Fondazione Dolomiti Dolomites Dolomiten Dolomitis UNESCO
RASSEGNA STAMPA AGOSTO 2018
1 Rassegna Stampa – Agosto 2018
PRINCIPALI ARGOMENTI DEL MESE DI AGOSTO: INCONTRI D’ALT(R)A QUOTA 2018 ............................................................................................................ 3 LEGAMI DOLOMITICI................................................................................................................................... 6 INTERVISTE ............................................................................................................................................... 11 CARTA CORTINA ....................................................................................................................................... 13 GEOTRAIL .................................................................................................................................................. 19 EVENTI E PARTECIPAZIONI...................................................................................................................... 21 NOTIZIE DAI PARCHI ................................................................................................................................. 30 NOTIZIE DAI SOSTENITORI ...................................................................................................................... 31 NOTIZIE DAI RIFUGI .................................................................................................................................. 32 STUDI E RICERCHE ................................................................................................................................... 34
2 Rassegna Stampa – Agosto 2018
INCONTRI D’ALT(R)A QUOTA 2018 Corriere delle Alpi | 22 Agosto 2018
p. 31 Lo chef e le erbe delle Dolomiti nel rifugio Berti a Vallon Popera BELLUNO Uno chef stellato per scoprire le erbe delle Dolomiti e valorizzarle in cucina. L'ultimo appuntamento gratuito stagionale con "Incontri d'alt (r)a quota" è per il 25 agosto al rifugio Berti a Vallon Popera. L'iscrizione va fatta entro domani scrivendo a press@dolomitiunesco. info, mentre la partenza dell'escursione è prevista per le 9.30 di sabato dal rifugio Lunelli, raggiungibile in auto. Ingredienti fondamentali di questa camminata botanica con finale gastronomico saranno la creatività di uno chef di fama internazionale con la passione per il territorio come Alessandro Gilmozzi, la qualità dei prodotti spontanei o nati dalla tradizione dei produttori delle Dolomiti Unesco e l'accoglienza senza pari dei gestori di uno dei rifugi più belli del panorama locale. Gli ingredienti saranno ancora una volta forniti dai produttori della rete di qualità delle Dolomiti Unesco, che ad oggi ha riunito 70 agricoltori e produttori, tutti già in possesso delle certificazioni di qualità dei vari parchi esistenti nell'area del patrimonio. «È un momento di incontro tra alcune delle reti che stanno alla base della gestione delle Dolomiti Unesco», spiega la direttrice della Fondazione, Marcella Morandini, «non abbiamo introdotto nuove certificazioni per i produttori coinvolti, per puntare sul far lavorare assieme chi ha già ricevuto dei riconoscimenti per il lavoro svolto sul territorio. Il nostro obiettivo non è tanto portare la cucina stellata nei rifugi, quanto far valorizzare ad uno chef stellato i prodotti che già esistono sulle nostre montagne». Dove chiunque vede un semplice fiore o un'erbetta senza valore, infatti, Alessandro Gilmozzi saprà far scoprire un ingrediente speciale per i suoi piatti che preparerà durante lo show cooking al rifugio, accolti da Bruno Martini e Rita Zandonella, che da ben 41 anni gestiscono il Berti. Tra i maggiori partner dell'iniziativa c'è Intesa Sanpaolo che, attraverso Rodolfo Laforgia, fa sapere di aver stanziato un plafond di 5 miliardi per l'accesso al credito da parte delle imprese che operano nel turismo, un'occasione per i piccoli imprenditori turistici dolomitici per portare a termine lavori di ristrutturazione, creare percorsi formativi e migliorare di conseguenza l'offerta turistica del territorio. Un'opportunità sottolineata dal consigliere provinciale Minella che ha auspicato l'aumento di collaborazione tra enti e imprese, con il solo obiettivo di offrire un prodotto unico e di qualità. Dopo la camminata, alle 11.30 si terrà il confronto tra lo chef e i produttori della cooperativa La Fiorita, la società agricola Canop, l'azienda di bioapicoltura Nonna Giovannina, l'artigianale del Grillo, la società agricola Saliet e la società agricola Bdè e si potranno degustare alcune creazioni gastronomiche. Alle 14.30, si terrà l'escursione alla scoperta del Vallon Popera. -F. R.
3 Rassegna Stampa – Agosto 2018
Gazzettino | 22 Agosto 2018
p. 18 edizione Belluno segue dalla prima Lo chef in rifugio: solo sapori locali Il gourmet non sale in quota. Perché nel menù dei rifugi a vincere devono essere i prodotti locali, insaporiti con le erbe spontanee. La Fondazione Dolomiti Unesco sta portando avanti la battaglia per consorziare l'alta qualità di agricoltori e produttori. Un'occasione è alle porte grazie agli Incontri d'alt(r)a quota. Sabato, con partenza dal rifugio Lunelli, è prevista una passeggiata botanica al rifugio Berti, in Val Popena (Comelico Superiore). A fare da guida uno chef stellato, Alessandro Gilmozzi, che descriverà proprietà ed utilizzo delle erbe incontrate lungo il cammino (preiscrizioni entro giovedì 23 su press@dolomitiunesco.info, partecipazione gratuita). A sostenere l'iniziativa è anche Intesa Sanpaolo: ad essere appoggiate nell'accesso al credito, sono le imprese che vogliono ristrutturare edifici destinati al turismo. Sul piatto Intesa Sanpaolo mette a disposizione per il triennio 20182020 5 miliardi di euro a livello nazionale.D. D. D. L'EVENTO Uno chef stellato a caccia di erbe spontanee, per un menù veramente tarato sul locale. Che faccia il paio, insomma, con il marchio Dolomiti Unesco. «Non ci interessa portare la cucina gourmet in quota, ma invitare i ristoratori e i gestori dei rifugi a proporre, in un contesto paesaggistico unico, ricette uniche»: sono parole di Marcella Morandini, direttrice della Fondazione Dolomiti Unesco, che sta portando avanti la battaglia per consorziare l'alta qualità di agricoltori e produttori. Occasione è l' appuntamento con Incontri d'alt(r)a quota: si sale, sabato al rifugio Berti, in Val Popena (Comelico Superiore), accompagnati da guide e, soprattutto, dallo chef Alessandro Gilmozzi che descriverà proprietà ed utilizzo delle erbe incontrate lungo il cammino. AL BERTI La passeggiata botanica ha come punto di partenza, alle 9.30 di sabato, il rifugio Lunelli (preiscrizioni entro domani a press@dolomitiunesco.info, partecipazione gratuita). Alle 11.30, dopo i saluti ai gestori storici del Berti Bruno Martini e Rita Zandonella, è prevista la degustazione delle creazioni dello chef. A seguire, alle 14.30, si cammina ancora, in una escursione geologica alla scoperta del Vallon Popera. È questa l'ultima uscita, dopo quelle ai rifugi Galassi e Dal Piaz, organizzate da Fondazione Dolomiti Unesco: «Partendo dai prodotti della montagna, uno chef in rifugio può veramente creare la regione dolomitica, oltre i confini di Belluno, Trento, Bolzano», è il commento di Ivan Minella, in rappresentanza dell'Ente Provincia. IL MARCHIO L'evento che conclude la rassegna è nato da un' idea ben precisa: «Unire due reti, quella dei produttori e quella dei rifugi - sono parole di Marcella Morandini lo scopo è riflettere che in un rifugio non si può proporre salame ungherese e formaggio olandese».
4 Rassegna Stampa – Agosto 2018
Ecco che gli ingredienti della degustazione al rifugio Berti saranno forniti da alcuni dei 70 agricoltori e produttori della rete di qualità delle Dolomiti Unesco, tutti già in possesso delle certificazioni dei vari parchi esistenti nell'area del patrimonio dell'umanità. «Bisogna condividere le buone pratiche e ricordare che chi opera in territorio montano non può puntare sulla quantità, ma solo sulla qualità». LO SPONSOR Dietro c'è Intesa Sanpaolo, in linea con la mission della sostenibilità alle aziende, anche in funzione turistica: «Appoggiamo le imprese aiutandole nell'accesso al credito», è la premessa di Rodolfo Laforgia, direttore area retail. Tant'è che Intesa Sanpaolo ha messo a disposizione, per il triennio 2018-2020, 5 miliardi di euro a livello nazionale di cui una parte destinata al Triveneto: «Da utilizzare nella ristrutturazione di edifici destinati al turismo - precisa Laforgia in uno dei nostri portali on line mettiamo i prodotti d'eccellenza dei nostri clienti. Di recente, infine, per valorizzare chi chiede di accedere al credito, è stato introdotto un nuovo modello di rating».Daniela De Donà Corriere della Alpi | 25 Agosto 2018
p. 28 Annullato l'evento in programma al Berti comelico superiore Le previsioni meteo fanno saltare l'evento al rifugio Berti organizzato dalla Fondazione Dolomiti Unesco. «Ci siamo confrontati con le guide alpine e il gestore del rifugio e date le condizioni meteo avverse, abbiamo preso questa difficile decisione. Dobbiamo essere responsabili e vivere la montagna in sicurezza» spiegano gli organizzatori, «l'evento verrà posticipato all'anno prossimo per l'edizione 2019 della rassegna "Incontri d'alt(r)a quota"». Quello di oggi sarebbe stato il frutto di un lungo lavoro di preparazione a cui hanno partecipato numerose persone del territorio: dagli chef alle guide alpine, agli esperti passando per diverse società. L'evento contava un centinaio gli iscritti che avevano scelto di trascorrere una giornata di festa al rifugio Berti. Ma le previsioni meteo hanno imposto prudenza e gli organizzatori hanno deciso di annullare l'evento, rinviandolo al prossimo anno nella speranza di un meteo più clemente. -Gazzettino | 25 Agosto 2018 p. 17 edizione Belluno Annullato l'incontro d'alt(r)a quota La sicurezza in montagna, innanzi a tutto. Ecco che, viste le previsioni del tempo, è stato annullato l'ultimo degli Incontro d'alt(r)a quota al rifugio Berti, in Val Popena (Comelico Superiore). L'evento gratuito, organizzato da Fondazione Dolomiti Unesco, prevedeva una passeggiata con lo chef stellato Alessandro Gilmozzi, a caccia di erbe spontanee lungo il tragitto, per un menù veramente tarato sul locale. Che faccia il paio, insomma, con il marchio Dolomiti Unesco. La passeggiata botanica doveva avere come punto di partenza, alle 9.30 di stamattina, il rifugio Lunelli.Daniela De Donà
5 Rassegna Stampa – Agosto 2018
LEGAMI DOLOMITICI Trentino | 25 Agosto 2018
p. 21 “Legami Dolomitici" il patrimonio Unesco in quaranta scatti di Gino Micheli TRENTO "Legami Dolomitici": 40 fotografie di 10 fotografi, 9 sistemi, 3 regioni, 4 lingue. I dieci autori delle spettacolari foto sono fotografi professionisti e non, ma soprattutto sostenitori della Fondazione Dolomiti Unesco e sono i protagonisti della mostra che s'inaugura domani 26 agosto, alle 18, al Centro civico S. Vigilio, alla sala "Alberto Perini,"organizzata dal Comune e dalla circoscrizione in collaborazione con la Fondazione Dolomiti Unesco. Mostra visitabile fino alle 22.30; dal 27 al 31 agosto e il 3 settembre 20.3022.30; l'1 e il 2 settembre dalle 10 alle 20.30. I fotografi in mostra sono: Alessandra Bello, Alessia Bortolameotti, Alessandro Caon, Moreno Geremetta, Nicolò Miana, Patrick Odorizzi, Franco Oliveri, Anton Sessa, Andreas Tamanini e Georg Tappeiner. L'attenzione del visitatore sarà attirata dai meravigliosi scatti: dalle Tofane allo Sciliar, dalle Vette Feltrine alle Friulane, dal Brenta alle Odle e molto altro ma, nel suo complesso, la mostra racconta un significato più profondo, quello dei "legami". I fotografi sostenitori provengono da tutto il territorio che Unesco ha riconosciuto nel 2009 come Patrimonio Mondiale. Sono 142 mila ettari distribuiti fra cinque province (Belluno, Bolzano, Pordenone, Trento e Udine) e tre regioni (Friuli Venezia Giulia, Trentino - Alto Adige e Veneto). I valori alla base del riconoscimento sono la bellezza paesaggistica e l'importanza geologica per la storia della Terra. Il percorso che ha portato al riconoscimento delle Dolomiti è partito, e prosegue, all'insegna del "noi". "Noi" abitanti delle valli dolomitiche, tanto diverse per storia, tradizioni e, soprattutto, forme amministrative. Uno sforzo comune per superare i confini, senza nascondere le difficoltà, le distanze, i problemi. Per scoprire poi, in occasioni come questa che il valore aggiunto sono le persone che scelgono di mettersi in gioco, di crederci, di dire: "Noi siamo le Dolomiti Unesco". Ed è nata proprio da qui l'idea della mostra "Legami dolomitici" con la volontà di raccontare al pubblico le Dolomiti attraverso diversi sguardi superando i confini amministrativi e rappresentando così il Bene Dolomiti patrimonio dell'umanità intera. L'allestimento della mostra è stato affidato a Caterina Sega, professionista del settore. Il responsabile progetto è Andreas Tamanini, con la partecipazione della Fondazione Dolomiti Unesco. L'iniziativa ha pure uno scopo beneficiario: alcune delle foto esposte potranno infatti essere acquistate tramite un'offerta minima. I proventi saranno destinati in parte all'"Associazione un sogno per vincere" a favore della ricerca contro la Fibrosi Cistica e in parte alla Parrocchia San Leonardo di Mattarello. Hanno collaborato alla riuscita alcuni sponsor, i Media partner: Trentinomese, Il Trentino Alto Adige dei Bambini, I Love Val Di Non e la collaboratrice Martina Boschi.
6 Rassegna Stampa – Agosto 2018
L’Adige | 26 Agosto 2018
p. 8 Dieci fotografi narrano la bellezza delle Dolomiti Sarà inaugurata questa sera a Mattarello alle ore 18 la mostra fotografica Legàmi dolomitici . In mostra ci saranno gli scatti dei fotografi Alessandra Bello, Alessia Bortolameotti, Alessandro Caon, Moreno Geremetta, Nicolò Miana, Patrick Odorizzi, Franco Oliveri, Anton Sessa, Andreas Tamanini e Georg Tappeiner . Dieci straordinari fotografi, protagonisti della mostra organizzata da Andreas Tamanini ( nella foto ), con la partecipazione della Fondazione Dolomiti Unesco. La mostra resterà aperta fino al 3 settembre nella sala polivalente del Centro San Vigilio di Mattarello in occasione della «Sagra Santi Anzoi». Al taglio del nastro stasera, oltre ai fotografi, ci saranno anche Annibale Salsa , del vicepresidente della Fondazione Dolomiti Unesco e il direttore Marcella Morandini . Martedì sera alle 21 sarà anche proiettato il documentario realizzato da Piero
7 Rassegna Stampa – Agosto 2018
Badaloni con la collaborazione di Fausta Slanzi e la fotografia e il montaggio di Nicola Berti: «Dolomiti. Viaggio nell'arcipelago fossile». I dieci fotografi sono accomunati dallo stesso spirito grazie alla straordinaria bellezza delle relazioni che questo territorio contribuisce a intrecciare. I fotografi sono tutti sostenitori della Fondazione Dolomiti Uneso e concedono i loro scatti per raccontare, tramite i vari mezzi di comunicazione, l'unicità a livello mondiale di cime, pareti, foreste e vallate dolomitiche. Alcune delle opere esposte potranno essere acquistate tramite un'offerta minima. L’Adige | 27 Agosto 2018
p. 17 Inaugurata la lunga festa Si è aperta ufficialmente ieri pomeriggio la sagra dei Santi Anzoi 2018, la trentasettesima dalla rinascita avvenuta nel 1981, con il tradizionale taglio del nastro da parte del presidente della circoscrizione Michele Ravagni e del presidente del CoPAG Alessandro Nicolli, con un padrino d'eccezione: Francesco Moser, che ha presenziato anche come ospite d'onore al concerto del Gruppo vocale «Voci Ignote» promosso dall'Avis locale e tenutosi nella tarda serata. La cerimonia è avventa presso il centro civico San Vigilio ove nella sala polivalente sono ospitate due delle sei mostre allestite quest'anno e visitate nel consueto inaugurale percorso condotto da Giacomo Santini seguendo «il filo rosso della sagra» che ha come tema conduttore «i legami». La prima è la mostra fotografica «Legami dolomitici»: un patrimonio unico, riconosciuto nel 2009 come Patrimonio Mondiale, dal Brenta ai Monfalconi, dalle Dolomiti di Sesto alle Vette Feltrine, raccontato attraverso gli scatti di dieci fotografi sostenitori della Fondazione Dolomiti Unesco. Nella stessa sala espongono le pittrici dell'associazione «Kunstverein WeibsBilder und mehr ... » attiva da vent'anni nella città gemellata di Ergolding e rappresentata dalla presidente Martha Herzig. Il consueto percorso inaugurale delle mostre era iniziato presso la sala del Bar al Parco ove nei pannelli «Uno sguardo per crescere» hanno lasciato i loro commenti gli alunni delle classi terze della secondaria di 1° Grado «A. Fogazzaro», i quali, stimolati dall'insegnante, hanno «guardato» le pietre modellate dell'artista roveretano Alberto Biasi collocate nel parco adiacente alla scuola e dialogato con le opere per leggere oltre l'apparenza, in un interessante gioco costruttivo tra soggettività ed oggettività. Il percorso è proseguito verso la piazza Quintilio Perini ove sono state presentate le collettive degli Amici del Colore e di Arte Insieme allestite, rispettivamente, nelle vicine sale ex Circoscrizione e sala della Meridiana. Nella sala consigliare del centro civico è ospitata la mostra «Le vittime del nostro benessere» dell'Associazione roveretana
8 Rassegna Stampa – Agosto 2018
«Grande Quercia», nata con lo scopo di presentare, soprattutto ai giovani, le realtà di Paesi dove ogni diritto può essere calpestato, dove il lavoro minorile e lo sfruttamento sono all'ordine del giorno per produrre ciò che noi consumiamo. La mostra, costituita da trentaquattro quadri, ove sono messe a confronto le immagini più significative del nostro benessere e delle vittime che contribuiscono al nostro benessere, è stata promossa dal Circolo Acli, dal Fondo Progetti di Solidarietà, dal Circolo Pensionati e Anziani, dall'Associazione Progetto Prijedor, da Docenti Senza Frontiere e Forum Trentino per la pace e i diritti umani. Nella sede del Circolo Pensionati e Anziani, infine, Bruno Scartezzini espone bilance e affettatrici d'epoca che venivano utilizzati una volta in svariati settori come poste, alimentari, ferramenta, ecc. All'inaugurazione negli interventi nelle varie tappe, tra gli altri, presentati da Giacomo Santini, sono intervenuti l'assessore comunale Tiziano Uez, il vicepresidente del consiglio comunale Vittorio Bridi, il consigliere Massimo Ducati, la dirigente dell'IC Antonietta Decarli, il presidente provinciale delle Acli Luca Oliver, Annibale Salsa e Marcella Morandini della Fondazione Dolomiti Unesco e il parroco don Duccio Zeni. Questa sera alle 21 presso il centro civico San Vigilio il gruppo «Vozi ?n dialet» presenterà il 19° recital di poesia «Fuori di Settembre». Ma.Bri. L’Adige | 28 Agosto 2018
p. 23 Film e mostra sulle Dolomiti Questa sera, alle 21, presso il centro civico San Vigilio, la Fondazione Dolomiti Unesco, la Sezione Sat e la Circoscrizione di Mattarello presentano il documentario «Dolomiti - Viaggio nell'arcipelago fossile» commissionato dalla Fondazione Dolomiti Unesco e realizzato dal giornalista Piero Badaloni con la collaborazione di Fausta Slanzi e la fotografia e il montaggio di Nicola Berti. Il reportage racconta il territorio dolomitico così come l'Unesco lo ha riconosciuto, vale a dire nella sua unità, evitando le divisioni territoriali cui si faceva riferimento prima del 26 giugno 2009. È un «viaggio» per conoscere la straordinarietà paesaggistica dei «Monti Pallidi», la loro eccezionale importanza per la storia della Terra, le storie di donne e uomini che, vivendoci da secoli, ne hanno connotato il paesaggio, l'economia e la cultura, e per scoprire perché le Dolomiti hanno attratto nei secoli artisti e viaggiatori e che cosa si nasconde dietro lo stupore che colpì i viaggiatori e scrittori inglesi Josiah Gilbert e George Cheetham Churchi II di fronte alla vista delle Dolomiti: «Sembravano appartenere così poco ai verdi pendii su cui poggiavano che si fece strada in noi l'idea che fossero degli iceberg di pietra, che avrebbero benissimo potuto tornare alla deriva senza lasciare traccia alcuna sul terreno». Ospite della serata è la direttrice della Fondazione Dolomiti Unesco Marcella Morandini che è intervenuta domenica con l'antropologo Annibale Salsa, già presidente del Cai dal 2004 al 2010, all'inaugurazione della mostra «Legami dolomitici» in visione nella sala polivalente del centro (aperta fino al lunedì 3 settembre con orario: 20.30-22.30; sabato 1 e domenica 2: 10-22.30). Nata da un'idea di Andreas Tamanini, allestita da Caterina Sega, «Legami dolomitici» vuole raccontare al pubblico le Dolomiti attraverso diversi sguardi, superando i confini amministrativi e rappresentando così il Bene Dolomiti patrimonio dell'umanità intera. Questa sera, alle 21, presso il centro civico San Vigilio, la Fondazione Dolomiti Unesco, la Sezione Sat e la Circoscrizione di Mattarello presentano il documentario «Dolomiti - Viaggio nell'arcipelago fossile» commissionato dalla Fondazione Dolomiti Unesco e
9 Rassegna Stampa – Agosto 2018
realizzato dal giornalista Piero Badaloni con la collaborazione di Fausta Slanzi e la fotografia e il montaggio di Nicola Berti. Il reportage racconta il territorio dolomitico così come l'Unesco lo ha riconosciuto, vale a dire nella sua unità, evitando le divisioni territoriali cui si faceva riferimento prima del 26 giugno 2009. È un «viaggio» per conoscere la straordinarietà paesaggistica dei «Monti Pallidi», la loro eccezionale importanza per la storia della Terra, le storie di donne e uomini che, vivendoci da secoli, ne hanno connotato il paesaggio, l'economia e la cultura, e per scoprire perché le Dolomiti hanno attratto nei secoli artisti e viaggiatori e che cosa si nasconde dietro lo stupore che colpì i viaggiatori e scrittori inglesi Josiah Gilbert e George Cheetham Churchi II di fronte alla vista delle Dolomiti: «Sembravano appartenere così poco ai verdi pendii su cui poggiavano che si fece strada in noi l'idea che fossero degli iceberg di pietra, che avrebbero benissimo potuto tornare alla deriva senza lasciare traccia alcuna sul terreno». Ospite della serata è la direttrice della Fondazione Dolomiti Unesco Marcella Morandini che è intervenuta domenica con l'antropologo Annibale Salsa, già presidente del Cai dal 2004 al 2010, all'inaugurazione della mostra «Legami dolomitici» in visione nella sala polivalente del centro (aperta fino al lunedì 3 settembre con orario: 20.30-22.30; sabato 1 e domenica 2: 10-22.30). Nata da un'idea di Andreas Tamanini, allestita da Caterina Sega, «Legami dolomitici» vuole raccontare al pubblico le Dolomiti attraverso diversi sguardi, superando i confini amministrativi e rappresentando così il Bene Dolomiti patrimonio dell'umanità intera. Trentino | 28 Agosto 2018
p. 21 La Sat presenta un documentario Alle 21, al Centro civico S. Vigilio, la sezione Sat di Mattarello in collaborazione con Circoscrizione, Copag e Fondazione Dolomiti Unesco, documentario sul "Viaggio nell'arcipelago fossile". Un incontro per scoprire il perché le Dolomiti hanno attirato nei secoli artisti e viaggiatori. Il documentario è di Piero Badaloni con la collaborazione di Fausta Slanzi e la fotografia e il montaggio di Nicola Berti. Il 1 settembre, alle 17, s'inaugura la rinnovata sede sociale.(g.m.)
10 Rassegna Stampa – Agosto 2018
INTERVISTE Gazzettino | 22 Agosto 2018
p. 17 edizione Belluno segue dalla prima Non solo Sorapis, ragazzini in rifugio “armati” di trolley Il turismo in quota vive un crescendo di episodi che vanno dal ridicolo al volgare. L'ultimo, l'invasione del Sorapiss. «Ad aprire la diga sono stati i social network. Arrivano nei posti più belli delle Dolomiti persone che non sanno neppure dove sono». Apre le braccia Marcella Morandini, direttrice della Fondazione Dolomiti Unesco, di fronte a «una situazione che va guidata». E cita il caso di una scolaresca in gita sulle Dolomiti: «Ogni ragazzino con il proprio trolley che si era fatto portare con la teleferica!». De Donà a pagina 17 IL CASOBELLUNO Da cartacce e lattine di birra nascoste sotto al pino mugo fino ai diciotto materassini da mare abbandonati sulle sponde del laghetto del Sorapiss e recuperati dai gestori del rifugio a fine stagione. Il turismo in quota vive un crescendo di episodi che vanno dal ridicolo al becero, dal volgare all' insolente. «Ad aprire la diga sono stati i social network, per cui arrivano nei posti più belli delle Dolomiti delle persone che non sanno neppure bene dove sono». Apre le braccia Marcella Morandini, direttrice della Fondazione Dolomiti Unesco, di fronte a «una situazione che deve andare guidata». Difficile anche per lei, peraltro, indicare la via: «Servirà usare bastone e carota». Il problema di fondo, a detta di Morandini, sta non tanto nel dosaggio dei flussi, ma nella loro gestione: «La gente si concentra in luoghi iconici, vede le foto su internet o su facebook e vuole andare proprio là».Tutti, quindi, intorno alla Tre Cime di Lavaredo. Facile salire, in infradito, anche al laghetto del Coldai, sulla Civetta. O affrontare il meno banale sentiero che porta al gioiello d'acqua del Sorapiss. Ma un selfie vale la fatica. COME IN CITTÀ «Occorre educare chi non ha mai frequentato la montagna, e non so fino a che punto i divieti abbiano effettivo riscontro». Morandini non si vuole scoraggiare e crede che un rimedio si possa trovare. Intanto, però, cita un fatto da far accapponare la pelle. Ne è stata testimone in uno dei 66 rifugi che si trovano dentro i confini dei nove gruppi dolomitici dell'arcipelago fossile (e di cui non vuole fare il nome): «Arriva una classe elementare in gita scolastica, con le maestre accompagnatrici. Ogni ragazzino trascina il proprio trolley che si è fatto portare su con la teleferica. Il trolley, la teleferica! Mentre la prima cosa da insegnare ad un bambino, se si va in montagna, è a farsi lo zaino. Questa è la base del problema: la mancanza di consapevolezza». IL MARCHIO
11 Rassegna Stampa – Agosto 2018
Il marchio Unesco nel 2019 compirà 10 anni: «Ma è da quattro anni che si rileva un vero boom di visitatori è l'analisi della direttrice della Fondazione perché ci sono voluti anni di rodaggio, anche a livello gestionale. Inoltre il riconoscimento Unesco non è di per sé garanzia di incremento, ciò che conta è quello che si fa».A livello di divulgazione, l'onda lunga intorno alla bellezza delle rocce che al tramonto impallidiscono sui toni del rosa e del viola è arrivata dopo il 2014: «Grazie alla mappatura dei percorsi di Google». Un botto che ha portato il sito delle Dolomiti ad essere il secondo più visitato al mondo, dopo quello del Gran Canyon, all'interno del parco nazionale d'Arizona. Ad essere cambiati completamente, nell'ultimo decennio, sono sia la quantità che la qualità dei frequentatori della montagna: «Le stime, dal 2014 in poi, con il tam tam mediatico, mostrano che seppur a macchia di leopardo si sta assistendo mediamente al 10%-12% di presenze in più».E il profilo dei turisti è mutato: non solo, come negli anni SettantaOttanta, ecco i tedeschi a salutare, nell'incontro sul sentiero, con berg heil o gli austriaci a indicare con orgoglio la stella alpina dell' Alpenverein (il loro Club alpino ndr.) sul berretto di lana. «Si assiste all'internazionalità del turismo è sempre Marcella Morandini a fare l'analisi - ora giungono da molto più lontano per ammirare le pareti dolomitiche che hanno visto in internet. Partono apposta da Corea, Nuova Zelanda, Giappone, Sudamerica. Sono persone decise, prenotano e non disdicono la prenotazione come fa l'italiano che apre la finestra, guarda il cielo e, se non è tutto sereno, cambia idea e dice non vado».Daniela De Donà “Hanno smantellato la Forestale così i cafoni restano impuniti” L'ASSESSORE REGIONALE BELLUNO A tutto c'è un limite. Alla cafonaggine da vacanza, evidentemente no. O meglio: il limite ci sarebbe, imposto da leggi e regolamenti. Peccato che non ci sia (quasi mai) la possibilità di farli rispettare. La conseguenza sono immagini al limite del vergognoso, con i laghetti alpini presi d'assalto da orde di turisti in versione vandal-cafoni, con immondizie e rifiuti abbandonati en plein air (in barba all'atmosfera da natura incontaminata), con balneazioni improvvisate, grida e schiamazzi. Un esempio? Il laghetto del Sorapiss, con le sue acque turchine, incastonate tra il rosa della Dolomia e il verde dei pini mughi. Un luogo fantastico immerso nel silenzio... prima di diventare meta del turismo di massa.IL PROBLEMAIl Gazzettino ha descritto qualche giorno fa la situazione in cui versa il laghetto del Sorapiss, preso d'assalto da turisti in infradito e armati di materassini gonfiabili, pronti a solcare le acque gelide per un tuffo o una bracciata. Le Regole d'Ampezzo (proprietarie dell'area) hanno esposto un cartello scritto in tre lingue, che invita a rispettare l'ambiente e le altre persone, a non entrare nel lago a nuoto o con imbarcazioni, a non campeggiare, a non lasciare rifiuti, a non sporcare, a tenere i cani al guinzaglio e fuori dall'acqua. Delle due l'una: o i turisti non sanno leggere, oppure se ne fregano. Fatto sta che la maleducazione regna sovrana. Come risolvere la questione? «Le norme ci sono e i regolamenti possono tranquillamente essere emanati dagli enti locali. Quello che manca sono i mezzi per far rispettare norme e regole - dice Gianpaolo Bottacin, assessore regionale all'ambiente -. Una volta c'erano le figure preposte al controllo. Ma poi hanno tolto il Corpo Forestale dello Stato, hanno ammazzato le Province con la legge Delrio e di conseguenza non ci sono più le Polizie Provinciali. Senza queste figure diventa quasi impossibile controllare il territorio e far rispettare le regole». Certo, educazione e buonsenso dovrebbero agire anche senza l'imposizione di una divisa. Ma si sa: passata la festa, gabbato il santo; dove non c'è l'imposizione (magari con qualche multa), si fa presto ad aggirare la regola.LA SOLUZIONEEppure, la Regione sta studiando la cura del problema. «Stiamo lavorando per istituire un corpo di tutela ambientale - dice l'assessore Bottacin -. Devi per forza avere qualcuno che giri il territorio e si occupi del controllo, per far rispettare i regolamenti e le norme. Un po' come fanno i vigili urbani in centro città, solo che le guardie di tutela ambientale saranno in giro per il territorio. Tra l'altro, ricordo che i reati ambientali sono penali».OLTRE IL DEGRADOC'è anche un altro problema. Più fastidioso di immondizie e più pericoloso del degrado e della maleducazione: sono i fuochi da picn-nic abbandonati. «Ce ne segnalano parecchi - conclude Bottacin -. Turisti che fanno grigliate in montagna o nei boschi e poi lasciano acceso il fuoco. È una cosa pericolosissima, perché può innescare incendi».Damiano Tormen
12 Rassegna Stampa – Agosto 2018
CARTA CORTINA Corriere delle Alpi | 23 Agosto 2018
p. 23 Cortina presa a modello: una Carta da replicare per tutti i grandi eventi CORTINA La "Carta Cortina" può e deve diventare un modello per tutti i territori montani per organizzare grandi eventi avendo particolare attenzione per la sostenibilità. È quanto emerso ieri sera all'hotel Cristallo durante la tavola rotonda organizzata dal Ministero dell'Ambiente, la Delegazione italiana della Convenzione delle Alpi con la Fondazione Cortina 2021. Il documento sottoscritto nel 2016 dal Ministero dell'Ambiente in vista di Cortina 2021, dedicato allo sviluppo turistico e sportivo in chiave sostenibile, che prevede accurata gestione delle risorse e limitazione delle emissioni di gas serra e dei costi energetici è un modello che va replicato. «La sostenibilità è un processo», ha sottolineato Marianna Elmi, vice segretario generale della Convenzione delle Alpi, «che include tanti punti di vista, non solo la tutela ambientale, ma anche gli aspetti sociali ed economici». «Tutti noi siamo protagonisti e responsabili del nostro ambiente», ha aggiunto il sindaco Gianpietro Ghedina, «e perciò in vista dei Mondiali volgiamo tenere presente uno sviluppo compatibile con i dettami della Carta Cortina». «Oggi parlare di grandi eventi, di eventi sportivi, significa parale di sviluppo sostenibile», ha aggiunto l'assessore regionale al Territorio, Cristiano Corazzari, «perché sono temi interconnessi che vedono enti e privati impegnati all'unisono». Per i Mondiali 2021 prima e per le Olimpiadi 2026 poi la sfida sarà quindi quella di salvaguardare il paesaggio, la grande bellezza dolomitica che circonda Cortina e il bellunese, pur creando le infrastrutture necessarie allo sviluppo turistico delle zone montane. --A.S.
13 Rassegna Stampa – Agosto 2018
Gazzettino | 23 Agosto 2018
p. 3 edizione Belluno Ambiente ed eventi, un’unione possibile se la regia è donna IL CONFRONTO (Cortina) I grandi eventi sportivi in montagna, come i Mondiali di sci alpino Cortina 2021, sono conciliabili, compatibili con l'esigenza di salvaguardare l'ambiente. Possono inoltre rappresentare una opportunità per i cittadini di continuare a vivere nel loro territorio. Il sindaco Gianpietro Ghedina ha riassunto così i temi della ponderosa tavola rotonda che si è sviluppata ieri sui temi dello sviluppo turistico ed economico e della sostenibilità ambientale. LA PRIORITÀ «Queste tematiche sono nel Dna di chi vive in montagna ha aggiunto Ghedina pertanto la tutela dell'ambiente è in linea con il nostro modo di lavorare». La giornata di approfondimento è stata organizzata dal ministero dell'Ambiente, con la Convenzione delle Alpi e la Fondazione Cortina 2021. La prima sessione, in mattinata, si è occupata proprio del ruolo delle donne: «Hanno l'opportunità di essere veri motori dello sviluppo sostenibile, anche in ambito turistico, nonostante l'ancora limitato tasso di
14 Rassegna Stampa – Agosto 2018
imprenditorialità femminile nel turismo e la limitata rappresentatività negli organi decisionali», ha sottolineato Marianna Elmi vice segretaria generale della Convenzione delle Alpi. Fra i numerosi e densi interventi, l'assessore comunale all'urbanistica Benedetto Gaffarini ha tratteggiato i nuovi progetti che il comune di Cortina ha avviato per trovare la soluzione ai problemi della viabilità di accesso e di penetrazione turistica, con la carenza di parcheggi, con il complesso incrocio fra la viabilità statale e regionale, che utilizza l'antiquato anello della circonvallazione al centro. «È necessario costruire una viabilità nuova, in un ambiente sinora non toccato da infrastrutture. Il nostro compito principale è fare in modo che questo nostro intervento rispetti le linee guida segnate nella Carta di Cortina firmata nel 2016. La vera sfida non è organizzare i Mondiali 2021 o candidarci ai Giochi olimpici invernali 2026 ha sostenuto Gaffarini ma è non rovinare la grande bellezza che ci circonda, nella corona di montagne, che pare immutabile ed eterna, ma in realtà è estremamente fragile e delicata». LA SCELTA «La sostenibilità non è soltanto una parola che va di moda, ma una esigenza che sentiamo molto, davvero reale ha concluso Valerio Giacobbi, amministratore delegato della Fondazione Cortina 2021 pertanto nell'organizzare i Mondiali la sostenibilità deve essere una scelta consapevole, perché altrimenti non genera i comportamenti virtuosi. Scegliere di seguire una strategia comporta dei costi diversi e investimenti. Sarà questo il lascito più importante dell'evento, che possiamo lasciare dopo di noi. L'incrocio fra la Carta di Cortina e l'organizzazione dei Mondiali è l'opportunità per diffondere questo modello». E la conferma è venuta da Luciano Magnani, presidente nazionale dei maestri di sci e presidente del consorzio Tonezza / Cimone, che ha spiegato come ha chiesto di recepire anche nel suo territorio i contenuti della Carta: «I questo modo vogliamo creare una sensibilità e una cultura della montagna. La nostra responsabilità è conservare questo territorio per i nostri figli e nipoti». Marco Dibona Turismo atteso al varco della sfida tra impianti in quota e sostenibilità L'APPROFONDIMENTO(Cortina) La giornata dedicata a Il ruolo della donna per lo sviluppo di un turismo sostenibile dei territori di montagna ha sviluppato un momento di approfondimento, seguito da un dibattito tra donne impegnate nel promuovere la concreta transizione verso un turismo verde in tutte le Alpi. L'OBIETTIVO «Dobbiamo eliminare l'idea di un contrasto necessario fra gli impianti di risalita e la sostenibilità ambientale», riassume Valeria Ghezzi, presidente della Associazione nazionale esercenti funiviari. «Fra i presupposti c'è quello che i nostri impianti sono dei mezzi di trasporto alimentati prevalentemente con energia da fonti rinnovabili. Essi consentono di rendere la montagna accessibile a tutti. La Carta di Cortina, firmata qui nel 2016, ci permette di pensare che possa non esserci contrasto fra lo sci, le infrastrutture di cui necessita e il rispetto dell'ambiente. Noi impiantisti siamo consapevoli che l'attrazione non sono di certo le nostre funi o i piloni, ma le bellezze dell'ambiente: non c'è dunque motivo per cui danneggiamo la nostra vera ricchezza». In quanto ai temi della sostenibilità, la presidente Anef aggiunge: «Tecnologia e innovazione non sono nemici dell'ambiente, ma ci permettono di offrire più qualità con minore impiego di risorse. Nel produrre neve programmata oggi, rispetto a quindici anni fa, consumiamo meno acqua ed energia, a parità di produzione. Lo stesso accade per i sistemi di tensione idraulica, al posto dei vecchi contrappesi, che ci permettono di avere stazioni degli impianti più piccole, meno impattanti. I motori ad azionamento diretto ci consentono di aumentare la portata oraria con meno consumo di energia e meno rumore». LA PROTAGONISTA La sostenibilità è stata affidata ad una donna, dalla Fondazione Cortina 2021 che organizza i Mondiali di sci alpino: «Con la Carta di Cortina si sviluppa un progetto corale dei Mondiali, a coinvolgere il territorio assicura Susanna Sieff e quel grande evento avrà una duplice funzione. Da un lato consentirà di testare nuove tecnologie, dall'altro farà in modo che possiamo comunicare la cultura ambientale al territorio e fuori. Per riuscirci dovremo trovare l'equilibrio fra protezione dell'ambiente e sviluppo, che a sua volta si divide in cassa di risonanza per Cortina, grazie al richiamo internazionale, e in laboratorio per provare soluzioni diverse». L'assessore regionale veneto Cristiano Corazzari ha conquistato l'uditorio femminile quando ha detto: «Bisognerebbe lasciare la gestione della cosa pubblica alle donne: lo dimostrano tutti gli indicatori sociali ed economici delle nostre comunità. Quello che stanno facendo le donne rappresenta un punto d'arrivo che forse noi uomini non raggiungeremo mai. Hanno professionalità, determinazione, sensibilità, capacità di raggiungere obiettivi che sono assolutamente su un alto piano. Sappiamo che in tante imprese, soprattutto nel turismo, il valore aggiunto che può dare la coscienza femminile può essere l'elemento determinante». Per l'ambiente ha sottolineato: «La Regione ha un Parco meraviglioso a Cortina, gestito benissimo dalle vostre Regole, perché i regolieri sanno come si fa». MDib. «Garantire l'integrità per restare eccellenza» «Per rimanere nell'eccellenza riconosciuta dall'Unesco nel 2009 bisogna mantenere l'integrità del nostro territorio. Serve dunque una grande attenzione nei confronti dei grandi progetti infrastrutturali. Un modo corretto di agire può essere prendere in mano la Carta di Cortina, che ci vede tutti coinvolti con grandi intenti, e dare concretezza a quegli impegni», ha ammonito Marcella
15 Rassegna Stampa – Agosto 2018
Morandini, che dirige la Fondazione Dolomiti Unesco, dalla sede nel Comun Vecio di Cortina. Un richiamo doveroso per salvaguardare una delle aree più incantevoli del mondo.MDib. Corriere della Alpi | 25 Agosto 2018
p. 27 Impianti a fune e sostenibilità: «Non c'è alcuna dicotomia» L'opinione CORTINA «Il settore della mobilità a fune è centrale, oggi più che mai, nell'affermazione di un modello di sostenibilità per le terre alte». A dirlo
16 Rassegna Stampa – Agosto 2018
è Valeria Ghezzi, presidente dell'associazione nazionale esercenti funiviari (Anef), che sottolinea l'importanza della Carta di Cortina in vista dei Mondiali di sci alpino del 2021, ma anche oltre la rassegna iridata. Il documento, siglato nel 2016 con cui Cortina si impegna nella tutela del territorio riducendo l'impatto ambientale in occasione dei grandi eventi sportivi, vede anche Anef tra i firmatari, oltre a Ministero dell'ambiente, Comune, Regione Veneto, Anci, Coni, Fisi, la Fondazione Dolomiti Unesco e Sprecozero.net.«La Carta di Cortina afferma un principio importante» sottolinea Ghezzi, «non c'è dicotomia tra le infrastrutture come gli impianti di risalita o di innevamento e il rispetto dell'ambiente. Gli impianti sono un mezzo di trasporto sostitutivo della gomma, generalmente alimentato ad energia rinnovabile, che rende l'incanto dei panorami di alta quota accessibile a tutti, perché chi frequenta la montagna la conosce, la ama e la difende» ha affermato, «quando vendiamo uno skipass o un biglietto di andata e ritorno stiamo proponendo, in realtà, ciò che si ammira quando si scende dall'impianto: un paesaggio vivo, delicato e magnifico». Un ruolo importante per lo sviluppo sostenibile della montagna lo riveste anche la tecnologia. «La tecnologia non è nemica della natura, al contrario» aggiunge Ghezzi, «ci permette di investire nell'ammodernamento, e quindi di ridurre i consumi di acqua ed energia, diminuire la produzione di rifiuti, limitare l'impatto ambientale. Un impiantista è un presidio per il territorio e una barriera contro il dissesto idrogeologico. La sostenibilità ambientale è inoltre associata anche a quella sociale ed economica: l'industria che ruota intorno al nostro settore» conclude, «ha ricadute positive sul territorio in termini di occupazione e contribuisce alla lotta allo spopolamento, attirando capitali e investimenti». --A.S. Corriere delle Alpi | 26 Agosto 2018
p. 24 La Carta di Cortina fa scuola anche Cimone aderisce Alessandra Segafreddo CORTINA Cimone, Comune trentino, si prepara ad adottare i principi della Carta di Cortina. Il documento, siglato nel 2016, con cui Cortina si impegna nella tutela del territorio riducendo l'impatto ambientale in occasione dei grandi eventi sportivi, che vede al fianco del
17 Rassegna Stampa – Agosto 2018
Comune, il ministero dell'Ambiente, la Regione, il Coni, l'Anef, l'Anci, la Fisi, la Fondazione Dolomiti Unesco e Srecozero.net, sarà sottoscritto anche a Cimone. «Con Cortina ci accomuna una grande passione per il territorio e la sua tutela», dichiara Luciano Magnani, presidente del Consorzio Cimone, «abbiamo una grande responsabilità verso i nostri figli, proteggere la montagna e il suo ambiente». Una filosofia che si sta sviluppando a Cortina, in vista dei Mondiali di sci alpino del 2021 e oltre e che si sta diffondendo alle altre piazze impegnate nell'economia sostenibile. «Quella della sostenibilità non è una moda, per noi, ma una precisa scelta», sottolinea Valerio Giacobbi, amministratore delegato della Fondazione Cortina 2021, «solo la consapevolezza genera un cambiamento a lungo termine nei comportamenti e nelle pratiche. È questa l'eredità che ci impegniamo a lasciare, a Mondiale concluso». I Mondiali di sci, gestiti secondo i criteri della Carta di Cortina, potrebbero diventare una best practice da condividere: ad esempio per la depurazione dell'acqua e la gestione dei rifiuti. «Ci stiamo preparando ai Mondiali sperimentando nuove tecnologie e progetti ambientali», evidenzia Susanna Sieff, Sustainability Manager di Cortina 2021 «perché siamo convinti che esista sempre una via migliore da applicare per alleggerire il turismo del suo impatto. Si tratta di fare scelte precise e consapevoli per dare forma a un nuovo paradigma turistico in zone di montagna. Tra gli aspetti centrali, quello della misurazione: utilizzare indicatori chiari, come l'inventario delle emissioni di Co2 che ci accompagnerà in ogni fase, la costruzione, la gestione e la dismissione dell'evento. La Fondazione svolge un ruolo importante, ma è necessario che il progetto sia guidato da un forte coordinamento e coinvolga in prima persona gli attori del territorio». La sostenibilità ambientale è alla base anche della progettazione per migliorare la mobilità. «Dobbiamo realizzare una nuova viabilità», sottolinea Benedetto Gaffarini, assessore all'Urbanistica e all'Ambiente, «rispettando le linee guida della Carta di Cortina. La vera sfida non è organizzare i Mondiali: è preservare la grande bellezza che ci circonda, queste montagne apparentemente immutabili, ma in realtà fragili, la fauna selvatica dei boschi, il fondovalle. Ribaltare l'assioma secondo cui il turismo distruggerebbe ciò che l'attrae, privilegiando uno sviluppo dall'impatto positivo. E trasmettere questa conoscenza agli altri: è a questo che serve la Carta di Cortina». Concetto condiviso dalla Regione. «Un tempo organizzare un grande evento internazionale significava piegare il territorio alla necessità contingente, dotandosi di infrastrutture impattanti», ricorda Cristiano Corazzari, assessore regionale al Territorio, «oggi, invece, un evento si qualifica per le caratteristiche del territorio in cui si svolge. I Mondiali assumono rilevanza perché coinvolgono le Dolomiti, che possiedono un'immagine di eccellenza internazionale. Ecco perché la salvaguardia dell'ambiente, il riutilizzo, la rigenerazione urbana, la qualità della vita sono concetti centrali, e Cortina può essere un faro». – «Per la montagna ci sono confini da non superare» I Mondiali di sci saranno la "leva" di un cambiamento disegnato su misura per i territori con l'obiettivo di rafforzare un modello di sviluppo turistico fondato sull'efficienza nell'uso delle risorse come acqua e suolo, sulla limitazione delle emissioni di gas serra e dei costi energetici, a partire da iniziative concrete. Tra i firmatari della Carta Cortina c'è anche la Fondazione Dolomiti Unesco. «La montagna deve essere accessibile, ma al tempo stesso ci sono confini da non superare», dichiara Marcella Morandini, direttrice della Fondazione, «sono solamente 200 i siti Unesco, e per rimanere in questo club di eccellenza occorre mantenere l'integrità del territorio, ecco perché la Carta ci vede lavorare tutti fianco a fianco».
18 Rassegna Stampa – Agosto 2018
GEOTRAIL Alto Adige | 3 Agosto 2018 p. 23 Trekking, la guida per il "Geotrail" sulle Dolomiti Il «Dolomites Unesco Geotrail» parte dalla gola del Bletterbach per terminare a Sesto Pusteria dopo un percorso di 176 chilometri lungo sentieri esistenti. Consta di 10 tappe giornaliere attraverso la porzione altoatesina delle Dolomiti, patrimonio mondiale Unesco. Le tappe sono legate fra loro da un filo rosso: lungo il percorso vengono presentate agli escursionisti le particolarità geologiche e così illustrata la storia delle Dolomiti. Il "Dolomites Unesco Geotrail" è descritto con foto e schemi esplicativi in un volume tascabile realizzato da Christian Ladurner e Corrado Morelli grazie ad una collaborazione fra l'Ufficio parchi naturali e l'Ufficio geologia e prove materiali della Provincia, IDM Alto Adige e gli enti turistici dell'area dolomitica. Gli assessori provinciali Christian Tommasini e Florian Mussner ieri, sulla terrazza panoramica della stazione a monte dell'impianto di risalita Col Raiser a Selva Gardena hanno presentato il nuovo trekking e la relativa guida assieme al direttore dell'Ufficio geologia e prove materiali Volkmar Mair e a Enrico Brutti, direttore dell'Ufficio parchi naturali.Dove 280 milioni di anni orsono c'era il mare oggi si possono ammirare le cime delle Dolomiti, e il modo in cui il paesaggio di allora si è andato modificando fino al giorno d'oggi viene illustrato a turisti e residenti con il nuovo percorso. Alto Adige | 10 Agosto 2018
p. 34 Un «Geotrail» fino a Sesto Pusteria SESTO Il Dolomites Unesco Geotrail parte dalla gola del Bletterbach per terminare a Sesto Pusteria dopo un percorso di 176 chilometri lungo sentieri esistenti. Consta di 10 tappe giornaliere attraverso la porzione altoatesina delle Dolomiti, patrimonio mondiale Unesco. Le tappe sono legate fra loro da un filo rosso: lungo il percorso vengono presentate agli escursionisti le particolarità geologiche e così illustrata la storia delle Dolomiti. Il Dolomites Unesco Geotrail è descritto con foto e schemi esplicativi in un volume tascabile realizzato da Christian Ladurner e Corrado Morelli grazie ad una collaborazione fra l'Ufficio parchi naturali e l'Ufficio geologia e prove materiali della Provincia, Idm Alto Adige e gli enti turistici dell'area dolomitica. Gli assessori provinciali Christian Tommasini e Florian Mussner ieri, sulla terrazza panoramica della stazione a monte dell'impianto di risalita Col Raiser a Selva Gardena hanno presentato il nuovo trekking e la relativa guida assieme al direttore dell'Ufficio geologia e prove materiali Volkmar Mair e a Enrico Brutti, direttore dell'Ufficio parchi naturali.«Dietro la realizzazione del Dolomites Unesco Geotrail, sia al
19 Rassegna Stampa – Agosto 2018
percorso che alla brochure, risiede un grande lavoro sia scientifico che culturale» ha affermato lo stesso Tommasini ricordando la storia delle Dolomiti."Dove 280 milioni di anni or sono c'era il mare oggi si possono ammirare le cime delle Dolomiti, e il modo in cui il paesaggo di allora si è andato modificando fino al giorno d'oggi viene illustrato a turisti e residenti con il nuovo percorso» ha proseguito l'assessore del Pd.Il Dolomites Unesco Geotrail costuisce per l'assessore Mussner un'ulteriore particolarità all'interno delle Dolomiti patrimonio Unesco.«Questo particolare tracciato collega anche le culture», ha sottolineato l'assessore. «Il tracciato è pensato per contribuire a migliorare la percezione del valore di quest'area andando a sensibilizzare i residenti per le sue peculiarità e per la loro rilevanza». ha detto Brutti, direttore dell'Ufficio parchi naturali.«I 19 punti di particolare interesse messi in risalto avvicinano sia l'escursionista che il lettore alla storia geologica del territorio dolomitico facendolo loro comprendere le ragioni per le queli le Dolomiti appartengano al patrimonio dell'umanità» ha fatto presente Mair. (e.d.)©RIPRODUZIONE RISERVATA
20 Rassegna Stampa – Agosto 2018
EVENTI E PARTECIPAZIONI Corriere delle Alpi | 1 Agosto 2018
p. 31 E’ nato il sentiero delle Dolomiti in miniatura Martina Reolon SAN TOMASO Pronti anche il Monte Antelao, le Torri del Vajolet e il Campanile di Val Montanaia. Scolpite su dei blocchi di roccia dolomia, le riproduzioni in miniatura sono pronte a fare bella mostra di sé lungo i 3 chilometri di strada che partono da Celat di San Tomaso Agordino e arrivano alla chiesa di San Simon, in Forcella San Tomaso, al confine con il Comune di Vallada. Le tre cime dolomitiche vanno ad aggiungersi a Pelmo, Tre Cime di Lavaredo e Civetta, realizzate lo scorso anno. Il tutto nell'ambito del progetto "Il Sentiero delle Dolomiti in miniatura", voluto dall'amministrazione di San Tomaso e patrocinato dalla Fondazione Dolomiti Unesco. «Gisella Garcìa dell'Uruguay, Pierangelo Giacomuzzi del Trentino e Mario Tapia dell'Ecuador hanno terminato le loro sculture la scorsa settimana, durante l'evento "Dolomites Rock Miniatures"», sottolinea il sindaco Moreno De Val. «Le riproduzioni in scala troveranno collocazione lungo la strada silvo-pastorale entro i prossimi 15-20 giorni. Siamo arrivati a un totale di sei e stiamo già pensando a come promuovere ulteriormente l'iniziativa, nata per mostrare al mondo la bellezza delle montagne e per renderle visibili da vicino anche ai non scalatori»."Il Sentiero delle Dolomiti in miniatura" mira a ricreare in miniatura tutti e nove i sistemi dolomitici, dichiarati nel 2009 Patrimonio dell'Umanità Unesco: Pelmo, Civetta, Marmolada, Tofane, Catinaccio, gruppo Puez-Odle e Bletterbach, Dolomiti di Brenta e Dolomiti del Friuli.Il progetto, nella sua connotazione iniziale, ha previsto la realizzazione in tre anni di nove sculture, tre all'anno, su blocchi di dolomia del Serla ricavati direttamente dalla cava di San Tomaso. Ma il Comune punta ancora più in alto: «Nel 2019 vorremmo ne fossero scolpite sei e l'idea è poi quella di continuare, arrivando ad averne in tutto una ventina», fa presente De Val.Le opere saranno corredate da pannelli didascalici, a cura del Cai di Agordo, che conterranno informazioni non solo sui sistemi dolomitici, ma anche sui percorsi per accedervi, i rifugi presenti, luoghi di interesse. Verrà inoltre predisposto un codice QR per consultare ulteriori notizie tramite lo smartphone. «Il progetto comincia a essere conosciuto e sta attirando turisti», dice ancora il primo cittadino. «Tra l'altro, presto partiremo con l'ospitalità diffusa e chi verrà nel nostro territorio potrà godere anche di questa possibilità. Intanto, l'internazionalità delle opere è veicolo promozionale. In questa direzione va la scelta di artisti provenienti da tutto il mondo». -- BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
21 Rassegna Stampa – Agosto 2018
Trentino | 2 Agosto 2018
p. 8 La grande mostra al MUSE: quel cuore di ghiaccio che si sta sciogliendo di Maddalena Di TollaDeflorian I ghiacciai e la loro riduzione sono in mostra al Muse, fino al 23 marzo del prossimo anno, come sintomo e simbolo del cambiamento del clima e dei problemi enormi che esso pone all'organizzazione sociale ed economica, al turismo come al sistema dei nostri valori. «I ghiacciai sono incredibili e ricchi archivi di informazioni e al tempo stesso essenziali testimoni del problema clima» ricorda Christian Casarotto, glaciologo del Muse e volontario della Sat, che ha curato insieme a Alberto Trenti di MeteoTrentino e ad altri l'allestimento, su idea nata con il direttore Michele Lanzinger. L'esposizione, collocata al piano interrato, prima dell'ingresso della serra tropicale, quasi come un monito, è stata inaugurata nei giorni scorsi. La mostra riassume i principali dati, tutti preoccupanti, relativi al ritiro glaciale nei continenti e naturalmente nelle Alpi, ponendo la scienza al centro della trattazione, che ha pochi effetti speciali, «per far concentrare il pubblico, nell'era delle tante distrazioni tecnologiche e social» spiegano i curatori. Si ricorda dunque che i ghiacciai delle Alpi e ancor più delle Dolomiti, rispetto alla situazione mondiale, sono una porzione piccola del totale per superficie coperta, ma importantissima perché in rapido esaurimento e tra le meglio studiate, con serie storiche di dati molto importanti, che permettono ad esempio di avere un dettaglio informativo anche stagionale. Citiamo ad esempio i progetti di carotaggio sul maggiore ghiacciaio italiano, quello dell'Adamello, con i quali si cerca di capire come fosse la vegetazione del passato e anche l'andamento del clima e delle relazioni fra le componenti ecologiche. Basti pensare per farsi un' idea delle quantità, che il ritiro dei ghiacciai trentini equivale a una perdita di 45 milioni di metri cubi di acqua. Detto in altre parole, come ci spiega Trenti, sarebbe come veder scorrere velocemente via dodici mila piscine olimpioniche. Sarà soprattutto l' economia dell'idroelettrico - hanno spiegato gli esperti - a risentirne, in questa fase. Per adesso non sono previsti eventi alluvionali in quota gravi o seri problemi di dissesto idrogeologico, però ad esempio cambia la modalità di manutenere e accedere a certi percorsi di alta quota, con più neve e meno ghiaccio o zero copertura nevosa in molte parti di antiche vie. Si consideri ancora che oramai tutta la neve che si deposita sui ghiacciai in inverno, successivamente in estate fonde.La mostra offre una fotografia dei ghiacciai che ricoprono il nostro pianeta da quattro prospettive: l' ambiente naturale glaciale e le dinamiche che lo mantengono in equilibrio; le attività scientifiche e i monitoraggi che permettono di quantificare lo stato di salute dei ghiacciai e di studiare i cambiamenti climatici degli
22 Rassegna Stampa – Agosto 2018
ultimi secoli; le avventurose esplorazioni sui sentieri glaciologici ieri e oggi; le vicende storiche e i miti legati ai luoghi più inospitali dell' ambiente montano. I testi ricordano anche gli adattamenti ai quali sono costrette le forme di vita, che in alcuni casi non sono possibili, con prime perdite di specie e di biodiversità evolutasi in milioni di anni. Alcuni video arricchiscono con potenti emozioni e immagini spettacolari la visita. Uno è "Volo di ghiaccio" di Gianfranco Dusmet (Wasabi, 2018), Realizzato da Dolomiti Unesco e Trentino Marketing. Raccoglie immagini mozzafiato dell' ambiente glaciale dolomitico. È dedicato alla ricerca scientifica invece il cortometraggio della Rai dal titolo "La memoria del Ghiaccio" di Giovanni Motter (2017), che racconta la spedizione dei ricercatori trentini sul Ghiacciaio dell'Adamello. Suggestivo e simbolico il breve video di Anjali Nayar (2018), cortometraggio selezionato dall' archivio del Trento Film Festival, dal titolo "Escape". Il viaggio fisico e mentale del protagonista, un immigrato africano in Canada. che in alcune scene iconiche pedala sul ghiaccio azzurro vestito di nero e con casco nero, quasi simulacro della piccola umanità rispetto alla enorme Natura, per fuggire alle pressioni e alle aspettative sociali, ci ricorda quanto universale sia il problema del global change. Ci ricorda anche quanto la bellezza in perdita dei ghiacciai possa spronarci ad agire. Ispirato anch'esso dalla pulsione che nasce dal confronto con la bellezza, è anche "N-ICE CELLO. Suoni di ghiaccio e riflessioni sul futuro dell'ambiente e dell'umanità", il docufilm di Corrado Bungaro, che racconta il progetto N-ICE Cello-. Si tratta di una serie di concerti molto particolari, con un violoncello di ghiaccio. In questo caso l'arte sensibilizza sulla fragilità delle risorse d'acqua del pianeta. Certo, al di fuori di facili retoriche - come hanno voluto ricordare i curatori in conferenza - il ritiro alpino dei ghiacciai per adesso non ci pone di fronte a drammi sociali, eppure quel monito di bellezza, paesaggio e severità perduti, potrebbe ispirarci a risolvere tutti i problemi gravi che il global change pone in altri ambiti. Trentino | 2 Agosto 2018
p. 16 «Festa ta mont» fra tradizioni, giochi e buon cibo Cinque chiacchierate tra gente di montagna arricchiranno il programma della Festa Ta Mont: Piero Badaloni, Mauro Corona, Tamara Lunger, Maurizio Dellantonio solo per citarne alcuni. Esperti di alpinismo, ambiente, solidarietà, cultura ladina e scrittura parleranno della loro esperienza di vita nelle Dolomiti, luogo al contempo mitico e reale. Dalla montagna vissuta come luogo di sfide sportive, alla difesa attiva dell'ambiente, dall'impegno in termini di servizi, alla salvaguardia della cultura ladina erede dell'antico popolo dei Reti.Gli appuntamenti si svolgono lungo il percorso della festa (dettagli all'InfoPoint). Si comincia sabato 4 agosto alle 14.30 con una chiacchierata sull'ambiente dolomitico con rappresentanti della Fondazione Dolomiti Unesco, della Sat e del mondo imprenditoriale, per capire come conciliare difesa ambientale e sviluppo turistico. Si prosegue alle 16.00 parlando di solidarietà e soccorso alpino con i rappresentanti del Soccorso Alpino e dell'Aiut Alpin Dolomites che ogni giorno affrontano i rischi della montagna per aiutare chi è in difficoltà.Domenica 5 agosto alle 14.30 alpinisti di fama internazionale racconteranno le sfide, le paure, le vittorie e le ambizioni che li spingono ad affrontare giganti di roccia e neve per arrivare sulle vette del mondo. Alle
23 Rassegna Stampa – Agosto 2018
15.30 è la volta di conoscere i Ladini, popolo custode delle Dolomiti, che tra queste montagne ha fatto la propria casa conservando tradizioni e una lingua secolare. Si termina alle 16.30 con gli scrittori di montagna e le storie delle antiche terre dolomitiche: luoghi magici e senza tempo, che prendono vita e ci parlano attraverso i libri.(Le foto di questa pagina sono di Anton Sessa) Dopo il successo delle precedenti edizioni, torna anche quest'estate la "Festa ta Mont". Da venerdì 3 a domenica 5 agosto nella meravigliosa cornice della Val San Nicolò (Val di Fassa), andrà in scena la ricca tradizione ladina, fatta di costumi tradizionali, musica, specialità culinarie, giochi, storie e leggende in una magica atmosfera. Scrigno di rara bellezza, incastonato tra rocce, cielo e erba, la Val San Nicolò è pronta a schiudersi e offrire momenti emozionanti e genuini e uno spaccato della cultura ladina che in queste zone è rimasta intatta e autentica. Tra le vecchie baite, dalle quali escono profumi intensi di latte e formaggio, ospiti e visitatori potranno conoscere i gustosi piatti tipici, preparati con la genuinità e la semplicità di casa, e poi da ogni angolo musica folkloristica a fare da contorno a una festa che è insieme tradizione, divertimento e cultura. Quest'anno la "Festa ta Mont" propone il tema «Dolomites, montagne dell'identità»: protagoniste saranno la Montagna e le Dolomiti, che l'Unesco nel 2009 ha iscritto nei Patrimoni naturali dell'umanità. Un "bene seriale" che è di tutti. Un patrimonio che merita di essere rispettato e salvaguardato. Durante questi giorni di festa lo si potrà conoscere più da vicino, grazie agli eventi in programma, fra cui cinque imperdibili incontri (vedi articolo sopra) con nomi prestigiosi del panorama culturale, sportivo e scientifico.Tante sono le attività organizzate lungo il percorso della Festa, da mattino fino a sera. Dopo la serata inaugurale di venerdì 3 agosto, con la sfilata dei gruppi di volontariato per le strade di Pozza di Fassa, nelle giornate di sabato 4 e domenica 5 agosto si sale in Val San Nicolò con la navetta o a piedi. I più allenati possono partire per una gita a Lauscel (sabato) o a Buffaure (domenica) con le Guide alpine, gli altri possono portarsi sul luogo della Festa. Grandi e piccoli vivranno momenti indimenticabili, solo a lasciarsi affascinare dall'ambiente naturale, solo a vedere i piccoli diventare grandi e i grandi diventare piccoli lanciandosi con la teleferica, o tuffandosi nel fieno pungente e profumato. Il tiro con l'arco per riscoprirsi antichi cacciatori o una discesa adrenalinica con gli sci d'erba e ancora il giro col pony per sentirsi cavalieri, il villaggio del latte, la mostra d'arte per scoprire tradizioni e mestieri e ancora le fotografie in bianco e nero che ritraggono paesaggi e visi d'altri tempi. La pausa ci vuole, le bontà da provare sono tante, saporite, gustose e preparate con ingredienti locali e genuini, col tocco speciale della simpatia degli oltre duecento volontari. La montagna dolomitica è pronta a farsi conoscere, non solo nei suoi luoghi incantevoli, ma anche nelle genti che vi abitano.Informazioni: www.festatamont.it . Messaggero Veneto | 2 Agosto 2018 p. 33 La verticalità delle Dolomiti patrimonio Unesco AURONZO La tradizione impone un sottotitolo per ogni edizione della Camignada. Un tema chiamato ad accompagnare l'evento sportivo. Lo scorso anno furono le orme dei dinosauri, prima ancora i colori, quest'anno invece sarà la verticalità intesa come peculiarità delle Dolomiti patrimonio Unesco. La verticalità, simboleggiata dalle Tre Cime di Lavaredo, è una delle caratteristiche messe in rilievo dalla dichiarazione di Siviglia del 2009 con la quale le Dolomiti vennero iscritte nella lista del patrimonio Unesco. «I nove sistemi montuosi che compongono le Dolomiti patrimonio dell'umanità comprendono una serie di paesaggi montani unici al mondo e di eccezionale bellezza naturale» si legge nel documento «le loro cime, spettacolarmente verticali e pallide, presentano una varietà di forme scultoree che è straordinaria nel contesto mondiale». La fondazione Dolomiti Unesco sarà al fianco della Camignada. – Gazzettino | 3 Agosto 2018 p. 15 Il ruolo della donna nell'imprenditoria alpina in vista delle sfide future CORTINA Il futuro delle Alpi è donna: della montagna al femminile si parlerà a Cortina d'Ampezzo il 22 agosto, in una tavola rotonda che rientra fra le iniziative della Fondazione che organizza i Mondiali di sci alpino 2021. La giornata ha l'obiettivo ambizioso di mettere in circolo buone pratiche per lo sviluppo turistico e sportivo delle terre alte e la lotta allo spopolamento. I PARTECIPANTI La mattina, al museo delle Regole d'Ampezzo, sede del Parco naturale delle Dolomiti d'Ampezzo, sarà riservata agli addetti ai lavori: dopo i saluti istituzionali e l'introduzione di Mara Cernic, presidente gruppo di lavoro sul turismo sostenibile della Convenzione delle Alpi, e Carolina Sciomer, della delegazione italiana nella Convenzione, referente della Carta di Cortina, ci
24 Rassegna Stampa – Agosto 2018
saranno gli interventi di Marianna Elmi vice segretario generale Convenzione delle Alpi; Federica Corrado presidente di Cipra Italia; Barbara Ehringhaus presidente di Pro-Mont-Blanc; Ester Cason Angelini della fondazione Giovanni Angelini- Centro studi sulla montagna; Susanna Sieff che dirige la sostenibilità della Fondazione Cortina 2021; Valeria Ghezzi presidente Associazione nazionale impianti a fune; Marcella Morandini direttrice della Fondazione Dolomiti Unesco; Anna Scuttari ricercatrice al centro studi avanzati di Eurac research. Alle 18, all'hotel Cristallo, l'appuntamento per un pubblico più ampio, una tavola rotonda con Vannia Gava, sottosegretario all'Ambiente, Marianna Elmi della Convenzione delle Alpi con Gianpietro Ghedina sindaco di Cortina. SOSTENIBILITA' TERRITORIALE L'appuntamento nasce dalle riflessioni scaturite dalla Carta di Cortina sulla sostenibilità dei grandi eventi in montagna, firmata sotto la Tofana nel gennaio 2016; è organizzato da Ministero dell'Ambiente e Convenzione delle Alpi, con la sua delegazione italiana, assieme alla Fondazione Cortina 2021. La giornata dedicata a Il ruolo della donna per lo sviluppo di un turismo sostenibile dei territori di montagna si sviluppa pertanto in un momento di approfondimento, seguito da un dibattito tra donne impegnate nel promuovere la concreta transizione verso un turismo verde in tutte le Alpi. Tiene conto della recente dichiarazione sul ruolo delle donne nelle regioni di montagna promossa dalla presidenza austriaca della Convenzione delle Alpi, nel 2017, sottoscritta da tutti i ministri alpini. Tanti i punti di vista esplorati: dalle rappresentanti delle istituzioni e degli enti pubblici, privati e di ricerca, fino alle maestre di sci e alle guide alpine. A dimostrazione che il futuro della montagna è donna: accogliente, fertile di idee e iniziative, aperto e innovativo, legato a doppio filo ai cicli della natura. In conclusione Valerio Giacobbi, amministratore delegato di Fondazione Cortina 2021, Flavio Roda presidente Federazione italiana sport invernali e Benedetto Gaffarini assessore all'ambiente del comune di Cortina d'Ampezzo, avvieranno un percorso di ideale passaggio di testimone verso località egualmente sensibili alle tematiche della sostenibilità.M.Dib. L’Adige | 6 Agosto 2018
p. 16 Festa Ta Mont per diecimila POZZA DI FASSA Grande successo per la Festa Ta Mont, che ha scaldato i cuori di oltre diecimila visitatori. La festa si è svolta da venerdì 3 a ieri, tra le baite della splendida Val San Nicolò, una delle più belle valli del Trentino, laterale della Val di Fassa. L'impegno organizzativo, come ogni anno, è stato enorme, e ha coinvolto le energie di oltre trecento, tra collaboratori e volontari. Ma il risultato è stato superiore ad ogni attesa, tra incontri culturali, musica, sapori, gli splendidi panorami fassani e tanta allegria. Tra gli ospiti di ieri, insieme a tanti altri, anche Tamara Lunger , Mauro Corona e Piero Badaloni che hanno allietato gli ospiti con discorsi spensierati sul senso della montagna.
25 Rassegna Stampa – Agosto 2018
Tra i tanti presenti anche Michele Dallapiccola , assessore all'agricoltura e turismo della Provincia Autonoma di Trento, che ha dichiarato: «Bellissima la festa di quest'anno, che ha ospitato anche Latte in Festa. La Festa Ta Mont è capace di trainare anche la nostra pregiata produzione casearia trentina, insieme a questo, anche famiglie, bambini, divertimento e musica». Fausto Lorenz , tra gli organizzatori, ci tiene a dichiarare che «la festa Ta Mont è innanzitutto un evento che va ad accorpare numerosi gruppi di volontari di tutta la Val di Fassa. Abbiamo addobbato la Val San Nicolò e i turisti sono felici in questo ambiente che crea amicizia ed è occasione di dialogo e di incontro. Tutti i volontari dimostrano, durante la preparazione dell'evento, un'identità fedele alla nostra località. Questa festa poi è legata anche alla gastronomia e alla cultura, ma si differenzia da altri eventi simili tramite una proposta giocosa ed allegra» Evelyn Bortolotti , tra le organizzatrici più attive della festa dice invece: «Questa conca dove si svolge la festa è un luogo meraviglioso e vorrei invitarvi tutti a scoprirlo. A livello culturale quest'anno abbiamo proposto argomenti sulle Dolomiti nel loro complesso, per agevolare la conoscenza di queste montagne patrimonio dell'umanità.» La Festa ta Mont si è aperta venerdì con la sfilata dei gruppi di volontariato e della Musega de Poza lungo Strada de Meida. Poi, dopo un sabato dedicato alle gite e alla Notte incantata, con l'illuminazione garantita da piccole luci e fiaccole, ieri il clou. Apprezzatissimo invece ieri il villaggio di «Latte in Festa», un intero spazio di attività e degustazioni dedicate al mondo del latte con giochi, laboratori, spettacoli, momenti golosi e di relax, immersi nella splendida scenografia della Val San Nicolò. La festa è proseguita poi fino a sera, con tanti eventi. Corriere delle Alpi | 8 Agosto 2018
26 Rassegna Stampa – Agosto 2018
p. 29 Per il 70° dei diritti umani quattro giorni di grandi eventi Francesco Dal Mas AURONZO Dopo essere stata la capitale delle "Dolomiti patrimonio dell'umanità", dove l'Unesco ha piantato la sua bandiera, addirittura con la partecipazione dell'allora presidente Giorgio Napolitano, Auronzo si proietta verso un'altra leadership, quella dei diritti umani. Ospiterà, infatti, "Il sogno di Eleonora", un progetto internazionale che il fondatore di "Art for Amnesty" e attivista dei diritti umani, Bill Shipsey, ha ideato per celebrare il 70° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani. Si tratta, in breve, di un festival di 4 giorni densi di incontri, eventi culturali e momenti di riflessione. Ne è paladina Tatiana Pais Becher, il sindaco, già protagonista con Shipsey della catena umana intorno alle Tre Cime.Che cos'è allora "Il sogno di Eleonora"?« È un tributo alla first lady Eleanor Roosevelt», dice Pais Becher, «che ebbe un ruolo cruciale nell'adozione della Magna Carta dell'Umanità il 10 dicembre 1948. Bill Shipsey ha pensato che Auronzo fosse il luogo ideale in Italia per ospitare tale evento, motivando la scelta con una citazione della Roosevelt: "Se i diritti umani hanno importanza, devono avere rilievo innanzitutto nei piccoli luoghi vicini a casa", e me l'ha proposto da tempo» . Auronzo non è da sola...«Facciamo parte di un progetto internazionale con le capitali europee di Parigi, Lubiana, Ginevra, Zurigo, Atene, Lisbona, coinvolgendo il mondo dell'arte e della cultura italiano e mondiale».Ma l'opposizione vi rimprovera sostenendo che le poche risorse del Comune andrebbero spese per risolvere problemi più seri...«La interrompo. Il Comune di Auronzo, contrariamente a ciò che dice la minoranza, non spenderà un solo euro per la statua/ busto in bronzo raffigurante Eleanor Roosevelt che sarà posta nella piazzetta di via Ospitale, che per l'occasione sarà intitolata alla first lady: la scultura è stata commissionata da Shipsey all'artista cecoslovacca Marina Seborova, che ne ha realizzate altre 4 da posizionare in varie città del mondo. Shipsey ha inoltre provveduto ad invitare da noi la nipote di Eleanor Laura Roosevelt e la pronipote Truda».A spese del Comune?«No, lui stesso finanzia il viaggio dagli States e il soggiorno ai piedi delle Tre Cime. E, già che siamo, permettetemi di ringraziare il prefetto di Belluno, Francesco Esposito, che ha partecipato in prima persona alla conferenza di presentazione dell'evento e il suo ufficio che ha predisposto l'iter burocratico necessario per l'intitolazione della piazza, intitolazione che richiede l'attenta valutazione delle motivazioni e del curriculum del personaggio proposto anche da parte della Soprintendenza».Lei è stata l'ideatrice nel 2002 della rassegna per le scuole "Il Mondo è vostro potete cambiarlo", nel 2009 ha organizzato la catena umana alle Tre Cime, nel 2015 quella "Le Dolomiti abbracciano i diritti umani". Ritiene che questo sia anche il compito di un sindaco?«Credo che il ruolo di un amministratore pubblico non sia semplicemente quello di occuparsi della manutenzione di strade e marciapiedi o di realizzare opere pubbliche, ma anche quello di coinvolgere le future generazioni e di lanciare un messaggio di pace, uguaglianza e speranza per costruire insieme un mondo migliore. E lo scenario delle Dolomiti credo sia assolutamente il migliore per farlo». -- BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI Gazzettino | 15 Agosto 2018 p. 15 edizione Belluno Convegno geologico sul Monte Rite VAL BOITE La Sigea, società italiana di geologia ambientale, organizza un evento unico. Con la partecipazione straordinaria di Piero Gianolla, dell'università di Ferrara e Jacopo Boaga dell'università di Padova e il contributo di Cesare Lasen, della Fondazione Dolomiti Unesco, esperto del passaggio vegetale dolomitico e la sua evoluzione, la Sigea ha organizzato il 15 settembre un'escursione geologica al Monte Rite. Il Rite è una delle mete più frequentate nei mesi estivi per escursioni, per una visita al Museo fra le nuvole, quest'estate anche per la Biennale d'Arte Dolomiti e soprattutto per ammirare uno fra i più bei panorami a 360 gradi sulle Dolomiti. L'unione Montana della Valle del Boite visto il carattere meritorio dell'iniziativa ha ritenuto di aderirvi inserendo il nome dell'ente sovra comunale della Valle del Boite nei manifesti e nelle locandine che riferiscono della manifestazione e concede alla Sigea il patrocinio per l'organizzazione dell'evento.GB Gazzettino | 20 Agosto 2018 p. 9 edizione Belluno Imprese, teatro: Trek festival per le Tre Cime
27 Rassegna Stampa – Agosto 2018
LA RASSEGNA Sarà al via il 26 di questo mese fino al 2 settembre la 2a edizione del Tre Cime Trek festival con tutta una serie di appuntamenti culturali nel segno delle Dolomiti Patrimonio dell'Umanità Unesco. Una celebrazione questa frutto di un'iniziativa tesa a valorizzare ulteriormente l'ambiente montano della Val d'Ansiei e del Cadore, cogliendo anche aspetti inediti al di là di quelli celebri che fanno la fortuna di questo angolo delle Alpi. Scorci e aspetti di vita che si possono cogliere con il passo lento tipico di chi va in montagna con lo spirito dell'esplorazione e dell'attenta osservazione di ciò che lo circonda. Così ogni sera con entrata libera per tutti gli incontri andranno in scena i personaggi che con le loro imprese e le loro opere artistiche hanno fatto e stanno facendo la storia della montagna. L'apertura della rassegna, organizzata dal Comune di Auronzo, dal CAI e dal Consorzio Turistico Tre Cime Dolomiti, sarà affidata al regista e scrittore Giovanni Carraro, che domenica 26 agosto alle 21 presenterà al Teatro Kursaal il trailer del suo nuovo film Tre Cime di Lavaredo: la Trinità delle Dolomiti, in attesa del debutto ufficiale previsto per il 7 settembre nella stessa sala. Saranno presenti i protagonisti del documentario: Giuseppe Zandegiacomo Sampogna, capo del locale soccorso alpino, le due celebri guide-esploratori Alziro Molin e Gianni Pais Becher oltre al geologo Gianluca Piccin, all'alpinista scrittore Mauro Corona, coordinati dal giornalista Andrea Cecchella. Lunedì 27 la Fondazione Dolomiti Unesco presenterà al pubblico cadorino il documentario di Piero Badaloni Dolomiti Bene Comune con l'introduzione affidata al direttore Marcella Morandini. Il programma prosegue martedì 28 con lo scrittore e fotografo Urs Bernhard che presenterà il volume L'odore della roccia. Mercoledì 30 invece la compagnia teatrale gli S(legati) propone lo spettacolo L'altro Everest. In cartellone giovedì 31 agosto e venerdì 1 settembre vede protagonisti l'alpinista Lino Zani e il giornalista e amico delle Dolomiti Massimiliano Ossini, conduttori di Linea Bianca, trasmissione di Rai 1 presente nello scorso inverno in uno spettacolare reportage sulla Val d'Ansiei. Per l'occasione Zani, che è stato guida di Papa Wojtyla sulle Alpi, presenterà il volume Era Buono, era Santo, mentre Ossini riproporrà le immagini invernali girate nell'area delle Tre Cime di Lavaredo, a Misurina e a Palùs San Marco. A chiudere il festival, domenica 2 settembre alle 21 in Sala Consiliare del municipio di Auronzo in Via Roma ci sarà il teologo Vito Mancuso con una riflessione sul tema della Bellezza legata alle Dolomiti.Gianfranco Giuseppini Trentino | 26 Agosto 2018 p. 34 Le Dolomiti di Badaloni a Malé di Eva Polli MALÉ Sala della Comunità piena per le Dolomiti di Piero Badaloni organizzata dall'assessore Luciana Pedergnana, con la collaborazione del Gruppo di iniziativa culturale di Terzolas e l'Apt della Val di Sole. L'iniziativa ha permesso al pubblico di uscire con una nuova prospettiva sulle Dolomiti, quella unitaria voluta dalla Fondazione delle Dolomiti Unesco protagonista fra il 2009 e il 2011 di un tour de force per convincere l'Unesco dell'unitarietà, unicità, eccezionalità e importanza storico scientifica di questo arcipelago con nove sistemi montuosi tra loro separati da fiumi e vallate distribuito su un territorio di 142.000 ettari appartenenti a cinque province che la Fondazione si è impegnata a far gestire unitariamente. E a questa unitarietà si ispirano le sei puntate del reportage realizzato da Piero Badaloni anche con Fausta Slanzi che ha introdotto con Badaloni la serata.La puntata fatta vedere a Malé riguarda l'unitarietà di sensazioni che le Dolomiti evocano e suscitano nei pittori, a partire dal quel capostipite Tiziano Vecellio che per primo le ha immortalate nelle sue tele; ma tale arte ha raggiunto l'espressività massima con Gilbert, celebre per i suoi acquerelli, Edward Compton definito il principe delle illustrazioni sulle Dolomiti e un sorprendente Dino Buzzati in versione di pittore; pur essendo tanto distanti fra loro hanno testimoniato una montagna cui accedere con rispetto reverenziale. Con l'avvento della fotografia si è passati dalla forma all'idea. Non che esista una lingua specifica per dar forma alle Dolomiti pur tuttavia è rintracciabile un'unitarietà nella discontinuità degli aspetti per dar conto di un ambiente costituito da mistero, immensità e straniamento. La cultura romantica ha raffigurato l'insondabile e dato visibilità al brivido dell'irrazionale e della drammaticità; poi il mito della montagna con i Crepuscolari è divenuto simbolo di liricità, luogo di pace e di silenzi nelle raffigurazioni di chi vi è nato, luogo di vita pastorale in pittori come il solandro Bartolomeo Bezzi, ideatore della Biennale d'arte di Venezia che fa giusto da tramite con la gondola con cui ha inizio il filmato di Piero Badaloni; è infatti da Venezia che partì l'epopea per la scoperta delle Dolomiti.
28 Rassegna Stampa – Agosto 2018
Trentino | 29 Agosto 2018
p. 32 Le "bambole di pietra" di Paolo Martini PREDAZZO Si concludono domani gli "aperitivi con l'autore" che hanno caratterizzato, assieme al "Campiello secondo noi" e a una serie di iniziative per bambini, l'estate della biblioteca di Predazzo. Nell'aula magna del municipio alle 17.30 ci sarà Paolo Martini che presenterà "Bambole di pietra: la leggenda delle Dolomiti" edito da Neri Pozza, in un confronto-dialogo con la direttrice della Fondazione Dolomiti Unesco Marcella Morandini. Giornalista e autore televisivo di lungo corso, Martini ha lavorato a Il Giorno, Panorama, L'Europeo e Il Corriere della sera. Dal '95 ha scelto la libera professione collaborando con le maggiori testate. Negli ultimi tempi si è dedicato ai reportage di viaggi e turismo per Bell'Italia, Touring e altri periodici. Ha scritto e curato "Quelli della notte" di Renzo Arbore e "Il portalettere" di Piero Chiambretti, oltre ad altri saggi. "Bambole di pietra" è un libro denuncia sul degrado delle montagne dolomitiche provocato dal turismo di massa, in cui l'autore ricorre a un artificio: far rivivere ai nostri giorni alcuni personaggi storici per evidenziare maggiormente il processo di trasformazione e mitizzazione delle Dolomiti, l'invasività del turismo culminata nella monocultura dello sci, il traffico, il trionfo del lusso alberghiero. Cosa scriveranno Dolomieu, lo scopritore dei Monti pallidi, 230 anni dopo la sua morte a de Saussure, Cesare Battisti a Karl Kraus, Dino Buzzati a Rolly Marchi e Andreas Hofer a Papa Luciani? Martini, scrittore di viaggi e appassionato di montagna, non usa mezzi termini nel descrivere il volto del territorio dolomitico dopo due secoli di turismo, non risparmiando neppure per alcuni aspetti la Fondazione Dolomiti Unesco. Anche alla luce dei problemi del traffico prodotto proprio da chi vuole raggiungere questo "grande terreno di gioco", come lo definisce l'autore, che sono le Dolomiti.(f.m.)
29 Rassegna Stampa – Agosto 2018
NOTIZIE DAI PARCHI Trentino | 5 Agosto 2018
p. 34 Progetto di ricerca per svelare le Dolomiti STREMBO Il Parco Naturale Adamello Brenta lancia "BioMiti", un nuovo progetto di ricerca che si propone di ottenere dati utili alla salvaguardia degli ambienti naturali delle Dolomiti di Brenta a fronte dei processi di mutamento climatico in atto. Al momento è in atto una prima fase sperimentale che prevede diversi tipi di monitoraggio a differenti altitudini, dai 1.999 metri di altezza dei lariceti dell'alta Vallesinella fino alle pietraie di Cima Grostè, poste a 2.900 metri sul livello del mare. Da fine maggio alla settimana scorsa sono state approntate 6 stazioni di campionamento, una ogni 200 metri di dislivello, che vengono ora utilizzate per studiare la fauna e la flora del territorio e le loro interazioni anche in relazione al terreno dolomitico.I dettagli sull'iniziativa li fornisce Andrea Mustoni, il responsabile del Settore Ricerca Scientifica ed Educazione Ambientale del Parco: «BioMiti è un importante progetto pluriennale che si propone di conoscere meglio la natura che caratterizza le Dolomiti, montagne che ancora oggi nascondono segreti meravigliosi che vanno tutelati per la bellezza dalla nostra vita e per le generazioni future. L'indagine sarà condotta sulla base di rilevamenti faunistici, floristici, climatici e geologici eseguiti dal gruppo di ricerca scientifica ed educazione ambientale del Parco con l'aiuto di alcuni tesisti. Il progetto si sviluppa anche grazie alla collaborazione con i ricercatori dell'Università di Sassari e con la sezione di zoologia degli invertebrati e idrobiologia del Muse. Nel tempo, verranno avviate ulteriori collaborazioni specialistiche che renderanno l'iniziativa unica nel suo genere. Gli ambienti montuosi sono particolarmente vulnerabili al rapido riscaldamento globale e ci si aspetta che nei prossimi decenni sull'Arco Alpino gli impatti sugli ecosistemi saranno ancor più drammatici. Per le caratteristiche intrinseche della ricerca e i fini che ci proponiamo con i nostri partner, BioMiti dovrà restare un cantiere aperto per anni. Una sorta di monitoraggio permanente, capace di fornire dati per conservare l'ambiente e gestirlo nel miglior modo possibile. Una responsabilità da Parco!». (s.m.)
30 Rassegna Stampa – Agosto 2018
NOTIZIE DAI SOSTENITORI Alto Adige | 6 Agosto 2018 p. 16 Longiarù diventa il «paese degli alpinisti» Ieri Longiarù, frazione di San Martino in Badia, è stata ufficialmente dichiarata «paese degli alpinisti», entrando a fare parte di una ristretta cerchia di località dove si porta avanti un turismo sostenibile. La cerimonia è stata organizzata dall'Alpenverein e per l'Alto Adige si tratta del secondo paese ad ottenere tale riconoscimento, che vede insieme i club alpini di Italia, Austria, Germania e Slovenia. Una giornata stupenda ha datto da cornice alla cerimonia tra «viles» e mulini nel panorama dolomitico. Alto Adige | 9 Agosto 2018
p. 32 Selva, i giapponesi la novità dell'estate di Sofia Forni SELVA GARDENA «La vera novità a Selva Gardena, anche nei mesi estivi, è la clientela proveniente dall'Asia, soprattutto da Corea e Giappone. Si registrano ben 400 pernottamenti solo a luglio» sottolinea la direttrice dell'associazione turistica Irene Delazzer. «Ma anche la clientela russa sembra dimostrare interesse per i mesi caldi, sono stati registrati 500 pernottamenti». Il Parco Naturale Puez-Odle è stato dichiarato dall'Unesco patrimonio mondiale dell'umanità e questo ha comportato una buona pubblicità, attirando l'interesse di tour operator internazionali. «Questo tipo di clientela in media si ferma pochi giorni, giusto il tempo di scattare qualche foto». È in atto una sorta di mutamento, una clientela giovane e internazionale, che però viene a visitare la val Gardena per una volta, al massimo due. Anche se in parte i clienti abituali, che vengono da decine di anni, sono presenti e quantomai apprezzati. «Il turismo è in fase di cambiamento e noi ci adeguiamo alle richieste» sottolinea la direttrice.«Anche se il caldo quest'anno è arrivato tardi il mese di luglio è comunque andato bene e ha fatto registrare un totale di 165.612 pernottamenti, un calo dell'1 per cento rispetto all'anno precedente quando erano stati totalizzati 167.598 pernottamenti, differenza comunque non significativa» prosegue Delazzer. «Rimane al primo posto il cliente italiano, che rappresenta il 55%. Segue il cliente tedesco con il 19%, Inghilterra, Svizzera e Svezia rappresentano il 3-4%». L'interesse principale che spinge le persone a trascorrere le vacanze in montagna resta la possibilità di praticare sport all'aria aperta: camminate, arrampicate, escursioni in bici, queste sono solo alcune delle svariate possibilità offerte dal territorio. Aumenta anche la clientela che viene per andare in mountain bike, la meta prediletta per questa attività è la zona del Sellaronda. I clienti degli alberghi più grandi vengono anche solo per trascorrere alcuni giorni rilassanti lontani
31 Rassegna Stampa – Agosto 2018
dalla frenesia della città. Tutti i turisti apprezzano molto le manifestazioni culturali e musicali, che permettono di conoscere meglio le tradizioni e le usanze del posto, prova ne sia la buona partecipazione anche ai corsi di ladino per turisti.«La tipologia di alloggio prediletto resta l'albergo a 3-4 stelle, seguono i residence e all'ultimo posto i garni» sottolinea Delazzer. «La durata media dei pernottamenti è di 5,3 notti. Per arrivare ad una media di 6 notti bisogna andare indietro fino al 2013». «Se agosto confermerà le previsioni, avremo tutti i motivi per essere pienamente soddisfatti» conclude Delazzer.©RIPRODUZIONE RISERVATA
NOTIZIE DAI RIFUGI L’Adige | 8 Agosto 2018
p. 33 Sporcizia e incuria, vandali al bivacco Minazio PRIMIERO Un comportamento poco decoroso di alcuni alpinisti rischia di minare l'intero sistema turisitco legato alla montagna e ai bivacchi. A denunciarlo è Duilio Boninsegna, guida alpina e gestore del Rifugio Pradidali, tramite la pagina Facebook «Associazione Rifugi del Trentino»: «stamattina ci è stato segnalato che il bivacco Minazio nello splendido Vallon delle Lede era in condizioni pessime, sporco e in grande disordine» ha scritto, aggiungendo che «non competerebbe a noi ma ogni tanto andiamo comunque a dare un'occhiata e una sistemata. La maleducazione di certe persone nelle strutture alpinistiche aperte e non gestite é un problema antico e annoso che andrebbe preso in considerazione da chi di dovere. Non è certo una bella immagine anche nei confronti dei tanti turisti-alpinisti di ogni parte del mondo che in questo periodo frequentano le nostre meravigliose Dolomiti ora anche Patrimonio dell'Unesco». Gazzettino | 19 Agosto 2018 p. 10 edizione Belluno Al Città di Fiume è caccia al tesoro VAL DI ZOLDO Quali tesori nascondono il Pelmo, il Civetta e tutte le altre vette e catene delle Dolomiti? Non solo il fascino di escursioni, arrampicate e, d'inverno, passeggiate con gli sci ai piedi. Certamente questo, ma anche molto altro. Ne sono convinti Caterina e
32 Rassegna Stampa – Agosto 2018
Mario, che all'ombra del loro rifugio, il Città di Fiume, hanno organizzato per oggi una caccia al tesoro: un tesoro geologico. Da scoprire, da conoscere e da valorizzare. Perciò hanno programmato per questa domenica di agosto inoltrato in Val Fiorentina questo evento speciale, ma non isolato, l'ennesima iniziativa culturale, che arriva a conclusione di una stagione già ricca. E di altri anni di impegno. «Quando alcuni anni fa abbiamo rilevato la gestione di questo presidio d'alta montagna -racconta Mario, uno dei gestori- ci siamo subito imposti di uscire, coni fatti, dallo stereotipo del rifugio alpino, dedito solo al sostegno di escursioni e ascensioni: volevamo caratterizzarlo per l'originalità e il pregio delle iniziative. Adesso possiamo sostenere con legittimo orgoglio di essere stati dei battistrada, perché non c'è quasi più rifugio nell'arco alpino che non punti a concretizzare almeno un paio di eventi culturali nel corso della stagione di apertura. Ma altrettanto non si poteva certo dire quando abbiamo iniziato noi». Stamattina l'appuntamento al Città di Fiume è fissato alle 11, con una lezione introduttiva dell'esperto del gruppo grotte Gastone Trevisiol del Cai di Vicenza, Nereo Preto, geologo, professore all'università di Padova, che spiegherà ai partecipanti -bambini e ragazzi dai 6 ai 15 anni, accompagnati dalle rispettive famiglie- come riconoscere le rocce, e il dovere di rispettarle, prima della presentazione della caccia al tesoro. Che prenderà il via alle 14 e premierà (alle 16) i più abili. Cioè i giovani concorrenti che saranno riusciti a riconoscere le rocce estranee all'ambiente, collocate lungo il percorso, articolato in 3 tappe.Angelo Santin
33 Rassegna Stampa – Agosto 2018
STUDI E RICERCHE Corriere delle Alpi | 9 Agosto 2018
p. 22 Busa delle Vette, pastorizia praticata piĂš di 1500 anni fa Roberto Curto / vette feltrine Una presenza stanziale di pastori che risale nelle sue testimonianze piĂš antiche al quinto secolo ma che sono ormai provate fino
34 Rassegna Stampa – Agosto 2018
al quindicesimo secolo. Non smette di regalare sorprese e soddisfazioni la campagna di scavo archeologica agli oltre duemila metri di quota della Busa delle Vette, non lontano dal Rifugio "Dal Piaz", dove gli archeologi hanno la loro base. ATTIVITà COMINCIATA NEL 2013Cominciati in fase preliminare nel 2013 su spinta di Piergiorgio Cesco Frare,gli scavi hanno poi permesso di scoprire quanto quell'area fosse un esempio di come la pastorizia sia riuscita a svilupparsi anche a una quota che va oltre gli standard conosciuti, fissati attorno ai 1.800 metri. L'attività svolta ha permesso di accertare la presenza dell'uomo sulle Vette Feltrine oltre 1500 anni fa con la pastorizia a fare da collante alle mansioni quotidiane. CAMPAGNA 2018 POSITIVAFabio Cavulli e Anna Luisa Pedrotti, entrambi dell'Università di Trento, e Francesco Carrer dell'università inglese di Newcastle concluderanno domani la loro attività stagionale. Tanto il materiale recuperato e da catalogare per dare ulteriore significato all'attività archeologica. Domenica scorsa, in occasione della giornata dedicata alle visite guidate con scavi aperti, sono stati parecchi gli escursionisti saliti per vedere di persona e farsi spiegare come si sta sviluppando la ricerca.E gli archeologi hanno potuto testimoniare il successo dell'operazione che si svolge in accordo con la Soprintendenza e con il Parco delle Dolomiti bellunesi di cui quest'anno cadono i 25 anni. GLI SVILUPPI DAL 2016Dalle prime ricerche che nel 2014 hanno individuato due recinti pastorali risalenti al X e XV secolo, la campagna di scavi si è poi spostata nel 2016 al di fuori, ma non lontano dai recinti pastorali, dove è stata individuata quella che doveva essere una capanna utilizzata dai pastori in età ancora precedente: «Abbiamo rinvenuto molto materiale in ceramica», afferma Francesco Carrer dell'università di Newcastle, «che i pastori dell'epoca portavano in quota e tanti frammenti in ferro e bronzo che facevano parte di oggetti di uso comune. Infine molte ossa, soprattutto di ovocaprini, che erano gli animali allevati qui. Ci sono le prove per una presenza stanziale sul luogo, con i reperti più antichi risalenti al V secolo. La capanna è stata certamente occupata anche nel VII e VIII secolo e si tratta di una cosa abbastanza particolare visto che ci troviamo oltre quota duemila metri. E soprattutto, sembra che al di là dei momenti più o meno floridi dell'economia del fondovalle, quassù l'attività procedesse in modo continuo».escursionisti curiosiDomani si chiude la campagna 2018 di scavi: «Siamo molto soddisfatti», aggiunge ancora Francesco Carrer, «abbiamo raccolto molto materiale e una serie di dati che dovremo analizzare nei prossimi mesi. I reperti sono molto interessanti. Domenica scorsa abbiamo deciso di dedicare una giornata alle visite degli escursionisti e devo dire che ho notato parecchio interesse. Anche nei giorni feriali c'è sempre qualcuno che si avvicina per chiedere informazioni». -- BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI Gazzettino | 20 Agosto 2018 p. 8 edizione Belluno La risorsa Mondeval un museo tra i pascoli SAN VITO C'è stato un incontro a San Vito di Cadore con gli archeologi che stanno lavorando sul sito di Staulanza. È servito per fare il punto e capire dove la ricerca storica possa portare. «E' stata una serata divulgativa ma anche propositiva per uno sviluppo turistico ambientale culturale legato alle grandi peculiarità del passato» ha detto il sindaco Franco De Bon. Già perchè a nord ovest del suo territorio San Vito possiede una grande risorsa: i pascoli d'alta quota di Giau, Mondeval, Prendera e Fiorentina. Sono uno dei più imponenti e suggestivi scenari dolomitici dove l'uomo ha lasciato le tracce della sua ininterrotta presenza dall'ultima glaciazione, 9000 a.C. circa, ai nostri giorni. IL PROGETTO A questi fattori storico ambientali si aggiungono oggi memorie popolari e suggestioni moderne che arricchiscono ulteriormente questo importante e spettacolare paesaggio culturale, facendolo diventare a tutti gli effetti una sorta di grande, articolato e completo Museo a cielo aperto. Per tutelare, valorizzare questo ricco bagaglio materiale e immateriale, al fine di avviare anche un nuovo sistema turistico culturale, da alcuni anni il Comune e le Regole, con la collaborazione dell'Union Ladina d'Oltreciusa, hanno elaborato il Progetto Cednea, Centro di Esposizione e Documentazione Naturalistica, Etnografica e Archeologica. Questa nuova struttura culturale sarà caratterizzata, da un lato, da una limitata presenza di reperti tradizionalmente esposti, in quanto visibili direttamente sul posto; dall'altro, da un ampio ricorso a criteri di raccolta e divulgazione della conoscenza basato principalmente su tecnologie mutimediali, interattive e di rete. Insomma il Cednea come via di mezzo tra una biblioteca, un laboratorio didattico e uno Science Centre. LA CULLA UNESCO Grandi potenzialità ma nel massimo rispetto, ancora il sindaco De Bon: «Questo è un progetto che da ulteriore valore ad un territorio ancora integro, quell'area è stato il primo sito delle Dolomiti che l'Unesco ha riconosciuto come patrimonio dell'umanità. Lo valutiamo con il massimo rispetto». Il Cednea si occupa della conoscenza dei territori corrispondenti all'antica Regola Granda di San Vito di Cadore, suddiviso oggi tra i territori dei comuni di San Vito, Selva e Borca di Cadore. Un ampio spazio dolomitico che si estende per circa 10 chilometri in linea d'aria tra i 1800 e i 2500 metri di quota. Dalla scoperta dell'Uomo di Mondeval, nel 1987, quest'area geografica è oggetto di intense ricerche e studi storico naturalistici, ma è stata anche luogo di applicazione delle
35 Rassegna Stampa – Agosto 2018
nuove tecnologie. Queste attivitĂ hanno fatto nascere tra i sanvitesi la consapevolezza di poter operare non solo per la conoscenza del sito mesolitico di Mondeval o la Marogna di Giau, ma per una valorizzazione complessiva del patrimonio storico, archeologico, etnografico e naturalistico della zona.Giuditta Bolzonello
36 Rassegna Stampa – Agosto 2018