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COLLEGAMENTO CORTINA-CIVETTA: GLI AGGIORNAMENTI

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EDITORIALI

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particolare nell'autorizzare determinati interventi. Gli ambientalisti controbattono anche la tesi che siano i vincoli a provocare lo spopolamento. «I giovani scappano perché la montagna non offre servizi.Scuole sempre più lontane per gli studenti, chiusi reparti interi di ospedali, mancano ambulanze, non viene curato il territorio, le strade a rischio frane nei periodi piovosi o di nevicate, i trasporti pubblici sono sempre più carenti, non si offrono ai giovani né spazi né opportunità di lavoro di alta qualità».MW contesta le risorse destinate alle Olimpiadi 2026, soprattutto gli 85 milioni per la pista di bob a Cortina.«Cose già viste. Questi soldi dovrebbero essere usati per aiutare la gente di montagna e non essere sperperati solo per "prestigio" o rivolti al sostegno di limitati interessi economici» . E poi un'accusa ancora più pesanti ad alcuni proprietari di boschi in Val d'Ansiei. «Ci sono montanari che hanno davvero a cuore il proprio territorio, lo curano con grandi sacrifici, ma anche molti altri che per "trenta denari", specie nelle zone della Val d'Ansiei, svendono boschi e aree prative ad imprenditori altoatesini con l'illusione di arricchirsi, investendo in ingestibili alberghi diffusi e casette di lusso sugli alberi o su palafitte per soddisfare un auspicato aumento di turismo legato al concetto di lusso in montagna. Il tutto invadendo aree aperte, territori liberi da infrastrutturazione, zone molto delicate e straordinariamente belle. In questo modo si tradisce la reale cultura della montagna basata sulla sobrietà e sul limite; per pochi soldi si svendono i beni più preziosi, i gioielli rimasti sul nostro territorio».Quanto, infine, al progetto di collegamento sciistico con la Val Pusteria, MW afferma che, dopo il parere della Vas e della Vinca, si può aprire un confronto su aspetti specifici, ma avendo ben presente come l'ipotesi più elevata in quota sia ormai definitivamente superata. «Probabilmente è meglio, da subito, mettersi a ragionare su altri progetti che tendano al rilancio socioeconomico delle vallate dolomitiche. Su questo siamo disponibili a collaborare» . --f.d.m.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere delle Alpi | 21 Luglio 2021

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Legambiente premia il ‘no’ al carosello. La bandiera verde issata a Livinallongo

livinallongo A Livinallongo la Bandiera Verde di Legambiente. Ogni anno l'associazione ambientalista assegna il riconoscimento a località, enti, associazioni e alle personalità che si sono particolarmente distinti nella difesa del territorio e degli aspetti naturali del proprio comprensorio. Un riconoscimento nato molti anni fa per premiare le buone pratiche per la valorizzazione del territorio, come, a titolo di esempio, le azioni per la tutela contro incendi e dissesto idrogeologico o gli interventi di ripristino.Quest'anno la Bandiera Verde è stata assegnata a Livinallongo, il comune che comprende anche il centro turistico di Arabba, per il merito di aver posto al centro dell'agire amministrativo la resilienza ai cambiamenti climatici e la partecipazione delle comunità nel solco degli obiettivi dell'Agenda 2030, valorizzando il patrimonio naturale riconosciuto dall'Unesco nel cuore delle Dolomiti. In particolare, al centro del riconoscimento di Legambiente c'è l'opposizione da parte del comune ladino al "Carosello delle Dolomiti", un progetto di impianti a fune che mira a unire i comprensori sciistici di Arabba e Cortina passando per la Zona Settsass che, secondo l'associazione Legambiente e numerosi ambientalisti, avrebbe un impatto decisamente negativo sul territorio.Un progetto che è invece fortemente sponsorizzato da Luca Zaia e dalla Regione. «Siamo estremamente contenti di questo riconoscimento che premia i nostri sforzi e la nostra politica per la salvaguardia del territorio in cui viviamo e dove ospitiamo migliaia di turisti nelle due stagioni», commenta Leandro Grones, sindaco di Livinallongo, «la montagna ha bisogno di attenzioni continue e devono essere gli stessi abitanti delle quote alpine i principali attori di questa nuova consapevolezza. Prendersi cura delle nostre vallate è un impegno politico e prima ancora un dovere morale».Resta da capire se le volontà degli abitanti verranno ascoltate da chi nelle montagne vede solo la possibilità della speculazione economica, raccontando di volerle così salvare dall'abbandono. -- G. San. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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