testimonial. Sono state anche predisposte due “arene” che ospiteranno 14 panel tematici sulle tendenze, in Italia e nel mondo, del consumo alimentare dove si confronteranno il management delle aziende espositrici con buyers e category provenienti da tutto il mondo. L’area espositiva è composta da 500 aziende alimentari italiane, selezionate tra quelle maggiormente vocate all’export, che parteciperanno ai lavori del Forum, esporranno i loro nuovi prodotti ed incontreranno circa 750 top buyer internazionali e migliaia di operatori italiani. Tra le aziende espositrici saranno presenti anche 50 pro-

duttori di nicchia selezionati da Slow Food. Negli stessi giorni Parma ospiterà anche “ORIGO, Geographical Indications’ Global Forum”, il primo Forum internazionale sui prodotti alimentari ad indicazione geografica protetta, italiani e non, organizzato da Ministero delle Politiche Agricole, Regione Emilia-Romagna, con il patrocinio della Commissione Europea, e vedrà la partecipazione di esperti italiani ed internazionali. L’export delle industrie alimentari italiane nel 2016 ha raggiunto la cifra record di 30 miliardi di euro (38 miliardi se si considera tutto il comparto agroalimentare) crescendo del 3,6% rispetto al 2015. Un dato molto positivo anche perché si colloca in un contesto di rallentamento generalizzato del commercio internazionale. I Paesi dove l’export alimentare continua a crescere sono alcuni mercati chiave come Usa, Germania, Francia, Spagna, Canada, Corea del Sud, alcuni Paesi dell’Est europeo (Slovacchia, Repubblica Ceca, Bulgaria, Polonia) ed alcune aree medio orientali (Libia, Algeria, Tunisia). Altri Paesi invece, soprattutto per motivi esogeni, arretrano come Cina, Giappone, Brasile e Turchia. Da segnalare finalmente la ripresa dell’export verso la Russia, +3,4%.

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groalimentare

Particolare attenzione ed iniziative dedicate al mercato Usa

Un Vinitaly a stelle e strisce per i rosati pugliesi

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rosati come occasione per promuovere le produzioni eccellenti ottenute dai vitigni storici pugliesi, che riscuotono sempre più apprezzamento all’estero. Con una formula appositamente studiata, infatti, al prossimo Vinitaly di Verona l’associazione Puglia in Rosé, che raggruppa 52 produttori, allestirà nel padiglione n. 3 - storico regno delle bollicine del Prosecco - una piccola enoteca dove raccontare a operatori e buyer stranieri i sempre più richiesti bianchi, le bollicine e i rosati che tanto si stanno affermando ormai in tutto il mondo. Protagonisti, naturalmente, i rosati di Puglia e le “50 sfumature di rosa”, o meglio “50 Shades of Pink”, progetto nato e pensato in collaborazione con Wine Enthusiast: un riconoscimento al successo crescente dei rosati sul mercato statunitense, suggellato peraltro dalla presenza al Vinitaly di un testimonial di grande profilo, Jeff Porter, beverage director dei ristoranti di Joe Bastianich in Usa. E proprio Porter, protagonista del primo seminario tecnico mai dedicato alle produzioni pink negli Usa (organizzato durante l’Italian Wine Week di New York), anticipa la sua presenza al Vinitaly 2017 con la notizia dell’approvvigionamento di una selezione di rosati pugliesi che saranno testati nei ristoranti di Bastianich di New York: la conferma dell’apprezzamento per le produzioni rosate, che potreb-

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be portare a breve alla chiusura di un accordo commerciale con i produttori pugliesi. “Credo davvero – dichiara Porter - che il vino rosato abbia un ruolo importante sul mercato americano. Il consumatore ama la sua freschezza, il suo gusto fruttato, la sua struttura e l’abilità di abbinarsi a diverse tradizioni culinarie. La diversità dei rosati italiani, e in particolar modo di quelli pugliesi, è una caratteristica unica che credo consacrerà definitivamente il successo di questi vini sul mercato americano”. Porter, durante il Vinitaly, guiderà due degustazioni masterclass dedicate ai vini rosati di Puglia - in programma domenica 9 aprile all’interno dell’International Buyers’ Lounge - insieme a Giuseppe Baldassarre, componente della commissione didattica nazionale dell’Associazione Italiana Sommelier e referente della delegazione Murgia dell’A.I.S. Puglia, grande conoscitore dei vini rosati e autore del libro “Una terra vestita di rosa, viaggio alla scoperta dei rosati di Puglia”. “La storia dei rosati di Puglia è lunga – commenta Baldassarre - anche se non molto conosciuta; quello che spesso può sfuggire è che la strada della modernità, ai vini di Puglia, l’hanno aperta i rosati e non i rossi. La Puglia potrebbe essere insomma visitata solo girando da un rosato all’altro. La presenza sul mercato del rosato pugliese non è però ancora incisiva

come meriterebbe, e così forte da esprimersi in tutto il suo potenziale successo in questo momento storico estremamente favorevole per i rosati a livello mondiale. Occorre dunque restituire ai rosati pugliesi il ruolo di protagonisti, recuperando la loro forte valenza identitaria”. “Quelle del Vinitaly saranno le più grandi degustazioni sui vini rosati di Puglia mai realizzate – spiega Lucia Nettis, presidente di Puglia in Rosé - in continuità con quelle già fatte a New York, ma soprattutto orientate ad una platea straordinaria, con un taglio decisamente commerciale, perché oltre ad un’azione di educazione e sensibilizzazione sul vino rosato occorre focalizzare le energie sull’aspetto della distribuzione e della vendita. Avremo quindi una platea straordinaria di master of wine: master sommelier, buyer, giornalisti da tutto il mondo, guidati da chi decide le carte vini nei ristoranti più rinomati al mondo”. La Puglia dei rosati, dunque, si appresta a partecipare al prossimo Vinitaly con ottimi auspici e un programma articolato, in cui sono previsti anche incontri B2B con operatori stranieri provenienti da Svezia, Finlandia, Germania.

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Nel pieno rispetto della salute dell’uomo e dell’ambiente

Come avere frutti più uniformi e con una pezzatura maggiore

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ggi Valagro è in grado di rispondere in maniera specifica alle esigenze degli Agricoltori, consapevole che prendersi cura del futuro significa lavorare insieme nel rispetto dell’ambiente e tutelando la salute di ognuno.E’ per questo che le Soluzioni commerciali vengono prima messe alla prova attraverso un’accurata investigazione scientifica che sfrutta il Know-how nelle scienze agronomiche e omiche (genomica,fenomica,proteomica,meta bolomica) acquisito in oltre 30 anni di esperienza. Seguendo questo percorso, la ricerca di Valagro ha creato Geapower, l’esclusiva ed innovativa tecnologia da cui prendono origini tutte le Soluzioni proposte.Le materie prime vegetali vengono accuratamento selezionate per individuare ed estrarre gli ingredienti attivi naturali,formulati poi in biostimolanti unici e specifici a seconda della soluzione ricercata. I biostimolanti,fiore all’occhiello della produzione Valagro,comprendono BENEFIT PZ (GEA708) e MC CREAM (GEA644) che sono in grado di aumentare ed uniformare le dimensioni dei frutti senza l’utilizzo di fitoregolatori chimici di sintesi (PGR) . Nei mercati odierni, la qualità dei frutti è spesso il fattore che determina il

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profitto dell’agricoltore.Il raggiungimento di una forma regolare e una dimensione uniforme dei frutti è un requisito fondamentale per la buona riuscita della commercializzazione. L’aumento delle pezzatura della frutta può essere ottenuta utilizzando ormoni di sintesi.Spesso,la frutta trattata con ormoni di sintesi risulta avere scarsa consistenza, con un gusto e un sapore inferiore e con una scarsa conservabilità. Anche se la frutta appare ben sviluppata, la polpa interna risulta essere meno matura, di colore verde ed immatura, con una ridotta conservabilità. L’applicazione di biostimolanti naturali come Benefit Pz + Mc Cream, dovrebbe essere considerata parte di una buona strategia agronomica per ottenere una maggiore pezzatura ed uniformità della frutta senza alterarne la consistenza e la conservazione, il tutto con un minore impatto ambientale. Benefit PZ+MC Cream è la soluzione naturale sinergica che lavora sia sulla divisione che sulla distensione cellulare favorendo la crescita omogenea ed uniforme dei frutti.I suoi punti di forza possono essere così riassunti: • assicura risultati ben visibili senza fitotossicità sui fiori e senza lasciare residui sui frutti • non provoca uno squilibrio degli or-

moni endogeni • i frutti sono più grandi ed uniformi con le caratteristiche di forma ,colore , consistenza e contenuto di zuccheri tipico della varietà • la buccia è più resistente e favorisce una maggior conservabilità e resistenza al trasporto in post raccolta. • maggior produzione per ettaro e di qualità superiore Gli ottimi risultati sono ottenuti senza i problemi tipici dell’uso dei PGR sintetici : • Non provoca l’aborto dei fiori • Non altera il gusto né la freschezza • Non provoca un ritardo di maturazione • Non necessita di intervalli di sicurezza • Non lascia residui nei frutti

Il risultato dell’impiego della soluzione BenefitPZ+MC Cream è l’ottenimento di una condizione fisiologica ottimale della pianta in grado di preservare e supportare al meglio le performance agronomiche e produttive,sia in termini qualitativi sia quantitativi. I risultati ottenuti nelle prove sperimentali condotte alle diverse latitudini e nelle diverse condizioni ambientali, sia in pieno campo sia in coltura protetta, hanno confermato quanto l’investigazione scientifica (genomica,fenomica,proteomica,m etabolomica) aveva indicato.

www.foglie.tv


La soluzione è in grado di aumentare ed uniformare la pezzatura dei frutti in classi di calibro superiori,senza alterarne la consistenza e la conservabilità .

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L’applicazione di Benefit PZ+Mc Cream è raccomandata a partire dalla fase di fioritura in modo da mettere a disposizione della pianta tutti gli ingredienti atti-

vi selezionati, indispensabili per incrementare la divisione cellulare, che prende inizio a partire dalla fine della fase della fioritura. Questo periodo è seguito

da alcune settimane di espansione cellulare, durante le quali il volume del frutto aumenta rapidamente fino a raggiungere la dimensione finale.

Grazie a questa soluzione, adatta sia per colture frutticole sia per le colture orticole, la pianta riceve un pool selezionato ed unico di Vitamine, Proteine, Aminoacidi liberi, Betaine, Fattori di crescita specifici e non generici.

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La soluzione è il risultato della ricerca e sviluppo di Valagro ed è del tutto sicura e naturale. L’utilizzo di indagini selettive e tecnologiche all’avanguardia, insieme all’applicazione di genomica,fenomica,proteomica e metabolomica, rendono possibile la realizzazione di soluzioni innovative, nel rispetto

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della natura, per soddisfare le esigenze nutrizionali delle diverse colture con il minimo impatto ambientale. La linea esclusiva di biostimolanti Valagro mette a disposizione degli agricoltori una scelta di prodotti con sostanze attive di origine esclusivamente naturale, che stimolano in

modo mirato i principali processi fisiologici della pianta, promuovendone la crescita e la produttività. Sono queste le soluzioni che nascono dal nostro impegno in ricerca e sviluppo,per rispondere, in modo sostenibile, alle esigenze dell’agricoltura mondiale.

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