Le Venezie n. 52 anno 2022

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cultura e territorio VERONADCB-70%-POSTALEABBONAMENTOINSPEDIZIONE-SPAITALIANEPOSTE-2022Settembre-52Numero-18Anno 2 BOSCAINI: “MASI, UN FUTURO DAL CUORE ANTICO BOSCAINI: “MASI, INTO THE FUTURE WITH AN ANCIENT HEART” di Paolo Bricco 8 PREMIO MASI, UNO SPECIALE GROSSO D’ORO PER DUE MASI PRIZE, UNPRECEDENTED AWARD OF GROSSO D’ORO FOR TWO di Gabriele Colleoni 18 UN PREMIER VISITA LA CANTINA DI GARGAGNAGO A PRIME MINISTER VISITS THE WINERY AT GARGAGNAGO Redazionale

La preziosa ‘Stella di Cangrande’ sotto la lente del maestro orafo

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cultura e territorio VERONADCB70%POSTALEABBONAMENTOINSPEDIZIONESPAITALIANEPOSTE2022Settembre52Numero18Anno 2 BOSCAINI: “MASI, UN FUTURO DAL CUORE ANTICO BOSCAINI: “MASI, INTO THE FUTURE WITH AN ANCIENT HEART” di Paolo Bricco 8 PREMIO MASI, UNO SPECIALE GROSSO D’ORO PER DUE MASI PRIZE, UNPRECEDENTED AWARD OF GROSSO D’ORO FOR TWO di Gabriele Colleoni 18 UN PREMIER VISITA LA CANTINA DI GARGAGNAGO A PRIME MINISTER VISITS THE WINERY AT GARGAGNAGO Redazionale

Gabriele Colleoni

In redazione Dora ElisaCristinaStopazzoloValenzaVenturini

Stephen Hobley

Un Premio speciale in onore dei 250 anni A special Prize in honour of 250 years di Isabella Bossi Fedrigotti

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Hanno collaborato Paolo LorenzoCamillaMarinaNicolaBriccoFrassonGrassoMadinelliReggiani

Traduzioni

Anno 18 - Numero 52  - Settembre 2022 - pubblicazione quadrimestraleRegistrata presso il Tribunale di Verona il 24 giugno 2005, n. 1669

Gianfranco De Bosio una vita per il teatro e l’Arena Gianfranco De Bosio: a life for the theatre and the Arena Lorenzo Reggiani

2 “Masi, orizzonti globali per un futuro dal cuore antico”

Un premier in cantina, Mario Draghi a Gargagnago

32 Le due ‘Maddalene’ ritrovate nel bicentenario di Antonio Canova

Cover photograph.

Impaginazione e stampa Tipografia La Grafica Vago di Lavagno (Vr)

Referenze fotografiche Archivio Fondazione Masi Archivio Masi Archivio Serego Alighieri Jacopo GianmarcoSalviChieregato

Pubblicazione realizzata con il contributo di Masi Agricola SpA

In copertina Sandro Boscaini, presidente di Masi, nel vigneto dei Masi’ Sandro Boscaini, President of Masi, in the ‘Vaio dei Masi’ vineyard

‘Vaio

© 2022 – Fondazione Masi, Villa Serego Alighieri, Gargagnago di Valpolicella (Verona) Testi e immagini possono essere riprodotti, anche parzialmente, con autorizzazione

41st Masi Prize: two ‘Grosso d’Oro’ prizes for classic symbols of Venice and wine di Gabriele Colleoni

24 Oseleta, uva autoctona dalle mille sorprese Oseleta, a native grape with a thousand surprises di Nicola Frasson

“Masi, global horizons for a future with an ancient heart” di Paolo Bricco

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41° Premio Masi due ‘Grosso d’Oro’ ai simboli assoluti di Venezia e del vino

Dalla Fondazione Masi: flash Newsflash from the Masi Foundation

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The invaluable ‘Cangrande Star’ examined by a master goldsmith a cura della Redazione / Editorial contribution

The two ‘Magdalens’ rediscovered on the bicentenary of Antonio Canova di Marina Grasso

50 Note venete per due concerti sostenuti dalla Fondazione Masi Two concerts in the Veneto with help from the Masi Foundation Redazionale

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Misha e Irina arte e bellezza per il dialogo fra i popoli Misha and Irina: art and beauty for the dialogue between peoples di Camilla Madinelli

sommario | contents

A premier at the winery - Mario Draghi in Gargagnago a cura della Redazione / Editorial contribution

Direttore responsabile

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It seemed natural to commemorate this date in a special way, with a very special edition of the tra ditional Prize assigned by the Masi Foundation to illustrious personalities or institutions from the Veneto who are distinguished by great achievements in their field.

EDITORIAL

UN PREMIO SPECIALE IN ONORE DEI 250 ANNI A SPECIAL PRIZE IN HONOUR OF 250 YEARS

EDITORIALE EDITORIALE EDITORIALEEDITORIAL

This time, we are not assigning the usual three ‘Civiltà Veneta’ prizes, plus the ‘Grosso d’Oro Veneziano’ for a deserving international personality, and a ‘Civ iltà del Vino’ prize; instead, we are giving the highest recognition, the ‘Grosso d’Oro Veneziano’, to two institutions that are emblematic for their roles, one with a long history over the centuries, and the other with a promising projection into the future.

The first is the ‘Procuratoria of St. Mark’, an ancient Venetian institution, the only one to have survived the coup de grâce with which Napoleon Bonaparte dissolved the other magistracies of the Serenissima along with the Republic. It takes care, of course, of St. Mark’s Basilica and defends it from the high water and mass tourism that threaten it ever more every year. Its work is often hidden from view, but it’s absolutely essential for the church that is the symbol of Venice in the world and also for the incomparable city that hosts it.

The second is the ‘Great Wine Capitals’ association, currently chaired by an Argentinian senator, which brings together eleven major wine capitals of the world (Verona is among them) to make a network that will be fundamental in the future development of viticulture, winemaking, wine culture and wine tourism at a planetary level.

di Isabella Bossi Fedrigotti

he Boscaini family has been harvesting grapes for two hundred and fifty years. From the histori cal archives we learn that it was 1772 when this first happened at Vaio dei Masi, the place that later gave its name to the winery in the 1970s.

T

La seconda è l’associazione ‘Great Wine Capitals’, attualmente presieduta da una personalità argenti na, che riunisce le undici maggiori capitali dei grandi vini del mondo, tra le quali figura anche Verona: una rete che sarà fondamentale nello sviluppo futu ro della viticultura, della vinificazione, della cultura del vino e dell’enoturismo a livello planetario.

S ono duecentocinquanta anni che la famiglia Boscaini fa vendemmia. Dall’archivio storico si apprende che era il 1772 quando ciò avvenne al Vaio dei Masi, località che poi, negli anni Settanta del secolo scorso, ha dato il nome all’azienda vini cola. È sembrato naturale ricordare questa data in modo speciale, con una specialissima edizione del tradizionale riconoscimento assegnato dalla Fon dazione Masi a illustri personalità o istituzioni ve nete che nel loro settore hanno operato con gran de onore. Non è come di consueto: tre premiati alla Civiltà Veneta, più un ‘Grosso d’Oro Venezia no’ a una meritevole personalità internazionale e un premio Civiltà del Vino; trattasi del massimo riconoscimento, il ‘Grosso d’Oro Veneziano’, a due istituzioni emblematiche per il decisivo ruo lo che l’una ha ricoperto nel corso dei secoli e che l’altra sta ricoprendo con la sua promettente proiezione nel futuro.

La prima è la ‘Procuratoria di San Marco’, an tichissima istituzione veneziana, l’unica soprav vissuta al colpo di grazia con il quale Napoleone Bonaparte cancellò, insieme alla Repubblica, le altre magistrature della Serenissima. Si occupa na turalmente della basilica di San Marco e della sua salvaguardia, perciò dell’acqua alta e del turismo di massa, che la minacciano ogni anno di più. Un lavoro – spesso oscuro – ma assolutamente essen ziale per la chiesa, simbolo di Venezia nel mondo e, più in generale, per la nostra incomparabile cit tà in cui è stata eretta.

EDITORIAL

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2 di Paolo Bricco

“Our soul must be preserved. And on this matter I have no doubt that in the coming years we will suc ceed. Culturally, Valpolicella and Amarone have the ma terial resources and inner strengths that make me, as a man and as an entrepreneur, very optimistic. But opti mism must always be accompanied by healthy realism: the great challenge for our future is to develop growth that is balanced and to maintain the productive and cultural uniqueness of our region and its products. At Masi Agricola we will continue to refine our organisa tional and managerial systems at the same time as we bring the excellence of our products to the attention of international markets more and more. And on this matter there is ample room for improvement.’ Sandro Boscaini, born in 1938, speaks eloquently about what might happen in the future, something that concerns us all – businesses, communities and individuals. Only God can tell exactly how this ap plies to the fascinating and com plicated business of winemaking, but Boscaini knows that the se cret of success is a mix of conti nuity and change, of tradition and innovation, of forward thinking

“MASI, “MASI,DALPERGLOBALIORIZZONTIUNFUTUROCUOREANTICO”GLOBALHORIZONSFORAFUTUREWITHANANCIENTHEART”

Intervista al presidente Sandro Boscaini per i 250 anni dell’impresa di famiglia Interview with president Sandro Boscaini on the 250th anniversary of the family business

“Growth in line with the productive and cultural uniqueness of an area”

“La nostra anima va preservata. E su questo non ho nessun dubbio che nei prossimi anni riusciremo a far lo. La cultura della Valpolicella e il suo Amarone han no risorse materiali e, mi viene da dire, qualità interio ri che mi rendono, come uomo e come imprenditore, molto ottimista. Ma l’ottimismo va sempre accompa gnato da un sano realismo: la grande sfida è quella di sviluppare una crescita armonica, di mantenere l’uni cità produttiva e culturale di un territorio e di un si stema. Vogliamo far apprezzare sempre più ai mercati internazionali la nostra eccellenza. E in questo esisto no ampi margini di miglioramento”. Sandro Boscaini, classe 1938, parla con intensità del mi stero del futuro, che riguarda ogni uomo e ogni comu nità, ogni impresa e ogni esperienza complessa. E solo Dio sa quanto il fare vino sia una miscela affascinante e complicata di tutti questi elemen ti. Egli sa bene come il segreto del successo sia un mix di continuità e di discontinuità, di tradizione e di innovazione, di fughe in avanti e di attenta riflessione sul proprio pre sente e sul proprio passato. In que sto approccio pragmatico e umile c’è tutta la rotonda dolcezza della

“Una crescita in sintonia con l’unicità produttiva e culturale di un territorio”

cifra umana e della cultura imprenditoriale delle Ve nezie, per usare il canone che egli stesso ha inventato per definire il sentimento dell’esistenza, lo stile di la voro e la capacità di avere, insieme, cura delle proprie radici e impulso verso il futuro di tutti.

and careful reflection on the present and the past. In this pragmatic and humble approach there is a per spective that combines common humanity with the entrepreneurial culture of the Venetian region, us ing a benchmark that he himself invented to define a framework for life and for work, including a com mon concern for roots of origin and a drive towards the future for all.

The future of the wine world is guaranteed by a culture of quality and protection of the countryside. Tenuta Canova at Lazise, Lake Garda, is one of the chosen centres for the Masi Wine Experience and part of the Masi Green project

Il futuro del mondo del vino è garantito da una cultura della qualità e tutela del paesaggio. La Tenuta Canova di Lazise, lago di Garda, uno dei luoghi eletti della Masi Wine Experience e parte del progetto Masi Green

“In this first 250 years, my family’s company has been part of the development of the Valpolicella region and of Italy as a country, too. The journey has been from poverty and a peasant-farmer society to pros perity and full-blown modernity. We must always remember that when we reflect on where we are going and who we will be,’ Boscaini says in a matterof-fact way. Now we have to deal with the unprec edented difficulties that come with the pandemic of the last two years and with the reshaping of glo balisation, which began some fifteen years ago as a

“Nei primi 250 anni l’azienda della mia famiglia ha ac compagnato lo sviluppo di un territorio come la Val policella e anche di un Paese come l’Italia che dalla povertà e da una società contadina ancestrale ci ha portato al benessere e alla piena modernità. Dobbia mo sempre ricordarlo per riflettere su dove andia mo e su chi saremo”, dice senza retorica Boscaini. Adesso bisogna misurarsi con traumi storici come la pandemia degli ultimi due anni e con la rimodula zione della globalizzazione, iniziata una quindicina d’anni fa con la costruzione di nuovi equilibri basati sull’ascesa della Cina. Allo stesso tempo, questi nuovi passaggi della storia costringono a misurarsi con re altà che già preesistevano. E che diventano, a questo

punto, sfide ancora più crucia li: la prima è rappresentata dal problema del riconoscimento da parte dei mercati internazionali del valore implicito ed esplicito nel vino italiano. Il futuro della Masi Agricola, come per tut te le grandi boutiques vinicole italiane, passa ancora dal con fronto con questo nodo critico. Dice Boscaini: “Una bottiglia italiana ha un prezzo medio internazionale di venti euro? In media, la bottiglia francese con le stes se caratteristiche e il medesimo valore oggettivo vie ne valutata sessanta euro. Come imprenditori italiani è bene che ci interroghiamo sul perché il valore del brand Italia sia ancora troppo basso rispetto al suo “Constatopotenziale”.però due cose – aggiunge Boscaini –. La pri ma è che il sistema nazionale del vino italiano, in passa to, ha dimostrato una vitalità straordinaria resuscitan do dopo lo scandalo del metanolo. La seconda è che le grandi famiglie italiane del vino sono riuscite a costrui re imprese equilibrate finanziariamente e patrimonial mente, dotate di marchi con una forza evocativa e una capacità di penetrazione notevoli e con una redditività importante. Nel nostro territorio le famiglie storiche

result of the rise of China. At the same time, these new factors force us to confront challenges which were already there in the first place and which become, at this point, even more impor tant. The most important is the perception of the value of Italian wines by the international mar ket, implicitly and explicitly. The future of Masi Agricola, like all the major Italian wine houses, depends on con fronting this critical issue. Boscaini explains: “An Italian bottle of wine has an average price of perhaps twenty euros on the international market. But on average, a French wine with the same characteristics and in trinsic value will fetch sixty euros. As Italian entrepre neurs, we should ask ourselves why the value of the brand Italy is still so low compared to its real worth.” “However, I will acknowledge two things,” Boscaini adds. “The first is that the national Italian wine sys tem reacted with extraordinary vitality in re-establish ing itself, years ago, after the methanol scandal. The second is that the great Italian winemaking families have succeeded in building companies that are finan cially and constitutionally well-balanced, with powerful brands, remarkable market penetration, and signifi

“Dobbiamo sempre ricordare da dove veniamo per capire chi siamo e dove andiamo”

“We must always remember where we have come from to understand who we are and where we are going”

Il lavoro sui filari, l’attività del gruppo di ricerca della Masi Agricola sulle tecniche di appassimento, l’opera certosina sulle forme di conservazione; sono tutti ele menti basilari nell’ottica della sostenibilità – ambientale, sociale ed economica – che Boscaini riassume con un motto familiare: “nella natura a passo d’uomo”. Masi, spiega, “vuole lavorare e crescere seguendo le sue consolidate rego le, accarezzando la natura e pro gredendo con l’utilizzo di scienza e tecnica, in una visione armonica, di grande rispetto, umanistica. La no stra sostenibilità ambientale si evi denzia nell’alta qualità dei vini che produciamo; quella sociale nel no stro legame con il territorio e quel la economica… nei 250 anni di vita della nostra azienda”.

cant profitability. In our area alone, the historic Am arone-making families have succeeded in making our wine a great phenomenon, abroad and at home. The construction of desire for a new taste is like the con struction of a love affair. And, if we think of the suc cess of Amarone in the United States and around the world, we are right to conclude that we have estab lished a market for a new international taste.”

A lato. Per Boscaini è “fondamentale sviluppare il vino come lifestyle e cultura” This page. For Boscaini, it is “essential to develop wine as a lifestyle and cultural product”

5 Pagina precedente La famiglia Boscaini oggi The Boscaini family today

Work on viticulture in the vineyards, the work of the Masi Agricola research group on drying techniques, the painstaking work on forms of conservation. These are all basic elements in the field of sustainability –whether environmental, social or economic - which Boscaini sums up with a family saying about working ‘with nature at walking speed’. Masi, he explains, “follows its own deliber ate path, alongside nature but ben efiting from science and technology to find a way forward, in a harmoni ous, respectful, and human way. Our environmental sustainability can be seen in the high quality of the wines we produce, our social sustainabil ity is in our bond with the territory, and our economic sustainability... in the 250 years of our company’s life.” Masi’s commitment to sustainability

dell’Amarone sono riuscite a rendere questo vino un grande fenomeno italiano e internazionale. La costru zione di un gusto è come la costruzione di un amore.

Sotto. Vajo dei Masi 1997: da una piccola riserva di famiglia, uno straordinario Amarone per celebrare 250 anni di storia Below. Vajo dei Masi 1997: from a small reserve stock held by the family, an exceptional Amarone to celebrate 250 years of history

E, se pensiamo al successo che l’Amarone ha negli Stati Uniti e in tutto il mondo, possiamo dire: siamo riusciti a costruire un nuovo gusto internazionale”.

L’impegno di Masi nella sostenibi lità si esprime già dal 2011 nel pro getto ‘Masi Green’ che coinvolge ogni fase della filiera produttiva. A

“Dal 2011 la sostenibilità è al centro del progetto Masi Green in tutta la filiera produttiva”

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ciò si aggiunge la dimensione creativa del brand, delle etichettature e del marketing. Anche a fronte della naturale limitatezza delle risorse (la terra e i vi gneti), appare essenziale la valorizzazione degli ele menti di immaterialità. “Per questa ragione – osserva Boscaini – è fondamentale, sia per la nostra identità sia per la nostra redditività, sviluppare sempre più il vino come lifestyle Gli otto luoghi della Masi Wine Experience, in cui ap punto il vino diventa esperienza sensoriale e fenome no culturale, sono i nostri avamposti verso il futuro. La novità su cui vogliamo puntare è rappresentata proprio dall’apertura dell’azienda a un rapporto più diretto con il consumatore per sviluppare l’enotu rismo. E qui noi possiamo già contare sui luoghi di ospitalità presso le differenti tenute quali, ad esem pio, la Foresteria Serego Alighieri e il Masi Operation and Visitor Center che inaugureremo in ottobre in Valpolicella, e sugli Wine Bar aperti in mercati significativi. L’Amarone e la Masi, in questo futuro, possono essere asso luti protagonisti”. Esiste una connessione intima e pro fonda fra passato e presente, fra presente e futuro: Sandro Boscaini ne è convinto. E, an che, fra il progetto razionale

has been demonstrated by the ‘Masi Green’ project, which involves every stage of the production chain, since 2011. Added to this is the creative dimension of branding, labelling and marketing. Even if already faced with natural limitations on resources (the land and vineyards), a stress on values rather than product seems essential. “For this reason,” observes Boscaini, “we need to develop wine increasingly as a lifestyle, both for our identity and for our profitability. The eight locations of the Masi Wine Experience, where wine be comes a sensory experience and a cultural phenom enon, are our bulwarks for the future. What we want to focus on is forming a more direct relationship with the consumer in order to develop wine tourism. In this respect, we can already include the hospitality venues at the different estates such as, for example, the Fores teria Serego Alighieri and the Masi Operation and Visi tor Center that we will open in October in Valpolicella, and on the Wine Bars that we have opened in the major mar kets. Amarone and Masi can both be leading players in this vision of the future.” There is deep connection between the past and the present, the pre sent and the future: Sandro Boscaini is convinced of this. And, also, between practical

“Since 2011, sustainability has been at the heart of the Masi Green project throughout the production line”

This page. Wine tourism: cultural and lifestyle phenomenon. Photo: an event in the vineyards at Tenuta Canova

business values and intangible emotional values. “The Masi Civiltà Veneta Prize, for example, has given us a great return in terms of image and at the same time marked an important step in our strategic vision. The concept of a wider but culturally homogeneous ter ritory of operation has placed us in a privileged po sition, as the company has been able to broaden the geographical horizons of its production base while remaining faithful to its cultural values of origin, thus anchoring Masi to the three wines that are the driving force of Italian exports in the world today: Amarone with Valpolicella, Pinot Grigio and Prosecco.”

A lato. L’enoturismo: fenomeno di cultura e lifestyle. In foto: un evento in vigna presso Tenuta Canova

Paolo Bricco is a special correspondent for ‘Sole 24 Ore’. His literary works include, amongst others, L’Olivetti dell’Ingegnere 1978-1996 (il Mulino 2014), Marchionne lo straniero (Rizzoli 2018) and AO. Adriano Olivetti un italiano del Novecento (Rizzoli 2022). In 2016 he was awarded the Premio Biella Letteratura Industria and in 2019 he won a prize for his journalism, ‘Il Premiolino’.

Pagina precedente. Rendering della nuova struttura operativa e di ospitalità, immersa nel verde delle colline di Gargagnago

Paolo Bricco è inviato speciale del ‘Sole 24 Ore’. Come saggista ha pubblicato, tra gli altri, i libri L’Olivetti dell’Ingegnere. 19781996 (il Mulino 2014), Marchionne lo straniero (Rizzoli 2018) e AO. Adriano Olivetti un italiano del Novecento (Rizzoli 2022). Nel 2016 si è aggiudicato il Premio Biella Letteratura Industria e nel 2019, come giornalista, ‘Il Premiolino’.

e la dimensione affettiva e sentimentale. “Il Premio Masi Civiltà Veneta, ad esempio, ci ha dato un grande ritorno d’immagine e nello stesso tempo ha segnato un importante passo nella nostra visione strategica. Il concetto di territorio allargato ma culturalmente omogeneo, dal punto di vista vitivinicolo ci ha posto in una posizione di privilegio perché l’azienda, rima nendo fedele ai valori culturali di origine, ha potuto ampliare gli orizzonti geografici della sua strategia produttiva, ancorando Masi ai tre vini che sono oggi traino dell’enologia italiana nel mondo: Amarone e Valpolicella, Pinot Grigio e Prosecco”.

“Io amo la mia impresa e il nostro vino, un ‘vino mo derno dal cuore antico’, conclude Boscaini non senza emozione. E amo anche tutta l’attività culturale che, in quarant’anni, abbiamo voluto promuovere attra verso la Fondazione Masi con il Premio Masi Civiltà Veneta e Civiltà del Vino, Masi Contemporary Art, la rivista ‘Le Venezie - Cultura e territorio’ e le tante ini ziative artistiche sul territorio… Le ragioni del perché noi siamo e dove andiamo, non deve essere mai da noi dimenticata: sia negli affari sia nella vita”.

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“I love my company and our wine, ‘a modern wine with an ancient heart’,” Boscaini concludes, not with out emotion. “And I also love all the cultural activity that, over forty years, we have promoted through the Masi Foundation with the Masi Civiltà Veneta and Civ iltà del Vino Prizes, Masi Contemporary Art, the mag azine ‘Le Venezie – culture and region’, and the many artistic initiatives in the area... because we must never forget who we are and where we are going. In busi ness and in life.”

Preceding page. Image of the new commercial building, set in the green hills of Gargagnago, with hospitality at its core

di Gabriele Colleoni

Un ‘Grosso d’Oro Veneziano’ conferito alla Procura toria della Basilica di San Marco a Venezia per il suo contributo alla preservazione dei valori della ‘Civiltà veneta’, e un ‘Grosso d’Oro Veneziano’ conferito alla rete delle Grandi Capitali del Vino mondiali, il Great Wine Capitals Global Network per l’attuale fonda mentale contributo alla ‘Civiltà del Vino’. È un’edizione del tutto straordinaria quella del Premio Masi 2022: diversamente dalle precedenti, la 41ma edizione ha attribuito, infatti, soltanto due ricono scimenti che, nella loro eccezionalità, vanno voluta mente a sottolineare la ricorrenza, altrettanto straordinaria, dei 250 anni di attività della famiglia Boscaini e del brand Masi nel mondo del vino. Ri correnza che culminerà il 14 ottobre con le celebrazioni del centenario e contemporaneamente con la conse gna dei Premi Masi nel nuovo avve niristico edificio, adiacente alla sede storica di Gargagnago, che ambisce a essere una sorta di portale d’ingresso nel mondo dell’Amarone, della Val

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MASI MASI PRIZE

PREMIO

Given to the Procuratoria of Saint Mark’s Basilica, a beacon of Venetian civilisation in the world, and the ‘Great Wine Capitals’ network

A ‘Grosso d’Oro Veneziano’ awarded to the Procu ratoria of St. Mark’s Basilica in Venice for its contri bution to the preservation of the values of ‘Venetian Civilisation’, and a ‘Grosso d’Oro Veneziano’ awarded to the Great Wine Capitals Global Network for its fundamental contribution to ‘Wine Culture’ in our times. The Masi Prize 2022 is totally unprecedent ed: in contrast to previous editions, the 41st edition awards only two prizes – a deliberate decision taken to mark the equally extraordinary 250th anniversary of the Boscaini family and the Masi brand in the world of wine. This anniversary reaches its climax with celebrations on 14th Oc tober, to be held at the same time as the presentation of the Masi Prize in a futuristic new building adjacent to the historic Gargagnago company head quarters, whose role is to provide a sort of gateway to the world of Amar one, Valpolicella, and wines from the Veneto in general.

41° PREMIO MASI DUE ‘GROSSO D’ORO’ AI SIMBOLI ASSOLUTI DI VENEZIA E DEL VINO

The ‘Grosso d’Oro Veneziano’ is the highest award conferred by the Masi

41ST MASI PRIZE: TWO ‘GROSSO D’ORO’ PRIZES FOR CLASSIC SYMBOLS OF VENICE AND WINE

Assegnati alla Procuratoria della Basilica di San Marco, faro di civiltà veneta nel mondo, e alla rete delle ‘Great Wine Capitals’

La basilica di San Marco, patrimonio dell’UNESCO, simbolo di Venezia nel mondo. L’antica istituzione della Procuratoria, oltre a custodirne e conservarne gli inestimabili tesori, attiva iniziative culturali e museali di alto profilo per la loro valorizzazione internazionale St. Mark's Basilica, a UNESCO heritage site and symbol of Venice in the world. The ancient institution of the Procuratoria, in addition to guarding and preserving its invaluable treasures, organises high-profile cultural initiatives for their promotion internationally

Pagina precedente. ‘Grosso d’Oro Veneziano’, moneta aurea opera dell’orafo Alberto Zucchetta per la Fondazione Masi Preceding page. The ‘Grosso d’Oro Veneziano’, the gold coin made by goldsmith Alberto Zucchetta for the Masi Foundation

La Fondazione ha ritenuto che, in concomitanza con il 250° anni versario dell’azienda Masi, il pre mio andasse anzitutto conferito a un’istituzione che fosse il simbolo e rappresentasse nella sua inte rezza i valori della Civiltà Veneta. Nessuna candidatura è sembrata perciò più appropriata di quella della Procuratoria di San Marco, antica istituzione lagunare che, ol tre all’impegno di conservazione e

A lato. La Procuratoria include lo ‘Studio dei mosaici’ che ha il difficile compito di conservare e restaurare le opere musive This page. The Procuratoria includes a ‘Mosaic Workshop’ which has the difficult job of conserving andtherestoringmosaics

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e più in generale del vino veneto. Il ‘Grosso d’Oro Veneziano’, massimo riconoscimento conferito dalla Fondazione Masi, consiste nella riproduzione in oro della moneta coniata alla fine del Trecento dalla Repubblica di Venezia, che, nel segno dell’apertura e dell’inclusione, per alcuni secoli ha avuto corso legale in una vasta area che comprendeva oltre ai territori della Serenissima, anche regioni della Mitteleuropa e del Mediterraneo Orientale, ed è pertanto simbolo di uno spirito di virtuoso scambio tra popoli diversi. Va lore quest’ultimo, che caratterizza, in modi differenti e con percorsi storici ovviamente di diverso spes sore, entrambe le realtà destinata rie del premio.

Le maestose cupole ricoperte di mosaici dorati raffigurano le simbologie classiche della cristianità

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Next page. The majestic cupolas covered in golden mosaics featuring classic stories in the Christian canon

Il procuratore Carlo Alberto Tesserin Procurator Carlo Alberto Tesserin

Foundation and consists of a gold reproduction of the eponymous coin minted at the end of the 14th century by the Republic of Venice. Used as legal ten der for several centuries in a vast area that included not only the territories of the Serenissima, but also regions of Mitteleuropa and the Eastern Mediterra nean, the coin is therefore a symbol of the spirit of in clusivity and of virtuous exchange between different peoples. Both recipients of the Prize this year share these same values, albeit in different ways and with different historical perspectives. The Foundation felt that in con junction with the 250th anniversary of the Masi winery, the Prize should first and foremost be awarded to an institution that represents the values of Venetian culture in its entirety. No nomination there fore seemed more appropriate than that of the Procuratoria of St. Mark, an ancient Venetian institu tion that, in addition to its commit ment to the preservation and care of the Basilica, which is a UNESCO World Heritage Site, also unites the values of the high culture as sociated with an iconic location in

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OUR COLLECTIVE AND INDIVIDUAL STRENGTHS COMBINE TO MAKE THE GREAT WINE CAPITALS GLOBAL NETWORK AN INDUSTRY AND CONSUMER-FACING BRAND THAT IS SYNONYMOUS WITH GREATNESS.

As the power and wealth of Venice grew, the num ber of Procurators increased to nine in 1442, when it was also decreed that they should live in palazzi in St. Mark’s Square. The lifetime office of Procurator was awarded by the Great Council to Venetian nobles who had distinguished themselves in the service of the Se renissima. Over time, they were joined by secretaries and above all by the Proto, an architect or engineer who supervised all works directly. The Procurators were responsible for appointing all the employees of the Basilica, including the Maestro di Musica della Cap pella and the Maestro del Coro. The institution ceased to exist in 1797 with the fall of the Republic, ceded by Napoleon to Austria, but was re-established in 1807 with the name Fabbriceria di San Marco, and only in 1931 did it take on the name Procuratoria di San Marco by royal decree. Since 2021, the Primo Procuratore has been the Venetian Carlo Alberto Tesserin, flanked by six other Procurators. And since 2016, the position of Proto has been held by the Ve ronese architect and UNESCO consultant Mario Piana, whose predecessors even include Jaco po Sansovino in the 16th century.

Ai Procuratori spettava la nomina di tutti gli addetti della Basilica, compresi il maestro di Musica della Cappella e il mae stro del Coro. L’istituzione venne meno nel 1797 con la caduta della Repubblica, ceduta da Napoleo ne all’Austria, ma fu ristabilita nel 1807 con il nome di Fabbriceria di San Marco e, solo nel 1931, per decreto reale assunse la deno minazione di Procuratoria di San Marco. Primo procuratore dal 2021 è il veneziano Carlo Alber to Tesserin, affiancato da altri sei Procuratori. La carica di Proto dal 2016 è ricoperta dall’architet

valorizzazione della Basilica, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, unisce, all’alta rappresentatività del simbo lo di Venezia nel mondo, anche iniziative culturali e museali di alto spessore, alternative alla banalizzazio ne cui propende un certo turismo di massa. La nasci ta della Procuratoria risale all’alto Medioevo. Alcuni storici la collocano nell’812, ma il primo documento ufficiale a parlarne attiene al dogado di Ordelaffo Fa lier (1102-1111), e fa riferimento a un Angelo Falier che si firma ‘Procurator operis B. Marci’.

the city and of museum and cultural initiatives rather than the banalities of some types of mass tourism. The birth of the Procuratoria dates back to the early Middle Ages. Some historians place it in 812, but the first documentary evidence refers to an Angelo Falier who signed himself ‘Procurator operis B. Marci’ dur ing the Dogeship of Ordelaffo Falier (1102-1111).

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From facilitating international partnerships to celebrating practitioners of excellence, nurturing a global culture of support to best practice sharing, our Network is a passionate and responsible custodian of the wine-related industries that make its member regions and their Capital cities, famous.

Today, our Great Wine Capitals Global Network spans the globe, with 11 Member Capitals from the northern and southern hemisphere collaborating on a wide range of projects in tourism, education, business and travel.

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Con la crescita della potenza e della ricchezza di Ve nezia il numero dei Procuratori arrivò fino a nove nel 1442, quando venne anche stabilito che risiedessero in palazzi di piazza San Marco. La carica a vita veniva attribuita dal Maggior Consiglio a nobili veneziani di stintisi in precedenti incarichi al servizio della Serenis sima. A loro si affiancarono, nel tempo, dei segretari e soprattutto il Proto, un architetto o ingegnere che sovrintendeva direttamente a tutte le opere.

Tra gli obiettivi delle ‘Great Wine Capitals’ la promozione del turismo del vino sulla strada della sostenibilità

13 to veronese Mario Piana, consulente dell’Unesco. Tra i suoi predecessori troviamo nel Cinquecento anche Jacopo Sansovino.

Catherine Leparmentier Dayot, direttore CatherinegeneraleLeparmentier Dayot, director general

One of the aims of the ‘Great Wine Capitals’ association is the promotion of wine tourism in the light of sustainability

“The Masi Prize is a significant acknowledgement of the spiritual and historical importance of St Mark’s for Venetian culture,” Tesserin emphasises, “and it is also an opportunity to highlight the fragility of the build ing of St Mark’s, recognised as a UNESCO World Her itage Site, in the face of today’s climate change.” He adds, “The Procuratoria is well aware of the serious damage caused by adverse climatic events so far and fights this on a daily basis thanks to the commitment and training of its technicians and staff.” For Tesserin, the Prize is “a symbolic tribute to the hospitality of Venice as a mille nary meeting place for the civilisa tions of East and West, in the hope that the path of dialogue between peoples will be pursued even in these times of conflict.”

“Il Premio Masi è un significativo riconoscimento dell’importanza spirituale e storica di San Marco per la civiltà veneta – sottolinea Tesserin – ed è anche un’occasione per mettere in luce la fragilità del monu mento marciano che è riconosciuto come Patrimonio Unesco dell’Umanità, di fronte ai cambiamenti climatici di quest’epo ca”. E aggiunge: “La Procuratoria è ben consapevole delle gravi conse guenze fin qui arrecate dagli even ti climatici avversi e cerca di porvi rimedio quotidianamente grazie all’impegno e alla preparazione dei suoi tecnici e delle sue maestran ze”. Per il Procuratore il Premio assume il valore di “un simbolico omaggio all’accoglienza di Venezia, da secoli luogo d’incontro delle ci viltà d’Oriente e d’Occidente, nella speranza che si persegua la strada del dialogo tra i popoli anche in quest’epoca di conflitti”. Se il Premio Masi alla Procurato ria intende richiamare l’ideale le

If the Masi Prize for the Procura toria is made to mark a link with the cultural heritage of Venetian civilisation, the award given to the ‘Great Wine Capitals Global Net work’ is a projection into the fu ture, defining this institution as ‘the most up-to-date expression of the symbolic values of wine’.

Entrambe le realtà premiate promuovono un virtuoso spirito di scambio fra i popoli

game14 di continuità con il patrimonio culturale della civiltà delle Venezie, il riconoscimento attribuito alla rete globale delle Grandi Capitali del Vino, Great Wine Capitals Global Network, si presenta come una pro iezione verso il futuro perché individua in questa isti tuzione “l’espressione più attuale della simbolicità dei valori del L’associazione,vino”.

Both theofpromoteaward-winnersavirtuousspiritexchangebetweenvariouspeoples

nata nel 1999 a Bordeaux per “soste nere la salute e la prosperità delle attività collegate al vino, le comunità e il turismo nelle nostre capitali”, riunisce undici grandi città nel mondo: Adelaide (Au stralia), Bilbao (Spagna), Bordeaux (Francia), Città del Capo (Sud Africa), Losanna (Svizzera), Magonza (Ger mania), Mendoza (Argentina), Porto (Portogallo), San Francisco (Usa), Valparaíso (Cile) e Verona (Italia). Esse condividono un fondamentale aspetto economi co e culturale: sono regioni vitivinicole di riconosciu ta eccellenza a livello mondiale. Come sottolinea la Giuria del Premio, il contesto internazio nale che le prestigiose Capitali associate rappresentano, “mette assieme la storicità del vino eu ropeo con la più fresca enologia del Nuovo Mondo accomunando di fatto tutti i Paesi di maggior interesse vitivinicolo attraverso i

Bordeaux - Francia

Douro - Portogallo

The association, founded in 1999 in Bordeaux to ‘support the health and prosperity of wine-related activities, communities and tourism in our capi tals’, brings together eleven major cities around the world: Adelaide (Australia), Bilbao (Spain), Bordeaux (France), Cape Town (South Africa), Lausanne (Swit zerland), Mainz (Germany), Mendoza (Argentina), Porto (Portugal), San Francisco (USA), Valparaíso (Chile) and Verona (Italy). They share a fundamental economic and cultural aspect, all being wine-growing regions of acknowledged excellence worldwide. As the Masi Prize Jury emphasises, internationally, the association “brings together the historical impor tance of European wine with the newest winemaking practices of the New World, effectively uniting all the countries of greatest wine-growing interest through emblematic cities of each territory together with the culture of the product, research and promotional structures, and the relevant proposition for Thetourism.”Chair of the association, on a two-year appointment, is cur rently Mariana Jury, a senator from Argentina who has already distinguished herself with the promotion of tourism in her re

Mendoza-Argentina: gli ampi vigneti di ‘Masi Tupungato’ Mendoza - Argentina: the extensive vineyards of 'Masi Tupungato'

gion of Mendoza. The Vice-President is Spaniard Juan Maria de Buruaga, who represents the Bilbao/La Rioja region. The Director General is Frenchwoman Cath erine Leparmantier Dayot, who was one of the found ers of the network in Bordeaux at the end of the 1990s. She is now steering the Great Wine Capitals

Adelaide - Australia Mainz - Rheinhessen - Germania

Napa Valley - San Francisco

simboli di ciascun territorio, rappresentati dalla cultu ra del prodotto, dalle strutture produttive di ricerca e promozionali e dall’attrattiva turistica”. A presiedere l’associazione, con un incarico biennale, è oggi Mariana Juri, senatrice argentina, già distinta si per la sua attività professionale e istituzionale nella

Losanna - Svizzera

Valparaíso - Casablanca - Cile

Verona-Italia: le dolci colline vitate della Valpolicella Classica (vigneto Montepiazzo) Verona-Italy: the gentle vine-covered hills of Valpolicella Classica (Montepiazzo vineyard)

Bilboa - Rioja - SpagnaCape Town - Cape Winelands - Sud Africa

promozione del turismo della sua regione, Mendo za. L’affianca, come vicepresidente, lo spagnolo Juan María de Buruaga, che rappresenta la regione di Bil bao/La Rioja. Direttore Generale è la francese Cathe rine Leparmantier Dayot, che a Bordeaux, a fine anni Novanta, è stata tra le ispiratrici e promotrici del net work e che oggi sta orientando le Grandi Capitali del Vino sulla strada della sostenibilità, impegnandole

Gabriele Colleoni, journalist, former editor-in-chief of ‘L’Arena’, now deputy editor of the ‘Giornale di Brescia’ and editor of the magazine ‘Le Venezie’. Has covered Latin America and international co-operation for many years. Has worked in the news service for Vatican Radio.

17 Gabriele Colleoni, giornalista, è stato caporedattore de ‘L’Arena’ di Verona ed è ora vicedirettore del ‘Giornale di Brescia’ e direttore della rivista ‘Le Venezie’. Si è occupato di America Latina e cooperazione internazionale. Ha collaborato anche con Radio Vaticana.

nell’adesione al Protocollo di Porto. Si tratta del verti ce sui cambiamenti climatici tenutosi nella città porto ghese, il cui obiettivo finale è sensibilizzare e investire nella ricerca scientifica nel settore del vino per rende re virtuosa dal punto di vista ambientale tutta la filiera: dalla vite fino alla logistica. Oltre all’annuale Conferen za ospitata a turno dalle Capitali del Vino, l’associazio ne offre, tra gli altri programmi, attività di consulenza all’industria del vino, con una particolare attenzione all’enoturismo, la promozione di collaborazioni inter nazionali e lo scambio di esperienze e di stages Ogni anno organizza poi un importante premio inter nazionale per le migliori promozioni enoturistiche. L’istituzione, insomma, è impegnata a livello globale a sostenere – come recita la motivazione del Premio –“la pregnanza culturale e i poliedrici aspetti del vino e il suo mondo: storia, territori, vitigni, saper fare di uo mini fino ai più recenti significati di rappresentatività della cultura di territorio, incluso l’aspetto ambienta le, emozionale e turistico”.

on the road to sustainability, committing them to ob serving the Porto Protocol, the climate change sum mit whose ultimate goal is to raise awareness and in vest in scientific research in the wine sector to make the entire supply chain environmentally virtuous, from the vineyard to distribution. In addition to the annual conference hosted in turn by the Wine Capi tals themselves, the association provides consultancy activities for the wine industry, with a focus on wine tourism, on ways of working together internationally, and the exchange of ideas and training courses. It also organises a major international award for the best wine tourism activities every year.

The institution, in short, is globally committed to sup porting – as the citation for the Prize states – “the cultural significance and multifaceted aspects of wine and its world: history, regions, grape varieties, and hu man expertise - embracing its meaning for each terri tory, including environmental, conceptual, and touris tic aspects.”

La storica botte del Premio Masi, che attende le firme dei Premiati della 41 edizione The historic Masi Prize wine barrel, waiting for the autographs of the Prizewinners of the 41st edition

UN PREMIER IN INMARIOATAAMARIOCANTINADRAGHIGARGAGNAGOPREMIERTHEWINERY-DRAGHIGARGAGNAGO

18 a cura della Redazione / Editorial contribution

Mai brindisi fu più istituzionale e al tempo stesso amichevole davanti alla botte di Amarone del Pre mio Masi, come quello che il 20 maggio ha suggella to con un Amarone Costasera la visita del presidente del Consiglio Mario Draghi, alle storiche cantine Masi in Valpolicella. Una data destinata ad entrare negli an nali dell’azienda per essere la prima visita di un capo del Governo italiano in carica e proprio nell’anno in cui la famiglia Boscaini festeggia i 250 anni di attività nel mondo del vino. Il presidente Draghi, infatti, ha voluto concludere la sua giornata di impegni verone si raggiungendo la sede di Gargagnago per onorare, in occasione di una ricorrenza così speciale, un’azien da da tempo riconosciuta testimonial internazionale delle eccellenze del Made in Italy e in particolare del vino italiano. Ad accogliere il premier e a fare gli ono ri di casa sono stati il presidente di Masi Agricola Spa Sandro Bo scaini, assieme ai fratelli Bruno e Mario, l’amministratore delega to Federico Girotto e il direttore marketing Raffaele Boscaini, che è anche presidente di Confindu stria Verona. Ad accompagnare Draghi c’erano il presidente del

Per la prima volta un presidente del Consiglio in visita alla sede di Masi

Presentato al Primo ministro anche il nuovo centro polifunzionale di enoturismo

The first time a Prime Minister has visited the Masi headquarters

Formality and cordiality mixed as never before in a celebratory toast of Costasera Amarone raised in front of the Masi Prize Amarone barrel on 20th May to wel come Italy’s Prime Minister, Mario Draghi, to the his toric Masi winery in Valpolicella. The date is destined to go down in the annals of the company not just as the first visit by a head of the Italian government in office, but also because it hap pened in the very year in which the Boscaini family celebrates 250 years of activity in the world of wine. Draghi crowned his day of engagements in Verona with a visit to the Gargagnago headquarters of a company has long been recognised as an interna tional standard bearer for iconic Italian products and Italian wine in particular during their anniversary year. Welcoming the premier and doing the honours were the President of Masi Ag ricola Spa, Sandro Boscaini, to gether with his brothers Bruno and Mario, Managing Director Federico Girotto, and Marketing Director Raffaele Boscaini, who is also President of Confindustria Verona. Accompanying Draghi were the President of the Veneto

The Prime Minister is shown the new multifunctional wine tourism center, too

Alcuni momenti della visita presso le Cantine Masi di Gargagnago: Sandro Boscaini omaggia il premier con il libro Mister Amarone di Kate Singleton Event during the PM’s visit to the Masi winery at Gargagnago; Sandro Boscaini gives the premier a copy of the book Mister Amarone by Kate Singleton

Region, Luca Zaia, and representatives of local insti tutions: the Prefect of Verona, Donato Cafagna, and the Mayor of Sant’Ambrogio di Valpolicella, Roberto Zorzi. During his visit to the winery, which included a ritual photo taken in front of the Masi Prize ‘signa

la Regione Veneto Luca Zaia e i rappresentanti delle istituzioni locali: il prefetto di Verona Donato Cafagna e il sindaco di Sant’Ambrogio di Valpolicella, Roberto Zorzi. Durante la visita in cantina, con la canonica foto davanti alla botte delle firme del Premio Masi, il presi

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Mario Draghi ha più volte ricordato di essere ‘mezzo veneto’

A lato. Il racconto delle ricerche del Gruppo Tecnico Masi: qui la vocazione dei vari terreni This page. Display about research by the Masi Technical Group: here the characteristics of various soils

Pagina precedente La delegazione di Mario Draghi e il governatore del Veneto

Luca Zaia accolti dalla famiglia Boscaini e dai dirigenti aziendali Preceding page. The delegation with Mario Draghi and the Governor of the Veneto, Luca Zaia, welcomed by the Boscaini family and company directors

ture barrel’, the Prime Minister expressed a desire to know more about the appassimento process, part of Masi’s recognised ‘expertis’ in the production of Am arone and other speciality wines. He was also given a preview of the innovative ‘Masi Operations & Visi tor Center’, the large structure being built in celebra tion of the completion of 250 harvests in the ‘Vaio dei Masi’ (1772-2022). An extension of the historic winery buildings, this multifunctional wine tourism center is designed to promote the wines grouped in the ‘Masi Wine Experience’ project. It also includes an imposing grape drying fruttaio, where the traditional Valpolicella technique of appas simento is combined with the most modern techno logical applications. As a destination, the visitor cent er will quickly become a real ‘gateway’ to the lands of Amarone. “We are very honoured by Prime Minister Draghi’s presence,” said Sandro Boscaini, “this is rec ognition for Masi’s place in his tory, its importance in the region, and the quality of its wines, which are loved all over the world. This visit is a unique opportunity for him, and the institutions repre sented here, to become part of our current project to imbue the Masi brand with new significance dente del Consiglio ha dimostrato particolari curiosi tà ed interesse per il processo di appassimento delle uve in fruttaio, di cui l’azienda ha una consolidata ex pertise per la produzione dell’Amarone e di altre ‘spe cialità’ di casa. Poi gli è stato presentato in anteprima anche l’innovativo ‘Masi Operations & Visitor Center’, l’ampia struttura in fase di ultimazione che celebrerà l’anniversario delle 250 vendemmie al ‘Vaio dei Masi’ (1772-2022). Il complesso architettonico, che amplia le cantine storiche, sarà un centro polifunzionale di enoturismo focalizzato sulle attività di promozione del mondo del vino raggruppate nel progetto ‘Masi Wine Experience’. Comprende anche un imponente fruttaio di appassimento, nel quale la tradizionale tecnica della Valpolicella si sposa con le più moderne applicazioni tecnologiche. Un polo destinato a rappresentare un vero e proprio ‘portale d’ingresso’ per le terre dell’A marone. “Siamo molto onorati della preferenza accor dataci dal presidente Draghi, è un riconoscimento alla storicità di Masi, alla sua rappresentatività ter ritoriale e alla qualità dei suoi vini apprezzati in tutto il mondo” ha commentato Sandro Boscaini. “La visita ha offerto, da questo punto di vista, un’opportunità unica per renderlo partecipe, insieme alle

Mario Draghi reminded us on several occasions that he is ‘half Venetian’

istituzioni,22

“Il presidente si è rivelato una persona molto semplice e cordiale, sicuramente attenta alle necessità del ter ritorio”, ha commentato ‘Mister Amarone’. Del resto,

and to involve the consumer in a direct and exciting way: our commitment is to sustainable growth at a regional level and to the creation of wine – a product that is an ambassador for Italy at a world level – as a fundamental driver of tourism”.

“The Prime Minister has shown himself to be an un affected and approachable person, with a real con cern for the needs of the region,” commented ‘Mis ter Amarone’. Moreover, Draghi has often reminded

dei progetti in essere, volti ad arricchire di nuovi significati il brand Masi e a coinvolgere il consu matore in forma emozionale e diretta: un impegno per la crescita sostenibile a livello di territorio e di indotto, con il vino, ambasciatore del Made in Italy nel mondo, che diventa un fondamentale motore di turismo”.

a visita alle cantine Masi di Gargagnago, nel comune di Sant’Ambrogio di Valpolicella, è stata la tappa finale del ‘blitz’ veronese del presiden te del Consiglio Mario Draghi, iniziato la mattina con un incontro presso la Scuola Secondaria Inferiore ‘Dante Alighieri’ di Sommacampagna, du rante il quale il premier ha dialogato con gli studenti, non sottraendosi a domande sull’attualità politica italiana e internazionale. A seguire, Draghi si è recato al vicino Ossario di Custoza, dove ha deposto una corona d’al loro in omaggio ai Caduti. Infine, il trasferimento a Sant’Ambrogio di Val policella per il congedo con il brindisi a base di Amarone Costasera.

Draghi ha spesso ricordato – lo ha fatto anche salutan do gli studenti veronesi di Sommacampagna – di esse re ‘mezzo veneto’. Ad attestarlo – spiega – sono le sue frequentazioni giovanili della Riviera del Brenta nella casa di famiglia a Stra (che non ha mai voluto vende re), il periodo di docenza sulla cattedra di Macroeco nomia all’Università di Padova tra gli anni Settanta e Ottanta e, infine, la moglie padovana, Maria Serenella Cappello, con cui è sposato da quasi cinquant’anni.

us – he certainly did so when addressing school children from Verona in Sommacampagna – that he is ‘half-Veneto’ in origin. As he told them, his child hood family home, which he has never been tempt ed to sell, is in Stra on the Riviera del Brenta, he was Professor of Macroeconomics at the University of Padua in the 1970s and 1980s, and he has been mar ried to Maria Serenella Cappello, from Padua, for al most fifty years.

L

Sotto. Alcuni momenti della visita alla scuola Dante Alighieri e all’Ossario di Custoza Below. Scene during the visit to the Dante Alighieri school and the Ossuary at Custoza

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A visit to the Masi wine cellars at Gargagnago, in the municipality of Sant’Ambrogio di Valpolicella, was the final stop on Prime Minister Mario Draghi’s lightening tour of Verona. It began in the morning with a meeting at the ‘Dante Alighieri’ Secondary School in Sommacampagna, during which the Prime Minister showed himself ready to answer ques tions on current Italian and international politics. Afterwards, Draghi went to the nearby Ossuary at Custoza, where he laid a wreath in honour of the fallen. Finally, he went to Sant’Ambrogio di Valpolicella for a fare well toast, using Costasera Amarone.

Pagina precedente Mario Boscaini, Raffaele Boscaini, Mario Draghi, Sandro Boscaini, Bruno Boscaini, Alessandra Boscaini, e Federico Girotto, AD di Masi Agricola spa Previous page. Mario Boscaini, Raffaele Boscaini, Mario Draghi, Sandro Boscaini, Bruno Boscaini, Alessandra Boscaini, and Federico Girotto, CEO of Masi Agricola SpA

At the same time, in the same re gions, there are other quite preva lent grape varieties that exist be

The extraordinary nature of the native Oseleta grape and its important contribution to Veronese winemak ing were the subject of a conference involving wine technicians, journalists and restaurateurs at the Masi winery. Guests had the opportunity to learn about the history, characteristics, and use of this grape variety, thanks to the presence of Sandro Boscaini and tech nicians Andrea Tella and Roberta Beber of the Masi Technical Group, moderated by Nicola Frasson, edi tor of the Gambero Rosso Guide. There was a barrel tasting of monovarietal Oseleta, and various vintages of two wines made with Oseleta, Toar and Osar, re vealed some interesting results when put to the test.

Il vitigno è alla base di due vini innovativi: il Toar e l’Osar Oseleta is the grape behind two innovative wines: Toar and Osar

Keeping things simple, as usual, my theory has always been that native vine types have a rational pattern of geographical distribution, establish ing themselves in the localities best suited to their cultivation and creat ing over the centuries that wonder ful symbiosis that the vineyard has with its vines.

Inducendo nella mia tendenza e semplificare, ho sem pre pensato che i vitigni autoctoni avessero avuto una distribuzione territoriale logica e in qualche modo prevedibile, che segui va i territori che più si confacevano alla loro coltivazione creando nel cor so dei secoli quel meraviglioso legame che si instaura fra vigneto e vitigno. Parallelamente negli stessi territori spesso esistono vitigni molto diffusi che non apportano grande carattere

I risultati dell’incontro di Masi tra tecnici del vino, giornalisti e ristoratori The results of the meeting of wine technicians, journalists and restaurateurs at Masi

24 UN VINO UNA STORIA WINE STORIES

Le straordinarie caratteristiche dell’uva autoctona Oseleta e il suo importante contributo all’enologia veronese sono state oggetto di un insolito incontro tra tecnici del vino, giornalisti e ristoratori presso le cantine Masi. Gli ospiti hanno avuto la possibilità di conoscere la storia, le peculiarità e l’utilizzo di que sta varietà, grazie alla presenza di Sandro Boscaini e dei tecnici Andrea Tella e Roberta Beber del Grup po Tecnico Masi, guidati dal curatore della Guida del Gambero Rosso Nicola Frasson. Oltre ad un assag gio da botte di questa varietà in purezza, è stata va lutata l’evoluzione di alcune annate dei vini da Ose leta Toar e Osar, rivelando interessanti sorprese.

di Nicola Frasson

SURPRISESWITHAOSELETA,SORPRESEDALLEUVAOSELETA,AUTOCTONAMILLENATIVEGRAPEATHOUSAND

L’abbinamento a 5 stelle per OSAR proposto dal Quellenhof Luxury Resort di Lazise, un paradiso di benessere sul lago di Garda. www.quellenhof-lazise.it The 5-star wine pairing for OSAR suggested by the Quellenhof Luxury Resort in Lazise, a wellness paradise on Lake Garda. www.quellenhof-lazise.it

Ageing for more than 25 years gives an unprece dented dimension to this Oseleta-based wine; here it has much more softness and elegance, all streng thened by a supporting acidity that will certainly keep this wine alive for at least another 10 years

The incredible longevity that Oseleta, with its tan nic concentration and acidity, gives to a wine made predominantly from Corvina, but without appassi mento, is without doubt. Basically, it remains a Val policella at heart.

Osar 2005

Osar 2013

Osar 2005

ai vini prodotti ma che rappresentano al meglio l’ori gine contadina dei luoghi, con un’agricoltura che dava giusto spazio anche a coltivazioni affidabili in termini di raccolto sicuro, maturo e abbondante tutti gli anni anche a discapito della qualità ottenuta. Infine, ci sono i vitigni che sono destinati all’oblio, presenti in passato magari anche in quantità rilevanti e che oggi sono rele gati a una manciata di filari o più spesso ancora a sparute piante che si perdono dentro a vigneti di più antico impianto, le cui uve finiscono generalmente nel mare dei vini d’ingresso di qualche azienda. Vitigni abbandonati e mai più riproposti per svariati motivi, perché poco produttivi, incostan

Toar 2012

cause farming traditions prefer them for their ease of cultivation and abundant cropping rather than any character they might give to the wine. Lastly, there are also some vine types that are doomed to oblivion, which might have once been prevalent, but are now relegated to just a few par cels in a vineyard, or, more frequently, to a few lost vines hidden in sites planted long ago, whose grapes gener ally end up in some company’s sea of entry-level wines. Vines abandoned and never consid ered for use again, perhaps be cause of low yields, inconsistent quality, difficulties in cultivation, or simply because they are too

Toar 2012

Un Valpolicella di pregio, ricco della caratteristica ciliegia matura, reso ancor più importante dall'ap porto dell'Oseleta che si caratterizza come vera e propria spina dorsale di questo piacevolissimo vino.

A fine Valpolicella, rich in characteristic ripe cher ry aromas, strengthened by Oseleta, which is the real backbone of this very attractive wine.

Toar 2005

26 L’Oseleta è un vitigno riscoperto negli anni ’80 dal Gruppo Tecnico Masi Oseleta: a grape variety rediscovered in the ’80s by the Masi Technical Group

Si apprezza certamente l'incredibile longevità che Oseleta, con la sua concentrazione tannica e acidi tà, conferisce ad un vino prodotto prevalentemen te con Corvina, ma senza appassimento. Sostan zialmente, di base rimane un Valpolicella.

Note di degustazione di tre annate di Toar e Osar a cura del Gruppo Tecnico Masi Tasting notes for three vintages of Toar and Osar according to the Masi Technical Group

Gli oltre 25 anni di invecchiamento portano Osele ta in una dimensione inedita; troviamo qui molte più morbidezze ed eleganza, tutto ben ravvivato da una sostenuta acidità che sicuramente manter rà vitale questo vino ancora per 10 anni.

Oseleta in tutta la sua forza, tannicità, acidità e concentrazione. Tutto, in questo vino, mostra i mu scoli! Anche il recente e prolungato passaggio in botti piccole nuove è ben riscontrabile dalle piace voli note di vaniglia.

Osar 2013

Osar 1996

The fruitiness from the Corvina grape is still obvious, despite evolution towards tertiary aro mas of cocoa and coffee. Oseleta gives it structure and lively acidity

Osar 1996

This is the point of true equilibrium. The characte ristic tannin content of this variety is now less in trusive and the ever-present acidity is now much more integrated with its blueberry fruitiness.

Toar 1992

Qui direi si possa trovare il punto di equilibrio. La prorompente caratteristica tannicità di questo vi tigno è ora meno violenta e l'acidità, sempre pre sente, è ora molto più integrata con la componen te fruttata che ricorda decisamente il mirtillo.

Oseleta with all its strength, tannins, acidity and concentration. This wine is about muscles! A long recent ageing in small new barrels is also clearly evident from the attractive hints of vanilla.

In questo vino si trovano ancora sentori fruttati della Corvina seppur già evoluti verso aromi terzia ri di cacao e caffè. Determinante la struttura e la viva acidità conferite da Oseleta.

Toar 2005

Toar 1992

This page. Toar: the contribution of Oseleta as a grape and volcanic soils make this wine the prototype of Valpolicella Superiore

Some of these rare vines are now being enthusiasti cally revived, thanks mainly to producers who have progressed beyond choices imposed by subsistence farming and who are now able to accept difficulties in production in return for the prospect of making wines with character and originality. Perhaps the best known case in Italy is that of Timorasso, which in the space of just a few decades has restored lustre to the hills of Tortona, but Verona is also in the spotlight too, with Durella and Oseleta.

ti nella qualità, difficili da coltivare o semplicemente perché troppo sensibili alle malattie, problemi che il mondo contadino d’un tempo aveva ben presente e che cercava di limitare in tutti i modi. Alcuni rari vitigni fra questi stanno vivendo un momento di grande rilan cio, dovuto principalmente alla presa di coscienza dei produttori che, con l’obbiettivo della qualità e non più governati nelle scelte da un’agricoltura di sussistenza, hanno saputo accettare le difficoltà produttive otte nendo in cambio vini di carattere e originalità. Il caso forse più conosciuto in Italia è probabilmente quello del timorasso che nel volgere di pochi decenni ha ridato lustro alle colline del Tortonese; grande attenzione è riservata anche alla provincia di Verona con durella e oseleta. In quel magico territo rio che è la Valpolicella insistono tutte queste tipologie di vitigno, dando vita ad una base ampelo grafica di rara ampiezza, dove alla corvina si alterna la rondinella, al corvinone la molinara, per giun gere infine a quelle rare piante di forsellina, negrara, dindarella o rossignola che rappresenta no una ricchezza da valorizzare.

Below. Toar and Osar can also be found at Gilberto Santoro’s Affi Wine Bar www.affiwinebar.it

Sotto. Toar e Osar anche all’Affi Wine Bar di Gilberto www.affiwinebar.itSantoro

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A lato. Toar: contributo dell’Oseleta e terreni vulcanici fanno di questo vino il prototipo del Valpolicella Superiore

susceptible to disease, is a problem that the farm ing world of yesteryear was well aware of and always tried to combat.

In the magical region that is Valpolicella, all these types of vine are present, making for an ampelographic range of rare di versity. Corvina alternates with Rondinella, Corvinone with Mo linara, and rare varieties such as Forsellina, Negrara, Dindarella and Rossignola provide a wealth of opportunities for the win emaker. Among these grape va rieties, Oseleta plays a star role and has been held in high regard

The result was two wines: Toar and Osar, which have been made with differing percentages of this highly original grape variety since the 1990s. If the Oseleta grape’s aromatic profile does not seem to bring any particu lar insights, the opposite is true for its contribution to the palate, which chimes perfectly with the new forms of Valpolicella Supe riore that have been made for some time now in the Valpolicella region. In its early years of bot tle maturation, Oseleta is at its toughest and most unapproach able, seemingly entrenched in a fortress of acidity and tannins that does not let its hidden gifts

Sotto. Osar e Toar anche a Vivavino, il concept wine store di Daniele D’Angelo nel centro storico di www.vivavinoverona.comVerona

A lato. Abbinamenti e ricette studiate per Toar e Osar dalla Trattoria Caprini a Torbe di Negrar (in foto i titolari Sergio, Pierina e Davide Bonaldi) This page. Food pairings and recipes created for Toar and Osar by Trattoria Caprini in Torbe di Negrar (pictured: owners Sergio, Pierina and Davide Bonaldi)

Below. Osar and Toar can also be found at Vivavino, Daniele D’Angelo’s concept wine store in the historic centre of www.vivavinoverona.comVerona

by the denomination’s producers for a couple of dec ades now. The grapes themselves are extremely small and the juice struggles to find space between the skin and the pips.

It gives any wine it is part of plenty of colour and acidity, plus vigorous, dense tannins. Rediscovered thanks to the work of the Masi Technical Group in the 1980s, Oseleta vines were cloned and planted in dif ferent soils with different regimes for cultivation to explore the oenological potential.

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Fra queste sicuramente il ruolo da protagonista spet ta all’oseleta, vitigno che da un paio di decenni gode di grande considerazione da parte dei produttori della denominazione, caratterizzato da acini estremamente piccoli dove la polpa stenta a trovare spazio fra buccia e vinaccioli, capace di donare al vino tanto colore, aci dità e tannini vigorosi e fitti. Riscoperta grazie all’opera del Gruppo Tecnico Masi negli anni ‘80 del secolo scor so, è stata moltiplicata e piantata su terreni di diversa composizione e con diverse forme di allevamento per esplorarne il potenziale enologico, dando vita a due vini, il Toar e l’Osar, che dagli anni ’90 si compongono con percentuali variabili di questo originale vitigno. Se il profilo aromatico dell’uva non sembra apportare particolari spunti, discorso diametralmente opposto va fatto per il suo contri buto alla fase gustativa che perfet tamente si inserisce nel processo di rinnovamento del Valpolicella Superiore che sta avvenendo in Valpolicella da un po’ di tempo a questa parte. Nei primi anni di vita l’oseleta esprime il suo aspetto più duro e scontroso, sembra quasi non volersi concedere, arroccata in una fortezza di acidità e tannino

P Ingredienti: cipolle tagliate a julienne, aglio, burro, 150 ml di olio evo, aromi (alloro, salvia, rosmarino), spezie (chiodi di garofano, bacche di ginepro, noce moscata), lardo, sale, pepe.

P Ingredients: 4 eggs 400 g type ‘0’ flour.

P Ingredienti: 4 uova, 400 g di farina

to fall off the bone easily, turn the heat off, strip the pi geons and sieve the cooking juices. Put pigeon meat and juices in another saucepan and cook on a low heat for one more hour, stirring from time to time. Simmer the lasagnette al dente in salted boiling water, drain, and cook through in the braised pigeon sauce before serving. For the fresh pasta

MASI TOAR abbinato con LASAGNETTE AL SALMÌ DI PICCIONE

MASI OSAR paired with CALF’S LIVER VENETIAN STYLE

P Ingredienti: (per 4 persone) 600 g di fegato di vitello, 400 g di cipolle bianche, 150 g burro, olio evo, sale e pepe.

P Preparazione: lasciar cuocere per 3 minuti in una pen tola le cipolle, l’aglio, il burro e l’olio, poi aggiungere il pic cione tagliato a metà; dopodiché tutti gli aromi, il lardo tagliato a fettine e infine una manciata di sale e di pepe. Lasciar cuocere per 10 minuti, poi bagnare con il vino Toar Masi. Cuocere per 2 ore a fuoco lento con un co perchio. Quando la carne si staccherà facilmente dalle ossa, spegnere, mettere in una placca e togliere tutte le ossa dalla carne. Passare al passaverdura il fondo di cot tura; mettere la carne disossata insieme al proprio fondo di cottura in un altra pentola e lasciar cuocere per un’al tra ora a fuoco lento mescolando di tanto in tanto.

P Preparazione: Mettete la farina a fontana, aggiungete le uova e impastate fino ad ottenere una pasta omoge nea. Fate riposare per un ora. Tirate la pasta in sfoglia sottile un paio di millimetri con il mattarello e dopo averla fatta asciugare con un coltello ricavate delle lasa gnette circa 1 cm di larghezza. Disporre su un vassoio e lasciar asciugare ancora per 20 minuti. Cuocere le lasa gnette al dente in acqua salata, saltare la pasta con il sal mì di piccione e servire.

P Preparazione: tagliare le cipolle a fettine sottili (ju lienne); scaldare l’olio in una padella e rosolare le cipol le aggiungendo un po’ d’acqua. Lasciare cuocere per 20 minuti, aggiustare di sale e pepe. Nel frattempo tagliare il fegato a fettine sottili. Scaldare il burro in una pentola, cuocere il fegato per 4-5 minuti aggiungendo le cipol le cotte in precedenza. Salare il fegato e servire su un piatto da portata con polentina integrale morbida distri

MASI OSAR abbinato con FEGATO DI VITELLO ALLA VENEZIANA

P Preparation: slice the onions into thin julienne strips. Heat the oil in a frying pan and sauté the onions adding a little water. Leave to cook for 20 mins, season with salt and pepper. Meanwhile, cut the liver into thin strips. Melt the butter in a saucepan, cook the liver for 4/5 mins and add the previously cooked onions. Salt the liver and serve up on a dish of soft wholewheat polenta with the onions sprinkled on top.

Le lasagne

P Preparation: make a well of flour, add the eggs, mix and knead to an even dough. Put aside for one hour. Roll the pasta out into a thin sheet 2 mm thick and, once dry, roll up and slice into lasagnette strips about 1 cm wide. Drape strips over a tray and leave to dry for another 20 mins.

P Ingredients: (for 4 persons) 600 g calf’s liver, 400 g white onions, 150 g butter, extra virgin olive, oil, salt and pepper.

L’uva autoctona Oseleta, piccola di dimensioni e scarsa nel raccolto, ma generosa in tannini, polifenoli, colore e acidità The indigenous Oseleta grape, small in size and low in yield, but generous in tannins, polyphenols, colour and acidity

Oseleta in purezza, una rarità enologica custodita dalla Cantina Privata Boscaini A 100% Oseleta wine, an oenological rarity kept by the Cantina Privata Boscaini

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Nicola Frasson with Gambero Rosso’s Guida Vini d’Italia since 1995. In charge of the Veneto since 2001, together with Alto Adige since 2016. Once employed by Slowfood, now a freelance working for Gambero Rosso and specializing in the training of sales teams for wine distributors.

shine through. After a few more years in the bottle, though, it’s reborn: acidity remains its central pivot, but the tannins relax to provide a tasting experience that is taut and linear.

Vinified as 100% Oseleta, the resulting wines are ex tremely long-lived but require patience, firstly on the part of the producer who delays its release, then on the part of the wine lover, who must accept its youthful spikiness and wait for a longer term blos soming. On the other hand, used as part of the blend for Valpolicella Superiore, which no longer has to ape Amarone and undergo appassimento, Oseleta is an ideal companion, leaving the smoothness of Cor vina to take centre stage in the first years of matu ration, flanking it as time goes by, and becoming the star turn with longer ageing. Acidic tension and rich tannins provide the ideal framework to allow the Corvina and Corvinone grapes to express their aromatic and savoury qualities, giving life to a Valpolicella tied to its terroir and not to mere production technique.

Nicola Frasson collabora alla Guida Vini d’Italia di Gambero Rosso dal 1995. Dal 2001 è responsabile per il Veneto e dal 2016 anche dell’Alto Adige Già dipendente Slowfood, oggi è libero professionista che collabora con Gambero Rosso e si occupa di formazione per la forza vendite di agenzie di distribuzione.

che non lascia trasparire le sue doti più nascoste. Dopo un po’ di anni in bottiglia sembra rinascere, l’acidità ri mane il suo baricentro gustativo, ma la trama tannica si risolve, donando un sorso ruvido ma progressivo e teso. L’utilizzo in purezza dà vita a vini estremamente longevi, ma che necessitano di pazienza, prima da par te del produttore che ne rallenta l’uscita in commercio, poi da parte dell’appassionato che invece ne accetta le asperità giovanili attendendone la fioritura a lungo. Nell’ottica, invece, di un Valpolicella Superiore che non strizzi più l’occhio all’Amarone e che rinunci quindi all’appassimento delle uve, l’oseleta risulta una com pagna ideale, lasciando alla finezza della corvina il centro del palcoscenico nei primi anni di vita, affian candosi ad essa con il passare del tempo e giungendo ad esserne protagonista negli invecchiamenti più im portanti. La tensione acida e il ricco corredo tannico rappresentano l’ossatura ideale per permettere a cor vina e corvinone di esprimere le loro doti aromatiche e sapide dando vita ad un Valpolicella legato al terri torio e non alla mera tecnica produttiva.

Continua la collaborazione tra le due istituzioni culturali venete, Fondazione Canova a Possagno e Fondazione Masi in Valpolicella Two Veneto cultural institutions, the Canova Foundation in Possagno and the Masi Foundation in Valpolicella, continue their collaboration

This year, 2022, is the bicentenary of Antonio Cano va’s death, and in addition to the many exhibitions already planned around the world to pay homage to the artist from Possagno, two works of art of his have been unexpectedly discovered that were well known to scholars, but were hitherto thought to have been lost. The first, in order of (re)appear ance, was the marble Reclining Magdalene, lost since the second half of the 19th century, and rec ognised again in a sculpture purchased by an Eng lish couple for use in their garden at home in 2002, at a cost of £ 5,000. Twenty years later, an expert ap praisal has revealed that this was a marble sculpture carved by Canova around 1820, who Proclemer) De Bosio se genesis, patrons and first owners were known, but whose whereabouts had been lost, so that only the original clay outline and plaster model remained, kept in the ‘Antonio Canova Gypsothe ca Museum’ in Possagno. And just as the statue was being listed for sale at auction with a price guide

Questo 2022, anno del bicentenario della morte di An tonio Canova, oltre a molte mostre già programmate in tutto il mondo per rendere omaggio all’artista di Possagno, ci ha sorpreso con ben due ritrovamenti di sue opere già conosciute agli studiosi ma ritenute ir rimediabilmente disperse. La prima, in ordine di (ri) apparizione, è stata la Maddalena giacente di cui si era no perse le tracce dalla seconda metà dell’Ottocento, e riconosciuta in una scultura acquistata da una cop pia inglese nel 2002 per il giardino di casa (al prezzo di 5 mila sterline). Vent’anni dopo, una perizia accurata ha svelato che si tratta del marmo scolpito da Cano va intorno al 1820 e del quale si conoscevano la genesi, i committenti e i primi proprietari, ma di cui si erano perse le tracce e ne restavano solo il bozzetto in argilla e il modello in gesso custoditi nel ‘Museo Gypso theca Antonio Canova’ di Possagno. Proprio mentre un’altra opera ve niva annunciata in vendita all’asta per un valore tra i 5 e gli 8 milioni di sterline, lo stesso Museo di Pos sagno ne riconosceva l’attribuzione

Authenticated: a statue found in a London garden and a painting on canvas

LE DUE

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Identificata una statua finita in giardino a Londra e attribuita una tela

di Marina Grasso

FEATURESSERVIZI

OFONREDISCOVEREDTHEDINELRITROVATE‘MADDALENE’BICENTENARIOANTONIOCANOVATWO‘MAGDALENS’THEBICENTENARYANTONIOCANOVA

Restorations to the painting and subsequent research have led to the Penitent Magdalen being attributed to Antonio Canova. The picture is displayed in the Possagno museum alongside the sculpture of the Recumbent Magdalen, which disappeared at the end of the 19th century and was only recently rediscovered

La tela restaurata e ulteriori riscontri hanno portato all’attribuzione della Maddalena penitente ad Antonio Canova. Nelle sale del Museo di Possagno è affiancata alla scultura Maddalena giacente, scomparsa da fine ’800 e rintracciata solo recentemente

ad34 Antonio Canova: la Maddalena penitente conserva ta da generazioni in un’abitazione privata e riconosciu ta da Moira Mascotto, direttrice del Museo: un olio su tela che Canova dipinse a Possagno tra il 1798 e il 1799 donandolo poi al conte bassanese Tiberio Roberti, suo procuratore in terra veneta; anch’essa era considerata dispersa. È, quindi, una felice e singolare coincidenza la riscoperta, proprio in quest’anno di celebrazioni, di due diverse interpretazioni di Maddalena di Antonio Canova. Anche perché l’artista realizzò poche opere con soggetti religiosi, anche se approfondì più volte questa singolare figura dei Vangeli. Completò, infatti, il suo primo marmo di Maddalena penitente nel 1796 e fu quella la sua prima opera che raggiunse Parigi, dove entrò nella collezione di Giovan Battista Sommariva, accolta con grande entusiasmo ma anche con qualche perplessità per i suoi caratteri sperimentali: oggi è con servata al Museo Palazzo Bianco di Genova, mentre il gesso è custodito nella Gypso theca di Possagno. Tra il 1808 e il 1809 realizzò, poi, una seconda Maddalena penitente per Eugène de Beauharnais, figliastro di Napo leone, che non si differenzia mol to dalla prima e che ora si trova all’Ermitage di San Pietroburgo. In entrambe i casi, l’analogia stilistica

La direttrice dell Fondazione Canova ONLUS, Moira Mascotto, ci ha raccontato il frutto delle ricerche

of between £ 5-8 mn, the Possagno Museum itself authenticated another work by Canova. The Penitent Magdalen is an oil painting that had hung for genera tions in a private house and was recognised by Moira Mascotto, the Museum Director, as the picture that Canova had painted in Possagno between 1798 and 1799 before donating it to Count Tiberio Roberti of Bassano, his procurator in the Veneto. It, too, had been considered lost. It is, therefore, a happy and singular coincidence that two different interpretations of the Magdalene by Antonio Canova have been rediscovered in this anniversary year. Not least because the artist produced few works with a religious theme, even if he portrayed the Magda lene more than once. In fact, he completed his first marble Penitent Magdalen in 1796. This was his first work to reach Paris, and when it became part of Gio van Battista Sommariva’s collection it was received with great enthusiasm but also with some perplexity, due to its experimental character. Today it is housed in the Palazzo Bi anco Museum in Genoa, while the plaster model is kept in the Gypsotheca in Possagno. Sub sequently, between 1808 and 1809, he made a second Penitent

The director of the Fondazione Canova ONLUS, Moira Mascotto, told us about the results of the research

Poche le opere ‘religiose’ di Canova, affascinato invece dalla figura della Maddalena Canova made few ‘religious’ works, but he had a fascination for the Magdalen

Magdalen for Eugène de Beauharnais, Napoleon’s stepson, which does not differ much from the first version and now resides in the Hermitage in St. Pe tersburg. In both cases, the stylistic and iconograph ic similarities with the ‘rediscovered’ painting, made shortly after the first marble was carved, is evident in a female figure that merges and confuses the sa cred and the profane, carnality and sanctity, sin and redemption, fidelity and pain.

In Possagno in addition to the house where Canova was born and the Gypsoteca museum, visitors can also see the Canova Temple , the artist’s most famous architectural work and a prime example of the Neoclassical style

A Possagno oltre alla casa natale di Canova e al museo Gypsoteca è visitabile anche il Tempio Canoviano, opera architettonica più celebre dell’artista e simbolo dello stile Neoclassico

e iconografica con il dipinto ‘ritrovato’, realizzato poco dopo il primo marmo, è evidente in una figu ra femminile che fonde e confonde sacro e profano, carnalità e santità, peccato e redenzione, fedeltà e dolore; i differenti corollari (il crocifisso tra le mani presente solo nella prima scultura, la necessità di uno sfondo per il dipinto risolta con una parete rocciosa e qualche cespuglio) non alterano le grandi simili tudini tra le rappresentazioni di un dolore che è già

dichiaratamente36

In primavera sarà allestita a Possagno la mostra ‘Canova, Arte e Potere’ The exhibition ‘Canova, Art and Power’ takes place at Possagno next spring

romantico. Ma non sono certo ba state le testimonianze e le corrispondenze stilistiche a riconoscere la tela (cm 105 x 81) come canoviana. Si è trattato, invece, di un processo lungo che la direttri ce Mascotto ripercorre così: “Durante la prima anali si visiva l’opera si presentava interessante ma con dei brani pittorici difficilmente riferibili a Canova. In accordo con la proprietà, stendemmo un progetto per poter attribuire l’opera. La portammo nel laborato rio del nostro Museo per restaurarla: un intervento che prevedeva la rimozione delle ridipinture avvenute nel corso del tempo e la successiva integrazione delle lacu ne che si sarebbero create, condotte rispettivamente dalle restauratrici Edda Zonta e Carlotta Beccaria. Pa rallelamente abbiamo condotto approfondite indagini scientifiche con il prelievo di 5 microframmenti, delle foto a infrarosso e multispettrali eseguite dall’Univer sità di Padova. L’Università di Bologna ha invece realiz zato le radiografie dell’opera. Con temporaneamente, le ricerche nei fondi archivistici della Biblioteca del Museo ci hanno fornito altri riscontri: dopo aver condiviso le mie considerazioni con Vittorio Sgarbi, presidente di Fondazione Canova onlus e del Comitato per le celebrazioni di Canova, e anche

The different attributes (the crucifix in her hands, which can be found only in the first sculpture; and the need for a background for the painting, which is resolved with a rocky wall and some bushes) do not alter the great similarities between representations of suffering that are openly romantic in depiction. How ever, stylistic similarities alone were not sufficient to prove the painting (105x81 cm) was by Canova. Museum director Mascotto describes this lengthy process as follows: “During the first visual analysis, the work appeared interesting, but with sections that were difficult to attribute to Canova. In agreement with the owner, therefore, we devised a restoration project aimed at defining its authorship. Our museum laboratory removed the repainting that had occurred over time and restorers Edda Zonta and Carlotta Bec caria filled in the resulting gaps. At the same time, we sent five micro-fragments to the University of Padua for detailed scientific examina tion, using infra-red and multi spectral photographs. X-rays of the work were taken by the Uni versity of Bologna. Meanwhile, research in the Museum Library provided us with other findings, and in January 2022, after shar ing my conclusions with Vitto

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Recordcanovianonumbers of visitors to the Gypsoteca Museum on the bicentenary of Canova

rio Sgarbi, President of the Fondazione Canova ON LUS and of the Committee for Canova Celebrations, and also with Stefano Grandesso, a member of the Research Committee of the same Foundation, I was delighted to sign off the attribution.” As a passionate admirer and connoisseur of Canova, Mascotto does not hide her great satisfaction with this result. Even if she stresses that, “I told the entire working group to proceed with caution and exactitude, out of re spect for propriety, for Canova and for his legacy that we cherish. It is particularly exciting for me to have helped trace a masterpiece once considered to be lost back to Canova’s hand. Now the public can admire it for the first time on the 200th anniversary of his death when it returns to Possagno next spring as part of the exhibition ‘Cano va, Art and Power’, curated by myself and Elena Catra. The exhibition will highlight the indissoluble relation ship that art has always had with power and will also focus on the Sommariva Collection, the first owner of a Canova Magdalen.”

Marina Grasso è giornalista culturale. Musicista e storica per formazione, da molti anni collaboratrice delle pagine culturali del Gruppo Gedi ed è impegnata anche nel settore del turismo culturale ed enogastronomico. È stata anche, per circa 20 anni, autrice delle ‘Guide’ di ‘Repubblica’ e delle ‘Guide Ristoranti de L’Espresso’.

con Stefano Grandesso, membro del Comitato di Studi della stessa Fondazione, nel gennaio 2022, con grande emozione, ho sottoscritto l’attribuzione”.

Da appassionata estimatrice e conoscitrice di Canova, infatti, Mascotto non nasconde il suo grande coinvol gimento in questo riconoscimento. Anche se, precisa: “Ho sempre raccomandato a tutto il gruppo di lavoro coinvolto di procedere con cautela e rigore, per ri spetto alla proprietà, a Canova e alla sua eredità che noi custodiamo. È per me particolarmente emozio nante aver contribuito a ricondurre alla mano dell’ar tista un capolavoro considerato disperso, che ora il pubblico può ammirare per la prima volta in occasio ne dei 200 anni dalla sua morte. Un’opera che, dopo questa prima esposizione, tornerà a Possagno anche nella prossima primavera, nell’ambito della mostra ‘Canova, arte e potere’, curata da me ed Elena Catra: essa metterà in luce il rapporto indissolubile che, da sempre, ha avuto l’arte con il potere. La mostra ap profondirà inoltre la collezione Sommariva, primo proprietario di una Maddalena canoviana”.

Visitatori record al Museo gypsoteca nel Bicentenario

Author of Guides for the ‘Repubblica’ and ‘Restaurant Guides for L’Espresso’.

Marina Grasso is a cultural journalist. Musician and historian by training, for many years contributor to the cultural pages of the Gedi Group and also involved in the cultural and gastronomic tourism sector.

VENEZIE ART DE VIVRE VENETIAN ART DE VIVRE

MISHA E IRINA ARTE E BELLEZZA PER IL DIALOGO FRA I

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“Ospitarli è stato un vero piacere e mi ha colpito come Libertee, versatile e di men talità aperta, sappia andare in profondità”, afferma Alessandra Boscaini, settima gene razione della famiglia proprietaria di Masi.

Cultivating the land, cultivating culture. Cultivating the vineyard, cultivating art and the future, piece by piece: this is the dual mission of Masi Agricola, in the name of superior wine, contemporary art and the patronage of international artists, with Venice and its millenary culture at its core. Originally conceived by Masi in 2013 and sited in Venice and in Valpoli cella Classica, the home of Amarone, the 202122 edition of the biennial ‘Costasera Contem porary Art’ project has come to a close. Thanks to their study scholarship, Russian artists Misha Libertee and Irina Deryabina have learnt about the ancient and captivating art of glassblowing during their internship at Studio Berengo in Murano. But that was not all. The two artists also visited the Masi winery and the histori cal Serego Alighieri estates at Gargagnago in Valpolicella Classica and were keen to learn more about the specialities of the Veneto “Hostingregion.them was a real pleasure and I was struck by how versatile and open-minded Libertee was, and how he knew how to dig deeper,” says Alessandra Boscaini, the sev enth generation of the owning family at

Misha Libertee e Irina Deryabina

Due artisti russi a Murano per lo stage finale di Masi Contemporary Art

di Camilla Madinelli

Two Russian artists at Murano for the last Masi Contemporary Art course

BETWEENFORARTMISHAPOPOLIANDIRINA:ANDBEAUTYTHEDIALOGUEPEOPLES

Coltivare terra, coltivare cultura. Coltivare la vigna, l’arte e il futuro, seme dopo seme, opera dopo ope ra: è la doppia missione di Masi Agricola, all’insegna dell’eccellenza enologica, dell’arte contemporanea e del mecenatismo verso gli artisti internazionali, con al centro Venezia e la sua millenaria cultura. Si è conclu sa tra la città lagunare e la Valpolicella Classica, pa tria dell’Amarone, l’edizione 2021-22 del progetto biennale ‘Costasera Contemporary Art’, ideato da Masi nel 2013. Grazie a una borsa di studio, gli artisti russi Misha Libertee e Irina Deryabina hanno partecipato a Murano, al Berengo Studio, a uno stage per apprendere l’antica e affasci nante arte del vetro soffiato. Ma non solo. I due artisti hanno anche visitato le Cantine Masi e le storiche tenute Serego Alighieri in Valpo licella Classica, a Gargagnago, dimostrando grande curiosità e attenzione nei confronti della sapienza veneta.

“Conoscendolo mi ha stupito, in particolare,

Previous page. The Costasera Amarone label created by Misha Libertee, a street art work inspired by Jaba, the toad

A man and a woman designed by the young Russian artist Irina Deryabina and made of Murano glass

L’opera Un uomo e una donna disegnata dalla giovane artista russa Irina Deryabina e realizzata in vetro di Murano

Pagina precedente. L’etichetta dell’Amarone Costasera realizzata da Misha Libertee: l’opera di street art è ispirata a Jaba, il rospo

Masi. “Meeting him, I was particularly impressed by his desire to learn about the culture of the Veneto

il suo desiderio di scoprire e conoscere la cultura dei veneti, i loro valori e le innate bellezze. Tutto questo

La quinta edizione del ‘Costasera Contemporary Art’, lanciata a novembre 2021, ha selezionato l’eclettico artista e designer trentasettenne originario di San Pietroburgo incaricandolo di realizzare una creazione dedicata all’Amarone Costasera e alla sua etichetta. È nata così ‘Jaba’ (rospo in lingua russa), opera ori ginale che trae ispirazione dalla texture a macchie dell’anfibio e invita a rispettare la natura in tutte le declinazioni sulla scia delle sue installazioni di arte pubblica su temi ecologici. ‘Jaba’ è stata quindi ri prodotta sull’etichetta di una selezione di Amarone Costasera 2003, storica annata da collezione della Cantina Privata Boscaini.

Il ricavato della vendita di questa limited edition ha finanziato la borsa di studio per il tirocinio nel cele bre Berengo Studio a Murano, fucina del vetro arti stico frequentata dai più grandi artisti interessati a scoprire i segreti di quest’arte. Libertee ha scelto come destinataria della borsa Irina Deryabina, giovane e ta lentuosa scenografa del teatro Bol’šoj di Mosca, e con lei ha par tecipato in prima persona alla scholarship veneziana.

The result was ‘Jaba’ (toad in Russian), an original piece of art inspired by the patterns and textures of a toad’s skin, with its invitation to respect nature in all its forms, as expressed in all the artist’s existing public art installations on ecological themes. ‘Jaba’ was then reproduced on the label of a run of Costasera Amar one, vintage 2003, an historic vintage laid down at the Cantina Privata Boscaini.

The proceeds from the sale of this limited edition then provided a scholarship for a new intern at the famous Studio Berengo in Murano, a glass-blowing forge well known as a repository for the secrets of the art. Libertee chose Irina Dery abina, a talented young set de signer from the Bolshoi theatre in Moscow, as the recipient of the scholarship, and took part in the course at Murano with her.

stand each other and come together.” Inaugurated in November 2021, the fifth edition of ‘Costasera Con temporary Art’ saw Libertee, the versatile 37-yearold artist and designer from St. Petersburg, commis sioned to create a work of art dedicated to Costasera Amarone and its label.

Pagina precedente Misha e Irina al lavoro presso l'antica vetreria Studio Berengo di Murano, Venezia

L’antica arte vetraria incontra le forme artistiche Ancientcontemporaneeglassmaking meets contemporary art forms

Previous page. Misha and Irina at work at the ancient Studio Berengo glassworks in Murano, Venice

A lato. Tigre combatte l’anaconda esprime un tema attuale: “Nei conflitti non ci sono vincitori e vinti, perché alla fine tutti perdono”

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Opposite. Tiger fights

Anaconda has a topical theme: “In conflicts there are no winners and losers, because everyone loses in the end’’

“Appena mi è stata data l’occa sione di avvicinarmi a un’arte così

“I leapt at the opportunity to get to know more about this ancient

During their course in Venice, which ended in July, the two artists created two works with the help of master glassmakers: both in Murano glass, of course, and on very topical themes.

Nello stage veneziano conclusosi a luglio gli artisti hanno realizzato, con l’aiuto dei maestri vetrai, due opere: in vetro di Murano naturalmente e su temi di grande attualità.

Tigre combatte l’anaconda è l’opera di Libertee, che richiama il tema della battaglia e dei conflitti sen za vincitori né vinti. “L’idea è che entrambe le fazio ni hanno le loro ragioni”, spiega l’artista, “ma non ci sono vincitori nelle battaglie perché alla fine negli scontri tutti perdono”. S’intitola invece Un uomo e una donna l’opera realizzata da Deryabina e ispirata alle Avanguardie russe. Potente il messaggio: uomo e donna sono simili, se visti come esseri umani e a con tare non è mai la differenza di genere, ma la persona lità di ciascuno: dall’arte alla vita e viceversa.

The art of glassmaking is of inestimable value, the result of the interaction between man and matter

Pagina precedente. L’arte vetraria ha un valore inestimabile, frutto dell’interazione tra uomo e materia

antica, famosa nel mondo come lavorazione artigia nale di alto pregio, non ho esitato a cogliere l’oppor tunità”, spiega Libertee, “conscio del valore inesti mabile che un manufatto, frutto dell’interazione tra uomo e materia, conserva in ogni epoca”.

A lato Irina Deryabina, Alessandra Boscaini e Misha Libertee

This page. Irina Deryabina, Alessandra Boscaini and Misha Libertee

Camilla Madinelli, from Verona, a professional journalist since 2007, lives and works in Valpolicella. Correspondent for the Verona daily newspaper ‘L’Arena’ covering current affairs, the local area and the culture of her land, where wine takes up the lion’s share. Degree in modern literature. In 2008 she won the Natale Ucsi prize: ‘Il genio della donna’.

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Camilla Madinelli, veronese, giornalista professionista dal 2007, vive e lavora in Valpolicella. È corrispondente del quotidiano di Verona ‘L’Arena’. Si occupa di attualità, territorio e cultura della sua terra, dove il vino fa la parte del leone. È laureata in Lettere moderne. Nel 2008 ha vinto il premio Natale Ucsi: ‘Il genio della donna’.

Tiger fights Anaconda is the one made by Libertee, which shows conflict without winners or losers. “The idea is that both parties are in the right,” the artist explains, “but there are no winners in the battle be tween them and in the end they both lose.”

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art, famous throughout the world for its high level of craftsmanship,” explains Libertee, “I’m aware of the inestimable value that products made this way have in every era.”

Deryabina’s work on the other hand is inspired by the Russian Avant-garde and is entitled A Man and a Woman. The message is a powerful one: men and women are similar when seen as human beings and it is never the gender difference that counts, it is their individual personalities. What’s true in art is true in life, and vice versa.

di Lorenzo Reggiani

Quale è stata l’esperienza lavorativa più importante nella sua lunga carriera? Quando facevamo questa domanda a Gianfranco De Bosio, uno dei maggiori registi italiani, rimasto in piena attività fino alla bella età di 93 anni, ci rispondeva così: “Fra teatro di prosa o lirico, o cinema, o progetti televisivi italiani ed internazionali mi perdo e mi affogo nel mare di realizzazioni. Ma, a distanza di tanti anni, ripensando al Mosè del 1974 con protagonista Burt Lancaster, porto la memoria di un’e sperienza per me fondamentale non solo sotto il profilo professionale, ma perché mi ha offerto l’occasione di

Addio al regista che riscoprì il Ruzante e rilanciò la grande lirica a Verona Farewell to the director who rediscovered Ruzante and relaunched grand opera in Verona

DALLA FONDAZIONE

GIANFRANCO DE BOSIO, UNA VITA PER IL TEATRO E GIANFRANCOL’ARENA DE BOSIO, A FORLIFETHE THEATRE AND THE ARENA

Il 4 maggio scorso si è spento a Milano il regista Gian franco De Bosio, protagonista di spicco del teatro italiano del secondo Novecento. Era nato a Verona nel 1924 e nella città natale è stato sovrintendente dell’Arena alla cui valorizzazione ha dato un contri buto fondamentale nel corso dei suoi due mandati. Partigiano e membro del Cln veronese, nel dopo guerra si laureò a Padova con Diego Valeri e fondò il Teatro dell’Università patavina. Nel 1984 fu insignito del Premio Masi Civiltà Veneta.

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Fu insignito nel 1984 del Premio Masi Civiltà Veneta

What was the most important thing that happened to you professionally in your long career? We put this question to Gianfranco De Bosio, one of Italy’s great est artistic directors, active until the fine old age of 93. “In a sea of productions spanning theatre, opera, and cinema, with Italian and inter national television projects as well, I get a bit lost. But even after so many years, the 1974 film ‘Moses’, starring Burt Lancaster, was a fundamentally important experience for me, not only from a professional point of view, but because it gave me the opportunity to learn more about an important fig

Director Gianfranco De Bosio, a leading protagonist of Italian theatre in the second half of the 20th cen tury, passed away in Milan on 4 May. He was born in Verona in 1924, and in his hometown he was Super intendent of the Arena, which he developed greatly during his two terms of office. A Partisan and mem ber of the CLN for Verona, he graduated at Padua with Diego Valeri after the war and founded the Padua University Theatre. In 1984 he was awarded the Masi Civiltà Veneta Prize.

FOUNDATIONAPPROFONDIMENTIMASIFROMTHEMASIINSIGHTS

In 1984 he was awarded the Masi Civiltà Veneta Prize

Nella stagione areniana 1982, il regista De Bosio ripropose in grande stile l’allestimento dell’Aida di Giuseppe Verdi del 1913. Ebbe un enorme successo! In the 1982 Arena season, theatre director De Bosio revived Giuseppe Verdi’s 1913 staging of Aida in style. It was a huge success!

ure in history. It was a project that took me round the world and was the RAI’s first international Italian-Eng lish-American production, scripted by Anthony Bur gess, and filmed in Israel.”

approfondire e far conoscere un protagonista della storia dell’umanità. Fu un progetto che fece il giro del mondo e fu la prima produzione internazionale italoinglese-americana della Rai, sceneggiata da Anthony Burgess, girata in Israele”.

La vita di De Bosio è stata così ricca e sfaccettata che è davvero difficile scegliere un momento, un’opera, una regia. “La più bella regia. La mia vita” aveva intito lato giustamente la sua autobiografia uscita nel 2016 da Neri Pozza, che ci consegna il suo autoritratto, che è insieme il ritratto di un artista (non solo regista, an che sceneggiatore e docente universitario) e di un uomo. Un uomo normalmente, comunemente bor ghese ma straordinario. Ha insegnato Arti e Spettaco lo all’Università IULM di Milano fino al 2016 e dal 1998 aveva insegnato recitazione nella scuola del Piccolo Teatro di Milano. Con i suoi spettacoli fece conosce

De Bosio’s life is so rich and multifaceted that it is tru ly difficult to choose just one moment, one work, one production. ‘The most beautiful production. My lifÈ is his aptly titled autobiography, published in 2016 by Neri Pozza. This is his self-portrait, both professionally – not only as an artistic director, but also as a screen writer and university lecturer – and as a man. A com fortably middle-class man, but truly extraordinary. He taught Arts and Entertainment at the IULM University in Milan until 2016 and had a career teaching acting at the Piccolo Teatro school in Milan starting in 1998. His productions of works by the Renaissance authoractor Angelo Beolco, known as Ruzante, brought the

re46 a livello internazionale il teatro dell’autore-attore del Rinascimento Angelo Beolco, detto il ‘Ruzante’. Curò le prime regie di Bertolt Brecht nel dopoguerra in Italia, portò sulla scena decine di autori: da Eschilo a Shakespeare a Machiavelli, da Calderón de la Barca a Molière, a Goldoni e Alfieri, da Cechov a Shaw, da Pirandello ai moderni (Svevo, Sartre, Moravia ed al tri). Famosa la messinscena di Se questo è un uomo di Primo Levi con la partecipazione di cinquanta atto ri di tutte le nazioni d’Europa. Il suo film Il terrorista, presentato alla Mostra del cinema di Venezia del 1966, pluripremiato, è considerato oggi un classico del cine ma sulla Resistenza. Particolare successo ebbe il film La Betia tratto dalle commedie del Ruzante, con Nino Manfredi e Rosanna Schiaffino. L’attività di De Bosio nel campo della lirica si svolse in Italia, in Europa, in Israele, in Giappone e in Cina. Rea lizzò la tetralogia di Wagner, l’Orfeo di Monteverdi e opere di Haendel, Salieri, Mozart, Rossini, Donizetti, Gounod, Masse net, Puccini e di molti autori con temporanei. Rivolse particolare attenzione a Verdi. Nel 2011 realiz zò, all’Opera di Stato di Budapest, Don Giovanni di Mozart; nel 2015 mise in scena, al Teatro Nazionale Slovacco di Bansk a Bystrica, Ma

Fu De Bosio nel 1982 a riproporre in Arena

la prima Aida del 1913

His staging of Primo Levi’s If This is a Man with the participation of fifty actors from all the nations of Europe is famous. His film Il Terrorista, which was premiered at the 1966 Venice Film Festival and won numerous awards, is considered a classic of works on the Resistance today. One particular success was the film La Betia, based on comedies by Ruzante, starring Nino Manfredi and Rosanna Schiaffino. De Bosio’s activities in the world of opera took place in Italy, Europe, Israel, Japan and China. He produced Wagner’s Ring Cycle, Monteverdi’s Orfeo and operas by Handel, Salieri, Mozart, Rossini, Donizetti, Gounod, Massenet, Puc cini, and many contemporary com posers. He paid particular atten tion to Verdi. In 2011 he produced Mozart’s Don Giovanni at the Bu dapest State Opera; in 2015 he staged Donizetti’s Maria Stuarda at the Slovakian National Theatre in

playwright to fame internationally. He curated Ber tolt Brecht’s first post-war productions in Italy, and directed works by dozens of other playwrights, from Aeschylus to Shakespeare and Machiavelli, from Cal deron de la Barca to Molière, and Goldoni and Alfi eri, from Chekhov to Shaw, from Pirandello to more modern authors (Svevo, Sartre, Moravia and others).

It was De Bosio who recreated the original 1913 Aida in the Arena in 1982

Lorenzo Reggiani, journalist, former head of the Culture and Performing Arts section of the daily newspaper ‘L’Arena’. Former publishing adviser for Neri Pozza. Lecturer in Publishing and Journalism at the University of Verona and for the course on Lifelong Learning; member of the Literary Society and Cinema Circle management in Verona.

Pagina precedente. De Bosio ricevette il Premio Masi Civiltà Veneta nel 1984 con Antonio Cibotto e Anna Proclemer; fu poi coinvolto nelle attività promosse dalla Fondazione Masi Previous page. De Bosio received the Masi Civiltà Veneta Prize in 1984 (pictured next to Antonio Cibotto and Anna Proclemer). De Bosio was then involved in activities organised by the Masi Foundation

ria Stuarda di Donizetti. Fu Sovrintendente dell’En te lirico Arena di Verona per due mandati, dal 1969 al 1972 e dal 1992 al 1998. In Arena debuttò nel 1977 con la regia di Romeo e Giulietta di Gounod. Nel 1979 realizzò Mefistofele di Boito, nel 1982 Otello di Verdi e la rievocazione della storica Aida del 1913: al lestimento con ben diciassette edizioni, rappresen tato anche in Svizzera, in Germania, a Vienna, a Tok yo e in Israele. Nel 1987 curò la regia della Traviata e nel 1991 di Nabucco

47

Lorenzo Reggiani, giornalista, già caposervizio Cultura e Spettacoli del quotidiano ‘L’Arena’. Già consulente editoriale per Neri Pozza. Già docente di Editoria e Giornalismo presso l’Università di Verona e del corso per l’Educazione permanente; membro della Società Letteraria e del direttivo del Circolo del Cinema sempre di Verona.

Bansk à Bystrica. He was Superintendent of the Arena di Verona Opera House for two terms, from 1969 to 1972 and from 1992 to 1998. He made his debut in the Arena in 1977 with the direction of Gounod’s Romeo et Juliette. In 1979 he staged Boito’s Mefistofele and in 1982 Verdi’s Otello. His re-enactment of the histor ic Aida of 1913 had no fewer than seventeen perfor mances, including in Switzerland, Germany, Vienna, Tokyo and Israel. In 1987 he directed Traviata and in 1991 Nabucco. For many, De Bosio’s name is linked to the Arena, and rightly so, having been, as already mentioned, twice superintendent. When we asked him what was the fondest memory he kept of those years, he had no doubts: “It was when Superinten dent Carlo Alberto Cappelli asked me to reconstruct the production of Aida that launched opera perfor mances in the amphitheatre itself in 1913, using two designs drawn by the Veronese architect Ettore Fagi uoli and a few newspaper cuttings from the time. This Aida, with various updates, has now been part of the Arena repertoire since 1982.”

Per molti il nome di De Bosio è legato all’Arena: ha ragione; fu – come detto – due volte sovrintendente. Quando gli chiedevamo quale fosse il ricordo più bel lo che conservava per quegli anni, non aveva dubbi: “Fu quando il sovrintendente Carlo Alberto Cappelli mi propose di ricostruire l’Aida che aveva inaugurato nel 1913 gli spettacoli lirici nell’anfiteatro, sulla base dei due disegni dell’architetto veronese Ettore Fagiu oli e di scarsi ritagli di giornali dell’epoca. Questa Aida, con vari aggiornamenti, è stata presente dal 1982 nel repertorio areniano”.

A lato. Il regista e sceneggiatore fu anche Sovrintendente dell’Ente Lirico di Verona per due mandati This page. The director and screenwriter De Bosio also had two terms of office as Superintendent of the Verona Opera House

Il video sulla ‘lettura’ di Alberto Zucchetta dello splendido monile A video about Alberto Zucchetta’s ‘reading’ of the magnificent jewel

LA PREZIOSA ‘STELLA DI

‘CANGRANDETHEDELSOTTOCANGRANDE’LALENTEMAESTROORAFOINVALUABLESTAR’EXAMINEDBYAMASTERGOLDSMITH

a cura della Redazione / Editorial contribution

Goldsmith, engraver, and above all a very versatile sculptor, maestro Alberto Zucchetta has an abiding in terest in symbolism. Proof of his passion and expertise on the subject was provided on 25th May at the Ac cademia dell’Agricoltura Scienze e Lettere di Verona in Verona during the launch of his book Dante Giotto Cangrande and the secret allure of the stars: symbolism and mathematics in the 14th-century gold Scaligera star, with an introduction by Vitto rio Sgarbi. The theme of the meeting, with its exhaus tive report by Professor Giancarlo Volpato, was the meticulous re search carried out by the Venetian maestro Zucchetta, working in Verona since 1965, for his reproduction of 'Cangrande’s Star', the jewel made of gold and precious stones that “came untouched from the fourteenth century”.

Orafo, incisore ma più in generale poliedrico arti sta scultore, il maestro Alberto Zucchetta coltiva da sempre lo studio della simbologia. Di questa sua passione e della competenza in materia se ne è avuta riprova il 25 maggio presso l’Accademia dell’Agricol tura Scienze e Lettere di Verona di Verona alla pre sentazione del video dedicato al suo libro Dante Giotto Cangrande e il fascino segreto delle stelle. Uno studio fra simbologia e matemati ca della stella scaligera in oro del XIV Secolo, con un’introduzione di Vit torio Sgarbi. A far da filo condut tore dalnodalsoèGiancarlonesaustivaarricchitodell’incontro,daun’erelaziodelprofessorVolpato,statoilmeticolostudiorealizzatomaestroveneziaoperanteaVerona1965,perlasuaripro

48 DALLA FONDAZIONE

FOUNDATIONAPPROFONDIMENTIMASIFROMTHEMASIINSIGHTS

A lato. Giancarlo Volpato, relatore dello studio di Zucchetta – al centro –, con Gianni Lollis all’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona

duzione della ‘Stella di Cangrande’, il monile in oro e pietre preziose “arrivato dal Trecento senza mano missioni”, e ritrovato a Verona nel 1938. Un monile di valore Secondoinestimabile.Zucchetta la spilla, che ha funzioni di co smogramma, sarebbe stata preparata per il signore di Verona, Cangrande, che a inizio Trecento accolse alla corte scaligera l’esule fiorentino Dante Alighie ri ma anche Giotto, ed è questa una tesi che il libro pubblicato da Gingko Edizioni rilancia con prove ine dite. Nelle sue ricerche sul gioiello oggi custodito al Museo di Castelvecchio, Zucchetta ha riscontrato concordanze mistico-matematiche con la celebre ‘O’ di QuestaGiotto.non sarebbe una semplice dimostrazione della mano ferma del grande pittore ma piuttosto il riferimento ad una sorta di mondo parallelo. La chiave dell’enigma rappresentato dall’originale in treccio tra disegno della Stella e disposizione dei 245 fra rubini, smeraldi e perle che la adornano, risiede – sostiene Zucchetta – nel numero 3 e nei suoi multipli. E dunque a ‘go vernare’ il misterioso gioiello sa rebbe la formula pitagorica della tetraktýs (o tetrattide o sacra decade) e dell’esagramma (unio ne di due triangoli equilateri) ba sato nel cerchio.

La spilla risale al Trecento quando la corte scaligera ospitò Dante e (forse) Giotto

Previous page. Faithful reconstruction of the Scaligera star by Alberto and Cristian Zucchetta

49 Venetian maestro Alberto Zucchetta has been work ing in Verona since 1965 and the book revealed his research on the Stella di Cangrande (The Cangrande Star), a 14th-century jewel made of gold and inlaid with precious stones that was rediscovered in immaculate condition in Verona in 1938. According to Zucchetta, the brooch, which is in the form of a cosmogram, was made for Cangrande, the ruler of Verona who wel comed both the exiled Dante Alighieri as well as Giotto to the Scaligera court in the early 14th century. This is the thesis of the new book published by Gingko Edizioni which contains much original re search on the jewel now housed in the Museo di Castelvecchio. In it, Zucchetta describes mystical and mathematical concordances with Giotto’s fa mous ‘O’ – here not a demonstration of the great painter’s steady hand but rather a reference to a kind of parallel world. The key to the meaning of the design used for the Star and the arrangement of the 245 rubies, emeralds and pearls that adorn it, lies – Zucchetta maintains – in the number 3 and its multiples. And therefore what ‘governs’ the mysterious jewel is the Pythagorean formu la of the tetraktýs (the tetrad or sacred decade) and the hexa gram (composed of two equilat eral triangles) located in a circle.

This page. Giancarlo Volpato, Zucchetta's study supervisorcentre -, with Gianni Lollis at the Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona

Pagina precedente. Ricostruzione fedele della stella scaligera opera di Alberto e Cristian Zucchetta

The brooch dates back to the 14th century when the Scaliger court hosted Dante and (maybe) Giotto

DALLA FONDAZIONE

Protagonista – con musiche di Bach, Albinoni, Tarti ni, Boccherini, Marcello e Vivaldi – l’orchestra d’archi ‘Gaetano Zinetti’ diretta dal maestro Marco Morelato, fondatore e coordinatore artistico del Premio Inter nazionale di Musica da Camera ‘Zinetti’, che ha sem pre avuto la Fondazione Masi tra i sostenitori.

FOUNDATIONAPPROFONDIMENTIMASIFROMTHEMASIINSIGHTS

50

THEWITHINTWOFONDAZIONESOSTENUTICONCERTIDALLAMASICONCERTSTHEVENETOHELPFROMMASIFOUNDATION

L’evento musicale scaligero – promosso tra gli altri dall’Associazione Fra’ T. Zardini, dal Convento di San Bernardino e dalla Provincia di Verona – è avvenuto nell’ambito della conferenza ‘Fra’ Terenzio Zardini e il canto liturgico: il rapporto tra Parola e musica’. Alla relazione di p. Domenico O. Damini si sono affian cati interventi corali e strumentali da opere del fran cescano e musicista veneto. A eseguirli era presente il coro della cattedrale di Verona, diretto da Giovanni Geraci e accompagnato da Letizia Butterin all’organo. L’appuntamento in Laguna, promosso ancora dall’As sociazione Zardini e dai Frati Minori del Veneto con il patrocinio della Regione, ha proposto il concerto ‘Uniti per la pace’, per la raccolta di fondi a favore del la popolazione ucraina.

In linea con la tradizione che da vent’anni la vede im pegnata nella valorizzazione della cultura musicale delle Venezie, la Fondazione Masi ha sostenuto due appuntamenti concertistici: il primo, presso il duomo di Verona l’11 giugno e il secondo il 10 settembre a Ve nezia in San Francesco della Vigna.

In line with its 20-year tradition of promoting the mu sical culture of the Venetian regions, the Masi Foun dation has given its assistance to two musical events, the first on 11 June at the Duomo of Verona and the second on 10 September at San Francesco della Vi gna in Venice. The concert in Verona – promoted among others by the Fra’ T. Zardini Association, the Convento di San Bernardino and the Province of Ve rona – took place as part of the conference ‘Fra’ Ter enzio Zardini and liturgical chant: the relationship be tween the Gospel and music’. A talk by Fr. Domenico O. Damini was flanked by extracts from choral and instrumental works by Zardini, the Franciscan friar from Venice, performed by the choir of Verona Ca thedral, conducted by Giovanni Geraci and accompa nied by Letizia Butterin on the organ. The event in Venice, again promoted by the Zardini Association and the Franciscan Friars of the Veneto with the patronage of the Regional government, was styled as a ‘United for Peace’ concert, to raise funds for the Ukrainian people. On stage, playing music by Bach, Albinoni, Tartini, Boccherini, Marcello and Vival di, was the ‘Gaetano Zinetti’ string orchestra conduct ed by Maestro Marco Morelato, founder and artistic coordinator of the ‘Zinetti’ International Chamber Music Prize, which has always had the Masi Founda tion as one of its partners.

NOTE VENETE PER DUE

Il ristorante “Le Calandre” di Rubano (Padova) è entrato nella Top Ten della classifica dei “The World’s 50 Best Restaurant”. Lo chef Massimiliano Alajmo, Premio civiltà Veneta 2015, anima di questo “presidio gastronomico iconico del Veneto”, ha ricevuto l’Oscar della ristorazione mondiale il 18 luglio a Londra.

ALLO CHEF ALAJMO L’OSCAR DELLA RISTORAZIONE MONDIALE

A new PhD course in Space Sciences and Technology will start in the autumn at the University of Trento, run by 20 universities and 7 research centres. The coordinator is physicist Roberto Battiston, former president of the Italian Space Agency and winner of the Civiltà Veneta 2021 Prize. 38 scholarships will be available for students.

Il progetto “67 colonne per l’Arena”, cui ha aderito anche Masi spa, è stato premiato come migliore iniziativa 2021 dal Ministero della Cultura. Il progetto di fundraising si è posto l’obiettivo di riunire 67 imprese accomunate da uno spirito di responsabilità sociale, nel sostegno all’anfiteatro romano di Verona.

UN CORSO SPAZIALE A TRENTO CON ROBERTO BATTISTON

67 COLUMNS FOR THE ARENA BEST CULTURAL PROJECT 2021

67 COLONNE PER L’ARENA MIGLIOR PROGETTO CULTURALE 2021

LA ‘LEGION D’ONORE’ ALL’ENOLOGA JEANNIE CHO LEE

WINE CRITIC JEANNIE CHO LEE GIVEN ‘LEGION OF HONOUR’

Nuovo corso di dottorato in ‘Space Sciences and Technology’ dall’autunno all’università di Trento, gestito da 20 atenei e 7 centri di ricerca. A coordinarlo sarà il fisico Roberto Battiston, già presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana e Premio Civiltà Veneta 2021. A disposizione 38 borse di studio per gli studenti.

51 FLASH FOUNDATIONFONDAZIONEDALLAMASIFROMTHEMASIFLASH

The ‘67 Columns for the Arena’ project, in which Masi also took part, has been awarded Best Cultural Project 2021 by the Ministry of Culture. The aim of this fundraising project was to bring together 67 companies united by a spirit of social responsibility in support of Verona’s Roman amphitheatre.

A SPACE COURSE IN TRENTO WITH ROBERTO BATTISTON

The restaurant ‘Le Calandre’ in Rubano (Padua) has been voted one of the Top Ten in ‘The World’s 50 Best Restaurants’. Chef Massimiliano Alajmo, winner of the Civiltà Veneta 2015 Prize and guiding light of this ‘iconic gastronomic stronghold of the Veneto region’, was awarded the Oscar of the international restaurant world in London on 18 July.

Prima persona del continente asiatico ad essere accreditata nel 2008 come Master of Wine e Premio Civiltà del Vino 2019, fu l’enologa coreana-americana Jeannie Cho Lee, che vive a Hong Kong: è stata insignita della Légion d’honneur, la più alta onorificenza conferita dallo Stato francese.

ALAJMO WINS OSCAR OF INTERNATIONAL RESTAURANT WORLD

The first person from Asia to be made a Master of Wine, in 2008, and winner of the Civiltà del Vino Prize 2019, the Korean-American wine critic Jeannie Cho Lee, who lives in Hong Kong, has been awarded the French state’s highest honour, the Légion d’honneur

CLAUDIO MAGRIS, CONVERSAZIONE SU VITA E LETTERATURA

MATTARELLA NOMINA ANDREA RIGONI CAVALIERE DEL LAVORO

MATTARELLA MAKES ANDREA RIGONI A CAVALIERE DEL LAVORO

Presentato alla rassegna #cinemanordest tenutasi in luglio a Trieste, Welcome Venice di Andrea Segre (autore del documentario Il Gusto del Tempo sull’Amarone Masi). Il film su Venezia ‘che si sente scomparire’ è interpretato tra gli altri da Roberto Citran, Premio Civiltà Veneta 2021.

CLAUDIO MAGRIS, CONVERSATIONS ON LIFE AND LITERATURE

È stato nominato Cavaliere del lavoro dal presidente Sergio Mattarella Andrea Rigoni, presidente dell’omonima azienda di Asiago, da lui fondata nel 1979 e insignita del Premio Civiltà Veneta 2020. Nata come piccola impresa di apicoltura, oggi produce miele e confetture esclusivamente biologici.

Marco Paolini, Premio Civiltà Veneta 2000, ha presentato al Teatro Romano di Verona, , musical tascabile come l’ha definito. È la storia di un padre entrato nel gioco del figlio dove le carte della memoria e del presente, del virtuale e del reale si sparigliano. Con lui sul palco la cantante Patrizia Laquidara.

52 FLASH FOUNDATIONFONDAZIONEDALLAMASIFROMTHEMASIFLASH

The young writer Paolo Di Paolo, talking about literature as a guide to life, with Claudio Magris, one of the giants of contemporary European literature and winner of the Civiltà Veneta 1990 Prize. This is how the book Inventarsi una vita (Planning out a life), published by Nave di Teseo, is described.

Un giovane scrittore Paolo Di Paolo che dialoga sulla letteratura come ponte verso l’esistenza, con Claudio Magris, uno dei ‘giganti’ della letteratura europea contemporanea e Premio Civiltà Veneta 1990. Così è nato il libro Inventarsi una vita, firmato dai due scrittori per i tipi di Nave di Teseo.

ANDREA SEGRE’S WELCOME VENICE AT #CINEMA NORDEST

Marco Paolini (Civiltà Veneta Prize 2000), has premiered ‘Boomers’, a self-styled pocket musical, at the Teatro Romano in Verona. It is the story of a father who gets becomes part of his son’s game where the past and the present, the virtual and the real all get mixed up. With him on stage is singer Patrizia Laquidara.

, IL MUSICAL TASCABILE DI MARCO PAOLINI

Welcome Venice by Andrea Segre (director of the The Taste of Time documentary about Masi Amarone), premiered at the ‘#cinemanordest’ festival held in Trieste in July. Starring Roberto Citran (Civiltà Veneta Prize 2021), amongst others, the film is about a Venice, that feels like it’s disappearing

A #CINEMA NORDEST ‘WELCOME VENICE’ DI ANDREA SEGRE

BOOMERS, THE POCKET MUSICAL BY MARCO PAOLINI

Andrea Rigoni (Civiltà Veneta 2020), president and founder of the eponymous company in Asiago, has been appointed Cavaliere del Lavoro by Italian President Sergio Mattarella. Founded as a small beekeeping enterprise in 1979, the company makes exclusively organic honey and jams.

2014 Andrea Bocelli

2009 Lino PaoloCarloDaineseMazzacuratiRumiz

2019 Alain Finkielkraut

2010 Péter Esterházy

1982 I Solisti veneti Uto Ughi

2015 Massimiliano Alajmo Carlo Rovelli Elisa Toffoli

2012 Lynne [MastersSherriffofWine Institute]

Cecilia Danieli

2003 Gabriella Belli Novello Finotti Cesare Montecucco

2016 Natalino Balasso Giosetta Fioroni Lorenzo Mattotti

2019 Jeannie Cho Lee

2000 Sirio Maccioni

2011 Jacques Orhon

2006 Pino MarsilioFondazioneCastagnaCariveronaEditori

2018 Cardinale Mario Zenari

2012 Andrea GianGiovanniBattistoniRadossiAntonioStella

2020 Filippo Grandi

Pierre Rosenberg

2004 Andrea [ComunitàMucciolidiS.Patrignano]

COMMISSIONE DEL ‘PREMIO MASI PER LA CIVILTÀ VENETA’

1995 Noris Siliprandi 1996 PhilippinedeRothschild

2002 Silvio Bertoldi Ilvo SusannaFulvioDiamantiRoiterTamaro

2021 Attilio Scienza

’INTERNATIONAL MASI CIVILTÀ DEL VINO PRIZÈ RelatoreCOMMISSION/Speaker

Giuseppe Zigaina

2020 Gruppo Riedel Glass

2008 Bepi De Marzi Lionello GiovanniPuppiMaria Vian

2016 Roger Scruton

1998 Carlo Guarienti Paola Malanotte

2006 Alvise Zorzi

2011 Mons. Luigi Mazzucato

1983 Casa BrunoMarzottoVisentini

DELLACONSIGLIOFONDAZIONE MASI MASI PresidenteBOARDFOUNDATION/President

2021 Elena Cattaneo

2001 Mario Rigoni Stern Renzo AndreaWolfgangRossettiWoltersZanzotto

2020 Ilaria AndreaReinholdCapuaMessnerRigoni

Consiglieri / Board Members Michele PieralviseMaurizioFedericoFrancaMarzioBrunoFrancescoBauliBenedettiBoscainiBredaCoinGirottoMarinodiSeregoAlighieri

CIVILTÀ DEL VINO

Vicepresidente / Vice-President Sandro Boscaini

2005 Guido Bertolaso Gillo AlessandroFrancescoDorflesMacedonioMazzucco

2021 Roberto Battiston Jane da Mosto Paolo Fazioli

2008 Sanjit Bunker Roy

1995 Isabella Bossi Fedrigotti

2000 Fondazione Giorgio Cini Tommaso Padoa-Schioppa Marco GiuseppePaoliniSinopoli

1996 Ivano Beggio Don Antonio Mazzi

2013 Giovanni Bonotto Giacomo Rizzolatti Sergio Romano

2001 Fratelli Torres

2007 Peter Hayes

2015 Giuseppe Martelli

2005 Federico Castellucci

1992 Fernando Bandini Giuseppe Gozzetti Demetrio Volcić

1986 Casa LucianoOttavioBenettonMissoniVistosi

2010 Metropolita Sergi di Nekresi

2018 Gerard Basset

1981 Elio AlviseGiulioBiagioBartoliniMarinNascimbeniZorzi

Piero AlessandroEzioJensAngeloLucianoSandroAntinoriBoscainiFerraroGajaPrieweRivellaTorcoli

1990 Claudio Magris Zoran Musić

’MASI CIVILTÀ VENETA PRIZÈ COMMISSION Sandro PERINTERNAZIONALECOMMISSIONEFilibertoStefanoMarcoGiovanniPaoloPiladePaolaPiergaetanoStefanoFrancescoMassimoPieralviseIlvoGabrieleFrancaMarzioIsabellaBoscainiBossiFedrigottiBredaCoinColleoniDiamantidiSeregoAlighieriFerroGiavazziLorenzettoMarchettiMariniRielloPossamaiMariaVianVigevaniZecchiZovicoDEL‘PREMIOMASILACIVILTÀDELVINO’

1984 Antonio AnnaGianfrancoCibottoDeBosioProclemer

Segretario / Secretary Marco Vigevani

1988 Gaetano FulvioPiladeGiancarloCozziLigabueRielloTomizza

2014 Umberto Contarello Mario AssociazioneAlbertoIsnenghiPassiperVille Venete

1991 Zelma Long 1993 Hugh Johnson

2003 Nicolò Incisa della Rocchetta

2018 Ferdinando Camon Christian Greco Carlo Nordio

1997 Enzo FedericoPierreBettizaCardinFaggin

1999 Tullio Kezich

2008 Donald Ziraldo

2003 Milan Kucan

2007 Hans-Dietrich Genscher

Isabella Bossi Fedrigotti

CIVILTÀ VENETA

2007 Antonia Arslan Gianni Berengo Gardin Milo Manara

2011 Giuseppe Battiston Arrigo MassimoCiprianiMarchiori

Cleto GiorgioMunariZanotto

Paul LuciaGirolamiValentini Terrani

Revisore / Auditor Giovanni Aspes

1994 Pier Giuseppe Cevese Renato ApollinareErmannoOlivieriOlmiVeronesi

2019 Roberto Citran Pietro NandoLuxardoPagnoncelli

dati al 5.09.2022

1989 Emile Peynaud

Federico Castellucci

1998 Ezio Rivella

2002 Famiglia Krug

2009 George Sandeman [Wine in moderation]

GROSSO D’ORO VENEZIANO

2005 Vartan Oskanian

2009 Luigi Luca Cavalli-Sforza

2013 Marjane Satrapi

2014 Svetlana Aleksievič

2015 Marina Militare Italiana

2017 Emilio Franzina Paola Marini Elena Zambon

ALBO D’ONORE DEL PREMIO MASI MASI PRIZE ROLL OF HONOUR

Luigi Meneghello

2010 Diana Bracco De Silva Mario FrancescoBrunelloTullio-Altan

2004 Ferruccio De Bortoli Nadia Santini Ettore Sottsass

1999 Mondavi & Frescobaldi [Luce Joint Venture]

2006 Antonio Carluccio

2013 Progetto Le Vigne di Venezia

2017 Luigi Moio

Hugo Pratt

2016 Ágnes Heller

1987 Angelo Betti

PER INFORMAZIONI FURTHER INFORMATION www.fondazionemasi.com

2012 Kuki Gallmann

2017 Yolande Mukagasana

Villa Serego Alighieri in Valpolicella 37015 Gargagnago - Verona - Telefono +39 045 6832511 www.fondazionemasi.com · www.masi.it

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