Fondazione Dolomiti Dolomites Dolomiten Dolomitis UNESCO
RASSEGNA STAMPA GIUGNO 2018
1 Rassegna Stampa Fondazione Dolomiti UNESCO – Giugno 2018
PRINCIPALI ARGOMENTI DEL MESE DI GIUGNO: DOLOMITI A ROMA ......................................................................................................................................................................... 3
INCONTRI D’ALT(R)A QUOTA 2018 .............................................................................................................................................. 7
DOLOMITES UNESCO FEST .......................................................................................................................................................... 9
DOLOMITI SENZA CONFINI ......................................................................................................................................................... 14
FOSSIL SEA CHALLENGE ........................................................................................................................................................... 17
PELMO D’ORO 2018 ..................................................................................................................................................................... 19
DOLOMITI DAYS 2018 .................................................................................................................................................................. 23
EVENTI E PARTECIPAZIONI ........................................................................................................................................................ 24
RICERCA SCIENTIFICA NELLE DOLOMITI ................................................................................................................................. 27
NOTIZIE DAI RIFUGI ..................................................................................................................................................................... 30
NOTIZIE DAI PARCHI .................................................................................................................................................................... 34
NOTIZIE DAI SOSTENITORI ......................................................................................................................................................... 35
NOTIZIE DAI COMUNI ................................................................................................................................................................... 37
2 Rassegna Stampa Fondazione Dolomiti UNESCO – Giugno 2018
DOLOMITI A ROMA Corriere delle Alpi | 4 Giugno 2018
p. 18 Le foto di Tappeiner in mostra a Roma BELLUNO «Fotografare le Dolomiti è un privilegio - dice Georg Tappeiner - perché significa lavorare in luoghi dove gli altri vanno in vacanza». Queste semplici parole del grande fotografo altoatesino, pervase di ironia e modestia, bastano a rendere intero il suo rapporto con queste montagne, ormai divenute per lui palestra di vita, di conoscenza e naturalmente di lavoro. Nato a Merano nel 1964, dopo aver lavorato per circa 10 anni a Londra come fotografo pubblicitario, dal 2005 le ha esplorate a fondo, quasi sempre a piedi per catturare la magia dello spettacolo naturale che esse sanno offrire, ogni giorno diverso e sorprendente. Le sue foto sono state pubblicate su un gran numero di riviste, tra cui l'edizione italiana di "Geo Saison" e quella tedesca di "National Geographic". E proprio dai bellissimi scatti pubblicati da quest'ultima è nata la mostra "Dolomiti. Il cuore di pietra del mondo", che con il suo fascino straordinario ha già conquistato Praga e Zagabria. Ora una cinquantina di foto approdano a Roma, nello Spazio Fontana, al Palazzo delle Esposizioni a Roma, in una mostra che sarà inaugurata il 19 giugno e resterà aperta fino al 2 settembre. A corredo dell'esposizione, oltre al catalogo, ci saranno supporti informativi della Fondazione Dolomiti Unesco, tra cui un documentario che fa parte di un reportage di Piero Badaloni realizzato con la collaborazione di Fausta Slanzi, con fotografia e montaggio di Nicola Berti, che documenta quanti personaggi del mondo dell'arte, della musica, della scrittura si siano ispirati alle Dolomiti. Tra di loro anche Aurelio Galleppini uno dei disegnatori più noti di Tex Willer. Aveva casa a Levico e durante le ferie percorreva le Dolomiti con carta e matita per immortalare rocce, piante ed animali che poi trasferiva ed interpretava a suo modo nelle storie di Tex ambientate. (w.m.)
3 Rassegna Stampa Fondazione Dolomiti UNESCO – Giugno 2018
Trentino | 9 Giugno 2018
p. 13 Dolomiti. Il cuore di pietra del mondo Il 19 giugno al Palazzo delle Esposizioni di Roma, apre i battenti la mostra “Dolomiti. Il cuore di pietra del mondo” della Fondazione Dolomiti UNESCO con le immagini del fotografo Georg Tappeiner. La rassegna resterà poi aperta fino al 2 settembre. Gazzettino | 16 Giugno 2018
4 Rassegna Stampa Fondazione Dolomiti UNESCO – Giugno 2018
p. 19 edizione Belluno A Roma le Dolomiti di Georg Tappeiner LA MOSTRA Le Dolomiti a Roma. Martedì la capitale aprirà gli occhi sulle montagne rosa. Il Palazzo delle Esposizione, sito museale principe della capitale, aprirà infatti le stanze dedicate a Dolomiti. Il cuore di pietra del mondo, la mostra di Georg Tappeiner, fotografo meranese che del rosa dolomitico è un meraviglioso pittore (a fianco un suo ritratto della Gusela del Vescovà). Già protagonista a Praga e Zagabria, la mostra torna ora in Italia per conquistare gli occhi del pubblico della capitale con una cinquantina di scatti rapiti a cavallo delle Dolomiti nostrane, trentine e friulane. L'innesco è stato niente meno che il National Geographic, l'illustre rivista per cui Tappeiner doveva realizzare alcuni scatti. Da lì, vista la potenza degli stessi, l'idea di allargare la visione pensando e allestendo una vera e propria mostra dedicata. In occasione dell'esposizione la Fondazione Dolomiti Unesco proporrà ai visitatori diversi materiali informativi, tra cui un documentario, tratto dal reportage realizzato da Piero Badaloni insieme a Fausta Slanzi, con fotografia e montaggio di Nicola Berti e dedicato agli artisti e scrittori di cui le Dolomiti sono state musa ispiratrice, da Tiziano a Buzzati.AdB L’Adige | 18 Giugno 2018
p. 6 Le Dolomiti in mostra a Roma ROMA Per la prima volta nella capitale, al Palazzo delle Esposizioni in via Nazionale 194, la magnificenza delle Dolomiti, monumento d'arte diffuso che l'Unesco ha riconosciuto come Patrimonio Mondiale per la loro straordinaria bellezza e importanza scientifica per la storia della Terra, è documentata in una mostra con una quarantina di autorevoli scatti del fotografo Georg Tappeiner ( foto ). L'autore, che vive nelle Dolomiti, ha «respirato» quella bellezza che ci affascina e scattando le foto ci ha restituito arte, nell'arte. Con un allestimento che valorizza ancor più le vedute dolomitiche di Tappeiner, Dolomiti. Il cuore di pietra del mondo , sarà visitabile fino al 2 settembre. La mostra è promossa da Roma Capitale e dall'Azienda speciale Palaexpo in sinergia con la Fondazione Dolomiti Unesco. National Geographic , la prestigiosa rivista nata per «esplorare il mondo e prendersi cura della Terra», ha pubblicato per prima alcuni dei bellissimi scatti di Tappeiner e proprio a seguito di questa iniziativa è nata la mostra. L'autore ha esposto parte di questi scatti a Praga, a Zagabria e ora, finalmente, a Roma. La mostra è visitabile domenica, martedì, mercoledì e giovedì dalle ore 10 alle ore 20. Venerdì e sabato dalle ore 10 alle 22.30. Lunedì chiuso.Info: www.dolomitiunesco.info, www.palazzoesposizioni.it
5 Rassegna Stampa Fondazione Dolomiti UNESCO – Giugno 2018
Gazzettino | 21 Giugno 2018
p. 19 edizione Belluno Gli scatti di Tappeiner incantano la capitale Tutti pazzi per le Dolomiti. Gli scatti di Georg Tappeiner, già ospite lo scorso anno della rassegna bellunese Oltre le vette, hanno conquistato la Capitale. La mostra Dolomiti. Il cuore di pietra del mondo ha fatto impazzire i romani che martedì sera hanno affollato l'inaugurazione della personale a Palazzo delle Esposizioni. Ad attrarre la folla numerosa ed attenta è stata proprio la straordinaria bellezza delle Dolomiti Unesco, illustrata dai 40 scatti del grande fotografo. «Dopo l'esposizione delle fotografie di Tappeiner, socio sostenitore della Fondazione, nelle grandi capitali europee le parole rivolte ai presenti da Marcella Morandini, direttrice della Fondazione Dolomiti Unesco - ora la straordinaria bellezza dolomitica interpretata da Georg è in mostra anche a Roma, capitale del nostro Paese, che, ricordo, ha il maggior numero di siti Unesco al mondo». L'esposizione sarà visitabile fino al 2 settembre.AT
6 Rassegna Stampa Fondazione Dolomiti UNESCO – Giugno 2018
INCONTRI D’ALT(R)A QUOTA Corriere delle Alpi | 28 Giugno 2018
p. 46/47 Alla scoperta di natura e sapori passeggiando verso tre rifugi Martina Reolon Alla scoperta del territorio. Per conoscerne le potenzialità e saperle cogliere e valorizzare. È l'obiettivo di "Incontri d'alt(r)a quota", le iniziative nei rifugi promosse dalla Fondazione Dolomiti Unesco .Tre gli eventi in calendario. Si comincia domenica alle 11 al rifugio Galassi (Forcella Piccola dell'Antelao), dove saranno protagonisti Susan e Alan Boyle, due fratelli che hanno messo i loro passi su quelli di Amelia Edwards, l'autrice del celebre "Untrodden Peaks and Unfrequented Valleys" (1873), raccogliendo tutte le indicazioni necessarie a creare una vera e propria Alta Via (www.avamelia.com) di 400 km e 33 mila metri di dislivello in salita e discesa, suddivisi in 30 tappe. L'incontro con gli autori della guida "Spiriti delle Dolomiti" sarà prezioso per comprendere se lo sguardo incantato della Edward sia lo stesso che ha caratterizzato anche l'esperienza di Alan e Susan tra Cortina, Pieve di Cadore, Auronzo, Livinallongo, Alleghe, Caprile, Zoldo, Agordo, Primiero, Predazzo, Val di Fassa, Val Gardena, Bolzano. Il secondo appuntamento sarà mercoledì al rifugio Dal Piaz, sulle Vette Feltrine. Qui entrerà in gioco anche uno chef: Alessandro Gilmozzi, che da anni sperimenta ingredienti inusuali, legati alla montagna. Lo farà anche questa volta, non prima di averli fatti scoprire ai partecipanti, strada facendo. L'appuntamento è infatti alle 8 a Croce d'Aune, da dove si salirà al rifugio in compagnia dello chef che spiegherà le proprietà delle piante del territorio, per poi cucinarle insieme ai produttori. Alle 14.30 escursione botanica alla Busa delle Vette. La rassegna si concluderà il 25 agosto al rifugio Berti, al cospetto del Popera. Anche in questo caso ci sarà uno chef ad appagare il gusto dei partecipanti, rendendo completa un'esperienza sensoriale già arricchita dal profumo dei fiori, la morbidezza dell'erba, i suoni del vento e le vedute mozzafiato. La partenza sarà alle 9.30 dal Rifugio Lunelli. Nel pomeriggio escursione geologica alla scoperta del Vallon Popera. Attenzione verrà riservata agli ingredienti utilizzati dagli chef: saranno infatti messi a disposizione i prodotti della "Rete dei produttori e dei prodotti di qualità delle Dolomiti Unesco", che 7 Rassegna Stampa Fondazione Dolomiti UNESCO – Giugno 2018
riunisce coltivatori e produttori dell'agroalimentare giĂ certificati o selezionati dai Parchi del territorio. --Info e programma sul sito www.dolomitiunesco.info Corriere delle Alpi | 30 Giugno 2018
p. 37 Per 'Incontri d'alt(r)a quota' i coniugi Boyle al Galassi "Incontri d'alt(r)a quota" prende il via domani con un incontro al rifugio Galassi. Alle 11 incontro con Susan e Alan Boyle, autori della guida "Spiriti delle Dolomiti". I due, dopo duecento anni, hanno ripercorso i passi di Amelia Edwards, raccogliendo tutte le indicazioni necessarie a creare una vera e propria Alta Via di 400 chilometri e 33 mila metri di dislivello in salite e discesa, suddivisi in trenta tappe.
8 Rassegna Stampa Fondazione Dolomiti UNESCO – Giugno 2018
DOLOMITES UNESCO FEST Alto Adige | 9 Giugno 2018
p. 24 Oggi via alla Dolomites Unesco Fest Organizzata per la prima volta nel 2017 la festa delle Dolomiti patrimonio dell'umanità, Dolomites UNESCO Fest, per l'assessore provinciale all'ambiente Richard Theiner "deve essere sempre più di stimolo per residenti e ospiti per appassionarsi alla bellezza e all'unicità del paesaggio delle Dolomiti, patrimonio UNESCO". L'iniziativa con le varie manifestazioni connesse dovrebbe essere proseguita anche nei prossimi anni. La festa prenderà il via oggi sabato 9 giugno a Sesto presso il Passo Monte Croce. Domenica 10 giugno sarà presentato il nuovo Dolomites UNESCO GEOtrail, un tour a 10 tappe, con escursione guidata sulla prima tappa della via che porta da Sesto alla gola del Bletterbach per esplorare il paesaggio marino fossile delle Dolomiti Patrimonio dell'Umanità. Domenica 17 giugno al GEOPARC Bletterbach vi sarà la festa principale del Dolomites UNESCO Fest, alla quale parteciperà anche l'assessore provinciale Richard Theiner.
9 Rassegna Stampa Fondazione Dolomiti UNESCO – Giugno 2018
Alto Adige | 11 Giugno 2018
p. 19 «Dolomites Unesco Fest» per scoprire il Bletterbach Queste le escursioni guidate previste domenica 17 giugno:- ore 8.00: partenza di un gruppo dal passo Lavazé che seguirà la prima tappa del nuovo GEOTrail. Guida: GEOPARC Bletterbach (5,5 ore)- ore 9.30: partenza di un gruppo dal Museo GEOlogico a Redagno; guida: AVS Aldein, Ufficio Geologia e GEOPARC Bletterbach (3,5 ore)- ore 10.00: partenza di un gruppo dal santuario di Pietralba; guida: CAI Bolzano e GEOPARC Bletterbach (2 ore)- ore 10.00: partenza di un gruppo dal centro di Aldino; guida: AVS Aldein, Ufficio Geologia e GEOPARC Bletterbach (3 ore) ALDINOOrganizzata per la prima volta nel 2017 la festa delle Dolomiti patrimonio dell'umanità, «Dolomites Unesco fest», per l'assessore provinciale all'ambiente Richard Theiner 10 Rassegna Stampa Fondazione Dolomiti UNESCO – Giugno 2018
«deve essere sempre più di stimolo per residenti e ospiti per appassionarsi alla bellezza e all'unicità del paesaggio delle Dolomiti, patrimonio UNESCO». L'iniziativa con le varie manifestazioni connesse dovrebbe essere proseguita anche nei prossimi anni. Ieri è stato presentato il nuovo Dolomites Unesco GEOtrail, un tour a 10 tappe, con escursione guidata sulla prima tappa della via che porta da Sesto Pusteria alla gola del Bletterbach per esplorare il paesaggio marino fossile delle Dolomiti Patrimonio dell'Umanità. È disponibile anche una guida realizzata sotto la supervisione dell'Ufficio geologia e prove materiali della Provincia. Ma il clou sarà domenica 17 giugno: al Geoparc Bletterbach vi sarà infatt la festa principale del «Dolomites UNESCO Fest». Sarà una giornata all'insegna delle Dolomiti Patrimonio dell'Umanità per conoscere l'importante patrimonio naturale di queste montagne: laboratori e giochi per bambini, informazioni, escursioni e passeggiate nella gola del Bletterbach, prodotti locali. Chi lo desidera potrà partecipare a una tappa del «Dolomites Unesco GEOtrail». La festa Dolomites Unesco Fest è organizzata dalle associazioni turistiche dell'area Dolomiti Unesco in provincia di Bolzano assieme a IDM, all'Ufficio parchi naturali e alla Fondazione Dolomiti Unesco. La manifestazione è sostenuta da CAI e AVS, mentre singole iniziative hanno il supporto di associazioni locali.IL PROGRAMMA. Per chi fosse interessato all'escursione appuntamento alle ore 8, Punto d'incontro a passo Lavazé per la prima tappa Dolomites Unesco Geotrail fino al Centro visite del Bletterbach (5,5 h). Dalle ore 10 al Centro Visite: informazioni, passeggiate guidate e laboratori lungo il sentiero per il punto panoramico e la malga Laner. Ore 10: Santa Messa all'aperto vicino al Centro Visite. Ore 10, 10.30, 11: visite guidata nella gola del Bletterbach. Ore 13: Arrivo del gruppo GEOTrail al Centro Visite. Ore 14: Cerimonia ufficiale a malga Laner. Dalle ore 14 fino alle 17: Programma per bambini malga Laner. Ore 17: Conclusione. A partire dalle ore 10.00 piatti tipici e bevande rinfrescanti a malga Laner con le associazioni ed i produttori di Aldino. L'entrata al GEOPARC Bletterbach, la partecipazione alle visite guidate e al programma sono gratuite. È preferibile arrivare con i mezzi pubblici partendo dalla stazione FS di Ora o di Egna fino ad Aldino (linea 142) e da qui con il bus diretto fino al Centro Visitatori (linea 146) o a piedi partecipando ad una delle escursioni guidate. Info: www.bletterbach.info (bc) Alto Adige | 16 Giugno 2018
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p. 35 Dolomiti Unesco, domenica la festa al Bletterbach ALDINO Laboratori e giochi per famiglie e bambini, informazioni e curiosità per gli amici delle Dolomiti e i fan di questo patrimonio naturale, escursioni e passeggiate per gli interessati alla geologia e gli appassionati della natura e prelibatezze enogastronomiche: il Dolomites Unesco Fest domenica 17 giugno al Geoparc Bletterbach ad Aldino sarà una bella occasione per conoscere il patrimonio naturale con le sue particolarità, la sua popolazione ed i suoi modi di vivere.Programma: ore 8 partenza di un gruppo da passo Lavazé che seguirà la prima tappa del nuovo GeoTrail assieme all'assessore Theiner; guida: ufficio Geologia e Geoparc Bletterbach (5,5 ore); ore 9.30: partenza di un gruppo dal Museo Geologico a Redagno; guida: Avs Aldino, Ufficio Geologia e Geoparc Bletterbach (3,5 ore); ore 10: partenza di un gruppo dal santuario di Pietralba; guida: Cai Bolzano e Geoparc Bletterbach (2 ore); ore 10 partenza di un gruppo dal centro di Aldino; guida: Avs Aldino, Ufficio Geologia e Geoparc Bletterbach (3 ore); ore 10, 10.30 e 11: visita guidata nella gola del Bletterbach; ore 10 Messa all'aperto sul prato sopra il Centro Visitatori di Aldino con Josef Matzneller e gli ottoni della banda musicale di Aldino. Dalle ore 10: piatti tipici e bevande rinfrescanti a malga Laner con le associazioni e i produttori di Aldino; ore 13: arrivo del gruppo GeoTrail. Gli organizzatori informano che è preferibile arrivare con i mezzi pubblici partendo dalla stazione ferroviaria di Ora o di Egna fino ad Aldino (linea 142) e da qui con l'autobus diretto fino al Centro Visitatori (linea 146) o a piedi partecipando ad una delle escursioni guidate (vedi programma). Per chi arriva con mezzi propri invece sarà a disposizione il parcheggio nel centro di Aldino, dal quale la festa si raggiungerà con un servizio shuttle o a piedi.©RIPRODUZIONE RISERVATA Alto Adige | 17 Giugno 2018
p. 22 Dolomites Unesco Fest: oggi al Bletterbach Laboratori e giochi per famiglie e bambini, informazioni e curiosità per gli amici delle Dolomiti e i fan di questo patrimonio naturale, escursioni e passeggiate per gli interessati alla geologia e gli appassionati della natura e prelibatezze enogastronomiche: oggi il «Dolomites Unesco Fest» al Geoparc Bletterbach ad Aldino sarà una bella occasione per conoscere il patrimonio naturale con le sue particolarità, la sua popolazione ed i suoi modi di vivere. Ore 10, 10.30 e 11: visita guidata nella gola del Bletterbach. Dalle ore 10: piatti tipici e bevande a malga Laner con le associazioni e i produttori di Aldino. 12 Rassegna Stampa Fondazione Dolomiti UNESCO – Giugno 2018
Alto Adige | 18 Giugno 2018
p. 18 Dolomiti Unesco Fest in mille alla scoperta del parco geologico ALDINO Sono saliti al Geoparc in 1.000 per festeggiare il patrimonio Unesco Dolomiti e il Bletterbach. Stiamo parlando della Dolomiti Unesco Fest tenutasi ieri. Una vera e propria festa di paese, resa possibile dall'impegno di almeno duecento volontari. Parlando con gli scienziati, partecipando a laboratori e giocando con materiali naturali i visitatori non si sono solo informati sul Patrimonio Naturale, ma hanno avuto la possibilità di vivere ed apprendere informazioni sul patrimonio mondiale Dolomiti. Rocce e minerali, orme e piante fossili, paleoambiente ed estinzione di massa, orchidee e fiabe: le Dolomiti si sono presentate con la loro diversità, le loro particolarità e il loro modo di vivere. "Siamo contenti che così tanti visitatori abbiano colto l'occasione di conoscere il loro Patrimonio Naturale", ha sottolineato il presidente del Geoparc Peter Daldos. "Il Patrimonio Unesco è un riconoscimento bello e un grande onore, ma è anche un grande impegno", ha sottolineato l'assessore Richard Theiner in discussione con il moderatore Theo Hendrich. "La festa è un'occasione per parlare con la comunità e per raccontare il patrimonio naturale, ma anche per invitare le persone a visitare gli altri sistemi del sito Dolomiti Unesco", ha dichiarato il direttore della Fondazione Marcella Morandini. Il sindaco di Aldino Christoph Matzneller lo ha puntualizzato per la sua popolazione: "Il Bletterbach dovrebbe rendere fiera la popolazione di Aldino." È poi stato presentato anche il Dolomites Unesco Geotrail, un nuovo sentiero trekking alla scoperta dell'arcipelago fossile delle Dolomiti tra il Bletterbach e Sesto. "Tutti insieme abbiamo reso il Dolomites Unesco Fest una giornata indimenticabile che è riuscita ad appassionare i visitatori al nostro Patrimonio Naturale" dichiara Peter Daldos ringraziando le centinaia di persone coinvolte nell'organizzazione. Il programma scientifico è stato organizzato da Museo di Scienze Naturali Alto Adige, Muse di Trento con il Museo Geologico di Predazzo, Ufficio Geologia, Ufficio Parchi Naturali, Servizio Forestale, l'esperta di orchidee Hans Madl e la narratrice di leggende Erica Di Marino. Erano presenti Fondazione Dolomiti Unesco e Associazione Turistica Aldino-Redagno-Passo Oclini.
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DOLOMITI SENZA CONFINI Corriere delle Alpi | 4 Giugno 2018 p. 18 Apre Dolomiti senza confini De Stefani e Messner testimonial PASSO MONTE CROCE A una settimana esatta dall'inaugurazione ufficiale del progetto Dolomiti senza confini, gli organizzatori hanno reso noto il programma della cerimonia che si terrà sul passo Monte Croce nelle adiacenze dell'omonima struttura ricettiva che fungerà da "quartier generale" soprattutto in caso di maltempo. Dolomiti senza confini è la prima e unica alta via transfrontaliera in Europa costituita da dodici vie ferrate che abbracciano i territori di Comelico, Cadore, Sesto (Pusteria) e Osttirol nel comune di Kartitsch (distretto di Lienz).La festa di inaugurazione prenderà il via alle 11 con una serie di interventi, anche istituzionali, alla presenza di tre testimonial d'eccezione: Reynold Messner, Fausto De Stefani e Hans Wenzl, giovane alpinista austriaco. Dalle 14 poi via alla "Dolomites Unesco Fest", festival delle culture nel corso del quale si alterneranno le musiche della banda di Sappada, del gruppo Nice Price dell'Alto Adige, del gruppo folcloristico "I Narli" di Comelico Superiore e del gruppo Legar di Casamazzagno.Sul posto verrà allestito uno stand informativo da parte del Centro parco naturale Tre Cime. Tutte le informazioni, anche turistiche, del progetto Dolomiti senza confini sono presenti sul sito ufficiale www.dolomitisenzaconfini.eu. (dierre) Trentino | 10 Giugno 2018
p. 25 Dalla guerra alla pace, un’alta via senza confini “È il più bell’omaggio alla Grande Guerra e alle Dolomiti che poteva essere fatto”. Lo ha detto Reinhold Messner, tra i protagonisti ieri all’inaugura- zione della grandiosa alta via che porta il nome “Dolomiti senza confini”, un tour di vie ferrate che inanella ben 12 per- corsi attrezzati di elevato valo- re alpinistico che si sviluppa- no a cavallo tra l'Italia e l'Au- stria, le province di Bolzano e Belluno, tra il Cadore, il Come- lico e la Pusteria. 14 Rassegna Stampa Fondazione Dolomiti UNESCO – Giugno 2018
A cent’anni dalla conclusio- ne della Grande guerra, il pro- getto “Dolomiti senza confini” è nato dall’idea di vedere le Dolomiti come un luogo di in- contro e amicizia piuttosto che una barriera. Per l'inaugurazione, una de- legazione di Sesto, accompa- gnata da Reinhold Messner, è partita lungo il Sentiero di Pa- ce "Dolomiti senza confini" raggiungendo i 2.500 metri di forcella Frugnoni, punto di passaggio tra l’Osttirol e le pro- vince di Bolzano e Belluno. Lì si è incontrata con alte due de- legazioni, una proveniente da Belluno accompagnata da Fausto De Stefani, e l’altra dall’Austria con Hans Wenzl. Nel punto d’incontro i tre protagonisti hanno depositato una pietra memoriale. Dopo- diché le delegazioni sono sce- se insieme al Passo Monte Cro- ce, dove si è svolta la festa uffi- ciale d’inaugurazione, alla quale hanno partecipato nu- merose personalità della politi- ca e della società. Una nuova alta via per chi vuole vivere l’avventura e per chi vuole mettersi alla prova tecnicamente, ma anche per chi desidera immergersi nella storia. “Dolomiti senza Confi- ni”, infatti, consente di attra- versare uno dei luoghi consi- derati strategici durante la Pri- ma guerra mondiale e, per questo, teatro di alcune tra le più cruenti battaglie: trincee, gallerie e postazioni sono state scavate e realizzate fin sulle ci- me più impervie. Ed è proprio per vedere que- sti siti che negli anni '60 e ’70 sono state ripristinate e realiz zate alcune delle ferrate che adesso entrano a far parte di “Dolomiti senza confini”. Nelle Dolomiti di Sesto, dalle Tre Cime di Lavaredo al Popera, dal Paterno alla Croda dei Toni, dalla Croda Rossa di Sesto a Cima Vallona, i soldati italiani e quelli dell’Impero Au- stro-Ungarico sono stati prota- gonisti di drammatiche pagi- ne di storia. Storie dolorosa provocate da una guerra com- battuta per difendere confini che oggi “Dolomiti senza con- fini” supera all’insegna della pace e della passione per il tu- rismo di montagna Corriere delle Alpi | 10 Giugno 2018
p. 28 Le Dolomiti ora sono senza confini COMELICO SUPERIORE L'inaugurazione del progetto Dolomiti senza confini si intreccia con la stretta attualità in una mattinata assolata, affollata e colorata vissuta sul passo Monte Croce di Comelico divenuto, per un giorno, simbolico ombelico del mondo. A poco più di 1600 metri d'altezza si sono ritrovati l'uno al fianco dell'altro bellunesi, pusteresi ed austriaci, uniti sotto la bandiera di Dolomiti senza confini, concatenazione di vie ferrate che per oltre cento chilometri corrono tra Italia ed Austria lungo le vette di confine teatro cento anni fa della Grande Guerra ma oggi, proprio grazie a questo progetto, trasformatesi in luoghi di pace ed amicizia. Uno spot, ripetuto come un mantra, che va inevitabilmente a cozzare con l'attualità. «Venti nazionalisti stanno riemergendo in varie zone d'Europa Italia compresa come un pericoloso retaggio del passato», ha tuonato Reinhold Messner dal piccolo palco 15 Rassegna Stampa Fondazione Dolomiti UNESCO – Giugno 2018
allestito dagli organizzatori. Proprio Reinhold Messner è stato l'ospite più atteso ed acclamato, uno dei tre testimonial insieme a Fausto De Stefani ed al giovane alpinista austriaco Hans Wenzl che alle cinque di ieri mattina si è messo in cammino per raggiungere il cippo simbolo del progetto Dolomiti senza confini. Un cippo issato da Bepi Monti, tra gli ideatori del progetto, e dall'artista Mauro Lampo sulla cresta dei Frugnoni a quota 2500 metri, luogo d'incontro dei territori italiano ed austriaco. Una simbolica "t" che abbraccia bellunesi, pusteresi ed austriaci del comune di Kartitsch situato nel distretto di Lienz.Non è un caso se ieri sul passo Monte Croce di Comelico c'erano le più alte cariche istituzionali bellunesi e cadorine, queste ultime provenienti sia da Comelico Superiore che da Auronzo, pusteresi di Sesto e Dobbiaco ed austriache di Kartitsch.Il progetto ha richiamato l'attenzione del Cai nazionale, rappresentato dal presidente Vincenzo Torti, e di una lunga serie di realtà impegnate concretamente. A partire dalle guide alpine di Sesto, del Cadore e dell'Alpenverein austriaco che insieme avranno il compito di portare in quota gli escursionisti che ne faranno richiesta come già avviene oggi, quotidianamente, in altre zone del territorio a partire dalle Tre Cime di Lavaredo. Dodici sono le vie ferrate inserite nel progetto Dolomiti senza confini, tutte regolarmente percorribili anche se proprio in questi giorni sono in via di esecuzione alcuni interventi di messa in sicurezza. Otto di esse furono realizzate durante la prima guerra mondiale per poi essere ripristinate tra gli anni '50 e '70: ferrata del Monte Paterno, ferrata Torre di Toblin, ferrata degli Alpini 1915/1918, strada degli Alpini che collega la cresta Zsigmondy con il passo della Sentinella, ferrata Costoni di Croda Rossa, ferrata Zandonella, ferrata del Monte Cavallino e ferrata D'Ambros. Sempre negli anni a cavallo tra il 1950 ed il 1970 quattro delle ferrate presenti nel circuito Dolomiti senza confini sono state realizzate ex novo: ferrata Roghel, Cengia Ganriella, ferrata a sud della Croda dei Toni e ferrata est del Camoscio. Gianluca De Rosa©RIPRODUZIONE RISERVATA L’Adige | 15 Giugno 2018
p. 9 Sulle Dolomiti senza confini Monti pallidi in primo piano con la nuova alta via «Dolomiti senza confini» che collega 12 percorsi attrezzati di valore alpinistico e storico a cavallo tra l'Italia e l'Austria, Cadore e Val Pusteria. L'alta via percorre tracciati realizzati nella Grande guerra, sia dall'Esercito italiano, sia dai combattenti austriaci, sul Monte Paterno, la Torre Toblin, Cima Undici, la Croda Rossa di Sesto, il Monte Cavallino. Tracciati divenuti poi percorsi attrezzati. La via parte dai rifugi Lunelli o Carducci e tocca i rifugi delle Tre Cime di Lavaredo ( nella foto ), poi il rifugio Comici, i prati di Croda Rossa, il rifugio Berti, l'Obstanserseehütte, i rifugi Porzehütte e Schützenhütte. «Il progetto prevede, attraverso la sistemazione di alcune vie ferrate - viene spiegato dai promotori - di creare un'unica area transfrontaliera dedicata all'escursionismo di alta montagna. L'intervento porterà alla creazione nell'area Dolomiti Live a un percorso alpinistico che consentirà di unire realmente le tre aree superando così le barriere amministrative e nazionali che lo dividono». Partner del progetto, sostenuto dai fondi Interreg Italia-Austria, «Fondo europeo di sviluppo regionale» e «Dolomiti Live», sono l'Alpenverein austriaco, l'Associazione turistica Sesto e la Provincia di Belluno
16 Rassegna Stampa Fondazione Dolomiti UNESCO – Giugno 2018
FOSSIL SEA CHALLENGE L’Adige | 6 Giugno 2018
p. 24 Arte, fantasia e scienza a scuola per conoscere meglio le Dolomiti Esperimenti scientifici, cruciverba, trekking, viaggi in mongolfiera, video, modellini in 3D. L'originalità è stata l'assoluta protagonista di «The #FossilSeaChallenge», il concorso promosso dalla Provincia, nell'ambito delle reti «Patrimonio geologico» e «Formazione e ricerca scientifica» della Fondazione Dolomiti Unesco. Otto le scuole superiori ammesse al concorso, vinto a pari merito dal collegio «Don Bosco» di Pordenone e dall'istituto «La Rosa Bianca» di Cavalese. Ieri la premiazione. «I giovani afferma l'assessore Gilmozzi - devono essere accompagnati nella conoscenza delle Dolomiti, solo così potremmo dire di aver dato loro gli strumenti adeguati per gestire il patrimonio dell'Umanità Dolomiti con quelle caratteristiche di responsabilità e correttezza che il Bene Naturale, ma anche la stessa vita sulle Dolomiti, richiede» «Vogliamo cogliere la sfida di The #FossilSeaChallenge per raccontare ad altri ragazzi, ai nostri cugini e fratelli minori, perché le Dolomiti, la loro casa, sono così importanti per il mondo»: così gli studenti della 2B liceo scientifico dell'Istituto «La Rosa Bianca» di Cavalese, che per raggiungere lo scopo hanno realizzato un articolo scientifico con un linguaggio adatto ai ragazzi delle scuole medie, un racconto fantastico che narra la storia di «Dolomia, la sirena che divenne montagna» dedicato ai bambini delle scuole elementari e infine un murale collocato alle funivie Alpe Cermis che raffigura la protagonista della fiaba. Tre linguaggi 17 Rassegna Stampa Fondazione Dolomiti UNESCO – Giugno 2018
differenti, dunque, per tre obiettivi differenti. La scuola ladina di Fassa ha puntato su poster scientifici che descrivono l'interazione tra l'acqua e le Dolomiti nel passato, nel presente e nel futuro. Il liceo scientifico Galilei di Trento ha ideato un trekking nella zona del monte Peller (Dolomiti di Brenta), con informazioni veicolate tramite un blog appositamente creato. Trentino | 24 Giugno 2018
p. 55 Concorso Dolomiti Unesco, vince Cavalese Esperimenti scientifici, cruciverba, trekking, viaggi in mongolfiera, video, modellini in 3D. L’originalità è stata l’assoluta protagonista di “The #FossilSeaChal- lenge”, il concorso promosso dalla Provincia nell’ambito delle Reti “Patrimonio Geologico” e “Formazione e Ricerca Scientifica” della Fondazione Dolomiti Unesco. Otto le scuole superiori ammesse al concorso, vinto a pari merito dal Collegio “Don Bosco” di Pordenone e dall’Isti- tuto “La Rosa Bianca” di Cavalese. L’obiettivo del concorso era quello di coinvolgere le scuole superiori delle cinque province dolomitiche nell’elaborazione di progetti di ricerca scientifica e di divulgazione, incentrati sull’azione che l’acqua ha compiuto e compie nel processo di forma- zione del paesaggio montano. Un tema affrontato con una straordinaria varietà espressiva dai quasi 200 studenti coinvolti. «Vogliamo cogliere la sfida di The #FossilSeaChallenge per raccontare ad altri ragazzi, ai no- stri cugini e fratelli minori, per- ché le Dolomiti, la loro casa, sono così importanti per il mon- do». Così gli studenti della 2B liceo scientifico dell’Istituto “La Rosa Bianca di Cavalese”, che per raggiungere lo scopo hanno realizzato un articolo scientifico, con un linguaggio adatto ai ragazzi delle scuole medie, un racconto fantastico che narra la storia di “Dolomia, la sirena che divenne montagna”, dedicato ai bambini delle scuole elementari e infine uno splendido murale collocato alle funivie Alpe Cer- mis (Masi di Cavalese) che raffi- gura la protagonista della fiaba. Tre linguaggi differenti, dunque, per tre obiettivi differenti. Un progetto che la giuria ha giudicato meritevole al pari di quello del Collegio Don Bosco di Pordenone, i cui studenti hanno realizzato una serie di video per accompagnare i visitatori in un viaggio virtuale alla scoperta del loro territorio, della sua geologia, delle vicende storiche che l’hanno segnato (quelle legate al- la Grande Guerra in particolare). I ragazzi del “Don Bosco” si so- no anche ricordati che nel 2019 verrà celebrato il decennale del riconoscimento delle Dolomiti come Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco e hanno deciso di alleggerire la macchina organizzativa progettando autonomamente un evento speciale: “Dolomiti: la voce della montagna”, in programma per l’estate 2019 tra viaggi in mongolfiera, concerti e orienteering; si sono infine cimentati nella realizza- zione di un cruciverba per met- tere alla prova la conoscenza dell’ambiente in cui vivono. Qualche esempio? Quindici orizzontale: “Cima più alta delle Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave, quota 2706m”; cinque verticale: “Ghiacciai pertinenti al periodo più recente della storia geologi- ca della Terra”. Il liceo artistico Munari di Tre- viso (che essendo al di fuori del territorio previsto dal bando ha partecipato fuori concorso) ha pensato ad una giornata sul te- ma: “Dolomiti, scritture d’ac- qua”, elaborandone la linea co- municativa, dai social alle magliette e ai volantini. Il liceo lin- guistico Marcelline di Bolzano ha confezionato un video che mette in risalto non solo gli aspetti scientifici ma anche la ricchezza culturale del territorio dolomitico, ben rappresentata dalla varietà linguistica. Il Polo Val Boite di Belluno era presente con due progetti: nel primo gli studenti hanno realizzato e de- scritto in un video alcuni esperi- menti di laboratorio sugli aspet- to geologici e geomorfologici dell’area di Fosses, al cui anda- mento orografico hanno anche dedicato un 18 Rassegna Stampa Fondazione Dolomiti UNESCO – Giugno 2018
modellino tridimen- sionale. Il secondo progetto si è concentrato invece, tramite un ipertesto, sulla zona di Ra Stua. La Scuola Ladina di Fassa ha puntato su poster scientifici che descrivono l’interazione tra l’ac- qua e le Dolomiti nel passato, nel presente e nel futuro. Il liceo scientifico Galilei di Trento ha infine ideato un trekking nella zona del monte Peller (Dolomiti di Brenta), con una serie di infor- mazioni veicolate tramite un blog appositamente creato dagli studenti. Trentino | 27 Giugno 2018
p. 39 Cavalese, la storia di Dolomia in murale CAVALESE Una sfida dolomitica vinta a suon di penna e pennelli. Questo l'epilogo conclusivo dello speciale concorso "The Fossil Sea Challenge" bandito dalla Provincia nell'ambito delle "Reti patrimonio Geologico" e "Formazione e Ricerca scientifica della Fondazione Dolomiti Unesco, in collaborazione con il Muse - Museo delle Scienze di Trento, il museo geologico delle Dolomiti di Predazzo e l'Università degli studi di Trento. L'obiettivo del concorso era quello di coinvolgere le scuole superiori delle cinque province dolomitiche nell'elaborazione di progetti di ricerca scientifica e di divulgazione. Fra le 8 scuole superiori ammesse al concorso ha vinto l'Istituto "La Rosa Bianca" di Cavalese, a pari merito con il Collegio Don Bosco di Pordenone. E presso la stazione delle funivie Alpe Cermis di Cavalese i ragazzi della 2B del Liceo scientifico dell'Istituto la Rosa Bianca di Cavalese hanno presentato con meritato orgoglio il risultato del loro lavoro ed è stato inaugurato il murale, collocato nella zona delle funivie a Masi dedicato alle Dolomiti realizzato nell'ambito del progetto. I ragazzi dell'Istituto di Cavalese, guidati dalla professoressa Barbara Corradini sono riusciti a vincere la sfida con un racconto fantastico che narra la storia di "Dolomia", la sirena che divenne una montagna. All'incontro di presentazione ha preso parte anche il presidente delle funivie Giulio Misconel e gli assessori comunali di Cavalese Ornella e Pina Vanzo, la direttrice della Fondazione Marcella Morandini, il vicario scolastico professor Michele Malfer e la responsabile del Marketing Alpe Cermis Federica Bailoni. «I giovani - ha sottolineato il vicepresidente della Fondazione Mauro Gilmozzi - devono essere accompagnati nella conoscenza delle Dolomiti e solo così possiamo loro offrire gli strumenti per gestire al meglio il Patrimonio mondiale dell'umanità». (l.ch.)
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PELMO D’ORO Corriere delle Alpi | 27 Giugno 2018
p. 32 Pelmo d'oro, va a Paolini il premio per la cultura di Martina Reolon BELLUNO Il trentino Maurizio Giordani per l'alpinismo in attività, il catalano Josep Manuel Anglada per la carriera alpinistica, l'autore bellunese Marco Paolini per la cultura, il Suem 118 di Pieve di Cadore per la solidarietà e l'atleta paralimpico Oscar De Pellegrin come ambasciatore Unesco. Si aggiungono i premi speciali a due "senatori" bellunesi dello sci nordico, Ivo Andrich e Costantino Costantin, e le menzioni per l'accoglienza in montagna a Monica Campo Bagatin e Ugo Pompanin. Questi i nomi di coloro che riceveranno il "Pelmo d'Oro", premio annuale itinerante, istituito dalla Provincia di Belluno nel 1998, finalizzato a riconoscere i meriti di persone, enti pubblici e privati, associazioni che si sono contraddistinti per l'impegno a fare della valorizzazione di ambiente e risorse montane, della conoscenza di storia, cultura e tradizioni delle comunità delle Dolomiti bellunesi. L'edizione di quest'anno è la 21ª e sarà ospitata dal Comune di Rocca Pietore. L'appuntamento con la cerimonia di premiazione sarà sabato 28 luglio alle 10.30, nella quiete del Bosco Verde, in Val Pettorina. Maurizio Giordani, nato nel 1959 a Rovereto, affascinato dalla gigantesca parete d'argento della regina delle Dolomiti, la sud della Marmolada, comincia fin dagli albori della sua attività alpinistica a legare ad essa il suo nome, con l'apertura di vie nuove di continuità estenuante e difficoltà estrema. L'alpinista è anche autore di due guide e di un libro, "Marmolada, sogno di pietra".Non meno importante il curriculum di Josep Manuel Anglada, catalano di Barcellona, classe 1933. Arrampicatore sulle montagne di tutto il mondo (Pirenei, Ande, Yosemite, Hoggar, Eiger, Huascaran, Hindu Kush, Annapurna), riconosce nelle Dolomiti i monti con la più forte attrazione, tanto da dedicare loro anche il viaggio di nozze con la moglie Elisabeth. "Pelmo d'Oro" per la cultura alpina a Marco Paolini, che con il suo "Il Racconto del Vajont" ha vinto nel 1997 l'Oscar della televisione come migliore programma dell'anno. Accurato nella verifica delle sue fonti, l'autore nato a Belluno nel 1956 è maestro nella misurata ricerca della risata, mai fine a se stessa ma spunto di riflessione.Il 20 Rassegna Stampa Fondazione Dolomiti UNESCO – Giugno 2018
premio speciale Giuliano De Marchi andrà al Suem 118 di Pieve di Cadore, che da trent'anni offre la propria professionalità alle popolazioni del Bellunese e al turismo dolomitico, mettendo in campo una combinazione di eccellenze in campo medico, aeronautico e di soccorso alpino.A Oscar De Pellegrin va invece il premio speciale Dolomiti Unesco, introdotto lo scorso anno dalla Fondazione in ricordo di Sergio Reolon. Questa volta il riconoscimento è stato assegnato all'atleta bellunese, che con la sua attività e collaborando a iniziative riguardanti il tema dell'accessibilità ha saputo interpretare il ruolo di un vero e proprio ambasciatore dolomitico dei valori Unesco.La Provincia, dal canto suo, ha voluto assegnare i premi speciali a Ivo Andrich, agordino classe 1949, che a fine gennaio ha portato a termine la sua 45ª Marcialonga, e allo zoldano Costantino Costantin, che ha disputato, tra le sue tante imprese, anche 15 edizioni della Vasaloppet. Esempi perfetti di accoglienza in montagna sono Monica Campo Bagatin e Ugo Pompanin, gestori rispettivamente del rifugio Bosconero in Val di Zoldo e del Lagazuoi a Cortina. Grazie alla loro attività si sono conquistati due menzioni speciali. «Il 26 giugno 2009, a Siviglia, le Dolomiti venivano proclamate patrimonio Unesco», ricorda Roberto Padrin, presidente della Provincia. «Quale data migliore dunque, se non quella di oggi (ieri, ndr), per presentare il "Pelmo d'Oro", manifestazione di grande pregio del nostro territorio e che, grazie a un impegno di squadra, continua a essere portata avanti».©RIPRODUZIONE RISERVATA Gazzettino | 27 Giugno 2018
p. 21 edizione Belluno 21 Rassegna Stampa Fondazione Dolomiti UNESCO – Giugno 2018
Pelmo d’Oro in Marmolada IL RICONOSCIMENTO Ventun anni di Pelmo d'Oro. Nella rosa dei premiati, quest'anno, anche l'autore Marco Paolini e la coraggiosa gestrice del Rifugio Bosconero. Oltre a un alpinista trentino e a uno catalano. Nel centenario della fine della Grande Guerra l'appuntamento con il Premio dedicato alla montagna si rinnova ai piedi della Marmolada, trova la cornice perfetta in Rocca Pietore e si riconferma come momento che unisce i popoli di montagna e chi ama le cime, al di là dei confini e delle lingue. Sarà il comune guidato da Andrea De Bernardin, la cui frazione di Sottoguda nel 2016 è stata nominata tra i borghi più belli d'Italia, a ospitare la cerimonia del 28 luglio. Gli ospiti sono attesi alle 10.30 nella quiete di Bosco Verde in Val Pettorina.I PELMO D'OROA Maurizio Giordani va il Premio per l'alpinismo in attività. L'uomo, trentino, secondo la giuria rientra a pieno titolo tra le eccellenze dell'alpinismo italiano; è stato uno dei protagonisti delle scalate lungo la regina delle Dolomiti, la parete sud della Marmolada a cui ha legato il suo nome fin dagli esordi della sua attività di alpinista. Qui vi ha aperto nove vie di continuità estenuante e difficoltà estrema e qui ha compiuto ripetizioni invernali e in solitaria. Il Premio per la carriera alpinistica andrà invece al catalano, amante delle Dolomiti bellunesi, Josep Manuel Anglada. Fece del Rifugio Auronzo il suo quartier generale, punto di partenza per centinaia di scalate. A Marco Paolini va il Premio per la cultura alpina. «Un nome a cui sono molto legato per quell'orazione civile sul disastro del Vajont spiega Roberto Padrin, presidente della Provincia e sindaco di Longarone -, un'opera che riportò all'attenzione di tutti la tragedia».I PREMI SPECIALIL'agonismo avrà un rilievo con il Premio speciale Dolomiti Unesco, introdotto da pochi anni, sarà assegnato a quell'ambasciatore dello sport che supera ogni barriera che è Oscar De Pellegrin. «Esprime perfettamente gli altissimi valori che stanno dietro il riconoscimento Unesco le parole di Marcella Morandini, direttrice Fondazione Dolomiti Unesco -, ha dalla sua una forte determinazione e una straordinaria apertura alla comunità nonostante quello che lui chiama il mio incontro con il destino». Il Premio Giuliano De Marchi, improntato alla solidarietà, andrà al Suem centrale operativa di Pieve di Cadore mentre due menzioni speciali sono riservate ai protagonisti dell'accoglienza in montagna. Qui i premiati saranno Monica Campo Bagatin e Ugo Pompanin. La prima per i suoi 35 anni alla guida del Rifugio Bosconero a cui, come spiega la giuria, «ha saputo infondere accoglienza e serenità, nonostante le difficoltà di gestione e di rifornimento» e il secondo per aver gestito, anche lui per 35 anni, il Rifugio Lagazuoi a 2.752 metri d'altitudine. Per l'occasione del Premio sarà prodotto anche uno speciale annullo filatelico, ritirabile dalle 9 alle 13. La cerimonia si terrà al campo sportivo di Bosco Verde a partire dalle 10.30; durante la giornata ci sarà anche una visita a Sottoguda, la simulazione di un intervento di soccorso e la presentazione del libro Regina delle Dolomiti - Marmolada. Freccia nel Cielo - Tofana. 50 anni. Una famiglia, tante imprese, una storia.Alessia Trentin
22 Rassegna Stampa Fondazione Dolomiti UNESCO – Giugno 2018
DOLOMITI DAYS 2018 Gazzettino | 28 Giugno 2018 p. 8 edizione Udine Musica, visite guidate ed eventi itineranti per il Dolomiti days Appuntamento per i Dolomiti Days, ad Andreis, domani pomeriggio, con il concerto di Franco Giordani, in programma dalle 18. Si tratta di iniziative itineranti organizzate con la collaborazione della Fondazione Dolomiti Unesco per celebrare, ogni anno, l'attribuzione del blasone di Patrimonio dell'umanità, che risale al 2009. Sempre il Parco naturale propone per il fine settimana numerose altre iniziative per conoscere l'area protetta in tutti i suoi angoli più caratteristici. Domani, è in programma un'escursione al Rifugio Pussa (in comune di Claut), mentre domenica ci si sposta a Forni di Sopra, per una passeggiata lungo il Sentiero. A Erto domani e domenica ci sarà invece il corso di arrampicata per tutti: una manifestazione sempre molto partecipata che consente di utilizzare la palestra di roccia tanto cara a Mauro Corona. Sempre a Erto, continuano le visite guidate al coronamento della diga del Vajont, che lo scorso anno ha registrato il record assoluto di accessi.L.P.
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EVENTI E PARTECIPAZIONI Corriere delle Alpi | 7 Giugno 2018
p. 19 Montagna e natura sotto i riflettori CHIES D'ALPAGO I temi naturalistici legati alla montagna saranno i protagonisti sabato (inizio alle 9) della quarta edizione del seminario di ecologia alpina promosso dal Comune di Chies d'Alpago in collaborazione con l'associazione Alpago Storia Natura.Il comitato scientifico organizzatore del convegno è composto da Michele Cassol, Cesare Lasen, Francesco Mezzavilla e Francesco Scarton.Ecco il programma della giornata di studi: dopo la registrazione dei partecipanti (alle 9) seguirà l'intervento del sindaco di Chies d'Alpago, Gianluca Dal Borgo; alle 10 Veronica Borsato parlerà sul tema: La foresta del Cansiglio e la sua biodiversità. Studio fitocenotico delle zone umide e delle praterie; alle 10.30 Elena Piutti: L'evoluzione del paesaggio forestale in Cansiglio - I reperti vegetali (tronchi, coni, foglie e pollini) rinvenuti nella torbiera di Palughetto in Cansiglio ci riportano indietro nel tempo.Dopo una breve pausa, dalle 11.5 alle 11.45 Mauro Bon e Arianna Spada: Stato delle conoscenze sui mesocarnivori in provincia di Belluno - La recente pubblicazione del nuovo atlante dei mammiferi del Veneto ha stimolato nuove ricerche e monitoraggi indirizzati a specie criptiche o poco note. Dalle 11.45 alle 12.15 parlerà Francesco Scarton: Variazioni a breve termine (2015-2018) della comunità ornitica nidificante sulle praterie del Monte Cesen - Nel 2015, 2017 e 2018 sono stati eseguiti rilievi ornitologici primaverili tramite 10 punti di ascolto. Dopo la pausa pranzo i lavori riprenderanno alle 14.30 con Giovanni Timossi: Lepidotteri Eteroceri delle Dolomiti - La biodiversità dei Lepidotteri delle Dolomiti è poco nota, soprattutto a quote sopra i 2000 metri, dove le condizioni ambientali estreme condizionano la fenologia delle specie; alle 15 Francesco Mezzavilla: Nuove indagini sulle formiche del gruppo rufa nell'area dolomitica bellunese - Per aggiornare i dati e definire meglio le presenze, dal 2016 è stata svolta una serie di indagini su queste quattro specie nell'ambito di 20 aree.Alle16 Gabriele Filippin e Andrea Pereswiet-Soltan parleranno sul tema: Pipistrelli in provincia di Belluno, le novità dalla ricerca chirotterologica - I primi risultati dell'indagine sul campo finalizzata a determinare la composizione e lo stato della chirotterofauna della provincia di Belluno. Dopo il dibattito finale, alle 16.30, è in programma una visita al Museo di storia naturale di Chies. Ezio Franceschini
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Corriere delle Alpi | 19 Giugno 2018
p. 29 Un summit sulle prospettive montane COMELICO Una sorta di "summit" su realtà e prospettive di vita e di lavoro sulle terre alte che coinvolgerà studiosi ed istituti di tutta Europa. Si tratta del 9° convegno di Rete Montagna dal titolo: "La Montagna che produce. Paesaggi, attori, flussi e prospettive", che si terrà da giovedì a sabato tra Venezia e il Comelico, a cura di IUAV, Fondazione Centro Studi transfrontaliero Comelico e Sappada e Fondazione G. Angelini.Tra i temi prioritari del dibattito ci saranno la specificità dei prodotti di montagna, i paesaggi ed i luoghi della produzione, gli attori e le strategie di produzione, i flussi, le reti, le filiere di produzione e scambio (energetiche, infrastrutturali, culturali), le politiche pubbliche e le azioni di sviluppo.Si inizierà la mattina di giovedì all'Università Iuav a Palazzo Badoer a Venezia, con gli interventi di G. Dematteis del Politecnico di Torino (Gli scambi montagna-città a fronte delle sfide globali), D. Pettenella dell'Università di Padova (La mobilitazione del legname nelle foreste di montagna), M. Urbanc dell'Accademia di Arti e Scienze di Lubiana (Politiche nazionali per prodotti montani in Italia) e A. Frescarelli dell'Università di Perugia (Il ruolo dell'agricoltura di montagna nella PAC 20121-2027).Al pomeriggio inizieranno le sessioni tematiche parallele dedicate a come progettare le montagne produttive, ai loro nuovi abitanti e ai loro prodotti nel corso della storia, con la partecipazione di oltre 20 studiosi di diversi paesi europei.Venerdì relatori e partecipanti saranno invece in Comelico e la mattina si partirà dalla piazza di Santo Stefano di Cadore per due sopralluoghi sul territorio mirati su energia, agricoltura, industria e turismo, mentre il pomeriggio, a Palazzo Poli a San Pietro di Cadore si terranno ulteriori sessioni parallele sui temi dei beni e servizi della montagna (attori, governance e politiche), sui nuovi abitanti e nuovi prodotti, nonché sulle produzioni culturali per il futuro della montagna, con le conclusioni di Bernard Debarbieux dell'Università di Ginevra e di Roland Psenner dell'Università di Innsbruck. Sabato, sempre a Palazzo Poli, si svolgerà infine una sessione plenaria coordinata da Livio Olivotto e preceduta dai saluti istituzionali del Sindaco di San Pietro Elisabetta Casanova Borca, del Presidente dell'Unione Montana del Comelico e Sappada Alessandra Buzzo, del Presidente della Provincia Roberto Padrin e della Direttrice della Fondazione Dolomiti Unesco Marcella Morandini.La tavola rotonda, che sarà moderata da Francesco Marangon e conclusa da un dibattito finale, verterà sulle specificità e prospettive della produzione in montagna, con interventi di Viviana Ferrario, Eleonora Cesco Gaspare, Raffaele De Bettin, Lucio Eicher Clere, Luca Mazzuccato, Andrea Rigoni, Renzo Bortolot, Pietro Buzzo Contin, Pietro Cecchinato, Flamino Da Deppo, Michele Nenz e Renato Sopracolle. Per maggiori informazioni www.alpinenetwork.org. Walter Musizza©RIPRODUZIONE RISERVATA
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Gazzettino | 20 Giugno 2018 p. 18 edizione Belluno
p. 18 edizione Belluno Vivere in montagna: tre giorni di studio IL CONVEGNO La Montagna che produce. Paesaggi, attori, flussi, prospettive è il titolo del convegno internazionale che si apre domani fino al 23 giugno tra Venezia e Comelico e che vede, tra gli altri organizzatori, anche la Fondazione Angelini assieme alla Fondazione Centro Studi Transfrontaliero del Comelico e Sappada. Nel recente passato la montagna è stata vista sempre più come produttrice di servizi ecosistemici (ambientali, turistici, culturali) e sempre meno come luogo di produzione di beni (minerali e legname, prodotti agricoli, artigianali, manifatturieri). Il convegno si propone di dare risposte a molte domande: «La montagna sta (ri)diventando anche luogo di produzione di beni? Come riconoscerli e renderli visibili? Quali rapporti intercorrono tra produzioni materiali e immateriali e ambiente, culture, specificità della montagna? I nuovi prodotti della montagna sono destinati a creare nuovi paesaggi? Quali interazioni si stabiliscono tra la montagna stessa e i territori circostanti?». I lavori inizieranno domani a Palazzo Badoer a Venezia per poi spostarsi venerdì a palazzo Poli di San Pietro di Cadore (nella foto) con l'escursione Productive Dolomites, mentre sabato si concluderanno con una tavola rotonda tra rappresentanti delle istituzioni e del mondo produttivo. L'assise sarà presieduta da Livio Olivotto, direttore del Centro Studi Transfrontaliero, e sarà aperta dai saluti di Elisabetta Casanova Borca, sindaco di San Pietro di Cadore; Alessandra Buzzo, presidente dell'Unione Montana ComelicoSappada; Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno; Marcella Morandini, direttore della Fondazione Dolomiti Unesco. Poi, sul tema Produrre nella montagna veneta introdotto da Viviana Ferrario, presidente del Centro Studi Transfrontaliero, e moderato da Francesco Marangon dell'Università di Udine, interverranno: Eleonora Cesco Gaspere (Cadore Scs), Raffaele De Bettin (Dba Group), Andrea De Mario Sartor (I Sartorelli), Lucio Eicher Clere (Ospitalità diffusa Costauta), Luca Mazzucato (Errebi Spa), Andrea Rigoni (Rigoni di Asiago), Renzo Bortolot (Magnifica Comunità del Cadore), Pietro Buzzo Contin (Arcfaco), Pietro Cecchinato (Regione Veneto), Flaminio Da Deppo (Gal Alto Bellunese), Michele Nenz (Coldiretti Belluno) e Renato Sopracolle (Distretto Occhialeria Bellunese). Dino Bridda
26 Rassegna Stampa Fondazione Dolomiti UNESCO – Giugno 2018
RICERCA SCIENTIFICA NELLE DOLOMITI L’Adige | 1 Giugno 2018
p. 9 «Un rettile chiave sull'evoluzione» Una vera e propria «Stele di Rosetta» per quanto riguarda la storia degli squamati, ovvero delle lucertole e dei serpenti. Sta facendo rumore a livello internazionale la nuova ricerca che riscrive la storia dei rettili a partire da un fossile rinvenuto nelle Dolomiti e che è stata capace di conquistare la copertina di Nature con il disegno realizzato dal paleoartista milanese Davide Bonadonna . Tutto ruota attorno ad un piccolo rettile, battezzato con il nome di Megachirella wachtleri , rinvenuto quasi vent'anni fa nelle Dolomiti e oggi riscoperto grazie a tecniche all'avanguardia nel campo dell'analisi 3D e della ricostruzione delle parentele evolutive. 27 Rassegna Stampa Fondazione Dolomiti UNESCO – Giugno 2018
Dopo le ampie anticipazioni diffuse martedì, ieri al Museo delle scienze proprio Massimo Bernardi , paleontologo del Muse in prima fila in questa straordinaria operazione scientifica, ne ha delineato gli aspetti principali sottolineando in primis come proprio grazie a questo piccolo rettile l'origine di lucertole e serpenti vada retrodatata di circa 75 milioni di anni. «Il team internazionale che ha lavorato al progetto - ha spiegato Bernardi - ha identificato in Megachirella wachtleri - un piccolo rettile vissuto circa 240 milioni di anni fa nelle attuali Dolomiti - la lucertola più antica al mondo fornendo informazioni chiave sull'evoluzione di lucertole e serpenti moderni». Nessun luogo del pianeta come le Dolomiti, allora isolotti circondati dal mare, racchiude i segreti di un periodo come quello del Tarassico che va dai 250 ai 200 milioni di anni fa. I dati - ottenuti tramite tecniche di ricostruzione tridimensionale e analisi delle sequenze di Dna - suggeriscono che l'origine degli «squamati» sia ancora più antica, da collocarsi oltre 250 milioni di anni fa, prima della più profonda estinzione di massa della storia. «Questo è un aspetto assai importante ? ha sottolineato Bernardi ? perché dimostra come gli squamati abbiano superato, diversificandosi, un'estinzione di massa dimostrando come queste catastrofi abbiano non solo una potenza distruttiva ma anche costruttiva». In questo campo dunque nulla sarà più come prima dopo la scoperta della Megachirella, una vera e propria chiave per la comprensione di una vicenda evolutiva che ha condizionato per sempre la storia della vita su questo pianeta abitato da circa 10.000 specie di lucertole e serpenti, quasi il doppio delle specie di mammiferi. Comprensibile l'euforia che circonda la sezione di Geologia e Paleontologia del Muse che da oltre tre decenni si dedica allo studio della diversità geo-paleontologica dell'area dolomitica. In questa ricerca internazionale, risultato di anni di osservazioni e analisi, avviate grazie alla collaborazione con Evelyn Kustatscher del Museo di Scienze Naturali dell'Alto Adige e Silvio Renesto dell'Università dell'Insubria, la sezione del Muse ha lavorato con il Centro internazionale di Fisica teorica Abdus Salam di Trieste, il Centro Fermi di Roma ed Elettra ? Sincrotrone Trieste. In questo contesto va ricordato come i recenti progetti di ricerca sugli effetti dei grandi cambiamenti ambientali avvenuti nella storia del pianeta Terra abbiano condotto alla rianalisi di successioni rocciose e reperti fossili che sono stati integrati in analisi a scala globale, dimostrando la rilevanza del patrimonio geopaleontologico delle Dolomiti e fornendo nuove chiavi di lettura del nostro passato più remoto. Trentino | 1 Giugno 2018
p. 15 – 16 «Le Dolomiti? Un archivio pieno di incredibili sorprese» di Maddalena Di TollaDeflorian L'eccezionale scoperta scientifica, di caratura mondiale, della più antica lucertola ad oggi conosciuta, scovata nelle Dolomiti, è stata annunciata ieri, urbi et orbi. Ieri anche il nostro giornale ha raccontato i fatti, divenuti la storia di copertina di Nature. Come 28 Rassegna Stampa Fondazione Dolomiti UNESCO – Giugno 2018
noto, uno studio di un team internazionale ha retrodatato di ben 75 milioni di anni la comparsa sulla Terra degli "squamati" , grazie all' esatta collocazione temporale di Megachirella, la nostra eroina muta in quanto fossile, divenuta celebre grazie a brillanti scienziati e a grandi intuizioni. Il reperto è oggi gelosamente custodito al Museo di storia Naturale dell'Alto Adige, ed è di proprietà dello Stato, come i grandi dipinti conservati nelle illustri gallerie pubbliche. Megachirella, rinvenuta nei primi anni 2000 nelle Dolomiti pusteresi, fu interpretata come enigmatico rettile simile a una lucertola. Non si riusciva ad estrarre il reperto dalla roccia e la scarsità di materiale di confronto non lasciava ricostruire le parentele evolutive rispetto ad altri rettili. Abbiamo intervistato uno degli studiosi che ha contribuito alla scoperta clamorosa, Massimo Bernardi, geologo del Muse, che si conferma mente particolarmente preziosa su scala mondiale, per la paleontologia evolutiva.Bernardi, le Dolomiti si confermano un archivio prezioso per la storia naturale. Che ne dice?«Vero, in particolare questo territorio come archivio è importante per un periodo geologico eccezionalmente ben rappresentato nelle Dolomiti, il permotriassico, collocato fra 250-260 e 200 milioni di anni fa. Quel periodo si può vedere nelle Dolomiti con una fascia espansa, distribuita su migliaia di metri di rocce, con la caratteristica quasi unica che i reperti sono collocati tutti assieme in una stessa vallata, cosa più o mena unica. Si tratta di un periodo geologico ben documentato, con un' eterogeneità di ambienti. Insomma, il cosiddetto "bene seriale", come lo definisce a Fondazione Dolomiti Unesco, è seriale anche nel fornire informazioni. La lettura orizzontale dei dati è interessante perché nei pochi chilometri del cerchio intorno alle Dolomiti ti puoi spostare incontrando ambienti diversi. Sull'asse verticale l'area dolomitica ha un record continuo dal basso verso l'alto, con una risoluzione molto alta di dati, come se potessimo zoomare ad alta scala osservando la storia. In altri luoghi, ci sono parti eccezionalmente esposte ma collocate in aree distanti tra loro, ponendo gravi problemi di correlazione e datazione, che qui non abbiamo». Parliamo dell'importanza dalla storia della ricerca sulla geologia, che caratterizza le Dolomiti. Come ha influito sulla vostra scoperta?«Stiamo lavorando sulle spalle dei giganti. Duecento anni di studi di geologi da tutto il mondo in Dolomiti significa che quando prendo una carta geologica di quest'area, so quasi già tutto, età, tipo di rocce, in che ambiente si sono formate, tutti dati con un dettaglio strepitoso». Come si sviluppa una scoperta così complessa?«Questi studi sono possibili per pregressa conoscenza, grazie alla tecnologia e con sana collaborazione fra enti e studiosi. Il campione era stato studiato in precedenza. La prima volta fu analizzato nel 2004 da Silvio Renesto, dell'Università dell'Insubria. Poi, nel 2013 Renesto mi ha contattato per fare analisi filogenetiche. Oggi la nuova tecnologia del microscan ci ha permesso l'estrazione virtuale, osservando a risoluzione altissima anche la parte retrostante, attaccata alla roccia. Dopo di che avevamo una gran mole di dati, da confrontare a quel punto con un parterre di campioni. Anche questo nel 2013 non si poteva fare. Il professr Caldwell, boss del primo autore del nostro articolo, studente di dottorato, ci ha chiesto di collaborare. Si pensi che il ricercatore ha trascorso tre anni (400 giorni seduto a osservare) girando il mondo per studiare rettili simili nei musei. Avevamo dunque una mega matrice di dati, con centinaia di migliaia di possibili relazioni di parentela. Abbiamo lanciato il calcolo nel sistema cloud, circa una settimana dopo avevamo il risultato. Abbiamo studiato l' anatomia e con una seconda analisi confrontando morfologia e sequenze molecolari. Ne esce che Megachirella sta alla base di tutti gli altri squamati. In realtà l'ipotesi che potessero esserci squamati triassici sussisteva già prima senza prove, per inferenze dirette». Da questa scoperta cos'altro si apre davanti a voi ricercatori? Visto che Megachirella è più vecchia di 75 milioni di anni rispetto a ciò che sapevamo, uno si chiede: e in mezzo?«Sicuramente cresce la voglia di tornare a studiare in altri livelli. Poi c'è il tema estinzioni di massa. Abbiamo capito con tecniche statistiche che questo gruppo di squamati da lei rappresentato, si è generato prima dell'estinzione permotriassica. Ovvero, in altre parole, l'estinzione guardata dall'altra parte è anche potente generatrice di vita nuova. A questo punto resta da augurare lunga vita ai ricercatori in area dolomitica e alpina, archivio prezioso da non svuotare di cervelli».©RIPRODUZIONE RISERVATA
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NOTIZIE DAI RIFUGI Alto Adige | 1 Giugno 2018
p. 32 La targa dell'Unesco per il rifugio Locatelli - Innerkofler SESTOIl rifugio A. Locatelli e S. Innerkofler ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo a 2450 metri installa la targa informativa realizzata nell'ambito del progetto "Rifugi delle Dolomiti Unesco", che permette ad alpinisti, escursionisti ed amanti della montagna di sapere di trovarsi all'interno dell'area cuore delle Dolomiti Unesco. Il progetto, rivolto a tutti i 66 rifugi nell'area dei 9 Sistemi delle Dolomiti Unesco, è promosso dalla Fondazione Dolomiti Unesco con il coinvolgimento delle Associazioni alpinistiche e dei gestori dei rifugi e parte dal riconoscimento del ruolo essenziale di presidio territoriale e culturale svolto dai rifugi e dalla loro funzione di punto di incontro e di strutture ricettive all'interno del Bene Dolomiti Unesco. Il rifugio A. Locatelli e S. Innerkofler - Dreizinnenhütte è nel Sistema 5 denominato Dolomiti Settentrionali del Sito Dolomiti. Venne eretto nel 1882 e ricostruito dopo la Prima Guerra Mondiale nel 1923. È intitolato alla memoria del pilota Antonio Locatelli, al cui nome è stato affiancato quello della guida Sepp Innerkofler, gestore del primo Dreizinnenhütte. (e.d.) Corriere delle Trentino | 7 Giugno 2018 p. 5 Rifugi, la neve non ferma l’apertura TRENTO Qualche settimana fa, con la neve che ancora imbiancava gran parte delle montagne trentine, il dubbio era sorto: in vista della stagione estiva, ci si chiedeva se i rifugi di proprietà della Società degli alpinisti tridentini sarebbero riusciti a rispettare 30 Rassegna Stampa Fondazione Dolomiti UNESCO – Giugno 2018
l’inaugurazione tradizionale del 20 giugno. Con qualche preoccupazione soprattutto per le strutture collocate più in alto. Come il rifugio Mantova al Vioz. Ora, a scadenza praticamente dietro l’angolo, a tranquillizzare gli escursionisti e gli appassionati delle passeggiate in montagna è la presidente del sodalizio Anna Facchini. Che in questi giorni ha fatto il punto della situazione. «Tutti i rifugi apriranno, non ci saranno ritardi» sottolinea la presidente. Di più: «Alcuni, in realtà, sono già in piena attività. E altri sono pronti a iniziare la stagione nel fine settimana». Insomma, la neve rimasta «a macchie» su sentieri e pendii non ferma i rifugisti, che dopo l’assemblea annuale di fine maggio si preparano dunque a salire in quota. E a rimanerci almeno fino al 20 settembre. «L’importante è che quest’estate il tempo sia buono» osserva Facchini. Che si sofferma sulla questione che, lo scorso anno, più ha impensierito rifugisti e sodalizio: la disponibilità di acqua. «Quest’anno — spiega la presidente — il problema non c’è, almeno per ora. Neve e pioggia garantiscono una buona scorta». Eppure, l’azione messa in atto dalla Sat per ridurre il consumo di acqua, per limitare gli sprechi e per educare i frequentatori della montagna non subirà alcuna flessione. «Non abbassiamo la guardia» assicura Facchini. L’occhio, ora, è puntato quindi sull’avvio della stagione. Tenendo presente che — come emerso durante l’assemblea — i rifugi collocati attorno al lago di Garda hanno già fatto registrare ottimi numeri grazie alla presenza di escursionisti tedeschi. E che nelle altre strutture le prenotazioni per i mesi estivi sono già a buon punto. Ma quali sono i rifugi aperti già in queste settimane? Chiusa la stagione dello scialpinismo anche per i rifugi Mandron, Cevedale e Stavel, che hanno ospitato gli appassionati delle pelli di foca per le tradizionali gite primaverili, fino al 20 giugno a garantire ospitalità agli escursionisti — almeno nei fine settimana — sono quelle strutture collocate ad altitudini non particolarmente elevate. E raggiungibili con passeggiate non troppo impegnative. Come il rifugio Sette Selle sul Lagorai (l’unico rimasto in zona, dopo l’incendio che ha distrutto il rifugio Tonini), l’Altissimo nella zona del Garda, ma anche il Casarota sulla Vigolana. Da oggi, inoltre, sarà aperto anche il rifugio Segantini, al cospetto della Presanella, balcone con vista sulle Dolomiti di Brenta. Non solo. Dodici rifugi trentini, infatti, saranno «cardio-protetti», ossia avranno a disposizione un defibrillatore (i fondi sono stati raccolti con la vendita del libro Montagne senza vetta di Massimo Dorigoni): si tratta dei rifugi Tuckett, Tosa Pedrotti, Mandrone, Altissimo Damiano Chiesa, Rosetta Pedrotti, Roda de Vael, Vajolet e Sette Selle per quanto riguarda le strutture di proprietà della Sat, alle quali si aggiungono i rifugi Maddalene, Vallaccia, Sandro Pertini e Malga Kraun. Il 24 giugno, in occasione della giornata europea del rifugio, ripartirà la raccolta fondi, che avrà questa volta il patrocinio della Fondazione Dolomiti Unesco. E in attesa dell’estate, ci si prepara anche per le iniziative messe in programma. Come il progetto Sen-Sat, promosso in collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler, che coinvolgerà otto istituti scolastici superiori e sei rifugi in un’attività di alternanza scuola-lavoro. Senza dimenticare i cantieri: il principale riguarda il rifugio Boè. Gazzettino | 7 Giugno 2018 p. 15 edizione Belluno Rifugi in quota quasi tutti aperti: che l'estate inizi CADORE Il grande richiamo della montagna si è misurato anche nell'ultimo week end con un'affluenza straordinaria verso i rifugi già aperti di Valboite e Cadore. Le code d'auto dirette a nord all'uscita dell'autostrada a Pian di Vedoia già indicavano che il movimento turistico è ripreso, che c'è voglia di natura e di ambiente. Prova è stato il pienone al rifugio Talamini in quel di Vodo di Cadore. Il sindaco Domenico Belfi lo ha raggiunto domenica scorsa constatando di persona la soddisfazione dei presenti. «Tanto entusiasmo per l'apertura forse un po' anticipata rispetto al consueto, è aperta anche malga Ciauta (nella foto) e per metà giugno riapre anche il rifugio Venezia». L'ARTEIn Valboite in quota è salita anche l'arte. Nei giorni scorsi è stata inaugurata una mostra d'arte contemporanea nella restaurata caserma, a poco dalla vetta del monte Rite in quel di Cibiana. Era presente Reinhold Messner e con l'occasione è stata portata in alpeggio la mandria di yack, sabato apre i battenti della stagione 2018 con una nuova gestione anche il rifugio Dolomites. Bisognerà attendere metà giugno per l'avvio completo della stagione dei rifugi delle Dolomiti. Riapriranno il 16 San Marco e Scotter a San Vito di Cadore che ha già registrato l'apertura del Sennes nei fine settimana così come la malga Giau mentre resta sempre chiuso, in attesa di sapere quale sarà il suo destino, il Larin. Anche Chiggiato e Galassi, nel territorio di Calalzo, apriranno il 16 giugno, in queste giornate le gestioni sono al lavoro per le manutenzioni prima della lunga estate. LA TERRAZZAIl rifugio Antelao in comune di Pieve, straordinaria terrazza sul Cadore è aperto da fine maggio così come il Costapiana in quel di Valle. Per il Centro Cadore in territorio di Domegge ha aperto a fine 31 Rassegna Stampa Fondazione Dolomiti UNESCO – Giugno 2018
maggio il Padova e dal primo giugno il Cercenà; per l'Eremo dei Romiti, con nuova gestione, l'appuntamento slitta a sabato 16. Aperti anche Bajon e Ciareido al Pian dei Buoi dove si può salire da Lozzo di Cadore senza limiti orari fino allo scattare, solitamente dal primo di luglio, dell'ordinanza che regolamenterà l'accesso in salita solo la mattina per poter poi scendere solo nel pomeriggio. Fra le novità dell'estate sono in arrivo con la Fondazione Dolomiti Unesco alcuni dei progetti finanziati dal Fondo Comuni di confine e fra le iniziative quella che delizierà i palati: tre rifugi tra cui il cadorino Galassi, ospiteranno chef stellati che prepareranno piatti con prodotti del territorio. Giuditta Bolzonello L’Adige | 8 Giugno 2018
p. 8 Una festa per il Pradidali U n'architettura pulita, lineare e geometrica ma al contempo audace. Così si presenta il rinnovato bivacco Pradidali nel cuore delle Pale di San Martino, a due ore di cammino dall'ultimo avamposto raggiungibile in auto da dove parte il sentiero 709 in Val Canali. Lo si può raggiungere pure da San Martino di Castrozza attraversando l'altipiano delle Pale, oppure valicando il Passo di Ball e scendendo verso la Val Pradidali. Da lì, la possibilità di ascensioni apre un mondo dolomitico patrimonio dell'Umanità Unesco tra i più scenografici: Campanili e Cima di Val di Roda, Cima di Ball, Campanile Pradidali, Cima e Torre Pradidali, Pala di San Martino, Cima Immink, Cima Wilma e la stupenda Cima Canali. Tutte conquistabili per le vie normali con difficoltà che arrivano al massimo al 3° grado, o per le altre 32 Rassegna Stampa Fondazione Dolomiti UNESCO – Giugno 2018
vie con difficoltà dal 3° al 7° grado aperte da personaggi famosi nella storia alpinistica dolomitica: i pionieri Michele Bettega, Bortolo Zagonel, Antonio Dimai, poi Luigi Rizzi, Gunther Langes, Pietro Rossi, i tedeschi Emil Solleder, Fritz Weissner, in seguito Ettore Castiglioni e Bruno Detassis, Gabriele Franceschini, Gino Soldà fino ai moderni Renato Casarotto e Manolo e le varie generazioni di guide alpine che si sono succeduti negli oltre cento anni di alpinismo di cui il rifugio Pradiali e il suo bivacco sono stati testimoni. Tra le vie di alta difficoltà spicca su tutte per eleganza la classica fessura Buhl alla Cima Canali, considerata la più bella via aperta dal grande Hermann Buhl nella sua carriera alpinistica. Un luogo di mondo strategico, in cui la presenza del bivacco, nei periodi di chiusura del rifugio, è indispensabile. Il «salva-vita» sorge sulle fondamenta di un precedente manufatto non utilizzato da anni vicino al rifugio Pradidali e tornerà alla sua principale funzione dopo gli ultimi dettagli interni. Ma una capatina curiosa la si potrà fare già dal 16 giugno, data di apertura del rifugio a due passi. L'inaugurazione è prevista il prossimo 8 luglio con una festa «dolomitica» e, nello spirito della montagna, ci sarà tanto da festeggiare, perché i lavori, come ci dice il gestore Duilio Boninsegna, «sono parte di una serie di interventi migliorativi (teleferica, riqualificazione del locale di depurazione, rifornimento idrico e altre sistemazioni necessarie in quota)» che hanno impegnato non poco vista la quota (2278 metri metri) e la volontà di utilizzare il minimo delle risorse non solo per contenere la spesa (50 mila euro erogati in massima parte dalla Provincia Autonoma di Trento e in parte dal Cai Centrale e dalla sezione di Treviso che ne è la proprietaria), ma per non arrecare disagio inutile all'area, inclusa nei confini del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino. Il risultato ottenuto è stato gratificato dal premio di architettura «Costruire il Trentino» lo scorso gennaio, organizzato dal Circolo Trentino per l'Architettura Contemporanea e dall'Associazione Architetti Trentini. «Il progetto ? si legge nella motivazione della giuria ? si configura attraverso una forma molto semplice, plasmata con piccole e delicate operazioni che la mettono in dialogo con l'intorno naturale e con la preesistenza del bivacco originario. Ne risulta un esempio di architettura adeguata e radicata al luogo». Sono stati premiati il Cai Treviso quale committente, i progettisti Giacomo Longo, Lucia Pradel e Andrea Simon dello studio Mimeus e gli esecutori della ditta Fontan, di Primiero San Martino di Castrozza. È la Cima Canali, la stessa che ha ispirato Dino Buzzati nel dipinto dedicato al Duomo di Milano, che ne ha ispirato le fattezze, dicono i progettisti. La si ammira dall'interno, un vano che ospita fino a sette alpinisti protetti dal caldo del legno di rivestimento. Benché spartano, il bivacco è, come avrebbero detto i primi alpinisti inglesi sulle Pale, very cosy , molto accogliente, e si è invogliati a togliersi gli scarponi prima di entrare per non rovinare il pavimento. Il gestore del rifugio, la nota guida alpina Duilio Boninsegna , è oltremodo soddisfatto dell'esito raggiunto: «A me personalmente piace il fatto di unire vecchio e moderno nelle strutture in quota, e si è ottenuto un ottimo risultato estetico ma anche funzionale. Inoltre, è stata fatta un'importante azione di recupero, essendo il precedente bivacco inutilizzato da anni. Certo, il lavoro è stato arduo, affrontando non poche difficoltà organizzative e logistiche con uso di elicottero ormai indispensabile per gli interventi in quota, ma con la collaborazione di tutti la "sfida alpinistica" è stata vinta».
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NOTIZIE DAI PARCHI Gazzettino | 12 Giugno 2018 p. 11 edizione Udine Scuole alla scoperta del parco con testi anche in cinese CIMOLAIS È l'area protetta più vasta della regione, da quasi un decennio patrimonio mondiale Unesco, ma in molti ancora non ne conoscono le ricchezze ambientali, storiche e naturalistiche. Il Parco naturale regionale delle Dolomiti Friulane, istituito nel 1996 tra le province di Udine e Pordenone, per il secondo anno consecutivo è stato al centro di un percorso di alternanza scuolalavoro rivolto ai ragazzi di terza del Liceo classico europeo dell'Educandato Uccellis. Obiettivo dell'iniziativa, promuovere la conoscenza del territorio attraverso lo sviluppo un sito web dedicato (https://progettodolomiti.wordpress.com), ricco di contenuti informativi elaborati dagli studenti e tradotti in più lingue (inglese, tedesco, cinese e albanese). Il progetto ha impegnato, tra ottobre e giugno, i 19 ragazzi della classe 3A, che hanno esplorato alcuni luoghi caratteristici del territorio, prendendo nota delle potenzialità e curiosità. Una volta in classe, hanno seguito lezioni e laboratori di giornalismo, fotografia e informatica, acquisendo le competenze per l'elaborazione dei contenuti richiesti: testi, racconti fotografici, brevi interviste video caricati personalmente online. Tra le realtà prese in considerazione, oltre al Parco naturale, figurano il Tree Village il primo villaggio sugli alberi italiano il Museo Casa Clautana, dedicato alle tradizioni e alla vita di un tempo in Valcellina, il Parco faunistico Pianpinedo, che permette un'osservazione agevolata di cervi, stambecchi e altri animali. Visitando il sito, è possibile anche scoprire cosa sono la Ciasa da Fum e la Cialthinera e ascoltare i consigli dati ai ragazzi dallo scrittore, scultore e alpinista Mauro Corona, che li ha incontrati, a sorpresa, durante la loro trasferta nel territorio. Il video realizzato sull'incontro è stato anche utilizzato a inizio maggio dagli autori della nota trasmissione televisiva Fratelli di Crozza. Curiosi poi gli haiku (componimenti poetici di origine giapponese) sulle Dolomiti Friulane scritti dai ragazzi e accompagnati da immagini fotografiche e video.Il progetto di alternanza scuola-lavoro proposto dal classico dell'Educandato Uccellis, in collaborazione con l'Ente Parco delle Dolomiti Friulane, ha permesso agli studenti non solo di scoprire un patrimonio di rilevanza mondiale e di acquisire competenze giornalistiche, fotografiche e informatiche, ma anche di sviluppare uno strumento utile all'intera collettività: un sito che invita a prendere coscienza di un territorio ricco di fascino, ma ancora sottovalutato o sconosciuto a molti, a partire dagli stessi abitanti.L.P.
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NOTIZIE DAI SOSTENITORI Corriere delle Alpi | 6 Giugno 2018 p. 20 Treno, bus e bici, domenica al via il servizio BELLUNO Partirà domenica il servizio di Treno+bus+bici da Venezia a Calalzo per incentivare il cicloturismo in provincia di Belluno. E per l'occasione saranno presenti alla stazione di Calalzo, alle 10.30 i vertici di Trenitalia Veneto, quelli di Dolomitibus e probabilmente anche l'assessore regionale De Berti.Dopo i buoni risultati degli anni scorsi, la Regione Veneto ha voluto rifinanziare il servizio di Trenitalia, in collaborazione con Dolomitibus, che si svolgerà nei giorni di sabato e nei festivi per tutta l'estate per concludersi il 9 settembre. Ma quest'anno l'iniziativa subirà qualche cambiamento a causa dell'avvio dei lavori per l'elettrificazione della linea da Conegliano a Belluno. E questo potrebbe mettere a dura prova proprio un'iniziativa che stava dando buoni risultati.«Il servizio del treno+bus+bici da Venezia a Calalzo», spiega il direttore della Divisione veneta Passeggeri di Trenitalia, Tiziano Baggio, «partirà domenica regolarmente e proseguirà anche sabato 16 e domenica 17 giugno. Poi da sabato 23 giugno la corsa del treno da Conegliano fino a Calalzo sarà sostituita da un servizio di pullman effettuato da Dolomitibus. I pullman in partenza dalla stazione ferroviaria di Conegliano, quindi, saranno muniti di un carrello per il trasporto di una trentina di bici».Un numero ristretto rispetto alle 60 che erano consentite nel treno.Il pullman, nel tragitto da Conegliano, farà soltanto due fermate: quella di Vittorio Veneto e quella di Calalzo, questo per rimanere nei tempi di percorrenza. Gli orari del servizio, comunque, saranno uguali a quelli dell'anno scorso. «Il primo autobus partirà da Conegliano alle 8.45 per arrivare a Calalzo alle 10.20. Mentre il ritorno da Calalzo per Venezia è previsto alle 17», dice Baggio.Resta confermato anche il treno domenicale e festivo da Vicenza per Calalzo che partirà sempre domenica con gli stessi orari degli anni scorsi.L'elettrificazione. I lavori di elettrificazione della linea Conegliano-Belluno partiranno lunedì 18 giugno. «L'opera sarà divisa in vari step per evitare grossi disagi ai passeggeri, anche se i problemi ci saranno sicuramente», sottolinea Baggio, che però rassicura: «Noi insieme alla Regione abbiamo cercato di limitare al massimo le criticità. La prima settimana sarà quella più importante per capire come vanno le cose e permetterci, eventualmente, di rivedere l'organizzazione del servizio alternativo al treno che abbiamo messo in piedi».La prima tranche di lavori interesserà la tratta tra Conegliano e Pone nelle Alpi fino all'8 settembre. Da questa data, poi, partiranno gli interventi sulla linea Belluno-Ponte nelle Alpi che si concluderanno il 10 dicembre, prima cioè delle festività natalizie.Durante i lavori, quindi, la linea ferroviaria interessata sarà chiusa, «ma abbiamo attivato un servizio di pullman sostitutivo», precisa il direttore regionale di Trenitalia. I disagi non si fermeranno certo nel 2018, ma continueranno per tutto il 2019 per permettere lo svolgimento dei lavori. Vita dura, quindi, per i pendolari, ma anche per eventuali turisti che frequenteranno le Dolomiti nel corso dell'anno. (p.d.a.)©RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere delle Alpi | 21 Giugno 2018 p. 36 Gli uomini del tardo neolitico rivivono al Museo Cazzetta SELVA DI CADORE Si potrebbe pensare che a dare ieri mattina al sindaco Silvia Cestaro e all'assessore regionale Federico Caner la selce con cui tagliare il nastro ai nuovi spazi espositivi del museo "Vittorino Cazzetta" di Selva di Cadore sia stato direttamente l'uomo del Tardo Neolitico. Uno di quelli che stagionalmente frequentava il riparo Mandriz, il grande masso erratico di dolomia posto a circa 1600 metri sopra Santa Fosca, scoperto occasionalmente nel 1980 e che ha restituito testimonianze di frequentazione dei pastori tra il IV e il III millennio a.C.È lui che ha idealmente chiesto al Comune di Selva di Cadore di raccontare la lunga storia degli uomini che, come ha detto l'architetto Marino Baldin, progettista degli allestimenti e curatore della sezione storica, si sono adattati e hanno adattato alle loro esigenze luoghi inospitali. Un invito che il Comune ha accolto, riprendendo il filo della storia da dove era stata interrotta, dalla morte di quel Valmo (così è stato chiamato l'uomo di Mondeval), oggetto della più importante 35 Rassegna Stampa Fondazione Dolomiti UNESCO – Giugno 2018
sepoltura mesolitica dell'Europa centrale e meridionale i cui resti sono stati ritrovati nel 1987 da Vittorino Cazzetta e dall'Università di Ferrara con i professori Antonio Guerreschi e Federica Fontana, curatrice del museo - e hanno trovato collocazione al primo piano del museo. Lo stesso dove sono riprodotte le impronte di dinosauro del Pelmetto. «Questa è la quarta amministrazione», ha detto il sindaco Cestaro «che si occupa della crescita di questo museo. Io sono orgogliosa di essere quella che, con l'allestimento del secondo piano, ha portato a compimento la sua realizzazione». Se con la selce i pastori di Mandriz hanno squarciato il velo che copriva quella storia, quelli tornati a Mondeval de Sora a distanza di alcune migliaia di anni raccontano attorno ai focolari, di cui è rimasta traccia, momenti della loro vita tra la fase finale dell'Età del Bronzo antico e la prima parte del Bronzo finale (2000-1000 a.C.). I Veneti antichi invece hanno deciso di iniziare a scriverla la storia, per esempio con le iscrizioni funerarie, nell'Età del Ferro, sulla stele rinvenuta nel 1866 alle falde del Monte Pore tra i comuni di Colle Santa Lucia e Livinallongo. I romani inviarono invece uno scalpellino, attorno al I secolo d.C., a iscrivere sulla roccia tra il monte Civetta e il Col de Davagnin, tra i 1700 e i 1900 metri, i segni del confine tra gli abitanti di Belluno (fra i quali anche gli agordini) e quelli del centro romano corrispondente all'attuale Zuglio Carnico in Friuli. L'uomo altomedievale della Val Fiorentina ha fatto sapere poco di sé. Dal Duecento al Settecento, invece, attraverso le numerose pergamene (oltre 150 quelle conservate nell'archivio storico del Comune di Selva) ha offerto spunti interessanti per indagare oggi gli aspetti economico-sociali delle comunità locali di allora e per sfatare presunte verità tramandate nel tempo. «Si è sempre sostenuto che la gente di Selva» ha spiegato Silvia Miscellaneo, curatrice di questa sezione «fosse dedita all'attività estrattiva. È vero per il '3-400, ma nel '5-600 la comunità ha invece avuto un ruolo specifico nel trasporto del minerale da Colle al forno di Borca. Era la comunità a firmare un contratto. Se è vero che contratti simili esistevano per il trasporto del sale, per il ferro quello di Selva rappresenta un unicum».Documenti che al museo ora possono essere consultati attraverso un touch-screen. Per apprezzare in pieno il paesaggio antropizzato è invece necessario andarci di persona. Se l'uomo del passato è infatti entrato nel museo per raccontarsi, il museo vuole spingere quello di oggi a ritornare nei veri luoghi del racconto.Gianni Santomaso
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NOTIZIE DAI COMUNI Trentino | 8 Giugno 2018
p. 39 Primo cartello Unesco a Predazzo PREDAZZO «Il paese di Predazzo è orgoglioso di essere la porta verso le Dolomiti, il primo Comune - per chi risale le valli dell'Avisio - parte delle Dolomiti Unesco, e ha sempre fatto di tutto per promuovere e valorizzare tale appartenenza, anche in collaborazione con la Fondazione, che si ringrazia». Una precisazione, con un comunicato stampa diffuso ieri pomeriggio, doverosa della sindaca Maria Bosin, in risposta all'articolo uscito ieri sul Trentino, che accusa le amministrazioni interessate di non aver ancora montato la cartellonistica con il logo Unesco. «Ho ritenuto necessario fare questo chiarimento perché non passi il messaggio che sia bastato un articolo di giornale per fare apparire immediatamente i cartelli».La sindaca Bosin, per replicare, articola il suo ragionamento: «Nel 2014 abbiamo inviato al Servizio Gestione Strade la prima richiesta per poter mettere i cartelli agli ingressi del paese, senza ricevere nessuna risposta. A gennaio di quest'anno abbiamo inviato una nuova domanda, allegando misure e facsimile della cartellonistica che intendevamo montare, con il relativo posizionamento - scrive nel suo comunicato stampa -. Più di un mese dopo ci è giunta una incomprensibile risposta che sollevava ancora perplessità in merito, con la richiesta di dettagli che avevamo già comunicato. Di fronte a tale lentezza, abbiamo deciso di procedere comunque con l'acquisto dei cartelli, tanto che il primo è stato montato, all'altezza della piscina comunale, proprio mercoledì mattina, il giorno prima dell'uscita dell'articolo. Gli altri sono in fase di montaggio». Bosin ribadisce, poi, il legame di Predazzo con le Dolomiti Unesco, legame testimoniato 37 Rassegna Stampa Fondazione Dolomiti UNESCO – Giugno 2018
anche dal Museo Geologico, nato proprio per valorizzare questo bene considerato patrimonio dell'umanità.La sindaca coglie, infine, l'occasione per puntare l'accento sulla farraginosa macchina amministrativa: «Si parla sempre di semplificazione, ma in realtà siamo ormai soffocati dalla burocrazia. È paradossale che un'amministrazione comunale non abbia nemmeno l'autonomia di poter installare un semplice cartello, peraltro di promozione istituzionale del territorio. È giusto che i cittadini sappiano a quali vincoli gli amministratori locali sono sottoposti. Purtroppo, se il sistema non cambia approccio, comuni e imprese sono destinati all'immobilismo, a scapito dei servizi ai cittadini e della ripresa economica», conclude Bosin. (f.m.)©RIPRODUZIONE RISERVATA
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