Rassegna Stampa Dolomiti UNESCO | Dicembre 2017

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RASSEGNA STAMPA DICEMBRE 2017

1 Rassegna Stampa – Dicembre 2017


01 DICEMBRE 2017 Messaggero Veneto | 1 Dicembre 2017 p. 32 edizione Udine Al Cinema David un documentario con Piero Badaloni TOLMEZZO È fissato per oggi alle 20.30 il grande appuntamento al Nuovo cinema David di Tolmezzo nel quale si potrà assistere alla presentazione del documentario Dolomiti Economia del Bene comune con il giornalista Piero Badaloni. L'evento, che sarà proposto a ingresso libero, è stato organizzato dalla Regione, dall'Uti della Carnia, dal Parco naturale delle Dolomiti Friulane, dalla Fondazione Dolomiti Unesco, dal'Asca, associazione delle sezioni Cai di Carnia, Canal del Ferro e Val Canale. Questa sera dal reportage "Dolomiti. Montagne - Uomini - Storie" Piero Badaloni racconterà la vita di chi ha scelto di vivere in montagna, lavorando in diversi settori dell'economia alpina. Si tratta di un nuovo viaggio organizzato fra gli abitanti delle Dolomiti che hanno deciso di portare avanti un'idea di impresa nell'ambiente nel quale sono nati, puntando sulla qualità, sulla sostenibilità e sull'innovazione per la valorizzazione del Bene comune. Interverranno nel corso della serata come ospiti Piero Badaloni, giornalista e scrittore, Mariagrazia Santoro, assessore alle Infrastrutture e Territorio della Regione Fvg e presidente della Fondazione Dolomiti Unesco, infine Marcella Morandini, direttore della Fondazione Dolomiti Unesco. A intervistare i relatori sarà il giornalista Gianpaolo Carbonetto. (t.a.)

07 DICEMBRE 2017 Messaggero Veneto | 7 Dicembre 2017

2 Rassegna Stampa – Dicembre 2017


p. 14 Fondazione Dolomiti da Roma 67 mila euro UDINE «Le Regioni stanno facendo un buon lavoro con il ministro Dario Franceschini per la valorizzazione di un patrimonio come quello dei beni culturali in Italia». Così il coordinatore della commissione Beni e attività culturali della conferenza delle Regioni, l'assessore alla Cultura del Fvg, Gianni Torrenti, commenta l'intesa sui decreti relativi al finanziamento dei progetti dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella lista del patrimonio mondiale e posti sotto la tutela dell'Unesco per il 2017. Tra i beneficiari, anche la Fondazione Dolomiti Unesco che incassa 67 mila 500 euro, presieduta dall'assessore Fvg al Territorio, Mariagrazia Santoro. Si tratta di provvedimenti applicativi della legge 77 del 2006 che prevede due linee di finanziamento. La prima, quella più sostanziosa in quanto dotata di un milione 136 mila 460 euro, è relativa a progetti di studio delle problematiche culturali, artistiche, storiche, ambientali, scientifiche, di promozione, tutela e valorizzazione dei siti, di diffusione della conoscenza e riqualificazione nonché di realizzazione di aree di sosta e sistemi di mobilità.(m.d.c)

Messaggero Veneto | 7 Dicembre 2017

p. 38 Spettacolo del sole al Porton di Monfalcon 3 Rassegna Stampa – Dicembre 2017


FORNI DI SOPRA In questi giorni le Dolomiti, patrimonio dell'umanità Unesco, danno spettacolo a Forni di Sopra. Al momento del tramonto il sole si inabissa fra le montagne emanando gli ultimi raggi che attraversano il Porton di Monfalcon, uno splendido arco naturale nelle Dolomiti a quota 2250 metri nel Parco delle dolomiti friulane. Il Porton, alto una quarantina di metri si apre alla visuale in direzione Nord rispetto all'alta valle del Tagliamento. Uno dei punti panoramici migliori per godere di questo suggestivo tramonto è in località Mauria, nei pressi dell'albergo Cridola a 4 chilometri da capoluogo in direzione Cadore sulla statale 52 Carnica. Qui, poco dopo le 13.30 il sole nel compiere la sua volta nel cielo tramonta a Est della cresta sinistra del Porton per poi attraversare l'arco naturale. Il prossimo appuntamento, con il sole in crescita, è fissato per il 4 gennaio. (g.g.)

08 DICEMBRE 2017 Corriere delle Alpi | 8 Dicembre 2017

p. 19 Dolomiti, la guida Lonley Planet BELLUNO 4 Rassegna Stampa – Dicembre 2017


Lonely Planet, casa editrice che pubblica guide turistiche in tutto il mondo, dedica la sua ultima produzione alle Dolomiti. Da ieri infatti è sul mercato una corposa guida, di 336 pagine, 64 a colori, in cui si racconta in undici capitoli la meraviglia delle Dolomiti. «Le Dolomiti sono la proiezione verticale di un territorio sorprendente, esprimono il fascino primitivo e maestoso che rapisce lo sguardo e il cuore», scrive Denis Falconieri, autore Lonely Planet, nella presentazione che è stata pubblicata in internet. Interessanti i settori in cui è suddivisa la guida: esperienze straordinarie con foto suggestive, i consigli degli autori, la vera essenza dei luoghi; viaggio personalizzato, con gli strumenti e gli itinerari per pianificare la visita a questi luoghi incantati; i luoghi più famosi e quelli meno noti per rendere unico il viaggio; la cultura e le tradizioni; le avventure nella natura; a tavola nelle Dolomiti; l'escursionismo. Gli autori sono Giacomo Bassi, Denis Falconieri e Piero Pasini. Già l'anno scorso Lonely Planet aveva dedicato una guida al Veneto e all'interno di questa, una sessantina di pagine al Bellunese e alle Dolomiti. Corriere delle Alpi | 8 Dicembre 2017

p. 24 Altavia n.2: c’è un piano per attrarre i turisti FELTRE È operativa la task force nata su iniziativa del consorzio Dolomiti Prealpi per rilanciare il turismo ambientale con lo sviluppo delle destinazioni e la competitività dei pacchetti di accoglienza.Si è svolto il secondo incontro per la promozione della parte finale dell'Altavia n°2, nel tratto tra il passo Valles e Feltre. Sentieristica, segnaletica e offerte 5 Rassegna Stampa – Dicembre 2017


mirate sul weekend e il cosiddetto long weekend sono i punti analizzati dai rappresentanti istituzionali e privati che si sono riuniti in Birreria Pedavena. Erano presenti l'Apt di San Martino di Castrozza, il direttore del Parco naturale di Paneveggio, il Cai di Feltre, il Sat di Trento, i gestori dei rifugi operanti nella zona, guide alpine e naturalistiche, più alcune figure istituzionali dei Comuni di Cesiomaggiore e di Sagron-Mis ed esperti di Etifor, consulenti del consorzio per questo progetto.I partecipanti si sono divisi in due tavoli di lavoro: il primo, formato dai rappresentanti istituzionali, ha concentrato il lavoro su sentieristica, segnaletica, tabellonistica e promozione del percorso, affrontando anche il tema della variante al tratto più impegnativo del tracciato, il cosiddetto "comedòn". Al secondo erano seduti rifugisti e rappresentanti delle attività private e ricettive, che hanno concentrato l'attenzione sull'offerta promozionale legata al tracciato con lo scopo di realizzare una carta dei servizi che soddisfi le necessità degli escursionisti.«L'obiettivo è creare un'offerta tarata sul turista-escursionista che va alla ricerca di esperienze uniche concentrate in pochi giorni», spiega Alessandra Magagnin, vicepresidente e responsabile sentieristica di Dolomiti Prealpi. «La nostra volontà è di mettere a disposizione di questa fetta sempre più importante di turisti offerte di tre o sei giorni, valorizzando il tratto finale dell'Altavia n°2, finora il meno frequentato ma dalle potenzialità inespresse. Un prodotto come la traversata delle Vette feltrine o il Palaronda permetterebbe ad esempio di abbinare al trekking esperienze culturali e gastronomiche uniche». Inoltre, prosegue la vicepresidente del consorzio, «è in constante aumento la quota di turisti provenienti da Paesi europei diversi dalle classiche Germania e Austria, ma soprattutto da altre zone del mondo, attratti dal marchio Dolomiti-Unesco. Questa clientela si muove in aereo ed ecco perché uno dei punti fondamentali del progetto di valorizzazione è l'inversione del senso di marcia, facendo di Feltre non solo il punto di arrivo, ma anche di partenza».Per riuscirci, «occorrerà lavorare a fondo su alcuni aspetti che al momento sono punti di debolezza», spiega ancora Magagnin. «Penso alla mobilità interna al territorio, oppure ad alcuni tratti del percorso oggettivamente complicati, o ancora alla segnaletica da rivedere in toto».Tra gli obiettivi anche la realizzazione di una cartina e una guida, una App e per l'appunto pacchetti turistici fruibili da un pubblico sempre più eterogeneo. Riguardo la parte economica, il sindaco di Sagron-Mis Luca Gaudenz ha spiegato come la comunità del Primiero abbia un finanziamento di 73 mila euro della Provincia di Trento proprio per la promozione del tratto Valles-Feltre dell'Altavia n°2, a cui si aggiungono i circa 20 mila euro destinati allo scopo da parte della progettualità legata ai Fondi di confine e un'eventuale partecipazione del Parco delle Dolomiti.Raffaele Scottini©RIPRODUZIONE RISERVATA

11 DICEMBRE 2017 Alto Adige | 11 Dicembre 2017

6 Rassegna Stampa – Dicembre 2017


p. 17 Dolomiti inaccessibili oggi vernissage alle 18 «Dolomiti Inaccessibili», questo il titolo dell' emozionante mostra di Italia Nostra che verrà inaugurata oggi alle 18 al Cristallo di via Dalmazia. Il simbolo del nostro territorio, le Dolomiti, sono al centro della mostra nel foyer del Teatro. L'inaugurazione di "Dolomiti Inaccessibili. La grande Guerra nei fronti alti è la punta dell'iceberg della ricerca condotta da Alessandra Bello, fotografa di paesaggio e architettura, e Gianluca Specia, aspirante AMM, e documenta i segni che il paesaggio dolomitico porta ancora oggi delle antiche linee di fronte della Grande Guerra.

12 DICEMBRE 2017 Corriere del Trentino | 12 Dicembre 2017

p. 13 «Save the world» e Unesco Ecco il calendario di Vettori Dalle Dolomiti a Gerusalemme, «il centro del mondo» Le formiche di Fabio Vettori si apprestano ad affrontare un 2018 di grande impegno. Perché il calendario preparato dall’illustratore trentino le vede all’opera in un’impresa davvero complicata: salvare il mondo. Si intitolano, infatti, Save the world i calendari e le agende create da Vettori per il prossimo anno. La copertina di entrambe mostrano un arcipelago composto da isole che ospitano i luoghi più noti e visitati del mondo. All’interno, dodici illustrazioni per dodici mesi per ricordare, non solo i luoghi e i monumenti protetti dall’Unesco, ma anche le attività svolte dall’Organizzazione della Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura. «Come ogni anno — spiega Vettori — ho deciso il tema del calendario con i miei editori. Loro hanno lanciato l’idea ambientale, il save the world e io ho pensato di collegarlo al patrimonio dell’Unesco. Questo mi ha permesso di raffigurare anche i luoghi in cui abito. Non a caso, il mese di gennaio mostra le Dolomiti, le formiche che sciano, passeggiano e lavorano sotto le Tre cime di Lavaredo». Il mese di dicembre, invece, è rappresentato da una città che in questi giorni è sulla bocca di tutti: Gerusalemme. «Sì, l’anno scorso ho fatto un viaggio in Terra Santa e questo mi ha spinto a chiudere il calendario con la città che è il centro del mondo. Quando l’ho disegnata, però, non potevo immaginare gli sviluppi di questi giorni. Ho scelto 7 Rassegna Stampa – Dicembre 2017


Gerusalemme perché per salvare il mondo non è sufficiente il rispetto ambientale o la conservazione della bellezza, serve la pace». In effetti, Gerusalemme è rappresentata col sole e l’arcobaleno. Un messaggio preciso esplicitato dalla didascalia: “Gerusalemme con la speranza della pace”. Nel disegno non si vedono armi, se ne vedono un paio, invece, nel disegno sulle Dolomiti... «Sì, perché le Dolomiti sono state anche un teatro di una guerra sanguinosa di cui ricorre il centenario. Ho voluto sottolinearne la storia passata, su Gerusalemme, invece, ho puntato più sulla speranza per il futuro». Restano da raccontare tutti gli altri mesi... «Il mese di febbraio è dedicato all’Italia e al suo ricchissimo patrimonio culturale, il più importante del mondo. Nei mesi seguenti ho rappresentato i cinque continenti — l’Europa a ottobre — ma anche obiettivi, attività e impegni dell’Unesco per la tutela culturale e ambientale del Pianeta». Il 2018 di Vettori, invece, come sarà? «Oltre al lavoro abituale e al potenziamento del sito su cui si possono acquistare tutti i prodotti delle Formiche, dovrò illustrare alcuni libri e terrò molti laboratori per bambini. So già, però, a cosa sarà dedicato il calendario del 2019». Si può anticipare? «Sì, punterò sulla musica, ma solo quella dei tempi più recenti. Gli ultimi sessant’anni. Dagli anni Cinquanta del secolo scorso a oggi».

13 DICEMBRE 2017 Corriere delle Alpi | 13 Dicembre 2017

p. 27 "Linea bianca", si registra la puntata in onda il 6 gennaio AURONZO 8 Rassegna Stampa – Dicembre 2017


Anche quest'anno "Linea bianca" torna ad Auronzo. La nota trasmissione di Rai Uno dedicata alla montagna, in onda durante il periodo invernale ogni sabato pomeriggio alle 14 e condotta da Massimiliano Ossini e dall'alpinista Lino Zani, si appresta a dedicare ampio spazio alle bellezze del territorio auronzano tra divagazioni culinarie ed ospiti speciali. L'ok è arrivato al termine di un incontro tenutosi tra il sindaco Tatiana Pais Becher, l'assessore al turismo Camilla Larese De Santo ed il consigliere Enrico Bonato con i registi della trasmissione Cristiano Strambi e Valentina Noseda: la puntata verrà registrata nelle giornate di domani a Misurina e di venerdi ad Auronzo. In occasione del "ciak" a Misurina, spazio alla biblioteca di montagna presentata dallo scrittore Mauro Corona ed al rilancio della pratica dello sci di fondo grazie al supporto del centro sportivo dei Carabinieri di Palus San Marco, divenuto nel 2017 punto di riferimento nazionale per fondo e biathlon.Non mancherà una panoramica sulle Tre Cime, così come sul comprensorio di monte Agudo. Tra gli ospiti ci sarà anche un altro scrittore, Francesco Vidotto, mentre sarà ricavato uno spazio da dedicare all'evento mondiale di mountain bike 3 Epic in programma ad Auronzo nel settembre del 2018, alle mucche scozzesi ospitate in un ranch ed alla pratica dello sleddog. «Si tratta di una vetrina di promozione turistica unica per la val d'Ansiei», spiega il sindaco Tatiana Pais Becher, «la trasmissione offrirà al pubblico nazionale una panoramica d'eccezione favorita anche dalla presenza di neve in questo periodo dell'anno». L'assessore Camilla Larese De Santo annuncia: «La trasmissione dedicata al territorio auronzano andrà in onda sabato 6 gennaio alle ore 14». (dierre)

14 DICEMBRE 2017 Trentino | 14 Dicembre 2017

p. 38 Alberto Angela racconterà le Dolomiti di Elisa Salvi VAL DI FASSA Tra le "Meraviglie. La penisola dei tesori", il nuovo programma di Alberto Angela, in onda dal 4 gennaio in prima serata su Rai Uno, non potevano mancare le Dolomiti. E per raccontarle al meglio il celebre conduttore, a fine novembre, ha scelto la Val di Fassa, come campo base. Le riprese sono state girate dal miglior punto panoramico delle Dolomiti, il Sass Pordoi, dove Angela è salito con la funivia aperta per l'occasione, ma anche sul Catinaccio-Latemar e la Crepa Neigra, sorvolati anche con l'elicottero, al Carezza, tra le sale del Museo Geologico di Predazzo e nella foresta di Paneveggio. Giornate intense per le maestranze Rai, supportate dall'Apt Val di Fassa: «È stato un piacere avere tra i nostri ospiti Alberto Angela, con cui ho avuto modo di chiacchierare e che mi ha anche mostrato qualche ripresa, in anteprima. Mi ha sorpreso per cordialità e gentilezza, così come il regista, la produzione e tutta la troupe», racconta Paolo Peiretti, dell'Avisio Park Hotel di Soraga che, per quasi una settimana ha accolto la trentina di persone, 9 Rassegna Stampa – Dicembre 2017


impegnate nella realizzazione del programma in 4 puntate (tutte a gennaio).«Si tratta di un nuovo format - spiegano dalla produzione Rai della trasmissione - che ha l'ambizione di raccontare le "Meraviglie" Unesco d'Italia, il Paese che ne conta di più al mondo. Nel corso di ogni puntata viene dato spazio a una località o a una città Unesco del sud, una del centro e una del nord, che si dividono così, uno spazio di 120 minuti. Le Dolomiti saranno affiancate da Matera e Pisa». Il territorio montuoso sarà raccontato, con l'inconfondibile stile di Alberto Angela il 17 gennaio: «Ogni puntata è arricchita da una breve fiction, nel caso delle Dolomiti si è scelto di narrare la storia di Sissi, che tra queste montagne ha trascorso diversi periodi di vacanza. Abbiamo anche avuto l'opportunità di girare alcune scene all'interno del salone delle feste del Grand Hotel Carezza». Non solo: i servizi, oltre a comprendere la "presenza" di un personaggio storico che ha contribuito alla fama del luogo, prevedono pure l'intervista di un protagonista della contemporaneità che descrive le sue esperienze in quei posti. Per le Dolomiti, in particolare i boschi di Paneveggio ripresi sotto una bella nevicata, c'è il violinista Uto Ughi che narra l'incontro di Stradivari con questa terra, diventata, grazie ai preziosi abeti di risonanza, la "foresta dei violini". Corriere delle Alpi | 14 Dicembre 2017

p. 29 Città sportina europea, Auronzo ci crede di Gianluca De Rosa AURONZO Auronzo si candida a ricoprire il ruolo di città sportiva europea del 2020. Galeotto a tal proposito è stato l'incontro tenuto dal sindaco Tatiana Pais Becher e dall'assessore Andrea Costa con l'onorevole friulano Isidoro Gottardo, attuale consigliere del ministro degli affari esteri Angelino Alfano e membro del comitato europeo delle regioni a Bruxelles. Sarà proprio Gottardo a "sponsorizzare" la candidatura di Auronzo perorando la causa nella stanza dei bottoni della commissione europea.«Sarebbe per noi un importante riconoscimento assegnato dalla comunità europea ed avrebbe notevoli ricadute su tutta la val d'Ansiei» commenta il primo cittadino auronzano Tatiana Pais Becher, «sarebbe la migliore occasione per coinvolgere le nostre associazioni stimolando le realtà territoriali alla promozione dello sport. Ciò porterebbe ad un miglioramento della qualità della vita e ad una ulteriore valorizzazione del patrimonio ambientale».La val d'Ansiei si appresta ad avanzare la propria candidatura "forte" del titolo di patrimonio Unesco. Sport ma non solo, l'incontro con l'onorevole Gottardo è servito per mettere le basi nella realizzazione di un progetto comunitario utile a combattere lo spopolamento della montagna.L'amministrazione comunale di Auronzo ha infatti deciso di orientare le proprie attenzioni su una serie di iniziative aventi un unico obiettivo finale: innalzare la qualità della vita al fine di attrarre nuove persone a stabilirsi in montagna.«Penso ad esempio ad incentivi alle famiglie con 10 Rassegna Stampa – Dicembre 2017


figli, ad un migliore accesso ai servizi sociali, a nuove opportunità di lavoro, tutela ambientale o miglioramento della rete di trasporti» aggiunge la sindaca Pais Becher, «l'amministrazione comunale di Auronzo ha deciso di orientare la propria attenzione ai fondi europei con l'obiettivo di mettere in campo un progetto strategico ben preciso che prenderà corpo con la stesura del bilancio 2018».«Ora - conclude - intendiamo individuare i partner giusti in altri paesi europei che siano in grado di condividere con noi le principali problematiche legate alla vita di montagna. Una volta esaudita la ricerca passeremo alla creazione di una rete di comuni che insieme possano ideare un progetto strategico unitario da presentare successivamente alla commissione europea». Comunicato Stampa Provincia di Bolzano | 14 Dicembre 2017

http://www.regioni.it/dalleregioni/2017/12/13/bolzano-parchi-naturali-nel-2018-investimenti-per-piu-di-2-milioni-dieuro-543521/ Parchi naturali, nel 2018 investimenti per più di 2 milioni di euro I sette parchi naturali dell'Alto Adige costituiscono un polo di attrazione per popolazione locale ed ospiti, e necessitano di costanti interventi di manutenzione per la rete di sentieri, la segnaletica e cartellonistica, e anche per i centri visite. Tra le attività, inoltre, da non dimenticare lo svolgimento di studi e la predisposizione di piani, nonché gli aspetti relativi all'informazione e sensibilizzazione sulle tematiche della tutela del paesaggio e della natura anche attraverso iniziative speciali ed escursioni naturalistiche. L'impegno finanziario approvato ieri (12 dicembre) dalla Giunta provinciale prevede la messa a disposizione per interventi e progetti nel corso del 2018 di una somma pari a 2,1 milioni di euro suddiviso tra i parchi Sciliar-Catinaccio (285mila euro), Gruppo di Tessa (437mila euro), Puez-Odle (300mila euro), Fanes-Senes-Braies (336mila euro), Monte Corno (154mila euro), Tre Cime (258mila euro) e Vedrette di Ries-Aurino (346mila euro). "Siamo contenti di vedere che i parchi naturali confermano con progetti concreti il loro contributo alla conservazione del paesaggio naturale e alla sensibilizzazione della popolazione", sottolinea l'assessore provinciale all'ambiente Richard Theiner. "I programmi sono stati proposti dagli specifici comitati di gestione, nei quali sono 11 Rassegna Stampa – Dicembre 2017


rappresentate le amministrazioni locali, il settore agricolo e quello forestale, nonchè le associazioni ambientaliste". spiega il direttore dell'Ufficio provinciale parchi naturali Enrico Brutti. Gli interventi in programma Per le Dolomiti patrimonio mondiale UNESCO sono stati stanziati circa 153mila euro di cui 125mila per la Fondazione Dolomiti UNESCO e 25mila per le attività dei gruppi di lavoro e le iniziative locali. Per misure di conservazione degli habitat Natura 2000, sotto particolare tutela, sono previsti 350mila euro finanziati con fondi UE. Ulteriori investimenti sono previsti per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, per i centri visite dei parchi naturali, per gli assistenti, per le escursioni, per l'informazione e per studi specifici. Circa un terzo dei finanziamenti necessari per sostenere i premi incentivanti per la cura e il mantenimento del paesaggio, erogati per la conservazione del paesaggio e della biodiversità, vengono stanziati dalla provincia - quest'anno pari a 260mila euro – i rimanenti due terzi da programmi UE. La Ripartizione provinciale natura, paesaggio e sviluppo del territorio concede inoltre contributi per interventi per valorizzare il quadro paesaggistico tradizionale. Sono previsti 250mila euro, in particolare, per mantenere tetti in scandole o ricoperti con paglia, steccati in legno e canali d'irrigazione tradizionali, muri a secco ed altri sistemi di coltivazione tradizionale.

16 DICEMBRE 2017 Trentino | 16 Dicembre 2017

p. 8 segue dalla prima Una guida per scoprire… casa nostra Ieri mi sono comprato una guida di viaggio su un territorio che dovremmo conoscere come le nostre tasche: le Dolomiti. Di solito funziona così: compriamo una guida di viaggio prima di partire, per farci un'idea di quello che scopriremo e arrivare preparati. Poi la portiamo con noi, perché ci accompagni alla scoperta di un territorio nuovo. E invece no: ieri sono entrato nella Viaggeria di Trento e mi sono comprato la nuova guida sulle Dolomiti. Di solito - mi hanno detto - la comprano i turisti. Loro (della Viaggeria) erano orgogliosi di essere citati tra i posti da non perdere in città, ma giocavano in casa: vendono le Lonely Planet. Per quanto mi riguarda, appena uscito dalla libreria ho aperto la guida alla voce Trento e ho cercato l'unico quartiere (a parte il centro storico) degno di una citazione: Piedicastello. Non c'è Villazzano, Povo o Cognola di fronte al (cito testualmente) "pittoresco quartiere dove l'atmosfera è tutta diversa dal resto della città". Esatto. Un applauso agli autori. Noi abitanti confermiamo con orgoglio, anche se teniamo a puntualizzare che le ex gallerie sono della Provincia autonoma (e non dell'Anas).Ma questo era un terreno facile, per mettere alla prova l'attendibilità di quella guida ho cercato il paesino di montagna dove ci rifugiamo appena possiamo. Non speravo di trovarlo e invece c'era. Sentite qua la descrizione: «A meno che non vi facciate incuriosire dal nome o che non capitiate 12 Rassegna Stampa – Dicembre 2017


qui la sera del 5 gennaio quando si accendono i pavarui, falò propiziatori che anticipano l'Epifania, probabilmente non rallenterete nemmeno passando con l'auto attraverso C.». Ora, io sono un tipo permaloso, ma di fronte alla verità mi arrendo: in tanti anni che ho attraversato quel paese penso di non aver mai rallentato una volta, finché non mi sono sposato con una di lì. E da allora è diventato il secondo posto più bello del mondo (dopo Piedicastello). Anche perché il 5 gennaio, puntuali ogni anno, accendiamo i pavarui. Mi chiedo come facciano quelli della Lonely Planet a essere così informati. Poiché sono un tipo sospettoso ho dato un'occhiata su Wikipedia e queste cose non ci sono. E comunque mi hanno conquistato definitivamente quando hanno consigliato (opportunamente) l'enoteca del nostro vicino di casa Cristian come posto da non perdere. Esattissimo, anche perché non c'è altro.Devo dire la verità: mi sarebbe piaciuto scrivere qualcosa su quella guida, magari anche una piccola schedina, ma mi hanno spiegato che preferiscono che a descrivere un luogo sia uno di fuori, uno che osserva un territorio e i suoi abitanti con occhi curiosi ed è libero di (cito testualmente) "raccontare le cose come stanno".Benissimo, solo una cosa mi ha (molto) deluso: in quella guida non ho trovato le due valli dolomitiche che moltissimi turisti portano nel cuore quando tornano a casa, cioè la val Venegia e la valle di Fuciade. Mi è sembrato un grave errore, ma nessuno è perfetto: 23 euro spesi bene.©RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere delle Alpi | 16 Dicembre 2017

13 Rassegna Stampa – Dicembre 2017


p. 39 Linea Bianca prepara la puntata dell’Epifania sulle nevi di Misurina AUR0NZO Sono iniziate giovedì a Misurina le riprese della troupe Rai di "Linea Bianca", la trasmissione di Rai Uno dedicata alla montagna, con la presenza di una ventina di persone coadiuvate dal regista Cristiano Strambi. Presente il conduttore della trasmissione Massimiliano Ossini, accompagnato dall'alpinista Lino Zani, e vari ospiti che il Comune ha contattato per l'occasione: gli scrittori Mauro Corona e Francesco Vidotto, i campioni olimpionici dello sci di fondo Gabriella Paruzzi e Silvio Fauner, il comandante del Centro Sportivo Carabinieri di Palus San Marco Freddy Stauder.Per il Comune di Auronzo l'organizzazione e la cura della logistica è stata affidata all'assessore al Turismo Camilla Larese, in collaborazione con il Consorzio turistico Tre Cime Dolomiti, mentre il sindaco Tatiana Pais Becher ha seguito in prima persona i contatti con il conduttore della trasmissione e con i vari ospiti protagonisti della puntata auronzana.Magnifico lo scenario offerto ieri da Misurina con il corollario di montagne imbiancate Dolomiti Patrimonio dell'Umanità: Cadini, Sorapiss, Cristallo, Popena, Tre Cime di Lavaredo. Oltre alla salita alla Cima Ovest delle Tre Cime di Lavaredo e alle spettacolari immagini dalla vetta il set principale della trasmissione è stato Malga Rin Bianco con la Biblioteca della Montagna, unica nel suo genere nelle Dolomiti: si è parlato di Bellezza e Lentezza del vivere in montagna con gli scrittori Francesco Vidotto e Mauro Corona, della qualità dell'aria con Chiara Zandegiacomo Bonel, della pratica dello sci alpinismo con Lorenzo Quinz.Sul lago di Misurina si sono svolte le riprese con le fat-bike, per lanciare la 3Epic Winter Ride e i mondiali Marathon di MB 2018, organizzati da Massimo Panighel e Pedali di Marca. Sulla pista di fondo di Misurina si sono allenati gli atleti dello sci di fondo nazionale, guidati da Silvio Fauner e Gabriella Paruzzi.Tappa della troupe Rai anche nella zona di Palus San Marco all'agriturismo "Corte's Ranch", mentre non è esclusa una prosecuzione delle riprese durante il periodo natalizio per includere nel programma anche il comprensorio di Col Agudo. La puntata girata in Val D'Ansiei verrà trasmessa da Rai 1 il giorno dell'Epifania, alle 14 dopo il Tg1.

17 DICEMBRE 2017 L’Adige | 17 Dicembre 2017

14 Rassegna Stampa – Dicembre 2017


p. 48 Istituto Ladino e sinergie turistiche VAL DI FASSA Molte e diverse le riflessioni, le criticità, i punti di forza e quelli di debolezza emersi nel corso dell'assemblea generale dell'Istituto Culturale Ladino tenutasi venerdì pomeriggio nella sala Heilmann del Museo. Sulla difficoltà di creare sinergia con l'economia turistica della valle si è incentrata gran parte della discussione dopo gli interventi ufficiali del presidente dell'Istituto Tone Pollam e del direttore Fabio Chiocchetti. A loro l'esposizione di tutta quella parte riguardante il lavoro scientifico e di ricerca svolto dall'ente attraverso svariati progetti incentrati sulla lingua, sulla storia e sulla cultura; la soddisfazione per il grande obiettivo centrato del 2017, ovvero l'avvio del percorso di alta formazione Antropolalad « Una piccola università ladina» come la chiama il Chiocchetti, «per la quale ICL continuerà a svolgere un lavoro scientifico volto a incrementare ancor di più il materiale usufruibile dai docenti e dagli studenti». Presentato anche il nuovo numero della rivista «Mondo ladino» che propone, tra le altre cose, una indagine sulla percezione della lingua ladina nei giovani della valle e una ricerca sui mutamenti fonetici e fonematici nel ladino fassano dagli anni ?60 ad oggi. I presenti, pochi in verità, ma non è una novità, hanno potuto conoscere la piattaforma «Mediateca Ladina»: all'indirizzo www.ladintal.it si apre infatti un vero e proprio «mondo ladino», che di vecchio ha solo bellissime fotografie, registrazioni di storie raccontati da personaggi «illustri» sul palcoscenico ladino, quali Simon de Giulio, Alfredo Badia, per citare i più conosciuti, ma tutto, dai libri appena editi, ai file audio, al materiale didattico, è innovativo, ricco, fruibile, aggiornato. E' anche questo un modo per aprirsi e cercare di raggiungere tutti, valligiani e turisti. «Riuscire a dare alla vacanza quel valore aggiunto rappresentato dal trovarsi in un luogo che ha le Dolomiti, Patrimonio Unesco, ma che ha anche la lingua e cultura ladina» ha esortato la Procuradora Elena Testor nel suo intervento. La necessità di elaborare progetti con gli operatori turistici e l'Apt è quindi tra gli priorità dell'azione del museo ladino. «Spesso sono gli operatori turistici stessi a non conoscere la ricca offerta culturale che Icl e Museo offrono» ammette Stefano Weiss , albergatore di Vigo. Infine una voce criticamente costruttiva «Si fa arrivare in piazza la Befana invece che i Re Magi, si installano alberi degni degli Champs Elysèes anziché un classico abete: stiamo attenti a non creare solo apparenze prive di contenuto, che cozzano, più che incontrarsi, con la cultura e la tradizione locale».

18 DICEMBRE 2017 Trentino | 18 Dicembre 2017 p. 12 Accordo tra Provincia e Fondazione Unesco Sarà la Provincia di Trento (come già in passato) a cedere personale alla Fondazione Unesco Dolomiti per le esigenze di comunicazione. Sul tema la giunta provinciale ha approvato una convenzione che prevede lo scambio di una figura professionale che risponderà al segretario della fondazione per le esigenze di comunicazione.

15 Rassegna Stampa – Dicembre 2017


Messaggero Veneto | 18 Dicembre 2017

p. 18 edizione di Udine Cortonmontagna, tre film degni del podio TOLMEZZO Si è conclusa la terza edizione di Cortomontagna con l'assegnazione dei premi per i migliori corti al Teatro Comunale Luigi Candoni di Tolmezzo. Un'edizione straordinaria, costellata dalla presenza di numerosi ospiti internazionali e nazionali, cominciata alla presenza della regista Trudie Styler e la presentazione del suo film Freak Show, continuata con gli appuntamenti diretti dal presidente di giuria Dante Spinotti e chiusa con la premiazione di ieri. Vincitori tre cortometraggi provenienti da diversi Paesi del mondo. È del Brasile il corto Agora, di Mickael Couturier e Otavio Lima, dove l'arrampicata è resa con una raffinata poesia, trasformando il gesto fisico e atletico in una straordinaria e incredibile metafora della vita, con tutte le sfide e gli sconfinamenti connessi. «In montagna e in parete, come del resto nell'esistenza di un uomo o di una donna, non è la cima che conta, ma è la salita. La cima è uno stato di passaggio, che ognuno di noi attraversa e scende, aprendo di volta in volta uno scenario nuovo. Ma è la lezione sulla consapevolezza che è stata apprezzata in maniera particolare, la stretta necessità di connessione con il presente, con quello che ognuno di noi fa, è, e con quello che ci rende felici». Altro premiato è Imaginador (The Visionary) dello spagnolo Xabier Zabala A., che narra la storia di un uomo che non può pensare alla montagna senza pensare alla fotografia, che non trova incanto più grande dell'albeggiare che si può ammirare nella sua grandezza solo dalla cima di una vetta. E ancora un premio all'italiano La Roccia Rosa del Pelmo di Mariaelena Zanocco, un documento sulla vita di Barbara Feltrin, una donna coraggiosa che con passione e dedizione gestisce il rifugio Venezia sulle Dolomiti. Segnalati anche Montagne Ferite di Ivo Pecile e Riccarda De Eccher e Montagna di Dave Stewart Brown. Dopo le premiazioni, il festival si è concluso al Nuovo Cinema David con la proiezione di Jane, il film documentario di Brett Morgan per National Geographic su Jane Goodall, l'etologa che per 40 anni ha studiato gli scimpanzé in Tanzania. 16 Rassegna Stampa – Dicembre 2017


Dopo la presentazione alla Festa del Cinema di Roma lo scorso ottobre, il film è stato proiettato in prima nazionale proprio ieri a Tolmezzo. Ricordiamo che il concorso ha avuto come tema "Montagna dal vivo", con lo scopo di realizzare video che raccontino come l'autore vive e interagisce con l'ambiente montano, dal punto di vista che più lo rappresenta, spaziando da riprese di sci o alpinisti in azione, a riprese relative a un fatto di cronaca che abbia un legame con la zona alpina o prealpina, così come alla documentazione di storie di vita delle comunità o ambienti montani. Quest'anno, inoltre, è stata ufficialmente siglata la collaborazione con Trento Film Festival e National Geographic, a testimonianza di quanto Cortomontagna stia sempre di più diventando punto di riferimento importante per il cinema dedicato alla montagna.Cortomontagna è organizzato dall'Asca, Canal del Ferro - Val Canale, in collaborazione con l'Uti della Carnia, Consorzio BIM Tagliamento, Cineteca, National Geographic e Trento Film Festival 365, con il contributo della Regione, Fondazione Friuli, Città di Tolmezzo, Promo Turismo, Camera di Commercio.

19 DICEMBRE 2017 L’Adige | 19 Dicembre 2017

p. 11 Monumento naturale di grande fascino e di eccezionale rilevanza geologica 17 Rassegna Stampa – Dicembre 2017


Il Bletterbach, con i suoi 271 ettari di estensione, è il più piccolo sistema delle Dolomiti Unesco. Monumento Naturale, è una stretta gola tra i comuni di Aldino e Redagno, il Monte Pausabella/Schönrast e il Passo degli Oclini. Separato geograficamente dagli altri gruppi dolomitici e dominato dalla cima del Corno Bianco/Weisshorn, è un sito di grande fascino paesaggistico e di eccezionale rilevanza geologica. Il Sito del Bletterbach culla della biodiversità Il Bletterbach , una gigantesca gola nei cui fossili si può leggere la terribile storia del mondo, è diventato il luogo dove si è risvegliato qualcosa di spaventoso nel libro d'esordio del bolzanino Luca D'Andrea («La sostanza del male»), ma è anche un sito palentologico di rilevanza mondiale parte, tra altro, delle Dolomiti Unesco . La gola è, infatti, il risultato della digregazione e dell'erosione prodotta dagli agenti atmosferici, dove i vari strati geologici sono integri e visibili esattamente come sono stati depositati. La loro struttura ci dà informazioni importanti sul clima e lo stato di salute del nostro pianeta. E proprio il giacimento italiano, posto a metà strada tra Bolzano e Trento, spicca nella nuova ricerca internazionale coordinata dal Muse - Museo delle Scienze di Trento e dal Museo di Scienze naturali dell'Alto Adige . I risultati dello studio del team guidato dal paleontologo Massimo Bernardi del Muse, supportato dall'Euregio Science Fund, sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Earth-Science Reviews. Circa 260 milioni di anni fa, il nostro pianeta era popolato da animali bizzarri, compresi gli antenati dei dinosauri e dei mammiferi che sarebbero comparsi solo alcune decine di milioni di anni dopo. La nuova ricerca mostra che, nel Permiano, la fascia equatoriale era un'area chiave: per la maggior parte coperta da un deserto apparentemente inospitale, ospitava tuttavia una ricca diversità di specie terrestri, in particolare di rettili e piante. «I tropici furono una fucina per la biodiversità, nel lontano Permiano così come oggi - spiega Massimo Bernardi -. Con questo studio abbiamo dimostrato l'importanza, anche nel passato, delle aree a basse latitudini sia come "culle della biodiversità", cioè luoghi di rapida evoluzione, sia come "musei della biodiversità", rifugi dove sopravvivono specie estinte altrove». Mentre è ormai assodato che le foreste pluviali calde e umide d'oggi ospitino un'incredibile diversità, può sembrare controintuitivo che gli aridi deserti del Permiano ospitassero una moltitudine eccezionale di specie. «Tuttavia - aggiunge Fabio Massimo Petti , uno dei coautori - questo studio dimostra come la fascia equatoriale rivestisse un ruolo chiave per la biodiversità del pianeta anche in tempi antichissimi e nonostante nel corso della storia abbia visto succedersi una varietà di ecosistemi molto diversi tra loro». Parte rilevante del lavoro, come detto, è stata condotta a partire dai dati raccolti nel sito paleontologico del Bletterbach, vicino ad Aldino. L'attuale area dolomitica, infatti, nel Permiano si trovava in prossimità dell'equatore. Come chiarisce Evelyn Kustatscher del Museo di Scienze Naturali dell'Alto Adige: «Il Bletterbach è un luogo unico oggigiorno, che nel Permiano occupava una posizione geografica chiave. Le associazioni fossili rinvenute nel Bletterbach - continua la ricercatrice - mostrano un'abbondanza di specie superiore alla maggior parte dei siti della stessa età noti in tutto il mondo». Secondo gli autori per comprendere il funzionamento degli ecosistemi d'oggi, quale sia il loro funzionamento «naturale», cosa sia «normale» in assenza dell'intervento umano, è fondamentale guardare al passato e dunque alla documentazione fossile.

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20 DICEMBRE 2017 Corriere delle Alpi | 20 Dicembre 2017

p. 31 19 Rassegna Stampa – Dicembre 2017


“Schiara”, un libro e una mostra raccontano l’alpinismo bellunese BELLUNO Un lavoro realizzato in 10 anni di ricerca e raccolta di testimonianze, che racchiude fonti dirette e documenti inediti. Il progetto "Schiara, storie e immagini dell'alpinismo bellunese", curato da Gianpaolo Sani, Luca Sovilla e coordinato da Francesco Vascellari, sarà presentato oggi alle 18 a Palazzo Doglioni Dalmas.Una vera e propria rappresentazione della storia dell'alpinismo bellunese, raccontata attraverso immagini storiche e racchiusa in una collana di tre volumi da 1.500 pagine. Per l'occasione a Palazzo Doglioni Dalmas sarà allestita la mostra "Alle sorgenti dell'alpinismo bellunese", che si propone di narrare le vicende del gruppo della Schiara, inserito dall'Unesco come Patrimonio dell'Umanità e che da sempre rappresenta la montagna simbolo di Belluno. L'esposizione raccoglie un'ampia documentazione fotografica, completa di didascalie che sintetizzano alcuni tra gli episodi e avvenimenti più significativi della storia dell'alpinismo bellunese. Saranno presenti le foto di importanti figure internazionali, come Messner, Cassin, Goedeke, Hiebler. E sarà possibile sfogliare gli schizzi originali disegnati da Piero Rossi per la stesura della guida "Monti d'Italia" dedicata alla Schiara, oltre che passare in rassegna le foto di personaggi ai vertici dell'alpinismo di quel periodo, da Nereo Cusinato a Nilo de Pian, da Giovanni Angelini a Chino Viel, da Zanetti a Renata Sommavilla, oltre naturalmente ai grandi nomi dell'alpinismo bellunese. Alla presentazione interverranno Luca Barbini, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, Marco Perale, assessore alla cultura del Comune di Belluno, il consigliere regionale Franco Gidoni, insieme agli autori del progetto e a Fabio Bristot, ex-delegato Cnsas bellunese e supporto al progetto. L'evento sarà moderato da Michela Canova, addetta stampa Cnsas di Belluno. L'ingresso è libero.(m.r.) Corriere delle Alpi | 20 Dicembre 2017

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p. 31 “Confini che uniscono” sulla RAI di Bolzano storie e notizie bellunesi di Walter Musizza PONTE NELLE ALPI È intitolato "Confini che uniscono" ed è lo "special" televisivo realizzato dallo Studio 2000 Hertz di Gianni Frescura a Ponte nelle Alpi, che sulla rete in lingua italiana della Rai di Bolzano racconta uomini, luoghi ed eventi della parte più settentrionale della provincia di Belluno. L'obiettivo primo è quello di rappresentare l'area di confine tra le due province non in termini di separazione tra due territori comunque molto diversi tra loro, ma in quanto area di interconnessione, di scambio e di collaborazione. Gli argomenti coinvolgono e interessano contemporaneamente il Bellunese e l'Alto Adige, ovvero la popolazione ladina del Cadore e di Cortina e quella germanofona dell'Alta Pusteria, le cosiddette valli ladine del Sella e del Fodom con Livinallongo del Col di Lana. Tra i temi trattati finora c'è stato il recente fenomeno del "pendolarismo lavorativo" tra Comelico e Sesto-San Candido, oppure lo sviluppo dei percorsi cicloturistici che connettono il mondo tedesco con l'Adriatico attraverso le nostre Dolomiti. In termini prettamente tecnici è stato inoltre affrontato il tema del grande progetto sul nuovo "Treno delle Dolomiti". E non potevano mancare i "sentieri della "grande guerra", che, snodati per lunghi tratti proprio sulla linea di demarcazione tra le due province, sono diventati oggi meta turistica internazionale inserita in uno straordinario ambiente naturale. Poi ancora il ruolo della Fondazione Dolomiti Unesco nello sviluppo di una nuova coscienza, volta alla preservazione di un bene unico al mondo, quello rappresentato appunto dalle nostre montagne. La puntata dedicata ai cosiddetti "Ladini del Sella" (sottotitolo "Tutti in ... Sella") è stata una panoramica a 360° sulla storia, cultura, economia del passato e attuale delle popolazioni ladine delle quattro vallate che circondano il massiccio del Sella (Livinallongo-Fodom, Val Badia, Val Gardena, Val di Fassa). Qui si è messo l'accento sulla nascita e sullo sviluppo dell'economia turistica, con la contemporanea trasformazione dell'agricoltura di montagna, nonché sulle distorsioni burocratiche che condizionano non poco le potenzialità imprenditoriali, a seconda del fatto di essere nella Provincia Autonoma di Bolzano a statuto speciale piuttosto che nella Regione Veneto a statuto ordinario. L'ultimo "special" realizzato, prodotto tra luglio ed agosto, illustra il territorio protetto dei parchi definiti "con-divisi"; divisi cioè dal punto di vista amministrativo, ma assolutamente omogenei sotto l'aspetto delle eccellenze naturalistiche, floro-faunistche e ambientali in generale, ossia il Parco Naturale Fanes-Senes-Braies ed il Parco Naturale delle Dolomiti d'Ampezzo, ponendo anche qui l'accento sui rapporti di buon vicinato e cooperazione. Anche questa puntata di "Confini che uniscono" andrà in onda a breve sulla rete in lingua italiana della Rai di Bolzano, offrendo, oltre a tanti interessanti contenuti, anche immagini a volte davvero spettacolari del nostro territorio, in grado di dare visibilità a questa parte della provincia di Belluno finora non molto nota al grande pubblico. Gazzettino | 20 Dicembre 2017 p. 13 Parte il turismo minerario, l’Istituto Follador ci prova AGORDO L'Istituto Follador - De Rossi prende la strada della Dolomia, entrando a far parte di un prestigioso progetto europeo. La scuola agordina assumerà anche il ruolo di capofila nell'idea transfrontaliera. «Ciò - dicono i docenti dell'istituto rappresenta il modo più degno di celebrare i 150 anni della scuola. Con 150mila grazie... all'Europa». Si tratta di un percorso già denominato La via della Dolomia che condurrà da Agordo (vero cuore geologico delle Dolomiti e gemellato con il Comune francese di Dolomieu che ha dato i natali a Deodat de Dolomieu scopritore delle Dolomiti) a Innsbruck, proponendosi di valorizzare gli aspetti geologici e paesaggistici, ma anche storici, artistici e culturali, della Regione Dolomitica, spesso trascurati dal turismo di massa, mordi e fuggi, per puntare a sviluppare un'elevata coscienza del patrimonio, intercettando e facendo accrescere il turismo colto, quello più lento ma soprattutto più attento, che si ferma 21 Rassegna Stampa – Dicembre 2017


più a lungo perché vuole conoscere. Si tratta di quel turismo che non sopporta la confusione degli impianti di risalita e va alla ricerca della vera essenza del territorio. Il progetto, della durata di due anni e mezzo, verrà sviluppato in prevalenza dagli alunni delle classi del Geotecnico nelle attività di alternanza scuola-lavoro e si avvarrà oltre che dei docenti della scuola di collaborazioni esterne testate da tempo come i professionisti del Cnr.Sono giorni felici per Giovanni Paolo Zanin, dirigente scolastico dell'Istituto Follador - De Rossi, e per il team del Geotecnico con i professori Dino Preloran, Danilo Giordano, Tomaso Avoscan ed Enrico Pescosta: oltre a festeggiare i 150 anni dell'Istituto, infatti, il polo scolastico di Agordo brinda alla nomina di partner principale in un progetto Interreg V - Italia Austria relativo allo studio della Dolomia. Il percorso verrà sviluppato in partenariato con l'Università di Innsbruck. fondata nel 1669, la più importante del Tirolo e seconda, per rilevanza sul territorio austriaco, solo a Vienna. Una collaborazione che si aggiunge a quelle che il minerario intrattiene da diversi anni con alcune università italiane, in primis la Bicocca e il Cnr di Milano e più recentemente con La Sapienza di Roma e con il paleontologo Andrea Tintori dell'Università degli studi di Milano. Il progetto è stato concepito dal team Geotecnico capitanato da Dino Preloran, con il significativo contributo del Circolo cultura e stampa di Belluno con il quale l'Istituto Follador sta collaborando da alcuni anni per l'alternanza scuola-lavoro, in progetti dedicati allo studio delle pietre locali. La natura del progetto riguarda lo studio della Dolomia, la roccia che ha dato il nome alle Dolomiti, a partire da un punto di vista prettamente scientifico, per passare a individuarne il suo utilizzo nella storia della regione Veneto per arrivare a una valorizzazione turistica dei beni naturali e antropici del territorio dolomitico.Mirko Mezzacasa

22 DICEMBRE 2017 Corriere delle Alpi | 22 Dicembre 2017

p. 19 Incontro tra i sostenitori della Fondazione LONGARONE Consapevolezza delle opportunità, lavoro di rete, più partecipazione e no all'atteggiamento di attesa. Quella che è emersa ieri a Longarone, nel corso della riunione del Collegio dei sostenitori della Fondazione Dolomiti Unesco, è la volontà di ripartire con una marcia in più. «Questo incontro annuale serve a guardarci in modo diverso», ha affermato 22 Rassegna Stampa – Dicembre 2017


Mariagrazia Santoro, presidente della Fondazione. «I sostenitori possono dare il proprio contributo non solo in termini economici, ma anche con la loro attività e le loro competenze». Ma cos'è il Collegio dei sostenitori? Si tratta di un organo statutario cui possono aderire associazioni, enti locali, semplici cittadini per concorrere a costruire insieme il futuro del sito dolomitico. «Sarebbe ora importante che anche tutti i Comuni scegliessero di diventare sostenitori», ha aggiunto la Santoro. «Sono infatti le amministrazioni il primo interlocutore e il terminale dell'azione sul territorio della Fondazione». «Uno degli ostacoli è rappresentato a volte dall'errata rappresentazione di ciò che la Fondazione può e non può fare», ha fatto presente il direttore, Marcella Morandini, che ha illustrato le tante attività organizzate nel corso di quest'anno.«Quello che ognuno dovrebbe chiedersi è cosa possa cambiare, nella propria vita e nel proprio contesto, in virtù del riconoscimento Unesco. Occorre abbandonare l'atteggiamento di attesa e fare in modo che tutti si sentano protagonisti di questo percorso comune». A questo proposito sono intervenuti Roberto Padrin, sindaco di Longarone e presidente della Provincia, e Tatiana Pais Becher, sindaco di Auronzo, il primo Comune in Veneto ad accogliere l'invito della Fondazione a posizionare i cartelli, autorizzati per tutte le amministrazioni, che indicano come il territorio racchiude una parte del territorio Patrimonio dell'Umanità.Nel corso della riunione si è parlato poi della Rete funzionale della formazione. Linee guida e attività svolte nel 2017 sono state illustrate dal coordinatore Fabio Scalet e da Gabriella De Fino della Trentino School of Management/Step Area Unesco. Solo per citare alcune delle azioni, il progetto "Dolomiti Accessibili" e il corso dedicato ai gestori di rifugio. «Le nostre strutture sono diventate un punto di arrivo più che un punto di partenza», ha evidenziato Mario Fiorentini, del rifugio Città di Fiume. «Ecco perché condividiamo l'esigenza di poter dare informazioni che vadano al di là degli aspetti alpinistici e che richiedono competenza sull'intero territorio nel quale viviamo». (m.r.) Corriere delle Alpi | 22 Dicembre 2017

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p. 19 Dolomiti da scoprire con Lonley Planet di Martina Reolon BELLUNO Le Dolomiti hanno un'ulteriore occasione per farsi conoscere a livello internazionale. Un'occasione che, questa volta, è data dalla pubblicazione della prima guida interregionale di "Lonely Planet", la casa editrice australiana che diffonde guide turistiche in tutto il mondo. "Dolomiti", questo il titolo, conta più di 400 pagine, di cui circa la metà dedicata alla provincia di Belluno, che racchiude nel suo territorio la percentuale più elevata del bene Patrimonio dell'Umanità Unesco. Già nel 2016 "Lonely Planet" aveva fatto uscire la guida del Veneto e il territorio provinciale vi aveva trovato ampio spazio. «La pubblicazione presentata il 7 dicembre a Roma è qualcosa di inedito, in quanto finora la casa editrice non aveva mai realizzato una guida interregionale», spiegano Mariagrazia Santoro e Marcella Morandini, presidente e direttore della Fondazione Dolomiti Unesco, che ha collaborato al progetto. «Nel volume sono descritti i nove sistemi dolomitici, dislocati tra tre regioni e cinque province. Si tratta di una grandissima opportunità a livello promozionale. "Lonely Planet" ha un pubblico consolidato (solo in Italia i lettori sono 4 milioni e mezzo, ndr) e un modo di presentare i contenuti accattivante. Questa pubblicazione va a integrarsi con i progetti che abbiamo già avviato, dal portale Visitdolomites alla collaborazione con Google per la mappatura dei territori in "Street View". Nella guida geomorfologia e paesaggio si uniscono alle indicazioni più pratiche riguardanti le escursioni, la ristorazione, il pernottamento, le attività per famiglie, le manifestazioni. Uno strumento aggiornato e utile per visitare le Dolomiti, considerate nelle loro peculiarità ma anche nella loro unitarietà».«Le Dolomiti sono la proiezione verticale di un territorio sorprendente, esprimono un fascino primitivo e maestoso che rapisce lo sguardo e il cuore», si legge nel lavoro di "Lonely Planet".«Dalle Dolomiti di Brenta all'enciclopedia geologica del Bletterbach, dalle rocce rosa del Catinaccio ai laghi acqua e menta e alle guglie monumentali delle Dolomiti settentrionali, fino alle valli selvaggi di quelle friulane: i paesaggi mutano dando l'impressione di attraversare un continente di montagne dove convivono una sterminata varietà di piante e animali, quattro lingue, mille leggende e un'infinità di popoli». Gli autori della guida, coordinati da Angelo Pittro, sono Denis Falconieri, Piero Pasini e Giacomo Bassi. Quest'ultimo ha curato la parte relativa alla provincia di Belluno. «Durante un viaggio di sei settimane si incontrano così tante persone che non è facile ricordarsi tutti i loro nomi e, soprattutto, i loro volti», sottolinea Bassi. «Quel che però non si scorda è il sentimento di gratitudine nei confronti di donne e uomini sempre pronti a darti un consiglio, a raccontarti una storia, a metterti sulle tracce di qualcosa che da solo non avresti scoperto». «Sebbene sia nato e cresciuto in una città di mare», continua, «nelle Dolomiti mi sono subito trovato a casa. Ho amato tutto di queste montagne, che al tramonto si arrossano come se si vergognassero di tanta grazia e bellezza». In "Lonely Planet" sono indicati i motivi per cui scegliere le Dolomiti come meta di un viaggio; gli itinerari suddivisi in base alle diverse località, tutte descritte nei dettagli; cosa vedere, dai paesaggi ai luoghi più caratteristici, passando per i musei; dove e cosa mangiare e molto altro ancora. Oltre, ovviamente, a tutte le informazioni sulle strutture ricettive in cui poter soggiornare.«Il progetto è nato due anni fa», mette in risalto Giuliano Vantaggi, consulente per il marketing della Fondazione Dolomiti Unesco, «e ora questa guida sta avendo un buon riscontro anche tra gli albergatori e gli operatori di altre strutture ricettive. Un aspetto importante è rappresentato poi dal fatto che il sistema Dolomiti viene presentato per la prima volta in modo unitario, tra l'altro davanti agli occhi di tutto il mondo, visto che la diffusione di "Lonely Planet" è internazionale». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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Gazzettino | 22 Dicembre 2017

p. 18 edizione Belluno Lonley Planet porta le Dolomiti in tutto il mondo LA GUIDA 25 Rassegna Stampa – Dicembre 2017


Le Dolomiti in 400 pagine: la metà delle quali dedicata alla provincia di Belluno. E un bacino di potenziali lettori pari a 4 milioni e mezzo, nel solo territorio italiano. È stata pubblicata la nuova guida Lonely Planet, con cui il Bellunese e il suo patrimonio naturalistico si aprono al mondo. Per l'occasione, la casa editrice australiana, conosciuta per la capillare diffusione di guide turistiche in ogni angolo del globo, ha fatto pure uno strappo una regola. Perché, di solito, le guide sono regionali, mentre le montagne patrimonio dell'umanità, secondo il riconoscimento Unesco, meritavano una pubblicazione ad hoc. E di respiro interregionale. «Le Dolomiti sono la proiezione verticale di un territorio sorprendente - spiega l'autore, Denis Falconieri -. Esprimono un fascino primitivo e maestoso, che rapisce lo sguardo e il cuore». All'interno del volume, c'è spazio per foto suggestive, i consigli dei curatori e l'essenza di luoghi particolari e tutti da scoprire. Ma non mancano nemmeno gli strumenti e gli itinerari per pianificare il viaggio a misura di turista, la cultura e le tradizioni, le avventure nella natura, oltre all'escursionismo e alle immancabili specialità ed eccellenze enogastronomiche. La guida è già in commercio dallo scorso 7 dicembre (e può essere acquistata pure online): «È un progetto bellissimo, che apre nuove prospettive anche fra gli albergatori - è il commento di Giuliano Vantaggi, consulente della Fondazione Dolomiti Unesco -. Attraverso Lonely Planet, ci presentiamo finalmente tutti uniti agli occhi del mondo». Sulla stessa frequenza di pensiero, la presidente della Fondazione, Mariagrazia Santoro: «La guida rappresenta una grandissima opportunità, a cui abbiamo deciso di contribuire. Anche perché promuove in maniera originale il territorio. Dopo il progetto Google Street View, si segue lo stesso filo conduttore: quello dei nuovi sistemi delle Dolomiti». Insieme al già citato Falconieri, il libro è curato da Piero Pasini e Giacomo Bassi: «Le Dolomiti sono uno straordinario arcipelago fossile che, grazie alla propria bellezza intrinseca e alle eccezionali caratteristiche geologiche, è entrato a far parte dell'Unesco. Siamo di fronte a un caleidoscopio di cultura, arte, storia e natura di straordinaria varietà».Marco D'Incà

23 DICEMBRE 2017 Corriere delle Alpi | 23 Dicembre 2017

p. 35 Ad Auronzo il cartello delle Dolomiti Patrimonio Unesco AURONZO Il Comune di Auronzo è stato il primo in tutto il Veneto a decidere di installare un originale cartello stradale chiamato a promuovere le Dolomiti Patrimonio Unesco. Due insegne sono state montate agli ingressi del paese, una nelle vicinanze della diga di Santa Caterina e l'altra alla fine del centro abitato in località Ligonto mentre altre due sono state installate a Misurina. Si tratta di una iniziativa fortemente voluta dal sindaco Tatiana Pais Becher che ha colto al volo 26 Rassegna Stampa – Dicembre 2017


l'opportunità offerta dalla fondazione Dolomiti Unesco che nel corso dell'estate ha lanciato l'iniziativa promozionale di abbinare ai cartelli stradali tradizionali quello recante la scritta a caratteri cubitali "The Dolomites Unesco world heritage".«Ho chiesto all'ufficio tecnico di individuare i punti più adatti per posizionare i cartelli e successivamente ho compiuto personalmente un sopralluogo insieme al responsabile Tommaso Piovesana» sottolinea il sindaco Tatiana Pais Becher che nelle scorse ore è intervenuta a Longarone ad un incontro organizzato dal collegio dei soci sostenitori della fondazione Dolomiti Unesco.L'occasione è stata utile proprio per annunciare alla platea l'installazione dei quattro cartelli che verranno presentati ufficialmente al grande pubblico il 6 gennaio prossimo nel corso della trasmissione di Rai Uno "Linea Bianca" in una puntata interamente dedicata alle Dolomiti auronzane, Tre Cime in testa.L'iniziativa dei nuovi cartelli stradali sarà oggetto, sempre nel mese di gennaio ma in una data ancora da stabilire, di una ulteriore presentazione alla quale saranno invitati a partecipare i vertici della fondazione Dolomiti Unesco a partire dal direttore Marcella Morandini e l'assessore regionale al turismo Federico Caner. "Sono molto orgogliosa del fatto che Auronzo sia stato il primo Comune del Veneto a decidere per l'installazione convinta che anche un semplice cartello stradale sia in grado di assumere una valenza particolare" aggiunge la Pais Becher, «un cartello è un biglietto da visita ed ha l'obiettivo di creare la consapevolezza di trovarsi in un territorio speciale patrimonio dell'umanità. Questo vale per tutti coloro che metteranno piede in val d'Ansiei come turisti ma anche per coloro che ci vivono 365 giorni all'anno ed ai quali ogni tanto è anche giusto ravvivare la memoria. Inoltre un cartello può contribuire a creare un maggiore senso di responsabilità, per i turisti che si sentiranno invogliati a mantenere un atteggiamento più consono e rispettoso dell'ambiente in cui si trovano ma anche per i residenti al fine di accrescere in loro un sentimento di orgoglio oltre che la consapevolezza dell'unicità paesaggistica che li circonda quotidianamente. Le nostre montagne sono un bene che va mantenuto integro, lo dobbiamo alle generazioni future affinchè anche loro decidano di farsi custodi di un bene dal valore inestimabile».Gianluca De Rosa Gazzettino | 23 Dicembre 2017

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p. 2 edizione Belluno UNESCO: “Il marchio è un patrimonio” IL CONFRONTOLONGARONE Chi ha tempo non aspetti tempo. E chi ha opportunità, le colga. Il Bellunese ne ha eccome: sia di tempo che di opportunità. Adesso, però, deve correre. Dove? Verso le chance garantite dalla presenza delle Dolomiti, patrimonio dell'umanità. È l'invito rivolto dal Collegio dei Sostenitori della Fondazione Dolomiti Unesco. Ed è un invito che parte da un dato di fatto: i luoghi inseriti nella prestigiosa heritage list vedono aumentare la loro attrattività turistica; lo dicono i numeri di arrivi e presenze. L'organo statutario della Fondazione (a cui possono aderire associazioni, enti locali e privati cittadini) si è riunito giovedì a Longarone per il bilancio di fine anno. Ma anche per tracciare gli scenari del 2018, quelli che dovranno declinare la Fondazione al futuro. Tutti concordi: il punto di partenza deve essere la consapevolezza.LE PROSPETTIVE «Magnifiche sorti, e progressive» verrebbe da dire citando Leopardi. A patto che tutti si sentano protagonisti. Comuni in primis, destinatari privilegiati dell'invito di Mariagrazia Santoro, presidente della Fondazione Dolomiti Unesco. Del resto, sono loro, gli enti locali, ad amministrare sul territorio le bellezze paesaggistiche inserite nella lista Unesco. E sono loro che possono sfruttare il marchio di patrimonio dell'umanità per la promozione turistica e per la salvaguardia del territorio. «È qualcosa di atipico che i sostenitori possano dare il proprio contributo a una Fondazione non solo in termini economici, ma anche con la loro attività e le loro competenze - la premessa di Santoro -. Sarebbe ora importante che anche tutti i Comuni scegliessero di diventare sostenitori: sono infatti le amministrazioni il primo interlocutore e il terminale dell'azione sul territorio della Fondazione». «Uno degli ostacoli è rappresentato a volte dall'errata rappresentazione di ciò che la Fondazione può e non può fare - ha aggiunto Marcella Morandini, direttore della Fondazione -. La nostra struttura è molto leggera e sempre a disposizione, ma quello che ognuno dovrebbe chiedersi è cosa possa cambiare, nella propria vita e nel proprio contesto, in virtù del riconoscimento Unesco. Occorre abbandonare l'atteggiamento di attesa e fare in modo che tutti si sentano protagonisti di questo percorso comune, fondato non a caso sul modello di rete».IL BILANCIO DEL 2017 Forse gli amministratori locali potrebbero essere invogliati a partecipare alle attività della Fondazione leggendo le iniziative promosse nel 2017. Le linee guida e le attività svolte nel corso dell'anno sono state illustrate dal coordinatore Fabio Scalet e da Gabriella De Fino (della Trentino School of Management / Step Area Unesco). Il bilancio finale racconta del master in Gestione dei Beni Naturali Unesco (ormai giunto alla quinta edizione); del corso per amministratori e opinion leader; del progetto Dolomiti Accessibili e del corso dedicato ai gestori di rifugio. Preziose a questo proposito le testimonianze portate da due partecipanti, rispettivamente Fabiano Bruna, guida naturalistica e Mario Fiorentini, gestore del rifugio Città di Fiume. «Le nostre strutture sono diventate negli anni un punto di arrivo più che un punto di partenza - ha evidenziato Fiorentini -. Ecco perché condividiamo l'esigenza di poter dare informazioni che vadano al di là degli aspetti alpinistici e che richiedono competenza sull'intero territorio nel quale viviamo».Damiano Tormen

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Gazzettino | 23 Dicembre 2017

p. 2 edizione Belluno Auronzo si fregia del ‘titolo’: è il primo Comune in Veneto GLI ANTESIGNANIAURONZO «The Dolomites: Unesco World Heritage». È la scritta che si legge sul cartello (sfondo marrone, logo del Patrimonio dell'Umanità) posto all'ingresso di Auronzo. Il Comune lambito dal lago di Santa Caterina e adagiato sotto le Tre Cime è il primo in Veneto ad aver installato lo speciale cartellone promozionale Unesco, proprio sotto al cartello che indica la località. Anzi, quattro speciali cartelloni: uno alla diga Santa Caterina e un altro in zona Ligonto (alla fine del centro abitato); altri due a Misurina, con vista Tre Cime. La paternità dell'iniziativa è tutta di Tatiana Pais Becher. Fin dalle settimane successive alla sua elezione, non appena ricevuta la comunicazione con cui la Fondazione Dolomiti Unesco annunciava ai Comuni la possibilità di installare il cartello, il sindaco ha tartassato l'ufficio tecnico e i tecnici comunali affinché individuassero il luogo più adatto per posizionare la scritta «Unesco World Heritage» e ha compiuto personalmente un sopralluogo con il responsabile dell'ufficio tecnico. Pais Becher aveva frequentato lo scorso anno il corso per amministratori e opinion leader organizzato dalla Rete della Formazione e della Ricerca Scientifica della Fondazione Dolomiti Unesco, in collaborazione con la Trentino School of Management, il Muse e Step. L'ORGOGLIO«Sono molto orgogliosa di essere il sindaco del primo Comune del Veneto ad aver installato i cartelli Unesco e credo che anche una semplice scritta possa assumere una valenza particolare - commenta il primo cittadino di Auronzo -. Innanzitutto un cartello è un biglietto da visita e ha l'obiettivo di creare consapevolezza di trovarsi in un territorio Patrimonio dell'Umanità, per tutti coloro che metteranno piede in Val d'Ansiei ma anche per coloro che ci vivono 365 giorni all'anno, ai quali ogni tanto va ravvivata la memoria; inoltre un cartello può contribuire a creare un maggiore senso di responsabilità, per i turisti che si sentiranno invogliati a mantenere un atteggiamento più consono e rispettoso dell'ambiente in cui si trovano e per i residenti, per accrescere in loro il sentimento di orgoglio e la consapevolezza dell'unicità paesaggistica di questo bene Unesco che va mantenuto integro per le generazioni future». Il cartello verrà presentato ufficialmente durante la puntata della trasmissione di Rai1 Linea Bianca, in onda il 6 gennaio prossimo. E sarà inaugurato a gennaio alla presenza dell'assessore al turismo della Regione Veneto, del presidente della Provincia di Belluno, del direttore della Fondazione Dolomiti Unesco, e di alcuni testimonial dolomitici.D. T.

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24 DICEMBRE 2017 Trentino | 24 Dicembre 2017

p. 10 Ricostruito l’habitat naturale della gola del Bletterbach Due musei scientifici alpini (il Muse di Trento, il Museo di Storia naturale dell’Alto Adige) in una rete sovranazionale, alcuni siti geologici tra i quali uno localmente molto famoso, suggestivo, che attira 60.000 visitatori all’anno (Il Bletterbach in Alto Adige), e una ricerca paleontologica sulla fascia equatoriale fotografata 260 milioni di anni fa. Sono gli ingredienti di un interessante studio di un team internazionale, coordinato dal paleontologo del Muse Massimo Bernardi, che dimostra, in estrema sintesi, come studiando il passato anche assai remoto si impari tanto pure sul presente. L’esito della ricerca, finanziata dall’Euregio Science Found, è stato pubblicato nei giorni scorsi sulla prestigiosa rivista “Earth-Science Reviews”. Lo studio rientra nella cosiddetta paleontologia della conservazione. È stato effettuato in larga parte con i dati rilevati al Bletterbach (che nel Permiano si trovava in prossimità dell’equatore) racconta che gli ecosistemi della fascia equatoriale nel tardo Permiano (assai diversi da quelli che conosciamo oggi, ovvero per lo più coperti da deserto), ospitavano un’eccezionale diversità di specie terrestri, animali e vegetali. In particolare erano presenti rettili e piante. Vi erano gruppi ancestrali, che altrove si erano estinti, e anche gruppi di comparsa recente: queste sono anche oggi caratteristiche tipiche degli ecosistemi equatoriali, anche se diversi. Fra quelle antiche specie dobbiamo pensare anche agli antenati dei dinosauri e dei mammiferi, che invece comparvero decine di milioni di anni dopo i precursori. Pochi milioni di anni dopo quella fase, fotografata dalla ricerca, quella notevole biodiversità fu decimata dalla più profonda crisi ecosistemica nella storia del pianeta, l’ estinzione di fine Permiano. Quell’estinzione di massa avvenne in una fase di forte cambiamento climatico, proprio come la fase che viviamo adesso. Queste scoperte sono molto significative in quanto mostrano con chiarezza una nuova direzione di sviluppo possibile degli studi paleontologici. Tradotto in altre parole: capire le dinamiche di estinzione e resistenza del 30 Rassegna Stampa – Dicembre 2017


passato anche molto lontano da noi, in condizioni almeno in parte analoghe, capire cosa era centrale in quelle dinamiche, potrebbe permetterci di immaginare dinamiche future. Il passo successivo alla conoscenza e alle comparazioni dovrebbe essere produrre soluzioni di conservazione attiva. Aggiungiamo: i tropici erano un luogo chiave per la vita, una specie di polmone vitale, allora, lo sono oggi, e questo ci ricorda come anche oggi sia essenziale preservarli. Il lavoro ha elaborato una comparazione su scala globale di siti fossiliferi, tra i quali spicca il giacimento italiano del Bletterbach, sito parte delle Dolomiti Unesco a metà strada tra Bolzano e Trento, che mostra inattesi elementi di somiglianza tra gli ecosistemi terresti di allora e quelli di oggi. «Con questo studio abbiamo dimostrato l’importanza, anche nel passato, delle aree a basse latitudini come “culle della biodiversità”, cioè luoghi di rapida evoluzione, e come “musei della biodiversità”, rifugi dove sopravvivono specie estinte altrove» commenta Bernardi. Le scoperte sono per certi versi paradossali, o quanto meno contro-intuitive: infatti oggi facciamo fatica a immaginare degli aridi deserti come luoghi di densa biodiversità, in quanto siamo abituati ad associare la diversità alle foreste pluviali, che oltretutto sono umide, non aride! È il bello della ricerca, bellezza, potremmo parafrasare. Spiega Fabio Massimo Petti, coautore della pubblicazione: «Questo studio dimostra come la fascia equatoriale rivestisse un ruolo chiave per la biodiversità del pianeta anche in tempi antichissimi e nonostante il fatto che essa nel corso della storia abbia visto succedersi una varietà di ecosistemi molto diversi tra loro». Lo studio prova una volta di più l’importanza del sito del Bletterbach e anche quanto la valorizzazione culturale possa salvaguardare e mantenere sotto osservazione luoghi che producono conoscenza, se però si preserva senza rovinare, perché frequentazione e turismo sono anche un rischio. Spiega Evelyn Kustatscher, ricercatrice del Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige: «Le associazioni fossili rinvenute nel Bletterbach mostrano un’ abbondanza di specie superiore alla maggior parte dei siti della stessa età noti in tutto il mondo». Chissà se qualche bambino trarrà ispirazione da queste scoperte per decidere di studiare materie scientifiche. Lo studio è parte del progetto di ricerca “The end-Permian mass extinction in the Southern and Eastern Alps” sviluppato dal Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige, il Muse e il dipartimento di geologia dell’Università di Innsbruck in collaborazione con il geoparco Bletterbach. L’articolo scientifico è liberamente accessibile grazie ai finanziamenti per pubblicazioni scientifiche del Servizio ricerca e università della Provincia di Bolzano. Lo si trova cercando questo tag: Massimo Bernardi, Fabio Massimo Petti, Evelyn Kustatscher, Matthias Franz, Christoph Hartkopf-Fröder, Conrad C. Labandeira, Torsten Wappler, Johanna H.A. van Konijnenburg-van Cittert, Brandon R. Peecook, Kenneth D. Angielczyk. Late Permian (Lopingian) terrestrial ecosystems: A global comparison with new data from the low-latitude Bletterbach Biota. Earth-Science Reviews, 2017; 175: 18 DOI: 10.1016/j.earscirev.2017.10.002

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27 DICEMBRE 2017 Alto Adige | 27 Dicembre 2017

p. 34 I centri visite dei parchi riaprono con mostre ed eventi DOLOMITI Per residenti e ospiti in Alto Adige 4 dei 7 parchi naturali provinciali riaprono oggi i centri visite. Si tratta dei centri del Puez-Odle a San Maddalena di Funes, del Fanes-Senes-Braies a San Vigilio di Marebbe, del Tre Cime a Dobbiaco e del Vedrette di Ries-Aurino a Campo Tures. Con un ricco programma di esposizioni, i centri visite accolgono il pubblico in attesa della riapertura della stagione estiva. I visitatori sembrano gradire le proposte, visto che nel 2017 hanno fatto registrare, nei sette centri visite delle aree protette, 96 mila presenze, con 7 mila allievi delle scuole. Il centro visite del parco naturale Vedrette di Ries-Aurina apre la stagione invernale con la mostra temporanea "Il cervo, un maratoneta dai sensi molto sviluppati". Il centro visite del parco naturale Tre Cime a Dobbiaco ospita, invece, la mostra fotografica curata dal gruppo di fotografi Tetraon "Mondo nascosto", che presenta la fauna locale. La mostra fotografica è accompagnata da un programma di contorno con show multivision con noti fotografi locali, quali Valter Pallaoro (26 gennaio "Insieme nel futuro"), Silvan Lamprecht (23 febbraio "Con occhi svegli nella natura") e Alfred Erardi (23 marzo "Dolomiten, Berge im Licht", le Dolomiti monti nella luce). L'esposizione straordinaria "Montagne in guerra - uomini, scienza, natura sul fronte dolomitico 1915-1918" viene proposta al centro visite del parco naturale Fanes-Senes-Braies 32 Rassegna Stampa – Dicembre 2017


a San Vigilio di Marebbe e narra in modo inconsueto eventi connessi al primo conflitto mondiale. Il centro visite del parco naturale Puez-Odle a Santa Maddalena di Funes ospita la mostra temporanea "Gli anfibi dell'Alto Adige".I quattro centri visite sono aperti fino al 31 marzo dal martedì al sabato, ore 9.30-12.30 e 14.30-18. Ingresso libero, su prenotazione si effettuano anche visite guidate gratuite. La stagione estiva avrà inizio il 2 maggio. Info: parchinaturali.provincia.bz.it. (e.d.)

30 DICEMBRE 2017 Alto Adige | 30 Dicembre 2017

p. 34 Dolomiti promosse per gestione del territorio DOLOMITI Per le Dolomiti patrimonio Unesco è arrivata un'altra promozione. L'ha decretata lo Iucn World Heritage Outlook, ente che mette in rassegna e valuta i siti naturali nominati appunto all'interno della lista del Patrimonio mondialeE, per quanto riguarda le Dolomiti, sono state apprezzate le misure adottate nella gestione dei beni ambientali, messe a punto nel 2015 al termine di un processo partecipativo chiamato #Dolomiti2040, che ha coinvolto amministratori locali, sostenitori, portatori di interesse e comunità.Lo Iucn sottolinea certo che occorre assicurare le risorse su misura per favorire l'attuazione di quanto programmato e, evidenzia nel proprio rapporto, "per conservare in buono stato dal punto di vista paesaggistico il Sito Dolomiti Unesco, occorre limitare i motivi di preoccupazione oggi presenti nelle aree oggetto del maggiore impatto turistico soprattutto in determinati periodi dell'anno". Ma il primo bilancio di quanto fatto è soddisfacente.Per quanto riguarda i valori geologici e geomorfologici del sito, il Report rileva che attualmente sono ben conservati e che "molto probabilmente verranno mantenuti inalterati anche nel prossimo futuro". I risultati delle analisi 2017 condotte da Iucn a livello mondiale dimostrano un aumento considerevole dei rischi nei siti naturali rispetto all'ultimo rapporto risalente al 2014. Nuove specie invasive, cambiamenti climatici e impatti del turismo di massa sono valutati come le tre minacce più significative al Patrimonio naturale mondiale. Il cambiamento climatico è la minaccia più grave per 62 siti su 241. Affinché i siti naturali del Patrimonio mondiale siano in grado di rispondere alle sfide, affermano gli esperti dello Iucn, "è fondamentale investire nella protezione e nell'individuazione della corretta strategia 33 Rassegna Stampa – Dicembre 2017


di gestione ed è importante dare priorità agli sforzi di protezione, impegnandosi sia a livello locale e nazionale sia internazionale".(e.d.) Corriere delle Alpi | 30 Dicembre 2017 p. 19 Un anno di lavoro sul Colle all’insegna della condivisione BELLUNO Il 2018, per il Nevegal, sarà l'anno dell'inizio dei lavori per la realizzazione del centro servizi sul piazzale, in prossimità del punto di risalita delle piste. E molto probabilmente si darà il via anche alla terrazza panoramica della Fondazione Unesco, che dovrebbe sorgere nell'area vicina al giardino botanico, in Faverghera. Lo ha annunciato ieri sera il sindaco di Belluno, Jacopo Massaro, nel corso del tradizionale appuntamento di fine anno con l'assemblea degli Amici del Nevegàl. «Per il centro servizi abbiamo ottenuto un contributo di 100 mila euro del Gal, a cui il Comune aggiungerà altri 70-80 mila euro. La gara potrà partire già nei primi mesi del prossimo anno», ha spiegato. «Per quanto riguarda il balcone panoramico, è arrivata conferma dall'Unesco. Anche in questo caso si inizierà molto probabilmente nel 2018».Il sindaco ha poi ribadito l'interesse del Comune nei confronti dell'Hotel Olivier e del progetto dell'Aics, che vorrebbe farlo diventare un centro sportivo. «Ci auguriamo si possa arrivare a un accordo con la proprietà privata, che punta invece a realizzare una casa di cura per malati di Parkinson», ha ricordato. Ma durante l'incontro si è parlato anche di ospitalità diffusa, che finalmente potrà partire, visto che si è costituita l'associazione che andrà a occuparsene ed è stata depositata tutta la documentazione necessaria. Ora si attende l'autorizzazione della Provincia. «La carenza di posti letto sul Colle è una delle criticità che più spesso vengono fatte notare dai turisti», ha detto Massaro. Presente alla serata, su invito degli Amici, anche Irma Visalli, che ha illustrato "#ProgettaNevegalDomani", l'iniziativa avviata in questi mesi dal Pd. Finora tre gli incontri portati avanti, che hanno visto protagonisti in primis gli operatori del Colle, ma anche amministratori e privati cittadini amanti del Nevegal. Dal canto suo, anche il Comune ha costituito un tavolo tecnico e l'assessore Marco Bogo, a dicembre, si è confrontato con una quindicina di rappresentanti del Colle. A questo proposito, associazioni e operatori presenti all'assemblea hanno evidenziato la necessità di portare avanti un lavoro condiviso.«Con chi dobbiamo rapportarci d'ora in avanti? Con il Comune o con la Visalli?», ha chiesto Paolo Garaboni di Nevegallika. «Se vogliamo che il percorso "#ProgettaNevegalDomani" possa andare avanti deve esserci la collaborazione concreta dell'amministrazione e un impegno unitario», ha sottolineato Ezio De Pra, presidente degli Amici. Sulla necessità di fare squadra è intervenuto anche Alessandro Molin, direttore della scuola di sci: «Durante l'evento che si è svolto a Belluno qualche settimana fa (l'Astor Snow Festival, ndr) era presente la società che gestisce gli impianti ad Alleghe. Nulla in contrario», ha precisato, «ma siamo nel capoluogo e sarebbe stato bello coinvolgere il Nevegal». Tra i temi emersi anche un classico delle assemblee degli Amici: le seconde case e la tassazione che le riguarda. Sul tema si è espresso Flavio Busetto, veneziano che frequenta il Colle da 45 anni e che ha anche chiesto lumi sul percorso per far diventare il Nevegàl una vera e propria frazione. (m.r.)©RIPRODUZIONE RISERVATA

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31 DICEMBRE 2017 Trentino | 31 Dicembre 2017

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Il primo volume Lonley Planet dedicato alle Dolomiti Gli elementi che hanno reso celebri in tutto il mondo le guide Lonely Planet, ovvero la fruibilità e la praticità, caratterizzano anche questa prima guida interregionale di Lonely Planet che è dedicata alle Dolomiti, con i nove Sistemi che compongono il sito seriale UNESCO a fare da traccia per la scoperta del territorio. Con un valore aggiunto di grandissima rilevanza: a scandire la ripartizione del testo non sono le suddivisioni amministrative, ma i nove Sistemi dolomitici del Bene UNE- SCO, che diventano così altrettanti nuclei, in stretta relazione tra loro, da dove si dipanano i percorsi proposti dagli autori. I nove Sistemi, lo ricordiamo, sono: 1) Pelmo, Croda da Lago; 2) Marmolada; 3) Pale di San Martino, San Lucano, Dolomiti Bellunesi, Vette Feltrine; 4) Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave; 5) Dolomiti settentrionali; 6) Puez-Odle; 7) Sciliar-Catinaccio, Latemar; 8) Bletterbach; 9) Dolomiti di Brenta. I percorsi interessano in maniera molto ampia il territorio delle Dolomiti considerate nelle loro peculiarità ma anche nella loro unitarietà. La nuova pubblicazione è stata presentata a inizio dicembre a Roma, nel centro congressi dell’EUR, dove i tre autori del- la Guida - Giacomo Bassi, Denis Falconieri e Piero Pasini - hanno illustrato, con il coordinamento di Piero Badaloni, le caratteristiche principali del lavoro edito dal partner italiano di Lonely Planet, la EDT di Torino. Un lavoro cui ha collaborato anche la Fondazione Dolomiti UNESCO, senza alcun intervento sulla linea editoriale che è rimasta del tutto indi- pendente. La presentazione rientrava nel programma del- la Fiera Nazionale della Picco- la e Media Editoria “Più libri più liberi”. Geomorfologia e paesaggio dei Monti Pallidi si uniscono alle indicazioni più pratiche nello stile delle guide per viaggiatori più lette al mondo e riguardanti le escursioni, la ristorazione, il pernottamento, le attività per famiglie, le manifestazioni i trasporti e tutto quanto serve a pianificare il proprio viaggio nelle valli dei Monti Pallidi, accompagnate da foto suggestive, dai consigli degli autori tra luoghi più e meno famosi. Una serie di schede approfondiscono le tematiche relative a cultura e tradizioni, avventure nella natura, a tavola nelle Dolomiti, l'escursionismo, oltre ad alcuni itinerari consigliati che per- corrono le vallate di un territo- rio sempre sorprendente dal fascino primitivo e maestoso.

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Gazzettino | 31 Dicembre 2017

p. 21 edizione Belluno La montagna dell’ambra unisce Auronzo e Cortina IL PROGETTO Sarà il Col dei Bos, la montagna dell'ambra, rilievo montuoso facente parte del gruppo delle Tofane all'interno delle Dolomiti ampezzane, il protagonista dell'omonimo filmato che sarà proiettato nella sala cinematografica del Kursaal di Auronzo giovedì 4 gennaio alle 21 con entrata libera. La nuova realizzazione dello scrittore e videomaker Giovanni Carraro aprirà anche la rassegna Oltre le Vette e concretizzerà la collaborazione tra le due amministrazioni comunali di Auronzo e Cortina, avviata dai due neoeletti sindaci Tatiana Pais Becher e Gianpietro Ghedina, presenti in sala. Una sinergia iniziata dal settore della cultura sotto l'egida delle Dolomiti, patrimonio dell'umanità. Fra i numerosi ospiti a porre il sigillo della manifestazione ci sarà il direttore della Fondazione Dolomiti Unesco, Marcella Morandini. Escursionismo, geologia, Grande Guerra saranno i temi dominanti del documentario di Giovanni Carraro che condurrà lo spettatore in un piccolo viaggio tra alpinismo, geologia e tracce di dinosauri con immagini spettacolari, anche da drone, che si alterneranno alla storia e alle curiosità. A intrattenere sui risvolti storici della Grande Guerra, in cui è stato investito anche il Col dei Bos come scenario di aspre battaglie, ci sarà la scrittrice Antonella Fornari che parlerà delle imprese dei soldati italiani durante il Primo conflitto mondiale, insieme all'auronzano Tito De Lotto che interverrà per parlare dei canti alpini. Canta che ti passa fu un modo di dire dell'epoca a proposito delle canzoni nate nei campi di battaglia o nelle retrovie, spesso create come rivisitazione di altri canti popolari, con lo scopo di sollevare l'animo dei soldati mandati al fronte. Il Col dei Bos venne frequentato da valorosi eroi dell'esercito italiano, primo fra tutti Angelo Schiocchet, soprannominato il Diavolo delle Tofane, che proprio tra queste montagne utilizzò la sua proverbiale astuzia per sferrare importanti azioni militari. Sarà in sala anche il geologo Gianluca Piccin che nel film descrive le antichissime 36 Rassegna Stampa – Dicembre 2017


origini delle Dolomiti, approfondendo la vita dei dinosauri e soffermandosi sulla presenza dell'ambra, una singolare forma di resina fossile che consente di trattenere per milioni di anni insetti, pollini e altri micro organismi.Gianfranco Giuseppini

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