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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE
E’ LA VOLTA BUONA?
Programma Sviluppo Rurale Puglia 2014-20: ad oggi più polemiche che soldi agricoltura
Agrumi, le priorità aiuti alla promozione e rinnovo varietale agroalimentare
Dieta Mediterranea allunga la vita speciale fieragricola
La fiera che da 120 porta innovazione in agricoltura
N° 2 • 1 febbraio 2018
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ditoriale
1 febbraio 2018 - n.2 - Anno 13
Psr Puglia, sarà la volta buona?
Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE
E Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952 Editrice
G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione G.Ed.A. Giovani Editori Associati Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Paola Dileo, Nica Ruospo, Rino Pavone, Donatello Fanelli Pubblicità G.Ed.A Rino PAVONE r.pavone@foglie.tv 380 6328672 Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61/06 del 15/11/2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 9040264 Iscritta al Registro Operatori Comunicazione ROC n.26041 TESTATA GIORNALISTICA ACCREDITATA
ntro fine febbraio si conoscerà l’esito di circa mille domande presentate nel 2016 sulle misure a superficie - agricoltura biologica e integrate - del Programma di sviluppo rurale Puglia 2014-2020 tra quelle rimaste sino ad ora bloccate e nel corso del mese di marzo dovrebbero essere pagate altre 2.400 istanze sull’annualità 2017. Lo ha annunciato l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Leonardo Di Gioia,dopo una riunione a Roma nella sede di Agea, finalizzata a condurre un’approfondita analisi dei fattori che hanno sinora ostacolato la piena istruttoria delle domande sulle misure a superficie - Agricoltura integrata e biologica - del Psr Puglia 2014-2020 dopo le molte polemiche degli ultimi giorni (di cui riferiamo all’interno del giornale). Hanno partecipato all’incontro i vertici di Agea, i responsabili di Sin, società che presiede all’informatizzazione delle domande di pagamento e dei fascicoli aziendali, e i funzionari della Regione Puglia incaricati di seguire le suddette misure. Nella nota di Regione Puglia si parla di circa 8.000 domande presentatedalla Re-
gione Puglia e collocatesi in posizione utile per ottenere il contributo destinato alle imprese impegnate nell’adozione di pratiche agricole ecosostenibili. Si tratta di impegni quinquennali: per cui coloro che hanno presentato istanze per la prima volta nel 2016 sono poi tenuti a confermare le proprie richieste negli anni successivi. Ad oggi sono state messe in pagamento solo le domande 2016 per un valore di circa 50 milioni di euro destinati a 5.600 aziende. Restano, quindi, ancora da soddisfare le aspettative di 2.400 imprese per un valore di 20 milionicirca. Sono ancora da pagare, invece, le domande di conferma del 2017presentate a maggio dello scorso anno. Sono state messe a fuoco le anomalie bloccanti di maggior peso e rispetto ad esse è stata prefigurata la definizione di un sistema di controllo automatizzato che Sin si è impegnato a rendere disponibile entro la fine del prossimo mese. In questo modo per oltre mille istanze si potrebbe facilmente verificare l’ammissibilità o meno al contributo grazie ad una analisi informatica delle informazioni già disponibili dalle amministrazioni.
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ommario
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editoriale
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PSR PUGLIA Sarà la volta buona per sblocco fondi?
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LIBRO BIANCO LAVORO Più giornate lavorative ma tassazione alta COPAGRI ”Spesa Psr, Puglia fra le peggiori”
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Priorità aiuti alla promozione e rinnovo varietale
12 CONFAGRICOLTURA
”Cgil sbaglia sul contratto di lavoro”
13 COLDIRETTI
Il Salone delle creatività made in Italy
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22 olio di famiglia
Focus su storia sapone e difetti olio evo
27 penne al dente 2018
Il perchè “storico” nei modi di dire
28 FRUTTA E LEGUMI
Le banane di Chang ed i fagioli di Raffaella
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agroalimentare
AGRICOLTURA
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speciale fieragricola
Al top cibo piccoli comuni
18 “BELLAVITA EXPO”
New.coVeronaParma Fiere al 50% nel capitale
19 cibus
Piattaforma ideale per “Anno del Cibo”
21 dieta mediterranea
Allunga la vita secondo ricerche “The Lancet”
14 fiera agricola verona
Da 120 anni porta innovazione agricola eventi
24 olio in jazz
La quarta edizione
25 resto al sud
Fino a 200mila euro per imprese giovani
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gricoltura
I dati del “Libro Bianco” di Coldiretti Puglia
LAVORO: + 7% GIORNATE LAVORATE IN 3 ANNI MA TASSAZIONE FRA PIU’ ALTE D’EUROPA
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n Puglia in 3 anni sono aumentate, secondo i dati contenuti nel ‘Libro bianco sul lavoro’ elaborato da Coldiretti Puglia, del 7 percento le giornate di lavoro, passate da 14,6 milioni del 2014 a 15,7 milioni del 2016, mentre il numero delle aziende assuntrici di manodopera è aumentato di 182 unità. “Ciò dimostra – spiega il Responsabile Nazionale Lavoro e Relazioni Sindacali di Coldiretti, Romano Magrini – che l’agricoltura nel Mezzogiorno è oggi capace di offrire prospettive di lavoro in un comparto strategico per l’economia del Paese. In uno scenario reso sfavorevole da crisi di mercato, accordi internazionali negativi, clima impazzito con bruschi cambiamenti delle condizioni meteorologhe, il mondo economico e lavorativo nel suo complesso va accompagnato da azioni concrete, perché le imprese agricole hanno bisogno dei lavoratori e di condizioni di mercato del lavoro che siano realmente sostenibili. Gli operai agricoli hanno bisogno di lavoro certo, salari realmente e correttamente retribuiti a condizioni eque”. Coldiretti sta cercando di creare una stretta connessione tra il contratto nazionale e il contratto provinciale di riferimento “perché rispetto al passato – ha aggiunto Magrini - è cresciuto il peso del secondo livello di contrattazione proprio per tenere conto dei diversi contesti di mercato del Paese e dei costi della vita sensibilmente diversi da una provincia all’altra. In Italia, poi, la tassazione sul lavoro stagionale è più alta di quella che esiste in Paesi come Francia e Spagna”. E’ cresciuto, tra l’altro, nel primo semestre del 2017, di un ulteriore 6,6% in Puglia il numero delle imprese agroalimentari under 35 sul totale delle aziende agricole, secondo i dati di Unioncamere, con 5544 giovani ‘innovatori’ che in agricoltura sono riusciti a rappresentare prospettive future e ne hanno fatto un mondo di pionieri, rivoluzionari e attivisti, alimentando una speranza rispetto ai tanti giovani costretti a cercare lavoro all’estero. “Il risultato è che le aziende agricole dei giovani settore
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– aggiunge il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele - possiedono una superficie superiore di oltre il 54 per cento rispetto alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento e il 50 per cento di occupati per azienda in più. A caratterizzare le imprese giovanili è anche il fatto che a 15
anni dall’approvazione delle legge di orientamento in agricoltura, fortemente sostenuta da Coldiretti che ha rivoluzionato le campagne, i giovani hanno interpretato in chiave innovativa le opportunità offerte dal mondo rurale con la multifunzionalità spesso al centro dei progetti”.
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Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020
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SPESA PSR: PUGLIA PENULTIMA TRA LE REGIONI MERIDIONALI
a spesa dei fondi europei del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 vede la Puglia penultima tra le regioni meridionali con una percentuale di spesa del 9,6% pari a poco più di 157 milioni di euro a fronte di una dotazione complessiva di quasi 1.640 milioni di euro. La Sicilia può vantare una spesa di oltre 350 milioni (15,9%) e la Calabria, con una percentuale di spesa del 18,2%, ha già superato la soglia del disimpegno previsto per il 31 dicembre 2018. E il penultimo posto della Puglia rischia di diventare l’ultimo perché la regione attualmente fanalino di coda, la Campania, ha chiuso i bandi, ha definito le graduatorie e deve procedere solo alle liquidazioni. E’ quanto si evince dai dati ufficiali di fonte Agea al 30 novembre 2017 definiti dalla Copagri Puglia che li ha diffusi “preoccupanti in quanto confermano le enormi difficoltà che il Psr incontra nella regione a quasi 3 anni dalla sua approvazione. E non bisogna dimenticare – sottolinea la Confederazione dei Produttori Agricoli di Puglia – che questa spesa è stata comunque realizzata principalmente con i progetti della vecchia programmazione messi in carico al nuovo Psr perché non completati e ammontano complessivamente a circa 150 milioni di quota comunitaria”. Una situazione che – per la Copagri
– “diventa allarmante per le attese e le speranze delle aziende agricole se si considerano le difficoltà in cui versano i bandi per i quali spesso è impossibile predisporre le graduatorie definitive, come nel caso delle misure ambientali e dell’innovazione misura 16.1, nonostante sia trascorso anche più di un anno”. “Nelle prossime ore, invece, - annuncia la Copagri - pioveranno decine di ricorsi al Tar per le contestate graduatorie del bando della misura 4.1 relativa agli investimenti nelle aziende agricole generate da un anomalo sistema informatico di attribuzione dei punteggi tanto che dopo 15 mesi ci si è accorti che si deve procedere all’istruttoria di verifica dei dati rilasciati in autodichiarazione e contenuti nel mal funzionante sistema informatico Eip (Elaborato Informatico Proget-
tuale). Peraltro – sottolinea l’organizzazione professionale agricola - 3.200 domande per 1 miliardo e 144 milioni di investimenti non possono essere considerate un successo considerando che la disponibilità finanziaria di soli 120 milioni è dieci volte inferiore alle richieste e può dare risposte solo a un quinto delle aziende, circa 600. Se questo è il risultato – commenta la Copagri - questo bando ha solo creato aspettative che non possono essere soddisfatte e dopo tanti ritardi le imprese si sentono beffate. A meno che – conclude la nota della Copagri – non si vogliano evitare eventuali disimpegni proprio grazie alle azioni giudiziarie che comunque provocheranno un ulteriore battuta di arresto in una situazione già di stallo”.
IL COMMENTO DI COLDIRETTI PUGLIA
PSR: “COLLABORARE PER CHIAREZZA E CONGRUITA’ DOMANDE” “Ora è il momento di collaborare perché, a progetti presentati, le anomalie riscontrate nelle domande sono tali da indurre l’assessorato regionale all’Agricoltura ad avviare le opportune verifiche per fare in modo che i soldi pubblici del PSR Puglia siano spesi in maniera coerente e corretta a beneficio del territorio e dell’imprenditoria agricola pugliese. Sugli indici di performance inseriti nei progetti risultati esorbitanti va fatta chiarezN° 2 - 1 febbraio 2018
za e chiediamo all’Assessore regionale Di Gioia di avviare senza indugio l’istruttoria e la verifica dei progetti presentati, perché le imprese agricole non possono permettersi di veder ulteriormente ritardati i loro investimenti. Tale situazione sta generando un malcontento generale e l’insorgere di problemi che rischiano di incidere negativamente sulle tempistiche della programmazione regionale sullo sviluppo rurale, a danno di tutte
le imprese agricole, oltre che sulla stabilità economico-finanziaria delle imprese agricole beneficiare. Per questo è urgente verificare con immediatezza lo stato delle domande, cassando quelle risultate ‘gonfiate’”. E’ il commento del Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti, alle delucidazioni fornite dall’Assessora regionale al ramo Di Gioia circa lo stato di avanzamento del Programma di Sviluppo Rurale della Puglia 2014-2020.
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IN PUGLIA 33% TOTALE
MADE IN ITALY: TOP TIPICITA’ E ECCELLENZA DA CIBO DEI PICCOLI COMUNI
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onostante in Puglia l’incidenza di piccoli comuni sul totale (33,3%) sia la più bassa a livello nazionale, ben 16 delle 20 Dop e Igp e la miriade di produzioni locali riconosciute tradizionali dal MIPAAF vengono coltivate, allevate e trasformate in aree sotto i cinquemila abitanti e riguardando specialità come Carota giallo - Viola di Tiggiano, Cipolla di Zapponeta, Fava di Zollino, Patata di Zapponeta, Pisello nano di Zollino, Pomodoro di Morciano, Fava di Carpino, Cacioricotta caprino orsarese, Lardo di Faeto, Prosciutto di Faeto, Calzone di Ischitella, l’Arancia del Gargano, il Limone Femminello del Gargano e la Patata novella di Galatina. E’ quanto emerge dallo studio Coldiretti/Symbola su “Piccoli comuni e tipicità”, presentato dalla Coldiretti a Roma a Palazzo Rospigliosi, in occasione dell’apertura dell’anno nazionale del cibo italiano nel mondo per raccontare un patrimonio enogastronomico del Paese, custodito fuori dai tradizionali circuiti turistici, che potrà ora essere finalmente valorizzato e promosse, grazie alla nuova legge n.158/17 che contiene misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni. Presenti all’evento di Coldiretti a Roma con fascia tricolore Michele Schifone, Sindaco Torricella (Taranto), Gianfilippo Mignogna, Sindaco Biccari
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(Foggia), Michele Dedda, Sindaco Bovino, Giuseppe Grassi - Sindaco Monteparano (Taranto) e Michele Armienti, Sindaco di Poggiorsini (Bari). Le realtà sotto i cinquemila abitanti rappresentano in Puglia una rete diffusa su poco più del 14% del territorio, ma con una presenza che unisce il senso di comunità all’appartenenza geografica e la custodia di valori e tradizioni come quella del cibo e dei prodotti tipici. La nuova normativa prevede misure per favorire la diffusione della banda larga, la promozione dell’agroalimentare a filiera corta, il turismo di qualità. La legge punta su una dotazione di servizi adeguata, sulla cultura, sulla manutenzione del territorio, sulla tutela dell’ambiente, sulla messa in sicurez-
za di strade, scuole e del patrimonio edilizio pubblico. Dal tessuto territoriale dei centri sotto i 5mila abitanti dipende gran parte della leadership italiana in Europa con il sistema della qualità alimentare Made in Italy (Dop/ Igp) che sviluppa un fatturato annuo al consumo di quasi 14 miliardi, dei quali circa 4 miliardi realizzati sul mercato estero. Una risorsa per l’Italia che può contare su un patrimonio di antiche produzioni agroalimentari tramandate da generazioni in un territorio unico per storia, arte e paesaggio che sono le principali leve di attrazione turistica. Non a caso due stranieri su tre considerano la cultura e il cibo le principali motivazione del viaggio nel Belpaese.
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A TARANTO E FOGGIA PRODUZIONE DA 2.6 MLN QLI E 115 MLN EURO PLV
AGRUMI: BENE AIUTI ALLA PROMOZIONE E RINNOVO VARIETALE di Rino PAVONE
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n patrimonio da valorizzare e sostenere quello agrumicolo pugliese, che vale 115 milioni di euro per una produzione di 2,6 milioni di quintali soprattutto di arance e clementine che hanno avuto il riconoscimento comunitario dell’IGP (Indicazione Geografica Protetta), quali l’arancia del Gargano, il limone Femminello del Gargano e le clementine del Golfo di Taranto. Le province di Taranto e Foggia fanno la parte da leone. Le imprese agricole che si dedicano alla produzione di agrumi in provincia di Taranto sono 1.041, il 9% del totale dell’imprenditoria agroalimentare jonica, con una produzione di clementine, arance e mandarini di 1,9 milioni di quintali, e tale patrimonio va valorizzato attraverso un piano straordinario agrumicolo ed un sostegno al reddito, considerato anche il fatto che la concorrenza sleale dei Paesi comunitari ed extracomunitari sta determinando un calo dei prezzi di vendita del 25%. In provincia di Foggia si producono 103mila quintali di arance e limoni, in un’area ad alto rischio di dissesto idrogeologico, caratterizzata da agrumeti storici. “Bene gli aiuti straordinari del Ministero delle Politiche Agricole per il settore agrumicolo, che in Puglia ha subito pesantemente gli effetti dell’embar-
go russo e del virus della ‘tristeza degli agrumi’, aggravato dal crollo dei prezzi in campagna- dichiara il Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele . Inoltre il programma di rinnovo varietale predisposto dal MIPAAF prevede la disponibilità di piante indenni per realizzare il piano annuale di riconversione
programmato, attraverso investimento diretto del Crea, la realizzazione del Catasto agrumicolo nazionale già nel 2018, la riconversione varietale con materiale certificato esente da virus, utilizzando in maniera sinergica e integrata le risorse dei PSR e dell’Ocm attraverso le organizzazioni dei produttori.
Arriva dagli Usa ed è stato presentato a Las Vegas
Con Robomart frutta e verdura a domicilio Robomart ha sviluppato una novità: una macchina che vende prodotti alimentari freschi e che si guida da sola. Con questa innovazione ci si potrà vedere recapitati direttamente a casa prodotti come patate, verdure e carne. Il prototipo è pronto e la società è in attesa della licenza di prova. L’utilizzo è stato reso più semplice possibile. I consumatori devono solo premere un bottone e il Robomart più vicino riceve il segnale e parte alla volta dell’abitazione. Dopo di che, una volta giunto a destinazione, i consumatori prelevano i prodotti di cui hanno bisogno dalla macchina e ricevono automaticamente il conto. Robomart N° 2 - 1 febbraio 2018
(“negozio” di ortofrutta su un veicolo elettrico) arriva dagli Usa ed è stato tra i numerosi prototipi presentati alla più grande rassegna tecnologica mondiale, il CES (Consumer Technology Show) di Las Vegas. Robomart ha subito destato l’interesse di un vasto pubblico – produttori e distributori di prodotti freschi e tutti i consumatori. Robomart è un veicolo elettrico autonomo ideato per la vendita di prodotti freschi, comprese frutta e verdura. È dotato di telecamere, sensori e un sistema di refrigerazione interno che garantisce la freschezza dei prodotti. Tramite una app, il consumatore potrà ordinare il “passaggio” di Robomart. Al
suo arrivo, il consumatore aprirà semplicemente gli sportelli e potrà scegliere tra i prodotti disponibili, dopo di che gli sarà inviata una fattura online. Secondo i progettisti, Robomart risponde a una domanda finora non soddisfatta. Tuttavia, in base a uno studio, l’85% degli americani afferma di non ordinare frutta e verdura online perché la consegna a domicilio è troppo costosa e perché non si possono scegliere i prodotti. Una prima flotta di Robomart entrerà in servizio quest’estate in California, stato che ha autorizzato il dispiegamento di veicoli autonomi sulle strade a partire dalla metà del 2018.
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Confagricoltura risponde al sindacato
LACENERE: ‘SUL CONTRATTO DI LAVORO LA CGIL SBAGLIA’
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ispiace che la storica sede della Camera del Lavoro di Andria sia oggi utilizzata per fomentare, strumentalmente, dispute inutili tra braccianti ed imprenditori agricoli. Dispiace ancora di più che il fuoco della polemica venga attizzato dal sindacato che, oggi, più di ogni altro dimostra la propria inadeguatezza a rappresentare i lavoratori in ogni sede contrattuale ed in ogni comparto produttivo – dichiara Michele Lacenere, presidente di Confagricoltura Bari. Il duro attacco di Confagricoltura Bari è diretto alla CGIL-FLAI che torna ad oltraggiare il lavoro, responsabile nonchè attento ai rispettivi bisogni, svolto durante la lunga trattativa conclusasi ad agosto dello scorso anno dalle parti datoriali e sindacali. Confagricoltura Bari risponde alle accuse ingiuste della CGIL che riportano di decenni indietro i rapporti tra le parti sottolineando come non risponda al vero che: - il contratto sia stato chiuso al ribasso! In realtà è stato concesso un importante aumento salariale, tra i più alti rispetto alle altre province pugliesi; - ci sia stato un demansionamento strutturale delle operazioni specializzate. In verità sono state individuate figure che svolgono determinati com-
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piti e che vengono coordinate da operai specializzati presenti, questi ultimi, nella fase lavorativa in misura minima del 12% come è giusto che accada in ogni squadra di lavoro; - “vengono perse somme relative alle prestazioni previdenziali”, voci che riteniamo squallido strumento di speculazione da parte di un sindacato dei lavoratori. Tali somme sono legate all’effettiva retribuzione corrisposta che, a sua volta, corrisponde all’effettivo inquadramento ed al ruolo ricoperto dal lavoratore. La relativa corresponsione è, pertanto, assolutamente automatica e, nella logica dell’ausilio reddituale concesso ai lavoratori stagionali, copre i periodi durante i quali gli stessi non prestano la loro opera; - l’attuale contratto di lavoro sia frutto d’imposizioni e/o di mere logiche legate al guadagno o all’impiego selvaggio, logica riportata dalla CGIL in tutti i tavoli contrattuali ed in tutti i comparti lavorativi. Le imprese agricole ed i sindacati hanno consolidato i rapporti di legalità che devono unire, a filo doppio, mondo d’impresa e lavoratori, miranti a portare a galla quei fenomeni quali il lavoro nero, il caporalato e lo sfruttamento, ma anche l’uso improprio ed improvvido degli strumenti di previ-
denza e di supporto al reddito. Con la firma del Contratto Provinciale di Lavoro di Agosto u.s. si è raggiunto lo scopo di permettere l’instaurazione di rapporti di lavoro che, nei realtà dei fatti e nell’ufficialità degli stessi, rispecchino i reali compiti richiesti e la corrispondente paga corrisposta. Confagricoltura, pertanto, ha chiesto alle Aziende associate di continuare a rispettare fedelmente le norme contrattuali, ancor più oggi visto che le stesse chiariscono e regolano fedelmente tutti i rapporti di lavoro. Si sottolinea, inoltre, come la maggior parte del mondo sindacale abbia preso coscienza, da tempo, della situazione e abbia ben ricoperto un ruolo costruttivo e propositivo nell’approvazione di quanto il nuovo contratto di lavoro ha apportato al settore agricolo delle provincie di Bari e della Bat, con la consapevolezza di dover garantire la giusta assistenza ai propri associati. La realtà, del resto, viene evidenziata dall’esiguo, se non inesistente, numero di contenziosi che contrappone giudizialmente lavoratori ed aziende, prova della correttezza dei rapporti insistenti e dell’assoluta concordia esistente tra parte datoriale e prestatori d’opera.
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OCCHIALI DI LANA DI PECORA DI ALTAMURA E PRIMO CO-LIVING CONTADINO A SECLÌ
INNOVAZIONE: AD OSCAR GREEN DUE PREMI AD AGRICOLTORI PUGLIESI
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a Puglia fa il bis e porta a casa 2 premi per l’innovazione al concorso nazionale Oscar Green di Coldiretti nelle categoria ‘Fare Rete’ e ‘AgriYou’. I giovani agricoltori ‘pionieri di idee’ sono Donato Mercadante di Altamura (Bari) che, con Filippo Clemente di Pecore Attive, ha esposto i primi ‘occhiali tattili’ in lana di pecora e Fabiana Fassi di Galatone che, assieme ad altre 4 donne, ha creato il laboratorio rurale che ospita richiedenti asilo nell’agro di Seclì. “Alleviamo 70 pecore di razza merinos autoctona ‘Gentile di Puglia’ - ha detto Donato Mercadante della Masseria La Calcara - e altre 450 pecore in lattazione di razza comisana e tutti i processi sono certificati bio. Abbiamo cercato di creare il giusto equilibrio tra flora e fauna attraverso la biodiversità. Dalle pecore adulte, da 1 anno in poi, raccogliamo in media 3 kg di lana che da rifiuto speciale sta diventando una fonte di reddito. La lana merinos oggi vale 1,50 euro al kg e la lana moscia dai 10 ai 20 centesimi al kg, mentre fino al 2010 ad entrambe veniva riconosciuto lo stesso prezzo. Stiamo apportando modifiche genetiche per il miglioramento qualitativo e quantitativo della lana attraverso gli incroci idonei, coadiuvati dall’Università di Bari. Da gennaio al periodo della raccolta della lana le pecore saranno coperte con pettorine traforate per l’igienizzazione del vello e garantirne l’igiene dalle impurità vegetali dei pascoli per una migliore qualità della fibra e la raccolta avverrà 2 volte l’anno”. Donato ha sposato appieno il progetto Pecore Attive di Filippo Clemente, nato per avviare una micro-filiera di lavorazione artigianale della lana ovina da razze autoctone pugliesi, con il duplice obiettivo di dare nuova vita e valore, anche commerciale, ad una risorsa territoriale, la lana ovina (che attualmente costituisce un rifiuto speciale di problematico smaltimento), attraverso la pro-
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duzione di manufatti artigianali e fornire opportunità di inclusione sociale a categorie di persone svantaggiate. Da qui la realizzazione innovativa degli occhiali con montatura in lana di pecora. “La comunità di recupero ‘Luna’ è diventata laboratorio rurale – spiega l’altra premiata Fabiana Fassi del primo co-living contadino ‘Luna’ - uno spazio di innovazione sociale e agricola gestito dall’associazione Itaca. Nel 2014 la parrocchia di Galatone assegna questa struttura a 5 donne. Oggi Luna si occupa di agricoltura con un’attenzione particolare al recupero delle antiche varietà locali e dell’ identità territoriale. Produce lo zafferano,
uno dei sette prodotti tradizionali di Galatone, la canapa e le tisane a base di canapa essiccata, l’albicocca di Galatone e piante officinali. Inoltre, sta realizzando un orto internazionale in collaborazione con i richiedenti asilo. Luna laboratorio rurale è anche innovazione sociale. Progetta e realizza scambi giovanili e seminari europei, ospita feste, eventi culturali ed artistici, fa co-living per chi vuole visitare il Salento e vivere una esperienza di comunità. È una opportunità di formazione per i giovani, un luogo di incontro “una piazza immersa nella natura” e da’ spazio a chi vuole proporre progetti”.
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IERAGRICOLA
La 113a rassegna internazionale
FIERAGRICOLA, DA 120 ANNI PORTA L’INNOVAZIONE IN AGRICOLTURA DALLA MECCANICA ALLA ZOOTECNIA: LA PAROLA D’ORDINE È MULTIFUNZIONALITÀ di Rino PAVONE
La manifestazione internazionale di Veronafiere conta oltre 1.000 espositori, dieci padiglioni occupati con una superficie netta di 57mila metri quadrati (+4,4% sull’edizione precedente), un’area demo esterna di 7.500 metri quadrati allestita per gli Special Show, 980 animali (+63%), più di 120 convegni in calendario e delegazioni commerciali estere da 33 Paesi del mondo.
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ierAgricola è da oltre un secolo il punto di riferimento nel panorama agricolo internazionale, l’unica manifestazione in Italia ad affrontare tutte le tematiche legate al mondo dell’agricoltura. Rivolta a tutti gli operatori del mondo agricolo e allevatoriale e attenta alle politiche di crescita comuni e alla sostenibilità, FierAgricola è un contenitore di eventi e aree merceologiche altamente specializzate e tecniche. Una manifestazione trasversale, ma allo stesso tempo ad altissimo contenuto innovativo, con un’offerta espositiva ad ampio raggio, dibattiti, incontri professionali e scientifici, esibizioni e
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prove dinamiche. La manifestazione di Veronafiere, dedicata completamente al comparto agricolo è nata nel 1898, biennale dal 2004, da 120 anni porta l’innovazione in agricoltura, dalla meccanica alla zootecnia. L’edizione 2018 è già un successo, dieci padiglioni occupati, oltre 1.000 espositori, una superficie netta di 57mila metri quadrati (+4,4% sull’edizione precedente), un’area demo esterna di 7.500 metri quadrati allestita per gli special show, 980 animali (+63,3%), delegazioni commerciali provenienti da 33 Paesi esteri, tre concorsi sulle razze bovine (compreso il debutto della mostra europea del-
la Limousine), più di 120 convegni in calendario. Sono alcuni dei numeri e delle iniziative della 113a Fieragricola La Politica agricola comune e l’Agricoltura 4.0 sono stati al centro del convegno inaugurale della 113ª edizione di Fieragricola, la manifestazione internazionale dedicata al settore primario, che ha aperto i battenti in Fiera di Verona e in programma fino a sabato 3 febbraio. Durante l’inaugurazione, nell’Auditorium Verdi del Palaexpo della fiera, sono intervenuti per i saluti istituzionali: Maurizio Danese, presidente di Veronafiere, Federico Sboarina, sindaco di Verona, Pino Caldana, vicepresidente della Provincia di Verona, Luca Zaia, governatore della Regione Veneto e Andrea Olivero, viceministro delle Politiche agricole. B2Meet Per facilitare gli incontri, è stato messo a punto il sistema B2Meet, una piattaforma gratuita di matching online già sperimentata in altre manifestazioni di Veronafiere, che è già attiva, per permettere a tutti i protagonisti dell’evento, espositori, buyer, visitatori italiani ed esteri, di mettersi in contatto e organizzare preventivamente gli appuntamenti nel settore della zootecnia. Fieragricola Innovation Tour Fieragricola Innovation Tour una delle novit della 113a edizione. Tutti i
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giorni un esperto dei diversi segmenti di cui si compone la manifestazione guider i visitatori che si saranno iscritti al tour alla scoperta delle novit premiate, suddivise per filiera produttiva. I focus, in particolare, si concentrano sulla meccanizzazione e sulle tecnologie per la zootecnia. Fieragricola Night Un’altra novità dell’edizione 2018 riguarda Fieragricola Night, una serata che Veronafiere ha voluto dedicare ai propri espositori nel Palazzo della Gran Guardia il 30 gennaio, alla vigilia della 113a edizione di una delle rassegne internazionali dell’agricoltura più importanti d’Europa. In questo contesto vengono consegnati il “Premio Innovazione”, a cura dell’Informatore Agrario e il “Premio Uomo dell’anno in agricoltura per il Middle East e il Nord Africa”, che è stato conferito a Nabil Darwish, presidente dell’associazione egiziana degli avicoltori, alla presenza anche del viceministro dell’Agricoltura dell’Egitto, Mona Mehrez Aly.
DUE PADIGLIONI PER LA ZOOTECNIA, ED È BOOM CON 960 ANIMALI IN FIERA (+63%)
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La zootecnia, con un valore nazionale della produzione superiore a 16 miliardi di euro, pari a un terzo dell’agricoltura nel suo complesso, è uno dei pilastri sui quali si fonda da sempre Fieragricola. In vista della 113a edizione è cresciuto il numero dei capi ed è stata potenziata l’area, con iniziative di respiro internazionale e con focus convegnistici specifici nelle aree principali delle quali si compone il settore: latte, carne bovina, suini e avicoli. Sono questi i punti di forza dell’area zootecnica di Fieragricola. Significativo il boom degli animali presenti nei quattro giorni di manifestazione: 980 capi (500 bovine da latte e 92 bovini da carne, 8 bufali, 300 conigli, 8 equini), contro i 600 dell’edizione 2016. Un incremento di oltre il 63 per cento. In programma, poi, eventi qualificati sul ring, fra cui il debutto della mostra europea della razza Limousine, una delle principali razze da carne allevate a livello internazionale, e gli appuntamenti consolidati con il 17° Open Holstein Dairy Show, dedicato alla razza Holstein (Frisona) e la 50a Mostra nazionale della razza Bruna,
preceduta dal 13° «Junior Show», dove ad accompagnare gli animali nel ring saranno giovani conduttori. Si tiene a Fieragricola anche l’esposizione di soggetti la prima esposizione di soggetti Bruna Originaria (conosciuta a livello internazionale come Original Braunvieh). In totale, la superficie dedicata alla zootecnia supera i 32.500 metri quadrati, con una presenza di 165 espositori di alto livello. AGRICOLTURA DI PRECISIONE, AREE DINAMICHE, OFFICINA «LIVE»: LA MECCANIZZAZIONE REGINA DI FIERAGRICOLA La meccanica agricola , storicamente, uno dei pilastri di Fieragricola. La 113a edizione amplia, di fatto, gli spazi assegnati a uno dei comparti trainanti dell’agricoltura, che in questa fase sta accompagnando il mondo agricolo verso la rivoluzione digitale, attraverso l’agricoltura di precisione e l’analisi dei big data, ma anche con una maggiore consapevolezza della tutela del suolo, della protezione dell’ambiente e del contributo che anche l’agrimeccanica può dare alla sostenibilit . Fieragricola dedica molta attenzione al precision farming, consapevole che la sfida deve muoversi in una duplice direzione: da un lato favorendo la diffusione del contoterzismo, ormai vero e proprio elemento in grado di assecondare la competitivit e la crescita delle imprese agricole in chiave di marginalit economica, dall’altro mettendo a punto tutte quelle soluzioni che possono agevolare l’adozione di strumenti di agricoltura di precisione anche nelle piccole e medie imprese agricole.
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ELEZIONI POLITICHE E AMMINISTRATIVE 2018 - 4 MARZO 2018 R
Ai sensi e per gli effetti della L. 22/2/2000 n. 28 così come modificata dalla L.6/11/2003 n. 313, del D.M. 8/4/04 e delle successive delibere dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni., G.ED.A SOC. COOP. Editrice di “Foglie” e “FoglieTV” (iscrizione al Tribunale di Bari n. 61/06 del 15.11.2006) sede legale Via De Gasperi 11-13 – 70015 Noci (Ba) , p. Iva 06494530725 nonchè concessionaria pubblicitaria per entrambi i media Dichiara La propria disponibilità a pubblicare, sul periodico quindicinale “Foglie” e sulla webTv “Foglie.Tv”, ai sensi dell’art. 7 (Messaggi politici elettorali su quotidiani e periodici) della Legge 22 febbraio 2000, n. 28 (c.d. “par condicio”), messaggi politici alle condizioni di cui al presente documento analitico, e precisa quanto segue: La prenotazione degli spazi da parte dei soggetti interessati dovrà pervenire almeno 72 ore prima della data di pubblicazione e dovrà pervenire via e-mail all’indirizzo redazione@foglie.tv. G.ED.A. terrà conto delle prenotazioni in base alla loro progressione temporale. La prenotazione si baserà esclusivamente sulla data e ora della ricevuta di pagamento avvenuto. Quindi il pagamento si intende anticipato all’atto della prenotazione. Il materiale grafico dovrà arrivare in redazione 72 ore prima della data di pubblicazione cartacea e-o online concordata. L’accesso agli spazi su “Foglie” e “FoglieTV” è consentito a tutti i soggetti politici che ne facciano richiesta, nel pieno rispetto del principio della parità di trattamento. Per informazioni sul listino e spazi disponibili: redazione@foglie.tv – cell. 3479040264 . Tutti i soggetti politici aventi diritto, avranno garantita la parità di accesso agli spazi per messaggi politici; CONDIZIONI GENERALI Sono ammesse soltanto le forme di messaggio politico elettorale previste al comma 2 dell’art. 7 Legge 22.02.2000, n.28. Tipologia: ADV, promoredazionale, banner, video Contenuto: testi, immagini e video sono gestiti dal committente dello spazio pubblicitario elettorale; la prenotazione degli spazi deve essere fatta dagli aventi diritto, indicando le generalità del soggetto politico committente, codice fiscale o partita Iva, spazi prescelti ( Adv, promoredazionale, banner, video) e durata del servizio; Il criterio di accettazione delle prenotazioni si basa sul principio della progressione temporale. Saranno pubblicati tutti gli annunci pervenuti nei termini indicati e nel rispetto delle condizioni stabilite nel documento analitico; I messaggi politici devono recare l’indicazione del committente e la dicitura “messaggio politico elettorale”. Il costo della propaganda elettorale è indicato nel listino pubblicitario che candidati e mandatari possono liberamente richiedere inviando una email a redazione@foglie.tv o telefonando al n. 3479040264 ; Il pagamento dovrà essere effettuato in unica soluzione, tramite bonifico, contestualmente all’accettazione dell’ordine di pubblicazione. Il mancato adempimento del pagamento comporterà automaticamente la mancata accettazione della pubblicazione; Tutti i prezzi si intendono con esclusione dell’Iva. Ai sensi dell’art.18 comma 1 della Legge n.515 del 10/12/1993 per l’acquisto di messaggi politici elettorali l’aliquota Iva è del 4%; Il committente si assume la responsabilità esclusiva (civile e penale) di quanto affermato e dichiarato nello spazio pubblicitario sollevando “Foglie” e “FoglieTV” da ogni responsabilità. Resta comunque la facoltà discrezionale della direzione editoriale di non pubblicare un messaggio propagandistico chiaramente e palesemente ritenuto diffamatorio e, quindi, contro legge.
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Prosegue il piano di sviluppo della new.co di Parma e Verona
VPE INVESTE IN “BELLAVITA”
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’ingresso al 50% nel capitale della società “Bellavita Expo”, con sede a Londra, integra nel segmento ho.re.ca le attività all’estero di Veronafiere e Fiere di Parma. VPE entra al 50% nel capitale di “Bellavita Expo”, società inglese operante nel tradeshow per il settore agroalimentare made in Italy in alcuni mercati strategici, consolidati o emergenti, quali Regno Unito, USA, Canada, Messico, Olanda, Polonia e Thailandia. L’acquisto di “Bellavita Expo” è la seconda operazione della neonata VPE, compartecipata da Veronafiere e Fiere di Parma, che a dicembre scorso ha presentato il nuovo progetto fieristico WI.BEV, International Wine&Beverage Technologies Event, dedicato al settore delle tecnologie per il wine&beverage. “Bellavita Expo”, costituita cinque anni fa, opera nel segmento del trade show internazionale dedicato all’agroalimentare italiano ed è in forte crescita. Oltre ad organizzare un evento di proprietà a Londra (Regno Unito), promuove il food italiano verso i buyer del settore ho.re.ca nell’ambito di fiere di primaria rilevanza in Olanda (Horecava, Amsterdam), Polonia (Worldfood, Varsavia), Canada (Rc Show Toronto), USA (Nra Show Chicago), Messico (Abastur Messico City) e Thailandia (Food & Hotel Thailand Bangkok). Il format che “Bellavita Expo” propone è particolarmente dinamico e prevede attività prima, durante e post evento che includono seminari, dibattiti e masterclass di chef stellati con l’obiettivo
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di accompagnare da un lato le aziende verso i canali e i clienti più adatti nei diversi paesi, dall’altro i buyer di quegli stessi Paesi alfabetizzandoli sulla ricca offerta agroalimentare del Belpaese. “Veronafiere è una piattaforma a servizio della internazionalizzazione del Paese e dei settori imprenditoriali che rappresenta con le proprie manifestazioni. La costituzione di VPE è stata pensata in una logica di sistema, in tal caso per il wine&food, dal momento che Parma e Verona rappresentano insieme il primo organizzatore italiano e tra i primi in Europa in tale segmento fieristico – ha sottolineato il neo amministratore delegato di VPE e direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani - Con questa operazione, ci rivolgiamo in particolare ai clienti di Cibus Vinitaly e Sol&Agrifood con un format dedicato ai principali mercati internazionali. Bellavita Expo si rivolgerà, con un nuovo piano di sviluppo, agli operatori del comparto ho.re.ca sempre più attenti all’Italian style. Si tratta di ampliare l’offerta di opportunità rispetto a quella che Parma e Verona da molti anni realizzano con le proprie attività all’estero. Siamo pronti a proseguire nel percorso di collaborazione già attivato con il governo, le istituzioni preposte, quali l’ICEAgenzia, nonché con le associazioni di categoria per ottimizzare al massimo investimenti, risorse e iniziative promozionali a favore delle imprese”. “Ringrazio tutti per avere reso possibile questa operazione che nasce da una intuizione della nostra vice-presiden-
te Annalisa Sassi – ha dichiarato Antonio Cellie, CEO Fiere di Parma - La sua sensibilità imprenditoriale ci segnalò Bellavita Londra; lì conoscemmo il giovane team degli organizzatori e subito capimmo che esisteva un alto potenziale di integrazione e sviluppo congiunto. Avere a bordo Verona e quindi Vinitaly chiude perfettamente il cerchio ed accelera il nostro ragionato processo di internazionalizzazione, ovviamente nell’interesse del Made in Italy alimentare e sempre in un’ottica condivisa con Federalimentare e ICE”. “Bellavita opera da 5 anni nel Mondo – ha spiegato Aldo Mazzocco, CEO Bellavita - educando i buyers esteri alla regionalità italiana, partendo dal territorio, passando dal prodotto, per finire al produttore. Il fattore educational è il driver che da sempre connota gli eventi Bellavita nel mondo. Con l’entrata in società di VPE si concretizza il primo Polo internazionale per la promozione del Made in Italy Agroalimentare. Questa joint venture dà una risposta pragmatica ad una crescente esigenza di mercato delle PMI italiane”.
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Nell’anno del cibo
CIBUS PIATTAFORMA ITALIANA PER LA VALORIZZAZIONE DEL COMPARTO ALIMENTARE
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ibus prepara un’edizione speciale per celebrare il 2018, proclamato dal Governo italiano “Anno del Cibo”, e per favorire la crescita produttiva e l’esportazione dei prodotti alimentari made in Italy. Sono attesi a Parma, dal 7 al 10 maggio, più di 3.000 aziende espositrici ed un numero crescente di operatori e buyer, sia italiani che internazionali. Per i prodotti più innovativi sarà allestita un’area dedicata, il programma di “incoming” dei buyer esteri è stato rafforzato, sarà inaugurato un nuovo padiglione espositivo. La 19° edizione di Cibus cade in una congiuntura favorevole in cui l’economia italiana investe e spera in una ripresa. Il comparto alimentare chiude il 2017 con risultati rilevanti: l’export è aumentato del +7% sull’anno precedente ed anche le vendite sul mercato interno fanno segnare una debole ma incoraggiante crescita del +0,8%. Per quanto riguarda l’export dell’industria alimentare la stima a fine 2017 è di 32,1 miliardi di euro. Arrivati ad un fatturato complessivo di 137 miliardi di euro (190 circa se consideriamo l’intero comparto agroalimentare, comprensivo del primario), le industrie italiane puntano nel 2018 a rinnovare il buon passo del 2017, con aumenti di produzione ed export prossimi, rispettivamente, al +2% e al +7%, e un aumento delle vendite interne più tonico, fra il +1% e il +2%. I mercati principali dell’export alimentare, oltre all’Europa e agli Stati Uniti d’America, sono Canada, Giappone, Australia, Russia, e per quanto riguarda l’Asia: Cina, Hong Kong, Corea del Sud, Tailandia, Taiwan. Il ruolo di Cibus di piattaforma per l’esportazione sarà confermato dall’arrivo a Parma dei buyers delle più importanti catene di distribuzione, tra cui: Metro Canada, H-E-B, Sam’s Club, Publix Supermarkets, Wakefern, Whole Foods e Kehe Distributors (dal Nord America); Grupo Pao de Açucar e Cencosud (dal Sud America); Mercadona, Coop Suisse, Rewe Group, Auchan Retail, Delhaize, Axfood, Sodexo, Marks&Spencer (dall’Europa); Womai, Metro Cash&Carry China, BHG Group, Daimaru, Aeon Group, Lotte, Emart, VilN° 2 - 1 FEBBRAIO 2018
lage Grocer (dall’Asia); Panda, Carrefour, Lulu Hypermarket e Spinneys (dal Medio Oriente). Tra i retailers esteri più attivi Auchan Retail Italia, da anni impegnata nella promozione del food and beverage made in Italy, sarà presente con un’area propria in cui presenterà a importatori, professionisti e buyer esteri la propria azione internazionale per valorizzare i prodotti alimentari italiani; saranno anche presenti buyer e manager di Auchan Retail da tutto il mondo (Francia, Lussemburgo, Spagna, Portogallo, Ungheria, Polonia, Romania, Russia, Ucraina, Cina, Taiwan, Vietnam). Lo scouting e il recruiting dei buyers esteri chiave è stato condotto insieme
e più originali prodotti alimentari immessi sul mercato, selezionati da una giuria di esperti. In occasione di Cibus 2018, sarà presentato il Padiglione 8 riservato alle collettive istituzionali dedicato quindi alle specialità regionali e collettive istituzionali. Un nuovo layout che accoglierà Food Court delle regioni italiane con uno spazio dedicato alla ricettazione e allo show cooking area degustazione “all-in-one”, il tutto strutturato come una galleria di sapori e degustazioni, gestito da chef specializzati e scuole di ristorazione. “La grande sfida dell’agro alimentare riguarda Bruxelles – dichiara il Presidente di Federalimentare Luigi Scordamaglia - che deve ritrovare una
a ICE e anche attraverso un roadshow internazionale che Cibus ha sviluppato nei principali mercati obiettivo: alla fiera Anuga in Germania, a Parigi e nei prossimi mesi Londra, Amburgo, a Tokyo nei giorni della fiera Foodex, al Summer Fancy Food di New York. Tra le anticipazioni di Cibus2018 un nuovo padiglione edificato per soddisfare una richiesta di espositori sempre più crescente in numero e superficie: un’area dedicata ai più innovativi
nuova centralità in termini di politiche comuni in materia alimentare. Un segnale in questo senso il regolamento Ue sull’origine in etichetta, ora in consultazione, che deve definitivamente fare chiarezza una volta per tutte superando quella serie di norme nazionali che creano standard di trasparenza diversi per i consumatori e creano condizioni di disparità di concorrenza tra i diversi produttori comunitari”.
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Incontro organizzato dall’Agenzia per il Patrimonio Culturale Euromediterraneo
“DIETA MEDITERRANEA: UNO STILE DI VITA TRA MITO, CULTURA E SCIENZA”
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er declinare al meglio il titolo dell’incontro: Dieta Mediterranea: uno stile di vita tra mito, cultura e scienza andato “in scena” a Lecce nell’ex conservatorio Sant’Anna , i lavori sono stati incentrati non solo sulle potenzialità della Dieta Mediterranea come strumento di prevenzione e cura, ma anche sugli aspetti storici, sociologici, culturali e antropologici e sono stati , perciò, declinati in due sessioni: una prima parte più prettamente scientifica moderata dal Prof. Crepaldi, Presidente della Fondazione Dieta Mediterranea, con interventi del Prof. Antonio Capurso, Docente di Gerontologia e Geriatria, Università degli Studi A. Moro di Bari e Coordinatore del Comitato Scientifico FDM e della Dott. ssa Stefania Maggi, Dirigente CNR Padova, Presidente della Società Europea dei Medici Geriatri, Direttore Generale FDM. La seconda parte, focalizzata soprattutto sugli aspetti antropologici, sociali, economici della Dieta Mediterranea moderata dal Prof. Eugenio Imbriani, Docente di Antropologia culturale, Storia delle tradizioni popolari, Antropologia dei processi culturali e comunicativi, dell’Università del Salento. La Prof. ssa Giuseppa Antonaci - Presidente Fondazione Regionale Lecce ITS IOTA “Istituto Tecnico Superiore per lo Sviluppo dell’industria dell’Ospitalità e del Turismo Allargato, Regione Puglia – ha evidenziato le opportunità di sviluppo economico e turistico per territori offerti dalla Dieta Mediterranea. Sono intervenuti , poi, due fra i massimi esperti e studiosi della Dieta Mediterranea: la Prof.ssa Elisabetta Moro, Docente di Antropologia Culturale - Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, e il Prof. Marino Niola, Docente di Antropologia dei simboli, Antropologia delle arti e della performance, Miti e riti della gastronomia contemporanea - Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. Autori a quattro mani del libro Andare per i luoghi della Dieta Mediterranea, (Bologna, Il Mulino, 2017), hanno evidenziato , nei
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loro interventi, quanto la Dieta Mediterranea sia stata, e continui a essere estremamente importante, non solo dal punto di vista scientifico e alimentare, ma anche da quello culturale, antropologico e sociale, rivelando particolari, a volte adombrati dalla portanza delle informazioni scientifiche e mediche relative ai benefici di tale stile di vita sulla salute di ognuno di noi, ma comunque importanti per capire meglio quanto sia importante la salvaguardia, la diffusione e l’adozione di questo millenario metodo alimentare che è molto più che una semplice Dieta. A chiudere i lavori,
il Cooking Show di Antonella Ricci, chef stellata di Puglia dal 1996, che nel suo ristorante a Ceglie Messapica, “Al fornello da Ricci” propone piatti di tradizione rielaborati con raffinatezza, bravura e originalità. L’incontro è stato organizzato dall’Agenzia per il Patrimonio Culturale Euromediterraneo, in collaborazione con la Fondazione Dieta Mediterranea, con il patrocinio di: Ministero della Salute, Regione Puglia, Provincia di Lecce, Comune di Lecce, Università del Salento, Camera di Commercio di Lecce, Distretto Puglia Creativa, ICM – Istituto di Culture Mediterranee, Puglia Promozione .
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Due ricerche pubblicate da “The Lancet” lo confermano
LA DIETA MEDITERRANEA ALLUNGA LA VITA
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ue i recenti studi pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica “The Lancet“ nell’ambito del progetto Prospective Urban Rural Epidemiology (P.U.R.E.) che dimostrano che la dieta mediterranea allunga la vita. I due studi di Lancet, infatti, hanno cercato di comprendere a livello globale il rapporto tra alimentazione e mortalità. Secondo un primo studio, di Miller e colleghi, un’alimentazione con un apporto moderato di frutta, verdura e legumi, e un basso contenuto di carboidrati, è associata a un rischio inferiore di morte e un alto consumo di vegetali non è necessario perché non diminuisce ulteriormente il rischio. Invece, secondo l’altro studio di Dehghan e colleghi, un più alto contenuto di grassi nell’alimentazione, pari a circa il 35% dell’apporto energetico, è associato a un rischio inferiore di morte. Una dieta ricca di carboidrati, fino a rappresentare oltre il 60% dell’apporto energetico, è legata invece a una mortalità più alta. La Dott.ssa Michela Barichella del comitato scientifico OGP e Presidente di Brain and Malnutrition Association Onlus afferma: “Lo studio dell’Osservatorio di Grana Padano evidenzia che le abitudini degli Italiani intervistati si avvicinano molto alle percentuali di energia derivate da macronutrienti correlate a un più basso tasso di mortalità emerse dallo studio P.U.R.E. Questo potrebbe spiegare in parte il fatto che la nostra popolazione è tra le più longeve al mondo, ed anche che la dieta mediterranea in generale è la più salutare”. Dai dati Istat 2016 si evidenzia, infatti, che la vita media in Italia per le donne è di circa 85 anni mentre per gli uomini è
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di circa 80 anni. Le percentuali di macronutrienti associate a un minor rischio di mortalità dello studio P.U.R.E. sono molto simili alle percentuali consigliate secondo i LARN (livelli di assunzione di riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana) che raccomandano di trarre dai carboidrati un rapporto medio tra i 50-55% di energia e dai lipidi tra 20-35% dell’energia totale introdotta. I LARN suddividono i vari tipi di lipidi e consigliano una quota di grassi saturi inferiori al 10% del totale e i PUFA (grassi polinsaturi tra i quali omega 3 e omega 6) compresi tra 5-10%. Dallo studio OGP emerge che gli intervistati introducono l’11% di energia proveniente da grassi saturi e il 4.9% dell’energia totale deriva dai PUFA. Da quanto emerge dallo studio P.U.R.E. e dai risultati dell’indagine OGP si può evincere che si possa mangiare con tranquillità i piatti della tradizione gastronomica italiana con magari alcune piccole accortezze come: 1 - Utilizzare olio extravergine d’oliva, come condimento (2030 grammi al giorno, 4-6 cucchiaini), è un
alimento ricchissimo di proprietà nutritive grassi monoinsaturi e vitamina E: dal gusto e dal sapore intenso, ha un’elevata digeribilità ed è stabile alle alte temperature. 2 - Consumare latte e latticini, tutti i giorni. Due porzioni di latte (cad. 200 ml) o yogurt (cad.125 g) oltre alla ricotta, che non è un formaggio fresco come spesso si pensa, ma un latticino ottenuto lavorando il siero del latte. È ricca di lattoferrina una proteina importante per i suoi effetti antinfiammatori. 3- Il pesce, in particolare quello azzurro e il salmone, è ricco di omega3; nella dieta mediterranea, il pesce andrebbe consumato almeno tre volte a settimana per un totale di almeno 600 grammi di parte edibile. 4- La frutta secca, noci, mandorle, ecc., è ricca di acidi grassi polinsaturi se ne può consumare 15-20 grammi ogni giorno. L’avocado, un frutto ricchissimo di diverse vitamine come la vitamina A, B, C, E, apporta tanta fibra, sali minerali come potassio e magnesio e alte quantità di omega3, se ne può tranquillamente mangiare 1-2 a settimana.
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Al via il concorso tra prove d’assaggio amatoriali e seminari a tema
Olio di famiglia 2018: Focus su storia del sapone e difetti dell’olio evo di Paola DILEO
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all’olivo alla tavola“ e non solo: già, perché, il percorso di approfondimento inaugurato 7 anni fa con “Olio di Famiglia” (concorso monopolitano rivolto ai produttori non professionisti di olio di oliva), si conferma occasione preziosa di arricchimento della cultura olivicola a vasto raggio. Nell’ambito delle attività in corso per l’edizione 2018 del concorso per olivicoltori dilettanti, lo scorso 19 gennaio alla biblioteca “P. Rendella” di Monopoli,
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un’attenzione particolare è stata dedicata ai consumatori. Spazio quindi a prove d’assaggio amatoriali per un approccio con i possibili difetti dell’olio extravergine d’oliva e orientare a una scelta sempre più consapevole al momento dell’acquisto. A corredo della esperienza sensoriale, guidata magistralmente dalla dott.ssa Anna Neglia (capo panel Premio Biol) anche un’inedita escursione sulla storia del sapone in Puglia a cura del prof. Achille Chillà, che ha evidenziato
quanto differenziati fossero in passato gli usi dell’olio d’oliva e i relativi traffici commerciali.”La Puglia e la città di Monopoli – ricorda Chillà – hanno avuto un ruolo di primo piano nella fornitura di olio lampante in bacile verso i centri di saponificazione d’Europa. Strategici in tal senso sono stati i porti di Gallipoli, Brindisi e Barletta”. Ma il sapone vanta una storia più remota: le prime testimonianze di produzione e impiego sembrano risalire al 2800 a.C nel Vicino Oriente e precisamente in Mesopotamia. Mentre le civiltà greca e latina ne ignorarono l’uso. “Nelle terme – ha spiegato il professore – per la detersione del corpo si utilizzavano pietra pomice, soda e creta. Sarà poi la cultura araba ad introdurre nella preparazione saponiera la soda caustica e olio aromatizzato all’alloro. Le prime produzioni europee invece, sono da attribuire alla fine 1° millennio d. C.”. Un riferimento è andato ai saponi più noti come il bianco di Castiglia (a base di cenere d’erba kali e olio d’oliva) e il verde di Marsiglia (a base di olio d’oliva e carbonato di soda). Mentre in Italia si distinsero Savona, Venezia e Genova. “Ma anche a Monopoli è documentata una fiorente attività sawww.foglie.tv
poniera – ha riferito Chillà –; la diffusione dei cognomi come Saponara e Saponaro sono ulteriore conferma”. Tra le altre testimonianze, la presenza a partire dal 1400, presso la Chiesa Rupestre di S. Matteo all’Arena, ubicata nel fossato delle mura di Porta Vecchia, di un saponificio rimasto attivo fino ai primi del 900. Molto noto in città era quello di Veneziani. Scopriamo che un vero e proprio rituale era la produzione di sapone domestico, ottenuto da olio d’oliva di scarto e lascivia (cenere d’ulivo finemente setacciata e acqua aromatizzata all’alloro, una soluzione alcalina da bucato, in uso prima dell’avvento di lavatrice detersivi moderni). “La produzione domestica di sapone si protrae fino alla 2° guerra mondiale, quando sarà soppiantata dai nuovi prodotti di tipo industriale “ ha concluso Chillà. A seguire la dott. ssa Neglia ha coinvolto i presenti in nuove prove d’assaggio, questa volta per rintracciare i difetti dell’olio extravergine d’oliva.”Difetti – ha premesso – da ricondurre a due tipologie principali, quella del riscaldo e quella del rancido. Il primo è caratteristico di quegli oli ottenuti da olive che hanno subito leggere fermentazioni prima
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della molitura. Quindi un difetto da ricondurre alla microbiologia del frutto, perché ammassato durante le fasi di raccolta e deposito, ma anche a tutto ciò che avviene in campo, durante la coltivazione (per es. attacchi di mosca, condizioni meteo )”. Un odore sgradevole molto ricorrente , a cui può aggiungersi quello di avvinato, inacetito o di leggera morchia. “Mentre il rancido – ha aggiunto l’esperto – scaturisce dalla rottura della molecola di acido oleico in seguito a processi ossidativi,
dovuti al prolungato contatto dell’olio con aria, luce o calore”. Naturalmente, ha puntualizzato ancora Neglia, gli oli che subiscono modifiche negli odori e nel gusto, non avranno l’amaro e il piccante; anche gli odori, diversi, incideranno in modo irreversibile sulla freschezza e genuinità dell’olio. Un inciso per ribadire che la nostra cultura oleica può e deve evolversi, iniziando a considerare i difetti come tali e non come odori caratteristici , o peggio pregi di cui vantarsi.
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Olio in Jazz, quarta edizione
i è svolta nell’elegante cornice di Masseria La Cornula a Nardò, in collaborazione con Cantine due Palme, “Olio in Jazz”. La rassegna, aperta al pubblico e giunta alla sua quarta edizione, ha coinvolto appassionati di cucina, musica e arte in una serata dal sapore autentico in cui sono stati stimolati tutti i sensi, e dove protagonista è il nuovo olio extravergine d’oliva di eccellenza prodotto dall’azienda agricola “La Cornula” dei fratelli Sabato e Gabriele Cappello. Alla presentazione dell’olio extravergine di oliva, abbinati ai piatti gourmet elaborati dagli chef dell’azienda (piatti che prevedono un monovarietale diverso per ogni preparazione), si associano infatti musiche del repertorio jazz accuratamente selezionate in base alla struttura di ogni portata, ed impreziosite dall’accostamento dei vini “Cantine Due Palme” di Cellino San Marco. Anche quest’anno continua la collaborazione con l’attrice e regista Rosaria Ricchiuto, voce nar-
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rante cui è stata affidata la conduzione della serata; l’esecuzione dei brani sono stati affidati ai musicisti del jazz dell’Andrea Sabatino Special Quartet, composto da Gaia Gentile (singer) - Andrea Sabatino (trumpet) - Bruno Montrone (Hammond) - Dario Congedo (drums). Grande novità di quest’anno è stata la mostra di pittura dell’artista salentino Valentino Marra, apprezzato per la bellezza delle sue opere che spesso hanno come sfondo l’olivo; un talento artistico che ha preso parte alla serata grazie a Mirella Coricciati, curatrice della mostra e già presidente della Galleria d’Arte Germinazioni IVa.0 di Lecce che ha condiviso da subito il progetto, guardando ad un ampio concetto di arte espressa in ogni sua forma. La cena è stata preceduta, alle 18.30, da un incontro-dibattito moderato dalla giornalista Leda Cesari sull’importanza dell’olio come risorsa economica, gastronomica, culturale. All’incontro hanno preso parte l’o-
leologo aziendale Carmelo Buttazzo, Giuseppe Baldassarre, componente della Commissione Nazionale Didattica dell’Associazione Italiana Sommelier, Fabrizio Miccoli, relatore e degustatore ufficiale AIS, Antonio Costantini, esperto del paesaggio rurale e delle architetture in pietra a secco, Assunta De Cillis e Angelo Maci, rispettivamente direttore generale e presidente di Cantine Due Palme, Donato Taurino, presidente del Movimento Turismo dell’Olio, e l’artista Valentino Marra.
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Non occorre presentare particolari garanzie per ottenere il finanziamento
Resto al Sud: fino a 200mila euro per imprese giovani
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prire una piccola impresa al sole del Mezzogiorno e restare nella propria terra a lavorare. Un sogno difficilissimo da realizzare per molti ma che ora ha una nuova chance: l’ultimo intervento, “Resto al Sud”, sta infatti per partire e, al momento, tutto ciò che serve per iniziare è una buona idea ed un’età inferiore ai 36 anni. Poi col pc da casa ci si connette al sito di Invitalia e si partecipa al bando. Sul piatto ci sono 1,25 miliardi di euro pronti a finanziare le attività più disparate: dal piccolo bar sulla spiaggia ad esempio, alla coltivazione di capperi, fino al “servizio taxi” su asino o l’allevamento di falchi da reintrodurre in natura. Insomma non ci sono limiti alle attività che possono andare dai servizi al turismo, alla ristorazione, piccoli trasporti, agricoltura, etc etc. Sono escluse dal finanziamento solo le attività libero professionali e il commercio. Il tutto per un importo che varia da un minimo di 50mila euro (se il richiedente
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è uno solo) fino ad un massimo di 200mila euro. Il 35% inoltre è a fondo perduto mentre il restante 65% (restituibile in 8 anni) è garantito dallo Stato. Cioè non occorre presentare particolari garanzie per ottenere il finanziamento. Non si tratta di un “click day”, cioè i fondi non vengono assegnati in base a chi arriva primo a presentare la domanda. Ma ogni proposta - spiega Invitalia - sarà vagliata. La misura, promossa dal Ministro per la Coesione territoriale ed il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, dovrebbe consentire quindi di avviare attività nel Mezzogiorno fungendo anche da traino per i territori coinvolti. “Il Mezzogiorno ha ripreso a crescere, ma c’è bisogna ora di consolidare i risultati raggiunti negli ultimi tre anni. Con Resto al Sud puntiamo a ribaltare la percezione del fare impresa nel Meridione, da chimera o prospettiva impossibile a volano per la crescita - spiega Domenico Arcuri, ad di Invitalia - Per la prima volta il governo
ha messo in campo un incentivo che può coprire fino al 100% dell’investimento proposto dai neoimprenditori. Vorrei ricordare ai giovani che presenteranno le richieste che non sono previste né scadenze né graduatorie. Esamineremo tutte le proposte seguendo rigorosamente l’ordine cronologico e finanzieremo solo quelle in regola con i requisiti previsti dalla legge e che contengano un progetto di impresa valido e sostenibile. Il tutto in maniera trasparente e con procedure completamente digitalizzate. La dotazione finanziaria particolarmente ampia - conclude Arcuri - ci consentirà di sostenere un numero molto elevato di nuove imprese”. Resto al Sud si rivolge ai giovani tra i 18 e i 35 anni residenti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, che non abbiano un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, che non siano titolari di altre imprese attive, che non abbiano beneficiato di altre agevolazioni negli ultimi tre anni.
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L’evento nato per valorizzare i prodotti italiani
True Italian Taste
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’ambasciata d’Italia in Belgio ha scelto il Primitivo di Manduria attraverso il suo Consorzio di Tutela per rappresentare il meglio del made in Italy. La doc pugliese ha incontrato i buyer, giornalisti internazionali e le massime personalità politiche europee a Bruxelles. Tutto questo grazie a True Italian Taste, l’evento nato per valorizzare i prodotti italiani in Europa e per raccontare il prezioso legame tra prodotti agroalimentari ed i loro territori di provenienza.
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Il progetto nasce con il coinvolgimento attivo dei principali attori della promozione italiana all’estero: Ambasciata, ICE, Camera di Commercio, ma anche consorzi di tutela e la Federazione italiana cuochi del Belgio. Accanto al Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria, a condividere questo onere ed onore, sono stati presenti per i vini anche il Consorzio del Chianti e del Franciacorta oltre ai vari Consorzi agroalimentari; un trio d’eccellenze del made in Italy capace di convincere anche i palati piu’ sofi-
sticati. “Il Primitivo di Manduria conferma il suo potere attrattivo ed il suo primato di qualità in grado di esprimere eccellenza e di aprirsi al mondo - dichiara Roberto Erario, presidente del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria - True Italian Taste è una grande opportunità per favorire l’incontro tra la nostra doc e il trade internazionale, un risultato importante, ottenuto grazie all’impegno dei produttori che non smettono mai di lavorare per tenere alta la qualità dei nostri vini”.
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Dieci ricette in concorso
Giornalisti, chef e giurati: ecco tutti i protagonisti della gara culinaria “Penne al dente 2018”
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a una idea di Stefano Fumarulo nasce la principale e più importante novità del nuovo bando NIDI, una misura che per la programmazione 2014/2020 ha una dotazione finanziaria di 54 milioni di euro. NIDI è lo strumento finanziario della Regione Puglia che fornisce sostegno alle fasce deboli per l’avvio di una nuova impresa con un contributo a fondo perduto e un prestito rimborsabile con il fine di agevolare l’autoimpiego. Ma la grande e significativa novità del nuovo bando sta proprio nel contenere alcune misure straordinarie di contrasto alle mafie. Si è estesa cioè la possibilità di usufruire della misura finanziaria anche alle imprese confiscate alla mafia e affidate ai dipendenti e alle cooperative assegnatarie di immobili confiscati. Tale estensione è il frutto di un lungo lavoro avviato dalla Regione in collaborazione con l’Associazione Libera. “Questo adattamento della misura NIDI è uno di quei sogni di cui par-
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lavo– dichiara il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano – utilizzare cioè i fondi e i programmi di investimento ordinari anche per i beni confiscati. Solo sognando si possono fare dei passi in avanti e noi li abbiamo fatti. Tutti insieme abbiamo realizzato una visione che ora può sembra banale ma che non è mai avvenuta prima”. “Da oggi dunque – continua Emiliano - sarà possibile utilizzare varie forme di finanziamento sia europeo che nazionale per migliorare le aziende che sono state confiscate alla mafia o ai politici corrotti. Siamo la prima regione italiana che investe e incentiva la cultura d’impresa che si sviluppa insieme alla cultura dell’antimafia sociale. Per noi l’economia diventa uno strumento di lotta alla mafia e alla corruzione attraverso l’incoraggiamento, soprattutto ai giovani ma non solo, a utilizzare questi beni confiscati, che spesso giacciono inutilizzati nelle agenzie che dovrebbero gestirli, con l’aiuto anche dei fondi della Regione
Puglia”. Per l’assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia Michele Mazzarano “il bando NIDI è il più potente strumento di auto impiego che la Regione Puglia abbia mai messo in campo ed è una misura che, anche nella prima programmazione 2007/2013 ha riscosso ottimi risultati”. A gestire le richieste, in qualità di organismo intermedio, è la società in house della Regione, Puglia Sviluppo Spa. “Gli interessati ad accedere alle agevolazioni recuperando beni confiscati – spiega la presidente Grazia D’Alonzo - avranno a loro disposizione una procedura ad hoc, differente da quella generale perché studiata espressamente per le specifiche esigenze espresse da queste candidature. La nuova procedura sarà attivata da Puglia Sviluppo dopo l’accesso online attraverso il portale sistema. puglia.it. Oltre a questo, Puglia Sviluppo rafforzerà il supporto operativo per consentire agli interessati di presentare un progetto che possa avere un riscontro positivo”.
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groalimentare
Spesso protagonisti
Frutta e legumi nella storia di sport e programmi tv
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ANANE CHANG TENNIS – Il 1989 è stato un anno di cambiamenti...fruttiferi per il tennis. L’artefice di questo prodigio copernicano ha un nome ed un cognome: Michael Chang. Ci troviamo nel 1989, alla vigilia di un’edizione del Roland Garros in cui tutto sembra già prestabilito, fin dal sorteggio dei tabelloni. Il favorito è obbligatoriamente Ivan Lendl, numero 1 del mondo e già vincitore di tre edizioni dello Slam parigino. Al cospetto del numero 1 al quarto turno si presenta il gracile minorenne Michal Chang, statunitense di origini taiwanesi. I primi due set sembrano confermare i pronostici con un doppio 6-4 a favore di Lendl. Forte di questo indiscutibile predominio il cecoslovacco si concede più di una distrazione nel terzo parziale, consentendo a Chang di ottenere quello che, agli occhi di tutti, sembra essere il simbolico set della bandiera. Ed è esattamente a questo punto che si chiudono la trita cronaca e la banale contesa tennistica, lasciando il posto ad una concatenazione di eventi che eterneranno questa partita nei secoli dei secoli. Il demoniaco Chang, non potendo più contare sulla propria arma principale decide di stravolgere ogni tipo di convenzione tennistica, cominciando a giocare in modo eretico, a tratti, ai limiti del plausibile. In principio decide di sfoderare una serie di pallonetti improbabili, atti a spezzare il ritmo imposto da Lendl, traiettorie talmente arcuate da suscitare l’incredulità dei presenti, poi decide di
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retrocedere il proprio difetto tennistico principale (il servizio) all’ultimo gradino della scala evolutiva, cominciando a servire da sotto, come il peggiore dei principianti alla prima lezione di tennis. Il pubblico è in delirio, Lendl sconcertato e innervosito: il quarto set termina 6-3 a favore di Chang, grazie a questa gamma di illogiche stravaganze. Il set decisivo diventa la definitiva dimensione del teatro dell’assurdo con l’entrata in scena delle banane destinate da allora a segnare la storia di questo sport ed a diventare pasto abituale per quasi ogni tennista durante le partite. . Durante ogni pausa di campo , infatti, Chang sbuccia avidamente una banana dopo l’altra, frutto fino ad allora mai comparso nel corso della partita. Con l’aiuto delle banane la partita si chiude con un punto che sintetizza nel miglior modo possibile la natura di questo leggendario incontro. Sul 5-3 a favore di Chang il cecoslovacco serve per allungare il match. In men che non si dica ci si ritrova sul 15-40, doppio match point a favore dell’infante terribile che trova ancora un modo di mozzare il fiato alla platea. Sulla seconda di servizio di Lendl Michael decide di giocarsi il punto a pochi cm dal rettangolo del servizio, scatenando l’ira di Ivan che ormai logoro non controlla il servizio e chiude con un doppio fallo una delle più mirabolanti utopie mai messe in scena su un campo da tennis. Per la cronaca , anche grazie alle banane cui continuerà ad alimentarsi nel corso degli incontri successivi, il quasi
sconosciuto Michael Chang trionferà in quella edizione del Roland Garros divenendo il più giovane giocatore di tennis ad aver vinto il torneo parigino (17 anni e poco più di tre mesi). FAGIOLI RAFFAELLA CARRA’ – Il 3 ottobre 1983 va in onda la prima puntata di “Pronto, Raffella?” condotto da Raffaella Carrà: si tratta del primo spettacolo televisivo della RAI trasmesso nella fascia del mezzogiorno, orario in precedenza occupato dal monoscopio e sarà un grandissimo successo ricordato ancora oggi da intere generazioni. Il motivo principale di tanto seguito di pubblico? I fagioli!. Infatti il gioco simbolo che ha caratterizzato la trasmissione nell’immaginario collettivo del pubblico era il gioco dei fagioli, durante il quale i telespettatori dovevano indovinare il numero esatto di fagioli presenti all’interno di un barattolo di vetro, una cifra molto difficile da indovinare tanto che di puntata in puntata si creò sempre più suspense sia per l’aumentare del montepremi, che ad ogni tentativo errato aumentava, che per l’avvicinarsi al momento ineluttabile della soluzione dell’enigma. “Quanti sono i fagioli?” intorno a mezzogiorno la classica domanda della Raffaella italiana risuonava in (quasi) tutte le case degli italiani dando al prezioso legume una popolarità superiore anche a quella di cui aveva goduto grazie ai mitici film di Bud Spencer e Terence Hill che spesso e volentieri li digustevano nelle loro pellicole cult!
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A Foggia i nuovi erbicidi e fungicidi
Nella patria del grano italiano presentati i nuovi prodotti Bayer
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rande affluenza all’evento organizzato da Bayer dedicato ai professionisti del grano: mondo universitario, analisti di mercato, agricoltori e tecnici a confronto per parlare di cerealicoltura nell’incontro moderato da Vittorio Fili, presidente A.R.P.T.R.A. Antonio Monticelli, Grower & Channel Marketing di Bayer, ha presentato insieme ai colleghi le nuove soluzioni Bayer per il diserbo e la protezione del grano, sottolineando quanto l’innovazione sia fondamentale nel settore agricolo per rispondere al meglio alle esigenze dei cerealicoltori. “In quest’ottica, si inserisce la nuova linea “PRO”, il “PROgresso nel diserbo e nella protezione del frumento, con importanti novità che si caratterizzano per l’efficacia, l’affidabilità e la facilità di utilizzo”, ha affermato Monticelli: - Atlantis PRO, nuovo graminicida che, grazie a principi attivi altamente performanti e ad una nuova tecnologia formulativa “tech plus”, fornisce risultati ancora più efficaci. Il nuovo erbicida è stato valutato positivamente anche dagli imprenditori agricoltori Pietro Cifarelli e Franco D’Urso, che sono intervenuti all’evento raccontando la loro esperienza con il prodotto. Tra gli aspetti evidenziati: grande efficacia contro tutte le graminacee (compreso il bromo), velocità nell’effetto erbicida, ottima miscibilità e praticità di utilizzo. - Hussar Maxx PRO, l’erbicida più completo per il diserbo di postemergenza contro graminacee e dicotiledoni, da oggi ancora più affidabile e facile da utilizzare grazie alla tecnologia “tech plus”. Il prodotto ha un’efficacia molto elevata su tutte le infestanti, con uno spettro superiore agli standard di riferimento. - Aviator Xpro, nuovo fungicida contro la septoria e le principali malattie dei cereali Il prodotto ideale per ottenere: ottima protezione dalle malattie, piante verdi e più produttive, rese e qualità impareggiabili.
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Oltre alla linea PRO, Bayer ha presentato anche Soligor, nuovo fungicida per il controllo delle principali malattie dei cereali, particolarmente efficace sulle ruggini. Il prodotto ha un’attività preventiva e curativa, grazie all’azione sinergica di tre sostanze attive sistemiche di provata efficacia. Nei campi dimostrativi realizzati in Puglia, Basilicata e Molise lo scorso anno, il prodotto ha fornito ottimi risultati con incrementi produttivi fino a due tonnellate per ettaro nel campo di Larino (CB). In merito ai trattamenti fungicidi, Cifarelli ha sottolineato: “Anche nelle annate con minor presenza di malattie, come nel 2017, ho verificato che l’utilizzo dei fungicidi Bayer ha un effetto molto positivo sulla produttività del grano”. Durante l’incontro, il Prof. Pasquale Montemurro, Università degli Studi di Bari, ha spiegato l’importanza del controllo razionale delle malerbe, segnalando alcune infestanti in diffusione quali bromo, cardo mariano, papavero e
cirsium che richiedono sempre più professionalità nell’esecuzione del diserbo. “Nel diserbo - ha detto Montemurro - è indispensabile: rispettare le dosi degli erbicidi, curare la distribuzione e intervenire precocemente. A partire dalla fase di accestimento, infatti, per ogni giorno di ritardo si può perdere in media fino all’1% di produzione”. Mauro Bruni di Areté, società specializzata nelle previsioni di prezzo delle materie prime agroindustriali, ha chiuso i lavori spiegando le dinamiche che hanno determinato, nel corso della campagna corrente, il livello dei prezzi del grano duro. Il grandissimo riporto delle scorte iniziali è stato contrastato dalla riduzione delle semine sia in Italia che in Canada e da rese inferiori. “La prossima campagna non sarà più caratterizzata da un livello di scorte iniziali anomalo, creando le condizioni di un rinnovato sostegno ai prezzi” ha concluso Bruni.
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Tutte le novità contenute nel nuovo testo normativo
Ora fare i turisti tra le vigne è una cosa seria: cosa dice la legge sull’Enoturismo? da “Repubblica “– di Annacarla Tredici
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i brindisi di fine anno, i vignaioli italiani hanno avuto un doppio motivo per alzare i calici: dopo 25 anni il mondo del turismo del vino conquista il suo primo storico quadro normativo. Non era mai accaduto che il cosiddetto enoturismo entrasse, attraverso la Legge di Bilancio, nel quadro legislativo italiano. Basta pensare che il termine enoturista appare per la prima volta una ventina di anni fa, ma diventa un neologismo a tutti gli effetti solo nel 2008. Questo la dice lunga su quanto sia giovane questo mondo e il suo concetto nella società. Nonostante l’Italia abbia un patrimonio vitivinicolo unico nel suo genere e una varietà ampelografica di indiscusso valore paesaggistico, naturalistico e anche economico-produttivo, è solo nell’ultimo decennio che, accanto alla produzione enologica sempre più improntata alla qualità, si è fatta strada una forma di turismo con una sua identità specifica, in grado di rappresentare oggi un vero asset strategico per lo sviluppo della vitivinicoltura nazionale. L’Enoturismo, con i suoi 2,5 miliardi di euro di fatturato annuale e 13 milioni di arrivi in cantina (dati Movimento Turismo del Vino Italia) necessitava quindi di un quadro di riferimento normativo, con regole adeguate, al fine di valorizzare, promuove e disciplinare non solo i territori ad alta vocazione vitivinicola ma anche di agevolare gli stessi vignaioli. E, dunque, cosa cambia per le cantine che
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da gennaio 2018 dovranno rapportarsi al nuovo (e unico) testo sull’Enoturismo determinato in sede legislativa? Innanzitutto, il disegno di legge si compone di 10 articoli che, seguendo l’emendamento (art. 1, comma 292), “intendono tutte le attività di conoscenza del vino espletate nel luogo di produzione, le visite nei luoghi di coltura, di produzione o di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione della vite, la degustazione e la commercializzazione delle produzioni vinicole aziendali, anche in abbinamento ad alimenti, le iniziative a carattere didattico e ricreativo nell’ambito delle cantine”. Ma chi potrà svolgere enoturismo? Si chiarisce che sono autorizzate solo quelle aziende agricole - e quelle di imbottigliamento - situate in zone di vini Docg, Doc e Igt. Inoltre, da adesso, questi soggetti hanno la possibilità di fatturare degustazioni, visite in cantina, vendemmie esperienziali e “pacchetti”, equiparando la disciplina fiscale di queste attività a quella agrituristica. Mentre il regime forfettario dell’imposta sul valore aggiunto sarà applicato solo per i produttori agricoli che svolgono la propria attività nell’ambito di un’azienda agricola. Alle cantine basterà presentare una “Scia” al comune di competenza per esercitare le attività di promozione e conoscenza del vino. Si aprono nuovi scenari anche per il lavoro nel settore: coinvolgendo tutta la filiera e facendo divenire il mondo del vino un veicolo di connettività con cui costruire reti culturali, sociali ed eco-
nomiche, potrebbero aggiungersi altre certificazioni e formazioni ad hoc per gli operatori enoturistici. Invece, riguardo le altre disposizioni, sono già previste: (art. 5) un’apposita cartellonistica stradale e la creazione di un osservatorio nazionale sul settore(art 6). E si cita anche la produzione di olio di oliva. Per quest’ultima, si estende (art. 8) l’applicazione della legge all’ambito della valorizzazione delle produzioni di olio di oliva. È vero quindi che, fin qui, le degustazioni si son sempre fatte non rispettando una legge, che, nella realtà dei fatti, non esisteva. E perciò la novità è già la legge stessa. “L’obiettivo - ha confermato il senatore Dario Stefàno - era disciplinare l’attività di centinaia di aziende italiane e valorizzare i territori di produzione che ospitano oltre 15 milioni di turisti e winelovers ogni anno. È un straordinario traguardo per il mondo enologico, raggiunto anche grazie alla positiva interlocuzione con la struttura legislativa del Mipaaf e con lo stesso Ministro Martina e con i colleghi della ComAgri della Camera dei Deputati. Abbiamo declinato compiutamente la straordinaria portata di una attività complementare a quella di produzione de vino, andando a riempire lo spazio lasciato vuoto lo scorso anno dal Testo Unico del Vino. Ora dobbiamo concentrarci sull’istruzione e sulla formazione per irrobustire la cultura del vino e diventare leader assoluti nel mondo. Nella prossima legislatura l’impegno è di estendere le norme all’olio extravergine”.
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