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NOTIZIE DAI PARCHI

su un pascolo alla base delle splendide conche glaciali dei Van de Zità. Costituisce la principale base di appoggio per una delle tappe dell'Alta via delle Dolomiti n. 1 e nel 2023 festeggerà il trentennale di attività. «L'obiettivo è valorizzare sempre di più queste strutture e l'ambiente di pregio in cui sono inserite», commenta il presidente della Provincia Roberto Padrin, «il turismo delle alte vie e dei sentieri di montagna è sostenibile e porta ogni anno migliaia di persone alla scoperta delle nostre Dolomiti, soprattutto dall'estero. La sinergia con il Parco per lo sviluppo di questo genere di turismo, anche attraverso pacchetti dedicati da promuovere attraverso i rifugi, è sicuramente uno dei valori aggiunti del territorio bellunese e delle sue eccellenze». --e.D.C.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere delle Alpi | 17 agosto 2022

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«Il Parco valorizzi il territorio invece di porre ostacoli inutili»

la missiva «Credo molto nel valore dell'ente Parco e nelle potenzialità che può esprimere per il territorio bellunese». Inizia così la lettera con cui Camillo De Pellegrin, sindaco di Val di Zoldo, ha formalizzato le sue dimissioni dal consiglio direttivo del Parco. «Il Regolamento del Parco, di recente entrata in vigore, sembra censurare a priori le competizioni motoristiche, indipendentemente dalle modalità di svolgimento della corsa», contesta De Pellegrin, «ed in effetti, a seguito dell'ultima riunione del direttivo è stato ufficialmente annunciato dal presidente Vigne il diniego del Parco al rilascio dell'autorizzazione. Decisione che mi trova contrario e che mi ha portato quindi a maturare la scelta di lasciare, pur con rammarico, il direttivo».«La gara si snoda sulla strada provinciale 473. Viabilità regolarmente e ordinariamente destinata al transito dei veicoli, senza particolari limitazioni, così come confermato dall'articolo 18 del Regolamento del Parco», fa notare il consigliere dimissionario. «La decisione, assunta a maggioranza, è stata di interpretare in modo letterale il solo articolo 29 del regolamento, senza operare una lettura combinata con il disposto dell'articolo 18 comma 1 del medesimo, a mente del quale, all'interno del Parco, la circolazione sulle strade regionali, provinciali e comunali (la cui circolazione è quindi regolata dal Codice della Strada anche per quanto riguarda le relative competizione sportive con veicoli a motore) prive di divieto di transito è normalmente consentita». «Era pertanto possibile, dal mio punto di vista, operare un'interpretazione, o meglio una precisazione della portata dell'articolo 29», sottolinea il sindaco di Val di Zoldo, «che esplicitasse l'ambito di operatività del divieto di gare con veicoli a motore: al di fuori delle strade sopra citate, normalmente destinate alla circolazione veicolare. Interpretazione possibile e che sembra essere stata sposata anche dal ministero della Transizione ecologica (deputato all'esame preventivo del regolamento del Parco a cui la struttura e il Comune di Pedavena si erano rivolti proprio per la questione in oggetto)».Il Parco ha come fine la tutela dell'area protetta, insiste De Pellegrin, che quindi trova illogico «con una mano vietare la competizione, per un mero formalismo, e con l'altra, come deciso e annunciato in conferenza stampa, avviare la procedura di modifica dell'articolo in questione per consentire un futuro svolgimento della competizione». È una chiara ammissione, dice De Pellegrin, che la Pedavena - Croce d'Aune non crea danni all'area protetta. «Diversamente si sarebbe detto che la disposizione regolamentare oggi in vigore ha la sua ragione d'essere e così va applicata, in questa occasione, come in quelle future riguardanti altre manifestazioni».De Pellegrin contesta la bocciatura della sua proposta di delibera che voleva fissare l'interpretazione del regolamento, ma contesta anche il fatto che «ci si dichiara favorevoli ad una versione rivista della gara che di fatto, mutando per il tratto in zona Parco il termine da "competizione" a "trasferimento", di fatto consente il transito dei medesimi veicoli. Un escamotage solo formale».Per De Pellegrin la mossa del Parco «manifesta, credo, una illogicità e una incoerenza, che espongono tra l'altro l'ente ad un ricorso amministrativo il cui esito è tutt'altro che scontato sia a favore del Parco». Ma soprattutto: «Il Parco deve valorizzare e tutelare il territorio, non deve porre inutili ostacoli burocratici, privi di sostanza, allo sviluppo delle comunità che ci vivono e al mantenimento delle tradizioni che le contraddistinguono e arricchiscono». --© RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere delle Alpi | 21 agosto 2022

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Niente volo libero nell'area del Parco Dolomiti Superfly esclude l'area protetta

Roberto Curto

Feltre Una grana tira l'altra. Non bastava il no alla gara di velocità in salita Pedavena - Croce d'Aune. Il regolamento del Parco delle Dolomiti Bellunesi diventato legge nell'ottobre 2021 limita pure l'attività del volo libero. Restrizioni che hanno convinto il comitato organizzatore della "Dolomiti Superfly", competizione internazionale di hike & fly con base a Levico a tenersi a distanza dai confini dell'area protetta bellunese. La manifestazione prende il via oggi con al via i migliori specialisti di tutto il mondo e domani è probabile che i feltrini, alzando gli occhi all'insù, potranno vedere alcuni dei piloti in transito. Ma non sarà come due anni fa e nel 2018, quando la gara ebbe a Feltre uno dei punti di rilevamento, circostanza che obbligava i piloti a transitare nell'area del Parco.E non sarà così neanche in futuro, come spiega il direttore di gara Silvano Samaretz: «Abbiamo il massimo rispetto dell'ente che ha emanato il regolamento e proprio per questo l'area del Parco delle Dolomiti Bellunesi è stata e sarà esclusa dal percorso. C'è il divieto di decollo e atterraggio all'interno dei suoi confine e vige una distanza minima di 500 metri dalle creste per non disturbare la nidificazione dei rapaci. È ovvio che in queste condizioni per noi è impossibile includere quest'area».Eppure l'hike and fly è l'essenza del rapporto paritario tra uomo e natura, perché a differenza del parapendio, qui i concorrenti fanno tutto a piedi, comprese le salite per raggiungere le aree di decollo: «In effetti questa è una specialità che ha il massimo rispetto del territorio e chi la pratica è già un conoscitore della montagna», spiega ancora Samaretz. «Tra le cose che diciamo ai partecipanti c'è quella di non lasciare neanche un segno del proprio passaggio sul territorio, ma è una raccomandazione superflua perché si tratta di gente che avendo scelto di praticare questo sport è per forza un amante della montagna».Samaretz spiega tecnicamente perché è impossibile valutare un percorso che possa anche solo lambire il Parco: «Ci sono degli spazi aerei ben delimitati come gli aeroporti o le aree militari che noi inseriamo direttamente nei dispositivi dei piloti, i quali se si avvicinano troppo ricevono un segnale. Ma con un'area protetta come quella del Parco, delimitata solo sulla cartina è impossibile. E poi si rischierebbe la sicurezza dei piloti che potrebbero avventurarsi in zone pericolose per il volo libero. Restiamo in attesa, se in futuro il regolamento sarà modificato non ci saranno ostacoli per ricomprendere il Feltrino nel percorso. Tra l'altra siamo in eccellenti rapporti anche con il P&Da Club Feltre con il quale abbiamo già collaborato in passato. --© RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere delle Alpi | 21 agosto 2022

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Padrin: «No alle interpretazioni conservative all'eccesso»

le reazioni C'è un rischio da cui guardarsi. Pericoloso oggi e soprattutto in prospettiva. La distanza che aumenta tra Istituzioni, Enti e società. «Può diventare un problema», avverte l'onorevole Roger De Menech riflettendo sulla vicenda del Parco delle Dolomiti e della mancata autorizzazione della Pedavena Croce d'Aune. Dimissioni di un membro del direttivo a parte (Camillo De Pellegrin), il pericolo è che il territorio interpreti quella che dovrebbe essere un'opportunità di sviluppo, il Parco stesso, ancorché attraverso vincoli e relativi sacrifici, in un "problema", appunto, da cui liberarsi.Via ogni vincolo? Via il Parco, comincia a sostenere qualcuno. Così come in Comelico c'è chi, dopo "la liberazione dagli ultimi vincoli paesaggistici", attacca Soprintendenza, prima ancora gli ambientalisti, il Ministero, la Regione, Provincia e Comuni chiedendo mano libera e la libertà di fare non uno ma tre collegamenti sciistici. E per quanto riguarda i Passi dolomitici o i siti più iconici, perché prenotazioni, parcheggi numerati, magari anche pedaggi? Via la Fondazione Dolomiti Unesco che li suggerisce e le Province, nonché la Regione che invece li stanno studiando.«Attenzione», avverte Roberto Padrin, presidente della Provincia, «a questa deriva si arriva quando si esasperano le posizioni; quando si danno interpretazioni conservative all'eccesso». La vicenda della Pedavena Croce d'Aune, al di là di alcuni aspetti grotteschi - come li definisce De Menech - per cui si preclude la possibilità di svolgere un evento sportivo su una strada aperta al traffico veicolare, ripropone - sempre ad avviso del parlamentare dem - uno scontro tra ambientalismo e il resto della società. «Questo atteggiamento è un errore, in primo luogo culturale. Il Parco è una risorsa per tutti. Per la tutela che offre, per i progetti di ricerca che è in grado di sviluppare in connessione con gli atenei italiani ed europei, per le economie che inevitabilmente muove. Le esigenze di tutela del ministero, quindi dello stato e dei Comuni, in realtà coincidono. Proprio per questo è pericoloso oggi spezzare quest'unione e polarizzare l'opinione pubblica». «Lascio da parte il motivo diretto delle mie dimissioni dal Consiglio del Parco; spero che darà una risposta chiarificatrice il Tar», interviene Camillo De Pellegrin, sindaco di Val di Zoldo. «De Menech ha perfettamente ragione quando sostiene che non abbiamo alcun bisogno di riproporre contrapposizioni del secolo scorso, ma la necessità di dialogo; non di intransigenza, ma di capacità di relazioni con l'esterno».Padrin, quanto all'intransigenza delle posizioni e delle rivendicazioni, ricorda che i cambiamenti in corso richiedono flessibilità. E disponibilità anche a modificare le regole superate. «Il Parco non è ingessato, ma stia attento al rischio di diventarlo». --francesco dal mas© RIPRODUZIONE RISERVATA

Gazzettino | 23 agosto 2022

p. 6, edizione Belluno

«Alta via numero 1 fin dentro la città: avviato il progetto»

BELLUNO Portare il Parco in città, collegare l'Alta via numero 1 al centro storico e, poi, alla rete museale del capoluogo. I turisti, allora, potrebbero scendere dalla Schiara, passare per il Bus del Buson e poi giù lungo l'Ardo fino a Piazza Piloni. «Belluno è l'unico capoluogo di provincia all'interno di un Parco nazionale», precisa il sindaco di Belluno, Oscar De Pelegrin. «Abbiamo avviato un confronto con il presidente del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi Ennio Vigne spiega il sindaco di Belluno, Oscar De Pellegrin per sondare le possibilità di realizzare un nuovo tracciato, un proseguimento dell'Alta via numero 1 attraverso i boschi e lungo l'asta del torrente Ardo. Ora per raggiungere la città è necessario camminare lungo la strada, se si riuscisse a creare il tracciato allora in futuro la passeggiata potrebbe proseguire nella natura, attraverso luoghi di interesse storico come le officine Orzes e l'ex pescicoltura di Fisterre. Un progetto a cui aveva già pensato Piero Rossi, tra i padri del nostro Parco». Il percorso sarebbe in parte da realizzare da zero, in parte utilizzerebbe il tracciato già esistente che da Fisterre si collega a Borgo Pra. A finanziarlo potrebbero essere fondi dell'ente Parco. «Nella nostra città spiega il sindaco -, nel giro di pochi chilometri si può passare da un'escursione tra le Dolomiti alle sale di un museo, spostandosi a piedi. Non è mica una cosa da poco, è una prerogativa del nostro territorio che va valorizzata e il sentiero di collegamento con il centro storico si muove in questa direzione. Siamo ai confronti iniziali, non è ancora partito nulla, ma c'è l'intenzione di cogliere l'occasione di questi fondi e di farlo con un progetto di cui Belluno ha bisogno». «È un progetto interessante sotto l'aspetto turistico e della sicurezza spiega l'assessore ai lavori pubblici, Franco Roccon -. L'Altavia numero 1 passa per le Case Bortot, scende quindi in centro città e prosegue poi verso il Nevegal, ma il transito lungo la strada di Bolzano Bellunese verso Fisterre, ora come ora, è pericoloso. L'iniziativa permetterebbe di proseguire il tracciato nella natura, in tutta sicurezza e potendo godere di luoghi incantevoli lungo l'asta dell'Ardo. Esiste già uno studio realizzato anni fa dall'Ascom proprio su questo percorso, sarà un punto di partenza prezioso. Nei prossimi giorni incontreremo i portatori d'interesse e capiremo meglio la fattibilità e i costi dell'operazione». (Fe.Fa.)

Corriere delle Alpi | 24 agosto 2022

p. 23

Vigne: «Volo libero e Parco Non c'è divieto, ma regole»

Roberto Curto Feltre «L'esclusione dell'area del Parco dalla manifestazione della Dolomiti Superfly è una scelta autonoma del comitato organizzatore della manifestazione che non ha presentato nessuna domanda. La pratica del volo libero nel Parco non è vietata, ma regolamentata, allo scopo di ridurre al minimo i potenziali effetti negativi di questa pratica sulla fauna selvatica, in particolare sui rapaci». Il presidente del Parco delle Dolomiti Bellunesi, Ennio Vigne, replica così alla notizia che gli organizzatori della gara con partenza e arrivo in Trentino hanno quest'anno deciso di non transitare nell'area del Parco come avvenuto nelle edizioni del 2020 e del 2018 (la gara è a cadenza biennale). «I limiti dell'area in cui è ammesso il sorvolo all'interno del Parco, oggi inseriti nel regolamento», prosegue la nota di Vigne, «sono stati definiti negli anni scorsi grazie a un lavoro preliminare di confronto e collaborazione tra il Parco e il Para & Delta club Feltre. La necessità di delimitare le aree in cui svolgere il volo libero non riguarda solo il Parco, ma è prevista da una norma dell'Unione europea che si applica a tutte le aree che fanno parte della Rete Natura 2000». Vigne sottolinea i recenti eventi di volo libero che si sono svolti all'interno dell'area del Parco: «A dimostrazione della stretta collaborazione esistente da anni tra il Parco e le realtà locali che si occupano di volo libero è sufficiente citare lo svolgimento, a Feltre, di una tappa del campionato italiano dell'Hike & Fly Italian League, il 30 e 31 luglio scorsi, e dei campionati italiani di parapendio, a giugno di quest'anno. Entrambi gli eventi sono stati autorizzati dal Parco, e nel caso dei campionati italiani, anche patrocinati dall'Ente».«Sembra ci sia in corso», aggiunge il presidente del Parco, Ennio Vigne, «una campagna strumentale contro il Parco, alimentata da polemiche che non hanno motivo di esistere. La regolamentazione del volo libero è un chiaro e inequivocabile esempio di come le attuali regole del Parco siano il frutto di un lavoro preparatorio e di confronto e di ascolto delle istanze del territorio. A questo proposito desidero ringraziare il Para & Delta club Feltre per la collaborazione prestata negli anni scorsi nella stesura delle norme che regolamentano l'attività dei loro associati e delle migliaia di appassionati che frequentano regolarmente il Feltrino per volare nel rispetto delle regole, coniugando la pratica sportiva con il rispetto e la tutela della fauna che il Parco è chiamato a proteggere».Regole che evidentemente il comitato di Dolomiti Superfly deve avere comunque ritenuto troppo stringenti. Il direttore di gara di Dolomiti Superfly, oltre alla questione della distanza da tenere dalle creste, aveva fatto riferimento anche al divieto di decollo e atterraggio all'interno dell'area protetta. Chissà che nel 2024 non ci sia la possibilità di intavolare un dialogo preparatorio per riavere sui cieli feltrini la competizione internazionale, valida nel circuito del campionato mondiale di hike & fly. --© RIPRODUZIONE RISERVATA

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