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per la propria escursione non rimarrebbe certo deluso dall'offerta nel circondario: «Ci sono splendide escursioni e ferrate che possono essere fatte», dice il gestore, «oltre a quelle che portano al Settimo Alpini, si può andare sulla Gusela, sulla Schiara, sul Coro, sul Vescovà... c'è solo l'imbarazzo della scelta». Tra gli ospiti illustri del rifugio si è recentemente presentato Gianni Gianeselli, noto alpinista vincitore del Pelmo d'oro nel 2009: «La scorsa estate è stato da noi per un'intervista che avevano organizzato per un film partecipante al Trento Film Festival», racconta Fedeli, «è stato un bel incontro e mi ha assicurato che sarebbe tornato anche quest'anno per un saluto. Lo aspettiamo a braccia aperte!». --F.R.© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere delle Alpi | 11 maggio 2022
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Primavera insidiosa per chi va in quota Il Cnsas: «Valutate la neve e il ghiaccio»
Francesco Dal Mas Belluno Una montagna di pericoli primaverili. È allerta fra i volontari del soccorso alpino e nel servizio Suem. Decisamente troppi gli incidenti in quota, causati spesso da scarsa preparazione, imperizia, imprudenza. Ciò che si riscontra solitamente nel cuore dell'estate, non fra aprile e maggio. Già 490 i volontari del Soccorso alpino della provincia in allerta, distribuiti in 19 stazioni. Quelli del Veneto sono 740, 28 le stazioni. l'allarme e-bikeAi problemi di chi sale a piedi dove non dovrebbe in questo periodo, si aggiungo quelli di chi va in bicicletta, specie in e-bike. «Nelle scorse settimane si sono già registrati numerosi incidenti, che hanno coinvolto ciclisti, sia su tracciati semplici che su impegnative piste da downhill», è l'allarme del Cnsas. «Le bici elettriche ci conducono in luoghi nuovi e prima inaccessibili, ma bisogna anche sapersi muovere e gestirle bene lungo i sentieri di montagna. Ricordate che in qualsiasi terreno è meglio indossare sempre il casco, perché in caso di caduta fa la differenza».mai da soliE a piedi, invece? Peggio ancora. «In diverse situazioni è stata la scelta di avventurarsi in camminate solitarie a originare condizioni di difficoltà. Consigliamo pertanto», è il primo suggerimenti di Alex Barattin, delegato di Belluno, «di muoversi in compagnia, perché è preferibile avere con noi qualcuno pronto ad aiutarci e rassicurarci». Barattin lo consiglia perché i primi soccorsi hanno intercettato proprio questo tema. «Notiamo inoltre», prosegue, ulteriormente esemplificando, «che molto spesso incontrare inaspettati tratti esposti, traversi nella neve non previsti o semplicemente muoversi senza la sufficiente preparazione può far insorgere paure e timori che bloccano il cammino. Suggeriamo sempre di informarsi sulle condizioni reali e attuali della nostra destinazione, scegliendola in base alle nostre effettive capacità».Ma nel concreto? I versanti a sud sono spogli, quindi invitano a fiondarsi in quota, specie se c'è bel tempo e la temperatura è alta. attenzione a neve e ghiaccioMa a nord ci sono le sorprese. «La neve è ancora molto alta, specie nei canali. E quella che si soglie di notte ghiaccia, perché le temperature a volte s'inabissano, quindi chi sale al mattino non immagina che il pendio verde sia scivoloso. Può diventare una trappola mortale», mette le mani avanti Barattin. Le pendenze oltre il 40% a nord è meglio comunque non farle. In ogni caso si devono avere calzature adatte, pedule piuttosto che semplici scarpe da treking. «Le pedule, ancor meglio gli scarponi, preservano le caviglie. Basta un niente perché cedano. E se ci si trova ad attraversare percorsi innevati, magari anche con solo un metro imbiancato, si calzino i ramponi e ci si aiuti con la picozza». Tutto materiale leggero che non costa niente portare nello zaino.Evitare le cresteIl consiglio di Barattin è fermo. Le creste sono ghiacciate, anche quando non sembrano innevate. «Quando poi si è di fronte ad una difficoltà, anche se si è a metà salita, e comunque c'è la stanchezza in arrivo, è assolutamente saggio fare dietrofront, non procedere», è un'altra sollecitazione del capo delegazione. discese insidioseSi guadagna la meta e si brinda alla conquista? Attenzione alla discesa, è il momento più pericoloso. «Quando ci si rilassa, un piede in fallo finisce con troppa facilità. Quindi vanno scelti itinerari non impegnativi. E la prudenza dev'essere doppia, anche rispetto alla caviglia». A proposito, allacciatevi le scarpe. Gli spaghi al vento sono pericolosissimi: ci s'inciampa, specie in discesa. Basta un ramo o una piccola roccia per trattenere lo spago e far schiantare la persona. I bastoncini? Nello zaino vanno portati chiusi. Quando se ne fa uso, bisogna usare la testa, per evitare che s'intralcino con le gambe. Una caduta in sentiero ha esiti più gravi di quella su una strada di città o di campagna. Lo zaino conterrà necessariamente anche il kit per il soccorso. cellulare sempre carico«Il cellulare», raccomanda ancora Barattin, «dev'essere carico, perché potrebbe servire anche per periodi lunghi di emergenza». Il delegato consiglia di compiere il percorso scelto solo se si ha il piano di sicurezza in tasca, cioè la conoscenza alternativa delle vie di fuga, cioè dei percorsi più brevi per deviare da sentieri impraticabili o per raggiungere siti da cui chiamare i soccorsi, se si attraversano territori scoperti. «La prudenza non è mai massima, specie in periodi di scarsa frequentazione come questi». Ovviamente, prima di partire bisogna dire dove ci si reca e quale itinerario si fa. Resta, infine, la sorpresa dei temporali. Arrivano nel pomeriggio e non tutti rientrano nelle previsioni. --© RIPRODUZIONE RISERVATA