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PELMO D’ORO 2021
provenienti dagli atenei di Padova e Milano Bicocca, dall'istituto Follador e dal Cai di Agordo, e dal Parco naturale Paneveggio-Pale di San Martino.
PURO STUPORE
Ancora una volta la Fondazione Angelini ha fatto centro e lo dimostrano le dichiarazioni di alcuni allievi più che soddisfatti dell'esperienza di questi giorni. Dalla Campania lo stupore di fronte a tanta bellezza del nostro ambiente montano: «Sono una ricercatrice e vengo da Napoli. Ho potuto constatare con i miei occhi che le Dolomiti sono tra le montagne più belle del mondo. La Fondazione Angelini è molto qualificata e ha saputo dare un'impostazione molto efficace all'iniziativa. Infatti la carta vincente, secondo il mio parere, è la multidisciplinarietà che ci ha concesso di apprendere tutto quanto c'era da apprendere». Lo scopo era quello di formare gli insegnanti per trasmettere quanto appreso ai loro allievi: «Sono di Rocca Pietore e insegno alla scuola primaria. Iniziative come questa mi aiutano a educare i bambini nell'amore per la montagna e nell'attaccamento a questo territorio». Geografia e educazione civica, poi, si completano a vicenda, come sostiene una docente padovana di materie letterarie: «Spero di riuscire a trasmettere ai miei allievi il rispetto e la cultura del paesaggio e che ciò porti a un senso di responsabilità verso di esso». Conclude Ester Cason, responsabile Oronimi Bellunesi della Fondazione Angelini: «La geografia oggi è un po' trascurata ma andrebbe studiata di più perché è l'effetto di una sinergia di discipline diverse, sia fisiche sia antropiche. Il corso ha offerto la possibilità di fare geografia camminando, vedendo di persona i luoghi, avvicinandosi alle bellezze geologiche, botaniche e antropiche delle Dolomiti»ù. Dino Bridda © riproduzione riservata
Corriere delle Alpi | 25 luglio 2021
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Emozioni ed entusiasmo al Pelmo d'Oro «Rappresenta il legame con la montagna»
l'evento Una festa per la montagna bellunese. Dopo un anno di stop causa pandemia, riecco l'atteso e partecipato momento del Pelmo d'Oro, manifestazione organizzata dalla Provincia e giunta alla 23esima edizione. A fare gli onori di casa Cesiomaggiore, dopo aver ricevuto il simbolico passaggio di consegne da Chies d'Alpago.«Questo premio è molto sentito», ha evidenziato il presidente della Provincia, Roberto Padrin. «Lo avevano ideato nel 1998 l'allora numero uno Oscar De Bona e Massimiliano Pachner, come momento di riconoscenza e gratitudine nei confronti dei personaggi che hanno fatto grande la nostra montagna». Carlo Zanella, primo cittadino cesiolino, ammette: «L'entusiasmo dei consiglieri comunali e dei volontari, a dimostrazione del desiderio di tornare a vivere appuntamenti così. Il Pelmo d'Oro rappresenta l'attaccamento di noi bellunesi alle nostre montagne».Oltre alla consueta scultura del Monte Pelmo, opera del maestro Gianni Pezzei, due opere consegnate erano di realizzazione dello scultore Italo De Gol, nato e cresciuto tra Cesiomaggiore e Santa Giustina.Christoph Hainz ha ottenuto dalla giuria il premio per l'alpinismo in attività, mentre Eugenio Bien quello relativo alla carriera alpinistica. Per la cultura alpina, premio a Giuliano Dal Mas. Assegnato a Dante Colli il premio speciale 2021 "Giuliano De Marchi". Da segnalare anche il premio speciale Dolomiti Unesco 2021, andato al Cai di Mestre e quello speciale della Provincia all'imprenditore Giuseppe Tabacco.Tra gli annunci di giornata, la conclusione del percorso in giuria di Roberto De Martin, volto storico del Pelmo d'Oro. «Il Pelmo d'Oro è adulto ed avrà futuro e soprattutto ha legato e continuerà a farlo la provincia, grazie alla scommessa vincente di organizzarlo itinerante». De Martin ne ha approfittato anche per un ricordo di Guido Rossa, operaio e sindacalista dell'Italsider di Genova, nato a Cesiomaggiore nel 1934 ed assassinato dalle Brigate Rosse. Proprio questa sera, nell'ambito dei numerosi eventi collaterali della manifestazione, vi sarà lo spettacolo Controvento nella sala polifunzionale di Pradenich alle 20.30 dedicato proprio alla figura di Rossa. Durante la cerimonia, la Fondazione Berti del Cai ha assegnato il premio letterario "Antonio Berti". Primo "Dolomiti. Sentieri dedicati" di Paolo Bozzetti e Paolo Lazzarin, secondo "Quelli di Lassù" di Ezio Sesia e terzo "Visentin selvaggio" di Giovanni Carraro. Segnalato anche "Riccardo Bee. Un alpinismo titanico" di Marco Kulot e Angela Bertogna. Ricordata anche la figura di Silvana Rovis. Consegnate infine due importanti targhe. Una al Gruppo Folk di Cesiomaggiore, che a febbraio aveva festeggiato i 50 anni di storia, ed una a Daniele e Ginetta, ex gestori del Rifugio Boz. La manifestazione, in collaborazione con la Fondazione Dolomiti Unesco, era patrocinata dalla Regione del Veneto, del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e dell'Unione Montana Feltrina. Fondamentale per l'organizzazione e per il sostegno economico la "Casa Comune" composta da CaiCnsas-Guide alpine, il Consorzio Bim Piave, nonché la sponsorizzazione di Grafiche Antiga di Crocetta del Montello. Hanno collaborato numerose associazioni e volontari tra cui il Gruppo Escursionisti Cesio, Pro Loco di Busche, Comitato Sant'Agapito, associazione di apicoltori L'ApeRina, Comitato "Festa della patata", Gruppo Folk di Cesiomaggiore, U.S. Cesio, associazione "Il Tasso" di Menin,