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RASSEGNA STAMPA DICEMBRE 2018
1 Rassegna Stampa – Dicembre 2018
PRINCIPALI ARGOMENTI DEL MESE DI DICEMBRE: SERRAI DI SOTTOGUDA: IL PROGETTO DI RICOSTRUZIONE .................................................................................................. 3 ANNUALE COLLEGIO DEI SOSTENITORI .................................................................................................................................... 9 EPHEMERIS: DOLOMITI E WATTENMEER NELLA MOSTRA DI TAPPEINER .......................................................................... 11 DOLOMITI PROTAGONISTE A TEDXTrento ................................................................................................................................ 12 NOTIZIE DA CAI E RIFUGI ............................................................................................................................................................ 13 CORSI FORMATIVI ........................................................................................................................................................................ 16 NOTIZIE DAI SOSTENITORI ......................................................................................................................................................... 17 NOTIZIE DAI PARCHI .................................................................................................................................................................... 18 EVENTI PATROCINATI .................................................................................................................................................................. 20 DOLOMITI IN TV ............................................................................................................................................................................ 23
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SERRAI DI SOTTOGUDA: IL PROGETTO DI RICOSTRUZIONE Corriere delle Alpi | 12 Dicembre 2018
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p. 21 Fondazione Dolomiti Unesco: un regalo per sostenere i Serrai ROCCA PIETORE. Per sostenere il progetto del recupero dei Serrai di Sottoguda, distrutti dalla tempesta "Vaia" il 29 ottobre, la Fondazione Dolomiti Unesco propone un regalo particolare, il cofanetto con i 6 Dvd del reportage di Piero Badaloni "Dolomiti. Montagne - Uomini - Storie", acquistabile al costo di 30 euro oppure i DVD "Dolomiti. Viaggio nell'arcipelago fossile" e "Dolomiti. Economia del Bene Comune" (italiano, tedesco e inglese) al costo di 10 euro l'uno.L'intero ricavato della vendita andrà a sostenere il progetto di recupero dei Serrai di Sottoguda, la gola naturale ai piedi della Marmolada, il cui percorso pedonale è stato gravemente danneggiato. Per acquistarli basta inviare una mail a info@dolomitiunesco.info. Il progetto di recupero dei Serrai è sostenuto dalla Fondazione e prevede anche l'attivazione di un crowdfunding, per il quale in molti si stanno già mobilitando: tra questi anche i ragazzi della media di Santa Giustina. L'amministrazione Comunale di Rocca Pietore, con il sindaco Andrea De Bernardin, aveva lanciato la proposta di un concorso di idee per ripristinare il percorso, andato distrutto. Di qui l'idea della Fondazione.Le idee che saranno valutate dovranno prevedere l'intervento sulla funzionalità idraulica dell'alveo e la messa in sicurezza idrogeologica, ma con soluzioni che tengano insieme diversi aspetti: la riduzione al minimo dell'impatto, il carattere innovativo dal punto di vista dell'adattamento ai cambiamenti climatici, l'accessibilità alle persone diversamente abili e la valorizzazione delle peculiarità geologiche, geomorfologiche e paesaggistiche della gola.Il costo complessivo sarà di circa 6 milioni di euro, coperto in parte dagli Enti che compongono la Fondazione, in parte dalla Fondazione stessa (per quanto riguarda la progettazione), in parte attraverso il crowdfunding, ovvero con il sostegno e la partecipazione di tutti. I primi a rispondere "presente" alla chiamata della Fondazione sono stati gli studenti del Comprensivo Rodari di S.Giustina.I ragazzi saranno impegnati direttamente nella raccolta fondi a favore del ripristino dei Serrai: il 15 e 16 dicembre, insieme a genitori e insegnanti, venderanno ai mercatini di Natale di S. Giustina i loro lavori (libretti dedicati alle frazioni del Comune, acquerelli, quilling), per destinare il ricavato al crowdfunding lanciato dalla Fondazione. Ma non si fermeranno a questo. Inizieranno anche un percorso didattico incentrato sulle Dolomiti Patrimonio Unesco, andranno in escursione, incontreranno esperti. Svolgeranno insomma una serie di attività non solo utili al recupero dei Serrai, ma anche e soprattutto coerenti con lo spirito che ha animato la proposta della Fondazione: accrescere la consapevolezza di vivere in un Patrimonio Mondiale e comunicarne i valori. --Francesco Dal Mas Gazzettino | 12 Dicembre 2018 p. 13 edizione Belluno Serrai da ripristinare nuova idea Unesco ROCCA PIETORE Per sostenere il progetto del recupero dei Serrai di Sottoguda l'Unesco invita a regalare, per le imminenti festività di Natale, il cofanetto con i sei dvd del reportage di Piero Badaloni Dolomiti. Montagne Uomini Storie (in italiano, 30 euro) o i dvd Dolomiti. Viaggio nell'arcipelago fossile e Dolomiti. Economia del Bene Comune (italiano, tedesco e inglese, 10 euro l'uno). L'intero ricavato della vendita andrà a sostenere il progetto di recupero della gola naturale ai piedi della Marmolada, il cui percorso pedonale è stato devastato dagli eventi atmosferici del 29 ottobre scorso. Per acquistarli basta inviare una mail a info@dolomitiunesco.info. Il progetto di recupero dei Serrai è sostenuto dalla Fondazione Dolomiti Unesco e prevede anche l'attivazione di un crowdfunding, per il quale in molti si stanno già mobilitando: tra questi anche i ragazzi della scuola media di Santa Giustina.IL PROGETTO«Nell'ultimo consiglio d'amministrazione della Fondazione Dolomiti Unesco - viene spiegato - è stato votato all'unanimità l'impegno per la progettazione del recupero dei Serrai. L'amministrazione Comunale, con il sindaco Andrea De Bernardin, aveva lanciato la proposta di un concorso di idee per ripristinare il percorso, andato distrutto. Di qui l'idea della Fondazione: perché non cogliere l'occasione per realizzare un intervento modello? Le idee che saranno valutate, infatti, dovranno prevedere l'intervento sulla funzionalità idraulica dell'alveo e la messa in sicurezza idrogeologica, ma con soluzioni che tengano insieme diversi aspetti: la riduzione al minimo dell'impatto, il carattere innovativo dal punto di vista dell'adattamento ai cambiamenti climatici, l'accessibilità alle persone diversamente abili e la valorizzazione delle peculiarità geologiche, geomorfologiche e paesaggistiche della gola. Il costo complessivo sarà di circa 6 milioni di euro, coperto in parte dagli Enti che compongono la Fondazione, in parte dalla Fondazione stessa (per quanto riguarda la progettazione), in parte attraverso il crowdfunding, ovvero con il sostegno e la partecipazione di tutti».Dario Fontanive
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Gazzettino | 13 Dicembre 2018
p. 8 edizione Belluno Mercatino Solidale per i Serrai UNESCO SANTA GIUSTINA A seguito dei tragici eventi meteorologici che hanno colpito le Dolomiti, l'Istituto Rodari ha organizzato una raccolta fondi da destinare al progetto di recupero del sentiero dei Serrai di Sottoguda promosso dalla Fondazione Dolomiti Unesco. L'appuntamento è quello dei mercatini di Natale di Santa Giustina che si svolgeranno da domani a domenica. «In accordo con la stessa Fondazione Dolomiti Unesco e con il sostegno dell'Amministrazione Comunale - viene spiegato - studenti, genitori e insegnanti si impegneranno nella vendita di prodotti realizzati dagli alunni durante le attività di laboratorio dei corsi a tempo prolungato. Saranno offerti quadri dipinti con la tecnica della pittura a olio, guide turistiche del territorio di S. Giustina, favole scritte dagli alunni, piccoli gioielli decorativi prodotti con striscioline di carta, presepi e altri oggetti artigianali. L'entusiasmo ha contagiato tutti, che si stanno organizzando per allestire lo stand dove si potrà anche partecipare alla classica pesca e divertirsi con simpatici giochi in legno e indovinelli. Anche i bambini della Scuola dell'Infanzia di Cergnai hanno aderito realizzando dei grembiuli da cuoco».
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Corriere delle Alpi | 20 Dicembre 2018
p. 3 inserto I serrai feriti rinasceranno I serrai di Sottoguda, una delle attrazioni più rilevanti delle Dolomiti, sono attualmente inaccessibili. L'alluvione di fine ottobre ha distrutto la strada e i ponti che attraversano lo spettacolare canyon tra le rocce nella frazione di Rocca Pietore, dove il millenario scorrere del torrente Pettorina ha formato voragini e grotte di rara suggestione. La Fondazione Dolomiti Unesco si è già impegnata per la progettazione della ricostruzione, ma perché i serrai possano tornare presto a emozionare escursionisti e scalatori, è necessario soprattutto che nessuno dimentichi la loro unicità.
6 Rassegna Stampa – Dicembre 2018
Corriere delle Alpi | 30 Dicembre 2018
p. 16 De Bernardin: «Ricostruzione lunga, operosa e molto costosa» Marcella Corrà BELLUNO Ci sono 85 siti boschivi interessati dall'uragano Vaia di fine ottobre. Cioè 85 boschi rasi al suolo o quasi, con gli alberi sradicati o spezzati. Una enormità di luoghi, di interventi da compiere, di milioni di alberi da portare via, da cercare di recuperare prima che vengano attaccati in primavera dai parassiti. «Sono luoghi che hanno sotto di loro villaggi, case e strade» commenta il sindaco di Rocca Pietore, Andrea De Bernardin. Paesi da rendere sicuri, prima di tutto. Questo è solo uno dei tantissimi dati su quanto accaduto due mesi fa, che può far capire (ma solo in parte) quello che c'è da ricostruire, sistemare, mettere in sicurezza. Il paese di Rocca Pietore, ribadisce ancora una volta il sindaco, è stato il centro dello sconvolgimento di vento e di acqua di due mesi fa. Da quel giorno nessuno si è potuto fermare un momento, sindaco in testa, ovviamente. Un altro dato: 107 milioni di euro di danni solo per il territorio comunale di Rocca, danni provocati alle strade, agli argini, agli acquedotti, quelli ai privati e quelli agli enti pubblici. «E non è neppure un conto completo» aggiunge De Bernardin, «non abbiamo messo in quel conto, ad esempio, i danni delle linee elettriche». Tutte atterrate o quasi in Agordino. «Solo in primavera capiremo completamente quale vastità ha avuto l'uragano». Ci sono 1200 abitanti a Rocca, direttamente o indirettamente tutti sono stati coinvolti dall'alluvione, chi ha avuto la casa scoperchiata, chi per quasi due mesi ha avuto gravi disagi anche solo per bere l'acqua, chi non ha potuto muoversi perchè 7 Rassegna Stampa – Dicembre 2018
le strade sono sparite. «La gran parte delle case, per fortuna, non ha avuto gravi danni strutturali, tutti abbiamo potuto continuare ad abitarle. Il problema è lo sconvolgimento dell'ambiente che abbiamo attorno, che è la nostra ragione di vita, economica prima di tutto. Il territorio, da noi come nel resto dell'Agordino, è stato devastato. La ricostruzione sarà lunga, operosa, costosa. Ci sono da rifare tutti gli argini, le briglie, i paramassi, i paravalanghe. Sotto ci sono le strade, i villaggi. Non so cosa succederà se dovesse nevicare come nel 2014».I primi giorni, racconta De Bernardin, a Rocca sono arrivati aiuti tipo coperte o latte in polvere. «Ma non era questo il nostro problema. Una volta ripristinati i servizi fondamentali (acqua, luce, telefoni) ci siamo trovati ad affrontare situazioni ben diverse. Il nostro è un territorio turistico, la nostra economia è strettamente legata all'ambiente in cui viviamo, che non esiste più come lo abbiamo sempre conosciuto». Il fulcro di questo sviluppo turistico è stato rappresentato negli ultimi anni dai Serrai di Sottoguda, un canyon di alcuni chilometri verso Malga Ciapela, frequentatissimo soprattutto in estate. Ci vorranno otto milioni di euro, si prevede, per rifare la strada, l'acquedotto, i 14 ponti che sono stati spazzati via, gli argini del torrente Pettorina. La Fondazione Unesco ha deciso di stanziare 200mila euro per il progetto. «Dovremo fare un concorso di idee per scegliere il progetto più adatto», aggiunge De Bernardin. «Dobbiamo assolutamente ripristinare i Serrai, intanto cerchiamo di trovare i soldi». Il problema dei soldi, appunto. Per il momento sono arrivati i fondi della protezione civile nazionale, che sono un ristoro dei soldi già spesi dal comune nella primissima fase dell'emergenza.Si tratta di 700mila euro che coprono (non tutto) il debito fuori bilancio contratto dal comune di Rocca per allestire la mensa per volontari, dare loro ospitalità ma soprattutto pagare le ditte che hanno lavorato nella prima fase dell'emergenza. «Devo dire che hanno rispettato i tempi che si erano dati. Ci hanno detto che per il 20 dicembre questo ristoro sarebbe arrivato, e così è stato». Non tutte quelle spese sono state coperte, mancano circa 90mila euro, precisa il sindaco. Ma sono ben altri i fondi che ora servono, 107 milioni solo per il comune di Rocca Pietore sono una enormità. «Non è solo una questione di ambiente da ripristinare perchè rappresenta il nostro bene economico più importante, ma occorre mettere in sicurezza i villaggi che hanno sopra la testa boschi distrutti, versanti lasciati scoperti, opere di difesa spazzate via». Un lavoro immane, una responsabilità da far tremare i polsi e non far dormire di notte. Come si può affrontare il futuro a Rocca Pietore e in Agordino? «Con i soldi» afferma drastico De Bernardin. Appunto.
8 Rassegna Stampa – Dicembre 2018
ANNUALE COLLEGIO DEI SOSTENITORI Trentino | 16 Dicembre 2018
p. 38 «Una gestione condivisa per tutelare le Dolomiti» di Daniele Erler PREDAZZO Cosa sarebbero le Dolomiti senza le persone che le vivono ogni giorno? Non c'è bisogno di chiederselo, visto che 150 sono gli associati al collegio dei sostenitori della Fondazione Dolomiti Unesco, riunitosi venerdì a Predazzo. Parliamo di gestori di rifugio, 9 Rassegna Stampa – Dicembre 2018
associazioni, comuni, enti di promozione turistica e culturale, ambientalisti, imprenditori, donne e uomini della montagna trentina, altoatesina, veneta e friulana: tutti uniti in un patto di collaborazione «che non guarda ai confini amministrativi», come spiega il direttore della Fondazione, Marcella Morandini. La sfida più grande infatti è mettere insieme realtà diverse, unite però dall'amore per le stesse montagne. Un dato importante, più volte sottolineato durante l'incontro di Predazzo, alla vigilia del 2019, il decennale da quando - con una decisione storica - le Dolomiti sono state riconosciute come patrimonio dell'umanità. «Tutta la governance di un sito così complesso si fonda sul concetto di rete - spiega Morandini - I sostenitori sono le antenne sul territorio, perché vivono davvero le Dolomiti». Anche nei momenti più difficili, con i danni causati dal maltempo di fine ottobre. La Fondazione si è fatta carico, in accordo con il comune bellunese di Rocca Pietore, per il recupero innovativo e sostenibile dei Serrai di Sottoguida. È un percorso pedonale ai piedi della Marmolada, devastato dal maltempo, come si può vedere in alcuni video realizzati con i droni e condivisi in internet. «Vogliamo recuperarli tenendo presenti i cambiamenti climatici e il rischio che altri eventi come quello di fine ottobre possano ripetersi», dice Morandini. Il tracciato stradale è stato distrutto quasi interamente, con i ponti e i muri d'argine resi inservibili. Per il recupero servono sei milioni di euro: con una colletta che vuole coinvolgere le genti di tutte le Dolomiti, a partire da alcuni dvd in vendita come regalo per Natale, il cui ricavato servirà appunto per questo scopo. Il collegio dei sostenitori della Fondazione Dolomiti è un organo statutario che riunisce non solo persone fisiche ma anche enti, comuni e associazioni. Ogni anno si ritrovano in un luogo diverso, quest'anno è stato il turno di Predazzo: «Siamo molto contenti, anche perché già l'impostazione del nostro museo geologico ruota attorno al riconoscimento delle Dolomiti come patrimonio Unesco - dice la sindaca Maria Bosin -. Noi siamo soci sostenitori della Fondazione e questo è un bel modo per fare rete. Magari anche condividendo quello che ci accomuna dopo la calamità di fine ottobre». L'incontro è servito anche per presentare alcuni dei progetti portati avanti nel 2018 dalla Fondazione. Come la nascita di una rete del patrimonio mondiale che coinvolge ben 60 rifugi sulle Dolomiti.©RIPRODUZIONE RISERVATA
10 Rassegna Stampa – Dicembre 2018
EPHEMERIS: DOLOMITI E WATTENMEER NELLA MOSTRA DI TAPPEINER Corriere delle Alpi | 27 Dicembre 2018 p. 30 Dolomiti-Wattenmeer dieci anni di Unesco celebrati da Tappeiner la mostra Si intitola "Ephemeris - Dieci anni di Patrimonio mondiale Unesco: le Dolomiti e il Wattenmeer" ed è la singolare mostra di foto di Georg Tappeiner in corso dal 16 dicembre a Sesto Pusteria. Al centro dell'obbiettivo del noto fotografo, colonna della Fondazione Dolomiti Unesco, è ancora una volta l'ineffabile bellezza delle nostre montagne, ma declinata questa volta attraverso un inusitato confronto con il paesaggio nordico, quello del Wattenmeer, ovvero dell'omonimo Parco nazionale di Amburgo. Lo spunto per questo originale paragone è nato dal fatto che questi due patrimoni naturali sono entrati nella Lista Unesco lo stesso giorno, il 26 giugno 2009, per cui tra poco festeggeranno insieme il decennale di questo importante riconoscimento. Ma al di là della coincidenza temporale, il visitatore si accorge subito che i due contesti naturali sanno innescare una continua corrispondenza di analogie e differenze, un dialogo che finisce coll'esaltare una bellezza solo apparentemente fuori dallo spazio e dal tempo. Se a prima vista tutto può sembrare antitetico, dall'impressionante verticalità delle pareti dolomitiche alla vastità orizzontale delle coste del Wattenmeer, dalla staticità delle scogliere fossili alla dinamicità dei processi naturali sulle coste ed isole, dalle luci forti e nette delle nostre montagne e quelle soffuse del Mare del Nord, in verità non è proprio così. L'obiettivo di Tappeiner scopre infatti altri valori reconditi e comuni, che ci ricordano che la geografia non si ferma ai confini amministrativi. Mentre Danimarca, Germania e Olanda sono unite dal più grande sistema ininterrotto di sabbie e fanghi intertidali del mondo, così Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino Alto Adige condividono montagne uniche al mondo, di eccezionale bellezza naturale. Entrambi i contesti poi si trovano ad affrontare le tante sfide complesse della contemporaneità, prima fra tutte quella della ricerca di un delicato equilibrio tra conservazione e sviluppo, in grado di permettere la vita e il lavoro dell'uomo in aree sì marginali e scarsamente antropizzate, ma pur abbastanza vicine a zone metropolitane molto sviluppate ed abitate. E poi come dimenticare l'esigenza comune di far interagire comunità storicamente assai diverse, di far comprendere loro le opportunità e le responsabilità legate al vivere in un Patrimonio Mondiale, da difendere e da tramandare. Il titolo "Ephemeris" è stato scelto per ribadire la valenza, in ogni scatto effettuato, del calcolo dello spazio e del tempo. Come le antiche tavole greche fornivano la posizione degli astri in un dato momento, così le foto di Tappeiner ci fanno capire come sole e la luce sono importanti fattori in ogni paesaggio ripreso. Soprattutto l'alba e il tramonto sono attimi speciali e fuggenti, da cogliere con la ragione oltre che col cuore. La mostra, realizzata dal Museo Rudolf Stolz resterà aperta fino al 6 gennaio, ma poi riprenderà dal 3 febbraio al 7 aprile 2019
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DOLOMITI PROTAGONISTE A TEDXTrento L'Adige | 2 Dicembre 2018 p. 18 Uno sguardo sull'ignoto I leoni sono qui. «Hic sunt leones» è il filo conduttore delineato da TEDx Trento per la sua sesta edizione. L'evento, tenutosi nella giornata di ieri al Teatro Sociale in centro città, ha esplorato le ramificazioni che stanno «oltre l'ignoto, oltre il conosciuto, oltre il convenzionale». «Per l'Impero Romano le terre dei leoni rappresentavano ciò che era misterioso ed oscuro, un luogo sconosciuto - ha spiegato Mirta Alberti, curatrice e licenziataria di TEDx Trento. - Il timore del cambiamento, la paura dell'ignoto, la titubanza verso il diverso. Sono aspetti che tuttavia devono portare alla curiosità di esplorare mondi sconosciuti, scatenando in ognuno di noi emozioni diverse». Le porte del Teatro sono state aperte alle ore 8.30, con il sipario che si è alzato sulla manifestazione poco dopo le 10. Fino a sera è stato poi un alternarsi di ospiti, 15 speaker e 2 performer complessivamente operanti nei campi più disparati, i quali hanno discusso di una vastità di argomenti tenendo sempre in considerazione il tema principale: capire cosa si nasconde oltre l'ignoto. Ospiti d'eccezione anche quest'anno, dalla due volte medaglia d'oro alle Olimpiadi Antonella Bellutti, passando per l'illusionista Tiziano Grigioni (uno dei performer dell'evento), fino a Marcella Morandini (direttrice Fondazione Dolomiti Unesco dal 2014) e Giampaolo Musumeci (filmmaker, fotografo, autore tv e radiofonico su Radio 24), con quest'ultimo che ha trattato il delicato tema dell'Africa. «Quando si parla di Africa si tende a generalizzare e ragionare per stereotipi - ha spiegato Musumeci. - Non possiamo parlare di un unico luogo, dire «vado in Africa» non significa nulla. È un continente con 54 Paesi e tremila etnie diverse, dunque ci sono tantissimi luoghi che vanno compresi e conosciuti». N. M. Corriere del Trentino | 2 Dicembre 2018 p. 7 Grande successo per TedX Sociale sold out TRENTO Grande successo ieri al Teatro Sociale per la sesta edizione di TedX, il format di talk importato dall’America che ha il suo focus nelle «idee che vale la pena diffondere». Quindici gli speaker che si sono alternati sul palco del teatro in via Oss Mazzurana. Una spinta al pensiero complesso e laterale sempre più rara nella società della semplificazione di massa: «La paura dell’ignoto e il del cambiamento scatena in ognuno reazioni diverse. Ma proprio la contaminazione porta avanti la ricerca» commenta Mirta Alberti, curatrice di TedX Trento. L’edizione 2018, intitolata «Hic sunt leones» ha indagato proprio il concetto di confine in tutte le direzioni. Meditazione, oceanografia, patologie cardiache, città sempre più smart per combattere la criminalità. Ma anche la valorizzazione dei territori di confine in termini antropologici e politici con la direttrice della Fondazione Dolomiti Unesco Marcella Morandini e il dialogo tra arte e natura grazie alla presenza di Emanuele Montibeller, fondatore di Arte Sella. E ancora, l’incontro con le esperienze sportive di Antonella Bellutti, medaglia d’oro olimpica nel ciclismo, e dell’ultramaratoneta Michele Graglia. «Quest’anno i quasi 700 posti sono andati sold out in pochissimi giorni — racconta ancora Mirta Alberti — Ci vorrebbe un luogo più grande, ma il Teatro Sociale ha un effetto potente».
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NOTIZIE DA CAI E RIFUGI Corriere delle Alpi | 2 Dicembre 2018
p. 22 Il Cai chiude un 2018 d'oro con il record di soci Ora si pensa al "Dal Piaz" FELTRE Il Cai è in salute, la sezione in tre anni è cresciuta del 14 per cento arrivando quest'anno a 2.537 soci e sono sempre di più le persone che si appassionano alla montagna. Uno dei suoi simboli però, il rifugio Dal Piaz, rischia di non riaprire nel 2019 se non verrà ripristinata la strada di accesso, collassata a causa degli alberi caduti a causa del maltempo che sradicandosi, hanno tirato giù metà carreggiata. Si aspetta che il Demanio affidi i lavori per rimuovere le piante abbattute dal vento e a quel punto valutare il da farsi. RIFUGIO DAL PIAZ 13 Rassegna Stampa – Dicembre 2018
«In assenza di strada di accesso, il rifugio non può aprire, con il rischio di perdere i gestori e un danno notevole per il territorio», dice il presidente della sezione feltrina del Club alpino italiano. «Basti pensare che il rifugio è lungo l'Alta Via numero 2, oppure al fatto che per arrivare al sito degli scavi archeologici di Busa delle Vette si sale al Dal Piaz. Quella strada è fondamentale che apra». Tra l'altro, il Cai sta predisponendo un progetto per l'approvvigionamento idrico del rifugio, in modo da renderlo autosufficiente. RIFUGIO BOZ Verso la chiusura della stagione si sono verificati alcuni problemi al generatore di energia elettrica che andranno risolti. Danni alla teleferica sono stati causati dalla caduta delle piante a causa del maltempo, che andranno rimosse per valutare lo stato della situazione e l'entità del guasto, in modo da programmare le operazioni di ripristino in tempo per la riapertura del rifugio a giugno. ASSEMBLEA GENERALE Nel 2019 ci sarà il rinnovo del direttivo, a fine marzo. Si voterà per formare il consiglio che guiderà la sezione nel triennio 201921, fino alle soglie del suo primo centenario di fondazione (1922-2022). RECORD DI SOCI Il Cai di Feltre ha raggiunto il numero di 2.537 iscritti. Recentemente la sezione ha festeggiato i soci con 25 anni di iscrizione e quelli con 50 anni (cinque, Guido Frare, Giovanni Schenal, Guido Secco e la coppia Pia Centa e Silvano Perotto). SEZIONE IN FERMENTO Sono tante le iniziative in programma, dal corso di sci escursionismo a quello di sci alpinismo, trekking (quello in Cappadocia a maggio è già tutto esaurito e ne verrà proposto un altro per fine agosto). «C'è una maggior partecipazione dei soci insieme a una crescente attenzione su ciò che svolgiamo», sottolinea il presidente del Cai Ennio De Simoi, che ricorda come «il Club alpino italiano ha il pregio di non sentirsi legato al periodo storico contingente, ma guarda oltre. Sa discernere tra l'effimero e la sostanza, dando il giusto peso alle mode passeggere senza esserne sopraffatto, consapevole che i valori della montagna, i suoi beni e tutto ciò che le genti di monte ci hanno trasmesso debba travalicare il tempo presente per giungere intatti alle generazioni a venire». E ancora: «Fare parte della grande famiglia del Cai è tutto questo, compreso il senso morale di aiutare con un bollino annuale le molteplici attività che la sezione organizza, compresa la percorribilità dei sentieri e il mantenere in efficienza rifugi e bivacchi. I soci di vecchia data lo hanno compreso da tempo e a loro si sono aggiunti tanti nuovi associati». --SCO BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI Corriere delle Alpi | 7 Dicembre 2018 p. 19 Check up ai sentieri Un click sul sito Cai svela quelli sicuri e ripristinati BELLUNO Da parecchi giorni ormai una finestra s'impone all'attenzione di tutti coloro che accedono al sito del Cai Veneto. Sotto l'invito "Aiutiamo le Montagne del Nord Est" (con relativo Iban per un versamento presso la Banca Popolare di Sondrio) spicca un link intitolato "Verifica la percorribilità dei sentieri del Veneto cliccando qui". Chi lo fa si trova davanti una serie di fogli excel che riportano ben 980 sentieri, divisi per provincia, con indicazione del gruppo montuoso e del comune di appartenenza, del numero che lo contraddistingue, della località di partenza e di quella di arrivo, della sezione Cai (o altro ente) incaricato della sua manutenzione. Le ultime due colonne a destra sono infine a disposizione per aggiungere ogni informazione utile sulle condizioni del sentiero in questione e la data della verifica fatta. Un'iniziativa senz'altro utile, che però richiede un lungo lavoro di monitoraggio sinergico da parte di tutte le sezioni Cai del Veneto e comunque spesso non ancora possibile per i molti uomini richiesti e per le avverse condizioni ambientali ed atmosferiche.I sentieri bellunesi presenti nella lista sono ben 600, la stragrande maggioranza, a fronte dei circa 60 trevigiani, dei circa 200 vicentini e dei 100 veronesi. Il primo sentiero della nostra provincia è il n. 4 sulla Croda Rossa di Ampezzo, nel Comune di Cortina d'Ampezzo, da Sant'Uberto a Sotto Son Pouses, l'ultimo il n. 979 nel comune di Chies d'Alpago, da Casera Pian Formosa a Forcella Antander (bivacco Toffolon). Abbiamo in più occasioni passato in rassegna la lunga lista e in data 1° dicembre è risultato che solo 39 dei 600 sentieri bellunesi avevano annotazioni circa la loro percorribilità e in molti casi non esaustive, visto che riportavano semplicemente la dicitura "da verificare", in tutto il loro percorso o in una parte di esso. Le date delle verifiche sono per lo più quelle del 20 e soprattutto del 26 novembre, giorni nei quali evidentemente le squadre hanno potuto uscire in perlustrazione.Tra i sentieri per i quali è stato possibile emettere un giudizio sicuro e positivo sulla loro percorribilità troviamo soprattutto percorsi agordini, come i numeri 544, 549, 681, 696, 722, 760, 769, mentre impercorribili del tutto sono, per esempio, il 546 (da La Muda a F.lla Scalabras), il 805 (nel Feltrino, da Val Canzoi a Passo Finestra, a causa di 100 piante cadute nel tratto dopo Casera Cansech) e il 805 (da Valle delle Grave a Forcella Scarnia per la caduta di molti faggi). Una decina o poco più sono percorribili solo in parte, come il 552 (da Case Pecole fino a Malga Framont), il 567 (da Collaz fino a Case Bolp), il 757 (da Celat fino a La Busa), il 803 (da Sass Bregà a Casera Ramezza). Molti
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inoltre riportano la dicitura "da verificare" o "mancano informazioni", mentre la stragrande maggioranza, oltre il 95% dei percorsi contenuti nella lista, non riporta alcuna indicazione. Al di là della difficoltà e dei lunghi tempi richiesti, si tratta comunque di un lavoro prezioso, utilissimo per mettere a punto la complessa organizzazione che dovrà provvedere al prelievo e al trasporto delle piante schiantate e alla risistemazione dei tratti danneggiati o addirittura spariti. Ma proprio perché benemerito ed urgente, siffatto sforzo merita ogni aiuto possibile e non può essere delegato solo alle cure dei volontari del Cai. --Walter Musizza Corriere delle Alpi | 8 Dicembre 2018 p. 28 Rifugio alle Tre Cime aperto per l'inverno: manca solamente la data AURONZO Il rifugio Auronzo alle Tre Cime concederà il bis. Il Cai di Auronzo, proprietario e gestore della struttura, riproporrà anche quest'anno l'apertura invernale, lanciata lo scorso anno per la prima volta. Gli ottimi riscontri hanno indotto i vertici della sezione a rompere gli indugi e riaprire le porte, anche se ad oggi manca ancora una data ufficiale. «Stiamo guardando con attenzione alle festività natalizie, sarà in quel periodo che intendiamo aprire. Possiamo dire che tra Natale e l'Epifania il rifugio sarà sicuramente al servizio dei turisti», ha detto il presidente del Cai Auronzo Stefano Muzzi. La prima grande novità in vista della stagione invernale del rifugio Auronzo è rappresentata dalla nomina di un nuovo coordinatore dell'attività ristorativa: si tratta di Alessio Parrinello che in estate si divide con Bepi Monti la gestione del rifugio Carducci. «Avere un coordinatore in pianta stabile all'interno della struttura ci permetterà di allungare l'orario di servizio garantendo così anche la cena», ha aggiunto Muzzi. Parrinello guiderà una squadra di quattro, massimo cinque elementi. In estate il personale del rifugio Auronzo raddoppia, raggiungendo nei periodi di maggiore afflusso anche le quindici unità. Il servizio di trasporto da e per le Tre Cime sarà garantito dalle motoslitte della Tre Cime Service, già al lavoro da qualche giorno nella battitura della pista. Per quanto riguarda i lavori di adeguamento del rifugio Auronzo, il presidente Stefano Muzzi conclude annunciando che «la scala esterna da realizzare come ci impone la legge in termini di sicurezza, l'abbiamo rimandata a primavera». --DIERRE
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CORSI FORMATIVI Corriere delle Alpi | 2 Dicembre 2018 p. 26 Cinquanta addetti all'ospitalità a lezione di "buone pratiche" SAN VITO È possibile tradurre il valore del territorio dolomitico in un'ospitalità di valore? Come conoscerlo e come trasmetterlo? A queste domande ha cercato di rispondere il corso di formazione per addetti all'ospitalità nell'area dolomitica bellunese, promosso dalla fondazione Dolomiti Unesco e organizzato dalla Fondazione per gli studi sulla montagna G. Angelini. 50 addetti a questo settore si sono così incontrati in due giornate formative, una nella sala della biblioteca di Agordo e l'altra lunedì al Centro studi per l'ambiente alpino "Susmel" di San Vito. Quest'ultima si è concentrata proprio sugli specifici aspetti dell'ospitalità, soprattutto tramite una condivisione di esperienze: dagli eventi di networking della Fondazione Unesco all'albergo diffuso; dal turismo esperenziale al villaggio degli alpinisti e a tanti altri spunti promossi dai partecipanti stessi.I molti addetti all'ospitalità presenti in sala, per lo più rifugisti, affittacamere, gestori di B&B, campeggi, hotel e residence, hanno infatti condiviso difficoltà ed esperienze maturate sul campo, creando spunti interessanti per nuovi progetti.Naturalmente gli eventi calamitosi di fine ottobre non potevano non intervenire nella discussione, tanto che la giornata è iniziata proprio col coinvolgimento diretto dei partecipanti, che hanno portato le esperienze vissute in quei drammatici frangenti. Sono intervenuti poi Luigi Patuzzi, dal 2017 project-officer presso la Fondazione Dolomiti Unesco (con la relazione "Le reti della Fondazione Dolomiti Unesco"), Renzo Carniello, ingegnere civile ( "Forme di turismo innovativo: Dolomiti albergo diffuso"), Maurizio Trebo e Theodora Erlacher, albergatori ( "Buone pratiche di ospitalità"), nonché Davide Tocchetto, agronomo, e Marta Crivellaro, ingegnere ambientale, ( "Caso studio: rifugio Bosconero").Uno degli elementi che più ha coinvolto i corsisti è stata la discussione attiva che si è proposta di formulare - tramite una discussione partecipata - alcune "proposte dal basso" per migliorare rete e comunicazione tra gli stakeholders (i corsisti stessi), chi li rappresenta a livello amministrativo e la stesa Fondazione Dolomiti Unesco. Entrambe le giornate hanno inoltre coinvolto i partecipanti in un percorso attivo di definizione della propria immagine attraverso un corretto uso del proprio sito web, dei social network e dei principali portali legati al turismo.«La prima edizione di questo corso», ha detto Anna Angelini, «è stata un'esperienza davvero positiva, che ha coinvolto persone provenienti da realtà dell'ospitalità molto diverse, ma allo stesso tempo accomunate dalle stesse risorse e difficoltà offerte dal un territorio, come quello delle Dolomiti patrimonio Unesco, che non può che essere motore di valore e di offerta di qualità». --Walter Musizza BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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NOTIZIE DAI SOSTENITORI Gazzettino | 10 Dicembre 2018 p. 2 edizione Belluno Abm socio sostenitore dell'Unesco L'Associazione Bellunesi nel Mondo è diventata socio sostenitore della Fondazione Dolomiti Unesco. Un passaggio importante che impegna l'Abm a promuovere a 360° le Dolomiti, patrimonio mondiale dell'Umanità. «Abbiamo proposto al nostro direttivo le parole del presidente Abm Oscar De Bona - di assumerci questo impegno condividendo gli ideali della Fondazione Dolomiti Unesco». Il direttivo si è espresso all'unanimità in modo favorevole e gli Uffici dell'Associazione Bellunesi nel Mondo hanno inviato alla Fondazione la richiesta di diventare socio sostenitore. Richiesta subito accettata. «L'Abm», continua De Bona, «ha già avviato una collaborazione con la Fondazione portanto a Oradea (Romania), assieme ai Trentini nel Mondo, la mostra Straordinaria bellezza. Con il 2019 punteremo alla promozione attraverso la nostra rivista e la nostra webradio». L'Abm da sempre crede nella promozione del territorio delle Dolomiti e da oggi vi è un ulteriore riconoscimento: un passaggio che conferma ancora una volta il profondo attaccamento del sodalizio al territorio provinciale.
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NOTIZIE DAI PARCHI L'Adige | 6 Dicembre 2018 p. 46 Terzo rinnovo per la carta europea del turismo sostenibile al Parco Strembo La cerimonia di consegna a Bruxelles STREMBO Il Parco Naturale Adamello Brenta ha ottenuto per la terza volta la Carta Europea del Turismo Sostenibile di Europarc Federation. L'annuncio era arrivato a ottobre, ma la certificazione è stata ufficialmente consegnata nelle mani dell'assessore alla comunicazione e marketing del Parco Matteo Masè e dell'ingegnere Valentina Cunaccia a Bruxelles giovedì scorso. Durante la cerimonia solenne, che si è tenuta nella prestigiosa sede del Parlamento europeo, erano 19 i parchi d'Europa ad essere premiati, chi per la prima volta, chi per la seconda e solo l'Adamello Brenta rinnovava la certificazione per la terza volta, fino al 2022. Nel rapporto conclusivo con cui Europarc ha valutato il Piano, si legge: «L'organizzazione e la struttura complessive stanno funzionando bene, con la metodologia della Carta che è ben consolidata nel Parco, sia a livello individuale, sia con gruppi di lavoro tematici e forum regionali. Il comitato di valutazione è stato colpito dal buon sistema di monitoraggio dei flussi dei visitatori, dal sistema di trasporto pubblico organizzato con bus navetta, dal livello di implementazione dei partenariati pubblicoprivato e dall'iniziativa Qualità Parco». Un rinnovo che ha richiesto un lungo processo partecipativo di ascolto ed elaborazione di progetti e strategie con i territori, le persone, le associazioni e in generale i portatori di interesse che sul territorio del Parco vivono, operano e lavorano. Negli anni - è da ricordare che il Pnab è stato un pioniere in questo progetto, ottenendo per la prima volta al certificazione nel 2006, per rinnovarla poi quattro anni dopo - sono nati sotto il cappello della Cets diversi progetti di natura ambientale e turistica per i quali il Parco è conosciuto, come i circuiti Dolomiti di Brenta Bike e Trek, i pacchetti «Un'estate da Parco», la Parco Card e il progetto di partnership imprenditoriale «Qualità Parco». «Sono orgoglioso di rappresentare il Parco Naturale Adamello Brenta - ha detto in Belgio Matteo Masè - sono convinto che sostenibilità, consapevolezza e ambiente siano le parole chiave del turismo del futuro, per questo è importante far parte di un network internazionale che permetta di valorizzare questi temi. Ringrazio tutti, ma un grazie particolare va ai dipendenti del Parco, perché noi politici passiamo, ma è il loro lavoro quotidiano che permette di raggiungere risultati come questo». L'ultimo Piano d'azione 2018-2022 della Cets, elaborato con la consulenza della società Natourism, prevede 40 progetti ed è stato firmato il 14 maggio scorso da 18 rappresentanti degli enti che si sono impegnati a condurre la strategia di sviluppo contenuta nel Piano per i prossimi quattro anni. Messaggero Veneto | 11 Dicembre 2018 p. 49 edizione Pordenone Parco, nuova giunta Cinque sindaci al fianco del presidente Grava CIMOLAIS È stata nominata la giunta del Parco naturale delle Dolomiti friulane. Si tratta di un gruppo di sindaci che affiancherà il presidente Gianandrea Grava nelle decisioni più importanti, rendendo così snelle e rapide le sedute di consiglio. Come vicepresidente del comitato e sostituto di Grava è stato indicato Giacomo Urban, di Tramonti di Sopra. Fernando Carrara di Erto e Casso rappresenterà l'Alta Valcellina, Sandro Rovedo la Val Colvera, Claudio Traina di Barcis l'area della Forra del Cellina e Lino Anziutti la fascia carnica.Quella messa in atto nella sede di Cimolais è una sperimentazione i cui risultati saranno valutati tra qualche mese. Se la prova dovesse andare in porto, non è escluso che Grava proponga alla Regione una modifica alla legge istitutiva del Parco, facendo introdurre il nuovo organo consultivo tra quelli ufficiali dell'ente. Negli ultimi anni si era cercato di favorire il confronto tra i paesi aderenti grazie ai così detti "preconsigli". Alle riunioni che anticipavano le assemblee vere e proprie, la partecipazione è però risultata sempre molto scarsa. Così che i tempi di discussione e di approvazione di ogni singola delibera si sono via via allungati. La giunta allargata dovrebbe permettere di arrivare alle sedute con le idee chiare e lasciar spazio soltanto ai dibattiti necessari al futuro del territorio protetto.Nel frattempo, a Cimolais scatta l'allerta fondi, in quanto la finanziaria regionale potrebbe apportare tagli per 230 mila euro. Lo annuncia il consigliere del Pd, Nicola Conficoni, che da oggi
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promette battaglia in aula. «È riducendo le risorse a disposizione che il governatore del Friuli Venezia Giulia intende aiutare la montagna?», chiede l'esponente del centrosinistra, che mira a far rientrare l'allarme grazie a un emendamento al documento contabile. «Il Parco delle Dolomiti friulane si vedrà ridotto lo stanziamento annuo di 130 mila euro mentre quello delle Prealpi giulie di 100 mila», ha concluso Conficoni. --F.Fi. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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EVENTI PATROCINATI Corriere delle Alpi | 3 Dicembre 2018 p. 10 Il futuro dei boschi dopo l'alluvione: venerdì l'incontro PIEVE DI CADORE Ecco un altro dibattito, questa volta a Pieve di Cadore, sulle conseguenze dell'alluvione di fine ottobre e sui rimedi da adottare a breve e lunga scadenza. Si intitola "Dopo le devastazioni, il futuro dei nostri boschi: selvicoltura - paesaggio - sicurezza biodiversità - lavoro" e si terrà venerdì alle 18, all'Auditorium Cos.Mo, organizzata da Cipra Italia, Wwf O.A. Terre del Piave, Mountain Wilderness, Italia Nostra sez. di Belluno, Libera Cadore presidio "Barbara Rizzo", Ecoistituto Veneto "Alex Langer", Comitato Peraltrestrade Carnia-Cadore e Gruppo Promotore Parco del Cadore.Dopo il saluto della associazioni ambientaliste, si aprirà una tavola rotonda con la partecipazione di Luigi Casanova, forestale, vicepresidente Cipra Italia, Michele Da Pozzo, direttore Parco Dolomiti d'Ampezzo, e Cesare Lasen, geobotanico, membro Comitato Scientifico Fondazione Dolomiti-Unesco. Moderatore sarà Livio Olivotto, giornalista pubblicista, vicedirettore del mensile Il Cadore. I temi al centro della discussione saranno il valore della biodiversità nelle foreste, i cambiamenti climatici, la gestione attiva della foresta.Il confronto si prospetta assai interessante, sia per la competenza degli studiosi partecipanti, sia per le ferme posizioni assunte dalle associazioni che hanno organizzato l'evento. Grazie a queste diverse sensibilità e professionalità - si legge sul sito www.peraltrestrade.it - si entrerà nel merito della gestione dell'emergenza ambientale del territorio, del recupero della massa legnosa schiantata e delle prospettive di una ricostruzione delle superfici devastate. Una ricostruzione naturalistica che possa portare a boschi più strutturati e resistenti, più vari, ma anche una ricostruzione del paesaggio, ponendo specifica attenzione tanto ai bisogni di chi in montagna vive quanto alle sensibilità di chi la frequenterà anche per turismo nel prossimo futuro. Una riflessione insomma sul futuro del Bellunese, sugli obiettivi da perseguire nella gestione dei beni comuni anche alla luce dei cambiamenti climatici. -Walter Musizza Gazzettino | 5 Dicembre 2018 p. 15 edizione Belluno Il futuro dei boschi dopo l'uragano: ambientalisti si ritrovano al Cos.Mo PIEVE DI CADORE L'associazionismo ambientalista Dolomitico e del Cadore apre una serie di confronti sul futuro del territorio. Si comincia venerdì 7 dicembre a Pieve di Cadore, alle 18 in Auditorium Cos.Mo si tiene infatti il primo appuntamento, tema: Dopo le devastazioni. Il futuro dei nostri boschi. Saranno presenti come relatori Luigi Casanova, forestale e vicepresidente di Cipra Italia, Michele Da Pozzo, direttore del Parco naturale delle Dolomiti d'Ampezzo, Cesare Lasen, geobotanico e componente del Comitato scientifico della Fondazione Dolomiti Unesco. Grazie a queste sensibilità e professioni si entrerà nel merito della gestione dell'emergenza ambientale e naturalistica del territorio, del recupero della massa legnosa schiantata e sulle prospettive di una ricostruzione delle superfici devastate. «Una ricostruzione naturalistica, che ci presenti boschi più strutturati e resistenti, più vari, ma anche una ricostruzione del paesaggio ponendo specifica attenzione ai bisogni di chi la montagna la vive e verso le sensibilità del turismo dell'immediato futuro» auspicano gli organizzatori della rassegna del coordinamento delle associazioni. Sono Cipra Italia, Wwf O.A. Terre del Piave, Mountain Wilderness, Italia Nostra di Belluno, Libera Cadore presidio Barbara Rizzo, Ecoistituto del Veneto Alex Langer, Comitato Peraltrestrade Carnia-Cadore, Gruppo Promotore Parco del Cadore. Modera la serata il giornalista Livio Olivotto. A questo primo incontro seguiranno altri appuntamenti già in cantiere su: il tema della risorsa idrica e del risparmio, la mobilità e la accessibilità nelle Dolomiti, la qualità del turismo e la identità di popolazione delle Dolomiti Unesco patrimonio naturale dell'umanità.G.B.
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Corriere delle Alpi | 6 Dicembre 2018 p. 29 Un incontro per rivoluzionare l'approccio alla forestazione PIEVE DI CADORE Un convegno per rivoluzione l'approccio con la forestazione.Si terrà domani a Pieve alle 18 al Cos.Mo.: è il primo appuntamento sul tema "Dopo le devastazioni. Il futuro dei nostri boschi".I relatori Luigi Casanova, forestale e vicepresidente di CIPRA Italia; Michele Da Pozzo, direttore del Parco naturale delle Dolomiti d'Ampezzo; Cesare Lasen, geobotanico e membro del Comitato scientifico della Fondazione Dolomiti Unesco, chiameranno ad una rivoluzione di pensiero. E di azione, conseguentemente.«Serve, anzitutto, ripensare ai modelli di sviluppo», è l'invito di Lasen, «per assecondare le funzionalità ecosistemiche, senza la pretesa di costringere i torrenti in alvei ristretti, di costruire ovunque, di aumentare le emissioni di anidride carbonica e di altri gas che favoriscono l'effetto serra. Ciò significa agire anche sui consumi, pensare a ridurli evitando sprechi, a rinaturalizzare i corsi d'acqua piuttosto che a nuove arginature, a coltivare i boschi rispettando maggiormente la vocazione (impianti coetanei sono più fragili, ndr). Va rilevato che è falsa e fuorviante l'idea che i disastri siano dipesi dall'abbandono. Certo, adeguate manutenzioni sono necessarie e auspicabili, ma dovremmo prepararci ad affrontare altri eventi con la consapevolezza che la Natura esige maggiore rispetto e attenzione».Grazie alle diverse sensibilità e professionalità di chi interverrà al convegno si entrerà nel merito della gestione dell'emergenza ambientale del territorio, del recupero della massa legnosa schiantata e delle prospettive di una ricostruzione delle superfici devastate. Una ricostruzione naturalistica che possa portare a boschi più strutturati e resistenti, più vari, ma anche una ricostruzione del paesaggio, ponendo specifica attenzione tanto ai bisogni di chi in montagna vive quanto alle sensibilità di chi la frequenterà anche per turismo nel prossimo futuro.«Non è possibile scaricare sui sindaci la responsabilità della gestione di un simile evento», interviene Casanova, riflettendo sulle conseguenze del commissariamento, «il commissario e i suoi collaboratori andrebbero trovati fra i tanti forestali, anche esperti di mercato, di cui la regione abbonda».Questa figura apicale, che gestirebbe l'emergenza, avrebbe il compito - secondo Casanova - di definire, nella condivisione territoriale, le priorità degli interventi nel recupero del legname, nel coordinare le squadre boschive che saranno impegnate per lungo tempo, nell'indirizzare le vendite anche grazie a accordi preventivi con le grandi segherie dei Paesi confinanti. Avrebbe poi il compito di valutare quanto e quando recuperare da indirizzare alla cippatura, o negli impianti di teleriscaldamento, specialmente le grandi quantità che saranno destinate a un veloce deperimento qualitativo. E poi passare al rimboschimento, alla riqualificazione e alla stabilizzazioni delle superfici che sono state devastate. --F.D.M. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI Corriere delle Alpi | 9 Dicembre 2018
p. 25 Regole e Dolomiti Unesco: focus sul clima che verrà CORTINA 21 Rassegna Stampa – Dicembre 2018
Si è parlato invece di tutela del territorio ieri all'hotel Cortina, con il presidente delle Regole d'Ampezzo, Flavio Lancedelli, e con Cesare Lasen, del comitato scientifico Fondazione Dolomiti Unesco, in un dibattito animato dalla giornalista Anna Testa.«Per questa edizione del "Fashion weekend" abbiamo voluto mantenere viva l'attenzione sul tema avviato lo scorso anno, ovvero l'ecosostenibilità nelle sue diverse declinazioni», dichiara Franco Sovilla, presidente di Cortina for Us, «per noi elemento che non potrà mai passare di moda se vogliamo guardare al futuro con ottimismo. Gli eventi climatici di questo ultimo periodo ci hanno confermato una volta di più che la nostra attenzione al territorio ed il taglio che abbiamo scelto per questo anno è davvero la strada da percorrere». Flavio Lacedelli, presidente delle Regole, ha spiegato come il territorio di Cortina sia stato toccato in modo lieve.«Siamo comunque intervenuti subito per quanto potevamo fare, liberando innanzitutto le strade principali, in seguito i sentieri e le strade forestali che possono essere utili per l'attività turistica».Il conto dei danni è di 40mila metri cubi di legname buttato a terra, che verrà recuperato in qualche modo. Lasen, della Fondazione Unesco, ha rimarcato il «carattere globale di quanto successo quest'autunno. Dobbiamo essere pronti, perché i cambiamenti climatici sono una certezza ed episodi di questo genere possono ripetersi. Lavorare per un futuro ecosostenibile non è una moda o un'esigenza dichiarata magari solo per lavarsi le coscienze. Ciascuno di noi sarebbe chiamato ad agire concretamente prima che i fenomeni che ci stanno avvertendo e anche travolgendo, ormai da alcuni decenni, diventino irreversibili. Possiamo agire a titolo individuale anzitutto, per poi animare le comunità in cui si agisce e trasferire questi valori nella stanza dei bottoni, il livello politico-istituzionale, attualmente, è quello in maggiore ritardo». --Marina Menardi BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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DOLOMITI IN TV Gazzettino | 1 Dicembre 2018 p. 18 edizione Belluno Dolomiti ancora protagoniste sulla Rai TELEVISIONE Le Dolomiti patrimonio Unesco continuano a fare notizia. E per questo la Rai prosegue, come da un po' di tempo a questa parte, a parlarne e a confezionare trasmissioni sui giganti di roccia che, per il 46.1 per cento si trovano nella nostra provincia. Nasce in questo contesto la trasmissione che oggi verrà trasmessa dalla Rai e che avrà per protagonisti lo scalatore Manrico Dall'Agnola, la guida alpina di Ponte nelle Api Andrea Catarossi e le Tre Cime di Lavaredo. Le riprese sono state effettuate a fine estate, quando la troupe Rai è salita fino ad Auronzo di Cadore per riprendere i due alpinisti impegnati nella scalata della via Comici, lo spigolo giallo della Piccola di Lavaredo. E quanto è stato girato quel giorno e poi montato, verrà trasmesso oggi sia da RaiTre al mattino - in coda al programma Mi Manda RaiTre che inizia alle 9.30 e termina poco prima delle 11 sia da Rai Storia alle 21.10 e alle 24; domani Rai Storia lo replicherà alle 9.30 e alle 14. Poi sarà disponibile su Rai play. L'idea, fa sapere la Rai attraverso il proprio sito, è quella di rendere la bellezza virale. In tutto sono stati girati ben 54 piccoli docufilm sulle Dolomiti che verranno trasmessi dalle due reti. Per ricordare alla Rai che le Dolomiti sono soprattutto bellunesi, nello scorso marzo, su iniziativa dell'associazione Bellunesi nel Mondo, erano partite verso Roma migliaia di cartoline con stampata la dicitura Dillo ad Alberto dopo che una trasmissione di Angela dedicata al bene Unesco aveva di fatto ignorato la nostra provincia.Giovanni Santin Gazzettino | 28 Dicembre 2018 p. 14 Val d'Ansiei e il Cadore tornano oggi in diretta Rai AURONZO Il giornalista e conduttore Rai, Massimo Ossini, è ormai di casa nella Val d'Ansiei, dove ha girato tre puntate di Linea Bianca, l'ultima nell'inverno scorso, e diversi servizi per Uno Mattina Estate insieme all'inseparabile giornalista e alpinista Lino Zani. Così oggi nella veste di inviato di Uno mattina sulla rete ammiraglia di Rai 1 Massimo Ossini si collegherà in diretta dal lago di Misurina per un approfondimento sulle Dolomiti Patrimonio dell'Umanità Unesco. Ossini nell'occasione intervisterà il direttore clinico dell'Istituto Pio XII di Misurina per la cura dell'asma, dottor Ermanno Baldo,. Sugli schermi ci saranno poi la squadra di hockey del Pieve di Cadore e un'allevatrice di cani husky. Se poi Massimo Ossini chiude un intenso, se non eccezionale 2018 mediatico per Auronzo, sarà anche il personaggio che, sotto questo profilo, aprirà le porte ad un beneaugurante 2019. Difatti la prossima settimana, ossia venerdì 4 sempre su Rai 1 e sempre su Uno Mattina, sarà in onda un suo servizio su Monte Piana e la Grande Guerra con un'intervista allo storico Giuseppe Teza e al responsabile del Soccorso Alpino di Auronzo Giuseppe Zandegiacomo Sampogna. Il giorno precedente, giovedì 3 alle 21, il conduttore sull'onda del successo ottenuto nella scorsa estate al Tre Cime Trek Festival, vestirà invece i panni dello scrittore. Sua la presentazione, su conduzione della giornalista Barbara Paolazzi, del suo libro Kalipé - La mia vita, le mie vette e la ricerca della felicità, edito da Rai Libri. L'incontro sarà pubblico e si terrà nella sala consiliare del municipio di Auronzo. Gianfranco Giuseppini
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