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DOLOMITI UNESCO: LA MOSTRA AL MUSE DI TRENTO

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EDITORIALI

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centro proprio il collegamento tra libri e natura. In nome anche di un’etica civile che impegna lo scrittore in prima persona, al di fuori delle pagine dei romanzi. Scriveva già nel 1980 in Uomini, boschi e api Mario Rigoni Stern: «Mai come oggi l’uomo sente la mancanza di natura e la necessità di luoghi: montagne, pianura, fiumi, laghi, dove ritrovare serenità e equilibrio. Al punto che viene da pensare che la violenza, l’angoscia, l’apatia la solitudine siano da imputare in buona parte all’ambiente generato dalla nostra civiltà». Una visione che adesso, in piena pandemia e con la voglia che tutti hanno di spazi aperti e natura, pare profetica. I trekking letterari in montagna aiutano.

Corriere del Trentino | 25 luglio 2021

p. 9

Dolomiti fragili La mostra al Museo delle Scienze di Trento racconta la bellezza di vette da proteggere, Patrimonio Unesco. Installazioni sonore sull’agonia dei ghiacciai che si sciolgono

Bellezza e fragilità. Natura e ecosistema in pericolo. La meraviglia del paesaggio delle Dolomiti è racchiusa in questi aspetti, che ne fanno un gioiello da proteggere. Nel giardino del Muse (Museo delle Scienze di Trento) è aperta la mostra Dolomiti Patrimonio Mondiale Unesco - Fenomeni geologici e paesaggi umani , sintesi dei valori che rendono le montagne uniche nel mondo. La mostra è visitabile a qualunque ora, gratuitamente fino al 24 settembre. Curata dal Museo delle Scienze di Trento e da tsm|step Scuola per il Governo del Territorio del Paesaggio, nasce nell’ambito della Rete della Formazione e Ricerca Scientifica della Fondazione Dolomiti Unesco per proporre una lettura delle molte sfaccettature che caratterizzano le Dolomiti, montagne nelle cui forme, colori e caratteristiche geologiche, si rispecchiano le peculiarità del paesaggio circostante, che è insieme territorio naturale e culturale. Un paesaggio preservato per secoli dalle comunità montane, che oggi presenta fragili equilibri che richiedono una rigorosa salvaguardia. Attraverso 24 pannelli di immagini suggestive, testi e illustrazioni, la mostra evidenzia le bellezze paesaggistiche, offrendo spunti di riflessione su un territorio che dal 2009 è patrimonio di tutti e come tale richiama a sentirsi «cittadini delle Dolomiti» e a prendersene cura. L’evento inaugurale ha raccontato l’universo dolomitico con installazioni audiovisive che hanno restituito immagini d’autore delle vette e delle valli, facendo sentire i suoni di queste montagne, perché anche il ritiro dei ghiacciai ha una sua sonorità. L’installazione multimediale Il Pianto del Ghiaccio curata dal Dipartimento di Musica Elettronica del Conservatorio Bonporti di Trento, ha dato voce alla lenta agonia dei ghiacciai uccisi dal riscaldamento globale. Impiegando un originale sistema di elaborazione algoritmica si sono trasformati in processi sonori gli andamenti annuali dei ghiacciai trentini, dal 2020 al 2101. E dai suoni sono scaturite riflessioni di antropologi, glaciologi, ricercatori e musicisti alle prese con alcune delle sfide più impegnative che attendono i territori dolomitici: dagli effetti del surriscaldamento alla gestione di imponenti flussi turistici, dalla ricerca degli equilibri tra economia e ambiente alla scelta di percorsi di sviluppo sostenibile. Mario Tonina, presidente della Fondazione Dolomiti Unesco e assessore all’urbanistica, ambiente e cooperazione della Provincia autonoma di Trento, sottolinea: «La mostra rappresenta un’ulteriore testimonianza dell’impegno della Fondazione Dolomiti Unesco e della Rete della Formazione e della Ricerca Scientifica coordinata dalla Provincia di Trento. L’educazione e la formazione a ogni livello, dagli amministratori ai tecnici, dagli operatori economici alle scuole e all’intera cittadinanza, sono un ambito strategico sul quale la Fondazione da anni lavora intensamente. Vivere nelle Dolomiti implica infatti, una grande partecipazione per tutti coloro che si occupano di conservazione, tutela e valorizzazione». Gianluca Ceppolaro, direttore tsm | Trentino School of Management descrive il fine didattico della mostra: «Fa vedere le Dolomiti come laboratorio eccezionale per sperimentare l’integrazione tra l’educazione al paesaggio, all’ambiente e al territorio e la cittadinanza attiva. E mette in relazione natura con cultura e geologia con paesaggio, ma anche il senso di appartenenza con la responsabilità e la partecipazione». Secondo Michele Lanzinger, direttore Muse Museo delle Scienze evidenzia: «Con la sua particolare attenzione alla geologia e al paesaggio la mostra stimola il visitatore a riscoprire e reinterpretare con nuova attenzione anche luoghi già conosciuti. Ci auguriamo che questa esposizione possa offrire alle scuole occasioni inedite di scoperta del territorio dolomitico mettendo i giovani in confidenza con temi e discipline fondamentali per elaborare un comune sentire in termini di futuro sostenibile». Il video dell’inaugurazione è su YouTube del Muse.

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