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CORSO DI GEOGRAFIA NELLE DOLOMITI UNESCO
Corriere delle Alpi | 8 Luglio 2021
p. 25
Al via il corso per conoscere il Gruppo Pale di San Martino
Montagna Gianni Santomaso "Nell'agordino in fondo alla Valle di San Lucano che è uno degli angoli più strani e impressionanti della terra, si erge con impeto pauroso - dal fondovalle per contemplarlo bisogna torcere la testa in su - l'architettura massima di tutte le Dolomiti. È il Monte Agnér, che incombe con un apicco di un chilometro e mezzo". Sono le parole di Dino Buzzati ( "Cordata in tre", Corriere della Sera, 23 giugno 1956) che il geologo Danilo Giordano ha scelto a corredo del suo "Aspetti geologici e geomorfologici del Gruppo delle Pale di San Martino". Uno degli interventi che comporranno la prima giornata del corso interdisciplinare di geografia "Per la conoscenza del Gruppo delle Pale di San Martino" organizzato dalla Fondazione Dolomiti Unesco e dalla Fondazione Giovanni Angelini, con la Sezione agordina del Cai, il Parco naturale Paneveggio-Pale di San Martino e i Comuni di Agordo e Taibon. Parole, quelle di Buzzati, che offrono un esempio di come l'occhio umano possa rivolgersi al paesaggio che incontra sulla sua strada e fornirne una lettura che tiene insieme il denotativo e il connotativo. Un po' quello che si propone il corso che si svolgerà da domani a domenica e che, dice Ester Cason Angelini, «vuole essere un omaggio ad Agordo e all'Agordino, comprese la Valle del Biois e la Valle di San Lucano». Si tratta di un evento di grande rilevanza scientifica come dimostrano i nomi dei relatori che doman alle 9.30 alle 18 all'Istituto Follador di Agordo saranno protagonisti dell'introduzione teorica: Vittorio Ducoli (sulla gestione dell'area protetta del Parco di Paneveggio), Davide Pettenella (sulle lezioni offerte da Vaia per la gestione delle risorse forestali), Ester Cason (sui toponimi e oronimi delle Pale di San Martino), Benedetta Castiglioni (sulle metodologie didattiche per la lettura del paesaggio della Conca Agordina e del medio Cordevole), Danilo Giordano (sull'inquadramento geologico e geomorfologico dell'area del corso), Giovanni Baccolo (sui piccoli ghiacciai delle Pale di San Martino), Cesare Lasen (sull'inquadramento fioristico vegetazionale). Gli altri due giorni del corso saranno riservati a due escursioni: la prima, sabato, dalla Val di Garés al Rifugio Pedrotti alla Rosetta; la seconda, domenica, con la traversata dell'Altopiano delle Pale e la discesa in Val di San Lucano. Gli spunti teorici uniti all'esperienza sul campo consentiranno ai corsisti di cogliere la valenza di un paesaggio che va ben al di là del semplice lato estetico. La formazione delle rocce, il tipo di vegetazione, la vita dei ghiacciai legata ai cambiamenti climatici, le casere, le malghe e i pascoli, il rifugio, la strada militare, le cave di marmo nero, i dissesti idrogeologici di ieri e di oggi, la toponomastica che, come fanno capire Ester Cason e Maria Teresa Vigolo, è preziosa guida nel far scoprire il mondo che sta dietro un breve nome. «Di fronte a un paesaggio», dice la geografa dell'Università di Padova, Benedetta Castiglioni, nel testo "Leggere il paesaggio per educare alla cittadinanza" contenuto nel volume dedicato al corso, «una lettura geografica procede per gradi. In una prima fase cerca di riconoscere i diversi elementi visibili del paesaggio stesso, di dare loro un nome, di descrivere la loro forma. Una operazione successiva cerca di collegare gli elementi del paesaggio ai fattori e ai processi da cui hanno origine, attraverso una lettura "interpretativa"». «L'osservazione delle dinamiche in atto», continua Castiglioni, «porta a sviluppare la lettura dal passato verso il futuro. Quanto si estenderà ancora la copertura del bosco? Quanto procederà l'urbanizzazione del fondovalle? In che forme? Si potranno prendere delle decisioni rispetto a queste trasformazioni o si tratta di un processo inarrestabile? Chi deciderà? » . --© RIPRODUZIONE RISERVATA
Gazzettino | 13 Luglio 2021
p. 15, edizione Belluno
La geografia riscoperta sulle Dolomiti
Le Dolomiti, ovvero un libro di geografia a cielo aperto. Anche quest'anno a sfogliarne le pagine è stata la Fondazione Angelini, in collaborazione con la Fondazione Dolomiti Unesco, a beneficio di docenti delle scuole di ogni ordine e grado, formatori del Cai, guide, tecnici degli enti locali provenienti da tutta Italia. Nell'ultimo fine settimana allievi e docenti sono stati protagonisti di una corposa lezione itinerante accompagnati dalle guide del Cai di Agordo. I 40 partecipanti sono saliti dalla Val di Garés, hanno attraversato l'Altopiano roccioso più alto e più esteso delle Dolomiti - le Pale di San Martino - e sono scesi ai piedi della parete più alta delle Dolomiti - la Nord dell'Agnér -, lungo una valle glaciale particolarmente stretta e profonda, la Val di San Lucano, dopo aver pernottato al Rifugio Pedrotti alla Rosetta accolti dai gestori Mariano Lott e Roberta Secco. Assai qualificato il team di docenti - Danilo Giordano, Cesare Lasen, Mara Nemela, Dario Dell'Osbel, Benedetta Castiglioni, Davide Pettenella, Giovanni Baccolo, Vittorio Ducoli ed Ester Cason -, tutti