Rassegna stampa Dolomiti UNESCO | Agosto 2019

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RASSEGNA STAMPA AGOSTO 2019


PRINCIPALI ARGOMENTI DEL MESE DI AGOSTO: RETE DEGLI EVENTI PER I 10 ANNI DI DOLOMITI UNESCO .........................................................................................................3 #SOSERRAI: RICOSTRUIAMO I SERRAI DI SOTTOGUDA ...........................................................................................................19 DOLOMITI ACCESSIBILI ......................................................................................................................................................................21 PULIZIA SENTIERI: LE INIZIATIVE SUL TERRITORIO ...................................................................................................................23 BALCONI PANORAMICI ......................................................................................................................................................................23 NOTIZIE DAL CAI ................................................................................................................................................................................24 NOTIZIE DAI PARCHI ..........................................................................................................................................................................24 PATROCINI ...........................................................................................................................................................................................27


RETE DEGLI EVENTI PER I 10 ANNI DI DOLOMITI UNESCO Trentino | 1 agosto 2019 p.9 Dentro l’obiettivo il “Mutare dell’Eternità” Mostra fotografica. A Madonna di Campiglio il progetto di Luca Chistè e Terri Maffei Gueret 32 immagini fineart per evocare la differenza uomo-natura davanti allo scorrere del tempo di Chiara Grassi MADONNA DI CAMPIGLIO Una saetta che squarcia il buio della notte scagliandosi potentemente su Cima Brenta è l’immagine simbolo della mostra “Il Mutare dell’Eternità”, inaugurata domenica a Madonna di Campiglio. Autori del progetto, concepito quasi due anni fa, sono il sociologo e fotografo trentino Luca Chistè e l’artista e grafica campigliana Terri Maffei Gueret. «Questa immagine – spiega Terri Maffei – evoca perfettamente l’idea del nostro progetto. L’energia liberata dalla saetta su Cima Brenta, che è il cuore del nostro soggetto, messa a confronto con la luce appena visibile del Rifugio Brentei, ci fa rendere conto di quanto siamo insignificanti di fronte alla natura. Io sono figlia di una Guida Alpina (ndr il mitico Clemente Maffei “Gueret” di Pinzolo) e fin da piccole io e le mie sorelle siamo state nutrite da un grande senso di gratitudine e rispetto per l’ambiente. A lui devo la capacità di stupirsi ogni volta davanti ad un paesaggio che riesce a non rimanere mai uguale a se stesso e che è il fil rouge di questa esposizione». La mostra si compone di trentadue immagini fineart, selezionate tra oltre 3.000 scatti, ottenute posizionando una fotocamera, una Nikon DF full-frame digitale, su una terrazza di Madonna di Campiglio favorevolmente esposta sulle Dolomiti di Brenta. Il celebre scorcio compreso tra la Cima Sella-Bocca di Tuckett e la Cima Tosa, con visibilità sul Rifugio Brentei e Bocca di Brenta è stato fotografato ogni giorno, in diversi orari, dal gennaio 2018 e il febbraio 2019, con medesimi angolo di visuale, profondità di campo, stesso obiettivo a focale fissa. Il risultato è un lavoro di concetto che impone l’osservatore a non limitarsi a cogliere la maestosità del paesaggio e la bellezza della natura ma a comprendere un’immutabilità solo apparente che agisce, impercettibilmente, nelle ere geologiche mentre invece travolge, istantaneamente, la fugacità dell’esistenza umana. Le luci, le atmosfere, i colori, il rapporto fra il cielo e la terra, variano così tanto, che questa mutevolezza di ciò che pensiamo sia eterno finisce con il rivelarsi , facendoci riflettere sul senso delle cose e della natura. «Dal punto di vista concettuale – precisa Luca Chistè – il progetto mette in relazione due distinte scale temporali: quella eterna – da cui il titolo della rassegna - mutevole nell’apparenza, ma immutabile nella sostanza, della natura, e quella limitata ed effimera della vita di un essere umano, la quale, con scarsa attenzione ai nostri limiti e con un probabile equivoco di fondo, pensiamo possa essere “immortale”, tanto quanto il pianeta che ci ospita. È in questa relazione temporale, che metaforicamente rinvia a due possibili cicli di vita, che interagiscono costantemente, che va rinvenuta la chiave di lettura di questo lavoro fotografico». La mostra, che gode del patrocinio della Fondazione Dolomiti Unesco, di Trento Film Festival, di Trentino Marketing, dell’Apt Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena, dei Comuni di Pinzolo e Tre Ville, della SAT di Campiglio e della Comunità delle Regole di Spinale e Manèz, rimarrà in esposizione fino al 31 agosto con ingresso libero dalle 16.30 alle 21.30, escluso il lunedì. Trentino | 1 agosto 2019 p.32 Da stasera in piazza a Predazzo quattro film sulle Dolomiti Di Francesco Morandini PREDAZZO Stasera agosto la piazza di Predazzo (sperando in Giove Pluvio) si trasformerà nel "Nuovo cinema Dolomiti" per raccontare al loro cospetto la bellezza e la spettacolarità delle montagne patrimonio Unesco in 4 appuntamenti tematici. "Dolomiti e alpinismo" l'argomento della prima serata con la proiezione di "Donna fugata" e "Aaron Durogati, playn whit the invisible", presentati all'ultima edizione del Filmfestival 2019 e "Panaroma", pellicola spagnola del 2015. Interessanti le pellicole previste per l'8 agosto. Dal corto di 6 minuti "Carano non e Pamplona", a "La scelta di Quintino" il racconto della vita del partigiano Quintino Corradini nel suo maso di Arodolo sopra Molina di Fiemme, girato poco prima della sua scomparsa a 93 anni dal giornalista Rai Gabriele Carletti, presente alla serata. Sarà riproposto anche "La foresta ferita" già presentato a maggio nella rassegna "Di ramo in ramo" con Daniele Covi e Gianni Rigoni Stern, che sarà nuovamente proiettato il 27 agosto all'interno del progetto "#Piantala", e un corto di 20 minuti sul paese di Mezzano. Blind Husbands è il grande classico di Erich von Stroheim del 1919 che sarà proiettato il 22 agosto, per chiudere il 29 con "L'orso" di Jean-Jaques Annaud, con la partecipazione di Claudio Groff, coordinatore settore grandi carnivori della Provincia, Servizio Foreste e Fauna. Tutti gli appuntamenti sono gratuiti. La proiezione di stasera sarà preceduta alle 17.30 nell'aula magna del municipio dalla presentazione del libro di Alan & Susan Boyle "Spiriti delle Dolomiti", Leannta Publishing. Sulle tracce dei viaggiatori dell'800, i due fratelli inglesi hanno seguito il percorso descritto nel libro "Untrodden Peaks and Unfrequented Valleys" dell'aristocratica connazionale Amelia B. Edwards, pubblicato nel 1873, e tradotto in italiano col titolo "Cime inviolate e valli sconosciute" da Sentieri editori. Il giovane Alan trovò una copia del libro in


un bivacco delle montagne scozzesi e decise l'anno seguente di ripercorrere quel viaggio, seguito da tanti altri, scoprendo anche, nella biblioteca dell'Università di Oxford, gli acquerelli originali di Amelia Edwards da cui erano state tratte le stampe del libro. «Questo libro è la storia di un grande amore che accomuna degli sconosciuti vissuti a circa un secolo di distanza - scrive nella prefazione Marcella Morandini, direttrice della Fondazione Dolomiti Unesco, che lo presenterà assieme a Silvia Trotter, erede di quel rinomato albergo Nave d'oro citato da molti viaggiatori - è molto di più della descrizione del loro viaggio in parallelo tra passato e presente. Rapiti dalla straordinaria bellezza delle Dolomiti Alan e Susan ci prendono per mano e ci fanno scoprire e riscoprire con occhi nuovi le montagne che ci circondano e che abbiamo la responsabilità di trasmettere alle nuove generazioni». Seguirà come sempre l'aperitivo con la bottega di Mandacarù. Gazzettino | 2 agosto 2019 p.18 edizione Belluno Un'estate per tutti di Gianfranco Giuseppini Prosegue nella Val d'Ansiei la serie fitta di appuntamenti nell'agenda di questo agosto. Da quelli sportivi, a quelli culturali ed escursionistici o naturalistici. Così, come nelle passate stagioni estive, c'è solo l'imbarazzo della scelta per grandi e piccini. L'unico elemento a condizionare gli eventi è rappresentato dall'aspetto meteorologico, fin qui favorevole. Prossima data di spicco è quella di domenica con lo svolgimento della 47^ Camignada con partenza da Misurina ed arrivo allo stadio del ghiaccio di Auronzo, che per l'impraticabilità della Val Giralba anche quest'anno adotta la variante della Val di Cengia. Deviazione per gli oltre mille partecipanti in aggiunta a quella del sentiero Paul Grohmann, per onorare i 150 anni della prima salita ufficiale sulla Cima Grande delle Tre Cime di Lavaredo. I PROGRAMMI Da oggi fino all'8 settembre nella sala esposizioni del municipio proveniente da San Vito di Cadore si terrà la mostra, dedicata al Patrimonio dell'Umanità Unesco, Le Dolomiti a colori, con 84 opere di 19 pittori cadorini del Novecento, affiancate da 27 riproduzioni di manifesti storici. Invece domani, fino alla fine del mese, sarà aperta nel Palazzo Corte Metto, sede del museo, la rassegna artistica Lungo viaggio dalla figurazione all'astrazione. Sempre in tema di mostre nell'oratorio di Villagrande dal 5 a fine mese protagoniste saranno le fisarmoniche italiane e straniere con esibizioni musicali. Restando sul filo del pentagramma giovedì 8 alle 21 si terrà il concerto del Corpo musicale di Auronzo nella Piazza S. Giustina che il 10 alle 21 vedrà in scena il Folkest Cadore Festival, mentre domenica 11 nella chiesa parrocchiale di S. Giustina alle 21 ci sarà il coro gospel SoleNote. Nella giornata di Ferragosto l'appuntamento è per il tradizionale pic-nic nel bosco di Val Marzon dall'alba al tramonto. Dopo il giro di boa estivo sabato 24 la notte bianca sarà dedicata alle Dolomiti Patrimonio dell'Umanità Unesco. Durante la serata, alle 21, in Piazza S. Giustina verrà proiettato su un megaschermo il film Tre Cime di Lavaredo: la Trinità delle Dolomiti di Giovanni Carraro. Seguirà la calata degli uomini della locale stazione del Soccorso Alpino dal campanile della Chiesa di S. Giustina. Fra i divertimenti a far la parte del leone come al solito è il fun-bob che da Malon Basso scende a Taiarezze e che, con i suoi circa 3 chilometri di lunghezza, si dice essere il più lungo del mondo. Sempre in zona Taiarezze c'è il Tre Cime Adventure Park con vari gradi di difficoltà e un assaggio di ciò che offrono le Dolomiti. Quanto ad accoglienza, dopo l'apertura di Malga Maraia un paio d'estati fa, ha aperto i battenti in gran spolvero Malga Popena lungo la strada che da Misurina conduce a Carbonin e in Pusteria. Per gli amanti della natura è sempre la Foresta di Somadida una meta irrinunciabile. Trentino | 3 Agosto 2019 p. 33 Tre giorni di emozioni con il "Circen Dolomites" Gilberto Bonani VALLE DI FASSA Nel panorama dell'offerta turistica quest'anno fa capolino il Circen Dolomites Festival. Si tratta di una tre-giorni dedicata alla giocoleria e alle performance di artisti di strada. Il Festival si aprirà in anteprima domenica 4 con lo spettacolo della compagnia "i 3Chefs" nel corso della Festa ta mont in Val San Nicolò. Di particolare interesse nel corso del fine settimana (9-11 agosto) sarà la serata di spettacoli di strada CircenPoza, l'alba circense in montagna in località Rifugio Roda di Vael dedicata alla celebre leggenda di Re Laurino e la CircenCena giocolosa nella frazione di Tamion. Altezza, meraviglia, ambienteStudiato secondo tre temi cardine: altezza, meraviglia e ambiente, che caratterizzano sia il circo, sia la magnificenza delle montagne di Fassa, il Festival proporrà anche spettacoli e laboratori circensi in alta quota. In particolare ci saranno eventi in località Baita alla Cascate in Val San Nicolò, sulla panoramica piana del Ciampedie e nella conca del Gardeccia ai piedi del massiccio del Catinaccio. Il Festival rientra nella rete degli eventi promossi dalla Fondazione Dolomites Unesco per il decimo anniversario della proclamazione delle Dolomiti patrimonio dell'Unesco. Inoltre, tutti gli eventi in programma presentano il marchio Eco-eventi Trentino, che ne garantisce la sostenibilità dal punto di vista ambientale.Con lo spettacolo CircEnsomech proposto a Gardeccia nel pomeriggio di domenica 11 dal gruppo di giovani giocolieri di Circensema (regia di Michela Marangoni), si chiuderà un Festival che si propone di valorizzare la ricchezza e la


varietà del patrimonio culturale e ambientale di Fassa, con numerosi riferimenti alla lingua ladina e alle tradizioni della comunità. L'iniziativa è del gruppo di giocolieri fassani di Circensema, in collaborazione con la Cooperativa Sociale Inout e di tante realtà che hanno creduto alla nuova proposta. Informazioni sul sito internet www.circendolomitesfestival.com Corriere delle Alpi | 3 Agosto 2019 p. 27 Due mostre dedicate a Masi Simonetti PIEVE DI CADORE Sarà inaugurata oggi pomeriggio alle 17 nella sala della Magnifica Comunità, la mostra del pittore Masi Simonetti "Montagne e Montanari". La parte di esposizione relativa al paese natale dell'artista si terrà invece nella sala consigliare del municipio di Zoppè e verrà inaugurata domani alle 17. Le due esposizioni saranno visitabili fino al 15 settembre. La doppia esposizione coglie due importanti anniversari: il cinquantenario dalla morte di Simonetti, tra i più importanti del Novecento bellunese e attento interprete del cambiamento del rapporto tra uomo e montagna, e il decennale dell'inserimento delle Dolomiti nel patrimonio Unesco. Le opere esposte nelle due sedi saranno 68, provenienti da collezioni di Musei, Comuni e privati: in esse si potrà seguire il racconto del processo di cambiamento del paesaggio e degli stili di vita del montanaro avvenuto drasticamente nel secolo scorso. Di queste quelle esposte a Pieve sono 35 e sono rappresentative di tutta la produzione del pittore, dal 1920 al 1968. --V.D. Corriere del Trentino | 3 Agosto 2019 p. 13 Film, donne e leggende Lo sguardo femminile posato sulle Dolomiti. Il mondo delle leggende che ruota intorno alle montagne patrimonio Unesco. E ancora figure e imprese mitiche di quelle cime. Entra nel vivo «Dolomiti, paesaggi letterari», uno dei due cicli di appuntamenti con cui il Museo geologico delle Dolomiti di Predazzo, sede territoriale del Muse, racconta il patrimonio dolomitico e celebra i 10 anni del suo inserimento nel patrimonio Unesco. Con un denso programma, entra così nel vivo la stagione al Museo, che in agosto, sempre alle 21, propone gratuitamente al pubblico due rassegne - cinematografica e letteraria - in collaborazione con il Trento Film Festival e i curatori della mostra «10 libri per raccontare le Dolomiti», in corso al museo fino al 31 gennaio 2020. Del binomio donne-montagna si parlerà il 21 agosto nell’incontro dedicato agli sguardi femminili tenuto da Giovanna Covi,docente di Lingua e letterature angloamericane e studi di genere all’Università di Trento : «La storiografia femminista ha appena cominciato a scavare, trovando già molte voci tutte interessanti, perché tanto diverse fra loro – osserva Covi, -. Ma i morti non si devono mai mettere a tacere e dunque altre ancora saranno le montanare, le esploratrici, le scalatrici e le narratrici di montagna costrette a scrivere sotto pseudonimo, che ci restituiranno le voci silenziate da unire alle poche che già abbiamo svelato», aggiunge. «Alcune donne, come la geologa scozzese Gordon e quelle incluse nel bel lavoro di Ingrid Runggaldier, sono note – riprende Covi -. Tutte continuano però a essere sottorappresentate e troppe ancora sconosciute. Parlerò anche di donne che hanno scalato l’Himalaya, fra cui un’afro americana e dei monti della Desolation Valley fotografati da Anne Brigman», conclude. La punta rosa di un carnet ricco, dal cinema alle parole: «La piazza di Predazzo sarà animata da alcuni tra i più bei film di Trento Film Festival - spiega la curatrice dei format Rosa Tapia – mentre negli spazi del museo esperti e studiosi racconteranno come le vette dolomitiche siano protagoniste di alcune intense pagine di letteratura, sia storica sia contemporanea. Siamo partiti dal concetto che se le Dolomiti nel 2009 arrivano a diventare patrimonio Unesco, la loro scoperta prosegue però da oltre 150 anni. Risale infatti al 1864 The Dolomite mountains , il libro di Gilbert e Churchill che le rende universalmente note», afferma Tapia.Oltre a quello con Covi del 21, altri tre incontri letterari si soffermano su altrettanti aspetti del mondo dolomitico: mercoledì prossimo, 7 agosto, Ulrike Kindl, già docente all’Università Ca’ Foscari di Venezia, porterà gli spettatori nell’affascinante mondo delle leggende dolomitiche. «Si parlerà di Laurín e delle sue rose fatate, così come delle saghe collegate al mondo misterioso delle grotte nelle Dolomiti», riprende Tapia, mentre il mercoledì seguente Fabio Chiocchetti, direttore dell’istituto Culturale ladino di Fassa delineerà la storia della Grande Strada delle Dolomiti , corposa monografia pubblicata nel 1908, nell’imminenza del completamento della tratta transdolomitica Bolzano-Cortina, di recente tradotta in italiano. Il 21 sarà la volta di «Montagna, la più grande palestra di vita», incontro con Danilo Callegari. Il giovane friulano interpreta una figura nuova di alpinistaesploratore, «che non guarda più solo alla cima, ma vive la montagna con un approccio complessivo, molto diverso da quello di Grohmann - pioniere dell’alpinismo nelle Dolomiti», conclude Tapia. Callegari ha esplorato i luoghi più inospitali del pianeta nuotando in acque oceaniche, scalando montagne impervie dalle Alpi all’Himalaya, dalle Ande al Caucaso, volando tra montagne e oceani, attraversando interi continenti in bicicletta, e non solo. Per gli appassionati di cinema, invece, dopo l’esordio della manifestazione con oltre 300 persone in piazza a Predazzo, altre tre sono le occasioni da non perdere: giovedì 8 le pellicole saranno dedicate a «Dolomiti e vita di montagna», il 22 «Dolomiti e grandi classici», mentre il 29, « Dolomiti e fiction» con L’orso , favola ecologica raccontata dal punto di vista dell’animale. L’intento è «mostrare come in natura non esistano assassinio e vendetta, e che la cattiveria può essere portata soltanto dall’essere umano». Il film, diretto da Jean-Jacques Annaud nell’88, è ambientato nella Columbia Britannica, ma venne girato sulle Dolomiti.


Alto Adige | 4 Agosto 2019 p. 19 La rivista delle FS La Freccia parla di Dolomiti Unesco La Freccia di agosto è il magazine delle Ferrovie dello Stato, distribuito gratuitamente su tutte le Frecce. Tante le idee e gli itinerari di viaggio proposti ai lettori dalla rivista del Gruppo FS Italiane: dal Cammino nelle Terre Mutate, esempio di trekking solidale nei territori dell'Italia centrale colpiti da ripetuti sismi, alle meraviglie del Patrimonio Unesco delle Dolomiti, con un focus sulla Val Gardena, dalle numerose proposte estive del FAI ai parchi letterari, dalle crociere fluviali al rigenerante Forest Bathing, dai festival estivi ai teatri all'aperto dove ad agosto è regina l'Opera, con un nutrito cartellone per tutti i gusti, da Pesaro a Torre del Lago, da Macerata a Taormina. Gazzettino | 4 Agosto 2019 p. 18 edizione Belluno Omaggio a Masi Simonetti L'OMAGGIO Da un tutto esaurito all'altro, le proposte culturali della Magnifica Comunità di Cadore fanno il pieno, dopo Tiziano è successo anche ieri pomeriggio per l'inaugurazione della mostra dedicata a Masi Simonetti. A stupire il pubblico una presentazione molto coinvolgete che ha proposto l'alternanza di letture, fra poesie e lettere dell'artista, e brani musicali. Ma c'è stata anche una nota dolce: sono state offerte delle mandorle caramellate, «Come quelle che Masi Simonetti vendeva a Pavia quando studiava per diventare decoratore» ha spiegato Renzo Bortolot che, oltre ad essere il presidente della Magnifica Comunità è anche sindaco di Zoppè il paese natale di Simonetti dove nel pomeriggio sarà inaugurata l'altra sezione della mostra. LE MOSTRE Una rassegna importante, corposa fatta di piccole e grandi opere ma anche di studi preparatori. Una settantina di pezzi, provenienti da collezioni di Musei, Comuni e privati, grazie ai quali si può seguire il racconto del processo di cambiamento del paesaggio e degli stili di vita del montanaro avvenuto drasticamente nel secolo scorso. È l'estrema sintesi della mostra Masi Simonetti. Montagne e montanari che si sviluppa in due sedi fino al 15 settembre: Pieve di Cadore Palazzo della Magnifica Comunità di Cadore e Zoppè di Cadore nella Sala delle esposizioni. L'esposizione coglie due importanti anniversari: il cinquantenario dalla morte di Simonetti, tra i più importanti artisti del Novecento bellunese e attento interprete del cambiamento del rapporto tra uomo e montagna, e il decennale dell'inserimento delle Dolomiti nel patrimonio mondiale dell'umanità. A cinquant'anni dalla morte del pittore Masi Simonetti (Zoppè di Cadore, Belluno, 1903 - Parigi, 1969) la Magnifica Comunità e il comune di Zoppè intendono rinnovare il suo messaggio con l'obiettivo di analizzare il suo messaggio in relazione all'ambiente montano e alla gente delle Dolomiti. E questo accade nel decennale del riconoscimento delle Dolomiti, amate montagne di Simonetti, come patrimonio mondiale dell'umanità Unesco. L'amore per le montagne segna l'intera carriera pittorica dell'artista, ma nell'ultimo periodo, tra il 1953 e il 1965, quando soggiorna più a lungo a Zoppè e torna alla figurazione dopo l'astrattismo, nelle sue opere riscopre il paesaggio, le scene di genere, l'uomo, le maschere, i Cristi e attraverso esse denuncia la perdita dei valori della tradizione da parte dei montanari, la tragica rottura del rapporto profondo con la natura circostante e anticipa la necessità di tutela del patrimonio montano spiega Matteo Da Deppo curatore della rassegna. A Pieve si possono ammirare opere legate alla montagna e al suo contesto, dagli esordi giovanili fino alle ultime creazioni. A Zoppè si percepisce il drastico cambiamento degli usi e dei costumi degli abitanti della montagna.Giuditta Bolzonello Gazzettino | 4 Agosto 2019 p. 2 edizione Pordenone Una scampagnata tra le Dolomiti Momenti di relax a portata di tutti GLI ITINERARI PORDENONE Per chi all'acqua preferisce la sola montagna, la soluzione giusta per l'agosto 2019 sta nelle proposte del Parco naturale delle Dolomiti friulane. Comprendente ben 37 mila ettari fra i più belli dell'intero Friuli Venezia Giulia, l'area protetta regionale coinvolge le aree dei Comuni di Andreis, Cimolais, Claut, Erto e Casso, Frisanco e Tramonti di Sopra in provincia di Pordenone, di Forni di Sopra e Forni di Sotto in quella di Udine. Nelle vicinanze si trova anche la riserva naturale regionale Forra del Cellina (304 ettari), nei Comuni di Barcis e Montereale, gestita dall'Ente Parco stesso: da qualche anno c'è anche un trenino che consente di entrare nella Vecchia strada a persone di tutte le età. L'AREA Il Parco si sviluppa in una zona di grande interesse geologico, ambientale e naturalistico; priva di strade agevoli e centri abitati, al suo interno è caratterizzato da un alto grado di naturalità, difficilmente riscontrabile nell'arco alpino e dove è possibile imbattersi,


senza difficoltà, in caprioli, camosci, cervi, stambecchi, marmotte o vedere volteggiare nel cielo l'aquila reale - simbolo del Parco -, nidificante con ben 10 coppie, a riconferma di un elevato grado di purezza del territorio. Recenti il ritorno dell'orso e del lupo. I PAESAGGI Spettacolari il paesaggio dolomitico, le vette e gli splendidi scenari naturalistici che si individuano soprattutto nella nota zona dei Monfalconi con l'ineguagliabile presenza del Campanile di Val Montanaia, vero elemento simbolo e di riconoscimento dell'intera area protetta, che dal 2009 ha ottenuto il blasone Unesco come Patrimonio dell'Umanità. Degno di nota anche l'aspetto floristico del Parco. Specie endemiche come l'Arenaria huteri, la Daphne blagayana e la Gentiana froelichi, sono solamente alcune delle presenze di maggior pregio. Tra le altre peculiarità naturalistiche, spiccano le impronte fossili di dinosauro risalenti al periodo triassico, scoperte nei pressi della Casera Casavento. A fare da contorno a flora e fauna scorrono anche qui chiare, limpide e fresche acque che sgorgano dalla terra e si trasformano in ruscelli e torrenti, che irrompendo nella quiete dei boschi modellano il paesaggio e il susseguirsi dei diversi ambiti di indiscussa importanza geologica. Il territorio del Parco, dato il suo prevalente aspetto selvaggio, è visitabile prevalentemente utilizzando i numerosi sentieri, con percorsi adatti a tutti e tracciati più impegnativi che richiedono anche una preparazione alpinistica. GLI INTERVENTI Da parte dell'Ente Parco - che dispone di Centri visita in ognuno dei dieci Comuni - è stato avviato un notevole lavoro di recupero, manutenzione e organizzazione dei tracciati dell'ambito protetto che ora si sviluppano per ben 240 chilometri. Caratteristica notevole del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane è proprio il fatto di essere attraversabile unicamente in assetto escursionistico, seguendo la rete sentieristica primaria, individuata e gestita tenendo presenti gli aspetti relativi alla garanzia della manutenzione, degli standard di sicurezza, dell'impatto naturalistico e dell'importanza storica. Non mancano i percorsi tematici, accessibili a tutti (alcuni anche a disabili), caratterizzati dalla vicinanza ai centri abitati e dalla particolarità di introdurre, rappresentare e fornire spunti sull'area interna del Parco. E.P. Corriere del Trentino | 4 Agosto 2019 Le auto ecologiche e la gara «silenziosa» tra Ortisei e Primiero Impronta verde ed emissioni a prova di ambiente Silvia M.C. Senette Il 2019 è un anno speciale per gli amanti delle quattroruote e della montagna: dieci anni fa, con il prestigioso riconoscimento delle Dolomiti Patrimonio dell’Unesco, veniva disputato il primo «EcoDolomites», uno dei raduni di vetture elettriche più importanti d’Europa. E così a settembre, per festeggiare in grande stile, gli organizzatori hanno previsto una seconda manifestazione parallela a quella classica: la nuova «EcoDolomites GT», una gara di regolarità e consumo valevole per il Campionato italiano Aci Green Endurance dedicata a vetture ibride termiche-elettriche, elettriche esclusive o alimentate da metano, biometano o gpl. Un modo per sottolineare l’impegno verso un ambiente più pulito e rispettato, sia dai turisti che dai residenti. L’evento, candidato a ospitare il Fia Electric and New Energies Championship, si disputerà dal 5 all’8 settembre tra Ortisei, in territorio altoatesino, e Primiero-San Martino di Castrozza, in Trentino. I veicoli ecologici si sfideranno silenziosi su curve e tornanti che costeggiano le vette più belle del nord Italia: dal Passo Rolle a Tonadico, dalla Valle del Vanoi alla Val Canali, da Passo Cereda alle Pale di San Martino. Contestualmente, in piazza Sant’Antonio a Ortisei si terrà l’E-Mobility Show con l’esposizione di veicoli elettrici di ultima generazione. Organizzato dall’associazione Letsmove, il programma del decimo anniversario è orientato all’impegno nei confronti dell’ambiente, concentrato sulle vetture ma anche sui visitatori richiamati dalle gare. Sul materiale promozionale campeggia infatti l’invito: «Preghiamo gli spettatori di volere raggiungerci in rispetto a una mobilità dolce». L’impronta verde, d’altronde, è la principale caratteristica di «EcoDolomites» che ospiterà un charge-park e una logistica integrata pensati per rifornire le vetture elettriche di energia da fonte rinnovabile certificata e quelle alimentate a metano, biometano, gpl e combustibli liquidi fossili complementari per il calcolo finale dei consumi effettivi a cui verranno applicati specifici emission-factor (fattori di emissione), assegnati secondo i parametri della Commissione Europea. A dieci anni dalla nascita della manifestazione che vuole valorizzare e preservare il valore estetico e paesaggistico delle Dolomiti, sono sempre più concreti l’impegno a fare dell’Alto Adige una provincia modello per la mobilità sostenibile e il messaggio condiviso dai tre fondatori, Daniel Campisi, Maximilian Costa e Janpaul Clara. «La nostra visione sono valli e monti senza gas di scarico e rumore di motori a scoppio - dichiarano i tre -. E in prima istanza questo deve valere nel cuore del patrimonio Unesco delle Dolomiti e in mezzo ai nostri parchi naturali». Gazzettino | 5 Agosto 2019 p. 8 edizione Belluno Gli incontri in rifugio: tra parole e montagne GLI EVENTI Estate di grandi eventi al Rifugio Città di Fiume a 1918 metri, in Località Malga Durona di Borca di Cadore. Domani, martedì 6 agosto, dalle 11 si inizia con l'incontro su Il paesaggio vegetale delle Dolomiti con Cesare Lasen, maestro dei fiori e esperto


geobotanico del Comitato scientifico della Fondazione Dolomiti Unesco. Alle 14 ci sarà anche una passeggiata nei dintorni del rifugio. Sabato 10 agosto Parole in cammino tra le Dolomiti. La locandina dell'evento spiega: «Uno sguardo sulle Dolomiti nel dialogo tra due autori Giannandrea Mencini autore del libro Vivere in pendenza e Luca Vivan autore di Un anello tra le Dolomiti Friulane». Si inizia alle 14.Domenica 11 La Chiave di Sophia, presentazione della rivista dedicata al tema dell'esperienza del bello, con Annibale Salsa, membro del comitato scientifico della Fondazione Dolomiti Unesco. Il titolo dell'incontro che inizia alle 11 è Bellezza e paesaggio: le Dolomiti tra natura e cultura. «Prima di metterti in cammino- si sottolinea nella locandina - verifica che l'incontro sia confermato». Basta chiamare il numero del Rifugio 320.0377432.Mercoledì 13 agosto Incontri selvatici e in particolare dalle 11 ci sarà l'incontro Sulle tracce di cervi lupi e orso con Lucio Mercadante, del Reparto biodiversità di Vittorio Veneto. Si inizia alle 11 alle 14 passeggiata. Trentino | 6 Agosto 2019 p. 8 A Predazzo le Dolomiti al centro di film, leggende e alpinismo Entra nel vivo la stagione al Museo Geologico delle Dolomiti, a Predazzo, struttura che in questo mese di agosto propone al pubblico, in orario serale, due rassegne, rispettivamente cinematografica e letteraria, per raccontare al meglio il ricco patrimonio dolomitico. Lo sguardo coinvolgente dell'arte offre dunque una lettura alternativa dei temi affrontati nelle sale del Museo, capace di intessere un filo narrativo appassionante e coinvolgente e di far vivere la montagna anche attraverso l'emozione.Le due rassegne, organizzate in collaborazione con il Trento Film Festival e i curatori della mostra "10 libri per raccontare le Dolomiti", porteranno al Museo alcuni tra i più bei film della storica rassegna cinematografica montana trentina, così come gli esperti, studiosi e docenti che racconteranno come le vette dolomitiche siano protagoniste di alcune belle pagine di letteratura, sia storica che contemporanea. Le attività si inseriscono all'interno dei ricco programma di celebrazioni del decennale delle Dolomiti Unesco. Gli incontri letterari saranno inoltre arricchiti dal sostegno, con evidente "presenza" e collaborazione, della Cantina Endrizzi di San Michele all'Adige.Le proiezioni che si terranno all'aperto, nella piazza SS. Filippo e Giacomo, raccontano la bellezza e spettacolarità delle montagne attraverso lo sguardo della macchina da presa. Domani, 8 agosto, dalle ore 21, alcune pellicole raccontano il tema «Dolomiti e vita di montagna» con il film "Carano non è Pamplona" e sarà presente il regista Gabriele Carletti. Saranno proiettati anche "Il tempo lieve. Luoghi, persone e storie di Mezzano", "La scelta di Quintino" e "La foresta ferita". La rassegna prosegue il 22 agosto con la serata tematica «Dolomiti e i grandi classici» che prevede la proiezione del capolavoro muto "Blind Husbands" di Erich von Stroheim del 1919, edizione digitale del 2008 sottotitolata in italiano. Infine il 29 agosto per «Dolomiti e fiction» si proietta "L'Orso" di Jean Jacques Annaud, presente alla serata Claudio Grof coordinatore settore grandi carnivori della Provincia autonoma di Trento.Per il ciclo di incontri «Dolomiti - Paesaggio letterari» invece oggi sarà ospite dell'incontro Ulrike Kindl, meranese, docente dell'Università Cà Foscari di Venezia, su "Le leggende delle Dolomiti di Karl Felix Wolff". Si prosegue il 14 agosto con Fabio Chiocchetti, direttore dell'Istituto Culturale Ladino di Fassa su "La grande strada delle Dolomiti di Karl Felix Wolff", segue il 21 agosto l'incontro "Sguardi femminili sulle Dolomiti" con Giovanna Covi dell'Università di Trento. Chiude la rassegna l'incontro del 28 agosto con Danilo Callegari, alpinista ed esploratore, nella serata "Montagna, la più grande palestra di vita". K.C.©RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere delle Alpi | 6 Agosto 2019 p. 22 Il patrimonio Unesco visto da 27 fotografi: giovedì inaugurazione AGORDO "DolomitiAMO" è il titolo della rassegna fotografica che verrà inaugurata giovedì alle 18.30 in sala "don Tamis" ad Agordo per festeggiare il decennale della proclamazione delle Dolomiti a patrimonio dell'umanità.La mostra è proposta da un sodalizio di fotografi bellunesi ad Agordo, città abbracciata dal Sistema 3 delle Dolomiti Patrimonio dell'Umanità (Pale di San Martino - Pale di San Lucano - Dolomiti Bellunesi) edin particolare dall'Agnér, dalla Moiazza, dal gruppo del Civetta, dalle Pale di San Lucano, dai Monti del Sole e dalle altre vette delle cinque province che custodiscono il bene. Ci saranno 133 fotografie di montagna, di fauna e flora, ma anche di cultura e tradizioni delle genti di queste vette, scattate da 27 fotografi che con il loro stile unico e personale contribuiscono a comporre una visione d'insieme. «Il messaggio che scaturirà da questa esposizione», dicono gli organizzatori, «sarà anche l'ennesimo invito al rispetto e alla tutela di questi luoghi pensando a tutti noi e alle generazioni future».Espongono Ennio Adami, Maurizio Baratti, Sandro Bogo, Rosi Bortoluzzi, Bruno Bressan, Ivan Cagnati, Vanni Case, Adone Colle, Simone Colle, Erwin De Pellegrin, Stefano Dell'Antone, Roberto Favero, Massimo Gaiardo, Thomas Ganz, Moreno Geremetta, Claudio Ghizzo, Paolo Nart, Danny Pasetto, Virgilio Sacchet, Orietta Scardanzan, Viktoria Sdorovenko, Mansueto Soppelsa, Roberto Soramaè, Marco Tasser, Dario Tonet, Ylenia Vassere e Luigi Zampieri. Mostra aperta fino al 25 agosto. --G. San.


Trentino | 8 agosto 2019 p. 9 Cinque nuove opere al parco Respirart PAMPEAGO L’indissolubile legame che intercorre fra uomo, natura e arte, si respira nel parco d’arte più alto del mondo, in Val di Fiemme, a Pampeago, con RespirArt. Nel parco che ha adottato come “monito” lo slogan «Per arrestare gli sconvolgimenti climatici l’uomo dovrebbe instaurare un rapporto simbiotico con la natura», sono visitabili le opere degli artisti che hanno partecipato a RespirArt, manifestazione internazionale d’arte ambientale giunta alla sua XI edizione. Il monito lanciato dagli scultori del legno intervenuti è assai eloquente nelle opere realizzate entro fine luglio e che da qualche giorno sono state installate nel parco. In particolare sono cinque le opere nuove. L’artista svedese Hannah Streefkerk ha adagiato ricami di licheni su quattro pini cimbri, intitolando la sua installazione “Simbiosi”: un lavoro lento, svolto in completa simbiosi con i tempi dilatati della natura e con i suoi incredibili giochi cromatici. Se l’artista svedese suggerisce un rapporto simbiotico, l’artista polacco Stanislaw Brach e i suoi studenti dell’Accademia d’arte di Varsavia Jan Jaworski Brach e Filip Musiat puntano l’obiettivo sulla bellezza che esprime la natura con l’opera “Point”, creata con gli abeti rossi caduti nel territorio della Magnifica Comunità di Fiemme. La struttura conica ricorda il forno utilizzato per cuocere le sculture di ceramica. Al suo interno, una grande pietra levigata dal tempo, plasmata dalla natura. Gli artisti trentini del Gruppo Terrae, ovvero Giuseppe Dondi, Alberto Larcher, Roberto Rossi e Fabio Seppi, hanno ricreato gli effetti della tempesta, assemblando legni spezzati raccolti nelle vicinanze del parco. L’installazione “29 ottobre 2018” invita a osservare, oltre alla forza distruttiva della natura, la sua potente spinta verso la rinascita. Lungo il sentiero ad anello del parco RespirArt si incontrano anche le betulle della studentessa dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, Martina Pomari. Tra le fessure della loro corteccia si aprono occhi con uno sguardo umano: “Mirror” è un’opera provocatoria che invita l’uomo a guardare con gli occhi dell’albero. Poco più in là, l’artista di Riva del Garda Giovanni Bailoni rivela l’eternità della materia con l’opera “Dolomieu”. La statua del vulcanologo, mineralista e geologo che ha scoperto la Dolomia è stata creata riciclando i tetti di vecchie baite dolomitiche. L’opera è dedicata ai primi 10 anni delle Dolomiti come patrimonio Unesco e alla campagna di sensibilizzazione planetaria che ha favorito consapevolezza di un bene ambientale prezioso. L’Adige | 8 agosto 2019 p.39 Antropologo e giornalista in un dialogo "dolomitico" Carisolo Alle 21 serata con Salsa e Ferrari CARISOLO Il Festival culturale d'alta quota «Mistero dei Monti», in corso in questi giorni a Madonna di Campiglio, si sposterà questa sera a Carisolo per l'evento «Dolomitici a confronto», organizzato in sinergia con la Pro Loco di Carisolo. L'appuntamento è alle 21 all'Auditorium comunale. Ospiti della serata saranno due «baroni» della montagna: l'antropologo Annibale Salsa (foto), e il giornalista Marco Albino Ferrari . «Vorrei che dal dibattito uscissero i loro diversi sguardi - spiega la moderatrice della serata Roberta Bonazza , curatrice insieme a Giacomo Bonazza del Mistero dei Monti - per comporre un mosaico dell'intero universo dolomitico. Salsa ci farà entrare nella dimensione umana, quella del paesaggio culturale, della montagna abitata e gestita attraverso determinate scelte di governance, mentre Ferrari ci farà alzare di quota. Salsa racconterà la montagna più verde, quella dell'alpeggio, che ha una storia arcaica, mentre Ferrari ci porterà sulle rocce, per scoprire una storia molto più recente». Attraverso la conversazione tra questi due grandi conoscitori delle Dolomiti, si vuole anche rendere omaggio al decennale del riconoscimento a Patrimonio dell'Umanità, come spiega Modesto Povinelli , direttore della Pro loco di Carisolo: «Questo è uno dei pochi, se non l'unico, evento in Val Rendena organizzato per onorare i dieci anni delle Dolomiti. Volevamo offrire ai turisti, ma non solo a loro, la possibilità di riassaporare l'aura che le rende leggendarie nel mondo». L’Adige | 8 agosto 2019 p.40 L'arte circense scala le Dolomiti Da domani a domenica festival con spettacoli in strada e presso i rifugi di Francesca Degasper SÈN JAN Signore e signore, bambine e bambine, preparatevi: è arrivato il grande circo in Val di Fassa! E quale più bel palcoscenico, se non quello naturale della valle, proprio in occasione dei 10 anni dalla proclamazione delle Dolomiti Patrimonio dell'Umanità. Studiato


secondo i tre temi cardine dell'altezza, della meraviglia e dell'ambiente, che caratterizzano sia il circo, sia le proiezioni verticali e la magnificenza delle montagne di Fassa «Circen Dolomies Festival» è il primo festival dolomitico delle arti di strada, organizzato dal gruppo di giocolieri di Fassa di Circensema in collaborazione con la Cooperativa Sociale Inout. Domani, sabato e domenica i paesi e le montagne di San Giovanni di Fassa si animeranno di arte e spettacoli circensi, presentati da artisti di spessore internazionale. Una novità assoluta nel panorama dell'offerta turistica di Fassa, che colora l'estate di allegria e di proposte per grandi e piccoli. Dopo l'anteprima di domenica scorsa 4 agosto alla Festa Ta Mont in Val San Nicolò, dove in una strepitosa cornice di sole e di pubblico si sono esibiti «i3chef» con la loro «Ultima Cena», il sipario si alza uffcialmente domani con due spettacoli che avranno come cornice la Val San Nicolò in località Baita alle Cascate. Alle 11 andrà in scena la compagnia «i4elementi» con lo show tutto sul velocipide dal titolo «Olè»; alle 14.30 il duo di acrobati Zenzero e Cannella presenterà il suo «Qualcosa tra di noi», un alternarsi mirabolante di tecnica ed evoluzioni mozzafiato. Alle 21 le strade di Meida si chiudono al traffico per lasciare spazio a CircenPoza, serata nella quale le piazze e gli angoli più belli di Pozza di Fassa vedranno esibirsi grandi trampolieri, acrobati e giocolieri. Un susseguirsi di spettacoli, una girandola di emozioni, una vera e propria festa di artisti di strada, che si contenderanno l'attenzione e gli applausi del pubblico. Poche ore più tardi, all'alba di sabato alle ore 6, nei pressi del Rifugio Roda di Vael a 2.283 metri s.l.m., in uno show pirotecnico dedicato alla Leggenda di Re Laurino, il Trio Orcorubio, Nantine & Pool arricchirà di nuove sfumature i colori dell'Enrosadira sulle rocce baciate dai primi raggi del sole. Per consentire a tutti di raggiungere l'evento, in via del tutto eccezionale alle 5 sarà in funzione la seggiovia del Paolina al passo Carezza. Nel pomeriggio il Circen Dolomites Festival si sposta al Ciampedie, dove alle 15 si aprirà un laboratorio di avvicinamento alla giocoleria per principianti e alle 16 il duo Zenzero e Cannella presenterà nuovamente il suo spettacolo di tecnica mano a mano. In serata nella frazione di Tamion, pochi km oltre Vigo, verrà servita la gustosa CircenCena sotto le stelle di San Lorenzo, organizzata in collaborazione con il comitato Vich Events e gli chef dei ristoranti di Tamion «L Chimpl» e «Agritur Weiss». La prevendita dei biglietti per la cena (20 euro adulti e 10 euro bambini: posti limitati) è aperta fino a domani al negozio Tony Sport a Vigo. Dopo cena si terrà una festa circense, in compagnia degli artisti della Scuola Bolla di Sapone di Trento e della loro magica Roulotte. Il Festival si chiude domenica in località Gardeccia, con lo spettacolo «Bubble Street Circus» delle 11 dell'artista e acrobata Juriy Longhi. Chiuderà quest' originale fine settimana lo spettacolo «CircEnsomech», che si propone di valorizzare la ricchezza e la varietà del patrimonio culturale e ambientale di Fassa. Alto Adige | 9 agosto 2019 p. 33 Leggende ladine raccontate in quattro lingue Daniela Mimmival BADIA Le leggende ladine, un patrimonio culturale affascinante, più antico nella tradizione orale, a portata di clic. E appena nato infatti il sito dolomiteslegends.it in quattro lingue (italiano, tedesco, ladino e inglese), che invita in maniera innovativa alla scoperta dei contenuti delle principali leggende ladine, raggruppate a seconda dell'area dei Parchi naturali delle Dolomiti di appartenenza. Il progetto, che ha ottenuto il patrocinio della Fondazione Dolomiti Unesco, sarà presentato ufficialmente l'11 agosto alle 15 nell'area all'inizio del Parco naturale Fanes -Sennes -Braies nei pressi della Capanna Alpina a S.Cassiano in Alta Badia. Il risultato è il frutto di un lungo lavoro fatto dall'associazione culturale ladina Lia culturala Fanes e dalla sia presidentessa Susy Rottonara. "L'inizia è volta a sensibilizzare la tutela della lingua ladina. - ci dice. - In occasione dell'anno 2019, dichiarato dalle Nazioni Unite Anno delle lingue autoctone, vogliamo promuovere questa iniziativa di divulgazione digitale delle leggende ladine delle Dolomiti. Le leggende vengono presentate attraverso un percorso multimediale con la visualizzazione dei luoghi dove sono ambientate le singole vicende narrate. L'obiettivo è quello di sensibilizzare i visitatori delle nostre montagne sul valore del patrimonio culturale delle leggende ladine delle Dolomiti quali elementi culturali autoctoni, i cui contenuti valicano i confini geografici e amministrativi". I luoghi delle leggende sono tanti perché ad esempio la leggenda del Regno di Fanes e del Gran Bracun si estendono a più valli ladine e a più parchi naturali delle Dolomiti. Il lavoro di ricerca si è sviluppato non solo a livello di singole leggende, ma anche a livello di tematiche e di figure caratterizzanti delle leggende quali creature delle montagne, streghe, orchi, anguane, tesori nascosti e incantesimi. Il sito è anche in ladino e presenta dei link diretti ai testi letterari ladini storicizzati che rimandano a delle leggende raccolti nella biblioteca digitale di Wikisource curata da Wikimedia Italia. Le leggende sono a portata di clic, con degli input per visualizzarne i contenuti in maniera artistica e multimediale e sentirsi protagonisti di un immaginario le cui radici affondano nei millenni e che può tuttora suscitare emozioni profonde. Il progetto sarà arricchito nel tempo con l'aggiunta di ulteriori leggende da tutte le valli ladine e sarà possibile accedere ai contenuti nei luoghi delle leggende attraverso dei QR-Code, posizionati anche nei luoghi di interesse culturale e turistico delle valli ladine. Alto Adige | 9 agosto 2019 p. 34


Latemarium, là dove batte il cuore della montagna di Ezio Danieli NOVA PONENTE Le torri, le vette e le guglie riposano baciate dai raggi del sole. Una bellezza magica e senza tempo: la corona delle Dolomiti attorno alla Val d'Ega. Il Latemarium si trova nel cuore della roccia calcarea del Patrimonio Mondiale dell'Unesco: un regno tutto da scoprire dedicato agli esploratori della natura e alle famiglie con lo spirito da ricercatori e con tanta sete di sapere scientifico. Ben otto percorsi tematici conducono nel profondo del mondo della montagna al cospetto del Latemar e collegano Obereggen con Pampeago e Predazzo. Tutto ruota attorno alla vita sulle Dolomiti: umana, animale, vegetale. Dalla storia della genesi del paesaggio alle tecniche di coltivazione. Come al cinema: i raggi del sole sono i riflettori, le nuvole ricoprono il ruolo delle comparse. Per fortuna nei sei spettacolari punti panoramici di Nova Ponente, Obereggen, Collepietra e Nova Levante-Carezza ci sono anche delle comode panche sulle quale riposarsi. Il latemar.360° offre una splendida vista panoramica sulle Alpi Venoste, sulle Alpi dello Stubai e sulle Alpi della Zillertal. Si può unire design, arte e natura e posare uno sguardo attento sulle Dolomiti. In un batter d'occhio ci si trova all'interno dell'istallazione "Eye of the Dolomites". Questa sfera all'aperto offre uno spazio in grado di stimolare il visitatore che può entrare nella struttura per una pausa rigenerante ed è contemporaneamente un punto d'informazione a 2.000 metri d'altitudine. Il Latemarium offre una serie di altri spettacoli naturali che si possono ammirare solo camminando in un contesto che sembra fatto apposta per catturare l'attenzione dei visitatori. Non mancano le proposte per i più piccoli con una serie di animazioni che stanno riscuotendo interesse e curiosità fra i numerosi visitatori del Latemarium. Trentino | 9 agosto 2019 p.19 Nove enti uniti celebrano i 10 anni delle Dolomiti Unesco TRENTO Sono dieci anni che le Dolomiti sono diventate patrimonio Unesco, la festa ufficiale è stata a Cortina il 26 giugno. «Ora è importante intensificare l'impegno per la loro promozione in ambito culturale, scientifico e turistico» ha detto il vice di Fugatti (e assessore all'ambiente) Mario Tonina. Per farlo, la Provincia ha pensato di tirare dentro tutti: «è necessario un valido lavoro di squadra». E così, nella giornata di ieri, nella sala Belli del palazzo di piazza Dante, nove enti hanno sottoscritto un patto. Ognuno portando una (o più) iniziative per festeggiare Dolomiti. Tra gli eventi già in corso, giusto per fare esempio, ci sono i 24 concerti sparsi tra le valli del Trentino dei I suoni delle Dolomiti per il decennale. O la mostra Dolomiti di carta, alla casa della Sat in via Manci fino a fine mese, che raccoglie vecchi libri sulle Dolomiti, propone due laboratori per bambini e un paio di conferenze dedicate al Brenta (anche il Brenta, infatti, è compreso nel patrimonio tutelato dall'Unesco). Poi, volendo, si possono la sezione dedicata durante la Rassegna del Cinema Archeologico di Rovereto, lo spazio dedicato alle Dolomiti nella mostra su flora e fauna. E pure un'esposizione di Giuseppe Penone, esponente dell'arte povera le cui opere «fanno riferimento ai tempi e all'energia della natura». Ma sono moltissimi, in realtà. Perché moltissime sono gli enti che hanno aderito al patto. Hanno già firmato: la Sat, con la presidente Anna Facchini; il Trento Film Festival, con il presidente Mauro Leveghi; la Trentino School of Management, con la presidente del consiglio di amministrazione Sabrina Zullo; il Muse, con il membro del consiglio di amministrazione Laura Strada; la fondazione Museo civico di Rovereto, con Filippo Prosser; la società pubblica Trentinomarketing, con l'amministratore Maurizio Rossini. Nei prossimi giorni sono attese le firme anche dei vertici del Mart, della società Autostrada del Brennero s.p.a. e dell'Istituto provinciale per la ricerca e la sperimentazione educativa (IPRASE) di Rovereto. Il Gazzettino di Belluno | 9 agosto 2019 p.12 Gli scatti di 23 fotografi per le Dolomiti Unesco Esposte in sala Don Tamis 133 immagini dei monti AGORDO Ventisette fotografi e centotrentatré delle loro opere dedicate alle crode rendono onore ai dieci anni di Dolomiti Unesco. Ieri il taglio del nastro della mostra dal titolo DolomitiAmo - L'Agordino abbraccia le montagne patrimonio mondiale dell'umanità che sarà visibile sino al 25 agosto. È dal 1972 che l'Organizzazione delle Nazioni Unite si occupa di individuare e proteggere tutti quei siti caratterizzati da particolarità di eccezionale importanza dal punto di vista culturale o naturale: luoghi della Terra dotati di una bellezza unica, irripetibile e al tempo stesso universale. Tra questi, le Dolomiti. IL TAGLIO DEL NASTRO «Era il 26 giugno 2009 - hanno ricordato ieri gli organizzatore dell'iniziativa - quando, a Siviglia, l'Unesco dichiarò le Dolomiti patrimonio mondiale dell'umanità e venne istituita la Fondazione Dolomiti Unesco a loro tutela e valorizzazione. Le nostre Dolomiti


sono uniche e preziose, hanno un valore incomparabile e tutto il mondo le conosce, le ammira e certamente l'iscrizione nella lista dei siti Patrimonio dell'Umanità ha dato loro ulteriore visibilità e portato un incremento di turisti stranieri che ogni anno scelgono le scelgono come meta per le proprie vacanze». Per festeggiare il decennale sono stati organizzati oltre 140 eventi per tutto il 2019 nei territori delle Dolomiti. Tra questi quello di Agordo dove un sodalizio di fotografi bellunesi ha proposto la mostra fotografica DolomitiAmo. «Agordo - è stato sottolineato - è capoluogo di vallata interamente abbracciato dal Sistema 3 delle Dolomiti Patrimonio dell'Umanità» e cioè: Pale di San Martino, Pale di San Lucano, Dolomiti Bellunesi e in particolare dal monte Agner, dalla Moiazza, dal gruppo del Civetta, dalle Pale di San Lucano, dai Monti del Sole e via via tutte le altre splendide vette delle cinque province che custodiscono questo bene : Belluno, Trento, Bolzano, Udine e Pordenone». I PROTAGONISTI La mostra DolomitiAmo si compone di 133 fotografie di montagna, di fauna e flora, ma anche di cultura e tradizioni delle genti di queste vette, ad opera di 27 fotografi che, è stato evidenziato, con il proprio stile contribuiscono a comporre una visione d'insieme per celebrare queste meraviglie naturali. Il messaggio che scaturirà da questa esposizione sarà anche l'ennesimo invito al rispetto e alla tutela di questi luoghi pensando a tutti noi e alle generazioni future. Questi i nomi dei 27 fotografi espositori: Ennio Adami, Maurizio Baratti, Sandro Bogo, Rosi Bortoluzzi, Bruno Bressan, Ivan Cagnati, Vanni Case, Adone Colle, Simone Colle, Erwin De Pellegrin, Stefano Dell'Antone, Roberto Favero, Massimo Gaiardo, Thomas Ganz, Moreno Geremetta, Cluadio Ghizzo, Paolo Nart, Danny Pasetto, Virgilio Sacchet, Orietta Scardanzan, Viktoria Sdorovenko, Mansueto Soppelsa, Roberto Soramaè, Marco Tasser, Dario Tonet, Ylenia Vassere, Luigi Zampieri. La mostra, allestita in sala Don Tamis ad Agordo, sarà aperta sino al 25 agosto dalle 10 alle 12 e dalle 18 alle 22. L’Adige | 9 agosto 2019 p.14 Un nuovo patto per i 10 anni di Dolomiti Unesco Montagna Presentata una serie di iniziative per celebrare le nostre vette. Coinvolti molti enti Buon compleanno Dolomiti patrimonio Unesco. Sono trascorsi ormai dieci anni da quando le nostre montagne sono entrate a pieno titolo a fare parte dei luoghi più belli, e bisognosi di essere tutelati, del mondo. E ieri in Sala Belli si è tenuta la simbolica firma del patto decennale, insieme all'assessore all'ambiente Mario Tonina e ai vertici di varie istituzioni e partner di una serie di iniziative dedicate appunto alle Dolomiti. Tra le tante, Anna Facchini della Sat, Mauro Leveghi del Trento Film Festival, Sabrina Zullo di Trentino school of Management, LauraStrada del Muse, Filippo Prosser per Fondazione Museo Civico di Rovereto, Maurizio Rossini per Trentino marketing. A prendere la parola, ringraziando e spiegando l'importanza dell'appuntamento, è stato naturalmente Mario Tonina. «Dopo i festeggiamenti a Cortina d'Ampezzo il 26 giugno scorso - ha detto l'assessore e vicepresidente - e attraverso la delibera approvata dalla giunta della Provincia il 29 luglio scorso, con la firma di questo Patto vogliamo dare ancora più valore a tutte le iniziative, validate anche dal Comitato di celebrazione del Decennale, che si possono realizzare attraverso tutti voi che siete a questo tavolo e che, insieme a noi, volete riaffermare l'importanza del riconoscimento Unesco alle Dolomiti da ogni punto di vista. Non solo il valore naturale, paesaggistico e geologico ma anche quello socio-economico e della sostenibilità. Il tutto per poter tramandare alle future generazione i valori del Bene Naturale Dolomiti è necessario un valido lavoro di squadra, per questo vi voglio ringraziare per aver voluto aderire al Patto. Insieme è importante intensificare l'impegno per la promozione e valorizzazione delle Dolomiti in ambito culturale, scientifico e turistico. E, per fare questo serve la vostra competenza, il vostro aiuto e impegno che già negli anni scorso si è dimostrato costante». Molte le iniziative già realizzate o ancora in corso inserite nel Patto. Ci sono le conferenza, come quella a cura della Sat "La sostenibilità come forma mentis". E ancora i libri, prezioso materiale conservato nella biblioteca Sat. Poi la parte cinematografica, a cura del Trento Film Festival: rassegne, CinemAmore, Alliance for Mountain Film, Cine Campus (esperienza residenziale per i ragazzi dagli 8 ai 13 anni su cinema e Dolomiti). Trentino school of Management ha invece dato vita a "Dolomiti 10 anni dopo", un'iniziativa di formazione delle amministrazioni e "Educo con le Dolomiti". A cura della Fondazione Museo Civico di Rovereto invece " Cinema Archeologico", serata dedicata a film sulla tematica Dolomiti, mentre la farfalla di Trentino Marketing si è occupata naturalmente dei Suoni delle Dolomiti, con 24 concerti interamente dedicati al Decennale. Formazione, invece, nelle iniziative a cura di Iprase e cultura, ovviamente, da parte del Mart. Infine a cura di A22 "Dal Lento al Veloce". Corriere delle Alpi | 18 Agosto 2019 p. 29 Dolomiti Unesco e prima salita alla Cima Grande: Auronzo è in festa Francesco Dal Mas AURONZO Le Tre Cime di Lavaredo e le Dolomiti Unesco. Auronzo e Misurina si preparano a vivere giornate molto intense di celebrazioni per due eventi storici che li riguardano da vicino.Il prossimo 21 agosto, si festeggeranno i 150 anni della prima salita di Paul Grohmann


alla Cima Grande di Lavaredo. Una particolare commemorazione si svolgerà, a cura del Comune di Dobbiaco in collaborazione con quello di Auronzo, presso il rifugio Locatelli, davanti alle Tre Cime. Interverrà Reinhold Messner, scalatore ed esploratore di fama internazionale.Il 24 e 25 agosto, invece, Auronzo ricorderà i 10 anni dall'iscrizione delle Dolomiti nella lista del patrimonio mondiale dell'umanità, riconosciuta dall'Unesco. «Sono due momenti non di celebrazioni fine a se stesse - spiega la sindaca Tatiana Pais Becher - ma di ulteriore valorizzazione delle montagne più belle al mondo, le nostre, sotto il segno della sostenibilità». Il Comune di Auronzo di Cadore è stato il primo in Veneto a dotarsi, nel 2018, del cartello che rende esplicita la presenza, all'interno del territorio amministrato, di una parte del Bene Unesco. La targa ora accoglie i numerosi turisti che frequentano le sponde del lago di Santa Caterina e lo specchio d'acqua del lago di Misurina. Impossibile per la cittadinanza del paese delle Tre Cime di Lavaredo scordare poi quel 25 agosto del 2009 quando l'allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano intervenne proprio nella piazza di Santa Giustina per celebrare il riconoscimento da parte dell'Unesco delle Dolomiti come Patrimonio dell'Umanità.Il Comune, presieduto da Pais Becher, è riuscito a coinvolgere nell'organizzazione delle due giornate l'azienda bellunese Dolomitibus e il festival musicale friulano Folkest, oltre al Cai e al Soccorso Alpino di Auronzo, con il patrocinio della Regione del Veneto e della Provincia di Belluno. Il regista e scrittore Giovanni Carraro sarà presente alla manifestazione, con la proiezione in piazza Santa Giustina del film "Tre Cime di Lavaredo: la Trinità delle Dolomiti" commissionatogli proprio dal Comune lo scorso anno, e con l'anteprima assoluta del documentario "Dolomitibus - c'era una volta la corriera", che sarà accompagnato dalla presentazione in piazza dei nuovi bus opportunamente decorati con paesaggi dolomitici che l'azienda bellunese ha voluto dedicare alle Dolomiti. Gli uomini del Soccorso Alpino di Auronzo interverranno con il capo stazione Giuseppe Zandegiacomo Sampogna che ne illustrerà l'attività e con la calata dal campanile della Chiesa di Santa Giustina. Il Presidente del CAI di Auronzo Stefano Muzzi illustrerà il progetto della sezione per celebrare i 150 anni della prima salita di Paul Grohmann alla Cima Grande di Lavaredo. Folkest, che quest'anno è sbarcato in Cadore con tre date proprio in Val D'Ansiei, concluderà la manifestazione con un concerto dedicato alle Dolomiti "Sinfonia delle Dolomiti" con Alberto Grollo e Five String Quintet. Alla manifestazione presenzierà la Regione del Veneto, la Provincia di Belluno e la Fondazione Dolomiti Unesco. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI Trentino | 20 agosto 2019 p. 8 Oggi ci domina il “no limit” elena baiguera beltrami madonna di campiglio Le Dolomiti di Brenta rivestono caratteristiche di assoluta unicità rispetto a tutti gli altri gruppi dolomitici inseriti nel Patrimonio dell'umanità Unesco. Collocate all'estremità occidentale dell'area dolomitica, si presentano come un'isola di dolomia, delimitata a ovest dalla faglia delle Giudicarie, la imponente linea tettonica che segna la separazione dalla piattaforma carbonatica dei gruppi intrusivi dell'Adamello e della Presanella. Questa la classificazione con la quale la Fondazione Dolomiti Unesco descrive e per certi versi inquadra l'appartenenza del gruppo di Brenta al Patrimonio dei nove gruppi dolomitici. Il massiccio ha uno sviluppo nord-sud di 40 chilometri e una larghezza est-ovest di 12. Differentemente da altri gruppi montuosi dove tutto è snellezza di linee e plasticità di masse, informa ancora Dolomiti Unesco, questa superba dorsale di rocce calcaree e dolomitiche presenta forme maestose e austere, dove le pareti rocciose culminano in picchi e diedri dalle forme più svariate e imponenti dimensioni. Insomma un "unicum" di grandissimo fascino e alto valore scientifico e geo-morfologico. Nel decennale dalla proclamazione delle Dolomiti Patrimonio Unesco, la Sat (Società Alpinisti Tridentini) ha ideato numerose iniziative per celebrare l'anniversario. L'incontro "La sostenibilità come atteggiamento mentale - L'unicità delle Dolomiti di Brenta", che si tiene oggi alle 17.30 nella Sala della Cultura del Centro Rainalter a Madonna di Campiglio, è fra questi. A illustrare in che modo questa "unicità" ha forgiato l'identità dei territori e delle comunità attorno alle Dolomiti di Brenta sarà il professor Annibale Salsa, studioso di storia e antropologia, membro del comitato scientifico della Fondazione Dolomiti Unesco e accademico del Cai.Professor Salsa, qual è la chiave per capire a fondo questa unicità?«Dal punto di vista geologico questo gruppo montuoso documenta una storia lunga e complessa, dal Permiano fino al Giurassico. In particolare sono molto ben preservate le testimonianze della successione Norico- Liassica, che qui ha caratteristiche peculiari in quanto racconta la transizione tra la cosìddetta piattaforma di Trento e il Bacino Lombardo. Tutte le fasi dell'evoluzione strutturale e stratigrafica di quell'intervallo di tempo sono superbamente espresse, e così la tettonica».In che modo si coniugano unicità e sostenibilità di quest'area?«L'atteggiamento mentale che ha preservato nei secoli questo patrimonio sta tutto in quella cultura di montagna con la quale le comunità locali hanno guardato al territorio, con rispetto e avendo ben presente il senso del limite. Un concetto che oggi nelle società tecnocratiche sta cedendo il passo alla cultura del "non limit", soprattutto per i modelli proposti alle nuove generazioni. La sostenibilità presuppone uno stile di vita, un modo di pensare, una cultura che non fa necessariamente parte del sapere cumulativo, ma di un bagaglio di esperienze, conoscenze e frequentazioni della montagna che ci fanno percepire la loro fragilità».All'incontro, che proporrà anche una carrellata di suggestive immagini realizzate dall'Apt Madonna di Campiglio Pinzolo, Val Rendena, parteciperà la presidente della Sat, Anna Facchini e la sostenitrice di Dolomiti Unesco, Paola Carini. L'iniziativa organizzata dalla Commissione storico-culturale e biblioteca Sat, si avvale del supporto della Provincia di Trento, della Fondazione Dolomiti Unesco e ha ottenuto la fattiva collaborazione delle Guide Alpine di Madonna di Campiglio.©RIPRODUZIONE RISERVATA


Alto Adige | 20 agosto 2019

p. 23 Musica e stelle, una giornata nella Gola del Bletterbach BOLZANO Giovedì 22 agosto il Museo di Scienze Naturali dell'Alto Adige organizza una serata di osservazione del cielo al telescopio dalla gola del Bletterbach ad Aldino. In tedesco, partecipazione libera.Di notte la gola del Bletterbach, il "grand canyon" dell'Alto Adige, è senza dubbio ancora più suggestiva. In questo scenario privilegiato giovedì 22 agosto, alle ore 20, il Museo di Scienze Naturali dell'Alto Adige organizza una serata di osservazione del cielo. Con l'aiuto di due telescopi e la guida dell'astrofisico David Gruber, direttore del museo, e del geologo Benno Baumgarten si scruterà quindi non verso la gola, ma verso l'alto per individuare stelle e pianeti come Saturno e Giove. I due scienziati spiegheranno anche come sono nati i corpi celesti e quali caratteristiche geologiche abbiano.Il punto di ritrovo è alle ore 20 al centro visitatori del Geoparc Bletterbach ad Aldino. La serata si terrà in lingua tedesca. Partecipazione gratuita.Info: Museo di Scienze Naturali dell'Alto Adige, via Bottai 1, Bolzano, tel. 0471 412964, info@museonatura.it Musica nella GolaSempre giovedì, ma alle ore 13, invece, sempre al Bletterbach, il compositore Rupert Hechensteiner accompagnato da un gruppo di suonatori della banda musicale di Aldino - guiderà nei posti della Gola che lo hanno ispirato di più durante il suo lavoro all'opera "Bletterbach Canyon". La sera invece la banda musicale di Aldino suonerà il pezzo completo prima dell'osservazione delle Stelle insieme al Museo di Scienze Naturali.L'opera «Bletterbach Canyon», composta da Hechensteiner in occasione di 10 anni Dolomiti Patrimonio UNESCO, è stata presentata per la prima assoluta al concerto di Pasqua della banda


musicale di Aldino. Questo giovedì il compositore sudtirolese di San Paolo guiderà tutti gli amanti della musica bandistica a vedere quei luoghi nella gola del Bletterbach che lo hanno ispirato di più. Hechensteiner sarà accompagnato dei suonatori della banda musicale di Aldino, che presenteranno brevi estratti del brano musicale. La sera alle ore 19 al Centro Visitatori di Aldino invece la banda musicale completa presenterà l'opera intera. Per informazioni e prenotazioni sulla guida speciale con Rupert Hechensteiner chiamare lo 0471 886946 o info@bletterbach.info. Trentino | 21 agosto 2019 p. 21 Casa della Sat laboratorio creativo per i bambini trento La biblioteca della Montagna Sat in occasione del decennale della proclamazione delle Dolomiti Patrimonio dell'umanità Unesco, dalle 10 alle 12, allo Spazio Alpino Sat di via Manci 57, presenta il secondo laboratorio creativo tratto dal libro di Alberta Rossi "Misteri, avventure e magiche creature -la Valle di Fassa tra fantasia e realtà". L'iniziativa consiste nella lettura animata di uno dei racconti del libro e nel laboratorio creativo e manuale ispirato al racconto medesimo. I bambini avranno modo di lavorare con elementi naturali, in parte raccolti nel bosco. Il laboratorio, aperto alla partecipazione di 30 bambini, in età compresa da 0 a 11 anni ed ai loro accompagnatori, terminerà con una sorpresa per i più piccoli e un aperitivo fresco per tutti. La montagna, le sue bellezze, i suoi misteri e le sue leggende, hanno da sempre ispirato anche la fantasia e la creatività degli artisti. Il gruppo 3D Family Project in occasione dei laboratori Unesco, in programma oggi nella sede Sat, proporrà un piacevole intrattenimento musicale. Nel repertorio ideato per l'occasione, anche alcuni brani della tradizione ladina ispirati alla montagna e alle sue leggende più conosciute, arrangiati in chiave pop e jazz. Tra questi alcuni pezzi del noto compositore moenese Ermanno Zanoner, in arte Luigi Canori. L'ingresso è gratuito, ma è necessaria la prenotazione a: info@albertarossi.com C.L. Alto Adige | 21 agosto 2019 p. 25 La mostra organizzata per i 10 anni delle Dolomiti Unesco Dal 19 agosto all’ 8 settembre, il Twenty ospita la mostra fotografica Val Badia – Dolomites UNESCO, un’esposizione di 32 foto in formato gigante che permette di ammirare tutta la bellezza delle nostre Dolomiti. Organizzata in collaborazione con l’Associazione Turistica di San Vigilio di Marebbe, la mostra rappresenta anche un’occasione per festeggiare i 10 anni di inserimento di questo paesaggio naturale unico nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco. Tutte le foto sono state messe a disposizione dal Foto Club Val Badia. Immagini meravigliose che sono anche lo spunto per una riflessione sulla tutela dell’ambien- te alpino minacciato pericolosamente dai cambiamenti climatici e dall’antropizzazione.

Alto Adige | 22 agosto 2019 p. 26 Bletterbach, viaggio musicale attraverso il tempo e le rocce ALDINO L’opera «Bletterbach Canyon», composta dal noto artista Rupert Hechensteiner in occasione di 10 anni Dolomiti Patrimonio Unesco, è stata presentata per la prima assoluta al concerto di Pasqua della banda musicale di Aldino. Questo giovedì il compositore altoatesino di San Paolo guiderà tutti gli amanti della musica bandistica per ammirare quei luoghi nella gola del Bletterbach che lo hanno ispirato di più. Hechensteiner nell’occasione sarà accompagnato dai suonatori della banda musicale di Aldino, che presenteranno brevi estratti del brano musicale. Questa sera alle 19 al Centro Visitatori di Aldino invece la banda musicale presenterà l’opera intera. I partecipanti potranno farsi sorprendere per come Rupert Hechensteiner sia riuscito a descrivere e raccontare 280 milioni di anni della terra, dal «piccolo ruscello che si scava la sua via tra i vari strati geologici» fino ad un torrente forte e dinamico che «lascia scorrere la sua energia più lentamente, si collega alla roccia lavorando i sassi e forma un paesaggio unico», come descrive il compositore. Il tema del Bletterbach è sempre riconoscibile e costituisce il filo conduttore di questo viaggio musicale attraverso il tempo e le rocce. Altri pezzi musicali completeranno il concerto. Dopo questa introduzione musicale della serata nel Geoparc Bletterbach, l’astronomo David Gruber e il geologo Benno Baumgarten del Museo di Scienze Naturali Alto Adige partiranno per il punto panoramico sopra il Centro Visitatori: l’attenzione dei partecipanti però non sarà richiamata per una volta dalla gola profonda, ma sarà rivolta verso il cielo. «Con l’aiuto di due telescopi potranno ammirare le più belle costellazioni ed i due pianeti Saturno e Giove…. e con un po’ di fortuna anche qualche stella cadente. Con il motto “uno sguardo al passato” Gruber e Baumgarten spiegheranno l’orgine, le caratteristiche e le particolarità di stelle e pianeti anche ai profani. Per informazioni e


prenotazioni sulla guida con Rupert Hechensteiner per giovedì, 22 agosto alle 13 e sull’osservazione del cielo alle 19 al Centro Visitatori contattare è possibile telefonare al numero 0471 886946 oppure inviare una mail all’indirizzo info@bletterbach.info. Gazzettino di Belluno | 23 agosto 2019 p. 12 Domani e domenica due documentari del regista Carraro AURONZO È tutto pronto ad Auronzo per le celebrazioni, domani e domenica, del decimo anniversario dell'intitolazione delle Dolomiti a Patrimonio dell'Umanità. Il Comune è stato il primo in Veneto a dotarsi, nel 2018, del cartello che rende esplicita la presenza, all'interno del territorio amministrato, di una parte del Bene Unesco. La targa ora accoglie i numerosi turisti che frequentano le sponde dei laghi di Santa Caterina e di Misurina. IL PRECEDENTE Quel 25 agosto 2009 l'allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano intervenne proprio nella piazza Santa Giustina per celebrare il riconoscimento. Quest'anno la sindaca Tatiana Pais Becher e la Giunta hanno predisposto un programma ad hoc che è stato inserito nella rete degli eventi del decennale stabiliti dalla Fondazione. Il Comune ha coinvolto nell'organizzazione delle due giornate Dolomitibus e il festival musicale friulano Folkest, oltre al Cai e al Soccorso Alpino di Auronzo. Il regista e scrittore Giovanni Carraro sarà presente alla manifestazione, con la proiezione in piazza Santa Giustina domani alle 21 del film Tre Cime di Lavaredo: la Trinità delle Dolomiti commissionatogli proprio dal Comune lo scorso anno, e con l'anteprima assoluta del documentario Dolomitibus c'era una volta la corriera, che sarà accompagnato dalla presentazione in piazza dei nuovi bus opportunamente decorati con paesaggi dolomitici che l'azienda bellunese ha voluto dedicare alle Dolomiti. LA VETRINA Gli uomini del Soccorso Alpino di Auronzo interverranno con il capo stazione Giuseppe Zandegiacomo Sampogna che ne illustrerà l'attività e con la calata dal campanile della chiesa di Santa Giustina sempre domani dopo la proiezione del film. Il presidente del Cai di Auronzo Stefano Muzzi illustrerà il progetto della sezione per celebrare i 150 anni della prima salita di Paul Grohmann alla Cima Grande di Lavaredo. Folkest, che quest'anno è sbarcato in Cadore con tre date proprio in Val D'Ansiei, concluderà la manifestazione con un concerto dedicato alla Sinfonia delle Dolomiti con Alberto Grollo e Five String Quintet. Piazza Santa Giustina ore 21Domenica in piazza Santa Giustina alle 16 la presentazione dei bus e l'anteprima del documentario Dolomitibus c'era una volta la corriera. Seguirà il concerto. L'Adige | 25 agosto 2019 p. 33 Mountain Future Festival al via PAGANELLA È tutto pronto per la prima edizione del Mountain Future Festival che inizierà martedì: quattro giorni di incontri e dibattiti sul futuro della montagna e su come l'uomo saprà gestirla nel giusto equilibrio tra sviluppo turistico e ambiente. Tra i tanti ospiti, ricordiamo solo i nomi di Reinhold Messner, Luca Mercalli, Simone Cristicchi e Annibale Salsa , che tenteranno di configurare il futuro di una possibile convivenza tra lo sviluppo turistico (impianti a fune, costruzione di nuove strutture, e la pacifica invasione di sciatori in inverno e bikers in estate) e la difesa ambientale. L'idea di una «convention» sul futuro della montagna è nata dal vicesindaco di Andalo, Ruggero Ghezzi, che l'ha portata avanti con il contributo dell'Apt della Paganella, Trentino School of Management, la biblioteca intercomunale della Paganella, Andalo Vacanze e la Comunità Paganella. Perché quest'iniziativa? E qual è il suo fine? «Questo festival vuole essere un momento per riflettere -spiega Ghezzi - per capire le cose positive realizzate fino ad oggi e individuare quelle da intraprendere nei prossimi anni, alla luce dei cambiamenti climatici e di una sempre più convinta e necessaria visione di vita legata alla sostenibilità; il Mountain Future Festival vuole partire dall'esperienza di questo territorio, per l'appunto la Paganella, che ha saputo creare un rapporto simbiotico tra uomo e ambiente. Infatti, in questo lembo di Trentino, si concentrano aspetti di grande valore ambientale, come le Dolomiti di Brenta, patrimonio dell'umanità Unesco, il Parco naturale Adamello Brenta, la Riserva della biosfera «Alpi Ledrensi e Giudicarie» e lo sviluppo turistico. Tutte risorse che, nel tempo, hanno trovato il loro equilibrio». Il festival si prefigge di fungere da contenitore di idee per il futuro della montagna, di diventare un'occasione di dialogo per creare opportunità di confronto con esperti di rilievo nazionale e internazionale che, oltre a portare le loro esperienze, conoscenze e visioni, saranno invitati ad esprimere il loro pensiero su argomenti di grande attualità, come i cambiamenti climatici, lo spopolamento della montagna, modernità ed ambiente, digitalizzazione, governance e sviluppo. Il programma completo del festival, con gli orari di tutti gli appuntamenti, è consultabile all'indirizzo web mountainfuturefestival.it. M. M.


Corriere delle Alpi | 26 agosto 2019

p. 13 Dolomiti Unesco e autobus nel segno della tutela Ilario Tancon Auronzo Responsabilità. È stata questa la parola più sottolineata, ieri in piazza Santa Giustina ad Auronzo, in occasione della cerimonia per festeggiare il decennale del riconoscimento delle Dolomiti come patrimonio dell'umanità Unesco, riconoscimento che proprio ad Auronzo ebbe la sua celebrazione, con l'intervento dell'allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. «Voglio ricordare le due parole chiave pronunciate in quel 2009 dal presidente Napolitano: inscindibilità e responsabilità», ha affermato nel suo intervento il sindaco di Auronzo, Tatiana Pais Becher. «Inscindibilità di un territorio rispetto agli altri territori del nostro paese, responsabilità che dobbiamo avere tutti nel conservare un patrimonio, il nostro splendido ambiente, che tutto il mondo ci invidia». Il primo cittadino ha anche ricordato le iniziative messe in campo dal comune in questi dieci anni per la valorizzazione del marchio Unesco e rivolto un pensiero all'ex presidente della provincia, Sergio Reolon, «che tanto ha creduto e tanto si è speso per questo riconoscimento».«Le Dolomiti sono un patrimonio dei bellunesi e dei veneti ma anche di tutto il mondo» così Elisa De Berti, assessore ai lavori pubblici, infrastrutture e trasporti della Regione Veneto. «Abbiamo un compito gravoso e importante, quello di conservarlo».L'iniziativa dell'amministrazione comunale di Auronzo è stata pure l'occasione per presentare due autobus di Dolomiti Bus spa, socio sostenitore della Fondazione Dolomiti Unesco, logati con il claim "Take care of our planet" (Abbi cura del nostro pianeta) e per la "prima" della proiezione del documentario "Dolomitibus. C'era una volta la corriera", realizzato da Giovanni Carraro.«Si tratta di un documentario che vuole raccontare il dietro le quinte della storia e del presente di Dolomiti Bus, un'azienda a maggioranza pubblica che ha fatto e continua a fare grandi investimenti per garantire una mobilità che sia sicura e sostenibile» ha affermato il presidente di Dolomiti Bus, Andrea Biasiotto. «Attraverso i nostri mezzi vogliamo anche promuovere il nostro territorio: in questo senso si spiegano, ad esempio, le grafiche dedicate alle Tre Cime di Lavaredo o quelle a sostegno della ricostruzione dei Serrai di Sottoguda». All'iniziativa auronzana sono intervenuti anche Cesare Lasen, per la Fondazione Dolomiti Unesco e Natalia Ranza, amministratore delegato di Dolomiti Bus. Tra i diversi momenti, c'è stato anche un riconoscimento, da parte del presidente dell'Associazione Bellunesi nel Mondo Oscar De Bona e da parte dell'amministrazione comunale, a Gianfranco Perin De Iaco, emigrato in Svizzera negli anni Cinquanta e rientrato ad Auronzo dopo quarant'anni, dopo aver dato vita a un'attività gestita ora dai figli. -Gazzettino | 26 agosto 2019 p. 6 edizione Belluno Duemila in piazza per la festa Unesco


AURONZO Nemmeno la Lazio era riuscita a richiamare così tanta gente. Sabato sera in piazza Santa Giustina ad Auronzo c'erano quasi 2mila persone che hanno assistito alla presentazione del film Tre cime di Lavaredo: la trinità dei Monti del regista e scrittore trevigiano Giovanni Carraro. E poi la notte bianca per le vie del centro con centinaia di persone. Era questo l'evento culminato nella cerimonia di ieri, organizzato, sotto le Tre Cime simbolo delle Dolomiti, nel decimo anniversario della cerimonia di intitolazione delle Dolomiti a Patrimonio dell'Umanità. Ieri come 10 anni fa, quando il 25 agosto del 2009 con la partecipazione dell'allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in piazza Santa Giustina si celebrò il riconoscimento. L'EVENTO«Auronzo è molto orgogliosa di festeggiare questo decennale», ha sottolineato il sindaco Tatiana Pais Becher che nei due giorni di eventi ha fatto gli onori di casa. Nella festa si è ricordata anche l'altra ricorrenza: era il 21 agosto del 1969, 150 anni fa, quando ci fu la prima salita sulla Cima Grande, impresa di Paul Grohmann, quella che attualmente viene definita la normale. E sempre nella serata di sabato in tanti con il naso all'insù hanno seguito la calata degli uomini del Soccorso Alpino di Auronzo, con il capo stazione Giuseppe Zandegiacomo Sampogna, dal campanile della chiesa di Santa Giustina. «Il 50 per cento degli interventi che noi facciamo - ha spiegato a margine della dimostrazione il Cnsas - è dovuto a incapacità inesperienza e impreparazione: bisognerebbe affrontare la montagna in maniera più cosciente e consapevole dei propri limiti e capacità e evitare i soccorsi che comportano impegno da parte nostra».LA PRIMA MONDIALE Ieri pomeriggio il gran finale con l'anteprima mondiale del documentario Dolomitibus - C'era una volta la Corriera realizzato da Giovanni Carraro. Erano presente l'assessore regionale Elisa De Berti, i vertici Dolomitibus, Natalia Ranza amministratore delegato, e il presidente Andrea Biasiotto. Presente anche Andrea Del Favero, il direttore artistico di Folkest, il festival internazionale friulano che ieri si è esibito con un concerto speciale a Auronzo. E poi il regista Carraro, che ha presentato la sua opera in esclusiva. Sul palco infine tutti i protagonisti del documentario: gli autisti Dolomitibus, molti già in pensione. Gazzettino | 26 agosto 2019 p. 6 edizione Belluno Anche Zaia applaude: la proiezione: «Emozionante» AURONZO Anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, ieri dai suoi social ha fatto i complimenti per la manifestazione epr i dieci anni di Unesco che si è tenuta in questo fine settimana a Auronzo. «Il weekend di eventi che il Comune di Auronzo ha predisposto per celebrare il X anniversario dell'intitolazione delle Dolomiti nella Lista del Patrimonio dell'Umanità Unesco - scrive Zaia - ha debuttato con la proiezione in piazza del film di Giovanni Carraro Tre Cime di Lavaredo-la Trinità delle Dolomiti, accolta da un bagno di folla. 1500 persone hanno assistito alla serata, conclusasi con la spettacolare calata dal campanile degli uomini del Soccorso Alpino e del Sagf di Auronzo di Cadore». E ha ricordato anche che le celebrazioni sarebbero proseguite ieri alle 16 con il documentario Dolomitibus c'era una volta la corriera seguito dal concerto di Folkest Sinfonia delle Dolomiti'. «La ringrazio di cuore presidente - ha commentato il sindaco Pais Becher - per aver condiviso le immagini della serata di ieri, un momento significativo di incontro e riflessione a 10 anni dalla cerimonia ufficiale. Tantissimi amici delle Dolomiti si sono riuniti in piazza accomunati dall'amore per la montagna, un grande senso di orgoglio ed anche un senso di responsabilità che ognuno di noi dovrebbe sentire nei confronti di un Patrimonio naturale unico al mondo, che va preservato intatto per le generazioni future». L'Adige | 29 agosto 2019 p. 40 Il concorso delle foto a confronto GIUDICARIE Dieci anni in un clic: è il concorso ideato dalle Regole di Spinale e Manez per celebrare l'anniversario dei dieci anni dal riconoscimento di patrimonio Unesco alle Dolomiti. La sfida è semplice, i premi decisamente interessanti e il termine per spedire i propri scatti è il 30 settembre, via email agli uffici della Comunità regolana. L'idea è quella di raccogliere due fotografie - una che abbia almeno 10 anni (ma anche 50 o 100) - e un'altra, questa volta contemporanea, dello stesso soggetto immortalato dalla stessa angolatura: possono essere scorci di paesaggio, animali, persone, fabbricati o oggetti basta che siano chiaramente collegabili al territorio delle Regole. È un modo per festeggiare i primi dieci anni del prestigioso riconoscimento invitando le persone a vivere di persona il territorio, andando alla ricerca di uno scatto interessante, e raccogliere al contempo un patrimonio di scatti storici e d'epoca con i quali allestire, in autunno, una mostra che ha già tutti gli ingredienti per essere altamente suggestiva. Le Dolomiti, le sue albe e i suoi tramonti, le vette innevate o i pascoli estivi, i segni dell'uomo e del suo passaggio ieri e oggi: le suggestioni e le possibili idee per catturare l'attenzione e il favore dei giurati sono tantissime. Si tratta infatti, come detto, di un concorso: tutte le composizioni verranno giudicate, in forma anonima, da una giuria di sei persone, scelte dalla Comunità, competenti in materia fotografica o per proprie attitudini artistiche, che stilerà una graduatoria con le tre opere giudicate migliori da un punto di vista tecnico e artistico. E una giuria popolare formata da tutti i regolani che potranno votare la composizione migliore, anche in questo caso senza conoscerne


l'autore, andando a visionare le fotografie sul sito internet della Comunità delle Regole. Agli autori delle opere prime classificate verrà assegnato, ad estrazione, uno dei seguenti premi: una cena, pernottamento e prima colazione per due persone alla Casa per Ferie Pra de la Casa in Val Brenta oppure una cena, pernottamento e prima colazione per due persone all'Albergo Bar Ristorante Dosson, sul Monte Spinale. Mentre i secondi e terzi classificati riceveranno un pranzo per due persone al Boch oppure al Montagnoli.

#SOSERRAI: RICOSTRUIAMO I SERRAI DI SOTTOGUDA Gazzettino | 29 agosto 2019 p. 9 edizione Belluno segue dalla prima Serrai, il simbolo di Vaia verso la ricostruzione Il cantiere più atteso del post Vaia è partito ieri. A dieci mesi esatti dall'uragano, i Serai di Sottoguda, simbolo della grande distruzione che ha messo in ginocchio l'Agordino e il Bellunese. L'impresa Dolomiti Rocce ha provveduto a delimitare il cantiere e nei prossimi giorni inizieranno i lavori del primo stralcio per la messa in sicurezza e la successiva fase di sistemazione per la rinascita di questa forra dolomitica, tra le più belle in assoluto delle Dolomiti, devastata dalla furia del torrente Pettorina. «La buona notizia è che sono partiti i lavori - annunciava ieri il sindaco di Rocca Pietore, Andrea De Bernardin - come d'altronde era previsto, anche se la popolazione era preoccupata perché non vedevano nessun cantiere iniziare. Va sottolineato il grande lavoro burocratico di Veneto Acque che ha appaltato questo primo step di lavori». La seconda fase prevede l'appalto dei lavori veri e propri per i nuovi Serrai.Fontanive a pagina IX ROCCA PIETORE Dieci mesi precisi: 28 ottobre, 28 agosto. Un furgoncino, le reti che delimitano il cantiere e le transenne. Dieci mesi dopo il dramma a Sottoguda si fanno largo la speranza e l'ottimismo.Il cantiere più atteso del post Vaia è partito. Quello relativo alla sistemazione dei Serrai di Sottoguda che sono stati il simbolo della grande distruzione della tempesta Vaia abbattutasi nell'autunno scorso con violenza inaudita sui comuni dell' Agordino. L'impresa Dolomiti Rocce ha provveduto a delimitare il cantiere e nei prossimi giorni inizierà i lavori del primo stralcio per la messa in sicurezza e la successiva fase di sistemazione e di rinascita di questa forra dolomitica, tra le più belle in assoluto delle dolomiti e anche quella più devastata dalla furia delle acque del torrente Pettorina. IL PRIMO STEEP « La buona notizia è che sono partiti i lavori ai Serrai di Sottoguda - spiega il sindaco Andrea De Bernardin - come era previsto e come era prevedibile che succedesse. Al di là delle preoccupazioni della popolazione che non vedeva nessun cantiere iniziare. Ora invece lo possono vedere con i propri occhi. A monte è necessario sottolineare c'e' stato un grande lavoro burocratico di Veneto Acque che ha appaltato questo primo steep di lavori che consiste nella messa in sicurezza della forra dei Serrai. Quindi i lavori riguardano la messa in sicurezza delle pareti e ai bordi in alto con lavori di disgaggio e di rimozione delle piante pericolanti che prevede anche il taglio di piante che possono considerarsi pericolose, al fine che anche in futuro si possa stare tranquilli e avere questi versanti sucuri da ogni tipo di distacco che sia roccioso o di altro genere». PERCORSO PEDONALE Nel contempo che si effettueranno questi lavori di messa in sicurezza dei versanti ci sarà anche un'accelerazione su un piccolo percorso pedonale che si addentrerà per circa duecentocinquanta, trecento metri nella gola, fino all'altezza o appena dopo della grotta della Madonina, al fine di poter consentire alle persone di poter entrare nella parte iniziale dei Serrai attraverso questo percorso emozionale che propone da una angolatura diversa quello che è stata la forza della natura che si è sprigionata in questa gola che è stata la forra più devastata dalla tempesta Vaia. LAVORI NECESSARI «Sono lavori questi che servono sia per poter iniziare anche a riproporre i Serrai sotto una veste turistica, ma questo è anche un intervento rivolto a sistemare e mettere in sicurezza l'abitato di Sottoguda dal punto di vista idraulico - spiega il primo cittadino De Bernardin - in quanto viene rimosso dall'alveo del Pettorina una importante quantità di detriti alluvionali che ne ha alzato in maniera consistente l'alveo di questo torrente».FASE DUESuccessivamente a questo step si iniziarà anche la gara e la progettazione, oltre all'appalto dei lavori di quelli che saranno i veri e propri nuovi Serrai che saranno ancora più belli e accattivanti di prima. Ricordiamo che anche la Fondazione Unesco Dolomiti ha aperto una sottoscrizione per raccogliere fondi da destinare al recupero dei Serrai di Sottoguda ma non si tratta dell'unica iniziativa per far ripartire quel simbolo. I pullman di Dolomitibus, le innumerevoli azioni dei Comuni delle province limitrofe. Insomma, una gara di solidarietà vera e propria i cui risultati in queste ore si cominciano a vedere chiaramente.Dario Fontanive Corriere delle Alpi | 30 agosto 2019


p. 19 Serrai, la raccolta fondi non decolla ancora Gianni Santomaso ROCCA PIETORE «Nella raccolta fondi per il recupero dei Serrai c'è ancora un bel po' di strada da fare; speriamo ci siano altre aziende, oltre a Marmolada srl, che sostengano l'operazione». Lo dice il direttore della Fondazione Dolomiti Unesco, Marcella Morandini, aggiornando lo stato dell'arte della campagna di raccolta fondi #SOSerrai, promossa dalla Fondazione stessa a fine marzo. In cinque mesi sono stati donati da privati e aziende 415.658,05 euro: meno della metà del milione che costituisce la meta indicata.«Siamo quasi a metà strada», dice Marcella Morandini, «manca ancora un bel po' prima di arrivare al milione. Ma speriamo nelle prossime settimane di convincere ancora qualcuno a sostenere la raccolta fondi». La strada dei Serrai distrutta dall'alluvione del 29 ottobre 2018 era lunga quasi due chilometri. Nel gioco di proporzioni utilizzato dal sito dedicato alla raccolta fondi, con i soldi donati finora si sarebbero sistemati 831 metri. A contribuire sono stati 66 donatori, fra i quali ci sono soprattutto privati, ma anche alcune aziende. «Di recente», sottolinea Morandini, «la società Marmolada ha donato il 10% del guadagno di una giornata particolarmente redditizia. Chissà che anche altre aziende diano man forte in questa operazione in cui crediamo e per la quale, come Fondazione, daremo un contributo non solo economico, ma anche culturale: vogliamo che i Serrai siano una porta d'accesso alle Dolomiti patrimonio mondiale Unesco, vogliamo che siano accessibili a tutti e che rappresentino un simbolo contro il cambiamento climatico».Il costo totale per la sistemazione dei Serrai si aggira sugli 8 milioni. La Fondazione Dolomiti Unesco pagherà il progetto con 200 mila euro.Progetto per la redazione del quale, a fine marzo, era stato annunciato un concorso di idee che avrebbe dovuto essere promosso dal Comune di Rocca Pietore. Una prospettiva, questa, che oggi non sembra più certa per una questione di tempi. Il sindaco di Rocca Pietore, Andrea De Bernardin, sul tema non parla ritenendolo «prematuro» e rimanda le comunicazioni «alla conferenza stampa che», dice, « il presidente Zaia terrà a fine settembre». Nel frattempo mercoledì sono arrivate le prime buone notizie. La ditta Dolomiti Rocce ha infatti aperto il cantiere per le opere di disgaggio e di pulizia delle piante pericolanti sulle pareti e la rimozione di molto materiale presente nell'alveo del Pettorina. Un lavoro da 700 mila euro, «prima tranche dei 2 milioni stanziati», dice il sindaco, «grazie al grande lavoro burocratico di Veneto Acque . Andremo a creare un passaggio pedonale fino alla Madonnina dei Serrai», conclude De Bernardin, «che è stato chiesto dagli operatori turistici della zona: sarà importante la prossima estate fare entrare i turisti in un percorso emozionale causato dalla natura». -- BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


DOLOMITI ACCESSIBILI L'Adige | 3 Agosto 2019 p. 23 Dolomiti per tutti, senza limiti o barriere Ha fatto di nuovo centro come titola la sua autobiografia, e non da solo. Il 23 luglio Oscar De Pellegrin è salito sulla cima della Marmolada insieme a Moreno Pesce, mostrando la veridicità del "Dammi un punto d'appoggio e ti scalerò una montagna" che ha ispirato la giornata "Senza limiti", dedicata all'accessibilità della montagna ai diversamente abili, promossa in collaborazione con Assi Onlus e con il patrocinio della Fondazione Dolomiti Unesco. Già dallo scorso inverno, Marmolada Srl ha avviato un progetto dedicato all'accessibilità della Marmolada e della funivia stessa e l'appuntamento rientrava nel ricco calendario previsto per il Decennale delle Dolomiti Patrimonio Mondiale Unesco. Protagonisti dell'iniziativa, e della tavola rotonda a cui ha partecipato anche la direttrice della Fondazione Marcella Morandini, due atleti capaci di andare oltre barriere mentali e limiti fisici che, contribuendo al progetto "Dolomiti Accessibili", sostengono e trasmettono "il messaggio di universalità di questo patrimonio, che sia veramente per tutti": Oscar De Pellegrin, arciere e tiratore con l'arco più volte Campione Paralimpico dal 2000 al 2012 nelle specialità della carabina e del tiro con l'arco, è salito con la funivia fino alla stazione di Punta Rocca, dimostrando la totale assenza di barriere architettoniche mentre Moreno Pesce, amputato transfemorale, è salito con l'aiuto della guida Lio de Nes lungo il ghiacciaio da Serauta, conquistando Punta Penia: «Dobbiamo fare esperienza, condividerla e gestire le informazioni in modo semplice, diretto e chiaro, mettendole a servizio con professionalità attraverso chi ci segue e vive le esperienze con noi, guide e accompagnatori di montagna, per creare le basi di un turismo accessibile, perché qualsiasi disabile possa andare senza recare danni ad altri e a se stesso». Il secondo dei cinque eventi in altrettanti rifugi alpini della rassegna "Incontri d'alt(r)a quota", organizzata dalla Fondazione Dolomiti Unesco nei rifugi del Patrimonio Mondiale, previsto lo scorso fine-settimana con meta il rifugio Agostini, in val d'Ambiez e dedicata al tema della disabilità in montagna, è stato invece spostato alla sola giornata di lunedì 29 luglio, ma sfidando anche il mal tempo, l'obiettivo è stato raggiunto: «Un bene comunitario come le Dolomiti appartiene realmente all'umanità solo se diventa fruibile da tutti - spiegano gli organizzatori dell'associazione Dolomiti Brenta Open che da 4 anni promuove l'appuntamento - tutti abbiamo dei limiti, ma possiamo esplorare queste montagne, nel rispetto delle caratteristiche di ciascuno e dell'ambiente, e soprattutto all'insegna dell'importanza della natura come palestra di sperimentazione di momenti di vita intima e comunitaria». Ecco dunque Gianluigi Rosa, azzurro della nazionale paralimpica di Hockey su slittino, Kevin Ferrari e Michele Maggioni, accomunati dall'aver perso una gamba, scalare in cordata vie di quinto grado, raggiungendo Torre d'Ambiez e Campaniletto. A sottolineare il superamento delle barriere fisiche e comunicative, insieme a loro anche due musicisti, Michele Selva (sax) e Michele Pavesi (tromba) che hanno duettato dalle vette celebrando così la gioia per l'impresa. «Per noi la disabilità non è più il tema centrale dell'evento - raccontano i promotori. Certamente riempie di ammirazione vedere Kevin e Gianluigi arrivare in vetta con una protesi. Ma nella nostra testa sta diventando una cosa "normale". Michele, Guida Alpina e capo cordata alla Torre d'Ambiez, è fra gli scalatori più "abili" del gruppo eppure anche lui scala con una protesi alla gamba. Questo ci fa capire che il nostro obiettivo è stato raggiunto e al di là della soddisfazione di essere arrivati in vetta e dei volti sorridenti, portiamo a casa la consapevolezza che le barriere spesso esistono solo nella nostra testa, e che conoscersi e condividere una bella avventura è il modo migliore per abbattere i pregiudizi». Corriere del Trentino | 9 agosto 2019 p.7 Dolomiti senza barriere,i percorsi accessibili ora mappati in una App Sono 23 i percorsi fruibili anche da disabili Di Federica Giobbe TRENTO «La montagna è fatta per tutti, non solo per gli alpinisti: per coloro che desiderano il riposo nella quiete come per coloro che cercano nella fatica un riposo ancora più forte». Così Guido Rey, alpinista italiano, parlava della montagna, e per la provincia di Trento e Bolzano questo è un obiettivo importante, soprattutto per chi ha abilità diverse e vorrebbe godersi la montagna con mezzi alternativi e senza barriere architettoniche. Con lo scopo di rendere fruibile il patrimonio montano della regione, sia dal punto di vista esperienziale e che percettivo, secondo le esigenze e possibilità del visitatore, le amministrazioni territoriali e le associazioni dedicate ai temi dello sport, accessibilità e disabilità delle Dolomiti, con il coordinamento della Fondazione Dolomiti Unesco, hanno predisposto uno strumento in grado di agevolare la ricerca delle indicazioni riguardanti gli itinerari accessibili. Attraverso una mappatura e un’app è infatti possibile ricevere informazioni sui punti e i parchi del Trentino attrezzati per chi è diversamente abile. Si parla di 23 percorsi senza barriere, fruibili sui nove sistemi dolomitici riconosciuti dall’Unesco, consultabili sul sito www.visitdolomites.com/it/dolomiti-accessibili. Questa attività si inserisce in un progetto più ampio, dal titolo «Conoscenza e fruizione del sito Dolomiti Unesco da parte delle persone diversamente abili, attraverso la pianificazione degli strumenti di accessibilità specifica» finanziato dal Ministero dei beni e


delle attività culturali e del Turismo nell’ambito della Legge n.77/2006 , dedicata a disciplinare le misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella «lista del patrimonio mondiale». Lo scopo è quello prioritario di sostenere un percorso di sensibilizzazione sulle tematiche dell’accessibilità in montagna, già intrapreso dagli Enti di governo territoriali insistenti sul Bene Dolomiti Unesco, attraverso l’informazione, la formazione e la promozione. Ma non è un’idea statica: Il progetto si propone di costituire una piattaforma di comunicazione e di incontro dinamica, in grado di evolversi nel tempo, grazie anche al contributo di quanti hanno informazioni e suggerimenti da integrare. In questo ambito, sul sito dedicato oltre ai rifugi presenti, sono possibili da visionare percorsi per parchi naturali e biotopi. Barbara Brugger, responsabile del Centro visite del parco naturale Puez-Odle, (un’area protetta che si estende su una superficie di 10.722 ettari) spiega quali servizi vengono offerti alle famiglie con disabili. «Il parco — dice — è aperto tutto l’anno e offriamo visite guidate gratuite della mostra permanente e di varie esposizioni temporanee dedicate alla natura ed alla montagna». Non solo: «Diamo molto spazio all’educazione ambientale, anche per i più piccoli — aggiunge — ed una parte del parco è visitabile appositamente per chi ha una disabilità motoria; per esempio il nostro percorso attrezzato “sentiero natura Zannes al fondovalle”, che è percorribile con passeggini elettrici o sedie a rotelle, in quanto ha una pendenza massima dell’8%. Il percorso ha ben 17 punti di sosta e non è impegnativo, ed in alcune stazioni informative, i testi sono riportati in scrittura braille per persone ipovedenti». Sempre più aree stanno dunque modernizzandosi, scegliendo soluzioni sempre più orientate al turismo alternativo senza barriere architettoniche perché, oggi sempre più, la montagna è un bene per tutti. E proprio quest’anno ricorre il decennale del riconoscimento delle Dolomiti come patrimonio dell’umanità. Ieri, a Trento, è stato firmato in Sala Belli il Patto Decennale Dolomiti Patrimonio Unesco. «Dopo i festeggiamenti a Cortina d’Ampezzo il 26 giugno scorso — ha detto il vicepresidente della Provincia di Trento, Mario Tonina — con la firma di questo Patto vogliamo dare ancora più valore a tutte le iniziative che si possono realizzare attraverso tutti voi che siete a questo tavolo e che, insieme a noi, volete riaffermare l’importanza del riconoscimento Unesco alle Dolomiti da ogni punto di vista. Non solo il valore naturale, paesaggistico e geologico ma anche quello socio-economico e della sostenibilità. Per poter tramandare alle future generazione i valori del Bene Naturale Dolomiti». Molte le iniziative già realizzate o ancora in corso inserite nel Patto del Decennale, fra queste: a cura della Sat, la conferenza «La sostenibilità come forma mentis»; a cura del Trento Film Festival: Rassegne cinematografiche, CinemAmore, Alliance for Mountain Film; Cine Campus: esperienza residenziale per i ragazzi dagli 8 ai 13 anni sul tema del cinema e le Dolomiti. Ancora: a cura di A22, «Dal Lento al Veloce» immagini e approfondimenti. Corriere delle Alpi | 18 Agosto 2019 p. 28 Moreno, senza una gamba in vetta alla Cima Grande Gianluca De Rosa AURONZO Sempre più in alto. Non è uno spot pubblicitario girato in montagna, ma vita vera, spinta ai limiti dell'estremo. L'imponderabile che diventa realtà, un sogno che si concretizza quasi miracolosamente. Un messaggio forte, che dalla vetta di Cima Grande si propaga in tutto il mondo: crederci sempre, arrendersi mai, anche di fronte alle difficoltà che solo la vita quotidiana sa riservare. Un vortice di emozioni ha pervaso Moreno Pesce una volta raggiunta la vetta di Cima Grande, la più alta delle Tre Cime di Lavaredo. Quota 2.999 metri, scalati senza una gamba, con l'ausilio di una corda e di un arto artificiale. Pesce non è nuovo a sfide di questo tipo. Costretto all'amputazione di una gamba dopo un drammatico incidente stradale in Cadore, non si è mai arreso facendo della sfida a sfondo sportivo uno stile di vita. È diventato un campione di vertical e trail running, testimonial della corsa in montagna da amputato. Una sfida nella sfida, alzando di tanto in tanto l'asticella, che venerdì ha raggiunto un livello probabilmente insuperabile.Messa da parte la corsa, Moreno ha deciso di andare oltre: ha arrampicato sulla Cima Grande di Lavaredo, raggiungendo la vetta in poco più di sei ore. Ci è riuscito grazie al fondamentale supporto di due guide alpine auronzane, Lio De Nes e Mauro Valmassoi. Esperienza da vendere per entrambi, capofila del progetto Edelweiss mountain guide, che attorno alle Tre Cime accoglie sotto un'unica bandiera auronzani e pusteresi. Moreno, come e dove è nata l'ennesima sfida della sua "nuova vita" da atleta amputato?«È nata in maniera casuale. Nella primavera del 2016 incontrai Lio De Nes nei locali dell'allora ufficio turistico di Auronzo. Mi disse: devo portarti con me in montagna a scalare. Sono onesto, non mi aveva convinto. Avevo paura di arrampicare già prima dell'incidente, figuriamoci dopo. Eppure quelle parole mi rimbombavano nella testa. Ne parlai con la mia famiglia, dopo tre giorni chiamai Lio per dirgli che ero pronto a seguirlo».La marcia di avvicinamento all'ascesa sulla Cima Grande dev'essere stata lunga...«Mi sono specializzato nella corsa in montagna, vertical o trail poco importa, ma qui parliamo di tutt'altra cosa. L'arrampicata fa storia a sé, non puoi lasciare la cosa a metà, non puoi decidere di fermarti e ritirarti, a meno che qualcuno non ti venga a riprendere con un elicottero. Si instaura un rapporto fortissimo con la roccia e nel mio caso ci si affida anima e corpo, senza indugi, a qualcun altro: io mi sono affidato a Lio De Nes instaurando con lui un rapporto con va ben oltre la semplice amicizia».Tutto nacque sul Paterno nell'agosto del 2016: ci racconti quell'episodio.«Mi sono allenato tanto con Lio, ultimamente su Falzarego e 5 Torri, ma l'idea di salire sulla Cima Grande saltò fuori a fine estate del 2016 quando arrampicai per la prima volta. Eravamo sul Paterno, fu un'emozione incredibile. Una volta arrivato in cima scoppiai a piangere. L'avevo fatta grossa. Ho pianto anche venerdì una volta arrivato in cima alla Grande. Per un attimo ho riavvolto il film della mia vita, ho pensato alla mia famiglia, alle difficoltà, a un destino sovvertito con tenacia. Queste imprese ti fanno sentire vivo. Sono emozioni che vanno inseguite, a maggior ragione quando la vita ti priva di qualcosa. Il messaggio è lo stesso che ripeto sempre. Pensare "non ce la faccio" , a maggior ragione perché sei un amputato, è un errore. Usciamo di casa e proviamoci,


un passo alla volta ma proviamoci».Qual è stato il primo pensiero una volta in vetta?«Mi sono fatto trasportare dall'euforia. Ho iniziato a gridare come un matto "ce l'ho fatta, ce l'ho fatta" . In quel momento Lio mi ha ripreso, era serio in volto. Mi disse: "Ce l'avremo fatta quando saremo tornati giù" . E aveva ragione. La discesa si è rivelata più complicata della salita. Ci abbiamo messo più tempo a scendere che salire. In totale 14 ore, dalle 4.20 del mattino quando siamo partiti da Auronzo. Una volta tornati all'attacco c'era la mia famiglia ad attenderci, la mia bimba e la mia compagna Antonella. Dedico soprattutto a lei tutto questo. Anzi, ne approfitto per dirle: ci torneremo insieme lì sopra. Lei, io e Lio. Non è un momento facile. Le ho dato appuntamento sulla Cima Grande di Lavaredo».Dalle parole ai fatti: come fa un amputato ad arrampicare fino ad arrivare sulla Cima Grande di Lavaredo?«Ho assunto degli accorgimenti, ad esempio utilizzare un arto più corto di 5 centimetri, molto leggero, costruitomi appositamente da un centro protesi di Budrio, che mi segue da tempo. E poi bando alla tecnica, servono tutte le forze per riuscirci. Ho i lividi dappertutto, ma non fanno male. Quando ne vale la pena non c'è nulla che possa farti male». -- BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

PULIZIA SENTIERI: LE INIZIATIVE SUL TERRITORIO Corriere delle Alpi | 6 Agosto 2019 p. 13 Primi scout sul Nevegal puliranno i sentieri distrutti dalla tempesta Belluno Prima giornata di lavoro, ieri sul Nevegal, per i quarantasette scout arrivati da Abano, Mirano e Taglio di Po per sistemare i sentieri distrutti dalla tempesta Vaia. Agli ordini del Cai, del gruppo di Protezione civile comunale guidato da Paolo Zaltron e di alcuni volontari (come Nevegallika), i ragazzi si occuperanno del sentiero Vallavia, intersezione con il sentiero n. 5 de la Forestal, che da un tornante che porta in casera arriva fino a Malga Toront passando Casera Erte.Armati di pale, picconi, rastrelli e tanto entusiasmo, i giovani puliranno i tracciati e ricostruiranno i gradini che la tempesta di fine ottobre dell'anno scorso ha sbriciolato.Il gruppo è arrivato sabato a Belluno e alloggia in tenda a Pian Longhi. Domenica il Cai ha tenuto alcune lezioni di sicurezza e storia del territorio, ieri invece sono iniziate le operazioni di pulizia che dureranno fino a domani.I ragazzi sono affiancati da numerosi volontari, che li supportano e sono a disposizione per qualsiasi necessità. Giovedì e venerdì gli scout avranno due giorni per visitare il territorio. In tutto sono un centinaio i ragazzi che saranno impegnati sul Nevegal, suddivisi in tre gruppi. L'esperienza si concluderà alla fine di agosto. --A.F. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

BALCONI PANORAMICI Alto Adige | 17 Agosto 2019 p. 34 Un balcone affacciato sulle Dolomiti Un nuovo balcone panoramico sulle Dolomiti patrimonio mondiale Unesco in territorio altoatesino sorge sul Mastlé a Santa Cristina di Val Gardena, nel parco naturale Puez-Odle. Dal balcone si gode un panorama unico che invita ad ammirare bellezze uniche. Il patrimonio Dolomiti Unesco interessa nove territori tra Trentino, Alto Adige, Friuli e Veneto. Ognuno rappresenta un aspetto peculiare dal punto di vista geologico-paesaggistico delle Dolomiti. L'obiettivo dei balconi panoramici è raccontare e rendere vivibili queste peculiarità che rendono così straordinarie le Dolomiti. Il balcone gardenese sorge a quota 2.200 metri nei pressi della stazione a monte dell'impianto di risalita Col Raiser lungo un sentiero molto battuto. Il progetto di Fondazione e Province per i balconi panoramici trova un'esplicazione esemplare in quello realizzato sul Mastlé grazie alla collaborazione del Comune e dell'Associazione turistica. I territori perseguono compatti il medesimo obiettivo, visto che è stata intrapresa la medesima strada. Con questi balconi tutti sono invitati a fermarsi un attimo, a guardare cosa li circonda: un modo per aumentare anche l'identificazione con le Dolomiti. Il presidente dell'Associazione turistica di Santa Cristina Ezio Prinoth, pone in evidenza l'importanza turistica del balcone panoramico sul Mastlé per la Gardena. Il balcone panoramico è già visitato da tanti turisti che salgono in quota e si fermano volentieri per ammirare lo splendido panorama che è possibile vedere su tutta la val Gardena. E.D.


NOTIZIE DAL CAI Corriere delle Alpi | 6 Agosto 2019 p. 27 Riaperta la Val Giralba a quattro anni dalla frana Gianluca De Rosa AURONZO La notizia tanto attesa alla fine è arrivata. La revoca dell'ordinanza numero 47 del 9 luglio 2015, firmata dal sindaco Tatiana Pais Becher, ha ufficialmente riaperto la val Giralba. Dopo quattro anni di isolamento forzato, la valle che dal centro abitato di Auronzo permette di salire fino ai piedi della Croda dei Toni è nuovamente fruibile dai turisti: merito del grande lavoro messo in campo dai volontari appartenenti alla sezione Cai di Auronzo, che per mesi si sono messi all'opera per riaprire un varco, bypassando il vecchio tracciato, cancellato da una serie di frane nell'estate del 2015. L'annuncio della revoca dell'ordinanza di chiusura era stata data dallo stesso primo cittadino domenica pomeriggio a margine della Camignada Poi sié Refuge, storica manifestazione podistica organizzata dal Cai di Auronzo. Camignada che, dunque, dal prossimo anno, tornerà a calcare il suo percorso originale, riabbracciando anche il rifugio Carducci, quello che maggiormente ha subito la chiusura della val Giralba.«Dopo quattro, lunghi anni, il sentiero 103 torna a tutti gli effetti fruibile», annuncia in una nota la sezione Cai di Auronzo, confermando le indiscrezioni avanzate solo pochi giorni fa dal vicepresidente Massimo Casagrande. Lo stesso Casagrande aveva spiegato, tecnicamente, l'intervento messo in campo che ha permesso la riapertura della val Giralba: «È stata realizzata una variante al sentiero originario, alzando la quota di camminamento lungo il corso del torrente Giralba. La quota si alza subito, ma poi permette ai suoi fruitori di camminare senza grosse difficoltà da pian della Velma fino a forcella Giralba».Il sentiero in realtà era stato già messo a punto nei giorni scorsi ma, per motivi di sicurezza, è stato riaperto ufficialmente solo ieri. «Aveva bisogno di essere consolidato», ha aggiunto Casagrande, «per questo motivo lo abbiamo tenuto fuori dall'ultima edizione della Camignada. Dal prossimo anno, dopo quattro anni d'assenza, la val Giralba tornerà a essere parte integrante della Camignada, possiamo ufficializzarlo sin da ora».«È stata la prima cosa che ho fatto ieri mattina entrando in municipio», ha sottolineato il sindaco Tatiana Pais Becher, parlando dell'ordinanza di revoca di chiusura del sentiero 103, «il ringraziamento va al lavoro messo in campo dal Cai, dal Soccorso alpino e dal Comune di Auronzo a dimostrazione che unendo le forze tutto è possibile». --

NOTIZIE DAI PARCHI Corriere delle Alpi | 8 agosto 2019 p. 22 I primi a congratularsi sono il governatore Zaia e l'assessore regionale Bottacin «Alla guida un amministratore esperto di montagna, gestirà tutto al meglio» C'è la firma del ministro Costa - Vigne presidente del Parco di Roberto Curto FELTRE La firma del ministro Costa ufficializza la nomina di Ennio Vigne alla presidenza del Parco delle Dolomiti Bellunesi. La nomina di Vigne è contestuale a quella di altri quattro presidenti di altrettanti parchi nazionali. Una firma che peraltro non comporta l'immediato insediamento con la quella carica dell'amministratore di Santa Giustina, che resterà con la carica di commissario straordinario fino a quando la Corte dei conti non eseguirà un passaggio meramente formale, ma fondamentale: quello della registrazione della nomina che avverrà a settembre. I primi a congratularsi con Vigne sono il governatore della Regione Veneto Luca Zaia e l'assessore regionale Gianpaolo Bottacin. «Auguro buon lavoro a Ennio Vigne alla guida del Parco delle Dolomiti Bellunesi», afferma Luca Zaia. «Sono certo che porterà nell'attività a cui è chiamato la sua esperienza di amministratore locale di montagna e quella già maturata nel Parco stesso. Ho seguito l'affidamento di questo incarico con l'attenzione che merita il Parco che è un gioiello incastonato nelle Dolomiti patrimonio dell'umanità dell'Unesco. Mi congratulo col nuovo presidente, sapendo che il gioiello è in mani consapevoli e capaci».Molto soddisfatto anche l'assessore regionale Bottacin: «Il Parco delle Dolomiti Bellunesi è affidato ad una persona che unisce alla sua competenza l'essere espressione del territorio; auguro a Ennio Vigne buon lavoro per l'importante incarico a cui è chiamato ed esprimo la mia soddisfazione». Il diretto interessato sceglie il basso profilo: «Aspettiamo che la nomina sia ufficiale», afferma Vigne. «Nel frattempo lavoriamo sodo con la struttura del Parco per farci trovare pronti quando saremo ufficialmente operativi».


Gazzettino di Belluno | 8 agosto 2019 p. 4 Parco Nazionale: Ennio Vigne è presidente FELTRE Dopo quattro anni il Parco nazionale Dolomiti bellunesi ha un presidente. Il ministro dell'Ambiente Sergio Costa ieri ha firmato il decreto di nomina che ora dovrà avere il nullaosta della Corte dei Conti. Se non ci saranno quindi inghippi burocratici, l'ex sindaco di Santa Giustina Ennio Vigne dai primi giorni di settembre sarà ufficialmente alla guida della riserva. Vigne passerà così da commissario a presidente del Parco portando in sostanza avanti i progetti già avviati in questi ultimi due mesi. «La mia gestione sottolinea con forza Vigne - sarà all'insegna della condivisione dei progetti. Il futuro del Parco nazionale dovrà essere disegnato dal territorio e dovrà dare all'area interessata le risposte che cerca ormai da tempo. I PROGETTI FUTURI «Ci sono una serie di priorità che sono già sulla mia scrivania e che intendo prendere in considerazione. Tra i progetti c'è ad esempio il rilancio della Valle del Mis in collaborazione con Sospirolo e il volontariato, l'area di Col dei Mich a Sovramonte e una collaborazione fattiva con le sezioni del Club Alpino che operano nell'area interessata dal Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi». Sarà importante guardare anche alla Valle di Canzoi che sta ancora facendo i conti con i danni provocati da Vaia. In tempi stretti organizzeremo una riunione con il sindaco Carlo Zanella e tutti gli enti interessati». IL DIRETTORE «Quando l'ente di villa Binotto sarà operativo - continua Vigne - e la Corte dei Conti avrà dato il via libera ufficiale alla mia presidenza, dovremo, quanto prima guardare alla nomina del direttore. Come direttivo proporremo una rosa di tre professionisti presi dall'albo dei direttori nazionale e invieremo la terna al ministro dell'Ambiente Sergio Costa. A quel punto Roma dovrà scegliere fra quei nomi senza poter optare per altri direttori. Quella del direttore è una proposta tecnica e non politica come quella che era stata fatta per la terna dei possibili presidenti. Tre persone tra cui il sottoscritto, l'ex vice presidente Franco Zaetta e il consigliere comunale bellunese Fabio Bristot Rufus che erano state proposte a Roma dalla Comunità (i sindaci) dei Comuni del Parco che potevano anche essere non presi in considerazione e optare per un quarto uomo. LA REGIONE Soddisfazione e complimenti arrivano sia dal presidente della Regione Luca Zaia che dell'assessore regionale il bellunese Gianpaolo Bottacin. L’Adige | 8 agosto 2019 p.13 Dolomiti Bellunesi, nel Parco sentieri senza mtb Troppi frequentatori in seguito al boom delle ebike: divieto al confine col Trentino Con il boom delle e-bike la frequentazione in mtb di sentieri e di mulattiere è un fenomeno in rapida espansione. Nel Parco nazionale Dolomiti Bellunesi si corre ai ripari con una ordinanza basata sul regolamento che da vent'anni vieta il transito in bicicletta sui sentieri e anche in alcune strade silvo-pastorali. Molti forse non lo sapevano e comunque fino a poco tempo fa il fenomeno non era così diffuso, in questa vasta area protetta che si estende dal Feltrino, lungo il crinale montuoso di confine con il Trentino, e si estende per oltre 50 chilometri chilometri verso est in basso Agordino, nella fascia settentrionale della Valbelluna, sopra la città di Belluno, e fino alla val di Zoldo e a Longarone, vicino al confine Friulano. «Il Parco - si legge in una nota - ha il compito di tutelare i valori naturalistici, ambientali e paesaggistici del territorio, e il transito con la bicicletta lungo i sentieri rappresenta un problema non solo sotto l'aspetto manutentivo e ambientale, ma anche sotto il profilo della sicurezza sia degli stessi ciclisti, sia degli escursionisti». Da qui la decisione, il mese scorso, di emettere un'ordinanza ad hoc, che ribadisce quanto già stabilito dal piano del Parco e accompagna questa comunicazione con la distribuzione gratuita di nuove mappe: vi si indicano con precisione le strade silvo-pastorali aperte alle biciclette, accanto a schede tecniche sintetiche con la descrizione degli itinerari. I pieghevoli con le cartine ciclistiche sono disponibili in italiano e in inglese e si trovano facilmente nei punti info del Parco e nei locali commerciali (nonché nel sito www.dolomitipark.it). La vigilanza è affidata ai carabinieri forestali del Parco e i trasgressori sono puniti con una sanzione che può variare da 25 a 1.032 euro. Gazzettino | 9 agosto 2019 p.6 edizione Belluno «Parco: Vigne amministratore capace»


FELTRE È stato nominato presidente dell'ente parco Dolomiti bellunesi dal ministro dell'Ambiente Sergio Costa. Villa Binotto era senza una guida ufficiale da ben quattro anni e ora per cinque avrà sulla poltrona più alta Ennio Vigne. Un nome il suo voluto dai sindaci della Comunità del Parco e avallato quindi anche da Roma. Dopo le congratulazioni del presidente della Regione Luca Zaia e dell'assessore Gianpaolo Bottacin, a sostenere il lavoro dell'amministratore arriva anche l'appoggio dell'Uncem (Unione nazionale comuni, comunità, enti montani) nazionale che vede lo stesso Vigne tra i dirigenti veneti. «Il ministro dell'Ambiente Sergio Costa ha firmato i decreti di nomina dei presidenti di cinque Parchi nazionali. Oltre a Vigne - scrivono dall'Uncem - si tratta di Francesco Curcio alla guida del Parco della Sila, di Donatella Bianchi al Parco delle Cinque Terre, di Pasquale Pazienza al Parco del Gargano e di Francesco Tarantini al Parco dell'Alta Murgia. Vigne è un amministratore locale e un politico esperto, che conosce bene le esigenze del territorio. Una scelta che dunque attua di fatto quanto era stato previsto - e non approvato in via definitiva nella scorsa legislatura dal Parlamento - nella riforma della legge 394 del 1991 sugli Enti parco, cioé la presenza nel direttivo di sindaci, forti di una capacità di leggere e interpretare le esigenze di pianificazione, tutela, sviluppo delle aree naturali e dei territori che ne fanno parte, comprese le zone antropizzate ove insistono Comuni e altri borghi». «Uncem - con il Presidente Bussone, la Giunta e il Consiglio nazionale - si congratulano e augurano buon lavoro a Vigne». Gazzettino | 19 agosto 2019 p. 8 edizione Belluno Parco Dolomiti «Ora un tavolo di concertazione» Finalmente la buona (molto auspicata) notizia della nomina, dopo oltre quattro anni di attesa, del nuovo Presidente del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Questo atto ministeriale di nomina, non è una formalità burocratica per coprire un posto vacante, se fosse così sarebbe deludente per l'interessato e privo di significato per le prospettive ambientali del parco. Il Presidente, affiancato dai suoi collaboratori: direttore e personale amministrativo e forestale, ha compiti e responsabilità di governo per la valorizzazione, la salvaguardia, lo studio, la ricerca e per la corretta frequentazione di una tra le più incantevoli Terre alte del mondo: le Dolomiti Bellunesi. Il governo di un parco (conoscendolo, auspico che anche quello regionale dei Colli Euganei possa urgentemente avere un proprio assetto di effettivo governo) è fondamentale non solo per la quotidiana gestione di un grande patrimonio naturalistico, ma anche per l'equilibrata e attenta programmazione delle attività dentro e fuori il parco. Sottolineo anche fuori, perché non è pensabile (non sarebbe accettabile) se nelle vicinanze dell'area parco, tutelata e vigilata, qualcuno pensasse di inquinare e/o urbanizzare selvaggiamente. Per scongiurare danni all'ambiente circostante il parco e per responsabilizzare le amministrazioni locali, le rappresentanze associative, le associazioni imprenditoriali, le confederazioni Cgil Cisl Uil, sul valore inestimabile delle Dolomiti Bellunesi, il nuovo Presidente (il mio è solo un suggerimento) dovrebbe formalizzare un tavolo permanente di costruttivo confronto e concertazione per focalizzare convergenti proposte, finalizzate ad orientare le straordinarie opportunità del parco: lavoro; occupazione; produttività; economia; cultura; tempo libero; sport. Ovviamente il tutto nel rispetto ambientale e in un contesto di forte equilibrio tra i vari interessi in campo. Per contribuire a valorizzare e a salvaguardare le Dolomiti Bellunesi (patrimonio UNESCO) sarebbe importante (un'ottima opportunità) il coinvolgimento (anche) del Volontariato e della Promozione Sociale, sottoscrivendo delle convezioni di collaborazione e di sussidiarietà, anche di supporto agli eventi sportivi mondiali che si svolgeranno nelle Terre alte Bellunesi: mondiali di sci 2021; mondiali di canoa 2023; olimpiadi invernali 2026. Al nuovo Presidente, ai suoi collaboratori e al personale del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, un forte augurio di buon lavoro.Franco Piacentini Socio AUSER A Proposito di Bim GspDebiti, investimentie disinvestimentiNell'articolo I conti Bim Gsp tornano buoni: tanti investimenti si riferiva di 40 milioni di euro di investimenti realizzati dalla società in 6 anni e della contemporanea diminuzione del suo debito dagli 89 milioni diel 2012 ai 37 del 2018. Il calo del debito nei sei anni di gestione Vignato è impressionante. troppo per non indurre una considerazione: è stato ottenuto, per oltre la metà a prezzo di un altrettanto impressionante, ma viceversa non evidenziato calo del valore delle attività patrimoniali della società scese nello stesso periodo di ben 29 milioni di euro, da 101 a 72 milioni. Calo delle attività patrimoniali avvenuto nonostante i reclamizati 40 milioni di euro di investimenti realizzati negli stessi sei anni. 40 milioni di investimenti, di cui 10 milioni nel solo 2018, che mal si conciliano anche con quanto è emerso dai risultati dell'indagine Qualità della vita 2018 pubblicata da Italia Oggi il 19 novembre con la provincia di Belluno scesa nel 2018 al 68esimo posto tra le 110 province italiane nella classifica Dispersioni nella rete idrica perdendo addirittura 42 posizioni rispetto al 2017. Paolo A. LucciFeltre Gran Caffè TizianoLocale chiuso,tempo di intervenireOrmai da tempo lo storico caffè Tiziano a Pieve di Cadore è chiuso, Cuore pulsante di Pieve e di tutto il Cadore è assolutamente urgente la sua riapertura che la Magnifica Comunità Cadorina, proprietaria del locale dovrebbe promuovere, costi quel che costiTatiana GenovaPieve di Cadore L'Adige | 21 agosto 2019 p. 40 Vallesinella: addio alle file di automobili VAL RENDENA Il nuovissimo parcheggio di Vallesinella ha brillantemente superato il "collaudo" del turismo campigliano, con molti riscontri positivi,


ed è ora entrato a pieno regime. Non c'è dubbio (e le foto qui a fianco lo dimostrano) che il nuovo effetto visivo che adesso accoglie i visitatori è davvero notevole. Addio alle file di automobili che rovinavano il paesaggio sulle Dolomiti di Brenta L'area pascolo di Malga Vallesinella Bassa, che la Provincia aveva trasformato in parcheggio negli anni '70, è stata completamente ripristinata mentre l'area di posteggio è stata spostata in una radura poco distante all'interno di un bosco dallo scarso valore forestale. I lavori, avviati lo scorso ottobre, sono stati eseguiti dalla ditta Agliardi di Carisolo per 115.000 euro più Iva, con la progettazione e direzione dell'Ufficio tecnico ambientale del Parco. Di due tipi sono stati quindi gli interventi. Innanzitutto, il disfacimento completo dei terrazzamenti sterrati, comprese le aiuole di delimitazione, del vecchio parcheggio. L'area è stata rimodellata e rinverdita con fiorume e semine di alta montagna, riportandola alle sembianze originarie. E' stata lasciata al margine solamente una corsia stradale per l'accesso alle teleferiche dei rifugi. Dopodiché, nelle radure a destra del rifugio Vallesinella, che presentavano una conformazione già pianeggiante, sono state create due zone che possono accogliere 140 auto completamente mimetizzate dalle piante. L'idea di spostare il parcheggio veniva riproposta ciclicamente da anni ma è dal 2016 che si è davvero creduto nella necessità di questa soluzione. Fin dall'inizio del suo mandato, infatti, il presidente del Parco, Joseph Masè, ha cercato un accordo tra tutti gli attori interessati dall'opera. La situazione si è definitivamente sbloccata nella primavera 2018, dopo un complesso iter autorizzativo che ha incontrato i pareri positivi dei Servizi provinciali Foreste e Fauna, Sviluppo sostenibile e Aree protette, Urbanistica e Tutela del Paesaggio, Geologico, la deroga della Comunità di Valle al Piano Territoriale di Comunità, il parere di conformità urbanistica di Tre Ville, comune amministrativo, e l'autorizzazione della Comunità delle Regole di Spinale e Manez, ente proprietario. «L'arrivo a Vallesinella finalmente offre un colpo d'occhio degno di un Patrimonio dell'Umanità» commenta soddisfatto il presidente del Parco, Joseph Masè. «Dopo anni di burocrazia e sopralluoghi ? ricorda Luca Cerana , presidente della Comunità delle Regole di Spinale e Manèz ? finalmente la porta principale del nostro Brenta risulta in ordine ed accogliente con il completo mascheramento delle automobili parcheggiate. L'intervento è minimale e poco impattante»Concluso il lavoro, si guarda ora proprio a perfezionare il servizio di mobilità sostenibile. «La sistemazione del parcheggio di Vallesinella ? sostiene Matteo Leonardi, sindaco di Tre Ville ? è un'opera sicuramente riuscita che deve ancor più stimolare gli enti coinvolti nella gestione della mobilità di Vallesinella a migliorare la viabilità d'accesso a quest'area, per raggiungere un risultato ottimale, oltre che sui parcheggi, anche sui trasporti». «Con un ulteriore sforzo da parte di tutti ? gli fa eco Luca Cerana ? bisogna cercare di intervenire sulla mobilità, migliorando la viabilità e l'accesso al parcheggio. L'ideale ora sarebbe la mobilità elettrica».

PATROCINI Corriere delle Alpi | 1 agosto 2019 p. 29 L'Alta Via Amelia, da Cortina a Bolzano, la guida sarà presentata ad Auronzo di Walter Musizza AURONZO Nel 1873 veniva pubblicato da Longman's a Londra il libro "Untrodden Peaks and Unfrequented Valleys" ("Vette inviolate e valli deserte") di Amelia Edwards. Spinti dal desiderio di accostare passato e presente, i fratelli Alan e Susan Boyle hanno voluto ripetere lo stesso itinerario seguito da Amelia nel 1872, da Cortina a Siusi, nella stessa sequenza, aggiungendo notizie e illustrazioni aggiornate sui luoghi visitati. Il risultato è stato il libro "Spiriti delle Dolomiti", edito lo scorso anno dalla Fondazione Angelini assieme a Leannta Publishing, col patrocinio della Fondazione Dolomiti Unesco. A tutto ciò si è aggiunta ora una moderna guida trekking realizzata dai due fratelli Boyle con il coinvolgimento di molte sezioni Cai: l'Alta Via Amelia, da Cortina a Bolzano, che si snoda ad alta quota tra le stesse cime dolomitiche disegnate e descritte dalla Edwards. Il percorso base è composto da 30 tappe accessibili a tutti, per una lunghezza complessiva di 400 km, con 10.000 metri circa di salita. 20 di queste tappe prevedono inoltre delle varianti che includono interessi storici e culturali, con 14 vie ferrate più impegnative e varie estensioni che permettono agli alpinisti esperti e equipaggiati di scalare le 10 vette più alte delle Dolomiti. Alan e Susan Boyle presenteranno la loro nuova pubblicazione in sala consiliare ad Auronzo domani, alle 21, a cura del Comune, Fondazione Angelini e Fondazione Dolomiti Unesco. La guida è stata realizzata col contributo di 26 esperti locali e guide alpine ed è stata pubblicata da Leannta a Londra il 7 luglio. Mette a disposizione 65 tabelle sintetiche dei percorsi, 63 profili quota-distanza, 33 mappe e 4 schizzi inediti della Edwards fatti nel viaggio del 1872.


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