cultura e territorio
Anno 12 - Numero 34 - Agosto 2016 - POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 70% - DCB VERONA
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FULVIO ROITER E ALVISE ZORZI I MAESTRI DI VENEZIA FULVIO ROITER AND ALVISE ZORZI MAESTRI OF VENICE di Cesare De Michelis
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PREMIO MASI: GRANDI NOMI PER GRANDI VALORI PREMIO MASI: PEOPLE OF GREAT WORTH FOR VALUES OF GREAT MERIT di Gabriele Colleoni
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MASI VIAGGIA SULLE ROTTE DEL MONDO MASI ON THE TRAVEL ROUTES OF THE WORLD di Carlo Cambi
sommario contents cultura e territorio
Anno 12 - Numero 34 - Agosto 2016 - POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 70% - DCB VERONA
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FULVIO ROITER E ALVISE ZORZI I MAESTRI DI VENEZIA FULVIO ROITER AND ALVISE ZORZI MAESTRI OF VENICE
Antonio Di Lorenzo
In redazione
Dora Stopazzolo Cristina Valenza Elisa Venturini
Traduzioni
Stephen Hobley
Impaginazione e stampa La Grafica Vago di Lavagno (Vr)
di Isabella Bossi Fedrigotti
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Premio Masi, l’identità di un territorio aperto e inclusivo Masi Prize, the identity of an open and inclusive territory di Gabriele Colleoni
di Cesare De Michelis
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PREMIO MASI: GRANDI NOMI PER GRANDI VALORI PREMIO MASI: PEOPLE OF GREAT WORTH FOR VALUES OF GREAT MERIT di Gabriele Colleoni
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MASI VIAGGIA SULLE ROTTE DEL MONDO MASI ON THE TRAVEL ROUTES OF THE WORLD
Alvise Zorzi e Fulvio Roiter, i maestri di Venezia
8 Alvise Zorzi and Fulvio Roiter, maestri of Venice di Cesare De Michelis
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Masi viaggia sulle rotte del mondo Masi on the travel routes of the world di Carlo Cambi
di Carlo Cambi
Il cru di Mazzano, Amarone dalla freschezza antica Mazzano cru Amarone: the freshness of antiquity
In copertina. Lavorazione del vetro a Murano, foto Fulvio Roiter, tratto da Masi, Valori Veneti, Venetian Values, 2004. Cover photograph. Glass working in Murano, photo Fulvio Roiter, extract from Masi, Valori Veneti, Venetian Values, 2004.
Direttore responsabile
Persone di grande valore per grandi valori
1 People of great worth for values of great merit
Referenze fotografiche
Arch. Fondazione Masi Archivio Masi Biblioteca Inter. La Vigna Archivio Dino Formaggio Massimo Battista Lufthansa Bildarchiv, fra ci/c Giampaolo Mascalzoni Fulvio Roiter Jacopo Salvi Giuseppe Schiavinotto
Hanno collaborato
Mario Bagnara Isabella Bossi Fedrigotti Stephen Brook Carlo Cambi Gabriele Colleoni Cesare De Michelis Felice Gambin Camilla Madinelli
di Stephen Brook
Le storie dei Veneti parlano da sole
30 The stories about the Veneti speak for themselves di Camilla Madinelli
lezione di vino e dintorni con Cervantes 36 Ae Don Chisciotte Lessons about wine and related matters with Cervantes and Don Quixote
di Gabriele Colleoni
Amarone Masi, ambasciatore tra gli ambasciatori
Amarone, an ambassador 42 Masi among ambassadors
Redazionale
© 2016 – Fondazione Masi Villa Serego Alighieri Gargagnago di Valpolicella (Verona) Testi e immagini possono essere riprodotti, anche parzialmente, con autorizzazione
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Rivisitando le cantine delle ville palladiane
44 Revisiting the cellars of Palladian villas di Mario Bagnara
Password per decifrare l’Italia di oggi
50 Passwords to decode today’s Italy di Gabriele Colleoni
L’architetto della riunificazione tedesca
52 The architect of the reunification of Germany di Gabriele Colleoni
Addio al padre di Harmonia Caelestis
53 Farewell to the father of Harmonia Caelestis di Gabriele Colleoni
Pubblicazione realizzata con il contributo di Masi Agricola SpA Anno 12 - Numero 34 - Agosto 2016 - pubblicazione quadrimestrale Registrata presso il Tribunale di Verona il 24 giugno 2005, n. 1669
Dalla Fondazione Masi: flash
54 Newsflash from the Masi Foundation
EDITORIALE EDITORIAL
PERSONE DI GRANDE VALORE PER GRANDI VALORI PEOPLE OF GREAT WORTH FOR VALUES OF GREAT MERIT di Isabella Bossi Fedrigotti
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iosetta Fioroni, Natalino Balasso e Lorenzo Mattotti sono le tre personalità prescelte per il Premio Masi Civiltà Veneta 2016: una pittrice, un attore-autore e un fumettista-illustratore. Cui si aggiungono, per il Premio Grosso d’Oro Veneziano, la potente scrittrice e filosofa di origine ungherese, antidogmatica per eccellenza, Agnes Heller e, per il Premio Civiltà del Vino, l’inglese (pro Brexit) Roger Scruton, compositore, filosofo, avvocato, scrittore, editore, autore di uno sterminato numero di romanzi e saggi, tra i quali una molto originale guida filosofica al vino. Qual è il filo comune tra questi personaggi che, a prima vista, possono sembrare distantissimi? Sempre lo stesso, possiamo affermare con sicurezza, lo stesso che, anno dopo anno, unisce i destinatari del Premio, a prescindere dalla professione che esercitano come anche dal cammino che hanno seguito: l’impegno, la determinazione, la passione, il forte spirito etico nonché, forse soprattutto, la capacità visionaria che riconosciamo come caratteristiche dei migliori figli di questa terra ai quali da trentacinque anni la Fondazione Masi dedica il suo riconoscimento. E se tra i prescelti della “Civiltà Veneta” quest’anno ci sono Giosetta Fioroni, romana, e Lorenzo Mattotti, bresciano, ciò dipende dal fatto che si sono stabiliti in Veneto oppure hanno incrociato il nostro territorio nei loro percorsi di formazione, di ricerca e di lavoro. Sono, in un certo senso, veneti ad honorem, cui vengono idealmente consegnate le chiavi della città, anzi, dell’intera regione. Giosetta Fioroni, poi, è stata l’amatissima compagna di vita del “nostro” Goffredo Parise, che ci piace ricordare – e onorare – in questo modo nel trentesimo anniversario della morte.
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iosetta Fioroni, Natalino Balasso and Lorenzo Mattotti are the three winners of the Masi Civiltà Veneta Prize 2016: a painter, an actor/author, and a cartoon strip artist/illustrator. They are joined by the winner of the Grosso d’Oro Veneziano: the formidable writer and philosopher of Hungarian origin, the enemy of dogmatism par excellence, Agnes Heller; and by the winner of the Civiltà del Vino Prize, the (pro-Brexit) Englishman, Roger Scruton – composer, philosopher, lawyer, writer, publisher and author of a vast number of essays and novels, among which is a very original philosophical guide to wine. What is the common link between all these people, who at first sight seem so different? As usual, and as we find every year, what unites these personalities, regardless of their profession or the path they have followed is commitment, determination, passion and a strong ethical sense besides, perhaps above all, a capacity for vision. These are the characteristics that we recognise in the best sons and daughters of our soil, to whom the Masi Foundation has awarded its Prize over the last thirtyfive years. And if the “Civiltà Veneta” Prize winners include Giosetta Fioroni, from Rome, and Lorenzo Mattotti, from Brescia, that’s because they have been educated, carried out their research or made their careers in the Veneto. In a sense, they are honorary Venetians who should be given the keys to the city, or in this case the entire region. And then Giosetta Fioroni was the beloved life companion of “our” Goffredo Parise, who we are remembering, and honouring in this way on the thirtieth anniversary of his death. 1
PREMIO MASI MASI PRIZE
PREMIO MASI, L’IDENTITÀ DI UN TERRITORIO APERTO E INCLUSIVO MASI PRIZE, THE IDENTITY OF AN OPEN AND INCLUSIVE TERRITORY di Gabriele Colleoni
La rosa dei vincitori 2016 conferma l’originale ispirazione dei riconoscimenti The list of winners for 2016 confirms the original inspiration for the awards Thirty-five years of life and an original spirit still able to Trentacinque anni di vita e un’intatta originalità di indifind personalities capable of helping us to look at the care testimoni capaci di aiutarci a guardare al futuro con future with intelligence and confidence, helped by the intelligenza e fiducia, facendo riferimento ai valori che history and culture of the Venetian regions, an area più caratterizzano la storia e la cultura delle Venezie, terwith a strong identity but with a great ability to attract ritorio dall’identità forte ma con una grande inclinazione talent and energy in an inclusive way. Confirmation ad attrarre in modo inclusivo talenti ed energie. La conof the nature of this founding spirit for the Masi Prize ferma dell’ispirazione costitutiva del premio Masi viene comes with the list of winners for the 35th edition. The dalla rosa dei vincitori dell’edizione numero 35. A ricevewinners of the Civiltà Veneta Prize on 1st October are re il riconoscimento Civiltà Veneta il prossimo 1° ottobre the actor Natalino Balasso and two Venetians-by-adopsaranno l’attore Natalino Balasso e due veneti d’adoziotion: the artist Giosetta Fioroni and the illustrator and ne: l’artista Giosetta Fioroni e l’illustratore e fumettista cartoonist Lorenzo Mattotti. The British academic, RogLorenzo Mattotti. All’intellettuale britannico Roger Scruer Scruton, receives the Civiltà del Vino Prize, while the ton va il Premio Civiltà del Vino, mentre alla filosofa unHungarian philosopher, Agnes Heller, is awarded the gherese Agnes Heller è stato attribuito il Grosso d’OGrosso d’Oro Veneziano, the prize given to internationro Veneziano, destinato a personalità internazionali che al personalities who have furthered hanno promosso i valori fondanti del the core values of civil life. vivere civile. Il “Civiltà Veneta” Born to a family of artists and pupil Nata in una famiglia di artisti e allieva of Toti Scialoja at the Accademia di di Toti Scialoja all’Accademia di Belle a Giosetta Fioroni, Belle Arti in Roma, Giosetta Fioroni Arti di Roma, Giosetta Fioroni ha da Balasso e Mattotti has always been a great experimensempre mostrato una grande inclinaThe “Civiltà Veneta” talist, using different media to express zione alla sperimentazione, utilizzando to Giosetta Fioroni, her own talent in figurative art: from diversi mezzi per esprimere il proprio drawings to sculpture, from canvases talento nell’arte figurativa: dai disegni Balasso and Mattotti to collage, and even set pieces using alle sculture, dalle tele al collage fino 2
La cerimonia del Premio Masi nel prestigioso Teatro Filarmonico di Verona. The Masi Prize ceremony in Verona’s prestigious Teatro Filarmonico.
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GIOSETTA FIORONI Premio Masi per la Civiltà Veneta Masi Civiltà Veneta Prize ai teatrini in ceramica. A suo dire «il brillante degrado formale dell’arte oggi, nella sua grande confusione, si apre a ventaglio per legittimare nuove visioni». Il riconoscimento attribuitole come «artista visuale di fama internazionale, dalla straordinaria capacità di mescolare materiali e linguaggi diversi in uno stile magico e inconfondibile», arriva nel trentennale della scomparsa dello scrittore vicentino Goffredo Parise, del quale è sta-
NATALINO BALASSO Premio Masi per la Civiltà Veneta Masi Civiltà Veneta Prize
ceramics. As she says «the spectacular collapse in formality in art today has resulted in a huge confusion, which has opened the door to legitimising new forms of art». Her citation as «an internationally famous visual artist with an extraordinary capacity for mixing different materials and styles in a magical and unmistakable style», comes on the thirtieth anniversary of the death of Goffredo Parise, the writer from Vicenza whose life
LORENZO MATTOTTI Premio Masi per la Civiltà Veneta Masi Civiltà Veneta Prize ta compagna di vita dal 1964, condividendone in Veneto companion she was, from 1964, while sharing their il territorio dell’anima. common sphere of inspiration, the Veneto. Rodigino di Porto Tolle, classe 1960, artista autodidatta Born in Porto Tolle (province of Rovigo) in 1960, Nache oggi si definisce «un commediante nella rete», Natalino Balasso is a self-taught artist who would be talino Balasso ha iniziato l’avventura di attore e autore described today as a “television comic”. He began his teatrale in club e piccoli teatri con spettacoli comici dalla career as an actor and playwright in clubs and small vena surrealista e futurista. La notorietà, esplosa a partheatres with performances of surreal and futurist comtire dal 1993 in televisione, è stata rafforzata dagli oltre edies. His fame took off with his television appear12 milioni di contatti registrati dai suoi viances starting in 1993, now augmented deo in rete con TeleBalasso su Youtube. by more than 12 million views of his Tele Il riconoscimento È considerato – come rileva la motivaBalasso videos on YouTube. He is conzione del premio – «uno dei più versatisidered – the citation says – «one of the “Civiltà del Vino” li e geniali eredi della Commedia dell’Armost versatile and talented heirs of the a Roger Scruton te italiana e della sua declinazione veneta Italian Commedia dell’Arte tradition and The “Civiltà in forma di irresistibile e intelligente comiits declination in the Veneto which he del Vino” award cità». Si è cimentato anche con la scrittura succeeds in expressing in the form of irdi racconti e romanzi. «La cultura – sostieto Roger Scruton resistible and intelligent comedy». He has ne – dovrebbe permeare un’intera sociealso made a career as a writer of stories tà, la conoscenza e la curiosità dovrebbeand novels. «Culture – he says – should ro essere la cose che spingono l’essere umano ad anrun as a vein through the whole of society; knowledge dare avanti, perché a questo siamo programmati». and curiosity should be the things that push humans Nato a Brescia nel 1954 dove il padre, ufficiale dell’eserforward, because this is how we are programmed». cito, era di stanza, Lorenzo Mattotti si è formato presso Born in Brescia in 1954 where his army officer father la facoltà di Architettura di Venezia. A quel periodo risawas stationed, Lorenzo Mattotti received his training at le l’esordio come autore di fumetti innovativi. Dal 1998 the Faculty of Architecture in Venice, which is when his vive e lavora a Parigi. Le sue illustrazioni sono pubblicacareer as an innovative illustrator and cartoonist took te da importanti quotidiani e riviste: tra gli altri “Le Monoff. Since 1998 he has lived and worked in Paris. His de”, “The New Yorker”, “Vanity Fair”, “Corriere della Sera” works have been published in leading magazines and 5
ROGER SCRUTON Premio Masi per la Civiltà del Vino Masi Civiltà del Vino Prize daily papers, including “Le Monde”, “The New Yorker”, e “La Repubblica”. Al suo attivo, oltre a libri per l’infanzia “Vanity Fair”, “Corriere della Sera” and “La Repubblica”. e campagne pubblicitarie, ha anche i manifesti di rasseAs well as illustrating children’s books and designing gne internazionali del cinema come il Festival di Canpublicity campaigns, he was also the artist chosen to nes. Sempre per la «settima arte» ha disegnato sfondi create the posters for the Cannes International Film e personaggi del film d’animazione “Pinocchio” di Enzo Festival. Still working for the «seventh art» he designed D’Alò. Mattotti – sottolinea la giuria del Masi – « è riuthe backgrounds and the characters for Enzo D’Alò’s scito a portare in Francia, patria incontestata della bananimated film, Pinocchio. Mattotti – says the Masi jury – de dessinée (la striscia disegnata), il suo segno denso «has succeeded in taking to France, the acknowledged e sognante, imponendosi come uno dei massimi interhome of the bande dessinée (cartoon strip), his depreti del disegno contemporaneo ». tailed and dreamy style, establishing himself as one of Docente in prestigiosi atenei come Boston, Princethe leading interpreters of contemporary cartoon work». ton, Stanford e Lovanio, e autore di opere che spaA professor in prestigious teaching academies, such as ziano dall’estetica all’etica e alla politica, Roger ScruBoston, Princeton, Stanford and Louvain, as well as an ton ha profuso il suo impegno intellettuale soprattutto author of works that span the worlds of aesthetics, ethnella comprensione e difesa della civiltà occidentale. ics and politics, Roger Scruton has used his professional Tra i più influenti filosofi del conservatorismo e favotalents above all in the understanding and defence of revole all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione eurowestern civilisation. One of the most influential conservapea, « scuote da decenni il mondo intellettuale con le tive philosophers favourable to Great sue appassionate polemiche – sottoliBritain’s exit from the European Union, nea la motivazione del Premio – e nel Il “Grosso d’Oro «he has stirred the pot of intellectual suo libro Bevo dunque sono ripercorthought with his passionate polemical re la storia e le implicazioni filosofiche Veneziano” arguments for decades – as the Masi di un patrimonio su cui si fonda la ciad Agnes Heller prize citation says – in his book I Drink viltà occidentale, esaltandone il valoThe “Grosso d’Oro Therefore I am he tells the story and rere materiale e spirituale»; egli accosta Veneziano” lates the philosophical implications of a provocatoriamente ogni filosofo a un vino, in un costante esercizio di dialettica patrimony that lies at the heart of westto Agnes Heller ern culture, exalting its material and spire ironia. 6
AGNES HELLER Premio Internazionale Grosso d’Oro Veneziano International Grosso d’Oro Veneziano Prize Nata a Budapest nel 1929 da una famiglia ebrea e sopravvissuta all’Olocausto, Agnes Heller è unanimemente considerata una delle più grandi pensatrici contemporanee. Esponente di spicco della cosiddetta Scuola di Budapest, la corrente critica del marxismo fondata da György Lukács, acuta teorica dei «bisogni radicali», ha sviluppato originali riflessioni sul rapporto fra etica, storia e società. Lasciata l’Ungheria per il suo dissenso con il regime comunista nel 1977, vi è tornata dopo un lungo soggiorno in Occidente, a seguito della caduta del muro di Berlino. Oggi studia e interpreta l’incoerenza esplosiva della democrazia europea e dello stato di diritto non tanto per offrire «soluzioni ma per illuminare le contraddizioni». La filosofa rappresenta – sottolinea la giuria del Premio – «una delle figure più rappresentative della coscienza europea che, dall’iniziale riflessione marxista sull’etica e sulla famiglia, è approdata a una appassionata e inesausta battaglia per superare i rapporti di subordinazione e di dominio tra sessi, etnie, nazioni ovunque e comunque essi si manifestino».
Gabriele Colleoni, giornalista, è stato caporedattore de “L’Arena” di Verona ed è attualmente vicedirettore del “Giornale di Brescia”. Si è occupato a lungo di America Latina, cooperazione internazionale ed Europa. Ha collaborato anche con Radio Vaticana per i notiziari in italiano.
itual values» and provocatively pairs philosophers with wines in a continuous exercise of dialectics and irony. Born to a Jewish family in Budapest in 1929 and a survivor of the Holocaust, Agnes Heller is universally considered one of today’s greatest thinkers. A leading exponent of the so-called “Budapest School”, the Marxist critical philosophy founded by György Lukács, and a perceptive theorist of «radical needs», Heller is the author of a set of original reflections on the relationship between ethics, history and society. She left Hungary after falling out with the communist regime in 1977, and has returned after a long stay in the West following the fall of the Berlin Wall. Today, she studies and interprets the incoherent explosion of European democracy and legal rights not so much as to «offer solutions but to illuminate contradictions». The Masi jury citation for her award calls Heller «one of Europe’s most famous voices of conscience, who from initial Marxist reflections on ethics and the family has embarked on a passionate and unceasing battle against inequalities due to gender, ethnicity or nationality, wherever and however they manifest themselves». Gabriele Colleoni, journalist from Bergamo, former editor-in-chief of “L’Arena”, now deputy editor of the “Giornale di Brescia”. Has covered Latin America and international and European co-operation for many years. Has worked on the Italian news service for Vatican Radio.
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SERVIZI FEATURES
ALVISE ZORZI E FULVIO ROITER I MAESTRI DI VENEZIA ALVISE ZORZI AND FULVIO ROITER, MAESTRI OF VENICE di Cesare De Michelis
Un ricordo dello storico e del fotografo, amici della Fondazione Memories of the historian and the photographer who were friends of the Foundation In April and May this year two great Venetians passed Tra aprile e maggio ci hanno lasciato due grandi veneaway: the photographer Fulvio Roiter and the writer ziani, il fotografo Fulvio Roiter e lo scrittore e storico Alviand historian Alvise Zorzi. With their deaths the Masi se Zorzi. Con la loro scomparsa la Fondazione Masi perFoundation loses two much valued friends whose rede due preziosi amici che con le loro rispettive attività spective skills enabled them to offer an original and hanno saputo offrire un originale e fondamentale contrifundamental contribution to the cultural life of Venice buto alla vita culturale della città lagunare e più in geneitself and the Venetian territories in general between rale del territorio veneto tra il Novecento e il terzo milthe twentieth century and the new Millennium. Conlennio. Insignito per ben due volte del Premio Masi – la ferred with the Masi Prize no less than prima nel 1981, con il Premio Civiltà Vetwice – once in 1981 when he was neta, proprio nell’anno del debutto del awarded the Civiltà Veneta in its dericonoscimento e quindi nel 2006 in Alvise, but year, and then in 2006 when he occasione del XXV anniversario, con il il testimone sapiente won the Grosso d’Oro on the Prize’s Grosso d’Oro – Zorzi è stato membro di una passione XXV anniversary – Zorzi was a memdella Commissione selezionatrice e as“Alvise, a passion ber of the Selection Commission and sidua presenza agli appuntamenti e ai a keen participant in the Foundation’s lavori della Fondazione. Una video-infor history” assemblies and workings. A video intervista girata nel sua dimora prospiterview shot in his home overlooking ciente il ponte di Rialto rimane come the Rialto Bridge remains as authentic witness to his autorevole testimonianza di tanti anni di Premio Masi e many years with the Masi Prize and the personalities delle personalità che lo hanno onorato. Fulvio Roiter ha who are its honoured recipients. saputo più di ogni altro catturare l’anima, l’originalità e Fulvio Roiter knew better than anyone else how to i colori della città lagunare. I suoi libri fotografici hanno capture the spirit, originality and colours of the lagoon raggiunto ogni parte del mondo. city. His photography books are to be found all over Con il suo contributo iconografico alla monografia azienthe world. His iconic contribution to the Masi company dale e con una mostra fotografica itinerante che ha 8
varcato i confini italiani, Roiter – Premio Civiltà Veneta 2002 – è stato l’interprete visivo dei valori culturali e sociali in cui Masi si identifica. La rivista “Le Venezie” ha chiesto all’editore e docente universitario veneziano Cesare De Michelis, anch’egli nel libro d’oro del Premio, di tracciare un ritratto dei due Maestri della Venezia contemporanea.
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a passione di Alvise Zorzi per la storia veneziana si manifesta da subito all’insegna del rimpianto e della nostalgia e infatti si inaugura ricostruendo con acribia le vicende di quella “secolare degradazione” che ha inizio contestualmente alla fine della sua millenaria indipendenza; quel che era accaduto prima, durante il governo della Serenissima, appartiene alla storia gloriosa di una comunità aristocratica che il proprio patrimonio aveva gestito con lungimiranza e mai “distruggendo”, piuttosto rigenerando o arricchendo quel che aveva avuto in eredità dalle generazioni precedenti.
Pura poesia ne Uomo in barca a sud di Chioggia, foto di Fulvio Roiter, tratto da Masi, Valori Veneti, Venetian Values, 2004. Pure poetry in Man in a boat south of Chioggia, photo by Fulvio Roiter, extract from Masi, Valori Veneti, Venetian Values, 2004.
monograph and his travelling photographic exhibition, which went beyond Italian borders, showed Roiter – Civiltà Veneta Prize 2002 – to be the visual interpreter of the cultural and social values that Masi identified with. “Le Venezie” magazine has asked the publisher and the university professor from Venice, Cesare De Michelis, another recipient of the Prize, to provide us with a portrait of these two contemporary Maestri di Venezia.
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lvise Zorzi’s passion for Venetian history was always coloured by regret and nostalgia; in fact he describes the “century of degradation” that set in at the end of the city’s millennial independence in scrupulous detail. What happened before, during the rule of the Serenissima, belonged to the glorious history of an aristocratic community who governed their inheritance with forethought, never destroying anything, but rather regenerating and enriching what was passed down from
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previous generations. Zorzi was not even 50 years old in Non aveva cinquant’anni Alvise quando, nel 1971, pub1971 when he published the first volume of what would blicò la prima edizione di quella che probabilmente reprobably remain his most important and original work, sta la sua opera più originale e importante, quella VeVenezia scomparsa (Lost Venice), which was frequently nezia scomparsa, sempre aggiornata e ristampata, cui updated and reprinted to be the work we all returned tutti torniamo per ritrovare l’immagine di come effettivato consult about what it was like before the French and mente era prima delle dominazioni francese e austriaca Austrian domination, before the Italians too, in what e poi persino italiana, in una sequenza, secondo l’autothe author called quite matter-of-factly, a period of re, senza riscatto, di ininterrotto degrado; cui farà seguiuninterrupted degradation. Years later, to anni dopo Venezia ritrovata (1995). Zorzi wrote a sequel: Venezia ritrovata Dal nonno, del quale portava il nome, Fulvio, protagonista (Venice found again) in 1995. aveva appreso l’insofferenza per una His grandfather, whose name he modernità incompatibile con la città indell’arte shared, taught him an intolerance for sulare e destinata a ferirla persino quandelle Venezie the type of modernity that would actudo sembrava mettersi al suo servizio: “Fulvio, a leading ally harm the island city of Venice in Venezia doveva restare come l’avevano the name of helping it. Venice should voluta i suoi Dogi e ogni restauro non figure in the world only be restored as its Doges would poteva essere che rigorosamente fedeof Venetian art” have wanted, and every restoration le; l’aveva affermato con ruskiniana peshould be absolutely faithful. This is rentorietà il nonno Alvise Piero, polemizwhat Alvise’s grandfather affirmed with Ruskinian perzando feroce contro «i restauri interni ed esterni della emptoriness, inveighing mightily against the «interBasilica di San Marco» in un libro dedicato al maestro nal and external restorations of the Basilica of Saint inglese, pubblicato da Ferdinando Ongania nel 1877. Mark» in a book dedicated to his English role model A questa linea Alvise restò per sempre fedele aggiorand published by Ferdinando Ongania in 1877. Alvise nando puntualmente l’elenco dei misfatti o raccontanhimself shared the same philosophy, without waverdo le glorie di una civiltà artistica e amministrativa deling once, and was always quick to write about “conla quale non si finiva mai di celebrare abbastanza i fasti: non era uno studioso accademico, anche se a lungo traventions” or to recount the glories of an artistic and 10
Fulvio Roiter riceve il Premio Masi 2004 dalle mani di Stefano Lorenzetto. Fulvio Roiter receives the Masi Prize 2004 from the hands of Stefano Lorenzetto. Due ricordi di Alvise Zorzi: nella prima edizione del Premio, 1981, riceve il Civiltà Veneta da Dario Boscaini e nel 2006 riceve il Grosso d’Oro Veneziano da Demetrio Volcic’ e Sandro Boscaini. Two memories of Alvise Zorzi: in the first edition of the Prize (1981) he receives the Civiltà Veneta from Dario Boscaini, and in 2006 he receives the Grosso d’Oro Veneziano from Demetrio Volcic’ and Sandro Boscaini. Sotto. Lo spettacolo dei colori ne “La festa del Redentore a Venezia”, foto di Fulvio Roiter. Below. Light display during “La Festa del Redentore in Venice”, photo by Fulvio Roiter.
presiedette il Comitato per la pubblicazione delle fonti della storia di Venezia, ma nel solco di una secolare tradizione storiografica con maestri come Pompeo Gherardo Molmenti – lo storico della “vita privata” veneziana – sapeva evocare con un’autentica vena letteraria e narrativa personaggi e vicende note o dimenticate offrendo ai lettori sintesi pregevoli e largamente diffuse, come La Repubblica del Leone (1979), Venezia austriaca (1985) o Canal Grande (1991), oppure indimenticabili ritratti di protagonisti come Marco Polo (1983), Tiziano (1990 e 2003), Veronica Franco (1987), Andrea Gritti –
administrative civilization whose origins could never be celebrated often enough. Strict scholarship was not his concern, even if he was head of the “Committee for the publication of source works for the history of Venice” for many years, rather he was part of the same ancient history-telling tradition as great names such as Pompeo Gherardo Molmenti, who specialised in the “private life” of Venetians. Zorzi knew how to sketch a period and its characters, events that were famous and unknown, and put it all together in a unique literary style in a work that would find wide distribution. Good
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Il Doge (1994) –, Tiepolo (2006), Goldoni (1993) o la sconosciuta ed eroica Maria da Riva, La monaca di Venezia (1996), che difenderà con i denti la propria libertà di amare in una società che credeva di poterglielo impedire. Di questa passione sorda ai richiami della modernità, che per altro seppe apprezzare e gestire nella propria lunga esperienza di illuminato dirigente della rai, Alvise Zorzi è stato fino all’ultimo il testimone generoso e caparbio, elegante e sapiente; è stato il custode attento e puntiglioso che certo ci mancherà. Della storia artistica delle Venezie Fulvio Roiter è stato lungo il secondo ‘900 e fino a oggi indiscusso protagonista. La sequenza dei suoi libri documenta un lavoro instancabile di ricerca a partire dagli anni Quaranta e da quel circolo “La Gondola” che a Venezia promosse l’autonoma affermazione artistica e professionale della fotografia. Fulvio aveva poco più di vent’anni – era nato a Meolo nel ’26 – quando, nel gennaio 1948, iniziarono le riunioni settimanali de “La Gondola” nella sede del Circolo Artistico al palazzo delle Prigioni e divenne subito il miglior “allievo” del “maestro” Paolo Monti; ma si rivelò un seguace inquieto e spiazzante, niente affatto disposto a mettersi in riga, e così dalle tendenze più in voga si allontanò indipendente e solitario per affermare una sua idea del mestiere e dell’arte. Ai fotografi del Circolo allora premeva vedersi riconosciuta dignità d’artisti e attribuito un diverso valore rispetto ai reporter o agli artigiani; così persino le riviste sembravano troppo precarie per conservare testimonianza del loro lavoro: ambivano ai libri e alle mostre, come i pittori, e naturalmente i migliori ci riuscirono. Roiter puntò subito in alto cercando Albert Mermoud, l’editore della Guilde du Livre, che nel ’54 pubblicò Venise à fleur d’eau. Intanto il fotografo aveva cominciato a girare il mondo scrivendo i suoi primi racconti d’esplorazione e avventura: andò in Sicilia e in Umbria, poi in Brasile e un po’ ovunque. Nell’incontro con Italo Zannier e il Gruppo Friulano per una Nuova Fotografia maturò una solida coscienza culturale con cui affrontare la
Roiter, fotografo della luce nel Gondoliere in laguna, immagine emblematica diventata copertina del suo best seller Essere Venezia, 1977. Roiter, photographer of light, in Gondolier in the lagoon, an emblematic image that became the cover of his best seller, Essere Venezia, 1977.
examples are La Repubblica del Leone (1979), Venezia austriaca (1985) and Canal Grande (1991), or unforgettable character portraits such as Marco Polo (1983), Tiziano (1990 and 2003), Veronica Franco (1987), Andrea Gritti – Il Doge (1994) –, Tiepolo (2006), Goldoni (1993) or the heroic and little known Maria da Riva, La monaca di Venezia (1996), whose right to form loving relationships in the way she wanted in a society that thought it could control her he defended to the last ditch. Despite proven success in engaging with contemporary life in terms of his long experience as a farsighted director of the rai, Alvise Zorzi was until the last a generous and skilful proponent of a philosophy that remained deaf to the charms of modernity: an elegant and well informed man, he was the attentive and quick witted guardian at the gate we will all miss. Fulvio Roiter was the undisputed leader in the artistic history of the Venetian regions for the second half of the twentieth century, until now. His published works show an untiring appetite for research, from the 1940s when the Gondola group in Venice espoused the autonomous artistic and professional worth of photography. Fulvio was little more than twenty years old – he was born in Meolo in 1926 – when the weekly meetings of the Gondola group began in the offices of the Circolo Artistico in the palazzo delle Prigioni in 1948. He quickly became “maestro” Paolo Monti’s best “pupil”, but he was a troublesome follower who was little disposed to “fall in” and so readily left fashionable ideas behind to proclaim his own personal version of art and craft. Photographers from the Circolo at the time were keen to be seen as artists in their own right and thought themselves different to journalists and printers, so their efforts went on books and exhibitions, like real artists, and they saw the magazine world as too unstable to be repositories of their work. The best were also successful. Roiter aimed high from the start and sought out Albert Mermoud, publisher of the Guilde du Livre, who published Venise à fleur d’eau in 1954. Meanwhile Roiter himself began travelling the world, writing his first tales of exploration and adventure. He started in Sicily and Umbria, then went to Brazil, and then almost everywhere to a certain extent. Fulvio’s work with Italo Zannier and the Gruppo Friulano led to the creation of Nuova Fotografia and the development of a solid cultural conscience as the basis for research, seeing him take part in a large and
Lo stupore per lo splendore antico di Venezia riassunto in Visita al Palazzo Ducale, foto di Fulvio Roiter. Marvelling at the antique splendour of Venice, summed up in Visit to the Ducal Palace, photo by di Fulvio Roiter. Roiter all’opera con la sua inseparabile Leica. Roiter at work with his inseparable Leica.
ricerca, sentendosi partecipe di un progetto grande e generoso che voleva offrire «una documentazione poetica dell’umanità» nel segno di un neorealismo rigoroso e appassionato. Che questa incessante ricerca si fondasse su «l’idea di usare la fotografia come stile di vita» lo ha colto bene Roberto Mutti segnalando come Roiter sapesse scavare «la superficie della realtà fino a coglierne l’essenza più profonda». Ogni fotografia esprimeva un sentimento, un’idea, e molte, insieme, sviluppavano un discorso, un racconto; che finissero in un libro diventava naturale e necessario. In più di mezzo secolo i libri sono diventati tanti, tantissimi, belli e bellissimi, sofisticati e popolari. Fulvio nel ’77 pubblicò Essere Venezia con le Grafiche Lema di Maniago, forse il libro di fotografia più venduto al mondo – oltre 700.000 copie –, ma non si è mai seduto sugli allori e così ogni volta ha sorpreso i lettori con altre invenzioni che non finivano mai di stupirci: ora se ne è andato lasciando un vuoto che non sarà facile colmare.
Cesare De Michelis, professore Emerito di Letteratura italiana dell’Universita di Padova, è Presidente della Marsilio Editori. Collabora a riviste e quotidiani, tra i quali “IlSole24Ore” e il “Corriere del Veneto”. Trai suoi libri: Letterati e lettori nel Settecento veneziano e La metropoli delle Venezie. Presiede l’Edizione nazionale delle opere di Carlo Goldoni.
wide-reaching project that saw rigorous and passionate neorealism as «poetic documentation of humanity». It was Roberto Mutti who pointed out that Roiter «used photography as a style of life» and that he knew how to dig deep into «the surface of reality to find the essentials.» Every photograph expressed a feeling, an idea, and many, put together, developed an argument, or told a tale. That they should finish up in a book became natural and necessary. In more than half a century the books proliferated more and more, became more and more beautiful, more and more sophisticated and more and more popular at the same time. In 1977 Fulvio published Essere Venezia (Being Venice) with Grafiche Lema from Maniago, which became perhaps the biggest selling photography book in the world with sales of more than 700,000 copies, but he never sat on his laurels and he continued to surprise his readers with new wonders every time. Now he’s gone he leaves a hole that will be hard to fill.
Cesare De Michelis, Emeritus Professor of Italian Literature at the University of Padua, and President of Marsilio Editori. Writes for magazines and daily newspapers, including “IlSole24Ore” and “Corriere del Veneto”. Books include: Letterati e lettori nel Settecento veneziano and La metropoli delle Venezie. Chair of the National Edition of the Works of Carlo Goldoni.
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VENEZIE ART DE VIVRE VENETIAN ART DE VIVRE
MASI VIAGGIA SULLE ROTTE DEL MONDO MASI ON THE TRAVEL ROUTES OF THE WORLD di Carlo Cambi
L’Amarone di Masi è diventato un cult per la jet society della globalizzazione Masi Amarone is a cult wine with the jet set « Vieni, Incontrami: Noi, Ovunque (V..I..N..O..) » “come « Vieni, Incontrami: Noi, Ovunque », sussurra il vino a chi and meet me, anywhere you like”, is the whispered lo desidera. Vino; si può scrivere anche così; narrando, invitation from wine to anyone who desires its comcon uno scherzo ortografico, un’attitudine che rende pany. Or you can just write the word and show how sacro il nettare della vigna: viaggiare nello spazio e olsacred its nectar is in a flourish of handwriting. It travels tre il tempo. Il vino procura consolazione della partenthrough space and beyond time. Wine provides conza, gioia dell’incontro, omaggio all’ospite. Fenici, Greci solation on parting, joy on meeting, e dopo gli Etruschi hanno trasporand honour to the guest. Phoenitato per mare le loro anfore protetcians, Greeks and then Etruscans te dall’etichetta di provenienza ché il Duty free aeroportuali: transported their amphoras by sea, pregio era, già allora, stabilito dal luomercato in espansione protected by their labels of origin, go d’origine. Airport Duty Free: which were even then their guaranAscoltiamo l’esortazione del Maestro tee of provenance. persiano – ‘Umar Khayy¯am: il matea growing market Listen to a Persian maestro: ‘Umar matico e soave poeta che illuminò Khayyam, ¯ the accomplished poet and il Mille nel Medio Oriente – in una mathematician who lit up the turn of the first century delle sue eccelse quartine: «Bevi vino, ché non sai in the Middle East says in one of his superb quatrains: donde sei venuto: sii lieto, perché non sai dove anDrink wine, you who know not where you come from: / drai». Già dieci secoli fa l’uomo aveva orizzonti – e tibe happy, because you know not where you are going. mori – globali. Ten centuries ago man already had his horizons and Perché dunque stupirsi se in un aeroporto, su di un trahis fears – globally. ghetto, a bordo di una nave da crociera o di un treno So why be surprised if in an airport, on a ferry, or on superlusso il vino invita all’incontro sussurrando: noi, a cruise-ship or super-luxury train wine invites you to ovunque? È un nuovo orizzonte di marketing e di mermeet, whispering: us, wherever? This is a new side to cato, ma è anche rideclinare la storia. Chi ha confidenmarketing and to the market, but it’s also telling the za con la Storia del vino – come la famiglia Boscaini 16
giunta alla settima generazione d’impegno enoico – si è per primo accorto che portare il vino là dove comincia il viaggio è un vantaggio. È vicenda – relativamente – recente. Correva l’anno 1947 e a Shannon, nella verde Irlanda, a qualcuno venne in mente di aprire un negozio per il conforto dei
same story again. Those well up on the history of wine – like the Boscaini family who have got to the seventh generation involved in the business – were the first to realise that taking wine to where the journey started was an advantage. It’s relatively recent stuff. It was 1947 in Shannon, in the green heart of Ireland, that
I vini di Masi offrono valori veneti ed emozioni di lusso su importanti rotte aeree e navali in Europa e nel mondo. Masi wines provides Venetian values and feelings of luxury on important air and shipping routes in Europe and the world.
somebody first thought that it would be good to open viaggiatori. Cominciava l’era dei duty free che oggi è un a shop for the benefit of travellers. This was the start of business da 30 miliardi di dollari. È in continua espanthe duty free business, that’s now worth 30 billion dolsione e ha un triplice vantaggio: fa vendere, conforta lars today (wine and alcoholic drinks have the lion’s l’immagine e diventa la porta d’ingresso in Paesi non share: 11 billion). ancora formatisi al piacere del vino. Not only is the market in continuous expansion, it has Per primi a sfruttare le opportunità offerte dai duty free a triple advantage: it brings sales, reinforces image sono stati i francesi. Ma con l’affinarsi della cultura del and becomes a bridgehead in countries which are not vino ecco che le etichette italiane sono diventate ogyet at home with the culture of wine. The ones who getto di culto della jet society. Così Masi oggi viaggia nel first spotted the opportunity of duty free shops were mondo e col mondo: ha fatto da ambasciatore per molthe French. But as the culture of wine ti altri nostri produttori. has spread, Italian brands too have Se l’Amarone è diventato un vino monCostasera Amarone now become must-haves for the jetdiale è anche per il passaparola dei miset society. In this way Masi travels the lioni di suoi ambasciatori itineranti che invitato di gala world with the world and has become fanno shopping nei duty free. Per quesul treno esclusivo an ambassador for many of our other sto la distribuzione di Masi si è fatta caCostasera Amarone, producers. pillare. Si potrebbe dire che dalla Rosa If Amarone has become a truly interdei Venti si è passati a quella dei vini the special guest national wine it’s also thanks to wordper finire alla Rosa dei Masi visto che on exclusive trains of-mouth from millions of its traveller le bottiglie venete sono presenti nefans who shop in duty free. This is how gli aeroporti ai quattro punti cardinathe Masi distribution net has spread. You could say li del mondo: Roma, Milano, Venezia, Monaco, Amburthat the points of the compass (“rosa dei venti”) show go, Berlino, Amsterdam, Stoccolma, Oslo, Mosca, Kiev, Masi’s rosé wines (“rosa dei Masi”) being present in Abu Dhabi, Singapore, Hong-Kong, Sidney, Toronto, the four corners of the earth, which is true because Vancouver. you can find Masi’s range of Veneto wines in at least A Oslo si vendono milioni di bottiglie all’anno, a Singapore si propongono etichette che valgono migliaia the following airports: Rome, Milan, Venice, Munich, 18
L’Amarone Masi allo Spazio Italia dell’aeroporto di Monaco (2010). Masi Amarone in the Italian Space at Munich airport (2010). Top brand italiani: Masi e Fiat all’aeroporto di Zurigo (2014). Top brands from Italy: Masi and Fiat at Zürich airport (2014). Sotto. Amarone, Recioto Masi e cioccolato Lindt in degustazione all’aeroporto di Francoforte (2015). Below. Masi Amarone and Recioto with Lindt chocolate on tasting at Frankfurt airport (2015).
di euro perché nel principale scalo asiatico la domanda è di annate storiche, di grandi formati, di emozioni in forma di vino, a Dubai si vendono vini per 20 milioni di dollari all’anno. Esserci significa proporsi al mondo, ma non è semplice perché gli operatori di questo
Hamburg, Berlin, Amsterdam, Stockholm, Oslo, Moscow, Kiev, Abu Dhabi, Singapore, Hong-Kong, Sidney, Toronto, and Vancouver. In Oslo millions of bottles are sold a year, in Singapore displays show bottles valued in thousands of euros because the leading Asian
particolarissimo, felice mercato sono una decina di colossi nel mondo che pongono condizioni severe e costi molto alti. Eppure oggi Masi – ma anche altre cantine italiane – collabora con Heinemann (opera in tutta Europa, ma anche negli Usa e in estremo oriente), Dufry e
market demands historic vintages in big formats, excitement in a wine bottle in other words. In Dubai 20 million dollars’ worth of wine is sold every year. Being there means being in a window on the world. But it’s not easy, because the makers of this very special and very moneyed market are a handful of international
Masi percorre rotte esclusive, dalla Royal Caribbean alla Disney Cruise alla Viking Line. Masi is found on exclusive travel routes, from Royal Caribbean to Disney Cruise and the Viking Line. Sotto. Viaggi e brindisi: il nuovo Moxxé brut è già un successo. Below left. Travel and celebrations: the new Moxxé brut is already a success.
mega-companies who impose severe entry criteria and altri importanti operatori internazionali. La carta vinhigh costs. cente? Avere un vino che fa immagine e proporre Masi, and many other Italian companies, work with innovazione. Heinemann (all over Europe, but also in usa and the Masi ha saltato l’ostacolo producendo una linea dediFar East), Dufrye and other important international cata – è nata così la linea Nectar che riunisce il Camoperators. What’s the secret? Having a wine that is a pofiorin e il Costasera, dove in uvaggio si è aumentata strong brand and shows innovation. la Corvina per avere ancora maggiore rotondità, oltre al Masi’s solution has been to create a dedicated duty free nuovissimo spumante Moxxé – e di raccontare in aerorange – the Nectar wines – which porto il vino. bring together special versions of Prossimamente in alcuni scali saranNectar, la linea Campofiorin and Costasera with inno organizzate degustazioni in accordo con un produttore francese e uno ad hoc che “racconta“ creased percentages of Corvina to give greater smoothness, as well as spagnolo, e con Lindt sono stati proil vino in aeroporto the hot new sparkling wine Moxxé, posti abbinamenti di vini e cioccolata Nectar, the specially and tell the story of the wines at the per raccontare il piacere del vino. created range airport. Other events in some markets Un piacere che sale a bordo delle include tasting sessions organised principali compagnie aeree (Lufthanthat “communicates” with French and a Spanish producsa, l’indiana Jetair, Airdolomiti, Swiss wine at airports er, and there are also proposals for per dirne alcune) e che è diventato sichocolate-and-wine pairings organnonimo di eleganza, di benessere, di ised with Lindt. Wine excitement can also be found on lusso. Così l’Amarone più di vent’anni fa è salito a bordo board the major airlines: Lufthansa, Jetair in India, Airdel lussuoso treno Venice Simplon-Orient-Express che, dolomiti, and Swiss Air, for example, where wine has evocando il glamour di inizi ’900, propone un’esperienbecome synonymous with elegance, well-being and luxza affascinante di gusto e raffinatezza con i suoi ristoury. Thus it was that Amarone was on board the luxuriranti e le prestigiose etichette. ous Venice Simplon-Orient-Express twenty years ago, as E ora l’Amarone è stato l’invitato di gala sullo storico Belmond British Pullman degli anni ’20, un treno esclusivisit recaptured the glamour of the early twentieth century 21
Pagina precedente. Viaggi da sogno sul leggendario Venice Simplon-Orient-Express tra città d’arte e panorami mozzafiato. E i vini Masi sono presenti da più di 20 anni. Facing page. Dream journeys on the legendary Venice SimplonOrient-Express through historic cities and breathtaking scenery. Masi wines have been on board for more than 20 years. L’accordo tra Masi Agricola e Belmond Ltd è stato festeggiato con una cena made in Italy nello storico Belmond British Pullman degli anni ’20: nella foto Deborah e Raffaele Boscaini. The agreement between Masi Agricola and Belmond Ltd was celebrated with an all-Italian dinner on board an historic Belmond British Pullman from the ’20s: photographed here, Deborah and Raffaele Boscaini.
simo appartenente al gruppo inglese Belmond Ltd., leader nell’ospitalità e nei viaggi di lusso in ventidue paesi del mondo. Egualmente l’Amarone è a bordo delle principali compagnie di crociera Royal Caribbean, Costa Crociere e perfino la Disney Cruise Line, ritrovando la via del mare: quella che per prima disegnò il suo valore. Masi percorre le rotte esclusive di Seadream, che propone minicrociere esclusive nei mari del Nord e nel Mediterraneo e solca il Mar Baltico su navi, diventate una sorta di enoteche, testimoniando un fenomeno del tutto peculiare delle nazioni del Grande Nord. Si organizzano dei weekend a bordo dei traghetti (per esempio: Viking Line propone degustazioni guidate a cui Masi partecipa assiduamente) tra Norvegia, Svezia, Finlandia e Danimarca per comprare il vino a bordo, evitando i monopoli e scoprendo che il piacere del vino è il miglior compagno del viaggio terreno!
Carlo Cambi, inviato e caporedattore di “Repubblica”. Nel ‘97 ha fondato i “Viaggi di Repubblica” che ha diretto fino al 2005. È socio corrispondente dell’Accademia dei Georgofili, membro del comitato scientifico di Symbola e Unioncamere. È giornalista (QN, Libero, Bibenda), ricercatore e autore.
in a setting of charm and elegance with fine restaurants and prestigious wines. Recently, Masi Amarone was the star guest on the historic Belmond British Pullman, an exclusive train now restored to its 1920s glory and belonging to the English Belmond Ltd group, leaders in hospitality and luxury travel in 22 countries of the world. Our Amarone can also be found on the principal cruise ship lines: Royal Caribbean, Costa Crociere and even Disney Cruise Line, finding its way by sea, which was the original way it found fame and reputation. Masi can be found on the exclusive Seadream voyages, exclusive mini-cruises in the North Sea and the Mediterranean. When you find it in the Baltic Sea it’s part of the characteristic wine shop experience of the Frozen North where weekends are organised on ferries (Masi takes part in the Viking Line guided tasting trips very readily) that run between Norway, Sweden, Finland and Denmark. Here you buy wine and avoid the various countries’ monopolies, discovering that the joy of wine is the best companion for an earth-bound journey!
Carlo Cambi, editor and correspondent for “Repubblica”. Founded “Viaggi di Repubblica” in 1995 and managed it until 2005. Member-correspondent of the Accademia dei Georgofili, member of the Symbola scientific committee and of the Unioncamere. Journalist (QN, Libero, Bibenda), researcher and author.
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UN VINO UNA STORIA WINE STORIES
IL CRU DI MAZZANO, AMARONE DALLA FRESCHEZZA ANTICA MAZZANO CRU AMARONE: THE FRESHNESS OF ANTIQUITY Elio Fedrighi e Sandro Boscaini. Elio Fedrighi and Sandro Boscaini.
di Stephen Brook
Il vigneto già nel Medioevo produceva uve di altissima qualità This vineyard was already producing high quality grapes in medieval times Masi is not the only producer of outstanding Amarone, Masi non significa solo produzione di grandi Amaroni: è but few would dispute that Dr Sandro Boscaini and his fuor di dubbio che Sandro Boscaini e il suo team hanteam have a rare understanding and mastery of the no una rara conoscenza e padronanza del terroir e delle Valpolicella terroir and the traditions behind great Amtradizioni della Valpolicella dalle quali nasce un vino così arone. Masi was the first Valpolicella winery to release eccezionale. Masi fu la prima cantina della zona a selea number of single-vineyard Amarones, each from a zionare i cru di Amarone, singoli vigneti ognuno con una different soil type. Campolongo di Torbe diversa tipologia di terreno. Campolonis a volcanic site, whereas their most celego di Torbe ha un suolo vulcanico, mentre L’appassimento brated cru, Mazzano, is essentially calcaril famoso cru di Mazzano giace su marne eous marl. It’s an ancient site. Documents calcaree. È un sito antichissimo: documenin un edificio from the 12th century refer to rents being ti del XII sec. raccontano di affitti fondiari del XVII secolo paid in the form of top-quality grapes, depagati con uve di altissima qualità, proveAppassimento fined as those from Mazzano. nienti appunto dal vigneto di Mazzano. It was Boscaini’s father who during the inFu Guido, padre di Sandro, che tra le due in an XVII guerre iniziò lo studio delle caratteristiche century building terwar years began researching the character and potetnial of 27 vineyards in e del potenziale di ben 27 appezzamenti Valpolicella. In 1958 he produced the first in Valpolicella. Nel 1958 fu lui a produrre il single-vineyard wine from Campolongo, then Mazzano primo Amarone da singolo vigneto, Campolongo di Torfollowed in 1964. However, wines had been made from be, seguito da Mazzano nel 1964. La loro coltivazione ha these vineyards for many years. Four generations of the una storia di lunghissimi anni: quattro generazioni di BoBoscaini family have worked with four generations of the scaini hanno lavorato insieme a quattro generazioni di Fedrighi Family who tend this vineyard, so between them Fedrighi, la famiglia che vi abita e cura il vigneto, tanto da they have an intimate knowledge of every row of vines. condividere un’intima conoscenza di ogni singolo filare. Mazzano’s 9 hectares are located in the commune of I 9 ettari di Mazzano si trovano nel Comune di Negrar, Negrar at 350-415 metres, which is higher than most. The a 350-415 metri slm, uno dei siti più alti. Le vigne sono 24
Mazzano ’09 è “Hot Wine” da 95 punti per l’autorevole Wine Spectator, l’annata ’07 è “vino icona del futuro” per Anders Levander, l’annata ’04 è “l’esaltazione della Valpolicella” per Monica Larner di Wine Enthusiast. È gelosamente conservato nella Cantina Privata Boscaini a Gargagnago. Mazzano ’09 is a “Hot Wine” with 95 points from the authoritative Wine Spectator; the ’07 vintage is an “icon wine of the future” for Anders Levander; the ’04 is the “epitome of Valpolicella” for Wine Enthusiast’s Monica Larner. It’s kept safe and sound as part of the Cantina Privata Boscaini in Gargagnago.
Il vigneto d’alta collina, il clima fresco e ventilato, sono condizioni ideali per l’appassimento sulle tradizionali arele di bambÚ. High hillside vineyards with fresh, well-ventilated climates, provide ideal conditions for traditional appassimento on bamboo racks.
vines are planted on terraces supported piantate su terrazze supportate da muby dry stonewalls. A narrow valley close retti a secco. Nella stretta valle soffiano Un vino bilanciato by projects cool breezes that encourage brezze fresche che causano una buona dal finale pulito a significant diurnal range: warm days, escursione termica: giornate calde ma e complesso to be sure, but cool nights and good notti fresche, costante ventilazione, eviA well balanced ventilation, ensuring the grape are never tando sovramaturazioni degli acini e una overripe and that acidity remains high. acidità alta. wine with a clean Mazzano si distingue da altri cru, anche and complex finish Stylistically, Mazzano also differs from other single-vineyard wines, although se il suo uvaggio è simile: 75% Corvina, its grape mix – 75% Corvina, 20% Ron20% Rondinella, 5% Molinara. Alcuni dinella, 5% Molinara – is similar to the others. Some amaroni contengono o richiedono qualche grammo in Amarones contain, or require, a few grams of residual più di zuccheri residui per bilanciare i vini. Mazzano, al sugar to balance the wines. Mazzano, in contrast is alcontrario, è sempre secco, lo zucchero residuo non suways dry, as the residual sugar never exceeds 3 grams pera i 3 gr/l, insensibili al palato. E normalmente è più per litre, which is not detectable on the palate. It also tannico. tends to be more tannic. Dopo la vendemmia, le uve sono messe a riposo in un After harvesting, the grapes are dried on bamboo racks edificio del XVII sec. che sorge nel mezzo del vigneto. within a 17th-century house inside the vineyard. VentilaLa ventilazione è regolata dal sistema antico di apertution is controlled by the traditional method of opening ra e chiusura delle finestre. Normalmente, il processo and closing shutters and windows. The drying process di appassimento inizia a metà ottobre e continua fino begins in early October, in general, and continues until a metà febbraio, quando le uve avranno perso circa un mid-February, by which time the bunches have lost at terzo del loro peso originario. Visto che l’appassimenleast one-third of their weight. As the drying takes place to si svolge a un’altitudine abbastanza elevata, le temat a relatively high elevation, temperatures are cool, perature sono fresche, talvolta fredde, e ciò impedisce even cold, and this is effective at preventing outbreaks lo sviluppo della botrite, così come non la favoriscono of botrytis, in this case not favoured by the distinctive le condizioni microclimatiche sul vigneto. Una volta apclimatic conditions of the vineyard. The concentrated passite, le uve vengono pigiate, ma senza diraspatura, e grapes are pressed but not destemmed, and fermented fermentate lentamente in ampie botti di legno di Slavoslowly in large casks of Slavonian oak. The finished wine nia. Il vino finito matura almeno 3 anni in fusti da 650 li-
Le vigne di circa 50 anni coltivate a pergola su calcari marnosi danno uve di alta qualità e concentrazione. Pergola-trained vines, about fifty years old, planted on chalky marl produce concentrated, high quality grapes.
tri di rovere francese e di Slavonia, combinando conis aged for three years in 650-litre casks of both Slavonitenitori nuovi con fusti di secondo o terzo passaggio. an and French origin, combining barrels that are new as Dopo questa lunga maturazione, il vino affina in bottiwell as second – and third-fill. After this ageing process, glia per ulteriori 6 mesi prima di essere pronto al comthe wine spends at least six months in bottle before bemercio. Se ne producono dalle 10 alle 15.000 bottiglie, ing released. Between 10,000 and 15,000 bottles are proche giungono in quasi 100 paesi duced, and the wine is exported nel mondo. to around 100 countries. I cru di Masi hanno le etichetMasi’s single-vineyard wines te scritte a mano, come in pashave hand-written labels. That sato faceva il padre di Boscaidates from the time when ni: intento a sperimentare i suoi Boscaini’s father, busily experisingoli vigneti, proponeva ai rimenting with his different vinestoratori più importanti alcune yards, would give a few bottles bottiglie campione per vedere to leading restaurateurs to see se incontravano i gusti della loro how they were received by their clientela. Nel momento in cui si customers. When the decision stava decidendo davvero la loro was made to sell the wines regolare commercializzazione, commercially, Sandro Boscaini Sandro Boscaini suggerì di mansuggested they retain the look tenere lo stile di quelle etichette of those labels, which is indeed e tale è rimasto fino a oggi. what happened. I have tasted Ho assaggiato tante annate di eight vintages of Mazzano beMazzano tra gli anni 1980 e tween 1980 and 2009, and the 2009, e il vino è decisamenwine is remarkably consistent, La famiglia Fedrighi coltiva le vigne dei Boscaini a Mazte coerente, con aromi di ciliewith aromas of cherries, plums, zano. Luigi Veronelli, enologo e scrittore, li ha inclusi gia, prugna, spezie, uva passa, spice, and raisins, sometimes tra i “vignaioli storici d’Italia”. The Fedrighi family cultivate the Boscaini vines at Maztalvolta un tocco di cuoio e liof liquorice and leather too. It zano. The oenologist and writer, Luigi Veronelli, numquirizia. Può essere difficile procan be difficult to avoid probered them amongst the “historic vignerons of Italy”. durre un Amarone che non sia ducing an Amarone that isn’t pesante, impegnativo, dominaheavy, fatiguing, and dominatto dall’alcolicità, ma Mazzano dimostra sempre queled by alcohol, but Mazzano always has enough freshla freschezza e acidità che rendono il vino bilanciato e ness and acidity to balance the wine and give a clean donano un finale pulito e complesso. È il più chiuso and complex finish. It is usually the most reserved of tra i cru di Masi e necessita di qualche anno per poterthe Masi single-vineyard Amarones, so it needs a few si esprimere in tutta la sua complessità. C’è un fattore years to express its full complexity. There’s an unusuumano di inusuale importanza nell’Amarone: appassially high element of human intervention in Amarone: mento, fermentazione e maturazione in legno richiethe drying process, the fermentation, and the long agedono un monitoraggio costante e accurato. E il tocco ing in casks all need to be carefully monitored. This is di Masi è questo: selezionare uve mature a perfezione the Masi touch: taking perfectly ripe grapes from a top solo dai migliori vigneti e trasformarle in grandi vini da vineyard and transforming them into a great vino da meditazione. meditazione.
Stephen Brook, è autore di pubblicazioni su vino, gastronomia e viaggi. La sua firma compare su: “Vogue”, “Daily Telegraph”, “The Times”, “Conde Nast Traveller”, , “Wine Spectator”, “Wine & Spirit”, “Slow Magazine”, “Harpers”, “Food & Wine”, “World of Fine Wine”. Collabora con “Decanter”, ed è membro di diversi panel d’assaggio internazionali.
Stephen Brook is the author of various books on wine, food and travel. His byline can be found in “Vogue”, “DailyTelegraph”, “The Times”, “CondeNast Traveller”, “Wine Spectator”, “Wine & Spirit”, “Slow Magazine”, “Harpers”, “Food & Wine”, and “World of Fine Wine”. He works with “Decanter” and is a member of several international tasting panels.
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SERVIZI FEATURES
LE STORIE DEI VENETI PARLANO DA SOLE THE STORIES ABOUT THE VENETI SPEAK FOR THEMSELVES
Stefano Lorenzetto.
di Camilla Madinelli
Il Veneto e la sua gente secondo il giornalista e scrittore Stefano Lorenzetto The Veneto and its people according to journalist and writer Stefano Lorenzetto Il lavoro come misura di tutto e come cifra stessa dell’esistenza. Come modo per mantenere il contatto con la realtà. Per mostrare e dimostrare, a se stessi prima che agli altri, quanto si vale. I veneti sono così, lavoratori appassionati e pronti al sacrificio per i quali la ricchezza prodotta è solo una conseguenza accidentale, secondo il giornalista e scrittore veronese Stefano Lorenzetto. «Non l’Italia, ma il Veneto, è una repubblica fondata sul lavoro. Se non si capisce questo, non si comprende nulla di noi» scrive nell’introduzione al suo libro Cuor di veneto. «Credono che lo facciamo per i soldi. Si sbagliano». Nessun dubbio da parte dell’editorialista del quotidiano “L’Arena” di Verona, il giornale dove fu assunto per la prima volta nel 1975, Traduzione nemmeno ventenne, all’inizio della sua carriera e dove è tornato come firma di punta. È stato vicedirettore di Vittorio Feltri presso “Il Giornale”, dal 1995 al 1998. In 40 anni di professione giornalistica, ha scritto per una cinquantina di testate. Laborioso e dinamico pure lui, insomma. «Il lavoro non è nemme30
Work as a measure of everything and as proof of existence. Work as a way of maintaining contact with reality. To demonstrate to yourself before anyone else how much you are worth. The Veneti are like this: great workers and ready for the sacrifice involved, so any wealth produced is a mere by-product, according to Veronese writer and journalist Stefano Lorenzetto. «Not Italy, but the Veneto, is a republic founded on the doctrine of work. If you don’t understand this, you don’t understand anything about us,» he writes in the introduction to his book Cuor di Veneto (“Heart of the Veneto”). «They think we do it for money. They’re wrong.» No doubt on this from the leader writer of Verona’s daily newspaper, “L’Arena”, where he was first taken on in 1975 at barely 20 years old at the beginning of his career and where he came back as senior writer. He was deputy director to Vittorio Feltri at the Giornale from 1995 to 1998. In 40 years of professional journalism he’s written for about 50 titles. In other words he’s got the work ethic too. «Work isn’t even a duty for us Veneti: it’s life itself. Only through work can
Venetians establish a connection with no un dovere, per noi veneti: è il senso reality.» He understands the Veneto and stesso del vivere. Solo attraverso il lavoNei suoi libri the Veneti, Lorenzetto does. They are the ro i veneti stabiliscono le connessioni con il ritratto schietto subject of many of his books, published la realtà». di un popolo by Marsilio and ranging from the previSe ne intende di Veneto e veneti, LorenIn his books, ously mentioned Cuor di Veneto to Hic zetto. Ne parla in molti dei suoi libri, edisunt Leones . The latest, Giganti, was preti da Marsilio, dal già citato Cuor di vethe frank history sented at Masi Agricola’s Tenuta Canova neto a Hic sunt leones. Fino all’ultimo, of a people in Lazise on 10th June during a cultural Giganti, presentato il 10 giugno a Laziand gastronomic evening set in the vinese, alla Tenuta Canova di Masi Agricola, yards of the hinterland round Lake Garda in an event tra i vigneti dell’entroterra gardesano, durante una seorganised for about 200 invitees at the Boscaini famrata culturale ed enogastronomica – niente di più veily country property – nothing could be more Venetian neto dell’unire saperi e sapori – organizzata nella corthan this union of education with food and wine. te di campagna dalla famiglia Boscaini per intrattenere It’s not for nothing, apart from anything else, that Locirca 200 invitati. renzetto is part of the Masi Civiltà Veneta Prize jury. He Non per niente, del resto, Lorenzetto fa parte della giuhimself feels Venetian to the core. «I’m such a Veneto ria del Premio Masi Civiltà Veneta. Egli stesso è e si senman that I called my three years of working life in Milan te veneto fino al midollo. «Lo sono a tal punto che ho “the deportation”,» he says. «I left thinking that I would definito i miei tre anni di professione a Milano una “dereturn home to Verona. Deeply rooted in the Veneto as portazione”» sottolinea. «Sono partito sapendo che sarei I am I couldn’t live anywhere else. I feel first Veronese, tornato a casa, a Verona. Radicato come sono, non pothen from the Veneto, Italian is a bit too much.» Like trei vivere da nessun’altra parte. Mi sento prima veronemany, alas. And European? «Almost not at all.» se, poi veneto, italiano a fatica». Come molti, ahimé. Ed Who better then than an undisputed master in the europeo? «Quasi per niente». discovery of leading Italians that no-one talks about, Chi più e meglio di lui, dunque, maestro indiscusso nel who better than him to tell us about the people of raccontare gli italiani di eccezionale valore di cui nessu-
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Pagina precedente. Grande partecipazione alla serata-evento presso la Tenuta Canova di Lazise. Facing page. A full turn-out at the evening event held at Tenuta Canova in Lazise. I vigneti di Lazise coltivati a Corvina, Rondinella e Molinara, ultima acquisizione del gruppo Masi. The Masi Group’s latest acquisition, the vineyards in Lazise, grow Corvina, Rondinella and Molinara.
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the Veneto? I ask him to sketch no parla, può spiegare chi è il poout their common characterispolo veneto. Gli chiedo di tracSei veneti tics, a sort of Veneto ID card. «In ciarne i segni particolari, per una tra «gli italiani seri what way? Venetians speak for sorta di carta d’identità. «E come, nel Paese del blablà» themselves,» replies Lorenzetto. in astratto? I veneti parlano da soli» Six Veneti among «There’s their history, the real bit replica Lorenzetto. «Ci sono le loro and the fables.» I’d forgotten: storie, vere ed esemplari. Dimen«the serious Italians in the Veneto it’s the facts that ticavo: in Veneto sono i fatti che in the land of bla bla bla» matter. contano». In Giganti (“Giants”), 400 pages of Nei Giganti, 400 pagine piacevowell-penned text contain 35 profiles of «Serious Italians lissime che raccolgono 35 interviste a «Italiani seri nel in the land of bla bla bla,» as the book’s subtitle has it. Paese del blablà» (come da sottotitolo del libro), sono Six come from the Veneto and have been chosen by sei i veneti di cui il giornalista veronese racconta scelLorenzetto for values that are not always fashionable: te controcorrente, talenti, dolori, rinascite, estro e ostitheir talents, sufferings, power to bounce back, and nate resistenze. Sono l’imprenditore vicentino Franceresilience. They are: the business man from Vicenza, sco Biasion che si stufa dell’Italia e decide d’investire Francesco Biasion, who got tired of Italy and decided all’estero, la “povera allegra” Laura Galletti che da deto invest abroad; the “happy poor girl” Laura Galcenni vive senza toccar soldi e la mamma che ha perletti who has lived her life without using money so due figli per la patria, Maria Teresa Turazza, tutte e for decades; and Maria Teresa Turazza, the due di Verona. mother who lost two sons in the service E ancora: il regista Ermanno Olmi che vive ad Asiago of their country, both from Verona. dal 1965 (vicino di casa di Mario Rigoni Stern), il chirurThere’s also the film director Ergo e scrittore veneziano Tommaso Tommaseo, nipote manno Olmi who has lived del celebre letterato patriota Niccolò, infine la padova-
Pagina precedente. I vini Masi e i tortellini Rana, eccellenze venete del made in Italy, hanno fatto da contorno alla serata culturale. Facing page. Masi wines and Rana tortellini, Venetian products in the catalogue of Italy’s finest, served together during the evening cultural event. Protagonisti della serata: Sandro Boscaini, Riccardo Ruggeri, Stefano Lorenzetto, Giovanni Rana e consorte, Pierluigi Magnaschi. Key players during the evening: Sandro Boscaini, Riccardo Ruggeri, Stefano Lorenzetto, Mr & Mrs Giovanni Rana, and Pierluigi Magnaschi.
na Cesira Ton che vive all’aeroporto Milano Malpensa, ma non è una barbona. «La storia di Biasion aiuta a capire il Veneto del lavoro, Galletti a comprendere lo spessore umano di questa parte d’Italia» spiega Lorenzetto. «La scelta di Olmi di vivere ad Asiago lascia intendere il fascino che il Veneto esercita su chi vive altrove. Una madre che dice addio a due figli, entrambi poliziotti, entrambi uccisi in servizio, come Turazza, mostra i sacrifici che la gente veneta è disposta a sopportare. Tommaseo incarna l’unione di bravura tecnica e sapienza, Ton dimostra quanto è grande il nostro ottimismo». In fondo, come afferma Olmi nell’intervista, «casa non è solo un numero civico, ma un luogo della memoria, dello spirito. Un luogo di cui non puoi fare a meno, insomma. Lontano dal quale non puoi stare. Capito questo, capito il Veneto».
Camilla Madinelli, veronese, giornalista professionista dal 2007, vive e lavora in Valpolicella. È corrispondente del quotidiano di Verona “L’Arena”. Si occupa di attualità, territorio e cultura della sua terra, dove il vino fa la parte del leone. È laureata in Lettere moderne. Nel 2008 ha vinto il premio “Natale Ucsi - Il genio della donna”.
in Asiago since 1965 (near Mario Rigoni Stern’s house); the surgeon and Venetian writer,Tommaso Tommaseo, grandson of the famous literary patriot Niccolò; and lastly Cesira Ton from Padua who lives at Milano Malpensa airport, but is not a tramp. «Biasion’s story helps us to understand the world of work in the Veneto, and Galletti tells us about the power of humanity in this part of Italy,» explains Lorenzetto. «Olmi’s decision to live in Asiago is an example of the attraction of living in the Veneto for outsiders. A mother who bids farewell to two sons, both policemen and both killed on active service, like Turazza, shows the sacrifices that the people of the Veneto are capable of accepting. Tommaseo shows us the union of technical skill and wisdom; Ton shows us the power of our optimism.» In the end, as Olmi says in his interview, «home is not only an address, but it’s also a place for memories and a place for your soul.» Somewhere you can’t do without, in other words. Somewhere you can’t stray far from. Once you understand that you understand the Veneto.
Camilla Madinelli, from Verona, journalist by profession since 2007, lives and works in Valpolicella. Correspondent for Verona’s daily paper, “L’Arena”. Writes on news and the territory and culture of her region, where wine takes the lion’s share. Has a degree in Modern Literature. Winner of the “Natale ucsi - Il genio della donna” prize in 2008.
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SERVIZI FEATURES
A LEZIONE DI VINO E DINTORNI CON CERVANTES E DON CHISCIOTTE LESSONS ABOUT WINE AND RELATED MATTERS WITH CERVANTES AND DON QUIXOTE di Gabriele Colleoni
Il grande scrittore spagnolo era un fine e competente intenditore The great Spanish writer was a knowledgeable wine lover Miguel de Cervantes ha legato da sempre il suo nome a don Chisciotte, il tragicomico protagonista del suo capolavoro. Un mondo, quello del padre della letteratura spagnola e del cavaliere della Mancia, che Felice Gambin, docente di Letteratura spagnola all’Università di Verona, ha esplorato a lungo e in profondità, seguendo anche un’originale pista, quella del vino. Ricerca, quest’ultima, sfociata in un colto excursus presentato (e degustato) all’Accademia di Agricoltura Scienze Lettere di Verona, in occasione del quarto centenario della morte del grande scrittore iberico. Professore, com’è nata questa idea? I riferimenti al vino in Cervantes sono numerosissimi, come in molta letteratura spagnola tra Cinque e Seicento. D’altra parte il vino non era solo una bevanda di piacere, era considerato un alimento fondamentale quanto il pane tanto che nelle cambuse dei galeoni spagnoli veniva imbarcato più vino che pane. Il vino è ovunque: 36
The name of Miguel de Cervantes is inextricably linked to Don Quixote, the tragicomic protagonist of his eponymous masterpiece. The world of this father of Spanish literature and the Knight of La Mancha has been thoroughly explored by Felice Gambin, Professor in Spanish Literature at the University of Verona, using an original angle: wine. His research was collated in a learned “excursus” presented (and tasted) at Verona’s Academy for Agriculture, Science and Letters on the 400th anniversary of the great Spanish writer’s death, in a talk sponsored by the Masi Foundation.
Intervista a Felice Gambin, docente di Letteratura spagnola Interview with Felice Gambin, Professor of Spanish Literature
Professor, how did this idea come about? Cervantes makes a vast number of references to wine, as is normal in Spanish literature of the 16th and 17th centuries. Apart from anything else, wine was not a luxury item; it was considered a fundamental foodstuff, so much so that there was more wine to be found in a Span-
Lo scudiero Sancho e le sue lezioni “eno-filosofiche” Lessons in “wine philosophy” from squire Sancho
fa parte della dieta dei malati, è basilare in quella degli studenti, accompagna i condannati sulla forca… Semmai per l’autore del Don Chisciotte rappresenta qualcosa di ancor più vitale: la cultura di un popolo, la possibilità di mettere in contatto uomini e popoli di culture e religioni diverse. Dai testi emerge un Cervantes intenditore di vini: da dove gli deriva questa cultura enologica? Molti autori spagnoli erano uomini di spada e di penna, soldati e scrittori, e mostravano di apprezzare il vino in modo estremamente competente. Uomini pertanto di spada, di penna e di boccale. Cosa pretendere di più dalla letteratura! Cervantes non è un’eccezione. In un’opera del 1613, Il Licenciado Vidriera, il capitano Valdivia con i suoi soldati e Tomás Rodaja, il giovane protago-
ish galleon’s pantry than bread. Wine was everywhere: it was part of the medicine for the sick, it was a basic student requirement and it eased the condemned to the gallows… If anything, for the author of Don Quijote it represented something even more basic: the culture of a people, and the possibility of reconciling peoples of different cultures and religions. Cervantes seems to be quite knowledgeable about wine, judging by what he wrote; where did this knowledge come from? Many Spanish authors were men of the sword and the pen, soldiers and writers, and had a very good knowledge of wine. In fact, they were men of the sword, the pen and the flagon. What more do you want from lit-
Pagina precedente. Don Chisciotte in un’illustrazione del 1843. Facing page. Don Quixote in an illustration from 1843. A lato. Don Chisciotte presiede il pasto insieme alla presunta principessa Micomicona. Olio di Manuel García Hispaleto, XIX secolo. Madrid, Senato. This page. Don Quixote heads the table at a meal with the supposed Princess Micomicona. Oil painting by Manuel García Hispaleto, XIX century. Madrid, Senate.
nista, giunti a Genova dopo un tormentato viaggio per mare, trovano sollievo in un’osteria fornitissima. I giudizi precisi mostrano un fine palato e un’indiscutibile conoscenza. Il soggiorno dello scrittore in Italia risale a molti decenni prima ma il piacere dei suoi vini è rimasto: indelebile come l’apprezzamento per la cultura e i territori della nostra penisola (un po’ meno quello dei suoi abitanti!). Di quali vini parla in particolare? La lista è incredibile: dal Trebbiano al Montefiascone. E poi riferimenti all’Asprino, un frizzante della Campania,
erature! Cervantes was no exception. In El Licenciado Vidriera, written in 1613, Captain Valdivia with his soldiers and Tomás Rodaja, the young hero, land in Genoa after a troublesome voyage on the seas and find consolation in a well stocked hostelry. Their comments show evidence of a fine palate and detailed knowledge about wine. In fact, Cervantes had been in Italy many years before this time, but he remembered Italian wines with pleasure. His love for Italy’s culture and its landscape remained as well, rather more than his liking for the peninsula’s inhabitants! 37
ai bianchi di Somma Vesuviana, a vini del Cilento e delle Cinque Terre. Poco lusinghiero invece il giudizio sui vini dei Castelli romani, e Cervantes in questo non è un caso isolato. Vini soprattutto del Meridione, territorio allora spagnolo, e dello Stato pontificio, zone che conosceva per averci vissuto. Quanto ai vini spagnoli nella cantina genovese troviamo soprattutto quelli di Castiglia e Mancia ma anche quelli di Siviglia, terre in cui lo scrittore era stato commissario per l’approvvigionamento di viveri – e quindi anche di vino – per le galere del re, ed esattore. Una competenza che precorre i tempi, anche in fatto di contraffazione mi pare. Nelle letterature europee sono molti gli osti che raggirano gli avventori, battezzando con l’acqua il vino, aggiungendo gesso, calce, mandorle, albumi per dar forza e colore. Era un’abitudine diffusa. Nel Don Chisciotte Sancho, lo scudiero del cavaliere, una volta diventato saggio governatore, ha ben presente la questione e prevede addirittura la pena di morte per chi annacqua il vino
L’imponente monumento dedicato a Cervantes nella piazza di Spagna di Madrid. Realizzato dagli architetti Zapatero e Muguruza e dallo scultore Valera rappresenta don Chisciotte e il suo scudiero Sancho. Don Quixote and his squire, Sancho Panza, part of the imposing monument to Cervantes in Madrid’s Piazza di Spagna. Designed by architects Zapatero and Muguruza and sculpted by Valera.
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What wines does he talk about in particular? The list is amazing: from Trebbiano to Montefiascone. Then there are references to Asprino, a sparkling wine from Campania, to the whites of the Vesuvian Heights, to wines from the Cilento and from the Cinque Terre. He wasn’t very flattering about wines from the Castelli Romani, and in fact Cervantes was not alone in this opinion. He talks mostly about wines from the south of Italy, which was Spanish territory at the time, and from the Papal States, where he had lived before. As for Spanish wines in the cellars in Genoa, he talks above all about those from Castile and La Mancha, but also wines from Seville, where the author had been agent for provisioning the king’s prisons with wine and foodstuffs, and a tax collector. Knowledge in advance of his time, I think, also with regards to counterfeiting. European literature contains many examples of innkeepers who dupe their customers, mixing water with wine, adding chalk, lime, almonds and egg yolks to
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I due temerari eroi in un’illustrazione del 1843. The two fearless heroes in an illustration of 1843. Gli aridi vigneti arsi dal sole di Valdepeñas, nella Mancia, dove a lungo ha predominato il vitigno airén. Ora si produce tempranillo. The arid sun-baked vineyards of Valdepeñas, province of La Mancha, where the airen grape once held sway. Now dominated by tempranillo.
o gli cambia la denominazione. Sancho si pronuncia anche a favore della libera importazione del vino, per nulla scontata all’epoca, purché se ne dichiari la zona di provenienza così da stabilire il giusto prezzo. Un personaggio, senza dubbio, lungimirante. Il vino, per Cervantes, è anche un fattore fondamentale di convivialità… C’è un passo di straordinaria bellezza nella seconda parte del Don Chisciotte, stampata nel 1615.
give body and colour. Fraud was widespread. In Don Quijote Sancho Panza, the knight’s squire, once he had gained in wisdom, brought up this very question and actually proposed the death penalty for those who watered their wine or falsified its origins. Sancho said he was in favour of a free market in wine, which wasn’t necessarily an accepted idea at the time, since he said that a wine’s origin was the way of establishing its correct price on the market. A far-sighted man indeed.
Tra il 1609 e il 1614 un editto aveva espulso i moriscos, For Cervantes, wine was also an essential part of cioè i musulmani costretti nel corso del Cinquecento conviviality… a convertirsi al cristianesimo per rimanere nei territoThere’s an extraordinarily beautiful passage in the secri del re. ond part of Don Quijote, printed in 1615. Between 1609 Bene: a un certo punto Sancho incontra Ricote, un and 1614 the moriscos, Muslims who were forcibly conmorisco che torna clandestinamente in Spagna confuverted to Christianity in the 16th century as a condition so in vesti di pellegrino con un of remaining in the King’s lands, gruppo di tedeschi per recupewere expelled by edict. Fine: at rare un tesoro. Siamo nell’Euroa certain point Sancho met Ricpa scismatica, ma quei pellegriote, a morisco who returned ni tedeschi, il morisco espulso to Spain secretly with a group e il cristiano Sancho superaof German pilgrims to recover no le divisioni e i divieti confeshis treasure. We’re in a Europe sionali, che portavano l’Europa that’s split by schism, but those del tempo a contare migliaia di German tourists, the morisco morti, condividendo in un banwho’d been expelled and Sanchetto tutti insieme del procho the Christian overcame sciutto e del vino, in un dialotheir divisions and the religious go fraterno. intolerance that sent Europe È un’immagine splendida ed backwards in time and caused immensa. Un brano così, in thousands of deaths to share a un’Europa oggi sempre più ditable of ham and wine together laniata dall’orrore, meriterebbe and talk together as friends. It’s di diventare il companatico di a wonderful and overwhelming tutti noi. image. In modern-day Europe, Un passo del Don Chisciotever more torn apart by horror, te sul vino è citato persino da similar episodes should be part un grande filosofo del Setteof all our experiences. cento. Sancho che “dà lezioA passage in Don Quijote on Installazione del filosofo dell’estetica e poliedrico artista Dino Formaggio raffigurante don Chisciotte tra i vini” a David Hume: paradosso wine has even been singled gneti della Val d’Illasi, Verona, per gentile concessione grandioso… out by one of the great phidella famiglia. Nella dissertazione La regola losophers of the 18th century. Installation by the philosopher of aesthetics and multitalented artist Dino Formaggio showing Don Quixote del gusto del 1757 Hume imDavid Hume “learned” somein the vineyards at Val d’Illasi, Verona. piega un aneddoto di Sancho thing from Sancho Panza – su due suoi antenati considean enormous paradox… rati tra i più grandi intenditori di vini della Mancia, per In his 1757 essay Of the Standard of Taste Hume uses confermare l’estrema soggettività dei gusti e della belone of Sancho’s stories about his ancestors, famous for lezza nei giudizi degli uomini. Non esistono principi their knowledge of the wines of La Mancha, to show universali e assoluti per giudicare un’opera d’arte così the extreme subjectivity of taste and beauty in the eyes come non esiste un assaggiatore assoluto e universaof men. There are no universal and absolute standards le di un vino. to judge a work of art, just as there is no such thing as Sono possibili solo sintesi provvisorie: l’importante è universal and absolute criteria for judging wine. The che rivelino capacità nel percepire, gustare, godere e best judgements possible are provisional summaries: apprezzare le cose di questo mondo. Ci sarebbe da the most important thing is they illuminate the capacity berci su, e meditare a lungo, sul racconto che Hume to understand, taste, enjoy and appreciate the things of riprende dal Don Chisciotte… this world. Hume’s extract from Don Quijote should be something to think about and talk about with a good drink in hand… 41
VITE E VINO NELLE VENEZIE VINES AND WINE IN THE VENETIAN AREA
AMARONE MASI, AMBASCIATORE TRA GLI AMBASCIATORI MASI AMARONE, AN AMBASSADOR AMONG AMBASSADORS
La diplomazia mondiale affascinata dai graticci e dalle cantine per l’Amarone Masi World diplomacy fascinated by grape-drying racks and by the Masi Amarone cellars Provengono da Canada, Stati Uniti d’America e Russia gli ambasciatori che nei mesi scorsi sono stati ospiti delle Cantine Masi nel cuore della Valpolicella Classica in un percorso di vino, territorio e cultura. A inaugurare le visite è stato l’Ambasciatore del Canada in Italia, Peter McGovern con il rappresentante canadese alla fao, Eric Robinson; seguito dall’Ambasciatore de-
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Ambassadors from Canada, United States of America and Russia have recently been guests of Cantine Masi in visits that involved wine, region and culture in the heart of Valpolicella Classica. The first delegation to visit was Canada’s ambassador to Italy, Peter McGovern, with the Canadian representative on the fao, Eric Robinson; then came the United States ambassador
to Italy, John R. Phillips, and gli Stati Uniti nel nostro Paefinally the ambassador from se, John R. Phillips e da quello the Russian Federation, Serdella Federazione Russa in Itagei Razov. Welcoming them lia, Sergey Razov. Ad accoglierin the historic headquarters in li, nella sede storica di GargaGargagnago were the presignago, il presidente di Masi dent of Masi Agricola, Sandro Agricola, Sandro Boscaini; il diBoscaini, the marketing direcrettore marketing, Raffaele Botor, Raffaele Boscaini and the scaini e l’amministratore deleSandro Boscaini e John R. Phillips a Vinitaly. managing director, Federico gato, Federico Girotto. Sandro Boscaini and John R. Phillips at Vinitaly. Girotto. Each delegation had Dai vigneti al fruttaio, dove vena visit ranging from the vinegono appassite le uve duranyards to the drying loft, where the grapes are left to dry te i mesi invernali, ciascuna delegazione ha potuto imin the appassimento process during the winter months, mergersi nel dolce paesaggio e nella lunga storia della and they were able to immerse themselves in the genValpolicella, scoprendo da vicino il procedimento di vitle countryside and long history of Valpolicella, discovnificazione e l’arte dell’appassimento. Arte che distinering the techniques of the vinification process and gue l’area vitivinicola veronese e caratterizza prodotti the art of appassimento, which is a distinguishing facdalla notorietà mondiale, come gli ambasciatori stessi ci tor for the Veronese wine producing area and part of hanno dimostrato decidendo di venire ad approfondirla the make-up of wines that are internationally famous, personalmente. as the ambassadors themselves demonstrated to us L’Amarone Masi, quindi, si è confermato come un meswhen they decided to come and visit us in person. saggero dell’eccellenza italiana, fatta di maestria, di pasMasi Amarone proved itself to be a messenger for Italsione, di costanza, di innovazione. «Un’esperienza unica, ian excellence, expressing artistry, passion, constancy davvero affascinante, ora comprendiamo meglio la voand innovation. «A unique experience, really fascinatstra costante tensione alla qualità» è uno dei commenti ing, now we understand your continuous striving for lusinghieri fatti durante le visite. Emozioni e conoscenze quality,» was one of the flattering comments made che, ci auguriamo, moltiplicheranno anche nei loro paeduring the visit. Fascination and new-found knowledge si d’origine. that we hope will be taken back to the ambassadors’ own countries.
Da sinistra. Le delegazioni dell’ambasciatore canadese McGovern, dell’ambasciatore russo Razov e dell’ambasciatore statunitesnse Phillips in visita alle cantine Masi. From left. Delegations led by the Canadian ambassador, Peter McGovern, the Russian ambassador, Sergei Razov, and the American ambassador, John R. Phillips, visit the Masi cellars.
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IL MESTIERE DEI CAMPI E DELLA CANTINA THE ART OF CULTIVATION AND OF THE CELLARS
RIVISITANDO LE CANTINE DELLE VILLE PALLADIANE REVISITING THE CELLARS OF PALLADIAN VILLAS Andrea Palladio.
di Mario Bagnara
L’architetto vicentino dedicò un’attenzione speciale alla progettazione di questi locali The architect from Vicenza paid special attention to the planning of these sectors The recent opening of the painstaking restoration of La recente inaugurazione dell’esemplare intervento di the water management systems at Villa Caldogno “restituzione” del sistema idraulico della Villa Caldogno, (one of 24 villas designed by Palladio in the Veneto proprietà dell’omonimo Comune vicentino, una delle given unesco status in 1994 and 1996, and now owned 24 ville di Andrea Palladio del Veneto, riconosciute Paby the Caldogno town council) has shown the attentrimonio Mondiale dell’Umanità nel 1994 e nel 1996, ha tion that Palladio paid to hydraulics in the cellars of his messo in particolare evidenza l’attenzione che l’architetvillas, making it fundamentally important for the functo vicentino ha rivolto alle cantine, locali di servizio fontionality of the properties, both in the town and the city. damentali per la funzionalità delle residenze non solo di Palladio took his inspiration from the teachings of Vitcampagna, ma anche di città. Fedele agli insegnamenruvius (1stC BC), Pliny the Elder and Lucius Columella ti di Vitruvio del I sec. a.C. e di Plinio il Vecchio e Lucio (1stC AD), both of whom also inspired Leon Battista AlColumella del I d.C., autori cui si è ispirato nel ’400 anberti in the 15th century. Palladio wrote a note in a copy che Leon Battista Alberti, sulle cantine, al cap. II del seof the second of Alberti’s I quattro Libri dell’Architettura, condo de I quattro Libri dell’Architettura, pubblicati a Vepublished in Venice in 1570 saying: «However, I am nezia nel 1570, il Palladio scrive: «Però lodo che nella più pleased to put the cellars and kitchens in the lower part bassa parte della fabrica, la quale io faccio alquanto sotof building, usually below ground in one terra; siano disposte le cantine…, le cuciof my buildings…». Then, in chapter XIII ne…». Poi, al cap. XIII dello stesso libro, Una scoperta of the same book, he adds: «Winery celprecisa: «Le Cantine si deono fare sottolars should be below ground, in a discrete terra, rinchiuse, lontane da ogni strepito, e sensazionale place, far from clamour or odour, and da ogni humore, e fettore, e deono hauea Villa Caldogno should benefit from light from the east re il lume da Levante, ouero da SettentrioSensational or the north… if the light comes from ne…: percioche hauendolo da altra parte, discovery any other direction the sun might be able oue il Sole possa scaldare; i uini che ui si porranno dal calore riscaldati; diuenteranat Villa Caldogno to start the wine fermenting, which will make it weak and spoil it. Slopes should no deboli, e si guasteranno. Si faranno al44
1. Cantina di Villa Caldogno: pozzetto di mattoni per la raccolta del vino. Foto dell’arch. Peruzzo. 1. Cellars of Villa Caldogno: brick well for wine collection. Photograph by arch. Diego Peruzzo.
Anche le moderne cantine di Masi rispettano i soffitti “a volto” dello stile palladiano (qui la cantina per Campofiorin di Lazise). Modern Masi cellars too respect the “vaulted” ceiling style of Palladian villas (here the Campofiorin cellars in Lazise).
be made towards the centre of the room, as might be quanto pendenti al mezo, e ch’abbiano il suolo di terrazdone on a terrace, to channel the wine into a recepzo, ouero siano lastricate in modo, che spandendosi il tacle. The fermenting vats should be kept under cover uino; possa essere raccolto. I tinacci, doue bolle il uino si outside the cellars and positioned higher up so that their riporranno sotto i coperti, che si faranno appresso dette staves are higher than the top entry hole in the barrels. cantine, e tanto eleuati, che le loro spine siano alquanto This means that either by means of wooden or leather più alte del buco superior della Botte; accioche ageuolpipes the wine from the fermenting vats can be chanmente per maniche di coro (cuoio), ò canali di legno si nelled into the barrels.» In Palladio’s treatise on architecpossa il uino di detti Tinacci mandar nelle botti». ture, written at the same time as these detailed notes, E nel suo trattato di architettura, coerente con queste he makes explicit references to winery cellars being lopuntuali indicazioni, nei testi introduttivi alle varie planicated next to the kitchens in the notes for various plan metrie (Ville Pisani e Poiana, figg. 2 e 3), egli fa esplicidrawings (Villa Pisani and Villa Poiana, fig. 3). Starting to riferimento alle cantine, poste accanto alle cucine. E, with Palazzo Chiericati in the centre of the city of Vicea partire da Palazzo Chiericati nel cuore della città di Vinza, 17 of his buildings included cellars, as documented cenza, sono ben 17 le sue costruzioni fornite di cantine, in the book Cucine, cibi e vini nell’età di Andrea Palladio come nel 1981, è stato documentato nel volume Cuci(“Kitchens, food and wine at the time of Andrea Palne, cibi e vini nell’età di Andrea Palladio, curato da Paoladio”) edited by Paola Marini, Paolo Rigoli and Aldo la Marini, Paolo Rigoli e Aldo Dall’Igna e pubblicato a ViDall’Igna, published by Neri Pozza in Vicenza (1981). cenza da Neri Pozza. Ora, negli ultimi anni, anche questi In recent years, underground sections of locali sotterranei sono stati “restituiti” Palladian villas have been “restored” to per intelligenti utilizzi, com’è avvenuto Le originali make them useful spaces again, as with per la Villa Pisani di Bagnolo, Lonigo del the privately owned Villa Pisani in Bag1542-1562, di proprietà privata (figg. 4 e e moderne scelte nolo, Lonigo (1542-1562, fig. 4, 5) and the 5) e la Villa Poiana di Poiana Maggiodi Andrea Palladio state owned (by Regione Veneto) Villa re (1546-1560) della Regione del Veneto The modern Poiana in Poiana Maggiore (1546-1560, (fig. 6). Ma la scoperta più sensazionale riguarda la citata Villa Caldogno (proand original choices fig. 6). But the most sensational disgettata e costruita dal Palladio fra il 1542 covery to do with the above-mentioned
of Andrea Palladio
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2. Planimetria di Villa Pisani di Bagnolo, Lonigo (Vicenza), tratta da I Quattro Libri dell’Architettura di Andrea Palladio, Venezia, 1570, libro secondo, cap. XIIII (riproduzione in fac-simile, Milano, Hoepli, ristampa 2006). 2. Scale plan of Villa Pisani di Bagnolo – Lonigo (Vicenza), taken from I Quattro Libri dell’Architettura di Andrea Palladio, Venezia, 1570, book two, chap. XIIII (facsimile reproduction, Milan, Hoepli, reprinted 2006). 3. Planimetria di Villa Pogliana (Poiana) di Poiana Maggiore (Vicenza), tratta da I Quattro Libri dell’Architettura di Andrea Palladio, op. cit., libro secondo, cap. XV (riproduzione in fac-simile, Milano, Hoepli, ristampa 2006). 3. Scale plan of Villa Pogliana (Poiana) in Poiana Maggiore (Vicenza), taken from I Quattro Libri dell’Architettura di Andrea Palladio, Venezia, 1570, op.cit., book two, chap. XIIII (facsimile reproduction, Milan, Hoepli, reprinted 2006).
4. Cantine di Villa Pisani di Bagnolo, Lonigo (Vicenza). Foto fornita dai proprietari Manuela Bedeschi e Carlo Bonetti. 4. Cellars of Villa Pisani di Bagnolo, Lonigo (Vicenza). Photograph supplied by owners Manuela Bedeschi and Carlo Bonetti. 5. Cantine di Villa Pisani. Foto dei proprietari, con allestimento artistico al neon colorato di François Norellet. 5. Cellars of Villa Pisani. Photograph supplied by owners, coloured neon lighting designed by François Norellet. 6. Cantina di Villa Poiana. Foto fornita dall’arch. Daniela Baldeschi. 6. Cellars of Villa Poiana. Photograph supplied by arch. Daniela Baldeschi.
Cantine sotterranee, volti, cotto e pietra, dettami di Palladio rispettati nel tempo nelle cantine di Masi (qui la cantina per Osar a Gargagnago). Underground cellars, vaulting, terracotta and stone, Palladian precepts respected through time in Masi cellars (here the Osar cellars in Gargagnago).
e il 1567, anche se ignorata nel suo trattato), con il “disvelamento” di quello che il progettista e direttore dei lavori arch. Diego Peruzzo definisce «il più integro sistema idraulico all’interno di una villa palladiana, a suo tempo alimentato da una roggia esterna». E in tale contesto, al centro del piano interrato, «dopo aver tolto i pavimenti in piastrelle di ‘cotto’ in molte parti sbriciolate», è stato scoperto il pavimento originario della cantina di quasi 100 mq, rigorosamente rispondente ai criteri definiti dall’artista. «Compaiono in questa cantina – precisa il professionista – le quattro sponde ancora intatte sopra le quali venivano sistemate le botti, posizionate parallelamente rispetto alla canaletta dell’acqua che attraversa l’intera villa da ovest a est… Verso il centro della stanza, il pavimento in cotto lavorato ortogonalmente ha una accentuata pendenza verso la canaletta che presenta un’alta sponda di contenimento; le pendenze poi permettono il deflusso del vino dentro un piccolo pozzo in mattoni posizionato a sud…» (fig. 1). Una cantina palladiana che ora, seguendo un percorso bene illuminato e attrezzato, è possibile cogliere in tutta la sua originalità e modernità. Mario Bagnara, presidente della Biblioteca Internazionale « La Vigna » di Vicenza. È stato docente e preside nei licei statali, assistente universitario, assessore alla Cultura nel Comune di Vicenza e presidente dell’Associazione nazionale delle città e siti Unesco italiani. È pubblicista e saggista, autore di varie monografie di carattere storico e scientifico.
Villa Caldogno (planned and built by Palladio between 1542 and 1567, even if not mentioned in his treatise) is the unveiling of what the supervising works architect Diego Peruzzo calls: «the most complete surviving water management system inside a Palladian villa, once fed by its own external channel.» The water system came to light when old, frequently broken, floor tiles were taken up in the centre of the basement floor to reveal the original cellar floor, about 100 m² in size, laid out exactly as in Palladio’s original plans. «What emerged in this cellar – Peruzzo explains – were the four original bases, still intact, on which the barrels were arranged, positioned parallel to the water channel that ran through the entire villa from west to east… Towards the centre of the room the orthogonally laid terracotta floor tiles slope sharply down towards the water channel to form another collection point; the sloping sections run the wine into a small well to the south…» (fig. 1). This is a Palladian cellar that can now be appreciated for all its originality and modernity following a detailed new visiting route. Mario Bagnara is president of the Biblioteca Internazionale « La Vigna ». His career includes posts as a lecturer, school head, university assistant, town councillor for culture in Vicenza and president of the Association of Italian unesco Cities and Sites. He is a publicist and writer, as well as the author of various historical and scientific monographs.
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DALLA FONDAZIONE MASI: APPROFONDIMENTI FROM THE MASI FOUNDATION: INSIGHTS
PASSWORD PER DECIFRARE L’ITALIA DI OGGI THE PASSWORDS TO DECODE TODAY’S ITALY
Ilvo Diamanti.
Presentato a Verona, con il patrocinio della Fondazione, il libro di Ilvo Diamanti Ilvo Diamanti’s latest book launched in Verona with Foundation sponsorship Oggi per quasi tutte le nostre azioni ci viene richiesta una parola d’ordine, una password. Senza password ci ritroviamo impossibilitati a interagire con gran parte delle realtà con cui dobbiamo fare i conti ogni giorno. Password è diventato anche il titolo di una (fortunata) rubrica con cui Ilvo Diamanti ha aperto per un’intera edizione il talk show politico settimanale di RaiTre “Ballarò”. Password intesa come “chiave di lettura” che il sociologo e politologo vicentino, da oltre due decenni uno dei più acuti osservatori della nostra realtà culturale, sociale e politica, ha offerto così ogni settimana per tentare di “entrare” in un Paese come l’Italia e comprenderne le dinamiche di sempre più complicata decifrazione. Quei contributi sono stati ora raccolti e sviluppati in forma più meditata (« recitare non è esattamente il mio mestiere », confessa l’autore) in un libro Password. Renzi, la Juve e altre questioni italiane, pubblicato da Feltrinelli. Il volume è stato presentato lo scorso 4 luglio alla Società LetteraTraduzione ria di Verona, con una conversazione 50
Today almost everything we do requires a password; anything that requires interaction with everyday life needs one. “Password” was also the aptly chosen title of the opening section of an entire season of political talk-shows hosted by Ilvo Diamanti on RaiTre Ballarò. By “password” Diamanti meant “key word”. A sociologist from Vicenza, he gave us the most insightful observations about contemporary cultural, social and political life for more than two decades, offering a weekly chance to “press enter” on Italy as a country and understand the dynamics behind its ever more complicated reality. These observations have now been collected and edited in a more structured form (“performing in front of the camera isn’t exactly my profession,” the author confesses) in a book called Password. Renzi, la Juve e altre questioni italiane, published by Feltrinelli. The book had its launch on 4th July this year at the Verona Literary Society in an event sponsored by the Masi Foundation, in
patrocinata dalla Fondazione Masi, durante la quale Diamanti, Premio Civiltà Veneta 2002, si è confrontato con il consigliere della Fondazione, Marco Vigevani e Innocenzo Cipolletta, economista e dirigente d’azienda, già presidente delle Ferrovie dello Stato. Ma quali sono le parole chiave più efficaci per decodificare questa nostra Italia? L’autore ne segnala una quarantina: da Anti-politica e Astensione fino a Tifo e Voto, passando per Berlusconismo, Familismo e Renzismo. Tuttavia Diamanti individua in post e anti (per non dire: contro) le matrici più evidenti e frequenti delle password della nostra epoca, una fase storica nella quale «il tifo ha via via rimpiazzato la passione al tempo dei partiti di massa» e «la politica, a sua volta, imita il tifo». Parole chiave che «si definiscono in confronto, in contrasto, in opposizione rispetto a quelle dei tempi recenti e passati». Quindi – esemplifica ancora il sociologo – dopo la democrazia siamo approdati alla post democrazia, alla contro-democrazia; dopo i partiti ai post-partiti, agli antipartiti, ai non-partiti. E nel frattempo, il dibattito pubblico si arricchisce di altre parole come confini, muri, migranti che ci impongono «di immaginare un nuovo lessico, di lavorare sulle parole che danno nome e senso al mondo che incombe su di noi». Perché è l’unico modo, alla fine, per sperare di ridare uno spazio e un ruolo alla Politica. Quella rigorosamente con la P maiuscola.
which the author (Masi Civiltà Veneta Prize 2002) was in conversation with the Foundation’s secretary, Marco Vigevani and with economist and businessman, Innocenzo Cipolletta. But what are the most useful key words for decoding this Italy of ours? The author points out about 40 of them: from Anti-politics and Abstension to Tifo and Vote, passing through Berlusconi-ism, Family-ism and Renzi-ism. Nonetheless, his concepts are “post” and “anti” (not to say “against”) the obvious matrices of passwords in a time when “the tifo (sports supporting activities) has replaced the passion that used to be involved in the big political parties”, and “politics, in its turn, imitates the world of the tifo.” Key words can also express opposition to the past, recent or long ago. So, he tells us, after democracy we have started on post-democracy and counter-democracy; after political parties, post-parties, anti-parties, and non-parties. And in the meantime, public debate becomes richer with other words like “borders”, “walls” and “migrants” that compel us to “find a new lexicon, to work on the way we name and explain the world that presses in on us.” Because, in the end, this is the only way we can hope to give new space and meaning to Politics. The kind that is written with a capital P.
Relatori alla Società Letteraria, da sinistra: Daniela Brunelli, Marco Vigevani, Ilvo Diamanti, Innocenzo Cipolletta e Sandro Boscaini. Speakers at the Literary Society, from the left: Daniela Brunelli, Marco Vigevani, Ilvo Diamanti, Innocenzo Cipolletta and Sandro Boscaini.
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DALLA FONDAZIONE MASI: APPROFONDIMENTI FROM THE MASI FOUNDATION: INSIGHTS
L’ARCHITETTO DELLA RIUNIFICAZIONE TEDESCA THE ARCHITECT OF THE REUNIFICATION OF GERMANY
Hans-Dietrich Genscher, Grosso d’Oro Veneziano 2007.
Nel momento di più acuta crisi della sua storia, l’Unione europea perde uno degli artefici della sua costruzione. Con Hans-Dietrich Genscher, morto il 31 marzo all’età di 89 anni, scompare uno dei grandi architetti degli assetti europei del «secolo breve». Da ministro degli Esteri federale, prima, e in seguito della Germania riunificata, è stato uno dei protagonisti della scena europea e mondiale tra il 1974 e il 1992. Per questo ruolo nel 2007 la Fondazione Masi lo premiò con il Grosso d’Oro Veneziano. Nato in un land tedesco orientale e trasferitosi ancor giovane all’Ovest, l’uomo che a lungo ha guidato i liberali tedeschi, si era rivelato negli anni della Guerra fredda l’instancabile negoziatore del cancelliere socialdemocratico Helmut Schmidt e poi del democristiano Helmut Kohl. A lui toccò, la sera del 30 settembre del 1989, spiegare ai cittadini della Germania Est che si erano rifugiati a centinaia nell’ambasciata federale di Praga, di esser lì per annunciare il loro espatrio all’Ovest. Il boato dei connazionali «separati» ne sommerse la voce, ma quella frase fu la prima crepa nel muro di Berlino che da 28 anni divideva una città e una nazione e, con loro, il Vecchio continente. Quaranta giorni dopo i berlinesi si riabbracciavano liberamente sotto la porta di Brandeburgo. Un anno più tardi, la riunificazione tedesca era realtà. Subito dopo Genscher fu tra i «padri» del Trattato di Maastricht che nel 1992 traghettò la Comunità europea all’attuale Unione. Completata l’opera, lasciò gli incarichi pubblici rimanendo comunque una voce autorevole della nuova Europa. 52
In one of the most difficult times in its history, the European Union has lost one of its founders. The death of Hans-Dietrich Genscher, on 31 March at the age of 89, sees the removal of one of the great architects of the European project in the last, «brief century». From Federal Foreign Minister before reunification to Foreign Minister of reunited Germany afterwards, he was an important European and world statesman from 1974 to 1992. Which led to the award of the Grosso d’Oro Veneziano by the Masi Foundation in 2007. Born in what would become part of East Germany, he moved to the West while still young. He led German Liberals for many years and came to prominence as the untiring negotiator for Social Democrat Chancellor Helmut Schmidt and then Christian Democrat Helmut Kohl at the time of the Cold War. It was he who told the hundreds of East Germans who had taken refuge in the Federal German Embassy in Prague that they could leave the country. Shouts of approval drowned out his message, but it was the first crack in the Berlin wall that had divided a city and a nation for the last 28 years, and with them the Old World. Forty days later, Berliners were able to greet each other freely under the Brandenburg Gate. A year later, German Reunification was an established fact. Soon afterwards Genscher was one of the «fathers» of the Maastricht Treaty, which transformed the European Community into the modern-day European Union in 1992. He left public life when the task was complete, but was always an authoritative voice on the new Europe.
DALLA FONDAZIONE MASI: APPROFONDIMENTI FROM THE MASI FOUNDATION: INSIGHTS
ADDIO AL PADRE DI HARMONIA CAELESTIS FAREWELL TO THE FATHER OF “HARMONIA CAELESTIS” Peter Esterhazy, Grosso d’Oro Veneziano 2010.
«Indimenticabile per grazia e senso dell’umorismo». Con queste parole lo scrittore e regista italo-ungherese Giorgio Pressburger ha salutato Péter Esterházy, «lo scrittore più intraducibile della lingua più intraducibile» scomparso il 14 luglio all’età di 66 anni. Premiato con il Grosso d’Oro nel 2010, discendente di una famiglia dell’aristocrazia magiara che nei secoli ha contato tra le sue fila condottieri militari e abili diplomatici, cardinali e illuminati mecenati, Esterházy ha contribuito a ridare visibilità e grande popolarità internazionali alla letteratura ungherese, in particolare con quello che è considerato uno dei capolavori letterari assoluti del Novecento, Harmonia caelestis, ritratto ironico fino all’estremo disincanto della propria gens, dall’ascesa dell’impero asburgico fino alla spoliazione sotto il comunismo. Il libro, dedicato al padre che era stato perseguitato dal regime, ebbe un sofferto seguito, Revised Edition: alla morte del genitore, lo scrittore scoprì infatti che per vent’anni era stato confidente della polizia segreta comunista e volle a suo modo dar conto dell’amara verità. Un’opera costellata di K, k come lacrime – in ungherese koennyk – spiegò al giornalista Michelangelo Bellinetti il giorno della premiazione a Verona. E sottolineò che «l’Europa di oggi ha bisogno di nuovi miti, ma non di grandi padri perché l’idea di famiglia applicata alle nazioni è pericolosa: avvelena la democrazia, avvilisce la critica, espelle i diversi». Di una cosa era comunque certo Esterházy: di sentirsi europeo. «Semplicemente europeo, disperatamente europeo. Senza alternative».
«Unforgettable for his sense of humour». This is what Italo-Hungarian writer and film director Giorgio Pressburger said about Péter Esterházy, «the most untranslatable writer in the most untranslatable language», who died on 14th July at the age of 66. Awarded the Grosso d’Oro in 2010 and scion of a family of aristocratic Magyars who counted mercenaries and diplomats, cardinals and benefactors in its ranks over the centuries, Esterházy helped bring Hungarian literature to prominence and make it internationally popular. He did this particularly with what is considered one of the twentieth century’s great masterpieces, Harmonia Caelestis, a deeply ironic work set in the time from the rise of the Habsburg Empire to the despoliations of Communism. Dedicated to his father, who was persecuted by the communists, Péter Esterházy’s book had a piquant Revised Edition, as it was not until his father’s death that the author discovered that he had actually been an agent for the communist secret police, a bitter truth that he felt bound to disclose. His work was decorated with “k”s, “k” for tears – koennyk in Hungarian – he told journalist Michelangelo Bellinetti on the day he received his award in Verona. «Europe today needs new myths, but not myths about great father figures because comparing the nation to a family is dangerous: it poisons democracy, weakens criticism and expels anyone different.» Esterházy was certain about one thing, he felt European: «Simply European, desperately European. Without any alternative.» 53
DALLA FONDAZIONE MASI: FLASH NEWSFLASH FROM THE MASI FOUNDATION
ISABELLA BOSSI FEDRIGOTTI RICEVE IL PREMIO RIZZI Congratulazioni alla presidente della Fondazione Masi per il prestigioso premio giornalistico Paolo Rizzi alla carriera. Alla cerimonia dell’8 ottobre alla tenuta Venissa dell’isola di Mazzorbo, Venezia, sarà la prima donna a ricevere l’ambito riconoscimento, dopo nomi come Alvise Zorzi, Gian Antonio Stella e Massimo Jori.
ISABELLA BOSSI FEDRIGOTTI WINS RIZZI PRIZE Congratulations to the President of the Masi Foundation on winning the prestigious Paolo Rizzi journalists’ prize, life-time award. The first woman winner, she was given the prize in a ceremony held on 8th October at Tenuta Venissa on the island of Mazzorbo, Venice. Previous winners include names such as Alvise Zorzi, Gian Antonio Stella and Massimo Jori.
SANDRO BOSCAINI NOMINATO CAVALIERE DEL LAVORO
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella gli ha assegnato l’alta onorificenza per aver contribuito in modo rilevante con l’attività d’impresa alla crescita economica, allo sviluppo sociale e all’innovazione del nostro Paese. «Commosso, lo dedico alla mia famiglia, ai miei collaboratori, al Veneto e ai suoi valori», ha commentato il Presidente di Masi Agricola e vicepresidente della Fondazione.
SANDRO BOSCAINI MADE CAVALIERE DEL LAVORO
President of the Republic Sergio Mattarella gave Sandro this high honour in recognition of how his business activities have helped the economy, developed civic life and stimulated innovation in Italy. «Overcome with emotion, I dedicate this to my family, my work colleagues, to the Veneto and its values,» said Boscaini, President of Masi Agricola and vice-president of the Foundation.
RISERVA DI COSTASERA PER IL POLAR MUSIC PRIZE
L’evento del Nobel per la musica si è tenuto a Stoccolma alla presenza della famiglia reale di Svezia. Ai vincitori 2016, il compositore e produttore discografico svedese Max Martin e alla mezzosoprano italo-svizzera Cecilia Bartoli, è stata dedicata una bottiglia di Riserva di Costasera Amarone con serigrafia in oro realizzata dai maestri vetrai veneziani. E il Brolo Campofiorin Oro ha portato l’Italia sulle tavole reali.
RISERVA DI COSTASERA FOR THE POLAR MUSIC PRIZE
The equivalent of the Nobel Prize for music was held in Stockholm in the presence of the Swedish royal family. The winners in 2016: the Swedish composer and discographer Max Martin, and the Italo-Swiss mezzosoprano Cecilia Bartoli, were each given a bottle of Riserva di Costasera Amarone serigraphed in gold by Venetian master glass blowers. And Brolo Campofiorin Oro brought a taste of Italy to the royal tables.
LA DANTE SUMMER SCHOOL A VILLA SEREGO ALIGHIERI La Scuola estiva internazionale di studi danteschi è stata ospitata presso villa Serego Alighieri a Gargagnago, in collaborazione con la Fondazione Masi, per una giornata di lavori dedicati al Sommo poeta. Nella casa dei discendenti di Dante alta poesia e prestigiosi vini si sono uniti nella grande armonia dell’ambiente.
THE DANTE SUMMER SCHOOL AT VILLA SEREGO ALIGHIERI The international summer school for Dante studies was hosted at Villa Serego Alighieri in Gargagnago, thanks to the Masi Foundation, in a day of work dedicated to the Supreme Poet. The house belonging to Dante’s descendants saw poetry and wine united in the great harmony of its surroundings.
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DALLA FONDAZIONE MASI: FLASH NEWSFLASH FROM THE MASI FOUNDATION
LA FONDAZIONE MASI, IL FESTIVAL BIBLICO E L’ARCIVESCOVO ARMENO DI ISTANBUL
La Fondazione Masi ha contribuito a realizzare l’interessante incontro con l’arcivescovo armeno di Istanbul, S.E. mons. Boghos Levon Zekiyan, nel programma veronese del Festival Biblico, evento di approfondimento culturale quest’anno dedicato al tema “Giustizia e pace si baceranno”.
THE MASI FOUNDATION, THE BIBLICAL FESTIVAL AND THE ARMENIAN ARCHBISHOP
The Masi Foundation has helped bring about an interesting meeting with the Armenian Archbishop of Istanbul, H.E. Mons. Boghos Levon Zekiyan, as part of the Veronese chapter of the Biblical Festival, a cultural event dedicated this year to the theme “Justice and Peace shall kiss each other”.
PRESENTAZIONE LIBRO SU PARISE A VERONA
La Fondazione Masi presenterà il prossimo 13 ottobre presso la Società Letteraria il volume I lembi dei ricordi. Ri(n)tracciare il paesaggio di Goffredo Parise curato dalla Società stessa e dalle Grafiche Antiga, a 30 anni dalla scomparsa del poeta. Il 9 febbraio 1985 Parise aveva scritto un memorabile elzeviro sul “Corriere della Sera” dedicato al vino Campofiorin di Masi dal titolo “Vecchia Italia dagli odori buoni”.
BOOK ON PARISE LAUNCHED IN VERONA
On 13th October next, at the Literary Society, the Masi Foundation launches the book The margins of memory. (Re)tracing the landscape of Goffredo Parise, edited by the Society itself and published by Grafiche Antiga 30 years after the poet's death. On 9th February 1985 Parise had written a memorable elegy in “Corriere della Sera” about Masi's Campofiorin wine, called “Old Italy with its inviting smells”.
IL NASTRO D’ARGENTO A GIUSEPPE BATTISTON L’attore udinese, Premio Masi 2011, ha ricevuto il Nastro d’Argento come miglior attore non protagonista in “Perfetti sconosciuti”, di Paolo Genovese. Il premio assegnato dai critici cinematografici nel magnifico scenario di Taormina riconosce le grandi qualità di caratterista dell’ormai affermato talento del cinema italiano.
THE NASTRO D’ARGENTO GOES TO GIUSEPPE BATTISTON Giuseppe Battiston from Udine (Masi Prize 2011) has won the Nastro d’Argento as the best supporting actor in Paolo Genovese’s “Perfetti sconosciuti”. This cinema critics’ prize, awarded in the magnificent setting of Taormina, is for Battiston’s character acting in an already well-established Italian cinema career.
ANDREA BATTISTONI DIRIGE TURANDOT E AIDA IN ARENA Il giovane ma affermato direttore d’orchestra Andrea Battistoni, Premio Masi 2012, torna nella sua città per dirigere Turandot, con la regia di Zeffirelli e Aida con la regia di De Bosio, nella 64° Stagione areniana. Proseguono i suoi numerosi impegni internazionali, tra i quali la direzione della Tokyo Philarmonic Orchestra.
ANDREA BATTISTONI CONDUCTS TURANDOT AND AIDA IN THE ARENA The young but already well-known orchestra conductor, Andrea Battistoni (Masi Prize 2012), returns to the city of his birth to conduct Turandot, in the production by Zeffirelli, and Aida, produced by De Bosio, in the 64th season at the Verona Arena. He follows this with numerous international engagements, including conducting the Tokyo Philarmonic Orchestra. 55
DALLA FONDAZIONE MASI: FLASH NEWSFLASH FROM THE MASI FOUNDATION
ANTONIO CARLUCCIO O.B.E. E LO STORICO RECIOTO 1983 Una rara bottiglia di Recioto Masi Serego Alighieri del 1983 ridona ad Antonio Carluccio il sapore di casa e il ricordo della botte del Premio Masi Civiltà del Vino. La Fondazione Masi volle premiare nel 2006 lo chef, ristoratore e imprenditore, punto di riferimento per la cultura del cibo e vino italiani nel Regno Unito.
ANTONIO CARLUCCIO O.B.E. AND THE HISTORIC 1983 RECIOTO A rare bottle of Masi Serego Alighieri Recioto 1983 gives Antonio Carluccio a taste of home and reason to remember the barrel signing ceremony for the Masi Civiltà del Vino Prize. The Masi Foundation originally gave this prize to Carluccio, the chef, restaurateur and entrepreneur in 2006 in recognition of his role as reference point for Italian food and wine in the United Kingdom.
TORNA A VERONA MARCO PAOLINI Sarà al Teatro Nuovo di Verona dal 13 al 18 dicembre 2016 il nostro Marco Paolini, Premio Masi 2000. La pièce presentata sarà “Studio per un nuovo album. Numero Primo”, narrazione di uomini e animali, tra tecnologie e lavori manuali, intriso di domande spiazzanti tra intelligenza biologica e intelligenza artificiale.
MARCO PAOLINI RETURNS TO VERONA Our Marco Paolini (Masi Prize 2000) will be at the Teatro Nuovo in Verona from 1318 December 2016. The pièce presented will be “Study for new album. Number the First”, talking about men and animals, work aided by technology and work carried out with “natural” intelligence, mixed with impromptu questions about biological intelligence and artificial intelligence.
LA “VERA” FOTOGRAFIA PER BERENGO GARDIN La mostra “Vera Fotografia. Reportage, immagini, incontri” (Palaexpo di Roma, catalogo Contrasto) illustra un percorso di cambiamenti storici in Italia ascoltati e osservati dall’occhio discreto di Berengo Gardin, Premio Masi 2007, dalla Venezia degli anni Cinquanta al problema delle grandi navi in laguna.
“REAL” PHOTOGRAPHY FOR BERENGO GARDIN The exhibition “Real photography. Reportage, images, meetings” (Palaexpo in Rome, catalogue by Contrasto) illustrates the historical changes in Italy as observed by the sharp eyes of Berengo Gardin (Masi Prize 2007) – from Venice in the 1950s to the problem of huge ships in the lagoon.
IL LIBRO DI UNA VITA DI GILLO DORFLES È uscita per Bompiani una preziosa raccolta di scritti di Gillo Dorfles, Premio Masi 2005, Estetica senza dialettica. Scritti dal 1933 al 2014 curata da Luca Cesari. L’opera è la testimonianza di un secolo di critica filosofica e artistica, ampia e profonda, dall’estetica del mito a quella del quotidiano.
GILLO DORFLES’ LIFE BOOK Bompiani has published a valuable collection of writings by Gillo Dorfles (Masi Prize 2005): Aesthetics without dialectics. Written 1933-2014, edited by Luca Cesari. The book deals comprehensively with a century of philosophical and artistic criticism, from the aesthetics of myth and fantasy to the aesthetics of the every day.
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CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELLA FONDAZIONE MASI MASI FOUNDATION BOARD OF MANAGEMENT
ALBO D’ONORE DEL PREMIO MASI MASI PRIZE ROLL OF HONOUR CIVILTÀ VENETA 1981 1982 1983 1984
Elio Bartolini Biagio Marin Giulio Nascimbeni Alvise Zorzi I Solisti veneti Uto Ughi Casa Marzotto Bruno Visentini Antonio Cibotto Gianfranco De Bosio Anna Proclemer 1986 Casa Benetton Ottavio Missoni Luciano Vistosi 1988 Gaetano Cozzi Giancarlo Ligabue Pilade Riello Fulvio Tomizza 1990 Claudio Magris Zoran Musić Hugo Pratt 1992 Fernando Bandini Giuseppe Gozzetti Demetrio Volcić 1994 Pier Giuseppe Cevese Renato Olivieri Ermanno Olmi Apollinare Veronesi 1995 Isabella Bossi Fedrigotti Cecilia Danieli Paul Girolami Lucia Valentini Terrani Giuseppe Zigaina 1996 Ivano Beggio Don Antonio Mazzi Pierre Rosenberg 1997 Enzo Bettiza Pierre Cardin Federico Faggin 1998 Carlo Guarienti Paola Malanotte Luigi Meneghello 1999 Tullio Kezich Cleto Munari Giorgio Zanotto 2000 Fondazione Giorgio Cini Tommaso Padoa-Schioppa Marco Paolini Giuseppe Sinopoli 2001 Mario Rigoni Stern Renzo Rossetti Wolfgang Wolters Andrea Zanzotto 2002 Silvia Bertoldi Ilvo Diamanti Fulvio Roiter Susanna Tamaro
2003 Gabriella Belli Novello Finotti Cesare Montecucco 2004 Ferruccio De Bortoli Nadia Santini, Ettore Sottsass 2005 Guido Bertolaso Gillo Dorfles Francesco Macedonio Alessandro Mazzucco 2006 Pino Castagna Fondazione Cariverona Marsilio Editori 2007 Antonia Arslan Gianni Berengo Gardin Milo Manara 2008 Bepi De Marzi Lionello Puppi Giovanni Maria Vian 2009 Lino Dainese Carlo Mazzacurati Paolo Rumiz 2010 Diana Bracco De Silva Mario Brunello Francesco Tullio-Altan 2011 Giuseppe Battiston Arrigo Cipriani Massimo Marchiori 2012 Andrea Battistoni Giovanni Radossi Gian Antonio Stella 2013 Giovanni Bonotto Giacomo Rizzolatti Sergio Romano 2014 Umberto Contarello Mario Isnenghi Alberto Passi 2015 Massimiliano Alajmo Carlo Rovelli Elisa Toffoli CIVILTÀ DEL VINO 1987 Angelo Betti 1989 Emile Peynaud 1991 Zelma Long 1993 Hugh Johnson 1995 Noris Siliprandi 1996 Philippine de Rothschild 1998 Ezio Rivella 1999 Mondavi & Frescobaldi [Luce Joint Venture] 2000 Sirio Maccioni 2001 Fratelli Torres 2002 Famiglia Krug 2003 Nicolò Incisa della Rocchetta
2004 Andrea Muccioli [Comunità di San Patrignano] 2005 Federico Castellucci 2006 Antonio Carluccio 2007 Peter Hayes 2008 Donald Ziraldo 2009 Geroge Sandeman [Wine in moderation] 2010 Sergi di Nekresi 2011 Jacques Orhon 2012 Lynne Sherriff [Masters of wine] 2013 Gianluca Bisol Flavio Franceschet Michel Thoulouze 2014 Andrea Bocelli 2015 Giuseppe Martelli
Presidente / President Isabella Bossi Fedrigotti Presidente Onorario Honorary President Demetrio VolciĆ Vicepresidente Vice-President Sandro Boscaini Consiglieri / Board Members Francesco Benedetti Bruno Boscaini Giuseppe Brugnoli Franca Coin Maurizio Marino Giuseppe Nicolò Ezio Rivella Pieralvise di Serego Alighieri Marco Vigevani Revisore / Accountant Giovanni Aspes
GROSSO D’ORO VENEZIANO 2003 Milan Kucan 2005 Vartan Oskanian 2006 Alvise Zorzi 2007 Hans-Dietrich Genscher 2008 Sanjit Bunker Roy 2009 Luigi Luca Cavalli-Sforza 2010 Peter Esterhazy 2011 Mons. Luigi Mazzucato 2012 Kuki Gallmann 2013 Marjane Satrapi 2014 Svetlana Aleksiević 2015 Giuseppe De Giorgi [Marina Militare Italiana]
COMMISSIONE DEL PREMIO MASI PER LA CIVILTÀ VENETA MASI PRIZE COMMISSION FOR THE CIVILTÀ VENETA
Gabriella Belli Ulderico Bernardi Isabella Bossi Fedrigotti Marzio Breda Giuseppe Brugnoli Ilvo Diamanti Antonio Di Lorenzo Massimo Ferro Stefano Lorenzetto Pierluigi Magnaschi Piergaetano Marchetti Pilade Riello Pieralvise di Serego Alighieri Roberto Stringa Marco Vigevani Demetrio VolciĆ Stefano Zecchi Filiberto Zovico COMMISSIONE DEL PREMIO INTERNAZIONALE PER LA CIVILTÀ VENETA INTERNATIONA PRIZE COMMISSION FOR THE CIVILTÀ VENETA
Relatore / Speaker Ezio Rivella Piero Antinori Federico Castellucci Angelo Gaja Jens Priewe Alessandro Torcoli Demetrio VolciĆ
PER INFORMAZIONI
www.fondazionemasi.com
A CAMPAIGN FINANCED ACCORDING TO EC REGULATIONS N. 1308/13
Maschere veneziane immortalate da Fulvio Roiter. Venetian masks immortalised by Fulvio Roiter.