Rassegna Stampa Dolomiti UNESCO | Agosto2017

Page 1

Fondazione Dolomiti Dolomites Dolomiten Dolomitis UNESCO

RASSEGNA STAMPA AGOSTO 2017

1 Rassegna Stampa – Agosto 2017


01 AGOSTO 2017 Corriere delle Alpi | 01 Agosto 2017

p. 36 Camignada, sono già oltre 1200 i partenti a sei giorni dal via AURONZO È la settimana della Camignada poi siè refuge. L'evento proposto domenica dalla sezione di Auronzo del Club Alpino Italiano celebrerà la propria edizione numero 45 e si avvia a fare, come da tradizione, il tutto esaurito. Alla serata di ieri, infatti, gli iscritti avevano abbondantemente superato quota 1200 e lo staff organizzativo si augura che, complici anche le annunciate buone condizioni meteo, si possa raggiungere il tetto massimo fissato, vale a dire 1500 concorrenti. Le iscrizioni online si chiuderanno giovedì e saranno possibili poi sabato 5 agosto, nei pressi dello stadio del ghiaccio e la mattina della gara a Misurina, solo nel caso di mancato raggiungimento dei 1500 iscritti. È confermato il percorso delle ultime due edizioni: partenza alle 8 dalle sponde del lago di Misurina, passaggi ai rifugi Lavaredo, Locatelli e Piani di Cengia per poi proseguire verso i laghi di Cengia, la Val di Cengia e lo sbocco in Val Marzon, prima di immettersi sulla ciclabile che condurrà al traguardo del pala ghiaccio. Il chilometraggio sarà di 33,5 chilometri, il dislivello positivo di 1.230 e quello negativo di 2.120. Una piccola modifica verrà proposta nella parte iniziale, nel tratto di percorso che sale da Misurina al rifugio Auronzo : la modifica, segnalata e presidiata da volontari, permetterà di evitare il doppio attraversamento della strada asfaltata che sale al rifugio e non influirà su lunghezza e dislivello della Camignada. Novità importante del 2017 la nascita della Camignada Kids: la manifestazione, sabato 5 con inizio alle 17, si snoderà attorno al lago di Auronzo, con partenza e arrivo al palaghiaccio. Sarà riservata agli under 13, che saranno suddivisi in tre fasce d'età. L'iscrizione è gratuita e 2 Rassegna Stampa – Agosto 2017


sarà perfezionabile esclusivamente tramite il sito web www.caiauronzo.it fino al 3 agosto o comunque al raggiungimento dei 250 iscritti(al momento hanno superato il centinaio). Per tutti i partecipanti è previsto un cappellino griffato Camignada Kids. Tra le collaborazioni di quest'anno, da sottolineare quella con la fondazione Dolomiti Unesco e con l'Istituto Pio XII di Misurina. Alto Adige | 01 Agosto 2017

p. 13 A Passo Sella le melodie arabe di Anouar Brahem Si immerge nella tradizione araba ma allo stesso tempo va alla ricerca della melodia il concerto che domani, domani mercoledì 2 agosto,sale a Passo Sella per Suoni delle Dolomiti. Sono Anouar Brahem, Khaled Yassine, Klaus Gesing e Bjorn Meyer i protagonisti dell’ appuntamento con i Concerti delle ore 13 dei Suoni delle Dolomiti in un connubio fra note e natura proprio a Passo Sella che per l’ occasione sarà raggiungibile grazie all'apertura della strada alla modalità sostenibile dalle ore 9 alle 16. In caso di maltempo il concerto verrà recuperato alle 17,30 al Teatro Navalge di Moena con la modalità di ingresso gratuito fino esaurimento posti. si intitola “The astounding eyes of Rita - Melodie arabe e scoperte sonore” lo spettacolo concerto che vede unite queste anime musicali. Tutta la musica di questo spettacolo infatti si ispira alla tradizione araba ed è allo stesso tempo forte ricerca della melodia. I suoni si fanno colore e tra gli strumenti s'instaurano continui dialoghi. Ed è proprio la straordinaria bravura dei musicisti guidati da quell’ autentico virtuoso dell’ oud tunisino che è Anouar Brahem a rendere possibile tutto questo. Con lui si esibiscono in dialogo continuo e costante il clarinettista Klaus Gesing, il bassista Bjorn, Meyer, il giovane libanese Khaled Yassine al darbouka e bendir. Un intenso ensemble che porterà il pubblico in un viaggio sonoro alla fine del quale ci si ritroverà a pensare che l'uomo ha di fronte ancora molti spazi inesplorati nella musica. Anouar Brahem è un musicista e compositore tunisino apprezzato e considerato dalla critica quale innovatore del suono musicale con quella sua ricerca di stile quasi jazzistico. La sua musica infatti fonde la musica classica araba e la musica araba popolare con il jazz. Raggiunse nel suo paese il successo negli anni 80 e dopo una decina di anni diede alle stampe le sue prime registrazioni. È anche conosciuto per le colonne sonore e per aver collaborato con il coreografo Maurice Bèjart. (k.c.)

3 Rassegna Stampa – Agosto 2017


02 AGOSTO 2017 L’Adige | 02 Agosto 2017

p. 9 I suoni arabi di Brahem sul Sella PASSO SELLA 4 Rassegna Stampa – Agosto 2017


Una musica che si ispira alla tradizione araba, dove i suoni si fanno colore e tra gli strumenti s'instaurano continui dialoghi. Ed è la straordinaria bravura dei musicisti guidati da quell'autentico virtuoso dell'oud tunisino che è Anouar Brahem a rendere possibile tutto questo: il clarinettista Klaus Gesing, il bassista Björn Meyer, il giovane libanese Khaled Yassine al darbouka e bendir. Il grande musicista arabo approda a «I suoni delle Dolomiti» per un concerto, ispirato al lavoro «The Astounding Eyes of Rita», in cui la musica araba dialoga con le altre grandi tradizioni sonore mediterranee, orientali e non solo. L'appuntamento con la musica in quota è oggi alle 13 a Passo Sella . Nato nel 1957 a Halfaouine nel cuore del quartiere di Medina a Tunisi, Anouar Brahem ha studiato l'oud - importantissimo strumento della tradizione araba - con il grande maestro Ali Sriti e nella sua carriera è riuscito a ridare centralità da solista a questo strumento facendolo allo stesso tempo dialogare e convivere con altre tradizioni musicali. Nella musica di Brahem troviamo così un mix sempre nuovo di cultura sonora araba, jazz e altre influenze provenienti dall'Oriente e dall'intero Mediterraneo. L'approdo alla scena internazionale avviene nel 1981 quando si trasferisce a Parigi dove collabora con Maurice Béjart. Nel 1989 avviene l'incontro con il produttore Manfred Eicher, che dà a Brahem l'opportunità di registrare il suo primo album per l'etichetta ECM. Si tratta del lavoro intitolato «Barzakh» e che segna l'inizio di una lunghissima e feconda collaborazione che l'ha visto anche incrociare lo strumento con nomi del calibro di Barbarose Erköse, Jan Garbarek, Dave Holland, John Surman e Richard Galliano. Proprio nell'ottica di un nuovo modo di rapportarsi con la montagna, in occasione di questo evento è nata una collaborazione tra il festival, Trentino Marketing e Bmw Italia: oggi il noto marchio automobilistico tedesco metterà a disposizione degli organizzatori e degli artisti due vetture della gamma Bmwi, modelli completamente elettrici, improntati alla sostenibilità, a zero emissioni. Sempre oggi, in occasione di #Dolomitesvives, la strada n. 242 di accesso al Passo Sella sarà chiusa al bivio per il Passo Pordoi, poco prima della località Plan de Schiavaneis, dalle 9 alle 16. In caso di maltempo il recupero è previsto alle ore 17.30 al Teatro Navalge di Moena. Corriere delle Alpi | 02 Agosto 2017

p. 22 Dalla Cina alla Valle di San Lucano TAIBON Dalla Cina alla Valle di San Lucano. Nei giorni scorsi l'Agordino ha ospitato un gruppo di 25 studenti del master in geologia della prestigiosa Peking University (PKU) di Pechino, accompagnati da alcuni docenti tra 5 Rassegna Stampa – Agosto 2017


i quali il professor Dayong Jiang, specialista di rettili marini triassici e leader del gruppo di ricerca internazionale per lo studio e la valorizzazione dei siti a vertebrati marini triassici della Cina meridionale. Il gruppo, guidato dal paleontologo Andrea Tintori dell'Università di Milano, era in Italia per un'escursione didattica di 15 giorni tra il Monte San Giorgio (sito Unesco per i fossili del Trias Medio), il Canton Ticino (per le rocce metamorfiche), il gruppo delle Grigne e le Dolomiti.«Il professor Tintori - spiega Dino Preloran dell'istituto Follador - ha voluto che l'ultima immagine della geologia dell'Italia da "consegnare" alla memoria degli studenti cinesi prima del rientro in patria fosse la Valle di San Lucano, un autentico concentrato della geologia delle Dolomiti».Gli studenti sono stati accompagnati nella valle da Danilo Giordano (docente del Follador) e Lucio D'Alberto, geologi dell'associazione Amici dei minerari.Le enormi pareti verticali hanno emozionato non poco gli studenti così come ha suscitato grande curiosità la varietà di rocce (intrusive, effusive, sedimentarie). Il professor Tintori ha rimarcato che il punto di osservazione, posto lungo il sentiero per il bivacco Cozzolino è un luogo chiave per la comprensione della storia geologica e delle geometrie dei corpi sedimentari delle Dolomiti nell'Anisico e nel Ladinico e ha auspicato che esso venga valorizzato con la realizzazione di una piazzola dotata di una adeguata cartellonistica. Tintori si è detto intenzionato a riportare gli studenti cinesi anche nei prossimi anni in Agordino per la bellezza dei luoghi e la loro importanza geologica. (g. san.) Alto Adige | 02 Agosto 2017

p. 44 Tutto il cuore della tradizione ladina

6 Rassegna Stampa – Agosto 2017


Dopo l’inaugurazione di venerdì sera, la festa entra subito nel vivo a partire dalla mattinata di sabato quando intorno alle 11 andrà in scena l’inizio ufficiale della festa con l’apertura delle cucine accompagnata da musica e balli. Fin dalle ore 8 la strada verrà chiusa e si potrà raggiungere Val San Nicolò esclusivamente a piedi o con i bus navetta. Nel pomeriggio prenderanno il via le numerose attività presenti alla festa con l’inizio dell’animazione musicale itinerante con i canti popolari del Coro “Vecchie tradizioni cembrane” di Cembra, l’inizio degli spettacoli di falconeria a cura del “Teatro dell’Aria” di Gradara presso lo stand numero uno e l’inizio delle esibizioni del corno alpino “Superhorn”, detentore del record mondiale di lunghezza (stand numero 17 e 18). Alle 15.30, presso lo stand numero 16, ci sarà una lettura animata sulla storia dell’alpinismo nelle Dolomiti a cura della compagnia filodrammatica “I Bontemponi”. Dalle 18.30 riapriranno le cucine con musica e balli. Dalle 21 la notte si farà incantata con l’illuminazione della valle. La festa si concluderà alle 23.30 per ricominciare la domenica mattina. Alle 12, subito dopo la conclusione della Santa Messa, verranno aperte le cucine con musica e balli. Nel pomeriggio via ai vari spettacoli e alle 15.30, nello stand numero 16, si svolgerà la tavola rotonda “Dolomiti montagne dell’identità”. Alle 18.30 riapriranno le cucine; la festa si chiuderà alle ore 21.POZZA DI FASSA La tradizione ladina torna in Val San Nicolò. Venerdì 4, sabato 5 e domenica 6 agosto ritorna, infatti, per il decimo anno in Val San Nicolò, suggestiva valle dalla bellezza incontaminata situata nel comune di Pozza di Fassa, la “Festa ta Mont”, un evento di tre giorni dedicato alla tradizione ladina, fatta di costumi, di musica, di specialità culinarie, di storie e di leggende in una magica atmosfera. Qui, tra le vecchie baite, usate un tempo come dimore stagionali e come fienili nel periodo dell’alpeggio e della fienagione, si potrà conoscere uno spaccato della cultura ladina e scoprire gustosi piatti della cucina tipica con l’accompagnamento di musica folkloristica a fare da contorno a una festa che è insieme tradizione, folklore e cultura. Perché la Festa ta Mont vuole quest’anno proporre il tema che è stato il filo conduttore che ha legato tutte le passate edizioni: la “montagna” stessa, il luogo che ospita i cittadini di Fassa e che ogni anno fa tornare in Val di Fassa i turisti. Ecco così che la “montagna” sarà la protagonista assoluta di quest’anno, e in particolar modo le Dolomiti, che l’Unesco già nel 2009 ha iscritto tra i Patrimoni naturali dell’umanità. Un “bene seriale” composto da nove “sistemi”, che durante questo fine settimana potremo conoscere un po’ di più grazie alle installazioni fotografiche e ai punti informativi lungo la valle e grazie agli eventi in programma, fra cui un’imperdibile tavola rotonda con prestigiosi nomi del panorama culturale (domenica alle 15.30 nello stand 16 “Dolomiti: montagne dell’identità”). Una montagna fatta non solo di luoghi, ma anche delle genti che vi abitano e che nei secoli ne hanno saputo preservare l’unicità e la bellezza, che tutti noi oggi possiamo ammirare alzando lo sguardo verso ciò che ci circonda. Un patrimonio di tutti, che merita di essere rispettato e salvaguardato. Una festa che è anche dimostrazione della vivacità del tessuto sociale fassano: a rendere possibile la festa è infatti il prezioso aiuto degli oltre duecento volontari, che con la loro disponibilità e collaborazione sono in grado di ricreare un’atmosfera di amicizia e di allegria che ha contraddistinto tutte le edizioni. I gruppi associativi che si incontreranno lungo il percorso della festa (circa 2 chilometri) saranno ben venti. Volontari per passione e volontari per servire. La festa parte già nella serata di venerdì, quando alle ore 21 andrà in scena la sfilata d’apertura e a seguire la presentazione della festa presso il padiglione delle manifestazioni. Le Dolomiti, un patrimonio unico da preservare sempre POZZA DI FASSA “Le Dolomiti sono largamente considerate tra i più bei paesaggi montani del mondo. La loro intrinseca bellezza deriva da una varietà di spettacolari conformazioni verticali – come pinnacoli, guglie e torri – che contrastano con superfici orizzontali – come cenge, balze e altipiani – e che s’innalzano bruscamente da estesi depositi di falda detritica e rilievi dolci ed ondulati”. Così si legge in una parte della dichiarazione di eccezionale valore universale redatta dall’Unesco. Nel 2009, infatti, le Dolomiti sono state iscritte dall’Unesco tra i Patrimoni naturali dell’umanità come “Bene seriale” composto da nove Sistemi comprendenti 142mila 7 Rassegna Stampa – Agosto 2017


ettari distribuiti su un’area alpina molto più vasta e suddivisi in cinque Province e tre Regioni. Le Dolomiti sono diventate un bene che appartiene a tutti noi: a chi sulle Dolomiti ci è nato, a chi le frequenta come turista, a chi le conosce dai libri, dalle riviste, dal cinema e dalla televisione, a chi ne ha anche solo sentito parlare o le ha studiate nelle loro caratteristiche geologiche, geomorfologiche, naturalistiche, paesaggistiche, culturali, sportive, sociali ed economiche. Ecco perché sarà sempre utile raccontarle queste montagne, per conservarne a pieno la loro bellezza. Ed è ciò che ha spinto gli organizzatori della Festa ta Mont 2017 a portare in Val di Fassa una tavola rotonda sulle Dolomiti, luogo al contempo mitico e reale, a cui prenderanno parte, tra gli altri, anche il giornalista Piero Badaloni e l’alpinista-scrittore Mauro Corona (domenica 6 agosto alle 15.30 nello stand numero 16). Alto Adige | 02 Agosto 2017

p. 33 Alla scoperta delle Dolomiti Oggi dalle 10 a Passo Sella con partenza dall'Hotel Passo Sella Mountain Resort semplice escursione guidata alla scoperta delle Dolomiti, in compagnia della Fondazione Dolomiti Unesco. Un itinerario che proporrà una lettura del paesaggio geologico dolomitico, attraverso l'illustrazione delle principali tappe evolutive del territorio (dalle piattaforme carbonatiche pre-vulcaniche, al vulcanismo medio-Triassico fino alle piattaforme carbonatiche post-vulcaniche), i fossili della Formazione di San Cassiano, la Marmolada e il suo ghiacciaio. Il tracciato è di 4 chilometri, il dislivello da superare di 250 metri, il tempo di percorrenza di due ore circa. L'abbigliamento consigliato: scarponcini da trekking, giacca a vento, pile. (e.d.)

8 Rassegna Stampa – Agosto 2017


03 AGOSTO 2017 L’Adige | 03 Agosto 2017

p. 16 Va in scena la ricca tradizione ladina Per il decimo anno consecutivo, l'alpe di Pozza si veste a festa e vi accoglie con colori, musiche, profumi, tradizioni, arte e sapori di un tempo in occasione della «Festa Ta Mont». Un traguardo importante per l'instancabile Comitato Organizzatore, con a capo il Presidente Roberto Bertacco, che, assieme a tanti volontari, è riuscito a mantenere vivi l'impegno e l'entusiasmo che da sempre contraddistinguono questa manifestazione e ne garantiscono una buona riuscita. Sarà un' edizione speciale con la Montagna come protagonista assoluta e, in particolar modo le Dolomiti, che l'UNESCO nel 2009 ha iscritto tra i Patrimoni 9 Rassegna Stampa – Agosto 2017


naturali dell'umanità. Il programma: venerdì 4 agosto: ore 21.00 con partenza da Piaza de Sèn Nicolò Sfilata dei gruppi di volontariato e della Musega de Poza lungo Strada de Meida. A seguire presso il padiglione delle manifestazioni la presentazione della festa con esibizione del gruppo delle «Picola Schuhplattlerines de Fascia». Sabato 5 agosto: ore 8.00 all'altezza del campeggio Vidor, chiusura della strada. Si raggiunge la Val San Nicolò esclusivamente a piedi o con i bus navetta. Ore 9.00 Gita con le Guide Alpine. Ritrovo presso la stazione a valle della Telecabina Buffaure. Ore 11.00 Apertura cucine con musica e balli. Ore 14.30: Animazione musicale itinerante con i canti popolari del Coro «Vecchie tradizioni cembrane» di Cembra; Spettacoli di falconeria de «Il Teatro dell'Aria» di Gradara - stand n° 1; Esibizioni del corno alpino «Superhorn» - stand n° 16 e 17. Ore 15.30 - stand n° 15 - «A spasso nel tempo con gli eroi della montagna». Lettura animata sulla storia dell'alpinismo nelle Dolomiti a cura della compagnia filodrammatica «I Bontemponi». Ore 18.30 Riapertura cucine con musica e balli Ore 21.00 Notte incantata: verrà illuminata la valle. Ore 23.30: Chiusura festa. Domenica 6 agosto: ore 8.00 chiusura della strada. Ore 9.00 Gita con le Guide Alpine. Ritrovo presso la stazione a valle della telecabina Buffaure. Ore 11.00 Santa Messa in loc. Mesaselva con la partecipazione dei corni alpini di Renon. Ore 12.00 Apertura cucine con musica e balli. Ore 14.30 Spettacoli di falconeria de «Il Teatro dell'Aria» di Gradara - stand n° 1; Esibizioni del corno alpino «Superhorn» - stand n° 16 e 17. Ore 15.30 - stand n° 15 - «Dolomiti: montagne dell'identità». Tavola rotonda. Interverranno: Piero Badaloni, giornalista e scrittore, Mauro Corona, alpinista e scrittore, Giuseppe Detomas, Assessore Regionale alle minoranze linguistiche, Marcella Morandini, Direttrice della Fondazione Dolomiti UNESCO e Milva Mussner, presidente dell'Union Generela di Ladins dles Dolomites Ore 18.30 Riapertura cucine con musica e balli. Ore 21.00 Chiusura festa. L’Adige | 03 Agosto 2017

10 Rassegna Stampa – Agosto 2017


p. 44 “Festa Ta Mont” con navetta NICOLA MASCHIO POZZA DI FASSA Il tema verterà attorno alle Dolomiti, patrimonio dell'Unesco, con l'obiettivo primario di approfondire caratteristiche identitarie, culturali e tipiche della minoranza ladina. La decima edizione della «Festa Ta Mont» in Val San Nicolò si preannuncia essere nuovamente punto di ritrovo per un'elevata quantità di visitatori, dopo che nei precedenti appuntamenti le presenze registrate oscillavano tra le diecimila e le dodicimila. I giorni del 5 e 6 agosto saranno dunque dedicati alle vecchie baite, ai fienili tipici della suggestiva location, ai sapori e profumi tipici della cultura ladina, unitamente alla tradizione che da sempre accompagna la festa in quel di Pozza di Fassa. E come detto saranno proprio le Dolomiti le protagoniste principali, scelte dal Comitato organizzatore per creare memoria e raccontare storia, per rendere più solide le radici dell'identità e permettere alle nuove generazioni di scoprire scorci di vita e di conoscenza completamente nuovi. Ma la «Festa Ta Mont» non è solo percorsi storici, ma anche e soprattutto coesione sociale. Tra associazioni e volontari (più di duecento in tutto), l'atmosfera prevista sembra ovviamente essere quella di felicità ed allegria. In più, per permettere agli ospiti e turisti di godersi nel migliore dei modi la vallata, la strada per Val San Nicolò verrà chiusa al traffico dalle ore 8 alle ore 2 di mattina, con l'unico servizio navetta disponibile per chi non volesse raggiungere il luogo a piedi. Un evento che dunque si pone non solo al vertice per quanto concerne gli appuntamenti della valle, ma che serve da trampolino di lancio ed esempio organizzativo per tutte le manifestazioni minori che nel corso dell'anno accompagnano la popolazione. «I complimenti per la splendida organizzazione vanno in primis al Comitato gestito dal presidente Roberto Beracco, oltre che al numero davvero elevato di volontari disponibili - spiega il sindaco di Pozza di Fassa, Giulio Florian . - Vedere tutte queste persone spendersi per il proprio territorio è sinonimo di dedizione e motivo di orgoglio per tutti noi. L'impegno e l'entusiasmo che hanno permesso l'ottima riuscita di questa manifestazione sono ormai costanti da dieci anni, un traguardo davvero importante». E se dunque è vero che investire in questo tipo di eventi permette all'identità territoriale di rafforzarsi, è altresì importante sottolineare la costante attenzione ai valori della società. «Un popolo senza memoria è un popolo senza storia - evidenzia Fausto Lorenzin , presidente dell'Apt Val di Fassa. - Quando presentiamo le iniziative parliamo sempre di cosa rappresentano per noi le Dolomiti, il nostro fiore all'occhiello. Dobbiamo impegnarci costantemente per garantire la loro conservazione e la loro stessa memoria, così da assicurare ai cittadini di domani un patrimonio tanto importante quanto splendido». Vivere la montagna, imparare a conoscerla e rispettarla, entrare in contatto con i suoi abitanti. Questi, secondo la «Procuradora del Comun General de Fascia» Elena Testor, sono i valori che la manifestazione deve trasmettere, grazie anche al notevole arricchimento portato dalle comunità delle minoranze linguistiche che, come sottolinea l'assessore regionale Giuseppe Detomas, contribuiscono al completamento del quadro generale grazie alle loro storie, tradizioni e singolarità.

11 Rassegna Stampa – Agosto 2017


Trentino | 03 Agosto 2017

p. 32 La sfilata in centro apre la “Festa Ta Mont” POZZA In Val San Nicolò, a Pozza di Fassa, si svolgerà il prossimo fine settimana la due giorni de la “festa Ta Mont”. Con ospiti di riguardo: Piero Badaloni, Mauro Corona, Giuseppe Detomas, Marcella Morandini e Milva Mussner, i quali domenica, dalle 15.30 in Val San Nicolò, allo stand numero 16, dibatteranno di “Dolomiti, montagne dell'identità”. Il Comitato organizzatore, presieduto da Roberto de Jan Micel, per festeggiare la decima edizione ha deciso di dedicare la due giorni in Val San Nicolò alle Dolomiti Unesco, le montagne di casa che accolgono abitanti e turisti, esperti di geologia e sportivi, amanti del silenzio e del relax e botanici. Molte le iniziative per approfondire la conoscenza di queste magnifiche montagne. Straordinaria, per l'Unesco, la loro bellezza ed eccezionale l'importanza geologica per la storia della Terra. La “festa Ta Mont” prevede già domani la cerimonia di apertura con una sfilata folkloristica a Pozza di Fassa. L'organizzazione, oltre al Comitato, ha una serie di sostenitori, istituzioni pubbliche e privati. Ogni dettaglio e informazioni su www.festatamont.it.

12 Rassegna Stampa – Agosto 2017


Trentino | 03 Agosto 2017

p. 17 Sul Sella la musica vince ancora TRENTO L’armonia della musica e il fascino della montagna si sono fusi ieri a Passo Sella dove, il connubio tra #DolomitesVives - giunto al quinto appuntamento dell’estate - e “I Suoni delle Dolomiti” ha dato ottimi frutti di partecipazione e gradimento. Così, quasi duemila persone si sono accomodate (alle 13) sui prati del valico dolomitico ai piedi del Sassolungo, per ascoltare il concerto del virtuoso dell’oud Anouar Brahem e dei colleghi Björn Meyer (basso), Klaus Gesing (clarinetto) e Khaled Yassie (dabouka e bendir). Il popolo 13 Rassegna Stampa – Agosto 2017


fidelizzato de “I Suoni” ha risposto (come sempre) con entusiasmo alle melodie arabo-jazz dei musicisti saliti al Sella a bordo di vetture elettriche (BMW i3) brandizzate Trentino per l’occasione - ma certo è evidente, un mercoledì dopo l’altro al crescere anche delle presenze turistiche in Fassa, Gardena e Badia, quanto sia apprezzato dai turisti l’accesso sostenibile al passo (dalle 9 alle 16 aperto solo a pedoni, ciclisti, mezzi pubblici ed elettrici). In primis quello con i mezzi pubblici: autobus pieni (una corsa ogni 15 minuti da Fassa e Gardena) dal primo mattino fino a oltre mezzogiorno e dalle quindici in poi per il rientro. Non solo, ieri al Sella si sono contati molti ciclisti - felici padroni del valico - e altrettanti escursionisti. «Ha sicuramente avuto effetto - ha detto al termine del concerto, Andrea Weiss direttore dell’Apt di Fassa - il doppio invito, dal contenuto simile che sottolinea il rispetto della montagna, di #DolomitesVives e del festival de “I Suoni”. Chi l’ha accolto ne ha recepito il valore, raggiungendo un valico silenzioso e bellissimo in questa giornata di sole». Certo, anche le alte temperature hanno contribuito a spingere i vacanzieri a oltre 2000 metri di quota (dove alle 14 si sono misurati 27°), ma il richiamo più forte resta la montagna e la sua visitazione. «Una manifestazione collaudata come ”I Suoni delle Dolomiti” - ha sottolineato Günther Pitscheider, direttore del Consorzio Turistico Val Gardena - ha senz’altro fatto da traino a #DolomitesVives ma il riscontro tra gli ospiti è positivo».(e.s.) Alto Adige | 03 Agosto 2017

p. 20 Passi chiusi, oltre duemila persone al Sella BOLZANO L’armonia della musica e il fascino della montagna si sono fusi ieri a Passo Sella dove, il connubio tra #DolomitesVives - giunto al quinto appuntamento dell’estate - e “I Suoni delle Dolomiti” ha dato ottimi frutti di partecipazione e gradimento. Così, quasi duemila persone si sono accomodate (alle 13) sui prati del valico dolomitico ai piedi del Sassolungo, per ascoltare il concerto del virtuoso dell’oud Anouar Brahem e dei colleghi Björn Meyer (basso), Klaus Gesing (clarinetto) e Khaled Yassie (dabouka e bendir). Il popolo fidelizzato de “I Suoni” ha risposto (come sempre) con entusiasmo alle melodie arabo-jazz dei musicisti saliti al Sella a bordo di vetture elettriche (BMW i3) brandizzate Trentino per l’occasione - ma certo è evidente, un mercoledì dopo l’altro al crescere anche delle presenze turistiche in Fassa, Gardena e Badia, quanto sia apprezzato dai turisti l’accesso sostenibile al passo (dalle 9 alle 16 aperto solo a pedoni, ciclisti, mezzi pubblici ed elettrici). In primis quello con i mezzi pubblici: autobus pieni (una corsa ogni 15 minuti da Fassa e Gardena) dal primo mattino fino a oltre mezzogiorno e dalle quindici in poi per il rientro. Non solo, ieri al Sella si sono contati molti ciclisti - felici padroni del valico - e altrettanti escursionisti. «Ha sicuramente avuto effetto - ha detto al termine del concerto, Andrea Weiss direttore dell’Apt di Fassa - il doppio invito, dal 14 Rassegna Stampa – Agosto 2017


contenuto simile che sottolinea il rispetto della montagna, di #DolomitesVives e del festival de “I Suoni”. Chi l’ha accolto ne ha recepito il valore, raggiungendo un valico silenzioso e bellissimo in questa giornata di sole». Certo, anche le alte temperature hanno contribuito a spingere i vacanzieri a oltre 2000 metri di quota (dove alle 14 si sono misurati 27°), ma il richiamo più forte resta la montagna e la sua visitazione. «Una manifestazione collaudata come ”I Suoni delle Dolomiti” - ha sottolineato Günther Pitscheider, direttore del Consorzio Turistico Val Gardena - ha senz’altro fatto da traino a #DolomitesVives ma il riscontro tra gli ospiti è positivo. La risposta massiccia odierna non solo al concerto ma alle escursioni e alle pedalate al Sella sono un segnale positivo. Siamo solo a metà di un percorso fatto di piccoli passi, le titubanze legate a una prima esperienza di questo tipo sono congenite. Aggiungiamo, quindi, anche questo tassello alle valutazioni finali». (e.s.) Gazzettino | 03 Agosto 2017

p. 17 edizione Belluno Geologi cinesi studiano la valle di San Lucano AGORDO L'Agordino ha ospitato un gruppo di 25 studenti del master in geologia della prestigiosa Peking University (Pku) di Pechino, guidati dal professor Dayong Jiang, specialista di rettili marini triassici e leader del gruppo di ricerca internazionale per lo studio e la valorizzazione dei siti a vertebrati marini triassici della Cina meridionale. Il gruppo, in testa il paleontologo Andrea Tintori dell'ateneo di Milano, era in Italia per un'escursione didattica della durata di 15 giorni sviluppata tra il monte San Giorgio, sito Unesco per i fossili 15 Rassegna Stampa – Agosto 2017


del Trias Medio, il Canton Ticino per le rocce metamorfiche, il gruppo delle Grigne e le Dolomiti. Il professor Tintori ha voluto che l'ultima immagine della geologia dell'Italia da consegnare alla memoria degli studenti cinesi, prima del rientro in patria, fosse la Valle di San Lucano, un autentico concentrato della geologia delle Dolomiti. Gli studenti sono stati accompagnati nella Valle da Danilo Giordano (docente del Follador) e Lucio D'Alberto, geologi dell'Associazione Amici dei minerari. Le enormi pareti verticali e strapiombanti hanno emozionato non poco gli studenti così come ha suscitato grande curiosità la varietà di rocce (intrusive, effusive, sedimentarie) distribuite nella Valle. Il professor Tintori ha rimarcato che il punto di osservazione, posto lungo il sentiero per il bivacco Cozzolino, è un luogo chiave per la comprensione della storia geologica e delle geometrie dei corpi sedimentari delle Dolomiti nell'Anisico e nel Ladinico. Corriere del Trentino | 03 Agosto 2017

Prima pagina Ora si facciano i dolomitici Abbiamo fatto le Dolomiti Unesco e ora dobbiamo fare i dolomitici. Parafrasando la celebre frase, si potrebbe sintetizzare così lo stato della consapevolezza e della cultura delle comunità nei territori afferenti alla Fondazione Dolomiti Unesco. Il senso di responsabilità e l’investimento personale, sia di gruppo sia comunitario, sono ben lontani dal riconoscere l’accreditamento come un valore diffuso, condizione unica per valorizzare il «patrimonio mondiale», cioè esclusivo nel mondo intero, in casa nostra. Vi sarebbe una responsabilità di parlare e di agire eppure, come abbiamo potuto rilevare anche in azioni recenti per la formazione e lo sviluppo di una cultura evoluta per la gestione del paesaggio dolomitico, si verifica un sistematico peccato di omissione. In particolare, viene omesso l’impegno a vivere, a ogni livello, l’opportunità unica di fare del riconoscimento Unesco un carattere distintivo delle scelte, dagli enti locali, alle associazioni 16 Rassegna Stampa – Agosto 2017


di categoria, ai singoli cittadini. È soprattutto il mondo dell’educazione e della formazione che si mostra distratto rispetto al tema che può diventare un lievito per le comunità, la società, l’economia. Persistono invece episodi e stili che vanno in direzione contraria. Il campanilismo, anche linguistico, è diffuso e interviene per esempio nella scelta delle lingue per definire i luoghi e le realtà ospitanti; le domande riguardanti cosa porti il riconoscimento Unesco persistono diffuse e cariche di ironia; la concentrazione sul brevissimo periodo non lascia ancora il posto a una disposizione a pensare in termini di futuro anteriore, a chiedersi, cioè, cosa ne sarà stato di questi territori e di queste comunità fra qualche anno; un’economia della sostenibilità stenta a prendere piede e le tentazioni di non lasciare la via vecchia sono sempre in agguato. A farci difetto forse non è solo una propensione verso un futuro anteriore, ma principalmente un futuro che potremmo definire interiore e che dovrebbe avere almeno tre facce: partire da una coscienza diffusa del patrimonio naturale e del suo valore specifico, per salvaguardarlo come condizione per la sua valorizzazione economica; mettere mano a un vero e proprio salto di qualità sul piano sia della conoscenza dei luoghi e dei paesaggi, sia della professionalità nell’ospitalità, all’altezza del nostro tempo e dell’evoluzione delle condizioni di offerta e domanda; porre al centro la vivibilità dei residenti e le opportunità per accogliere le capacità evolute delle giovani generazioni residenti. Perché loro sono il futuro. © RIPRODUZIONE RISERVATA

04 AGOSTO 2017 Corriere della Sera | 04 Agosto 2017

p. 26 Gara anti spreco con auto elettriche Sella, Pordoi, Campolongo e Furcia a impatto zero: i quattro passi delle Dolomiti palcoscenico per le auto elettriche. Succede sabato 9 settembre con Ecodolomites 2017, la manifestazione sulla mobilità sostenibile con cui la Val Gardena incentiva l’utilizzo di mezzi tecnologici, moderni ed ecologici. Partenza da Ortisei per i veicoli elettrici che vorranno immergersi nel cuore delle Dolomiti e, nel «sali e scendi» tipico del paesaggio 17 Rassegna Stampa – Agosto 2017


alpino, sottoporre i loro motori a un test. La sfida consisterà nell’utilizzare la minore quantità di energia per percorrere circa 100 chilometri e 3000 metri di dislivello. (C.R.d’A.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere del Trentino | 04 Agosto 2017

p. 15 Badaloni e Corona Dibattito sulle Dolomiti Domenica alle 15.30 in Val San Nicolò, stand n°16, nell’ambito de «festa Ta Mont», si parlerà di «Dolomiti, montagne dell’identità». Il Comitato organizzatore, presieduto da Roberto de Jan Micel, per festeggiare la decima edizione ha deciso di dedicare la due giorni in Val San Nicolò (sopra Pozza di Fassa) alle Dolomiti Unesco, le montagne di casa che accolgono abitanti e turisti, esperti di geologia e sportivi, amanti del silenzio e del relax e botanici. Molte le iniziative per approfondire la conoscenza di queste magnifiche montagne. Un giornalista e scrittore, Piero Badaloni, un alpinista e scrittore, Mauro Corona, un rappresentante politico, l’assessore alle minoranze linguistiche della Regione Giuseppe Detomas, una rappresentante dei vertici della Fondazione Dolomiti Unesco, la direttrice, Marcella Morandini e il vertice dell’Union Generala di Ladins des 18 Rassegna Stampa – Agosto 2017


Dolomites, la presidente, Milva Mussner approfondiranno quanto e come le Dolomiti patrimonio dell’Umanità, sono le montagne dell’identità ladina.

05 AGOSTO 2017 Corriere del Trentino | 05 Agosto 2017

p. 9 segue dalla prima Dolomiti UNESCO, un progetto che sta fallendo il progetto Dolomiti Unesco non sta fallendo solo per l’esplodere di tanti personalismi, egoismi o per ritardi culturali. Sta fallendo proprio come progetto culturale. 19 Rassegna Stampa – Agosto 2017


«Abbiamo fatto le Dolomiti Unesco e ora dobbiamo fare i dolomitici». Così, con determinazione, Ugo Morelli introduce il suo editoriale pubblicato sul Corriere del Trentino di giovedì. Una parte dell’ambientalismo italiano, quello più vicino all’alpinismo o ai temi sociali della qualità del vivere nelle Dolomiti, ha fortemente creduto nel progetto della Fondazione Dolomiti Unesco teso a promuovere l’intero patrimonio nella cornice dello sviluppo sostenibile, di modificare comportamenti, di investire e diffondere formazione e cultura diverse da quelle del passato. A otto anni dal successo di Siviglia non posso che esprimere la mia più profonda amarezza, siamo in presenza di una nuova sconfitta che riguarda il paesaggio, il modo di vivere, l’innovazione: l’intero progetto sta fallendo. Non sta fallendo solo per l’esplodere di tanti personalismi, egoismi o per ritardi culturali, comunque gravi. Sta fallendo proprio come progetto culturale, politico e amministrativo. Gli ambientalisti per un po’ accettano di ascoltare discorsi, poi per loro cultura guardano ai fatti. Da una parte gli amministratori pubblici approvano documenti innovativi: si pensi alle diverse strategie adottate dalla Fondazione. Il giorno dopo, a casa loro, nelle Province o in Regione, gli stessi amministratori rinnegano alte idealità, tanto da portare a casa una bandiera nera di Legambiente come accaduto alla Provincia di Trento e alla Regione Veneto nel caso dei quad della valle del Biois e di Moena. Si firma una debole Carta di Cortina, in gran velocità, senza coinvolgere gli attori del territorio, e subito la si stravolge proponendo l’aeroporto di Cortina, il collegamento sciistico delle Tre Cime di Lavaredo, l’umiliazione della montagna del Comelico (con fondi dei comuni di confine, ex Fondo Odi), il collegamento delle 5 Torri con l’area sciistica di Badia e del Superski Dolomiti. Contemporaneamente si concedono a rifugi in alta quota potenziamenti abnormi: è sufficiente osservare le aree di Gardena, del Sassolungo e altre realtà. Dalla Fondazione ci viene ribadito che tanti progetti sono esterni al bene vero e proprio patrimonio Unesco, trascurando il fatto che il paesaggio e la sua percezione non ha confini. Ma anche nel cuore del patrimonio non vediamo nascere progetti innovativi, come la riqualificazione di aree d’alta quota deturpate da decenni di disattenzione e aggressioni. I nostri politici — comunali e regionali — sono privi di coerenza, non hanno compreso che la montagna ci trasmette un valore strategico: il limite. E che un limite va rispettato, mentre le deroghe sono una strumento superato e dal sapore clientelare. Si rimane poi amareggiati nel leggere le dichiarazioni di troppi imprenditori turistici che ancora oggi non riescono nemmeno a cogliere l’importanza strategica della prima sperimentazione della parziale chiusura al traffico a motore del passo Sella. Imprenditori della Val Gardena e Val di Fassa che sono stati foraggiati con soldi pubblici a fondo perduto per decenni nel potenziamento delle loro imprese. Certo, non sono tracce trascurabili quelle sostenute da illuminati imprenditori della Val Badia, o della valle di Fiemme, da tempo disponibili, come lo era Adriano Olivetti in altro contesto, a promuovere altro turismo, meno aggressivo, più riflessivo, meno impattante. Il mondo ambientalista sta seguendo con attenzione quanto matura in felici isole culturali dell’imprenditoria dolomitica. Ma il quadro d’insieme è troppo debole perché si possa solo cominciare a ragionare in modo collettivo in termini di un «futuro anteriore», strutturato sul medio e lungo periodo. Nemmeno l’evidenza dei cambiamenti climatici in atto porta un’imprenditoria pigra a riflettere e agire in modo diverso. Mentre attendiamo la maturazione di una nuova assunzione di responsabilità verso il patrimonio paesaggistico e ambientale delle Dolomiti le forze della distruzione avranno avuto il sopravvento. Lo si legge chiaramente in quanto sta avvenendo attorno ai prossimi mondiali di Cortina, una colata di cemento si riverserà nel fondovalle ed in quota, grazie a nuovi e sempre più potenti collegamenti le montagne cambieranno aspetto. Lo si legge nel versante di Serodoli, nella ostilità che il progetto della Sportiva incontra in Primiero, nelle dichiarazioni dei sindaci di Fassa e della Regione Veneto ostili a qualunque sperimentazione più coraggiosa rivolta alla limitazione del traffico sui passi. In assenza di assunzione di maggiore responsabilità e di coerenze forti da parte dell’ente pubblico è sempre più difficile per l’ambientalismo nazionale credere nel progetto di Dolomiti Unesco, anche da parte dell’associazione che lo ha lanciato nel lontano 1993. * Presidente onorario di Mountain Wilderness 20 Rassegna Stampa – Agosto 2017


06 AGOSTO 2017 Trentino | 06 Agosto 2017

p. 47 Dolomiti UNESCO, montagne dell’identità TRENTO Con Piero Badaloni, Mauro Corona, Giuseppe Detomas, Marcella Morandini e Milva Mussner, oggi domenica 6 agosto alle 15.30 in Val San Nicolò, nell’ambito della festa Ta Mont si parlerà di Dolomiti, montagne dell’identità. Il Comitato organizzatore, presieduto da Roberto de Jan Micel, per festeggiare la X° edizione ha deciso di dedicare la due giorni in Val San Nicolò (sopra Pozza di Fassa) alle Dolomiti UNESCO, le montagne di casa che accolgono abitanti e turisti, esperti di geologia e sportivi, amanti del silenzio e del relax. Molte le iniziative per approfondire la conoscenza di queste magnifiche montagne emerse, decine e decine di milioni di anni fa, dal mare. Straordinaria, per l’UNESCO, la loro bellezza ed eccezionale l’importanza geologica per la storia della Terra Un giornalista e scrittore-Piero Badaloni, un alpinista e scrittore-Mauro Corona, un rappresentante politico, l’assessore alle minoranze linguistiche della Regione Trentino Alto Adige-Giuseppe Detomas, una rappresentante dei vertici della Fondazione Dolomiti UNESCO, la direttrice-Marcella Morandini e il vertice dell’Union Generala di Ladins des Dolomites, la presidente-Milva Mussner, in uno dei contesti più suggestivi della Val di Fassa, la Val San Nicolò, approfondiranno quanto e come le Dolomiti patrimonio dell’Umanità, sono le montagne dell’identità ladina. Gli spunti di riflessione che emergeranno dall’incontro potranno essere oggetto di dibattito con il pubblico. La festa ta Mont in Val San Nicolò offrirà a tutti l’occasione per conoscere uno spaccato della cultura ladina. Tra le vecchie baite, si potranno scoprire i piatti della buona cucina tipica, preparati con la genuinità e la semplicità di casa, e poi da ogni angolo musica folkloristica a fare da contorno ad una festa che è insieme tradizione, folklore e cultura. Perché la manifestazione propone il tema che è stato il filo conduttore che ha legato tutte le edizioni, ovvero la montagna stessa. Una montagna fatta non solo di luoghi, ma anche delle genti che vi abitano e che nei secoli hanno saputo preservarne l’unicità e la bellezza, che tutti noi oggi possiamo ammirare alzando lo sguardo oltre le foreste della valle. Informazioni su www.festatamont.it (ma.be.)

21 Rassegna Stampa – Agosto 2017


Corriere delle Alpi | 06 Agosto 2017

p. 28 Vedrà la luce nel 2018 l'alta via di pace: Dolomiti senza confini PIEVE DI CADORE 22 Rassegna Stampa – Agosto 2017


Presentato venerdì sera in Magnifica, a Pieve di Cadore, il percorso d'alta quota che unisce le Dolomiti del Cadore con quelle di Pusteria e Austria, sotto il nome di "Dolomiti senza confini-un'alta via di Pace".«È un percorso di 100 chilometri in alta quota che si snoda tra le Dolomiti cadorine, quelle pusteresi e le montagne austriache più meridionali, che corre dove una volta c'era il confine con l'Italia», ha affermato Giuseppe Casagrande, realizzatore del progetto insieme a Giuseppe Monti, gestore del rifugio Carducci, «si tratta di una grande novità, perché questa volta, insieme al Cai di Pieve, abbiamo voluto ricordare quelle persone, quegli alpinisti che ci hanno insegnato ad andare in montagna».Alla presentazione del percorso (che collegherà due Stati, tre regioni, tre province e tredici rifugi), realizzato attraverso il concatenamento di 12 vie ferrate, alcune delle quali ormai famose in tutto il mondo alpinistico, era presente la créme dell'alpinismo bellunese, pusterese e austriaco.«Ideatore del progetto è stato Bepi Monti», ha spiegato Casagrande, «che da dieci anni gestisce il "Carducci". L'idea è stata subito condivisa dalle guide Lio De Nes, Mauro Valmassoi e Fausto De Stefani».«Molte di queste vie», ha spiegato Lio De Nes, «erano state aperte durante il primo conflitto mondiale perché servivano per collegare i vari reparti durante il combattimenti. Si tratta di un progetto impegnativo, finanziato dai Gal dell'Alto Bellunese, dell'Alto Adige e di Lienz, con 200.000 euro. Si tratta di una vera e propria Alta Via che sta già richiamando curiosità e interesse per l'ambiente che attraversa e per la tipologia tecnica delle ferrate, sia sulla stampa nazionale e sia internazionale».«Ma, al di la della dimensione alpinistica», aggiunge Casagrande, «c'è il valore storico del percorso che attraversa buona parte dei luoghi dove si è combattuta la prima guerra mondiale. È questo il motivo per il quale nasce "Dolomiti senza confini", che sarà inaugurata il 18 giugno 2018. Proprio per ricordare che cento anni fa, nel 1918, si concludeva il rovinoso conflitto costato migliaia di morti. E l'inaugurazione avverrà proprio su quelle rocce dove una volta c'erano solo reticolati e trincee». Nel corso della serata è stato presentato anche il logo di "Dolomiti senza confini": su fondo nero, un pezzo di reticolato si scompone e dal suo centro nascono le Dolomiti. Una idea piaciuta subito ai responsabili del progetto. (v.d.)

Corriere del Trentino | 06 Agosto 2017

23 Rassegna Stampa – Agosto 2017


p. 8 segue dalla prima Dolomiti UNESCO, fallito è l’ambientalismo ideologico La foresta che cresce non fa rumore. Fa più audience, invece, il gridare «al lupo, al lupo». Che la polemica sui quad assuma toni tali da sancire il fallimento del progetto Unesco fa perlomeno sorridere. Certamente non aiuta a comporre un quadro complesso che la Fondazione con grande impegno sta cercando di favorire per trovare un minimo comune denominatore di un’idea di sviluppo dell’area dolomitica. Il riconoscimento Unesco, come ben noto, non è banalizzabile in un marchio per la valorizzazione turistica, ma si basa sulla responsabilità delle comunità che hanno in gestione i beni del Patrimonio dell’Umanità. Si tratta quindi di costruire processi culturali, basati su forme di cooperazione volontaria che, per quanto ci riguarda, ha portato all’approvazione della strategia di gestione dei beni tutelati attraverso processi partecipativi molto impegnativi e positivi. La riprova della bontà del lavoro fin qui svolto può essere riscontrata nei sempre più frequenti apprezzamenti anche a livello internazionale. Risulta quindi evidente come la questione fondamentale sia che le comunità locali e la società civile vogliano e sappiano riconoscere l’opportunità di scelte responsabili in grado di assicurare la conservazione attiva del Bene per trasmetterlo alle generazioni future. Una cultura diffusa, che va oltre i beni tutelati e diventa centrale nelle politiche di sviluppo delle singole regioni. Numerosi gli esempi in Trentino. Dal riconoscimento di riserva della biosfera delle Alpi Ledrensi e all’istituzione di dieci Reti di riserva, tra cui è compreso anche una parte del Patrimonio Dolomiti Unesco. Approcci nuovi che si fondano proprio sul principio del superamento del vincolo per favorire invece una gestione fondata sulla cooperazione e sull’assunzione di responsabilità. Nella consapevolezza della centralità della formazione in tale difficile processo culturale, inoltre, è opportuno ricordare le attività di formazione sostenute dalla Fondazione e coordinate dalla Provincia autonoma di Trento con il supporto di Step (Scuola per il governo del territorio e del paesaggio) e del Muse. Il master Aster Wnhm-World Natural Heritage Management ne è l’esempio principale, assieme alle preziose attività nell’ambito della geologia coordinate dal Muse anche attraverso il Museo geologico delle Dolomiti di 24 Rassegna Stampa – Agosto 2017


Predazzo. La collaborazione con Sat, riconosciuta come uno dei pilastri fondamentali di questa strategia, va nello stesso senso. In campo ambientale va pure ricordato l’ambizioso progetto in corso in collaborazione con tutte le associazioni alpinistiche delle Dolomiti (Sat, Cai del Veneto, del Friuli Venezia Giulia e dell’Alto Adige, nonché Alpenverein) per una gestione sostenibile dei rifugi all’interno del Bene. Tutto ciò è la dimostrazione del fermento in atto e il presupposto per gestire il cambiamento di approccio a molti temi che in futuro saranno sempre più decisivi per l’economia e la società alpina. Qualche anno in più o in meno nel costruire cultura e visione per lo sviluppo del XXI secolo sono nulla rispetto ai rischi di stagnazione di idee e progetti innovativi. Se oggi si discute di mobilità sul Sella o sul Garda, di nuovi progetti di sviluppo nelle destinazioni ricomprese in aree protette, se c’è maggior collaborazione tra istituzioni e soggetti portatori d’interesse dentro governance più moderne come in Fondazione Dolomiti Unesco o nel Parco dello Stelvio è perché si è avuto il coraggio e anche la pazienza di credere nella possibilità di non subire i cambiamenti, ma di anticiparli attraverso il dialogo, il confronto, anche con l’accettazione di qualche soluzione di compromesso pur di avanzare nelle sfide che la contemporaneità ci pone con sempre maggior urgenza. Tutto questo non può essere definito un fallimento. Fallito semmai è l’approccio ideologico di un certo ambientalismo politico che con il suo linguaggio iperbolico tende a banalizzare e sminuire il gran lavoro e la fatica che passo per passo sta facendo invece chi vuole costruire veramente un nuovo paradigma di sviluppo responsabile incentrato sul valore dell’ambiente in tutte le sue articolazioni. * Vicepresidente e direttrice della Fondazione Dolomiti Unesco

07 AGOSTO 2017 Corriere delle Alpi | 07 Agosto 2017

25 Rassegna Stampa – Agosto 2017


p. 27 “Grazie ai volontari che hanno riparato i danni del maltempo” AURONZO «Mandiamo in archivio un'altra bella edizione della Camignada», commenta Massimo Casagrande, vicepresidente del Cai di Auronzo. «Abbiamo superato i 1400 iscritti e i commenti ci paiono positivi. Avevamo qualche timore, visto il maltempo della vigilia che ha causato frane un po' ovunque. I nostro volontari, però, sono stati un'altra volta grandissimi: sabato mattina erano in Val di Cengia a sistemare i tratti di sentiero rovinati. Peccato per il forte temporale del primo pomeriggio, quando ancora molti erano sul percorso», dice ancora Casagrande. La pioggia comunque non ha creato particolari problemi e tutti hanno completato la prova. «È da sottolineare come i collaboratori siano stati oltre un centinaio. Grazie davvero a tutti, così come all'amministrazione comunale, che ci mette a disposizione le strutture», aggiunge Stefano Muzzi, presidente del Cai di Auronzo. «Positiva è stata la collaborazione con la Fondazione Dolomiti Unesco (la Camignada di quest'anno aveva come sottotitolo "tra i colori delle Dolomiti Unesco" ndr) e con un'eccellenza del territorio auronzano come l'Istituto Pio XII di Misurina. Un grazie speciale va naturalmente ai concorrenti che, ancora una volta, ci hanno dato fiducia: c'è gente che corre la Camignada da oltre quarant'anni»! «Due anni fa sono arrivato terzo, lo scorso anno secondo e quest'anno ho vinto: davvero una bella progressione!», commenta il vincitore Giorgio Dell'Osta. «Nella prima parte di gara ho fatto corsa parallela a Zanella. Arrivati al rifugio Auronzo e resici conto che avevamo fatto il vuoto, abbiamo gestito. Io in discesa ho corso prudentemente, al risparmio. Sulla ciclabile ne avevo ancora e sono riuscito a tenere un ritmo buono». «Il secondo posto? Non mi lascia del tutto soddisfatto», commenta Osvaldo Zanella. «Mi manca l'allenamento specifico sulla lunga distanza e nel finale ho pagato».«Qualche anno fa ero arrivata seconda, oggi ho vinto, sono davvero contenta», commenta la vincitrice tra le ragazze, Silvia Serafini. «Sono contenta perché la Camignada mi mancava nel palmarès e perché ho ottenuto un ottimo riscontro cronometrico: non pensavo di essere così in condizione». (i.t.)

26 Rassegna Stampa – Agosto 2017


08 AGOSTO 2017 Trentino | 08 Agosto 2017

p. 16 A Passo Sella domani Moser, Fondriest e Kostner Dopo gli chef e giunti a metà del percorso di #Dolomitesvives, domani - come tutti i mercoledì di luglio e agosto - torna l’appuntamento con Passo Sella chiuso alle auto. Questa volta i protagonisti saranno i «Miti» dello sport, i campioni dello sci Isolde Kostner e Peter Ruggaldier, e quelli del ciclismo Maurizio Fondriest e Francesco Moser. Nella seconda giornata dedicata ai “Miti”, sarà possibile affrontare la salita in compagnia 27 Rassegna Stampa – Agosto 2017


dei protagonisti di questa giornata partendo da Selva di Val Gardena alle 9.30: il percorso potrà essere affrontato a piedi in compagnia degli ex sciatori o in bici a fianco degli ex ciclisti. Alle 13 sarà possibile ascoltare i loro racconti presso la suggestiva “Città dei Sassi”. I quattro atleti, intervistati dal giornalista sportivo della Val Gardena Gernot Musser, parleranno dei momenti trascorsi sulle Dolomiti che hanno segnato la loro vita di campioni. L’evento inizierà alle 13 e in caso di maltempo si svolgerà presso la Casa della Cultura Oswald von Wolkenstein a Selva di Val Gardena alle ore 17.30.

09 AGOSTO 2017 Trentino | 09 Agosto 2017 p. 32 Imer, storia e quotidianità in una guida di 64 pagine PRIMIERO A fianco alla nuova “Guida ai paesi” di Primiero San Martino di Castrozza, un volume tascabile di realizzato a “misura di famiglia” con comodi percorsi tra palazzi, edifici, chiese, affreschi e fontane, ma non solo, i villeggianti saranno omaggiati di una nuova guida di 64 pagine dedicata al paese di Imer, che troverà sicuramente anche l’interesse dei residenti. La guida riguarda proprio la “porta di Primiero” e, infatti, è edita dal Comune di Imer con il patrocinio della Fondazione Dolomiti Unesco- È un frizzante vademecum di informazioni, consigli, racconti e magnifiche foto, per far conoscere tutto quello che di bello e interessante si può trovare nel primo borgo della valle: ambiente, storia, attività sportive, artigianato artistico, iniziative culturali, grandi feste. Il lavoro è curato da una redazione giovane. I testi sono stati curati da Ilaria Bettega, Manuela Crepaz, Aaron Gaio, Daniele Gubert e Arianna Obber. Le fotografie sono di Enrica Pallaver, con contributi tra gli altri di Silvano Angelani, Mauro Alberti, Ru Alberti, Valentino Bettega, Beppino Giovanelli, Annalisa Parisi e Walter Scalet, mentre le illustrazioni delle leggende sono di Marco Zimol. La copertina è un omaggio all’arte: ritrae una pittura di Max Gaudenzi, conservata nella Sala della trasparenza civica in Municipio con i simboli caratteristici di Imer. La guida è reperibile agli uffici informazione di valle. (r.b.)

28 Rassegna Stampa – Agosto 2017


Trentino | 09 Agosto 2017

p. 20 Oggi sul Sella i miti dello sport TRENTO Dopo gli chef e giunti a metà del percorso di #Dolomitesvives, oggi - come tutti i mercoledì di luglio e agosto - torna l'appuntamento con Passo Sella chiuso alle auto. Questa volta i protagonisti saranno i «Miti» dello sport, i campioni dello sci Isolde Kostner e Peter Ruggaldier, e quelli del ciclismo Maurizio Fondriest e Francesco Moser. Nella seconda giornata dedicata ai "Miti", sarà possibile affrontare la salita in compagnia dei protagonisti di questa giornata partendo da Selva di Val Gardena alle 9.30: il percorso potrà essere affrontato a piedi in compagnia degli ex sciatori o in bici a fianco degli ex ciclisti. Alle 13 sarà possibile ascoltare i loro racconti presso la suggestiva "Città dei Sassi". I quattro atleti, intervistati dal giornalista sportivo della Val Gardena Gernot Musser, parleranno dei momenti trascorsi sulle Dolomiti che hanno 29 Rassegna Stampa – Agosto 2017


segnato la loro vita di campioni. L'evento inizierà alle 13 e in caso di maltempo si svolgerà presso la Casa della Cultura Oswald von Wolkenstein a Selva di Val Gardena alle ore 17.30. Gazzettino | 09 Agosto 2017 p. 46 In Magnifica “Il fascino del sublime” delle Dolomiti PIEVE D CADORE Alla scoperta delle Dolomiti con il Cai di Pieve di Cadore. Proseguono le proiezioni dei documentari realizzati da Piero Badaloni, giornalista inviato speciale della Rai, per far conoscere le montagne che l'Unesco ha riconosciuto patrimonio dell'umanità. Il nuovo appuntamento è per questa sera alle 21 nella sala della Magnifica Comunità di Cadore. Il reportage si intitola Il fascino del sublime, dura 50 minuti e racconta di come le Dolomiti hanno ispirato artisti di ogni epoca. Il documentario parte dalle Marmarole, le montagne del Cadore, che hanno ispirato Tiziano Vecellio nella sua opera Presentazione di Maria al tempio. Ma gli esempi possono essere molteplici. Non è un caso che le Dolomiti siano state scoperte proprio nell'800. I Monti pallidi come furono subito battezzate le Dolomiti, sembrarono, a tedeschi e inglesi che per primi vi si innamorarono, la realizzazione concreta degli ideali romantici che attraversavano i mondi dell'arte e della cultura in quel tempo. A colpire tutti, indistintamente, è stata la loro bellezza che, però, è stata colta come bellezza inquietante, misteriosa e leggendaria. Il reportage di Piero Badaloni mette in evidenza questa bellezza e le varie specificità da cui tanti artisti hanno tratto ispirazione. Mercoledì 16 agosto toccherà alla flora e alla fauna delle Dolomiti.Giuditta Bolzonello

10 AGOSTO 2017 Alto Adige | 10 Agosto 2017 p. 18 Chiusura dei passi, in prima linea i miti dello sport PASSO SELLA I miti dello sport si schierano con #DolomitesVives. Addirittura c’è chi come Francesco Moser si sbilancia spassionatamente - forse per rimediare al ritardo con cui ieri si è presentato al dibattito - sostenendo che istituirebbe l’accesso sostenibile al Passo Sella (e non solo) «un giorno sì e un giorno no». E c’è, in fondo, da aspettarselo da chi, come gli sciatori Peter Runggaldier e Isolde Kostner e i ciclisti Maurizio Fondriest giunto in mattinata sul passo in bici da Selva con alcuni cicloamatori - e Moser, ha fatto delle Dolomiti una palestra, oltre che una casa (nel caso dei gardenesi). I quattro campioni del mondo, protagonisti del sesto appuntamento dei mercoledì di luglio e agosto al Sella - dove (dalle 9 alle 16) si sale a piedi, in bici, con impianti di risalita o mezzi elettrici - hanno raccontato, moderati da Alexander Stuffer, le loro esperienze da fuoriclasse dello sci e del ciclismo, ma anche espresso opinioni su #DolomitesVives e il futuro del turismo dolomitico. Di fronte a un pubblico di un centinaio di persone - nonostante i numerosi ciclisti e un buon 30 Rassegna Stampa – Agosto 2017


afflusso di escursionisti saliti con gli autobus, il vento in quota e i nuvoloni grigi non hanno invitato alla sosta - Fondriest ha esordito a favore della manifestazione: «Mi pare valida. Forse la formula muterà un po’, tenendo conto delle esigenze degli operatori turistici, ma sul tema del traffico e della tutela delle Dolomiti non possiamo mettere i paraocchi e abbiamo il dovere di pensare all’eredità dei nostri figli. Da ciclista preferirei più passi chiusi alle auto, perché in bici in pianura mi annoio e perché mi accorgo subito di come profuma l’aria senza smog. Sul fronte del cicloturismo ci sono senz’altro margini di miglioramento: #DolomitesVives è un buon esempio». Di progetto pilota da calibrare ha parlato anche Runggaldier: «Vanno considerate le esigenze di turisti e operatori ma l’iniziativa va perseguita perché guarda al turismo degli anni a venire». Un futuro per le Dolomiti che Isolde Kostner immagina simile a quello di un parco nordamericano, dove l’accesso è rispettoso quanto ambito: «Ho partecipato a #DolomitesVives le settimane scorse e lo consiglio ai miei clienti perché finalmente si apprezza, anche in agosto, il silenzio delle montagne. Ecco perché spero che la manifestazione cresca con un obiettivo: far sì che si consideri un privilegio una vacanza sulle Dolomiti, così come viverci». Un cammino che specie all’inizio, hanno sottolineato i campioni, è difficile ma rappresenta un’opportunità. «Ed è anche una festa -ha aggiunto Moser - basti pensare alle domeniche senz’auto degli anni Settanta, all’epoca della crisi petrolifera. Allora ci siamo divertiti a organizzare tante pedalate avvicinando la gente allo sport. #DolomitesVives nell’era dell’e-bike, che uso pure io, è un’ottima occasione per molti di vivere esperienze di sport e natura». Trentino | 10 Agosto 2017

p. 17 Per i miti dello sport #Dolomitesvives è ok I miti dello sport si schierano con #DolomitesVives. Addirittura c’è chi come Francesco Moser si sbilancia spassionatamente - forse per rimediare al ritardo con cui ieri si è presentato al dibattito - sostenendo che istituirebbe l’accesso sostenibile al Passo Sella (e non solo) «un giorno sì e un giorno no». E c’è, in fondo, da aspettarselo da chi, come gli sciatori Peter Runggaldier e Isolde Kostner e i ciclisti Maurizio Fondriest giunto in mattinata sul valico in bici da Selva con alcuni cicloamatori - e Moser, ha fatto delle Dolomiti una palestra, oltre che un casa (nel caso dei gardenesi). I quattro campioni del mondo, protagonisti del sesto 31 Rassegna Stampa – Agosto 2017


appuntamento dei mercoledì di luglio e agosto al Sella - dove (dalle 9 alle 16) si sale a piedi, in bici, con impianti di risalita o mezzi elettrici - hanno raccontato, moderati da Alexander Stuffer, le loro esperienze da fuoriclasse dello sci e del ciclismo, ma anche espresso opinioni su #DolomitesVies e il futuro del turismo dolomitico. Di fronte a un pubblico di un centinaio di persone - nonostante i numerosi ciclisti e un buon afflusso di escursionisti saliti con gli autobus, il vento in quota e i nuvoloni grigi non hanno invitato alla sosta sul valico - Fondriest ha esordito a favore della manifestazione: «Mi pare valida. Forse la formula muterà un po’, tenendo conto delle esigenze degli operatori turistici, ma sul tema del traffico e della tutela delle Dolomiti non possiamo mettere i paraocchi e abbiamo il dovere di pensare all’eredità dei nostri figli. Da ciclista preferirei più passi chiusi alle auto, perché in bici in pianura mi annoio e perché mi accorgo subito di come profuma l’aria senza smog. Sul fronte del cicloturismo ci sono senz’altro margini di miglioramento: #DolomitesVives è un buon esempio». Di progetto pilota da calibrare ha parlato anche Runggaldier: «Vanno considerate le esigenze di turisti e operatori ma l’iniziativa va perseguita perché guarda al turismo degli anni a venire». Un futuro per le Dolomiti che Isolde Kostner immagina simile a quello di un parco nordamericano, dove l’accesso è rispettoso quanto ambito: «Ho partecipato a #DolomitesVives le settimane scorse e lo consiglio ai miei clienti perché finalmente si apprezza, anche in agosto, il silenzio delle montagne. Ecco perché spero che la manifestazione cresca con un obiettivo: far sì che si consideri un privilegio una vacanza sulle Dolomiti, così come viverci». Un cammino che specie all’inizio, hanno sottolineato i campioni, è difficile ma rappresenta un’opportunità. «Ed è anche una festa -ha aggiunto Moser - basti pensare alle domeniche senz’auto degli anni Settanta, all’epoca della crisi petrolifera. Allora ci siamo divertiti a organizzare tante pedalate avvicinando la gente allo sport. #DolomitesVives nell’era dell’e-bike, che uso pure io, è un’ottima occasione per molti di vivere esperienze di sport e natura».

11 AGOSTO 2017 Alto Adige | 11 Agosto 2017

32 Rassegna Stampa – Agosto 2017


p. 20 Passo Sella: va migliorata la comunicazione BOLZANO La riduzione del traffico sulle strade dei passi dolomitici e le prime esperienze con la chiusura del Passo Sella nei mercoledì dei mesi di luglio e agosto sono state oggetto di un incontro tra gli esponenti dell’Unione albergatori e pubblici esercenti, l’assessore Florian Mussner e il direttore del Dipartimento provinciale sviluppo del territorio, ambiente ed energia, Florian Zerzer. All’incontro hanno partecipato per gli albergatori il presidente Manfred Pinzger, il vicepresidente e presidente mandamentale Gottfried Schgaguler e funzionari dei circondari di Bolzano e d’intorni, nonché della Val Pusteria/Val Badia. Tutti d’accordo sul fatto che le Dolomiti in quanto patrimonio dell’umanità devono venir valorizzate. Ma si è detto che prima di chiudere del tutto o parzialmente le strade dei passi occorre riflettere sulle diverse possibilità di una mobilità alternativa e sostenibile. Gli esponenti dell’Unione albergatori hanno proposto di fare innanzitutto maggior uso di apparecchiature di controllo della velocità e delle emissioni acustiche, per ridurre in questo modo il livello di inquinamento sonoro sui valichi alpini. I funzionari dell’associazione si sono detti convinti di poter contribuire in questo modo ad una riduzione del rumore in quelle aree. Sono state poi sottoposte ad una prima valutazione anche le esperienze maturate con l’attuazione del progetto per la mobilità sostenibile “Dolomitesvives“. Il presidente Pinzger e il vicepresidente Schgaguler hanno criticato le modalità di comunicazione, all’inizio carenti e caratterizzate da una valenza negativa. «I cartelli di divieto di transito non sono proprio invitanti», hanno affermato gli esponenti dell’Unione proponendo che in futuro i turisti vengano informati meglio sugli aspetti positivi dell’iniziativa Dolomitesvives, come pure sulle diverse manifestazioni di contorno. Il direttore Zerzer ha tuttavia ricordato come la realizzazione della segnaletica stradale sia subordinata alle prescrizioni fissate a livello nazionale. I rappresentanti degli albergatori hanno proposto la creazione di un sito web ben pubblicizzato che fornisca ai turisti tutte le informazioni sulle Dolomiti intese come patrimonio dell’Unesco e quindi anche sui passi nonché sugli orari e sugli eventuali divieti di transito. Trentino | 11 Agosto 2017

33 Rassegna Stampa – Agosto 2017


p. 18 Mobilità sostenibile prima di chiudere i passi BOLZANO La riduzione del traffico sulle strade dei passi dolomitici e le prime esperienze con la chiusura del Passo Sella nei mercoledì dei mesi di luglio e agosto sono state l’oggetto di un incontro tra gli esponenti dell’Unione albergatori e pubblici esercenti (Hgv), l’assessore provinciale alla mobilità Florian Mussner e il direttore del Dipartimento provinciale Sviluppo del territorio, Ambiente ed Energia, Florian Zerzer. All’incontro hanno partecipato per l’HGV il presidente Manfred Pinzger, il vicepresidente e presidente mandamentale Gottfried Schgaguler e funzionari dei circondari di Bolzano e d’intorno nonché della Val Pusteria/Val Badia. Pieno assenso c’è stato anzitutto sul fatto che le Dolomiti in quanto patrimonio dell’umanità devono venir valorizzate. Ma prima di chiudere del tutto o parzialmente le strade dei passi occorre riflettere sulle varie possibilità di una mobilità alternativa e sostenibile. Gli esponenti dell’Hgv hanno proposto di fare innanzitutto maggiore uso di apparecchiature di controllo della velocità e delle emissioni acustiche, per ridurre in questo modo il livello di inquinamento sonoro dei valichi alpini. I funzionari dell’associazione si sono detti convinti di poter contribuire in questo modo ad una riduzione del rumore in quelle aree. Sul progetto “Dolomitesvives” il presidente Pinzger e il vicepresidente Schgaguler hanno qui criticato le modalità di comunicazione, all’inizio carenti e più di tutto caratterizzate da una valenza negativa, proponendo che in futuro i turisti vengano informati di più sugli aspetti positivi dell’iniziativa, come pure sulle diverse manifestazioni di contorno, anche attraverso la creazione di un sito web. L’assessore Mussner ha sottolineato l’importanza della collaborazione con gli operatori turistici. Corriere delle Alpi | 11 Agosto 2017

p. 25 Un anello escursionistico lungo l’antico confine FELTRE 34 Rassegna Stampa – Agosto 2017


Nasce il nuovo anello escursionistico delle Vette Feltrine che, in più tappe, segue la linea di confine tra le province di Trento e Belluno, tra il Primiero e la Vallata Feltrina. Un suggestivo percorso, denominato "La via del confine pacifico" perché su questi crinali e su queste creste passava il confine tra la Repubblica di Venezia e l'Impero Asburgico. Oggi invece, grazie alla collaborazione fra Cai di Feltre e la Aku, azienda di Montebelluna specializzata nella progettazione e produzione di calzature per la montagna di alta qualità, nasce questo nuovo trekking che viene presentato sulla rivista Skialper nel numero in edicola.«Spesso ignorate a favore delle Dolomiti più celebri, - spiega Teddy Soppelsa, autore dell'articolo - le Vette Feltrine offrono paesaggi unici e di elevato valore ambientale, dove lo sguardo può correre verso il cuore dei Monti Pallidi, da una parte e le Prealpi venete, dall'altra. Oltre a quel senso di isolamento e silenzio, che i posti più turistici hanno perso».L'invito, insomma, è quello di riscoprire un itinerario sulle tracce di pastori, contrabbandieri e soldati, avendo peraltro ai giorni nostri la possibilità di incontrare, prosegue Soppelsa, «Ruggero e Linda che ogni estate, con i loro bimbi, abbandonano la comoda vita della valle per fare i malgari nell'alpe di Nèva; o Silvano, custode forestale dei boschi del Comune di Mezzano».Il trekking è un anello e si può percorrere, in base al tempo disponibile e alla preparazione fisica, in 2 o 3 tappe. È possibile partire sia dal versante nord, che sud delle Vette Feltrine (dalla Val Canzoi o dal Passo Croce d'Aune piuttosto che dalla Val Noana) e procedere sia in senso orario che antiorario. I rifugi dove appoggiarsi sono il rifugio Bruno Boz (www. caifeltre.it/rifugi-e-bivacchi), il rifugio Giorgio Dal Piaz (www.rifugiodalpiaz.com) e il rifugio Vederna (www. rifugiovederna.it). «La finalità di questo percorso, che ha il pregio di unire alcuni dei più suggestivi sentieri Cai del Parco - sottolinea il presidente del Cai Feltre, Ennio De Simoi - è di camminare, senza fretta, in ambienti naturali unici al mondo e di promuovere il rifugio come luogo in cui vivere un'esperienza autentica a contatto con la natura e la montagna». Il percorso è stato testato da Giacomo De Donà e Laura Donazzan in veste di escursionisti, Federico Ravassard come fotografo di Skialper e Teddy Soppelsa autore dell'articolo pubblicato su Skialper. Importante anche la collaborazione dei gestori dei rifugi Bruno Boz, Giorgio Dal Piaz e Vederna che hanno offerto l'ospitalità a questa particolare spedizione. Stefano Vietinatwitter@vietinas©RIPRODUZIONE RISERVATA Gazzettino | 11 Agosto 2017

p. 10 edizione Pordenone

35 Rassegna Stampa – Agosto 2017


Il Festival dei Giovani delle Dolomiti CIMOLAIS Il Festival dei giovani delle Dolomiti Friulane è un progetto ideato e curato dall'Uti delle Valli e delle Dolomiti Friulane con il sostegno della Regione e con il patrocinio della Fondazione Dolomiti Unesco. Il tema di questa quarta edizione Lo spazio è (in)finito si ispira allo spazio inteso come luogo di partecipazione, di coinvolgimento, discussione, confronto e vuole incentivare la partecipazione e la conoscenza dei giovani che abitano nei Comuni delle Dolomiti Unesco, ma anche la condivisione di obiettivi e attività comuni nell'ambito dei territori tutelati.L'obiettivo è la valorizzazione dei giovani del territorio, la loro creatività, le competenze espressive, i linguaggi e le loro produzioni. Il primo appuntamento fuori festival si terrà a Cimolais domani alle 18, nella sala polifunzionale con la presentazione della settima edizione del concorso letterario Lo sguardo dell'aquila. La manifestazione si rivolge a scrittori di montagna, giovani e non, e alle scuole. I partecipanti dovranno presentare un racconto ambientato e/o che parli di montagna. Per la presentazione è stata scelta la serata organizzata dal Cai di Cimolais in ricordo di Spiro dalla Porta Xidias, che è stato presidente di giuria del concorso scrittore e presidente del Gruppo degli scrittori di Montagna.© riproduzione riservata

36 Rassegna Stampa – Agosto 2017


13 AGOSTO 2017 L’Adige | 13 Agosto 2017

37 Rassegna Stampa – Agosto 2017


p. 19 In parete: boom del turismo verticale RENZO MOSER Sono decenni, ormai, che Arco è universalmente riconosciuta come la mecca dell'arrampicata sportiva: le falesie hanno fatto la fortuna di uno spicchio di Trentino che ha trovato nelle emozioni verticali un brand turistico, prima di nicchia, poi, anno dopo anno, sempre più popolare. Le Dolomiti, appare perfino superfluo ricordarlo, dell'arrampicata più tradizionale sono da sempre il teatro più suggestivo, e se serviva una spintarella ulteriore, quella è arrivata con il riconoscimento come «Patrimonio dell'Umanità» da parte dell'Unesco. Ma negli ultimi anni stanno emergendo, in alcuni casi prepotentemente, nuove varianti di questo universo verticale: su tutte, l'arrampicata sportiva dedicata alle famiglie e il canyoning. Senza dimenticare le vie ferrate, che resistono negli anni in vetta alle preferenze di molti turisti della montagna. Insomma, ritrovarsi appesi a una corda lungo una parete di roccia riveste ancora un fascino per certi versi irresistibile, sia che si tratti di raggiungere una vetta, di inseguire record sportivi o di tuffarsi nelle fresche acque di un torrente. E molte amministrazioni locali, su questo fascino intramontabile, hanno puntato molto, sia dal punto di vista del marketing sportivo (un nome su tutti: Adam Ondra, testimonial del Garda Trentino) sia da quello «infrastrutturale», finanziando la attrezzatura delle falesie e dei relativi spazi dedicati all'accoglienza. È un fenomeno trasversale, che va dall'agonismo spinto alle famiglie, tutti legati, è il caso di dirlo, alla medesima corda. L'offerta. «Le attività più richieste - spiega Alessandro Beber, guida alpina, che con altri colleghi gestisce la scuola di alpinismo "Mountime Outdoor Adventures" ad Arco - sono generalmente legate al territorio di riferimento. Noi ad Arco, per esempio, facciamo tanta arrampicata sportiva, mentre in zone come la val di Fassa faranno più alpinismo tradizionale. In ogni caso, le attività più gettonate sono sicuramente le vie ferrate, le arrampicate, il trekking, un po' di alta montagna e il canyoning». Le discipline emergenti: il canyoning. Il torrentismo è una delle attività outdoor che in Trentino sta riscuotendo maggiore successo presso il pubblico, probabilmente anche per la sua caratteristica prettamente ludica. Raccontato in parole povere, per fare canyoning si scende in una forra stretta (e in Trentino ce ne sono di spettacolari), alla ricerca di pozze scavate dall'erosione dell'acqua. Come si scende? A piedi o calandosi con la corda quando è necessario, saltando nell'acqua o utilizzando degli scivoli naturali quando la profondità dell'acqua e la roccia lo permettono. Una sorta di parco dei divertimenti naturale, senza artifici, da godere però con la supervisione di una guida alpina. Divertente sì, ma non un giochetto da sottovalutare. Le ferrate. Non sono certo una novità, ma a detta di molte guide restano l'attività più richiesta dal grande pubblico. L'emozione della parete, la vertigine di un passaggio esposto, la possibilità di vivere esperienze per certi versi estreme ma in sicurezza, il senso dell'avventura costituiscono ancora un appeal imbattibile. Purché si rispettino le regola della sicurezza, perché anche la ferrata non perdona, se presa sotto gamba. In Trentino si stanno sperimentando nuove soluzioni, come il «volo dell'aquila» in Paganella, non senza polemiche. L'arrampicata sportiva. Qualche purista storcerà il naso, ricordando i tempi eroici di Bassi e della Gola di Toblino. Fatto sta che l'arrampicata sportiva è oggi una disciplina, se non proprio di massa, comunque estremamente popolare. Le falesie attrezzate si sono moltiplicate, molte di queste sono state attrezzate pensando esplicitamente alle 38 Rassegna Stampa – Agosto 2017


famiglie e ai bambini. Non si può più parlare di attività di nicchia, e se qualcuno avesse dei dubbi in proposito, si prenda la briga di contare i negozi di attrezzatura sportiva aperti nel centro di Arco. L'indotto non mente. L'alpinismo. Le Dolomiti ne hanno fatto la storia, figure come quella di Preuss o Piaz sono diventate leggende. Ma la dolomia continua ad attirare appassionati da tutto il mondo. In generale, al giorno d'oggi, si fa più arrampicata sportiva e meno arrampicata in montagna o in ambiente, come si usa dire. Il bacino di utenza, in questo caso si restringe, perché è un'attività che comporta già un certo di grado di preparazione, sia tecnica che fisica. Le scuole e le guide alpine. Tutte queste attività hanno qualcosa in comune: una corda e dei moschettoni. Siamo, dunque nel territorio delle guide alpine, insieme ad altre discipline meno «estive» come lo scialpinismo o l'arrampicata su ghiaccio. È bene ricordare che, trattandosi di attività con un elevato grado di rischio qualora non si affrontino con la necessaria competenza e tecnica, affidarsi a professionisti del settore è altamente consigliabile. Le opportunità, d'altra parte, non mancano. Oltre ai servizi offerti dalle singole guide (oltre 200 quelle attive in Trentino), negli ultimi anni sono aumentate le cosiddette scuole di alpinismo, autorizzate dalla Provincia sulla base di una griglia di requisiti previsti per legge (tra cui la presenza di almeno tre guide alpine). Ad oggi sono nove: la Scuola di alpinismo e sci alpinismo Dolomiti Val di Fassa (Pozza di Fassa), la Alta Fassa Guides Scuola di alpinismo e sci alpinismo (Campitello di Fassa), la Scuola guide alpine Val di Fassa (Pozza di Fassa), la Scuola di alpinismo e scialpinismo Val di Sole (Malé), il Gruppo guide alpine scuola di alpinismo e scialpinismo (San Martino di Castrozza), la Scuola alpinismo e scialpinismo gruppo guide Madonna di Campiglio, la Mountain Friends scuola alpinismo e scialpinismo e escursionismo (Pinzolo), la Scuola di alpinismo e scialpinismo Mountime Outdoor Adventures (Arco) e la Friends of Arco Scuola di alpinismo e scialpinismo (Arco). Corriere delle Alpi | 13 Agosto 2017

p. 17 "La montagna fertile" il filo conduttore di Oltre le vette BELLUNO 39 Rassegna Stampa – Agosto 2017


Mancano ancora un paio di mesi, ma gli organizzatori della 21ª edizione di "Oltre le vette" sono da tempo al lavoro. La manifestazione, organizzata dal Comune di Belluno attraverso la Fondazione Teatri delle Dolomiti, si svolgerà a Belluno dal 6 al 15 ottobre e il filo conduttore di quest'anno sarà "La montagna fertile", per sottolineare come le terre alte non siano soltanto un magnifico terreno di avventura e un potente stimolo artistico e culturale, ma anche un luogo dove si producono beni e servizi, si progettano esistenze, si realizzano sogni. Su questo tema, solo per citare uno degli appuntamenti in programma - in tutto una trentina - si terrà una tavola rotonda coordinata dal sociologo Diego Cason, per mettere a confronto esperienze e modelli, realtà oggi rese possibili dai cambiamenti climatici, dalle nuove prese di coscienza, dalle crisi delle economie tradizionali. Ma non mancheranno i consueti incontri con alpinisti e uomini d'avventura, come il giovane sciatore Enrico Mosetti, autore di impressionanti discese sulle Ande e in Himalaya, o Franco Perlotto, recente vincitore del premio Pelmo d'Oro, un alpinista che ha molto da raccontare sull'evoluzione dell'andare in montagna dagli anni Ottanta a oggi. Prevista anche una serata dedicata al trail running, con Bruno Brunod, forse il primo e più importante sky runner italiano. Molti eventi saranno realizzati in collaborazione con "Montura", importante azienda di abbigliamento tecnico: tra questi, una serata di grande cinema di montagna. Sempre per il cinema non mancherà il tradizionale appuntamento con i capolavori dell'ultimo Trento Film Festival, rassegna con la quale Oltre le vette collabora fin dalla prima edizione. Altra collaborazione di prestigio è quella con il Museo nazionale della montagna "Duca degli Abruzzi" - Cai Torino, istituzione che presenterà a Belluno una mostra originale e di grande fascino, Foulard delle montagne. Direttore artistico di "Oltre le vette" è ancora una volta Flavio Faoro. Direttore organizzativo Valeria Benni. E le collaborazioni con enti e istituzioni, a partire dalla Fondazione Dolomiti Unesco, sono molte e importanti. Tra le aziende che hanno già assicurato il loro aiuto economico, va ricordata almeno Enel.(m.r.)

Corriere delle Alpi | 13 Agosto 2017

40 Rassegna Stampa – Agosto 2017


p. 14 Ferragosto, la novità è il gran ritorno dei turisti stranieri di Paola Dall'Anese BELLUNO Il ritorno degli stranieri. Anche a Ferragosto. È una delle liete novità dell'estate sulle montagne bellunesi. Tutti gli operatori, dal Comelico al Cadore, dall'Alpago all'Agordino, hanno notato il cambiamento: «Solitamente», dicono in coro, «agosto è un mese ad appannaggio quasi esclusivo degli italiani. Vedere molti stranieri in giro fa andare la memoria ai bei tempi, quelli prima della crisi». C'è chi parla anche di un leggero aumento dei giorni di permanenza in montagna, anche se solo alla fine si potrà sapere se queste sensazioni, corrispondono alla realtà.Comelico e Sappada. «C'è un aumento rispetto allo scorso anno di turisti», precisa Davide Zandonella Necca, che gestisce un albergo a Comelico Superiore ed è delegato Ascom. «Vediamo molti stranieri: dagli olandesi ai francesi, dai tedeschi agli austriaci. C'è una richiesta di posti letto molto forte, anche se è difficile dire se ci sarà il tutto esaurito: tante persone, infatti, prenotano all'ultimo momento». «Il caldo non c'è dubbio ha aiutato nel riempire le Dolomiti», prosegue Simone Pachner che gestisce un negozio a Sappada. «La sensazione è che ci siano più turisti rispetto all'estate scorsa. La gente sta tornando a "vivere" la montagna come un tempo: chiede di fare escursioni, ha voglia di girare le Dolomiti». E anche le iniziative organizzate dalle varie località e vallate contribuiscono a ravvivare questa estate.Cadore e Cortina. «Il nostro obiettivo da qui ai prossimi anni è quello di allungare fino alla fine di settembre la stagione estiva, facendola partire ai primi di giugno». Parole di Roberta Alverà, presidente degli albergatori di Cortina. «Gli alberghi sono pieni, non c'è il tutto esaurito, ma c'è ancora tempo per i ritardatari», ribadisce la presidente. «Positivo anche il fatto che abbiano riaperto le strade Sr 48, quella per Dobbiaco e per il passo Tre Croci».« È vero ci sono tanti stranieri», prosegue l'albergatrice, «ma ad agosto è comunque il turista italiano a farla da padrone. Quel turista che ama non solo la montagna, ma anche lo shopping, le mostre, gli incontri con i vip, lo struscio».A risentire degli effetti positivi di questa "invasione" ci sono anche i commercianti. È il caso di Gabriele Gaspari, che gestisce un negozio di abbigliamento in centro a Cortina (anche lui è delegato di Confcommercio). «Si vede una leggera ripresa, mi pare che la gente sia un po' più rilassata rispetto agli altri anni, c'è più voglia di godersi in tranquillità queste vacanze e spendere anche qualcosa nei negozi».Agordino. «Tanti stranieri e tempi di permanenza allungati», conferma il presidente provinciale di Federalberghi Walter De Cassan. «È un dato positivo, che ci lascia sperare che la stagione possa chiudersi meglio dello scorso anno. C'è voglia di scoprire la natura, ma anche i musei e la cultura dei posti. E le previsioni delle presenze sono buone almeno fino al 27 agosto». «Per Ferragosto abbiamo tutto pieno, almeno qui ad Alleghe», commenta soddisfatto anche Adriano Rudatis.Alpago. Numeri positivi anche per l'Alpago, come testimoniano dall'ufficio turistico. «Molte le famiglie che hanno preferito il camping oppure i B&B o gli appartamenti per il loro soggiorno qui. E molti gli stranieri, soprattutto tedeschi».Il capoluogo. Sono più di un centinaio i turisti che ogni giorno, in questa ultima settimana, si sono rivolti all'ufficio turistico di Belluno per avere informazioni su cosa vedere in città, ma anche su dove alloggiare. «Moltissimi gli americani e i tedeschi che arrivano soprattutto dall'Alta Via e che hanno chiesto strutture ricettive in quota per scappare dall'afa dei giorni scorsi». E per ferragosto ci saranno 4-5 ristoranti e altrettanti bar aperti. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

41 Rassegna Stampa – Agosto 2017


14 AGOSTO 2017 L’Adige | 14 Agosto 2017

p. 6 Le fiabesche “Ganes” al Passo Sella TRENTO Un trio di ragazze della Val Badia che ha inventato un sound dabberp molto particolare legato alla lingua ladina nella quale abitualmente si esibiscono. Loro sono le Ganes la formazione che canterà mercoledì 16 agosto, alle 13 a Passo Sella , nell'ambito dell'iniziativa #Dolomitesvives. È da una vita che le Ganes fanno musica insieme. Le sorelle Marlene e Elisabeth Schuen e la loro cugina Maria Moling sono infatti cresciute insieme a La Villa un paesino sperduto nelle Dolomiti della Val Badia, lontano dalle grandi metropoli, ma così vicino alla natura nella sua espressione più autentica. La curiosità per le cose esistenti al di fuori del loro mondo le ha portate in giro in un viaggio alla scoperta di realtà nuove. Come racconta la loro nota biografica: «Insieme le Ganes parteciparono alla lunga tournee del cantante austriaco Hubert von Goisern sul battello che scese il Danubio fermandosi per i concerti nei luoghi più incantevoli, insieme svilupparono il loro sound caratteristico, il canto multivocale, i testi in lingua ladina e il nome Ganes, creature fiabesche delle saghe dolomitiche. E infatti come le sirene le Ganes riescono a sedurre gli ascoltatori con la loro musica così particolare. Partite dalla tradizione musicale della loro terra proprio grazie a Hubert von Goisern una vera star del «traditional pop» nel mondo tedesco che, era il 2007, le aveva volute come coriste al suo fianco in un lungo tour le Ganes si sono fatte conoscere per le loro qualità d'interpreti. La carta vincente della Ganes è quella appunto di unire lo spirito della tradizione con sonorità più moderne creando con il loro cantato in ladino qualcosa di originale che ha fin da subito incuriosito anche gli ascoltatori tedeschi ed austriaci fra suoni di violino e chitarra. Nella loro discografia ci sono anche diverse album a partire dal debutto nel 2010 con «Rai de sorëdl» mentre nel 2011 hanno pubblicato «Mai guai» seguto da «Parores & Neores», «Caprize» e per ultimo «An Cunta Che». F.D.S.

42 Rassegna Stampa – Agosto 2017


Trentino | 14 Agosto 2017

p. 5 Con le Ganes il ladino è pop e poi folk, jazz, world music… di Katja Casagranda Il loro nome si lega alla mitologia e alla natura delle montagne che ispira anche la loro musica: loro sono le Ganes, trio femminile nato e cresciuto in Alta Badia, che ha raggiunto il successo in Germania, dove ormai le tre ragazze vivono quasi costantemente. Le sorelle Marlene ed Elisabeth Schuen e la cucina Maria Moling, le Ganes, suonano dopodomani in una delle rare date che le vede al di qua delle Alpi. Mercoledì 16 agosto, ore 13, la loro musica cantata in lingua ladina risuonerà nell'arena naturale di Passo Sella in occasione degli appuntamenti di Dolomitesvives, il progetto di chiusura del passo al traffico, il mercoledì, promosso dalle Province autonome di Trento e Bolzano in collaborazione di Dolomiti Unesco. Mercoledì la strada chiude e il passo è libero dal traffico automobilistico, ma si può raggiungere a piedi, in bici, con i mezzi del trasporto pubblico, unici a motore consentiti. In caso di maltempo l'evento si svolgerà al Teatro Navalge di Moena alle 17.30. In attesa di ascoltarle dal vivo le Ganes si raccontano. È Marlene a delineare i passi salienti della loro carriera e a svelare il desiderio di farsi conoscere anche in Italia. Tanti concerti fuori confine e in estate si torna a casa. Qual è l'emozione di cantare fra le vostre montagne? «È una grande emozione anche se un’altra emizione è stata a marzo quando abbiamo suonato a Roma al Museo della Civiltà, ma sono occasioni rare perché la nostra agenzia di booking è di Monaco e quindi lavora con posti tedeschi. Ad ogni modo stiamo cercando dei contatti per suonare anche in Italia». Quindi il cuore rimane a casa? «Sì e questo concerto è anche l'occasione per tornare a casa riabbracciare gli amici, ritrovarsi. Tornare fra le nostre montagne, che per noi sono sempre fonte di emozione e ispirazione. L'ultimo album parla proprio delle leggende delle Dolomiti, quelle che ci venivano raccontate dai nostri genitori quando si andava in montagna assieme, da 43 Rassegna Stampa – Agosto 2017


piccole. Storie di grande fascino a cui siamo legate, quando due anni fa stavamo lavorando al nostro album è stato naturale farne diventare il soggetto del nostro lavoro». Come nascono le Ganes? «Fin da piccole si cantava a casa a più voci, una tradizione dell'arco alpino che nella nostra famiglia era naturale. Abbiamo anche fatto un concerto in Giappone con tutta la famiglia perché la musica è parte viva della nostra famiglia, nostro fratello è un cantante lirico e per noi cantare a più voci era naturale. Si cantavano assieme senza spartito i canti ladini e quando siamo state in tour come coriste del cantante austriaco Hubert von Goisem con cui abbiamo navigato sul Danubio fino al Mare del Nord, abbiamo testato che funzionavamo come gruppo femminile a tre voci. Finito il viaggio è iniziato il progetto Ganes, tre voci che cantano musica pop». La vostra è musica pop? «Ladin Pop, ma ci hanno anche etichettate in un articolo da un giornalista come... luna pop! La nostra musica è un miscuglio fra il jazz da cui veniamo io e Maria e la classica da cui arriva Elizabeth, ma poi si aggiunge altro e forse facciamo anche folk o world music». Un vostro videoclip ha Carolina Kostner come protagonista: come è nata l'idea? «La conoscevamo come star del ghiaccio e sportiva ma quando eravamo a Berlino in studio di registrazione per "Caprize", lo scorso album, avevamo questa canzone, "Nei", che vuol dire neve e che si prestava alla danza. Le parti in violino richiamavano i fiocchi di neve che danzano mentre scendono nel vento e quindi abbiamo associato neve a inverno, ghiaccio, e lì abbiamo realizzato che lei sarebbe stata perfetta. L'abbiamo contatta via facebook poi ci siamo sentite ma l'incontro è avvenuto ad un suo spettacolo in Val Gardena. Ci ha concesso una giornata durante i suoi allenamenti in Bavaria. E' stata disponibilissima, simpatica, paziente professionale. Davvero un bellissimo ricordo e incontro». Perché cantare in ladino? «Perché "suona" in modo perfetto con la nostra musica. Forse perché la lingua materna è quella che porti nel cuore, quella più vera e fa suonare i nostri testi nel modo giusto. Benchè sia poco conosciuto ci sono persone che imparano comunque le parole a memoria e le cantano con noi senza conoscere la lingua. Ma la musica ha un suo linguaggio universale che non necessariamente ha bisogno della comprensione di ciò che dici se l'emozione che suscita è altrettanto vera e incisiva... A volte dici di più se non fai capire tutto subito. Io vivo a Berlino e sono rimasta affascinata da alcuni artisti islandesi che cantano nella loro lingua madre dando un fascino particolare alla loro musica. Di Asgeir, per esempio, preferisco i suoi brani in islandese e non nella tradizione inglese, perché mi fanno fare un viaggio emotivo musicale che ritengo la musica debba far fare alle persone, al di là che si capisca la lingua. Vale di più l'emozione della comprensione, a mio avviso». Quanto conta l'immagine quando si fa musica? «Ha un suo peso ma ci piace giocarci. Per esempio "Caprize" ci ha fatto giocare con Capriccio e per l'ultimo album abbiamo affidato la grafica a una ragazza di San Martino che ha un'agenzia ora ad Amburgo. I vestiti con cui abbiamo curato il tour ma anche le foto per Caprize sono di una stilista, per la quale abbiamo cantato durante una sfilata a Vienna. Ci piaceva giocare con le foto e con i rimandi etnici degli abiti». Cosa direste a chi volesse seguire le vostre orme? E c'è qualche vostro erede in zona? «Per fare carriera nella musica ci vuole fortuna e noi siamo fortunate per il fatto di poter vivere della nostra musica. Ci vuole costanza, lavoro, talento e caparbietà, coraggio, pazienza e poi fortuna, soprattutto nell'incontrare le persone positive con cui lavorare. Vedo che c'è molta musica oggi e mi piace molto Martina Iori, della Val di Fassa, credo sia molto brava e abbia un bella strada davanti a sè». Il concerto di mercoledì? «Sarà un “the best of...”, un mix dei nostri pezzi migliori, il tutto immersi nella natura. Quindi niente luci e show, ma musica essenziale e in acustico. Sarà una sorpresa per il pubblico ma anche per noi». ©RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere delle Alpi | 14 Agosto 2017 p. 10 L'oro delle Dolomiti serata in Magnifica con il documentario 44 Rassegna Stampa – Agosto 2017


PIEVE DI CADORE Mercoledì alle 21, in Magnifica a Pieve di Cadore un altro appuntamento con i documentari per scoprire le Dolomiti. Il tema di questa settimana è l'ambiente naturale: l'oro delle Dolomiti. Le Dolomiti sono un paradiso naturale. A comporre il suo ecosistema, che è unico al mondo, concorrono 2400 specie di piante. Poi ci sono le specie animali. Dall'orso al lupo, dalla stella alpina al raponzolo. La ricchezza naturale dell'area dolomitica è tutelata da 9 parchi e dall'istituzione delle Regole che sono un'antichissima forma di gestione collettiva delle risorse naturali che si è conservata fino ai nostri giorni. A questo straordinario ambiente naturale: un autentico scrigno delle Dolomiti e alla sua tutela è dedicato il reportage realizzato da Piero Badaloni che la sezione di Pieve di Cadore del Cai proietterà mercoledì alle ore 21 nella sala del consiglio della Magnifica Comunità a Pieve. I boschi, i prati, l'acqua, sono ricchezze che i popoli dolomitici hanno sempre saputo amministrare con attenzione.Il documentario di Badaloni racconta questo e racconta del ritorno dei giovani all'agricoltura in quota, delle nuove iniziative per promuovere un turismo sostenibile e dell'impegno della Fondazione Dolomiti Unesco. (v.d.)

15 AGOSTO 2017 Corriere delle Alpi | 15 Agosto 2017

p. 17 Trento-bus-bici, già superata quota mille BELLUNO Un migliaio le biciclette trasportate dal servizio coordinato treni-bus, in questa estate.Un risultato molto positivo come nota il presidente di Dolomitibus, Giuseppe Pat che fornisce qualche numero. «I dati in nostro possesso sono aggiornati al 4 agosto scorso. A questa data sono state 842 le biciclette che hanno deciso di utilizzare prima il treno e poi l'autobus per visitare le nostre Dolomiti e le località turistiche bellunesi», precisa Pat, «considerando che sabato 5 agosto ne sono passate altre 72, che domenica scorsa ne abbiamo portate 45 Rassegna Stampa – Agosto 2017


altre 30, insomma si può ragionevolmente pensare che abbiamo raggiunto i mille utenti muniti di bike. E manca ancora un mese alla fine del servizio (12 settembre). L'anno scorso avevamo raggiunto alla fine circa 900 bici, quindi non possiamo che essere contenti di questo risultato ed evidenziare che il servizio va bene e deve essere mantenuto e potenziato nei prossimi anni».Il presidente di Dolomitibus anticipa che «si impone una riflessione seria sia sull'orario di partenza sia sulla disponibilità per tutta la settimana del treno diretto, per agevolare il flusso turistico. Bisogna ragionare anche sul trasporto locale che va aumentato in estate come facciamo già per l'inverno. Avremo bisogno di circa 200 mila chilometri in più in estate per garantire i collegamenti da Belluno, Feltre, Agordo, Comelico. L'obiettivo è di prolungare la stagione almeno fino alla fine di settembre, se non alla prima metà di ottobre, così come fanno i nostro competitor più vicini. Ma per fare questo servono risorse che la Regione o chi per essa deve garantirci. Dobbiamo potenziare il servizio di Tpl anche per evitare lo stillicidio di ogni domenica con le code sulle nostre strade. Dobbiamo poter collegare i passi in maniera più sostenuta così per avere maggiori benefici e visibilità da parte delle persone che decidono di trascorrere qui le loro vacanze dando loro la possibilità di muoversi nel territorio anche senza auto. Non possiamo permetterci di avviare questi servizi come quello treno-bus-bici solo sporadicamente, deve diventare strutturale». E se oggi si possono vantare questi risultati positivi, Pat evidenzia che «molto dipende dal fatto che, come società, al di là del solo servizio che dobbiamo dare, abbiamo investito parecchio sulla promozione del servizio sia qui che fuori provincia, fuori Regione e anche all'estero. Si tratta di un investimento sul futuro che vogliamo e dobbiamo fare per essere sempre più al passo con le esigenze dei turisti, di chi frequenta questa provincia». Per Dolomitibus, infatti, «il tpl deve crescere e muoversi con le esigenze turistiche del territorio specie nella stagione estiva. Servono, pertanto, investimenti ancora maggiori per questo periodo dell'anno. Se arriveremo a chiudere a settembre con oltre 1200 bici trasportate sarà un risultato che non potrà non avere delle conseguenze positive e richiamare risorse maggiori anche per incrementare e potenziare questo servizio».Paola Dall'Anese Gazzettino | 15 Agosto 2017 p. 3 segue dalla prima edizione Belluno Turismo: l’estate dei grandi arrivi L'ASSALTO È un'estate da record per il turismo in montagna. Sarà il grande caldo che fa boccheggiare la pianura. Sarà la voglia di vedere le Dolomiti patrimonio dell'Umanità. Fatto sta che l'estate 2017 rischia di essere una delle migliori per il turismo bellunese. E i dati uffiosi parlano chiaro: più 9% sulle presenze. Sarà il caldo che fa boccheggiare la pianura. Sarà il ritrovato feeling con il portafoglio dopo anni di crisi. Sarà la voglia di vedere le Dolomiti patrimonio dell'Umanità. Fatto sta che l'estate 2017 rischia di essere una delle migliori per il turismo bellunese. Davvero un gran bel rischio per albergatori e operatori, che mai come quest'anno possono dire di fare il pieno. I dati non ci sono ancora (del resto, arriveranno solo alla fine della stagione, assieme ai bilanci), ma chi lavora nel settore turistico si rende conto già ad una prima occhiata se va o non va. Gli albergatori possono controllare il registro delle presenze e l'agenda con le prenotazioni. I ristoratori possono vedere quanti coperti e quanti pasti hanno fatto. Anche chi noleggia biciclette e chi gestisce impianti di risalita può fare confronti spicci con gli anni passati. Tutti possono dire che quest'anno l'estate va alla grande. «I flussi sono decisamente in aumento - commenta Walter De Cassan, presidente di Federalberghi Belluno -. È ancora presto per fare bilanci definitivi, ma posssiamo già azzardare un commento: l'estate 2017 si sta rivelando una stagione davvero positiva. Non esiterei a definirla meravigliosa. Forse la migliore degli ultimi anni». De Cassan può vedere direttamente nell'alto Bellunese gli effetti 46 Rassegna Stampa – Agosto 2017


dell'estate. Del resto, già le prime stime diramate dalla Regione Veneto parlavano di un'estate particolarmente buona sul fronte del turismo. Talmente buona da battere addirittura il 2016, che era stato un autentico anno di grazia. Le prime stime sul periodo gennaio-giugno (quindi con un apporto marginale dell'estate) indicano un aumento dell'8,3% degli arrivi e dell'8,1% delle presenze, con più 9% e più 7,2% per gli italiani e con più 7,8% e più 8,3% per gli stranieri. Certo, sono dati da prendere con beneficio d'inventario e calcolati a livello veneto. Ma la Regione dice che la montagna mostra un incremento del 3,5% sul fronte degli arrivi. Nessun dato. Ma gli albergatori confermano. «Sono in aumento gli arrivi dall'estero, cosa non troppo usuale per il mese di agosto - continua De Cassan -. E il mercato italiano sta andando molto bene. Se avremo anche un bel settembre, potrà essere davvero un'estate di rilancio per tutto il settore».

17 AGOSTO 2017 L’Adige | 17 Agosto 2017

p. 42 Unite dalla bellezza 47 Rassegna Stampa – Agosto 2017


Due luoghi uniti dalla bellezza della natura e ugualmente minacciati dai cambiamenti climatici. La Mongolia e la Marmolada, così lontane eppure così vicine: a unirle ci pensa il Collettivo Fotosocial, che dal 19 agosto al 17 settembre porterà a Pian dei Fiacconi, sul più grande ghiacciaio delle Dolomiti, il progetto fotografico «Futuristic Archaeology» dell'artista coreano Daesung Lee. L'obbiettivo è far riflettere sulle tragiche conseguenze sociali dei cambiamenti climatici in atto nel nostro pianeta, mettendo a confronto due zone che, benché separate da migliaia di chilometri, presentano gli stessi problemi. Basta qualche dato per rendersene conto. Negli ultimi trent'anni il 20 percento del territorio mongolo ha ceduto il posto al deserto: 850 laghi e 2000 fiumi si sono prosciugati minacciando le popolazioni nomadi che facevano della steppa il proprio sostentamento. La situazione è preoccupante anche in Europa. Il ghiacciaio della Marmolada nell'arco di un secolo ha dimezzato le sue dimensioni: se nel 1910 misurava 450 ettari in estensione, oggi è ridotto a 190 ettari soltanto. Tredicimila chilometri separano la Mongolia dal ghiacciaio della Marmolada: paesaggi diversi ma accomunati, forse, dallo stesso destino. Per il progetto d'«archeologia futuristica» il fotografo coreano Daesung Lee - che vive e lavora a Parigi e ha pubblicato opere anche su Le Monde, Geo e il Washington Post - ha ritratto alcune delle grandi aree desertificate della Mongolia, ponendo all'interno di ogni scena un'altra immagine stampata su un grande fondale, in corrispondenza con l'orizzonte, del paesaggio della stessa zona, prima che iniziasse il processo di desertificazione. In altri casi ha fatto invece l'opposto. Il paesaggio fotografato diventa così quasi un limbo, che denuncia la situazione attuale e fa una futuristica previsione della precarietà della vita nomade in Mongolia. L'arte di Daesung Lee sarà portata in Italia dal Collettivo Fotosocial, nato nel 2008 e trasformatosi nel 2013 in associazione di promozione sociale, al fine di «usare la narrazione visiva per diffondere consapevolezza e promuovere un cambiamento positivo nella società». La mostra sarà esposta all'aperto a Pian dei Fiacconi, che si trova a quota 2626 m sul versante nord della Marmolada. Si accede dal Passo Fedaia, nel comune di Canazei, con impianto di risalita verso il Pian dei Fiacconi (15 minuti), o dal Passo Fedaia lungo il sentiero 606 (2 ore). Per info, www.piandeifiacconi.com. Facebook: @collettivofotosocial. Trentino | 17 Agosto 2017

p. 33 Speranza e futuro, convegno francescano PREDAZZO “Seminare speranza nella città degli uomini” è il titolo del convegno promosso dalla Fraternità Francescana e Cooperativa Sociale Frate Jacopa, con il Patrocinio del Comune di Predazzo, che si terrà a Bellamonte 48 Rassegna Stampa – Agosto 2017


nello splendido scenario delle Dolomiti dal 22 al 25 agosto. Il convegno, giunto alla 5ª edizione, intende dare continuità al tema dell’abitare proposto nel 2016 ponendo attenzione alla dimensione della speranza. «Siamo ad una svolta epocale - osservano gli organizzatori - in cui si avverte povertà di futuro, mancanza di fiducia e di speranza, con un progressivo degrado della convivenza civile, sempre più diffidente nei confronti dell’alterità e distratta nei confronti del bene comune. Una società sempre più contrassegnata da violenza e paura, che ha bisogno di ritrovare cammini di speranza e di pace». L’articolazione del tema prevede quattro pomeriggi dalle ore 16.15, con il contributo di autorevoli esperti. Una speciale apertura è prevista per martedì 22 agosto nell’Aula Magna del Municipio di Predazzo con la partecipazione, tra gli altri, del giornalista Piero Badaloni, che presenterà il documentario Dolomiti Unesco “Economia del bene comune”, la direttrice della Fondazione Dolomiti Unesco Marcella Morandini, del segretario generale della Camera di Commercio di Trento Mauro Leveghi e del responsabile del PSL della Diocesi di Trento don Rodolfo Pizzoli, oltre alla sindaca Maria Bosin e alla coordinatrice del convegno Argia Passoni. Mercoledì 23 monsignor Mario Toso, vescovo di Faenza parlerà di lavoro e pace. “Comunicare speranza” è il tema affrontato da Giustino Basso, presidente Ucsi del Trentino Alto Adige, giovedì 24, assieme a Simone Morandini docente di Teologia della creazione e ecumenismo della Facoltà Teologica Triveneto, che parlerà di “etica civile, per una convivenza della famiglia umana”. Il convegno si chiuderà venerdì 25, sempre alle 16.15 con Paolo Rizzi dell’Università Cattolica di Piacenza sul tema: “dalla cultura dello scarto alla gratuità”. Il convegno è aperto a tutti. (f.m.) Alto Adige | 17 Agosto 2017

p. 13 Un laboratorio interattivo di “body painting” BOLZANO L’appuntamento è sicuramente curioso e da non perdere. Domani sulla terrazza della Biblioteca Hans Glauber di Dobbiaco, all’interno del progetto DolomitiArt, ci sarà una live performance di bodypainting con 49 Rassegna Stampa – Agosto 2017


tanto di laboratorio interattivo con l’artista di fama mondiale Johannes Stötter. Ogniqualvolta Johannes Stötter, pluripremiato campione mondiale di Bodypainting, si lascia ispirare da un’idea e si dedica a un particolare evento, mette in gioco tutto se stesso per realizzare qualcosa di assolutamente originale che si armonizzi al meglio con la sfida da affrontare. Gli organizzatori di DolomitArt possono dirsi davvero fortunati di aver catturato il suo interesse e il suo entusiasmo per questo progetto e in particolare per la trasposizione artistica di un tema riferito all’ambiente alpino, aspetti che si concretizzeranno sulla terrazza della Biblioteca Hans Glauber di Dobbiaco. A tal proposito, Johannes Stötter ha già ideato la sua nuova creazione, provata e simulata con diversi modelli nel mese di luglio. E il 18 agosto potremo ammirarla tutti: sull’ampia terrazza della biblioteca, abbellita da soluzioni floreali e artistiche, Johannes Stötter metterà in scena una performance dal vivo unica nel suo genere, mentre le Dolomiti faranno da sfondo nella luce del tramonto. L’artista si ispirerà al tema del progetto, ovvero al magico mondo delle Dolomiti. In questa occasione la magia delle Dolomiti Patrimonio Mondiale Unesco si incarnerà e prenderà letteralmente vita in un’opera composita a tutto tondo. La serata sarà presentata da Simon Schweigkofler, mentre il dj Daniel Gurschler curerà l’intrattenimento musicale. Questo laboratorio offre l’opportunità irripetibile di apprendere la disciplina del bodypainting da un campione mondiale, assistendo alle sue spiegazioni e vedendolo all’opera da vicino. Tale esperienza permetterà di avvicinarsi, in senso davvero letterale, all’arte del bodypainting. I partecipanti a questo laboratorio potranno vivere il processo di metamorfosi e di immersione in un mondo magico, o in qualità di “artisti” o come “corpi” (modelli). Iscrizioni presso la scuola elementare: 0472 836424. Alto Adige | 17 Agosto 2017

p. 24 Passo Sella chiuso, successo per le Ganes BOLZANO Ieri a Passo Sella, chiuso al traffico a due quattro ruote come tutti i mercoledì di luglio e agosto e accessibile dunque solo in maniera sostenibile, il terzo appuntamento musicale in occasione di #Dolomitesvives ha avuto per protagoniste le «Ganes», il gruppo di tre musiciste originarie della Val Badia che si esibiscono nella loro lingua madre, il ladino. Dietro questo nome d’arte Ganes, le ninfe mitologiche protagoniste delle leggende delle Dolomiti, si celano le sorelle Marlene ed Elisabeth Schuen e la loro cugina Maria Moling. Fin da piccole cantavano insieme a tre voci condividendo un comune universo musicale. Le tre musiciste della Val Badia, meritevoli di aver raggiunto la fama internazionale con una sofisticata musica alpina, hanno proposto i loro 50 Rassegna Stampa – Agosto 2017


pezzi di musica pop e jazz rigorosamente in ladino, lingua che ha permesso loro di creare un sound unico e particolare e che raccoglie consensi sempre maggiori. Tra gli oltre 350 spettatori saliti ieri a Passo Sella per l’esibizione delle Ganes anche un fan particolare, il presidente della Provincia Arno Kompatscher, che non ha voluto perdersi il loro concerto, raggiungendo in bicicletta Passo Sella. Tra il pubblico anche la sciatrice gardenese Isolde Kostner e l’alpinista della valle Aurina Christoph Hainz. Pubblico che è rimasto fino alla fine, sfidando anche le prime gocce di pioggia, che hanno incominciato a cadere sulle note dell’ultimo brano proposto dalle musiciste, applauditissime.

18 AGOSTO 2017 Alto Adige | 18 Agosto 2017

p. 31 Bodypainting, spettacolo con l’artista Johannes Stotter DOBBIACO 51 Rassegna Stampa – Agosto 2017


L’appuntamento è sicuramente curioso e da non perdere. Oggi, alle ore 20, sulla terrazza della biblioteca Hans Glauber di Dobbiaco, all’interno del progetto DolomitiArt, ci sarà una live performance di bodypainting con tanto di laboratorio interattivo con l’artista di fama mondiale Johannes Stötter. Ogniqualvolta Johannes Stötter, pluripremiato campione mondiale di bodypainting, si lascia ispirare da un’idea e si dedica a un particolare evento, mette in gioco tutto se stesso per realizzare qualcosa di assolutamente originale che si armonizzi al meglio con la sfida da affrontare. Gli organizzatori di DolomitArt possono dirsi davvero fortunati di aver catturato il suo interesse e il suo entusiasmo per questo progetto e in particolare per la trasposizione artistica di un tema riferito all’ambiente alpino, aspetti che si concretizzeranno sulla terrazza della biblioteca Hans Glauber di Dobbiaco. A tal proposito, Johannes Stötter ha già ideato la sua nuova creazione, provata e simulata con diversi modelli nel mese di luglio.

19 AGOSTO 2017 L’Adige | 19 Agosto 2017

p. 46 Arte a Pian dei Fiacconi CANAZEI Due luoghi uniti dalla bellezza della natura e ugualmente minacciati dai cambiamenti climatici. La Mongolia e la Marmolada, così lontane eppure così vicine: a unirle ci pensa il Collettivo Fotosocial, che da oggi al 17 settembre porterà a Pian dei Fiacconi, sul più grande ghiacciaio delle Dolomiti, il progetto fotografico «Futuristic Archaeology» dell'artista coreano Daesung Lee.

52 Rassegna Stampa – Agosto 2017


L'obbiettivo è far riflettere sulle tragiche conseguenze sociali dei cambiamenti climatici in atto nel nostro pianeta, mettendo a confronto due zone che, benché separate da migliaia di chilometri, presentano gli stessi problemi. Basta qualche dato per rendersene conto. Negli ultimi trent'anni il 20 percento del territorio mongolo ha ceduto il posto al deserto: 850 laghi e 2000 fiumi si sono prosciugati minacciando le popolazioni nomadi che facevano della steppa il proprio sostentamento. La situazione è preoccupante anche in Europa. Il ghiacciaio della Marmolada nell'arco di un secolo ha dimezzato le sue dimensioni: se nel 1910 misurava 450 ettari in estensione, oggi è ridotto a 190 ettari soltanto. Tredicimila chilometri separano la Mongolia dal ghiacciaio della Marmolada: paesaggi diversi ma accomunati, forse, dallo stesso destino. Per il progetto d'«archeologia futuristica» il fotografo coreano Daesung Lee - che vive e lavora a Parigi e ha pubblicato opere anche su Le Monde, Geo e il Washington Post - ha ritratto alcune delle grandi aree desertificate della Mongolia, ponendo all'interno di ogni scena un'altra immagine stampata su un grande fondale, in corrispondenza con l'orizzonte, del paesaggio della stessa zona, prima che iniziasse il processo di desertificazione. In altri casi ha fatto invece l'opposto. Il paesaggio fotografato diventa così quasi un limbo, che denuncia la situazione attuale e fa una futuristica previsione della precarietà della vita nomade in Mongolia. L'arte di Daesung Lee sarà portata in Italia dal Collettivo Fotosocial, nato nel 2008 e trasformatosi nel 2013 in associazione di promozione sociale, al fine di «usare la narrazione visiva per diffondere consapevolezza e promuovere un cambiamento positivo nella società». La mostra sarà esposta all'aperto a Pian dei Fiacconi, che si trova a quota 2626 metri sul versante nord della Marmolada. Si accede dal Passo Fedaia, nel comune di Canazei, con impianto di risalita verso il Pian dei Fiacconi (15 minuti), o dal Passo Fedaia lungo il sentiero 606 (2 ore). Per informazioni, www.piandeifiacconi.com. Facebook: @collettivofotosocial. Trentino | 19 Agosto 2017

53 Rassegna Stampa – Agosto 2017


p. 23 Marmolada, l’arte al posto dei ghiacciai Per il ghiacciaio della Marmolada questa sarà probabilmente l’estate peggiore, con un bilancio più negativo anche rispetto al 2003, finora l’anno più devastante per i ghiacciai alpini. Nelle settimane scorse il ritiro del ghiacciaio ha lasciato scoperti reperti bellici, ma anche rifiuti che si erano accumulati negli anni, legati allo sfruttamento sciistico e turisticodel versante nord della Marmolada. Sul tema il dibattito è aperto, con l’attenzione della Sat di Moena (che al ghiacciaio dedicherà un incontro nella seconda metà di settembre) ma anche con una “due giorni” organizzata dal Rifugio Castiglioni del Passo Fedaia. L’appuntamento è per il 2 e il 3 settembre quando si terrà un convegno (il sabato alle 15 e 30) mentre la domenica è prevista la possibilità (su prenotazione) di salire sul ghiacciaio in sicurezza accompagnati dalle guide alpine. Al convegno - moderato dal giornalista del Trentino, Andrea Selva - parteciperanno il glaciologo del Muse Cristian Casarotto, assieme ai docenti Claudio Smiraglia (università di Milano) e Aldino Bondesan (ateneo di Padova) con Fernando B runel dell’Unione di Ladins.di Andrea Selva wTRENTO Lo spazio lasciato libero dai ghiacci si trasforma in un'esposizione d'arte. Accade sul versante nord della Marmolada, a Pian dei Fiacconi, dove oggi viene inaugurata “Futuristic Archaeology”, una rassegna fotografica che accosta la Regina delle Dolomiti alla Mongolia, come invito a riflettere sui cambiamenti climatici che nel paese asiatico hanno desertificato negli ultimi trent’anni il 20 per cento del territorio, mentre i ghiacciai dei Monti Pallidi si avviano a seguire lo stesso destino. L'iniziativa è di grande impatto e accessibile anche ai semplici escursionisti: 12 pannelli di grandi dimensioni (130 per 200 centimetri) sono stati installati sulle rocce levigate dal ghiaccio pochi minuti a monte del Rifugio Pian dei Fiacconi, a circa 2.700 metri di quota, a pochi minuti a piedi dell'arrivo dell'impianto di risalita che sale dal passo Fedaia. Sui pannelli – realizzati in materiale resistente agli agenti atmosferici e ancorati saldamente alle rocce – le immagini del fotografo coreano Daesung Lee, che ha immortalato alcuni paesaggi mongoli proponendo al pubblico la versione “prima” e “dopo” il processo di desertificaizone. L'iniziativa è del “Collettivo Fotosocial” in collaborazione con Guido Trevisan (gestore del Rifugio Pian dei Fiacconi) e con il patrocinio di Mountain Wilderness, della Provincia di Trento, dell'Apt della Valle di Fassa, della Fondazione Dolomiti Unesco e della società Funivia Fedaia Marmolada. L'esposizione rimarrà aperta al pubblico fino al 17 settembre lungo la via che porta al ghiacciaio della Marmolada, che quest'anno (più che mai) porta i segni del riscaldamento globale con il ghiaccio vivo esposto al sole, solcato da ampi crepacci. Una situazione davvero critica (e non solo per il ghiacciaio della Marmolada che resta il più esteso delle Dolomiti) tanto che il sindaco del Comune di Canazei è intervenuto già in luglio (con un mese di anticipo rispetto a quanto avveniva negli anni scorsi) per vietare l'accesso al ghiacciaio a persone non esperte e soprattutto non equipaggiate con ramponi, piccozza e soprattutto esperte nella progressione su ghiaccio e nell'autosoccorso in caso di necessità. Ma ugualmente il ghiacciaio della Regina delle Dolomiti quest'anno è stato meta di tanti visitatori. Non è la prima volta che il ritiro dei ghiacci sulla Marmolada è oggetto dell'attenzione di artisti. In passato erano stati i fassani Manuel Riz e Claus Soraperra a lanciare l'allarme per lo scioglimento dei ghiacci, mettendo in congelatore il ghiaccio della Marmolada per consegnarlo (almeno quello contenuto nei contenitori utilizzati dai due artisti) ai posteri: era il 2014 e l'installazione di Riz e Soraperra – presentata a Canazei – si intitolava simbolicamente “Neif” cioè neve in ladino. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

54 Rassegna Stampa – Agosto 2017


Corriere delle Alpi | 19 Agosto 2017

p. 27 “Un pienone così non si vedeva da anni” CORTINA Cortina in questi giorni fa registrare il tutto esaurito. Parcheggi pieni, alberghi occupati, seconde case aperte, ristoranti, rifugi e pizzerie dove è difficile trovare un tavolo libero. Bar e locali affollati, negozi presi d'assalto. Numerosissimi sono gli italiani, ma non mancano gli stranieri che pernottano anche nei rifugi.«Abbiamo un bel pienone», ammette Roberta Alverà, presidente dell'associazione albergatori, «e devo dire che questa stagione estiva ci sta regalando belle soddisfazioni. Il tempo ci ha sempre assistiti. Erano anni che non vivevamo un'estate così bella. Da giugno ad oggi c'è stato un bel clima; un gran caldo in pianura che ha fatto sì che la gente scegliesse le Dolomiti ampezzane per respirare, per trovare un po' di fresco e godere di magnifici panorami e dell'offerta sempre più accattivante. Per queste settimane siamo tutti pieni. Ci sono gli habitué, che sono per la maggior parte italiani, e si vedono meno stranieri rispetto a giugno e luglio, ma ci 55 Rassegna Stampa – Agosto 2017


sono anche loro. L'offerta è molteplice: dalla possibilità di praticare svariati sport, alle occasioni mondane che ad agosto ci vogliono, agli eventi culturali di qualità. Si respira molto entusiasmo, che forse mancava da un po'. Ci sono vari segnali positivi anche legati agli sviluppi che si avranno grazie ai Mondiali 2021. I dati ancora non ci sono», chiosa Alverà, ma l'estate 2017, chiuderà certamente in positivo».Sono tutti molto soddisfatti gli imprenditori turistici locali. Anche in alta quota i gestori dei rifugi continuano a lavorare a pieno regime. Da giugno ad oggi c'è sempre stata parecchia affluenza sia a dormire e sia a mangiare nei rifugi, punti di partenza e arrivo di trekking o escursioni in mountain bike. Lo struscio di corso Italia è ricco di vacanzieri da mattina a sera. Non mancano i volti noti del giornalismo, della televisione e dello spettacolo. A Cortina con la famiglia c'è il cantautore Amedeo Minghi che mercoledì prossimo festeggerà i 50 anni di carriera al Miramonti.C'è anche Bruno Vespa che ha presentato i suoi libri in vari appuntamenti culturali. Sono tornati nella Conca anche Massimiliano Ossini, Michele Mirabella, Maria Rita Parsi. In questi giorni si è vista anche l'attrice Milena Vukotic, e non mancano i vari imprenditori italiani che da sempre scelgono Cortina per le loro vacanze, dove hanno la casa, come i Brion. Le giornate per i vacanzieri trascorrono felici, tra gite, pranzi o cene nei ristoranti, shopping in centro, aperitivi; e l'immancabile conclusione è al Vip Club, dove non manca il piano bar, la voglia di divertirsi e l'occasione di fare festa.«C'è il tutto esaurito, un bel movimento davvero, e molta soddisfazione da parte degli imprenditori locali», ammette il sindaco Gianpietro Ghedina, «la stagione sta proseguendo al meglio. L'augurio unanime è che continui così sino a settembre inoltrato».Alessandra Segafreddo Gazzettino | 19 Agosto 2017

p. 23 Scoprire le Dolomiti di giorno e di notte L'estate sta finendo, ma cresce la voglia di camminare, scoprendo le bellezze delle nostra montagne. Meglio farlo in sicurezza con guide esperte e qualificate. Le proposte non mancano, dalle più accessibili a quelle più impegnative. Cominciamo con le escursioni gratuite offerte da Dolomiti Unesco. Oggi, Dal Vajont alla Val Cimoliana (impegnativa, 7/8 ore circa); ritrovo, alle 7.30, al Centro visite del Parco di Cimolais. Venerdì 25 agosto Anello dei Bianchi (media, 6 ore) ritrovo, alle 7.30, all'imbocco del sentiero per il rifugio Giaf, a Forni di Sopra. Sabato 2 settembre Casera Laghet de Sora (media 6/7), ritrovo, alle 7.30, al parcheggio di 56 Rassegna Stampa – Agosto 2017


Pianfontana, in Val Cimoliana. Sabato 16 settembre Bivacco Goitan (media, 6 ore); ritrovo, alle 7.30, all'inizio della Val Settimana. Sabato 7 ottobre Le bellezze della croda cimoliana (impegnativa, 7/8 ore), ritrovo, alle 7.30, al Centro visite del Parco, a Cimolais. Diverse anche le escursioni proposte dal Parco Dolomiti Friulane (costo 10 euro, info sul sito). Domenica 20 agosto geotrekking: i geositi delle Dolomiti friulane nelle forre dei torrenti Cellina, Alba, Molassa; ritrovo, alle 9, al Centro visite di Barcis. Sabato 16 settembre escursione naturalistica crepuscolare Dall'antro al piccolo smeraldo nelle stelle al Landre Scur, ritrovo, alle 16, al Centro visite di Claut. Sabato 23 settembre il sentiero Frassati; ritrovo, alle 7.30, al Centro visite di Poffabro. Domenica 24 settembre escursione naturalistica Autunno nella forra del Cellina, sentiero del Dint, ritrovo, alle 9, al Centro visite di Barcis. Sabato 30 settembre escursione naturalistica astronomica Il frico, l'antro e le stelle con bramito in val Zemola, ritrovo, alle 16, al Centro visite di Erto. Domenica 10 ottobre geotrekking in Val Susaibes; ritrovo, alle 9, al Centro visite di Andreis. Domenica 15 ottobre escursione a forcella Lareseit; ritrovo, alle 10, al Centro visite di Forni di Sotto. Domenica 5 novembre escursione Sulle tracce di Rommel a Forcella Clautana; ritrovo, alle 9, al Centro visite di Tramonti di Sopra. Non mancano le occasioni per visitare la Val Tramontina (www.escursionivaltramontina.com, costo 10 euro). Domani Al Fontanone del Tof, ritrovo, alle 10, al bar Prealpi di Tramonti di Sopra. Sabato 26 agosto Il sentiero dimenticato; ritrovo, alle 8, al bar di Chievolis. Sabato 17 settembre Sulle orme dei malgari; ritrovo, alle 7.30, al bar Sala Prealpi di Tramonti di Sopra. Sabato 17 settembre Un balcone sulla Val Tramontina; ritrovo, alle 8, al bar Sala Prealpi di Tramonti. Sabato 7 ottobre Bramire a Tramonti, con ritrovo, alle 16, al Bar Prealpi di Tramonti di Sopra.Š riproduzione riservata

20 AGOSTO 2017 L’Adige | 20 Agosto 2017

p. 43 57 Rassegna Stampa – Agosto 2017


“Meeting di Fraternità” all’insegna della speranza e del bene comune PREDAZZO È la speranza il tema di quest'anno del «Meeting di Fraternità» promosso dalla Fraternità Francescana e Cooperativa Sociale Frate Jacopa, con il patrocinio del Comune di Predazzo. Il Convegno giunto alla quinta edizione, si terrà dal 22 al 25 agosto a Bellamonte, aperto a tutti «Seminare speranza nella città degli uomini» si pone in un'ottica di continuità con il filo conduttore del 2016, l'abitare. «Siamo ad una svolta epocale, in cui si avverte povertà di futuro, di prospettiva, mancanza di fiducia e di speranza, con un progressivo degrado della convivenza civile, sempre più diffidente nei confronti dell'alterità e distratta nei confronti del bene comune», spiega Argia Passoni della Fraternità Francescana Frate Jacopa. Il programma prevede martedì alle 16.15 l'apertura del convegno nell'aula magna del Comune di Predazzo con la presentazione del documentario Dolomiti: Economia del Bene Comune, alla presenza dell'autore Piero Badaloni. Da mercoledì tutti gli eventi si svolgeranno nella sala polifunzionale «Aldo Moro» di Bellamonte alle 16.15. Mercoledì il vescovo di Faenza Modigliana, monsignor Mario Toso, parlerà di "Seminare speranza nella città degli uomini: lavoro e pace". Giovedì Giustino Basso, presidente UCSI Trentino Alto Adige, interverrà su "Comunicare speranza", mentre il teologo Simone Morandini tratterà di "Etica civile. Per la convivenza della famiglia umana". L'ultimo giorno, venerdì, "Dalla cultura dello scarto alla fraternità" con l'economista Paolo Rizzi dell'Università Cattolica di Piacenza. I partecipanti al convegno saranno accolti oggi dalla parrocchia di Predazzo, durante la Messa delle 18, mentre la settimana si concluderà con la «Preghiera per la custodia del Creato» del venerdì, a conclusione dell'incontro previsto per quel giorno, nella chiesetta di Bellamonte. Trentino | 20 Agosto 2017

p. 47 Brenta Open 2017 celebra due simboli delle Dolomiti di Marco Benedetti 58 Rassegna Stampa – Agosto 2017


TRENTO Un bene comunitario come le Dolomiti, riconosciute tali dall’Unesco nel 2009, appartiene realmente all’umanità solo se diventa fruibile da tutti e se ognuno può sperimentare e coltivare in questo terreno le proprie potenzialità. Questo è il messaggio sociale che da tre anni vuole trasmettere l’iniziativa Brenta Open ideata nel 2015 dalla guida alpina Simone Elmi. Il 26 e 27 agosto prossimi l’evento Brenta Open 2017, celebrerà i due simboli delle Dolomiti di Brenta, il Campanile Basso e la via delle Bocchette.”Percorreremo le Bocchette Centrali - spiega la guida Simone Elmi - e contemporaneamente scaleremo il Campanile Basso con Gianluigi Rosa, 29 enne capitano della nazionale Italiana per persone con disabilità di hockey su ghiaccio (ice sledge) e altre persone con disabilità. La musica, come nelle precedenti edizioni, sulla Cima Tosa (2015) e su Cima Brenta (2016), sarà a sua volta un elemento inclusivo per unire tutti quanti fino in valle in un solo abbraccio risuonando dalla bocchetta del Campanile Alto, dallo stradone provinciale sul Campanile Basso e dalla Busa degli Sfulmini. I racconti e le “interviste impossibili” del giornalista Rosario Fichera al rifugio Pedrotti, la musica che ci accompagnerà fin dalla salita, la condivisione con i partecipanti sarà ancora una volta il modo per sottolineare come le Dolomiti sono patrimonio di tutti e fruibili da tutti, ognuno con i propri limiti”. Il programma della manifestazione prevede la partenza da Molveno sabato 26 agosto alle ore 10 per salire al rifugio Pedrotti. Nel pomeriggio alle 17.30 racconti e suoni DoloMitici con il giornalista di montagna Rosario Fichera, la scuola musicale delle Giudicarie e altri interpreti e le interviste impossibili con i pionieri dell’alpinismo Dolomitico. Domenica 27 agosto sveglia di primo mattino (ore 5) per quanti saliranno sul Campanil Basso. Due ore e mezza più tardi, invece, si muoverà il gruppo che insieme alle guide alpine affronterà le Bocchette centrali fino alla Bocca dei Armi e da qui scendere verso Molveno lungo la ferrata Spellini. Un terzo gruppo si muoverà dal rifugio attorno alle ore 9 verso la Busa degli Sfulmini. Alle 11, il momento clou con gli “echi dalle cime”. Appendice alla manifestazione domenica 3 settembre nell’anfiteatro della Piazza San Carlo a Molveno per rivivere insieme ai protagonisti il racconto di questa terza edizione di Dolomiti Open con immagini e momenti musicali. L’organizzazione logistica e l’assistenza tecnica verrà svolta dalle Guide Alpine di ActivityTrentino con l’ulteriore supporto delle Guide Alpine di M. di Campiglio. Info ed iscrizioni: info@activitytrentino.it, info@guidealpinecampiglio.it Alto Adige | 20 Agosto 2017 p. 43 Chef stellati nelle Dolomiti Conto alla rovescia per l’ultimo appuntamento, il 30 agosto con «Cook the mountains -Dolomites Taste Tours» nei rifugi del passo Sella chiuso al traffico. Partecipano nei sei rifugi - Des Alpes, Carlo Valentini, Friedrich August, Salei, Comici, Passo Sella Dolomiti Mountain Resort - altrettanti chef stellati propongono un percorso enogastronomico nel pieno rispetto dell’ambiente. Un incontro con prodotti selezionati della regione, interpretati nel modo più autentico dagli chef, un’esperienza unica per gustare con un itinerario di rifugio in rifugio, il meglio dei sapori di questo territorio. info@dolomitesvives.com entro le ore 12 del giorno precedente. L’evento avrà luogo anche in caso di maltempo

59 Rassegna Stampa – Agosto 2017


Corriere del Trentino | 20 Agosto 2017

p. 11 Estate 2017 ritorno alla montagna Turisti e prezzi medi in aumento TRENTO La sensazione, lo si può affermare senza timore di scostarsi troppo dalla verità, è quella di un ritorno alla montagna d’estate. Non solo sci, ciaspole o pelli di foca dunque. Le Dolomiti esercitano il loro fascino anche nella bella stagione. A chi, in questi giorni, come riportano le cronache, invoca il boicottaggio del Trentino, rispondono i numeri: i turisti in provincia a maggio e giugno sono cresciuti del 10% rispetto allo stesso periodo del 2016 e per luglio ci si aspetta, in attesa dei dati definitivi, un incremento delle presenze addirittura superiore a quello, già notevole, fatto registrare lo scorso anno (7,2%). A queste percentuali si affianca quella relativa ai prezzi medi delle stanze nelle strutture alberghiere, con una crescita stimata, per ora, fra il 3 e il 4%. Aumentano, anche, i turisti stranieri, in particolare dall’est, da Polonia e Repubblica ceca. Insomma, se quella dell’anno scorso è stata un’estate da record, quella ancora in corso potrebbe addirittura superarla. I riscontri provenienti dai diversi territori restituiscono un quadro di omogeneità piuttosto evidente: dal Garda alla val di Fassa, da Trento alla val Rendena, gli aggettivi più usati dalle Aziende per il turismo sono «positivo», «confortante», «soddisfacente». E se il bel tempo sicuramente aiuta, non è solo una questione di meteo favorevole. «Anche la buona programmazione da parte degli operatori conta» sottolinea Maurizio Rossini, amministratore unico di Trentino marketing, che riporta i contorni — seppur provvisori — dell’estate 60 Rassegna Stampa – Agosto 2017


2017: «Considerando maggio e giugno insieme, visto che le festività legate al mondo tedesco sono un elemento importante per un dato corretto — sottolinea — le presenze sono aumentate del 10% rispetto al 2016» (anche se, c’è da ricordare, a giugno dell’anno scorso il dato delle presenze sul territorio è stato negativo del 2,1% a causa soprattutto delle avverse condizioni meteo). Per quanto riguarda il mese di luglio, in attesa dei dati certi, le proiezioni fanno sperare in un incremento addirittura superiore a quello fatto registrare nel 2016. In crescita, inoltre, sul territorio, i turisti di lingua tedesca (da Germania, Austria e Svizzera) ma anche provenienti da Polonia e Repubblica ceca. Le tariffe medie, poi, sono aumentate del 34%. È un’estate col segno più quella della val di Fassa, con un incremento delle presenze a giugno del 12% e a luglio del 3,5%: «Credo che i dati troveranno conferma anche ad agosto, anche se in percentuale minore visto che il livello di occupazione delle strutture era importante già lo scorso anno — conferma il direttore dell’Apt Andrea Weiss — confortante è l’aumento degli ospiti stranieri, riuscire a internazionalizzare maggiormente l’estate è uno dei nostri obiettivi». In forte crescita il mercato dei Paesi Bassi e conferme importanti da Germania e Francia. Altro segnale di ottimismo l’incremento delle vendite del «Panorama pass», che integra l’utilizzo degli impianti a fune con la mobilità locale: «La quota di passeggeri del trasporto pubblico a luglio è aumentata del 20% — fa sapere Weiss — e per la nostra valle è importantissimo». Analogo entusiasmo si riscontra all’estremità opposta del Trentino: «A fine anno supereremo i 3,5 milioni di presenze — annuncia Marco Benedetti, presidente di Garda Trentino spa — l’incremento di giugno e luglio oscilla fra il 4 e il 5%». E, aspetto non secondario per gli operatori del settore, «il prezzo medio delle stanze d’albergo è stato elevato, a giugno, fra i 5 e i 10 euro». In costante aumento, anche se rappresentano ancora il 2-3% del totale degli stranieri (che sul Garda sono l’83% dei turisti) le persone provenienti da Polonia e Repubblica ceca. L’obiettivo, a ogni modo, dalle sponde del lago di Garda alle cime delle Dolomiti, è «allungare il più possibile la stagione, per fare in modo che arrivi almeno a otto mesi». Concorda con Benedetti Adriano Alimonta, presidente dell’Apt di Madonna di Campiglio, Pinzolo e val Rendena: «C’è ancora molto lavoro da fare per rendere appetibile l’estate, alla quale in passato non si è prestato attenzione — commenta — abbiamo iniziato un percorso di valorizzazione del territorio, i risultati ci danno la motivazione per continuare». A Madonna di Campiglio, a giugno, le presenze sono cresciute del 40%, nell’intero ambito del 20%, la stessa percentuale di luglio: «Ma non incidono ancora in maniera sostanziale» sottolinea Alimonta. Mentre Rossini ricorda come l’impegno di tutti sia orientato «a promuovere al meglio settembre e ottobre: se il meteo ci aiuta potremo fare bene, grazie ai rifugi aperti, agli impianti che hanno protratto il periodo di apertura, ai laghi e al prodotto culturale». Incrementi a doppia cifra anche sulla Paganella: «Negli esercizi alberghieri, a giugno, le presenze sono aumentate del 25% rispetto allo stesso mese del 2016 — chiosa il direttore dell’Apt Dolomiti Paganella Luca D’Angelo — a luglio la crescita potrebbe toccare il 5%. Agosto? Da tutto esaurito». Fra Molveno, Andalo e Fai della Paganella è boom della mountain bike: «Grazie all’apertura di due nuovi tracciati, i “bike pass” venduti sono praticamente raddoppiati» ricorda D’Angelo. Il mercato italiano rimane quello principale per le Dolomiti di Brenta, pesa fra l’80 e l’85% del totale, «ma da tre anni a questa parte i turisti tedeschi crescono fra il 5 e l’8% — aggiunge il direttore — una tendenza confermata, anche se in termini assoluti più bassi, dai turisti olandesi, polacchi e cechi». Fra Trento, il monte Bondone e la valle dei laghi, infine, a giugno si sono registrati un +13% di presenze e ben il 21% in più degli arrivi. A luglio le proiezioni vedono aumentare fra il 5 e l’8% le presenze e fra il 4 e il 6% gli arrivi. «Dai passaggi nei nostri uffici rileviamo una percentuale molto alta di turisti che arrivano per la prima volta a Trento — conclude la direttrice dell’Apt Elda Verones — con una città sempre più internazionale: il 50% delle presenze a luglio arriva dall’estero, compresi Paesi come Giappone e Stati Uni ti». Erica Ferro

61 Rassegna Stampa – Agosto 2017


21 AGOSTO 2017 Trentino | 21 Agosto 2017

p. 22 “Seminare speranza” al via da domani la quinta edizione PREDAZZO “Seminare speranza nella città degli uomini” è il titolo del convegno promosso dalla Fraternità Francescana e Cooperativa Sociale Frate Jacopa, con il Patrocinio del Comune di Predazzo, che si terrà a Bellamonte nello splendido scenario delle Dolomiti da domani al 25 agosto. Il Convegno, giunto alla 5ª edizione, intende dare continuità al tema dell’abitare proposto nel 2016 ponendo attenzione alla dimensione della speranza. «Siamo ad una svolta epocale – osservano gli organizzatori - in cui si avverte povertà di futuro, mancanza di fiducia e di speranza, con un progressivo degrado della convivenza civile, sempre più diffidente nei confronti dell’alterità e distratta nei confronti del bene comune. Una società sempre più contrassegnata da violenza e paura, che ha bisogno di ritrovare cammini di speranza e di pace». L’articolazione del tema prevede quattro pomeriggi dalle16.15, con il contributo di autorevoli esperti. Una speciale apertura è prevista per domani nell’Aula Magna del Municipio di Predazzo con la partecipazione, tra gli altri, del giornalista Piero Badaloni, che presenterà il documentario Dolomiti Unesco “Economia del bene comune”, la direttrice della Fondazione Dolomiti Unesco Marcella Morandini, del segretario generale della Cciaa di Trento Mauro Leveghi e del responsabile del Psl della Diocesi di Trento don Rodolfo Pizzoli, oltre alla sindaca Maria Bosin e alla coordinatrice del convegno Argia Passoni. Mercoledì monsignor Mario Toso, vescovo di Faenza parlerà di lavoro e pace. “Comunicare speranza” è il tema affrontato da Giustino Basso, presidente Ucsi del Trentino Alto Adige, giovedì, assieme a Simone Morandini docente di Teologia della creazione e ecumenismo della Facoltà Teologica Triveneto, che parlerà di “etica civile, per una convivenza della famiglia umana”. Il convegno si chiuderà venerdì 25, sempre alle 16.15 con Paolo Rizzi dell’Università Cattolica di Piacenza sul tema: “dalla cultura dello scarto alla gratuità”. Il convegno è aperto a tutti. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

62 Rassegna Stampa – Agosto 2017


Corriere delle Alpi | 21 Agosto 2017

p. 10 segue dalla prima 63 Rassegna Stampa – Agosto 2017


Il business del cicloturismo di Martina Reolon BELLUNO Quasi 113 chilometri, lungo i quali ammirare bellezze ambientali e paesaggistiche e panorami unici nel loro genere. Ma il percorso si allunga, arrivando perfino a raddoppiare, se si decide di seguire la deviazione verso la città di Belluno e la digressione che permettere di conoscere l'intera Valbelluna e Feltre. Si chiama "Dolomiti patrimonio dell'Unesco", ed è uno dei cinque itinerari che fanno parte della ciclovia MonacoVenezia.Un itinerario, quello bellunese, che attraversa l'intero territorio provinciale, a cui si accede partendo da Dobbiaco per poi chiudere il "cerchio" sulla Sella del Fadalto. Un viaggio che conduce il visitatore nel cuore delle Dolomiti, passando sotto le Tre Cime di Lavaredo e le più belle vette dell'Ampezzo e del Bellunese, attraversando paesi come Cortina e Pieve di Cadore, sfiorando Longarone e il capoluogo, proseguendo poi verso il lago di Santa Croce. Un vero e proprio paradiso per gli amanti della montagna, che si inserisce, come si diceva, nella ben più ampia "Ciclovia dell'amicizia", ossia quella che collega Monaco di Baviera a Venezia. Un progetto che è diventato realtà nel 2015, dando la possibilità a migliaia di cicloturisti e appassionati di bicicletta di scoprire ogni giorno paesaggi nuovi, scorci particolari, vie romane, fiumi, laghi alpini, reperti archeologici, castelli, monasteri e molto altro ancora. Il tutto grazie a due programmi finanziati dall'Unione Europea nell'ambito del "Fondo Europeo per lo sviluppo regionale", vale a dire l'Interreg BavieraAustria 2007-2013 e l'Interreg Italia-Austria 2007-2013, che si sono uniti in un unico progetto. I due partner principali sono Provincia di Belluno e il Landkreis Bad Tölz-Wolfratshausen (Baviera), che hanno lavorato con il Tourismusverband Achensee, la Comunità comprensoriale Valle Isarco di Bressanone, Tirolo-Alto Adige-Trentino, Province di Treviso e Venezia. Coinvolti, ovviamente, anche enti, operatori e consorzi turistici. La Monaco-Venezia attraversa tre nazioni - Germania, Austria e Italia - per un totale di 570 chilometri (900 varianti incluse). Cinque i "capitoli" in cui si divide, tra cui, appunto, quello che attraversa la provincia di Belluno: 112,8 km da Dobbiaco alla Sella di Fadalto.Incantevoli i panorami a cui ci si trova davanti, affrontando le diverse tappe provinciali.Vediamole nel dettaglio: dal centro di Dobbiaco si seguono le indicazioni per San Candido e, dopo qualche chilometro, si può imboccare la Lunga Via delle Dolomiti, che porta a Cimabanche, e quindi a Cortina, lungo il tracciato della vecchia ferrovia. Al km 12 si giunge a un'ampia spianata panoramica, da dove si può ammirare una splendida veduta delle Tre Cime di Lavaredo. Al km 14,9 si transita invece per Carbonin, da dove si ammira il Cristallo in tutta la sua bellezza. Continuando sempre dritti in mezzo al bosco, al km 18, l'arrivo è al Passo di Cimabanche, per poi intraprendere la discesa verso Cortina. Al km 21,7 si staglia dall'alto l'antica mole della duecentesca chiesa dei Santi Biagio e Nicolò a Ospitale, arrivando poi ad attraversare una foresta di conifere nel cuore delle Dolomiti d'Ampezzo.Uscendo dalla Regina delle Dolomiti, i passaggi successivi sono a San Vito, Borca e Vodo di Cadore - da Peaio si ha una vista straordinaria sul Pelmo - per poi arrivare a Cibiana, Venas, Valle e Sottocastello, dove si apre uno strategico trivio: a sinistra si giunge a Pieve, patria di Tiziano Vecellio, mentre, andando dritti, in 4,5 km si arriva a Calalzo e si può fare una tappa al sito archeologico-naturalistico di Lagole. Andando a destra, in discesa, si prosegue invece verso Perarolo, situato alla confluenza del torrente Boite con il Piave. Tra Perarolo, Castellavazzo e Longarone il cicloturista può riscoprire la storia dell'avventurosa navigazione su zattere, verso la Laguna, lungo il fiume diventato sacro alla patria. Proseguendo, eccosi a Soverzene e poi a Soccher, in comune di Ponte nelle Alpi. Al km 102,2 Paludi, con il suo percorso sterrato naturalistico "Alpago Natura", per poi raggiungere il centro di Farra d'Alpago, ai piedi della foresta del Cansiglio, dove c'è la possibilità di seguire la Via Regia. Un'altra tappa da non perdere è quella lungo il Lago di Santa Croce.La Monaco-Venezia consiglia poi due deviazioni: la prima, per 11,8 km, permette di raggiungere il centro della città di Belluno; la seconda, per 101,3 km, passa per Sedico, Sospirolo, San Gregorio, Cesiomaggiore e poi, attraverso diversi paesi, arriva fino a Feltre.«Quello bellunese, insieme agli altri quattro percorsi che 64 Rassegna Stampa – Agosto 2017


compongono la "Ciclovia dell'amicizia», è sicuramente un buon itinerario», sottolinea Luciano Renier, coordinatore Fiab Veneto. «Le bellezze paesaggistiche, oltre ai punti di interesse storico e architettonico, sono tantissimi. Proprio partendo da questo ci dovrebbe essere la spinta per crescere ancora di più. A livello europeo il cicloturismo muove 44 miliardi di euro: noi ne intercettiamo 3. Come assicurare uno sviluppo? Investendo sui servizi: da una parte le strutture ricettive, che sono carenti; dall'altra l'intermodalità, ossia la possibilità per i cicloturisti di portare le bici in treno che, durante la settimana, è parecchio scarsa». «Il cicloturismo ha grandissime potenzialità», aggiunge Renier, «e se vogliamo crescere bisogna mettere attorno a un tavolo i soggetti interessati, sia per risolvere le lacune presenti in alcuni tratti, sia per creare le condizioni affinché sempre più turisti scelgano la Monaco-Venezia e, in particolare, i percorsi che attraversano la nostra bellissima regione».©RIPRODUZIONE RISERVATA Dalla Croda Rossa alla Casa di Tiziano: qui c’è di tutto Cinque capitoli per altrettante aree tematiche. Il primo tratto della Monaco-Venezia, chiamato "Esperienza acqua", prende appunto il via dalla città della Germania e prevede l'attraversamento della frontiera con l'Austria, con due percorsi, uno occidentale (129.9 km), che segue il corso del fiume Isar, e uno orientale (123.6 km), che porta sul lago del Tegernsee e al valico alpino dell'Achenpass. È invece di circa 77 km il tracciato, "I Tesori del Tirolo", che conduce da Jenbach (Austria) al Passo del Brennero. Terzo capitolo da quest'ultimo fino a Dobbiaco, per quasi 110 km, attraversando Alto Adige, Vipiteno, Bressanone e Val Pusteria. Non a caso, il percorso prende il nome "Uno stile di vita alpino-mediterraneo". Una volta ammirata la provincia di Belluno, l'ultimo itinerario, "I giardini di Venezia e le città d'arte", per 136.2 km, passa per Vittorio Veneto, Conegliano, il Montello, l'area archeologica di Altino, prima di raggiunge la Laguna. C'è anche chi si cimenta a piedi, seguendo le orme di Ludwig Graßler, ideatore di questa traversata delle Alpi, fatta di 28 tappe, circa 520 km, tre nazioni attraversate, 20 mila metri di dislivello. (m.r.) BELLUNOLa "Ciclovia dell'amicizia" è un abbraccio tra la montagna e il mare. E occasione per entrare in contatto con un patrimonio ricchissimo, da tutti i punti di vista. «Il percorso è frequentato da tantissimi tedeschi e austriaci, ma anche francesi, belgi, olandesi, nord europei, americani e canadesi», mette in risalto Giuliano Vantaggi che, insieme a Francesca Cresta, nell'estate 2015, ha condotto un educational rivolto a cinque giornalisti, tre italiani e due tedeschi. «A questi, lungo l'itinerario, se ne sono aggiunti di altri», prosegue Vantaggi, «e il tutto ha generato l'uscita di diversi articoli a livello nazionale, ma anche internazionale, per esempio sulla rivista del Cai tedesco, che arriva, in Germania, a un milione e 200 mila persone».L'educational aveva percorso l'intera ciclovia, da Monaco a Venezia. «C'è da dire che la deviazione che porta alla città capoluogo non era inizialmente prevista», sottolineano Vantaggi e la Cresta, «ma il capitolo bellunese è stato talmente apprezzato, che alla fine siamo entrati anche a Belluno. E ad affascinare in modo particolare è stato il tratto lungo il Piave, la cui valle, non dimentichiamolo, è stata di recente candidata a paesaggio culturale Patrimonio dell'Umanità Unesco». Come Patrimonio dell'Umanità sono le Dolomiti, altre perle che si possono ammirare lungo la ciclovia, dal Cristallo alle Tofane, dalle Punte di Fanes al Col Bechei, dalla Croda Rossa al Pelmo. «Ma ci sono poi anche la zona di Lagole, che riveste un valore archeologico», aggiungono, «l'area del Vajont, il lago di Santa Croce e le montagne Unesco alle porte di Belluno». «Se consideriamo poi il patrimonio non solo ambientale, ma anche storico, architettonico e culturale, non c'è che da sbizzarrirsi», dice ancora Vantaggi. «Basti solo pensare al castello di Botestagno a Cortina, tra i cui ruderi c'è la lapide di Massimiliano I d'Austria; alla casa del Tiziano a Pieve; all'ex Villaggio Eni di Borca; ai luoghi legati alla storia del gelato tra il Cadore e Longarone; a Palazzo Lazzaris di Perarolo, i cui giardini hanno ospitato la regina Margherita di Savoia. Non dimentichiamo che il Cadore ha presentato la propria candidatura a "Capitale italiana della cultura 2020"». Pensando al tratto che collega le Dolomiti a Venezia, esiste un nuovo progetto turistico, "VeneziaDolomiti.com", che collega i due siti veneti dichiarati dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità in un viaggio esperienziale. Un'iniziativa sposata dalla Regione Veneto e che ha visto realizzare, quest'estate, un 65 Rassegna Stampa – Agosto 2017


altro educational dedicato alla stampa tedesca, promosso da Dolomiti Stars, Consorzio Bim Piave Belluno, Longarone Fiere e Lattebusche (partner del progetto di visibilità della provincia di Belluno coordinato da Grm srl), Fondazione Dolomiti Unesco. In "VeneziaDolomiti.com" ogni località è abbinata a un target specifico: Cortina d'Ampezzo è la meta più fashion delle Dolomiti; la Val di Zoldo è accostata al turismo per famiglie; per Alleghe il target è rappresentato dagli amanti dell'outdoor; la Marmolada è l'emozione di salire a 3.334 metri di altezza e ripercorrere la storia della Grande Guerra e della città di ghiaccio; Falcade è paesaggio, con i suoi scorci panoramici e il "Giardino delle Formiche" in quota.(m.r.)

22 AGOSTO 2017 Trentino | 22 Agosto 2017

p. 18 Aneta, l’opera lirica in ladino al Passo Sella TRENTO Un’opera lirica in ladino, «Aneta» per la prima volta eseguita in un teatro a cielo aperto, sarà la protagonista domani del nuovo appuntamento al Passo Sella. Così, dopo il grande successo degli appuntamenti con i “Miti” delle Dolomiti, l’ambiente del passo diventerà la quinta naturale dove mettere in scena l’opera «Aneta», un forte monito contro ogni tipo di guerra che diviene ancor più incisivo grazie alle arie coinvolgenti e a intensi momenti corali. L’esecuzione sarà introdotta dagli interventi di Fabio Chiocchetti, direttore dell’istituto ladino di Vigo di Fassa, sull’opera e dal Maestro Claudio Vadagnini sulle musiche. L’opera, con la regia di Mirko Corradini, sarà eseguita dal coro lirico «Giuseppe Verdi» di Bolzano e Merano in collaborazione con il coro Paganella di Terlago e dall’orchestra Aurona, diretta dal maestro Claudio Vadagnini e interpretata da Victoria Burneo Sanchez nel ruolo della protagonista, Aneta. L’evento avrà inizio alle 13 e in caso di maltempo si svolgerà presso la casa della Cultura Oswald von Wolkenstein a Selva di Val Gardena alle 17.30. In “Miti” nelle giornate del 5 luglio, 9 e 23 agosto, l’attenzione è rivolta a persone e storie nelle quali le Dolomiti giocano, anche se in modo diverso, un ruolo fondamentale. Tutte le manifestazioni si svolgono in prossimità della «Città dei Sassi», arena naturale del Passo Sella. In linea con lo scopo del progetto di sostenibilità #Dolomitesvives viene chiesto di parcheggiare i mezzi nei parcheggi a valle e di utilizzare i mezzi pubblici per raggiungere il passo. Ogni mercoledì di luglio e agosto, dalle 9 alle 16, l’accesso del Sella sarà riservato 66 Rassegna Stampa – Agosto 2017


a pedoni, ciclisti, trasporti pubblici e veicoli elettrici. Il Sella sarà raggiungibile ogni 15 minuti da Canazei e Ortisei e ogni 60 minuti dalla Val Badia, grazie ai collegamenti con il bus navetta e una serie di altri servizi.

23 AGOSTO 2017 L’Adige | 23 Agosto 2017

p. 35 Aneta, l’opera al Passo PASSO SELLA Torna l'appuntamento con #Dolomitesvives e, in particolare, con gli eventi dedicati ai Miti. Oggi in occasione dell'apertura sostenibile del Passo Sella prevista ogni mercoledì fino a fine agosto sarà la volta dell'opera lirica in ladino «Aneta», per la prima volta eseguita in un teatro a cielo aperto. Le Dolomiti sono un paradiso naturale, patrimonio dell?umanità e luogo meraviglioso dove nascono miti che compiono 67 Rassegna Stampa – Agosto 2017


eroiche imprese. Si dice che alcuni di questi eroi debbano il loro successo proprio all'indissolubile legame con le Dolomiti: sono loro i protagonisti delle giornate dedicate ai Miti, organizzate nell'ambito del progetto #Dolomitesvives. Dopo il grande successo degli appuntamenti con i Miti delle Dolomiti, l'ambiente del Passo Sella diventerà la quinta naturale dove mettere in scena l'opera lirica in lingua ladina Aneta, un forte monito contro ogni tipo di guerra che diviene ancor più incisivo grazie alle arie coinvolgenti e a intensi momenti corali. L'esecuzione sarà introdotta dagli interventi di Fabio Chiocchetti, direttore dell'Istituto Ladino di Vigo di Fassa, sull'opera e dal Maestro Claudio Vadagnini sulle musiche. L'opera, con la regia di Mirko Corradini, sarà eseguita dal Coro lirico Giuseppe Verdi di Bolzano e Merano in collaborazione con il Coro Paganella di Terlago e dall'orchestra Aurona, diretta dal maestro Claudio Vadagnini e interpretata da Victoria Burneo Sanchez nel ruolo della protagonista Aneta. L'evento avrà inizio alle ore 13. In caso di maltempo l'evento si svolgerà presso la Casa della Cultura/Kulturhaus Oswald von Wolkenstein a Selva di Val Gardena alle ore 17.30. fondamentale". Secondo Pitscheider, durante queste giornate i visitatori potranno godere di interessanti incontri e aneddoti appassionanti, raccontati in prima persona da dei veri e propri eroi delle Dolomiti. Per raggiungere il passo Sella seguire le indicazioni per «Città dei Sassi» distante 15 minuti a piedi dal Passo Sella Dolomiti Mountain Resort, dove è ubicato l'info point. La partecipazione a tutti gli appuntamenti è gratuita. Per ulteriori informazioni è possibile prendere visione del programma su www.dolomitesvives.com In linea con lo scopo del progetto viene chiesto di parcheggiare i mezzi nei parcheggi a valle e di utilizzare i mezzi pubblici per raggiungere il Passo. Ogni mercoledì di luglio e agosto, dalle 9 alle 16, l'accesso del Passo Sella sarà riservato a pedoni, ciclisti, trasporti pubblici e veicoli elettrici, nonché a veicoli per il trasporto di persone con disabilità, in possesso di relativa licenza. Il Passo Sella sarà raggiungibile ogni 15 minuti da Canazei e Ortisei e ogni 60 minuti dalla Val Badia, grazie ai collegamenti con il bus navetta e una serie di altri servizi. Alto Adige | 23 Agosto 2017

p. 33 68 Rassegna Stampa – Agosto 2017


Escursione con gli esperti Escursione con gli esperti Oggi dalle 10 da Passo Sella una semplice escursione guidata alla scoperta delle Dolomiti, in compagnia della Fondazione Dolomiti Unesco, degli esperti del Muse di Trento e delle Guide Alpine e degli Accompagnatori di Media Montagna delle valli di Fassa, Gardena e Badia. Un itinerario che proporrà una lettura del paesaggio geologico dolomitico, attraverso l'illustrazione delle principali tappe evolutive del territorio, della Marmolada e del suo ghiacciaio. (e.d.)

24 AGOSTO 2017 L’Adige | 24 Agosto 2017

p. 45 Responsabilità e valori PREDAZZO/BELLAMONTE Responsabilità, consapevolezza e valorizzazione del territorio nel quale si vive, coesione sociale, sostenibilità ambientale. Elementi che si incrociano e che sono fondamentali per essere solidali dentro e farsi conoscere fuori. 69 Rassegna Stampa – Agosto 2017


Con questi concetti di fondo si è aperto martedì pomeriggio, nella sala consiliare del municipio di Predazzo, il convegno dal titolo «Seminare speranza nella città degli uomini», promosso dalla Fraternità Francescana e Cooperativa Sociale Frate Jacopa di Roma, rappresentata a Predazzo da Marilena Lochman, e che andrà avanti fino a domani. Un'apertura alla grande, davanti ad un folto pubblico, grazie soprattutto alla presentazione dello splendido documentario «Dolomiti: economia del Bene Comune», realizzato dal noto giornalista Piero Badaloni , intervenuto come ospite d'onore, con la collaborazione di Fausta Slanzi e la fotografia ed il montaggio di Nicola Berti. Un progetto voluto dalla Fondazione Dolomiti Unesco, con il convinto sostegno dalle Camere di Commercio, Industria, Artigianato ed Agricoltura delle Province di Trento e Bolzano, e che continua una serie di documentari, avviati già nel 2013, sul tema «Dolomiti, montagne, uomini e storie». La volontà, ha sottolineato Mauro Leveghi , segretario generale della Camera di Commercio di Trento, dopo il saluto iniziale della sindaco Maria Bosin, «è quella di ribadire il valore di una montagna oggi considerata un bene diffuso solamente in Valle d'Aosta, Trentino e Alto Adige, mentre altrove, negli ultimi decenni, è stata praticamente abbandonata. Qui - ha aggiunto - ci sono millenni di storia ed un' autonomia che passa attraverso modelli ingrado di mantenere la popolazione in una realtà non ostile, ma vissuta, valorizzata e rispettata». Il valore delle Dolomiti come patrimonio dell'Unesco è stato poi ribadito dalla direttrice della Fondazione Marcella Morandini , predazzana doc, che ne ha illustrato le caratteristiche e l'organizzazione, distribuita su nove sistemi, 200.000 ettari di territorio e cinque province. Poi le immagini, introdotte da Badaloni. «Ultimo capitolo - ha sottolineato - di un viaggio affascinante che va avanti da anni, per far crescere la voglia di gioco di squadra e la consapevolezza di appartenere ad un bene comune, da rispettare, salvaguardare e tutelare, all'insegna della solidarietà, che purtroppo si sta perdendo, mentre, così come l'integrazione, rimane sempre e comunque elemento fondante per seminare speranza nella città degli uomini». Quaranta minuti di emozioni, per illustrare la straordinaria ricchezza delle comunità di montagna e la passione di chi ci vive. Una carrellata di personaggi, di pensieri, di testimonianze e di commenti raccolti in ogni parte delle Alpi, per ribadire fondamentali principi di qualità, sostenibilità, tradizione ed innovazione, dal bellunese all'Alto Adige, dal Trentino (e dalla valle di Fiemme) al Friuli Venezia Giulia, parlando di agricoltura, allevamento, coltivazioni particolari di erbe e piante aromatiche, prodotti di montagna, delle antiche Regole, di «maso chiuso», alpeggi, eccellenze agroalimentari, foreste, abeti di risonanza e tavole armoniche, acqua e parchi naturali, occhiali (tradizionali ma anche prodotti con il legno di noce, acero, acacia e castagna), sci, turismo, ciclismo e mountain bike, escursioni e rifugi, economia e benessere. Concetti (li ha definiti «finalmente un po' di belle notizie») poi ripresi ed approfonditi con grande efficacia da don Rodolfo Pizzolli , responsabile dei Problemi Sociali e del Lavoro della Diocesi di Trento, con l'invito a «saper affrontare l'esistenza senza essere sempre lamentosi, ma attenti alla concretezza della vita, nella reciprocità della solidarietà e della fraternità della montagna». Ieri pomeriggio a Bellamonte, nella sala «Aldo Moro», è intervenuto monsignor Mario Toso, vescovo di Faenza, mentre oggi saranno presenti come relatori su altri aspetti Giustino Basso, presidente dell'Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana) del Trentino Alto Adige, e Simone Morandini dell'Istituto di Studi Ecumenici San Bernardino di Venezia. Domani, venerdì 25, l'ultima relazione di Paolo Rizzi dell'Università di Piacenza e le conclusioni.

70 Rassegna Stampa – Agosto 2017


L’Adige | 24 Agosto 2017

p. 8 Il grande ghiacciaio sotterraneo BOLZANO Eccezionale scoperta sulle Dolomiti di Braies da parte di un gruppo di 13 speleologi veneti composto da Matteo Burato, Lina Padovan, Angelo Roncolato e Giampaolo Visonà del Club Speleologico Proteo di Vicenza con i colleghi Martina Schiavinotto, Greta Guidi, Winder Alexander Gonzales, Federico Buia, Domenico Carletto, Luca Gandolfo, Cristiano Zoppello e Francesco Sauro del Gruppo Speleologico Padovano. A quasi 3000 metri di quota, in un week-end di intensa attività esplorativa, gli speleologi si sono calati all'interno del «Pozzo di quota 2900» meglio conosciuto come El Cenote o Buco nell'Acqua sul «Piz dles due Forzeles», nei pressi di Cima Lavarella, nel cuore delle dolomiti del parco naturale Fanes-Sennes-Braies. La recente segnalazione sullo scioglimento del tappo di ghiaccio che impediva l'accesso all'abisso, si è rivelata vera ed il risultato è stato strabiliante. All'interno l'abisso è occupato da un maestoso ghiacciaio, il più potente di tutte le Alpi. All'imboccatura un laghetto effimero nascondeva alla vista la prosecuzione ipogea ma quando il bacino si è svuotato naturalmente, gli speleologi hanno avuto accesso ad un vasto sistema di pozzi e gallerie che si sviluppa al contatto fra ghiaccio e roccia e in alcuni punti, i più suggestivi, nel ghiaccio vivo. La prima discesa di El Cenote risale all'estate del 1992 con successivi tentativi nel 2003 e 2005. Ora il cambio climatico ha liberato la discesa: l'ambiente - spiegano gli speleologi - è impressionante, supera i 100-120 metri di lunghezza toccando i 60 metri nel punto più largo ed i 40 in quello più stretto, un enorme «rock glacier». Il baratro subito intitolato a Paolo Verico indicativamente ha un volume pari a quasi un milione metri cubi. Impossibile stabilire lo spessore interno del ghiaccio comunque si tratta senza alcun dubbio del più grande ghiacciaio interno esplorato sulle Alpi. 71 Rassegna Stampa – Agosto 2017


Trentino | 24 Agosto 2017

p. 32 Piero Badaloni e lo “show” delle Dolomiti PREDAZZO Presentato all’interno del convegno “Seminare speranza nella città degli uomini” il docufilm “Dolomiti: economia del bene comune” del giornalista Piero Badaloni. «La montagna dal 1951 al 2011 è stata abbandonata perdendo 1 milione di abitanti – ha detto il segretario generale della Cciaa di Trento, Mauro Leveghi - solo Val d’Aosta e Trentino-Alto Adige si sono salvati». Le ragioni? Altrove, come in Friuli, la pianura drena la montagna, qui no. Anche le attività economiche in Trentino traggono valore aggiunto dal territorio montano, oltreché coesione sociale e sostenibilità. Badaloni dal canto suo ha cercato di collegare il proprio film (uno sguardo sulla popolazione e le attività dell’arcipelago) con il tema del convegno: consapevolezza di gestire un bene comune, solidarietà e capacità di integrarsi pur nelle diversità. Insomma, le Dolomiti come cerniera d’integrazione «se vogliamo seminare speranza». Don Rodolfo Pizzolli della Diocesi trentina, dopo aver portato i saluti dell’arcivescovo di Trento ha detto chiaro e tondo: «Finalmente un documentario che porta belle notizie, niente lamentele». Il messaggio del film? Non essere lamentosi, ma affrontare l’esistenza, coltivare e custodire il valore della vita e della terra andando oltre la solidarietà (una relazione assimmetrica). Come? Con la fraternità che presuppone una relazione alla pari. Una reciprocità che permette a tutti di crescere e che va oltre quindi la relazione di aiuto della solidarietà. Per don Pizzolli l’esempio delle Regole, come quello delle Pievi, costituisce una visione “integrale” della società, alternativa a capitalismo e collettivismo. Ma è esportabile questa esperienza? Hanno chiesto a Badaloni. «Sì - ha dichiarato - ma occorre una preparazione culturale che altrove ancora non c’è». Né nel suo Lazio né, in quella realtà, la Locride, dove ha lavorato con Monsignor Bregantini e dove manca, tra le altre cose, il senso della cooperazione. «Grandi sono i passi da fare - ha spiegato la coordinatrice del convegno Argia Passoni - ma questa esperienza di una montagna paradigma del futuro – ha concluso Argia Passoni – va fatta circolare». Il tema della montagna e la Fondazione Dolomiti Unesco, luogo di sintesi e di diffusione di esperienze di gestione del bene comune delle 9 isole dolomitiche patrimonio mondiale dell’umanità, sono state al centro della 72 Rassegna Stampa – Agosto 2017


speciale apertura del convegno organizzato dalla Fratellanza francescana Cooperativa sociale Frate Jacopa, che si è tenuto martedì pomeriggio nell’aula magna del municipio di Predazzo per poi spostarsi ieri, oggi e domani, nella sala “Aldo Moro di Bellamonte”. Patrimonio dell’umanità, le Dolomiti, che hanno rappresentato un’opportunità di sopravvivenza collettiva e l’unica possibilità di prosperare per le comunità montane. Lo ha spiegato la direttrice di Fondazione Dolomiti Unesco Marcella Morandini, introdotto da Passoni e dalla sindaca Maria Bosin che ha illustrato la virtuosa esperienza di un progetto occupazionale con il Bim Adige. Il convegno, dopo l’illustrazione della Fondazione da parte di Morandini, ha visto la proiezione, anche a nome della Camera altoatesina che ha condiviso con quella trentina il finanziamento, del documentario (f.m.) Trentino | 24 Agosto 2017

p. 19 L’opera lirica ‘Aneta’ con scenario dolomitico TRENTO Le pareti di Sella e Sassolungo si sono mostrate perfette quinte per la prima open air dell’opera lirica in lingua ladina “Aneta”, evento abbinato all’ottavo appuntamento a Passo Sella di #DolomitsVives. La manifestazione in dirittura d’arrivo - il 30 agosto sarà l’ultimo con accesso sostenibile al valico dolomitico (ore 9-16) a piedi, in bici, con impianti a fune, mezzi pubblici o elettrici - ha ribadito il gradimento della salita green da parte dei turisti, così come delle escursioni accompagnate (una quarantina ieri i partecipanti) da guide alpine, esperti di Muse e Fondazione Dolomiti Unesco. Invece l’opera lirica, scritta da Fabio Chiocchetti con musiche di Carlo Vadagnini, di grande suggestione anche grazie alla bravura dei cantanti - Victoria Burneo Sanchez (Aneta), Pinuccia Mangano (Tanna), Walter Franceschini (Leon Contrin), Federico Lepre (Leon) accompagnati dal coro “Giuseppe Verdi” di Bolzano e Merano, il coro Paganella e l’orchestra Aurona - ha attirato un pubblico circoscritto di melomani che l’ha applaudita spesso, nonostante la conclusione anticipata causa pioggia. Lo spettacolo ha raccolto il plauso anche dell’assessore provinciale Mauro Gilmozzi e del collega altoatesino Florian Mussner: «Avevo assistito alla rappresentazione di “Aneta” a Moena - ha detto Mussner - ma oggi al Sella l’ho trovata ancor più convincente. Credo sia significativo, poi, che un’opera in lingua ladina sia stata inserita nel calendario degli appuntamenti di #DolomitesVives, iniziativa della quale va 73 Rassegna Stampa – Agosto 2017


messa in luce la collaborazione tra Trentino e Alto Adige. Il messaggio poi della ricerca di nuovi equilibri, nel rispetto del territorio dolomitico, è stato recepito, specie dagli ospiti che salgono al Sella per questa novità. Ci sono senz’altro elementi da migliorare che valuteremo nel complesso del progetto pilota». Corriere delle Alpi | 24 Agosto 2017

p. 27 Manolo, un uomo "Sempre in bilico" BORCA Le Dolomiti Unesco incontrano Manolo. È il titolo dell'appuntamento al rifugio Città di Fiume, domenica alle 11. Manolo, al secolo Maurizio Zanolla, è il protagonista del terzo e ultimo incontro della rassegna «Viaggio nei rifugi dell'arcipelago Dolomiti Unesco». «Sempre in bilico», il titolo dell'incontro, racchiude una filosofia di vita, oltre che un approccio all'arrampicata. Insieme a Manolo si parlerà del concetto della verticalità, avvicinandoci così al senso del limite fisico e mentale.

74 Rassegna Stampa – Agosto 2017


Corriere delle Alpi | 24 Agosto 2017

p. 25 Troupe giapponese per le ferrate AURONZO Neanche il tempo di inaugurarlo che il progetto di vie ferrate denominato Dolomiti senza confini ha già strappato i primi consensi in ambito internazionale. Un segno dell'interesse che l'evento sta riscuotendo. L'iniziativa ha attirato le attenzioni della televisione di stato giapponese che nelle prossime settimane arriverà ad Auronzo con una propria troupe per registrare un approfondito reportage. La troupe rimarrà sul territorio cadorino per cinque giorni alloggiando al rifugio Carducci di proprietà di uno degli ideatori del progetto Bepi Monti. Ma c'è di più. L'eco del progetto ha raggiunto i palazzi di vetro della Comunità Europea che, attraverso gli uffici di segreteria, ha fatto pervenire ai promotori sostegno ed approvazione. L'endorsement è stato accompagnato dalla richiesta di ottenere maggiori informazioni possibili al fine di appoggiarne la promozione anche in ambito internazionale. Prosegue dunque nel migliore dei modi la marcia di avvicinamento di Dolomiti senza confini all'inaugurazione ufficiale, che è prevista in calendario nell'estate del 2018 in concomitanza con le celebrazioni del centenario della fine della Grande Guerra. Dolomiti senza confini nasce proprio dall'idea di modificare la fruizione dell'area in quota al confine tra Italia ed Austria che coinvolge Pusteria, Auronzano e Comelico, un tempo teatro di guerra oggi unito da una via ferrata lunga oltre cento chilometri. A proposito di Dolomiti senza confini, il progetto sarà ufficialmente presentato alla comunità auronzana domani alle 18 nel corso di un incontro previsto nella sala consiliare del municipio. L'iniziativa è stata inserita nel cartellone del Tre Cime Trekking Festival in corso di svolgimento in questi giorni ad Auronzo e che questa sera vedrà in scena lo scrittore Francesco Vidotto (ore 21 in sala consiliare di Auronzo). (dierre)

75 Rassegna Stampa – Agosto 2017


25 AGOSTO 2017 L’Adige | 25 Agosto 2017

p. 35 Sul Campanil Basso coi i disabili MOLVENO Nel 2015 era stata la volta della Tosa, nel centocinquantesimo della sua prima conquista. L'anno scorso era toccato a Cima Brenta. E domenica la meta si farà ancora più ardita: il Campanil Basso, una vera e propria arrampicata che raggiunge anche difficoltà di quinto grado. Torna «Dolomiti Open», l'esperienza che porta sulle vette trentine disabili e normodotati. Un'iniziativa della guida alpina Simone Elmi , che quest'anno, proprio nel nome di «Dolomiti Open», fondando l'omonima associazione ha posto le basi per dar continuità all'iniziativa. «Se le nostre Dolomiti sono luogo riconosciuto dall'Unesco - spiega - significa che sono patrimonio dell'umanità. Ma perchè siano davvero tali devono essere accessibili a tutti». Detto, fatto. Lui, che nel 2015 ha frequentato il corso per guide alpine di disabili proposto dall'Accademia della montagna ? quest'anno porterà sul Campanil Basso Gianluigi Rosa, 29 anni, atleta della nazionale italiana di hockey su slittino. Gli manca una gamba, ma attraverso una speciale protesi ? e con il grande allenamento profuso in queste settimane ? ce la farà senza grandi problemi. L'iniziativa sarà poi condivisa da altri ragazzi disabili (e pure persone senza handicap, di differenti capacità alpinistiche). Non tutti ascenderanno al «Campanil», ma anche per loro le Dolomiti di Brenta riveleranno la loro bellezza: la giornata di domenica prevede altri due percorsi alternativi, sulla «Via delle Bocchette Centrali», una delle più suggestive ferrate del gruppo, e verso la «Busa degli Sfulmini», una semplice camminata sotto il Brenta. Momenti d'intensa emozione distillerà la mattinata, quando da queste tre mete, in «botta e risposta», si leverà un'esecuzione musicale «pensata per unire in un unico ideale abbraccio tutti i partecipanti, indipendentemente dal percorso scelto e dunque dalle loro abilità». E' sempre Elmi a sottolinearlo, nel momento stesso in cui ricorda come l'«iniziativa prenderà le mosse già domani», quando in mattinata i tre gruppi partiranno insieme per il «campo base», il rifugio Pedrotti: qui, alle 17, le interviste impossibili di Rosario Fichera rievocheranno le gesta dei primi scalatori del Brenta, e personaggi in abiti dell'epoca ne materializzeranno nuovamente suoni e colori. L'iniziativa vede principali sostenitori Molveno Holiday e TrentinGrana, e quest'anno ? per la prima volta - sembra sarà seguita anche dalla Rai. L'Apt di Madonna di 76 Rassegna Stampa – Agosto 2017


Campiglio ha invece deciso di non aderirvi più, ed è questa la ragione per cui ? a differenza di quanto avvenuto gli scorsi anni ? nell'edizione 2017 la salita sarà solo da Molveno. E non anche dalla perla della Rendena. Corriere delle Alpi | 25 Agosto 2017

p. 22 Manolo domenica al rifugio Città di Fiume SELVA DI CADORE Manolo, al secolo Maurizio Zanolla, è il protagonista del terzo e ultimo incontro della rassegna "Viaggio nei rifugi dell'arcipelago Dolomiti Unesco". Appuntamento alle pendici dell'imponente Pelmo, sui dolci prati del Rifugio Città di Fiume, domenica mattina alle 11. All'incontro parteciperà anche la presidente della Fondazione Dolomiti Unesco Mariagrazia Santoro, che confermerà quanto il "marchio Unesco" stia attirando sui monti pallidi alpinisti ed escursionisti da tutto il mondo. I rifugi si sono riempiti di stranieri, dal Giappone al Canada, da Israele alla Russia.L'appuntamento di domenica è moderato dalla giornalista Fausta Slanzi. "Sempre in bilico", è questo il titolo dell'incontro, che racchiude una filosofia di vita, oltre che un approccio all'arrampicata. Insieme a Manolo si esplorerà il concetto della verticalità dai suoi molteplici punti di vista, avvicinandoci così al senso del limite fisico e mentale. Manolo è nato ai piedi delle Dolomiti ed è un esperto conoscitore del territorio che l'Unesco ha dichiarato nel 2009 Patrimonio Mondiale. Proprio sulle montagne di casa ha superato i limiti dell'arrampicata sbloccando i gradi allora conosciuti. Grazie alle sue celebri imprese l'arrampicata si è spinta fino al nono grado. Sono famosi e curiosi i nomi dati alle vie aperte da Manolo. "O ce l'hai... o non ne hai bisogno", "Ultimo Movimento", "Lucertola schizofrenica", "Supermatita", "Appigli ridicoli"...All'incontro con Manolo si potrà scoprire cosa si nasconde dietro a questi nomi bizzarri. Ma non si parlerà solo di gradi e di imprese da Maghi, perché si discuterà con Manolo dell'approccio alla parete, di come non sia importante arrivare sulla cima, per approdare ad una riflessione più ampia sul concetto di verticalità (che è anche una metafora della vita).L'incontro al rifugio Città di Fiume si inserisce nella rassegna 77 Rassegna Stampa – Agosto 2017


"Viaggi nei rifugi dell'arcipelago Dolomiti Unesco", frutto della collaborazione fra i gestori del Rifugio Roda di Vael, del Rifugio Pordenone, del Rifugio Città di Fiume e la Fondazione Dolomiti Unesco.Tre incontri densi di occasioni di confronto circondati dalle Dolomiti Patrimonio Mondiale dell'umanità. Il viaggio è partito con il professor Vito Mancuso che ha coinvolto il pubblico in una riflessione sulla responsabilità della bellezza, la cornice era quella del Catinaccio. Ai piedi del Campanil di Val Montanaia è stato invece ascoltato il racconto delle imprese alpinistiche della coppia degli Ottomila: Nives Meroi e Romano Benet. (f.d.m.) Corriere delle Alpi | 25 Agosto 2017

p. 27 “Tre Cime Trekking”, Ossini per l’avvio del gran finale AURONZO Il "Tre Cime trekking" di Auronzo entra nel vivo. Sarà Massimiliano Ossini questa sera a lanciare il gran finale dell'evento, alla prima edizione, che sta riscuotendo un grande successo di pubblico. Il conduttore di "Linea Bianca", format televisivo prodotto da Rai Uno e dedicato alla montagna, torna ad Auronzo a qualche mese di distanza dalla puntata girata tra lago di Misurina e Tre Cime.Appuntamento per questa sera alle 21 al cinema teatro Kursaal dove, per l'occasione, verrà riproiettata proprio quella puntata che, insieme ad altre, durante l'inverno ha incollato al piccolo schermo due milioni di telespettatori. Ossini parlerà delle Tre Cime che, insieme alla guida alpina Edelweiss Mauro Valmassoi, ha scalato cimentandosi con la Cima Grande. L'incontro con Massimiliano Ossini sarà anticipato (ore 18 in sala consiliare) dalla presentazione del progetto 78 Rassegna Stampa – Agosto 2017


"Dolomiti senza confini" incentrato su un sistema di vie ferrate in grado di collegare Italia ed Austria attraverso Pusteria ed altobellunese. Il "Tre Cime trekking" prosegue domani con la coppia di scalatori friulana Nives Meroi-Romano Benet. Domenica gran finale con Mauro Corona. (dierre) Corriere del Trentino | 25 Agosto 2017

p. 2 Cura e ascolto, quando il rifugio è donna TRENTO Non sono ancora la regola, certo, ma ormai nemmeno un’eccezione. L’alta quota, tradizionalmente, di femminile ha ben poco, ma i volti di donna che si intravedono fra guglie e picchi delle Dolomiti sono sempre più numerosi. Dei trentacinque rifugi di proprietà della Sat, la Società degli alpinisti tridentini, tre sono oggi gestiti da donne. Dall’estremità sud del Trentino al confine con l’Alto Adige e a quello con il Veneto, le donne sono arrivate alla vetta. E in questa estate di bel tempo hanno dovuto gestire un gran numero di prenotazioni: «La stagione estiva è stata positiva — conferma Ezio Alimonta, presidente dell’associazione gestori rifugi del Trentino, che rappresenta le oltre 140 “case degli alpinisti” presenti in provincia — anche grazie a condizioni meteo favorevoli». Perché, come sottolinea Alimonta, «oggi le previsioni si possono guardare dal telefonino e se i bollettini prevedono pioggia si muove la metà delle persone». Una condizione che, a quanto, pare, quest’estate si è verificata più raramente dell’anno scorso. «Siamo contenti dell’andamento della stagione (e alla sua conclusione manca almeno ancora un mese, ndr ) — aggiunge Alimonta — finora non mi è giunta alcuna lamentela da parte dei colleghi». Strutture piene, dunque, di escursionisti esperti e frequentatori della montagna improvvisati: «Nei rifugi a bassa quota c’è stato un gran movimento — fa sapere Alimonta — per quanto riguarda i pernottamenti, è facile che i rifugi siano pieni non disponendo di moltissimi posti letto». Al Roda di Vael, sulla Sella del Ciampaz a quota 2.283 metri, si affacciano tutte le tipologie di turisti, grazie anche al collegamento dell’impianto a fune. Per raggiungere il Velo della Madonna, invece, 2.358 metri fra le Pale di san Martino, occorre essere più allenati. Al rifugio Altissimo Damiano Chiesa, invece, ci si può arrivare anche in mountain bike e scoprire il lago di Garda da 2.060 metri di altitudine. Sono queste le tre strutture della Sat gestite da altrettante donne, rispettivamente Roberta Silva, Anna Toffol e, da qualche mese, Eleonora Orlandi. Condividono la fatica, ma anche il carico impagabile di emozioni e relazioni che la montagna dà. E che, a volte, toglie. 79 Rassegna Stampa – Agosto 2017


Alla «Montagna al femminile» la Sat ha anche dedicato il suo ultimo congresso, ma le rifugiste, pur consapevoli delle peculiarità della loro gestione (dalla cura dei particolari all’attenzione alle famiglie, alla maggiore sensibilità nell’accoglienza) vogliono guardare oltre, senza dover limitare il loro operato entro confini, men che meno quelli di genere. Perché la montagna non è più da tempo un universo a connotazione esclusivamente maschile e per le donne che la abitano e la vivono ogni giorno, in fondo, «ciò che conta è che una persona dia tutta se stessa e faccia del suo meglio». Ma l’enrosadira, si sa, è le Dolomiti che colora. Erica Ferro Corriere del Trentino | 25 Agosto 2017

p. 2 Anna, l’arpista “Per gli uomini impatto trauatico” TRENTO Dal basso, insieme al marito Riccardo Simon, lo aveva sognato per estati intere. Poi, dopo l’incidente che gliel’ha portato via mentre scalava la via Langes sul Gran Pilastro, nelle Pale di san Martino, quasi nove anni fa, Anna Toffol ha capito che solo lassù, su quel terrazzo roccioso ai piedi della Cima della Madonna, tutto sarebbe potuto ripartire. Correva l’anno 2010. «Sono stata la prima donna a gestire un rifugio di proprietà della Sat» afferma in uno dei rari momenti di pausa dal Velo della Madonna, dove anche un gesto semplice come bere il caffè all’alba con i propri figli acquista ogni giorno più significato. Come è nata la sua passione per la montagna? «Sono una montanara doc, nata e vissuta a San Martino di Castrozza. Da sempre cammino e arrampico, quello del rifugio era un sogno nel cassetto che coltivavo con mio marito nonostante avessimo un’altra attività

80 Rassegna Stampa – Agosto 2017


in paese. Poi dopo la tragedia ho sentito il bisogno di staccarmi da tutto: il più piccolo dei miei figli era in quinta elementare, la più grande aveva 17 anni». E questa è l’ottava estate. «Esatto. Ora Veronica è a sua volta madre, sta a valle, mi porta le spese, organizza i trasporti. Rolando e Pietro mi aiutano nella gestione del rifugio. Ma quando avranno trovato la loro strada, se sarà diversa da questa, io mollerò: non avrebbe senso stare quassù senza di loro. Finché avremo la forza di arrivare, qui rimarremo, ma tutti insieme». Cosa caratterizza una gestione al femminile? «Sicuramente la cura dei particolari, dal cibo ai fiori nei vasi. Ammetto che al Velo della Madonna sia più semplice farlo, è un rifugio di nicchia, qua arrivano solo gli alpinisti. A ogni modo, in tutti i rifugi dove c’è una donna lo si vede, ne rappresenta l’80%, tutto il resto è la meccanica. Si tratta di un grande impegno. Si è in prima fila sempre, dalle sei del mattino fino a notte fonda. Sei cuoca, sei cameriera, donna delle pulizie, teleferista: insomma, l’anima del rifugio». E gli uomini come la prendono? «Tante volte, soprattutto i primi anni, entravano chiedendo dove fosse il rifugista, la guida alpina o qualcuno che potesse spiegare loro le vie, rimanendo di sasso nello scoprire che tutto questo lo facevo io. Insomma, il primo impatto, soprattutto per i più anziani, era abbastanza traumatico, ma ora mi conoscono, sanno che sono capace». Vive in un mondo ancora prettamente maschile? «Ad arrampicare sono ancora molte coppie di uomini, almeno il 70%, ma le percentuali stanno lentamente cambiando. Se parliamo di trekking o vie ferrate, invece, direi che uomini e donne sono alla pari». La sfida di Roberta e dei suoi bambini “Qui tanta fantasia” TRENTO Dai banchi di scuola al gruppo del Catinaccio, da Bergamo alla val di Fassa. Roberta Silva, 43 anni, un passato da maestra, in Trentino si è trasferita «per amore» nel 2001 e da allora non ha più lasciato le montagne. «Il futuro? Al Roda di Vael» dice, il rifugio che gestisce da sola da metà 2011: «Quando non riuscirò più a sorridere alla gente, allora si vedrà — spiega — ma questa è la mia casa». Come è arrivata nel cuore delle Dolomiti? «Con mio marito, prima al rifugio Re Alberto e poi, dal 2005, al Roda di Vael. È stato lui, guida alpina, a trasmettermi la passione per la montagna e grazie al suo entusiasmo, sin da quando abbiamo iniziato la nostra avventura, ho capito di trovarmi in un mondo che adoravo. Dopo il suo incidente (Bruno Deluca precipitò dalla ferrata Masarè il 29 luglio 2011, ndr ) ho proseguito da sola». Cosa significa essere donna e gestire un rifugio? «Al Roda di Vael, grazie al collegamento con l’impianto a fune, arrivano gli escursionisti più disparati, anche quelli meno esperti, i primi, dunque, a non notare se il gestore sia un uomo o una donna. L’idea del rifugista maschio è più radicata nei vecchi alpinisti, ma ammetto che il relazionarsi alla montagna, la tipologia di frequentatori, siano cambiati profondamente anche solo nei miei 13 anni in alta quota». In che senso? «I primi tempi erano in tanti a chiedere consigli o ad avvisare sulla propria destinazione di giornata, oggi c’è chi entra e nemmeno saluta. La montagna è diventata anche un po’ meno selettiva, sono in molti a pensare sia tutto alla portata». La gestione al femminile ha delle peculiarità? «Insieme a me ci sono i miei due figli (Emilio, 8 anni e Agata di 5, ndr ), dunque è quasi automatico dedicare più attenzione alle famiglie, che sono sempre più numerose fra la clientela. C’è, forse, anche più sensibilità nell’accoglienza delle persone». 81 Rassegna Stampa – Agosto 2017


I suoi figli come vivono la montagna? «Benone. Credo che l’ambiente circostante li aiuti molto a sviluppare la fantasia, sono sempre all’aria aperta. Qualsiasi bambino arrivi diventa subito un amico al quale far scoprire il rifugio e il territorio. D’inverno, poi, quando scendiamo, faccio la mamma a tempo pieno». La montagna è ancora un ambiente prettamente maschile? «No, è un’idea che lentamente sta tramontando. Si vivrà come si vive tutto quanto, senza per forza dover creare confini. Anche in questo campo il cambiamento è legato a quello complessivo della società». Il suo futuro? «Al Roda di Vael, qui è la mia casa. Finché riuscirò ad accogliere la gente con il sorriso non me ne andrò».

26 AGOSTO 2017 Trentino | 26 Agosto 2017

p. 31 Alla Tognola c’è l’Alpe delle Marmotte PRIMIERO SAN MARTINO

82 Rassegna Stampa – Agosto 2017


L’Alpe Tognola a San Martino di Castrozza, punta sempre più alle famiglie con bambini, dotandosi stagione dopo stagione di curiose attrattive in grado di conquistare non solo i piccoli ma anche i grandi. Conoscere il territorio naturale delle Pale attraverso il gioco, questo lo scopo della nuova Alpe delle Marmotte (nella foto) un vero e proprio parco tematico in quota aperto a tutti e ad ingresso libero. Qui i bambini possono divertirsi in tutta sicurezza e vivere così esperienze fisiche e sensoriali tra scivoli, reti su cui arrampicarsi, pedane su cui mantenere l’equilibrio e cunicoli da esplorare inseguendo le avventure di due marmotte. Il parco, ideato in collaborazione con ProNatour, azienda leader tedesca specializzata nella realizzazione di parchi avventura sostenibili e percorsi tematici in quota, è costituito da strutture smontabili come giochi in legno, cunicoli, e pannelli informativi, che in autunno verranno in parte rimossi in vista della stagione invernale, ma di cui è previsto un ulteriore sviluppo, con l’aggiunta di altre installazioni durante le prossime due estati. Una proposta che completa l’offerta di Alpe Tognola per le famiglie insieme al Rododendro Minipark dedicato ai piccoli bikers, ai percorsi di orienteering in quota, escursioni lungo sentieri naturalistici e punti panoramici come il Balcone sulle Dolomiti Unesco, oltre al circuito del bike park San Martino Bike Arena. (mc.b.) Alto Adige | 26 Agosto 2017

p. 23 Con “EcoDolomites” il traffico è più sostenibile VALLI LADINE I Monti Pallidi sono stati iscritti il 26 giugno 2009 nella lista del Patrimonio Mondiale naturale dell’Unesco grazie alla loro rara eleganza, autenticità, unicità geologica e geomorfologica. Con la manifestazione "EcoDolomites", la tutela di questo bene prezioso viene messa in primo piano. Le due vallate ladine, Val Gardena e Alta Badia, hanno deciso di unire le loro forze e competenze per trovare soluzioni concrete e soprattutto ecosostenibili per far si che la bellezza della natura dolomitica possa essere conservata anche in futuro. Per risolvere il diffuso problema del traffico nelle vallate dolomitiche e delle emissioni annesse ad esso, le due destinazioni turistiche desiderano favorire l’utilizzo di veicoli elettrici, i quali offrono vantaggi e benefici molto interessanti a favore dell’ambiente dolomitico. Le Dolomiti sono indubbiamente uno dei paesaggi più ammirati del mondo, grazie alla loro rara eleganza, autenticità, unicità geologica e morfologica. EcoDolomites 2017, che quest’anno si svolgerà il 9 settembre, con partenza da Ortisei, pone in primo piano proprio la tutela di questo prezioso patrimonio: in occasione della manifestazione, infatti, i quattro passi delle Dolomiti (Sella, Pordoi, Campolongo e Furcia) fungeranno da palco per i veicoli elettrici. La Val Gardena, da sempre sensibile a questi grandi temi, ha trovato il modo di sfruttare le competenze per cercare delle soluzioni concrete e soprattutto sostenibili per fare in modo che la bellezza e l’unicità della natura dolomitica possano 83 Rassegna Stampa – Agosto 2017


essere conservate e valorizzate anche in futuro. L’idea è quella di unire due bisogni essenziali della società contemporanea: il piacere della guida e la responsabilità e coscienza ecologica, il tutto incastonato nel magnifico scenario delle Dolomiti. Di conseguenza, per risolvere il problema del traffico nelle vallate dolomitiche e delle emissioni ad esso connesse, la Val Gardena ha scelto di favorire l’utilizzo di veicoli elettrici, che offrono indubbiamente dei vantaggi e dei benefici per l’ambiente. Tecnologici, moderni ed ecologici, i veicoli elettrici potranno partecipare ai "sali e scendi" tipici dell’ambiente alpino con la possibilità di immergersi nel cuore delle Dolomiti sottoponendo i loro motori a un test: la sfida consisterà nell’utilizzare la minore quantità di energia possibile per percorrere circa 100 chilometri e 3.000 metri di dislivello. Una sfida che mette in gioco abilità e competenze, all’insegna della salvaguardia dell’ambiente e dei delicati equilibri di un paesaggio naturale unico al mondo. (e.d.)

27 AGOSTO 2017 Trentino | 27 Agosto 2017

p. 30 Senza un gamba sul Campanil Basso VAL RENDENA Nel 2015 era stata la volta della Tosa, nel centocinquantesimo della sua prima conquista. L’anno scorso era toccato a Cima Brenta. E oggi la meta si farà ancora più ardita: il Campanil Basso, una vera e propria arrampicata che raggiunge anche difficoltà di quinto grado. Torna “Dolomiti Open”, l’esperienza che porta sulle vette trentine disabili e normodotati. Un’iniziativa della guida alpina Simone Elmi, che quest’anno – proprio nel nome di “Dolomiti open” – fondando l’omonima associazione ha posto le basi per dar continuità all’iniziativa. “Se le nostre Dolomiti sono luogo riconosciuto dall’Unesco – spiega – significa che sono patrimonio dell’umanità. Ma perché siano davvero tali – osserva – devono essere accessibili a tutti”. Detto, fatto. Lui, che nel 2015 ha frequentato il corso per guide alpine di disabili proposto dall’Accademia della montagna – quest’anno porterà sul Campanil Basso Gianluigi Rosa, 29 anni, atleta della nazionale italiana di hockey su slittino. Gli manca una gamba, ma attraverso una speciale protesi – e con il grande allenamento 84 Rassegna Stampa – Agosto 2017


profuso in queste settimane – ce la farà senza grandi problemi. L’iniziativa sarà poi condivisa da altri ragazzi disabili. Non tutti ascenderanno al “Basso”, ma anche per loro le Dolomiti di Brenta riveleranno la loro bellezza: la giornata di oggi prevede altri due percorsi alternativi, sulla “Via delle Bocchette Centrali” – una delle più suggestive ferrate del gruppo – e verso la “Busa degli Sfulmini”, una semplice camminata sotto il Brenta. Momenti d’intensa emozione distillerà la mattinata, quando da queste tre mete, in “botta e risposta”, si leverà un’esecuzione musicale “pensata per unire in un unico ideale abbraccio tutti i partecipanti, indipendentemente dal percorso scelto e dunque dalle loro abilità”. E’ sempre Elmi a sottolinearlo, nel momento stesso in cui ricorda come l“iniziativa ha preso le mosse già ieri pomeriggio”, quando in mattinata i tre gruppi sono partiti insieme per il “campo base”, il rifugio “Pedrotti”: qui, alle 17, le “interviste impossibili” di Rosario Fichera hanno rievocato le gesta dei primi scalatori del Brenta, e personaggi in abiti dell’epoca ne hanno materializzato nuovamente suoni e colori. L’iniziativa vede quali principali sostenitori Molveno Holiday e Trentingrana, e quest’anno – per la prima volta - sembra sarà seguita anche dalla Rai. L’Apt di Madonna di Campiglio ha invece deciso di non aderirvi più, ed è questa la ragione per cui – a differenza di quanto avvenuto gli scorsi anni – nell’edizione 2017 la salita sarà solo da Molveno e non anche dalla perla della Rendena. Trentino | 27 Agosto 2017

p. 47 Come viaggiare nella storia geologica delle Dolomiti di Marco Benedetti TRENTO Si può viaggiare nel tempo e nella storia delle montagne? In quella geologica delle Dolomiti sì, basta percorrere con un pizzico di immaginazione il Geotrail Dos Capèl completamente rinnovato e riaperto lo scorso luglio. Curato dal geologo Riccardo Tomasoni il nuovo Geotrail Dos Capel nel gruppo del Latemar è un progetto sviluppato seguendo un approccio ludico orientato alla scoperta e giocato attorno ad un denominatore comune, geologia e paesaggio. Il nuovo allestimento del sentiero geologico del Dos Capel è un invito alla lettura e alla comprensione della geologia e del paesaggio che ci circonda con un approccio 85 Rassegna Stampa – Agosto 2017


giocoso e gioioso. alle rocce delle Dolomiti: Werfen, Basalto, Breccia verde, tracce di Lava, Calcare del Latemar. E ancora rocce cotte, spezzate e ripiegate, scogliere coralline, filoni vulcanici che contribuiscono a definire il paesaggio dolomitico con la sua rara bellezza. I contenuti sono coadiuvati da nuove efficaci illustrazioni realizzate dall’artista portoghese Bernardo Carvalho e accompagnate da semplici testi esplicativi. Le postazioni, 13 in tutto, rappresentano ognuna un piccolo laboratorio all’aperto ove cogliere e approfondire le sfaccettature di un territorio e della sua antica e recente evoluzione e riflettere sul suo futuro e sul ruolo dell’uomo nel determinarlo. Si parte e si arriva dalla stazione a monte della seggiovia, poco sotto Passo Feudo dopo aver percorso un circuito di circa 3 chilometri e mezzo e con un contenuto dislivello di 268 metri che lo rende accessibile anche alle famiglie. Un percorso di media difficoltà, da coprire in circa 3 ore. Alla partenza si arriva con gli impianti che salgono da Predazzo Gardonè o da Pampeago. La prima postazione è una barca, a testimoniare la presenza, un tempo, del mare. Mentre si sale si attraversano pareti rocciose con varie stratificazioni, orizzontali, verticali o ripiegate, risultato dello scontro tra le placche tettoniche. Continuando sul sentiero, su un tratto pianeggiante, una parete di roccia con un calco della vertebra di un ittiosauro. Dopo aver raggiunto un punto panoramico la strada sterrata lascia il posto ad un sentiero da dove si osservano alcune rocce a strisce bianco - nere, perché la lava del vulcano di Predazzo, con le eruzioni avvenute 238 milioni di anni fa, si intrufolò nella roccia calcareo-dolomitica. Dopo alcuni tornanti si raggiunge la cima del Dos Capèl dove è stato posizionato un cerchio di metallo sul quale sono evidenziate tutte le montagne. Il sentiero prosegue con un breve tratto pianeggiante, per poi scendere a zig- zag verso il Latemar, ricongiungersi alla strada forestale e infine rientrare a Passo Feudo. Corriere delle Alpi | 27 Agosto 2017

86 Rassegna Stampa – Agosto 2017


p. 27 “La montagna è una scuola va amata e rispettata” di Gianluca De Rosa AURONZO Massimiliano Ossini si è guadagnato sul campo i galloni di testimonial della montagna italiana. "Linea Bianca" in onda su Rai Uno il sabato pomeriggio, in cui il conduttore marchigiano unisce in un mix armonico professione e passione, attira una media di due milioni di telespettatori issandosi nel palinsesto di viale Mazzini come una delle trasmissioni più apprezzate anche se considerata "di nicchia". Merito delle emozioni che solo la montagna d'Italia sa trasmettere anche se il conduttore e ideatore del format svela: «Ho un debole per le Tre Cime e Cortina». Massimiliano Ossini, partiamo dai pregi e difetti delle Dolomiti bellunesi. «Parlare di pregi è facile. Le Dolomiti bellunesi sono il simbolo della montagna italiana, non a caso patrimonio Unesco la cui nomina ricorre proprio in queste ore. I difetti ruotano attorno alla loro fragilità, manifestatasi in maniera drammatica negli ultimi anni. Per la loro composizione dobbiamo immaginarci che un giorno, molto lontano, queste montagne non esisteranno più».Dietro i segnali allarmanti provenienti dalla montagna c'è la mano dell'uomo? «La montagna va rispettata e questo non sempre avviene ma il punto di inizio di ogni valutazione ruota attorno al riscaldamento climatico a cui la metà della popolazione mondiale non crede. C'è chi parla di cicli normali della natura e chi invece ragiona attorno allo scioglimento del permafrost, primissima conseguenza dell'inquinamento umano. Io personalmente sono per la seconda ipotesi ma dico questo: mettiamoci nel mezzo e ragioniamo con entrambe le teste se vogliamo davvero fare qualcosa di utile». Il turismo in montagna ha fatto registrare una escalation vertiginosa negli ultimi anni, questo è un bene o un male? «Ben vengano tutti i tipi di turisti perché a mio avviso la selezione naturale l'effettua direttamente la montagna. Alla montagna non puoi dire bugie, non puoi fregarla. Il turista occasionale se si dimostra spavaldo rischia di farsi molto male. Detto questo ho toccato con mano i benefici di una vacanza in montagna da parte di chi arriva dalla città. I cambiamenti positivi, più rispettosi nei confronti del mondo circostante, molto spesso vengono riportati in città che ne trae a sua volta beneficio. La montagna è una scuola, per questo motivo il mio auspicio è questo: bene le vacanze in estate o in inverno per sciare, ma sarebbe il caso di programmare una toccata e fuga almeno una volta al mese». I telespettatori più affezionati a Linea Bianca hanno individuato nelle Tre Cime le sue montagne preferite, conferma? «Nei tre anni di vita di Linea Bianca le Tre Cime sono l'unica montagna ad esserci sempre stata. Il segreto sta nel panorama ad ampio raggio che offre e che ti permette di fissare con un unico sguardo tutte le altre vette presenti intorno. E poi è un luogo per tutti, dall'alpinista più estremo alla famiglia. Non a caso ce le vendiamo per tutti i tipi di spot pubblicitari. Si, lo confermo, sono innamorato delle Tre Cime».Dalle Tre Cime a Cortina d'Ampezzo che lei conosce molto bene. «Se le Tre Cime sono le montagne che preferisco, il paese che amo di più è indubbiamente Cortina anche se nel caso dell'alto bellunese è importante non fossilizzarsi su un posto piuttosto che un altro. Il segreto sta nel gioco di squadra dove ognuno ha bisogno del vicino di casa per sfruttare al meglio l'enorme potenziale di cui dispone. Tornando a Cortina poi, una grande chance arriverà con i mondiali del 2021. Dovranno giocarsela bene però, intanto chiedendo aiuto alle realtà limitrofe senza chiudersi a riccio. Il campanilismo è deleterio ma la cosa più importante sarà evitare gli errori commessi a Torino. I mondiali del 2021 sono un'occasione per migliorare il futuro, lavorare in questa direzione è sinonimo di riuscita. Cambiare tutto pensando solo al presente o all'evento sportivo rischia di lasciare in eredità strutture brutte, costose e nel giro di poco tempo inutilizzabili».Chiusura dedicata agli impegni futuri.«Linea Bianca tornerà in inverno con la quarta edizione ma ora corro in Abruzzo dove c'è una situazione difficile legata ai roghi dolosi che stanno bruciando il parco della Majella. Dietro c'è la mano dell'uomo e questa è una grande sconfitta di tutti». ©RIPRODUZIONE RISERVATA 87 Rassegna Stampa – Agosto 2017


Gazzettino | 27 Agosto 2017

p. 23 edizione Belluno Manolo al Città di Fiume per parlare di montagna SELVA DI CADORE Manolo al Fiume. Questa mattina, ore 11, il celebre alpinista sarà protagonista del nuovo (e ultimo) appuntamento con Viaggi nei rifugi dell'arcipelago Dolomiti Unesco, frutto della collaborazione fra i gestori del Rifugio Roda di Vael, del Rifugio Pordenone, del Rifugio Città di Fiume e la Fondazione Dolomiti Unesco. E sarà proprio in quest'ultimo, al Rifugio Città di Fiume, che Manolo incontrerà il popolo della montagna per raccontare la sua, di montagna, dopo gli incontri vissuti con Vito Mancuso, Nives Meroi e Romano Benet. La chiacchierata con Manolo sarà moderata dalla giornalista Fausta Slanzi.

88 Rassegna Stampa – Agosto 2017


28 AGOSTO 2017 L’Adige | 28 Agosto 2017

p. 22 Sul Campanil Basso con una gamba sola 89 Rassegna Stampa – Agosto 2017


MOLVENO Gianluigi Rosa ce l'ha fatta: alle 13.30 di ieri ha suonato le campane del Campanil Basso, che ha incredibilmente scalato con una protesi alla gamba. Si è materializzata così per il terzo anno consecutivo la «magia» di «Dolomiti open», l'esperienza ideata dalla guida alpina Simone Elmi di Molveno per rendere accessibili le nostre Dolomiti anche ai disabili. Insieme a Elmi e Rosa una trentina di persone, costituita da cinque giovani disabili psichici, due musicisti, alcune guide alpine e semplici appassionati della montagna. La due giorni ha preso le mosse sabato mattina, quando il gruppo è partito da Molveno alla volta del rifugio Pedrotti. Qui, alle 17.30 circa, «l'intervista impossibile» scritta da Rosario Fichera e interpretata dai fratelli Martina e Pietro Baldrighi ha proiettato tutti i presenti agli inizi del Novecento, quando Paul Preuss aprì sul Campanil Basso la vertiginosa via est. A scandire la rappresentazione ? con Pietro Baldrighi in abiti tirolesi e corda dell'epoca a tracolla ? i brani musicali interpretati da Michele Selva (sax) e Fabrizio Biordi (trombone). Ed ecco la giornata di ieri: prima dell'alba, Elmi, Rosa e pochi altri si sono avventurati alla volta del «Basso». Alle 7.30 altre due cordate hanno imboccato la via delle Bocchette centrali. Un'ora e mezza più tardi, l'ultimo gruppo è sceso alla «Büsa degli Sfulmini». Questo infatti l'obiettivo di Dolomiti open: permettere a ognuno ? disabile o normodotato che sia ? di superare i propri limiti, e di accedere al Brenta secondo le proprie capacità. Un'idea che verso le 10 si è concretizzata attraverso un momento molto emozionante: l'esecuzione dell'Aria sulla quarta corda di Bach, a frasi alterne tra Biordi seduto penzoloni sulla «Sentinella» (una cimetta in zona Bocchette centrali) e Selva rizzato sul dirimpettaio «Stradone provinciale» che taglia a metà il Basso. Grande l'impatto visivo e acustico, che ha «rapito» decine e decine di alpinisti ? anche estranei all'organizzazione ? impegnati sui tre percorsi. Ma la soddisfazione più grande rimane quella di Rosa: a 17 anni rimasto senza gamba per un incidente in moto, a 29 ? questa la sua età attuale ? assiso su una vetta meta dei migliori alpinisti al mondo. «Devo molto ai miei genitori e agli amici che in quei momenti bui mi hanno sempre spronato e sostenuto» scandisce l'atleta della «magia». Per un giorno almeno, la scena del Brenta è stata tutta sua. Trentino | 28 Agosto 2017

90 Rassegna Stampa – Agosto 2017


p. 22 Alpinismo, l’impresa di Rosa: sul Campanil Basso con la protesi di Marcello Palmieri MOLVENO Gianluigi Rosa, ventinovenne di Lavis, ce l’ha fatta: alle 13.30 di ieri ha suonato le campane del Campanil Basso, incredibilmente scalato con una protesi alla gamba. Si è materializzata così per il terzo anno consecutivo la “magia” di Dolomiti open, l’esperienza ideata dalla guida alpina Simone Elmi di Molveno per rendere accessibili le nostre Dolomiti anche ai disabili. Insieme a Elmi e Rosa una trentina di persone, costituita da cinque giovani disabili psichici, due musicisti, alcune guide alpine e semplici appassionati della montagna. La due giorni ha preso le mosse sabato mattina, quando il gruppo è partito da Molveno alla volta del rifugio Pedrotti. Qui, alle 17.30 cica, “l’intervista impossibile” scritta da Rosario Fichera e interpretata dai fratelli Martina e Pietro Baldrighi ha proiettato tutti i presenti agli inizi del Novecento, quando Paul Preuss aprì sul Campanil Basso la vertiginosa via est. A scandire la rappresentazione – con Pietro Baldrighi in abiti tirolesi e corda dell’epoca a tracolla – i brani musicali interpretati da Michele Selva (sax) e Fabrizio Biordi (trombone). Ed ecco la giornata di ieri: prima dell’alba, Elmi, Rosa e pochi altri si sono avventurati alla volta del “Basso”. Alle 7.30 altre due cordate hanno imboccato la via delle Bocchette centrali. Un’ora e mezza più tardi, l’ultimo gruppo è sceso alla “Busa degli Sfulmini”. Questo infatti l’obiettivo di Dolomiti open: permettere a ognuno – disabile o normodotato che sia – di superare i propri limiti, e di accedere al Brenta secondo le proprie capacità. Un’idea che verso le 10 si è concretizzata attraverso un momento molto emozionante: l’esecuzione dell’Aria sulla quarta corda di Bach, a frasi alterne tra Biordi seduto penzoloni sulla “Sentinella” (una cimetta in zona Bocchette centrali) e Selva rizzato sul dirimpettaio “Stradone provinciale” che taglia a metà il “Basso”. Grande l’impatto visivo e acustico, che ha “rapito” decine e decine di alpinisti – anche estranei all’organizzazione – impegnati sui tre percorsi. Ma la soddisfazione più grande rimane quella di Gianluigi Rosa: a 17 anni rimasto senza gamba per un incidente in moto, a 29 – questa la sua età attuale – assiso su una vetta meta dei migliori alpinisti al mondo. “Devo molto ai miei genitori e agli amici che in quei momenti bui mi hanno sempre spronato e sostenuto”, scandisce l’atleta della “magia”. Per un giorno almeno, la scena del Brenta è stata tutta sua. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

91 Rassegna Stampa – Agosto 2017


Corriere delle Alpi | 28 Agosto 2017

p. 10 Belluno, il turismo vola “Estate da tutto esaurito” di Valentina Voi BELLUNO Un'estate da incorniciare per il turismo bellunese. La stagione non è ancora finita e i dati ufficiali non sono ancora disponibili ma questa è la sensazione generale tra chi lavora nel settore turistico. A partire dagli albergatori, molto soddisfatti della tendenza che ormai dallo scorso anno vede arrivare a Belluno turisti stranieri ed italiani che scelgono la città splendente per un piacevole intermezzo culturale in mezzo a tanta meravigliosa natura.«Nella settimana di Ferragosto si faceva fatica a trovare posti letto per i turisti che si rivolgevano a noi» spiega Alessandra Maccagnan, che lavora all'ufficio turistico di piazza Duomo a Belluno, «per una coppia di svedesi ho davvero temuto di dover trovar una soluzione di emergenza. Per fortuna poi 92 Rassegna Stampa – Agosto 2017


abbiamo scovato un alloggio».Anche nell'era di internet sono tanti i visitatori che si rivolgono all'ufficio turistico per trovare una sistemazione per la notte. «Si tratta ad esempio di stranieri che arrivano a piedi o in bicicletta» continua Alessandra, «gli italiani in genere sono già organizzati e passano per informazioni su attrazioni culturali o eventi». Hanno abbondantemente superato quota 5 mila gli accessi all'ufficio turistico di piazza Duomo, un po' meno rispetto allo scorso anno. «Ma noi ne intercettiamo solo una parte» spiega Renzo Poloni, presidente della fondazione Teatri delle Dolomiti, che gestisce per conto del Comune e dell'Unione montana la struttura. «In città la sensazione è che ci siamo molti più turisti rispetto allo scorso anno e la stagione non è ancora finita. I margini di miglioramento ci sono sicuramente e per questo io credo che sia necessario un coordinamento a livello provinciale. La cultura e il turismo possono giocare un ruolo importante per il futuro del Bellunese più di altri settori, bisogna puntare su questo».È d'accordo anche Matteo Alquati, che da questa primavera ha deciso di investire proprio nella ricettività turistica aprendo un bed & breakfast a Mussoi. «L'attività è cresciuta di mese in mese» spiega, «io lavoro quasi esclusivamente via internet e sarei ben felice di vedere crescere il turismo in città. Ma per questo serve fare rete in tutta la provincia». Soddisfatti anche i grandi alberghi della città. Dall'Albergo delle Alpi - «Abbiamo lavorato bene sia con i turisti che con la clientela business» spiega Angelo Caneve - all'hotel Europa Executive: «lo scorso anno è stata una bella estate e quest'anno è ulteriormente migliorata» commenta Elena Pison, «c'è stato un grosso miglioramento. L'unico appunto che mi sento di fare è che servirebbe spalmare gli eventi, invece di concentrarli. Occasioni come i mondiali di paracadutismo e il rally sul Nevegal portano molta gente e in quei momenti i posti scarseggiano».Molti turisti scelgono di visitare Belluno come intermezzo rispetto alle escursioni in montagna. «Siamo in vacanza ad Alleghe» spiega una famiglia tedesca, «Belluno è beautiful».«Frequento spesso la città» commenta Luca, sceso dall'alta via insieme al figlio Riccardo e di rientro a Rovigo, «molti degli stranieri che ho trovato per strada li ho incontrati anche in centro. In questi anni ho visto cambiare i rifugi, sono diventati molto più tecnologici».©RIPRODUZIONE RISERVATA

29 AGOSTO 2017 Alto Adige | 29 Agosto 2017

93 Rassegna Stampa – Agosto 2017


p. 31 La terrazza panoramica sul Mastlé – Col Rasier SANTA CRISTINA La seconda terrazza panoramica illustrativa delle Dolomiti patrimonio naturale dell’umanità Unesco sorgerà nel comune di Santa Cristina di Val Gardena, sul Mastlé-Col Raiser, e sarà proprio l’amministrazione municipale a mettere a disposizione i mezzi finanziari necessari. Su indicazione della Fondazione Dolomiti Unesco sono previste in totale 31 terrazze panoramiche suddivise nelle aree interessate in Alto Adige (8), Trentino e Provincia di Belluno. Con la realizzazione delle terrazze si punta a incrementare il grado di conoscenza sulle Dolomiti e a valorizzare l’intero territorio posto sotto tutela dall’Unesco. "Le terrazze panoramiche sono pensate per raccontare le peculiarità che rendono così straordinarie le Dolomiti fornendo un contributo importante per la loro comprensione e conoscenza", dice l’assessore provinciale all’ambiente Richard Theiner. "Per la loro realizzazione - aggiunge Theiner - sono stati preferiti dei punti belvedere con panorama su più cime, che si prestano all’esplicazione di caratteristiche geologiche e geomorfologiche, e in vicinanza a stazioni a monte con il passaggio di numerose persone". La prima terrazza, inaugurata nel 2015, si trova sul Monte Specie/Strudelkopf, nel parco naturale di Fanes-Senes-Braies nel comune di Dobbiaco, con panorama sulle cime di Sesto e Braies, il Cadini e il Cristallo. La terrazza sul Monte Specie, il cui prototipo era stato sviluppato dall’architetto David Messner assieme al padre, l’artista Franz Messner, è servita quale progetto pilota per le altre 7 che sorgeranno in territorio altoatesino. Il Mastlé-Col Raiser in Val Gardena è stato scelto quale sito per la seconda terrazza panoramica per le Dolomiti patrimonio Unesco, e anche il sindaco di Santa Cristina Moritz Demetz, nonché l’assessora comunale Renate Senoner, esprimono la propria soddisfazione sottolineando che «grazie a questa terrazza panoramica sarà possibile contribuire ad avvicinare il paesaggio unico delle Dolomiti alla popolazione locale e ai numerosi ospiti».(e.d.) Corriere delle Alpi | 29 Agosto 2017

94 Rassegna Stampa – Agosto 2017


p. 19 Sostenibilità ambientale nei rifugi VAL DI ZOLDO Bioenergia e sostenibilità nei rifugi alpini. Sabato 2 settembre alle 15 in uno stand allestito in piazza Santin di Forno di Zoldo verrà presentato il progetto sperimentale "Bioenergia e sostenibilità nei rifugi alpini" nel Rifugio Bosconero (Zoldo) consistente in una forma di gestione dei reflui e rifiuti mediante la combinazione di fitodepurazione e gestione anaerobica. Dopo il saluto del sindaco Camillo De Pellegrin e del presidente della locale sezione locale del Cai Federica Ciprian, il progetto verrà presentato, in modo divulgativo, tramite modelli ricostruttivi della sperimentazione creati dagli studenti/dottorandi che operano al progetto. Lo faranno la professoressa Lavagnolo (Dicea), Davide Tocchetto e la rappresentante della Fondazione Angelini. Nei loro interventi, i relatori permetteranno di comprendere le modalità dei trattamenti e la filosofia del progetto che, alla luce delle Dolomiti patrimonio dell'Umanità, riconosciute dall'Unesco, vanno nella direzione della sostenibilità, del risparmio di acqua (bene particolarmente prezioso nei rifugi), della produzione di biogas da rifiuti organici e della conservazione, nel contempo, di un paesaggio di grande bellezza nell'armonia delle sue componenti. Il modello sperimentato al Bosconero da più di dieci anni può fare scuola anche per gli altri rifugi, ma non solo. Si tratta di interventi semplici con costi ridotti di realizzazione e gestione, tali per cui i reflui vengono depurati, attraverso letti di fitodepurazione con piante autoctone e non più scaricati nell'ambiente naturale delle Dolomiti. I rifiuti organici vengono convertiti in metano, utile per la produzione di energia termica per far fronte alle necessità del rifugio e l'acqua depurata viene riutilizzata per le toilette. Mario Agostini Corriere delle Alpi | 29 Agosto 2017

95 Rassegna Stampa – Agosto 2017


p. 23 Boz e Dal Piaz, estate d’oro per i Rifugi CAI FELTRE Montagna in festa. In una stagione di boom di turismo verticale, al rifugio "Dal Piaz", meta sempre più frequentata sia da feltrini che da escursionisti stranieri, si terrà giovedì un concerto di rock argentino. Alle 19.30 suonerà il gruppo "Siete Venas" dalla Patagonia. Il "Boz" invece festeggerà domenica 10 settembre il trentacinquesimo anno di gestione di Daniele e Ginetta Castellaz. Sarà il vescovo Renato Marangoni - che tra l'altro è socio del Cai feltrino - a celebrare la messa alle 10.45 e a dare la benedizione del nuovo labaro della sezione di Feltre del Cai.Prima, il programma prevede un'escursione sul sentiero della linea gialla Monte Colsento con la guida alpina Paolo Conz. A pranzo, pasta per tutti. La giornata sarà allietata dai cori Oio di Santa Giustina e Sass Maor della valle di Primiero. Ci sarà anche la dimostrazione pratica della costruzione di una seggiola del "caregheta" Enrico Stalliviere. «La differenza per il successo di un rifugio è legata alla gestione e quelle del Boz e del Dal Piaz sono ottime, grazie a due coppie legate al territorio», commenta il presidente del Cai locale Angelo Ennio De Simoi. L'edificio intitolato a Bruno Boz è diventato bivacco nel 1970 e poi rifugio della sezione Cai di Feltre, inaugurato nel 1974 e gestito prima da Mario Scudelin e dal 1982 dall'impegno e dalla passione di Daniele e Ginetta Castellaz. «35 anni sono un traguardo notevole», sottolinea De Simoi. Che aggiunge: «Sarà una festa con tutte le componenti della sezione, perché collegata con la benedizione del labaro sezionale. Ha lo sfondo azzurro, il simbolo del Cai al centro e in basso la scritta Sezione di Feltre 1922».L'altro simbolo delle vette, fiore all'occhiello del Cai, è il rifugio Dal Piaz, che sta vivendo un'estate super in termini di frequentazione, con un cambio rispetto al recente passato del mix di fruitori: «Le Dolomiti Unesco danno una bella vetrina sul mondo, richiamando escursionisti delle Alte Vie internazionali. Arrivano nordeuropei, ma anche sudamericani, neozelandesi, australiani, asiatici. Molti israeliani, mentre sono calati i tedeschi», commenta il presidente del Cai.E poi c'è il ritorno dei feltrini: «Hanno riscoperto il piacere di fare una passeggiata. C'è gente che va anche la sera e scende con la pila frontale. Si nota anche un incremento del turismo con le biciclette elettriche, per le quali c'è un punto assistenza con la possibilità di ricaricare le batterie». Voltando pagina, sul fronte sentieristico, quattro studenti del liceo Dal Piaz hanno dato una mano preziosa nella manutenzione dei sentieri nell'ambito del progetto Alternanza scuola-lavoro in collaborazione con il Cai. Altri due ragazzi, sempre del liceo Dal Piaz, sono stati impegnati nel riclassificare i libri della sezione, costituendo la sessantatreesima biblioteca del sistema nazionale Cai.Raffaele Scottini©RIPRODUZIONE RISERVATA

96 Rassegna Stampa – Agosto 2017


30 AGOSTO 2017 Trentino | 30 Agosto 2017

p. 23 Sella senz’auto, oggi il gran finale TRENTO Si conclude oggi la sperimentazione di mobilità alternativa sul passo Sella, con il nono mercoledì di limitazione al traffico a motore. Il tema del giorno è la cucina alpina “Cook the Mountain, Dolomites Tastes Tour”, con eventi organizzati nei rifugi Comici, Passo Sella Mountain Resort, Salei, Valentini, Friedrich August e Des Alpes (info su www.dolomitesvives.com). L’accesso al passo sarà chiuso ai mezzi a motore su entrambi i versanti dalle 9 alle 16 con servizio bus pubblico ogni 15 minuti.

97 Rassegna Stampa – Agosto 2017


31 AGOSTO 2017 L’Adige | 31 Agosto 2017

p. 43 Un aiuto a SportAbili PREDAZZO La denominazione è «Quattro esse: sfreccio, scivolo, salgo, sorrido» ed è il titolo di un progetto di «crowdfunding» o «finanziamento collettivo» (dall'inglese crowd, folla, e funding, finanziamento) promosso dall'associazione SportAbili di Predazzo. Una pratica di microfinanziamento dal basso, attraverso il quale si vuole far sì che le persone con disabilità provenienti da tutta Italia possano venire a contatto con il contesto naturale unico al mondo delle Dolomiti, patrimonio dell'Unesco, e avere la disponibilità di una organizzazione di tecnici e volontari preparati ed esperti per vivere le più emozionanti esperienze sportive nei più diversi settori: sci alpino, sci nordico, scialpinismo, escursionismo, roccia, bici, mountain bike, rafting ed ogni tipo di attività all'aria aperta. Il progetto è stato presentato nell'aula magna del municipio di Predazzo dalla presidente di SportAbili Iva Berasi e dai suoi collaboratori, anche attraverso un bellissimo video di un paio di minuti, prodotto da Fulvio Demartin e commentato da Alberto Benthimol, tecnico, istruttore, maestro di sci ed allenatore di ragazzi disabili, quindi particolarmente vicino a questo mondo, ricco di problemi ma anche impregnato di valori. Il progetto, come ha sottolineato la presidente, appare impegnativo ma alla portata dell'associazione se riuscirà a trovare la disponibilità di tanti donatori, con la speranza di raccogliere in 40 giorni 12.500 euro, quota che, se raggiunta, consentirebbe all'associazione di poter contare sul raddoppio della stessa cifra da parte della Fondazione Vodafone. In caso contrario, non se ne farebbe nulla. Per questo è stato forte l'appello di Iva Berasi perché la gente si senta direttamente coinvolta e consenta di centrare questo obiettivo, offrendo a tante persone l'opportunità di godere delle bellezze delle montagne più belle del mondo e di vivere grandi 98 Rassegna Stampa – Agosto 2017


emozioni sportive. Ricordando che sono già centinaia i disabili che vengono in val di Fiemme ad imparare uno sport. «Una piattaforma semplice - ha precisato - che si basa sull'immediatezza del messaggio e sulla facilità del donare, secondo un sistema già utilizzato anche da molte aziende. La nostra sfida è quella di coinvolgere al meglio la comunità di riferimento». Il progetto sarà online a partire dal 4 settembre, quando si aprirà appunto, per 40 giorni, la raccolta di fondi, seguita passo passo, quotidianamente, via Internet, in modo da rendere pubblico il processo di avvicinamento all'obiettivo prefissato. Pr sostenere concretamente il progetto, bastano cinque semplici passi: andare sul sito www.ognisportoltre.it , nel menù principale cliccare su «progetti», cercare «Quattro esse», inserire i propri dati e fare la donazione. Possibilmente coinvolgendo anche altre persone, amici e conoscenti. Per i donatori sono previste delle ricompense, con premi di varia natura, offerti dalle aziende valligiane. La sfida è partita. Con la speranza che sia una sfida vincente. Alto Adige | 31 Agosto 2017

p. 23 Passi chiusi, il prossimo sarà il Costalunga BOLZANO 99 Rassegna Stampa – Agosto 2017


La grande bellezza del passo Sella immerso nel silenzio è andata in scena ieri, per l’ultima volta in questa stagione, con DolomitesVives. Tante le persone salite sul valico per il nono mercoledì dell’estate con accesso sostenibile, dalle 9 alle 16, dedicato alle proposte culinarie dei sei chef stellati di “Cook the mountain”. È finita la prima, ma è già annunciata la replica. «Indietro non si torna - dice l’assessore all’ambiente altoatesino Richard Theiner - anzi l’intenzione è di ampliare la sperimentazione: lo faremo correggendo eventuali errori fatti quest’anno e coinvolgendo tutti, anche il Veneto dopo l’ottima collaborazione con la Provincia di Trento. Per la prima volta in Italia una strada è stata chiusa al traffico in nome della tutela dell'ambiente, e i feedback che abbiamo ricevuto sia dai residenti che dai turisti sono stati positivi. Nelle prossime settimane esamineremo assieme a tutti gli attori di quest’ esperienza i risultati dello studio in fase di completamento da parte dell'Eurac (sarà presentato in ottobre, ndr), che analizzerà tramite sondaggi di qualità l'impatto della chiusura dei passi sulla quotidianità di residenti e ospiti, nonchè sulle imprese attive nel turismo e nel settore produttivo, si può già abbozzare un primo bilancio, che risulta più che soddisfacente. I nove eventi, suddivisi nelle tre tematiche musica, gusto e miti, hanno visto una buona affluenza di pubblico, quantificabile in circa 200-300 persone per ogni appuntamento». Una nuova ipotesi. D’accordo anche l’assessore alla mobilità Florian Mussner: «Abbiamo dimostrato che c’è anche un altro modo per andare sui passi che consente di rispettare l’ambiente». Mentre il ricorso degli operatori economici dei passi è tuttora pendente al Tar (ma ai ricorrenti è stata negata la sospensiva urgente) c’è un’ipotesi rivoluzionaria sul tavolo: tentare l’allargamento dell’esperimento al passo Costalunga, al confine tra Bolzano e Trento come il Sella, particolarmente trafficato in estate. Un’ipotesi ambiziosa e difficile, si tratta di una via di collegamento importante, ma comunque possibile in base alle nuove competenze delle due Province autonome. «È stata un’esperienza positiva, un esperimento tra i primi di questo genere in Europa, che ha destato interesse: c’è pure chi ci ha chiesto il “brevetto” di Dolomites Vives per realizzare l’iniziativa in altre località», ha dichiarato l’assessore provinciale alle infrastrutture e all’ambiente Mauro Gilmozzi che ieri dal passo ha raggiunto a piedi il Rifugio Friedrich August. Un progetto pilota che, sulla strada della sostenibilità, ha visto unite le Province di Trento e Bolzano: «La governance dei passi non può che essere collaborativa, ecco perché - ha aggiunto - dopo quest’esperienza, si dovrà aprire un dialogo anche con il Veneto. Essere arrivati alla fine, con il gradimento e il sostegno dei turisti e di molti di coloro che hanno partecipato al progetto, è di per sé un ottimo risultato. Ma la sfida che abbiamo di fronte resta ancora questa: l’accesso sostenibile ai passi. Che sia emersa questa volontà in modo chiaro ci permetterà di confrontarci, aprendo anche all’apporto partecipativo degli operatori più spaventati che, nel corso dei diversi mercoledì, si sono in parte rasserenati». La linea green. Sul fatto che sia necessario andare avanti il governatore Ugo Rossi è d’accordo e - dopo essersi confrontato pure con il collega altoatesino Arno Kompatscher - conferma la linea green: «E’ questo l’approccio giusto per il nostro ambiente e il nostro turismo». Rossi ammette che “gli operatori turistici hanno accusato una diminuzione degli accessi che dovrà essere affrontata” ma parla di “estensione del progetto” e anche della necessità di finanziare la mobilità sostenibile: «Mi immagino parcheggi interrati e quindi poco impattanti (in fondo valle ma anche in quota) gestiti a pagamento i cui introiti dovranno finanziare la nuova mobilità, ad esempio con mezzi di trasporto pubblico elettrici». Il governatore ha parlato anche di ipotesi di pedaggio (sempre finalizzato a finanziare le nuove forme di mobilità) e conferma: «L’esperimento di quest’anno è un punto di partenza, con la strada al servizio delle attività sportive o del silenzio». Gli impiantisti. Sul fronte degli impiantisti meno entusiasmo, come emerge dalle parole di Daniele Dezulian, amministratore degli impianti a fune della valle di Fassa: «Solo alcuni eventi organizzati nei mercoledì (in particolare I Suoni delle Dolomiti) hanno evidenziato aumenti significativi nei passaggi sui nostri impianti a fune. E contemporaneamente alla chiusura del Sella abbiamo registrato una diminuzione di accessi sul Pordoi. D’accordo a lavorare per l’aumento della qualità ambientale dei nostri passi, ma la chiusura è un intervento molto penalizzante».

100 Rassegna Stampa – Agosto 2017


Alto Adige | 31 Agosto 2017 p. 23 I verdi: “Bisogna imporre un cambio di abitudini” «Quella di ieri è stata la conclusione - si legge in una nota del gruppo provinciale verde - di un tentativo molto cauto e tentennante di venire incontro ad antiche richieste di ambientalisti e per cercare di riportare un po’ di calma e silenzio sulle Dolomiti, ormai tormentate da un forte inquinamento acustico e atmosferico. Abbiamo apprezzato questa misura minima, ritenendola un primo passo nella giusta direzione». Secondo i verdi però, “la chiusura di un solo passo, in un solo giorno della settimana non poteva provocare altro che uno spostamento temporale o geografico, verso altri giorni o altre tratte, del flusso turistico. Se il passo Sella è chiuso di mercoledì, ci si va di giovedì”. «L’intenzione era piuttosto quella di sondare il terreno e di misurare l’opposizione degli operatori economici e turistici (cosa che si è prontamente verificata). La natura però non permette mezze misure. Dopo questa prima fase è importante ora fare altri passi, proseguendo nella giusta direzione. La chiusura dei Passi dolomitici deve essere ampliata in modo da rendere necessario un cambiamento della richiesta e dell’offerta turistica sulle Dolomiti. Solo nel momento in cui non ci sarà un’alternativa, che permetta di spostarsi in altri giorni o su altre tratte, solo allora si cercheranno modalità alternative di fare vacanza».

101 Rassegna Stampa – Agosto 2017


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.