Le Venezie n. 54 anno 2023

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cultura e territorio

2 MASI, UN’IDEA DI TERRITORIO E COMUNITÀ MASI, AN IDEA OF LOCATION AND COMMUNITY di Paolo Possamai

18 BERGAMO BRESCIA UNA CAPITALE ‘VENEZIANA’ BERGAMO BRESCIA A ‘VENETIAN’ CAPITAL di Paola Marini

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LA BOTTIGLIA MASI FIRMATA DA LISSONI THE MASI BOTTLE DESIGNED BY LISSONI di Matteo Borré

Anno 19Numero 54Aprile 2023POSTE ITALIANE SPASPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE70%DCB VERONA

In copertina. La bottiglia Masi in lavorazione

Direttore responsabile

Gabriele Colleoni

In redazione

Dora Stopazzolo

Cristina Valenza

Elisa Venturini

Traduzioni

Stephen Hobley

Impaginazione e stampa

Tipografia La Grafica Vago di Lavagno (Vr)

Referenze fotografiche

Archivio Fondazione Masi

Archivio Masi

Archivio Serego Alighieri

Leonardo Bellotti/

paesaggio italiano

Alessandro Beltrame

Lorenzo Mattotti

Museo Gypsotheca

Antonio Canova

PrEcLab

Barbara Proserpio

Jacopo Salvi

Ester Vaga

Hanno collaborato

Chiara Boracchi

Matteo Borré

Giovanna Capretti

Paola Marini

Moira Mascotto

Paolo Possamai

© 2023 – Fondazione Masi, Villa Serego Alighieri, Gargagnago di Valpolicella (Verona)

Testi e immagini possono essere riprodotti, anche parzialmente, con autorizzazione

Pubblicazione realizzata con il contributo di Masi Agricola SpA

Anno 19 - Numero 54 - Aprile 2023 - pubblicazione quadrimestrale Registrata presso il Tribunale di Verona il 24 giugno 2005, n. 1669

1 L’amore per il territorio e la cultura come cura Love for the land and culture as care or cure di Gabriele Colleoni

2 Masi, il valore che sa di territorio e di comunità Masi, values reflecting territory and community di Paolo Possamai

8 Famiglia e impresa: le memorie che guardano al futuro

Family and business: memories that look to the future

Redazionale

12 Il Masi Tour continua in Italia e all’Estero The Masi 250 Tour continues in Italy and abroad Redazionale

18 Quanta Venezia nella ‘Capitale della Cultura’ Bergamo Brescia

Venetian style of the Bergamo Brescia ‘Capital of Culture’ di Paola Marini

24 Bergamo Brescia: due città, una ‘Capitale della Cultura’ Bergamo Brescia: two cities, one ‘Capital of Culture’ di Giovanna Capretti

26 L’artigiano che pratica l’arte di dare corpo alle visioni

The craftsman who practices the art of giving body to visual images di Giovanna Capretti

32 Il fascino della leggerezza per la bottiglia Masi The charm of lightness for the Masi bottle di Matteo Borré

38 Canova e il potere: un viaggio sublime nel mondo del collezionismo

Canova and power: a transcendental journey in a collectors’ world di Moira Mascotto

44 In tre pievi veronesi l’affresco di un fine millennio End-of-the millennium frescos in three Veronese churches

Redazionale

46 Sulle orme dei viticoltori di seimila anni fa In the footsteps of winegrowers from six thousand years ago di Chiara Boracchi

51 Dalla Fondazione Masi: flash Newsflash from the

Foundation

cultura e territorio Anno 19 Numero 54 Aprile 2023 POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE 70% DCB VERONA
Masi 2 MASI, UN’IDEA DI TERRITORIO E COMUNITÀ MASI, AN IDEA OF LOCATION AND COMMUNITY di Paolo Possamai
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BERGAMO BRESCIA UNA CAPITALE ‘VENEZIANA’ BERGAMO BRESCIA A ‘VENETIAN’ CAPITAL di Paola Marini LA BOTTIGLIA MASI FIRMATA DA LISSONI THE MASI BOTTLE DESIGNED BY LISSONI di Matteo Borré Cover photograph. The Masi bottle in production
sommario | contents

L’AMORE PER IL TERRITORIO E LA CULTURA COME CURA LOVE FOR THE LAND AND CULTURE AS CARE OR CURE

La cultura come cura. L’eco di uno dei temi portanti di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, risuona forte anche sulle vicine colline della Valpolicella. Quelle parole rappresentano un invito universale a vedere e a vivere il patrimonio culturale di un territorio e i luoghi dove è custodito o valorizzato, come uno spazio che, insieme alla bellezza, può offrire rifugio e benessere e, al tempo stesso, consapevolezza del valore del bene – materiale e immateriale – che abbiamo ereditato ‘in prestito’ per le generazioni future. A questo ho pensato nell’impaginare il numero de ‘Le Venezie’ che si apre con un bilancio sull’anniversario delle 250 vendemmie Masi e sulle consapevolezze apportate da questo appuntamento con la storia di una famiglia e di un’impresa. Eventi che si sono trasformati anche in una focalizzazione sulla cultura che due secoli e mezzo di attività economica, e non solo, hanno prodotto e sedimentato in Valpolicella. Proprio in questa prospettiva è nato il libro Amarone e oltre, nel quale Sandro Boscaini ha voluto raccogliere le memorie delle sei generazioni della Masi e tracciare le prospettive future: con la coscienza del ‘da dove veniamo’ è più facile capire la direzione in cui vorremmo andare.

‘Cultura come cura’ può avere una duplice connotazione: come attenzione e capacità di manutenzione di un bene nel tempo e come terapia e capacità d’intervenire per sanare o lenire gli ‘strappi’ che gli uomini e le loro comunità subiscono o incontrano. A unirle è un’altra parola-chiave: amore. Amore per le persone e per il territorio, per quello che tutto ciò rappresenta. E, in un circolo virtuoso, la cultura diventa indispensabile per nutrirlo, questo amore, fattore fondamentale per pensarci al futuro e gettare le basi di questo già nel nostro presente.

Cultura come cura (Culture as care or cure). The sound of one of the main themes of Bergamo Brescia Italian Capital of Culture 2023 echoes loudly even round the nearby hills of Valpolicella. It’s an open invitation to think of the cultural heritage of a region and the places where it is preserved or enhanced as a space that, together with beauty, provides refuge and wellbeing. At the same time there’s also an awareness of the value of the assets – material and immaterial – that we benefit from, ‘on loan’ for the future generations.

This is what has been in my mind while preparing this issue of ‘Le Venezie’, which opens with a review of the 250th Masi vintage anniversary celebrations, and the ramifications of this appointment with the history of a family and its business enterprises. Such events are also a focus on the culture that two and a half centuries of economic activity and more has produced and rooted in Valpolicella. Which is the theme of the book Amarone e oltre (Amarone and beyond) that Sandro Boscaini has written to collect together memories of six generations of Masi and outline future prospects, knowing that understanding where we come from makes it easier to decide in which direction we would like to go.

‘Cultura come cura’ has two meanings: as care and the ability to maintain an asset over time, and as therapy and the ability to heal or soothe the sufferings of people and their communities. Uniting the two meanings is another key word: love. Love for people and for the land, for all it represents. And, in a virtuous circle, culture becomes indispensable for the nourishment of this love, which is fundamental when thinking about the future and laying the foundations of what we already have in our present.

1 EDITORIALE EDITORIAL EDITORIALE
EDITORIAL EDITORIALE EDITORIAL
di Gabriele Colleoni

MASI, IL VALORE CHE SA DI TERRITORIO E DI COMUNITÀ

MASI, VALUES REFLECTING TERRITORY AND COMMUNITY

Riflessione sul lascito dei 250 anni. Verso una ‘Accademia dell’Amarone’

Observations on the legacy of the 250th anniversary. Towards an ‘Amarone Academy’

Territorio. Parola che ne ha dentro un’altra: terra. E se ci mettiamo accanto il concetto di ‘radicamento’, troviamo facilmente uno dei fattori che costituiscono identità. Ma non basta e non è affatto coincidente con ‘comunità’. Parola ricca di sfumature, che discende dal latino  communis: significa ‘che compie il suo incarico insieme’, sapendo che  munus vale per ‘obbligo’, ma anche ‘dono’. Far parte di una comunità è un dono che riceviamo dai padri e dalla storia, ma implica anche un obbligo di solidarietà e condivisione con i compagni di via.

Fra ‘territorio’ e ‘comunità’ può forse essere cercato il senso profondo dell’anniversario – 250 anni di cammino – di recente celebrato nel nome di Masi. E vale, dunque, riflettere sull’itinerario della famiglia Boscaini, non esclusivamente privato, bensì materia di generale interesse. In fondo, la storia di Masi è abbastanza normale e sta dentro la parabola di una famiglia di contadini e coltivatori che evolve in commercianti e industriali del vino. Naturalmente, potrebbe essere obiettato che non è affatto normale che da 8 generazioni e da 250 vendemmie il percorso non si

Territory. A word rooted in another: ‘terra’ or land. And if we examine the concept of ‘rootedness’, we quickly see one of the factors that constitute identity. But that’s not enough to get to ‘community’. Which is a word with many shades of meaning derived from the Latin communis, meaning ‘he who performs his task with others’. Note that munus means ‘obligation’, but also ‘gift’. So being part of a community is a gift we receive from our fathers and from history, but there’s also an obligation to create social harmony and to share with fellow travellers.

It is, perhaps, the combination of ‘territory’ and ‘community’ that is the deepest meaning of the 250 year journey recently celebrated by Masi. And it is therefore worth reflecting on the Boscaini family’s itinerary because it involves nothing exclusively private, and is actually more a matter of general public interest. In the end there’s nothing particularly strange about the Masi story of how a family of farmers and winemakers turned into family of wine traders and businessmen. Of course, you might say that it is not at all normal that there has been no break

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II senso profondo di una storia di famiglia attaverso 250 vendemmie
The deep meaning of a family history found in 250 vintages

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L’Amarone celebrativo ‘Vajo dei Masi’ della straordinaria annata 1997

Previous page The celebratory ‘Vajo dei Masi’ Amarone in the outstanding 1997 vintage

L’agorà di Monteleone21, scenario delle celebrazioni dei 250 anni unitamente al Premio Masi 2023

The agorà of Monteleone21, scene of the celebrations for 250 years together with the Masi Prize 2023

sia interrotto. Ma l’anomalia non è riassumibile solo in questi elementi. Occorre considerare che il divenire del contadino della Valpolicella in imprenditore industriale e globale avviene nel connubio, anzi, nella conciliazione tra modernità e tradizione. La concezione della filiera, dal campo alla logistica, alla componente

in continuity for eight generations and 250 vintages. But the secret is not just in the figures. The transformation of wine-producer farmers in the Valpolicella region into global entrepreneurs has taken place because of the union, or rather the reconciliation, of modernity and tradition.

finanziaria e distributiva, avviene senza perdere il radicamento alla terra e alla storia. Se un lascito alla comunità viene consegnato dall’insieme delle occasioni di riflessione sui 250 anni trascorsi in Masi, esso consiste nella consapevolezza di aver ricevuto in eredità una perla – l’Amarone in primis – e che come tale non può essere svilita a commodity

“I metodi ancestrali della tradizione innalzano e distinguono un’area – osserva Sandro Boscaini, presidente di Masi – e ovviamente ne rappresentano anche un fondamentale fattore di marketing. Il territorio è il 50% di valore della bottiglia, il resto è il marchio della cantina. Parliamo di un valore dunque che investe l’intera comunità, che va alimentato senza requie con investimenti in cultura, storia e coscienza identitaria. Un valore che pretende massimo rigore nella salvaguardia dell’ambiente in cui siamo inseriti”. Nulla di generico. Basti rilevare il senso del Premio Civiltà Veneta. Basti richiamare la progettazione della nuova cantina, per due terzi interrata e con pietra da costruzione locale, concepita come entry gate del mondo del vino in Valpolicella e dell’Amarone, soprattutto. Alla senatrice Elena Cattaneo, nel 2012 Premio Internazionale Grosso d’Oro Veneziano,

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La comunicazione di un territorio culturale: esperienze, emozioni, visite guidate, degustazioni. In costante crescita il progetto Masi Wine Experience

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Spreading the message about a cultural territory: experiences, emotions, guided tours, tastings. The Masi Wine Experience project is constantly growing

A lato. La senatrice Elena Cattaneo, Grosso d’Oro Veneziano 2021, sogna un’Accademia dell’Amarone

Opposite. Senator Elena Cattaneo, Grosso d’Oro Veneziano 2021, dreams of an Amarone Academy

The supply chain from the vineyard to the customer, including finance and distribution, takes place without losing rootedness in the land and in history. If there is a legacy for the community that comes out of the celebrations for 250 vintages at Masi, it lies in the awareness that we have inherited a pearl – Amarone above all – and that this pearl must not be debased into a commodity.

“Ancient and traditional methods of production are a distinguishing mark for the territory,” observes Sandro Boscaini, President of Masi, “and of course they are of fundamental value in marketing. The territory is 50% of the value of a bottle, the rest is the winery’s brand. We are therefore talking about values that involve the entire community, and which must be continually nourished in the fields of culture, history and identity awareness. These values are of paramount importance in safeguarding the environment where we are located.” There’s nothing vague about this; just think of the meaning of the Civiltà Veneta Prize. Think about the design of the new winery, too: two-thirds underground, built with local stone, and modelled as an ‘entry gate’ to the world of wine in Valpolicella, and Amarone in particular. Sena-

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“Creare un legame saldo tra studi accademici e storia della Masi”
“Creating a meaningful link between academic study and Masi’s history”

risale poi un’idea ulteriore. “Sono stata contenta di essere stata invitata – dice Cattaneo –all’evento ‘Masi 250’. Osservando la bellezza del luogo e ascoltandone la storia, non ho potuto fare a meno di iniziare a immaginare come si potesse meglio valorizzare, in tutti i suoi aspetti più rilevanti, la viticoltura – enorme ricchezza e, si può dire, bandiera nel mondo di questa regione. È stato così che ho cominciato a riflettere, confrontandomi poi anche con Sandro Boscaini, sulla possibilità di un’iniziativa di formazione in sinergia con una o più Università. Parlando anche con colleghi del settore ho iniziato a immaginare la possibilità di un master, un corso o un’esperienza formativa di grado analogo (che negli anni potrebbe evolvere anche in una vera e propria scuola di alta formazione), basata sulle competenze uniche sviluppate lungo tutta la prestigiosa storia della casa vinicola Masi e con approfondimenti scientifici di alto livello. Le attività sarebbero mirate a creare un legame saldo e significativo tra lo studio accademico universitario e la realtà della sua applicazione più alta”. L’idea di Cattaneo contiene vari aspetti. Vale come antidoto alla scarsa attrattività del Veneto e del mondo agricolo nel suo insieme. Vale come necessità per Masi e per la Valpolicella di alimentare i ranghi aziendali di nuovi talenti, competenze e culture. Un’accademia degna del nome Amarone avrebbe profilo e sarebbe magnete di qualità internazionale.

tor Elena Cattaneo, winner of the International Grosso d’Oro Veneziano Prize in 2012, has had an idea. “I was delighted to be invited,” says Cattaneo, “to the ‘Masi 250’ event. Seeing the beauty of the place and listening to its history, I couldn’t help but start to think how the wine growing activities of the area, in all their connotations, could be better promoted. They’re such a source of wealth for the territory and world-beating in quality.”

“This is how the idea came up, after talking it through with Sandro Boscaini, of a training course set up in collaboration with one or more universities. Consultation with other colleagues led to the thought of a master’s degree, or some other training course at a similar level (which could eventually evolve into a true school of higher education), based on the unique skills developed throughout the prestigious history of the Masi winery, with in-depth scientific studies at a high level. The activities of the course would create a meaningful link between academic study at a university and its practical application.”

Cattaneo’s idea has several plus points. It’s a remedy for the lack of appeal of the agricultural world of the Veneto as a whole. And it would help Masi and others in Valpolicella to fill company ranks with new talents, skills, and cultures. An Academy worthy of the name of Amarone would stand out and would be a magnet for international quality.

I metodi antichi della tradizione distinguono il territorio e sono un fattore cruciale di marketing Traditionally inspired ancient methods are an identifier for the region and an important element of marketing

Pagina precedente Monteleone21, il progetto sostenibile destinato a centro operativo e del turismo del vino

Previous page Monteleone21, the sustainable project designed to be an operational center and hub for wine tourism

A lato. Monteleone21

è concepito come l’entry gate della Valpolicella

This page. Monteleone21 has been designed as the ‘entry gate’ for the Valpolicella region

“Dalla prospettiva storica, una terra vocata come la Valpolicella e l’esperienza secolare di Masi nella produzione vitivinicola – riprende Elena Cattaneo – potrebbero offrire un ambiente e un curriculum unico a chiunque scegliesse di completare qui la propria formazione, anche dal punto di vista scientifico, molte sono le competenze innovative che il nostro sistema pubblico della ricerca può vantare nel settore delle scienze agrarie (in particolare nello studio della vite, dei suoi parassiti e malattie, delle modalità di combatterli e di ottenere un vino dalle caratteristiche organolettiche ottimali) e, dunque, il corso accademico ipotizzato potrebbe diventare un epicentro nazionale e internazionale di scambi di conoscenze, tecnologie, idee e linee di ricerca. Dal punto di vista del territorio, l’aspetto da cogliere è che qui non si rinuncia a innovare e a confrontarsi con il meglio della conoscenza agronomica e scientifica, ma si resta capaci di tenere sempre ben presente, valorizzandola, una tradizione che è parte integrante e imprescindibile della riconoscibilità internazionale della casa vinicola Masi”.

“From a historical point of view, a specialist wine-producing area such as Valpolicella and Masi’s centuries of experience in wine production,” Elena Cattaneo continues, “could provide a unique environment and curriculum for anyone who chooses to complete their training here, including in the field of communications. And also from a scientific point of view, there are many innovative skills that our public research sector can offer in the field of agricultural sciences (in particular, with regard to pests and diseases in vines, how to combat them and how to produce wine with optimal organoleptic characteristics), and therefore this future academic course could become a national and international hub for exchanging knowledge, technologies, ideas and lines of research. From the point of view of the territory, of course we should never stop innovating and using the best agronomic and scientific expertise available, but we should also always retain and enhance the elements of tradition that are an integral and indispensable part of the international fame of the Masi winery.”

Paolo Possamai, former editor for various newspapers in the

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Paolo Possamai, già direttore di vari giornali del gruppo GEDI, ha 20 anni scrive per ‘Affari&finanza’ di ‘Repubblica’. Collabora con Rai Storia e Rai Radio 3. Ha collaborato con Fondazione Nord Est e tenuto corsi presso gli Atenei di Bocconi-Milano, Venezia, Padova, Trieste e al Cuoa di Vicenza. È autore di saggi in materia storica e politica. GEDI group, contributor to the ‘Business & Finance’ section of ‘Repubblica’ for 20 years. Works with Rai Storia and Radio 3. Has collaborated with Fondazione Nord Est and taught at the Universities of Bocconi-Milan, Venice, Padua, Trieste and Cuoa in Vicenza. Author of various works on history and politics.

FAMIGLIA E IMPRESA: LE MEMORIE CHE GUARDANO AL FUTURO

FAMILY AND BUSINESS: MEMORIES THAT LOOK TO THE FUTURE

a cura della Redazione

Partito da Verona il tour del libro Amarone e oltre di Sandro Boscaini

Starting in Verona, Sandro Boscaini’s book tour for Amarone and beyond

Il debutto non poteva che essere in casa, a Verona, per la serie di presentazioni pubbliche di Amarone e oltre. Masi: 250 anni di vendemmie, famiglia e imprenditorialità (edizioni Egea), il libro nel quale Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola e vicepresidente della Fondazione omonima, ha voluto raccogliere, per i 250 anni dell’azienda, le memorie della famiglia Boscaini e dell’impresa vitivinicola cui hanno dato vita, insieme ai progetti con i quali essa si proietta nel nuovo mlllennio. Al centro della loro conversazione andata in scena alla libreria La Feltrinelli lo scorso primo marzo, Sandro Boscaini e Massimo Mamoli, direttore del quotidiano veronese ‘L’Arena’, hanno passato in rassegna le vicende di persone, famiglie e attività imprenditoriali che, a partire da quella prima vendemmia del 1772 nel Vajo dei Masi, quando ancora le colonie inglesi d’America non avevano dichiarato l’indipendenza, entrarono a pieno titolo nella storia di un territorio destinato a diventare, nel tempo, un simbolo per la cultura del vino: la Valpolicella. Un

The launch to the public could only have been at home, in Verona, for Amarone and beyond. Masi: 250 years of harvests, family and business (Egea). In this book Sandro Boscaini, President of Masi Agricola and Vice-president of the Masi Foundation, celebrates the anniversary by collecting together stories about the Boscaini family and the winemaking business they founded, together with the plans for taking the company into the new millennium. The main topic of the dialogue between Sandro Boscaini and Massimo Mamoli (editor of Verona’s daily newspaper ‘L’Arena’), at the La Feltrinelli bookshop on 1st March, was the story of the people, families and entrepreneurial activities that have become part of the history of an area destined to become a symbol for the culture of wine: Valpolicella. All this starting with that first grape harvest in the Vajo dei Masi vineyard in 1772, at a time when the English colonies in America had not even yet declared their independence. As ‘Mister Amarone’

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legame, quello con la terra d’origine, fortissimo e fondamentale, come quel sentimento del ‘sentirsi veneti’ che – ha sottolineato ‘Mister Amarone’ nell’occasione – rappresenta un valore primario, grazie ‘all’anima lasciataci dai nostri avi’, che è anche quella del ‘mercante veneziano’.

È con questo spirito che la Masi ha vissuto la sua crescente proiezione nel mondo: “Il prodotto che ha una sua radice culturale può essere apprezzato: perciò abbiamo ancora grandi spazi per cercare chi lo ama veramente ed è disposto a pagare il giusto prezzo”. E la narrazione che raccontano quel vino e quel territorio, diventa parte integrante della qualità e della forza del prodotto sul mercato

said at the time, the family’s link with its land of origin is solid and fundamental, like that of “feeling part of the Veneto”, which is another important value thanks to “the guiding spirit our ancestors left us”, and includes that of being “Venetian merchants”. This is the spirit behind Masi’s growing expansion abroad. “A product that has its own cultural roots is capable of being understood, which is why we still have great scope to seek out those who truly love it and who are willing to pay the right price for it.”

And the narrative that speaks of our wine and its region of origin becomes an integral part of the quality and strength of the product on the global market,

Pagina precedente. Sandro Boscaini alla libreria La Feltrinelli, Verona

Previous page. Sandro Boscaini at La Feltrinelli bookshop, Verona

A lato. Sala gremita alla libreria Egea-Bocconi, Milano

This page. Packed room at the Egea-Bocconi bookshop in Milan

globale, perché “la vera globalizzazione sta proprio nel portare il locale nel globale”, e anche viceversa, in una positiva dinamica circolare. In questo senso è pienamente coerente la scelta di dare alle stampe il libro pubblicato con l’editrice dell’Università Bocconi di Milano, che ne propone anche un’edizione in lingua inglese. Il senso del volume, ha ribadito Boscaini, è anche il messaggio di un nonno ai suoi nipoti dell’ottava generazione: “Prima di cercare fuori, bisogna conoscere questa terra, caratterizzata dai tratti della fermezza e della dolcezza”.

because “true globalisation lies exactly in making the local into the global,” and also vice-versa, in a virtuous circle. The choice of publishing the book with the Bocconi University of Milan, with an English-language edition soon to follow, fits in with this philosophy perfectly. The message of the book, Boscaini reiterated, is also the message of a grandfather to his offspring in the eighth generation: “Before you even go abroad, you need to understand this land, with its twin characteristics of firmness and gentleness.”

Writer and commentator Giuseppe Lupo explains

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Una bottiglia di Amarone può offrire una chiave interpretativa di una stirpe e di un territorio
A bottle of Amarone can provide the key to understanding a dynasty and a region

Nel libro, spiega nella prefazione lo scrittore e saggista Giuseppe Lupo, “sono presenti tutti gli ingredienti per dare origine a un vero e proprio romanzo sul vino: un territorio ben marcato dal punto di vista geografico e antropologico (un pezzo di quel Veneto provinciale e contadino che sa di chiese e dialetto, il Veneto a cui ci hanno abituato i romanzi di Luigi Meneghello, Goffredo Parise, Ferdinando Camon); un ceppo familiare stratificatosi lungo la verticalità di sette gene-

in the book’s preface, “All the ingredients are here for a real novel about wine. We are talking about the Veneto countryside, full of small farmers, full of churches and dialect speaking – the Veneto found in novels by Luigi Meneghello, Goffredo Parise, and Ferdinando Camon.

It’s a clearly-defined region, geographically and anthropologically, with a family history seven generations in the making and all the usual bourgeois ramifi-

razioni, che si è ritagliato i contorni dell’epopea borghese tramite matrimoni e parentele acquisite; una quantità agrodolce di avvenimenti storici che hanno attraversato il tempo, lungo di due secoli e mezzo…”. Ma, aggiunge Lupo, non sta qui il segreto della scrittura. “Il libro non vuole soddisfare soltanto un criterio informativo-descrittivo. Accanto alle ragioni tradizionali, che pure sono di importanza strategica, ce ne sono altre che offrono una lettura sull’esistenza, espressione di un pensiero di cui l’Amarone rappresenta una sintesi e forse il compimento, perché ogni cosa vi si raduna intorno facendolo diventare un prodotto dai grandi orizzonti imprenditoriali… Una bottiglia può incarnare una visione del mondo, può offrire una chiave interpretativa di una stirpe e nella sua terra…

IL TOUR 2023 DI AMARONE E OLTRE AMARONE AND BEYOND TOUR 2023

• 01.03 Libreria La Feltrinelli, Verona

• 16.03 Libreria Egea-Bocconi, Milano

• 22.03 Tenuta Canova, Lazise del Garda

• 28.03 Libreria ItalyPost, Padova

• 07.05 Festival della Letteratura vinicola, Susegana, Padova

• 18.05 Eataly, Lingotto, Torino

• 24.05 Società Letteraria, Verona

ALTRE DATE A / OTHER DATES IN Brescia, Roma, Vicenza

Il vino che esce da queste pagine può essere interpretato come il riepilogo di una civiltà”. E proprio per questo, ha ricordato Boscaini alla presentazione del libro, la tecnica dell’appassimento delle uve per la produzione del ‘re dei vini’ della Valpolicella oggi è candidata ad essere iscritta nel registro del Patrimonio mondiale dell’Umanità istituito dall’UNESCO.

Pagina precedente. Sopra. Alla libreria Egea il dialogo tra la prof. Roberta De Sanctis, il rettore Francesco Billari, l’autore e Matteo Caccia. In basso. Massimo Mamoli, direttore del quotidiano ‘L’Arena’, intervista l’autore Previous page. Above. Dialogue between Prof. Roberta De Sanctis, Rector Francesco Billari, the author, and Matteo Caccia in the Egea bookshop Below. Massimo Mamoli, editor of daily newspaper ‘L’Arena’, interviews the author

Il volume in italiano e inglese è acquistabile anche online: The book in Italian and in English is also available online:

https://www.egeaeditore.it/ita/ prodotti/settori-economici/ amarone-e-oltre.aspx

https://www.egeaeditore.it/ita/ prodotti/settori-economici/ amarone-and-beyond_.aspx

cations of marriages and kinship; a tale that spans the ups and downs of two and a half centuries….” But, Lupo adds, this is not where the book’s secret lies. “The book is not merely descriptive. Alongside the narrative about the family and its business, which is important enough and about matters of strategic importance, there are other thoughts, about Amarone and how it is both the embodiment and the fulfilment of the company’s destiny, because everything relates to it, giving it huge business potential… A bottle of Amarone can encapsulate a vision of the world, or of a dynasty, or a region… The wine that’s described in this book can be seen as the epitome of a civilisation.” In fact, as Sandro Boscaini reminded the audience during the book launch, the importance of Amarone, Valpolicella’s ‘king of wines’, as a category and of appassimento as a wine production technique means that the particular technique involved, in which Masi has acknowledged expertise and which involves grapes being laid out to dry during the winter months, is now a candidate for inclusion in the UNESCO World Heritage List.

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IL MASI 250 TOUR CONTINUA IN ITALIA E ALL’ESTERO

THE MASI 250 TOUR CONTINUES IN ITALY AND ABROAD

Successo degli incontri celebrativi nel segno della convivialità

Success for the convivial celebrations held in Italy and abroad

Dopo l’appuntamento-clou del 14 ottobre scorso a Gargagnago nel nuovo ‘Masi Operation and Visitor Center Monteleone 21’, con la contemporanea cerimonia di consegna dei Premi Masi, le celebrazioni per i 250 anni sono proseguite in Italia e all’estero, con la collaudata formula del party/cocktail alla presenza di un rappresentante della Masi o della famiglia Boscaini, culminante nel brindisi con l’Amarone dedicato all’anniversario.

Se l’Estremo Oriente – Cina, Giappone e Corea del Sud, con tappe a Shangai, Tokyo e Seoul – è stato la meta dei recenti eventi all’estero, una suggestiva cena sul Canal Grande a Venezia ha coronato la serie di date del ‘Masi 250 Italy Tour’. Un ciclo d’incontri, iniziato nel novembre scorso a Milano presso l’Hotel Mandarin Oriental, si è svolto all’insegna della condivisione di valori e visione per il futuro. In occasione dell’importante traguardo nella storia di Masi, la famiglia Boscaini e Masi Agricola hanno inteso, infatti, dare un concreto segnale dell’importanza attribuita ai rapporti con i clienti (ristoratori, buyers, proprietari/gestori di wine shop), personalità amiche del mondo della cultura e

After the key event held at the new ‘Masi Operations and Visitor Center Monteleone 21’ in Gargagnago on 14th October, with the simultaneous presentation of the awards for the Masi Prize, celebrations for the 250th anniversary continued both in Italy and abroad. The format was the tried and trusted formula of a party in the presence of a representative of Masi or the Boscaini family, finishing with a toast using special anniversary Amarone.

Cena sul Canal Grande per coronare la serie del ‘Masi 250 Italy Tour’

Dinner on the Grand Canal to crown the ‘Masi 250 Italy Tour’

If the Far East – China, Japan and South Korea, with stops in Shanghai, Tokyo and Seoul – was the destination for recent events abroad, it was a fabulous dinner on the Grand Canal in Venice that crowned the ‘Masi 250 Italy Tour’, organised as a series of meetings beginning last November in Milan at the Hotel Mandarin Oriental and designed to share company values and a vision for the future. For this important milestone in Masi’s history, the Boscaini family and Masi Agricola wanted to stress the importance of relationships with customers (restaurateurs, buyers, wine shop owners/operators), friends from the world of culture and entertainment, journalists and influencers.

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a cura della Redazione

Pagina precedente. La tappa a Cortina

Previous page. The stop at Cortina

Raffaele Boscaini, 7° generazione, stappa la magnum dello straordinario

‘Vajo dei Masi’ 1997

Raffaele Boscaini, 7th generation, uncorks a magnum of the outstanding ‘Vajo dei Masi’ 1997

dello spettacolo, giornalisti e influencers. Gli appuntamenti presso location di prestigio, oltre che a Milano e Venezia, hanno toccato Verona, Parma, Roma, Napoli e Cortina d’Ampezzo: un viaggio ideale attraverso le località più significative della storia della famiglia Boscaini e dell’azienda, accompagnato da una degustazione di alcune delle migliori etichette della cantina Masi, tra cui spiccava ‘Vajo dei Masi’, l’Amarone dell’annata 1997 dedicato alla celebrazione dei 250 anni di vendemmia nell’omonimo vigneto. E proprio da questo vigneto, alle origini dell’impresa familiare, provengono le uve per questo prestigioso cru di Amarone.

Il ‘Masi 250 Tour’ è salito anche in alta quota, nello scenario sempre straordinario delle Dolomiti, facendo tappa ai 1778 metri del Masi Wine Bar al Drusciè, che dal 2018 offre un ulteriore punto di riferimento per gli amanti dello sci e della montagna, lungo il tragitto della cabinovia ‘Freccia nel Cielo’ che porta dal centro di Cortina sulla Tofana.

“Dopo l’evento celebrativo in Valpolicella dello scorso 14 ottobre nei nuovi spazi polifunzionali di ‘Monteleone21’, ci ha fatto un grande piacere incontrare di

Meetings were held in prestigious locations, which included not just Milan and Venice, but also Verona, Parma, Rome, Naples and Cortina d’Ampezzo. The tour included the most significant places in the history of Masi and the Boscaini family.

On tasting were some of the best wines from the Masi winery, including the 1997 vintage of the ‘Vajo dei Masi’ Amarone used to celebrate 250 years of harvesting in the eponymous vineyard, a high hillside cru site in the Valpolicella Classica region which is the origin of the family business and the grapes used for this prestigious cru Amarone.

The ‘Masi 250 Italy Tour’ also climbed to high altitudes in the spectacular landscape of the Dolomites, stopping at the Masi Wine Bar al Drusciè (1778 m), which has been a destination for skiers and mountain lovers, reachable on the ‘Freccia nel Cielo’ cableway from the centre of Cortina since 2018.

“After the celebrations in the new multi-purpose spaces of ‘Monteleone21’ in Valpolicella on October 14th, we were delighted to meet our most loyal custom-

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Un viaggio attraverso le località più significative della storia dei Boscaini e della Masi
A journey through the most important places in the history of the Boscaini family and Masi
Affollato l’evento tra le Dolomiti di Ampezzo Crowds at the event in the Ampezzo Dolomites
MILANO VENEZIA MILANO VERONA NAPOLI
ESTONIA ESTONIA COREA DEL SUD COREA DEL SUD GIAPPONE GIAPPONE CIPRO CIPRO

persona i clienti più affezionati che hanno contribuito nel tempo alla crescita della nostra azienda”, ha commentato Alessandra Boscaini, settima generazione della famiglia e direttore vendite di Masi che ha accompagnato le tappe dell’Italy Tour.

“Con tanti ristoratori ed enotecari abbiamo iniziato a lavorare molti anni fa: in alcuni casi la collaborazione si è rinsaldata nel corso di due generazioni e questo rappresenta per noi motivo di orgoglio”. Particolarmente significativa è stata la tappa all’ALMA di Parma, la prestigiosa Scuola internazionale di Cucina italiana.

“Per noi ospitare il ‘Masi 250 Italy Tour’ è stato un grande onore”, sottolinea Ciro Fontanesi, coordinatore dell’ALMA Wine Academy.

ers in person. They have helped the company grow,” commented Alessandra Boscaini, the seventh generation of the family and Sales Director of Masi, who was present on the Italy Tour.

Alessandra Boscaini:

“We started working with many restaurateurs and wine merchants many years ago, and in some cases the collaboration has spanned over two generations, which is a source of pride for us.”

Alessandra Boscaini:

“Gualtiero Marchesi diceva che ‘l’esempio è la più alta forma di insegnamento’ e Sandro Boscaini ha infuso in tutti noi la sua grande energia, la sua voglia di raccontarsi come se fosse la prima volta. La sua passione è travolgente, i ricordi nitidi e in ‘alta definizione’. Boscaini è certamente un esempio e un bene culturale vivente da portare didatticamente ai giovani studenti che vogliono raccontare il vino”.

The stop at ALMA, the prestigious International School of Italian Cuisine in Parma, was particularly significant. “For us, hosting the Masi 250 Italy Tour was a great honour,” stressed Ciro Fontanesi, Coordinator of the ALMA Wine Academy.

“Gualtiero Marchesi used to say that ‘example is the highest form of teaching’ and Sandro Boscaini imbued all of us with his great energy, his desire to tell the story of a territory, and to tell his own story as if it were the first time on that day. His passion is overwhelming, his memories sharp and lively. Boscaini is certainly one such ‘example’ and a living cultural asset in front of young students who want to learn about wine.”

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“Un piacere incontrare di persona gli operatori con cui lavoriamo da anni”
“A pleasure to meet the distributors we have worked with for years”
PARMA

QUANTA VENEZIA NELLA ‘CAPITALE DELLA CULTURA’ BERGAMO BRESCIA

VENETIAN STYLE OF THE BERGAMO BRESCIA ‘CAPITAL OF CULTURE’

Nelle mostre allestite nelle due città le tracce profonde di un legame plurisecolare

Deep traces of a centuries-old link in exhibitions held in the two cities

Quante sono le Venezie a cui è intitolata questa rivista? Secondo una definizione consolidatasi nell’Ottocento, ma di origini più antiche: la Venezia Euganea, corrispondente all’attuale Veneto, la Venezia Tridentina e la Venezia Giulia, ma ci sono infinite Venezie possibili, come quelle immaginate in laguna dagli architetti e dai pittori e mai realizzate o le circa cento che ne portano il nome nel mondo, tra Stati Uniti e America del Sud, fino a quelle che albergano nel cuore di moltissimi come desiderio, sogno o nostalgia. Non pare quindi improprio interrogarsi in questa sede sull’esistenza di un tasso di venezianità nell’abbinata Bergamo Brescia

Capitale italiana della cultura del 2023, tanto più che esistono precise basi storiche che sostengono un simile quesito. Nella seconda metà degli anni Venti del Cinquecento, infatti, sia Bergamo sia Brescia, come anche Crema, si affidarono spontaneamente alla Repubblica di Venezia, ritenendo così di tutelare la propria identità e i propri interessi nei confronti di Milano, il centro verso cui esse sarebbero state destinate a gravitare. Il governo veneziano, intento a rafforzarsi in terraferma

Just how many Venezie (Venices or Venetian regions) are there? The accepted view, starting in the 19th century but with older origins, was three: Venezia Euganea (corresponding to the modern Veneto), Venezia Tridentina, and Venezia Giulia. But there are an infinite number of possible Venices, including the hundreds of locations that bear the name all over the world, from the United States to South America – or the other islands planned by architects or painters in the Lagoon and never realised – or the places that linger on in the hearts of many as desires, dreams and nostalgia. It does not seem improper therefore to ask whether there is something ‘Venetian’ in the pairing of Bergamo with Brescia as the Italian Capital of Culture in 2023, especially as there good historical reasons to do so. In the late 1620s, in fact, both Bergamo and Brescia, as well as Crema, voluntarily allied themselves to the Venetian Republic, protecting their identities and interests against Milan, the centre of gravity they would otherwise have been drawn to. At the time, Venice wanted to establish itself more firmly on the mainland after

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di Paola Marini

dopo i segni di crisi dello ‘stato da mar’, attivò anche nei loro confronti quel sistema di libertà controllate che avrebbe consentito la continuità del rapporto per quasi quattrocento anni, sino al primo arrivo in Italia del giovane Napoleone Bonaparte. È facile comprendere come quel lungo e sostanzialmente positivo periodo abbia lasciato tracce profon-

signs of crisis in the stato da mar, so it also gave these new territories a system of ‘controlled freedoms’ that would mean the relationship continued for almost four hundred years, until the arrival of the youthful Napoleon Bonaparte in Italy. It is easy to see how that long and substantially positive period left its mark, above all in the architectural

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‘Lotto,

Lorenzo Lotto, Madonna con il Bambino, san Giovanni e santa Caterina (Collezione privata) esposto nella mostra Romanino, Moretto, Ceruti. I campioni della pittura a Brescia e Bergamo’ a Palazzo Martinengo, Brescia Lorenzo Lotto, Madonna with Child, Saint John and Saint Catherine (Private collection) exhibited in ‘Lotto, Romanino, Moretto, Ceruti. Stars of the painter’s art in Brescia and Bergamo’ at Palazzo Martinengo in Brescia Pagina precedente. Il Leone di San Marco scolpito su Porta San Giacomo a Bergamo page. The Lion of St Mark sculpted on Porta San Giacomo in Bergamo

de, innanzitutto sulla forma fisica delle due città e dei loro territori, dalla definizione degli spazi urbani a quella dei principali edifici tanto pubblici quanto privati entro il percorso di formidabili sistemi difensivi. Accanto alle opere appositamente commissionate ai principali artisti del panorama lagunare – Bellini, Vivarini, Carpaccio, Tiziano, Veronese, Vittoria, Tiepolo (di quest’ultimo, sono eccezionalmente visibili da vicino sino al 4 giugno gli immensi teleri della basilica di San Lorenzo a Verolanuova nella Bassa bresciana) –, a incidere sul viraggio veneziano della cultura artistica contarono anche i movimenti, ovviamente in entram-

planning of the two cities and their territories, from the design of urban spaces to that of the principal buildings, contained within a series of formidable defensive systems. Works of art were commissioned from Venice’s most important artists – Bellini, Vivarini,

Uno scorcio panoramico sul centro di Brescia Panoramic scene of Brescia city centre Pagina successiva. Giambattista Tiepolo, La caduta della Manna, 1745, basilica di San Lorenzo a Verolanuova (Brescia) Opposite. Giambattista Tiepolo, Manna from heaven, 1745, Basilica di San Lorenzo at Verolanuova (Brescia) Il duomo di Brescia Brescia Cathedral

be le direzioni, di amministratori, artisti, committenti, collezionisti, critici, storici: i protagonisti di quello che un giorno si sarebbe chiamato il sistema dell’arte.

Ma è l’incontro tra esperienze diverse a raggiungere spesso i risultati più interessanti; lo testimoniano esempi quali Lorenzo Lotto – che forse troppo schiacciato a Venezia dalla figura di Tiziano, trovò invece a Bergamo il terreno adatto ad esprimere l’attenzione alla realtà e ai fermenti religiosi che serpeggiavano – o di Giacomo Ceruti, che proprio in un lungo soggiorno tra Padova e Venezia rafforzò due secoli dopo gli strumenti per ritrarre con empatia toccante un’umanità di poveri e umili, reinterpretando il grande filone del naturalismo lombardo (che è il tema dellesposizione a Palazzo Martinengo a Brescia).

Una mostra definitiva sul ‘Pitocchetto’, epiteto oggi superato da una più ampia visione della sua multiforme attività, nel complesso di Santa Giulia a Brescia è accompagnata, alla Pinacoteca Tosio Martinengo, da una riflessione del fotografo contemporaneo David LaChapelle sulla vita degli homeless a Los Angeles, dove una parte dell’esposizione di Ceruti si trasferirà al Getty Museum il prossimo luglio. L’attenzione agli esseri umani sof-

Long under Venetian domination, the two cities have many artistic influences from Venice

Carpaccio, Titian, Veronese, Vittoria, and Tiepolo (the latter’s huge canvases in the Basilica of San Lorenzo at Verolanuova in the Brescian lowlands can be seen up close until 4 June) – but the artistic culture that came from Venice was also influenced by the movement, in both directions, of administrators, artists, patrons, collectors, critics and historians, who were the leading players in what would one day come to be called the ‘art world’. But it is the meeting of minds from different backgrounds that often has the most interesting results. One example is that of Lorenzo Lotto, who was overshadowed by Titian’s genius in Venice, but who found fertile soil for his focus on realism and religious conflict in Bergamo. Or Giacomo Ceruti, who, two centuries later, divided his time between Padua and Venice and depicted the humanity of the poor in a reinterpretation of Lombard naturalism (which is the theme of the exhibition at Palazzo Martinengo in Brescia). A definitive exhibition on Ceruti, whose contemporary nickname of Pitocchetto (dauber) is belied by the extent of his multifaceted activity, is being held at the Santa Giulia complex in Brescia and accompanied by a ‘mirror’ exhibition of modern

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Tra Venezia e le due città, a lungo sotto San Marco, scambi nel segno dell’arte

Nella pagina precedente. Bergamo Città Alta circondata dalle imponenti mura venete, dal 2017 Patrimonio dell’Umanità UNESCO

Previous page. Bergamo Città Alta surrounded by imposing Venetian walls, given UNESCO World Heritage status in 2017

A lato. Il campanile e il tiburio della basilica romanico-lombarda di Santa Maria Maggiore nella Città Alta

This page. Bell tower and lantern of the Romanesque-Lombard Basilica of Santa Maria Maggiore in the Città Alta

ferenti che caratterizza almeno dal Settecento l’etica solidaristica della Lombardia, trova un corrispettivo anche nella cura del patrimonio artistico che, lo sappiamo bene, rivela tutta la sua preziosa fragilità nei momenti di trasformazione e di crisi. E lo si nota nell’Ottocento sia nella ricerca teorica e nell’impegno militante del ‘bergamasco’ (in realtà nato a Verona) Giovanni Morelli, uno dei padri fondatori della

photographs of the homeless in Los Angeles by David LaChapelle at the Pinacoteca Tosio Martinengo. Selections from the Ceruti exhibition will move to the Getty Museum next July. The attention paid to the sufferings of humanity, which has been part of social ethics in Lombardy since at least the 18th century, finds its counterpart in care for the region’s artistic heritage, especially in times of change and crisis. We

La mostra ‘Miseria&Nobiltà - Giacomo Ceruti nell’Europa del Settecento’, presso il Museo di Santa Giulia a Brescia The exhibition ‘Poverty&Nobility - Giacomo Ceruti in 18th-century Europe’ at the Museo di Santa Giulia in Brescia

BERGAMO BRESCIA: DUE CITTÀ, UNA ‘CAPITALE DELLA CULTURA’

BERGAMO BRESCIA: TWO CITIES, ONE ‘CAPITAL OF CULTURE’

a cura di Giovanna Capretti

Due città, una Capitale della cultura. È il motto –e il filo conduttore – che ha guidato Bergamo e Brescia nella programmazione degli eventi che lungo il 2023 metteranno in vetrina la storia e l’arte delle due città ‘sorelle’, ma anche la loro creatività, le politiche di sostenibilità e la memoria del Covid che nel 2020 le travolse, con oltre diecimila morti a causa del virus. Proprio l’occasione di rinascita dopo la pandemia convinse i sindaci italiani e il governo a insignire per decreto le due città del titolo di Capitale della Cultura. Onore che Bergamo e Brescia hanno accolto e rilanciato, nel segno della ‘Cultura come Cura’, uno dei filoni su cui si è strutturato il dossier della Capitale, assieme ai ‘tesori nascosti’, alla ‘città-natura’ e alla ‘città illuminata’. I due capoluoghi – che condividono una storia di tre secoli di appartenenza alla Serenissima fino al 1797, un’economia fondata sulla manifattura e l’industria, una società dal grande spirito solidale, oltre che i due papi del Concilio, Giovanni XXIII e Paolo VI – si sono così scoperti laboratorio di sperimentazione di progetti e pratiche condivisi. In concreto, dopo l’inaugurazione del 20 gennaio alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, le due città hanno aperto l’anno con due grandi mostre (Giacomo Ceruti a Brescia, Cecco del Caravaggio a Bergamo) e il Festival delle Luci in condivisione. In estate due importanti mostre fotografiche affronteranno in parallelo il tema della montagna, in autunno Brescia racconterà il suo Rinascimento e Bergamo l’Ottocento tra Hayez e Donizetti. Bergamo e Brescia condividono da 60 anni il Festival pianistico internazionale e intrecceranno le proprie stagioni musicali, dalla lirica al jazz. Sul territorio, una Ciclovia della cultura e il nuovo Cammino delle sorelle uniranno i capoluoghi nel segno del turismo ‘dolce’.

Da aprile uno ‘Stargate’ collegherà virtualmente in tempo reale le piazze novecentesche delle due città. Gli appuntamenti proseguiranno per tutto l’anno (informazioni e aggiornamenti sul sito www.bergamobrescia2023.it) e l’intenzione dei due Comuni è di mantenere attivi anche in futuro i legami costruiti. Considerate insieme, le due province sarebbero al quinto posto in Italia (dopo Roma, Milano, Napoli e Torino) per numero di imprese attive e, al terzo, per flussi di export dopo Milano e Vicenza+Treviso. Da capitali della manifattura a Capitale della cultura: in questo settore, insieme fatturano 3,2 miliardi di euro l’anno e danno lavoro a oltre 55mila addetti.

Two cities, one Capital of Culture. This is the idea behind the events showcasing the art and history of the two ‘sister’ cities of Bergamo and Brescia in 2023. It also celebrates their creativity, policies for sustainability, and the memory of the Covid attack that swamped them both in 2020 with more than 10,000 virus-related deaths. Actually, it was the restart after the pandemic that was the motive for awarding the two cities the title of Capital of Culture. Bergamo and Brescia have now re-launched themselves in the name of ‘Culture as a cure’, one of the foundations of the Capital of Culture idea, along with ‘hidden treasures’, the ‘nature city’ and ‘city of light’. The two regional capitals share a history of three centuries of belonging to the Serenissima (until 1797). Both have economies based on manufacturing and industry, and both are famous for their sense of social equality. They are also responsible for the two popes of the Second Vatican Council, John XXIII and Paul VI Shared projects are already part of their history.

Events began this year after the Capital of Culture inauguration on 20th January in the presence of the President of the Republic Sergio Mattarella when the two cities inaugurated two important exhibitions (Giacomo Ceruti in Brescia, Cecco del Caravaggio in Bergamo) and a shared Festival of Light. In the summer, two important photographic exhibitions both have mountains as their theme, while in the autumn, there is an exhibition on the Renaissance in Brescia and on the 19th-century world of Hayez and Donizetti in Bergamo. The two cities have had a joint International Piano Festival for 60 years, and plan joint musical programmes, from opera to jazz, this year. In the hinterland, a Ciclovia della cultura (Culture cycle route) and the new Cammino delle sorelle (Sisters’ route) gives both Capitals some ‘soft’ tourism. Starting in April, a ‘Stargate’ will connect the 20th-century squares of the two cities virtually. Events are continuous throughout the year (see www.bergamobrescia2023.it) and the two municipalities plan to continue their links in the future. As a joint entity, their two provinces would rank fifth in Italy (after Rome, Milan, Naples and Turin) in terms of number of active businesses, and third in terms of volume of goods exported, after Milan and Vicenza-plus-Treviso.

Transformed from centres of manufacturing into Capitals of Culture, together they have a turnover of 3.2 billion euros a year and employ over 55,000 people.

storia dell’arte e della conservazione, sia nel collezionismo che ha dato vita a importanti biblioteche storiche e all’Accademia Carrara di Bergamo, mirabilmente riallestita in questa occasione. Oltre agli spunti qui solo accennati e che meritano di essere approfonditi con visite che appassioneranno, non si può dimenticare l’operosità della zona pedemontana sin dall’epoca preindustriale.

Nel 1646 il viaggiatore inglese John Raymond scriveva: “Brescia potrebbe chiamarsi l’arsenale dei veneziani; ogni bottega è zeppa d’armi, il commercio principale di questo posto sono le spade, i moschetti e le altre macchine belliche”. Se dall’arsenale quale armamentario passiamo al luogo fisico della più grande impresa manifatturiera del tempo, l’Arsenale navale della Serenissima, vi troviamo quella grandissima varietà di competenze e di etnie che popola anche oggi le valli intorno alle due città, raccogliendo il testimone di una millenaria tradizione di accoglienza e integrazione. Venezianità non è solo cultura, ma anche economia e società.

Paola Marini, veronese, è storica dell’arte, specialista del Cinquecento veneto, a cui ha dedicato importanti pubblicazioni e mostre internazionali. Ha diretto i Musei Civici di Bassano del Grappa e di Verona e le Gallerie dell’Accademia di Venezia. È ora presidente della Fondazione Roi di Vicenza, e dei Comitati Privati Internazionali per la Salvaguardia di Venezia.

Cecco del Caravaggio, Interno con natura morta e giovane con flauto (Oxford Ashmolean Museum), esposto nella mostra all’Accademia

Carrara di Bergamo

Cecco del Caravaggio, Room with still life and young man with flute (Ashmolean Museum, Oxford), on display in the exhibition at Bergamo’s Accademia Carrara

can see this in the 19th century in the philosophy and militant fervour of the ‘Bergamasque’ (actually Veronese) Giovanni Morelli, one of the founding fathers of art history and restoration. His passion for collecting art gave rise to important historical libraries and to the Accademia Carrara in Bergamo, admirably rehung for this event.

Industry has been important in the foothill areas since pre-industrial times. In 1646, the English traveller John Raymond wrote: “Brescia could be described as the arsenal of the Venetians; every shop is crammed with arms, the principal trade of this place being swords, muskets and other machines of war.”

If we move from weapons manufacturing in Brescia to the site of the greatest manufacturing enterprise of the time, the Naval Arsenal of the Serenissima, we find a huge variety of skills and ethnic groups that still today populate the valleys around the two cities, picking up the baton of a millenary tradition of welcome and integration. Venetianism is not only culture, it is also business and society.

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Paola Marini, from Verona, art historian, specialises in 16th-century Veneto art, author of definitive works and organizer of international exhibitions. Former director of the Bassano del Grappa and Verona civic museums, and the Gallerie dell’Accademia in Venice. Now President of the Roi Foundation, and the Private International Committees for the Safeguard of Venice.

L’ARTIGIANO CHE PRATICA L’ARTE DI DARE CORPO ALLE VISIONI

THE CRAFTSMAN WHO PRACTICES THE ART OF GIVING BODY TO VISUAL IMAGES

A Brescia la mostra ‘Cinema Mattotti’: parla il vincitore del Premio Masi 2016

The ‘Cinema Mattotti’ exhibition in Brescia: the 2016 Masi Prize winner speaks out

Si considera un artigiano dell’illustrazione, ma nei suoi lavori cerca sempre di superare il limite con il suo mondo interiore. Ha iniziato come fumettista, poi ha ceduto alla ‘tentazione’ del cinema, sua passione fin da ragazzo. Ama la sfida del testo letterario, ma ammette di aver rinunciato davanti ad opere troppo astratte. Premio Civiltà Veneta 2016, Lorenzo Mattotti si racconta da Parigi, dove vive, in attesa di tornare in Italia per la mostra ‘Cinema Mattotti’ che Brescia, città dove è nato nel 1956, gli dedicherà dal 15 luglio al 29 ottobre nell’anno di Bergamo Brescia Capitale italiana della Cultura.

Mattotti, partiamo da oggi: a cosa sta lavorando?

Sto lavorando a manifesti per vari Festival, ho appena finito quello per Trento, sto pensando a quello per Venezia. Ho finito da poco un lavoro su Lancillotto per i Millenni Einaudi che uscirà quest’estate. Sono abituato a lavorare in parallelo, non so se è un bene o un male, ma il fatto di staccare per dedicarmi ad altri progetti mi permette di vedere i lavori più a distanza.

Lei è illustratore, ma ha iniziato come fumettista.

He considers himself an artisan of illustration, but he always tries to push the boundaries with his inner world. He started out as a cartoonist and then succumbed to the ‘temptation’ of cinema, his passion since he was a boy. He loves the challenge of the literary text, but admits to having given up when faced with works that are too abstract. Awarded the Civiltà Veneta Prize 2016, Lorenzo Mattotti tells his story from Paris, where he lives, while waiting to return to Italy for the ‘Cinema Mattotti’ exhibition that Brescia, the city where he was born in 1956, will host on him from 15 July to 29 October in the year of Bergamo Brescia Italian Capital of Culture.

Sig. Mattotti, let’s start with today: what are you working on?

I am working on posters for various festivals. I have just finished one for Trento, and I am thinking about one for Venice. I recently finished a work on Lancelot for the Millenni Einaudi publications that will come out this summer. I like working on several things at once.

I don’t know if that’s good or bad, but the fact that I take time off to

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“Il cinema, una passione da sempre, iniziata grazie a Tonino Guerra”
“The cinema has always been a passion of mine – it started with Tonino Guerra”
Lorenzo Mattotti

La civiltà veneta guarda al futuro (2021), opera originale dedicata ai quarant’anni della Fondazione Masi Venetian Culture looks to the future (2021), an original work dedicated to 40 years of the Masi Foundation

Sì, era un lavoro più veloce e pagato meglio. Diciamo che il fumetto mi ha permesso di aprirmi ad altri campi, come l’illustrazione e i manifesti. E poi, naturalmente, il cinema.

È stata una cosa molto lenta, anche se da ragazzo amavo tantissimo il cinema: a Udine avevamo provato a fare un cortometraggio con un circolo culturale, ma è stato un fallimento. Ho avuto tanti tentennamenti, poi forse ha vinto la mia timidezza. Al cinema sono perciò arrivato lentamente, per strade laterali. Ho iniziato con sigle televisive molto semplici, fino a che è arrivata la possibilità di collaborare a cose più importanti. Grazie a Tonino Guerra fui chiamato a fare le animazioni di raccordo per gli episodi di Eros di Michelangelo Antonioni. E prima c’era stata anche un’esperienza per il Pinocchio di Enzo D’Alò.

C’è una peculiarità italiana nell’illustrazione?

Assolutamente, fin dagli anni ’40 e ’50. Ci sono stati grandi illustratori a fumetti, Dino Battaglia, Sergio Toppi, Hugo Pratt, Crepax, grandi nomi a cui non si può sfuggire. Quando ero giovane li leggevo sul ‘Corriere dei piccoli’, ho scoperto

work on other projects allows me to see things from a greater distance.

You are an illustrator, but you started out as a cartoonist.

Yes, it was a faster job and paid better. Let’s say that comics allowed me to open up to other fields, such as illustration and posters. And then, of course, cinema.

It was very slow, even though I loved cinema so much as a boy. In Udine we tried to make a short film with a cultural club, but it was a failure. I had many stops and starts, then perhaps I got over my shyness. So I came to cinema slowly, and indirectly. I started with very simple television theme tunes, until I got the chance to work on more important things. Thanks to Tonino Guerra, I did the link animations for some episodes of Michelangelo Antonioni’s Eros. And before that there was also something with Enzo D’Alò’s Pinocchio

Do Italians have a particular skill for illustration?

Absolutely, ever since the 1940s and 1950s. There have been some great comic book illustrators: Dino

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Anche lei si è cimentato con la grande letteratura. Tradurre i testi in immagini è come passare dalla letteratura al cinema, devi fare un grande lavoro di adattamento. Le cose che la parola descrive, nel disegno le puoi evocare, la sfida è ampliare l’immaginario del testo, dare al lettore una possibile reinterpretazione. Per me è sempre un lavoro di appropriazione culturale: prendere un testo per illustrarlo vuol dire leggerlo, rileggerlo, digerirlo e tirarlo fuori, è una grande esperienza.

È capitato di rinunciare?

Certi autori le immagini te le danno loro, altri sono molto intellettuali e lavorano con concetti astratti.

Mi è capitato per un lavoro in uscita l’anno venturo, di un autore americano di cui non posso ancora fare il nome, talmente astratto che era difficile portarlo in immagini. Mi è capitato anche con Pinocchio o con l’Inferno di Dante, non mi sentivo all’altezza, e devo ringraziare i miei editori che mi hanno quasi obbligato.

Si considera più artigiano o artista?

La base d’artigianato c’è assolutamente e l’ho sempre difesa, poi

Pagina precedente Alcuni manifesti disegnati per il cinema

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Selection of posters designed for the cinema

A lato. Mattotti al lavoro nel suo studio

This page. Mattotti at work in his studio

Battaglia, Sergio Toppi, Hugo Pratt, Crepax, big names that you can’t miss. When I was young, I used to read them in the Corriere dei piccoli. I discovered Edgar Allan Poe in the Battaglia editions, which were very influential at the highest level.

You have also tried your hand at writing.

Translating texts into images is like going from literature to cinema, you have to adapt a lot. The things that the words describe, you can bring out in the drawing; the challenge is to expand the imagery of the text, to give the reader other angles. For me it is always a work of cultural appropriation: working a text to illustrate it means reading it, re-reading it, digesting it and drawing to map it out. It’s great fun.

Have you ever given up?

Some authors give you images themselves, others are very intellectual and work with abstract concepts. I gave up with something coming out next year, by an American author who I can’t yet name – the text was so abstract that I couldn’t translate it into images. The same happened to me with Pinocchio and Dante’s Inferno – I did not feel up to it, but I have to thank my publishers who twisted my arm.

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Edgar Allan Poe nelle versioni di Battaglia: avevano un ruolo divulgativo ad altissimo livello.
“Tradurre i testi in immagini è come passare dalla letteratura al cinema”
“Translating text into images is like going from literature to the cinema”

ci sono un’ambizione personale interiore, una voglia di superare il mestiere per arrivare a toccare cose che hai dentro, più misteriose. Mi è capitato di fare illustrazioni rispettose ma non personali, che non mi davano emozioni… Io devo cercare ogni volta di sentire qualcosa, e questo porta a superare i limiti dell’artigianato, a rischiare. È arte, supera il ruolo dell’illustratore. Lei fa opere solo per sé?

È quello che vorrei fare tutto il giorno, riempire i miei block notes bianchi di quello che in quel momento mi interessa. Lo faccio dalla fine degli anni ’70 e piano piano questi lavori più personali hanno nutrito quelli professionali. Quando lavoravo alla Famosa invasione degli orsi in Sicilia, per due-tre anni ho disegnato pochissimo. Poi durante il Covid ho finalmente ripreso i miei taccuini, ho ricominciato a disegnare per capire a che punto era il mio rapporto con le matite e i colori, che immagini venivano fuori.

Do you consider yourself more of a craftsman or an artist?

Craftsmanship is certainly there and I have always defended it, but then I have an inner personal ambition, a desire to go beyond craftsmanship to touch things that are inside me, more mysterious things. I used to make illustrations that were correct, but lacked personality and didn’t make me feel anything… I have to try to feel something always, and this means going beyond the limits of craftsmanship, and taking risks. This is art, it’s more than the role of the illustrator. Do you do any drawings just for yourself?

That’s what I would like to do all day, fill my blank notepads with what interests me at the moment. I have been doing this since the late 1970s, and slowly these more personal works have influenced the professional ones. When I was working on the Famous Invasion of the Bears in Sicily I drew very little for two or three years. Then during Covid, when I finally opened my notebooks again, I started drawing again to see where I was in my relationship with pencils and colours, and what images would come out.

Durante la lavorazione del film ha utilizzato la computer grafica? Che rapporto ha con la tecnologia?

La mia équipe lavorava al computer ma i miei disegni di preparazione sono a matita, spesso schizzati. Non ho nulla contro la tecnologia, abbiamo fatto cose assolutamente meravigliose nel film, i colori al computer sono molto più ricchi e vari della gamma dei pastelli e delle matite, si possono ottenere trasparenze e variazioni molto leggere. Un’altra cosa sono i nuovi linguaggi; l’idea che siano i computer a creare immagini per me è una follia, ci sono già tante immagini brutte nel mondo, non c’è bisogno di aggiungerne altre… In estate porterà una sua mostra a Brescia. Cosa vedremo?

Parlerà del mio rapporto con il cinema ma anche con la danza e la musica. Vorrei che emergessero anche altri lati del mio lavoro. Ci saranno films in cui ho lavorato e films che proporrò io. Mi piacerebbe esporre anche qualcosa che non si è visto in Italia e, forse, anche i taccuini. Penso a una mostra spettacolare, con proiezioni e animazioni.

l’attività di musei, gallerie e associazioni culturali e, per il 2023, gli eventi della Capitale della Cultura.

Pagina precedente Pastelli a colori danno forma a figure plastiche e dinamiche

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Pastel colours give shape to dynamic plastic figures

A lato. Mattotti firma la botte di Amarone del Premio Masi 2016

This page. Mattotti autographs the barrel at the Masi Prize 2016

Have you used computer graphics during the making of a film? What is your relationship with technology? My team work on the computer but my preparatory drawings are in pencil, often shaded in. I have nothing against technology, we have done absolutely wonderful things in films: the colours on the computer are much richer and more varied than with just pastels and pencils, and you can get very light transparencies and subtle variations. Another thing is it’s a new language; the idea that computers could create images for me is crazy, there are already so many bad images in the world, there is no need to add any more…

You take an exhibition to Brescia in the summer. What will we see?

It will talk about my relationship with cinema but also with dance and music. I would also like other sides of my work to emerge. There will be films that I have worked on that I will show. I would also like to exhibit something that has not yet been seen in Italy, and maybe even notebooks. I am planning a spectacular exhibition, with projections and animations.

Giovanna Capretti, degree in History of Art.

Culture and Stage Performance Editor for ‘Giornale di Brescia’ for twenty years since joining in 1992. Currently, Deputy Editor for museum, gallery and cultural association news, including events for the Capital of Culture 2023.

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Giovanna Capretti, laureata in Storia dell’Arte, è stata per vent’anni redattrice di Cultura e Spettacoli del ‘Giornale di Brescia’, dove lavora dal 1992 e per il quale segue ora da Vice Caposervizio della Cronaca

IL FASCINO DELLA LEGGEREZZA PER LA BOTTIGLIA MASI

THE CHARM OF LIGHTNESS FOR THE MASI BOTTLE

La sostenibile lievità di una bottiglia: un racconto lungo la direttrice Milano-Venezia

The sustainable lightness of a bottle: the story of the route from Milan to Venice

Intersezione di visioni lungo la direttrice che unisce Milano e Venezia; competenze a confronto, a generare una nuova idea di sostenibilità; evoluzione e secondo passo di un cammino già di successo, ma che spinge per la sua stessa essenza a migliorarsi costantemente: è così che oggi la leggerezza assume la forma di una bottiglia. Un impegno sostenibile da toccare con mano e non parola spesa in un discorso. Per una novità che si fa soggetto di un nuovo capitolo, ennesima declinazione di stile a far capolino dopo aver mandato in archivio la 250esima vendemmia di una famiglia storica del vino veronese, i Boscaini, e di una realtà che, fin dalle proprie origini, si è sempre dimostrata pronta a scrivere pagine che nessuno ha ancora immaginato. La bottiglia Masi, innovazione che fa oggi la sua comparsa, è molto più che un semplice contenitore d’avanguardia. Meno vetro, ancora più qualità: questi i due poli che definiscono la rotta, grazie alla cifra di Lissoni&Partners, tratto che ha delineato l’elegante veste e alla competenza tecnica di Verallia, che ne ha plasmato la resistente stoffa. Perché una bottiglia

Minor peso, più qualità e design: con Piero Lissoni e Verallia nasce l’innovativa ‘Bottiglia Masi’

Less weight, more quality, better design: the innovative ‘Masi Bottle’ produced by Piero Lissoni e Verallia

There’s a journey from Milan to Venice in this product, figuratively and essentially, and hence from practicality to art. Both cities have their contribution to make, producing a new approach to sustainability. We’re talking about variations on an approach that’s already been taken and has shown its worth, but actually is getting better all the time. Today, lightness comes in bottle-shape. And the commitment to sustainability has happened without the need for any speech-making preamble. For a development that’s become the heading of a new chapter, this is another stylistic variation to be consolidated after celebrations for the 250th vintage of a historic Veronese wine family, the Boscainis, and a business enterprise that, ever since it was founded, has always shown itself ready to develop in ways that no-one had yet imagined. The Masi bottle, which makes its debut today, is more than just an avant-garde container. It has less glass, but even more quality. These are the two watch words that define the path from Lissoni&Partners, who have created the elegant

32 UN VINO UNA STORIA WINE STORIES
di Matteo Borré

“Il suono della versata è una sorta di canto del vino e della sua freschezza. Il collo lungo e stretto che esce quasi ad angolo retto dal cilindro di vetro, crea un gorgoglìo piacevole e inedito nelle usuali bottiglie da vino”.

“The sound of pouring, is a kind of song for the wine and its freshness. The long, narrow neck that emerges almost at right angles from the cylindrical part of the bottle creates a unique and attractive gurgling sound in wine bottles.”

Raffaele Boscaini

può essere molto di più di una bottiglia. In questo caso, si tratta innanzitutto di un passo fatto con naturalezza nel solco di un cammino già intrapreso con l’ideazione di Fresco di Masi, il vino nato ‘per sottrazione’, rivoluzione in due etichette che si è fatta risposta alla sensibilità dei tempi all’insegna della linearità del trittico uva, mosto, vino. “Innanzi a qualsiasi sollecitazione, affrontiamo il cambiamento, quando non ci riesce di anticiparlo, con una nostra ricetta”, sottolinea Raffaele Boscaini. “Difficilmente si trova nella nostra storia una mera adesione a un nuovo trend: cerchiamo sempre di offrire un punto di vista Masi”. Per questo, oggi è nata la bottiglia Masi, che non è soltanto una risposta a una sostenibilità che viene domandata con sempre maggiore insistenza su tanti mercati in giro per il mondo. “Abbiamo perseguito l’obiettivo di una maggiore leggerezza, ma sposandolo all’estetica e a linee di design. Per una soluzione capace, attraverso il contenitore, di aggiungere valore al contenuto”. La rappresentazione della bontà di un vino passa anche dalla bellezza della bottiglia che ne plasma la forma: sostanza ed estetica che procedono di pari passo.

Più efficiente, più sottile, più delicata: paradossale, in quanto più robusta. Con la sottrazione che ritorna, una

packaging, to Verallia, whose technical expertise has crafted the shape out of a strong material. Because a bottle can be much more than a bottle.

In this case, the model for development is that already taken by Fresco di Masi, the wine born “by subtraction”, which means reducing the journey from the vineyard to the bottle to the absolute essentials, in a desire to take out all unnecessary refinements in the production process that might interfere with the authenticity and genuineness of the final result. In other words, the red and white products in this range have responded to the requirements of the time with linear simplicity, expressed in three words as: grape, must, wine. “When asked to make changes, we either get there first or we apply our own solutions,” says Raffaele Boscaini. “It’s rare that we follow trends; usually we have our own Masi point of view.” This is why the Masi bottle that we are introducing today is no mere reaction to the ever increasing demand for sustainability from so many markets around the world. “Greater lightness has been one of our objectives, but we have matched that with a regard for aesthetics and design, to add value to the content by using this container.” Which means that the worth

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La soluzione aggiunge valore al contenuto attraverso il contenitore The design adds value to the contents through the container
Leggerezza e resistenza alla base dell’idea di Piero Lissoni Lightness and strength at the heart of Piero Lissoni’s idea

“Siamo riusciti a risparmiare più del 30% di vetro, che equivale a diminuire la quantità di energia necessaria per lavorarla e trasportarla”.

Studio Lissoni&Partners

“We’ve succeeded in saving more than 30% of the glass, which means we also save on the energy costs for production and transportation.” Studio Lissoni&Partners

volta ancora, quale valore aggiunto e offre un plus identitario. Un progetto, la bottiglia Masi, su cui è apposta una firma comune, perché la mano di chi ha definito i tratti rappresenta solo la prima parola scritta di questo racconto. Una storia che regala un’assoluta facilità di comprensione già al primo sguardo, integrandosi alla perfezione con un’altra creazione ad alto valore d’immagine, quale è Fresco di Masi. “Nella nuova bottiglia, la scelta di un materiale trasparente riverbera perfettamente il contenuto, che è posto in primo piano e si offre quasi facendo sperimentare una sensazione tattile: al contempo, testimonia la limpidezza di un processo produttivo in cui tutto il superfluo è stato sottratto per giungere all’essenza più pura”. Un nuovo traguardo, chiara presa di coscienza della propria identità, a rafforzare un percorso di consapevolezza che è richiamo primordiale. Un progetto che ha preso vita progressivamente nel periodo più buio per accendere la fiamma che illumina un futuro diverso. Una luce che imprime una spinta, che muove, nel senso etimologico del termine, facendo mutare la posizione di sempre per indirizzarsi verso un altro orizzonte. Il risparmio di qualche centinaio di

‘Bottiglia Masi’ è un progetto supportato dalla Regione Veneto attraverso il programma ‘SustaIn4Food’, che promuove la sostenibilità dell’agroalimentare Veneto. Masi aderisce inoltre alla Rete Innovativa Alimentare Veneto – RIAV – che riunisce imprese e soggetti pubblici che sviluppano progetti innovativi per l’economia regionale

‘Bottiglia Masi’ is a project supported by Regione Veneto through the ‘SustaIn4Food’ programme, which promotes the sustainability of food production in the Veneto. Masi also belongs to RIAV (Rete Innovativa Alimentare Veneto) which unites businesses and public bodies that develop innovative projects for the regional economy

of a wine is also expressed by the beauty of the bottle that contains it: substance and aesthetics go hand in hand. The new bottle is easier to use, lighter and more delicate: paradoxically, it’s also more robust. The theme of subtraction comes back again, as an added value with an added quotient of identity. It’s the Masi bottle, with no more specific attribution than that for its creators, because it’s a collective effort and its message blends perfectly with another high value creation: Fresco di Masi. “In the new bottle, the choice of transparent glass fits in perfectly with the content, which thus takes its place in the foreground and provides an almost tactile sensation. At the same time, it testifies to the transparency of a production process in which everything superfluous has been subtracted to arrive at the purest essence.”

It’s a new goal, with a precise identity, reinforcing a path of awareness that is almost primordial. The project developed gradually in a period of great darkness to light a flame that illuminates a very different future. A light that changes our direction and view point. Saving a few hundred grams actually turns

Fresco di Masi Bianco e Rosso, biologici, non filtrati, sostenibili anche nel packaging

Fresco di Masi Bianco and Rosso, organic, unfiltered, sustainable with its packaging too

grammi si tramuta in una scelta ‘di peso’, per quel che comporta e per dove conduce. Rinnovata aspirazione di quotidianità che si fa vino. “Qui si parla di uva, punto. Non parliamo di invecchiamento, blend o di particolari terroir; è vino: Fresco, rosso o bianco. Immediato. Una semplicità che sposa sempre più accortezze e competenze tecnologiche dell’oggi, consentendo di eliminare ogni passaggio non strettamente necessario all’ottenimento del prodotto finale desiderato”.

È una nuova unità di misura, paradigma capace di produrre un benefico effetto a cascata: risparmio di materia prima, di energia necessaria in lavorazioni e trasporto, di sforzo per l’uomo dalla movimentazione fino all’atto conclusivo, ovvero il servizio in tavola e nel calice. È un’innovazione che, rinnovando i fattori in gioco, fornisce all’equazione quel risultato capace di generare un innalzamento nella qualità della vita, raccontando l’avanguardia di un Veneto operoso che tramuta la passione in nuova cifra d’eleganza e stile. Una bottiglia, soprattutto nella sua misteriosa semplicità, è sempre molto più di una bottiglia.

Raffaele Boscaini: “Finalmente una bottiglia identitaria – Sono entusiasta!” Raffaele Boscaini: “Finally, a signature bottle – I like it!”

into a ‘weighty’ choice, because of what it entails and where it leads: to a renewed aspiration for wine as part of everyday life.

“Here we are talking about grapes, full stop. We’re not talking about ageing, grape blends or particular terroirs; it’s wine: Fresco, red or white. Ready now. With a simplicity that goes hand in hand with today’s technological skills, making it possible to eliminate any unnecessary deviation on the way to the making of the desired end product.”

It’s a new paradigm, a virtuous model of working that cascades savings: savings in raw materials, savings in the energy required for processing and transport, and savings in human effort from handling to the final act, which is service at table and in the glass. Reassessing the process has enabled us to take a new look at improving the quality of life, demonstrating an avant-garde approach to the transformation of passion into elegance and style in the industrious Veneto region. A bottle, especially in its mysterious simplicity, is always much more than a bottle.

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Matteo Borré ha studiato all’Università di Milano, all’Université Paris 1, Panthéon Sorbonne, conseguì un Ph.D. in European Society and International Life in the Modern and Contemporary Age. Nel 2020 è stato uno dei fondatori della casa editrice Nelson Srl. Oggi è Founder e Wine Leader del progetto WineCouture, nonché partner ed editore di iGzimo.it e Touch Magazine. Matteo Borré, studied at Milan University, then Paris University 1, Panthéon Sorbonne, before Ph.D. in European Society and International Life in the Modern and Contemporary Age. One of the founders of publishers Nelson Srl in 2020. Now Founder and Wine Leader of WineCouture project, as well as partner and publisher of iGzimo.it and Touch Magazine.

CANOVA E IL POTERE: UN VIAGGIO SUBLIME NEL MONDO DEL COLLEZIONISMO

CANOVA AND POWER: A TRANSCENDENTAL JOURNEY IN A COLLECTORS’ WORLD

A Possagno in mostra la Collezione Sommariva col sostegno di Masi Agricola

The Sommariva Collection now on show in Possagno, with support from Masi Agricola

Dal 22 marzo al 3 settembre il Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno (Treviso) ospita la mostra ‘Canova e il potere. La collezione Giovanni Battista Sommariva’, ideata da Vittorio Sgarbi e curata da Moira Mascotto ed Elena Catra. L’esposizione corona le celebrazioni per il bicentenario della morte dell’artista ed è stata realizzata con il sostegno di Agricola Masi, che ha inteso in questo modo consolidare il proprio impegno nella conservazione e nella valorizzazione del patrimonio culturale e artistico delle Venezie, in un sempre più proficuo e auspicale legame tra imprese e territorio. Alla mostra, corredata da un catalogo con saggi a firma di eminenti studiosi, è collegato inoltre un fitto calendario di conferenze, visite guidate, laboratori didattici per bambini e per ragazzi. Con questo contributo completiamo la trilogia di articoli dedicati da ‘Le Venezie’ al bicententario. Nel 2022 il mondo intero ha commemorato il bicentenario della morte di Antonio Canova, protagonista assoluto del Neoclassicismo e uomo di profonda umanità. Nell’occasione, il Museo di Possagno ha offerto al suo pub-

The Museum Gypsotheca Antonio Canova in Possagno (Treviso) is holding an exhibition called ‘Canova and Power. The Giovanni Battista Sommariva Collection’ from 22th March to 3rd September. Conceived by Vittorio Sgarbi and jointly curated by Moira Mascotto and Elena Catra, the exhibition is the highpoint of celebrations for the bicentenary of the artist’s death. Seeking to consolidate its commitment to the preservation and enhancement of the cultural and artistic heritage of the Venetian regions in an increasingly successful link between business and regional location, Masi Agricola is one of the supporters of the event. The exhibition, with a catalogue garlanded with essays by eminent scholars, is also linked to a full calendar of conferences, guided tours, and educational workshops for children and young people. This feature completes the trilogy of articles dedicated to the bicentennial by ‘Le Venezie’.

The exhibition shows the links between the artist and political or cultural leaders of the time

In 2022, the whole world celebrated the bicentenary of the death of Antonio Canova, a leading proponent of Neoclassicism and a man of profound human-

38 SERVIZI FEATURES
di Moira Mascotto
La mostra evidenzia i rapporti tra l’artista ed esponenti politici e culturali del tempo

Un capolavoro della Collezione

Sommariva: Antonio Canova (Possagno 1757-Venezia 1822), Apollino, 1797 ca, marmo, Bologna, Collezioni Comunali d’Arte

A masterpiece from the Sommariva Collection: Antonio Canova (Possagno 1757-Venezia 1822), Apollino, ca 1797, marble, Bologna, Collezioni Comunali d’Arte

blico numerosi eventi per dare la massima rilevanza a questo storico evento. In continuità conquesti intenti celebrativi, è stata allestita la mostra ‘Canova e il Potere. La collezione Giovanni Battista Sommariva’, forte di un corpus espositivo che vanta dei prestigiosi prestiti provenienti da istituzioni nazionali e internazionali, sia pubbliche che private.

Riconoscente del prestito concesso dalle Collezioni Comunali d’Arte di Bologna dell’Apollino canoviano, l’Ente possagnese ha sostenuto il restauro realizzato dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e la statua verrà resa fruibile al pubblico per la prima volta, in tutta la sua rinnovata bellezza, con l’esposizione.

La mostra rende omaggio al maestro mettendo in luce la relazione tra arte e potere ricostruendo i rapporti che egli intrattenne con i massimi esponenti del panorama politico e culturale dell’epoca, con un focus sul collezionista Giovanni Battista Sommariva.

Il percorso si articola in tre sezioni, la prima delle quali è dedicata ai legami che Canova ebbe con i protagonisti del tempo. Corteggiato dai potenti della terra per i suoi capolavori, l’artista ebbe, infatti, frequenti e intense relazioni con i protagonisti del tempo, a lui legati in qualità di committenti,

ity. To mark the occasion, the Canova Museum has already organised numerous events highlighting the anniversary. Now comes the exhibition ‘Canova and Power. The Giovanni Battista Sommariva Collection’, with prestigious loans from national and international institutions, public and private, as part of the display.

Stendhal aveva definito

lo studio di Canova

un posto unico al mondo

Stendhal thought Canova’s studio a unique place in the world

The loan of the Canova Apollino, for example, by the Collezioni Comunali d’Arte of Bologna involved the Canova Museum financing restoration work carried out by the Opificio delle Pietre Dure in Florence and the current exhibition sees the statue on show to the public for the first time in all its restored beauty. The exhibition pays tribute to the master by outlining the relationship between art and power, reconstructing the dealings Canova had with the leading figures of the political and cultural scene of the time, with a focus on the collector Giovanni Battista Sommariva. There are three sections, the first of which is dedicated to the ties that Canova had with powerful individuals. Courted by the rich and powerful for his masterpieces, Canova actually had frequent contact with leading figures of the time, who became his patrons, aware of the strong

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Domenico Pellegrini (Galliera Veneta 1759-Roma 1840), Ritratto di Filippo e Costanza De Marinis come Amore e Psiche, olio su tela, collezione Privata Domenico Pellegrini (Galliera Veneta 1759-Rome 1840), Portrait of Filippo and Costanza De Marinis as Cupid and Psyche, oil on canvas, Private collection Pompeo Calvi (Milano 1806-1884), Interno di studio di Canova, olio su tela, Londra, Trinity Fine Art Ltd Pompeo Calvi (Milan 1806-1884), Inside Canova’s studio, oil on canvas, Trinity Fine Art Ltd, London

Thomas Lawrence (Bristol 1769-Londra 1830), Antonio Canova, olio su tela, Possagno, Museo Gypsotheca

Antonio Canova

Thomas Lawrence (Bristol 1769-London 1830), Antonio Canova, oil on canvas, Possagno, Museo Gypsotheca

Antonio Canova

Antonio Canova, Mezza figura di fanciullo in atto di guardare un uccello (Ritratto del principe

Henryk Lubomirki come San Giovannino), 1786 circa, olio su tela, Collezione privata

Antonio Canova, Half-length figure of boy looking at a bird (Portrait of Prince Henryk Lubomirki as the infant Saint John), circa 1786, oil on canvas, Private collection

consapevoli del forte messaggio che le opere d’arte portano con sé.

Vengono annoverati Napoleone e alcuni membri della famiglia Bonaparte, l’amico Giuseppe Bossi, fino ad arrivare al facoltoso Giovanni Battista Sommariva.

Proprio a questo raffinato mecenate e collezionista, personaggio di spicco del mondo politico tra Settecento e Ottocento e uomo di fiducia di Napoleone, è dedicata la seconda sezione della mostra che approfondisce lo straordinario rapporto che lo legò per tutta la vita a Canova, accomunati dall’amore per l’arte e dalla passione per il collezionismo. Destinò le sue ricchezze alla raccolta di antichità e di opere di pittori e scultori a lui contemporanei, diventando tra i più grandi committenti dell’artista.

Sommariva conservò le prestigiose opere collezionate nelle due residenze francesi – un castello a Épinay sulle rive della Senna, e un hôtel particulier in rue Basse-du-Rempart a Parigi – e a Villa Carlotta di Tremezzo, favolosa dimora sul Lago di Como acquistata nel 1801 e che, oggi come allora, è il luogo deputato a conservare parte di quel patrimonio artistico che il collezionista aveva formato, diventando meta di viaggiatori provenienti da

message implicit in works of art. The list includes Napoleon and other members of the Bonaparte family, Canova’s friend Giuseppe Bossi, and wealthy individuals, like Sommariva. It’s this refined patron and collector, who was a leading politician between the 18th and 19th centuries and one of Napoleon’s trusted friends, who is the focus of the second section of the exhibition.

The display explores the extraordinary relationship that he had with Canova throughout their lives, sharing a love of art and passion for collecting. Sommariva devoted his wealth to collecting antiquities and works by contemporary painters and sculptors, becoming one of Canova’s greatest patrons.

Dal 22 marzo al 3 settembre la mostra, ideata da Sgarbi, alla Gypsotheca Canova

The exhibition, conceived by Sgarbi, is at the Gypsotheca Canova, 22 March-3 September

Sommariva kept the prestigious works he collected in his two French residences – a castle in Épinay on the banks of the Seine, and a hôtel particulier in rue Basse-du-Rempart in Paris – and in Villa Carlotta in Tremezzo, a fabulous residence on Lake Como purchased in 1801. Today as then, Villa Carlotta is the custodian of part of Sommariva’s artistic collection and many travellers from all over Europe have left enthusiastic literary accounts of their visits.

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ogni parte d’Europa e che ci hanno lasciato appassionate testimonianze letterarie delle loro visite, come lo scrittore francese Stendhal che nel suo Diario del viaggio nella Brianza del 1818 annotò che, tra i luoghi dove avrebbe amato vivere “il più bello è alla Tremezzina, presso la casa Sommariva”.

Anche lo studio romano di Antonio Canova costituiva una tappa imperdibile del Grand Tour per i giovani rampolli delle corti internazionali, nonché fonte di interesse per gli appassionati d’arte, i letterati e gli uomini di cultura in visita alla capitale pontificia. Lo documentano i dipinti di Francesco Chiarottini e di Pompeo Calvi, esposti nella terza sezione della mostra, e ne offre inoltre una vivida descrizione Francesco Hayez: “Lo studio era composto da molti locali e tutti pieni di modelli e di statue; tutti potevano entrare per ammirare questi lavori, ma dove stava il sig. Canova non penetravano che quelli a cui egli dava uno special permesso”.

Stendhal stesso aveva definito lo studio di Canova “un posto unico al mondo” e lo inserì tra le tappe obbligate per i viaggiatori nella città eterna. Nel suo libro Passeggiate romane, Stendhal suggeriva al lettore, dopo aver ammirato il Colosseo, le stanze di Raffaello al Vaticano e il Pantheon, di recarsi presso “lo studio di Canova” e da qui procedere alla scoperta delle “principali opere di questo grande scultore, sparse in chiese e palazzi”.

‘Canova e il Potere’ è un invito a viaggiare nel mondo del collezionismo che può sottendere l’affermazione di sé e dell’establishment e il desiderio di potere espresso anche attraverso la lucida, sensuale e sconvolgente bellezza del marmo canoviano. La mostra, così come tutti i lavori di restauro del patrimonio, ci restituiscono ciascuno nella loro unicità, un tassello fondamentale della storia e della storia dell’arte.

In 1818, for example, it was the French writer Stendhal who noted in his Diary of a Journey to Brianza that of the places where he would most like to live “the most beautiful is in Tremezzina, at the Sommariva house.”

Canova’s studio in Rome was also an unmissable stop for youthful aristocrats from abroad while on the Grand Tour, as well as a source of interest for art lovers, men of letters and culture fanatics visiting the papal capital. This is documented by the paintings of Francesco Chiarottini and Pompeo Calvi, on display in the third section of the exhibition.

Francesco Hayez gives us a vivid description: “The studio was made up of many rooms, all full of models and statues; everyone could come in and admire, but only those with a special pass from the master could penetrate as far as Sig. Canova.” Stendhal himself called Canova’s studio “a unique place in the world” and included it as one of the obligatory stops for travellers to the Eternal City. In his book Passeggiate romane (Roman Walks), he suggests that after admiring the Colosseum, Raphael’s rooms at the Vatican, and the Pantheon, the reader should go to lo studio di Canova and from there discover the “principal works of this great sculptor, scattered in churches and palaces.”

‘Canova and Power’ is an invitation to explore the world of collectors of art, whose search for self-affirmation and institutional validation combined with a desire for power found its expression through the luminous, sensual and unsettling beauty of Canova’s marble figures. Like all re-evaluations of artistic patrimony, each one unique in its own way, this exhibition gives us back a fundamental piece of the jigsaw of history and art history.

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Moira Mascotto, storica dell’Arte, è direttrice del Museo Gypsotheca Antonio Canova, è membro del Consiglio di Amministrazione di Fondazione Canova Onlus e del Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Bicentenario della morte Antonio Canova. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni e saggi. Moira Mascotto, art historian, director of the Museo Gypsotheca Antonio Canova, board member of the not-for-profit Canova Foundation and on National Committee for the Celebrations of the Bicentenary of the death of Antonio Canova. Author of many books and treatises.

IN TRE PIEVI VERONESI L’AFFRESCO DI UN FINE MILLENNIO END-OF-THE MILLENNIUM FRESCOS IN THREE VERONESE CHURCHES

a cura della Redazione

Il saggio di Francesco Butturini L’Apocalisse in tre cicli di affreschi

L’Apocalisse in tre cicli di affreschi è il volume che il docente e critico d’arte veronese Francesco Butturini dedica alle tre pievi di San Severo di Bardolino, Sant’Andrea di Sommacampagna e San Giorgio di Valpolicella e ai loro cicli frescali.

Un saggio che può essere a sua volta definito un originale affresco sui due ultimi secoli del primo millennio in quel territorio di Verona dove, nei periodi longobardi, carolin-gi e ottoniani – lo insegnava lo storico dell’arte Sergio Bettini – “si distilla, per l’im buto della Val d’Adige, la quin tessenza dell’Europa, e appro da dalle bocche adriatiche di Venezia la risacca dell’Oriente”. Al tempo, insomma, la città ve neta, diocesi suffraganea del patriarcato di Aquileia e le pievi del contado rappresentavano un significativo punto di incon tro nel processo di formazione della civiltà europea, cui offri rono un contributo importan te gli artisti affluiti dal mondo bizantino. Butturini lo esplora attraverso le architetture e le

Veronese art critic and lecturer Francesco Butturini has written a book about end-of-the-millennium frescos in the three parish churches of San Severo in Bardolino, Sant’Andrea in Sommacampagna, and San Giorgio in Valpolicella.

The Apocalypse in Three Fresco Cycles is a ground breaking work on the last two centuries of the first millennium in that area of the Veronese lands, where during the Longobard, Carolingian and Ottonian periods – as art historian Sergio Bettini taught us – “the quintessence of Europe is distilled through the funnel of the Adige Valley, and the undertow of the East arrives from the Adriatic outlets of Venice.” This is the time when Verona, a suffragan diocese of the patriarchate of Aquileia, and the parish churches of the Veronese countryside, were an important meeting point for artists who flocked from the Byzantine world in the process of the establishment of European civilisation. Butturini explores

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DALLA FONDAZIONE MASI APPROFONDIMENTI FROM THE MASI FOUNDATION INSIGHTS Francesco Butturini’s work The Apocalypse in Three Fresco Cycles San Severo, Bardolino

immagini pittoriche ispirate al libro dell’Apocalisse e alle storie soteriologiche della tradizione cristiana, che rendono le tre chiese altrettanti ‘gioielli’ del patrimonio scaligero e ‘testimoni di pietra’ di un popolo, quello longobardo, che, insediatosi in Italia a metà del VI secolo, in poco più di cent’anni finirà per trasformarla nella propria terra: fortificandone le città, edificando chiese da dedicare ai santi della propria devozione, istituendo monasteri destinati a diventare custodi e fari di cultura e di saperi nei secoli a venire.

Un ampio capitolo è dedicato alla pieve di San Giorgio, cui la Fondazione Masi è particolarmente legata, per aver ospitato la cerimonia d’onore di diverse edizioni del Premio Masi. Nell’occasione, l’autore ne rilancia il nome originale di San Giorgio in Ganna (storpiato poi nel gergo popolare in un ironico Ingannapoltron) e spiega il significato del toponimo: termine antichissimo che rimanda ad aree di pietraia o di caduta di sassi. Il volume è completato dal corredo fotografico curato da Vincenzo Sergio, che dal 1980 affianca Butturini nei suoi pellegrinaggi alla ricerca di affreschi medievali.

this through the architecture and pictorial images inspired by the Book of Revelation and the soteriological stories of the Christian tradition, which make the three churches ‘jewels’ of Scaligeran heritage and ‘witnesses-in-stone’ of the Lombards.

Settling in Italy in the mid-sixth century, in little more than a hundred years the Lombards made it their own: fortifying the cities, building churches dedicated to their preferred saints, and establishing monasteries destined to become guardians of culture for centuries to come. An extensive chapter in the book is dedicated to the parish church of San Giorgio, with which the Masi Foundation has a special link because of its use for several editions of the Masi Prize awards ceremony. The author tells us its original name, San Giorgio in Ganna (which rustic mangling later turned into the more comic Ingannapoltron), and explains the meaning of the toponym: a very ancient term referring to areas of stony ground or falling stones. The book is illustrated by photographs taken by Vincenzo Sergio, who has accompanied Butturini on his pilgrimages in search of medieval frescos since 1980.

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Sant’Andrea, Sommacampagna Alcuni degli affreschi che raccontano l’Apocalisse / Frescos telling the story of the Apocalypse

SULLE ORME DEI VITICOLTORI DI SEIMILA ANNI FA

IN THE FOOTSTEPS OF WINEGROWERS FROM SIX THOUSAND YEARS AGO

Masi Agricola sponsor degli scavi sul sito preistorico delle Colombare in Valpolicella

Masi Agricola sponsors excavations at the Colombare prehistoric site in Valpolicella

Contribuire alla salvaguardia e alla tutela del patrimonio culturale, artistico e storico delle Venezie in sinergia con altre istituzioni: è questo l’obiettivo che Masi Agricola si prefigge nel sostenere concretamente da quest’anno le ricerche e le attività archeologiche avviate dall’Università degli Studi di Milano nel 2018 nel sito preistorico di Colombare di Villa, a Negrar di Valpolicella, nel Veronese. Vale a dire in casa Masi, che proprio in questa zona ha le proprie radici e la sede storica. Nel sito, a pochi metri dagli attuali filari di vite, sono stati trovati e analizzati i resti di pollini e vinaccioli di quella che sembra essere la prima uva della Valpolicella, accudita dagli abitanti del posto 6.300 anni fa. Una scoperta suggestiva per quello che oggi è uno dei più importanti distretti del vino in Italia. Le ricerche dell’ateneo milanese sono realizzate in accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per Verona, Rovigo e Vicenza ed è stato il Soprintendente stesso, dott. Vincenzo Tiné, a suggerirci questa opportunità. La presenza di un importante insediamento preistorico delle Colombare di Villa, abitato sin dal Neolitico

Contributing to the safeguarding and protection of the cultural, artistic and historical patrimony of the Venetian regions in synergy with other institutions. This is the objective that Masi Agricola has set itself as it starts to sponsor, as of this year, the archaeological activities begun by the University of Milan in 2018 at the prehistoric site of Colombare di Villa, in Negrar di Valpolicella, in the Verona region. Which is to say in Masi’s home territory, as it has its roots and historic headquarters in this very area. Traces of pollen and grape pips from what appear to be the first grapes in Valpolicella, tended by the locals 6,300 years ago, have been found just a few metres from today’s vineyards and sent for analysis. It’s an apt discovery for what is now one of the most important wine districts in Italy. The dig by Milan University is in collaboration with the Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio for Verona, Rovigo and Vicenza, and it was the Superintendent himself, Dr. Vincenzo Tiné, who suggested Masi’s involvement. The presence of an important prehistoric settlement in Colombare di Villa, known

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DALLA FONDAZIONE MASI APPROFONDIMENTI FROM THE MASI FOUNDATION INSIGHTS di Chiara Boracchi

Pagina precedente. Orlo di contenitore in ceramica, databile all’età del Bronzo, rinvenuto durante la campagna 2022 Previous page. Rim of ceramic container, datable to Bronze Age, found during the 2022 campaign

Vita da scavo. Campagne 2021 e 2022 del Progetto Colombare. Lo studio del paleoambiente aiuta a comprendere le abitudini e le attività svolte dagli antichi abitanti di Negrar, a partire dal Neolitico recente Life on the dig. 2021 and 2022 campaigns for the Colombare Project. The study of the paleo-environment helps understanding of the habits and activities of the ancient inhabitants of Negrar, starting in Late Neolithic times

recente per un lunghissimo lasso di tempo, era nota già dai primi anni Cinquanta del secolo scorso, quando Francesco Zorzi, allora direttore del Museo di Storia Naturale di Verona, scavò per primo nel sito tra 1953 e 1954.

Nelle sue due campagne trovò abbondanza di reperti, tra cui selci e ceramica, e quelle che credette nove strutture di capanne. Dopo le sue campagne, si contano solo due interventi a scopo di tutela, nel 1967 e nel 2015. Finché, cinque anni fa, Università di Milano e Soprintendenza veronese decisero di riprendere, dopo settant’anni, le indagini sistematiche nel sito col supporto del Comune di Negrar e in convenzione col Museo di Storia Naturale di Verona.

Le campagne di scavo e ricognizione del territorio svolte finora dal 2019 al 2022 sono quattro. La direzione spetta a Umberto Tecchiati, docente di Preistoria e di Ecologia preistorica al dipartimento di Beni culturali e ambientali dell’Università degli Studi di Milano, con la condirezione di Paola Salzani, funzionaria archeologa della Soprintendenza veronese, in accordo con l’allora Soprintendente Vincenzo Tiné. La con-

to have been inhabited since the late Neolithic period, was already being investigated in the early 1950s, when the then director of the Natural History Museum in Verona, Francesco Zorzi, first excavated the site between 1953 and 1954.

His two digs revealed an abundance of finds, including flints and pottery, and what he believed to be nine hut structures. Apart from conservation work in 1967 and 2015, nothing more was done until, five years ago, the University of Milan and the Verona Superintendency decided to resume systematic investigations at the site seventy years after the first excavations, with the support of the municipality of Negrar and in agreement with the Natural History Museum of Verona.

Four excavations have been carried out so far, from 2019 to 2022. They were directed by Umberto Tecchiati, lecturer in Prehistory and Prehistoric Ecology at the Department of Cultural and Environmental Heritage of the University of Milan, with the co-direction of Paola Salzani, an archaeologist from the Verona Superintendency, and in agreement with the

I dati più eclatanti rilevano segni di accudimento della vite nel Neolitico recente The most striking results reveal signs of viticulture in the Late Neolithic period

direzione dello scavo è di Cristiano Putzolu, docente di Archeologia digitale presso l’Università di Bologna e di Fiorenza Gulino dell’Università di Milano. Il sito è ampio circa tre ettari, come stimato grazie alle ricognizioni di superficie della prima campagna. “Nel 2020, nonostante le restrizioni della pandemia, la Soprintendenza ha finanziato una campagna di una settimana per prelevare diversi tipi di campioni”, afferma Salzani. “Quelli di terreno in particolare sono serviti per verificare la presenza di pollini e resti botanici come semi e frutti carbonizzati, e svolgere altre analisi utili a ricostruire il paleoambiente e l’economia del luogo. I dati più eclatanti, pubblicati nel 2021, riguardano la presenza e segni di accudimento della vite nel Neolitico recente”. I campioni ossei hanno invece permesso di precisare la cronologia del sito attraverso le analisi al radiocarbonio: ora sappiamo che le Colombare furono frequentate almeno per tremila anni, tra la fine del quinto e la fine del secondo millennio a.C.

“Anche gli scavi del 2022 hanno dato molta soddisfazione,” afferma il professor Tecchiati. “Negli strati del Neolitico recente di una trincea, abbiamo scoperto le tracce di una casa addossata al pendio, con un proba-

Gli studenti che hanno partecipato alla campagna di scavo 2021 diretta da Umberto Tecchiati, con la condirezione di Cristiano Putzolu (i primi a sinistra, insieme a Paola Salzani, Sabap VR-RO-VI, che condirige il progetto scientifico) e di Fiorenza Gulino (in basso a destra)

Students taking part in the 2021 excavations directed by Umberto Tecchiati, with co-direction by Cristiano Putzolu (top left, together with Paola Salzani, Sabap VR-RO-VI, who co-directs the scientific project) and Fiorenza Gulino (bottom right)

then Superintendent Vincenzo Tiné. Field support is provided by Cristiano Putzolu, lecturer in Digital Archaeology at the University of Bologna, and Fiorenza Gulino from the University of Milan.

The site is approximately three hectares in size, according to measurements taken in the first campaign.

“In 2020, despite the restrictions imposed by the pandemic, the Soprintendenza financed a week-long campaign to take different types of samples,” says Salzani. “The soil samples in particular were used to check for pollen and botanical remains, such as charred seeds and fruit, and to help reconstruct the palaeo-environment and economy of the location. The most striking result, published in 2021, concerns signs of viticultural activity in the late Neolithic period. Furthermore, bone samples have made it possible to define the chronology of the site through radiocarbon analysis: we now know that Colombare was peopled for at least three thousand years, between the end of the 5th and the end of the 2nd millennium BC.

“The 2022 excavations were also very revealing,” says Professor Tecchiati. “In the late Neolithic strata of a trench, we discovered traces of a house leaning against the slope, with a probable wooden hanging

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Vitis vinifera (vite) Vitis vinifera (grapevine) Triticum dicoccum (pula di farro) Triticum dicoccum (spelt husk)

bile pavimento pensile in legno e pareti sostenute da grossi pali piantati nel terreno. In altri due saggi abbiamo invece individuato dei terrazzamenti costituiti da muri a secco. Le strutture, non visibili in superficie, risalgono con ogni probabilità alla fine del III - inizio del II millennio a.C. e, cioè, tra la fine dell’età del Rame e l’inizio dell’età del Bronzo”.

Gli scavi non riprenderanno prima dell’estate 2023. Nel frattempo, gli studenti e gli specializzandi continuano gli studi sui reperti, mentre i nuovi campioni sono stati affidati ai professionisti che svolgono le analisi specifiche. La caratteristica del Progetto Colombare è infatti l’interdisciplinarietà. “Il sostegno della Fondazione Masi e di Masi Agricola è per noi preziosissimo”, conclude Tecchiati. “Contribuirà a farci comprendere meglio le dinamiche del sito, a capire come vivessero gli antichi abitanti di Negrar, quale rapporto avessero con l’ambiente, quali fossero le loro abitudini”. Chissà se tra queste c’era anche quella di bere succo d’uva fermentato? Solo le ricerche potranno dircelo.

floor and walls supported by large piles driven into the ground. In two other trenches, we found terraces made of drystone walls. The structures, which are not visible on the surface, most probably date back to the end of the 3rd / beginning of the 2nd millennium BC, i.e. between the end of the Copper Age and the beginning of the Bronze Age.”

Excavations will not start again until summer 2023. In the meantime, students and postgraduates continue their examinations of the finds, while the new samples have been given to professionals for more specific analysis. The Colombare Project is certainly very interdisciplinary in nature. “The support of the Masi Foundation and Masi Agricola is invaluable to us,” Tecchiati concludes. “It will help us to better understand the dynamics of the site, to understand how the ancient inhabitants of Negrar lived, what relationship they had with the environment, and what their habits were.” Who knows if drinking fermented grape juice was one of them? Only more research will tell.

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Chiara Boracchi, archeologa e giornalista, coordina il team di comunicazione del Laboratorio di Preistoria, protostoria ed Ecologia preistorica dell’Università degli studi di Milano ed è corresponsabile del progetto di archeologia pubblica alle Colombare di Negrar di Valpolicella insieme alla collega Chiara Reggio. Chiara Boracchi, archaeologist and journalist, co-ordinates the communication team of the Laboratory of Prehistory, Protohistory and Prehistoric Ecology at the University of Milan and is co-director for the public archaeology project at Colombare di Negrar di Valpolicella together with her colleague Chiara Reggio. Il Progetto Colombare si avvale anche della collaborazione del Museo di Storia Naturale di Verona, nelle persone di Nicoletta Martinelli (in foto) e Massimo Saracino, Sezione di Preistoria The Colombare Project also benefits from collaboration with the Natural History Museum of Verona represented by Nicoletta Martinelli (pictured here) and Massimo Saracino from the Prehistory Section

MUSICA, LA FONDAZIONE MASI SOSTIENE ‘AMADEUS COMPETITION’

Nell’ambito delle finalità istituzionali a favore della cultura e della musica del territorio, la Fondazione Masi ha sostenuto il 3° concorso pianistico internazionale ‘Amadeus Competition’, promosso dall’Accademia Amadeus e dal Comune di Lazise in marzo, istituendo il ‘Premio Speciale della Critica Fondazione Masi’.

MUSIC, THE MASI FOUNDATION SUPPORTS

THE ‘AMADEUS COMPETITION’

In line with its policy of supporting cultural and musical activities in the area, the Masi Foundation has helped sponsor the Amadeus Competition, organised by the Accademia Amedeus and the Municipality of Lazise in March 2023. The 3rd edition of this international piano competition now has a “Masi Foundation Special Critics' Prize”.

LA VIROLOGA ILARIA CAPUA TORNA A FARE RICERCA IN ITALIA

Dopo aver lasciato sette anni fa l’Italia e il Dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Padova per un centro di ricerche in Florida , la virologa Ilaria Capua, Premio Civiltà Veneta 2020, ha deciso di rientrare in Italia per collaborare con Johns Hopkins Sais Europe.

VIROLOGIST ILARIA CAPUA RETURNS TO RESEARCH IN ITALY

After leaving Italy and the Department of Biomedical Sciences at the University of Padua seven years ago for work in a research centre in Florida, virologist Ilaria Capua, winner of the Civiltà Veneta Prize 2020, has decided to return to Italy to work with Johns Hopkins Sais Europe.

LA SENATRICE ELENA CATTANEO INSIGNITA DEL PREMIO GALILEO

La senatrice a vita Elena Cattaneo, Grosso d’Oro Veneziano 2021, è stata insignita del ‘Premio Pianeta Galileo 2022’ dal Consiglio regionale della Toscana “per l’alto valore del suo contributo al progresso scientifico e alla diffusione del sapere, unitamente alla sua autorevole attività di parlamentare”.

SENATOR ELENA CATTANEO AWARDED THE GALILEO PRIZE

Senator-for-Life Elena Cattaneo, winner of the Grosso d’Oro Veneziano 2021, has been awarded the ‘Planet Galileo Prize 2022’ by the Regional Council of Tuscany “for the high value of her contribution to scientific progress and the dissemination of knowledge, together with her authoritative activity as a parliamentarian”.

IN

MESSICO

L’ASSEMBLEA DELL’OIV, GUIDATA DA LUIGI MOIO

L’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV), presieduta da Luigi Moio, Premio Civiltà del Vino 2017, ha tenuto la ventesima Assemblea generale nel novembre scorso a Ensenada (Messico). Tra le trentacinque risoluzioni adottate figurano i Principi generali OIV per rendicontare l’impronta di carbonio per le aziende/organizzazioni e i prodotti del settore vitivinicolo.

OIV ASSEMBLY IN MEXICO, LED BY LUIGI MOIO

The International Organisation of Vine and Wine (OIV), chaired by Luigi Moio, winner of the Civiltà del Vino Prize 2017, held its 20th General Assembly last November in Ensenada (Mexico). Among the thirty-five resolutions adopted were the OIV General Principles for reporting the carbon footprint of companies/organisations and products in the wine sector.

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FLASH DALLA FONDAZIONE MASI FROM THE MASI FOUNDATION FLASH

FLASH DALLA FONDAZIONE MASI FROM THE MASI FOUNDATION FLASH

IL TRENTINO DEL VINO NARRATO DA SCIENZA E PEDERZOLLI

Raccontare il Trentino del vino è il libro presentato in marzo e curato da tre autori con indiscusse competenze storiche, tecniche e divulgative: il professore Attilio Scienza, Premio Civiltà del Vino 2021, il giornalista Nereo Pederzolli, nostro collaboratore e l’archeologa Rosa Roncador.

WINE IN THE TRENTINO, BY SCIENZA AND PEDERZOLLI

Wine in the Trentino is the book published in March and edited by three authors with unrivalled historical, technical and popularising skills: the professor, Attilio Scienza, winner of the Civiltà del Vino Prize 2021; the journalist, Nereo Pederzolli, who works with Masi; and the archaeologist, Rosa Roncador.

ANTONIA ARSLAN TORNA SUI TEMPI DEL GENOCIDIO DEGLI ARMENI Nel libro Il destino degli Aghavnì (Ares), la scrittrice Antonia Arslan, Premio Civiltà Veneta 2007, racconta il drammatico destino di una famiglia che nel centro dell’Anatolia scompare poco prima che nel maggio 1915 si scateni il genocidio degli armeni. Tutto parte da una foto ritrovata di una sorellina di suo nonno…

ANTONIA ARSLAN RETURNS TO THE TIME OF THE ARMENIAN GENOCIDE

In her book The Fate of the Aghavnì (Ares), the writer Antonia Arslan, winner of the Civiltà Veneta Prize 2007, writes about the dramatic fate of a family that disappears in central Anatolia shortly before the Armenian genocide explodes in May 1915. It all starts with finding a photo of her grandfather's little sister…

CARLO ROVELLI ALL’ESPLORAZIONE DEI BUCHI BIANCHI

Il fisico Carlo Rovelli, Premio Civiltà Veneta 2015, ha pubblicato con Adelphi Buchi bianchi, storia di un’esplorazione scientifica e filosofica sui fratelli minori dei buchi neri, un viaggio mentale verso l’ignoto, dove il tempo è ribaltato, inseguendo la domanda “come facciamo a capire quello che non abbiamo mai visto?”

CARLO ROVELLI EXPLORES WHITE HOLES

Physicist Carlo Rovelli, winner of the Civiltà Veneta Prize 2015, has written White Holes (Adelphi), the story of a scientific and philosophical exploration into the younger brothers of black holes. It’s a mental journey into the unknown, where time is turned upside down, pursuing an answer to the question “how do we understand what we have never seen?”

GIUSEPPE BATTISTON PORTA IN SCENA ‘LA VALIGIA’

L’attore Giuseppe Battiston, Premio Civiltà Veneta 2011, porta sulle scene ‘La valigia’, metafora sull’esilio tratta dal romanzo del giornalista e scrittore russo Sergei Dovlatov. Battiston dà vita ai personaggi indimenticabili che hanno fatto parte della vita di Dovlatov.

GIUSEPPE BATTISTON BRINGS ‘LA VALIGIA’ TO THE STAGE

Actor Giuseppe Battiston, winner of the Civiltà Veneta Prize 2011, stars in the play ‘The Suitcase’, an allegory of exile based on the novel by Russian journalist and writer Sergei Dovlatov. Battiston brings the unforgettable characters that were part of Dovlatov’s story to life.

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ALBO D’ONORE DEL PREMIO MASI MASI PRIZE ROLL OF HONOUR

CIVILTÀ VENETA

1981 Elio Bartolini

Biagio Marin

Giulio Nascimbeni

Alvise Zorzi

1982 I Solisti veneti

Uto Ughi

1983 Casa Marzotto

Bruno Visentini

1984 Antonio Cibotto

Gianfranco De Bosio

Anna Proclemer

1986 Casa Benetton

Ottavio Missoni

Luciano Vistosi

1988 Gaetano Cozzi

Giancarlo Ligabue

Pilade Riello

Fulvio Tomizza

1990 Claudio Magris

Zoran Musić

Hugo Pratt

1992 Fernando Bandini

Giuseppe Gozzetti

Demetrio Volcić

1994 Pier Giuseppe Cevese

Renato Olivieri

Ermanno Olmi

Apollinare Veronesi

1995 Isabella Bossi Fedrigotti

Cecilia Danieli

Paul Girolami

Lucia Valentini Terrani

Giuseppe Zigaina

1996 Ivano Beggio

Don Antonio Mazzi

Pierre Rosenberg

1997 Enzo Bettiza

Pierre Cardin

Federico Faggin

1998 Carlo Guarienti

Paola Malanotte

Luigi Meneghello

1999 Tullio Kezich

Cleto Munari

Giorgio Zanotto

2000 Fondazione Giorgio Cini

Tommaso Padoa-Schioppa

Marco Paolini

Giuseppe Sinopoli

2001 Mario Rigoni Stern

Renzo Rossetti

Wolfgang Wolters

Andrea Zanzotto

2002 Silvio Bertoldi

Ilvo Diamanti

Fulvio Roiter

Susanna Tamaro

2003 Gabriella Belli

Novello Finotti

Cesare Montecucco

2004 Ferruccio De Bortoli

Nadia Santini

Ettore Sottsass

2005 Guido Bertolaso

Gillo Dorfles

Francesco Macedonio

Alessandro Mazzucco

2006 Pino Castagna

Fondazione Cariverona

Marsilio Editori

2007 Antonia Arslan

Gianni Berengo Gardin

Milo Manara

2008 Bepi De Marzi

Lionello Puppi

Giovanni Maria Vian

2009 Lino Dainese

Carlo Mazzacurati

Paolo Rumiz

2010 Diana Bracco De Silva

Mario Brunello

Francesco Tullio-Altan

2011 Giuseppe Battiston

Arrigo Cipriani

Massimo Marchiori

2012 Andrea Battistoni

Giovanni Radossi

Gian Antonio Stella

2013 Giovanni Bonotto

Giacomo Rizzolatti

Sergio Romano

2014 Umberto Contarello

Mario Isnenghi

Alberto Passi per Associazione Ville Venete

2015 Massimiliano Alajmo

Carlo Rovelli

Elisa Toffoli

2016 Natalino Balasso

Giosetta Fioroni

Lorenzo Mattotti

2017 Emilio Franzina

Paola Marini

Elena Zambon

2018 Ferdinando Camon

Christian Greco

Carlo Nordio

2019 Roberto Citran

Pietro Luxardo

Nando Pagnoncelli

2020 Ilaria Capua

Reinhold Messner

Andrea Rigoni

2021 Roberto Battiston

Jane da Mosto

Paolo Fazioli

CIVILTÀ DEL VINO

1987 Angelo Betti

1989 Emile Peynaud

1991 Zelma Long

1993 Hugh Johnson

1995 Noris Siliprandi

1996 Philippine de Rothschild

1998 Ezio Rivella

1999 Mondavi & Frescobaldi [Luce Joint Venture]

2000 Sirio Maccioni

2001 Fratelli Torres

2002 Famiglia Krug

2003 Nicolò Incisa della Rocchetta

2004 Andrea Muccioli [Comunità di S. Patrignano]

2005 Federico Castellucci

2006 Antonio Carluccio

2007 Peter Hayes

2008 Donald Ziraldo

2009 George Sandeman [Wine in moderation]

2010 Metropolita Sergi di Nekresi

2011 Jacques Orhon

2012 Lynne Sherriff [Masters of Wine Institute]

2013 Progetto Le Vigne di Venezia

2014 Andrea Bocelli

2015 Giuseppe Martelli

2016 Roger Scruton

2017 Luigi Moio

2018 Gerard Basset

2019 Jeannie Cho Lee

2020 Gruppo Riedel Glass

2021 Attilio Scienza

GROSSO D’ORO VENEZIANO

2003 Milan Kucan

2005 Vartan Oskanian

2006 Alvise Zorzi

2007 Hans-Dietrich Genscher

2008 Sanjit Bunker Roy

2009 Luigi Luca Cavalli-Sforza

2010 Péter Esterházy

2011 Mons. Luigi Mazzucato

2012 Kuki Gallmann

2013 Marjane Satrapi

2014 Svetlana Aleksievič

2015 Marina Militare Italiana

2016 Ágnes Heller

2017 Yolande Mukagasana

2018 Cardinale Mario Zenari

2019 Alain Finkielkraut

2020 Filippo Grandi

2021 Elena Cattaneo

2022 Procuratoria di San Marco

2022 Great Wine Capitals

CONSIGLIO DELLA FONDAZIONE MASI

MASI FOUNDATION BOARD

Presidente / President

Isabella Bossi Fedrigotti

Vicepresidente / Vice-President

Sandro Boscaini

Segretario / Secretary

Marco Vigevani

Consiglieri / Board Members

Michele Bauli

Francesco Benedetti

Bruno Boscaini

Marzio Breda

Franca Coin

Pieralvise di Serego Alighieri

Federico Girotto

Maurizio Marino

Revisore / Auditor Giovanni Aspes

COMMISSIONE DEL ‘PREMIO MASI PER LA CIVILTÀ VENETA’ ’MASI CIVILTÀ VENETA PRIZÈ COMMISSION

Sandro Boscaini

Isabella Bossi Fedrigotti

Marzio Breda

Franca Coin

Gabriele Colleoni

Ilvo Diamanti

Pieralvise di Serego Alighieri

Massimo Ferro

Francesco Giavazzi

Stefano Lorenzetto

Piergaetano Marchetti

Paola Marini

Pilade Riello

Paolo Possamai

Giovanni Maria Vian

Marco Vigevani

Stefano Zecchi

Filiberto Zovico

COMMISSIONE DEL ‘PREMIO INTERNAZIONALE MASI PER LA CIVILTÀ DEL VINO’ ’INTERNATIONAL MASI CIVILTÀ DEL VINO PRIZÈ COMMISSION

Relatore / Speaker

Federico Castellucci

Piero Antinori

Sandro Boscaini

Luciano Ferraro

Angelo Gaja

Jens Priewe

Ezio Rivella

Alessandro Torcoli

dati al 28.02.2023

PER INFORMAZIONI
FURTHER INFORMATION www.fondazionemasi.com
Villa Serego Alighieri in Valpolicella 37015 Gargagnago - Verona - Telefono +39 045 6832511 www.fondazionemasi.com · www.masi.it
Antonio Canova, Tersicore, 1808, gesso, Possagno, Museo Gypsotheca Antonio Canova

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