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L’APPELLO A TUTELARE PIAN DE CUNFIN

Corriere dell’Alto Adige | 12 Marzo 2023 p. 3

Appello degli ambientalisti «Tutelare Pian de Cunfin»

Il paradiso naturale sull’Alpe minacciato dai progetti di nuovi impianti sciistici «Basta promesse, servono atti concreti»

BOLZANO

La località dei «Piani di Cunfin» e il Gruppo del Sassolungo da più di 40 anni sono oggetto di una continua e pesante pressione tendente allo sfruttamento della zona ai fini turistici, in particolare quelli sciistici. Su questo tema, giovedì, i rappresentanti delle organizzazioni di tutela dell’ambiente e del paesaggio, con rappresentanti dell’economia, hanno partecipato ad un incontro con l’assessora provinciale Maria Hochgruber Kuenzer nel corso del quale hanno rinnovato il loro appello: «Il Gruppo del Sassolungo e i Piani di Cunfin devono essere finalmente posti sotto tutela e ciò deve avvenire ora, cioè entro l’attuale periodo legislativo».

Il gruppo del Sassolungo, fra il Sellaronda e l’Alpe di Siusi, spiegano gli ambientalisti, si trova nel mezzo di uno degli ambiti altoatesini maggiormente sfruttati dal punto di vista turistico e soprattutto sciistico. Con lo stato di cose ormai purtroppo acquisito, il Sassolungo stesso, con i Piani di Cunfin, rappresentano un’eccezione ricreativa. Qui sgorgano le sorgenti che forniscono le località di Ortisei, Oltretorrente e Roncadizza mentre il variegato ambiente paesaggistico è ricco di biodiversità e dal punto di vista ecologico è un raro ed importante rifugio per la flora e la fauna. Inoltre molti tipi di uccelli a grande rischio trovano in quest’area un luogo per la cova, protetti dai boschi circostanti che sono zone di tranquillità per la natura e gli uomini. Fin dagli inizi del boom, circa 40 anni fa, la popolazione si impegna contro la costruzione di impianti di collegamento nella zona dei Piani di Cunfin. Tuttavia la pressione su questa zona ancora poco sfruttata resta alta, specialmente per quanto riguarda lo sviluppo del turismo invernale. Prova tangibile ne sono il progettato collegamento tra le zone sciistiche dell’Alpe di Siusi e del Monte Pana con una ferrovia, o una funivia, l’ampliamento e potenziamento della funivia sulla forcella del Sassolungo mentre vari studi sullo sfruttamento del gruppo del Sassolungo con funivie, a prospettive di sviluppo variabili, sono praticamente pronti per la realizzazione.

Tutto ciò in spregio ai dettati del Piano per il Clima 2040 e dell’attuale scarsità di neve naturale con la carenza acqua, anche degli anni passati, dovrebbero essere argomenti sufficienti a desistere dall’ampliamento delle aree sciistiche.

Da queste premesse deriva forte e pressante la richiesta ambientalista all’assessora provinciale Kuenzer di una chiara tutela della zona per dire un deciso no ai progetti di sviluppo. Una tutela che le associazioni a difesa di territorio e ambiente chiedono già da più di 40 anni perché, come ha ribadito pure un albergatore presente all’incontro: «Vogliamo che questo ambiente resti così, come Dio ce lo ha donato».

Del resto, precisano il gruppo Nosc Cunfin, la Lia per Natura y Usanzes, la Lia da Mont, l’Alpenverein, l’Heimatpflegeverband Sudtirol, il Club Alpino Italiano, la Vereinigung Südtiroler Biologen con Mountain Wilderness e Lega Climate Action Sudtirolo, la messa sotto tutela ambientale dovrebbe essere solo la logica conseguenza del Piano per il Clima, che sottolinea quanto sia importante la protezione degli ambienti naturali ai fini del raggiungimento dell’obiettivo climatico. Per non dire, inoltre, che con l’inserimento dell’area Sassolungo in ambiente protetto, si farebbe anche un importante passo avanti verso l’adempimento di quanto dichiarato nei documenti strategici per la sostenibilità del governo provinciale, che secondo gli obiettivi «30 x 30» dei tassi di biodiversità delle Nazioni Unite prevedono la tutela di almeno il 30 per cento della superficie della Provincia a cui oggi manca ancora circa un terzo, precisamente il 9 per cento. Intanto è già stato raggiunto un accordo tra le amministrazioni comunali di Ortisei, Santa Cristina e Selva di Val Gardena che, tra il 2010 ed il 2013, hanno appoggiato la messa sotto tutela di Sassolungo e i Piani di Cunfin. Nel 2020 sono state anche raccolte 3000 firme a favore addirittura della loro elevazione a parco naturale. «Il tempo di belle parole e promesse è passato» concludono i gruppi interessati: «Ora il governo provinciale ponga concretamente in atto quanto dichiarato nei suoi stessi documenti strategici sulla sostenibilità».

Corriere dell’Alto Adige | 12 Marzo 2023 p. 3

Kuenzer apre «Deve decidere la popolazione»

L. R.

L’assessora provinciale Maria Hochgruber Kuenzer, che ha la competenza per lo sviluppo del territorio, il paesaggio e i beni culturali, è la diretta interlocutrice degli ambientalisti che chiedono di tutelare Plan de Cunfin. È a lei infatti che hanno rivolto il recente appello.

Ed è lei che avevano incontrato di persona anche lo scorso settembre, durante una manifestazione andata in scena proprio a Plan de Cunfin, all’ombra del Sassolungo.

L’assessora, che è espressione dell’ala agricola della Volkspartei, apre alla richiesta degli ambientalisti: «Sono favorevole ad una tutela perché quel posto è straordinario sotto il profilo naturalistico e ambientale. Un paesaggio favoloso che va sicuramente preservato» premette l’assessora Kuenzer, che comunque subito precisa: «La decisione spetta, come sempre avviene in democrazia, alla maggioranza. E vanno coinvolte le popolazioni locali».

L’assessora spiega che, al centro della questione, c’è la scelta sulla diversa tipologia di protezione da adottare: «Ci sono molte forme di tutela del paesaggio, con caratteristiche e finalità anche molto diverse tra loro: c’è quella prevista a livello di Unione Europea, che fa capo alla rete Natura 2000, ed è particolarmente stringente, oppure ci sono le tutele dei parchi naturali, oppure ancora quelle di tutela delle acque di una determinata zona. Anche in questo caso quindi aggiunge Hochgruber Kuenzer bisogna stabilire prima quale tipologia di protezione voler adottare e poi attuare i passi successivi». Oltre al merito della questione, l’assessora affronta poi anche la questione del metodo, sottolineando la necessità di «giungere a un accordo con le maggioranze locali». Kuenzer conclude:

«In democrazia decide la maggioranza e credo sia giusto coinvolgere in questa importante decisione la popolazione locale. Se i Comuni altoatesini direttamente interessati alla vicenda dovessero proporre di adottare lo strumento della democrazia diretta, ad esempio tramite un referendum, io sarei favorevole. In questo modo si potrebbe conoscere l’orientamento della popolazione su quale tipo di tutela ambientale adottare per Plan de Cunfin».

Alto Adige | 15 Marzo 2023 p. 34

«Tutela del Sassolungo: si muovano i Comuni»

Ezio Danieli Val Gardena

In un incontro fra le associazioni ambientaliste e l'assessora provinciale Maria Hochgruber Kuenzer è stato riproposta "l'urgenzasottolineata dagli ambientalisti - di una maggiore salvaguardia ambientale per il gruppo del Sassolungo, tra la Sellaronda e l'Alpe di Siusi, al centro di uno degli ambiti più sfruttati dal punto di vista turistico e soprattutto sciistico". "Anche l'assessora provinciale Hochgruber Kuenzer - scrivono gli ambientalisti - ha detto che per il governo provinciale la messa sotto tutela è un argomento da trattare. Contemporaneamente ha dichiarato che a questo scopo bisogna giungere a un accordo con i Comuni. Questo è in realtà già accaduto: le amministrazioni comunali di Ortisei, Santa Cristina e Selva tra il 2010 e il 2013 hanno appoggiato la messa sotto tutela del Sassolungo con i Piani di Cunfin e nel 2020 sono state raccolte 3.000 firme a favore della tutela del gruppo dolomitico"."È quindi da tempo atteso l'inserimento di Sassolungo e Piani di Cunfin in un parco naturale - ribadiscono le organizzazioni ambientaliste - I gruppi interessati non si accontentano più di un riconoscimento a voce dell'integrità del territorio, dato più volte nel passato, ma chiedono alla Provincia di porre concretamente in atto la messa sotto tutela, ora, in questa legislatura. Con l'inserimento dell'ambito del Sassolungo in ambiente protetto - viene messo in evidenza - si farebbe anche un importante passo avanti verso l'adempimento di quanto dichiarato nei documenti per la sostenibilità, che secondo gli obiettivi 30 x 30 dei tassi di biodiversità delle Nazioni Unite prevedono la tutela di almeno il 30% della superficie della Provincia. Per raggiungere l'obiettivo, in Alto Adige manca ancora il 9 per cento".Il gruppo del Sassolungo, con i Piani di Cunfin, ospita anche l'area delle sorgenti che forniscono Ortisei, Oltretorrente e Roncadizza. Si tratta di un ambiente ricco di biodiversità sia a livello di flora che di fauna, ma "la pressione tendente allo sfruttamento della zona - si legge nel comunicato degli ambientalisti - è in atto da più di quarant'anni e la popolazione si impegna da allora contro la costruzione di impianti di collegamento nella zona dei Plani di Cunfin. Tuttavia a causa del boom del turismo, la pressione su questa zona ancora poco sfruttata resta alta". "Il progettato collegamento tra le zone sciistiche dell'Alpe di Siusi e del Monte Pana con una ferrovia o funivia, l'ampliamento e potenziamento della funivia sulla forcella del Sassolungo e vari studi sullo sfruttamento del gruppo del Sassolungo con funivie - elencano in modo allarmato gli ambientalisti - sono pronti per la realizzazione. Oltre al Piano per il Clima 2040, la scarsità di neve di questo inverno e la carenza di acqua degli ultimi anni dovrebbero essere argomenti sufficienti a far desistere dall'ampliamento degli ambiti sciistici. La messa sotto tutela ambientale della zona dovrebbe essere la logica conseguenza del Piano per il Clima, che sottolinea quanto sia importante la protezione degli ambienti naturali ai fini del raggiungimento dell'obiettivo climatico per la salvaguardia dell'ambiente". ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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