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OLIMPIADI: GLI AGGIORNAMENTI

BOLZANO Entra in funzione oggi la nuova funivia di Tires. Si tratta della prima funivia d’Italia, nonché una delle poche al mondo, con una terrazza panoramica sul tetto della cabina, che consentirà ad un piccolo gruppo di persone di viaggiare all’aperto godendosi il panorama del Catinaccio. Una particolarità riservata a chi non teme il freddo ed è disposto a pagare un supplemento di prezzo per poter salire sul tetto. La funivia «cabrio» è quindi un impianto di risalita particolare, che dovrebbe rendere l’esperienza del viaggio unica: «Si tratta di un impianto bellissimo ed inedito nelle nostre montagne e credo che potrà convincere anche coloro che hanno espresso dubbi sulla bontà di questo progetto» afferma Florian Eisath, ex azzurro di Coppa del mondo di sci e oggi amministratore della società Carezza Dolomites, riferendosi alle recenti polemiche mosse dagli ambientalisti e delle società alpinistiche. Il Cai e l’Alpenverein avevano infatti criticato il progetto, definendolo sovradimensionato e sostenendo che i piloni avrebbero un’altezza eccessiva e quindi impattante. Le associazioni avevano inoltre criticato il contributo pubblico elargito dalla Provincia, pari a 11,3 milioni di euro, a fronte di un investimento complessivo di 15,8 milioni. L’impianto, che collega San Cipriano con Malga Frommer, entrerà in funzione oggi per la prima volta, secondo l’orario d’esercizio 8.30 - 16.45. «Non ci sarà ancora l’inaugurazione ufficiale, perché alcune parti esclusivamente estetiche dell’impianto devono venire completate — spiega Eisath — e quindi abbiamo deciso di svolgere la cerimonia inaugurale in estate». L’impianto avrà cabine da 60 posti e coprirà un tracciato di 3,8 km portando sciatori in inverno e turisti in estate dalla località di San Cipriano fino al Catinaccio, con un dislivello di 644 metri. Il tragitto sarà coperto in 7 minuti. Oltre alla cabina «cabrio», un’altra particolarità dell’impianto è rappresentata dalle stazioni a valle e a monte, entrambe interrate, progettate dall’architetto Werner Tscholl.

Alto Adige | 19 febbraio 2022

p. 34

L'appello delle associazioni ambientaliste per le «Olimpiadi verdi nelle Alpi»

Dolomiti Associazioni ambientaliste schierate per chiedere «Olimpiadi davvero sostenibili, a differenza di quelle ormai in dirittura d'arrivo in Cina». All'appello hanno aderito Heimatpflegeverband, Federazione Protezionisti, Mountain Wilderness, Piattaforma Pro Pusteria, Lia per Natura y Usanzes, Peraltrestrade Dolomiti, Italia Nostra, Wwf Italia, Mava Seggo e Protect our Winters Italy. «I giochi olimpici non lasciano l'ambiente indenne: migliaia di tonnellate di cemento vengono gettate ogni volta per la realizzazione di nuove infrastrutture, migliaia di persone e enormi quantità di attrezzature devono essere trasportate e consegnate». Questione traffico individuale motorizzato.«Strade nuove e più ampie generano nuovo traffico. Tuttavia, l'Italia, e soprattutto l'Alto Adige, vogliono utilizzare i cospicui fondi olimpici per realizzare numerosi ampliamenti alla rete stradale. Uno degli esempi più eclatanti è il nuovo collegamento previsto tra la statale della Pusteria e la strada per la Valle di Landro. Questo megaprogetto conduce in parte attraverso aree Natura 2000, tutelate a livello europeo. Sono previsti anche l'ampiamento della strada della Pusteria, lo sviluppo degli svincoli verso Valdaora, verso Anterselva e verso Sesto, l'ampliamento del collegamento tra San Cassiano e Cortina, l'ampliamento di molte strade sui passi.La maggior parte delle risorse dovrebbero confluire nel trasporto pubblico locale.Come progetto modello di sostenibilità per i giochi olimpici del 2026 viene ripetutamente citata dai responsabili la costruzione della variante ferroviaria della Val di Riga. Ma se un progetto infrastrutturale per il trasporto pubblico locale, necessario da decenni, deve aspettare le Olimpiadi per essere realizzato, dimostra come i mezzi di trasporto sostenibili siano molto in basso nella lista delle priorità dei responsabili politici.Nessuna nuova grande struttura«Esistono due ruderi olimpici in Italia: sono due piste da bob abbandonate al termine dei giochi e la prossima sarà costruita a Cortina per le Olimpiadi del 2026, con un costo che si avvicina ai 70 milioni di euro. Ciò fa emergere il problema fondamentale del sistema olimpico e il bluff della candidatura Milano-Cortina, basata sul fatto che la maggior parte delle infrastrutture erano esistenti». Valutazione di impatto ambientale e sul clima per le Olimpiadi. «Se i leader politici prendono seriamente le loro dichiarazioni sulla gestione sostenibile delle Olimpiadi 2026, allora ogni investimento deve essere controllato e monitorato per il suo impatto ambientale e sul clima».

L’Adige | 19 febbraio 2022

p. 33

Corriere del Veneto | 20 febbraio 2022

p. 15, edizione Treviso/Belluno

«Con i Giochi Cortina più green e accessibile» Gli operatori del turismo e del commercio immaginano il futuro prossimo della Regina delle Dolomiti Passaggio di testimone con Pechino: oggi maxischermo in centro per seguire la cerimonia, poi kermesse

Katia Tafner Cortina D’AMPEZZO La Regina delle Dolomiti nuovamente in piazza, dopo la festa di bentornata all’oro olimpico nel curling Stefania Constantini di una settimana fa. Ora l’occasione è l’atteso «Flag Handove»r: il passaggio della bandiera olimpica, da Pechino 2022 a Milano-Cortina 2026 che verrà vissuto in diretta dalla cittadina ampezzana, grazie a un maxi-schermo sotto al campanile in piazza Angelo Dibona, dalle ore 13. A raccogliere il simbolo olimpico da Pechino i due protagonisti istituzionali dei prossimi Giochi olimpici invernali: il sindaco di Milano, Beppe Sala e il primo cittadino di Cortina d’AMPEZZO, Gianpietro Ghedina. «Soddisfazione e orgoglio nel poter accogliere una seconda volta, dopo 70 anni, le Olimpiadi a Cortina — – ha evidenziato Ghedina — Saranno Olimpiadi sostenibili, ma che potranno esaltare il nostro territorio e ammodernare una serie di infrastrutture. Cortina vive di sport 360 giorni all’anno». Le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 sono le prime al mondo assegnate a due città insieme: Milano e Cortina. L’evento coinvolgerà anche due Regioni, Lombardia e Veneto e due Province Autonome, Trento e Bolzano, su un territorio di oltre 22.000 chilometri quadrati complessivi. Anche questi gli elementi che verranno evidenziati nella cerimonia del «Flag Handover». Così la Regina delle Dolomiti è sempre più rovente per la nuova grande occasione che le si sta presentando in termini di visibilità e opportunità di rinnovamento.

«La spinta è stata forte con i Mondiali di sci alpino dell’anno scorso e ora le Olimpiadi del 2026 ci portano a fare di più e meglio. L’attenzione — fa sapere Roberta Alverà, presidente dell’associazione albergatori di Cortina — sarà nell’introdurre la sostenibilità nelle strutture ricettive più vecchie e puntare a quelle nuove soprattutto in termini di accessibilità per i disabili. A Cortina si disputeranno anche le Paralimpiadi e su questo c’è molto da lavorare». Anche per l’associazione di commercianti e imprenditori «Cortina for Us» le Olimpiadi sono una nuova occasione. «Grazie anche alla collaborazione con l’amministrazione comunale ampezzana, siamo divenuti il riferimento sul territorio per i principali eventi di Cortina — riferisce Franco Sovilla, presidente dell’associazione — Anche per questo siamo stati individuati come coloro che potrebbero occuparsi degli eventi collaterali e di avvicinamento alle Olimpiadi 2026. Per noi sarà anche una vetrina per mettere in luce le eccellenze del territorio, dalla cultura alla gastronomia». Un’altra realtà importante del territorio, quella della «Cooperativa» di Cortina, sta già lavorando nella direzione del grande evento sportivo. «Avevamo già piani di sviluppo, ma questi grandi due eventi internazionali hanno portato maggior impulso — riferisce la direttrice Emanuela De Zanna — Nelle future ristrutturazioni porteremo più spazio al settore sportivo, con corner dedicati e gadget. Se possibile, anche uno spazio ufficiale per il merchandising delle Olimpiadi, come fatto per i Mondiali dello scorso anno» . Se è vero che Cortina sta vivendo una nuova visibile ondata di rinnovamento, anche per i nuovi impianti e collegamenti sciistici, la viabilità resta il vero punto interrogativo verso il 2026.

Corriere delle Alpi | 21 febbraio 2022

p. 2

Milano-Cortina 2026, inizia l'avventura La bandiera olimpica a Sala e Ghedina

Luca De Michiel CORTINA D'AMPEZZO L'avventura di Milano-Cortina 2026 è ufficialmente iniziata. Nella spettacolare cornice del Bird's Nest di Pechino si è svolta la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi invernali cinesi, con il passaggio della bandiera a cinque cerchi alla delegazione italiana, che ha ufficializzato l'inizio del cammino verso i Giochi del 2026.Un momento emozionante e carico di significato che ha permesso al mondo intero di assaporare quella che tra quattro anni sarà la cornice dove i campioni del futuro si daranno battaglia. Dopo aver sventolato per l'ultima volta la bandiera sul suolo cinese, il sindaco di Pechino Chen Jining l'ha ceduta al presidente del Cio, Thomas Bach, che l'ha consegnata, secondo il rituale, ai primi cittadini di Milano e Cortina, Giuseppe Sala e Gianpietro Ghedina.LA CERIMONIAAl Bird's Nest spazio a una cerimonia breve, pensata ancora dal regista Zhang Yimou, illuminata da 20mila lanterne, laser e proiezioni, alla presenza del presidente cinese Xi Jinping. Con la fiaccola al centro dello stadio, sulle note dell'Inno alla Gioia di Beethoven, hanno fatto il loro ingresso i portabandiera delle squadre partecipanti, con il tricolore tenuto in mano da Francesca Lollobrigida. Cortina protagonistaAl termine dello spettacolo, la presentazione di Milano-Cortina, ideata da Marco Balich. Grandi emozioni all'inno di Mameli, cantato da Malika Ayane, accompagnata dal preziosissimo violino di Giovanni Andrea Zanon. Spazio poi a un video emozionale per celebrare le bellezze dell'Italia. Protagoniste le Frecce tricolore mentre volano dalle Dolomiti a Venezia e fino a Milano, con i presidenti delle Regioni, Luca Zaia e Attilio Fontana, a dare il benvenuto ai Giochi olimpici con un saluto in lingua cinese. Poi il presidente del Cio: «Aspetto tutte le giovani promesse in Italia tra quattro anni», ha detto Bach.L'oro ampezzanoI Giochi appena conclusi hanno portato alla compagine italiana 17 medaglie, superando di gran lunga il bottino ottenuto nel 2018. Un'Olimpiade storica per lo sport bellunese, segnata soprattutto dall'oro nel curling doppio misto di Stefania Constantini. La giovane atleta ampezzana con la sua impresa ha acceso i riflettori su uno sport fino a poco fa quasi sconosciuto ma da tempo praticato a Cortina ed in poche altre parti d'Italia. Sarà lei tra 4 anni a difendere il titolo conquistato assieme ad Amos Mosaner nelle piste di casa allo stadio Olimpico. Buoni i risultati anche per i cortinesi Mattia Gaspari ed Anna Comarella che hanno ottenuto piazzamenti di rispetto nel skeleton e nello sci di fondo. A testa alta anche Lucia Dalmasso nello snowboard ed il giovane Leonardo Donaggio, quinto nel freestyle a soli 18 anni. LE PRIME DATEIn attesa di definire al meglio programmi e tappe intermedie verso il 2026 ci sono già le prime date certe. La cerimonia di apertura si svolgerà il 6 febbraio 2026 allo stadio di San Siro a Milano, quella di chiusura il 22 febbraio nella meravigliosa cornice dell'Arena di Verona. Secondo i progetti iniziali Milano ospiterà competizioni al chiuso quali hockey su ghiaccio, pattinaggio artistico e short track speed skating, mentre Cortina sarà la sede delle gare di sci alpino, bob, slittino, skeleton e curling. Alcuni eventi si svolgeranno invece in altre località del Nord Italia e in particolare tra le provincie di Trento e Bolzano ed in Valtellina. Quello che ad oggi sembra certo e che è stato messo sin da subito in risalto è che la pianificazione dei Giochi si concentrerà sul basso impatto ambientale e sul risparmio economico, basandosi sul riutilizzo o sulla riconversione di strutture e infrastrutture. A ciò si aggiunge che gran parte dell'immagine dei Giochi 2026 è stata o sarà scelta dal pubblico, come ad esempio il logo, la mascotte e la canzone. Quasi tutti i dettagli della 25ª edizione delle Olimpiadi verranno definita nei prossimi mesi con gli addetti ai lavori che già quest'estate dovrebbero rendere note alcune scelte e tappe fondamentali. L'Italia si prepara dunque ad ospitare per la terza volta le Olimpiadi Invernali, dopo Cortina 1956 e Torino 2006. Sarà un viaggio da vivere e un'opportunità da non perdere, il conto alla rovescia è iniziato. --© RIPRODUZIONE RISERVATA

Gazzettino | 22 febbraio 2022

p. 14, edizione Belluno

Olimpiadi 2026 e sostenibilità: il rischio che siano solo parole

Corriere delle Alpi | 23 febbraio 2022

p. 29

Pista da bob Monti Ok all'accordo di programma

«Con la sigla dell'accordo di programma per la realizzazione ed il cofinanziamento dell'intervento di riqualificazione dell'impianto di bob Eugenio Monti, si mette nero su bianco l'impegno della Regione Veneto nella realizzazione di una delle opere simbolo delle Olimpiadi Milano Cortina 2026». Il presidente Luca Zaia annuncia l'approvazione da parte della giunta regionale dell'accordo di programma per la realizzazione ed il cofinanziamento dell'intervento di riqualificazione. A siglarlo Regione, Provincia di Belluno e Comune di Cortina. La Regione ha già predisposto il documento di fattibilità delle alternative progettuali, oltre al progetto di fattibilità tecnico-economica; la Provincia di Belluno ed il Comune di Cortina si sono impegnate a cofinanziare l'intervento con un importo pari a 500mila euro ciascuno. L'intervento verrà finanziato, con un emendamento del governo, nell'ambito dell'ultima manovra di bilancio. L'opera rientra tra i progetti strategici considerati di maggiore rilievo nell'ambito delle attività finalizzate all'organizzazione dei giochi olimpici e paralimpici Milano Cortina 2026.

Corriere del Trentino | 23 febbraio 2022

p. 2

«Per l’evento una valutazione di impatto su clima» Ambientalisti critici. Sotto la lente la pista di bob di Cortina: ieri l’accordo veneto per i lavori

TRENTO Se la gestione sostenibile delle Olimpiadi deve diventare un impegno reale, «allora ogni investimento deve essere controllato e monitorato per il suo impatto ambientale e sul clima» attraverso una valutazione specifica. A chiederlo sono le associazioni ambientaliste dell’Alto Adige— Heimatpflegerverband Südtirol, Federazione protezionisti sudtirolesi e Mountain wilderness Italia — con l’appoggio anche di Mountain wilderness trentino. «Le Olimpiadi di Pechino — scrivono le associazioni — si stanno rivelando come i Giochi più insostenibili di tutti i tempi tra violazione dei diritti umani e paesaggio sfregiato, ma le preoccupazioni sono ormai rivolte verso Milano–Cortina 2026». L’invito è chiaro: «Serve un’inversione di tendenza nella politica

e l’investimento dei fondi olimpici solo in progetti verdi». L’appuntamento olimpico, sottolineano gli ecologisti, «non lascia l’ambiente indenne»: le nuove infrastrutture, il traffico, la viabilità intaccano inevitabilmente il territorio. «Ma se i problemi principali vengono affrontati per tempo e in modo organico, gli effetti negativi sull’ambiente e sulla qualità della vita dei residenti possono essere ridotti al minimo». E tra i problemi principali c’è sicuramente il traffico, attraverso «i numerosi ampliamenti alla rete stradale che l’Italia vuole realizzare con i fondi olimpici». Con «il trasporto pubblico locale che rimane in secondo piano». «Ma se le Olimpiadi durano appena due settimane — osservano le associazioni — le infrastrutture devono porsi l’obiettivo di migliorare la qualità della vita della popolazione per i decenni a venire». E le strutture? Il «bluff» di Milano-Cortina, è la denuncia, sta nella volontà di realizzare «dal nulla nuove enormi strutture per ogni nuova sede, invece di utilizzare strutture già esistenti». Nuovi impianti «che alla fine dei giochi non verranno più utilizzati e graveranno sulla popolazione locale e sull’ambiente per decenni». Uno su tutti: il centro del bob di Cortina. Ieri è stato siglato l’accoro tra Regione Veneto, Belluno e Cortina che ufficializza l’intervento. Di qui la richiesta di una valutazione dell’impatto ambientale e degli effetti sul clima delle Olimpiadi. «La sostenibilità dei giochi invernali — concludono le sigle — deve essere messa sotto costante osservazione. Solo un netto cambio di mentalità permetterebbe che quanto realizzato sia fruibile anche in futuro dalle popolazioni locali, senza costituire una cicatrice per il territorio».

Corriere del Trentino | 23 febbraio 2022

p. 2

«Olimpiadi, bisogna correre: persi due anni I costi aumentano, niente opere faraoniche» Milano-Cortina, il piano di Tito Giovannini: «Alberghi chiusi? Per il 2026 i posti letto sono garantiti»

TRENTO Negli occhi ci sono ancora le immagini delle medaglie italiane — e trentine — alle Olimpiadi di Pechino appena concluse, l’arrivo della bandiera olimpica in Italia, i festeggiamenti a Cembra per Amos Mosaner e per il suo oro a cinque cerchi nel curling (oggi a Baselga la festa per Pietro Sighel e gli altri azzurri). «Ma ora non c’è tempo da perdere: dobbiamo pensare al 2026» rilancia subito Tito Giovannini, rappresentante trentino nel consiglio di amministrazione della Fondazione Milano-Cortina 2026. Niente allarmismi, assicura Giovannini: «Sono tranquillo, ce la faremo». Ma i nodi da affrontare sono tanti: dal caro materie prime «con cui dovremo fare i conti anche noi» fino al tema spinoso del nuovo Ice Rink Pinè. «Non si faranno impianti faraonici» chiarisce il manager. I tempi L’agenda, del resto, è fitta. All’appuntamento di Milano-Cortina mancano quattro anni. Solo tre alla conclusione di tutti gli interventi sugli impianti. «Conosco l’iter e tutti si stanno impegnando al massimo: funzionari, tecnici e amministratori» premette Giovannini. Ma è tempo di cambiare passo. E lo spirito mediterraneo non aiuta: «Agli italiani manca il senso dell’urgenza che caratterizza altre mentalità». E le conseguenze, anche sulla kermesse a cinque cerchi del 2026, sono evidenti: «Avremmo dovuto iniziare prima. Abbiamo perso due anni». I costi in crescita Anche perché il percorso è costellato di ostacoli, legati alla crisi e agli strascichi della pandemia. Come l’aumento dei costi delle materie prime. «In questo momento — osserva il manager — i costi stanno aumentando ovunque. È un problema con cui dovremo fare i conti anche noi. Dovremo adeguarci». Un obiettivo non semplice: la road map verso Milano-Cortina contempla interventi sulla viabilità, sulla mobilità. E naturalmente sugli impianti. Che, per quanto riguarda il Trentino, portano soprattutto verso una destinazione: Baselga di Pinè. Il nodo Ice Rink «Cattedrali nel deserto non ne faremo» ribadisce ancora una volta Giovannini, riferendosi proprio al nodo della copertura dell’Ice Rink Pinè. E al dibattito aperto dopo la presentazione del progetto di partenariato pubblico-privato da parte di Fincantieri, che coinvolge Trentino progetti, Maffeis Engineering e il famoso architetto Carlo Ratti. «In questi giorni si sono sparate cifre improvvide» sbotta Giovannini. Nel mirino, l’importo da 180 milioni prospettato per la realizzazione dell’impianto e la sua gestione ventennale. «Su quel progetto — prosegue il membro del cda — sono state avviate le valutazioni dei tecnici. Io mi esprimerò quando avrò gli elementi». Ma il primo commento indica già una linea precisa: «Nessuno è nelle condizioni di prendere in considerazione un’opera da 180 milioni. La sostenibilità, di cui ci si sta riempiendo la bocca, non è un valore solo a parole: deve esserlo anche nei fatti». Un concetto che Giovannini chiarisce ulteriormente: «Se vedo nella vetrina di un negozio qualcosa che mi piace ma che è fuori dalla mia portata non entro nemmeno in negozio». La morale è chiara: «Non realizzeremo impianti faraonici che non hanno potenzialità di utilizzo futuro. Con la giunta provinciale abbiamo fissato l’obiettivo di rimanere all’interno di una certa cifra di spesa». Intanto, però, il tempo scorre. E il 2025 è dietro l’angolo, con il rischio per Baselga di farsi trovare impreparata. «Escludo categoricamente che Pinè perda la sede olimpica» tranquillizza il manager. Che sulle altre due sedi — Predazzo per il centro del salto e Lago di Tesero per lo sci nordico — è tranquillo. «Ma anche lì c’è da correre». La gestione

Ci sono poi gli altri aspetti da monitorare. Come la ricettività, che dopo il Covid mostra qualche crepa anche in Trentino, con alberghi che chiudono. «Un problema grave — sottolinea Giovannini — ma che non intaccherà le Olimpiadi. La Fondazione si è mossa molto in anticipo su questo e i posti letto per il 2026 ci sono». E la pandemia? Per il 2026 sarà alle spalle. «Ma l’imprevedibilità di quanto può succedere rimane l’incognita maggiore» incalza il membro del board della Fondazione. Un nuovo virus, che si presentasse a pochi mesi dall’evento, «potrebbe annullare tutti gli sforzi». «Nel 1991 — ricorda Giovannini — per i mondiali di Fiemme, lo scoppio della guerra del Golfo ci creò parecchi problemi». C’è però l’altro lato della medaglia. Quello che brilla di più: «Le Olimpiadi lasciano il segno nelle nuove generazioni». È questa l’opportunità più grande di un evento a cinque cerchi: «Al di là delle medaglie, della promozione del territorio, del turismo, l’aspetto motivazionale, l’ispirazione per i giovani è prevalente». Il ritorno da Pechino Ed è proprio ai giovani che Giovannini vuole trasmettere l’emozione provata da Amos Mosaner e Pietro Sighel, tornati da Pechino con una medaglia al collo. «È straordinario — dice — vedere il proprio vicino tornare con una medaglia». Per questo Mosaner e Sighel saranno i portavoce dello sport nelle scuole, con l’obiettivo di «ispirare» i giovani. «Mosaner, a Cembra, parlava dello scarso numero di affiliati all’associazione di curling. Bene: l’obiettivo sarà di realizzare un campo da curling in ogni angolo del nostro ambito, per far sì che Amos, oggi un eroe locale, non venga dimenticato». Ma di Pechino non si dimenticheranno nemmeno le immagini delle strisce di neve artificiale per le piste da sci, dello stadio del salto in mezzo a un sito industriale. «Non sono state belle immagini — conclude Giovannini —. Da noi il contesto sarà composto di larici e abeti rossi».

Corriere del Trentino | 23 febbraio 2022

p. 2

«Per l’evento una valutazione di impatto su clima» Ambientalisti critici. Sotto la lente la pista di bob di Cortina: ieri l’accordo veneto per i lavori

TRENTO Se la gestione sostenibile delle Olimpiadi deve diventare un impegno reale, «allora ogni investimento deve essere controllato e monitorato per il suo impatto ambientale e sul clima» attraverso una valutazione specifica. A chiederlo sono le associazioni ambientaliste dell’Alto Adige— Heimatpflegerverband Südtirol, Federazione protezionisti sudtirolesi e Mountain wilderness Italia — con l’appoggio anche di Mountain wilderness trentino. «Le Olimpiadi di Pechino — scrivono le associazioni — si stanno rivelando come i Giochi più insostenibili di tutti i tempi tra violazione dei diritti umani e paesaggio sfregiato, ma le preoccupazioni sono ormai rivolte verso Milano–Cortina 2026». L’invito è chiaro: «Serve un’inversione di tendenza nella politica e l’investimento dei fondi olimpici solo in progetti verdi». L’appuntamento olimpico, sottolineano gli ecologisti, «non lascia l’ambiente indenne»: le nuove infrastrutture, il traffico, la viabilità intaccano inevitabilmente il territorio. «Ma se i problemi principali vengono affrontati per tempo e in modo organico, gli effetti negativi sull’ambiente e sulla qualità della vita dei residenti possono essere ridotti al minimo». E tra i problemi principali c’è sicuramente il traffico, attraverso «i numerosi ampliamenti alla rete stradale che l’Italia vuole realizzare con i fondi olimpici». Con «il trasporto pubblico locale che rimane in secondo piano». «Ma se le Olimpiadi durano appena due settimane — osservano le associazioni — le infrastrutture devono porsi l’obiettivo di migliorare la qualità della vita della popolazione per i decenni a venire». E le strutture? Il «bluff» di Milano-Cortina, è la denuncia, sta nella volontà di realizzare «dal nulla nuove enormi strutture per ogni nuova sede, invece di utilizzare strutture già esistenti». Nuovi impianti «che alla fine dei giochi non verranno più utilizzati e graveranno sulla popolazione locale e sull’ambiente per decenni». Uno su tutti: il centro del bob di Cortina. Ieri è stato siglato l’accoro tra Regione Veneto, Belluno e Cortina che ufficializza l’intervento. Di qui la richiesta di una valutazione dell’impatto ambientale e degli effetti sul clima delle Olimpiadi. «La sostenibilità dei giochi invernali — concludono le sigle — deve essere messa sotto costante osservazione. Solo un netto cambio di mentalità permetterebbe che quanto realizzato sia fruibile anche in futuro dalle popolazioni locali, senza costituire una cicatrice per il territorio».

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