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NOTIZIE DAI RIFUGI

Patrimonio Mondiale è più evidente: i protagonisti sono i coltivatori della biodiversità, veri fautori di un'economia sostenibile ancorata alla specificità delle vallate dolomitiche. Conoscerli significa capire a fondo l'unicità di ogni luogo e la cura necessaria a preservarlo perché ortofrutticoltori, allevatori, vitivinicoltori, birrai e apicoltori sono considerate a ragione le sentinelle della biodiversità.Dalla mela prussiana al mais sponcio.E i prodotti non sono mai banali. Anzi, invitano ad essere scoperti e soprattutto gustati. La categoria degli ortofrutticoltori include aziende tra loro molto diversificate. Si tratta infatti di agricoltori che producono varie tipologie di ortaggi, frutta, legumi e cereali (tra cui produzioni specifiche locali, come il fagiolo gialet, la mela prussiana o il mais sponcio) ma anche erbe officinali e piante aromatiche. Anche in questo caso le aziende oltre che produttrici possono trasformare le materie prime per ottenere, ad esempio, conserve e prodotti alimentari e erboristici. La categoria degli allevatori è la più ampia all'interno della rete dei produttori di qualità perché include sia tutte le aziende afferenti alla zootecnica, quindi che allevano più specie animali (in prevalenza vacche da carne o da latte, ma anche capre e pecore) sia quelle che trasformano e rivendono carne (con produzione ad esempio di salumi e insaccati) o latte (con produzione di latticini).Quella dei vitivinicoltori e dei birrai è una categoria di nicchia ma tra le più apprezzate. Include aziende vitivinicole e i produttori di vini e birre artigianali prodotte con materie prime dolomitiche. Tra gli apicoltori figurano aziende agricole dedicate all'allevamento delle api e che producono miele o suoi derivati, come la melata e l'idromele, ma anche prodotti come polline, cera d'api, pappa reale, propoli.Una piattaforma comune ma anche buone pratiche. «Quella che stiamo costruendo - spiega Irma Visalli - è una piattaforma di confronto, che si sta rivelando estremamente interessante: produttori di province e regioni diverse stanno scoprendo ciò che hanno in comune, sia in termini di opportunità che di problematiche. Il nostro primo obiettivo era quello di accrescere la consapevolezza di vivere e operare in un Patrimonio Mondiale e possiamo dire che è già stato raggiunto. Il secondo è proprio quello di creare relazioni, condividere buone pratiche, alimentare non la competizione ma la relazione tra produttori e agricoltori, valorizzando le specificità e non certo l'omologazione».Il paesaggio e i suoi protagonistiLa natura, il tempo, ma anche gli uomini hanno contribuito a plasmare il paesaggio dolomitico riconosciuto dall'Unesco come unico al mondo. Agricoltori e allevatori che realizzano prodotti di qualità certificati contribuiscono alla sua cura e alla sua tutela ed è per questo che la Fondazione Dolomiti Unesco ha deciso di mettere in rete produttori di tutte le province e le regioni delle Dolomiti. La rete è anche un'occasione per far dialogare esperienze diverse e mettere in comunicazione le vallate con le loro tradizioni e specificità. "Non mettiamo in rete i prodotti ma i produttori" sottolinea Irma Visalli, "ognuno con la propria storia, la propria esperienza, la propria vita. Tutti condividono un'opportunità e una responsabilità: quella di operare nel paesaggio dolomitico riconosciuto dall'Unesco. I loro prodotti, peraltro, hanno già ottenuto le certificazioni delle rispettive aree protette, che da luoghi percepiti come oggetto di vincoli possono e devono diventare luoghi nei quali si può attivare un'economia legata alla qualità". MAX.BO.

Gazzettino | 15 febbraio 2022

p. 7, edizione Belluno

«Estendere ai rifugi il superbonus dell'80%»

L'IDEABELLUNO Rifugi alpini presìdi insostituibili della montagna: ampliare a queste strutture il superbonus dell'80%. Estendere il superbonus anche ai rifugi, il coordinatore di Forza Italia Dario Scopel rilancia la proposta anche per la montagna bellunese. «I rifugi alpini sono autentici avamposto nella custodia del bene-montagna -commenta - e per questo bisogna utilizzare ogni strumento utile a favorirne la permanenza e la sopravvivenza, anche in termini economici». L'idea, partita dall'Uncem - l'Unione Nazionale Comuni Comunità ed Enti Montani, in queste ore si sta facendo largo e sta raccogliendo il favore di altre istituzioni come il Cai oltre, naturalmente, a numerosi rifugisti. L'idea è quella di richiedere al governo l'estensione del superbonus dell'80% per gli interventi a favore delle strutture ricettive, per l'appunto, ai rifugi alpini, ma anche alle strutture di media montagna, come quelle poste a presidio di malghe e aree verdi. Le motivazioni della richiesta non mancano. «Sappiamo bene tutti quale sia il valore della presenza dei rifugi, ma direi soprattutto di coloro che con grande passione e sacrificio li gestiscono, per l'intera montagna italiana, ma soprattutto per quella bellunese, in alcuni tratti periferica rispetto ai flussi turistici maggiori - sottolinea Scopel -. Al ruolo insostituibile di accoglienza e ristoro per gli escursionisti e gli amanti dei paesaggi montani, si aggiunge infatti, non meno rilevante, quello di autentiche sentinelle dell'ambiente, con i suoi rischi e i suoi pericoli. Una montagna abbandonata diventa in poco tempo una montagna degradata e inaccessibile, con tutto quello che questo comporta anche per le comunità di valle».ATr

Corriere delle Alpi | 17 febbraio 2022

p. 18

Appello al Governo di Uncem e Scopel «Il Superbonus anche per i rifugi»

Fabrizio Ruffini BELLUNO «I rifugi alpini sono presìdi insostituibili della montagna, per questo è necessario estendere anche a queste strutture il super bonus dell'80% pensato per le strutture ricettive». Con queste parole il coordinatore provinciale di Forza Italia, Dario Scopel, rilancia l'idea di chiedere al Governo l'estensione del super bonus anche ai rifugi e alle strutture di media montagna poste a presidio di malghe e aree verdi. Anche nel Belllunese, quindi, la proposta partita da Uncem e portata avanti trasversalmente sta raccogliendo il favore di altre istituzioni, come il Cai, oltre, naturalmente, a numerosi rifugisti.Le motivazioni della richiesta, tutt'altro che estemporanea, non mancano: «Sappiamo bene tutti quale sia il valore della presenza dei rifugi, e di coloro che con grande passione e sacrificio li gestiscono, per l'intera montagna italiana, ma soprattutto per quella bellunese, in alcuni tratti periferica rispetto ai flussi turistici maggiori», sottolinea Scopel, che aggiunge: «Al ruolo insostituibile di accoglienza e ristoro per gli escursionisti e gli amanti dei paesaggi montani, si aggiunge, infatti, non meno rilevante, quello di autentiche sentinelle dell'ambiente, con i suoi rischi e i suoi pericoli. Una montagna abbandonata, aggiunge Scopel, diventa in poco tempo una montagna degradata e inaccessibile, con tutto quello che questo comporta anche per le comunità di valle». A tutto questo si aggiunge l'analisi del contesto storico ed economico che stiamo vivendo: «Due anni di pandemia, con stagioni invernali quasi azzerate e stagioni estive ridotte al lumicino, hanno letteralmente messo in ginocchio molte di queste strutture; è evidente che un sostegno come quello del super bonus potrebbe dare nuovo slancio agli investimenti e garantire ai gestori un'autentica prospettiva di ripresa», prosegue il coordinatore azzurro, che pone infine l'accento su un altro aspetto: «Il tema della transizione ecologica tanto dibattuto in questi mesi necessita di sostegni concreti anche in alta montagna, dove peraltro i costi dell'approvvigionamento energetico sono molto alti; un aiuto all'investimento, per esempio, in impianti per la trasformazione dell'energia solare garantirebbe ai rifugi una maggiore autonomia, costi inferiori e, contemporaneamente, un impatto ambientale molto ridotto. Mi auguro che il governo faccia questa partita tutt'altro che dispendiosa sul piano delle risorse economiche da destinare (vista la relativa esiguità delle strutture interessate), ma molto importante per gli effetti che potrà avere per la custodia di un bene prezioso come le nostre Dolomiti, Patrimonio dell'Unesco, e più in generale di tutto l'ecosistemamontagna».BANDI MAL FORMULATI «Mi fa piacere che anche la politica locale si interessi della questione, perché finora ha dimostrato di non avere molta dimestichezza con l'attività nei rifugi», commenta il presidente del Cai di Feltre, Ennio De Simoi, «c'è un problema, però: spesso a questi bandi non possono partecipare direttamente le sezioni del Cai, ma solo i proprietari (che possono essere anche i Comuni o il Demanio) o i gestori dei rifugi, intesi come coloro i quali si occupano direttamente della conduzione del rifugio. Questo implica enormi difficoltà per la richiesta di finanziamento, perché i gestori spesso non vengono individuati prima dell'estate e comunque ragionano sulla stagione e non a medio-lungo termine come potremmo fare noi. Dall'altra parte, gli enti pubblici difficilmente si interessano a queste questioni. Purtroppo lo stiamo vedendo anche oggi con il bando di sostegno alle attività economiche in provincia di Belluno, per il quale non possono partecipare i vari gruppi del Club Alpino Italiano». --© RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere delle Alpi | 18 febbraio 2022

p. 25

I rifugi potranno avere tutti i benefici previsti dal decreto Turismo

BELLUNO I benefici del decreto Turismo anche ai rifugi. C'era il pericolo che le strutture montane potessero esclusi e, quindi, dovessero rinunciare a crediti d'imposta e contributi a fondo perduto per le imprese turistiche e allora Confcommercio Belluno ha subito coinvolto le proprie rappresentanze nazionali , fra le quali Federalberghi, affinché il ministero si pronunciasse con urgenza.In risposta a una domanda posta proprio da Federalberghi ieri mattina il ministero del Turismo ha chiarito che anche i rifugi possono accedere ai benefici. Tutto questo è confermato anche sul sito internet, dove si legge testualmente che «i rifugi alpini ed escursionistici (inclusi in apposito elenco istituito dalla Regione o dalla Provincia autonoma) possono beneficiare degli incentivi, in quanto imprese del comparto turistico.L'ammissibilità agli stessi benefici da parte delle imprese, nel caso di immobili di proprietà terze, dovrà comunque essere valutato, in relazione al regime contrattuale in vigore. In vista dell'apertura dei bandi per l'ottenimento di crediti d'imposta e contributi a sostegno della riqualificazione dell'offerta turistica (risparmio energetico, abbattimento delle barriere architettoniche, adeguamento sismico e digitalizzazione) era infatti fondamentale avere la certezza che anche i rifugi potessero concorrere per l'ottenimento di eventuali aiuti che, è giusto ricordarlo, rientrano in una sfera d'intervento a carattere nazionale a fronte della presentazione in tempi stretti di idonei progetti. Tutte le istruzioni necessarie sono sul sito di Federalberghi. --© RIPRODUZIONE RISERVATA

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