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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE
FINALMENTE Ciò che non viene comunicato non esiste agricoltura
Ortofrutta,vino ed olio spingono export pugliese agroalimentare
Nasce “Filiera Italia”: agricoltura ed industria insieme zootecnia
Mozzarella Dop Gioia del Colle: c’è l’ok del Governo
N° 21 • 1 dicembre 2017
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ditoriale
1 dicembre 2017 - n.20 - Anno 12
Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE
Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952 Editrice
G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione G.Ed.A. Giovani Editori Associati Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Paola Dileo, Nica Ruospo, Rino Pavone, Donatello Fanelli Pubblicità G.Ed.A Rino PAVONE r.pavone@foglie.tv 380 6328672 Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61/06 del 15/11/2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 9040264 Iscritta al Registro Operatori Comunicazione ROC n.26041 TESTATA GIORNALISTICA ACCREDITATA
IL 29° FORUM DI MEDICINA VEGETALE
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arà dedicato al tema della sicurezza alimentare e agrofarmaci ed alle evoluzioni del nuovo contesto normativo europeo in materia il 29° Forum di medicina vegetale organizzato dall’associazione regionale pugliese dei tecnici e ricercatori in agricoltura (Arptra) e che vede, come ormai consuetudine, “Foglie” e “Foglie.TV” tra i media partners ufficiali dell’evento che anche quest’anno si terrà al Nicolaus Hotel di Bari il prossimo 12 dicembre. Patrocinato dall’assessorato alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia vedrà l’apertura in mattinata con il convegno dedicato al tema principale con i previsti interventi di Alberto Mantovani dirigente di ricerca dell’istituto superiore della sanità, Monica Garbarino e Ilaria Malerba per Federchimica – Agrofarma ( “interferenti endocrini: criteri di identificazione e possibili impatti nell’ambiente e negli alimenti” l’argomento su cui relazioneranno) e Pasquale Fal-
zarano per il Mipaaf (d.g. Sviluppo rurale – disr III agricoltura, ambiente e agriturismo) che tratterà su stato di avanzamento e di attuazione del Pan ( piano d’azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari). Concluderà la prima sessione di lavori lo scrittore e saggista (nonchè ispettore Mipaaf) Antonio Pascale: “Da Pinocchio a MasterChef - dalla fame all’abbondanza: la storia dell’agricoltura in tre foto di famiglia” il titolo del suo intervento. Dopo le consuete comunicazioni da parte delle società agrochimiche che si terranno dal primo pomeriggio, la chiusura del Forum sarà una tavola rotonda su “casi fitopatologici rilevanti nell’olivicoltura dell’Italia Meridionale”: relazioneranno Agostino Santomauro dell’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia, Franco Nigro, Francesco Porcelli, Enrico De Lillo e Rocco Addante dell’Università degli Studi di Bari, Luigi Catalano e Lorenzo Laghezza di Agrimeca – Grape and Fruit Consulting.
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ommario
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E’ la loro stagione
editoriale
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29° FORUM MEDICINA VEGETALE Il 12 dicembre a Bari
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13 NASCE FILIERA ITALIA
Nuova realtà associativa fra agricoltura e industria
20 PASTA
AGRICOLTURA
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PERCENTUALE TROPPO BASSA? Inps: 65,6% dei lavoratori agricoli sono uomini
Bene Tar su “trasparenza” pacchi
23 HOSPITALITY
Logiche di approvvigionamento per il food
10 PREMIO BELLAVIGNA
Premiati i migliori vigneti 25 mln di melagrane a Castellaneta
eventi
16 FIERAGRICOLA VERONA
Internazionalizzazione, delegazioni da 32 paesi
28 DESTINAZIONE FUTURO
A Bari l’orientamento per il post diploma
30 NOVELLO SOTTO IL CASTELLO
Storia di successo a Conversano
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Dedicata al business ortofrutticolo
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rassegna stampa
29 BIO DISTRETTO DELLA MURGIA
EXPORT PUGLIA Trainato dall’agricoltura (+9%)
15 ”LOME SUPER FRUIT”
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agroalimentare
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24 cASTAGNE
12 VITICOLTURA ITALIANA Una proposta operativa
zootecnia
18 ”GUERRA” DELLE MOZZARELLE Il Governo dà ragione alla Puglia
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Prezzi bassi alla stalla, allevatori in difficoltà
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gricoltura
Un dato troppo basso secondo chi “vive” la campagna
LAVORO: IN AGRICOLTURA + 6,2%; CRESCITA AL DOPPIO DELL’INDUSTRIA
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l numero di aziende che occupano operai agricoli dipendenti è passato da poco più di 187mila dell’anno 2015 a 186.424 del 2016, registrando un lieve decremento pari a -0,4%, in controtendenza rispetto al 2015, anno in cui c’era stato un modesto incremento (+0,2%). E’ l’Inps a dirlo, che sul suo sito ufficiale ha aggiornato i dati sullo stato dell’arte lavorativo nel mondo agricolo. Più precisamente a livello regionale, in Basilicata le aziende che occupano operai agricoli, nel 2016 sono 3561, i cui dipendenti sono 26.948, facendo registrare un -1,8% rispetto allo scorso anno. Per la Puglia nel 2016 sono 185.481 i dipendenti, con una leggera flessione del -0,2% con un totale di aziende pari a 34.700.Per quanto riguarda Il numero di lavoratori agricoli autonomi passa da poco più di 456mila del 2015 a 453.949 del 2016, con una diminuzione di circa 2.070 lavoratori; tra le categorie di lavoratori autonomi, l’unica in aumento risulta essere quella degli Imprenditori Agricoli Professionali che innalza la percentuale annua pari
a +6,2%. Con riferimento alla distribuzione regionale per la Puglia nel 2016 ci sono ben 27.635 lavoratori agricoli autonomi e in Basilicata 8.310, con un totale quindi di 25.127 aziende pugliesi e 7.802 lucane. In entrambe le regioni però, così come mediamen-
te accade in tutte le regioni d’Italia il 65,6% del totale dei lavoratori sono uomini. Percentuale troppo bassa per chi gira le campagne e vede con i propri occhi che la percentuale maschile legata al settore è nettamente più elevata...
“NEL SEGNO DELLA CONTINUITÀ”
NOMINE: COLDIRETTI PUGLIA, CAMBIO DI GUARDIA A BARI E A FOGGIA
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Bari e a Foggia cambio di guardia in Coldiretti nel segno della continuità. A Bari il Direttore regionale, Angelo Corsetti, assume anche l’incarico di Direttore di Coldiretti Bari e sostituisce Marino Pilati che va a guidare la Coldiretti di Foggia. Sempre a Bari Corsetti è coadiuvato nelle attività di promozione ed indirizzo delle articolazioni territoriali dal delegato confederale, Vito Amendolara. “Una squadra che si conferma e si rinsalda – spiega il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – per continuare lungo il percorso di valorizzazione dell’agroalimentare di qualità, a partire dalla tutela e dalla promozione del territorio come fattore di competitività per le imprese
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agricole. La dignità e le enormi potenzialità del settore agricolo, quale asse portante dell’economia pugliese, continueranno ad essere costantemente al centro dell’attività di Coldiretti, la più grande organizzazione di rappresentanza degli interessi degli imprenditori agricoli, sempre più sindacato imprenditoriale di filiera, che ha un dialogo aperto e proficuo con le istituzioni, i cittadini-consumatori e gli altri partner economici, insieme a campioni industriali nazionali dei rispettivi settori, per la realizzazione di accordi economici finalizzati ad assicurare la massima valorizzazione della produzione agricola anche attraverso la realizzazione di contratti di filiera in ogni comparto”.
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AL TOP ORTOFRUTTA, VINO E OLIO
BANKITALIA: AGRICOLTURA SPINGE EXPORT PUGLIA + 9%
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e esportazioni dei prodotti agricoli (+9%) e dell’agroalimentare (+4,9%) danno slancio all’export pugliese, secondo il Rapporto sull’Economia della Puglia di Bankitalia, nonostante il sensibile ridimensionamento produttivo determinato dalla tropicalizzazione del clima. Cresce anche l’occupazione in agricoltura. “Numeri soddisfacenti dell’ortofrutta pugliese – commenta il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – che ha superato la soglia dei 750 milioni di euro di prodotto esportato sui mercati internazionali che in termini di aree geografiche riservano non poche sorprese. Oltre agli stimati 230 milioni di export ortofrutticolo verso la Germania, la Puglia si è imposta in Tunisia, Francia, Polonia, Regno Unito e Svizzera, oltre a Benelux, Scandinavia, Spagna, Albania, Grecia. La Puglia secondo ISMEA è prima in Italia per aziende ortive in piena area (ortaggi non coltivati in serre), seconda dietro la Sicilia per frutteti, terza per i legumi. In particolare ha numeri da record su pesche, uva da tavola e agrumi per quanto riguarda la frutta, mentre nelle produzioni ortive su
lattughe, fave, carciofi e pomodori da industria”. Il comparto ortofrutticolo in Puglia interessa il 16% circa della superficie ortofrutticola nazionale. L’analisi dei dati porta a considerare quanto il comparto ortofrutticolo si sia specializzato e ciò è dimostrato dal calo del numero di imprese di quasi 700 unità, a cui corrisponde viceversa l’aumento del numero di addetti, addirittura in controtendenza rispetto al dato nazionale. Le produzioni nella maggior parte dei casi sono caratterizzate da un’accuratezza nelle fasi di coltivazione e di raccolta facilmente riscontrabile, che non può permettersi di sostituire la mano dell’uomo con le macchine. “L’olio è il terzo prodotto pugliese più esportato – continua il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - per un valore di circa 106 milioni di euro, quasi il 9% dell’export di olio dall’Italia. Trend in con-
tinua crescita per il vino che offre durante l’anno straordinarie opportunità di lavoro tra quanti sono impegnati direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto che si sono estese negli ambiti più diversi. Grande exploit della Puglia dei rossi, degli spumanti e dei vini rosati che in 3 anni registrano un balzo record del + 122% (fonte UIV), rappresentando il 40% della produzione nazionale con oltre 1 milione di bottiglie l’anno. In sintesi 1 bottiglia su 4 di rosé ‘Made in Italy’ è pugliese. Sempre i rosati fanno registrare una crescita dei consumi superiore al 13%, in controtendenza rispetto al dato generale, secondo il quale negli ultimi 50 anni il consumo di vino è sceso da 70 litri pro capite all’anno a 36-37 litri e la media continua a scendere dell’1% annuo”.
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gricoltura
La premiazione dei migliori vigneti pugliesi
Con il Premio Bella Vigna per rilanciare la cultura dell’uva da tavola
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n premio al miglior vigneto di uva da tavola con la convinzione che dal cambiamento culturale possa nascere il successo economico. È questo l’obiettivo di Bella Vigna l’associazione nata per imprimere una svolta nella cultura in vigna anche in un settore prettamente commerciale come quello della produzione di uva da tavola. La Puglia è il primo produttore di uva da tavola in Italia con il 74% della produzione totale; un contributo che pone il Bel Paese tra i più importanti player mondiali, registrando il 16% del totale prodotto. Fino a 20 anni fa l’Italia rivestiva un ruolo da leader sia a livello produttivo sia tecnologico mentre oggi è in coda dopo Spagna, Cile e California. «E’ forse arrivato il momento di rivitalizzare nel sistema Italia un settore così strategico attraverso il rilancio di temi come l’innovazione e la sostenibilità. E’ quello che vogliamo fare attraverso l’istituzione di un premio che vuole distinguere il lavoro dei produttori che stanno operando una rivoluzione culturale partendo proprio dalla loro terra assegnando un riconoscimento al loro miglior vigneto» commenta Michele Melillo, presidente di Bella Vigna. Cinque i premi messi in palio dall’associazione Bella Vigna che, nella serata di premiazioni a “Il Melograno” a Monopoli, ha voluto conferire dei riconoscimenti ai migliori vigneti, selezionati da una giuria costituita da tecnici, docenti universitari ed esponenti della GDO. Il miglior punteggio è stato ottenuto dall’azienda agricola Giovanni Serini di Ginosa in provincia di Taranto; secondo classificato, l’azienda agricola Santa Chiara di
Massimo Pernice di Turi; il terzo posto è stato assegnato all’azienda agricola Luva Sarls di Noicattaro. A Stefano Borracci di Rutigliano è andato il premio Sostenibilità per l’impegno speso in una produzione in assenza di pesticidi, preferendo, nonostante le difficoltà, un percorso eco sostenibile che fa riferimento all’uso di mezzi di lotta biologica. All’azienda
agricola Cosimo Fasano di Grottaglie, infine, il premio innovazione. La commissione ha visitato e valutato ben 300 ettari di vigneti destinati alla produzione di uva da tavola e valutato la qualità estetica ed organolettica del prodotto, l’uniformità del vigneto, l’assenza di fisiopatie e malattie, l’equilibrio del vigneto tra carico produttivo e vigore, il contenimen-
to dei costi di gestione, l’attuazione di buone pratiche agricole, il rispetto dell’ambiente e l’innovazione tecnologica. Tutti parametri che concorrono a rendere un’azienda concorrenziale o per la volontà di adeguarsi alle richieste del mercato o, come riscontrato in molti casi, per una scelta etica dell’imprenditore. Raccontare una “nuova storia” nel mondo della produzione di uva da tavola e dell’agricoltura in generale che sta coinvolgendo anche tante giovani generazioni che stanno imponendo uno sprint innovativo nelle pratiche in campagna: su tutto ciò, la G.ED.A., con le sue produzioni editoriali, “Foglie” e “Foglie. TV” è stata pioniere ed innovatrice e continua a divulgare il settore (come fatto anche con il premio BellaVigna, evento realizzato in partnership ) convinta del motto che “ciò che non viene comunicato non esiste”.
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IL BIOSTIMOLANTE PIù VENDUTO E DISTRIBUITO NEL MONDO
MEGAFOL LA SOLUZIONE GARANTITA PER COMBATTERE GLI STRESS
N e g l i u lt i m i a nn i l’a n da m e n to c l i m at i co s ta av e n d o u n g ra n d e i m patto s u l l’ag r i co lt u ra i ta l i a n a s i a da l p u n to d i v i s ta ag ro n o m i co s i a e co n o m i co. G l i s t r e s s d ov u t i a l l e b a s s e t e m p e rat u r e p rovo ca n o i l b lo cco o la r i d u z i o n e d e l m e ta b o l i s m o n e l l e co lt u r e co n u n co n s eg u e n t e p e r d i ta d i r e d d i to p e r g l i ag r i co lto r i.
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’investigazione scientifica (Genomica e Fenomica) e tutti i test in campo garantiscono che Megafol è un efficace biostimolante naturale capace di garantire il superamento rapido degli arresti della crescita vegetativa e di migliorare l’attività delle colture con una migliore resa. Megafol rappresenta la migliore soluzione di Valagro nell’affrontare momenti di forte stress abiotici per tutte le colture. Il formulato, tuttora il biostimolante più venduto e distribuito in più di 80 paesi nel Mondo, rappresenta un indispensabile strumento per favorire il superamento degli arresti vegetativi dovuti a stress ambientali. Megafol è costituito da un complesso di matrici organiche di
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natura esclusivamente vegetale, biologicamente attive che derivano dall’esclusiva ed innovativa tecnologia GeaPower (GEA931), da cui prende origine anche la soluzione ai danni provocati dalle basse temperature. Le piante trattate con Megafol dopo uno stress sono in grado di superare il momento negativo e produrre di più rispetto a quelle non trattate. Applicato nei momenti difficili come ad esempio stress da basse temperature, grazie all’azione sinergica delle componenti vegetali, consente di superare rapidamente e brillantemente gli arresti di crescita vegetativa. Inoltre, quando applicato regolarmente, consente un equilibrato sviluppo vegeto- produttivo della coltura. MEGAFOL contiene
ingredienti attivi naturali accuratamente selezionati e combinati in maniera unica in grado di conferire a questa soluzione con una specificità d’azione senza eguali. Inoltre, quando applicato prima, durante e dopo un evento stressante, gli ingredienti specifici contenuti nel prodotto forniscono un ottimale aiuto per la prevenzione ed il recupero delle principali funzioni metaboliche. Nel caso siano compromesse funzioni vitali, questi componenti contribuiscono alla rapida ripresa della crescita delle colture attraverso la loro azione sui geni direttamente coinvolti nella sintesi delle proteine che regolano la risposta allo stress da freddo (vedere: https://www.youtube. com/watch?v=IzO5x7g0K6o ).
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Verifiche condotte sulle varietà coltivate
L’EVOLUZIONE VARIETALE NELLA VITICOLTURA ITALIANA
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all’inizio del ‘900 in poi la viticoltura italiana ha vissuto diverse fasi di rinnovo e concentrazione della base ampelografia, per motivi molteplici. Fino alla fine del secolo precedente erano infatti presenti innumerevoli vitigni, propagati direttamente dagli agricoltori in un quadro di coltivazione in gran parte promiscua. Il primo grande ciclo di rinnovamento coincide con l’avvento della fillossera e la necessità di reimpiantare in breve tempo tutte le viti usando i portinnesti, e con i Consorzi antifillosserici che tra prima e seconda guerra mondiale diventano il principale veicolo per la diffusione selettiva dei vitigni. Dalle verifiche condotte sulle varietà coltivate a fine anni ’40 in Italia risultavano comunque ancora utilizzati oltre 350 vitigni da vino, con Sangiovese, Trebbiani e Malvasie ampiamente diffusi. Proprio in quegli anni si verifica un cambiamento epocale con l’avvento della meccanizzazione, accompagnato dallo spopolamento delle campagne e dal declino della gestione a mezzadria, eventi che favoriscono la marcata crescita di una viticoltura specializzata per la quale necessitano impianti omogenei a livello varietale. Tale fenomeno si accompagna alla crescita di un fiorente settore vivaistico specializzato, che in tempi rapidi deve fornire ai viticoltori il materiale di propagazione. Sono gli anni in cui il vino è ancora considerato un alimento e le scelte varietali si affidano a pochi vitigni pro-
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di Paolo STORCHI
duttivi, in grado di soddisfare la grande richiesta del mercato, anni in cui si diffondono rapidamente varietà dal sicuro rendimento quali il Trebbiano toscano. Il terzo grande ciclo di reimpianto coincide, a partire dal 1961, con il periodo della cosiddetta “viticoltura incentivata” dai fondi ministeriali e dai successivi nuovi programmi europei (FEOGA). E’ il periodo in cui la legislazione impone le scelte varietali a livello provinciale (con i vitigni autorizzati o raccomandati) ed in cui nascono i primi disciplinari di produzione, che sulla base del DPR 930 del 1963 impongono vincoli ancora più stringenti alle scelte varietali. Inizia successivamente, a partire dal 1975, un lento ma continuo decremento delle superfici, con l’eliminazione in prevalenza dei vigneti più vecchi costituiti spesso da numerose varietà locali. Superfici che solo negli ultimi anni paiono stabilizzarsi attorno ai 600.000 ha. Assieme alla contrazione dei consumi nazionali inizia ad aprirsi in quegli anni il mercato mondiale ed il vino da alimento diviene un prodotto di piacere, soggetto ai gusti ed alle esigenze di consumatori sempre più esperti ed esigenti. Da qui la progressiva diffusione di vini riconoscibili prodotti con varietà considerate “internazionali”, e facilmente riconoscibili, quali Cabernet Sauvignon, Merlot e Chardonnay. Gli anni 2000 sono poi gli anni dei vitigni ad uva rossa di qualità, tra i quali spicca il Sangiovese ampiamente coltivato in tutto il centro Italia.
Gli anni più recenti, coincidenti con la progressiva sostituzione degli impianti obsoleti, sono infine caratterizzati da un nuovo fenomeno: l’ampia diffusione, rapida e concentrata in limitate regioni, di pochi vitigni a bacca bianca che non trovano riscontro produttivo in altri Paesi. Si tratta in particolare di Glera (per la produzione del vino Prosecco) e del Pinot grigio, che nell’ultimo decennio hanno fatto registrare incrementi di superficie superiori ai 10.000 ha risultando ormai le due varietà più propagate dai vivaisti, rispettivamente con 11,6 e 9,5 milioni di barbatelle, destinate totalmente ai comprensori del nord est. Di fatto le superfici coltivate con queste varietà hanno invertito lo storico rapporto tra vitigni ad uva nera e bianca, che vede attualmente la prevalenza di quest’ultimi con il 57% della superficie nazionale. In prospettiva un dato su cui riflettere, per il nostro Paese storicamente noto per la grande varietà del germoplasma viticolo (e per i relativi diversi vini prodotti), è relativo alla marcata tendenza alla concentrazione varietale che si sta verificando nei nuovi impianti viticoli, nei quali le prime 10 varietà propagate rappresentano oggi oltre il 45% del totale. Con l’affermarsi di questa tendenza molti dei vitigni già oggi considerati “minori”, se non sorretti da riconosciute produzioni di vini a denominazione d’origine, saranno presto destinati ad un ruolo sempre più marginale nel panorama produttivo nazionale.
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groalimentare
LA NUOVA REALTA’ ASSOCIATIVA CHE METTE INSIEME AGRICOLTURA E INDUSTRIA
NASCE FILIERA ITALIA
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romossa da Coldiretti, Ferrero, Inalca/Cremonini, Consorzio Casalasco (Pomì e De Rica) e Giorgio Tesi Group, nasce ‘Filiera Italia’, la nuova realtà associativa che mette insieme agricoltura e industria dell’agroalimentare. Altre grandi ed importanti aziende italiane hanno deciso di far parte, sin da subito, di tale progetto: Bonifiche Ferraresi, Ocrim, Farchioni Olii, Cirio agricola, Donna fugata, Maccarese, Ol.MaTerre Moretti (Bellavista) e Amenduni Spa. Una compagine associativa riunita attorno ai valori comuni dell’identità territoriale e nazionale, della trasparenza e della so-
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stenibilità. Al vertice di Filiera Italia Luigi Cremonini ed Enzo Gesmundo rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Associazione. Si tratta di un nuova forma di rappresentanza in cui Coldiretti, è sempre più sindacato imprenditoriale di Filiera, insieme a campioni industriali e nazionali dei rispettivi settori. “Sono molto orgoglioso di far parte di Filiera Italia, afferma Fabrizio Tesi, legale rappresentante di Giorgio Tesi - ritengo infatti che l’unione e la condivisione di valori comuni con altre importanti realità nazionali sia l’elemento di forza per valorizzare il Made in Italy. Le nostre piante, che esportiamo in
oltre 60 paesi, esprimono qualità e bellezza tipiche di Pistoia e della Toscana e per questo riconosciute in tutto il mondo.” “L’obiettivo – afferma Coldiretti - è quello di creare una compagine associativa per una serie di valori comuni, dal made in Italy alla trasparenza, sostenibilità, consumo degli alimenti e valorizzazione della cultura ambientale. La compagine associativa di ‘Filiera Italia’ è riunita attorno ai valori comuni dell’identità territoriale e nazionale, della trasparenza e della sostenibilità, favorendo il consumo consapevole di alimenti sani e valorizzando la cultura del verde”.
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gricoltura
Presentato il progetto agricolo e agroindustriale “LoMe Super fruit”
Parte da Castellaneta l’invasione di 25 mln di melagrane di Masseria Fruttirossi di Rino PAVONE
è
stato presentato in conferenza stampa l’innovativo progetto agricolo e agroindustriale “LoMe Super fruit”, un brand di Masseria Fruttirossi, azienda ubicata in Contrada Terzo Dieci a Castellaneta. Sono intervenuti Giovanni Gugliotti, Sindaco di Castellaneta, Luca Lazzàro, presidente Confagricoltura Taranto, Gianluca Buemi, presidente provinciale dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali, Michele, Dario e Davide De Lisi di Masseria Fruttirossi e Nicla Pastore che cura le relazioni esterne per l’azienda. Introducendo l’incontro proprio Nicla Pastore ha detto che «il progetto che viene presentato si deve alla famiglia De Lisi, in particolare all’iniziativa dell’ingegnere Michele, una vita nella siderurgia, prima in ILVA a Taranto e poi in giro per il mondo, in ultimo come consulente industriale in Cina, che nel tempo ha via via ingrandito il fondo della masseria della moglie in agro di Ginosa». Dopo la piantumazione dei terreni a melograno, nasce un forte interesse da parte dell’amico
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genovese Bruno Bolfo, un importante industriale dell’acciaio a livello globale. Insieme, nel 2015 varano un vero e proprio progetto agricolo e agroindustriale che ad oggi è in fase di realizzazione e completamento. Il gruppo comprende “Agricola Pugliese Terzo Dieci”, che provvede alla coltivazione di 280 ettari di proprietà, e “Masseria Fruttirossi Srl” che si occupa della trasformazione dei frutti commercializzati con il brand “LoMe Super Fruit”. Michele De Lisi, ha spiegato che «l’idea di base è quella di realizzare, in una zona ricca di acqua della Puglia, una regione le cui condizioni climatiche sono notoriamente favorevoli alle colture, un polo agricolo caratterizzato da produzioni innovative organizzate secondo i più moderni standard agronomici, in particolare puntando su frutti dalle proprietà benefiche e salutistiche, quali le melagrane, le bacche di aronia e le bacche di goji». «Il nostro core business è la coltivazione del melograno cui la nostra azienda ha destinato 250 ettari, un’estensione che ci fa assurgere a principale produttore italiano di questo frutto, per complessive 170.000 piante: i primi raccolti sono stati realizzati l’anno scorso, mentre stimiamo che tra tre anni, quando andranno in produzione anche i melograni abbiamo piantumati in questi giorni, la produzione di Masseria Fruttirossi raggiungerà i 25 milioni di melagrane!» Quattro ettari, inoltre, sono stati destinati alla coltivazione dell’aronia con la piantumazione di 9.300 arbusti, numero destinato a raddoppiare a bre-
ve, con il primo raccolto già avviato un mese addietro, mentre alla coltivazione del goji sono stati dedicati otto ettari impiantandovi circa 40.000 piante. A Masseria Fruttirossi vengono prodotti frutti in grado di rispondere alla crescente domanda di un mercato caratterizzato da un consumatore sempre più attento a una alimentazione sana e alla propria salute, prodotti commercializzati sui mercai con il brand “LOME Super Fruits” (LOve ME). La distribuzione dei prodotti è curata dalla B&B Frutta di Verona, azienda leader con una quarantennale esperienza nel settore melicolo, con cui Masseria Fruttirossi ha siglato, sei mesi addietro, un accordo strategico per la commercializzazione in esclusiva delle sue produzioni. Lo stabilimento invece sarà inaugurato entro un paio di mesi, ed è ubicato nello stesso comprensorio delle piantagioni, realizzando così per la prima volta sul nostro territorio una “filiera cortissima” che permetterà di “lavorare” i frutti a poche ore dal loro raccolto, mantenendone tutte le eccezionali proprietà salutistiche.
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NOVITÀ PER L’AREA ZOOTECNICA, COL DEBUTTO DELLA PIATTAFORMA «B2MEET»
INTERNAZIONALIZZAZIONE, A FIERAGRICOLA BUYER E DELEGAZIONI DA 32 PAESI ’internazionalizzazione corre a Fieragricola, 113ª rassegna internazionale dedicata all’agricoltura, in programma a Veronafiere dal 31 gennaio al 3 febbraio prossimi. «Grazie alla collaborazione tra Veronafiere e la propria rete di delegati, ICE e FederUnacoma e in accordo con le richieste degli espositori – dichiara il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese – sono stati individuati 32 paesi nel mondo, sui quali concentrare l’attività di incoming, consapevoli che l’incremento dell’export nei diversi settori della zootecnia, della
di Rino PAVONE lonia, Ucraina, Turchia, Spagna, Russia, Repubblica Ceca, Ungheria, Austria, Paesi Balcanici, Romania, Moldavia. Africa: Etiopia, Ghana, Sud Africa, Mozambico, Algeria, Tunisia, Marocco, Egitto, Kenya. Sud Est Asiatico: Vietnam, Tailandia, Corea del Sud. Sud America: Argentina, Cile, Colombia. Asia: Iran, Israele, Turkmenistan, Kazakhistan, Uzbekistan. La piattaforma B2Meet. Per facilitare gli incontri, è stata ideata «B2Meet», una piattaforma gratuita di matching online che sarà attiva prima dell’inizio della manifestazione, per permettere a tutti i
l’espositore ad accedere alla sezione B2Meet nell’area riservata e completare specifici campi business. Il servizio di matching online sarà previsto per l’area di Fieragricola della zootec-
meccanizzazione e delle tecnologie per vigneto e frutteto potrà svilupparsi non solo verso l’Europa, ma anche in Africa, Asia e America Latina». I 32 Paesi. I Paesi selezionati per l’incoming sono, per l’Europa: Germania, Po-
protagonisti dell’evento (espositori, buyer, visitatori italiani ed esteri) di mettersi in contatto e organizzare preventivamente gli appuntamenti in Fieragricola, così da ottimizzare al massimo i tempi. Operativamente, Veronafiere inviterà
nia. Per il segmento della meccanizzazione, invece, FederUnacoma (l’associazione di rappresentanza dei costruttori di macchine agricole partner di Veronafiere), contatterà gli espositori per partecipare agli incontri b2b da loro organizzati.
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ootecnia
Il marchio ‘Mozzarella di Gioia del Colle’ non induce in errore il consumatore
Guerra della mozzarella, il governo dà ragione alla Puglia
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Sulla guerra della mozzarella il governo dà ragione alla Puglia. Il ministero delle Politiche Agricole ha infatti risposto all’interrogazione parlamentare del deputato campano Paolo Russo (FI) sulla denominazione DOP al prodotto murgiano, sottolineando che il marchio “Mozzarella di Gioia del Colle” proposto e pubblicato in Gazzetta Ufficiale non induce in errore il consumatore. LA POSIZIONE DEL MINISTERO La risposta del ministero dell’Agricoltura è arrivata nel question time attraverso le parole del sottosegretario Giuseppe Castiglione secondo cui, fermo restando il periodo di presentazione delle opposizioni tuttora in corso, sono ritenuti finora sussistenti i requisiti indicati nella normativa vigente. “Mi riferisco in particolare – ha dichiarato il sottosegretario – all’uso del nome og-
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getto di richiesta di riconoscimento e al legame con la zona geografica, che non risultano tali da indurre in errore il consumatore, in ordine alla natura del prodotto, in linea con il disciplinare di produzione”. Ad oggi l’unica ‘mozzarella di bufala’ è quella campana Dop. Chiunque altro produca in Italia o nell’Unione europea una mozzarella con latte bufalino non Dop può farlo ma solamente utilizzando la formula del doppio genitivo “mozzarella di latte di bufala” alla quale non può essere associata in alcun modo una denominazione geografica. Russo, invece, richiamava il Governo a “ritenere più utile e rispondente alla natura del prodotto che la denominazione fosse attribuita non a ‘mozzarella’ in generale ma alla Treccia dei Trulli e di Barsento, senza creare duplicati dannosi per entrambe le filiere produttive”. LE REAZIONI – Soddisfatto per la ri-
sposta di Castiglione il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla Camera, secondo cui la risposta al question time “ribadisce quanto noto a tutti al di là di ogni strumentalizzazione campanilistica che vorrebbe instaurare una inutile e dannosa ‘guerra delle mozzarelle’, conflitto tutto italiano e meridionale con la contrapposizione tra due tipicità vanto del made in Italy”. La speranza del deputato pugliese è che “la risposta del sottosegretario Castiglione ponga fine anche la querelle territoriale che ha visto confrontarsi, senza cognizione di causa, persino i presidenti di Regione Michele Emiliano e Vincenzo De Luca”. Una guerra tra la spinta propositiva della Puglia e i timori che arrivano sulla Campania e che riguarda un prodotto che è più di un simbolo, ma è la linfa vitale di un comparto che continua a dare frutti positivi.
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Latte: prezzi bassi alla stalla
n litro di latte alla stalla costa nella migliore delle ipotesi tra i 37 e i 39 centesimi – stesso prezzo di 20 anni fa – mentre un litro di latte al consumo arriva a costare da euro 1,30 fino ad euro 1,60. Eppure i trasformatori stanno acquistando il ‘latte spot’ a prezzi stellari, per poi ‘compensare’ i maggiori costi pagando il latte locale a prezzi bassi. La vera e unica indicizzazione di cui il comparto zootecnico in provincia di Bari ha bisogno è il vincolo indissolubile tra il prezzo del latte alla stalla e il costo di latte e formaggi che i consumatori acquistano nei negozi e nei supermercati. Per ottenere ciò devono essere intensificati i controlli, in modo da garantire la reale applicazione del Decreto sull’indicazione obbligatoria dell’origine del latte in etichetta, una infallibile cintura di sicurezza per i nostri allevatori che devono poter competere alla pari e per la salute dei consumatori che devono poter scegliere in maniera consapevole quello che acquistano e mangiano. Importante, in tale contesto, la co-
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stituzione del tavolo di filiera (da parte dell’assessore regionale Di Gioia) per la parametrazione del giusto prezzo del latte alla stalla che dovrebbe essere attivo a breve. Gli allevatori devono vendere 2 litri di latte per bersi un caffè al bar, quattro litri per comprare un pacchetto di caramelle, quattro litri per una bottiglietta di acqua al bar e quasi 15 litri per un pacchetto di sigarette. “Alla luce dell’entrata in vigore del Decreto sull’etichettatura obbligatoria – precisa il Delegato Territoriale di Coldiretti Bari, Vito Amendolara - sono determinanti scelte chiare sotto svariati aspetti, a partire dal sostegno ai sistemi produttivi e della trasformazione in termini promozionali e, più in particolare, in termini di programmazione di fondi pubblici che debbono, a nostro avviso, concentrarsi su aziende e filiere che esaltino il valore del Made in Puglia. È evidente a tutti che non esistono norme che impongano limitazioni in un contesto di scambi globalizzati, ma è altrettanto evidente quanto le sensibilità circa il ‘consumo
consapevole’ dei consumatori non siano ‘ininfluenti’”. In ultimo doveroso aggiungere che con la pratica troppo diffusa delle offerte e della vendita di prodotti a prezzi stracciati, anche una parte della Grande Distribuzione Organizzata rende insostenibili i costi di una produzione di qualità realmente garante della sicurezza alimentare.
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RISPONDE A PRESSANTI RICHIESTE CONSUMATORI
ETICHETTATURA: BENE TAR SU TRASPARENZA PACCHI PASTA
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a scelta del Tar di respingere l’istanza di sospensione del decreto per l’etichettatura d’origine del grano utilizzato nella pasta accoglie le richieste dell’81% degli italiani che chiedono maggiore trasparenza su quel che portano in tavola. E’ stato riconosciuto il diritto dei cittadini di conoscere l’origine del grano utilizzato per fare la pasta. “E’ coerente con la richiesta di trasparenza dei consumatori - è il commento del Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – perché attualmente n pacco di pasta su 3 prodotto in Italia è fatto con grano coltivato all’estero ed è per questo che il Decreto sull’etichettatura obbligatoria dell’origine del grano è fondamentale per creare la linea del discrimine tra chi fa spaghetti, maccheroni e orecchiette con grano pugliese e chi con grano canadese, russo o francese. I consumatori devono essere messi nella condizione di scegliere. Con la decisione di accelerare sull’etichettatura di origine obbligatoria anche per la pasta di fronte alle incertezze comunitarie si realizza un passo determinante nella direzione della trasparenza dell’informazione ai consumatori”. Il decreto per l’etichettatura d’origine della pasta punta anche a contrastare le speculazioni che hanno provocato il crollo dei prezzi del grano italiano al di sotto dei costi di produzione con una drastica riduzione delle semine e il rischio di abbandono per un territorio di 2 milioni di ettari coltivati situati spesso in aree marginali. Da pochi centesimi al chilo concessi agli agricoltori dipende la sopravvivenza della filiera più rappresentativa del Made in Italy, mentre dal grano alla pasta i prezzi aumentano di circa del 500% e quelli dal grano al pane addirittura del 1400%. “L’Italia, che è leader europeo nella trasparenza e nella qualità, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie, a partire da una profonda revisione delle norme sul codice doganale nel settore agroalimentare – aggiunge il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – che preve-
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de paradossalmente che sia chiamata farina italiana quella ottenuta dal grano straniero macinato in Italia”. A pesare sono le importazioni in chiave speculativa che si concentrano nel periodo a ridosso della raccolta e che influenzano i prezzi delle mate-
rie prime nazionali anche attraverso un mercato non sempre trasparente. Fare pasta con grano 100% italiano si può come ampiamente testimoniato dalla rapida proliferazione di marchi che garantiscono l’origine italiana del grano impiegato al 100%.
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CIBUS E ASSOCIAZIONE ITALIANA FOOD & BEVERAGE MANAGER (AIFBM)
LOGICHE DI APPROVVIGIONAMENTO PER IL MONDO DELL’HOSPITALITY
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l convegno “Logiche di Sourcing e Provisioning per il mondo dell’Hospitality”, organizzato da Cibus (Salone Internazionale dell’Alimentazione - che aprirà le porte il 7 Maggio 2018 a Parma) e AIFBM Associazione Italiana Food & Beverage Manager, ha voluto analizzare gli elementi utili e indispensabili per i fornitori food che vogliono approcciarsi ai diversi target di canale. Il convegno, tenutosi nel corso dell’evento Hospitality Meeting AIFBM 2017, si pone nell’ambito delle attività messe in atto da Cibus per approfondire il canale dell’Ho.re.Ca. L’iniziativa è stata finalizzata al dialogo tra le aziende espositrici di Cibus e gli attori della ristorazione fuori casa, segmento a cui è destinato ormai oltre un terzo del totale dei consumi alimentari delle famiglie. AIFBM, riunisce professionisti del purchising dal canali Hotel/ Resort, Settore Travel e Parchi Tematici per un giro di affari di 3,5 MLD/Anno di acquisti F&B. “Cibus, che da sempre presiede in modo completo il canale retail nazionale ed estero – ha dichiarato Elda Ghiretti, Brand Manager Cibus - per l’edizione 2018 prevede un focus speciale per i canali Ho.re.ca, che in maniera sempre più crescente offrono numerose opportunità di business per gli espositori di Cibus, sia nelle forme più innovative che in quelle tradizionali”. I dati dell’Osservatorio AIFBM su 5747 hotel 4* e 5* stelle mostrano come quello dell’Hospitality sia un settore di grande interesse per le aziende food, N° 21 - 1 diceMbre 2017
movimentando oltre 5,5 Mln Kg/Anno di Pasta (Fresco, secco, Surgelato), 32 Mln Kg/Anno di Carne (Fresco, Surgelato), 34 Mln Kg/Anno di Pesce (Fresco e Surgelato), 115 Mln Kg/Anno (Fresco e Surgelato). Durante l’incontro, cui hanno partecipato diverse aziende del comparto alimentare espositrici a Cibus, sono intervenuti protagonisti del settore Hospitality come Sergio Mangialardi, Purchaising Manager MSC F&B Division Spa, che ha illustrato gli aspetti salienti, strategie di acquisto e la gestione e definizione degli accordi mondiali per il rifornimento degli alimenti alle
navi da crociera, Paolo Solari, Corporate F&B Manager ATA Hotels S.p.A, e Sebastiano Pira, Director F&B Sheraton Diana Majestic, che hanno illustrato le sourcing strategy F&B per le grandi catene di Hotel e la sinergia strategica con il team degli Executive Chefs del gruppo, Marcello Forti, Founder e AD Fe&De Group, che ha parlato della gestione del comparto F&B di oltre 70 strutture 4* e 5* stelle in Italia e infine Nicola di Mummo, General Manager Masseria Fortificata San Francesco di Matera, che ha evidenziato l’eccellenza italiana nelle attività di sourcing e provisioning degli hotel indipendenti.
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“Riscopriamole, tra virtù salutari e usi culinari”
Ciboacculturarsi: appuntamento con le castagne
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di Paola DILEO
n seme a mo’ di borsetta pieno di virtù salutari”… Si fa presto a dire, castagna, la stagione corrente viene in aiuto. Un frutto di bosco dal passato glorioso, sicuramente da rivalutare dal punto di vista dei consumi alimentari, ma non solo, data l’ importanza nell’ecosistema ambientale e come risorsa turistica. Un cibo particolarmente prezioso meritevole di attenzione in una giornata a tema, quella del 12 novembre scorso a Villa Morisco (Bari). Iniziativa promossa dall’Ass. Ciboacculturarsi col patrocinio dell’Accademia dei Georgofili- Sezione Puglia e del suo presidente, il prof. Vittorio Marzi che ha introdotto i lavori dei relatori: il prof. Pasquale Montemurro (presidente di Ciboacculturarsi, ordinario di Agronomia Generale UNIBA) e la dott.ssa Laura dell’Erba (già
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primario di Medicina Nucleare e specialista in Endocrinologia e Malattie del Ricambio), impegnati in prima linea nella sensibilizzazione ad un regime alimentare più sano, imprescindibile dalla stagionalità. Degna di una famiglia illustre è la castagna, molto diffusa nell’età della Roma Antica e ancor prima. Il suo termine deriva infatti da “Kastania”, un’antica città della Grecia immersa fra i castagneti della regione montuosa di Tessaglia. Già Senofonte (425-355 a.C) definiva il castagno “albero del pane”; per Teofrasto (III sec a.C) la castagna era la “ghiandola di Giove”; Ippocrate la definiva “noce piatta” e se matura, alimento dall’elevato valore nutrizionale e lassativo, mentre attribuiva al decotto delle sue bucce, proprietà astringenti. Anche Galeno di Pergamo (II sec. d.C)nel “De victu attenuante” attribuiva a questi frutti un notevole potere nutrizionale a cui associava però scarsa digeribilità, flatulenza e cefalea, disturbi smentiti dai progressi scientifici. La dott.ssa dell’Erba in merito puntualizza:”Le castagne sono molto digeribili e non provocano dolori addominali o cefalee, in autunno possono essere la causa di dolori improvvisi , specie alla testa – allusione al suo guscio riccio che cadendo può creare piccoli inconvenienti - …” Sin dai primi secoli del Medioevo trovarono largo impiego per le proprietà terapeutiche. In particolare i frutti cotti erano un utile rimedio contro l’emicrania e la gotta. Non solo, lessati venivano prescritti per la cura di malattie epatiche e con l’aggiunta di liquirizia e felce per i dolori gastrici. Inoltre con la tisana di foglie e bucce venivano trattati i dolori cardiaci, la tosse e l’infiammazione delle prime vie respiratorie; del decotto di foglie - particolarmente ricche di tannini - si conosceva già le proprietà espettoranti e blandamente antisettiche”. Anche la farina di castagne, si è precisato, trovava diversi usi terapeutici: per ridurre l’ipermenorrea; per lenire i dolori renali in gravidanza; per prevenire il rischio d’aborto. “Nel 500 la medicina ufficiale trattava la dissenteria N° 21 - 1 diceMbre 2017
con le castagne secche, invece il trito di quelle crude con sale e miele era un rimedio contro il morso di cane rabbioso. Ancora - ha aggiunto la relatrice - l’impiego sistematico di farine di castagne è attestato dal medico umanista Pietro Andrea Mattioli (1501 -1578) che trasferitosi da Roma in Val di Non scriveva ‹‹Nelle montagne ove si raccoglie poco grano, le castagne vengono seccate e se ne fa farina per il pane››”. Una consuetudine diffusa fino a qualche decennio orsono, di fatto le castagne rappresentavano la principale fonte alimentare autunnale e invernale per le genti
montane, tanto da essere definite il “pane dei poveri”. Molteplice anche l’impiego in cucina, per polenta, castagnaccio e le frittelle con uvetta e pinoli. Validi alleati dal punto di vista nutrizionale ed energetico per affrontare le rigide giornate in altura. Tra le svariate virtù si è palesato inoltre, il potere afrodisiaco (specie se i frutti sono lasciati macerare col vino) per la caratteristica forma simile alle gonadi maschili, ciò spiegherebbe l’origine del verbo “castrare” per indicare sia l’estrazione della castagna dal riccio, sia l’incisione della buccia prima della cottura.
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Fertenia in Salonicco per il lancio mondiale del
NATURAL WAX
I l n u ovo p ro d ot to d e l la r i c e rca F e rt e n i a m i g l i o ra l’e ff i cac i a d e i t rat ta m e n t i i n s e t t i c i d i, aca r i c i d i e f u n g i c i d i
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i è appena concluso il meeting annuale Fertenia, tenutosi in Salonicco (Grecia) dal 23 al 25 Novembre che ha riunito la propria rete vendita, tecnici e operatori del mercato provenienti da tutto il mondo, per presentare il continuo ed incessante lavoro dell’azienda in Ricerca & Sviluppo di prodotti innovativi e naturali destinati all’agricoltura biologica e integrata. L’obiettivo è quello di fornire alle aziende agricole e ai rivenditori mezzi tecnici per migliorare la qualità delle produzioni, le rese e per risolvere i problemi in ogni fase fenologica del ciclo colturale, il tutto nel pieno rispetto dell’ambiente e “Dalla natura..alla natura” come recita lo slogan aziendale. A tal proposito, sono stati presentati gli eccellenti risultati ottenuti con l’ultimo prodotto della ricerca Fertenia NATURAL WAX, potenziatore dell’effetto dei fitosanitari, in grado di migliorare l’efficacia dei trattamenti insetticidi, acaricidi e fungicidi con una miscela selezionata di estratti vegetali, estratto di agrumi e cere naturali.
“E’ evidente, sottolinea Roberto Conza, Amministratore unico Fertenia, l’interesse che la nostra azienda suscita nei confronti di un mercato altamente concorrenziale come quello dei fertilizzanti. La ricerca e lo sviluppo di prodotti innovativi provenienti totalmente da estratti naturali e vegetali e il conseguente utilizzo in agricoltura biologica, (oltre 17 sono i prodotti certificati a livello internazionale con il marchio ECOCERT), hanno consentito a Fertenia di incrementare le
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vendite rispetto allo scorso anno di oltre il 20 % e di posizionarla sul mercato come azienda leader del cambiamento che sta avvenendo in questo comparto. Il nuovo prodotto NATURAL WAX si caratterizza per una forte attività iniziale tensioattiva e umettante, in grado di migliorare la penetrazione ed efficacia dei trattamenti fitosanitari e di ridurre il contenuto di umidità sulle lamine fogliari. Aspetto molto importante specialmente nelle specie a foglia liscia come agrumi, olivo, vite, pomacee, drupacee, cachi, cipolla, peperone, ficus, banano, etc. Nella maggior parte dei casi, i parassiti animali arrecano ingenti danni alle coltivazioni agrarie sia sotto il profilo estetico (produzione di melata, fumaggine, etc.) che sotto quello produttivo. L’utilizzo di Natural Wax determina un irrobustimento delle lamine fogliari, un aspetto brillante dei frutti e una maggio-
re tolleranza agli stress abiotici, biotici e parassitari. Infatti, gli estratti vegetali e le cere naturali in esso contenuti esplicano un’azione di naturale repellenza verso alcuni parassiti animali. Risulta pertanto un ottimo “Coadiuvante” quando viene utilizzato in associazione ai Fitosanitari distribuiti per nebulizzazione fogliare potenziandone l’efficacia.” Presente anche la stampa nazionale greca che ha voluto registrare e segnalare l’evento ritenendolo estremamente interessante e innovativo in un mercato interno in cui cresce l’esigenza di formulati biologici utili per consentire l’idoneità e l’esportazione delle loro colture. Premiato per l’occasione il distributore esclusivo greco della Fertenia, Dott. Antonio Amiroglu per la sua continua e incessante collaborazione nello sviluppo dei prodotti e del marchio Fertenia in GRECIA.
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Il Salone dello Studente, l’evento dedicato all’orientamento post maturità
Campus orienta – Destinazione Futuro
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al 22 al 24 novembre presso la Fiera del Levante di Bari, è tornato Campus Orienta! Il Salone dello Studente, la manifestazione organizzata da Class Editori che punta a fornire ai ragazzi un panorama chiaro delle migliori opportunità post-diploma, per costruire il loro futuro, accademico e professionale. Ai circa 40.000 studenti delle classi quarte e quinte e 2000 professori provenienti dagli istituti superiori di tutta la regione, il Salone ha dedicato 60 tra proposte formative e professionali e più di 40 incontri con le più importanti università pubbliche e private, tradizionali e online, scuole di formazione, Enti e Istituzioni, unitamente ad incontri sulla conoscenza di arti e mestieri focalizzati sulle peculiarità territoriali. Gli studenti hanno trovato al Salone: - #StudioinPuglia, iniziativa dedicata agli studenti da Regione Puglia: un programma di promozione del sistema informativo pugliese volto a contenere il patrimonio giovanile nei circuiti territoriali e ridurre la dispersione delle giovani menti altrove; “Le interrogazioni degli Studenti”, un format innovativo ed immersivo che pone al centro dell’attività di orientamento gli studenti, chiamati ad interrogare i ruoli apicali delle istituzioni sull’offerta formativa, servizi, sbocchi professionali e orizzonti futuro; “1 2 3 STEM! STEAMiamoci” e “Industria 4.0”, il ciclo di incontri in collaborazione con i Giovani Imprenditori Confindustria studiati per avvicinare studentesse e studenti alle
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materie STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), aiutando a promuovere le pari opportunità e a contrastare gli stereotipi di genere nei percorsi scolastici attraverso esperienze dirette del territorio; Il percorso di orientamento offerto a Bari ai ragazzi che intendono intraprendere il Servizio Civile. Il percorso, promosso dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, è stato incentrato sulla verifica dei propri interessi e sulla ricerca di progetti che ne soddisfino le aspettative, e integrato da una simulazione di colloquio di selezione e da indicazioni sul corretto utilizzo del motore di ricerca. Al fitto programma della tre giorni si sono aggiunti i seminari dedicati all’orientamento accademico e lavorativo, insieme con Sergio Bettini, psicologo dell’orientamento, i workshop sulla comunicazione nei colloqui di lavoro a cura di ASPIC e la proposta interna-
zionale “Erasmus in Schools”. Confermati i servizi offerti gratuitamente agli studenti: Test attitudinali e di conoscenza linguistica, Simulazione di colloqui di lavoro e scrittura curriculum, simulazione test di ammissione alle facoltà a numero chiuso (Alpha Test, Hoepli), Sportello Counseling. La manifestazione ha visto la presenza, nel corso dei giorni, di autorità locali e delle Università. Tra i presenti: Sebastiano Leo, Assessore Formazione e Lavoro – Politiche per il lavoro, Diritto allo studio, Scuola, Università, Formazione Professionale Regione Puglia; Paola Romano, Assessore Politiche Educative, Giovanili e del Lavoro Comune Bari; Anna Cammalleri, Direttore Usr Puglia; Felice Uricchio, Rettore dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro; Eugenio di Sciascio, Rettore del Politecnico di Bari e Lucia Maddalena , delegato rettorale dell’Università degli Studi di Foggia.
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Opportunità per lo sviluppo della filiera della pasta e dei prodotti da forno
Il bio-distretto della Murgia e la certificazione partecipata
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abato 18 novembre presso la Sala dell’Episcopio in Piazza Benedetto XIII a Gravina di Puglia si è tenuta una tavola rotonda dal titolo: Il bio-distretto della Murgia e la certificazione partecipata: opportunità per lo sviluppo della filiera della pasta e dei prodotti da forno. L’evento è rientrato tra le manifestazioni previste per la Sagra del Fungo Cardoncello ed è stato organizzato dall’Università degli Studi di Bari – Aldo Moro con la collaborazione della Pro-Loco di Gravina di Puglia. L’incontro ha avuto l’obiettivo di far dialogare produttori biologici, consumatori e istituzioni su come organizzare e gestire un distretto dei prodotti biologici della filiera della pasta e prodotti da forno. Una proposta concreta è quella dell’adozione della certificazione partecipata che spinge produttori e consumatori a cooperare per la realizzazione di prodotti sani venduti al giusto prezzo. I temi in discussione hanno riguardato l’assunzione dell’etica della responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti nel sistema della produzione e del consumo nonchè delle Istituzioni chiamate a favorire tale processo. Nutrita e qualificata è stata la presenza dei relatori: hanno partecipato alla tavola rotonda il prof. Giuseppe De Mastro e il prof. Domenico Viti dell’Università di Bari e di Foggia, la dott. ssa Patrizia Masiello presidente dell’A.I.A.B Puglia, il dott. Fabio Modesti direttore del Parco dell’Alta Murgia, , il dott. Vincenzo Verdoliva de L’Officina GBS Soc. Coop., l’avv. Roberto Labianca della Confconsumatori di Gravina di Puglia e l’assessore al Comune di Gravina di Puglia dott. Felice Lafabiana. Ha moderato il prof. Arturo Casieri dell’Università di Bari Aldo Moro.
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Straordinaria performance per la manifestazione organizzata da La Compagnia del Trullo
Novello 2017, storia di un successo
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n vero e proprio ‘assalto’ quello che ha reso unico il centro storico di Conversano. È un dato di fatto: “È la conferma che il lavoro in cui ci mettiamo anima e cuore piace ai visitatori”, spiega Antonio Innamorato, presidente de La Compagnia del Trullo, l’associazione che organizza da nove edizioni Novello sotto il Castello. Nonostante il clima della prima serata, quella di venerdì 17 novembre, non sia stato estremamente favorevole, lo show è andato avanti e il concerto dei Rekkiabilly ha riscosso il successo che meritava. Sabato 18, invece, tantissimi visitatori hanno confermato la capacità attrattiva di questa manifestazione, affollando gli stand dei 50 espositori food e delle 30 cantine, e apprezzando le creazione degli artigiani che hanno composto il Mercatino dell’artigianato e della hobbistica, novità di questa edizione 2017. Il live del gruppo pop folk La Rua sul main stage di Piazza Castello, è stato la ciliegina sulla torta di una serata intesa e appassionante. “Per noi è motivo di grande soddisfazione. Vedere così tanti ragazzi in Piazza Castello cantare a squarcia gola le canzoni dei La Rua ci fanno capire che anche quest’anno abbiamo scelto bene i nostri ospiti. Sono esempi che ci riempiono il cuore - continua il presidente -. Anche tutti gli altri spettacoli dislocati lungo il per-
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corso sono stati ampiamente apprezzati, e questo è un dato di fatto”. A tener caldi i visitatori hanno contribuito le caldarroste messe a disposizione dal partner D’Ambruoso Fruit & Vegetables: “Quello tra La Compagnia del Trullo e la D’Ambruoso è un connubio che anche quest’anno ha risposto in maniera egregia. I nostri ospiti - ci piace definire ‘ospiti’ chi ha partecipato a Novello – sono stati piacevolmente colpiti dalla qualità delle castagne. Ne siamo orgogliosi”. Anche l’ultima serata, quella di domenica 19 riscaldata dalle sonorità blues della Fc Soul Band, ha confermato un grande afflusso di visitatori. Positivi i riscontri anche per tutti gli appuntamenti collaterali di Novello 2017: dai dibattiti su viticultura e gastronomia pugliese, ai quali ha preso parte, tra gli altri, il senatore Dario Stefano, alle visite guidate della ProLoco di Conversano al Castello Aragonese, alla Pinacoteca Finoglio, al Monastero di San Benedetto e alla Chiesa di Santa Chiara; dalle installazioni artistiche di FattiDiChina e del pittore Maurizio Muolo, alle aperture straordinarie del Museo Civico Museco. Un grazie speciale e particolare è riservato ai ragazzi dell’ Ipsseoa – Ipss DeLilla di Polignano e Conversano con cui La Compagnia del Trullo ha sottoscritto il progetto Alternanza Scuola – Lavoro. I ragazzi del plesso Alberghiero, infatti, sono stati impegnati, per tutto il weekend, nella me-
scita dei vini negli stand delle cantine, mentre quelli del Professionale hanno allestito uno spazio culturale e musicale sulla scalinata del Monastero di San Benedetto. “Abbiamo avuto un grande supporto. Senza di loro – continua Innamorato – sarebbe stato tutto più difficile”. E per ringraziare i ragazzi della grande disponibilità resa nei confronti della manifestazione, l’organizzazione di Novello omaggerà l’Istituto con un set di attrezzature da cucina messe a disposizione dal partner Dinamica Food Format Store di Conversano. L’ultimo grazie del numero uno de La Compagnia del Trullo è riservato agli sponsor che hanno supportato la manifestazione (Autocarrozzeria Martino, Magic Shop, CartonLegno Group, Onda Imballaggi, InnovAir, Longo, Creative Garden Giocasport, Radogna Srl, Fax Settimanale e GruppoNorba) e agli oltre 100 volontari che hanno sfidato vento, pioggia e intemperie varie di questa settimana appena trascorsa per mettere in piedi la manifestazione: “La loro passione, la loro tenacia e la loro forza è ciò che ci rende una delle manifestazioni più importanti di tutto il panorama enogastronomico pugliese. E il mio grazie è smisurato”, dichiara Antonio Innamorato.
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