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NUOVO BACINO ARTIFICIALE PORDOI

Corriere delle Alpi | 17 maggio 2022

p. 28

Mercalli vota no alla pista da bob «Venite a vedere quella di Torino»

L'intervista Luca Mercalli - uno dei più blasonati studiosi di meteorologia - non solo ha firmato la petizione contra la pista di bob di Cortina, ma a margine della lettera inviata dall'associazionismo ambientalista al presidente del Cio, Bach ha invitato gli ampezzani a vedere cosa resta di Torino 2006.«Cari amici, apprezzo la vostra lotta contro gli scempi delle Olimpiadi a Cortina», scrive Mercalli agli amici di Cortina e del Cadore. «Vivendo in Val di Susa, al cospetto dei residuati del 2006, vi consiglio di utilizzare come esempio negativo il caso degli impianti di Cesana San Sicario - pista da bob costata oltre un centinaio di milioni di euro e poi smantellata per rischio ambientale - e dei trampolini di salto di Pragelato, ridotti a ruderi inutili».Quindi la pista di bob non s'ha proprio da fare perché sarà uno spreco.«Esattamente. Ma io non voglio fare proclami. Invito semplicemente a verificare i fatti. Partiamo da Cortina. Il trampolino olimpico del 1956 è o no un rudere abbandonato?». Sì, ma verrà rigenerato?«Per ospitare le premiazioni? E dopo? Invito però gli amministratori a venire a Cesana per rendersi conto di persona di ciò che è rimasto degli oltre 100 milioni spesi per la pista. Non un secolo fa».E che cosa è rimasto? «Praticamente niente, perché hanno dovuto abbattere l'impianto in quanto, dopo le gare, rischiava di trasformarsi in una bomba ecologica, a causa dei flussi di ammoniaca". Una gestione successiva, come si vuol fare a Cortina? «Impossibile. I costi saranno così alti che non si potranno mai coprire con attività quali il bob e lo skeleton».Ma il bob e la pista sono irrinunciabili per Cortina e le sue olimpiadi? «Irrinunciabili? Si, ho capito, si predica ancora una volta nel deserto». I giochi saranno all'insegna della sostenibilità? «Quale? Io non giudico. Invito a riscontrare i fatti. E magari a leggersi il libro nero su Torino 2006 scritto prima che si svolgessero quei Giochi. Tutto quanto era stato previsto si è verificato. Invito gli amici delle associazioni a convincere gli amministratori ampezzani e veneti ad andare non a Sochi, ma in Piemonte. A quattro ore di macchina. Sono sicuro che torneranno a Cortina con ben altre idee». Basta Olimpiadi?«Ripeto quanto vado ormai dicendo da tempo. O si ripensano i Giochi in forma "leggera", utilizzando strutture già presenti senza bisogno di nuove colate di cemento, oppure visto il trend climatico attuale si rischia di danneggiare ulteriormente l'ambiente creando nuove cattedrali nel deserto».Gli stessi cambiamenti climatici potrebbero mettere a rischio le Olimpiadi? «Le tendenze in climatologia sono come un sega: hanno un'inclinazione, in questo caso verso l'alto, ma poi i denti a loro volta vanno su e giù. Diciamo che per quanto riguarda Cortina rischiamo se siamo sfortunati di ritrovarci, all'interno di un trend in crescita, in un anno molto caldo e con poche precipitazioni. Questo nessuno lo può sapere con certezza ad anni di distanza». -Francesco Dal Mas© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’Adige | 15 maggio 2022

p. 31

Via il bosco, arriva il bacino

GIORGIA CARDINI CANAZEI E' un vuoto che colpisce l'occhio, quello che riprende l'elicottero a circa 2.060 metri di quota, alle pendici del Picol Pordoi, con la telecamera che inquadra prima Canazei, poi la strada che sale al Passo e le piste da sci, e quindi si sofferma per una decina di secondi su quanto resta del bosco.Là dove c'erano pini cembri, larici e abeti rossi oggi c'è infatti una spianata ovoidale marrone e grigiastra. I tronchi che la riempivano sono già stati in gran parte asportati e al lavoro ci sono i mezzi meccanici diventati presenze abituali - nella nostra provincia - sui versanti denudati dalla tempesta di fine ottobre 2018: imponenti "mietitrici forestali", frese in grado di estrarre le ceppaie dal terreno. Dopo queste arriveranno anche gli escavatori che dovranno realizzare il grande buco ideato per assicurare tutta le neve necessaria, fin dall'inizio di dicembre di ogni anno, alla Skiarea Belvedere e Col Rodella, gestita dalla Società Incremento Turistico Canazei, in sigla Sitc spa.Saranno 119.570 i metri cubi di capienza dell'invaso, secondo il progetto firmato dall'ingegnere Alessandro Rizzi per conto dell'impresa che ha circa 300 soci ed è probabilmente la più grande azienda fassana. Il progetto sta dunque per essere realizzato, a quasi 5 anni dalla sua previsione nella variante al Prg di Canazei e a 3 precisi dalla valutazione d'impatto ambientale favorevole ottenuta il 17 maggio 2019.Daniele Dezulian, presidente della società, conferma che l'80% dell'area interessata dall'opera è stata disboscata in tre settimane e che, nel giro di un'altra settimana, questa fase preliminare sarà conclusa. Poi la ditta

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