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SASSOLUNGO E PIANI DI CUNFIN: LA RICHIESTA DI TUTELA
aggiunte ci aggiriamo attorno ai tre miliardi di euro di spese preventivate. Bach, Malagò e i Presidenti delle Regioni spieghino questa deriva», conclude Casanova. --francesco dal mas© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere delle Alpi | 21 settembre 2022
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Olimpiadi 2026, Malagò striglia «Non c'è più tempo da perdere
Francesco Dal Mas Cortina Un'altra giornata, quella di ieri, all'insegna della preoccupazione olimpica. Per i ritardi.Ancora una volta li ha denunciati il presidente del Coni, Giovanni Malagò, e li ha ripetuti l'ex campionessa Debora Compagnoni. Di prima mattina, Luca Zaia, presidente della Regione, aveva confermato che entro fine mese inizierà il cantiere di smantellamento della vecchia Eugenio Monti. Ed aveva tenuto a dire che senza la pista di bob, skeleton e slittino non si motiverebbero i Giochi ai piedi delle Tofane. Non solo sul piano sportivo, ma anche su quello economico. Anzi, ha fatto capire, senza la nuova pista Cortina rischierebbe di perdere le Olimpiadi. Ma, poche ore dopo, da Milano è arrivato il duro monito di Malagò. Tra l'altro preoccupato - come lo si è a Venezia e a Cortina - che Andrea Abodi, designato quale ad della Fondazione Milano-Cortina non venga ancora ufficialmente nominato. Sulle Dolomiti come in Laguna si aspettava l'atto ancora la settimana scorsa. «Complicazioni e ritardi ci sono stati, l'Italia è il Paese dei ricorsi ma fortunatamente sono andati nella direzione giusta. Anche su questo non possiamo permetterci di perdere più tempo», ha detto ieri Malagò, con riferimento particolare alla situazione di Milano. «Regione e Comune sono allineati, anche in un contesto politico come quello di questi giorni in cui sono su fronti diversi. Non bisogna più perdere tempo».Ed eccolo, il numero uno del Coni, ribattere il tasto dell'ufficializzazione di Abodi, ritenuta urgente.Ma anche della necessità di avere al Governo, il prossimo, qualcuno che si occupi direttamente dei Giochi. «La mia posizione e quella del Coni è che ci sia una persona, possibilmente con ministero e con portafoglio, in modo che possa direttamente portare risposte e soluzioni che lo sport chiede. Oggi lo sport è sempre tra le prime notizie, c'è molto appeal e in più ospiteremo le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, di conseguenza è fondamentale un'interlocuzione a braccetto con chi avrà onere ed onore di avere le deleghe per lo sport. Mi stupirei se non ci fosse questa complicità, sarebbe autolesionismo».Malagò non poteva non parlare anche dell'impiantistica che dovrà essere migliorata nei prossimi mesi: «Pista da bob? Durante la conferenza stampa con Bach ho fatto presente due cose: la prima è che le Olimpiadi si chiamano Milano-Cortina, in questi due luoghi si svolgeranno la maggior parte delle gare. A Cortina tra le altre cose ci sarà la pista da bob, che non è solo da bob ma ci saranno anche slittino e skeleton. Se levassimo quello, tutto il dossier doveva essere intitolato in altro modo. La seconda cosa, il 24 giugno 2019 a Losanna abbiamo vinto contro Stoccolma presentando un dossier in cui mettevamo Cortina e il rifacimento della pista da bob al centro».Ieri, intanto, Deloitte Italia è diventata partner strategico delle prossime Olimpiadi Invernali e accompagnerà la Fondazione Milano Cortina 2026 verso «il più grande evento che il nostro paese ospiterà nei prossimi anni e che genererà una ricaduta positiva di grande rilievo sull'intero sistema Paese».La società di consulenza metterà a disposizione la sua esperienza per sviluppare soluzioni strategiche, innovative e tecnologicamente avanzate che mettano al centro la sostenibilità, spiega il ceo di Deloitte Italia, Fabio Pompei, convinto che «l'evento olimpico possa essere un ulteriore acceleratore per la crescita e lo sviluppo del nostro paese e per il futuro delle nuove generazioni. Senza dimenticare che lo sport ha anche ricadute sociali».«Queste sono le prime Olimpiadi dei territori», ha detto il presidente Coni, Giovanni Malagò. Ed è proprio la campionessa olimpica Deborah Compagnoni ad evidenziare che la missione deve essere quella di "valorizzare i territori", intervenendo dunque sulle infrastrutture «in maniera adeguata, in modo che rappresentino un valore anche dopo le Olimpiadi». --© RIPRODUZIONE RISERVATA
Alto Adige | 8 settembre 2022
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«Sassolungo da tutelare subito senza condizioni»
Val Gardena "Il gruppo del Sassolungo e gli incontaminati Piani di Cunfin attendono da più di 40 anni di essere posti sotto tutela e di essere riconosciuti come area di quiete, senza nuove infrastrutture. Ci aspettiamo che questo ambito di tutela delle acque, questo monumento 17
naturale, con la sua unicità geologica, venga inserito in un Parco Naturale". La richiesta viene riproposta dal gruppo ambientalista gardenese Nosc Cunfin in un documento inviato al presidente provinciale Arno Kompatscher, alla giunta e ai consiglieri provinciali con il supporto di Associazione Biologi dell'Alto Adige, Cai, Avs, Climate Action, Dachverband fuer Natur und Umweltschutz, Arbeitsgemeinnschaft fuer Vogelkunde und Vogelschutz e Heimatpflegeverband Suedtirol. L'occasione del rinnovo di una richiesta da tempo a cuore delle associazioni ambientaliste altoatesine è rappresentata dalle Giornate della sostenibilità - Sustainibility Days aperte l'altro ieri. "Siamo felici del fatto che la giunta provinciale parli di nuovo di sostenibilità - scrive il gruppo Nosc Cunfin nel suo messaggio - e questa volta per più giorni. Logica conclusione di questo è che questo tema venga ora affrontato concretamente. Su questo punto abbiamo grandi aspettative da parte della giunta provinciale. Abbiamo una proposta, affinché in questi giorni sul tema della sostenibilità si passi dalla discussione alla gestione concreta del problema". Ed ecco la richiesta: "Mostriamo il coraggio di conservare il gruppo del Sassolungo e i Piani di Cunfin come bene comune per le prossime generazioni, ora, qui in Alto Adige". Una richiesta imperniata come detto sull'inserimento di quelle zone all'interno di un'area protetta e delle relative tutele.Da tempo i gruppi ambientalisti cercano di preservare i Piani di Cunfin dalla realizzazione del progettato collegamento turistico con funivia o cremagliera da Saltria al Monte Pana, nel territorio comunale di Santa Cristina. La richiesta di inserimento, con relativo, conseguente cambio di status di tutela e valorizzazione ambientale dell'area, è già stata consegnata alla Provincia. Nel febbraio e nel marzo scorsi, alcuni rappresentanti di Nosc Cunfin si sono incontrati per chiarimenti con l'assessora Maria Hochgruber Kuenzler, con il direttore dei Parchi naturali Leo Hilpold e con il direttore dell'ufficio pianificazione del paesaggio Peter Kasal. Durante questi colloqui è stato consigliato appunto al gruppo di fare richiesta per inserire il gruppo del Sassolungo e i Piani di Cunfin nel territorio di un'area protetta. "La domanda è stata consegnata - hanno fatto sapere i rappresentanti di Nosc Cunfin - ed è stato chiesto agli uffici competenti di portare avanti i passi necessari, affinché il gruppo del Sassolungo insieme al vicino territorio dei Piani di Cunfin vengano inseriti in un parco naturale. I documenti allegati con le raccolte di firme promosse negli ultimi quarant'anni e le tre delibere positive sulla messa sotto tutela da parte dei Comuni gardenesi di Ortisei, S. Cristina e Selva degli anni 2010 e 2013 rafforzano l'importanza della richiesta del nostro gruppo".
Alto Adige | 14 settembre 2022
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Kuenzer, sopralluogo in zona Plan de Cunfin
VAL GARDENA L'assessora provinciale Maria Hochgruber Kuenzer ha partecipato alla passeggiata con gli ambientalisti nella zona di «Plan de Cunfin» che andrebbe inserita nei confini del parco naturale e quindi tutelata, come chiedono le associazioni di area verde ormai da 40 anni. Il primo appello di Luis Trenker negli anni Ottanta.«Già Luis Trenker nel 1985 - sottolinea Heidi Stuffer - si impegnò per i Piani di Cunfin, e rivolse un appello all'allora presidente del consiglio provinciale Silvius Magnago». Lunedì sono stati i rappresentanti di Nosc Cunfin, Lia da Mont, Lia per Natura y Usanzes, Alpenverein Südtirol, Confederazione per la protezione della natura e dell'ambiente, Heimatpflegeverband Südtirol, Tutela Ambiente montano, Club Alpino Italiano, Associazione dei Biologi Sudtirolesi, Gruppo di lavoro per l'Ornitologia e la tutela degli uccelli, Mountain Wilderness e Lega Climate Action Sudtirolo a rinnovare l'appello al governo provinciale: il gruppo del Sassolungo e i Piani di Cunfin devono essere finalmente messi sotto tutela.Stop a tutti i progetti di costruzione. Con la tutela in tutta la zona, tutti i progetti di costruzione dovrebbero definitivamente essere accantonati. «Il turismo ha avuto un boom: la stagione estiva del 2022 in Alto Adige ha chiaramente superato l'anno record 2019, e di conseguenza sale anche la pressione sugli ultimi ambiti delle Dolomiti non ancora sfruttati. Questo vale anche per il gruppo del Sassolungo e Plan de Cunfin. Il collegamento delle zone sciistiche dell'Alpe di Siusi e del Monte Pana con un trenino o con una funivia, l'ampliamento e il potenziamento della funivia sulla Forcella del Sassolungo, i diversi progetti per dotare di infrastrutture sul Sassolungo con funivie: tutte queste iniziative sono pronte per la realizzazione, anche se in diverse fasi di sviluppo. Tuttavia, tutto ciò rappresenta un anacronismo legato al concetto di massimizzazione dei profitti degli scorsi decenni, ed è inconciliabile con una politica moderna, orientata verso il futuro e sostenibile. Recentemente è stato presentato il Piano per il Clima Alto Adige 2040. In esso è stato sottolineato quanto sia importante la tutela di ambienti incontaminati per il raggiungimento degli obiettivi climatici. Giovedì scorso durante una discussione pubblica il presidente della giunta Provinciale Arno Kompatscher si è espresso a favore della messa sotto tutela del Gruppo del Sassolungo con i Piani di Cunfin. L'inserimento del gruppo del Sassolungo con i Piani di Cunfin in un Parco naturale sarebbe un contributo facilmente attuabile ma importante, che le leghe ambientaliste reclamano da più di 40 anni». ©RIPRODUZIONE RISERVATA