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PASSI DOLOMITICI: LE PROPOSTE PER L’ESTATE 2021
Olimpiadi, parte la macchina Nasce il "Comitato" trentino
Il Trentino vara il proprio coordinamento olimpico provinciale (una sorta di comitato olimpico) per gestire tutta la partita logistica da mettere in campo durante le Olimpiadi invernali del 2026 che si svolgeranno per una parte in val di Fiemme e a Baselga di Piné. E lo fa dando fiducia a Tito Giovannini, che oggi siede per la Provincia nella Fondazione Milano-Cortina, e a Pietro De Godenz, dell'Upt, quindi dell'opposizione, scelto dalla giunta per le sue compentenze nel settore degli sport invernali. Da capire se con la nomina nel nuovo organismo, Degodenz dovrà dimettersi dal Consiglio provinciale. E a quel punto a lui potrebbero succedere o Gianpiero Passamani o l'ex senatore Vittorio Fravezzi. Per completare la guida del comitato serviranno altri tre nomi.Intanto, per definire con chiarezza il quadro della governance che dovrà gestire la macchina organizzativa dei Giochi sul territorio trentino la giunta provinciale ha approvato ieri un disegno di legge proposto dall'assessore allo sport e turismo Roberto Failoni. «Condividendo le linee di indirizzo dettate dal Cio in tema metodologico, - ha spiegato l'assessore Failoni nel presentare il ddl - abbiamo ravvisato la necessità di creare le condizioni istituzionali e organizzative che consentano di definire con chiarezza i ruoli e le responsabilità funzionali a concretizzare la pianificazione strategica, tanto degli interventi infrastrutturali sul cluster olimpico trentino, vale a dire le sedi di gara, quanto a consentire una chiara e concordata condivisione delle responsabilità tra noi e il Comitato organizzatore Milano Cortina 2026. È nostra convinzione, infatti - ha aggiunto l'assessore - che costituisca un fattore chiave di successo la volontà di attivare tempestivamente, anche a livello locale, il percorso di pianificazione e progettazione integrata di tutti i componenti costitutivi delle sedi di gara, concretizzando le azioni dei vari livelli istituzionali. Risulta evidente che la buona riuscita degli eventi olimpici sul nostro territorio non possa prescindere dalla valorizzazione delle aree di primato che il Trentino ha espresso negli anni, intese sia a livello organizzativo, come anche a livello sportivo e di apporto del volontariato». Per governare in maniera adeguata le funzioni pubbliche e quelle che saranno definite in accordo con la Fondazione, il disegno di legge istituisce il "coordinamento olimpico provinciale" quale interlocutore privilegiato per il territorio trentino della Fondazione Milano Cortina 2026, ma anche per assicurare la regia e il monitoraggio degli investimenti infrastrutturali, raccordandosi allo scopo con i soggetti attuatori degli interventi previsti. L'organismo fungerà da raccordo organizzativo per il coinvolgimento di altri soggetti pubblici e privati coinvolti nella realizzazione dell'evento, operanti, tra l'altro, nel settore della sanità, della protezione civile e del volontariato. Parallelamente, vengono previste delle disposizioni che hanno lo scopo di consentire il dimensionamento ritenuto strumentalmente idoneo alla realizzazione delle attività di competenza provinciale e a quelle che risulteranno evidenti nel percorso che porterà in maniera adeguata questa amministrazione agli eventi olimpici, prevedendo nel contempo specifici elementi incentivanti per le professionalità allo scopo incaricate. La giunta provinciale, entro tre mesi dall'entrata in vigore del disegno di legge, approverà un piano delle risorse umane necessarie per l'organizzazione delle Olimpiadi invernali 2026. Il piano verrà aggiornato annualmente e riporterà lo stato di attuazione delle azioni intraprese. Inoltre, la proposta legislativa, che ora inizierà il suo iter consiliare, prevede che la Giunta individui la struttura provinciale competente per il coordinamento delle attività e delle funzioni che competono alla Provincia. Infine, in coerenza con gli impegni assunti dalla Provincia nel dossier di candidatura del Coni, approvato dal Cio, la giunta provinciale individuerà le opere e i lavori pubblici funzionali allo svolgimento delle Olimpiadi che devono essere eseguiti per assicurare la piena efficienza e fruibilità delle strutture sportive individuate come sedi agonistiche di gara, indicando il termine massimo per la loro esecuzione e le disposizioni organizzative necessarie per assicurare il rispetto dei termini previsti. Per mettere in moto gli appalti ci sarà Invitalia o l'Apac, sia per quelli sul territorio, sia per le infrastrutture (i 120 milioni già arrivati da Roma) sia per il rifacimento o la realizzazione ex novo delle strutture sportive (Tesero e Predazzo, mentre per la copertura della pista di Piné si è ancora in attesa di una scelta definitiva). A. Con.
Alto Adige | 10 Marzo 2021
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Passi, in arrivo 12 varchi e 24 telecamere
ezio danieli GARDENA/BADIA I motociclisti, hanno già lanciato l'allarme: "Così non verrà più nessuno, stiamo facendo passare il messaggio di una caccia alle streghe". Con le streghe che, nel caso specifico, sarebbero i motociclisti. Non si sono spenti ancora gli echi dei provvedimenti messi in atto la scorsa estate in Trentino e in Alto Adige, che sullo stesso territorio si torna a parlare di una nuova iniziativa per limitare il traffico sui quattro passi principali: il Sella, il Pordoi, il Gardena ed il Campolongo. Quelli, guarda caso, più frequentati proprio dai
motociclisti e su cui in un recente passato erano stati fissati i famosi, e tanto discussi, limiti di velocità per sole moto . Le istituzioni competenti avrebbero già avviato il bando per la realizzazione di 12 varchi elettronici, con 24 telecamere (una per ogni senso di marcia), che avrebbero lo scopo di monitorare il traffico. Spesa? 200 mila Euro circa. Saranno posizionate, per la precisione, al bivio per Sella e Pordoi in tre postazioni; al bivio di Pian del Gralba, tra Sella e Gardena, in altre tre postazioni, a Colfosco, sia a monte che a valle di Corvara, sul passo Campolongo, ad Arabba e sul passo Pordoi. Potranno rilevare la velocità ma non solo, visto che gli strumenti che si andranno ad installare saranno in grado anche di fornire ulteriori informazioni in base al riconoscimento delle targhe, ai tempi di permanenza sui luoghi e ai parametri forniti dai vari veicoli. L'obiettivo, stando a quanto dichiarato, è appunto il monitoraggio, per capire come, quando e con quali modalità si muovono i turisti. Ma i più maliziosi sono pronti a scommettere che si tratterà dell'ennesima iniziativa volta a scoraggiare la frequentazione di quei luoghi da parte degli appassionati di moto e motori. Già da tempo, infatti, l'argomento è particolarmente dibattuto e non senza aspri scontri. Perché è chiaro che nessuno deve sentirsi autorizzato a comportamenti non consentiti o a scambiare i tornanti di quei luoghi per quelli di un circuito, ma è altrettanto chiaro che i motociclisti rappresentano una fetta importante del turismo estivo in montagna. Ecco perché la prevenzione e la sensibilizzazione, a detta dei più, andrebbero favorite rispetto ad una repressione senza se e senza ma. Il rischio è che a forza di sentirsi come "non graditi", si finisca con il girare una volta per tutti i manubri e indirizzare le ruote verso altre curve, altri panorami, altri luoghi da scoprire, sostengono i motociclisti.©RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere delle Alpi | 14 Marzo 2021
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Telecamere sui passi Il sindaco Grones «Servono soltanto a monitorare i flussi»
ARABBA I motociclisti continuano a protestare: per le telecamere lungo le strade dei passi del gruppo del Sella. I Motoclub si "rincorrono" sui social e sulle riviste specializzate di settore lamentando che la prossima estate, ma già in questa primavera, quando i confini tra regioni e province torneranno finalmente liberi, sarà impossibile salire lungo i più bei tornanti delle Dolomiti, in particolare su quelli del Sella, del Pordoi, del Gardena e del Campolongo. IL GRANDE FRATELLO Il tutto a seguito dell'installazione dei 12 varchi elettronici, con 24 telecamere (una per ogni senso di marcia), installati a valle e all'arrivo dei valichi. Un investimento per nulla da ridere, da 200 mila euro, a carico delle Province di Bolzano e di Trento e della Regione Veneto. «Mi dispiace, ma gli amici motociclisti scoprono l'acqua calda. Voglio ricordare a tutti loro che sistema di controllo è già attivo dall'anno scorso», tiene a far sapere il sindaco di Livinallongo, Leandro Grones, «ma mai una multa è stata staccata a seguito di questi controlli. Le telecamere, infatti, rilevano le targhe per capire se la provenienza è del territorio o dall'esterno, i tempi di permanenza sui luoghi e altri parametri dei veicoli». LA REGIONE TRANQUILLIZZA Vogliamo semplicemente capire, spiega a sua volta l'assessore regionale al Turismo, Federico Caner, quando e con quali modalità si muovono i turisti, in modo da pianificare le accessibilità più consone ai passi. L'assicurazione di Caner, Grones e degli altri amministratori è che quest'estate non vi sarà chiusura dei passi, come è avvenuto nelle estati del passato. Operatori preoccupatiDall'alto del passo Pordoi, l'albergatore Osvaldo Finazzer, coordinatore degli operatori turistici, ricorda ancora una volta che «i motociclisti rappresentano una fetta importante del turismo estivo in montagna». Lui stesso è un provetto centauro. «Il rischio è che, a forza di sentirsi "non graditi" , i motociclisti finiscano con lo scegliere altre mete». Cresce però la pressione del flussi turistici in montagna, in particolare sui siti dolomitici, ed i rischi sono stati evidenziati in un videoconvegno della Fondazione Dolomiti Unesco. «La Fondazione», ha detto il presidente della Mario Tonina, «ha avviato dal 2019 un'iniziativa per studiare e monitorare a fondo il fenomeno turistico all'interno del sito Dolomiti e fornire quindi ai decisori politici i dati e gli strumenti per promuovere una gestione più sostenibile dei flussi». Nel corso del dibattito sono emerse problematiche molto diversificate, interessando un territorio caratterizzato da dinamiche turistiche non omogenee e a volte agli antipodi. Inoltre, è stato ricordato, l'epidemia da Covid-19 ha fatto aumentare il desiderio di visitare le aree di montagna a scopo ricreativo: ciò è naturalmente un bene, se si traduce nella ricerca di esperienze più "dolci", approfondite, attente alle problematiche ambientali, ma introduce anche nuovi fattori di "rischio" a cui porre attenzione. «Nell'estate 2020 abbiamo assistito ad un vero e proprio assalto alla montagna, da parte di chi aveva bisogno di evadere dal clima pesante respirato con il primo lockdown», ha concluso Annibale Salsa, accademico Cai. --francesco dal mas© RIPRODUZIONE RISERVATA
Alto Adige | 16 Marzo 2021
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«Telecamere sui Passi a danno dei bikers italiani»
massimiliano bona selva/corvara Le 24 telecamere sui passi dolomitici - frutto di una convenzione tra le Province di Trento e Bolzano, in collaborazione con la provincia di Belluno - hanno fatto sbottare soprattutto i motociclisti, intenzionati a boicottare le località turistiche del Trentino Alto Adige. I 24 occhi elettronici monitoreranno, attraverso un software, i flussi di traffico lungo i passi Sella (2.240 metri), Gardena (2.127), Campolongo (1.875) e Pordoi (2.239), e l'anello stradale su cui sboccano le statali 242 della Val Gardena, 244 della Val Badia, 48 della Val di Fassa e della strada regionale 48 passante per Arabba. Le telecamere saranno in grado di suddividere i mezzi in quattro categorie (moto, autobus, camion, auto) e leggere le targhe, per determinare passaggi e provenienza dei veicoli. La lettera aperta di un motociclista bolognese: «Le multe alle targhe straniere vengono poi effettivamente incassate?»C'è chi, temendo fortemente nuove multe, non ha gradito questo scelta. È il caso di Paolo Perugini, motociclista bolognese, che pone una serie di interrogativi. «Sono motociclista, bolognese, leggo di ulteriori 12 varchi elettronici (24 telecamere) che andranno a vigilare alcuni dei Passi più belli e famosi del vostro territorio. Avendo parenti nel bellunese amo e frequento quelle zone montane sin da bambino. Ad esse sono legati bellissimi ricordi di infanzia e le emozioni dei giri più belli fatti con le due ruote a motore termico (meglio precisare di questi tempi). Vi scrivo per rassicurarvi. Io e la mia moto da ormai tre anni non varchiamo i vostri confini e non abbiamo nessuna intenzione di farlo nei prossimi anni. Preciso che i travasi di bile che mi provocano le vostre crociate contro i motociclisti sono seconde solo a quelle causatemi dagli imbecilli intutati che scambiano la strada per una pista con scarichi capaci di generare gli stessi decibel di un Concorde in fase di decollo. Tuttavia i miei proponimenti turistici, il godere di panorami stupendi e di strade ben manutenute (anche grazie alle mie tasse cari amici altoatesini, dato che il favorevole regime fiscale di cui usufruite come regione autonoma è sostenibile anche grazie al peso dell'imposizione che grava sulle altre regioni) sono stati da ultimo frustrati dalla concentrazione assoluta richiesta dall'enorme numero di velox e telecamere che ho incontrato sul percorso, capaci di far impazzire il navigatore che continuava a trillare come un ossesso. Azzerato il piacere, ho provveduto già da un po' ad eliminare il Trentino Alto Adige dai miei itinerari, per cui i prossimi ulteriori 24 occhi elettronici in via di installazione, i passi a pagamento, i limiti per le sole moto mi lasciano totalmente indifferente. Piuttosto, l'ultima volta che sono stato dalle vostre parti ho notato un considerevole numero di bikers con targa straniera (svizzeri, austriaci, tedeschi, olandesi soprattutto) che parevano, a giudicare dal passo che avevano, immuni da qualunque rilevazione. È stata una mia errata impressione? Le contravvenzioni alle targhe straniere vengono poi effettivamente incassate?» .©RIPRODUZIONE RISERVATA
Alto Adige | 18 Marzo 2021
p. 33
«Quattro fonometri sui Passi e gestione digitale del traffico»
«Abbiamo già installato quattro fonometri sui Passi dolomitici, in modo tale da riuscire ad avere un quadro completo anche sui rumori, ma la vera sfida per il medio periodo è quella di arrivare a una gestione digitale del traffico. Per quest'estate abbiamo previsto bus aggiuntivi e un pacchetto di misure per invogliare tutti a lasciare l'auto in garage»: a parlare è l'assessore alla mobilità Daniel Alfreider, che ieri ha svelato i piani della giunta provinciale per la gestione della mobilità sulle Dolomiti.Assessore, i fonometri sono davvero già in servizio?Sì, sono operativi e ci consentiranno di monitorare i Passi di nostra competenza. Per arrivare ad una gestione digitale del traffico dobbiamo fornire ai Ministeri delle Infrastrutture e dell'Ambiente dati oggettivi. Anche sui flussi.Ma di che cifre stiamo parlando?Nei periodi di punta oscilliamo da 6 a 10 mila mezzi che per le strade di montagna sono davvero molti.A Braies alla fine si è deciso di chiudere. Perché?Perché c'è un'alternativa alla strada chiusa, rappresentata da shuttle e bici, ma anche per una questione di sicurezza. Anche i giudici hanno concordato sul fatto che 15 mila mezzi al giorno per quel tratto rappresentano un problema oggettivo.Ciò vuol dire che per Sella e Gardena questo non sarà possibile?Per il Codice della Strada la libera circolazione dei mezzi va garantita. Se poi, grazie agli esperti (che sono già al lavoro ndr), riusciremo a fornire nel medio lungo periodo numeri e dati per arrivare a soluzioni diverse ben venga. Per adesso dobbiamo lavorare su più piani.Quali?Per Selva e Corvara abbiamo previsto corse aggiuntive con gli autobus oltre a Citybus interni. Le linee sono state potenziate da giugno a settembre.Chi arriverà in auto dove dovrà lasciarla?Al massimo a Plan de Gralba dove abbiamo attrezzato un parcheggio sufficientemente grande. Da lì si potrà proseguire con i mezzi pubblici e con gli impianti.Un'altra domanda. Ma anche la strada che porta all'Alpe di Siusi è stata chiusa. Perché?Anche lì ci sono le alternative ma ci sono una marea di "deroghe di accesso". Un numero che lei nemmeno può immaginare.Quante persone hanno un permesso speciale per arrivare a Compaccio?Trentamila, un'enormità.Ma i parcheggi per chi vorrà fare un giro sui Passi