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MONDIALI 2021 e OLIMPIADI 2026

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NOTIZIE DAI RIFUGI

NOTIZIE DAI RIFUGI

Corriere delle Alpi | 1 Luglio 2020

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Ghedina: «Cortina è pronta per il 2021: chiede solo di avere le giuste garanzie»

CORTINA «Cortina è pronta ad ospitare i Mondiali già nel 2021». All'indomani della richiesta alla Federazione internazionale dello sci di far slittare la rassegna iridata al 2022, il concetto lo aveva comunque messo bene in chiaro lo stesso Alessandro Benetton, presidente della Fondazione. E oggi lo ribadisce il sindaco Gianpietro Ghedina.Domani ci sarà un incontro e si dovrebbe sapere se i Mondali si faranno nel 2021 o nel 2022...«Cortina è pronta per qualsiasi soluzione», sottolinea il primo cittadino, «noi abbiamo appoggiato sin dall'inizio le posizioni della Federazione italiana degli sport invernali. Ora attendiamo le decisioni definitive, ma Cortina è pronta e non tifa nè per l'una e nè per l'altra ipotesi».La richiesta presentata dalla Fisi a maggio di far slittare i Mondiali era legata alla pandemia. La situazione è cambiata?«La motivazione che aveva spinto a chiedere il posticipo dei Mondiali», spiega Ghedina, «era appunto il rischio di un persistere della pandemia. Parliamo infatti di una rassegna internazionale che vedrà a Cortina atleti e pubblico provenire da tutto il mondo. Oggi non possiamo sapere se fra sei mesi i voli saranno aperti, se il virus sarà debellato. Gli stessi scienziati impegnati a studiare la pandemia hanno idee contraddittorie. Tanti sostengono che il virus possa tornare con forza tra l'autunno e Natale. La sicurezza deve essere al primo posto e quindi si era pensato di andare al 2022».E, francamente, è difficile dire cosa sia cambiato da maggio ad oggi in tema di capacità di prevedere il contagio.Sulla richiesta di slittamento aveva inciso l'annullamento, quasi all'ultimo momento, delle finali di Coppa programmate a marzo. Questo è uno scenario che per i Mondiali si vorrebbe evitare. La Fondazione a marzo aveva già issato le tribune, montato le tende, recintato i tracciati, venduto alcuni biglietti. Alcune lavorazioni erano infatti iniziate con settimane di anticipo: annullate le gare, i costi per gli allestimenti sono rimasti. Sul tavolo ora ci sono tre ipotesi. La meno accreditata è che i Mondiali vengano spostati al 2022: contro questa idea ci sono varie Federazioni del nord Europa e vari atleti che non vorrebbero un Mondiale a poche settimane di distanza dalle Olimpiadi di Pechino 2022. C'è poi l'ipotesi che domani la Fis non decida e si prenda ancora tempo per verificare l'evolversi della pandemia; è c'è la possibilità, che sembra la più attendibile, che i Mondiali tornino nella collocazione originaria. In questo caso ci vorranno però garanzie chiare, perché Cortina non può rischiare di vedersi annullate le gare all'ultimo.«Noi vorremmo che i Mondiali fossero il primo grande evento dopo la pandemia», spiega Ghedina, «ma non dipende solo da noi. Le preoccupazioni restano in questa fase di incertezza, in quanto un evento senza pubblico sarebbe comunque un evento "monco". Mancherebbe l'indotto per il paese, e circa 4 milioni di euro dei proventi dei ticket. Ci affidiamo al grande lavoro che stanno portando avanti il presidente della Fisi, Flavio Roda, e tutti gli attori interessati. Cortina è pronta. Le infrastrutture sportive ci sono. Alcune sono già state inaugurate e testate come le piste da sci, la finish area a Rumerlo e la cabinovia del Col Drusciè. Altri lavori sono in corso e saranno terminati per dicembre. Il nodo sulla viabilità, legato alle varianti Anas», conclude Ghedina, «non si scioglierebbe invece nemmeno per il 2022. La richiesta di slittamento non era assolutamente motivata da ritardi nei lavori. Le opere per le gare saranno pronte, le varianti purtroppo hanno vistosi ritardi e dovrebbero essere concluse tra il 2023 o 2024». --alessandra segafreddo© RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere delle Alpi | 1 Luglio 2020

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Zaia: «Resto della mia idea Meglio il rinvio di un anno»

CORTINA Luca Zaia, presidente del Veneto, continua a sperare che i Mondiali di sci slittino al 2022. Troppo forte è la preoccupazione di un ritorno della pandemia e, pertanto, della possibilità di portare in pista quegli spettatori che dovrebbero assicurare almeno 5 milioni di introiti. Nella malaugurata ipotesi che l'evento si dovesse svolgere a porte chiuse, è evidente che le autorità sportive si aspettano analogo risarcimento dal Governo. «Sono colui che ha sostenuto il presidente Roda e il presidente della Fondazione, Alessandro Benetton, per tentare di spostare i Mondiali di sci al 2022. Se torna l'infezione possiamo fare i Mondiali a porte chiuse? Meglio il 2022», ha detto ieri Zaia, «perché ci dà più tranquillità, perché il 2021 significa gennaio: se c'è l'infezione c'è anche il rischio che ce li annullino. Credo ci sarebbero difficoltà a livello di calendario internazionale e quello è un problema. Portare i Mondiali al 2022 sarebbe la soluzione migliore, se ci tocca li faremo nel 2021. Vi ricordo che hanno annullato le Olimpiadi di Tokyo». «Le istanze espresse dal presidente Roda sono condivisibili e vanno incoraggiate», sottolinea il ministro bellunese Federico D'Incà. «Se la Fis il 2 luglio deciderà di proseguire con l'organizzazione dei Mondiali di sci nel 2021, noi sosterremo la scelta e ci faremo trovare pronti. Il Governo sta lavorando ininterrottamente e anche nel periodo di lockdown ci siamo confrontati costantemente con la Fisi, cercando anche di ascoltare le ragioni degli atleti. Senza ostacoli di altra natura, compatibilmente con l'andamento dell'epidemia, non ci sono ragioni per rimandarli. Saranno un banco di prova anche in vista delle Olimpiadi del 2026».Anche il presidente della Provincia,

Roberto Padrin, è sintonizzato sulla stessa lunghezza d'onda, però rassicura che «siamo comunque pronti». Senz'altro come impianti sportivi, in gran parte anche come strade (per il 2022 ci sarebbe l'opportunità di disporre delle curve rettificate della statale Alemagna a Castellavazzo). Ogni altra struttura, invece, traguarderà il 2024, in particolare le quattro varianti di Cortina, San Vito, Vai e Valle. «La paura è quella della pandemia, di un ritorno del rischio-contagi, che peraltro», sottolinea Padrin, «riguarda tutto il mondo. Siamo, dunque, allarmati, ma se il vaccino arriverà e si materializzeranno altre circostanze più favorevoli, potrebbe anche accadere di vivere uno straordinario evento sportivo, uno dei più grandi appuntamenti del post pandemia». Tutti al lavoro, dunque, da giovedì, "pancia a terra" come dice Zaia, per ultimare i penultimi lavori, ammonisce Padrin. Il quale, pur preferendo il 2022, non nasconde che la conferma del prossimo febbraio potrebbe risultare un incentivo alla fiducia». --F. D. M.

Trentino | 2 Luglio 2020

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«Per i mondiali di Cortina rovinano le Dolomiti»

TRENTO «I mondiali di sci di Cortina 2021? La distruzione pianificata della montagna». L'allarme arriva da Mountain Wilderness Italia che sulle infrastrutture che vengono realizzate in questi mesi a Cortina ha pubblicato un dossier, diffuso ieri dall'ambientalista trentino Luigi Casanova.Sul fronte della pista di slalom speciale l'associazione ambientalista non ha usato mezzi termini: «Nonostante fossimo preparati a scenari devastanti mai avremmo previsto quanto abbiamo potuto documentare in un sopralluogo condotto sull'area di svolgimento dei mondiali di sci alpino 2021 a Cortina d'Ampezzo (o forse 2022, questo si saprà a giorni). Purtroppo abbiamo assistito a un scenario impressionante: l'intero versante della Tofana di Mezzo è già oggi sconvolto sia dal punto di vista naturalistico che paesaggistico. Certo, le nuove piste aperte o quelle raddoppiate di ampiezza feriscono, ma la distruzione che offende ogni sensibilità riguarda in modo sconcertante, assurdo, per lo più quanto sta avvenendo sul fronte della viabilità. La zona sciistica era già penetrata da una strada asfaltata, larga circa 7 metri: più che sufficiente per permettere il transito in sicurezza dei mezzi pesanti e delle macchine operatrici. Questa strada sta per essere allargata fino a 9 metri, in alcuni punti supererà i dieci metri specie in prossimità dei tornanti (stiamo parlando di un paesaggio forestale) sono stati tagliati centinaia di abeti e larici secolari, decine di pini cirmoli. Con questo documento vogliamo ricordare come le istituzioni avevano sostenuto la candidatura della cittadina alpina ai mondiali 2021 definendoli i "primi mondiali sostenibili al mondo"».

Corriere delle Alpi | 2 Luglio 2020

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Casanova: «La nuova viabilità distrugge la Tofane di Mezzo»

CORTINA «Le foto sono eloquenti: i Mondiali di sci non sono affatto sostenibili sul piano ambientale». Le testimonianze video sono state raccolte dagli ambientalisti di un gran numero di associazioni e dimostrano sbancamenti nel cuore dei boschi di Cortina. «Nonostante fossimo preparati a scenari devastanti, mai avremmo previsto quanto abbiamo potuto documentare in un sopralluogo condotto sull'area di svolgimento dei Mondiali di sci alpino», riferisce per tutti Luigi Casanova. «Purtroppo assistiamo a uno scenario impressionante: l'intero versante della Tofana di Mezzo è già oggi sconvolto sia dal punto di vista naturalistico che paesaggistico».Certo, le nuove piste aperte o quelle raddoppiate di ampiezza feriscono, ma la distruzione che offende ogni sensibilità, in modo sconcertante e assurdo, è quella portata avanti per gli interventi relativi alla viabilità, a sentire ancora Casanova. La zona sciistica era già penetrata da una strada asfaltata, larga circa 7 metri: più che sufficiente per permettere il transito in sicurezza dei mezzi pesanti e delle macchine operatrici. «Questa strada sta per essere allargata fino a 9 metri, in alcuni punti supererà i dieci metri specie in prossimità dei tornanti (stiamo parlando di un paesaggio forestale), si sono tagliati centinaia di abeti e larici secolari, decine di pini cirmoli. Si sono aperte nuove strade definite bypass, anche queste larghissime».In alcune situazioni troviamo, accanto alla viabilità esistente, nuova viabilità parallela, fino a tre direttrici in meno di cento metri di dislivello. Nella zona del Rumerlo, dove vi sarà l'arrivo delle gare di velocità, si sta costruendo un enorme piazzale che ospiterà la tribuna d'arrivo e il parcheggio.«Si sta lavorando su un'area umida di grande pregio che era già da tempo utilizzata dal locale mondo impiantistico in modo irresponsabile e privo di sensibilità ambientale. Laddove vi sarà l'arrivo si lavora su terreno di riporto, infatti tre mesi fa le opere già realizzate avevano avuto cedimenti strutturali irreversibili. È sufficiente vedere le fotografie: piante che si piegano, il terreno che si apre e cede a valle».Per recuperare questo danno si sono moltiplicati i murazzi di sostegno della viabilità arrivando a cementificare per centinaia di metri e si sono costruite alte scogliere (fino a 8 metri) di massi impressionanti. Gli ambientalisti asseriscono che la richiesta dello spostamento dei Mondiali al 2022 è motivata «soltanto dal fatto che le opere non saranno concluse entro l'inverno del 2020: dall'accoglienza nelle zone degli arrivi alla viabilità di accesso (per le circonvallazioni si parla addirittura del 2024)». --Francesco Dal Mas

Corriere delle Alpi | 3 Luglio 2020

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Sulle Tofane e in piena sicurezza Mondiali di sci confermati nel 2021

Alessandra Segafreddo Cortina I Mondiali di sci di Cortina saranno il primo grande evento post Covid. Si disputeranno a febbraio dell'anno prossimo, nella massima sicurezza ma senza rinunciare a pubblico, feste e cerimonie di premiazione. La conferma è arrivata ieri pomeriggio dal Consiglio della Federazione internazionale dello sci (Fis): niente slittamento al 2022, Mondiali confermati dall'8 al 21 febbraio 2021. E garanzia, da parte della Fis, per un massimo di 10 milioni di franchi svizzeri, in caso di cancellazione dell'evento per un eventuale ritorno dell'epidemia coronavirus.La garanziaL'Italia infatti non poteva rischiare di vedersi annullato l'evento sotto data, come successo a marzo con le Finali di Coppa del mondo. Il presidente della Fisi Flavio Roda, in collaborazione con tutti gli attori coinvolti (Federazione internazionale, Fondazione Cortina 2021, Infront, governo, autorità regionali, provinciali e comunali e le categorie imprenditoriali del territorio) ha chiesto quelle garanzie che sono arrivate. «La Fis ha deciso di sostenere finanziariamente la Federazione italiana per un massimo di 10 milioni di franchi svizzeri», dichiara il presidente della Fis, Gian Franco Kasper, «in caso di cancellazione dei Mondiali per un ritorno dell'epidemia da Covid. È una forma di garanzia che la Federazione ha voluto dare all'Italia, auspicando che non ce ne sia bisogno e che il Mondiale si disputi regolarmente. Siamo molto felici per la soluzione trovata per i Mondiali del 2021 a Cortina e che le gare possano rimanere nelle date originali. Il Mondiale sarà l'evento principale della stagione».contatti serratiIl 24 maggio Roda aveva presentato alla Fis la richiesta di posticipare i Mondiali ampezzani al 2022. Richiesta spinta dalla situazione legata al Coronavirus e dalla volontà di non vedersi cancellato l'evento che avrebbe causato la perdita di oltre 30 milioni di euro. I contatti in queste settimane sono stati serrati e si è deciso di tornare al 2021, come fortemente voluto dalla Fis, che però ha dato assicurazioni finanziarie. «La Fisi, come è sempre stato negli ultimi cinque anni, ha raccolto le volontà di tutte le realtà interessate al Mondiale di Cortina», spiega Roda, «e ha registrato una forte spinta a realizzare l'evento nel 2021 e a mettere a disposizione risorse perché tutto si possa fare al meglio. La Federazione si è dunque fatta interprete di queste volontà e ha espresso al Consiglio Fis l'esigenza italiana di avere l'opportunità di un rilancio importante, un segnale per tutto il Paese».La FondazioneLa Fondazione Cortina 2021 prende atto della decisione e continua a lavorare per organizzare al meglio i Campionati. Lo spettacolo del grande sci internazionale si darà quindi di nuovo appuntamento nella Regina delle Dolomiti, in una kermesse sportiva che vedrà anche l'attesissimo ritorno delle competizioni maschili all'ombra delle Tofane. «Con la nostra disponibilità a posticipare l'evento», dichiara il presidente Alessandro Benetton, «volevamo dare il tempo a tutto il sistema locale, nazionale ed internazionale per fare un capolavoro. Ma saremo pronti in ogni caso, dimostrando che un Mondiale può cambiare la storia di un territorio nonostante le avversità».«Abbiamo lavorato duramente e senza sosta nel corso degli anni, senza fermarci nemmeno durante i mesi più duri dell'emergenza Coronavirus: la squadra è pronta e stiamo terminando le ultime rifiniture alle infrastrutture per ospitare le competizioni», continua. «La legacy infrastrutturale che i Campionati del mondo di sci 2021 lasceranno al territorio è già realtà».Le infrastrutturePer ospitare al meglio l'appuntamento sportivo, grazie al lavoro di Fondazione Cortina 2021, di concerto con Luigi Valerio Sant'Andrea - Commissario governativo ad acta - e delle istituzioni locali, sono stati realizzati impianti e infrastrutture, sportive e non, secondo un preciso piano d'interventi: le principali opere infrastrutturali si sono concentrate nel comprensorio della Tofana, dove si trovano i tracciati su cui si disputeranno le competizioni.«Sono stati già portati a termine gli interventi di restyling e ammodernamento sulle piste Olympia, Vertigine, Druscié A», elenca Benetton, «è nata una nuova pista, la Lino Lacedelli alle 5 Torri, la prima pubblica in Italia dedicata agli allenamenti e alle gare, completa di tutti gli allestimenti di protezione; è stata già realizzata e inaugurata una nuova cabinovia Cortina-Col Drusciè "Freccia nel cielo", che ha visto il virtuoso investimento pubblico-privato; è stato completato un modernissimo sistema antivalanghivo per la messa in sicurezza dell'area Pomedes - Ra Valles dal rischio slavine; ed è stata ridisegnata e completata la Finish area di Rumerlo, per renderla adatta ad ospitare anche altri eventi, destagionalizzando l'offerta sportiva e turistica di Cortina».«Proseguono», conclude, «le ultime fasi di completamento di altre infrastrutture: prima dell'inverno si conta di poter terminare i lavori della nuova cabinovia Son dei Prade - Bai de Dones, un impianto che permetterà di alleggerire il traffico verso il Falzarego, consentendo una fruizione più sostenibile dell'area sciistica delle Tofane. Cortina è pertanto pronta ad organizzare i Mondiali». --© RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere delle Alpi | 3 Luglio 2020

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Cantieri per i Mondiali di sci, la sezione Cai preoccupata per l'impatto sull'ambiente

CORTINA Adesso la questione dei presunti abusi ambientali si fa davvero dura. A mobilitarsi non sono soltanto le associazioni - che, fra l'altro, hanno annunciato un video che girerà il mondo, ed un ricorso alla Commissione europea per il mancato rispetto di talune direttive -,

ma scende in campo anche il Cai di Cortina, storicamente apprezzato per la sua moderazione su temi tanto delicati, ma anche impegnato nella protezione del contesto ambientale. «Auspico che gli Enti amministrativi, Comune e Regole - afferma la presidente Paola Valle -, preposti al controllo del territorio nonché l'Unesco (ecco il passaggio più delicato, ndr) si attivino per una maggiore e più puntuale verifica di quanto è in atto sul nostro prezioso ambiente». La sezione ampezzana del Cai si dice "preoccupata" per l'impatto dei cantieri sul territorio. «Basta fare un giro tra Gilardon, Col Fiere, Rumerlo e Cinque Torri per realizzare amaramente come l'aspetto ambientale sia lasciato in secondo piano».Altro che Mondiali della sostenibilità, di cui tutti si sono riempiti la bocca; altro che Carta di Cortina; altro che esempio da proporre per l'organizzazione dei grandi eventi. Il Cai, che non è un'organizzazione fondamentalista, s'indigna e, appunto, protesta. «Ora che la neve non c'è più sui luoghi dei cantieri - insiste la presidente - sono emerse, come nella zona di Col Fiere, gli impatti dei lavori. Un paesaggio che non può lasciare indifferenti coloro che amano la montagna, in estate e in inverno». Che dire poi - si chiede ancora Valle - della ferita impressa nei prati sopra la frazione di Gilardon? Con la scusa di una strada provvisoria per bypassare la frazione, si è provveduto ad incidere profondamente il territorio, quando - rileva la presidente - si potevano trovare soluzioni più idonee, a minor costo e di maggiore utilità. Il Comune, le Regole, l'Unesco non hanno visto proprio nulla? Ma il Cai, come gli ambientalisti, guardano avanti. Il ventilato carosello di collegamento tra Fodom e Cortina, con impianti impattanti sui territori "sacri" come il Col di Lana e preziosi per l'unicità (Passo Giau) non sanno da fare. Anche se questi impianti sono auspicati, insiste ancora la presidente, ai livelli più alti. La reazione del Cai è così severa che la presidente Valle non nasconde neppure l'autocritica. Straordinario l'impegno degli associati per conservare la sentieristica ed educare all'alpinità, ma «quello che invece il Cai ha trascurato è il controllo di quanto sta avvenendo in questo periodo sul proprio territorio». Il Cai regionale, con la presidenza di Renato Frigo, sembra sintonizzato sulla stessa lunghezza d'onda. Evidentemente, par di capire, si è esagerato.Qualche concessione all'evento sportivo ambientalisti ed alpinisti l'avevano fatta, all'inizio di questa "storia", mettendo però le mani avanti: se non si rispetta la Carta di Cortina ci faremo sentire. Oggi Cai ed associazioni si sentono traditi. A fine della scorsa settimana hanno fotografato e filmato tutto. L'immagine della "regina delle Dolomiti" che passerà ora sul web è quella che proprio nessuno vorrebbe vedere. --Francesco Dal Mas

Corriere delle Alpi | 3 Luglio 2020

p. 4

Gli albergatori cortinesi «Grossa opportunità»

CORTINA Gli albergatori di Cortina non sono stati colti alla sorpresa dall'annuncio che i Mondiali di sci sono stati confermati per il prossimo febbraio. E sono tutti impegnati - come conferma la presidente Roberta Alverà - perché riescano alla meglio.«Era nell'aria già da qualche giorno il fatto che non avrebbero spostato i Mondiali - precisa -. Infatti noi abbiamo mandato già alla metà di giugno alla Fondazione la possibilità di riconsiderare alcune clausole contrattuali che legano l'ospitalità alberghiera all'organizzazione dei Mondiali di Sci. Proprio perché crediamo fortemente che il Mondiale sia un patrimonio della nostra località e vada organizzato come l'evento e il territorio meritano. Covid permettendo naturalmente».In sostanza gli albergatori fanno di necessità virtù. Lo conferma anche il presidente provinciale di Federalberghi, Walter De Cassan. «Il mancato rinvio può rappresentare, se tutto va bene, una grossa opportunità incentivante per l'accoglienza. Che - afferma il presidente - mi pare assolutamente pronta a fare la sua parte».Se un rammarico De Cassan lo ammette è quello per cui le opere accessorie non saranno del tutto completate. «Speriamo - sospira con un pizzico di ironia - che lo siano almeno per le Olimpiadi». Per i Mondiali di sci Cortina si presenterà anche con due gestioni riqualificate, al Savoia e all'Ancora. «Sono sicura - afferma la presidente Alverà - che i nostri alberghi si presenteranno all'appuntamento in grande spolvero». --FDM

Corriere delle Alpi | 4 Luglio 2020

p. 19

Osservatorio per il 2026 C'è anche il Cai nazionale

CORTINA Entrare con propri membri designati nell'Osservatorio per i lavori delle Olimpiadi invernali del 2026. Il Cai si è già mosso a livello nazionale per un controllo dei lavori e degli impatti sull'ambiente di montagna in vista dei Giochi Olimpici del 2026. La delibera è del 14 febbraio, data in cui il Consiglio direttivo centrale del Cai si è riunito e ha nominato i propri quattro rappresentanti all'interno del gruppo di lavoro interassociativo "Osservatorio Olimpiadi invernali 2026". La nomina è avvenuta «in seguito di prese di posizione anti-Olimpiadi da parte di alcuni componenti dell'Osservatorio del Parco nazionale dello Stelvio, si legge nella delibera. «Si è deciso di affidare ad Oscar Del Barba l'incarico di monitorare le attività e l'organizzazione delle Olimpiadi invernali 2026 al fine di consentire un rapido intervento in caso di necessità».I componenti del Cai nominati a far parte dell'Osservatorio, assieme alle delegazioni delle Associazioni Ambientaliste in rappresentanza delle Regioni interessate all'evento, sono Roberto Andrighetto, Oscar Del Barba, Elena

Guella, Matteo Isotton e Luigi Spagnolli. Prima ancora del Cai di Cortina, che ha espresso in questi giorni la propria preoccupazione per l'impatto sull'ambiente dolomitico dei lavori per i Mondiali e per i Giochi Olimpici del 2026, si era già mosso dunque il Cai nazionale. Paola Valle, presidente della sezione di Cortina d'Ampezzo, aveva fatto una autocritica per aver, all'interno dell'attività del Club, «trascurato il controllo di quanto sta avvenendo in questo periodo sul proprio territorio». --Marina Menardi

Gazzettino | 4 Luglio 2020

p. 2-3 edizione Belluno, segue dalla prima

Zaia: “E dopo i Giochi, il treno delle Dolomiti”

BELLUNO «Le Olimpiadi di Cortina 2026 cambieranno la storia della montagna bellunese». Il presidente della Regione, Luca Zaia, traccia il futuro della provincia di Belluno. Un futuro fatto di grandi eventi, dai Mondiali 2021 alle Olimpiadi 2026, e di investimenti. Partiamo dai Mondiali: alla fine si faranno nel 2021 , nonostante lei fosse per il rinvio. «Questi Mondiali li abbiamo voluti con la determinazione di una coppia che non riesce ad avere un figlio. Abbiamo perso sette volte la candidatura. Ricordo che ero a Barcellona nel 2014, proprio per la candidatura, quando in Veneto sono scattati gli arresti per il Mose. Non dimenticherò mai quella giornata, diventata un trauma personale. Per questo ritenevo fosse più prudente investire nel rinvio al 2022. Nel caso in cui dovesse tornare il Covid nella migliore delle ipotesi si gareggerà a porte chiuse, nella peggiore vengono cancellati. In ogni caso parliamo dei Mondiali di sci, non di una garetta scapoli ammogliati. Perché qui siamo abituati bene tra Mondiali e Olimpiadi». Parliamo della gara a cinque cerchi. Cosa cambierà per Belluno? «Le Olimpiadi a Cortina arrivano perché è un'idea mia. Io ho fatto la domanda, lo chiarisco perché non ci siano dubbi su questo. Non c'era scritto da nessuna parte che dovevo candidare Cortina. Potevo starmene tranquillo. Lo dico non perché sono un esaltato, ma perché vorrei far capire che presentare una domanda come questa esponeva anche al rischio di perdere tutto. Si trattava di gettare il cuore oltre l'ostacolo, mettendoci oltre alla faccia anche qualche altra parte del corpo. I bellunesi devono essere orgogliosi di questo evento». Ma sul fronte infrastrutture per i Mondiali non saremo pronti. «Ricordo che non sono cantieri nostri ma di Anas, questo non toglie che la preoccupazione ci sia. Comunque i progetti vanno avanti. Il nostro obiettivo sono i Mondiali 2021 ma poi abbiamo le Olimpiadi. Ovvio che Belluno vive il problema di un territorio poco popoloso con le difficoltà di un territorio montano». Altra questione mai risolta è quella del treno delle Dolomiti, il territorio è molto diviso sui tracciati. La Regione quale appoggia? «Abbiamo pronto lo studio, fatto in maniera indipendente sui quattro tracciati. È bene che ci sia stata una digestione lenta. Come al solito, quando io parto con questi progetti tutti mi dicono che è un'utopia, una presa in giro. È successo con i Mondiali e si è ripetuto con le Olimpiadi. Se altri ci credessero di più potremmo fare tutto più in fretta. Io penso che il treno delle Dolomiti debba essere ripristinato. Sicuramente per portare i turisti fino a Cortina ma anche valutando, se avessimo tante risorse, la creazione di un anello di visita delle Dolomiti. Abbiamo le montagne più belle del mondo: non è facile da realizzare ma se riuscissimo avremmo una novità da paura». Rimaniamo sul fronte opere. Gli industriali non arretrano sulla richiesta di uno sbocco a nord. «Penso che ci sia un doveroso rispetto nei confronti di chi ha una sensibilità ambientale e che avanza delle perplessità. Io faccio parte di quelli che sostengono che il ragionamento debba essere portato avanti, ma non come una battaglia tra guelfi e ghibellini. Parto da un assunto: se Belluno fosse collegata a Monaco, nel vecchio tracciato erano 213 chilometri, Belluno entrerebbe a pieno titolo nella Mitteleuropa. Tutta la Baviera si riverserebbe a sciare a Belluno. Cambierebbe il mondo. Dopo di che c'è chi dice che il mondo non deve cambiare, ne prendo atto. Questa provincia perde mille abitanti all'anno, a me sembra un fatto grave». Come si inverte la rotta? Come si fanno rimanere i bellunesi a Belluno? «I veri temi per risollevarla sono i grandi eventi, le Olimpiadi, i Mondiali. Non bastano le idee che hanno risvolto economico pari a zero ma penso anche che questo territorio non possiamo riempirlo di fabbriche, la prima fabbrica deve diventare il turismo. Altre comunità in giro per il mondo lo hanno fatto». Sul fronte dei collegamenti intervallivi ci sono novità? «Sosteniamo i collegamenti con Civetta e con Arabba. Vorrebbe dire, se riusciremo a realizzarli, che avremmo il doppio del circuito del Sella Ronda». Ma a Livinallongo sono contrari. «La perplessità in democrazia è da rispettare. Detto questo, cinema o gelato. Possiamo anche decidere che la montagna debba essere mummificata ma dobbiamo prevedere di spostare i cittadini e portarli altrove. Facciamo il mega parco senza neanche il boscaiolo che va a tagliare le piante. Può essere una visione, io sono per la natura, per la salvaguardia di flora e fauna e vorrei ricordare che l'uomo è una specie animale, che in montagna è in via d'estinzione». Altro tema caldo il collegamento sciistico del Comelico con la Pusteria, su questo fronte come si schiera la Regione? «Io sono sostenitore del collegamento con la Val Pusteria. Alla fine avremo ragione ma è valsa la pena perdere tutto questo tempo? Il Comelico senza quel collegamento, lo scriva pure, è morto». C'è poi il capitolo sanità. Cosa sta facendo il Veneto per la sanità bellunese?

«È bene dire una cosa: questa provincia, nonostante l'adagio popolare, ha avuto un occhio assolutamente di riguardo, dati alla mano, da parte della Regione. Oltre a non aver chiuso niente abbiamo inaugurato sale operatorie e terapie intensive a Feltre dove abbiamo speso 40 milioni di euro. Nel 2010 quando sono arrivato ho trovato le proteste per le riforme. Io inviterei tutti ad andare da chi ha raccontato per dieci anni che chiudevamo gli ospedali e chiedere loro se hanno la lista degli investimenti che abbiamo fatto. Se vogliono gliela diamo. Siamo, inoltre, l'unica Regione che non applica tasse. Sulla sanità montana si può fare di più, non c'è dubbio. Ma abbiamo la coscienza pulita». E nel futuro della sanità bellunese cosa c'è? «Attenzione che da qui ai prossimi anni dovremmo investire ancora e rendere più performante la sanità. Passiamo da una sanità analogica a una sanità digitale. I territori poco popolosi, dove le distanze sono un limite, saranno molto aiutati da questa sanità digitale. Il mondo va verso la telemedicina, ci sono nuove tecniche di indagine e su questo investiamo». Belluno sarà la prima provincia ad avere questi benefici? «Sicuramente sarà la prima provincia dove questo effetto della sanità del futuro si coglierà. I bellunesi si fidino: dopo dieci anni posso dire che uno è in grado di valutare cosa ho detto e cosa ho realizzato in questi dieci anni». C'è poi la questione Vaia, di cui lei è commissario straordinario. A che punto siamo con i lavori? «Stiamo rifacendo il lago di Alleghe nuovo, stiamo rifacendo i Serrai di Sottoguda. Abbiamo portato in triennale quasi un miliardo di euro di cantieri. Belluno è un formicaio di cantieri della Regione. Per questo dico che bisogna uscire da questo fado». Cioè? «Il 50 per cento dei fondi di sviluppo rurale sono destinati alla montagna veneta. Lo chiamo fado perché sta diventando una leggenda metropolitana. Ricordo che Vaia ha raso al suolo 100mila ettari e noi siamo pronti con le opere». L'impressione è che i problemi di questa provincia non siano legati ai soldi. Allora cosa manca? «Io dico che i bellunesi sono eccezionali, perché sono innamorati della loro terra. È un grande merito, non è scontato. Pro capite, gli investimenti fatti li non li abbiamo fatti da nessun'altra parte e continueremo. Per questo dico finiamola, perché il rischio diventa quello di continuare a piangersi addosso. Se continuiamo sul piano autolesionista finisce che qualcuno ci crede. Invece dobbiamo essere orgogliosi di questa provincia». Andrea Zambenedetti © riproduzione riservata

Corriere delle Alpi | 8 Luglio 2020

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Ambientalisti, "marcia funebre" sui siti «manomessi per i Mondiali»

CORTINA Gli ambientalisti non desistono. Per il 19 luglio hanno organizzato una "marcia funebre" con tanto di "De profundis" per quei siti del contesto cortinese «che sono stati manomessi dalla costruzione degli impianti per i Mondiali 2021».Partenza alle 9, 30 dal piazzale antistante la Alexander Hall e arrivo a Cianzopé (partenza strada per rifugio Cinque Torri). Aderiscono Mountain Wilderness Italia, WWF Terre del Piave Belluno-Treviso, Ecoistituto del Veneto "Alex Langer", Italia Nostra sezione di Belluno, comitato Peraltrestrade Dolomiti, Gruppo promotore Parco del Cadore. Un esempio del contestato scempio? «Nella zona di Rumerlo, dove ci sarà l'arrivo delle gare di velocità», spiega Luigi Casanova di Mw, «si sta costruendo un enorme piazzale che ospiterà la tribuna d'arrivo e il parcheggio. Si sta lavorando su un'area umida di pregio che era già da tempo utilizzata dal locale mondo impiantistico in modo irresponsabile e privo di sensibilità ambientale. Laddove vi sarà l'arrivo si lavora su terreno di riporto; e tre mesi fa le opere già realizzate avevano avuto cedimenti strutturali irreversibili».La marcia si snoderà su strada e sterrato toccando i luoghi ove sono stati fatti o sono in corso di realizzazione i principali interventi, e permetterà ai partecipanti di constatare da vicino la portata delle conseguenze sull'ambiente e sul paesaggio di quelli che, in evidente malafede, erano stati annunciati come "eventi a impatto zero". A suo tempo le associazioni, in previsione di un incontro con i rappresentanti della Fondazione 2021, avevano elaborato una "Carta verde di Cortina", in alternativa alla "Carta di Cortina", «che nella sostanza si limitava ad affrontare aspetti marginali dell'evento. Formalmente bene accolta, la nostra "Carta" è stata poi ignorata. Con questa marcia le associazioni, che nonostante l'impegno non sono riuscite a incidere sulle scelte e neppure a limitare il danno, ribadiranno la loro netta presa di distanza da questo modo di operare», dicono gli organizzatori.Sul tema è intervenuta anche la sezione del Cai di Cortina, che ha raccolto centinaia di adesioni in tutta Italia.«Con la manifestazione non ci limiteremo a condannare quanto è avvenuto, e un dossier lo invieremo presto anche alla Commissione europea, ma», avverte Casanova, «vigileremo perché nei cantieri che restano da fare ci sia rispetto per l'ambiente».Una delegazione di ambientalisti ha già raccolto un'ampia documentazione, anche fotografica e video.«L'intero versante della Tofana di Mezzo è già oggi sconvolto sia dal punto di vista naturalistico e sia paesaggistico. La zona sciistica era già penetrata da una strada asfaltata, larga circa 7 metri: più che sufficiente per permettere il transito in sicurezza dei mezzi pesanti e delle macchine operatrici. Questa strada sta per essere allargata a 9 metri, in alcuni punti supererà i dieci». --francesco dal mas© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Dolomiti Superski al fianco di Cortina su Mondiali e Olimpiadi

CORTINA «Spero che i Mondiali di sci di Cortina siano il più grande evento internazionale dopo la pandemia». Parola di Sandro Lazzari, presidente del Dolomiti Superski, il comprensorio sciistico che riunisce le 1 2 valli delle Dolomiti e che è tra i partner territoriali della Fondazione Cortina 2021.«Da sempre, Dolomiti Superski, del quale la zona sciistica di Cortina fa parte fin dalla fondazione nel 1974, vede nei campionati del mondo di sci alpino 2021 e ancora più in là nei Giochi Olimpici di Milano-Cortina 2026, un palcoscenico di immenso valore per tutto il territorio delle Dolomiti», sottolinea Lazzari. «Sono due occasioni che daranno impulsi importanti all'economia e con essa alla società civile montana intera, permettendo di realizzare opere di grande valore, con lungimiranza anche in termini di sostenibilità». Il presidente Lazzari sottolinea l'importanza della costruenda cabinovia Son dei Prade-Bai de Dones, che collegherà direttamente Cortina all'area sciistica delle Cinque Torri e alle altre aree centrali di Dolomiti Superski. «Questo impianto, a emissioni zero, permetterà di ridurre notevolmente il traffico motorizzato verso Passo Falzarego, valorizzando da un lato l'offerta turistica invernale ed estiva e dando anche un contributo alla riduzione del traffico, del rumore e del CO2 prodotto». «Auspico», conclude la disamina del presidente Lazzari, «che la crisi a seguito della pandemia da Covid-19, che già ha costretto gli organizzatori di Cortina 2021 a rinunciare alla prova generale dei Mondiali, dovendo cancellare le finali di Coppa del mondo nel marzo scorso, possa rientrare al più presto, permettendo così di ultimare quanto ancora in fase di rifinitura, così da poter vivere tutti insieme, il prossimo anno, questo grande evento sportivo internazionale nelle Dolomiti». --A.s.

Corriere delle Alpi | 12 Luglio 2020

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«Troppe fake news: curare il territorio è la nostra priorità»

CORTINA «Troppe fake news, noi orgogliosi della nostra responsabilità ambientale». Così Valerio Giacobbi, ad della Fondazione Cortina 2021, intende fare chiarezza sui progetti in corso per la rassegna iridata che nei giorni scorsi hanno scatenato le ire degli ambientalisti e anche le perplessità del Cai Cortina. «TUTTO IN PERFETTA REGOLA» «Tutte le opere realizzate o in corso di ultimazione per i Mondiali», sottolinea Giacobbi, «hanno sempre seguito il regolare iter di progettazione, valutazione e realizzazione previsto dalle normative vigenti. C'è poi un commissario ad acta, Luigi Valerio Sant'Andrea, che, in virtù della legge 50 del 2017, ha il compito di provvedere al piano di interventi per assicurare la realizzazione del progetto sportivo. Il commissario, in qualità di stazione appaltante, ha promosso ben 6 conferenze dei servizi per raccogliere i pareri di tutti i soggetti competenti in merito ai progetti prospettati. Inoltre la Fondazione ha promosso, insieme al Comune di Cortina, alle Amministrazioni competenti e ad altre realtà territoriali come le Regole e le associazioni di categoria, la formazione del Piano degli interventi concordato con il commissario di governo. Noi portiamo avanti in maniera condivisa un progetto importante per il futuro del territorio e per la sostenibilità economica e sociale del "sistema montagna"». «MASSIMO COINVOLGIMENTO» Giacobbi ricorda anche che la Fondazione ha lavorato per coinvolgere il tessuto associativo territoriale attivando anche tavoli sui temi ambientali e sociali con tutte le associazioni locali. «In questi anni», spiega, «si sono svolti più incontri al riguardo e abbiamo mostrato piena disponibilità informando e fungendo da facilitatori sui progetti condivisi. Il Piano degli interventi è stato articolato su livelli di priorità strategica anche in relazione all'esigibilità delle risorse economiche, per garantire la tempestiva realizzazione delle opere connesse all'organizzazione dell'evento ed avviare le opere ritenute complementari e di "legacy" per il territorio. Tutte le infrastrutture sportive (piste, traguardi, impianti di risalita e antivalanghivo) necessarie al regolare svolgimento dei Mondiali saranno finite entro fine 2020. I tracciati di gara in Tofana sono stati preparati nel rispetto delle normative vigenti», dice ancora Giacobbi, «per adeguarli alle esigenze tecniche e di sicurezza dei Mondiali e anche per meglio rispondere alle necessità turistiche in un'ottica di sviluppo del territorio». «MAI USATI ESPLOSIVI» A questo riguardo, Giacobbi spiega che non è mai stato fatto uso di esplosivi. Si è svolta solo un'attività di taglio alberi strettamente necessaria alla realizzazione delle opere autorizzate. «Ogni intervento prevede programmi di miglioramento boschivo che tengono conto dei principi di selvicoltura naturalistica al fine di garantire la biodiversità». Per quanto riguarda l'impatto paesaggistico e l'apparenza "brulla" delle aree interessate dai lavori, Giacobbi sottolinea che si sta già procedendo alla fase di rinverdimento. «Tutte le opere, sia quelle commissariali e sia quelle private, prevedono l'inerbimento», dichiara, «con l'utilizzo di specie autoctone. In alcune aree si procederà con autoclave, in altre con paglia e concime. Va tuttavia ricordato che alcuni interventi di ripristino già ultimati sul Col Drusciè sono andati rovinati con Vaia, e di qui il ritardo su quell'area. La Fondazione ha considerato sin dalla sua costituzione la responsabilità ambientale come uno dei punti chiave della propria visione e della gestione dell'evento. Si è dotata perciò di professionalità qualificate divenendo promotore nei confronti della comunità di una cultura della sostenibilità. Intendiamo

realizzare un evento con totale compensazione della CO2 generata dalla gestione stessa dell'evento; grazie ad un sistema di monitoraggio delle emissioni di Co2, sia per la fase di cantierizzazione delle infrastrutture sportive e sia per quella di gestione vera e propria dell'evento, finiti i Mondiali tutte le emissioni conteggiate verranno compensate. Ci siamo posti come obiettivo di raggiungere realmente il 70% di raccolta differenziata e di riciclo e recupero dei rifiuti raccolti durante il grande evento. La responsabilità ambientale», conclude Giacobbi, «è il nostro faro, ci guida in ogni passo; e abbiamo infatti deciso di implementare un programma di verifiche in campo su ambiente e sicurezza. Ad oggi sono già stati svolti da società terze accreditate 5 dei 10 audit in programma e ciascuno d non ha riscontrato alcuna "non conformità"». --alessandra segafreddo© RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere delle Alpi | 17 Luglio 2020

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Dal Cai l'ennesima denuncia «Quei cantieri, uno scempio»

CORTINA Rieccolo il Cai, con una rinnovata denuncia «dello scempio legato ai cantieri per i Mondiali». E con l'assicurazione, da parte del presidente regionale Renato Frigo, che domenica ci sarà alla protesta ai piedi della Tofana.«Le foto dei cantieri dei lavori in corso non possono che lasciare ammutoliti tutti gli amanti della montagna. Si esprime viva preoccupazione per il fortissimo impatto ambientale dei lavori nelle località Col Fiere, Gilardon, Rumerlo e Col Drusciè».E Frigo ribadisce ancora una volta la contrarietà del Cai Veneto ai collegamenti Passo Falzarego-Arabba e Cortina-Alleghe, già previsti nel Piano neve regionale nel 2013 e stralciati poiché la Commissione di valutazione ambientale strategica dell'epoca aveva dichiarato la loro incompatibilità con il D.M. 184/2007 perchè «la loro realizzazione avrebbe costituito una pressione ambientale tale da raggiungere livelli di insostenibilità».Frigo tira in ballo la "Carta di Cortina", perché non rispettata, ed i dettami di Papa Francesco nell'enciclica "Laudato Sii" che, allo stesso modo, non trovano corrispondenza in quanto si sta facendo. La Fondazione Cortina ha provato a rassicurare gli ambientalisti ed il Cai, ma Luigi Casanova, di Mountain Wilderness rigetta ancora una volta le argomentazioni, osservando che la "Carta di Cortina" si è dimostrata un «documento vuoto» per chi ha fino ad oggi operato.«Riguardo l'operazione di "smacchiatura"», esemplifica Casanava soffermandosi sulle conseguenze dei lavori, «cioè il ricoprire scavi indicibili, movimenti terra, taglio di migliaia di alberi con dei rinverdimenti per lo più artificiali, lascia comunque evidenti le cicatrici imposte al territorio: la montagna sconvolta, la perdita di paesaggio, le enormi scogliere e muraglie di cemento imposte al territorio per una viabilità, in piena foresta, che dopo gli eventi risulterà inutilizzata».E sulla (non) partecipazione promossa dalla Fondazione, Casanova aggiunge che «per correttezza era lecito attendersi dalla Fondazione un coinvolgimento diretto almeno dell'associazionismo ambientalista nazionale nel confronto, senza nulla togliere alla preparazione e alle conoscenze proprie dei gruppi locali: qui la Fondazione ha scientificamente glissato».Negli sporadici incontri avuti con la Fondazione, ricorda l'ambientalista, «ci è stato solo permesso ovviamente di ascoltare, elencare alcune nostre progettualità o obiezioni. Non ci è poi stata fornita una sola occasione di condividere le scelte o di arricchirle, e di intervenire con proposte di moderazione dei danni o di sostegno o contrarietà a scelte ritenute, dalla nostra sensibilità, qualificanti o negative». --Francesco Dal Mas© RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere delle Alpi | 19 Luglio 2020

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Protesta ambientalista "blindata" senza corteo

CORTINA Gli ambientalisti che stamattina si raduneranno a Cortina per protestare contro i presunti scempi all'ambiente con i cantieri per i Mondiali sono blindati, ingessati. Hanno ricevuto l'autorizzazione per due sit-in "statici", all'Alexander e a Cianzopè. Ma non sono autorizzati a protestare passeggiando da un cantiere all'altro.È fatto loro divieto di spostarsi a piedi in gruppetti, quindi non possono formare un corteo. Non sarà consentito nessun cartello, nemmeno uno striscione. Non potranno neppure distribuire volantini, tanto meno fotografare le "rovine" che (non) troveranno.Le risposte polemiche alle prescrizioni di polizia hanno incominciato a rincorrersi ieri pomeriggio sui social e c'è chi ha preannunciato interventi perfino in Parlamento. «Per i Mondiali», si limita a commentare Luigi Casanova, «la democrazia e la partecipazione sono state sospese, per non dire conculcate. Chissà per le Olimpiadi». Gli organizzatori avevano assicurato di voler attenersi a tutte le norme che sarebbero state loro indicate dalla Questura, ma nell'ambito appunto del corteo di protesta. Quindi il distanziamento addirittura superiore ad un metro, la mascherina, nessun assembramento, neppure il più piccolo. Seppur a malincuore si atterranno anche alle nuove disposizioni. Ma - anticipano - questa blindatura si risolverà in un'autogol per la stessa organizzazione dei Mondiali, perché - avvertono i rappresentanti delle associazioni - farà il giro del mondo via social. Mountain Wilderness Italia, Wwf Terre del Piave, Ecoistituto del Veneto, Italia Nostra di Belluno, Peraltrestrade Dolomiti, Gruppo Parco del Cadore: queste le associazioni coinvolte. Ma più pesante ancora è l'adesione del Club alpino italiano che a livello regionale e locale ha condiviso la protesta, mentre gli organi nazionali del Cai l'hanno fatta propria.In serata il Comitato popolare Difesa beni pubblici e comuni "Stefano Rodotà" ha preso posizione sulle regole imposte agli organizzatori della

manifestazione, contestandole come «una gravissima violazione di diritti fondamentali previsti dalla nostra Costituzione: il diritto di riunione (articolo 17), il diritto alla salvaguardia dell'ambiente (articolo 9), il diritto alla libera manifestazione del pensiero (articolo 21)». Sottolineando che «rischia di non avere più ragione d'essere» il riconoscimento Unesco alle Dolomiti. --francesco dal mas

Corriere delle Alpi | 20 Luglio 2020

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Un abete rosso nel cantiere della seggiovia Gli ambientalisti: «Scempio mondiale»

Francesco Dal Mas CORTINA Un abete rosso piantato a lato del cantiere della nuova seggiovia che, in due tronconi, collegherà il centro di Cortina con le 5 Torri. È l'atto simbolico che gli ambientalisti hanno compiuto a conclusione della manifestazione di ieri a Cortina contro quello che hanno definito lo "scempio mondiale", che potrebbe diventare uno "scempio olimpico". Il gruppo si è portato sulla strada del Falzarego, là dove verrà attraversata dal futuro impianto. È sceso di qualche metro e in un sito, a margine della futura area asservita alla seggiovia, ha messo a dimora la pianta. «Abbiamo scelto un abete rosso», spiega Luigi Casanova, anima storica dell'ambientalismo dolomitico, «per perorare la causa del re-impianto, almeno là dove è possibile, degli abeti, dei larici e degli altri alberi che verranno sacrificati alle nuove infrastrutture». L'appuntamento di "Mountain Wilderness", del "Cai" (Commissione Tam, in particolare), del "Wwf", di "Italia Nostra", di "Peraltrestrade" e degli altri movimenti che hanno animato la mattinata sul piazzale dell'Alexander Hall è iniziato alle 9. I numerosi interventi dei presenti hanno passato in rassegna tutti i cantieri che meriterebbero la riprovazione di quanti hanno a cuore i boschi di Cortina. La manifestazione era blindata: la questura di Belluno aveva infatti impedito il "de profundis" in corteo che gli organizzatori si erano ripromessi di celebrare presso le diverse "tombe dell'ambiente" create ai piedi della Tofana. Alcuni dei presenti, però, di loro iniziativa e indipendentemente dall'organizzazione, hanno approfittato per compiere la ricognizione in privato, ovviamente distanziati l'uno dall'altro. E ovviamente muniti di cellulare, quando non addirittura di videocamera. La documentazione che verrà raccolta sarà inserita in un dossier sui "Mondiali di Cortina 2021" che tra qualche settimana verrà inviato ai competenti uffici della Commissione europea per «denunciare come, un'altra volta ancora, all'evento sportivo sia stata sacrificata la natura, e in particolare un contesto ambientale straordinario come quello della conca ampezzana». Così, infatti, ha anticipato Giancarlo Gazzola, portavoce di Mountain Wilderness. Ponendo a dimora l'abete rosso, Casanova e Roberto Menardi, del "Wwf" di Cortina, hanno anticipato che non consentiranno, in vista delle Olimpiadi, altri abusi contro l'ambiente. «I collegamenti sciistici e impiantistici di cui tanto si parla», ha messo le mani avanti Casanova, «riceveranno una decisa azione di contrasto in tutte le sedi nazionali ed internazionali. Non è infatti proponibile che, con la scusa olimpica e con il marchio della sostenibilità, si approfitti per portare violenza ad un territorio così fragile». Secondo le associazioni ambientaliste non è per niente giustificabile il collegamento tra Cortina ed il Civetta, da una parte, e Cortina ed Arabba, dall'altra. «Ha perfettamente ragione il sindaco di Livinallongo ad opporsi» insiste dal canto suo Gazzola «ed ha ragione soprattutto a definirlo un ecomostro».Da qualche tempo si va sostenendo che gli impianti di risalita potrebbero essere un'alternativa ai flussi automobilistici lungo i passi dolomitici. «Cominceremo a credere a questa versione» afferma Casanova «solo quando le società impiantistiche cominceranno a dimezzare le tariffe per renderle a portata delle famiglie, in modo che queste possano lasciare le auto a valle».Intanto, quanto ai vincoli imposti alla protesta di ieri, gli organizzatori hanno interessato giuristi a livello nazionale perché si facciano carico di azioni legali, e non solo politiche, «per ripristinare il diritto alla democrazia e alla partecipazione». Un altro esposto sarà inoltrato all'Ordine dei giornalisti perché alcuni cronisti e fotoreporter non hanno avuto l'autorizzazione a portarsi nei cantieri dei Mondiali. --Fdm

Corriere delle Alpi | 20 Luglio 2020

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Tutto tranquillo, ma qualcuno ha provato a forzare i divieti

CORTINA Si è svolta in un clima parzialmente disteso la manifestazione organizzata ieri a Cortina dalle associazioni ambientaliste per contestare i numerosi cantieri aperti in ottica Mondiali/Olimpiadi nella Conca ampezzana, in particolare quelli presenti ai piedi delle Tofane. A partire dalle 9.30, circa 70 persone, provenienti dalle varie province del Veneto, hanno affollato il piazzale antistante la sede della fondazione Cortina 2021 (Alexander Hall) per ribadire la propria insofferenza verso lo svolgimento dei lavori, «che avranno un impatto devastante sull'ecosistema ampezzano».Molte le prese di posizione da parte dei relatori che si sono alternati sul palco con un unico obiettivo: contestare il Comune, i responsabili degli impianti a fune e alcune scelte prese dai vertici della Regione. Presenti le varie associazioni preannunciate alla vigilia, la consigliera regionale Patrizia Bertelle (Gruppo Misto), alcuni cortinesi e le forze dell'ordine, che fino all'ultimo hanno verificato il corretto svolgimento della manifestazione, che solo sul finire ha regalato reali spunti di cronaca. Nessun contestatore esterno, ma qualche frizione tra manifestanti: un medico giunto da Padova ha cercato di incitare i compagni a forzare i limiti imposti dalla Questura e avviarsi verso Cianzopè in fila indiana, come da programma 28

iniziale. Un intervento subito sedato dai compagni, contrari alla presa di posizione del medico, sostenuto però da Paolo Cacciari, politico italiano e fratello di Massimo Cacciari, presente tra i manifestanti e deciso a procedere con il corteo verso il punto prestabilito: «Ci stanno vietando non solo di manifestare, ma anche di passeggiare per visitare i luoghi dello scandalo, perché qui stiamo parlando di uno scandalo di portata nazionale come ha detto il presidente del Cai», afferma Paolo Cacciari. «Qui c'è un divieto della Questura a mio parere ridicolo, è una balla totale che il corteo avrebbe creato assembramenti. Il distanziamento veniva garantito da tutti noi: come passeggiamo per le strade, così avremmo fatto lungo il percorso ipotizzato dagli ambientalisti. Così gli organizzatori non possono più guidarci verso Cianzopè, io non so dove sia questo posto, avrei seguito il flusso delle persone. Ho aspettato fino all'ultimo, ma è tutto fermo e credo si andrà per le lunghe. Peccato, ci hanno rovinato la manifestazione».Per sedare gli animi è intervenuto sul finire della manifestazione il dirigente del commissariato di Polizia di Cortina, Luigi Petrillo, che ha sostenuto come le limitazioni imposte alla manifestazione fossero giuste e in linea con le disposizioni normative in atto per contrastare l'emergenza Covid-19. Norme a tutela sanitaria, che avrebbero permesso di tenere sotto controllo la situazione ed evitare spiacevoli situazioni lungo il percorso. –

Corriere delle Alpi | 21 Luglio 2020

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Berton: gli ambientalisti da salotto uccidono la nostra montagna

Belluno «L'ambientalismo da salotto rischia di uccidere la montagna bellunese». Pesante presa di posizione quella di Confindustria Belluno Dolomiti, che rispedisce al mittente le accuse contro i cantieri per la realizzazione delle infrastrutture in vista dei Mondiali di sci del 2021. «L'aver piantato un abete rosso come gesto simbolico», tuona la presidente Lorraine Berton, «è effettivamente emblematico di come l'ambientalismo ideologico e da salotto guardi la montagna secondo gli stereotipi e gli interessi di chi vive in pianura e in città. Una visione distorta e pericolosa, perché rischia di pregiudicare il futuro di chi vuole continuare a lavorare e a vivere in queste aree. I montanari, quelli veri, sanno benissimo che nelle nostre zone gli alberi sono troppi e di certo non serve piantarne di altri». A Berton la manifestazione inscenata domenica a Cortina d'Ampezzo non è andata proprio giù: «Ha perfettamente ragione un grande conoscitore della montagna come Annibale Salsa, quando sostiene che bisognerebbe abolire la festa dell'albero a favore della festa dei prati, perché il paesaggio montano è stato stravolto dall'avanzare dei boschi, causato dall'abbandono dell'uomo. Chi invece guarda la montagna dalla prospettiva sbagliata viene qui a piantare alberi, con la scusa di un ambientalismo ideologico, salottiero e prevaricatore della volontà e degli interessi dei bellunesi». «Le grandi manifestazioni sportive», prosegue la numero uno degli industriali bellunesi, che presiede anche il tavolo tecnico "Sport e Grandi Eventi" a livello nazionale, «sono una grande opportunità per il futuro del nostro territorio. Non solo per la visibilità planetaria che avremo, ma anche, e soprattutto, per le opere che saranno realizzate, per affrontare la vera emergenza della nostra provincia: l'inadeguatezza delle infrastrutture fisiche e virtuali. Il che significa strade migliori, una ferrovia efficiente, nuovi collegamenti sciistici e banda larga ovunque. Solo così sarà possibile evitare l'isolamento della montagna bellunese e frenare lo spopolamento». Berton si sofferma, poi, sui numeri presentati nei giorni scorsi dai Bellunesi nel mondo: solo nel 2019 duemila giovani avrebbero lasciato la nostra provincia: «È un pezzo di futuro che se ne va. Dobbiamo tamponare questa emorragia, rendendo il nostro territorio più attrattivo e competitivo. Dobbiamo creare le condizioni perché le nostre imprese restino a produrre qui, garantendo occupazione e benessere diffuso. Dobbiamo favorire uno sviluppo sostenibile e inclusivo della montagna, investendo in tecnologia, competenze e green economy. Insomma, dobbiamo mettere al centro il futuro e la vita dei bellunesi, non i capricci e la smania di visibilità di qualche sparuto ambientalista che rappresenta poco più che sé stesso. La montagna è di chi la abita, non di chi la vive solo per una gita fuori porta». E poi un accenno ai tanti problemi che affliggono la viabilità della montagna bellunese: «Anche nell'ultimo fine settimana abbiamo visto cosa significhi avere una rete infrastrutturale inadeguata con la viabilità in tilt su A27, Alemagna ma anche sull'Agordina. Chiedo agli ambientalisti: quanto inquina una macchina in coda? Qual è il costo - anche paesaggistico - di una montagna che si spopola? Quali proposte alternative avanzano, piantare altri alberi? ». «Rispetto le idee di questi signori, ma mi sento in obbligo di dire che non rispecchiano il parere della stragrande maggioranza dei bellunesi», rimarca Berton. «Il nostro territorio ha bisogno di investimenti soprattutto ora: l'emergenza economica derivante dalla pandemia rischia di darci il colpo di grazia e accentuare le nostre fragilità strutturali. Per questo il partito del no è fuori dal tempo e dalla storia ma soprattutto dal territorio». «Facile salire dalla pianura e protestare con merenda al sacco per poi tornarsene a casa, troppo facile», conclude il presidente dell'Associazione industriali. -

Corriere delle Alpi | 22 Luglio 2020

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Il cda di Cortina-Milano Malagò: Olimpiadi 2026 senza scempi ambientali

CORTINA

Le preoccupazioni ambientaliste, quelle del Cai in particolare, per i presunti "scempi all'ambiente" per i cantieri dei Mondiali 2021, hanno fatto centro. «Costruire meno, costruire meglio e lasciare una legacy per il futuro, questi sono dei punti fermi», ha rassicurato Giovanni Malagò, presidente del Coni. Nella significativa data dei 2026 giorni dalla cerimonia di apertura dell'Olimpiade invernale Milano Cortina 2026, il cda della Fondazione che organizza i Giochi si è riunito a Milano, e il 12 e 13 ottobre sbarcherà a Venezia.L'ad Vincenzo Novari si è subito sintonizzato con Malagò, rassicurando anche lui: sarà la prima Olimpiade che, per quanto riguarda l'operatività dell'evento, non utilizzerà un euro di denaro pubblico, lasciando un'impronta leggera e positiva del proprio passaggio. La grande paura è che, prima in Italia, e poi in Europa, passi la denuncia ambientalista che per i Mondiali del febbraio prossimo non è stata assolutamente rispettata la Carta della sostenibilità, a suo tempo sottoscritta. La candidatura olimpica, come si sa, è stata vinta anzitutto perché, si è detto, i Giochi del 2026 saranno compatibili sul piano economico, sociale, ma soprattutto su quello ambientale. «C'è grande curiosità e interesse verso questa Olimpiade perché con la doppia candidatura di Milano e Cortina abbiamo aperto una nuova era - ha detto ieri Malagò, - decolla concretamente il progetto di un grande evento innovativo, carico di energia sul piano sportivo e leggero dal punto di vista economico e strutturale».Malagò ha ricordato ancora che Milano Cortina 2026 è la prima Olimpiade invernale che muove dal rispetto dell'Agenda 2020 del Cio e della New Norm, la riforma del 2018 che mira a rendere i Giochi Olimpici e Paralimpici un grande evento sostenibile, flessibile ed efficiente, sia sotto il profilo operativo che finanziario, creando al contempo più valore per le città ospitanti nell'immediato e nel lungo termine. E Novari ha insistito: «Sarà un'Olimpiade corale. Un'occasione unica di sviluppo per un Paese che deve ripartire: per questo il nostro lavoro inizia subito e lascerà un'eredità positiva ben oltre il 2026».Al termine della due giorni - un'occasione anche per fare il punto anche sui progetti e gli eventi che accompagneranno i Giochi sul territorio - il cda della Fondazione ha approvato all'unanimità la relazione del presidente. Presenti a Milano anche i delegati del Veneto e di Cortina. --Francesco Dal Mas© RIPRODUZIONE RISERVATA

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