Rassegna Stampa Dolomiti UNESCO | Gennaio 2016

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GENNAIO2016

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2 Rassegna stampa - Gennaio 2016 Il Gazzettino | 20 Gennaio 2016

Il Gazzettino | 20 Gennaio 2016

Vette feltrine multimediali, grazie al Cai Feltre e regionale e al Parco nazionale Dolomiti bellunesi. Da settembre è infatti attivo l'Anello della Busa delle Vette all'interno del progetto Sentieri parlanti che nel Bellunese vede attivi anche il Popera e il Pelmo. Un vero e proprio fiore all'occhiello per la commissione culturale e Tutela ambiente montano del sodalizio feltrino, a conclusione di un triennio ricco di attività e alla vigilia di elezioni che rinnoveranno sensibilmente il consiglio direttivo del Cai cittadino: 8 membri su 13, presidente compreso, non potranno, da statuto, ricandidarsi.

«Il progetto Sentieri parlanti relativo all'Anello della Busa delle Vette è stato completato in settembrespiega Enzo Galeone, presidente della commissione culturale e Tam - e nei primi mesi di vita ha già registrato oltre 2mila visite. Pensato per chi possiede uno smartphone, il progetto è legato a una applicazione scaricabile, anche dal sito del Cai Veneto che funziona sia online che offline. Nel caso specifico, consente di avere informazioni di tipo geologico, naturalistico e antropico sul circuito pensato per la Busa delle Vette». Se Sentieri parlanti è il fiore all'occhiello, non sono da dimenticare i progetti legati alla valorizzazione del territorio feltrino in collaborazione con il Fondaco per Feltre e legati alla Fondazione Dolomiti Unesco, l'impegno contro lo sfruttamento dell'acqua, il programma per il recupero e la salvaguardia della torbiera di Lipoi, le collaborazioni con gli istituti scolastici. Altrettanto ricca è l'offerta della scuola di alpinismo, sci alpinismo e arrampicata libera, da tre anni legata a quella di sci fondo escursionismo. Sorta nel 1967 conta una quarantina di istruttori e propone regolarmente corsi base e avanzati. Da essa sono usciti la maggior parte dei volontari locali del soccorso alpino e speleologico. Istruttori e volontari che, come gli altri soci Cai feltrini, sono chiamati a rinnovare la tessera per il 2016 e a presentarsi all'assemblea per il rinnovo delle cariche, che si svolgerà venerdì 26 febbraio. E soprattutto, i soci Cai sono invitati a candidarsi, per consentire al sodalizio di portare avanti le numerose iniziative pensate per chi ama la montagna.

«A Cortina non costruiremo cattedrali nel deserto, per i Mondiali di sci: ogni intervento terrà conto dell'ambiente, il vero patrimonio del nostro territorio». Il sindaco Andrea Franceschi ha ripetuto più volte questo concetto, che considera una delle basi della candidatura ai Campionati del mondo di sci alpino del 2021. Ora si passa dalle parole a un documento scritto: domenica 24 gennaio sarà presentata la Carta di Cortina. L'incontro avverrà alle 10, pochi minuti prima della gara di supergigante femminile di Coppa del mondo, al traguardo di Rumerlo, in fondo alla pista Olimpia delle Tofane. Con il sindaco Franceschi ci sarà Gian Luca Galletti, ministro dell'Ambiente. Con loro interverranno Flavio Roda, presidente della Federazione italiana sport invernali, Valeria Ghezzi, presidente nazionale esercenti impianti a fune; Andrea Segrè, del comitato scientifico del programma nazionale dei rifiuti del Ministero dell'Ambiente; Claudio Pedrotti presidente della Provincia di Pordenone, per la Fondazione Dolomiti Unesco; Veronica Nicotra, segretaria generale dell'associazione comuni d'Italia. La Carta di Cortina vuole essere un documento sulla sostenibilità degli sport invernali, un percorso da condividere, per i Mondiali 2021, un impegno da sottoscrivere, come recita il tema dell'incontro. Significa che tutti gli interventi, previsti in valle e nel territorio, dovranno rispettare l'ambiente, senza creare strutture di grande impatto, senza impianti che non abbiano utilità dopo l'evento. Dovranno pertanto essere Mondiali «verdi», nella tutela del paesaggio dolomitico, vero patrimonio d'Ampezzo e della montagna veneta.

Attesa per la Carta di Cortina «Serve sviluppo sostenibile» (M.Dib) Domenica, a Rumerlo, al traguardo della pista Olimpia delle Tofane, poco prima della partenza della gara di Coppa del mondo di sci, saranno elencati i principi che dovranno ispirare l'azione della fondazione che promuove e organizzerà i Campionati del mondo 2021. Alle 10 sarà presentata la Carta di Cortina sulla sostenibilità degli sport invernali, con cui ci si impegna concretamente nella tutela del territorio, in occasione degli eventi sportivi invernali e in vista di quei Mondiali. Il documento sarà illustrato da Gian Luca Galletti, ministro dell'Ambiente, e da Andrea Franceschi, sindaco di Cortina d'Ampezzo. «Partecipo con grande convinzione a questo appuntamento - dichiara Franceschi - perché credo che una riflessione sullo sviluppo sostenibile sia fondamentale, soprattutto in questo momento. Confermo che ci impegneremo sempre di più nella tutela dell'ambiente e nel rendere tutti più consapevoli e orientati verso politiche verdi Nell'ottica di un futuro che va oltre i Mondiali 2021». Sarà un momento di riflessione e condivisione, con la presenza di Flavio Roda, presidente Federazione italiana sport invernali; Valeria Ghezzi, presidente associazione impianti a fune; Andrea Segrè, fondatore di Last minute market e presidente del comitato per lo sviluppo del programma nazionale di prevenzione dei

A Rumerlo però si dovrà giungere, nel progetto della candidatura, con una strada rinnovata, dal costo previsto di otto milioni di euro, che contribuirà a portare auto in montagna, al contrario delle recenti tendenze, che mirano a far arrivare gli sciatori sulle piste con gli impianti.

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La scelta di Rumerlo, per la presentazione, è doppiamente simbolica: nella data, proprio nel momento culminante della settimana di Coppa del mondo di Cortina; nel luogo, proprio dove, fra cinque anni, ci sarà l'arrivo di tutte le gare dei Mondiali, che saranno assegnati il prossimo mese di giugno a Cancun, in Messico.

Il Gazzettino | 21 Gennaio 2016

4 Rassegna stampa - Gennaio 2016 rifiuti, del ministero dell'Ambiente; Claudio Pedrotti, presidente della provincia di Pordenone per Fondazione Dolomiti Unesco; Veronica Nicotra, segretario generale associazione comun d'Italia. Tutti assieme condivideranno analisi e strategie, apripista a un modello di sostenibilità condiviso tra tutte le località turistiche di montagna.

C’è un progetto di ampio respiro dietro al documento che sarà firmato domenica dal ministro Galletti Una Carta per conciliare natura e impianti CORTINA Con la “Carta di Cortina” sulla sostenibilità degli sport invernali, la Regina delle Dolomiti, si impegna concretamente nella tutela del territorio, in occasione degli eventi sportivi invernali e in vista dei Mondiali 2021. È questo l’obiettivo del documento che, come annunciato ieri, sarà presentata domenica dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e dal sindaco di Cortina, Andrea Franceschi. All’incontro interverranno anche Flavio Roda, presidente Fisi; Valeria Ghezzi, presidente Anef; Andrea Segrè, presidente del Comitato tecnico scientifico per l’implementazione e lo sviluppo del Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti del ministero dell’Ambiente; Claudio Pedrotti, presidente della provincia di Pordenone per Fondazione Dolomiti Unesco; Veronica Nicotra, segretario generale Anci. L’incontro servirà a condividere analisi e strategie che potrebbero fare da apripista ad un modello di sostenibilità condiviso tra tutte le località turistiche di montagna. «Gli sport invernali», spiega il sindaco Franceschi, «sono un settore chiave nell’economia di molte località alpine, ma al contempo rappresentano un modello di sviluppo il cui impatto deve essere attentamente valutato soprattutto in contesti d’eccezionale valore ambientale e paesaggistico come le Dolomiti patrimonio dell’Umanità. Un riconoscimento che chiama alla responsabilità di sviluppare un’azione d’innovazione culturale che coniughi esigenze di conservazione e di sviluppo». L’amministrazione locale di Cortina e gli operatori del settore degli sport invernali, insieme al ministero dell’Ambiente e alla Fondazione Dolomiti Unesco hanno pertanto intrapreso un percorso virtuoso che ha portato alla redazione di questo documento condiviso. Obiettivo: adottare strategie che coniughino la sostenibilità economica con quella ambientale, promuovendo un turismo sostenibile in un territorio d’eccezionale valore universale. Un impegno che, in concreto, significa molte cose: a partire dall’inserimento della sostenibilità ambientale negli sport invernali all’interno dell’agenda internazionale in materia di protezione dell’ambiente. Nel testo della “Carta di Cortina” si prevede di avviare un processo partecipato con le comunità locali per identificare le principali cause degli impatti ambientali connessi agli sport invernali, le possibili soluzioni e gli ambiti di intervento. Nasceranno poi dei programmi nazionali rivolti al tema degli sport invernali, affiancati da campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini. La “Carta di Cortina” insiste proprio sul coinvolgimento dei cittadini, ribadendo la necessità di un impegno condiviso, che riguardi non solo gli enti e le istituzioni, ma anche gli abitanti e le imprese del territorio: educazione nelle scuole, partecipazione degli attori sociali per il raggiungimento dei target di riduzione dell’impatto ambientale, incentivi e facilitazioni per le realtà private che vanno in questa direzione. Un grande percorso strategico, insomma, per garantire la sostenibilità, la sicurezza e la qualità degli sport invernali. «Credo che una riflessione sullo sviluppo sostenibile sia fondamentale», conclude Franceschi, «e confermo che ci

Corriere delle alpi | 21 Gennaio 2016

La conferenza vuole essere un momento di riflessione e condivisione. Con il ministro e il sindaco ci saranno Flavio Roda, presidente FISI; Valeria Ghezzi, presidente ANEF; Andrea Segrè, fondatore di Last Minute Market e presidente del Comitato per lo sviluppo del Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti (Ministero dell’Ambiente); Claudio Pedrotti, presidente della provincia di Pordenone per Fondazione Dolomiti UNESCO; Veronica Nicotra, segretario generale ANCI, per condividere analisi e strategie che potrebbero fare da apripista a un modello di sostenibilità condiviso tra tutte le località turistiche di Glimontagna.sportinvernali

Una Carta per tutelare il territorio, riducendo l’impatto ambientale dei grandi eventi sportivi invernali, in vista dei Mondiali 2021. È la nuova sfida di Cortina d’Ampezzo, nata in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente, sulla scia delle ultime risoluzioni in tema ambientale, come l’accordo di Parigi dello scorso Saràdicembre.presentata domenica 24 gennaio a Cortina d’Ampezzo, dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e dal sindaco del comune di Cortina d’Ampezzo, Andrea Franceschi, la Carta di Cortina sulla sostenibilità degli sport invernali, con cui la Regina delle Dolomiti si impegna concretamente nella tutela del territorio, in occasione degli eventi sportivi invernali e in vista dei Mondiali 2021.

sono un settore chiave nell’economia di molte località alpine, ma al contempo rappresentano un modello di sviluppo il cui impatto deve essere attentamente valutato, soprattutto in contesti d’eccezionale valore ambientale e paesaggistico come le Dolomiti Patrimonio dell’Umanità. Un riconoscimento che chiama alla responsabilità di sviluppare un'azione d’innovazione culturale che coniughi esigenze di conservazione e di sviluppo. L’amministrazione locale di Cortina e gli operatori del settore degli sport invernali, insieme al Ministero dell’Ambiente e alla Fondazione Dolomiti UNESCO hanno intrapreso un percorso virtuoso che ha portato alla redazione di questo documento condiviso. Obiettivo: adottare strategie che coniughino la sostenibilità economica con quella ambientale, promuovendo un turismo sostenibile in un territorio d’eccezionale valore universale, iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale.

Sport invernali e sostenibilità: nasce la “Carta di Cortina”

impegneremo sempre di più nella tutela dell’ambiente e nel rendere tutti più consapevoli e green oriented. Nell’ottica, naturalmente, di un futuro che va oltre i Mondiali del 2021». (a.s.)

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Un impegno che, in concreto, significa molte cose: che la sostenibilità ambientale sia certificata e che la valorizzazione consapevole del territorio sia al centro della programmazione dei Mondiali 2021; che sarà avviato un processo partecipato con le istituzioni e le comunità locali per identificare le principali cause degli impatti ambientali connessi agli sport invernali, le possibili soluzioni e gli ambiti di intervento.

Nasceranno dei Programmi Nazionali rivolti al tema degli sport invernali, affiancati da campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini.

Voci di Cortina | 21 Gennaio 2016

BELLUNO Siglato un documento sulla sostenibilità degli sport invernali, presente il ministro Galletti Cortina d'Ampezzo, già nell'immediato, potrà fare da apripista a un modello di sostenibilità diffuso fra tutte le località turistiche di montagna: indicare la via da seguire per organizzare grandi eventi sportivi, con la massima attenzione per l'ambiente naturale. È il contenuto della «Carta di Cortina - un documento sulla sostenibilità degli sport invernali, un percorso da condividere, per i Mondiali 2021, un impegno da sottoscrivere». In calce a quel foglio ieri hanno apposto le firme Gian Luca Galletti, ministro dell'Ambiente; Giovanni Malagò, presidente Coni; il sindaco ampezzano Andrea Franceschi; Cristiano Corazzari, assessore regionale al territorio del Veneto; Flavio Roda presidente Federazione italiana sport invernali; Enrico Ghezze dell'associazione impianti a fune; Andrea Segré, del programma nazionale di prevenzione dei rifiuti del ministero dell'Ambiente; Claudio Pedrotti presidente della Provincia di Pordenone, per la fondazione Dolomiti Unesco; Veronica Nicotra segretario associazione dei comuni d'Italia. «Oggi incomincia un percorso importante per i Mondiali 2021, ma che va ben oltre quella data, con una serie di azioni che porteranno Cortina ad essere una eccellenza ambientale: non soltanto Regina delle Dolomiti, ma anche della sostenibilità» - ha esordito il ministro Galletti. «La sostenibilità ambientale può essere un punto di forza, per ottenere i Mondiali: è diventata elemento determinante. Lo è, a maggior ragione, per comuni come Cortina, che anno la sfida del turismo ambientale: si vince soltanto se portata avanti da tutti. È questo il punto forte di questo protocollo» - ha concluso il ministro.

Il Gazzettino | 25 Gennaio 2016

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Cortina, una "carta" per i Mondiali

La Carta di Cortina insiste proprio sul coinvolgimento dei cittadini, ribadendo la necessità di un impegno condiviso, che riguardi non solo gli enti e le istituzioni, ma anche gli abitanti e le imprese del territorio: educazione nelle scuole, partecipazione degli attori sociali per il raggiungimento dei target di riduzione dell’impatto ambientale, incentivi e facilitazioni per le realtà private che vanno in questa direzione. Un grande percorso strategico, insomma, per garantire la sostenibilità, la sicurezza e la qualità degli sport «Partecipoinvernali. con grande convinzione a questo appuntamento» dichiara il Sindaco di Cortina Andrea Franceschi «perché credo che una riflessione sullo sviluppo sostenibile – soprattutto in questo momento –sia fondamentale, e confermo che ci impegneremo sempre di più nella tutela dell’ambiente e nel rendere tutti più consapevoli e green oriented. Nell’ottica, naturalmente, di un futuro che va oltre i Mondiali del 2021».

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Il documento è stato firmato dal Comune e dal ministero dell’Ambiente: l’obiettivo è la tutela del territorio montano Dodici impegni nella “Carta di Cortina” di Alessandra Segafreddo CORTINA Firmata ieri, al Caminetto, in Tofana, la Carta di Cortina. Un documento in 12 punti che rispecchiano altrettanti impegni che i firmatari si sono assunti per i Mondiali di sci alpino 2021 e oltre. Alla base la volontà di non deturpare l'ambiente, di tutelare il territorio, riducendo l’impatto ambientale. L’idea è nata dalla collaborazione fra il Comune di Cortina e il ministero dell’Ambiente, con l'obiettivo di rafforzare un modello di sviluppo turistico fondato sull’efficienza nell’uso delle risorse come acqua e suolo, sulla limitazione delle emissioni di gas serra e dei costi energetici. «Con questa firma», ha spiegato il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, «comincia un percorso importante verso i Mondiali del 2021, ma che va oltre quel traguardo, perché vuole portare Cortina ad essere un'eccellenza in campo ambientale. Nella Carta abbiamo identificato 12 punti forti per vincere la sfida del turismo ambientale, ed è indispensabile che venga tradotto velocemente in azioni: abbiamo un brand vincente, un forte coinvolgimento che va dagli amministratori ai cittadini, un'attrattiva naturale straordinaria. La sfida è alta: non solo Regina delle Dolomiti, Cortina deve essere anche Regina della Sostenibilità». «Gli sport invernali», è la conferma del sindaco Andrea Franceschi, «sono un settore fondamentale per la nostra economia e per tutte le Dolomiti, ma lo sviluppo in ottica 2021 deve coincidere con il rispetto di questo straordinario contesto ambientale e paesaggistico come le Dolomiti Patrimonio dell’Umanità. Il nostro impegno sarà quello di garantire che la sostenibilità ambientale sia certificata e che la valorizzazione del territorio sia al centro della programmazione dei Mondiali che verranno. Sarà fondamentale coinvolgere istituzioni, comunità locali e soprattutto le scuole e, contestualmente, incentivare e facilitare le aziende. In sostanza si devono diffondere le migliori pratiche affinché i nostri figli, e i figli dei nostri figli, possano vivere in un

Corriere delle Alpi | 25 Gennaio 2016

«La montagna del veneto non resti indietro, rispetto ai competitori internazionali - ha ammonito l'assessore Corazzari - e Cortina faccia da apripista. È un'opportunità assolutamente vincente per tutto il territorio. La Regione è determinata a portare avanti progetti di sensibilizzazione sul tema della sostenibilità, come realtà vicine stanno già facendo. Dal Governo devono arrivare risorse importanti». Un approfondimento viene da Claudio Pedrotti, presidente di Pordenone: «Il tema dei grandi eventi in montagna, conciliati con la conservazione del patrimonio naturale, da tramandare, è uno dei nodi fondamentali da affrontare e la fondazione Dolomiti Unesco è esattamente allineata, da sempre. Lo sta dimostrando con la strategia, che verrà presentata a fine gennaio, a dimostrare che l'impegno di oggi è coerente con quanto già tracciato. Pordenone avrà la futura presidenza della fondazione: noi crediamo nella partecipazione, ma soprattutto nel continuo monitoraggio delle ricadute sul territorio, di quanto verrà fatto».

Sostenibilità e sport invernali: Carta di Cortina, c’è la firma Siglato il documento che ha l’obiettivo di garantire la sostenibilità, la sicurezza e la qualità degli sport invernali e che vuole fare di Cortina un modello esportabile anche in altri comuni italiani. Cortina d’Ampezzo, 24 gennaio 2016_Si è tenuta questa mattina a Rumerlo, alla presenza del Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, la conferenza dal titolo Sport Invernali e Sostenibilità. Obiettivo dell’incontro è stato quello di condividere analisi e strategie che, partendo dall’esempio di Cortina, già nell’immediato potrebbero fare da apripista a un modello di sostenibilità diffuso fra tutte le località turistiche di montagna e, appunto, quello di firmare la Carta di Cortina.I PARTECIPANTI – All’incontro hanno partecipato il Sindaco di Cortina d’Ampezzo Andrea Franceschi, ilMinistro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, l’Assessore Regionale al Territorio Cristiano Corazzari, Flavio Roda, Presidente FISI, Enrico Ghezze, Consigliere Delegato ANEF, Andrea Segrè, fondatore di Last Minute Market e Presidente del Comitato per lo sviluppo del Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti (Ministero dell’Ambiente),Claudio Pedrotti, Presidente della provincia di Pordenone per Fondazione Dolomiti UNESCO eVeronica Nicotra, Segretario Generale ANCI. Grande soddisfazione anche per l’arrivo a sorpresa di Giovanni Malagò, Presidente del CONI, che ha voluto partecipare alla conferenza, portare il suo contributo e firmare la Carta di Cortina: «Ho partecipato volentieri a questo incontro – ha dichiarato –, il tema della sostenibilità negli sport invernali è molto importante, è un bene che ci si impegni concretamente nella tutela del territorio in occasione degli eventi sportivi invernali e anche in vista dei Mondiali 2021». LA CARTA DI CORTINA – Al termine

www.radiocortina.com | 25 Gennaio 2016

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ambiente che non sia conseguenza del nostro egoismo, ma sia il risultato del nostro rispetto. Questo è ciò che io chiamo innovazione». Molti gli interventi, tra cui l’assessore regionale Corazzari: «Cortina fa da apripista ad un’iniziativa che è un’opportunità assolutamente vincente per tutto il territorio. Come Regione siamo molto determinati a portare avanti progetti di sensibilizzazione sul tema della sostenibilità, come realtà vicine stanno già facendo. Dal Governo devono arrivare risorse importanti». Vivere in un ambiente che va tutelato è quello che ogni giorno sperimentano sportivi ed impiantisti. «La Fisi ben rappresenta il concetto di sostenibilità nello sport e nella vita della montagna», ha sottolineato il presidente Flavio Roda, «è nel Dna e nella cultura dei nostri atleti vivere la montagna con rispetto e passione». «Alla Carta di Cortina abbiamo lavorato con impegno e convinzione e con l’ottima collaborazione di tutti», conferma soddisfatto Enrico Ghezze, consigliere Anef, «da parte nostra per i Mondiali abbiamo in programma alcuni nuovi impianti e, naturalmente, l’obiettivo è quello di non stravolgere in alcun modo l’ambiente». «L’auspicio è quindi», chiosa Claudio Pedrotti della Fondazione Unesco, «che l’impegno definito con la Carta di Cortina ci permetta di intraprendere un adeguato percorso di partecipazione che coinvolga non solo le istituzioni ma tutti i portatori d'interesse attivi sul territorio».

IL MINISTRO – «Oggi – afferma il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – comincia un percorso comune importante verso i Mondiali del 2021, ma che va oltre quel traguardo, perché vuole portare Cortina ad essere un’eccellenza in campo ambientale. Nella Carta abbiamo identificato 12 punti forti per vincere la sfida del turismo ambientale, ed è indispensabile che venga tradotto velocemente in azioni: abbiamo un brand vincente, un forte coinvolgimento che va dagli amministratori ai cittadini, un’attrattiva naturale straordinaria. La sfida è alta: non solo Regina delle Dolomiti, Cortina deve essere anche Regina della

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L’ASSESSORESostenibilità».AL

IL PRESIDENTE DELLA FISI – « La FISI ben rappresenta il concetto di sostenibilità nello sport e nella vita della montagna. È del DNA e nella cultura dei nostri atleti vivere la montagna con rispetto e passione. La Federazione – dichiara Flavio Roda, Presidente della FISI – supporta pienamente il protocollo siglato oggi, un passo importante per la montagna e per Cortina anche tenuto conto della candidatura al Mondiale

GENERALE ANCI – «La Carta di Cortina è importante perché consente di avviare molte iniziative anche in altri comuni italiani – sostiene Veronica Nicotra, Segretario Generale dell‘ANCI –Associazione Nazionale dei Comuni Italiani. Il compito dell’ANCI – continua il Segretario – è strategico per la valorizzazione e la diffusione di buone pratiche come quella proposta qui a Cortina d’Ampezzo, che in questo caso si dimostra un caso davvero esemplare di turismo sostenibile che vogliamo promuovere. Grande importanza rivestono inoltre i grandi eventi per lo sviluppo a 360 gradi del territorio».

IL SINDACO – «Gli sport invernali sono un settore fondamentale per la nostra economia e per tutte le Dolomiti, ma lo sviluppo in ottica 2021 deve coincidere con il rispetto di questo straordinario contesto ambientale e paesaggistico come le Dolomiti Patrimonio dell’Umanità. Il nostro impegno – conferma il Sindaco di Cortina d’Ampezzo Andrea Franceschi – sarà quello di garantire che la sostenibilità ambientale sia certificata e che la valorizzazione del territorio sia al centro della programmazione dei Mondiali che verranno. Sarà fondamentale coinvolgere istituzioni, comunità locali e soprattutto le scuole e, contestualmente, incentivare e facilitare le aziende. In sostanza – conclude Franceschi – si devono diffondere le migliori pratiche affinché i nostri figli, e i figli dei nostri figli, possano vivere in un ambiente che non sia conseguenza del nostro egoismo, ma sia il risultato del nostro rispetto. Questo è ciò che io chiamo innovazione».

dell’iniziativa è stata siglata da tutti i partecipanti la Carta di Cortina sulla sostenibilità degli sport invernali, con cui la Regina delle Dolomiti si impegna concretamente nella tutela del territorio, riducendo l’impatto ambientale in occasione dei grandi eventi sportivi invernali, in vista dei Mondiali 2021. L’idea è nata dalla collaborazione fra il Comune di Cortina d’Ampezzo e il Ministero dell’Ambiente, sulla scia delle ultime risoluzioni in tema ambientale, come l’accordo di Parigi dello scorso dicembre. Obiettivo della Carta: rafforzare un modello di sviluppo turistico green oriented fondato sull’efficienza nell’uso delle risorse come acqua e suolo, sulla limitazione delle emissioni di gas serra e dei costi energetici. Seguono le dichiarazioni di tutti i partecipanti all’evento.

TERRITORIO – «Cortina fa da apripista ad un’iniziativa importante – dichiara l’Assessore Regionale al Territorio Cristiano Corazzari –, ed è un’opportunità assolutamente vincente per tutto il territorio. Come Regione siamo molto determinati a portare avanti progetti di sensibilizzazione sul tema della sostenibilità, come realtà vicine stanno già facendo. Dal Governo – conclude l’Assessore regionale –devono arrivare risorse importanti».

IL2021».SEGRETARIO

LA FONDAZIONE DOLOMITI UNESCO – «L’auspicio è quindi – ha affermato il Presidente della Provincia di Pordenone Claudio Pedrotti nel suo intervento – che l’impegno definito con la Carta di Cortina ci permetta di intraprendere un adeguato percorso di partecipazione che coinvolga non solo le istituzioni ma tutti i portatori d’interesse attivi sul territorio. Lo scopo comune è sviluppare politiche attente alle specificità dei

La sostenibilità declinata negli ecosistemi alpini e montani, particolarmente toccati dai cambiamenti climatici, nell’organizzazione degli eventi sportivi diventa valore a sostegno dello sviluppo turistico ed economico del territorio. Con la Carta di Cortina promuove, in vista di ma anche oltre un grande evento, un percorso partecipato e inclusivo di economia verde e circolare fondato sull’efficienza dell’uso delle risorse naturali limitate e rinnovabili – acqua, energia, suolo –, sulla riduzione di gas serra, sulla sostenibilità della ristorazione e dei servizi turistici, sulla lotta allo spreco alimentare, sull’educazione ambientale. Una filosofia che dovremmo “esportare“ da Cortina alle altre piazze impegnate nella promozione di un’economia sostenibile e rispettosa degli impatti ambientali: a partire da piazza Vittorio, a Roma, dove il 4 e 5 febbraio sarà celebrata la 3^ Giornata nazionale di prevenzione dello spreco, e dove lanceremo la campagna europea 2016 “Spreco zero” di Last Minute Market. La lotta alle perdite ed agli sprechi alimentari è una sfida globale e decisiva per la riduzione dell’impronta ambientale della produzione agricola, per assicurare a tutti un’adeguata disponibilità di cibo, per garantire il rispetto dei limiti ecosistemici, per alimentare il futuro e un sistema alimentare sostenibile».

Da sinistra: Enrico Ghezze, Consigliere delegato ANEF; l’Assessore Regionale al Territorio Cristiano Corazzari; Veronica Nicotra, Segretario Generale ANCI; il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti; il Presidente del CONI Giovanni Malagò; il Sindaco di Cortina d’Ampezzo Andrea Franceschi; Flavio Roda, Presidente FISI; Andrea Segrè, fondatore di Last Minute Market e Presidente del Comitato per lo sviluppo del Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti (Ministero Dell’Ambiente); Claudio Pedrotti, Presidente della Provincia di Pordenone, per la Fondazione Dolomiti UNESCO.

IL CONSIGLIERE ANEF – «Siamo onorati di aver partecipato al tavolo della conferenza e di essere fra i firmatari di questo documento – conferma soddisfatto Enrico Ghezze, Consigliere delegato per l’ANEF –, alla Carta di Cortina abbiamo lavorato con impegno e convinzione e con l’ottima collaborazione di tutti. Da parte nostra abbiamo in programma alcuni nuovi impianti e, naturalmente, l’obiettivo è quello di non stravolgere in alcun modo l’ambiente».

10 Rassegna stampa - Gennaio 2016 territori montani e dare attuazione a misure relative allo sviluppo sostenibile, alla protezione dell’ambiente e alla valorizzazione del territorio che ci permetteranno di sviluppare una maggiore consapevolezza e trasmettere alle generazioni future un patrimonio integro e correttamente conservato. La Carta di Cortina è un importante impegno per la Fondazione Dolomiti UNESCO, attiva anche a livello internazionale per individuare strategie che coniughino la sostenibilità economica con quella ambientale, promuovendo un turismo sostenibile in un territorio d’eccezionale valore universale, iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale. Un fondamentale passo in avanti anche nell’attuazione della Strategia Complessiva di gestione, sviluppata grazie al contributo di chi abita le Dolomiti».

Ad ANDREA SEGRÈ, che insieme al sindaco Franceschi ha avviato la scorsa estate un percorso di valorizzazione di Cortina sul tema della sostenibilità, le conclusioni: «La Carta di Cortina sulla sostenibilità degli sport invernali arricchisce di contenuti concreti l’agenda internazionale della protezione ambientale.

Dolomiti patrimonio tutelato, e da tutelare. Un freno allo sviluppo turistico e ad opere di forte impatto nell'area sotto tutela dell'Unesco tra le province di Bolzano, Trento e Belluno potrebbe arrivare dalla "Strategia complessiva di gestione", documento che il Comitato scientifico ed il CdA della Fondazione Dolomiti sono chiamati ad approvare a breve in vista della visita degli ispettori Unesco in primavera. Sono molte le opere previste, e discusse, da realizzare nella zona. Si pensi solamente ai 42 milioni di euro che la Giunta provinciale trentina ha stanziato per rilanciare l'area sciistica del Pimiero soldi che serviranno a realizzare, dopo l'abbandono del progetto di funicolare tra San Martino ed il Rolle, il rifacimento della funivia del Rosetta. Si è parlato tanto anche della funivia sulla Marmolada, sul versante veneto: in questo caso la Provincia di Trento si oppone all'opera proponendo invece il riordino degli impianti esistenti, e lo smantellamento di quelli troppo vecchi.

Quattro

11 Rassegna stampa - Gennaio 2016 Trento today.it | 25 Gennaio 2016

In primavera è prevista la visita degli ispettori Unesco ai quali la Fondazione Dolomiti consegnerà il documento strategico che verrà approvato a breve Turismo sostenibile, Fondazione Dolomiti: "Servono scelte coraggiose"

Alto Adige | 27 Gennaio 2016

Turismo sostenibile, Fondazione Dolomiti: "Servono scelte coraggiose"

In attesa dell'approvazione definitiva del documento la Fondazione Dolomiti anticipa qualche contenuto: "mobilità sostenibile, fruizione turistica a basso impatto ambientale, armonizzazione delle politiche di tutela del patrimonio nelle diverse realtà regionali", temi sui quali, si legge nella nota del Comitato scientifico, "sono attesi significativi progressi che richiedono anche decisioni coraggiose".

temi chiave

Bolzano approva la strategia di gestione Dolomiti UNESCO

L’Agigetto.it | 27 Gennaio 2016

«Con questo documento strategico si vuole garantire la conservazione del valore straordinario e universale delle Dolomiti patrimonio UNESCO e tutelare la sua integrità», ha sottolineato l’assessore provinciale all’ambiente Richard Theiner.

12 Rassegna stampa - Gennaio 2016

Tutelare l’integrità e conservare le caratteristiche straordinarie delle Dolomiti: questo l’obiettivo della strategia complessiva L’elaborazione di una strategia congiunta di gestione è una delle prescrizioni imposte dall’UNESCO nel 2009 quando ha dichiarato le Dolomiti patrimonio mondiale.

La strategia è stata elaborata dalla Fondazione Dolomiti UNESCO in collaborazione con le Regioni e Province sul cui territorio si trova il patrimonio mondiale. Il documento contiene anche la strategia per un turismo sostenibile nell’intera area del bene mondiale, che era un’altra delle prescrizioni dell’UNESCO.

Dolomiti Patrimonio Unesco: la Provincia decide la strategia BOLZANO Tutelare l’integrità e conservare le caratteristiche straordinarie delle Dolomiti: questo l’obiettivo della strategia complessiva di gestione delle Dolomiti patrimonio mondiale Unesco. La strategia è stata approvata ieri dalla giunta provinciale altoatesina. Sono quattro i temi-chiave con relative misure. “Con questo documento strategico si vuole garantire la conservazione del valore straordinario e universale delle Dolomiti e tutelare la sua integrità", ha sottolineato l’assessore provinciale all’ambiente Richard Theiner. La strategia è stata elaborata dalla Fondazione Dolomiti Unesco in collaborazione con le Regioni e Province sul cui territorio si trova il patrimonio mondiale. Il documento contiene anche la strategia per un turismo sostenibile nell’intera area del bene mondiale, che era un’altra delle prescrizioni dell’Unesco. Nella strategia sono confluiti diversi studi sul turismo e la mobilità, uno studio sui carichi che l’area può sopportare e i risultati dei dibattiti “Dolomiti 2040”, 11 incontri svoltisi nell’estate 2015 con rappresentanti dei vari gruppi di interesse. Il tema "Patrimonio" si occupa della tutela attiva delle particolarità del paesaggio e della geologia dell’area dolomitica e comprende anche la gestione sostenibile e la pianificazione delle zone nonché la promozione di progetti di ricerca interdisciplinari. Il tema "Esperienza" vuole invece valorizzare un turismo sostenibile, una migliore gestione dei flussi dei visitatori, la promozione della mobilità sostenibile e una presentazione unitaria del bene naturale mondiale. Il tema "Comunità" punta invece a promuovere la consapevolezza della popolazione locale verso il bene mondiale Unesco, a rafforzare lo scambio culturale e a valorizzare i prodotti locali. Infine il tema-chiave "Sistema" riguarda il coordinamento e la messa in rete delle attività e della conseguente collaborazione tra le istituzioni, le organizzazioni e gli altri attori nell’area patrimonio mondiale.(da.pa)

Nella strategia sono confluiti diversi studi sul turismo e la mobilità, uno studio sui carichi che l’area può sopportare e i risultati dei dibattiti «Dolomiti 2040», 11 incontri sulle Dolomiti bene mondiale svoltisi nell’estate 2015 con rappresentanti dei vari gruppi di interesse.

«In questa strategia è definita anche la visione a cui si orienta il nostro lavoro, vale a dire un bene mondiale comune per il quale tutti – popolazione locale e ospiti – si sentono responsabili della sua salvaguardia e del suo sviluppo sostenibile», ha spiegato Theiner.

Il tema «Patrimonio» si occupa della tutela attiva delle particolarità del paesaggio e della geologia dell’area dolomitica e comprende anche la gestione sostenibile e la pianificazione delle zone nonché la promozione di progetti di ricerca interdisciplinari.

13 Rassegna stampa - Gennaio 2016

Il tema «Comunità» punta invece a promuovere la consapevolezza della popolazione locale verso il bene mondiale UNESCO, a rafforzare lo scambio culturale e a valorizzare i prodotti locali. Infine il tema-chiave «Sistema» riguarda il coordinamento e la messa in rete delle attività e della conseguente collaborazione tra le istituzioni, le organizzazioni e gli altri attori nell’area patrimonio «Alcunemondiale.misure dei 4 temi-chiave sono già in fase di attuazione, altre sono in fase di progettazione e saranno concretizzate in futuro», spiega Enrico Brutti, direttore reggente dell’Ufficio provinciale parchi naturali, competente per il patrimonio mondiale UNESCO in Alto Adige. Dopo l’approvazione della Giunta provinciale, la strategia di gestione complessiva viene ora trasmessa dalla Fondazione Dolomiti UNESCO al Ministero per l’ambiente a Roma, che a sua volta invierà la documentazione all’UNESCO a Parigi.

Il tema «Esperienza» vuole invece valorizzare un turismo sostenibile, una migliore gestione dei flussi dei visitatori, la promozione della mobilità sostenibile e una presentazione unitaria del bene naturale mondiale.

Il 21 dicembre 2015 il Consiglio di amministrazione della Fondazione Dolomiti UNESCO ha approvato la strategia di gestione complessiva e oggi del tema si è occupata la Giunta provinciale.

Questo traguardo dovrà essere raggiunto attraverso 4 temi-chiave, ciascuno dei quali contiene obiettivi strategici e misure concrete.

In Alto Adige la strategia di gestione è stata discussa anche con il gruppo di lavoro permanente per le Dolomiti patrimonio UNESCO.

FondazioneDolomitiDolomitenDolomitesDolomitisUNESCO

FEBBRAIO2016

RASSEGNASTAMPA

Santa Cristina

SANTA CRISTINA Santa Cristina ha un nuovo punto di osservazione sulle Dolomiti. L'anno scorso è stato costruito il Cinema Unesco, un punto panoramico, raggiungibile in poco tempo da Santa Cristina. A occhio nudo o con un cannocchiale, da lì si ammira ogni vetta e la si può confrontare con quelle intagliate dagli artigiani di Santa Cristina, su una parete di legno. Il Cinema Unesco invita a sedersi e ammirare le cime e i boschi della Val Gardena, rilassandosi per un po’, recuperando energie e serenità. (e.d.)

Alto Adige | 09 Febbraio 2016

Chi aderisce all’iniziativa può esporre un banner nella home page

Il marchio Dolomiti nei siti

VAL PUSTERIA Dallo scorso mese di gennaio i soggetti che aderiranno allo specifico progetto potranno disporre di Dolomiti Unesco feed, il banner da apporre nella home page del proprio sito internet. Nel banner, riconoscibile dal logo della Fondazione Dolomiti Unesco, sono presenti le principali news che riguardano il sito Dolomiti Unesco, collegate direttamente a www.dolomitiunesco.info. Il banner, una volta installato, si aggiorna automaticamente ogni volta che verranno inseriti nuovi contenuti all’interno del sito internet della Fondazione. A oggi ha aderito all’iniziativa un gruppo di rifugisti e a breve lo faranno anche i Comuni di Cavalese, Rocca Pietore e San Candido, fra i primi enti comunali a dotarsi di Dolomiti Unesco feed. L’obiettivo primario è quello di diffondere ciò che i soggetti del territorio stanno realizzando al fine di comunicare e valorizzare il nostro Patrimonio montano. Si tratta di un’esigenza emersa durante gli undici incontri territoriali di partecipazione. Coloro che hanno contribuito a #Dolomiti2040 suggerirono di creare un punto informativo nei Comuni dell’area Unesco per informare i cittadini dell’importanza del riconoscimento e delle attività che ruotano attorno ad esso. In accordo con il Comitato scientifico della Fondazione, questa proposta è stata raccolta e allargata a tutti quei soggetti che contribuiscono nel rendere vivo il riconoscimento Unesco. Si partirà dai rifugisti coinvolgendo quindi i comuni, gli enti parco e i sostenitori della Fondazione. (e.d.)

2 Rassegna stampa - Febbraio 2016 Alto Adige | 06 Febbraio 2016

Punto panoramico Unesco per godersi le Dolomiti

www.radiocortina.com | 21 Febbraio 2016

3 Rassegna stampa - Febbraio 2016 Corriere delle Alpi | 21 Febbraio 2016

“Carta di Cortina”, a Roma si comincia a discuterne CORTINA A Roma si inizia a discutere della “Carta di Cortina”. Il documento sulla sostenibilità degli sport invernali, con cui la Regina delle Dolomiti si impegna concretamente nella tutela del territorio, riducendo l’impatto ambientale in occasione dei grandi eventi sportivi invernali, in vista dei Mondiali 2021, era stato sottoscritto a Rumerlo a fine gennaio dal ministro all'ambiente Gian Luca Galletti e da varie istituzioni politiche e sportive. Giovedì al ministero dell'Ambiente si è tenuto un primo incontro ufficiale per iniziare a discutere le iniziative da mettere in campo per coinvolgere la cittadinanza sulla tutela ambientale. A Roma c'erano il ministro Galletti, il presidente della Fisi Flavio Roda e molti tecnici del Ministero. Come esponenti del Comune di Cortina hanno partecipato Francesco Giusto (portavoce del sindaco Andrea Franceschi), Valentina Colleselli (consigliere della Servizi Ampezzo) e Chiara Caliceti (capo della comunicazione di Cortina Marketing). Dalla riunione è emerso che il ministero dell’Ambiente sosterrà tutte le attività che i firmatari si sono impegnati a rispettare principalmente attraverso un’attività di sensibilizzazione e di educazione allo sviluppo sostenibile. «E' stata un’ottima occasione per incontrare personalmente chi ci accompagnerà in questo importante percorso dedicato alla sostenibilità ambientale», sostiene la Colleselli, «è stato molto importante il confronto con tecnici e specialisti del ministero dell’Ambiente che condividono la volontà di raggiungere obiettivi concreti e tangibili per il territorio. La “Carta di Cortina” potrà diventare presto una buona pratica, un esempio anche per altre aree montane». (a.s.)

4 Rassegna stampa - Febbraio 2016

Carta di Cortina sulla sostenibilità degli sport invernali: giovedì 18 febbraio si è svolta la prima riunione presso il Ministero dell’Ambiente. È di giovedì 18 febbraio l’incontro a Roma, presso il Ministero dell’Ambiente, cui hanno partecipato i firmatari del documento presentato a Rumerlo il 24 gennaio scorso alla presenza del Ministro Galletti CORTINA D’AMPEZZO, 20 FEBBRAIO 2016 — Ministero dell’Ambiente, Regione Veneto – Assessorato allo Sport, Comune di Cortina d’Ampezzo, Fondazione 2021, CONI, FISI, ANEF – Associazione Nazionale Esercenti Funiviari, ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani, Fondazione Dolomiti UNESCO e Associazione sprecozero.net. Queste le istituzioni e le associazioni che il 24 gennaio scorso a Cortina hanno sottoscritto un impegno importante: la Carta di Cortina sulla sostenibilità degli sport invernali. E quella che si è svolta giovedì, presso il Ministero dell’Ambiente, è la prima riunione che ha fatto seguito all’evento LAampezzano.CARTADI CORTINA – È il documento con cui la Regina delle Dolomiti si impegna concretamente nella tutela del territorio, riducendo l’impatto ambientale in occasione dei grandi eventi sportivi invernali, in vista dei Mondiali 2021. L’idea è nata dalla collaborazione fra il Comune di Cortina e il Ministero dell’Ambiente. Obiettivo della Carta: rafforzare un modello di sviluppo turistico green oriented fondato sull’efficienza nell’uso delle risorse come acqua e suolo, sulla limitazione delle emissioni di gas serra e dei costi

L’INCONTROenergetici.AL

MINISTERO — Dopo i saluti del Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, c’è stata la partecipazione attiva di tutti i convenuti. Oltre alla presenza di molti tecnici del Ministero e firmatari della Carta, per il dicastero ha moderato le conversazioni il Prof. Carlo Maria Medaglia, Capo della Segreteria Tecnica del Ministro. Alla riunione, come esponenti del Comune di Cortina d’Ampezzo hanno partecipato Francesco Giusto (Portavoce del Sindaco Andrea Franceschi), Valentina Colleselli (Cda Se.Am.) e Chiara Caliceti (organizzatrice, di Cortina Marketing).

ATTIVITÀ DI SENSIBILIZZAZIONE — In particolare, dalla riunione è emerso che il Ministero dell’Ambiente sosterrà continuativamente tutte le molteplici attività che i firmatari si sono impegnati a rispettare e, grazie alla collaborazione con il Comune di Cortina, potrà così avviarsi un processo partecipato con la comunità locale, principalmente attraverso un’attività di sensibilizzazione e di educazione allo sviluppo sostenibile; sarà inoltre necessario condividere fra tutti gli stakeholders la Carta Cortina, dando a questa massima visibilità su tutti i canali istituzionali e attraverso iniziative trasversali di comunicazione.

La Carta in sostanza dovrà occuparsi da una parte dell’analisi delle risorse naturali, dall’altra dello sviluppo di un turismo sostenibile, che tenga anche conto dei flussi in alta stagione. Inoltre, grande importanza è stata data all’ideazione di progetti di recupero alimentare a fini solidali con il coinvolgimento di tutte le categorie locali e di prevenzione degli sprechi in ogni ambito organizzativo. A questo proposito saranno pianificate delle iniziative già per la prossima estate, con l’obiettivo di cominciare immediatamente la fase delle attività di informazione. Anche l’ANCI ha confermato che ci sono le condizioni per far sì che Cortina possa diventare un modello per la sostenibilità ambientale da diffondere fra tutte le località turistiche di montagna del nostro Paese.

«Il supporto del Ministero dell’Ambiente e il dinamismo dei firmatari della Carta che hanno partecipato a questo primo tavolo di lavoro sono una grandissima opportunità che Cortina deve sfruttare al meglio — dichiara Francesco Giusto, Portavoce del Sindaco di Cortina Andrea Franceschi —. L’incontro a Roma aveva l’obiettivo di ragionare sui contenuti e sul percorso da intraprendere per dare un seguito all’impegno sottoscritto e credo che ci siano tutti i presupposti per portare avanti un progetto di qualità per il futuro dell’ambiente di Cortina, non solo in occasione degli eventi sportivi invernali e in vista dei Mondiali 2021». «Quella di giovedì è stata un’ottima occasione per incontrare personalmente coloro i quali ci accompagneranno in questo importante percorso dedicato alla sostenibilità ambientale — sostiene Valentina Colleselli, che fa parte del Cda della Se.Am, —. Della riunione sottolineo l’importanza che ha avuto il confronto con tecnici e specialisti del Ministero dell’Ambiente che, con con le istituzioni e comunità locali di Cortina d’Ampezzo condividono la volontà di raggiungere obiettivi concreti e tangibili per il territorio. La Carta Cortina potrà riguardare diverse tematiche: dal turismo, alla mobilità alla sostenibilità ambientale, all’educazione ai giovani e può diventare una buona pratica ed un esempio anche per altre aree montane».

"Studiare le strutture obsolete significa capire più a fondo le dinamiche che interessano il paesaggio dolomitico. Se le osserviamo come elementi di un sistema, e non solo come oggetti singoli, possono rivelarsi documenti interessanti di come l’uomo ha usato o sta usando la montagna. Inoltre, l’indagine può dirci qualcosa sui valori che vengono attribuiti al paesaggio dolomitico. Il termine “obsoleto” contiene una sfumatura di senso negativo, indica qualcosa che è in contrasto con il contesto in cui si trova" spiegano i responsabili del progetto.

Dolomiti su Street View anche d'inverno, ma si pensa anche a mappare le strutture obsolete

La “mappatura”, partita alla fine dell’estate 2014, è suddivisa in diverse fasi, il progetto giunge in questi mesi al suo terzo step. I rilevatori, ovvero coloro che andranno a mappare il territorio, saranno dotati di uno zaino speciale chiamato ‘Trekker’. Si tratta di uno zaino ipertecnologico di 18 chili, alto un metro e venti, alla cui estremità, sorrette da una robusta staffa, sono montate 15 piccole telecamere digitali. Le mappe e le panoramiche realizzate nelle prime due fasi del progetto sono visibili attraverso la pagina dedicata sulla piattaforma streetview.

Prosegue il progetto di mappatura fotografica a 360° sulle Dolomiti, ora i rilevatori cammineranno con lo zainofotocamera Trekker anche d'inverno per restituire panoramiche dei sentieri accessibili tutto l'anno

Parallelamente prosegue anche il progetto di mappatura e di studio delle strutture obsolete presenti all'interno delle nove aree protette dall'Unesco. Si tratta di un progetto affidato all'Università Iuav di Venezia che intende studiare strutture che in qualche modo "stonano" con il paesaggio circostante: edifici abbandonati, impianti in disuso, baracche ed infrastrutture fatiscenti.

La terza fase del Google Trekker Loan Program promosso dalla Fondazione Dolomiti Unesco è partita da pochi giorni: l’obiettivo è mappare nuovi itinerari delle Dolomiti, in particolare gli anelli panoramici e i percorsi adatti alle famiglie, accessibili anche nella stagione invernale. Nei mesi di febbraio e marzo, con il supporto del CAI, della SAT e dei Parchi che condividono il territorio con quello tutelato dall'Unesco, i tecnici addetti alle rilevazioni effettueranno sopralluoghi per raccogliere, a piedi o con le racchette da neve, nuove panoramiche da aggiungere alla piattaforma Street View.

5 Rassegna stampa - Febbraio 2016

Trento Today | 25 Febbraio 2016

Allegata la foto dei partecipanti al tavolo di lavoro al Ministero dell’Ambiente. In primo piano a sinistra Sergio Bergnach (Fondazione Dolomiti UNESCO), Valentina Colleselli (Se.Am.) e sullo sfondo, in piedi da destra Flavio Roda (Presidente FISI), il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, Francesco Giusto (Comune di Cortina) e Chiara Caliceti (Cortina Marketing).

6 Rassegna stampa - Febbraio 2016 Regione del Veneto – Comunicato stampa | 29 Febbraio 2016

BUY VENETO SPECIALE DOLOMITI, A CORTINA BUYER E GIORNALISTI STRANIERI.

Una nevicata copiosa ha reso ancor più suggestiva la “tre giorni” promozionale dedicata alle Dolomiti, in corso di svolgimento a Cortina d’Ampezzo, organizzata dalla Regione del Veneto nell’ambito del progetto di marketing territoriale “Buy Veneto”.

L’assessore ha reso noto che lo scorso anno il movimento di turisti nel bellunese ha segnato, rispetto al 2014, un +9,6% degli arrivi e un +4% delle presenze, mentre nell’ultimo quinquennio se il numero di turisti è cresciuto del 5%, le presenze hanno segnato una variazione negativa (-11,4%) a causa della riduzione della durata del soggiorno.

Anche nel comune di Cortina le variazioni sono sempre positive, sia che si parli del 2015 rispetto al 2014 (+13,8% degli arrivi e +7,2% delle presenze), sia che si consideri il quinquennio (+17,5% e +0,5%). “Dobbiamo investire nel rinnovamento delle strutture, nel potenziamento delle infrastrutture e più in generale nella capacità di creare emozioni attraverso la nostra offerta di vacanza e di soggiorno – ha rimarcato Caner –. Le risorse non mancano, ma richiedono progettualità e gioco di squadra: per il turismo veneto sono disponibili 40 milioni del POR FESR, di cui 30 finalizzati al miglioramento della ricettività alberghiera ed extralberghiera, compresi i servizi e le attività che sono ormai irrinunciabili per un prodotto turistico competitivo. Per queste finalità, ai fondi comunitari la Regione del Veneto ha aggiunto 13 milioni

L’iniziativa prevede la realizzazione di un workshop, da oggi a mercoledì 2 marzo, incentrato sull’incontro d’affari tra 90 operatori dell’offerta dell’area dolomitica veneta (strutture ricettive, agenzie di viaggio specializzate in incoming, agenzie immobiliari, ecc.) e 23 buyer stranieri provenienti da mercati ritenuti strategici come quello tedesco e giapponese e di paesi dell’est europeo: Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Croazia.

CANER: “LAVORIAMO PER IL RILANCIO DELLA MONTAGNA”

Al Centro Congressi del Grand Hotel Savoia, sede cortinese del meeting promozionale, è presente anche un gruppo di giornalisti esteri che in questi giorni avranno la possibilità, così come i buyer, di visitare località e strutture, di conoscere luoghi e aspetti che caratterizzano la montagna bellunese, di scoprire importanti elementi dell’offerta turistica dell’area, nel corso di tour educational curati dal Consorzio Dolomiti e dalla Fondazione Dolomiti Unesco.

“Questo appuntamento nasce dalla volontà della Regione di contribuire concretamente al rilancio della montagna e alla valorizzazione dello straordinario patrimonio delle Dolomiti – ha detto l’assessore regionale al turismo, Federico Caner, nel corso di una conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa –. Nel 2015 la provincia bellunese ha registrato una importante crescita degli arrivi e delle presenze turistiche, ma non dobbiamo dimenticare che venivamo da stagioni difficili e che l’obiettivo adesso è quello di dare continuità a questo trend positivo, anche in vista dei Mondiali di sci del 2021 a Cortina, con una avvertenza: che quello straordinario evento dovrà riguardare e coinvolgere l’intero territorio dolomitico veneto”.

Alto Adige | 27 Febbraio 2016

I sentieri delle Dolomiti sulla mappa con Google

7 Rassegna stampa - Febbraio 2016 di euro che, attraverso l’operatività di Veneto Sviluppo, contribuiranno ad alimentare fondi di garanzia e di rotazione. Inoltre, sono disponibili i fondi ex Odi per i Comuni di confine e anche il coordinamento della macroregione Eusalp rappresenta un utile attrattore di finanziamenti”. “Le risorse, insomma, non mancano per fare un salto di qualità e cercare di competere con le realtà a noi vicine che per loro fortuna godono dei benefici dell’autonomia e della specialità – ha concluso Caner –. Il Veneto ha tutto per consolidare ulteriormente il suo primato di prima regione turistica d’Italia e la montagna deve essere una componente vincente di questa leadership. I margini di miglioramento ci sono, sta a tutte le componenti pubbliche e private, alle istituzioni e alle imprese, sfruttare al meglio le opportunità esistenti e continuare a lavorare per far crescere la cultura dell’accoglienza”.

GARDENA/BADIA La terza fase del Google Trekker Loan Program nelle Dolomiti è partita da pochi giorni ed ha come principale obiettivo mappare nuovi itinerari del Bene Dolomiti Unesco, in particolare gli anelli panoramici e i percorsi adatti alle famiglie, accessibili anche nella stagione invernale. Nei mesi di febbraio e marzo, con il prezioso supporto del Cai, della Sat e dei Parchi che condividono il Bene Dolomiti Unesco, i rilevatori saranno nei nove Sistemi per raccogliere, a piedi o con le racchette da neve, nuove panoramiche Street View. La “mappatura”, partita alla fine dell’estate 2014, è suddivisa in diverse fasi, il progetto giunge in questi mesi al suo terzo step. Splendidi scenari e paesaggi innevati accompagneranno i rilevatori nel territorio riconosciuto da Unesco Patrimonio mondiale. I rilevatori saranno dotati di uno zaino speciale chiamato ‘Trekker’. Si tratta di uno zaino ipertecnologico di 18 chili, alto un metro e venti, all’estremità, sorretto da una robusta staffa, si trovano 15 telecamere digitali. Si possono scoprire i sentieri già presenti su Google Street View e così si può restare affascinati dall'ambiente dei Monti Pallidi. (e.d.)

RASSEGNASTAMPA

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MARZO2016

Novanta operatori incontano 23 buyers

CORTINA. Si tiene a Cortina, per tre giorni, la rassegna “Buy Veneto, speciale Dolomiti”. Una nevicata copiosa ha reso ancora più suggestiva la manifestazione promozionale dedicata alle Dolomiti, in... CORTINA. Si tiene a Cortina, per tre giorni, la rassegna “Buy Veneto, speciale Dolomiti”. Una nevicata copiosa ha reso ancora più suggestiva la manifestazione promozionale dedicata alle Dolomiti, in corso di svolgimento sotto le Tofane, organizzata dalla Regione Veneto nell'ambito del progetto di marketing territoriale "Buy Veneto". L'iniziativa prevede la realizzazione di un workshop, da ieri a domani, incentrato sull'incontro d'affari tra 90 operatori dell'offerta dell'area dolomitica veneta (strutture ricettive, agenzie di viaggio specializzate in incoming, agenzie immobiliari, e altro) e 23 buyers stranieri provenienti da mercati ritenuti strategici come quello tedesco e giapponese e di Paesi dell'est europeo: Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Croazia.

In tre giorni, a Cortina, al "Buy Veneto", sono stati fissati 575 appuntamenti tra operatori turistici e acquirenti. Si promuove la località e si chiudono i contratti con agenzie di viaggio e tour operator. (a.s.)

«Questo appuntamento», spiega l'assessore regionale al Turismo, Federico Caner, «nasce dalla volontà della Regione di contribuire concretamente al rilancio della montagna e alla valorizzazione dello straordinario patrimonio delle Dolomiti. Nel 2015 la provincia bellunese ha registrato una importante crescita degli arrivi e delle presenze turistiche, ma non dobbiamo dimenticare che venivamo da stagioni difficili e che l'obiettivo adesso è quello di dare continuità a questo trend positivo, anche in vista dei Mondiali di sci del 2021 a Cortina. Siamo riusciti ad organizzare questi tre giorni in montagna proprio perché vogliamo rilanciare il turismo dolomitico che è in crescita, ma che ha potenzialità di numeri ancora maggiori».

Si promuovono le località turistiche, dando spazio a tutte le sfaccettature: dall'accoglienza, all'enogastronomia, alla cultura.

Al centro congressi del Grand Hotel Savoia, sede cortinese del meeting promozionale, è presente anche un gruppo di dieci giornalisti esteri che in questi giorni avranno la possibilità, così come i buyer, di visitare località e strutture, di conoscere luoghi e aspetti che caratterizzano la montagna bellunese, di scoprire importanti elementi dell'offerta turistica dell'area, nel corso di tour educational curati dal Consorzio Dolomiti e dalla Fondazione Dolomiti Unesco.

2 Rassegna stampa - Marzo 2016 Corriere delle Alpi | 01 Marzo 2016

Ieri i giornalisti sono stati portati in giro a Cortina, oggi saranno tra Auronzo, Calalzo e Pieve di Cadore e domani sul comprensorio del Civetta.

La Voce del NordEst 02 Marzo

Un gioco interattivo per scoprire le Dolomiti, realizzato su incarico della Fondazione Dolomiti Unesco da Dolomiti Project e Royal 360, con finalità didattico-educative e promozionali: si chiama Dolomitization e, attraverso una serie di foto panoramiche, quiz e approfondimenti, racconta queste magnifiche montagne dal punto di vista scientifico, naturalistico e storico e consente di coniugare il piacere e l’utilità della ricerca al divertimento. Accedendo online a Dolomitization ci si immerge in scenari mozzafiato e navigando tra le foto panoramiche si scoprono curiosità della storia e del paesaggio di queste formazioni rocciose caratterizzate dai colori dell’Enrosadira.

2016

La Voce del NordEst | 04 Marzo 2016

3 Rassegna stampa - Marzo 2016

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Tra ghiacciai e dinosauri, isole antichissime, storie di roccia, le Dolomiti oltre che interessanti si dimostrano così anche interattive. Ciascun utente può costruirsi il proprio percorso di conservatore, geologo, esploratore o paesaggista, lasciandosi attirare dagli indizi disseminati tra crode, pascoli e laghetti. Le foto panoramiche cosiddette “emisferiche” – anche notturne – lasciano davvero a bocca aperta e il sottofondo di musiche o suoni ambientali contribuisce al fascino di questo divertente strumento di comunicazione multimediale. Dolomitization è disponibile qui.

Patrimonio dell’Umanità Unesco

È online un gioco interattivo che consente di saperne di più sulle montagne

4 Rassegna stampa - Marzo 2016

Al Centro Congressi del Grand Hotel Savoia, sede cortinese del meeting promozionale, è presente anche un gruppo di giornalisti esteri che in questi giorni avranno la possibilità, così come i buyer, di visitare località e strutture, di conoscere luoghi e aspetti che caratterizzano la montagna bellunese, di scoprire importanti elementi dell’offerta turistica dell’area, nel corso di tour educational curati dal Consorzio Dolomiti e dalla Fondazione Dolomiti Unesco.

L’iniziativa prevede la realizzazione di un workshop, da oggi a mercoledì 2 marzo, incentrato sull’incontro d’affari tra 90 operatori dell’offerta dell’area dolomitica veneta (strutture ricettive, agenzie di viaggio specializzate in incoming, agenzie immobiliari, ecc.) e 23 buyer stranieri provenienti da mercati ritenuti strategici come quello tedesco e giapponese e di paesi dell’est europeo: Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Croazia.

Ottimo il successo della “tre giorni” promozionale dedicata alle Dolomiti Cortina d’Ampezzo - Una nevicata copiosa ha reso ancor più suggestiva la “tre giorni” promozionale dedicata alle Dolomiti, in corso di svolgimento a Cortina d’Ampezzo, organizzata dalla Regione del Veneto nell’ambito del progetto di marketing territoriale “Buy Veneto”.

Anche nel comune di Cortina le variazioni sono sempre positive, sia che si parli del 2015 rispetto al 2014 (+13,8% degli arrivi e +7,2% delle presenze), sia che si consideri il quinquennio (+17,5% e +0,5%).

“Dobbiamo investire nel rinnovamento delle strutture, nel potenziamento delle infrastrutture e più in generale nella capacità di creare emozioni attraverso la nostra offerta di vacanza e di soggiorno – ha rimarcato Caner –. Le risorse non mancano, ma richiedono progettualità e gioco di squadra: per il turismo veneto sono disponibili 40 milioni del POR FESR, di cui 30 finalizzati al miglioramento della ricettività alberghiera ed extralberghiera, compresi i servizi e le attività che sono ormai irrinunciabili per un prodotto turistico competitivo. Per queste finalità, ai fondi comunitari la Regione del Veneto ha aggiunto 13 milioni di euro che, attraverso l’operatività di Veneto Sviluppo, contribuiranno ad alimentare fondi di garanzia e di rotazione. Inoltre, sono disponibili i fondi ex Odi per i Comuni di confine e anche il coordinamento della macroregione Eusalp rappresenta un utile attrattore di finanziamenti”.

“Le risorse, insomma, non mancano per fare un salto di qualità e cercare di competere con le realtà a noi vicine che per loro fortuna godono dei benefici dell’autonomia e della specialità – ha concluso Caner –. Il Veneto ha tutto per consolidare ulteriormente il suo primato di prima regione turistica d’Italia e la montagna deve essere una componente vincente di questa leadership. I margini di miglioramento ci sono, sta a tutte le componenti pubbliche e private, alle istituzioni e alle imprese, sfruttare al meglio le opportunità esistenti e continuare a lavorare per far crescere la cultura dell’accoglienza”.

“Questo appuntamento nasce dalla volontà della Regione di contribuire concretamente al rilancio della montagna e alla valorizzazione dello straordinario patrimonio delle Dolomiti – ha detto l’assessore regionale al turismo, Federico Caner, nel corso di una conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa –. Nel 2015 la provincia bellunese ha registrato una importante crescita degli arrivi e delle presenze turistiche, ma non dobbiamo dimenticare che venivamo da stagioni difficili e che l’obiettivo adesso è quello di dare continuità a questo trend positivo, anche in vista dei Mondiali di sci del 2021 a Cortina, con una avvertenza: che quello straordinario evento dovrà riguardare e coinvolgere l’intero territorio dolomitico veneto”.

L’assessore ha reso noto che lo scorso anno il movimento di turisti nel bellunese ha segnato, rispetto al 2014, un +9,6% degli arrivi e un +4% delle presenze, mentre nell’ultimo quinquennio se il numero di turisti è cresciuto del 5%, le presenze hanno segnato una variazione negativa (-11,4%) a causa della riduzione della durata del soggiorno.

5 Rassegna stampa - Marzo 2016 Alto Adige | 06 Marzo 2016

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Bolzano, all’Auditorium Torricelli la storia avventurosa di Alfredo Paluselli Lo spettacolo sponsorizzato dalla Fondazione Unesco. Sul palco Mario Zucca “Vento da Nord” racconta. Il pioniere delle Dolomiti BOLZANO Nuovo appuntamento martedì 8 marzo con la stagione “L’Arte del far ridere” del Circolo La Comune. All’Auditorium Torricelli alle 21 andrà in scena “Vento da nord” del regista Mario Vanzo, con protagonista Mario Zucca. Il regista attraverso la ricerca della trasparenza ha voluto rappresentare l’ anima e lo spirito libero di Alfredo Paluselli: così è nato lo spettacolo. L’ alchimia del teatro ha come elementi fondamentali il racconto, le immagini visive e il commento musicale. In questo monologo l'attore Mario Zucca, con arte e pura passione, racconta di un uomo vissuto tra le rocce e l’arte. Il tentativo di comprendere la natura nella sua espressione più profonda, i ricordi dei viaggi e delle scalate, la lunga solitudine e gli incontri: tutto porterà alla scoperta che l’ ambiente montano, a volte inospitale, può invece essere palcoscenico di grandi opportunità e potenti ispirazioni. Alfredo Paluselli nasce a Ziano di Fiemme, in Trentino, nel 1900. Trascorsa l’infanzia tra Svizzera e Germania torna in Italia ma se ne va presto in America imbarcandosi clandestino su una vecchia nave. Tra mille difficoltà approda negli Stati Uniti dove migliora le spiccate doti artistiche, lavora e si avvia all’atletica leggera. Torna per breve tempo in Svizzera dove apprende le nuove tecniche sciistiche nate nel frattempo. Forte della conoscenza di quattro lingue, fa il traduttore a Milano ma ritorna presto nella sua amata Val di Fiemme dove importa gli sport appresi in America fondando una squadra di atletica. Inizia poi ad arrampicare intraprendendo un lungo dialogo con le rocce delle Dolomiti. Svolge la professione di guida alpina in Val di Fassa e appena può disegna, scolpisce e scrive. Diventa maestro di sci nel 1934, tra i primi in Italia. Attratto dagli ampi panorami di Passo Rolle costruisce lì Capanna Cervino: rustico e panoramico rifugio poco a monte del valico. Qui fonda la prima scuola di sci delle Dolomiti. Si dedica all’arrampicata aprendo nuove vie, inaugura piste, impianti e servizi sciistici innovativi e compie mille altre imprese tra genio e follia che lo rendono leggenda. L’insaziabile fame di ricerca lo conduce infine alla creazione della sua opera più importante: “Baita Segantini”, proprio al cospetto delle amate Pale di San Martino. Crea anche un piccolo lago in modo che la bellezza delle rocce e della sua amata Baita possano lì riflettersi, ma questo non prima di aver tracciato con le sue stesse mani la strada per arrivar fin là. A “Baita Segantini” vive in solitudine per trentacinque anni continuando il suo personale colloquio con le rocce, l’ arte, la poesia e l’ infinito. Trascorre rigidissimi inverni tra enormi difficoltà, ma lontano da leggi e regole. Il monumento in bronzo dell’artista Toni Gross nei pressi di Baita Segantini ricorda Paluselli, accompagnando nell’ammirazione del Cimon della Pala chi ancora crede nei suoi stessi ideali. Insomma, uno spettacolo decisamente inconsueto, sponsorizzato dalla Fondazione Dolomiti Unesco, dedicato ad un personaggio noto in Trentino ma molto meno in Alto Adige, celbrato oggi soprattutto per il carattere anticonformista delle scelte.

6 Rassegna stampa - Marzo 2016

Le dolomiti su street view Il Soccorso alpino sul Nevegal con la Fondazione Unesco

Corriere delle Alpi | 06 Marzo 2016

BELLUNO Il Soccorso alpino Dolomiti Bellunesi ieri si è caricato sulle spalle “Trekker”, lo zaino che permette di registrare le panoramiche Street view per Google Maps, e ha accompagnato il personale della Fondazione Unesco lungo i sentieri del Nevegal. Sci e ciaspe ai piedi, è stato mappato l'itinerario che, con partenza dalla Casera, congiunge i Rifugi Brigata Alpina Cadore e Bristot, Malga Col Toront, Ristoro La Grava, per scendere infine al piazzale. Anche il Soccorso alpino ha così aderito all'iniziativa, giunta alla terza fase, del Google Trekker Loan Program nelle Dolomiti, nato nel 2014 con l’obiettivo di mappare nuovi itinerari del Bene Dolomiti Unesco, in particolare gli anelli panoramici e i percorsi adatti alle famiglie. «Bisognerà valutare di volta in volta la scelta dei percorsi in collaborazione con chi conosce il territorio», spiega Giuliano Vantaggi, curatore del progetto per la Fondazione Dolomiti Unesco. «Verranno scelti sentieri escursionistici facili e di grande impatto visivo, che raccontano al meglio le Dolomiti».

Alto Adige | 08 Marzo 2016

Parte il progetto che valorizzerà il centro nel quadro del patrimonio Unesco S.Cristina simbolo delle Dolomiti SANTA CRISTINA Un paese all’insegna dell’Unesco: è il futuro di Santa Cristina in Val Gardena, che ha promosso un concorso per valorizzare la propria posizione e il proprio ruolo nel contesto delle Dolomiti che hanno la griffe di patrimonio naturale dell’umanità. Il progetto “Unesco Village Santa Cristina Val Gardena 2020” diventa dunque realtà. L’Associazione turistica di Santa Cristina Val Gardena, con l’appoggio dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Moritz Demetz, ha indetto un concorso di idee per valorizzare e trasformare anche da un punto di vista estetico la località del Villaggio delle Dolomiti e far diventare Santa Cristina una sorta di simbolo delle Dolomiti Unesco. In questo modo lo stesso paese diventerà immediatamente riconoscibile e associabile al monumento naturalistico conosciuto in tutto il mondo Il progetto “Unesco Village Santa Cristina Val Gardena 2020”, affidato ad un’importante agenzia internazionale, vuole coinvolgere esperti del mondo dell’archittettura, della tecnologia, della cultura e dello sport. Nel quadro di questa iniziativa, si richiede la progettazione e l’ideazione non solo di nuove strutture e

La Voce del NordEst | 08 Marzo 2016

Collaborare (lavorare insieme per ridurre la frammentazione), coordinare (fornire modelli per facilitare le varie attività di gestione), comunicare (offrire una piattaforma comune per mettere in relazione punti di vista, opinioni, esperienze, competenze e saperi diversi) sono le 3C delle Dolomiti: un arcipelago fossile dove ciascuna “isola” rappresenta un aspetto di eccellenza che assume valore universale solo se unito agli altri da un complesso di relazioni di reciprocità a formare una serie unitaria; sono un modello di riferimento mondiale per l’integrazione tra i criteri estetico-paesaggistico e geologico-morfologico, base dell’iscrizione nell’World Heritage Site; sono una piattaforma carbonatica, su cui si sono confrontate generazioni di geologi e si sono formate culture nate dall’incontro di popolazioni diverse. Sono le amministrazioni regionali e provinciali, (Province autonome di Trento e Bolzano, Regione Veneto e Friuli Venezia Giulia, Province di Belluno, Prodenone e Udine) i Parchi (naturali, regionali, provinciali e nazionali), gli enti locali (Comunità e Comuni) i soggetti deputati all’attuazione della strategia complessiva di gestione, a loro è demandata la responsabilità diretta sul territorio World Heritage Site (WHS) Dolomiti e l’esercizio delle competenze nell’organizzazione e pianificazione territoriale. Le risorse umane e finanziarie

7 Rassegna stampa - Marzo 2016 architetture, ma anche la proposta di spunti e idee per presentare e far conoscere le Dolomiti e le loro bellezze al grande pubblico sotto il punto di vista culturale, scientifico, turistico, storico ed ambientale, il tutto in modo interessante, educativo e vivace. L’inizativa prevede l’allestimento di un punto di informazione dedicato alle Dolomiti, Patrimonio mondiale dell’Unesco con la graduale trasformazione del paese, che potrà diventare punto di partenza per il visitatore delle montagne più belle del mondo. (e.d.)

Approvata la strategia di gestione del Bene Dolomiti UNESCO Il progetto coinvolge le province autonome di Trento e Bolzano, le Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, e le Province di Belluno, Pordenone e Udine Trento – Sono 4 i “pilastri” su cui poggia la strategia di gestione del Bene Naturale Dolomiti approvata dalla giunta su proposta dell’assessore alle infrastrutture e ambiente Mauro Gilmozzi: patrimonio (conservare gli eccezionali valori universali per un territorio orientato al Patrimonio Mondiale), esperienza (valorizzare l’esperienza di visita per un turismo sostenibile orientato al Patrimonio Mondiale), comunità (accrescere la consapevolezza locale per una comunità rivolta al Patrimonio Mondiale), sistema (coordinare le attività gestionali per una governance rivolta al Patrimonio Mondiale). Elaborata dalla Fondazione Dolomiti UNESCO, la strategia complessiva di gestione è lo strumento per promuovere ed implementare la gestione a rete del Bene Naturale.

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presenti sul territorio dolomitico sono messe a sistema integrando le attività di conservazione, comunicazione e valorizzazione del Bene.

Le reti funzionali, costituite da Province, Regioni e Parchi, sono lo strumento per la disseminazione degli obiettivi e per l’attuazione equilibrata delle azioni strategiche afferenti al patrimonio paesaggistico e aree protette, geologico, al turismo e mobilità, alla promozione e alla formazione e ricerca. Il processo partecipativo, #Dolomiti 2040, è lo strumento con cui sono stati coinvolti i sostenitori che hanno contribuito direttamente alla difinizione delle attività e delle progettualità. L’arco di riferimento temporale della strategia è di 25 anni.

Ansa.it | 10 Marzo 2016

La visita dell’ispettore IUCN nell’ottobre 2011 aveva evidenziato come fosse necessaria la predisposizione di una strategia turistica specifica, visto che il turismo è l’elemento più rilevante di pressione antropica sul Bene. La strategia complessiva di gestione e la strategia turistica (politiche per un utilizzo turistico e ricreativo del ecologicamente sostenibile) hanno ora una struttura unitaria funzionale alla visione complessiva del Bene ma, al fenomeno turistico, vi è un’espansione espressamente dedicata. “Perchè?” (vision, vale a dire lo scenario di lungo periodo, attraverso le parole chiave – patrimonio, esperienza, comunità, sistema -) e “chi?” (mission attraverso: conservazione attiva, ricerca scientifica, turismo, mobilità, conoscenza e formazione, capacity building, territorio, connessioni, gestione dei conflitti) sono le domande a cui risponde la prima parte del documento che definisce anche la cornice della strategia.”Cosa?” (tavola sinottica con la definizione dei temi, delle linee strategiche, dello stato di attuazione e delle priorità), “come?”, “dove?”, e “quando?” (vale a dire le schede di approfondimento per ciascuna delle linee strategiche, con l’evidenziazione delle attività in essere e delle progettualità) sono le domande a cui risponde la seconda parte del documento e costituiscono il programma esecutivo. Una terza parte contiene una serie di studi di riferimento e linee guida, elementi metodologici (modelli) e i principi di gestione adottati (tools).

Theiner, assieme su Dolomiti-Unesco Assessore altoatesino illustra strategia a Roma (ANSA) - BOLZANO, 9 MAR - La strategia congiunta di gestione delle Dolomiti patrimonio Unesco e la prossima visita ispettiva sono state al centro di un incontro dell'assessore altoatesino Richard Theiner, presidente della Fondazione Dolomiti Unesco, a Roma con il segretario generale della Commissione nazionale italiana Unesco Lucio Alberto Savoia e il futuro vice Giovanni Zanfarino. Il 21 dicembre 2015 il Consiglio di amministrazione della Fondazione Dolomiti Unesco ha approvato la strategia di gestione complessiva del bene patrimonio mondiale, un mese dopo c'è stata l'approvazione della Giunta provinciale. "Con questo documento strategico si vuole garantire la conservazione del valore straordinario e universale

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delle Dolomiti patrimonio Unesco e tutelare la sua integrità", ha sottolineato l'assessore provinciale all'ambiente Richard Theiner a Roma nell'incontro la Commissione nazionale italiana Unesco.

La montagna e le emozioni che essa è capace di suscitare saranno al centro della rassegna, in partenza il 18 marzo a Zugliano, ad ingresso libero, che si intitola proprio “Una montagna di emozioni”. Questo ciclo di incontri, presentato dalla biblioteca civica e dall’assessorato alla cultura del comune, torna nel 2016, dopo il successo riscosso dalla passata edizione. Sei serate di immagini, di racconti e di film documentari, che si propongono di far vivere al pubblico “quel senso di sgomento, di smarrimento che coglie quando lo sguardo indugia sulla forma, sulle gole, nei bordi, sui colori di una montagna. Luogo che – come spiega una nota di presentazione dell’evento – diventa un angolo ricco di valori e di emozioni, da ricreare, da portare con sé e da evocare anche solo aprendo le pagine di un libro, quando se ne è geograficamente lontani”. Tutti gli incontri della rassegna, che quest’anno gode del patrocinio della fondazione Dolomiti Unesco, del Trento film festival e della collaborazione dell’associazione Senza orario senza Bandiera, inizieranno alle 20.45. Si comincerà, come detto, venerdì 18 marzo, con la proiezione del film documentario di Pietro Badaloni “Dolomiti, montagne, uomini, storie. L’ambiente naturale e la sua tutela”, nella sala riunioni della biblioteca, in via Guglielmo Marconi. Seguirà, il 31 marzo, un altro film documentario, “Contadini di montagna”, di Michele Trentin, che sarà proiettato nella sala convegni delle Distillerie Zanin. Il 15 aprile toccherà poi a “Il confine bianco. Visioni fotografiche di un alpinista di pianura”, con immagini di Andrea Gasparotto, che saranno anche le protagoniste dell’omonima mostra, allestita nella galleria d’arte di villa Giusti, dal 15 al 30 aprile. Durante la serata del 22, nel salone della genesi villa Giusti, verranno presentati il libro di immagini e il video di Giuliano Dal Mas e di Roberto Soramae, “Dolomiti Schiara –montagna regina e il fascino dell’insolito”. Il documentario di Luca Guiotto “Emozioni in Val Leogra e la fauna alpina, i boschi e le cime rocciose” sarà protagonista dell’incontro del 6 maggio, ancora nel salone della genesi villa Giusti. Chiuderà la rassegna, il 20 maggio, “In volo dai colli berici alle Dolomiti. Un fotografo con il suo parapendio”, di Stefano Maruzzo, anche in questo caso, le immagini faranno parte di una mostra, in programma dal 20 al 31 maggio.

Vicenzareport.it | 13 Marzo 2016

Zugliano propone “Una montagna di emozioni”

Si parte venerdì 18 marzo, alle 20.45, nella sala riunioni della biblioteca civica con “Dolomiti, montagne, uomini e storie. L'ambiente naturale e la sua tutela”, film documentario di Pietro Badaloni prodotto e concesso dalla Fondazione Dolomiti Unesco, mentre giovedì 31 marzo, sempre alle 20.45, nella sala convegni delle Distilleria Zanin, verrà proposto “Contadini di montagna”, film documentario di Michele Trentin partecipante al Trento Film Festival 2015.

Quest’anno la rassegna, gode anche del prestigioso patrocinio della Fondazione “Dolomiti Unesco”, del Trento Film Festival e della preziosa collaborazione dell'associazione “Senza Orario senza Bandiera”. Ecco il programma.

«Ed è così che essere in montagna non è più solo una questione geografica, uno stato fisico ma anche mentale ripetibile ovunque quando ne siamo lontani e che ci avvolge completamente quando le camminiamo, grazie in questo caso alle parole. La montagna diviene un angolo tutto proprio di valori ed emozioni, da ricreare, portare con sé ed evocare anche semplicemente aprendo le pagine di un libro, quando ne siamo geograficamente lontani».

Dopo il successo della scorsa edizione, torna anche quest'anno il ciclo di serate “Una Montagna di Emozioni”, fortemente voluto dall'assessore alla cultura Antonio Cipriano, e organizzato dal Comune in collaborazione con la biblioteca civica.

«Saranno sei gli incontri proposti al pubblico, serate di emozioni legate ad immagini, racconti, filmdocumentari per stimolare quel senso di sgomento, di smarrimento che ci coglie ogni qual volta il nostro sguardo indugia sulla forma, sulle gole, nei bordi, sui colori di una montagna», spiega l'assessore Cipriano.

Il 6 maggio, alle 20.45, sempre nel salone della Genesi di Villa Giusti-Suman verrà proposto il documentario di Luca Guiotto “Emozioni in Val Leogra. La fauna alpina, i boschi e le cime rocciose”. Infine, venerdì 20, alle 20.45, nella Galleria d’Arte di Villa Giusti-Suman verrà inaugurata la mostra fotografica “In volo dai colli berici alle Dolomiti. Un fotografo con il suo parapendio” con le immagini di Stefano Maruzzo. L'esposizione sarà visitabile fino al 31 maggio. Tutti gli incontri della rassegna sono ad ingresso libero.

Silvia Dal Maso

Il 15 aprile, alle 20.45, nella Galleria d'arte di Villa Giusti-Suman verrà inaugurata la mostra fotografica “Il confine bianco. Visioni fotografiche di un alpinista di pianura” con le immagini di Andrea Gasparotto. L'esposizione sarà visitabile fino al 30 aprile. Venerdì 22, alle 20.45, nel salone della Genesi di Villa Giusti-Suman verrà presentato il libro “Dolomiti Schiara. Montagna regina. Il fascino dell'insolito”. La serata sarà caratterizzata anche dalla proiezioni delle immagini e del video di Giuliano Dal Mas e Roberto Soramae.

10 Rassegna stampa - Marzo 2016 Il Giornale di Vicenza | 13 Marzo 2016

"Una montagna di emozioni" in sei incontri

Dopo Nevegal, rifugio Carestiato, Rite e val d’Oten Il lavoro di Giuliano Vantaggi terminerà oggi a Cortina Google Street View va alla scoperta del mondo delle ciaspe di Gianluca De Rosa BELLUNO Le Dolomiti su Google Street View: sono ripresi in questi giorni i lavori di mappatura della montagna bellunese, con un occhio di riguardo ai sentieri destinati agli amanti delle ciaspe. L'accordo tra la Fondazione Dolomiti Unesco e il colosso californiano siglato tre anni fa e capace, in questo lasso di tempo, di rendere visibili attraverso la rete i luoghi di maggior interesse del territorio bellunese con un ritorno d'immagine praticamente incalcolabile, ha fatto registrare un nuovo settore d'interesse, quello appunto dei sentieri per le ciaspe, facili ma soprattutto belli dal punto di vista paesaggistico. Caratteristiche in grado di renderli accessibili ad un numero elevato di potenziali turisti. «Nell'ultimo mese siamo stati al rifugio Carestiato attraverso il passo Duran, in val d'Oten nel territorio di Calalzo, sul Nevegal e sul monte Rite attraverso il passo Cibiana», spiega il coordinatore dei lavori per conto della Fondazione Dolomiti Unesco, Giuliano Vantaggi, che svela la tipologia di intervento che viene effettuata sul campo per poter rendere visibili in rete i luoghi stabiliti: «I membri incaricati del servizio si mettono in spalla uno zainetto del peso di 27 chili che funge da contenitore di una serie di macchinette fotografiche in grado di scattare otto panoramiche ogni dieci secondi. Attraverso un software all'avanguardia, queste immagini vengono riversate nella piattaforma creata da Google e denominata Street View, oggi meta di due miliardi di utenti unici nel mondo». Numeri impressionanti che attestano Google Street View come il miglior veicolo promozionale di un territorio, peraltro a costo zero: «L'accordo tra Google e la Fondazione Dolomiti Unesco nel caso nostro prevede un intervento di natura economica, ma per l'utente che viaggia in rete non ci sono costi», aggiunge Vantaggi, «l'indice di visibilità di un determinato luogo censito da Google Street View è praticamente incalcolabile. Basti pensare che il primo luogo censito fu il Gran Canyon, che oggi rappresenta la meta di richiamo principale a livello turistico mondiale. I dati dicono che la ricerca di un luogo di vacanza, non solo attraverso la rete, vede come primo passo il ricorso allo Street View». Numeri che rendono l'idea dell'importanza del lavoro dei tecnici addetti alla mappatura che oggi, intanto, saranno a Cortina nell'area del Parco Dolomiti ampezzane per tracciare due sentieri: «Nel lavoro sul territorio ricopre un ruolo di fondamentale importanza la collaborazione con

11 Rassegna stampa - Marzo 2016 Corriere delle Alpi | 15 Marzo 2016

12 Rassegna stampa - Marzo 2016 alcuni enti come il Cai o il soccorso alpino», spiega Giuliano Vantaggi, che approfitta dell'occasione per commentare così le sensazioni che si provano nello svolgere un lavoro unico nel suo genere: «Sicuramente divertente, ma al tempo stesso molto faticoso. Le responsabilità sono tante, perché sappiamo bene che milioni di persone quotidianamente usufruiranno del nostro servizio». Archiviato il territorio di Cortina, il lavoro dei tecnici di Google Street View proseguirà nei prossimi giorni in Alto Adige, sempre a caccia di nuovi sentieri per le ciaspe da mappare: «Per ora con l'area delle Dolomiti bellunesi abbiamo finito», conclude Vantaggi, «non è escluso che nei prossimi mesi torneremo in Veneto per un nuovo turno di mappature, anche se al momento non ci sono riscontri in tal senso».

La Fondazione si occupa della salvaguardia delle Dolomiti friulane, un territorio vastissimo Il processo di tutela cominciato nel 2009

Messaggero Veneto | 15 Marzo 2016

ERTO E CASSO La dichiarazione di tutela che dovrebbe arrivare tra qualche giorno sarà la naturale continuazione di un processo iniziato nel 2009: risale infatti al 26 giugno di quell’anno l’annuncio dell’Unesco di voler salvaguardare le Dolomiti. Così che anche la porzione di arco alpino situato tra Pordenone e Udine entrò a pieno titolo sotto l’ala protettiva dell’organo delle Nazioni unite. Il 13 maggio del 2010 fu costituita la Fondazione che ora si occupa delle iniziative di promozione del vastissimo territorio di competenza. In questo senso la stessa diga del Vajont e la frana del monte Toc, che si trovano in comune di Erto e Casso, sono già dei siti indirettamente soggetti all'Unesco. Tra l’altro proprio pochi giorni fa la Fondazione e i Comuni del Parco naturale delle Dolomiti friulane hanno concordato una forma di tutela di quel cinque per cento di vallate e boschi che non rientra in alcuna forma di protezione. Al momento l’ufficio delle Dolomiti si occupa di 142 mila ettari di vette, distribuiti tra nove sistemi montuosi tra loro distinti. Tornando invece all’archivio giudiziario del Vajont, uno degli artefici del progetto è l’associazione Tina Merlin. Si tratta di un sodalizio con sede a Belluno e della quale fa parte anche Toni Sirena, figlio della giornalista de l’Unità che negli anni Sessanta denunciò i soprusi della Sade nei confronti della gente del Vajont. Merlin venne pure denunciata per i propri articoli nei quali segnalava il pericolo che il monte Toc si staccasse e rovinasse a valle. In seguito la giornalista divenne il simbolo della lotta che si consumò tra L’Aquila e Roma per una condanna esemplare a carico degli imputati. Il sodalizio bellunese ha quindi sollecitato più volte il Governo per aprire il famoso armadio conservato negli scantinati del Tribunale abruzzese. Sino a che nel 2009 c'è stata la svolta. Fatalità vuole che qualche settimana fa le carte del Vajont hanno rischiato l’ennesimo spostamento. Secondo una denuncia finita anche in Parlamento, l’archivio di Stato di Belluno dovrebbe essere accorpato ad altri minori del Veneto e soppresso. L’altro ieri il ministro dei beni culturali, Dario Francheschini, ha rassicurato tutti sulla permanenza dell’istituto e sull’arrivo di ulteriore organico. Anche la carenza di personale era infatti uno dei punti interrogativi che avrebbe potuto determinare un diniego alla tutela della documentazione da parte dell’Unesco. Ora quindi non dovrebbe mancare nulla per il sì definitivo da Parigi alla candidatura. (f.fi.) ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Trento: Gilmozzi, unica piattaforma digitale per informazioni su TPL nelle Dolomiti UNESCO (FERPRESS) – Trento, 18 MAR – L’approvazione del protocollo proposto dall’assessore all’Ambiente della Provincia di Trento, Mauro Gilmozzi, ha radici nelle azioni innovative che connettono il territorio dolomitico in una prospettiva di mobilità sostenibile.

Il protocollo per il trasferimento e la gestione dei dati, approvato venerdì 18 marzo, conclude il progetto di realizzazione di una piattaforma digitale comune per orari e servizi dei mezzi pubblici. E' frutto di una collaborazione tecnico-gestionale degli enti che il prossimo 24 marzo lo sottoscriveranno, vale a dire

13 Rassegna stampa - Marzo 2016 Ferpress.it | 18 Marzo 2016

La Voce del Trentino| 20 Marzo 2016

L'approvazione del protocollo proposto dall'assessore all'ambiente Mauro Gilmozzi ha radici nelle azioni innovative che connettono il territorio dolomitico in una prospettiva di mobilità sostenibile.

Una piattaforma digitale unica per il trasporto pubblico in Dolomiti UNESCO

Sarà infatti un'unica piattaforma digitale (DIVA - EFA) a gestire l'informazione sui servizi di trasporto pubblico nelle 5 province delle Dolomiti UNESCO. "Se cittadini e turisti hanno facilità di accesso alle informazioni sul trasporto pubblico del Bene Naturale che condividiamo con Bolzano, Belluno, Pordenone e Udine, agiamo in una prospettiva di maggior vivibilità e promuoviamo un turismo sostenibile", così l'assessore Gilmozzi che ricorda la coerenza con "il tavolo di lavoro aperto alle categorie economiche e turistiche per portare più persone e sviluppo sui passi dolomitici e meno auto".

Fondazione Dolomiti UNESCO, Province autonome di Trento e Bolzano, Province di Belluno, Pordenone, Udine, Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e Regione Veneto.

Giorgio Torgler, Presidente del CONI del Trentino, come padrone di casa, ha dato il benvenuto, ricordando le imminenti Olimpiadi di Rio de Janeiro in Brasile dove il Golf entrerà a pieno titolo come disciplina sportiva e come il Trentino è diventato un grande villaggio sportivo, grazie ai suoi oltre 20.000 tecnici dirigenti e volontari che organizzano in tutte le discipline grandi eventi mondiali e internazionali. Anche i numerosi Campionati del Mondo, Europei e Italiani organizzati nel 2015, gestiti con parsimonia e professionalità, hanno dato ampia visibilità e dimostrazione di grande capacità organizzativa e di ospitalità. Identico pensiero è rivolto a questo Circuito di Golf che proprio nelle Dolomiti trova un abbinamento speciale in un magnifico ambiente di gara e un organizzatore capace e preciso. Riccardo Gaifas, Delegato della Federazione Italiana Golf per la Provincia di Trento e Hermann Schnitzer per quella di Bolzano, hanno illustrato le realtà locali dopo il successo che il golf italiano ha riscosso negli ultimi Segnalanoanni.

A monte di quest'intesa vi è la Rete della mobilità, vale a dire uno degli strumenti attraverso cui opera la Fondazione che, dovendo operare in territori con amministrazione diverse, si avvale delle competenze e professionalità di ciascuna Provincia per armonizzare le politiche di gestione e coordinare il lavoro di valorizzazione e comunicazione cui è preposta. Le altre Reti della Fondazione sono: patrimonio geologico (coordinatore PaT), formazione e ricerca scientifica (coordinatore PaT), patrimonio paesaggistico e aree protette (Province di Pordenone e Udine e Regione autonoma del Friuli Venezia Giulia), patrimonio del turismo sostenibile (coordinatore Provincia di Belluno).

14 Rassegna stampa - Marzo 2016

L’Adigetto| 23 Marzo 2016

Presentate le 15 gare del circuito Dolomiti Golf Cup 2016

Si svolgeranno dal 2 aprile al 24 settembre nei campi da golf del Trentino, dell'Alto Adige, del Veneto, della Lombardia e della Liguria

anche l’ultima conquista della Federazione Italiana Golf, l’assegnazione all’Italia della prestigiosa Ryder Cup nel 2022.

La compagine dei giocatori italiani sui Tour si è arricchita con l’ingresso di Nino Bertasio, già autore di alcune buone prove nelle prime gare di stagione. Aron Zemmer, professionista di Castelrotto, prosegue nella corsa al titolo assoluto dell’Alps Tour, mentre Gianmarco Libardi, il forte giocatore di Rovereto, ha preso in mano l’attività giovanile del Trentino con ottimi risultati.

Oggi a Trento in via Belenzani presso la sede del Coni è stata presentata alla Stampa la 25ª edizione del Circuito Dolomiti Golf Cup 2016.

Oltre ai consueti calendari di Circolo, ancora una volta in Provincia di Trento si disputa il Sophos Master, la manifestazione che assegna il titolo di Campione Provinciale e si gioca sui 5 percorsi omologati.

15 Rassegna stampa - Marzo 2016

Oltre a ritrovi promozionali, la Delegazione Trento ha per la prima volta strutturato un calendario specifico radunando i migliori brevetti con la guida dei Pro nostrani Andrea Costa e Gianluca Gatti coadiuvati da importanti Coach nazionali, Preparatore atletico e Mental Coach. Sede invernale è stata individuata la struttura polivalente del Paradiso del Garda a Peschiera.

Il nuovo Campo Pratica di Rovereto, coraggioso recupero di una discarica esaurita che il Comune di Rovereto ha affidato in coabitazione al Golf e all’Aereomodellismo ha compiuto con profitto il primo anno di attività, mentre sono sempre più importanti le ambizioni per un vero campo nella zona del Gaggio a InPietramurata.regionesigiocheranno ben 11 gare giovanili valide per il ranking zonale e nazionale a cui sicuramente parteciperanno numerosi ospiti extraregionali.

«Per noi – ha detto Costa – questi patrocini sono motivo di soddisfazione, perché ci riconoscono il costante impegno nel portare avanti questo sport da ormai 5 lustri, con passione e professionalità.»

Il 27 e il 28 giugno, dopo anni di pausa, riprende la prima «Südtirol Cup Matchplay Singolo» cui parteciperanno 32 uomini e 16 donne. Da segnalare anche l'attività della Golf Academy, finanziata in parte dalla stessa Federazione, organizzata dal golf St. Vigil Siusi, serie di allenamenti aperti a tutti i giovani tesserati in Alto Adige.

I tesserati in regione, nonostante la crisi e i meteo avversi, sono stazionari pari a 3.495 di cui 2.191 a Bolzano e 1.304 a Trento, ma per il 2016 si prospetta un leggero aumento. Esistono 25 Golf Club (BZ 15 + TN 10) di cui 12 (BZ 8 + TN 5) con percorso da 9 o 18 buche. Sergio Costa che organizza il Circuito ha fatto presente che anche questa edizione ha avuto per la 5ª volta il patrocinio della Fondazione Dolomiti-UNESCO (*) per la coerenza delle attività presentate con gli obiettivi della Fondazione, per la 4ª volta quello del CONI e quest’anno anche quello della FIG (Federazione Italiana Golf) assieme alle due Delegazioni delle Province di Trento e di Bolzano.

Da ricordare che il 25 aprile in molti Golf Club dell'Alto Adige, con la giornata delle porte aperte, si è cercato di incentivare l’ingresso di nuovi soci alle strutture golfistiche della provincia.

Per la realizzazione di questa venticinquesima edizione del Circuito diciamo GRAZIE ai: - Partner: Centro Diagnostico Veterinario Trentino, Corriere dell’Alto Adige e Corriere del Trentino, Grappa Bertagnolli, Hotel Monte Bondone e Toshiba; - Supporter: Alpipont, Amici del Golf di Carezza, Batocchi, Errek, Filcasa, Golf Colli Berici con la Fondazione per la ricerca sulla Fibrosi Cistica Onlus, Golf & Country Südtirol, Golf Molinetto, Golf Sanremo, Hotel President Lignano, l’Adigetto.it, Le Albere, Menz & Gasser, Mediocredito Trentino Alto Adige Südtirol, Mirò, Porsche Green Club, Radio Italia e Texbond.

Questa sarà la 25ª edizione del Circuito che si snoderà attraverso 15 tappe che toccheranno 4 regioni (Trentino Alto Adige, Liguria, Lombardia e Veneto) e 7 Province (Bolzano, Imperia, Milano, Trento, Treviso, Verona e Vicenza). I golf coinvolti sono: Asolo, Asiago, Appiano, Carezza, Colli Berici, Dolomiti, Folgaria, Tesino, Lana, Molinetto, Passiria, Petersberg, Rendena, Sanremo e Verona. Calendario gare, regolamento, risultati, fotografie e altre informazioni si troveranno sul sito internet www.dolomitigolfcup.it e anche su Facebook a partire da domani.

A partire del prossimo anno scolastico verrà anche intensificata la collaborazione con le scuole elementari e medie per aprire il Golf a nuove leve.

Il GC Eppan ha inaugurato il prestigioso Blue Monster, 9 interessanti buche a ridosso di Bolzano: si tratta di un campo con apertura annuale ed accoglienza innovativa.

Domenica scorsa nella prima gara giovanile dell’anno i risultati sono stati incoraggianti: su tutti meritano elogi Samuele Canalia e Francesca Patrese. Da segnalare anche come attività golfistica a livello nazionale di alto livello Chiara Polichetti e Mario Zucal.

16 Rassegna stampa - Marzo 2016 PredazzoBolg.it| 23 Marzo 2016

La mostra, ospitata presso il Museo Geologico delle Dolomiti di Predazzo, è visitabile dal 2 aprile al 14 maggio.Leimmagini realizzate dai professionisti partner di Pixcube.it hanno come sfondo le aree protette dolomitiche. Attraverso la fotografia, si è voluto promuovere la corretta conoscenza della biodiversità e generare dei contenuti digitali autentici e di qualità.

I sistemi montuosi che compongono le Dolomiti Patrimonio dell’Umanità comprendono una serie di paesaggi montani unici al mondo e di eccezionale bellezza naturale. Le loro cime, spettacolarmente verticali e pallide, presentano una varietà di forme scultoree che è straordinaria nel contesto mondiale. I paesaggi sublimi, monumentali e carichi di colorazioni delle Dolomiti sono fonte di innumerevoli interpretazioni scientifiche ed artistiche dei loro valori.

In mostra una selezione di foto realizzate nel corso degli eventi fotografici Pixcube.it con NikonForParks, con il patrocinio della fondazione Dolomiti UNESCO e del Ministero dell’Ambiente. Con l’insegnamento della fotografia, si è voluto promuovere la corretta conoscenza della biodiversità e generare dei contenuti digitali autentici e di qualità.

Le Aree Protette ritratte sono: Parco Naturale di Paneveggio Pale di San Martino, Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, Parco Naturale Dolomiti di Sesto, Parco Naturale Puez Odle, Parco Naturale Dolomiti Ampezzane, Parco Naturale Dolomiti Friulane, Parco Naturale Adamello Brenta.

La mostra ha ricevuto il patrocinio della Fondazione Dolomiti UNESCO e del Ministero dell’Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare.

I contenuti digitali (foto), sono un aspetto fondamentale del patrimonio bio-diverso e della cultura italiana. Poiché le immagini digitali ‘transitano’, è opportuno che la qualità delle stesse, sia coerente con i valori del territorio, sottolineandone la possibilità della sua conservazione per le generazioni future.

Fotografare le Dolomiti, mostra al Museo Geologico di Predazzo

Sabato 2 aprile alle ore 15:00, presso il Museo Geologico di Predazzo, verrà inaugurata la mostra ‘Fotografare le Dolomiti’ realizzata da Pixcube.it in collaborazione con Muse, Nikon School e Salewa.

Anche le fotografie possono preservare il patrimonio bio-diverso e la cultura italiana. A causa dell’estrema volatilità e del potere comunicativo delle foto personali è opportuno che la qualità delle stesse, sia coerente con i valori del territorio, sottolineandone la possibilità e l’importanza della sua conservazione per le generazioni future.

17 Rassegna stampa - Marzo 2016 Corriere delle Alpi| 24 Marzo 2016

Firmata a Cortina una convenzione tra le Province interessate e la Fondazione Dolomiti Unesco per un portale che metta insieme orari e informazioni sul trasporto pubblico Dare vita ad un portale web comune per il trasporto pubblico nei territori delle Dolomiti Unesco è l'obiettivo di un protocollo d'intesa sottoscritto a Cortina d'Ampezzo durante la riunione del CdA della Fondazione, nel corso della quale è emerso che la homepage delle Dolomiti Unesco è seconda solo a quella del Grand Canyon.

Nasce un portale web comune sul trasporto pubblico nell'area Dolomiti Unesco

La piattaforma rientra tra i progetti dell'area legata a sviluppo, turismo e mobilità sostenibile della Fondazione ed il progetto è stato coordinato dall'Ufficio parchi naturali e dall'Agenzia per la mobilità della Provincia di Bolzano, che hanno elaborato la proposta di creare un portale web con un motore di ricerca unico su corse e collegamenti in tutte e cinque le province delle Dolomiti Unesco.

Il protocollo è stato sottoscritto dall'assessore provinciale, Richard Theiner, che presiede la Fondazione, dall'assessore alla mobilità Florian Mussner e dagli assessori competenti delle altre province coinvolte. L'intesa regola il trasferimento di tutti i dati relativi a corse e orari delle linee ferroviarie e di autobus. «Uno degli obiettivi principali della Fondazione - sottolinea Theiner - è quello di sostenere la mobilità sostenibile all'interno delle Dolomiti patrimonio mondiale Unesco, e riteniamo che questo portale possa rappresentare un mezzo moderno, efficiente e soprattutto rapido per fornire ai cittadini tutte le informazioni utili sull'utilizzo del trasporto pubblico».

Comunicato stampa Provincia autonoma di Bolzano| 24 Marzo 2016

Parco Naturale Adamello Brenta Apre “Geopark”, una casa in cui scoprire le Dolomiti CARISOLO Il Parco naturale Adamello Brenta offre durante le vacanze pasquali la possibilità di visitare la Casa del Parco “Geopark”, allestita a Carisolo all’ingresso della Val Genova. L’esposizione mette in luce la marcata diversità geologica dell’area protetta che si estende su due versanti morfologici alpini molto differenti: il gruppo dell’Adamello-Presanella e quello delle Dolomiti di Brenta. Grazie alla ricchezza di video e riprese aeree, anche su maxischermo, la visita alla casa del Parco diventa un’esperienza coinvolgente che invoglia a trasferire questo contatto appena possibile all’interno della natura. Punto di forza è la ricostruzione fedele di una grotta carsica con suoni e rumori reali e il tipico gocciolìo dell’acqua, ma si possono vedere anche trote e salmerini negli acquari che ricreano la vita nel torrente e nel lago, la

La mobilità sostenibile è stato il tema al centro della riunione del consiglio di amministrazione della Fondazione Dolomiti UNESCO svoltasi a Cortina, che si è conclusa con la firma del protocollo che porterà alla nascita di una piattaforma digitale comune riguardante i servizi di trasporto pubblico di tutti i territori posti sotto tutela. La piattaforma rientra tra i progetti dell'area legata a sviluppo, turismo e mobilità sostenibile della Fondazione, e il progetto è stato coordinato dall'Ufficio parchi naturali e dall'Agenzia per la mobilità della Provincia di Bolzano, che hanno elaborato la proposta di creare un portale web con un motore di ricerca unico su corse e collegamenti in tutte e cinque le province delle Dolomiti UNESCO. Oggi (24 marzo) il protocollo d'intesa che porterà alla nascita della piattaforma digitale è stato sottoscritto dall'assessore Richard Theiner, che presiede la Fondazione Dolomiti UNESCO, dall'assessore alla mobilità Florian Mussner e dagli assessori competenti delle altre province coinvolte. L'intesa regola il trasferimento di tutti i dati relativi a corse e orari delle linee ferroviarie e di autobus. "Uno degli obiettivi principali della Fondazione - sottolinea Theiner - è quello di sostenere la mobilità sostenibile all'interno delle Dolomiti patrimonio mondiale UNESCO, e riteniamo che questo portale possa rappresentare un mezzo moderno, efficiente e soprattutto rapido per fornire ai cittadini tutte le informazioni utili sull'utilizzo del trasporto Durantepubblico".la riunione del CdA della Fondazione, inoltre, è stata confermata la creazione di una nuova cartina sulle Dolomiti UNESCO riservata agli appassionati di escursionismo, ed è stato nominato il Comitato scientifico all'interno del quale la Provincia di Bolzano è rappresentata da Roland Dellagiacoma, ex direttore della Ripartizione natura e paesaggio. Una conferma dell'appeal delle Dolomiti UNESCO, inoltre, arriva dal web: "Dai dati di Google Analytics - conclude Richard Theiner - è emerso che tra i siti web delle aree poste sotto tutela siamo secondi per numero di click solo al Grand Canyon. Su twitter, inoltre, le Dolomiti UNESCO possono contare su ben 10mila follower".

Dare vita ad un portale web comune per il trasporto pubblico nei territori delle Dolomiti UNESCO. Il protocollo d'intesa è stato sottoscritto oggi (24 marzo) a Cortina dagli assessori Theiner e Mussner durante la riunione del CdA della Fondazione, nel corso della quale è emerso che la homepage delle Dolomiti UNESCO è seconda solo a quella del Grand Canyon.

Trentino| 25 Marzo 2016

Dolomiti UNESCO, portale web comune per il trasporto pubblico

18 Rassegna stampa - Marzo 2016

19 Rassegna stampa - Marzo 2016 dinamica di creazione delle marmitte dei giganti, una selezione di minerali e fossili da esaminare sotto una lente di ingrandimento scorrevole e si può manovrare con un joystick il sorvolo virtuale delle cime e delle valli del Parco. Oltre alle vacanze pasquali e durante tutto l’anno, ma soltanto su prenotazione, la Casa è a disposizione per visite guidate a scolaresche o gruppi da parte di operatori esperti mentre è aperta continuativamente durante l’estate. Il primo giorno di apertura è domani: dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19. Domenica apertura dalle 15 alle 19 (mattina chiuso, mentre lunedì gli orari sono dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19. Per le visite culturali durante il soggiorno pasquale il Parco Naturale Adamello Dolomiti di Brenta consiglia nelle vicinanze della Casa Geopark le Cascate Nardis in Val Genova, l’Antica Vetreria, la Chiesetta di Santo Stefano di Carisolo e il Castagneto. (e.b.b.)

Alto Adige| 27 Marzo 2016

La Fondazione ha anche dato il via libera a una nuova cartina Un portale unico per i trasporti

CORTINA Dare vita ad un portale web comune per il trasporto pubblico nei territori delle Dolomiti Unesco. Il protocollo d'intesa è stato sottoscritto a Cortina dagli assessori Theiner e Mussner durante la riunione del CdA della Fondazione, nel corso della quale è emerso che la homepage delle Dolomiti Unesco è seconda solo a quella del Grand Canyon. La mobilità sostenibile è stato il tema al centro della riunione del consiglio di amministrazione della Fondazione Dolomiti Unesco svoltasi a Cortina, che si è conclusa con la firma del protocollo che porterà alla nascita di una piattaforma digitale comune riguardante i servizi di trasporto pubblico di tutti i territori posti sotto tutela. La piattaforma rientra tra i progetti dell'area legata a sviluppo, turismo e mobilità sostenibile della Fondazione, e il progetto è stato coordinato dall'Ufficio parchi naturali e dall'Agenzia per la mobilità della Provincia di Bolzano, che hanno elaborato la proposta di creare un portale web con un motore di ricerca unico su corse e collegamenti in tutte e cinque le province delle Dolomiti Unesco. «Uno degli obiettivi principali della Fondazione - sottolinea Theiner - è quello di sostenere la mobilità sostenibile all'interno delle Dolomiti patrimonio mondiale Unesco, e riteniamo che questo portale possa rappresentare un mezzo moderno, efficiente e soprattutto rapido per fornire ai cittadini tutte le informazioni utili sull'utilizzo del trasporto pubblico». Durante la riunione del CdA della Fondazione, inoltre, è stata confermata la creazione di una nuova cartina sulle Dolomiti riservata agli appassionati di escursionismo, ed è stato nominato il Comitato scientifico all'interno del quale la Provincia di Bolzano è rappresentata da Roland Dellagiacoma, ex direttore della Ripartizione natura e paesaggio.

Per saperne di più, ecco il convegno di oggi, nell’aula magna Tolentini dello Iuav, con inizio alle 14, appuntamento di studio organizzato dal Collegio degli ingegneri ferroviari del Veneto. Interverrano il rettore dell’università Iuav, Alberto Ferlenga, l’ingegner Gabriele Pupolin del Cifi, il porfessore Carlo Pellegrino, direttore del dipartimento Icea dell’università di Padova, l’ingegner Claudio Fermani della Serfer parlerà di un possibile tracciato tra Calalzo, Cortina e Brunico, oltre a Vantaggi e Morandini.

Turismo e treno, vertice a Venezia

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Gli esperti oggi a confronto sul collegamento ferroviario tra laguna e Dolomiti CORTINA. I milioni di turisti che arrivano in stazione Santa Lucia per visitare Venezia, se trovassero un treno confortevole con destinazione le Dolomiti, non si concederebbero una giornata a Cortina o sulle Tre Cime? Giuliano Vantaggi, esperto di marketing turistico, ritiene senz’altro di sì ed ecco perché al convegno di oggi, a Venezia, sulle prospettive del treno delle Dolomiti, anticiperà addirittura il nome di battesimo per questo convoglio, “Dolomiti express”, appunto, e non tanto “Treno delle Dolomiti”. E poi, secondo Vantaggi, bisognerà sfruttare al meglio il marchio Unesco, che è il quarto più conosciuto al mondo.

20 Rassegna stampa - Marzo 2016 Corriere delle Alpi | 31 Marzo 2016

L’Unesco come garanzia di qualità, di affidabilità, e di un turismo sostenibile, come spiegherà oggi, allo stesso convegno di Venezia, la segretaria generale della Fondazione Dolomiti Unesco, Marcella Morandini. Venezia fa tra i 25 ed i 27 milioni di pernottamenti l’anno, nei propri alberghi, altri 10 milioni circa nelle navi da crociera.

«È impossibile che una quota di questi turisti, per il 92% stranieri, non accetti la proposta di visitare le Dolomiti patrimonio dell’Umanità, oppure, per qualche ora, le ville venete, o, ancora, apprezzare il prosecco sulle colline di Conegliano o fermarsi nella città dove si è conclusa la grande guerra, Vittorio IlVeneto».“Dolomiti express” è di là da venire, ma secondo Vantaggi sarà saggio prepararsi anzitempo al debutto. Dovrà essere un treno confortevole, possibilmente tutto vetro, quindi panoramico, e ben collegato sul territorio, per ogni destinazione interessante. Il percorso? Fino a Calalzo è obbligatorio, ovviamente. Da Calalzo in avanti la scelta, secondo Vantaggi, dev’essere della politica.

Un treno panoramico, evidentemente, non potrà cimentarsi con grandi gallerie, ma viaggiare all’aria aperta, per consentire la piena visibilità delle valli e delle montagna. Meglio, quindi, la val Boite rispetto ad Auronzo? «Senz’altro», schiva la domanda Vantaggi, «dovrà arrivare a Cortina».

Durante l'incontro di Parigi è stato confermato che gli ispettori dell'UNESCO effettueranno nel prossimo autunno la loro periodica visita nei territori delle Dolomiti posti sotto tutela al fine di monitorare la gestione complessiva dell'intera area.

21 Rassegna stampa - Marzo 2016 Comunicato stampa Provincia autonoma di Bolzano| 31 Marzo 2016

Trasferta a Parigi per l'assessore altoatesino Richard Theiner: nel suo ruolo di presidente della Fondazione Dolomiti UNESCO ha consegnato assieme alla segretaria generale Marcella Morandini il programma sulla strategia di gestione del territorio a Mechtild Rössler, direttrice di Ripartizione presso la sede centrale Strategiadell'UNESCO.digestione complessiva delle Dolomiti UNESCO: Richard Theiner, Mechthild Rössler e Marcella InseriteMorandininel giugno del 2009 nell'elenco dei patrimoni naturali dell'umanità tutelati dall'UNESCO, l'anno successivo province e regioni delle Dolomiti hanno dato vita ad una Fondazione che rappresenta una vera e propria piattaforma comune per la gestione del territorio. Oggi (31 marzo) si è concluso il lungo iter per l'elaborazione di un programma sulla strategia di gestione, documento approvato lo scorso dicembre dal CdA della Fondazione che contiene le linee guida da seguire per uno sviluppo delle Dolomiti all'insegna della sostenibilità. Il documento è stato consegnato a Parigi, alla direttrice di Ripartizione della sede centrale dell'UNESCO, Mechthild Rössler, dall'assessore all'ambiente della Provincia di Bolzano Richard Theiner, il quale ricopre anche il ruolo di presidente della Fondazione Dolomiti UNESCO, e dalla segretaria generale della Fondazione stessa, Marcella Morandini.

Dolomiti UNESCO: Theiner a Parigi consegna programma di gestione

"Visione e strategia sono chiari - ha spiegato Theiner - e richiedono un maggiore senso di responsabilità non solo alle popolazioni residenti, ma anche ai turisti". Quattro gli assi strategici del documento, ovvero patrimonio, esperienza, comunità e sistema, con paletti chiave come il no ad ogni nuovo comprensorio sciistico all'interno delle Dolomiti patrimonio UNESCO, il sostegno alla certificazione ambientale delle aziende turistiche e quello ad una mobilità sostenibile. "Alcune misure - ha aggiunto la Morandini - sono già state avviate, come ad esempio la nascita di un portale web comune per tutti i servizi del trasporto pubblico". Dal canto suo la Rössler, assicurando di analizzare al più presto il documento nel dettaglio, ha sottolineato che "le Dolomiti rappresentano un vero e proprio laboratorio di idee ed esperienze anche per l'UNESCO, visto che il territorio è suddiviso in 9 zone e 5 province. Da questo punto di vista - ha proseguito l'alta funzionaria dell'UNESCO - la gestione del patrimonio naturale da parte della Fondazione può rappresentare un interessante esempio da seguire".

APRILE2016

FondazioneDolomitiDolomitenDolomitesDolomitisUNESCO

RASSEGNASTAMPA

sono chiari - ha spiegato Theiner - e richiedono un maggiore senso di responsabilità non solo alle popolazioni residenti, ma anche ai turisti». Dal canto suo la Rössler ha sottolineato che «le

Le Aree Protette ritratte sono: Parco Naturale di Paneveggio Pale di San Martino, Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, Parco Naturale Dolomiti di Sesto, Parco Naturale Puez Odle, Parco Naturale Dolomiti Ampezzane, Parco Naturale Dolomiti Friulane, Parco Naturale Adamello Brenta.

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Adige Adige | 02 Aprile 2016

Dolomiti Unesco, Theiner a Parigi

L’Adige 02 Aprile 2016

Le immagini realizzate dai professionisti partner di Pixcube.it hanno come sfondo le aree protette dolomitiche. Attraverso la fotografia, si è voluto promuovere la corretta conoscenza della biodiversità e generare dei contenuti digitali autentici e di qualità.

2 Rassegna stampa - Aprile 2016

Trasferta a Parigi per l'assessore altoatesino Richard Theiner: nel suo ruolo di presidente della Fondazione Dolomiti Unesco ha consegnato assieme alla segretaria generale Marcella Morandini.

Magnifiche fotografie di montagna in mostra

Predazzo Al Museo Geologico da oggi le immagini Pixcube sulle Dolomiti PREDAZZO - Oggi alle ore 15, presso il Museo Geologico, verrà inaugurata la mostra «Fotografare le Dolomiti» realizzata da Pixcube.it in collaborazione con Muse, Nikon School e Salewa. La mostra sarà visitabile dal 2 aprile al 14 maggio.

In mostra una selezione di foto realizzate nel corso degli eventi fotografici Pixcube.it con NikonForParks, con il patrocinio della fondazione Dolomiti UNESCO e del Ministero dell'Ambiente. Con l'insegnamento della fotografia, si è voluto promuovere la corretta conoscenza della biodiversità e generare dei contenuti digitali autentici e di qualità.

Trasferta a Parigi per l'assessore altoatesino Richard Theiner: nel suo ruolo di presidente della Fondazione Dolomiti Unesco ha consegnato assieme alla segretaria generale Marcella Morandini il programma sulla strategia di gestione del territorio a Mechtild Rössler, direttrice di Ripartizione presso la sede centrale «Visionedell'Unesco.estrategia

Adige Adige | 05 Aprile 2016

Consegnato all’Unesco un programma nel segno della sostenibilità Un piano per gestire le Dolomiti DOLOMITI Trasferta a Parigi per l'assessore provinciale Richard Theiner. Nel suo ruolo di presidente della Fondazione Dolomiti Unesco ha consegnato, con la segretaria generale Marcella Morandini, il programma sulla strategia di gestione del territorio a Mechtild Rössler, direttrice di Ripartizione presso la sede centrale Unesco. Nel 2010 province e regioni delle Dolomiti hanno dato vita a una Fondazione che rappresenta una piattaforma comune per la gestione del territorio. Il 31 marzo si è concluso il lungo iter per l'elaborazione di un programma sulla strategia di gestione, documento approvato lo scorso dicembre dal cda della Fondazione e che contiene le linee guida da seguire per uno sviluppo delle Dolomiti all'insegna della sostenibilità. "Visione e strategia sono chiari - ha spiegato Theiner - e richiedono un maggiore senso di responsabilità non solo alle popolazioni residenti, ma anche ai turisti”. Quattro gli assi strategici del documento, ovvero patrimonio, esperienza, comunità e sistema, con paletti chiave come il no a ogni nuovo comprensorio sciistico all'interno delle Dolomiti patrimonio Unesco, il sostegno alla certificazione ambientale delle aziende turistiche e quello a una mobilità sostenibile. "Alcune misure - ha aggiunto Morandini - sono già state avviate, come ad esempio la nascita di un portale web comune per tutti i servizi del trasporto pubblico". Rössler ha sottolineato che "le Dolomiti rappresentano un laboratorio di idee ed esperienze anche per l'Unesco, visto che il territorio è suddiviso in 9 zone e 5 province. Da questo punto di vista - ha proseguito l'alta funzionaria - la gestione del patrimonio naturale da parte della Fondazione può rappresentare un esempio da seguire". Nell'incontro a Parigi è stato confermato che gli ispettori dell'Unesco effettueranno nel prossimo autunno la loro periodica visita nei territori delle Dolomiti posti sotto tutela al fine di monitorare la gestione complessiva dell'intera area.

Dolomiti rappresentano un vero e proprio laboratorio di idee ed esperienze anche per l'Unesco, visto che il territorio è suddiviso in 9 zone e 5 province».

3 Rassegna stampa - Aprile 2016

Corriere delle Alpi | 12 Aprile 2016

4 Rassegna stampa - Aprile 2016 Il Gazzettino | 13 Aprile 2016

Piano Giovani Intrigante progetto per le Giudicarie Esteriori di Simone Elmi, guida alpina di Activity

GIUDICARIE ESTERIORI - Le Terre Alte intorno a noi. Con il Piano giovani delle Giudicarie Esteriori diventano «momenti di connessione sociale, appartenenza, crescita e conoscenza»: parola di Simone Elmi , guida alpina di Activity Trentino, «inventore» del nuovo progetto e referente per le iscrizioni (obbligatorie), aperte proprio in questi giorni. Tre uscite di trekking, due di arrampicata in falesia e una in ferrata, tutte di domenica: programma classico, apparentemente, se non fosse che a ogni giornata è associato un diverso tema culturale. «Eventi sportivi ne avevamo già organizzati diversi - spiega così il valore aggiunto del progetto Alessandro Caldera , referente tecnico del Piano giovani che contribuisce all'iniziativa - Ora serviva invece qualcosa che potesse far sintesi tra sport e cultura, e che proponesse tematiche legate sì alla montagna, ma finora poco esplorate: ecco perché abbiamo accolto la proposta di Activity Trentino». Per capirci: il 1 maggio, l'arrampicata sulla falesia della val Lomasone fornirà a Massimo Bosetti , docente di fisica al «Lorenzo Guetti» di Tione, lo spunto per parlare di forze, vettori, attriti e altre realtà che silenziosamente sollecitano ogni scalatore. Una settimana dopo (8 maggio) alla falesia di Preore andrà in scena la grande storia dell'alpinismo dolomitico: a rievocarla, il giornalista e scrittore di montagna Rosario Fichera . Ed eccoci al 22 maggio: sempre a Preore, la via ferrata sentiero ArtPinistico croz de le Niere sarà naturale cornice per l'intervento di Nicola Cozzio , lo scultore rendenero che parlerà del connubio tra arte e natura. Sarà poi la volta del trekking. Il primo appuntamento è segnato al 29 maggio, sulle creste di cima Cengledino (CampAntic), sopra Tione. Due i giornalisti e doppia la proposta culturale: Denise Rocca , che qui si occuperà di comunicazione in inglese, trasformerà l'uscita in una simpatica occasione per parlare la «sua» seconda lingua; e Marcello Palmieri , avvocato e collaboratore del quotidiano «Avvenire», racconterà di un suo reportage dal fronte adamellino della Grande guerra. Il 5 giugno a fianco dei camminatori ci sarà anche Giulia Andina , altra docente del «Guetti», stavolta però di scienze naturali, che condurrà il gruppo alla scoperta dell'Arca di Fraporte e di Bosco Arte Stenico. Una settimana dopo, i masi di Dengolo e il rifugio "Cacciatore" in Val d'Ambiez forniranno invece a Cesare Micheletti di Dolomiti Unesco lo spunto per avvicinare i ragazzi all'antropologia dei territori di montagna.

L’Adige | 16 Aprile 2016

Tanto sapere tra i monti

Uno degli assi del documento presentato dalla giunta regionale Trieste, 22 apr. (askanews) - La strategia complessiva di gestione del sito Dolomiti Unesco punta sul turismo. E' questo uno degli assi sviluppati dal documento che oggi la giunta regionale del Friuli Venezia Giulia ha recepito, dopo l'approvazione avvenuta lo scorso dicembre da parte del consiglio di amministrazione della Fondazione "Dolomiti Unesco" e di cui fanno parte, oltre alla nostra regione rappresentata dall'assessore alle Infrastrutture e Territorio, Mariagrazia Santoro, anche la Regione Veneto e le Province autonome di Trento e Bolzano.

Mel Dolomiti in ricamo, il concorso

5 Rassegna stampa - Aprile 2016

Dolomiti Unesco, Fvg: strategia di gestione punta sul turismo

Corriere delle Alpi | 17 Aprile 2016

Mel Concorso internazionale «Dolomiti in ricamo», i lavori vanno inviati entro il 10 maggioSono aperte le iscrizioni alla seconda edizione del concorso internazionale "Dolomiti in ricamo 2016", che quest'anno sarà dedicato al tema "Varietà floreali del territorio dolomitico". Tutte le esperte nel ricamo a mano e nel merletto potranno inviare i propri lavori entro il 10 maggio all'associazione "Gusela e Fil" di Mel, organizzatrice dell'evento che è patrocinato dal comune di Mel, dalla Provincia di Belluno, dall'Unione Montana Valbelluna, la Regione Veneto e Dolomiti Fondazione Unesco. Tutti i lavori pervenuti saranno esposti nel corso della mostra mercato "Dolomiti in ricamo", nel corso della quale si svolgeranno anche le premiazioni dei lavori, i prossimi 11 e 12 giugno a Palazzo delle Contesse. All'evento parteciperanno gli artigiani del settore del ricamo e del merletto e numerosi espositori.

Askanews.it | 22 Aprile 2016

L'obiettivo principale della strategia in campo turistico è quello di orientare la fruizione delle Dolomiti Unesco verso modelli ecologicamente sostenibili, incidendo soprattutto nella gestione dei flussi, nel contrasto ad un uso scorretto del territorio, nel potenziamento di una mobilità meno impattante.

Si tratta di un piano particolarmente corposo poiché ha come orizzonte la gestione di questo bene da qui ai prossimi 25 anni, fissando alcune linee di azione di breve, medio e lungo periodo e affiancandosi al percorso partecipativo denominato appunto "Dolomiti 2040".

Alto Adige | 26 Aprile 2016

Tante strutture ricettive unite nell’iniziativa nata dal progetto sugli sfalci dei prati La Valle, paese delle escursioni

6 Rassegna stampa - Aprile 2016

LA VALLE Ottime notizie arrivano da La Valle. Dopo l'edizione zero del Dolomites Unesco Labfest (nel settembre 2014) dedicato al tema degli sfalci dei prati e cura del paesaggio, l'Associazione turistica e il Comune di La Valle hanno scelto di raccontarsi al mondo come “paese dei prati di montagna”. Secondo l'Associazione turistica di La Valle, il Labfest è stato l'occasione giusta per riflettere sulla propria unicità e per trovare le modalità più idonee per valorizzarla. Il riconoscimento Unesco ha consentito di fermarsi a riflettere sul futuro della comunità locale e di trovare insieme nuove strade per promuovere in maniera innovativa il territorio Patrimonio dell'Umanità, senza comprometterne la conservazione e la tutela. L'esperienza di La Valle mostra come il riconoscimento Unesco sia un'opportunità anche dal punto di vista socio-economico. Ma vediamo cosa era successo in quei fortunati tre giorni di sole a fine estate 2014. Grazie all'entusiasmo e alla creatività dell'associazione Isoipse, a decine di volontari e alla collaborazione degli abitanti di La Valle, era stato possibile affrontare durante workshop, escursioni, conferenze, spettacoli e proiezioni tanti temi legati alla gestione dei prati e alla cura del paesaggio, allo spopolamento e al ritorno alla montagna, alle tradizioni e alla contemporaneità. La modalità scelta per farlo era stata quella della partecipazione: abitanti, produttori, amministratori, tecnici avevano potuto esporre le proprie idee, consentendo di creare un mosaico unico di contenuti e proposte. Basandosi su questi momenti di riflessione nel giugno 2015, un anno dopo il Labfest “Sfalci”, La Valle ha ottenuto la certificazione europea di "Wanderdorf / European Hiking Village", con lo slogan "Passo dopo passo sui prati in fiore nel mondo delle Dolomiti". A oggi stanno aderendo numerose strutture ricettive locali, unite per l'ottenimento della certificazione di "Wanderspezialist", mentre la comunità sta ragionando sulla caratterizzazione di prodotti e tematiche legate all'ospitalità all’interno di questo splendido patrimonio territoriale di prati e alla loro cura. Un esempio virtuoso di come il riconoscimento Unesco possa davvero essere un'opportunità per i territori e per chi li abita. (e.d.)

Di questo parleranno oggi, alle 17 alla Sala Conferenze della Fondazione Bruno Kessler Mauro Gilmozzi, Mariagrazia Santoro, Daniela Lares Filon, Claudio Pedrotti, Franco Mattiussi, Federico Caner e Renato Sascor (modera Giorgio Zanchi , giornalista Rai). Titolo: «Governo unitario delle Dolomiti Unesco: utopia o concreta realtà?». Il governo delle Dolomiti «bene naturale» unico - condiviso tra le province di Trento e Bolzano, Belluno, Pordedone e Udine - è divenuto un esempio di collaborazione efficace tra amministrazioni diverse. Ma la politica in questo, è stata determinante.

7 Rassegna stampa - Aprile 2016 L’Adige | 29 Aprile 2016 Il giornale dello sport.net | 29 Aprile 2016

Dolomiti Unesco: governo unitario Convegni. Oggi alle 17 Superare i confini regionali per una governance multilivello delle Dolomiti. Connettere visione politica ed azione attraverso un piano di gestione unitario, è l'estrema sintesi della strategia delle Dolomiti Unesco.

Nasce la Primiero Dolomiti Marathon (42,195 Km, 26 Km, 6,5 Km)

Sabato 2 luglio al via la prima edizione del trail di montagna organizzato dall'Unione Sportiva Primiero e dal Venicemarathon Club, nello scenario unico del Parco Naturale di Paneveggio - Pale di San Martino Venezia, 27 aprile 2016 - L'incantevole cornice di Primiero, cuore del Parco Naturale di Paneveggio - Pale di San Martino, sabato 2 luglio terrà a battesimo la prima edizione della Primiero Dolomiti Marathon, uno spettacolare trail di montagna con percorsi accessibili a tutti di 42, 26 e 6,5 km, organizzato dall'Unione Sportiva Primiero e dal Venicemarathon Club e promosso da Smart - l'azienda per il Turismo San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi e dalla Provincia Autonoma di Trento - che ha da subito creduto nell'evento come elemento di promozione del turismo sportivo del territorio. Nello spettacolare scenario delle Dolomiti, Patrimonio mondiale dell'umanità dell'UNESCO, corridori esperti e semplici neofiti e appassionati della montagna potranno scegliere tre diversi 3 tracciati mozzafiato, aperti a tutti e di diversa lunghezza e difficoltà, che si svilupperanno lungo le valli incontaminate di Primiero e San Martino di Castrozza.

Nel dopo corsa, il Village ospiterà il "Primiero Dolomiti Party", momento di ritrovo per atleti e famiglie e occasione per gustare le bontà culinarie e gastronomiche tipiche del territorio.

Il Family Trail di 6,5 km è aperto a tutti, famiglie, nordic walker, giovani e anziani e si svilupperà invece nei dintorni di Fiera di Primiero, lungo strade larghe e facilmente accessibili a tutti.

Il cuore pulsante dell'organizzazione sarà il Primiero Dolomiti Village, centro di accoglienza per tutti gli atleti e area espositivo-promozionale per le aziende del settore. Sarà aperto venerdì 1 luglio dalle 10 alle 23 e sabato 2 luglio tutto il giorno. I pettorali potranno essere ritirati fino a 30 minuti prima del via.

La 26 km partirà invece alle 10 da San Martino di Castrozza per arrivare a Fiera di Primiero, con un dislivello positivo di 448 m e uno negativo di 1198m. Il punto più alto del percorso è posto a quota 1683 m.

Le iscrizioni sono ancora aperte e tutte le informazioni su quote, modalità di pagamento, dettagli e descrizione di questi scenografici percorsi sono disponibili sul sito www.primierodolomitimarathon.it. Ad oggi gli iscritti sono già oltre i 1000, un buon numero considerato che si tratta di una prima edizione e che mancano ancora oltre tre mesi al via.

La Primiero Dolomiti Marathon sarà sicuramente un'ulteriore occasione per rafforzare ancora di più l'immagine di questi luoghi come destinazione ideale per fare sport, nel rispetto dell'ambiente e della natura. Grazie al progetto Green Way Primiero infatti le comunità di San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi hanno scelto di promuovere un territorio ai vertici dell'eccellenza ambientale con progetti innovativi nel campo energetico, nella riduzione del combustibile fossile, nella mobilità, nella cura del paesaggio in senso ampio. Il tutto per garantire un miglioramento nella qualità della vita degli abitanti che si traduce anche nel modo di fare turismo.

La manifestazione gode del patrocinio della Regione Autonoma del Trentino Alto Adige - Sud Tirol, della Provincia Autonoma di Trento, dei Comuni e Comunità di Primiero, de La Fondazione Dolomiti Unesco e di Greenway. Sono sponsor dell'evento: Garmin, Acqua San Benedetto, Air France KLM, Palmisano, Bauerfeind e Primiero Energia Spa.

La maratona partirà alle 9 da Villa Welsperg in Val Canali e attraverserà San Martino di Castrozza per arrivare nel centro storico di Fiera di Primiero. Il tracciato sarà caratterizzato principalmente da strade forestali e alcuni tratti di sentiero facilmente accessibili, con un dislivello positivo di 1242 m e uno negativo di 1543 m, mentre il punto più alto da raggiungere è posto a 1683 m.

Molto ricco anche in questo caso il carnet di servizi che la quota prevede: pacco gara con la t-shirt ufficiale, pettorale di gara e chip di cronometraggio, assicurazione, assistenza medica, ristori e spugnaggi lungo il percorso, trasporto sacche, trasporto pre e post gara per la 42 km e la 26 km e per tutti i finisher la medaglia di partecipazione e il diploma di partecipazione.

8 Rassegna stampa - Aprile 2016

Inoltre, sono stati studiati speciali pacchetti turistici per atleti e accompagnatori, che permetteranno di cogliere e sfruttare al meglio l'opportunità che questa manifestazione offre come meta ideale per una vacanza all'insegna della natura, del benessere psico-fisico e del relax.

Panoramica su 230 mila ettari di montagna

Rivistasitiunesco.it | 29 Aprile 2016

Con le Dolomiti UNESCO in tasca

Nonostante le temperature abbiano ben poco di primaverile, l'arrivo della bella stagione porta con sè la prima mappa turistica in scala 1:150.000 dell'intero territorio delle Dolomiti patrimonio mondiale Unesco. La cartina, pubblicata dalla casa editrice Tabacco, rappresenta una guida per gli appassionati di escursionismo e camminate in montagna, ed è frutto della collaborazione fra l'Ufficio parchi naturali della Provincia di Bolzano, la Fondazione Dolomiti Unesco e tutte le altre province che rientrano nel territorio posto sotto tutela. "Si tratta del primo prodotto di questo tipo - sottolineano l'assessore Richard Theiner e la segretaria generale della Fondazione Unesco Marcella Morandini - una mappa unica nel suo genere che offre una panoramica complessiva sui 230 mila ettari delle Dolomiti".

Mappa turistica Dolomiti Unesco

Nonostante le temperature abbiano ben poco di primaverile, l’arrivo della bella stagione porta con sé la prima mappa turistica in scala 1:150.000 dell’intero territorio delle Dolomiti patrimonio mondiale UNESCO.

Per scoprire la bellezza del paesaggio dolomitico del Patrimonio Mondiale una mappa e una mini guida completa sulle vette

9 Rassegna stampa - Aprile 2016 Ansa.it | 29 Aprile 2016

La cartina, pubblicata dalla casa editrice Tabacco, rappresenta una guida utilissima per gli appassionati di escursionismo e camminate in montagna, ed è frutto della collaborazione fra l’Ufficio parchi naturali della Provincia di Bolzano, la Fondazione Dolomiti UNESCO e tutte le altre province che rientrano nel territorio posto sotto tutela. “Si tratta del primo prodotto di questo tipo – sottolineano l’assessore Richard Theiner e la segretaria generale della Fondazione UNESCO Marcella Morandini – una mappa unica nel suo genere che offre una panoramica complessiva sui 230mila ettari delle Dolomiti”. Sul retro della cartina sono riportate informazioni in tre lingue (italiano, tedesco e inglese) riguardanti la storia, la geologia e il percorso che ha portato le Dolomiti a entrare a far parte dei patrimoni posti sotto tutela dell’UNESCO. Per quanto riguarda l’Alto Adige, inoltre, è prevista l’indicazione dei parchi naturali, compreso quello dello Stelvio, e dei territori Natura 2000 con tanto di contatti e indirizzi. La mappa turistica delle Dolomiti UNESCO è disponibile presso i centri visite dei Parchi naturali e, su richiesta, presso la Fondazione Dolomiti UNESCO (info@dolomitiunesco.info).

10 Rassegna stampa - Aprile 2016

MAGGIO2016

FondazioneDolomitiDolomitenDolomitesDolomitisUNESCO

RASSEGNASTAMPA

Una storia poco conosciuta ma importante che stasera con il suo monologo, Marco Albino Ferrari vuole rievocare per ricordare una figura di esploratore importante. Con Le lunghe notti. 1944: in fuga con Bill Tilman sulle Dolomiti alla sala della Filarmonica via Verdi alle 21 , il Trento Film Festival rivive, con le musiche dal vivo di Denis Biason , una straordinaria avventura iniziata la notte del 31 agosto del 1944, quando l'esploratore e alpinista britannico, all'epoca ufficiale, si lanciò nel buio dall'aereo con tre compagni, con una pesante radio trasmittente e le sacche piene di lire per finanziare la Resistenza. Si trattò di un lancio alla cieca. E infatti qualcuno di loro non ce la fece a proseguire nella lunga marcia attraverso le Dolomiti, tra imboscate, fughe e bufere che sembravano non avere fine, dovendo fronteggiare i tedeschi in una battaglia campale insieme ai partigiani.

2 Rassegna stampa - Maggio 2016 L’Adige | 04 Maggio 2016

La Resistenza sulle Dolomiti

Lo spettacolo Stasera alla Filarmonica Marco Albino Ferrari rievoca la storia dell'alpinista inglese paracadutato in Italia Ricordare Tilman sul monte Ramezza nel’44

Fu lanciato nel buio, alla cieca, Bill Tilman , quel 31 agosto del 1944. Doveva, insieme ad altri tre camerati inglesi, rintracciare i partigiani sulle Dolomiti bellunesi per consegnare loro un consistente pacchetto di lire italiane quale aiuto alla Resistenza italiana da parte degli Alleati. Invece, l'alpinista e ufficiale britannico, si ritrovò in una situazione terribile dal punto di vista ambientale, tra bufere e freddo.

La prova di sopravvivenza di Bill Tilman e dei suoi impreparati compagni sulla Nord del Monte Ramezza nell'ottobre '44 fu dimenticata, nel contesto controverso e poco noto della Resistenza nelle Dolomiti Bellunesi, anche perché lui, liberale e monarchico, si trovò a scontrarsi con i partigiani comunisti delle «Garibaldi». Tilman, pluridecorato durante il primo conflitto mondiale, viene considerato uno degli ultimi grandi esploratori inglesi. Erede di una certa cultura vittoriana che nobilita il senso dell'avventura e lo sprezzo del pericolo, senza mai perdere la modestia per i suoi successi. Nel 1933 attraversa da solo l'Africa in bicicletta. Scala il Kilimangiaro, il Monte Kenya, il Ruwenzori. Poi tocca i 7816 metri del Nanda Devi. Più tardi troverà la via per la cima dell'Everest sul versante nepalese, e traverserà lo Hielo Continental in Patagonia. Nel 1977, per festeggiare 80 anni partirà per l'Antartide con un cutter comperato con poche sterline e adattato da lui alla navigazione d'altura. Scomparirà nei mari più tempestosi del mondo. Paride Brunetti - l'altro protagonista della vicenda - è il noto comandante «Bruno» della brigata garibaldina «Gramsci». Nel 1942 parte per la Russia come ufficiale dell'Armir dove viene decorato al valor militare. Al suo ritorno, dopo l'8 settembre, organizza le prime formazioni partigiane. E, faccia a faccia, con Tilman, si scontrerà sulle decisioni da prendere per gli scontri con i tedeschi.

Corriere delle Alpi | 11 Maggio 2016

Dolomiti Unesco affidata a Mariagrazia Santoro

Nomina L'assessora friulana è la nuova presidente della Fondazione, vice è Mauro Gilmozzi L'assessore alle Infrastrutture e Territorio del Friuli Venezia Giulia, Mariagrazia Santoro , è la nuova presidente della Fondazione Dolomiti Unesco. La nomina è stata formalizzata ieri a Cortina d'Ampezzo dal consiglio di amministrazione. Santoro succede a Richard Theiner , assessore ad Ambiente, energia e urbanistica della Provincia di Bolzano; avrà come vice Mauro Gilmozzi , assessore alle infrastrutture e all'ambiente della Provincia di Trento. Invariati gli altri componenti del cda: Daniela Larese Filon , presidente della Provincia di Belluno; Franco Mattiussi , assessore infrastrutture turismo, sicurezza stradale della Provincia di Udine; Federico Caner , assessore al turismo e commercio estero Regione Veneto; Claudio Pedrotti , presidente della Provincia di Pordenone. Nel 2009 l'Unesco ha iscritto le Dolomiti tra i Patrimoni naturali dell'umanità. Si tratta di un bene complesso sia dal punto di vista geografico che amministrativo, composto da nove sistemi e esteso su 142.000 ettari in cinque Province e tre Regioni. Nel 2010 è nata la Fondazione che, per i prossimi anni, si è data una strategia di gestione del sito patrimonio dell'umanità orientata all'incremento turistico attraverso la fruizione delle Dolomiti secondo modelli ecologicamente sostenibili, basati sulla gestione dei flussi e sul potenziamento di una mobilità meno impattante.

3 Rassegna stampa - Maggio 2016 L’Adige | 10 Maggio 2016

4 Rassegna stampa - Maggio 2016

CORTINA Dopo un sud tirolese, sarà un friulano, anzi una friulana, a presiedere la Fondazione Dolomiti Unesco. Si tratta dell'assessore regionale alle Infrastrutture e Territorio, Mariagrazia Santoro, che rappresenterà di fatto la presidente della Regione, Debora Serracchiani. Il Friuli ha nel proprio territorio solo un fazzoletto dolomitico, per cui questa montagna l'avverte come periferia; ma la sensibilità dell'assessore Santoro è significativa per quanto riguarda la difesa del paesaggio, con l'adozione di normative severe e tali da evitare il continuo abuso del territorio. Ci sono dunque tutte le premesse per una severa vigilanza anche sulle Dolomiti più celebrate, che non sono appunto quelle friulane. Per i prossimi anni, fra l'altro, la Fondazione si è data una strategia di gestione del sito patrimonio dell'umanità orientata all'incremento turistico attraverso la fruizione delle Dolomiti secondo modelli ecologicamente sostenibili, basati sulla gestione dei flussi e sul potenziamento di una mobilità meno impattante. Tema che sta a cuore anche all'esponente friulana. Dal punto di vista infrastrutturale andrà migliorato il trasporto pubblico, con l'utilizzo di mezzi a basso impatto. Ed anche questo è un tema già presente nella sensibilità della vicina Regione. Oltretutto è ormai prossima la verifica se la Fondazione ha rispettato i parametri imposti dall'Unesco. La nomina è stata formalizzata da poche ore a Cortina dal consiglio di amministrazione che si è riunito per il rinnovo dei vertici dell'ente. Santoro, che siede nel cda su delega della presidente Serracchiani in rappresentanza del Friuli, socio della Fondazione, succede a Richard Theiner, assessore all'ambiente, energia e urbanistica della Provincia di Bolzano. Santoro avrà come vice presidente Mauro Gilmozzi, assessore alle infrastrutture e all'ambiente della Provincia di Trento. Il Bellunese, insomma, non ha nulla da temere. Invariati, infatti, sono gli altri componenti del cda: Daniela Larese Filon, presidente della Provincia di Belluno; Franco Mattiussi, assessore alle infrastrutture e grandi opere, viabilità, trasporti, turismo, motorizzazione civile e sicurezza stradale della Provincia di Udine; Federico Caner, assessore al turismo e commercio estero della Regione del Veneto; Claudio Pedrotti, presidente Provincia di Pordenone. (f.d.m.)

Fondazione UNESCO: la Santoro al timone

Ansa.it | 11 Maggio 2016

Ambiente: a FVG presidenza Fondazione Dolomiti Unesco

Incarico affidato ad assessore Santoro su delega Serracchiani (ANSA) - UDINE, 9 MAG - L'assessore regionale alle Infrastrutture e territorio, Mariagrazia Santoro, è la nuova presidente della Fondazione Dolomiti Unesco. La nomina è stata formalizzata oggi a Cortina d'Ampezzo dal consiglio di amministrazione che si è riunito per il rinnovo dei vertici dell'ente. Santoro, che siede nel cda su delega della presidente Debora Serracchiani in rappresentanza della Regione FVG, succede a Richard Theiner, assessore a Ambiente, energia e urbanistica della Provincia autonoma di Bolzano.

Studenti internazionali ambasciatori delle Dolomiti nel mondo

In realtà la mia storia è un po' particolare. Io ero una maratoneta; dieci anni fa mi trovavo in Spagna, e lì ho conosciuto mio marito, che arrampica. Qualche tempo dopo mi hanno invitata alle maratone di montagna in Trentino: nel 2006 ho partecipato alla Val Gardena Extreme Marathon e alla Tre Cime Alpin Marathon. Queste sono state le prime, poi naturalmente ce ne sono state altre...sono venuta, ed è nato l'amore. Vivevo in Svezia e venivo a Trento ogni volta che potevo: siamo andati avanti a distanza per 8 anni. In Svezia mi occupavo di ricerca clinica e dovevo viaggiare molto per lavoro, ma solo in Scandinavia. Poi nel fine settimana venivo a Trento. Un giorno ho scoperto di essere incinta, e questo stile di vita non era più sostenibile. Così mi sono trasferita qui; abitiamo a Besenello (un piccolo paesino del Trentino, ndr) - nostra figlia ora ha 2 anni, ed io sono al primo anno di dottorato.

6 incontri, 5 enti, 106 studenti internazionali: sono questi i numeri dell'iniziativa “studenti internazionali ambasciatori delle Dolomiti nel mondo”. L'iniziativa nasce dall'Accademia della Montagna del Trentino in collaborazione con l'Università di Trento, la Provincia Autonoma di Trento, il MUSE e la Fondazione Dolomiti UNESCO e si propone di veicolare nel mondo l'immagine delle Dolomiti, rafforzando i legami tra territorio e studenti stranieri che vi risiedono per periodi medio lunghi. Per entrare nei dettagli e per capire meglio la pluralità di queste esperienze, che dallo studio abbracciano la vita, abbiamo intervistato Martina Salomonsson, studentessa svedese che sta frequentando il corso di dottorato in Scienze Psicologiche e della Formazione a Rovereto.

Attraverso l'università, che ha mandato una mail agli studenti internazionali. A livello amministrativoburocratico infatti ho ancora la residenza in Svezia.

Come era strutturato il programma?

Come sei approdata in Trentino?

Come ti trovi?

Come hai saputo di questa iniziativa?

Da quando ho iniziato il dottorato benissimo. Prima mi trovavo bene, ma ogni tanto, per motivi di lingua e cultura, mi risultava difficile farmi degli amici. Non c'era nessuno con cui potevo parlare dei miei interessi di tipo scientifico...qui le persone sono molto gentili ed educate, ma anche riservate. Ci vuole tempo. Sto facendo un corso di italiano e va sempre meglio, però a Besenello si parla soprattutto dialetto.

A me è piaciuto molto: ci sono state un paio di lezioni frontali davvero interessanti. Si sono approfonditi aspetti riguardanti la storia e la politica di cui non avevo idea. Hanno poi organizzato un'escursione nelle Valli delle Dolomiti del Brenta; il prossimo fine settimana ci sarà un'altra uscita (nelle Valli delle Dolomiti Orientali, Val di Fiemme e Fassa, n.d.r.) ma purtroppo non riuscirò ad esserci. Poi ci sarà una visita al MUSE: ci torno volentieri. L'escursione in montagna è stata davvero piacevole: erano tutti posti in cui ero già stata, ma dove è sempre bello tornare. È stato positivo anche avere l'occasione di conoscere altri studenti: la

5 Rassegna stampa - Maggio 2016 Unimondo.org | 12 Maggio 2016

Un'iniziativa con un impatto positivo per gli studenti, ma anche per i trentini ed i partner istituzionali; a questo proposito Grazia Callovini, referente del programma per l'Università, afferma: “l’Università di Trento ha accolto con molto entusiasmo l’iniziativa promossa dall’Accademia della Montagna volta al coinvolgimento degli studenti internazionali presenti in ateneo in un percorso di incontri e di escursioni dedicati all’approfondimento della conoscenza del territorio in cui hanno deciso di trascorrere un periodo di studio o di ricerca. La maggior parte degli oltre mille studenti stranieri, comunitari ed extracomunitari, che frequentano la nostra Università rimangono a Trento per un periodo piuttosto lungo, dai due ai tre anni, e avere la possibilità di partecipare ad occasioni informali di apprendimento di aspetti legati all’ambiente, alla cultura, alle istituzioni e alle tradizioni del territorio che li ospita, rappresenta un valore aggiunto alla loro esperienza universitaria. Gli incontri tematici e le escursioni alla scoperta delle bellezze naturali del Trentino cui hanno partecipato studenti provenienti da circa 40 Paesi diversi, ognuno con il proprio background culturale, si sono dimostrati anche un’eccezionale occasione di socializzazione tra gli studenti stessi.”

maggior parte viene dall'Asia, India e Pakistan in particolare. Da me in università ci sono invece tante persone di madrelingua russa, e spagnoli.

Dolomiti UNESCO: domani si chiude la presidenza altoatesina

Per adesso sono al primo anno di dottorato; il prossimo sarà interessante, perché è previsto un semestre all'estero. Dato che il mio relatore è svedese, andrò in Svezia, e con me tutta la famiglia. Poi torneremo qui per finire il dottorato; e poi si vedrà. Mi piace l'idea che nostra figlia, che comunque ha la doppia cittadinanza, cresca e possa conoscere ambienti e culture diverse. Poi le cose in Svezia sono un po' più facili per le coppie con bambini piccoli; non ci sono graduatorie, e gli asili non costano così tanto.

6 Rassegna stampa - Maggio 2016

Ambiente - Domani, 13 maggio, si chiude il mandato dell'assessore Richard Theiner quale presidente della Fondazione Dolomiti UNESCO. È tempo di bilanci.

Progetti per il futuro?

Quando finirà il programma, cosa farai da ambasciatrice?

www.regioni.it | 12 Maggio 2016

Cosa ti ha colpito di più?

Sicuramente parlerò delle Dolomiti e del Trentino con i miei amici e conoscenti...anche se in realtà ho già iniziato. Dopo le lezioni frontali mi sono così incuriosita da confrontarmi con il mio compagno ed i miei suoceri sulle peculiarità del Trentino – scoprendo che anche loro non ne sapevano così tanto. Mi sono stupita, ho chiesto a mio marito se non sono argomenti che studiate a scuola. Mi ha risposto che non si ricorda, ma che chiederà alla figlia di suo cugino!

Trovo che l'iniziativa in generale sia un'idea valida: c'è varietà, e questo ha permesso di esplorare diversi aspetti. E poi ti fa sentire benvenuta, ed è interessante avere l'opportunità di conoscere meglio il territorio dove vivrai per 2-3 anni. Se ti trovi bene diventa come una seconda casa ed è facile pensare di tornarci anche dopo gli studi, magari con degli amici.

e

Corriere delle Alpi | 11 Maggio 2016

Lonely Planet

La strategia si articola in quattro tematiche chiave, che comprendono obiettivi e misure concrete: il tema "Patrimonio" si occupa della tutela attiva delle particolarità del paesaggio e della geologia dell’area dolomitica. Il tema "Esperienza" vuole invece valorizzare una migliore gestione dei flussi dei visitatori e la promozione della mobilità sostenibile. Il tema "Comunità" punta invece a promuovere la consapevolezza della popolazione locale verso il bene mondiale UNESCO, a rafforzare lo scambio culturale e a valorizzare i prodotti locali. Infine il tema-chiave "Sistema" riguarda il coordinamento e la messa in rete delle attività e della conseguente collaborazione tra le istituzioni e gli altri attori. Tra gli obiettivi strategici Theiner ricorda "il no a nuove aree sciistiche nell'area patrimonio mondiale, la certificazione ambientale per le imprese turistiche, le misure per attuare una mobilità sostenibile nelle Dolomiti." La piattaforma digitale comune per i mezzi di trasporto pubblico è già una realtà, ricorda Theiner, "e di una soluzione affidabile per il traffico sui passi dolomitici si sta già discutendo. Tutti devono fare la loro parte". Contenuti e obiettivi della strategia turistica e gestionale del patrimonio Dolomiti - suddiviso tra 5 Province e 3 lingue - sono stati presentati da Theiner in marzo ai responsabili UNESCO: a Roma (dove ha incontrato il segretario generale della Commissione italiana Lucio Alberto Savoia e il futuro vicesegretario Giovanni Zanfarino) e a Parigi a Mechtild Rössler, direttrice di Ripartizione della sede centrale dell'UNESCO. La presidenza della Fondazione passa da domani all'assessora regionale alle Infrastrutture e al Territorio del Friuli Venezia Giulia Mariagrazia Santoro, che avrà come vicepresidente Mauro Gilmozzi, assessore alle Infrastrutture e all'Ambiente della Provincia di Trento. "Nel passato triennio la Fondazione si è data una strategia di gestione del sito patrimonio dell'umanità che permette di proseguire il lavoro con lungimiranza", conclude Theiner.

L’edizione sul Veneto ha 60 pagine dedicate alla provincia Belluno le Dolomiti sono su

7 Rassegna stampa - Maggio 2016

Lo Statuto della Fondazione prevede la presidenza a rotazione triennale in ordine alfabetico tra le Province in cui ricade il territorio delle Dolomiti patrimonio UNESCO. Nel 2013 la Provincia di Bolzano era subentrata a quella di Belluno. "Nell'ultimo triennio abbiamo lavorato intensamente e siamo pronti all'ispezione dell'UNESCO prevista nell'autunno 2016", sottolinea il presidente uscente, l'assessore provinciale all'ambiente Richard Theiner. Sono state create tutte le premesse per rispettare le prescrizioni imposte al patrimonio naturale mondiale. Una di queste riguarda la strategia di gestione del sito orientata a un turismo nelle Dolomiti secondo modelli ecologicamente sostenibili e una mobilità meno impattante. "La strategia di gestione e turistica è stata elaborata attraverso un processo partecipativo unico nel suo genere ed è stata approvata nel dicembre 2015 dal Consiglio della Fondazione. È sicuramente la pietra miliare della presidenza altoatesina", aggiunge Theiner.

8 Rassegna stampa - Maggio 2016

LeAuronzoTreCime nel nuovo video dei “Coldplay” di Gianluca De Rosa AURONZO Una vetrina mondiale. Sorpresa nel videoclip dei Coldplay, che accompagna l'uscita dell'ultimo singolo “Up&Up”, presentato ieri. Tra le immagini promosse dalla nota band rock britannica campeggiano in bella mostra - al minuto 1'14” - le Tre Cime viste dal versante di Sud-Ovest e riprese dai dirimpettai Cadini di Misurina. Il video, realizzato da due giovani registi israeliani e incentrato su

BELLUNO «Una galleria di monumenti naturali che vi toglieranno il fiato per la loro bellezza, così come può accadere davanti a un dipinto nelle città d’arte italiane. Oltre alla Schiara, fanno mostra di sé la Marmolada, le Cinque Torri e le Tofane, le Tre Cime di Lavaredo, la Civetta e il Pelmo, l’Antelao, il Sorapis, più alcuni gruppi minori non meno affascinanti, come le Marmarole, le Vette Feltrine o i Monti del Sole». Sono solo alcune, emblematiche, righe della descrizione di Belluno e delle “sue” Dolomiti inserita nella nuova guida dedicata al veneto della “Lonely Planet”, la casa editrice australiana che diffonde le celeberrime guide turistiche in tutto il mondo. Ed è la prima volta che il territorio provinciale viene inserito all’interno di una delle pubblicazioni. «Giovedì uscirà la guida dedicata al Veneto e all’interno, ovviamente, si parla anche della nostra provincia», sottolinea con soddisfazione Giuliano Vantaggi, consulente per il marketing della Fondazione Dolomiti Unesco. «Sono oltre 60 le pagine dedicate al territorio. Un veicolo, dal punto di vista dell’immagine e della promozione turistica, di grande importanza: non dobbiamo dimenticare che “Lonely Planet” realizza le guide più importanti e conosciute a livello mondiale. E la diffusione ha una portata internazionale. Il fatto che per la prima volta una corposa sezione sia dedicata anche a Belluno e alle Dolomiti è un’occasione da non sottovalutare. Tra l’altro, uno speciale sul nostro territorio apparirà anche sul magazine National Geographic». Intanto, in “Lonely Planet” sono indicati i motivi per i quali scegliere Belluno e le Dolomiti come meta di un viaggio. Gli itinerari suddivisi in base alle diverse località della provincia, tutte descritte nei dettagli, dal Feltrino al Cadore, cosa vedere, dai paesaggi ai luoghi più caratteristici, passando per i musei, dove e cosa mangiare e molto altro ancora. Oltre, ovviamente, a tutte le informazioni sulle strutture ricettive in cui poter soggiornare. «La quinta di guglie e torrioni che si staglia a nord di Belluno è lì, come una risposta silenziosa e ammaliatrice», si legge nella guida. «È il gruppo della Schiara, che con il suo profilo ardito e potente pare un bastione difensivo a cingere la città. Ma questo è solo un assaggio delle meraviglie che le valli e le montagne bellunesi - ricche di scorci e paesini curati, oasi naturalistiche e parchi - riservano nel corso del viaggio. Qui siete nel cuore delle Dolomiti, il sistema montuoso dichiarato nel 2009 Patrimonio dell’Umanità Unesco». Lonely Planet ricorda anche che le terre della provincia di Belluno racchiudono tracce e cicatrici della Grande Guerra. «Le comunità tutelano lingue, tradizioni e saperi grazie ai quali il territorio si è preservato meglio che altrove», si legge ancora nella descrizione. «Scoprire questi luoghi (nella guida si precisa che ogni stagione ha qualcosa di bello da offrire) è come ritrovare una scatola a lungo dimenticata, da cui ricompaiono tesori e mirabilia». Martina Reolon

Corriere delle Alpi | 19 Maggio 2016

www.regioni.it | 20 Maggio 2016

Comuni nelle Dolomiti-UNESCO: pianificare assieme i prossimi passi

Ambiente - Le strategie per il futuro sono state al centro della manifestazione dell'Ufficio provinciale parchi naturali rivolta ai Comuni nelle Dolomiti patrimonio UNESCO Partendo dal presupposto che un'ottimale gestione delle Dolomiti patrimonio mondiale UNESCO è possibile solo con la condivisione delle conoscenze e la fattiva collaborazione tra i diversi attori, l'Ufficio parchi naturali ha promosso ieri (19 maggio) a Bolzano la manifestazione "Strategie per il futuro" per approfondire con i Comuni, i rappresentanti dei parchi naturali dolomitici e il gruppo di lavoro permanente del bene UNESCO le iniziative di sensibilizzazione e le priorità future. "Il sigillo mondiale è un grande riconoscimento ma anche un impegno, che mette in primo piano il concetto di tutela e non la commercializzazione turistica", ha detto l'assessore provinciale all'ambiente Richard Theiner. L'obiettivo è pertanto quello di armonizzare i temi della protezione e dello sviluppo dell'area dolomitica. Piero Gianolla dell'Università di Ferrara, consulente della Fondazione Dolomiti UNESCO, ha parlato del significato e degli effetti del riconscimento mondiale, Umberto Martini dell'Università di Trento ha approfondito il management delle destinazioni delle località dolomitiche, che deve coincidere con le linee guida dell'UNESCO. La direttrice della Fondazione, Marcella Morandini, si è soffermata sulle strategie di gestione e turistiche del bene mondiale, approvate nel 2015, che rappresentano la base per lo sviluppo futuro dell'area. "Contengono divese proposte di valorizzazione e miglioramento che possono essere attuate solo assieme a tutti gli interessati, non ultimi i Comuni", ha detto Morandini. Nel successivo dibattito - con l'albergatore Michil Costa, Gerhard Vanzi del marketing di Dolomiti Superski, la guida alpina e vicesindaco di Braies Erwin Steiner e l'albergatore Werner Putzer – si è discusso sul futuro del turismo nelle Dolomiti. I prossimi passi da compiere in Alto Adige nella gestione e nello sviluppo

9 Rassegna stampa - Maggio 2016 tematiche ambientali, tra scenari surreali ed effetti speciali che lasciano lo spettatore senza fiato in un contesto in cui tutto sembra diventare possibile, per il cantante Chris Martin é «uno dei più belli mai realizzati». In un giorno è stato visualizzato da sette milioni di utenti. “Up&Up” è il singolo estratto dall'album “A head full of dreams”, il settimo prodotto dalla band inglese. Una vetrina straordinaria e al tempo stesso casuale per il territorio cadorino, dove fino a ieri nessuno era a conoscenza di questa iniziativa, scoperta “per caso” in uno dei passaggi televisivi che si stanno rincorrendo in queste ore. Non è la prima volta che le Tre Cime di Lavaredo finiscono nei video delle band musicali più famose e conosciute del mondo: nel 2012 la stessa ambientazione fu selezionata dalla cantautrice scozzese Amy McDonald, senza dimenticare film e spot pubblicitari con protagonisti i volti più noti del jet-set internazionale. Nel passaggio del videoclip di Up&Up che coinvolge le Tre Cime di Lavaredo si vede il chitarrista Guy Berryman suonare tra due delle tre vette patrimonio Unesco in un'ambientazione paesaggistica resa particolarmente suggestiva dalla presenza di nuvole basse. Intanto, a proposito di Tre Cime di Lavaredo, da Auronzo giunge notizia che il codice di regolamentazione - pensato dall'amministrazione comunale per l'utilizzo di immagini negli spot televisivi - al momento non è stato ancora approvato anche se negli ultimi mesi è stato oggetto di discussione a più riprese. Al momento l'ipotesi che si prospetta all'orizzonte è la creazione di una piccola film commission locale in grado di produrre e gestire servizi nell'ambito di produzioni cinematografiche.

Alto Adige | 21 Maggio 2016

sostenibile del bene UNESCO, con la collaborazione di popolazione e ospiti, sono stati illustrati da Enrico Brutti, Elisabeth Berger e Renato Sascor dell'Ufficio parchi naturali. Hanno invitato i Comuni a proporre priorità e progetti concreti per lavorare attivamente nella pianificazione.

Alto Adige | 22 Maggio 2016

10 Rassegna stampa - Maggio 2016

Le celebri vette compaiono nel video del nuovo singolo della band britannica Coldplay, video tra le Tre Cime

CADORE Nel videoclip dei Coldplay, che accompagna la recente uscita del singolo “Up&Up”, tra le immagini promosse dalla nota band rock britannica campeggiano le Tre Cime di Lavaredo viste dal versante di sud ovest e riprese dai vicini Cadini di Misurina. Non è la prima volta che le Tre Cime finiscono nei video delle band e dei musicisti più famosi al mondo. Nel 2012 la stessa ambientazione fu selezionata dalla cantautrice scozzese Amy McDonald, senza dimenticare film e spot pubblicitari con protagonisti i volti più noti del jetset internazionale. Nel passaggio del videoclip di Up&Up che coinvolge le Tre Cime di Lavaredo, si vede il bassista Guy Berryman suonare tra due delle tre vette patrimonio Unesco in un'ambientazione paesaggistica resa suggestiva dalla presenza di nuvole basse. “Up&Up” è il singolo estratto dall'album “A head full of dreams”, il settimo prodotto dalla band inglese. Una vetrina straordinaria e al tempo stesso casuale per il territorio cadorino e pusterese, dove fino a ieri nessuno era a conoscenza di questa iniziativa, scoperta “per caso” in uno dei passaggi televisivi che si stanno rincorrendo in queste ore.

L’Ufficio parchi ha discusso con tutti i soggetti coinvolti le strategie per lo sviluppo futuro Dolomiti, turismo ma insieme alla tutela BOLZANO Le strategie per il futuro sono state al centro della manifestazione dell'Ufficio provinciale parchi naturali rivolta ai Comuni nelle Dolomiti patrimonio Unesco. Partendo dal presupposto che un'ottimale gestione delle Dolomiti patrimonio mondiale Unesco è possibile solo con la condivisione delle conoscenze e la fattiva collaborazione tra i diversi attori, l'Ufficio parchi naturali ha promosso a Bolzano la manifestazione "Strategie per il futuro" per approfondire le iniziative di sensibilizzazione e le priorità future. «Il sigillo mondiale è un grande riconoscimento ma anche un impegno, che mette in primo piano il concetto di tutela

Il “cuore di pietra” delle Dolomiti in mostra a Zagabria di Stefano Vietina BELLUNO La Fondazione Dolomiti Unesco esporta le Dolomiti in Croazia e lo fa in collaborazione con la rivista National Geographic. Dal primo giugno al 10 luglio, al Museo Archeologico di Zagabria, in spazi appena rinnovati, si terrà la mostra “Dolomiti - il cuore di pietra del mondo”: 50 istantanee di grande formato del fotografo meranese Georg Tappeiner ad illustrare, con il linguaggio universale delle immagini, lo splendore delle Dolomiti. «Per noi», spiega Marcella Morandini, segretario generale della Fondazione, «è un'occasione importante. Tappeiner è uno dei nostri soci sostenitori e quando ci ha proposto questa iniziativa l'abbiamo sposata immediatamente, anche perché porta in sé valori significativi. La Croazia è un paese molto importante dal punto di vista degli sviluppi turistici; inoltre è l'ultimo paese a essere entrato nell'Unione Europea e quindi cogliamo l'occasione di rilanciare il messaggio della collaborazione a livello internazionale. Inoltre abbiamo l'appoggio di alcuni importanti produttori dei nostri territori, insieme ai quali promuoviamo le Dolomiti». La Fondazione dunque come ambasciatore delle Dolomiti e veicolo di una proposta turistica? «L'obiettivo è far conoscere le nostre montagne, farle apprezzare, invitare i popoli vicini a visitarle. Non va poi mai dimenticato che il riconoscimento Unesco si fonda sul valore estetico del paesaggio, che non sarebbe tale senza l'intervento dell'uomo; da qui l'importanza dell'economia dei territori e della sua valorizzazione a livello di prodotti, per far sì che la montagna resti un ambiente popolato». La mostra fotografica “Dolomiti - il cuore di pietra del mondo”

11 Rassegna stampa - Maggio 2016 e non la commercializzazione turistica», ha detto l'assessore provinciale all'ambiente Richard Theiner. L'obiettivo è pertanto quello di armonizzare i temi della protezione e dello sviluppo dell'area dolomitica. Piero Gianolla dell'Università di Ferrara, consulente della Fondazione Dolomiti Unesco, ha parlato del significato e degli effetti del riconscimento mondiale, Umberto Martini dell'Università di Trento ha approfondito il management delle destinazioni delle località dolomitiche. La direttrice della Fondazione, Marcella Morandini, si è soffermata sulle strategie di gestione e turistiche del bene mondiale, approvate nel 2015, che rappresentano la base per lo sviluppo futuro dell'area. «Contengono divese proposte di valorizzazione e miglioramento che possono essere attuate solo assieme a tutti gli interessati, non ultimi i Comuni», ha detto Morandini. Nel successivo dibattito - con l'albergatore Michil Costa, Gerhard Vanzi del marketing di Dolomiti Superski, la guida alpina e vicesindaco di Braies Erwin Steiner e l'albergatore Werner Putzer – si è discusso sul futuro del turismo nelle Dolomiti.

Montagna

Corriere delle Alpi | 23 Maggio 2016

12 Rassegna stampa - Maggio 2016 accompagna il visitatore in un'appassionante escursione attraverso profonde valli e in cima ad alte vette. Fotografie di colline e massicci montuosi spettacolari, pascoli verdi e laghi blu mostrano il fascino molteplice di queste montagne uniche. Con una Hasselblad, il fotografo Georg Tappeiner ha immortalato questa regione con immagini che sprigionano una forza arcaica. «Racconto le montagne che sono un soggetto fotografico molto potente», spiega Tappeiner, «con foto scattate dal 2000 ad oggi, molte di grande dimensioni, in buona parte con vedute aeree. Con il National Geographic ho già avuto molte collaborazioni e sono stato a esporre già in Germania e Austria, con l'orgoglio di poter far conoscere le nostre montagne all'estero». «Esportiamo in Croazia le Dolomiti, ma non solo - sottolinea Giuliano Vantaggi, consulente marketing della Fondazione - perché all'inaugurazione della mostra in Croazia, il primo giugno, saranno presenti anche alcuni prodotti delle Dolomiti, grazie alle aziende che hanno deciso di sostenere l'iniziativa. Si va dal Piave Dop di Lattebusche alla Birra Dolomiti, dall'Acqua Dolomia al Trento Doc Vini, allo Speck IGP Alto Adige. Sapori delle Dolomiti, insomma, insieme alle immagini delle nostre montagne». La manifestazione, come annuncia Vantaggi, si concluderà con una partecipazione del progetto realtà virtuale di Google Street View («che catapulterà il visitatore da Zagabria in realtà virtuale direttamente in Dolomiti»), a cui parteciperanno aziende tecnico sportive del territorio che hanno manifestato un interesse ad essere presenti e che sono attive sul territorio dei Balcani. E vi sarà anche un'appendice dolce con il gelato delle Dolomiti e Longarone Fiere. All'inaugurazione a Zagabria sarà presente, insieme al segretario Marcella Morandini, la neo presidente della Fondazione Dolomiti Unesco Mariagrazia Santoro, assessore alle Infrastrutture e Territorio della Regione autonoma del Friuli Venezia Giulia. @vietinas ©RIPRODUZIONE RISERVATA

FondazioneDolomitiDolomitenDolomitesDolomitisUNESCO

RASSEGNASTAMPA

GIUGNO2016

2 Rassegna stampa - Giugno 2016 www.agi.it | 02 Giugno 2016

Dolomiti: inaugurata a Zagabria mostra fotografo Georg Tappeiner

Si e' aperto uno scorcio delle Dolomiti a Zagabria. Proprio nel centro della capitale croata e' stata infatti inaugurata la rassegna fotografica "Dolomiti-Il cuore di pietra del mondo" che comprende 54 scatti del fotografo meranese Georg Tappeiner. Le opere, gia' esposte in Germania, Austria e Slovenia, sono ora, fino al 10 luglio, ospitate nel Museo archeologico nazionale in collaborazione con la Fondazione Dolomiti Unesco e grazie all'interesse del National Geographic croato. L'autorevole mensile naturalistico ha fortemente voluto la mostra. Infatti, come ha dichiarato il capo redattore Hrvoj Prcic, le fotografie di splendidi scenari paesaggistici stimolano nell'osservatore un interesse per la natura e il desiderio di salvaguardarla. Ma secondo il direttore del Museo archeologico di Zagabria, Sanjin Mihelic, gli scatti di Tappeiner hanno anche un notevole valore artistico. Qualita' che durante l'inaugurazione sono state sottolineate anche dall'assessore regionale alle Infrastrutture e al Territorio del Friuli Venezia Giulia Mariagrazia Santoro, attuale presidente della Fondazione Dolomiti Unesco. Secondo Santoro, le fotografie di Tappeiner sono forse il migliore biglietto da visita per i turisti, visto che raffigurano le Dolomiti da tutte le prospettive, in diverse stagioni dell'anno e in diverse ore del giorno. I visitatori della mostra hanno la possibilita' di ammirare i prati in tarda estate dell'Armentara, la Pala di San Martino illuminata dalla luna, le Odle all'alba, ma anche una foto aerea del Monte Cridola, tante cime innevate, come la Torre Trieste nel Gruppo Civetti, e ovviamente le malghe, come quella di Cisles, sulla quale brulica, indisturbata, una mucca. Scenari splendidi, che confermano la definizione data alle Dolomiti dall'alpinista Reinhold Messner: "Non sono le piu' alte al mondo, ma sono sicuramente le piu' belle". La celebre citazione e' stata ricordata proprio ieri da Georg Tappainer, felice di poter mostrare la bellezza delle imponenti vette italiane anche in Croazia. Il fotografo, che esplora le Dolomiti dal 2005 facendosi accompagnare da una Hasselblad, al termine del suo intervento ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno contribuito all'allestimento, in particolare l'organizzatrice della mostra Marina Zivkovic, la responsabile del Museo archeologico Sanja Mijac Bozek, la direttrice della Fondazione Unesco Marcella Morandini e il consulente marketing della Fondazione Giuliano Vantaggi.

Per i servizi sul terremoto in Irpinia, gli viene assegnato nel 1980 il premio "Cronista dell'anno" dall'Unione nazionale cronisti italiani. In seguito, si propone come autore e conduttore di una serie di programmi giornalistici, come "Droga che fare", "Italia Sera", "Unomattina". Dal 1989 al 1991 conduce insieme a Simona Marchini e Toto Cutugno Piacere Raiuno. Nel 1991 diviene responsabile di Linea Notte. Nel 1994 realizza e conduce "Amerinda" e "Vivafrica", e nel 1995 "Le origini dell'Universo" e "Il Giudizio Universale, cronaca di un restauro".

3 Rassegna stampa - Giugno 2016 Messaggero Veneto (edizione Pordenone) | 03 Giugno 2016

Terminato il mandato di presidente della Regione Lazio, ritorna in Rai e diventa corrispondente dapprima dalla sede di Parigi, poi di Bruxelles, infine di Berlino. Dal 2006 al 2009 è stato direttore di Rai International, poi passa alla corrispondenza Rai da Madrid fino al 2011. Dal 2011 si dedica alla realizzazione di documentari, tra i quali quello che si potrà vedere sabato a Claut.

Il concerto si terrà su un area verdeggiante: saranno predisposte sedie per i partecipanti. Gli organizzatori consigliano di portare plaid oppure cuscini per sedersi comodamente sul prato. Anche l'abbigliamento dovrà essere comodo e, per non farsi trovare impreparati dinanzi a cambiamenti repentini del meteo, lo staff consiglia di munirsi di ombrelli e kway.

Il noto giornalista Rai, conduttore del Tg1 di prima serata negli anni Ottanta e Novanta sarà ospite alle 21 di sabato nella sala congressi di Claut CLAUT. Piero Badaloni protagonista di uno degli appuntamenti del Festival dei giovani delle Dolomiti friulane. Il noto giornalista Rai, conduttore del Tg1 di prima serata negli anni Ottanta e Novanta, già presidente del Lazio tra il 1995 e il 2000, ma soprattutto testimone di un’esperienza scout vissuta direttamente come capo di un gruppo di Roma, sarà ospite alle 21 di sabato nella sala congressi di Claut. "Dolomiti montagna, uomini e storie" è il titolo del reportage di Badaloni all'interno del "Dolomiti days". Un viaggio in sei puntate tra le dolomiti dichiarate patrimonio dell'umanità dall'Unesco. L'evento è organizzato dalla Provincia e dalla Fondazione Dolomiti Unesco. Tornando alla carriera, Badaloni ha iniziato a lavorare come nel 1971 in Rai, occupandosi di reportage e di inchieste.

Gli eventi del Festival dei giovani proseguono domenica con il concerto di Remo Anzovino. Il musicista pordenonese si esibirà alle 15 in località Pian Del Muscol, a Claut.

In caso di forti piogge, il concerto sarà rinviato al 19 giugno e, qualora il meteo non fosse dei migliori nemmeno in questa seconda data, si opta per un trasferimento al palazzetto del Ghiaccio di Claut, dove Anzovino si esibirà alle 21.

Piero Badaloni al Festival dei giovani delle Dolomiti friulane

Sono serviti più di 2000 chilometri per battere in lungo e in largo la provincia di Belluno, per raccontarla nei suoi angoli meno noti. Quelli di cui vanno a caccia i viaggiatori che amano essere anche un poco esploratori. È per loro la prima guida d'autore sul «Veneto» targata Lonely Planet. Una guida che parte da zero, che non è tradotta dall'inglese, e che esce fresca fresca dal Salone del libro di Torino. Alla provincia di Belluno sono dedicate un bel pò di pagine: dalla 382 alla 438. Ecco che, per scriverle, da fine agosto ai primi di ottobre dello scorso anno, Linda Cottino, direttrice fino al 2009 della rivista Alp, ha corso la terra bellunese, dando il taglio che la Lonely Planet pone come sua firma: accontentare il turista che va a caccia di itinerari non Nelusuali.capitolo «sport e attività all'aperto» si offrono i consigli sulle gite che toccano alcuni luoghi cult, dalla Val Visdende alle Tre Cime. Ma ad avere la meglio su dove andare a mettere il naso per un'escursione sono il vincheto di Cellarda, il Brent de l'Art, il Bus del Buson. O la passeggiata lungo il sentiero geologico di Agordo. Non accade, quindi, che le bellezze di Dolomiti Unesco non siano citate, ma stanno al passo di luoghi aspri e poco noti ma di fascino estremo: la valle di Schievenin, il canale del Mis, i serrai di Sottoguda. Fino a spingersi, magari, fino alle sorgenti del Piave («il torrente che scorre gorgogliando lo si scavalca un pò di qua, un pò di là», scrive Cottino). E per chi preferisce muoversi in bici o mountain bike? Il paradiso esiste nelle piste di Tambre o nei percorsi di Selva di Cadore. Dalle pagine emergono il museo delle Nuvole e quello del ferro e del chiodo in Zoldo, le chiesette solitarie del Cadore, il villaggio Eni di Borca, la casa dei libri e la casa dell'alchimista in Alpago. Non mancano schede informative su «Dino Buzzati e la sua Belluno». E a chi viaggia con i bambini viene consigliato di non perdere «la gnaga» di Fornesighe e «i pavaroi» della Conca agordina. La provincia ne esce promossa, leggi e ti vien voglia di venirci. Solo un neo: nel suggerire «il meglio che c'è» a livello di manifestazioni regionali, Venezia stravince ma Belluno latita. «Nostra culpa»: nel senso che ci manca un evento fisso che sia di grande richiamo.

4 Rassegna stampa - Giugno 2016 Il Gazzettino | 07 Giugno 2016

Lonely Planet arricchita con 60 pagine bellunesi

www.montagna.tv | 07 Giugno 2016

Nel paesaggio della montagna di mezzo. La bellezza dei prati ricchi di specie Escursione con Cesare Lasen (Feltre, 07 Giu 16) Sabato 11 Giugno c'e' un'occasione da non perdere per ascoltare il professor Cesare Lasen, gia' Presidente del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e membro del Comitato Scientifico della Fondazione Dolomiti UNESCO: una passeggiata naturalistica di circa 2 ore, alla scoperta dei prati fioriti di media montagna delle Dolomiti Bellunesi. Dopo l'escursione guidata dal professor Lasen e' prevista la cena presso il Ristorante All'Antica Torre e, a seguire, una piccola conferenza con proiezione di diapositive. Il costo della cena e' di 18 euro (bambini 12 euro), con Menu' a base dei prodotti Carta Qualita' del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. Ecco gli orari: ore 16.00 : escursione con partenza dal ristorante All'Antica Torre ore 19.00 : cena presso il ristorante All'Antica Torre ore 20.30 : L'escursioneconferenzae'facilee ha un dislivello di circa 250 m; si raccomandano abbigliamento e scarpe adatte. L'evento si terra' anche in caso di maltempo (eventualmente riducendo il programma alla sola cena e Perconferenza).motiviorganizzativi e' obbligatoria la preiscrizione contattando il ristorante All'Antica Torre (tel. 04391995149 o allanticatorre@gmail.com)

5 Rassegna stampa - Giugno 2016 www.dolomitipark.it| 07 Giugno 2016

Gli studenti universitari stranieri ambasciatori delle Dolomiti

Lunedì la consegna a Feltre BELLUNO I primi 28 rifugi alpini, fra quelli più in quota delle Dolomiti (bellunesi, ma anche friulane e del Trentino Alto Adige), riceveranno lunedì a Feltre la targa della Fondazione. Una targa che certifica la specificità del territorio, la sua protezione Unesco. Una targa, dunque, che ricorda a tutti che quello è un patrimonio dell'umanità. La cerimonia avverrà alle 15.30 nella sede dell'Unione montana feltrina. Il significato del riconoscimento va ben oltre la targa da appendere all'ingresso dei rifugi. «Si tratta di una targa identificativa molto importante, perché le Dolomiti patrimonio dell'umanità», spiega Marcella Morandini, segretaria generale della Fondazione, «stanno diventando un'attrattiva mondiale e gli escursionisti o più semplicemente i turisti che arrivano da ogni parte del mondo e salgono in quota hanno bisogno immediatamente di realizzare dove si trovano, in particolare se stanno dentro il territorio protetto». I 28 rifugi, del Cai e privati, non sono stati selezionati dalla Fondazione, ma loro stessi hanno aderito alla proposta della stessa Fondazione. Nessuna imposizione, dunque. Nessun vincolo. Non c'è neppure l'obbligatorietà di rispettare determinati parametri, perché questi non sono stati fissati. Più avanti la Fondazione metterà a disposizione altre targhe. «Noi diamo per scontato», interviene ancora Morandini,

La targa dell’UNESCO per 28 rifugi

TRENTO – 120 studenti universitari stranieri sono stati coinvolti nel progetto “Studenti universitari ambasciatori delle Dolomiti e del Trentino” promosso dall’Accademia della Montagna del Trentino in collaborazione con l’Università di Trento, la Provincia autonoma di Trento, il MUSE e la Fondazione Dolomiti UNESCO. Importante anche la partecipazione dei diversi soggetti territoriali.

Corriere delle Alpi | 11 Giugno 2016

Gli studenti, provenienti da tutti e cinque i continenti e frequentanti corsi di master e dottorato dell’Università di Trento, hanno preso parte a incontri in aula, ma anche ad escursioni sulle Dolomiti e ad una visita al Muse. Un’opportunità per poter conoscere il Trentino e le Dolomiti ed apprendere il valore ambientale, storico, sociale e turistico del territorio che li ospita.

Ai ragazzi, rimasti entusiasti dell’esperienza, è stato poi consegnato il certificato di “ambasciatori” al termine di una cerimonia, in cui i partecipanti hanno sottolineato l’importanza di sentirsi parte della comunità e di conoscere il territorio, definito meraviglioso e unico. Soddisfazione anche per l’opportunità di visitare il Museo delle Palafitte sito UNESCO e l’Istituto Ladino, dove hanno ritrovato, nelle nostre tradizioni, similitudini con quelle dei loro Paesi. Un’esperienza che hanno chiesto di ripetere e di mantenere come opportunità per gli studenti stranieri che arrivano nelle nostre stupende montagne.

6 Rassegna stampa - Giugno 2016

Dolomiti Unesco, via al marketing nei rifugi

«In questo modo si creerà una vera e propria rete che collegherà tutti i rifugi aderenti al progetto» spiega Morandini. I materiali informativi venduti direttamente nei rifugi permetteranno inoltre ai visitatori di conoscere di più sul territorio dolomitico dando più visibilità al sito.

7 Rassegna stampa - Giugno 2016

La vendita del dvd «Dolomiti. Montagne – Uomini – Storie» (documentario di Piero Badaloni) mira invece a far capire le motivazioni che hanno portato il gruppo montuoso a diventare patrimonio Unesco. Il reportage girato del 2014 e trasmesso nello stesso anno anche dalla Rai, verrà anch’esso venduto direttamente nei rifugi e sarà disponibile in tre lingue: italiano, inglese e tedesco.

Il dvd, originariamente diviso in sei episodi, sarà ora disponibile in un video unico. «L’Unesco riconosce le Dolomiti come un unico bene da preservare e visitare nella sua interezza. Il documentario di Badaloni ben descrive il messaggio che la nostra fondazione vuole trasmettere. Tutto il materiale informativo è disponibile in 29 rifugi e nelle tre lingue proprio perché il sito è visitato da persone provenienti da tutto il mondo» spiega la direttrice.

Corriere del Trentino | 14 Giugno 2016

Jennifer Murphy

Quarantotto adesioni dal Brenta al Friuli. Targhe, dvd e brochure per promuovere il sito TRENTO Parte il progetto «Rifugi delle Dolomiti Unesco» che vede il coinvolgimento di 48 rifugi dal Brenta fino al Friuli. Una targa da apporre fuori dai rifugi, il reportage di Piero Badaloni e opuscoli informativi sono i tre elementi sui quali la fondazione Unesco punta per sensibilizzare e promuovere il marchio. La direttrice della fondazione Marcella Morandini spiega l’importanza dell’iniziativa: «L’obiettivo è quello di rendere più consapevole chi visita i rifugi delle Dolomiti e raccontare perché sono divenute bene Unesco».

Il via ufficiale all’iniziativa è stato sancito ieri a Feltre con la distribuzione del materiale ai gestori dei rifugi e alle sezioni Comunicazionealpine.epresa di coscienza per chi arriva nei siti tra gli obiettivi dell’iniziativa partita ieri e che vede il coinvolgimento di 48 su 66 dei rifugi distribuiti tra Trentino, Veneto e Friuli. Il materiale include una targa che verrà apposta fuori da ogni rifugio per identificare la zona come inserita nel patrimonio Unesco.

«che gestendo rifugi in contesti ambientali così suggestivi e al tempo stesso delicati, fragili, il rispetto della filosofia che sta a fondamento della protezione Unesco sia consequenziale». Lo è senz'altro per i rifugi del Cai, come ribadisce Bruno Zannantonio, che per conto della presidenza regionale del Club alpino ha partecipato alle diverse riunioni per definire quest'ultima iniziativa. Ma lo è anche per i rifugi privati. Gli ispettori dell'Unesco - prossimamente verranno sulle Dolomiti per prendere atto di quello che si è fatto da quando esiste il riconoscimento e, in particolare, se la tutela e la valorizzazione sono puntualmente rispettate - troveranno dunque un ulteriore tassello di conferma. «La targa non è affatto una patacca», chiarisce subito Zannantonio, «almeno come tale non la considera il Cai. È un identificativo che conferma, anzitutto al gestore, quello che la storia del rifugio rappresenta. La storia con tutti i suoi valori». Francesco Dal Mas

8 Rassegna stampa - Giugno 2016 Corriere del Trentino | 14 Giugno 2016 - Corriere dell’Alto Adige | 14 Giugno 2016

Ci sarebbe da chiarire con precisione cosa si intende con «piccoli rettili», perché si fa presto a sembrare minuscoli quando si è paragonati alla stazza dei dinosauri che, a quanto si legge: «Erano i più comuni frequentatori delle spiagge calde e assolate di questa regione tra Triassico e Giurassico». Il primo compreso all’incirca tra i 250 e i 200 milioni di anni fa, il secondo tra i 145 e 119 milioni di anni fa. Insomma, il «mare dolomitico» era affollato da enormi tipi da spiaggia che, a occhio, sarebbero in grado di rendere ogni tintarella un’impresa molto emozionante. Ma, tornando seri, l’esposizione tenta di raccontare come era la vita nelle Dolomiti ai tempi dei dinosauri attraverso orme e rettili fossili. Alcuni pezzi, molti rinvenuti sul territorio regionale, lasciano davvero a bocca aperta e, come sottolineato in sede di presentazione per la stampa: «Fino a trent’anni fa, nessun paleontologo avrebbe mai pensato di poter trovare tracce di dinosauri nell’area dolomitica. Le conoscenze acquisite sino allora sulla geologia delle Alpi meridionali raccontavano, infatti, di ambienti del tutto inadatti a ospitare i grandi rettili. Oggi invece è risaputo che un’enorme varietà di rettili terrestri, volanti e marini popolarono, per milioni di anni, l’area dolomitica e i mari circostanti. Nelle rocce che costituiscono l’ossatura delle Dolomiti infatti sono state scoperte le più antiche orme di anfibi delle Alpi, le più lunghe camminate di dinosauri di tutta Europa e i più antichi rettili volanti del mondo». Come ha spiegato la paleontologa Evelyn Kustatscher, una delle curatrici della mostra insieme a Massimo Bernardi: «Il territorio dolomitico ha un patrimonio paleontologico enorme che il pubblico non conosce a sufficienza. Abbiamo quindi deciso di esporlo nel miglior modo possibile, pensando che magari, grazie a quanto appreso anche in questa esposizione, qualche visitatore potrà essere in grado di scoprire nuovi

«La regione alpina dominata dal mare». Fa un certo effetto leggere queste parole sulla didascalia di una delle numerose bacheche della mostra temporanea DinoMiti: La storia delle Dolomiti di milioni di anni fa inaugurata ieri al Museo di scienze naturali dell’Alto Adige di Bolzano. Fa ancora più effetto perché, poco più in là, si possono ammirare splendidi fossili di molluschi marini provenienti dalla Pale di San Martino e dalla Marmolada. Per certi versi, quindi, la mostra DinoMiti la si potrebbe definire «mari e monti», non fosse che si rischierebbe di far passare in secondo piano i veri protagonisti dell’esposizione: i dinosauri. A dire il vero, una delle bacheche più divertenti è proprio quella che mostra il paesaggio dolomitico ai tempi dei dinosauri: «Un mare aperto punteggiato da basse isole carbonatiche su cui passeggiavano grandi e piccoli rettili».

DinoMiti , quando c’era il mare Bolzano. Il Museo di scienze analizza le Dolomiti di milioni di anni fa. Fossili di molluschi marini dalla Marmolada, rettili e orme.

Corriere delle Alpi | 14 Giugno 2016

LaUNESCOpresentazione del progetto ieri nella sede dell’Unione montana feltrina Coinvolte 66 strutture che potranno esporre la tabella e vendere il materiale informativo Rifugi delle Dolomiti, distribuite 29 targhe FELTRE L'area Cuore batte grazie a un nuovo progetto. Si chiama “Rifugi delle Dolomiti Unesco” ed è stato ideato per mettere in rete e valorizzare i rifugi dei nove sistemi in cui è suddiviso l'insieme di gruppi montuosi. A presentare l'iniziativa direttamente ai gestori la vicepresidente della Regione Friuli-Venezia Giulia Maria Grazia Santoro, ieri pomeriggio in Unione Montana Feltrina: «Questo progetto si rivolge a tutti e 66 i rifugi presenti nell'area cuore Unesco, dalle Dolomiti del Brenta alle Friulane orientali». In 29 hanno già aderito (fra cui il Dal Piaz) e potranno esporre la targhetta di riconoscimento, affiggere all'interno la tabella informativa e vendere il materiale informativo (la Guida verde del Touring club, la Carta Tabacco, per la prima volta in scala 1:500000 che permette di vedere le Dolomiti nella loro interezza, il dvd “Dolomiti. Montagne, uomini, storie” di Piero Badaloni. Si aggiungono 19 associazioni alpinistiche, che hanno ritirato solamente la targa: in tutto fa 48, ovvero il 70 per cento delle strutture presenti nell'area coinvolta. «Sono orgoglioso che Feltre rappresenti la porta del sistema 3 Unesco», esclama il sindaco Paolo Perenzin, anche appassionato di escursionismo, «le persone che vengono nelle nostre montagne trovano in voi le prime sentinelle del territorio. Per questo bisogna cercare di connettere i rifugi con le valli. Se riusciremo a far capire qual è la sintesi fra la montagna e il fondovalle, ovvero l'unione fra ambiente, storia e architettura, vinceremo». D'altronde il turismo nel Feltrino sta cambiando molto: «L'inverno da tempo è infelice perché la neve non resiste più alle nostre quote, mentre è in crescita la stagione estiva, congiuntamente con le visite alla città storica e ai musei. Feltre non è mai stata una meta turistica, ma negli ultimi anni abbiamo avuto numeri in controtendenza e perfino in crescita. Contiamo poche migliaia di visitatori rispetto a Cortina, ma le prospettive sono interessanti: se giochiamo bene la carta dell'ambiente e quella della qualità storico-artistica, potremo incrementare molto». Non a caso, il logo “borgo verticale” porta anche lo slogan “Dolomiti world heritage”, perché in fondo è la parola “Dolomiti” il vero brand

Più in dettaglio, la mostra è articolata in sezioni corrispondenti ai nove sistemi geografici che compongono il bene riconosciuto dall’Unesco: Pelmo-Croda da Lago, Marmolada, Pale di San Martino-San LucanoDolomiti Bellunesi-Vette Feltrine, Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave, Dolomiti settentrionali, Puez-Odle, Sciliar-Catinaccio-Latemar, Bletterbach e Dolomiti di Brenta. In totale, l’esposizione comprende circa quaranta resti scheletrici, orme e piante fossili cui si aggiungono ricostruzioni a dimensioni reali. Va precisato, però, che per ridurre al massimo l’impegno finanziario legato alla copertura assicurativa dei materiali da parte degli enti che ospitano la mostra, la maggior parte dei reperti è costituita da repliche di elevatissima qualità. Il fascino per i visitatori, soprattutto per quelli più giovani, resta però invariato. Perché, anche solo le riproduzione di due testoni di dinosauro, quello di un Allosaurus («Lucertola bizzarra», rigorosamente carnivora) e quella di un Camarasauros grandis («Rettile diviso in compartimenti», erbivoro ma lungo fino a 18 metri) non potranno che lasciare a bocca aperta i visitatori più giovani.

9 Rassegna stampa - Giugno 2016 reperti che, dopo essere stati segnalati, potranno entrare a far parte di questo enorme patrimonio, non a caso, tutelato dall’Unesco».

L’Adigetto | 14 Giugno 2016

Inaugurata al Museo di Scienze dell'Alto Adige la mostra «DinoMiti»

La mostra temporanea è ricca di reperti sui dinosauri che popolavano l’area dolomitica Inaugurata oggi al Museo di Scienze dell’Alto Adige la mostra temporanea «DinoMiti» ricca di reperti sui dinosauri che popolavano l’area dolomitica.

10 Rassegna stampa - Giugno 2016 vincente. «C’è tanto bisogno di turismo nel Feltrino, anche nelle valli meno frequentate, ma la promozione spetta anche a voi», esclama il presidente della UMF Federico Dalla Torre, che annuncia «anche la Fondazione Unesco d'ora in poi potrà beneficiare dei fondi per i Comuni di confine». (f.v.) ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Fino a trent’anni fa nessun paleontologo avrebbe mai pensato di poter trovare tracce dei dinosauri nell’area dolomitica ritenuta un ambiente inadatto ad ospitare i grandi rettili.

Oggi invece è risaputo che un’enorme varietà di rettili terrestri, volanti e marini popolarono, per milioni di anni, l’area dolomitica e i mari circostanti.

E sono proprio i fossili (impronte e resti scheletrici) del territorio delle Dolomiti UNESCO e in particolare i più importanti rinvenimenti fossili degli ultimi decenni i protagonisti della nuova mostra temporanea al Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige, inaugurata oggi alla presenza di Karin Dalla Torre, direttrice della Ripartizione provinciale Musei e dell’Azienda «Musei provinciali», Vito Zingerle, direttore del museo, Michele Lanzinger, direttore del Museo delle Scienze di Trento, Roland Psenner, presidente del comitato scientifico del museo e dei curatori Evelyn Kustatscher e Massimo Bernardi.

Nelle rocce che costituiscono l'ossatura delle Dolomiti sono state scoperte le più antiche orme di anfibi delle Alpi, le più lunghe camminate di dinosauri di tutta Europa e i più antichi rettili volanti del mondo. Questi ritrovamenti, assieme a numerosi resti di piante fossili, molluschi, coralli e altri spettacolari organismi marini riescono a fornirci risposte dettagliate sulle condizioni di vita dei dinosauri nell’area dolomitica e su come si è evoluto il clima negli ultimi 300 milioni di anni.

Chi visiterà la nuova mostra del Museo di Scienze naturali vedrà reperti di eccezionale importanza sia per bellezza sia per significato scientifico e rarità accompagnati da informazioni in tre lingue (italiano, tedesco e inglese) riguardanti la storia dell’evoluzione dei rettili partendo dalle prime tracce dei rettili nelle Dolomiti durante il Carbonifero-Permiano 300 milioni di anni fa fino alla scomparsa dei dinosauri alla fine del Cretacico 65 milioni di anni fa.

La mostra dal titolo «DinoMiti – rettili fossili e dinosauri nelle Dolomiti» riunisce, per la prima, volta la maggior parte dei fossili più significativi delle Dolomiti. Si rivolge ad appassionati della materia e specialisti, ma anche a gente comune, famiglie e scolaresche.

La mostra, articolata in sezioni corrispondenti ai nove sistemi geografici che compongono il bene riconosciuto dall’UNESCO (Pelmo-Croda da Lago, Marmolada, Pale di San Martino-San Lucano-Dolomiti

Targa Dolomiti Unesco per i rifugi

La mostra si potrà visitare fino al 25 settembre 2016 tutti i giorni, tranne il lunedì, in orario 10-18. Il costo del biglietto corrisponde al costo del biglietto d’ingresso al museo.

DinoMiti è promossa da Fondazione Dolomiti UNESCO e Rete del Patrimonio Geologico (Provincia autonoma di Trento) ed è stata realizzata dal MUSE Museo delle Scienze Trento con il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige, Bolzano in collaborazione con il Museo Friulano di Storia naturale, Udine, Musei delle regole d’Ampezzo, Cortina d’Ampezzo (BL), Museo V. Cazzetta, Selva di Cadore (BL),il Museum de Gherdëina, Ortisei e il Museo geologico delle Dolomiti, Predazzo.

Ansa.it | 14 Giugno 2016

Bellunesi-Vette Feltrine, Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave, Dolomiti settentrionali, Puez-Odle, SciliarCatinaccio-Latemar, Bletterbach e Dolomiti di Brenta) comprende circa quaranta resti scheletrici, orme e piante fossili cui si aggiungono ricostruzioni a dimensioni reali.

Per ridurre al massimo l’impegno finanziario legato a copertura assicurativa dei materiali da parte degli enti che ospitano la mostra, la maggior parte dei reperti è costituita da repliche di elevatissima qualità.

Progetto promosso dalla Fondazione (ANSA) - BOLZANO, 14 GIU - A partire da questa estate alcuni rifugi collocheranno al loro esterno dei pannelli informativi per spiegare il patrimonio Dolomiti Unesco. Il progetto, promosso dalla Fondazione Dolomiti Unesco con il coinvolgimento delle associazioni Alpinistiche e dei gestori dei rifugi, parte dal riconoscimento del ruolo essenziale di presidio territoriale e culturale svolto dai rifugi e la loro funzione di punto di incontro e di strutture ricettive all'interno del Bene Dolomiti Unesco.

Mountainblog.it | 14 Giugno 2016

11 Rassegna stampa - Giugno 2016

Ai rifugi aderenti è stata consegnata una targa da collocare all’esterno del rifugio, un pannello informativo sul sistema dolomitico di riferimento per l’interno dove, nel rispetto delle differenze e degli spazi disponibili, verrà esposto materiale informativo plurilingue sul Patrimonio Dolomiti UNESCO, tra cui i DVD del Reportage “Dolomiti. Montagne Uomini Storie” e la Guida Verde sulle Dolomiti UNESCO edita dal Touring Club. Il sito dei rifugi aderenti inoltre riporterà Dolomiti UNESCO feed, il banner da inserire nella propria home page con le ultime notizie sulle Dolomiti UNESCO collegate direttamente a All’incontrowww.dolomitiunesco.infodiconfronto e consegna dei materiali hanno partecipato la Presidente della Fondazione Mariagrazia Santoro, il Direttore Marcella Morandini, i Rappresentati della Associazioni alpinistiche, il Sindaco del Comune di Feltre Paolo Perenzin, il Presidente dell’Unione Montana Feltrina Federico Dalla Torre, il Direttore del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi Antonio Andrich. Le Associazioni alpinistiche hanno ritirato anche le targhe esterne dei rifugi di loro proprietà che in questa prima fase non hanno ancora aderito completamente al progetto.

12 Rassegna stampa - Giugno 2016

A partire dall’estate 2016 il progetto “Rifugi delle Dolomiti UNESCO” permetterà ad alpinisti, escursionisti ed amanti della montagna di prendere coscienza del fatto di trovarsi all’interno dell’area cuore delle Dolomiti UNESCO e di conoscere le caratteristiche di unicità che hanno fatto dei 9 sistemi dolomitici un Bene riconosciuto dall’umanità intera.

Rifugi delle Dolomiti UNESCO: il progetto

Il progetto, promosso dalla Fondazione Dolomiti UNESCO con il coinvolgimento delle Associazioni Alpinistiche e dei gestori dei rifugi, parte dal riconoscimento del ruolo essenziale di presidio territoriale e culturale svolto dai rifugi e la loro funzione di punto di incontro e di strutture recettive all’interno del Bene Dolomiti UNESCO.

Nel corso degli 11 incontri territoriali di partecipazione #Dolomiti2040 era emersa con forza l’esigenza che il riconoscimento Dolomiti UNESCO si facesse visibile in quota, stimolando la collaborazione tra i rifugi come piattaforma di informazione e divulgazione sul Patrimonio.

I RIFUGI COINVOLTI

Ieri 13 giugno, a Feltre (BL), si è concretizzata la prima fase del progetto che è il frutto del coinvolgimento delle Associazioni alpinistiche e dei gestori dei rifugi, anche privati.

Il progetto, rivolto a tutti i 66 rifugi situati all’interno dell’area cuore dei 9 Sistemi delle Dolomiti UNESCO, ha visto in questa prima fase l’adesione di 29 rifugi dal Brenta alle Dolomiti Friulane: Città di Fiume, Volpi al Mulaz, Pradidali, Rosetta, Velo della Madonna, Treviso Canali, Pordenone, Pederu, Fodara Vedla, Carducci, Galassi, Berti, Sennes, Pian di Cengia, Scotoni, Città di Carpi, Biella, Genova, Re Alberto I, Alpe di Tires, Molignon, Roda di Vael, Vajolet, XII Apostoli, Tosa Pedrotti, Tuckett e Sella, Silvio Agostini, Ai Brentei,

TargaILAlimonta.PROGETTORifugidelle

Dolomiti Unesco

RIFUGI DELLE DOLOMITI UNESCO: IL RUOLO ESSENZIALE E CULTURALE DELLE STRUTTURE RICETTIVE ALL’INTERNO DEL BENE DOLOMITI UNESCO

Ai rifugi aderenti all'iniziativa è stata consegnata una targa da collocare all'esterno della struttura, un pannello informativo sul sistema dolomitico di riferimento per l'interno dove, nel rispetto delle differenze e degli spazi disponibili, verrà esposto materiale informativo plurilingue sul Patrimonio Dolomiti UNESCO, tra cui i Dvd del Reportage "Dolomiti. Montagne Uomini Storie" e la Guida Verde sulle Dolomiti UNESCO, edita dal Touring Club. Il sito dei rifugi aderenti inoltre riporterà Dolomiti UNESCO feed, il banner da inserire nella propria home page con le ultime notizie sulle Dolomiti UNESCO collegate direttamente al sito internet www.dolomitiunesco.info

13 Rassegna stampa - Giugno 2016

Il 13 giugno 2016 a Feltre (BL) si è concretizzata la prima fase del progetto che è il frutto del coinvolgimento delle associazioni alpinistiche e dei gestori dei rifugi, anche privati. Il nuovo programma, rivolto a tutti i 66 rifugi situati all'interno dell'area cuore dei nove sistemi delle Dolomiti UNESCO, ha visto in questa prima fase l'adesione di 29 strutture dal Brenta alle Dolomiti Friulane: Città di Fiume, Volpi al Mulaz, Pradidali, Rosetta, Velo della Madonna, Treviso Canali, Pordenone, Pederu, Fodara Vedla, Carducci, Galassi, Berti, Sennes, Pian di Cengia, Scotoni, Città di Carpi, Biella, Genova, Re Alberto I, Alpe di Tires, Molignon, Roda di Vael, Vajolet, XII Apostoli, Tosa Pedrotti, Tuckett e Sella, Silvio Agostini, Ai Brentei, Alimonta.

La targa consegnata ai 29 rifugi

www.loscarpone.cai.it | 14 giugno 2016

Il 13 giugno 2016 a Feltre (BL) la Fondazione ha consegnato il pannello informativo da porre all'esterno della struttura a quasi la metà dei 66 rifugi dell'area "core" UNESCO. Presenti i rappresentanti di CAI, SAT e AVS.

Il progetto, promosso dalla Fondazione Dolomiti UNESCO con il coinvolgimento delle associazioni alpinistiche e dei gestori dei rifugi, parte dal riconoscimento del ruolo essenziale di presidio territoriale e culturale svolto dai rifugi e la loro funzione di punto di incontro e di strutture ricettive all'interno del Bene Dolomiti UNESCO.

Dolomiti Unesco: nuova targa per 29 rifugi

Alla consegna delle targhette erano presenti anche i rappresentanti di Cai, Avs e Sat, ai quali ne sono state donate ulteriori da inoltrare a quei rifugi che decideranno di aderire all'iniziativa. "Si tratta di un'iniziativa molto importante - sottolinea Enrico Brutti, direttore dell'Ufficio parchi naturali della Provincia di Bolzanoi rifugi hanno una valenza importante e possono rappresentare quel luogo immerso nella natura in grado di risaltare ancora di più le meraviglie delle Dolomiti UNESCO".

Il progetto, promosso dalla Fondazione Dolomiti UNESCO con il coinvolgimento delle associazioni Alpinistiche e dei gestori dei rifugi, parte dal riconoscimento del ruolo essenziale di presidio territoriale e culturale svolto dai rifugi e la loro funzione di punto di incontro e di strutture ricettive all'interno del Bene Dolomiti UNESCO. Il 13 giugno a Feltre si è concretizzata la prima fase del progetto che è il frutto del coinvolgimento delle associazioni alpinistiche e dei gestori dei rifugi, anche privati. Il nuovo programma, rivolto a tutti i 66 rifugi situati all'interno dell'area cuore dei nove sistemi delle Dolomiti UNESCO, ha visto in questa prima fase l'adesione di 29 strutture dal Brenta alle Dolomiti Friulane: Città di Fiume, Volpi al Mulaz, Pradidali, Rosetta, Velo della Madonna, Treviso Canali, Pordenone, Pederu, Fodara Vedla, Carducci, Galassi, Berti, Sennes, Pian di Cengia, Scotoni, Città di Carpi, Biella, Genova, Re Alberto I, Alpe di Tires, Molignon, Roda di Vael, Vajolet, XII Apostoli, Tosa Pedrotti, Tuckett e Sella, Silvio Agostini, Ai Brentei, Alimonta. Ai rifugi aderenti all'iniziativa è stata consegnata una targa da collocare all'esterno della struttura, un pannello informativo sul sistema dolomitico di riferimento per l'interno dove, nel rispetto delle differenze e degli spazi disponibili, verrà esposto materiale informativo plurilingue sul Patrimonio Dolomiti UNESCO, tra cui i Dvd del Reportage "Dolomiti. Montagne Uomini Storie" e la Guida Verde sulle Dolomiti UNESCO, edita dal Touring Club. Il sito dei rifugi aderenti inoltre riporterà Dolomiti UNESCO feed, il banner da inserire nella propria home page con le ultime notizie sulle Dolomiti UNESCO collegate direttamente al sito internet www.dolomitiunesco.info Alla consegna delle targhette erano presenti anche i rappresentanti di Cai, Avs e Sat, ai quali ne sono state donate ulteriori da inoltrare a quei rifugi che decideranno di aderire all'iniziativa. "Si tratta di un'iniziativa molto importante - sottolinea Enrico Brutti, direttore dell'Ufficio provinciale parchi naturali - i rifugi hanno una valenza importante e possono rappresentare quel luogo immerso nella natura in grado di risaltare ancora di più le meraviglie delle Dolomiti UNESCO".

Dolomiti Unesco: nuova targa per 29 rifugi

14 Rassegna stampa - Giugno 2016

www.regioni.it | 14 giugno 2016

Ambiente - A partire da questa estate alcuni rifugi collocheranno al loro esterno dei pannelli informativi per spiegare il patrimonio Dolomiti UNESCO.

Alla consegna delle targhette erano presenti anche i rappresentanti di Cai, Avs e Sat. «Si tratta di un’iniziativa molto importante – sottolinea Enrico Brutti, direttore dell’Ufficio provinciale parchi naturali –perché i rifugi hanno una valenza importante e possono rappresentare quel luogo immerso nella natura in grado di esaltare ancora di più le meraviglie delle Dolomiti Unesco». Il progetto è promosso dalla Fondazione Dolomiti Unesco con il coinvolgimento delle associazioni Alpinistiche e dei gestori dei rifugi, anche privati.

Dolomiti Unesco: una targa per esaltare il ruolo dei rifugi

15 Rassegna stampa - Giugno 2016 altoadigeinnovazione.it | 14 Giugno 2016

Una targa per esaltare il patrimonio delle Dolomiti Unesco. A partire da quest’estate 29 rifugi collocheranno al loro esterno dei pannelli informativi e il progetto conta di estendersi anche ad altre strutture. I rifugi di montagna hanno un ruolo essenziale come presidio territoriale e culturale, oltre che una funzione di punto di incontro e di strutture ricettive. Per affermare questo valore imprescindibile è stato avviato un progetto che ha consegnato a 29 rifugi una targa da collocare all’esterno della struttura, un pannello informativo sul sistema dolomitico di riferimento per l’interno e la Guida Verde sulle Dolomiti Unesco, edita dal Touring Club. Sul pannello per l’interno, nel rispetto delle differenze e degli spazi disponibili, verrà esposto materiale informativo plurilingue sul patrimonio Dolomiti Unesco. Il sito dei rifugi aderenti inoltre riporterà il banner da inserire nella propria home page con le ultime notizie sulle Dolomiti collegate direttamente al sito internet www.dolomitiunesco.info.

Una nuova targa fuori da ogni rifugio: parte il progetto della Fondazione Dolomiti Unesco Ecco i “testimonial” delle Dolomiti Unesco

Il nuovo programma, rivolto a tutti i 66 rifugi situati all’interno dell’area cuore dei nove sistemi delle Dolomiti Unesco, ha visto in questa prima fase l’adesione di 29 strutture dal Brenta alle Dolomiti Friulane: Città di Fiume, Volpi al Mulaz, Pradidali, Rosetta, Velo della Madonna, Treviso Canali, Pordenone, Pederu, Fodara Vedla, Carducci, Galassi, Berti, Sennes, Pian di Cengia, Scotoni, Città di Carpi, Biella, Genova, Re Alberto I, Alpe di Tires, Molignon, Roda di Vael, Vajolet, XII Apostoli (in copertina), Tosa Pedrotti, Tuckett e Sella, Silvio Agostini, Ai Brentei, Alimonta.

SAN LORENZO DORSINO ? Si chiama «Dolomiti. Montagne ? Uomini - Storie» il reportage realizzato da Piero Badaloni con la collaborazione di Fausta Slanzi e la fotografia e il montaggio di Nicola Berti dedicato alle Dolomiti commissionato nel 2013 dalla Fondazione Dolomiti Unesco. Verrà trasmesso in tre serate al teatro di San Lorenzo in Banale.

I documentari raccontano le Dolomiti attraverso immagini, interviste e testimonianze sulla geologia, la storia, la cultura, l'economia e la bellezza di tutto il territorio visto nella sua interezza, senza la divisione in regioni. I sei documentari, di 55 minuti ciascuno, saranno trasmessi a coppie, sempre alle 21 al Teatro di San Lorenzo, in tre serate diverse: la prima oggi, quando verranno trasmessi "La nascita dell'arcipelago" e "Dalla scoperta alla conquista"; a seguire il venerdì successivo, il 24 giugno, ad introdurre la visione de "il fascino del Sublime" e di "L'ambiente naturale e la sua tutela" ci sarà anche l'autore, il giornalista della Rai Piero Badaloni, ed infine il 29 giugno saranno proiettati "Gli abitanti dell'arcipelago" e "Dal passato al Unfuturo".racconto in sei puntate che parte dall'inizio, dai 280 milioni di anni che con estinzioni di massa, foreste pluviali, eruzioni vulcaniche hanno dato vita ai "Monti Pallidi", fino al presente: le genti di montagna e le loro tradizioni e difficoltà quotidiane, la vita nelle terre alte.

Alto Adige | 16 Giugno 2016

San Lorenzo Dorsino. Questa sera prima proiezione del documentario

16 Rassegna stampa - Giugno 2016 L’Adige | 15 Giugno 2016

UNESCO Dolomiti, ai rifugi targhe e promozioni

Le Dolomiti viste da Badaloni e Slanzi

17 Rassegna stampa - Giugno 2016

CORVARA. A partire dalla prossima estate il progetto "Rifugi delle Dolomiti Unesco" permetterà ad alpinisti, escursionisti ed amanti della montagna di prendere coscienza del fatto di trovarsi all'interno dell'area cuore delle Dolomiti Unesco e di conoscere le caratteristiche di unicità che hanno fatto dei 9 sistemi dolomitici un Bene riconosciuto dall'umanità intera. Il progetto, promosso dalla Fondazione Dolomiti Unesco con il coinvolgimento delle Associazioni Alpinistiche e dei gestori dei rifugi, parte dal riconoscimento del ruolo essenziale di presidio territoriale e culturale svolto dai rifugi e la loro funzione di punto di incontro e di strutture ricettive all'interno del Bene Dolomiti Unesco. ll progetto, rivolto a tutti i 66 rifugi situati all'interno dell'area cuore dei 9 Sistemi delle Dolomiti, ha visto in questa prima fase l'adesione di 29 rifugi dal Brenta alle Dolomiti Friulane: Città di Fiume, Volpi al Mulaz, Pradidali, Rosetta, Velo della Madonna, Treviso Canali, Pordenone, Pederu, Fodara Vedla, Carducci, Galassi, Berti, Sennes, Pian di Cengia, Scotoni, Città di Carpi, Biella, Genova, Re Alberto I, Alpe di Tires, Molignon, Roda di Vael, Vajolet, XII Apostoli, Tosa Pedrotti, Tuckett e Sella, Silvio Agostini, Ai Brentei, Alimonta. Ai rifugi aderenti è stata consegnata una targa da collocare all'esterno del rifugio, un pannello informativo sul sistema dolomitico di riferimento per l'interno dove, nel rispetto delle differenze e degli spazi disponibili, verrà esposto materiale informativo plurilingue sul Patrimonio Dolomiti Unesco, tra cui i Dvd del Reportage "Dolomiti. Montagne Uomini Storie" e la Guida Verde sulle Dolomiti Unesco edita dal Touring Club. Il sito dei rifugi aderenti inoltre riporterà Dolomiti Unesco feed, il banner da inserire nella propria home page con le ultime notizie sulle Dolomiticollegate direttamente a www.dolomitiunesco.info. (e.d.)

Il Gazzettino | 18 Giugno 2016

CORTINA - (mdib) La giunta regionale delibera la ratifica della "Carta di Cortina" e si allinea all'esigenza di uno sviluppo sostenibile della montagna, tanto più nell'organizzazione dei grandi eventi sportivi, con chiaro riferimento ai Mondiali di sci del 2021. La Carta fu firmata lo scorso 24 gennaio, sulla pista della Coppa del mondo di sci, a Rumerlo, proprio dove ci sarà il traguardo delle gare iridate.

«La Carta di Cortina - spiega Marino Zorzato, assessore regionale al territorio e allo sport - è un documento di indirizzo che, a partire dalla Risoluzione delle Nazioni Unite del 2013 sullo sviluppo sostenibile della montagna, propone una serie di impegni per una maggior tutela e valorizzazione del territorio alpino quale patrimonio di inestimabile valore, riconosciuto a livello mondiale anche dall'Unesco, ma con una particolare attenzione alla sostenibilità di tutte le attività multidisciplinari attinenti il turismo montano». Il primo firmatario della Carta fu Gian Luca Galletti, ministro dell'Ambiente, assieme a Regione Veneto, Comune di Cortina d'Ampezzo, Associazione comuni italiani, esercenti funiviari, Federazione italiana sport invernali, fondazione Dolomiti Unesco e Sprecozero.net, l'associazione patrocinata dal ministero dell'Ambiente e da Anci, per condividere, promuovere e diffondere iniziative per la lotta agli sprechi da parte degli enti territoriali.

Una montagna da proteggere: a Venezia via libera alla "Carta"

«Questo documento assume particolare rilevanza in considerazione della recente assegnazione dei Campionati del mondo 2021 di sci alpino a Cortina - prosegue l'assessore veneto - perché siamo consapevoli che l'organizzazione dell'evento iridato costituisce per la località, per l'area dolomitica veneta e

Ai rifugi. La stagione inizia oggi

Qualche preoccupazione per la pioggia Alte vie del Brenta chiuse per la neve Zaino in spalla e via su per le montagne «tra boschi e valli d'or» come recita la canzone regina della coralità alpina: «La Montanara». Nella realtà sui monti gli escursionisti e gli alpinisti vanno tutto l'anno, ma la tradizione del mondo della montagna fissa dopo metà giugno l'inizio dell'attività, facendola coincidere con l'apertura dei rifugi. In attesa che il meteo si stabilizzi e già affiora qualche preoccupazione, con l'incubo del ripetersi di un'estate come quella di due anni fa, nei rifugi in questi giorni, fervono i preparativi per l'apertura, che da calendario ufficiale sarà oggi. Tutti hanno anticipato di qualche giorno aprendo le porte di queste strutture in quota a metà settimana. La stagione terminerà, sempre ufficialmente, il 20 settembre, ma come avviene ormai da alcuni anni in molti rifugi, seguendo l'esempio dell'Alto Adige e le esigenze degli escursionisti tedeschi, ma anche di qualche italiano, rimarranno aperti fino ai primi di ottobre. Dovrebbero rimanere aperte, però, anche le strutture nelle valli e località di montagna, impianti a fune compresi Questo passaggio secondo noi il movimento turistico della montagna trentina, prima o poi lo dovrebbe fare. Il prolungamento ovviamente dipenderà molto dalle condizioni meteorologiche. Sono 146 i rifugi sulle montagne del Trentino, si va dai 670 metri del Pino Prati che si trova ai Bindesi sopra Trento, raggiungibile in automobile, al nido d'aquila: il Mantova a 3535 m poco sotto la vetta del Vioz, nel Gruppo Ortles Cevedale nel Parco dello Stelvio. Al di sopra dei 2500 metri c'è ancora neve, non molta perchè le precipitazioni sono state scarse, specie nei mesi di novembre e dicembre, ma l'ultimo periodo non è stato caldo e quindi la neve sta tenendo e le Alte Vie del Brenta non sono ancora agibili. La Sat, l'associazione alpinistica che possiede 35 rifugi 14 bivacchi e 20 strutture in quota comunica che rimarrà chiuso per lavori di ristrutturazione il Prospero Marchetti che si trova a 2009 metri di quota poco sotto la vetta dello Stivo. «I lavori, dopo qualche stagione con problemi per la gestione - dice Renzo Franceschini presidente della commissione rifugi Sat - dovrebbero iniziare entro il mese di giugno. Son terminati i lavori di rifinitura all'Antermoia, nel Gruppo del Catinaccio, nei pressi dell'omonimo lago alla quota di 2497 metri. Una ristrutturazione importante in un luogo strategico. Anche i lavori al rifugio Ottone Brentari ai 2473m alla

per tutto il comparto della montagna un'eccellente opportunità in termini di investimenti e di crescita economica e turistica, oltre a essere uno straordinario traino per lo sport italiano. Con questo provvedimento abbiamo preso atto della piena coerenza della Carta con l'orientamento della Regione Veneto».(((dibonam)))

L’Adige | 19 Giugno 2016

18 Rassegna stampa - Giugno 2016

CORTINA La giunta veneta ha ratificato la sottoscrizione della “Carta di Cortina sulla sostenibilità degli sport invernali”, che ha tra i firmatari, oltre alla Regione, il Governo, il Comune di Cortina, le associazioni nazionali di Comuni ed Esercenti Funiviari, la Fisi, la Fondazione Dolomiti Unesco e Sprecozero.net. «La Carta di Cortina», spiega Cristiano Corazzari, l’assessore regionale allo Sport, «propone una serie di impegni finalizzati a una maggior tutela e valorizzazione del territorio alpino, con una particolare attenzione alla sostenibilità di tutte le attività multidisciplinari attinenti il turismo montano. Questo documento assume particolare rilevanza in considerazione della recente assegnazione dei Mondiali 2021 a Cortina. L’organizzazione dell’evento costituisce per Cortina un’eccellente opportunità in termini di investimenti e di crescita economica e turistica. Con questo provvedimento abbiamo preso atto della piena coerenza della Carta con l’orientamento della Regione del Veneto in tema di tutela dell’ambiente montano e di sviluppo intelligente e sostenibile delle attività turistiche invernali». (a.s.)

Corriere del Trentino | 18 Giugno 2016

In vista dei mondiali

base dell'affascinante Cima d'Asta, altro presidio del territorio, sono conclusi ed il rifugio è ora più funzionale, caldo e impreziosito da strutture in legno. Al rifugio Dante Ongari ai 2459 m del Bus del Gat nel Gruppo dell'Adamello sono in programma quest'estate alcuni lavori che lo renderanno, come il Mandron, fossil free. Sarà installata una centralina idroelettrica da 20 KVA, che premetterà di eliminare l'utilizzo del gas in cucina e le stufe a legna. Sarà rifatto anche l'impianto elettrico, l'arredo cucina e sarà fatta la coibentazione. Altro intervento previsto sarà l'adeguamento antincendio. Il preventivo dei lavori è di oltre 400 mila euro.» Un anniversario importante i 110 anni del Tuckett. In 66 rifugi del Trentino e del Veneto è stata messa una targa Dolomiti Unesco, in tre lingue: italiano inglese tedesco, ricordando che le Dolomiti sono patrimonio dell'umanità.

19 Rassegna stampa - Giugno 2016

Corriere delle Alpi | 18 Giugno 2016

La “Carta di Cortina” ratificata in Regione

20 Rassegna stampa - Giugno 2016

La stagione 2016 prevede la riapertura del rifugio Antermoia dopo i lavori di restauro costati complessivamente 1,7 milioni di euro, a cui la Provincia ha partecipato per il 90% in base ai parametri legati all’accessibilità della struttura mentre da parte della fondazione Pajan Parola è arrivata una donazione di 150.000 euro. Sono stati poi completati già lo scorso ottobre i lavori di ristrutturazione del rifugio Cima d’Asta che, a partire dal 9 luglio si presenterà ufficialmente al pubblico nella sua nuova veste con l’area di ingresso e asciugatura ampliata, i bagni rifatti, così come tutti gli altri impianti. Partirà invece entro un mese il cantiere per la ristrutturazione del rifugio Stivo, chiuso da circa un anno e mezzo. I lavori dovrebbero durare circa dodici mesi. Presentando le iniziative legate alla nuova stagione, il presidente Bassetti ha inoltre ricordato il progetto «La scuola al rifugio» che ha coinvolto undici rifugi i quali si sono messi in rete aprendo le loro porte alle Trascolaresche.gliappuntamenti da segnare in agenda, Bassetti ha ricordato che domani si festeggeranno i cinquant’anni del rifugio Peller, con la sezione Sat di Cles impegnata nell’unire alla festa un’escursione sul territorio che circonda il rifugio. Domenica 17 luglio si festeggeranno invece i 110 anni del rifugio Tuckett che fu teatro, nei primi anni del Novecento, di un’annosa disputa con la Deutscher und Oesterreichischer Alpenverein sezione di Berlino, culminata con la costruzione di due rifugi a pochi metri uno dall’altro: il Tuckett, per l’appunto, e il Quintino Sella. Il 17 luglio, a seguito di decenni di pace ormai ritrovata, si svolgerà una cerimonia simbolica per festeggiare l’amicizia e la collaborazione tra la Sat e l’Alpenverein alla presenza dei sindaci di Trento e Berlino. In quell’occasione verrà deposta una targa ricordo per ribadire e riproporre i valori del rispetto, solidarietà e fratellanza che la montagna incarna.

Riaprono i rifugi in quota Bassetti: speriamo nel tempo

TRENTO Riapre ufficialmente la stagione dei rifugi in quota. A partire da oggi, infatti, le strutture gestite dalla Società alpinisti tridentini (Sat) saranno aperte in modo continuativo, anche se la maggior parte di esse è già attiva. «La legge provinciale impone ai rifugi di aprire per novanta giorni, dal 20 giugno al 20 settembre — spiega il presidente Sat Claudio Bassetti — ma il numero crescente di appassionati e le condizioni climatiche consentono in molte località di operare per stagioni estive di nove o dieci mesi».

A partire da questa stagione, infine, i sessantasei rifugi dell’area dolomitica, di cui nove gestiti dalla Sat, riceveranno un riconoscimento in quanto inseriti nell’area Unesco e una targa evidenzierà l’importanza di un territorio considerato patrimonio dell’umanità. «Speriamo che condizioni meteorologiche favorevoli accompagnino l’estate — ha commentato Bassetti — perché rappresenta un periodo dell’anno determinante in quanto richiede meno investimenti e meno consumo energetico rispetto a quello invernale, durante il quale siamo sempre di più soggetti al meteo».

Antermoia torna in attività. A luglio i 110 anni del Tuckett

21 Rassegna stampa - Giugno 2016 Corriere delle Alpi | 19 Giugno 2016

Galletti sollecita la riqualificazione degli impianti di risalita, al posto di nuovi un minore consumo dell’acqua e un ripensamento sulle centraline «Basta sprechi di risorse tutte le Dolomiti green» di Francesco Dal Mas BELLUNO. Non solo Cortina dovrà essere green, ma tutte le Dolomiti. Lo sostiene il ministro dell'ambiente Gian Luca Galletti, che in un'intervista in esclusiva al Corriere delle Alpi sollecita la riqualificazione degli impianti di risalita, anziché la costruzione di nuove strutture, un minore consumo d'acqua da parte degli impianti di innevamento, meno emissioni nel trasporto, un ripensamento sulle centraline idroelettriche. E opere viarie che non siano invasive di un territorio di per sè molto fragile. Signor ministro, la Carta di Cortina prevede uno sviluppo - anche in vista dei Mondiali di sci - a spreco zero. Che cosa effettivamente significa? Facciamo qualche esempio. «Cortina ha l'esigenza di mettere sotto controllo gli sprechi di risorse naturali, specialmente nei periodi dell'anno di massimo afflusso turistico, in cui la pressione dell'uomo è molto forte sul suo territorio montano. Questo utilizzo di risorse va prima misurato con criteri di certezza scientifica e poi ridotto al minimo. La Carta di Cortina è quindi innanzitutto un metodo di lavoro. Vuol dire ad esempio che gli impianti di innevamento delle piste da sci devono essere in grado di utilizzare meno acqua possibile, rendere i sistemi di scarico e depurazione adeguati all'afflusso turistico, che i trasporti vanno gestiti in maniera più efficiente per evitare che il traffico alzi i livelli di inquinamento e che le vie di Cortina, che non sono certo autostrade a tre corsie, vengano invase dalle auto. È un lavoro molto complesso, ma non teorico: i cittadini lo dovranno toccare con mano. Tra cinque anni, ma dico anche molto prima, Cortina deve essere pronta». Siccome il governatore Luca Zaia sostiene che nei Mondiali si gioca tutto il Veneto, almeno il Veneto alpino e in particolare dello sci, la Carta di Cortina dovrà in qualche misura valere per tutte le Dolomiti, anzi per tutte le terre alte del Veneto? «Partiamo dalla Regina delle Dolomiti, ma è chiaro che - seppur in maniera differente rispetto a una realtà notissima come Cortina - tante altre località in tutta Italia, non solo in Veneto, abbiano bisogno di uno studio attento sulle loro attività e sull'impatto che queste determinano per l'ambiente. La sfida è estendere anche ad altri territori il lavoro di questa Carta e per questo tra i progetti attivi ci sono le linee guida per la sostenibilità, una sorta di prontuario per la gestione ambientale dei grandi eventi e delle stagioni a maggior presenza turistica. Servirà a tutti». Considerato l'andamento climatico - ma non solo per questo - gli ambientalisti chiedono che nessun nuovo impianto venga costruito. E che, semmai, vanno ammodernati quelli esistenti. Lei è d'accordo? «Non credo vadano chiuse le porte a prescindere ad eventuali investimenti. Non è di certo questa la prospettiva della Carta di Cortina, che anzi vuole stimolare la prospettiva di uno sviluppo che sia sostenibile e rispettoso del territorio. Detto questo, sono sempre d'accordo a riqualificare l'esistente secondo criteri di efficienza. Ora il Parlamento sta discutendo una legge molto importante, che speriamo di portare rapidamente a termine: quella sullo stop al consumo del suolo. La prospettiva che si pone la nuova legge è “consumo di suolo zero” al 2050, un obiettivo ambizioso e necessario per evitare che il territorio,

certamente anche quello montano, risenta dell’eccessivo impatto dell'attività umana. I casi, spesso con effetti drammatici, di dissesto idrogeologico che hanno contraddistinto il suolo italiano, ci ricordano che non si può costruire ovunque, in spregio alle regole e al buonsenso». Una nuova pista green che caratteristiche dovrà avere? «Dovrebbe innanzitutto poter contare sulla neve naturale: come sappiamo però, le condizioni climatiche che si stanno determinando nel tempo rendono sempre più complicata una programmazione in questo senso. Una pista 'green' deve avere allora solo la neve artificiale strettamente necessaria. Bisogna ribaltare la prospettiva che vede oggi la neve naturale come integrazione di quella programmata: dovrebbe essere esattamente il contrario. L'acqua è una risorsa troppo preziosa per essere sprecata». Gli impianti per 'fabbricare' la neve sono a volte impattanti e soprattutto assai poco risparmiosi di acqua e corrente. Come vanno ripensati perché anche questi siano green? A che punto è lo studio del carbon footprint e water footprint degli impianti di innevamento artificiale, in collaborazione con Anef? «Gli impianti di neve programmata devono essere ammodernati secondo criteri di efficienza. I progetti Carbon e Water Footprint sono partiti e già sono in corso le prime riunioni per l'acquisizione dei dati utili a effettuare le prime analisi. La grande novità sta nell'individuazione di target misurabili rispetto a fenomeni complessi come le emissioni in atmosfera e l'utilizzo di risorse naturali. Il Carbon Footprint ci permette di valutare gli impatti che il prodotto o servizio genera sul riscaldamento globale, un aspetto nevralgico nelle politiche europee e globali di sviluppo. Nella Water Footprint, invece, l'analisi verte sui flussi di acqua che vengono utilizzati durante l'intero ciclo di vita degli impianti di innevamento ed in particolare sulla variazione della qualità delle acque in seguito allo sfruttamento nel particolare sistema analizzato. Naturalmente non ci si fermerà all'analisi della situazione, il passaggio successivo è quello di individuare misure per limitare l'impatto sull'ecosistema montano». A proposito della disponibilità d'acqua, non ritiene che ci siano troppe derivazioni, troppe centraline idroelettriche? La Regione Veneto le ha posto, ancora l'anno scorso, il problema di fiumi, come il Piave, che vengono sfruttati eccessivamente, per cui le centraline dovrebbero essere centellinate. Arriveremo a questa razionalizzazione? «È un tema serio che il ministero sta affrontando da vicino, coinvolgendo le amministrazioni territoriali interessate. Sul tema delle centraline idroelettriche l'Italia ha purtroppo in corso una procedura pilota e quindi è in atto un serrato confronto con la Commissione Ue sulle misure da adottare per il rispetto delle normative europee di riferimento». - A proposito di strade, gli interventi che l'Anas ha previsto per migliorare la viabilità lungo la statale di Alemagna, d'accordo con il Governo, sono finalmente compatibili con il contesto ambientale. Prevedono solo migliorie dei punti neri, non opere impattanti. Sarà questa l'impostazione del futuro anche per altri territori? «È chiaro che tutte le grandi opere debbano essere a basso impatto ambientale. Questo però non vuol dire, come accaduto troppe volte in passato, pensare di fermare lo sviluppo del Paese. È questa la visione del governo e del mio dicastero. Noi non siamo il ministero del 'no' a prescindere: ogni opera va valutata nel merito, non secondo pregiudizi ideologici». Quali sono le emissioni da contrastare in un ambiente come Cortina e, più in generale, nelle località di montagna? «Per larga parte sono quelle legate al fenomeno del turismo stagionale. E quindi le emissioni provenienti da auto e mezzi pubblici, dai pullman, ma anche dagli impianti di riscaldamento. Se i turisti si muovono in automobile anche in queste realtà, agli impatti classici si aggiunge la complicazione delle caratteristiche fisiche di molte valli alpine, che tendono a favorire fenomeni di concentrazione degli inquinanti. Per questo bisogna insistere anche sulla mobilità sostenibile, a partire dalla ciclabilità e dai veicoli elettrici. E ovviamente c'è il tema dell'adeguamento dei sistemi di scarico e depurazione alla pressione maggiore nella stagione sciistica». Quando lei auspica la sperimentazione di buone pratiche green negli alberghi, a quali soluzioni specifiche pensa? «Con la sperimentazione negli alberghi siamo già partiti, si è messo a disposizione un noto hotel di Cortina. È chiaro che in un albergo possono essere tantissimi gli sprechi. Pensiamo a quanti lavaggi si fanno degli asciugamani con spreco di energia e acqua, al cibo che si consuma e a quello che si lascia nel piatto, ai rifiuti che si producono. E ancora, agli impianti di condizionamento caldo-freddo accesi 24 ore su 24, a come si alimentino di energia le strutture alberghiere, ma anche a quante finestre, tetti o infissi che non rispondono a criteri verdi disperdano preziosa energia. Ecco qualche esempio concreto su cui intervenire. Sono veramente tanti gli alberghi a Cortina: mi aspetto che da ciascuno di questi vengano buone pratiche ambientali. Molto conta però anche l'educazione dei cittadini, in questo caso dei turisti. Con la Carta investiamo anche nella formazione e nell'educazione, partendo dai più piccoli tra i banchi di scuola. Sono loro il futuro di Cortina».

22 Rassegna stampa - Giugno 2016

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23 Rassegna stampa - Giugno 2016 Alto Adige e Trentino | 20 Giugno 2016

Successo per la mostra sul “cuore di pietra del mondo” promossa dalla Fondazione Unesco Dolomiti, le foto di Tappeiner a Zagabria di Delia Lorenzi TRENTO Che le Dolomiti siano uno fra i soggetti paesaggistici più fotografati al mondo non è una novità. Quando però le foto del Bene Naturale UNESCO catturano l'attenzione di uno dei più autorevoli mensili internazionali di ambito naturalistico il - National Geographic - , allora la notizia c'è, tanto più se quegli scatti vengono pubblicati su molte delle edizioni nazionali della rivista (internazionale). Se poi una selezione di quelle foto (54), è allestita in una mostra “Dolomiti-Il cuore di pietra del mondo” e, grazie alla Fondazione Dolomiti UNESCO, esposta (fino al 10 luglio) al Museo archeologico della capitale croata Zagabria, allora la notizia prende maggior corpo e, lo diventa di più per il nostro giornale, perchè l'autore delle foto è il fotografo meranese Georg Tappeiner. I suoi magnifici scatti “stimolano nell’osservatore un interesse per la natura e il desiderio di salvaguardarla” e, “hanno un considerevole valore artistico”. Sono opinioni espresse all'inaugurazione, lo scorso 1° giugno, rispettivamente dal capo redattore del National Geographic croato Hrvoj Prcic, e dal direttore del Museo archeologico di Zagabria Sanjin Mihelic. Secondo la nuova presidente della Fondazione Dolomiti Mariagrazia Santoro (assessore regionale alle infrastrutture e al territorio del Friuli Venezia Giulia) “le fotografie di Tappeiner sono forse il migliore biglietto da visita per i turisti, posto che raffigurano le Dolomiti da tutte le prospettive, in diverse stagioni dell’anno e in diverse ore del giorno”. All'inaugurazione ha partecipato anche la direttrice della Fondazione Marcella Morandini. Molto è stato fatto in termini di valorizzazione del Bene Naturale negli ultimi due anni: gli scatti di Tappeiner sono parte di un complesso lavoro di promozione che coinvolge, fra gli altri, anche i gestori e i proprietari degli oltre cento rifugi delle Dolomiti UNESCO. Le foto di Tappeiner erano già state esposte in Germania e Austria riscuotendo, anche in questi due paesi, un notevole interesse di pubblico e di critica. La straordinaria bellezza dolomitica è documentata da Tappeiner con scatti, per esempio, dei prati dell’Armentara in tarda estate, delle Pale di San Martino illuminate dalla luna, delle Odle all’alba, ma anche con foto aeree del Monte Cridola, con tante guglie innevate, come la Torre Trieste nel Gruppo Civetta, e poi con scatti dei presidi montani per le vacche, le malghe, come quella di Cisles. Il fotografo Georg Tappainer documenta le montagne più belle del mondo, il “cuore di pietra del mondo” dal 2005. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Un patto d’alleanza tra Unesco e gestori di rifugi

24 Rassegna stampa - Giugno 2016 Il Gazzettino | 25 Giugno 2016

AMBIENTE Obiettivo comune è quello di aiutarsi nella tutela e nella promozione del territorio Rifugi alpini e Dolomiti Unesco insieme per valorizzare ancor più il patrimonio dell'umanità. La sinergia si pone un obiettivo importante e solo il legame con il territorio può garantire il risultato. Per questo i 66 rifugi delle Dolomiti sono chiamati ad essere in prima linea. Negli scorsi giorni, nei locali dell'Unione montana feltrina, si sono ritrovati i vertici della Fondazione con la presidente Maria Grazie Santoro e la direttrice Marcella Morandini e i gestori dei rifugi che hanno deciso di aderire al progetto. «Un'occasione importante di reciprocità - ha spiegato la presidente - per creare una rete di collaborazione. Con questo progetto proponiamo un pacchetto di riconoscibilità che accresce anche la tutela dei rifugi oltre che portare in primo piano il territorio». A spiegare nei particolari il progetto è stata la direttrice: «Sono stati coinvolti i 66 rifugi presenti dalle Dolomiti del Brenta fino alle Dolomiti Friulane. Di questi hanno aderito a tutto il pacchetto delle prima fase in 29 mentre in 19 si sono parzialmente avvicinati». La distinzione fra la due categorie è semplice: le 29 strutture saranno munite di una targa esterna che certifica l'appartenenza al progetto, da una interna con dei dati e da del materiale informativo (guida, carta geografica e dvd) mentre i 19 avranno solo la targa esterna. Le strutture saranno anche messe in rete tramite internet in collegamento con la Fondazione. Alla cerimonia di consegna ha partecipato anche il sindaco di Feltre Paolo Perenzin: «Voi siete le prime sentinelle sul territorio e questo è un valore inestimabile». Parole positive sono arrivate anche dal presidente del Parco nazionale Dolomiti Bellunesi, Antonio Andrich, e dal presidente dell'Unione montana feltrina, Federico Dalla Torre: «Voi siete i punti di accoglienza, spetta a noi valorizzare anche le valli più nascoste».

LUGLIO2016

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RASSEGNASTAMPA

Lunedì 4 luglio doppio importante appuntamento nell'ambito delle Dolomiti UNESCO: al mattino a partire dalle 10 in Sala Wolf (Palazzo di piazza Dante a Trento) un incontro-confronto fra tutti i componenti delle reti funzionali della Fondazione Dolomiti UNESCO (cioè referenti provinciali - 5 province - e regionali - 2 regioni -), sostenitori che seguono le attività della Fondazione e istituzioni, enti, e altri soggetti coinvolti in progetti riguardanti le Dolomiti per conoscere reciprocamente e condividere iniziative in corso. Al pomeriggio alle 14.30 in sala stampa sarà firmata una Convenzione per la "Costituzione di un Laboratorio alpino e delle Dolomiti Bene Naturale UNESCO presso la Biblioteca della Montagna - SAT". Parteciperà l'assessore alle infrastrutture e ambiente Mauro Gilmozzi.

Una giornata dedicata alla condivisione delle iniziative nel Bene Naturale Gilmozzi: "Dolomiti UNESCO, connessione fra i territori con progetti sempre più trasversali"

Con soddisfazione l'assessore alle infrastrutture e ambiente Mauro Gilmozzi ha aperto l'incontro "Progetti replicabili". Gilmozzi, a cui fanno capo le Dolomiti da quando (oltre 10 anni fa) è iniziato l'iter di candidatura, ha posto l'attenzione sull'importanza del ruolo della Fondazione "sette anni fa l'abbiamo costituita col preciso ruolo di mettere in rete i territori, i soggetti istituzionali e gli enti a vario titolo per fare sintesi. E' il luogo in cui elaborare strategia e visione. Oggi siamo qui per condividere idee e progetti sempre

2 Rassegna stampa - Luglio 2016

Ufficio stampa PAT | 04 Luglio 2016

Lunedì 4 luglio in Sala Wolf e in Sala Stampa Dolomiti UNESCO, doppio appuntamento

Ufficio stampa PAT | 01 Luglio 2016

Casa della Sat, arrivano anche libri e film

più trasversali. Alla nuova presidente Santoro l'augurio di buon lavoro, noi saremmo tutti al suo fianco". Mariagrazia Santoro ha ringraziato Gilmozzi per aver accettato il ruolo di vicepresidente "l'esperienza che lui ha è patrimonio indispensabile" Caratterizzato dall'elemento della condivisione, l'incontro di oggi in Sala Wolf, coordinato da Fabio Scalet, dirigente affari istituzionali e legislativi e curato da Giuliana Cristoforetti, UMSE supporto giuridico amministrativo del dipartimento (a loro il compito di fare sintesi per quanto attiene alla parte di Bene Naturale trentino), ha visto la partecipazione di molti rappresentanti istituzionali, degli enti (parchi, musei etc.) e di soci sostenitori dell'intero territorio dolomitico. Sono state portate all'attenzione dei presenti numerose esperienze e progetti realizzati, in corso di realizzazione e/o, in forma di studio/proposte. La Fondazione Dolomiti, oltre alla presidente Santoro, era rappresentata anche dalla direttrice Marcella Morandini che da quasi tre anni è alla guida della struttura nata per fare sintesi nella e della "regione dolomitica". L'assessore Mauro Gilmozzi, introducendo la presentazione del World Natural Heritage Management, giunto alla quarta edizione (e presentato oggi da Gabriella De Fino, Area UNESCO di step, scuola per il governo del territorio e del paesaggio), ha sottolineato "l'importanza, il grande valore della formazione post univeristaria dedicata ai Beni Naturali. Sono due i posti in Italia dove ciò avviene, l'Università di Torino e qui, da noi, in collaborazione con loro".

Di particolare rilievo alcuni progetti, replicabili: uno studio finalizzato alla raccolta ed alla catalogazione dei dati utili alla creazione di un applicativo informatico che mettendo in relazione soggetti pubblici e privati (trentini) propone la fotografia di quanto esiste in Dolomiti dal punto di vista dell'ospitalità; "Dolomiti Days" che si svolge nelle province "dolomitiche" di Pordenone e Udine da fine giugno a fine settembre e il terzo "Festival dei giovani delle Dolomiti", organizzato dal Servizio Giovani Comunità Montana del friuli Occidentaleun'iniziativa che vede collaborare regione Friuli Venezia Giulia, Provincia di Pordenone, Friul Ovest Banca insieme ai comuni di Erto, Cimolais, Claut, Meduno, Pinzano al Tagliamento, Tramonti di Sopra, Tramonti di Sotto, Consorzio Pro Loco Cellina Meduna, Parco Dolomiti Friulane e Vigna Pr-Ortoteatro. (fs)

La convenzione firmata con la Provincia prevede l’attivazione di un fondo librario e cinematografico TRENTO. Quando si dice “laboratorio” si intende uno spazio fisico di raccordo che avrà lo scopo di ospitare una serie di iniziative didattiche e di formazione nate dalla collaborazione tra SAT (Società Alpinisti Tridentini), Muse (Museo delle Scienze di Trento), Film Festival della Montagna e STEP (Scuola e Governo del Territorio) e gestite sotto l’egida di Fondazione Dolomiti Unesco. Questo il contenuto della Convenzione che ieri la Provincia, nella persona dell’assessore all’ambiente Mauro Gilmozzi, ha stipulato con SAT e gli altri partner del progetto, per l’utilizzo del piano terra della Casa

Trentino | 05 Luglio 2016

3 Rassegna stampa - Luglio 2016

La presidente della Fondazione Mariagrazia Santoro ha evidenziato come sia importante "mettere a sistema i progetti, per questo è azzeccato il termine, replicabili, non per copiarli ma per adattarli alle necessità del proprio territorio, interpretandoli secondo quelle necessità. La Fondazione è la sintesi alta di queste connessioni. Annuncio qui che, al Trento Film Festival abbiamo proposto l'istituzione di un Premio speciale dedicato alle Dolomiti UNESCO".

Dolomiti Bene Unesco

L’Adige | 05 Luglio 2016

Presenti alla conferenza di presentazione la presidentessa della Fondazione Dolomiti Unesco, ex assessora dell'ambiente friulana, Mariagrazia Santoro, l'assessore trentino dell'ambiente Mauro Gilmozzi, il presidente del Trentino Film Festival Roberto De Martin, il presidente della Sat Claudio Bassetti e l'avvocato Antonio Giacomelli, rappresentante del Muse. Sono state proprio queste istituzioni a sottoscrivere la convenzione, allo scopo di raggruppare ogni evento futuro, come «Dolomiti Days», o il «Festival dei giovani delle Dolomiti», senza che le singole parti svolgano ruoli diversi, promuovendo di fatto un maggior coordinamento delle iniziative e, di conseguenza, il «costruire insieme» come elemento di partenza.

4 Rassegna stampa - Luglio 2016 della SAT, che oggi ospita mostre, conferenze e presentazione di libri, mentre da domani, grazie ad un contributo provinciale, verrà anche attivato un fondo librario e cinematografico.

Ambiente. Firmata la convenzione tra diverse istituzioni Con la firma di ieri sul documento ufficiale durante l'incontro «Progetti replicabili», la convenzione che prevede la costituzione di un laboratorio alpino e delle Dolomiti Bene Naturale Unesco diventa definitivamente attiva.

“Oggi stiamo varando un prodotto culturale di valorizzazione del bene Unesco, che mi piacerebbe potesse nascere anche in altre realtà dolomitiche – commenta - entusiasta Maria Grazia Santoro presidente di Fondazione Dolomiti Unesco Italia”. Soddisfazione ha espresso Claudio Bassetti presidente SAT: “Abbiamo lavorato moltissimo in ambito formazione, programmazione e gestione del territorio – dichiara - e dunque la firma di questa convenzione per noi rappresenta il riconoscimento di un impegno che in SAT prosegue da anni ed al contempo comporta la grande responsabilità legata alla complessità del mantenere e conservare un patrimonio dell’umanità”. Sul proficuo spirito di collaborazione tra Trento e Bolzano ha insistito Roberto De Martin presidente di Film Festival della Montagna di Trento: “Una realtà quella regionale - ha detto – che stanno cercando di copiare anche oltre oceano, in Corea ad esempio, dove sta nascendo un Film Festival della Montagna”. In rappresentanza del Muse ha ringraziato la Provincia per l’iniziativa l’avvocato Giacomelli, il quale ha questadedicatodisponibilità provinciale ai collaboratori e ricercatori del Muse “sempre con le scarpe nella polvere –riferisce - con una passione illimitata”. Parola d’ordine dunque d’ora in poi (questa la volontà provinciale) coordinare i progetti tra le varie realtà per evitare sovrapposizioni.

Trentino | 10 Luglio 2016

5 Rassegna stampa - Luglio 2016

Sui rifugi le targhe di “Dolomiti Unesco”

Il laboratorio sarà quindi il frutto di un accordo tra i soggetti che, da più punti di vista, si occupano di organizzare iniziative per la montagna. Da una parte possono essere riassaporati tutti i valori riguardanti la storia, dall'altra invece scendono in campo una serie di motivazioni scientifico-geologiche. È in quest'ultimo punto che diventa fondamentale il lavoro dei collaboratori del Muse, come sottolinea l'avvocato Giacomelli, indispensabili per l'attività di ricerca, di sviluppo scientifico ed in generale di informazione e di conoscenza.

Fiemme e Fassa

Ulteriore punto fondamentale è la sensibilizzazione culturale, sulla quale l'assessore Gilmozzi pone la sua attenzione: «L'istituzione del laboratorio permetterà una serie di attività formative che valorizzeranno la dimensione culturale. In questo modo potremmo calarci definitivamente nel concreto di progetti futuri». Concetto sottolineato anche dalla presidentessa Santoro, che evidenzia come la convenzione sia molto importante soprattutto per aumentare la consapevolezza rispetto al bene patrimonio dell'Unesco, e come accordi simili dovrebbero essere stipulati per più beni in diverse zone geografiche.

Una vera e propria valorizzazione del territorio dunque, un'opportunità di esaltare un bene collettivo, con il presidente della Sat Bassetti che definisce quest'ultimo come «la somma della collaborazione tra più istituzioni ed il paesaggio che la natura ci ha donato».

FIEMME E FASSA A partire da questa estate alcuni rifugi collocano al loro esterno dei pannelli informativi per spiegare il patrimonio Dolomiti Unesco. Il progetto, promosso dalla Fondazione Dolomiti Unesco con il coinvolgimento delle associazioni alpinistiche e dei gestori dei rifugi, parte dal riconoscimento del ruolo essenziale di presidio territoriale e culturale svolto dai rifugi. Il nuovo programma, rivolto a tutti i 66 rifugi situati all'interno dell'area Dolomiti Unesco, ha visto in questa prima fase l'adesione di 29 strutture dal Brenta alle Dolomiti Friulane. Per Fiemme, Fassa e Primiero partecipano il Volpi al Mulaz, Pradidali, Rosetta, Velo della Madonna, Treviso Canali, Re Alberto I, Molignon, Roda di Vael, Vajolet. Ai rifugi aderenti all'iniziativa è stata consegnata una targa da collocare all'esterno della struttura, un pannello informativo sul sistema dolomitico dove sarà anche esposto materiale informativo plurilingue sul Patrimonio Dolomiti Unesco, tra cui i Dvd del Reportage "Dolomiti. Montagne Uomini Storie" e la Guida Verde sulle Dolomiti Unesco, edita dal Touring Club. Alla consegna delle targhe erano presenti anche i rappresentanti di Cai, Avs e Sat. (g.b.)

6 Rassegna stampa - Luglio 2016 Corriere delle Alpi | 13 Luglio 2016

A Zagabria

Quattromila visitatori alla mostra della Fondazione Unesco BELLUNO Oltre 4 mila presenze in 40 giorni. Grande successo di pubblico per la mostra fotografica “Dolomiti-Il cuore di pietra del mondo”, che per più di un mese, a partire dal 2 giugno, è stata ospitata nelle sale del museo archeologico di Zagabria, grazie alla collaborazione tra la Fondazione Dolomiti Unesco, National Geographic Croazia e il fotografo meranese Georg Tappeiner. I visitatori hanno potuto intraprendere un vero e proprio viaggio attraverso le Dolomiti grazie a 54 scatti, che già avevano affascinato il pubblico di Germania, Austria e Slovenia. «Decisamente un grande biglietto da visita per il territorio dolomitico», sottolinea Marcella Morandini, direttore della Fondazione. «Siamo veramente soddisfatti di questa esperienza, che apre importanti sbocchi turistici per un mercato, quello in Croazia, che è in crescita e che è molto interessato alle nostre aree». «I sentieri delle Dolomiti sono stati apprezzati da Zagabria», commenta Giuliano Vantaggi, consulente marketing della Fondazione Unesco, «e moltissima gente ha chiesto informazioni per soggiornare sulle Dolomiti e apprezzare i paesaggi e la storia della terra. Il 9 luglio tra l’altro, a conclusione della mostra, si è tenuto un evento che ha permesso di vivere anche virtualmente le Dolomiti, consentendo agli ospiti di “passeggiare” all’interno degli itinerari più spettacolari indossando i Google Cardboard, dispositivi che, tramite una semplice applicazione, permettono tramite il proprio smartphone di testare i tre dimensioni i percorsi mappati su Street View e non solo». «Non si è mancato di portare e mettere “in mostra” i prodotti del territorio dolomitico», fa presente la Morandini. Non a caso, partner dell’apertura sono stati Birra Dolomiti, Lattebusche, Acqua Dolomia e Trento Doc. Per la chiusura è stato possibile far conoscere l’equipaggiamento per andare in montagna grazie a Sportful e Aku. Presenti anche i gelatieri di Longarone Fiere, che hanno arricchito la kermesse proponendo il gelato di volta in volta. «Un ringraziamento particolare va al fotografo Tappeiner», dice ancora Vantaggi, «che ha portato quest’idea e organizzato il contatto con National Geographic Zagabria. Tra i visitatori della mostra croati e non solo. C’erano anche alcune comunità di persone che hanno radici bellunesi, che abbiamo incontrato tramite l’Abm». Martina Reolon ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Nei rifugi I racconti delle Dolomiti

Corriere delle Alpi | 21 Luglio 2016

7 Rassegna stampa - Luglio 2016 Wiku | 20 Luglio 2016

Tre appuntamenti, tre rifugi, tanti ospiti d’eccezione: con “Racconti dalle Dolomiti” si mettono in primo piano le storie di chi davvero lavora e si spende per il territorio. Il 22 luglio, al riparo Roda di Vael, lo scrittore Erri De Luca (foto) e la direttrice di Dolomiti Unesco Marcella Morandini discuteranno di “tutela del territorio, dalle parole alle iniziative” il 28 luglio, al rifugio Fuciade, Sergio Rossi, chef locale, Riccardo Felicetti, titolare dell'omonimo pastificio, e Andrea Segré parleranno di “cultura dell’eccellenza

Trentino | 21 Luglio 2016

gastronomica contro lo spreco”; il 5 agosto, infine, al rifugio la Rezila, il giornalista Piero Badaloni e il regista Stefano Ludovichi affronteranno il tema delle montagne su piccolo e grande schermo. www.fassa.com

Lo scrittore sarà presente al rifugio Roda di Vael assieme alla direttrice della Fondazione Dolomiti Unesco TRENTO. Si intitola "Racconti dalle Dolomiti" la nuova rassegna che - in valle di Fassa - unisce la montagna, la riflessione e l'ascolto con la presenza di ospiti di eccezione. La proposta - curata dall'Apt di Fassa - abbina un trekking facile con scrittori, esperti e registi con la sosta in un luogo speciale. Si parte venerdì 22 luglio con Erri De Luca. scrittore e alpinista sensibile alle questioni ambientali (già in prima linea nella contestazione dell'alta velocità in val di Susa) che sarà presente alle 11 e 30 al rifugio Roda di Vael assieme alla direttrice della Fondazione Dolomiti Unesco, Marcella Morandini. Il titolo dell'incontro è "La tutela del territorio, dalle parole alle iniziative". Per chi è intenzionato a partecipare al trekking di avvicinamento l'appuntamento è alla seggiovia Paolina presso il passo Carezza alle 10 e 15. In caso di maltempo l'incontro si terrà a Vigo di Fassa nel pomeriggio (ore 16 e 30) nella sala del municipio. Il 28 luglio, invece, da Passo San Pellegrino si raggiungono le verdi distese del Rifugio Fuciade (Soraga) per parlare poi di “Cibo e territorio: la cultura dell’eccellenza gastronomica contro lo spreco”, con: Andrea Segrè, guru delle iniziative internazionali contro lo sperpero alimentare, nonché presidente della Fondazione E. Mach e fondatore di Last Minute Market, Riccardo Felicetti, amministratore delegato del Pastificio Felicetti e presidente del gruppo Pasta Aidepi impegnato in iniziative di beneficenza, e Sergio Rossi, chef del Rifugio Fuciade e autore di libri di cucina. Tre interlocutori ideali per riflettere - e avere anche qualche consiglio utile - sull’uso intelligente degli alimenti, e più in generale delle risorse, tema tra i più scottanti di questi anni (trekking d’avvicinamento con gli ospiti: ritrovo ore 11.15 all’Hotel Miralago del S. Pellegrino).

8 Rassegna stampa - Luglio 2016

Ambiente da tutelare, in val di Fassa l'incontro in quota con Erri De Luca

Il 5 agosto, infine, ci si muove da località Valbona lungo il “Sentiero Natura” per arrivare al Rifugio La Rezila (Moena) dov’è di scena (ore 13) l’ultimo dei “Racconti” in programma, dal titolo “Le Dolomiti sullo schermo, dal documentario al film”. Escursionisti speciali e poi relatori sono Piero Badaloni, giornalista e scrittore, che illustra la narrazione di territori col linguaggio del documentario, in particolare della sua serie “Dolomiti - montagne, uomini e storie” realizzata nel 2014 e trasmessa da Rai Storia e Rai International, e Stefano Lodovichi, regista del film "“In fondo al bosco"” girato in Val di Fassa nella primavera del 2015. Il film uscito nelle sale lo scorso autunno e trasmesso su Sky a febbraio 2016, dà modo al regista di spiegare l’interpretazione di una valle dolomitica a servizio di una storia da grande schermo (trekking d’avvicinamento con gli ospiti: ritrovo ore 11.15 impianti di Ronchi-Valbona).

Tra natura e etica della responsabilità

Oggi il primo incontro con Erri De Luca, Alberto Faustini, Piero Badaloni e Marcella Morandini

9 Rassegna stampa - Luglio 2016 Alto Adige | 25 Luglio 2016

SAN VIGILIO DI MAREBBE Torna “Idee a San Vigilio” il talk show in alta quota giunto alla sua nona edizione. La montagna l’Europa e lo sport sono i due temi portanti che ispireranno le tre serate ricche di ospiti di altissimo livello, che si ritroveranno nella deliziosa località ladina (alle ore 21 presso la Sala Manifestazioni) per dare vita allo spettacolo della parola. Si parte oggi, lunedì 25 luglio, quando a discutere di “Montagna e natura, bellezza e responsabilità” ci saranno Piero Badaloni, giornalista Rai e autore di una serie di documentari sulle Dolomiti, lo scrittore Erri De Luca, Alberto Faustini, direttore dell’«Alto Adige» e del «Trentino» e Marcella Morandini, direttrice della Fondazione Dolomiti Unesco. Con la consueta e brillante conduzione di Gianfranco Fabi, il 26 luglio invece si parlerà di “Europa e Italia: un futuro da costruire”, un appuntamento che si annuncia di altissimo interesse su un tema di stringente attualità, al quale prenderanno parte il filosofo Massimo Cacciari, Ferruccio De Bortoli, già direttore del “Corriere della Sera” e del “Sole 24 Ore”, attualmente presidente della Longanesi, il giornalista Fabrizio Dragosei, corrispondente da Mosca del “Corriere della sera” e Fabrizio Spada Direttore dell’Ufficio di Milano della Commissione Europea, Rappresentanza in Italia. Gli sportivi saranno i protagonisti dell’ultima serata il 29 luglio sempre alle 21. A dialogare con Gianfranco Fabi su “Energia e sport tra passione e realtà” ci saranno sul palco marebbano della Sala Manifestazioni Stefano Garzelli, vincitore di un Giro d’Italia, della tappa a cronometro da San Vigilio a Plan de Corones, Isolde Kostner, campionessa mondiale di sci alpino, la campionessa di sci nata a San Vigilio Manuela Moelgg, Alessandro Ortis, già presidente dell’autorità per l’energia, lo sciatore Dominick Paris e Cristian Zorzi, campione mondiale di sci di fondo. Diventato con gli anni uno degli appuntamenti culturali più attesi dell’estate dolomitica, “Idee a San Vigilio 2016” è un’occasione da non perdere resa possibile dall’impegno dell’Associazione Turistica di San Vigilio di Marebbe/San Martin guidata da Martin Resch, del direttore Roberto Bertinetti e dell’ideatore Stefano Mascioni e di partner come Terna, Vodafone, Rappresentanza in Italia della Commissione Europea e Fondazione Dolomiti Unesco. L’appuntamento è per tre serate il 25, 26 e 26 luglio a San Vigilio di Marebbe, per riscoprire il gusto dell’approfondimento e dello spettacolo della parola, live. La formula del tal, partita come salotto letterario puro e semplice, negli anni ha alzato lo sguardo oltre i temi culturali classici per andare ad affondare le mani nell’attualità, affrontando temi anche scottanti e spinosi, come accadrà con ogni probabilità oggi nel talk tra Badaloni, De Luca, Faustini e Morandini. Considerato infatti che ormai da settimane l’«Alto Adige» e il suo direttore hanno proposto con vigore la questione del degrado da inquinamento dei passi dolomitici proponendo misure di contenimento dopo anni di parole a vuoto, è giocoforza che se ne parli. Si tratta peraltro della prima occasione pubblica di discussione in loco, cioè esattamente in una delle valli interessate maggiormente al problema e dunque la discussine si preannuncia piuttosto calda. Una parte

degli operatori economici delle valli ladine non vede infatti di buon occhio misure di limitazione del traffico temendo di perdere clientela, e quindi il tema della “responsabilità” rispetto ad un bene come le Dolomiti, risulta ineludibile.

Dibattito, sul tema lanciato dal nostro giornale, alla serata di «Idee San Vigilio» De Luca: «Siamo prepotenti dappertutto ma di fronte alle vette no, siamo pulci» La montagna si può rispettare con un cambio di prospettiva di Fausta Slanzi «Chiudere i passi dolomitici a orari definiti procurerà una ricchezza maggiore a questi luoghi. E’ un'altra economia, più valorosa e redditizia. Ed è un segno significativo nei confronti della bellezza. Queste montagne, le Dolomiti, possono essere un segnale d'avanguardia, un esempio per le altre bellezze e anche per il governo nazionale»: così Erri De Luca interpellato da Gianfranco Fabi, lunedì sera al primo appuntamento della rassegna “Idee San Vigilio 2016”, a San Vigilio di Marebbe, appuntamento al quale ha partecipato anche il nostro direttore Alberto Faustini. Le parole chiave dell’incontro, bellezza e responsabilità, in relazione alla natura montana in particolare, sono state il principale pungolo con cui il conduttore Fabi, già direttore di Radio 24, ha coinvolto nella riflessione Marcella Morandini, direttrice della Fondazione Dolomiti Unesco, e Piero Badaloni, giornalista, documentarista, autore di un reportage articolato in sette puntate sul bene naturale Dolomiti. La campagna dedicata ai passi dolomitici che i quotidiani Alto Adige e Trentino stanno portando avanti per far riflettere sulla necessità di optare per un turismo di qualità e sostenibilità nelle montagne piu belle del mondo, è stata, per una parte dell’incontro, il filo conduttore delle riflessioni. Una platea attenta e numerosa (oltre 230 persone) ha seguito le considerazioni proposte, rivolgendo ai relatori, in chiusura di serata, domande mirate. «L'inverno ci dimostra che possiamo vivere le Dolomiti in altro modo, con una mobilità sostenibile, gli sci, in questo caso. Perchè non potremmo usare questa mentalità anche d'estate? - ha riflettuto Faustini affrontando il tema della serata -. E’ necessario riuscire a far capire che anche i piccoli gesti servono a proteggere il Bene Unesco. E’ un cambio di prospettiva che risulta facile perché ci rendiamo conto di essere in un luogo di straordinaria bellezza. Pensiamo solo a qualche dettaglio: la Maratona dles Dolomites prevede che chi butta una carta per terra venga squalificato. Migliaia di ciclisti indossano una maglietta con tasca appositamente pensata per cestinare carte e rifiuti vari. Con la nostra campagna sul giornale vogliamo costringere la politica a decidere, a creare le condizioni per cambiare prospettiva». Gianfranco Fabi, con ritmo impeccabile, ha portato la riflessione verso il concetto di responsabilità, rivolgendosi, per primo, a Erri De Luca: «La montagna incute rispetto, sta lì come un gendarme del nostro comportamento. Le civiltà si sono fermate a livello dei boschi. La montagna già di per sè fa un buon effetto ai suoi frequentatori. Nel mondo siamo prepotenti dappertutto, in montagna no. Siamo una pulce insignificante». Ma quali sono le

Alto Adige | 27 Luglio 2016

10 Rassegna stampa - Luglio 2016

Dolomiti montagne dell’inclusione in compagnia di Tamara Lunger Potranno raggiungere le cime anche gli escursionisti con disabilità Ecco «Cima Brenta Open» Le vette accessibili a tutti di Marco Benedetti TRENTO La scorsa estate la Cima Tosa e ora la Cima Brenta. Il nuovo “tetto” delle Dolomiti di Brenta - 3150 metri - sarà al centro della manifestazione “Cima Brenta Open”, in programma il prossimo 6 e 7 agosto per iniziativa delle guide alpine Activity Trentino di Andalo in collaborazione con le guide alpine di Madonna di Campiglio, il Soccorso alpino provinciale, l’Accademia della Montagna, le Apt di Campiglio e della Paganella, la Fondazione Dolomiti Unesco. L’anno scorso sulla vetta della Tosa le guide

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Trentino | 29 Luglio 2016

11 Rassegna stampa - Luglio 2016 reazioni della politica locale verso la montagna? La domanda in particolare è stata rivolta al direttore poiché, per professione e ruolo, ne ha il quadro più completo: «la politica vede la montagna come una grande fabbrica del benessere. Reagisce, a volte, in maniera stizzita, ritengo che la responsabilità di chi fa il nostro mestiere è dire “caro re, sei nudo”. Cosa si può fare ancora di questo luogo? Si deve fare di meno, valorizzare, per esempio, il silenzio». Marcella Morandini e Piero Badaloni hanno quindi evidenziato, nei loro ambiti di competenza, come la bellezza delle Dolomiti sia certamente da rivolgere alla straordinarietà del paesaggio riconosciuto dall’Unesco senza dimenticare che i veri custodi delle Dolomiti e della loro bellezza sono gli abitanti. Mentre la direttrice della Fondazione ha posto l’attenzione sulla complessità gestionale del bene Unesco che deve saper «suonare come un’orchestra, lo stesso brano musicale, dell’identico spartito», Piero Badaloni ha evidenziato come il valore di una comunicazione rispettosa dei criteri con cui l’Unesco ha iscritto le Dolomiti nella lista dei beni naturali (straordinaria bellezza paesaggistica ed eccezionalità scientifica per la storia geologica della terra), possa costituire una buona base di partenza per una nuova cultura e consapevolezza. Ragionamenti, insomma, utili a tutti. E infatti “Welness per la mente” è uno degli slogan che promuovono “Idee a San Vigilio”, rassegna di incontri e approfondimenti ideata da Stefano Mascioni e diretta da Roberto Bertinetti e giunta, quest’anno, alla IX edizione. Ebbene, lunedì sera le proposte di benessere per mente e anima non sono mancate. Sarà forse per la sintonia con cui vertici dell’Azienda per la promozione turistica (il direttore Martin Resch), degli Albergatori (presidente Werner Call) e organizzatori, direttore e conduttore dell’evento, collaborano. Dopo l’incontro sul futuro da costruire per l’Europa e per l’Italia, che ieri sera ha visto protagonisti il filosofo Cacciari, i giornalisti De Bortoli e Dragosei e il direttore della Commissione europea con sede a Milano, Spada, venerdì 29 luglio Gianfranco Fabi dialogherà con il campione di ciclismo Stefano Garzelli, l’ex campionessa di sci alpino Isolde Kostner, la sciatrice Manuela Mölgg, lo sciatore Dominik Paris, l’ex campione mondiale di sci di fondo Christian Zorzi e Alessandro Ortis, già presidente autorità per l’energia: tema dell’incontro “Energia e sport tra passioni e realtà”.

Il Gazzettino | 31 Luglio 2016

Info e iscrizioni: info@activitytrentino.it, info@guidealpinecampiglio.it

«Il Pelmo d’Oro onora la montagna»

Il Pelmo d'Oro continuerà a rappresentare la positività della montagna, al di là delle scelte attuate sul futuro di Palazzo Piloni, che lo istituì nel 1998 per ringraziare chi sa distinguersi in alto, sulle rocce aspre e pungenti, e chi si impegna per la promozione e salvaguardia del territorio e della cultura della montagna. L'appello lanciato dalla presidente di Palazzo Piloni, Daniela Larese Filon, è stato immediatamente raccolto dalle preziose componenti (Cai, guide e soccorso alpino), che collaborano alla riuscita dell'evento che, giunto alla diciannovesima edizione, ieri, ha vissuto il momento centrale con la consegna dei riconoscimenti per il 2016. Quest'anno il prestigioso premio, opera dell'artista Gianni Pezzei, è andato a Pierangelo Verri, per la sezione «alpinismo in attività»; Giorgio Redaelli per la «carriera alpinistica»; Marco Albino Ferrari per

12 Rassegna stampa - Luglio 2016 alpine accompagnarono anche un ragazzo disabile, perché un bene comunitario come le Dolomiti, riconosciute tali dall’Unesco, appartiene realmente all’umanità solo se diventa davvero fruibile da tutti per sperimentare e coltivare le proprie potenzialità. E proprio nelle situazioni in cui l’ambiente pone limiti e barriere, costringendo le persone a mettersi in gioco, a sviluppare forza morale, carattere, sono spesso le persone con disabilità ad indicare strade e soluzioni non convenzionali che aprono nuove soluzioni tecniche e didattiche. «Questo è il significato che diamo alla parola “Open”, spiega Simone Elmi, guida alpina e anima dell’iniziativa, e perché le Dolomiti siano davvero accessibili a tutti abbiamo creato un’occasione per ascendere quelle rocce tutti insieme (persone con disabilità e non), nel segno di chi ci ha preceduto (in vetta verranno letti i diari dei pionieri del Brenta), immersi nella bellezza della natura e delle arti la musica eseguita in cima). Sarà un inno alla bellezza che trova il suo maggior compimento nella vita umana, nessuna esclusa”. Della bontà di questa prospettiva è fermamente convinta anche l’alpinista Tamara Lunger, che ha accolto l’invito a salire la Cima Brenta. Il programma prevede sabato 6 agosto la salita al rifugio Tuckett. Sarà possibile raggiungerlo seguendo due distinti itinerari: quello tradizionale e più facile dal Rifugio Stoppani sotto Passo del Grostè (ritrovo alle 14 alla partenza della telecabina, 1,30 ore di cammino). Il secondo, più impegnativo, risalendo la Val Perse dal rifugio Croz dell’Altissimo di 5,30 ore. Alle 17.30 al rifugio racconti e suoni “DoloMitici” con l’alpinista Tamara Lunger, il giornalista Rosario Fichera, la Scuola musicale delle Giudicarie e altri interpreti. Domenica 7 agosto la partenza per la Cima Brenta è prevista alle ore 6 percorrendo dalla Bocca del Tuckett la via ferrata delle Bocchette Alte e la via normale. In alternativa un secondo gruppo si muoverà alle 7.30 verso Cima Sella, lungo la via ferrata Benini e la via normale. A mezzogiorno circa “Echi dalle cime”, l’esecuzione dell’ “Inno alla Gioia” a frasi alterne dalle due cime. Martedì 16 agosto alle 21 in Piazza San Carlo a Molveno sarà proposto il racconto della salita con immagini, musica e le testimonianze dei protagonisti.

la «cultura alpina»; mentre il premio speciale della Provincia, firmato dallo scultore Ettore Bona, è stato assegnato a Maurilio De Zolt.

Corriere delle Alpi | 31 Luglio 2016

Da Bolzano fino a Cortina lungo un percorso lungo 85 chilometri De Menech: «La proposta è legittima, ma il Calalzo-Dobbiaco non è un sogno» Sorpresa, l’Alto Adige presenta il “treno ladino” di Francesco Dal Mas wBELLUNO Raddoppia il treno delle Dolomiti. Prima ancora che si materializzi il progetto per il collegamento tra Calalzo, Cortina e la Val Pusteria, per iniziativa della Regione Veneto, della Provincia di Bolzano e del Governo, ecco che la società Sad ha presentato a Bolzano lo studio per un collegamento ferroviario da Bolzano a Cortina, attraversando l'altopiano dello Sciliar, la Val Gardena, Passo Gardena, la parte alta della Val Badia, Passo Valparola e Passo Falzarego, per un totale di 85 chilometri. Una volta lasciato Prato Isarco, il treno seguirebbe la cremagliera attraverso le stazioni di Fiè, Siusi, Castelrotto, Pontives, Ortisei, Santa Cristina, Selva, Plan de Gralba, Passo Gardena, Colfosco, Corvara, La Villa, San Cassiano, Passo Falzarego, Cinque Torri e Pocol, prima di concludere il suo viaggio a Cortina. Il tutto in due ore e un quarto. L'investimento ipotizzato sarebbe di 1,6 miliardi di euro, contro il miliardo e 200 milioni del nuovo collegamento tra Calalzo, Cortina e la Val Pusteria. Secondo le stime della società del trasporto locale, il Treno delle Dolomiti in salsa altoatesina dovrebbe arrivare a trasportare dai 6 ai 7,5 milioni di turisti ogni anno. La prima reazione nel Bellunese è di sorpresa. «È una proposta legittima», obietta l'on. Roger De Menech, «ma si tenga conto che il collegamento ferroviario tra Calalzo, Cortina e la Val Pusteria (Dobbiaco o Brunico) non è una fantasia, ma è un progetto che il Governo, la Regione Veneto, la Provincia di Bolzano e quella di Belluno hanno istituzionalmente deciso di portare avanti. Ed entro l'anno si capirà,

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Ma la vera protagonista della manifestazione resta lei: la montagna, citata moltissime volte negli interventi, tenutisi al cinema Piave di Santo Stefano, con i suoi sacrifici, la fatica, l'umiltà, la cultura delle non classifiche. Come ha evidenziato Francesco Carrer, presidente regionale del Cai, impegnandosi a trovare i mezzi per proseguire sul cammino tracciato quasi vent'anni fa: «Il Pelmo d'Oro rappresenta il momento di riconoscenza verso tutta la montagna, in particolare quella bellunese». Parole cui hanno fatto eco quelle del numero uno del Cai nazionale, Vincenzo Torti: «Il Pelmo d'Oro deve continuare, perché è molto importante per la montagna, i cui protagonisti di oggi costituiscono il riferimento per guardare avanti, al Accantodomani».ai premiati delle precedenti edizioni, hanno partecipato alla cerimonia molte autorità civili, militari, religiose, con in testa il vescovo emerito monsignor Giuseppe Andrich, Mariagrazia Santoro, neonominata presidente della Fondazione Dolomiti Unesco, i vertici di molte sezioni del Cai, che hanno apprezzato, fra l'altro, le clip in tema, preparate da Italo Zandonella Callegher, e gli intermezzi musicali proposti da Lorenzo Tonon della Sorgente.(((toscanii)))

Corriere delle Alpi | 31 Luglio 2016

dagli studi in corso, se sarà appunto solo una fantasia, come io non mi auguro, oppure un obiettivo che merita di essere perseguito». De Menech ricorda che l'impegno istituzionale fa parte di una precisa strategia per la mobilità sostenibile. «Il ministro delle infrastrutture Delrio ha detto chiaro e tondo che il proseguimento dell'autostrada A27 è improponibile e che la nuova ferrovia per Cortina completa l'offerta di trasporto assieme a un’Alemagna corretta nei punti più critici». La mobilità sostenibile rientra anche nella strategia della Fondazione Dolomiti Unesco, come conferma la presidente Mariagrazia Santoro, assessore regionale del Friuli Venezia Giulia, che, ascoltando la conversazione con De Menech, annuisce. «Non è l'intuizione, ma l'esperienza che consiglia il treno nel trasporto turistico: là dove accade l'offerta è in aumento». Di conseguenza - interrompiamo la riflessione della presidente Santoro - lungo i passi dolomitici va introdotto il numero chiuso? «In verità», precisa definitivamente Santoro, «una sperimentazione è stata decisa esclusivamente per il passo Sella dalle Province di Trento e Bolzano». Il Sella, infatti, è il passo - lo certifica un’indagine Eurac del 2014 - considerato più negativamente dai turisti in transito. «La Provincia di Belluno, sulla base di questi dati, ha la responsabilità di decidere al meglio. Può fare, responsabilmente, scelte diverse. Anche perché», insiste la presidente Santoro, «la Fondazione Unesco non ha il potere di decidere nulla e, quindi, nulla vuol decidere. Noi abbiamo semplicemente messo a disposizione uno studio, peraltro molto puntuale. Ogni realtà tragga le conseguenze che ritiene». A perorare la causa dei passi chiusi a ora non manca un viceministro: è Riccardo Nencini (Infrastrutture). Il rappresentante del governo era presente al convegno organizzato da Sad per illustrare il suo progetto. «Molte città non fanno entrare i torpedoni nei centri storici», sottolinea il viceministro, «per ridurre l'impatto ambientale e l'inquinamento, quindi, ogni amministrazione locale deve valutare attentamente quali possano essere le soluzioni migliori da adottare: è di fondamentale importanza, però, che si tenga conto dell'accordo sul clima firmato dal nostro Paese a Parigi». Resta il fatto che l'indagine Eurac non dimostra un problema d'inquinamento, ma di disordine ambientale (sul passo Sella, ben s'intende).

Pierangelo Verri, Giorgio Redaelli, Marco Albino Ferrari e Maurilio De Zolt personalità diverse unite dall’amore per le alte quote e dalla difesa dell’ambiente Un poker d’eccezione dà lustro alla montagna di Francesco Dal Mas wSANTO STEFANO DI CADORE Il Pelmo d'oro – per cui la Provincia e il Cai hanno premiato ieri a Santo Stefano di Cadore Pierangelo Verri, Giorgio Redaelli, Marco Albino Ferrari e Maurilio

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De Zolt – non lascia ma raddoppia. La presidente della Provincia, Daniela Larese Filon, ha approfittato della presenza del presidente generale del Cai, Vincenzo Torti, di quello regionale Francesco Carrer e del past president Roberto De Martin per chiedere, dal palco dell'affollato cinema Piave, che il premio continui da questa diciannovesima edizione in avanti, «anche se le amministrazioni pubbliche dovessero cambiare». Prima Carrer e poi Torti non se lo sono fatti ripetere due volte. «Il Pelmo d'oro continuerà» hanno promesso. E Torti, dopo aver parlato con Mariagrazia Santoro, presidente della Fondazione Unesco, e Marcella Morandini, la direttrice, si è avvicinato al cronista e ha annunciato a voce alta: «Il Corriere delle Alpi lo scriva pure, il prossimo anno ci sarà un premio speciale Cai-Unesco». «Il primo della serie» ha poi suggerito. «L'abbiamo appena concordato» hanno immediatamente confermato Santoro e Morandini, pure loro presenti. Un Pelmo d'oro di fedeltà alla montagna, come hanno tenuto a sottolineare il sindaco di Santo Stefano, Alessandra Buzzo, e la sua collega di San Pietro di Cadore, Elisabetta Casanova Borca. Fedeltà, hanno precisato, che significa caparbietà. Ossia, i montanari non mollano, almeno questi montanari. «Vogliamo dimostrare che di montagna si può e, quindi, si deve vivere». Applausi dalla platea. Tra i più convinti a battere le mani e, dunque, ad incoraggiare, è parso il vescovo emerito monsignor Giuseppe Andrich, «che – ha specificato Casanova Borca – ci è sempre stato vicino». I premiati, Pierangelo Verri, Giorgio Redaelli e Marco Albino Ferrari, Maurilio De Zolt, sono stati presentati da brevi filmati curati da Italo Zandonella Callegher. Ha coordinato la mattinata, incorniciata musicalmente dal pianista Lorenzo Tonon, dal giornalista Bepi Casagrande. A poche ore dall'ultima frana proprio sul Pelmo, intorno alla scultura di Gianni Pezzei non sono mancate le riflessioni. Significativa anche l'opera dello scultore e guida alpina bellunese Ettore Bona per De Zolt. Il campione olimpico ha fatto il pieno di applausi. Ma non meno commossi erano gli altri premiati, Redaelli in particolare, pensando forse alla sua Civetta. La manifestazione gode del patrocinio della Fondazione Dolomiti Unesco e della Regione Veneto. In prima fila il deputato Roger De Menech e la senatrice Raffaela Bellot. Numerosi altri sindaci, presidenti sezionali del Cai, dirigenti del Cnsas e delle Guide Alpine. La presidente Larese Filon, introducendo, ha indicato subito l'obiettivo, auspicando «una politica attenta ed adeguata», tutt'altra cosa – ha fatto intendere – da quella che permette lo sconquasso finanziario di questi tempi. Larese Filon auspicando «un futuro di vita» ha indicato, quindi, la strada. Che non è quella di abbandonare le terre alte a se stesse. Ecco, dunque, il significato solidale di questo premio, che fonda le sue radici nell'identità del popolo della montagna, il cui collante valoriale è la solidarietà. Ma, attenzione, la presidente Santoro, da buona friulana, ha introdotto anche nuovi concetti. «Vinciamo se stiamo insieme» ha tenuto a dire pensando alle cinque province della Fondazione Unesco. Ma stare insieme non deve significare una sintesi senz'anima. Insieme sì - ha ribaditoperò rispettando le diversità. E rispettarle significa anzitutto capirle e, una volta capite, promuoverle. È la diversità, insomma, che fa la ricchezza. Ecco perché Marco Albino Ferrari, uno dei premiati, si è rifiutato di redarre classifiche tra il Trentino l'Alto Adige ed il Bellunese in fatto, ad esempio, di rifugi alpini. A margine del premio, che ha registrato numerose iniziative a latere, anche a San Pietro di Cadore, gli appassionati di filatelia hanno potuto trovare il consueto speciale annullo filatelico dedicato al premio Pelmo, con cartoline d'epoca tratte dall'archivio Danieli (famiglia di fotografi attivi in Cadore a partire dalla prima metà del novecento), e corredate anche da francobolli particolari come quello che Poste Italiane ha dedicato alle Dolomiti Patrimonio Unesco e appartenente alla serie tematica “il Patrimonio naturale e paesaggistico”

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AGOSTO2016

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L’ipotesi è la più “cliccata” del nostro sondaggio online per limitare il traffico. Il ticket è la seconda opzione a convincere Sì alla chiusura quotidiana a fasce orarie

2 Rassegna stampa - Agosto 2016 Alto Adige | 01 Agosto 2016 Trentino | 01 Agosto 2016

BOLZANO Sono centinaia le risposte arrivate fino ad ora al sondaggio cartaceo (tagliando a lato) ed online del nostro giornale. Al momento prevale la linea che prevede la chiusura quotidiana a fasce orarie che convince il 52% dei lettori. Ricordiamo che sono tre le ipotesi che proponiamo per salvare i passi dal traffico: dalla misura meno pesante (un giorno di chiusura settimanale che piace al 18% dei lettori) a quella più "severa" che prevede la chiusura quotidiana a fasce orarie. Ma c'è anche l'ipotesi di un pedaggio, con la possibilità di investire le entrate in infrastrutture per la mobilità alternativa che al momento convince il 30% dei nostri lettori. Il dibattito va avanti. Ci sono gli ambientalisti convinti che sui passi serva un intervento urgente. Ci sono gli operatori turistici che minimizzano. E poi c'è la politica che su questo tema annuncia (era prevista una prima sperimentazione sul passo Sella a partire da questa estate con le province autonome di Trento e Bolzano a fare da apripista) e poi si tira indietro. Ma voi come la pensate? Nell'ambito della campagna per salvare dal traffico i passi i giornali Trentino e Alto Adige danno voce ai lettori: oltre al tagliando cartaceo (che pubblichiamo in questa pagina e che può essere consegnato o spedito alla redazioni dei nostri giornali) va avanti anche un sondaggio online che ci accompagnerà nel corso di questo dibattito. Il quesito è lo stesso: quale soluzione per salvare dal traffico i passi? Le ipotesi sono di diversa portata e di diverso impatto: da una chiusura settimanale al traffico (in stile Sella Ronda Bike Day), fino a una chiusura quotidiana a fasce orarie. Ma c'è anche l'ipotesi del pedaggio che potrebbe servire per raccogliere i fondi indispensabili a creare le infrastrutture indispensabili per ipotizzare limitazioni del traffico (parcheggi e linee di trasporto pubblico prima di tutto). Il sondaggio è disponibile sui siti internet di Trentino (www.giornaletrentino.it) e Alto Adige (www.altoadige.it).

I ricercatori dell’Eurac: un modello da tentare per salvaguardare l’ambiente Se si vuole favorire un massiccio trasferimento dal mezzo privato a quello pubblico è necessario attuare anche forme di dissuasione all’uso del mezzo privato Passi, l’ipotesi alternativa: provare il numero chiuso di Davide Pasquali BOLZANO Il pedaggio? L’apertura soltanto a ore? L’apertura in certi giorni? Sono soluzioni possibili, certo, ma non è detto che siano le uniche attuabili. Lo si sostiene nelle conclusioni finali dell’indagine sui passi dolomitici effettuata dall’Accademia europea di Bolzano. Secondo i ricercatori esiste una quarta possibilità, poco sfruttata, ma che sarebbe ottima per risolvere il problema del sovraffollamento motorizzato dei passi dolomitici: il numero chiuso. Il quale potrebbe ovviare agli inconvenienti portati da pedaggio e chiusura in determinati orari. I risultati delle interviste agli utenti dolomitici - effettuate nell’estate 2014 ed elaborate poi su basi scientifiche e di simulazione nel 2015 - permettono agli studiosi dell’ambiente alpino dell’Accademia europea di delineare alcune osservazioni che potrebbero supportare la definizione di una strategia efficace per la gestione dei passi dolomitici, in particolare dell’accesso al passo Sella. Bastone e carota. Per prima cosa, i dati Eurac confermano la teoria del “bastone e della carota” (elaborata dal punto di vista teorico da Holding & Kreutner nel 1998): è difficile ottenere significative riduzioni nell’uso del mezzo privato semplicemente agendo sugli incentivi al mezzo pubblico (ad esempio, tariffe basse, alta frequenza delle corse eccetera). Se si vuole favorire un massiccio trasferimento dal mezzo privato a quello pubblico, sostengono gli studiosi, «è necessario attuare anche forme di dissuasione all’uso del mezzo privato». Il pedaggio. Tra le forme di dissuasione possibili, il pedaggio parrebbe abbastanza efficace in generale, anche se potrebbe esserlo molto meno su alcuni gruppi di visitatori (ad esempio i turisti germanofoni e i visitatori cosiddetti non attivi). Va aggiunto che, visto il potenziale attrattivo di un luogo come il passo Sella, «un ragionevole pedaggio sulle auto che non si accompagnasse ad agevolazioni sui mezzi pubblici potrebbe rivelarsi totalmente inefficace». Ovvero, in assenza di valide alternative e dato il desiderio di raggiungere il passo, «molti visitatori potrebbero pagare il pedaggio senza troppe remore». Anche con prezzi di pedaggio elevati o molto elevati. La chiusura della strada. Può essere un valido sostituto del pedaggio, purché la fascia oraria di chiusura sia sufficientemente estesa temporalmente nell’arco della giornata (ad esempio dalle 9 alle 17). Senza dubbio «la chiusura avrebbe il merito di eliminare completamente il traffico e le relative problematiche per qualche ora, lasciando a escursionisti, ciclisti e visitatori in genere un’oasi di silenzio temporanea». Tuttavia, si sottolinea però nello studio, non va

3 Rassegna stampa - Agosto 2016 Alto Adige | 02 Agosto 2016 Trentino | 02 Agosto 2016

4 Rassegna stampa - Agosto 2016 sottovalutato il rischio che «l’ingente quota di persone che comunque sceglierebbe il mezzo privato si concentri nelle fasce pre e post chiusura, aumentando notevolmente i problemi associati al traffico in quelle fasi della giornata». L’autobus. È un’alternativa che ha un grande potenziale, soprattutto per alcune categorie di visitatori, ma va adeguatamente valorizzato. «Alta frequenza e costo accessibile sono due parole chiave se si vuole che una quota significativa di visitatori decida di lasciare l’auto e si affidi al bus». Visti gli oneri associati ad alti livelli di frequenza (ad esempio 30 minuti), si potrebbe considerare di effettuare corse molto frequenti nelle ore di massimo afflusso e diradarle nei tempi di minor afflusso. Il numero chiuso. Si sostiene oltre: «Il numero chiuso è una misura spesso trascurata, ma che potrebbe avere un ruolo di prim’ordine nella gestione dell’accesso automobilistico alle aree naturali». In effetti, oltre al fatto di scoraggiare a priori l’uso dell’auto, «offre al gestore della strada la garanzia che il numero di veicoli in transito non supererà il numero prestabilito (cosa che il pedaggio non fa)». In tal senso, è forse la misura più in linea con l’idea di gestione sostenibile del territorio. «L’obiettivo di una strategia gestionale, infatti, non dovrebbe essere quello di favorire un mezzo di trasporto piuttosto che un altro oppure quello di rendere l’uso del mezzo privato più oneroso per il visitatore, bensì quello di garantire che la qualità dell’ambiente e dell’esperienza ricreativa dei visitatori siano tutelate». La definizione di un numero chiuso adeguato prevederebbe dunque un rovesciamento della prospettiva: «Partendo dal massimo livello di traffico che si ritiene adeguato per tutelare ambiente e visitatori, si dovrebbe fissare un numero chiuso che garantisca il non superamento di quel livello in ogni momento della giornata». Le conclusioni. Qualsiasi strategia si adotti ha effetti diversi sui diversi gruppi di visitatori. «Questo significa che la strategia che va bene oggi potrebbe rivelarsi inadeguata domani quando, a seguito di evoluzioni dell’economia (nazionale e internazionale) e di politiche turistiche ad hoc, potrebbe cambiare profondamente la popolazione che frequenta l’area del passo Sella». Sebbene l’indagine condotta dia un’idea piuttosto precisa delle attuali preferenze dei visitatori e consenta di prevedere le loro probabili scelte a seguito di varie strategie gestionali, «non vi è alcuna garanzia che le previsioni diventino realtà una volta che quelle strategie fossero adottate». L’analisi svolta fornisce una fotografia delle preferenze e aspettative di chi oggi frequenta il passo Sella durante l’alta stagione, «ma non può spingersi a ipotizzare come saranno le persone che frequenteranno la stessa zona domani». In particolare, l’analisi non può tenere conto di tre elementi. Il primo di questi è il cambiamento culturale di fondo: i turisti, come tutti gli esseri umani, modificano il loro atteggiamento nel tempo. Quello che oggi pare scontato e anzi auspicabile (per esempio raggiungere il passo con il mezzo privato; vedere molto traffico sulla strada del passo) potrebbe non esserlo in futuro. Il secondo è il cambiamento culturale indotto: una strategia gestionale potrebbe cambiare l’atteggiamento dei visitatori abituali, con effetti positivi o negativi. Per esempio, la richiesta di un pedaggio potrebbe far capire a molti che il mezzo privato sul passo Sella ha conseguenze negative e vale la pena usare mezzi alternativi, ma potrebbe anche rappresentare una potente attrattiva (ciò che ha un costo ha un valore) e incoraggiare ancora di più l’uso del mezzo privato. Il terzo, infine, è il contesto allargato: ciò che piace (o non piace) ai visitatori intervistati potrebbe non piacere (o piacere) ad altri visitatori. In altre parole, una strategia gestionale (ad esempio la chiusura della strada) che sulla carta allontana alcuni visitatori (come gli utilizzatori abituali dell’auto) potrebbe attrarre altri visitatori (gli escursionisti amanti del silenzio) che oggi non frequentano la zona. Push and pull. Alla luce di queste considerazioni, si può dire che «la gestione del traffico mediante misure “push” e “pull” (incentivi e disincentivi) è un’operazione complessa, che non si esaurisce nell’imposizione di un mix di misure, ma è piuttosto un processo ricorsivo di continua valutazione e perfezionamento».

5 Rassegna stampa - Agosto 2016 Alto Adige | 03 Agosto 2016 Trentino | 03 Agosto 2016

Piero Degodenz immagina un’iniziativa per tutto il territorio «Ogni giorno un valico riservato alle biciclette, a rotazione» «Passi chiusi a ore, ma non solo quelli attorno al Sella» di Andrea Selva wBOLZANO Chiudere i passi per alcune ore al giorno (a beneficio dei ciclisti) con un sistema di rotazione (ogni giorno un passo chiuso) che vada al di là dei quattro passi dolomitici: «Il Trentino Alto Adige sarebbe l’unico luogo in cui gli appassionati della bici potrebbero trovare ogni giorno un passo su cui pedalare in libertà. In questo modo non sarebbe più un semplice divieto, ma una proposta turistica». La pensa così il consigliere regionale Piero Degodenz, già presidente dell’Apt di Fiemme e presidente del comitato mondiali di sci nordico fiemmese. Degodenz, già nel 2011, quando era presidente dell’Apt, la valle di Fiemme ha sperimentato le prime forme di traffico limitato a favore di pedoni e ciclisti. Come è andata? Bene, tanto che è diventato un appuntamento fisso con una partecipazione sempre maggiore. Si tratta di una o due giornate all’anno in cui la gente si appropria della valle, senza traffico, con animazioni nelle piazze dei paesi. In valle di Fiemme avete provato anche la chiusura settimanale di alcuni passi, come il passo Manghen, ma vi siete dovuti fermare. I tempi non erano maturi: c’erano difficoltà nell’ottenimento dei permessi da parte del commissariato del governo e della questura. Ma ora che le province di Trento e Bolzano hanno ottenuto la competenza sulla gestione delle strade la situazione sarebbe diversa. Sull’ipotesi di chiudere i passi dolomitici che opinione ha? Favorevole, ma vorrei che si avesse una visione più ampia: io estenderei il ragionamento a tutti i passi del Trentino, e magari, dove possibile, anche dell’Alto Adige. Mi immagino che ogni singola località possa proporre ogni giorno un passo chiuso al traffico, per almeno tre ore al giorno, dalle 9 alle 12, a rotazione: un giorno un passo, il giorno successivo un altro. Potrebbe essere una soluzione “soft” per cominciare ad affrontare il tema Ogni giorno una chiusura diversa, non si rischia di fare confusione? Ormai con le nuove tecnologie uno sa in tempo reale cosa succede. Io ora (durante l’intervista, ndr) sono in autostrada in Francia e so che fra poco troverò una coda di 14 minuti. In Trentino abbiamo i tabelloni informativi a led: uno arriva a passo San Lugano e vede che il Rolle è chiuso dalle 9 alle 12. Parliamo di tre ore (un periodo che non crea grossi problemi), un giorno ogni tanto, chi viaggia per lavoro sarebbe informato, io non avrei grandi paure. Non tutti i passi sono super-frequentati. Gli operatori economici temono che ogni chiusura possa trasformarsi in un danno. Lei che risponde? Penso che diventerebbe un prodotto turistico importante, da aggiungere al circuito delle grandi salite in bicicletta che ha già lanciato il Trentino e l’Alto Adige. La nostra offerta turistica aumenterebbe il proprio valore. Ed è anche un modo per de-stagionalizzare la nostra offerta: una proposta così è valida anche a maggio e settembre, quando tanti turisti stranieri sono disponibili a venire in Trentino e in provincia di Bolzano. Non sottovalutiamo il popolo (importantissimo) della bicicletta. Certo bisogna lavorare sull’informazione e bisogna anche garantire collegamenti alternativi: in caso di chiusura del Pordoi, ad esempio, è ovvio che ci

VIGO DI FASSA Quattro serate di spettacoli multimediali in cui immagini del Latemar si accompagnano a una colonna musicale dal vivo. Lo propone “Entorn Vich”, la pro loco del paese, con il patrocinio Dolomiti Unesco che abbina anche escursioni al Latemar. Si inizia venerdì alle 10 del mattino per l'esplorazione del Labirinto condotti da Fabio Giongo, guida alpina. Francesco Marchioro, saggista, storico ed esperto di psicoanalisi proporrà lungo il cammino una serie di temi legati al simbolismo del labirinto, leggende, letteratura e filosofia. Alle sera, ore 21, nella sala consigliare, Giulia Zanoni, geologa, appassionata di fotografia e di musica accompagnerà le sue foto del Latemar con la colonna sonora ottenuta dal vivo utilizzando uno strumento particolare: un organo elettronico “Electone” della Yamaha da cui con perizia ottiene in diretta, senza l’impiego di basi preregistrate, la sonorità di un’intera orchestra. Si replica il 12 agosto ma l’escursione al Latemar sarà guidata da Antonio Cavaliere, un percorso tra geologia, scienza e mistero. L’iniziativa poi sarà rinnovata con lo stesso format ed esperti il 19 e il 26 agosto. (g.b.)

Quattro serate e Vigo di Fassa col Latemar protagonista

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6 Rassegna stampa - Agosto 2016

Trentino | 03 Agosto 2016

Alto Adige | 04 Agosto 2016 Trentino | 04 Agosto 2016

deve essere un mezzo di trasporto pubblico che porta sul passo i turisti che vogliono salire sulla funivia del Sass Pordoi.

«Le fasce orarie non sono abbastanza» di Gilda Fusco wBOLZANO Massimo Girardi, presidente dell'associazione TransDolomites (nata nel 2006 intorno ai temi della mobilità dolomitica e alpina e della mobilità sostenibile in genere) non ha dubbi sul destino dei passi: potrebbe andar bene la chiusura a fasce orarie, ma come soluzione-tampone. Nel lungo periodo, la ricucitura spetta invece alle ferrovie. Lei si occupa da tempo di questi temi. Cosa ne pensa delle soluzioni individuate dal nostro giornale? Io ho seguito con interesse la campagna, proprio perché la mia associazione ha a cuore tutto ciò che concerne la mobilità dolomitica. Penso che sia importante questo lavoro, ma credo che quelle individuate siano soluzioni parziali che probabilmente creeranno scontento per i residenti o per gli operatori turistici. Qualcosa, però, bisogna pur fare. Entriamo più nello specifico: che ne dice, per esempio, del pedaggio? Secondo me non è una soluzione, perché il ticket, dove usato usato, ha dimostrato di non assolvere alla sua funzione: non elimina il traffico, e anzi alle volte proprio perché paghi sei invogliato ad andare. Ho sentito parlare anche dell'ipotesi di un “numero chiuso”… ma come decidi chi può passare e chi no? Ovviamente il residente che si sposta per andare a lavoro, a scuola oppure a fare una gita nel tempo libero deve avere la priorità; ma anche escludere il turista non è una soluzione soddisfacente. E la chiusura a fasce orarie? Ecco, forse è l’alternativa migliore fra quelle disponibili nel breve periodo. Ma bisogna mettersi in testa che il proibizionismo non è mai una soluzione: la soluzione è investire nelle infrastrutture per il trasporto pubblico, così da ridurre il traffico delle auto private. E poi bisogna considerare che, anche tra i turisti, ci sono due tipi di persone che transitano sui passi: quelle che vanno appositamente lì e quelle che sono solo di passaggio, mentre la loro meta è un'altra. Quindi? Quindi serve una vera alternativa per spostarsi tra le Dolomiti: una strategia che coinvolga Trento, Bolzano e Belluno. Bisogna partire dalla realizzazione dei tunnel di base, che però non diventino dei vicoli ciechi. La triangolazione tra tunnel che uniscano la Val Gardena, la Val di Fassa e la Val Badia sarebbe destinata a sgonfiare il traffico sui passi, perché chi deve usarli per andare da un'altra parte avrà l'alternativa del treno (e magari, per chi vuole usare ugualmente la macchina, si può pensare ad un pedaggio anche molto costoso). E per i turisti che vogliono andare proprio sui passi? Una volta che si hanno i collegamenti di base, si possono pensare a soluzioni più mirate. Per loro, ad esempio, possono essere realizzare delle ferrovie panoramiche, come ce ne sono tante nel mondo (ad esempio in Svizzera, dove funzionano benissimo). Dobbiamo pensare che, quando nel 2026 sarà aperto il traforo del Brennero, a Trento e Bolzano arriveranno, in treno, decine di migliaia di nuovi turisti dall’Europa, e si dovrà offrire loro la possibilità di arrivare sulle Dolomiti senza l'automobile.

Dolomiti sullo schermo, Badaloni a Moena

7 Rassegna stampa - Agosto 2016

Trentino | 04 Agosto 2016

MOENA Documentario e film, due linguaggi diversi per restituire con immagini, parole e storie le Dolomiti. È questo il tema del terzo appuntamento della rassegna “Racconti dalle Dolomiti”, domani alle 16 e 30 nell’aula magna del polo scolastico di Moena - causa condizioni meteo poco favorevoli è stato annullato l’appuntamento al Rifugio La Rezila, preceduto dal trekking con gli ospiti, come da programma - dal titolo “Dolomiti sullo schermo: dal documentario al film”. Protagonisti dell’incontro, Piero Badaloni, il noto giornalista e autore che nel 2014 ha realizzato per la Fondazione Unesco il ciclo di sei documentari (di 55 minuti ciascuno) “Dolomiti - montagne, uomini e storie”, trasmessi su Rai Storia e Rai International, e

Massimo Girardi, presidente di TransDolomites: «È una soluzione-tampone. Nel lungo periodo serve la tratta ferroviaria»

Stefano Lodovichi, talentuoso regista che nel 2015 ha girato in Val di Fassa il film “In fondo al bosco”, prima pellicola prodotta da Sky, già uscita nelle sale di tutta Italia, ben accolta dalla critica e trasmessa pure dall’importante network televisivo (lo scorso febbraio). La nuova rassegna, ideata dall’Apt, che porta in valle personaggi del nostro tempo per trattare temi d’attualità, in quest’incontro propone un confronto tra due ottiche differenti, una documentaristica per il piccolo schermo che mostra la realtà delle Dolomiti nei suoi aspetti ambientali, geologici, storici, culturali, sociali e artistici, attraverso interviste ad abitanti, alpinisti, scienziati ed esperti e una, invece, in cui i centri abitati, i boschi e i paesaggi fassani sono a servizio del cinema come già accaduto in passato. Le cime di Fassa, infatti, sono state eccezionali set oltre che per “In fondo al bosco” anche per il campione d’incassi in Estonia “Gosth Mountaineer” per citare le produzioni del 2015, e con uno sguardo al passato “Cliffhanger” (1993) e “The Italian Iob” (2003).

8 Rassegna stampa - Agosto 2016

Alto Adige | 05 Agosto 2016

Azione congiunta della polizia stradale di Bolzano e Trento: la velocità è la principale infrazione rilevata dagli agenti Come razzi sui passi, controlli e multe BOLZANO Raffica di controlli, martedì e ieri, da parte della polizia stradale di Bolzano, Trento e Belluno sui passi Sella, Gardena e Pordoi, da dove quotidianamente in estate arrivano le lamentele delle amministrazioni comunali, oltre che delle associazioni e dei gruppi ambientalisti, per la velocità eccessiva che mette a repentaglio la sicurezza e per l’inquinamento acustico e atmosferico causato da auto e soprattutto moto. Su questo tema, nei giorni scorsi, c’era stato anche un vertice a Bolzano delle forze dell’ordine, presieduto dal prefetto Elisabetta Margiacchi, in cui si era deciso appunto di incentivare i controlli proprio sui passi, meta in queste giornate di agosto di migliaia di auto e moto: lo studio dell’Eurac, effettuato nel 2014, ha rilevato una media di circa 4 mila transiti quotidiani tra le 9 e le 17. Nelle due giornate sono state impiegate complessivamente 19 pattuglie che hanno controllato 249 veicoli (215 sul versante altoatesino, 34 su quello trentino). Sono state rilevate 33 infrazioni (22 in Alto Adige e 11 in Trentino), di queste dieci riguardavano il mancato rispetto dei limiti di velocità. Sono state identificate complessivamente 223 persone, di queste 165 erano motociclisti, quasi cento gli stranieri. La Stradale di Trento in particolare, all’interno della campagna europea Truck&Bus, dal 25 al 31 luglio, ha effettuato specifiche verifiche sul trasporto di persone e cose: sono stati controllati 178 autocarri e rilevate 42 violazioni del codice della strada; e 29 pullman, rilevando una sola violazione. In questi giorni, nell’ambito dell’operazione denominata “Alto impatto”, sono in corso specifici controlli sempre da parte della polizia che hanno come obiettivo il contrasto all’uso improprio di telefoni cellulari alla guida. La Stradale di Bolzano intanto annuncia che nei prossimi giorni, ovvero quelli più “caldi” dell’estate e come tali più trafficati, verranno effettuati nuovi controlli sui passi Sella e Gardena che verranno poi estesi anche al passo Rombo e al passo Giovo, mete predilette in particolare da motociclisti e ciclisti. Tutto questo in attesa che si muovano le amministrazioni di Bolzano, Trento e Belluno, provando magari solo a livello sperimentale ad

di Valeria Frangipane wBOLZANO «Non ce l’ho con le moto. Ma con quei centauri austriaci, svizzeri e germanici che vengono in Alto Adige per correre e sgasare. Non lo fanno a casa loro, dove la stangata è assicurata, ma si scatenano qui, sui nostri passi». Klaus Peter Dissinger - presidente del Dachverband (i protezionisti sudtirolesi) - spiega che la sua Federazione chiede da più di dieci anni di trovare soluzioni intelligenti ad un problema che si è fatto quasi antico per arginare tutto il traffico (anche delle macchine) che si accanisce sulle Dolomiti... ma non ha mai avuto risposta. «Le nostre montagne sono o non sono patrimonio dell’Unesco? Le vogliamo tutelare perchè tutti, dico tutti le possano godere al meglio o no?». E la vostra soluzione qual è ? «Fasce orarie tutti i giorni dalle 11 alle 16 (o anche17) ed ovviamente strade e passaggi sempre aperti ai residenti che non devono e non possono essere penalizzati. Un po’ come è successo all’Alpe di Siusi. Così tutti hanno il tempo di salire sui passi per poi goderseli». Dissinger va oltre e dice che ovviamente non basta un cartello che chiude la strada ad una certa ora ed un altro che lo riapre ad una tal altra... servono infrastrutture. «Parcheggi ben posizionati e bene attrezzati, bus navetta ecologici a disposizione e soprattutto una rete di informazioni capillari per vivere le Dolomiti al meglio. La questione va pensata bene». Ma torniamo ai motociclisti... in tanti se la stanno prendendo, trovano la chiusura dei passi eccessiva e penalizzante, Lei che dice? «Che è anche per colpa loro se siamo a questo punto. In Austria ed in Svizzera ci sono già dei passi chiusi. Penso al Grossglockner dove se vuoi andare devi pagare ed a tutta la zona di Zermatt ed ho fatto i primi due esempi che venivano in mente. E poi oltreconfine - e includo anche la Germania - i limiti di velocità sono ferrei e non si scappa dai controlli ed allora in tanti arrivano qui per divertirsi a suon di curve e far quello che a casa loro non è permesso. E poi fare quattro o cinque passi al giorno - come se fossero piste di velocità - è diventato divertimento assoluto. Su da qui, giù di lì e avanti

Klaus Peter Dissinger (Protezionisti altoatesini): «Da più di dieci anni chiediamo la chiusura a fasce orarie» «I passi vanno liberati dal caos moto»

9 Rassegna stampa - Agosto 2016 introdurre delle limitazioni all’assalto di moto, auto, camper, pullmann. L’obiettivo della campagna lanciata da Alto Adige e Trentino è proprio questo: far sì che alle chiacchiere e alle promesse, che si ripetono ogni anno in estate, seguano i fatti. Le soluzioni, proposte anche dal nostro sondaggio, sono più d’una: si va dalla chiusura a fasce orarie dei passi, che sembra la più gettonata; all’introduzione del ticket, alla chiusura un giorno alla settimana. Limitazioni queste che non piacciono in particolare a molto agli operatori turistici, ma che invece potrebbero far bene proprio al turismo.

Trentino | 06 Agosto 2016

Alto Adige | 06 Agosto 2016

L’alternativa fuori strada lungo mulattiere, pascoli e sentieri. E con gli impianti di risalita il Sella Ronda off-road è per tutti

10 Rassegna stampa - Agosto 2016 così. E lo stesso succede con le macchine. E così tra noi, bellunesi e trentini ci troviamo Sella, Gardena, Campolongo e Pordoi invivibili». Insomma voi volete in montagna solo le biciclette... Dissinger sorride: «Non dico questo. Ma dico che dobbiamo chiederci che turismo vogliamo. Ci piace quello di massa? Non credo. Dico che dobbiamo dare a tutti il permesso di arrivare in cima ad una certa ora ma poi dobbiamo chiudere per permettere a tutti di andare a piedi, in bici o sul bus». Avete avanzato questa proposta alla politica? «Certo, l’abbiamo sommersa. L’assessore provinciale all’ambiente Richard Theiner ci aveva promesso che a luglio ed agosto di quest’anno sarebbe partito un progetto sperimentale per la chiusura a fasce orarie di Passo Sella. Sembrava cosa fatta ma il tutto è svanito nel nulla per colpa delle solite pressioni». Il Dachverband non prende nemmeno in considerazione l’ipotesi del pedaggio. Perchè? «Perchè potrebbe addirittura aggravare la questione. Da quando è stato introdotto a Passo Rombo il traffico di moto è aumentato». Come mai succede? «Perchè il pensiero comune vuole che qualsiasi cosa si paghi diventi automaticamente più attrattiva».

di Andrea Selva TRENTO Se il traffico dei quattro passi attorno al Gruppo del Sella vi ha stufato, l’alternativa c’è: puntate il manubrio fuori strada e pedalate lontano dall’asfalto per cinquanta chilometri lungo pascoli, sentieri e mulattiere. E se non siete abbastanza allenati niente paura: utilizzando gli impianti di risalita (esattamente come se fosse inverno) le salite in cui dovrete spingere sui pedali si riducono a poche centinaia di metri di dislivello. Ancora non ve la sentite? Noleggiate una mountain bike elettrica e non avrete più alibi. Sono sempre più numerosi i ciclisti che esplorano le Dolomiti in questo modo. Basta presentarsi di buon mattino alla stazione di partenza della funivia del Col Rodella (a Campitello di Fassa) per scoprire che alle prime risalite ci sono più passeggeri con la bici che pedoni. Il nostro giornale ha voluto provare l’esperienza in un sabato di luglio, con la guida di Roland Rasom, istruttore di mountain bike della scuola di Canazei. Il risultato? Quasi quattro mila metri di dislivello (senza sentirli), le quattro valli ladine viste da una prospettiva diversa e una certo indolenzimento a braccia e gambe a fine giornata perché anche la discesa, lungo i tratti più tecnici, può essere impegnativa. Già da qualche anno gli impianti di risalita del

Traffico sui passi? Fuga dall’asfalto

Trentino | 07 Agosto 2016

Alto Adige | 07 Agosto 2016

Le Dolomiti Patrimonio UNESCO

Basta traffico sui passi

11 Rassegna stampa - Agosto 2016

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Il nostro sondaggio va avanti BOLZANO Mentre prosegue la campagna del nostro giornale per sostenere un qualsiasi tipo di miglioramento rispetto alla situazione in certi giorni quasi “drammatica” dei passi dolomitici - in particolare riguardo alla Sella Ronda (Sella, Pordoi, Campolongo e Gardena) - i lettori dell'Alto Adige sempre più numerosi stanno partecipando sia al sondaggio online sia a quello cartaceo (tagliando da compilare e spedire o consegnare alla sede del nostro giornale, in via Volta 10, a Bolzano). Per il momento, fra tagliandi e voti online, fra le tre ipotesi lanciate dal nostro giornale la meno gettonata è la chiusura dei passi dolomitici per un giorno a settimana: per questa opzione ha votato il 18% dei lettori. Il 30% dei partecipanti al sondaggio ha preferito invece l'introduzione di un pedaggio. Il 52% dei lettori, infine, preferirebbe la chiusura quotidiana a fasce orarie. Scelta che permetterebbe a tutti di arrivare in cima entro una certa ora.

Superski Dolomiti garantiscono - anche d’estate - una buona rete di trasporto per chi vuole muoversi con le funivie. Ma quest’anno, per la prima volta, è previsto anche un giornaliero che consente ai ciclisti di prendere tutti gli impianti esattamente come lo skipass d’inverno. Per fare il giro orario, l’itinerario scelto dal nostro giornale, si utilizzano sette impianti di risalita e il bike-pass costa 44 euro. Liberi di farne a meno, ma in questo caso l’esperienza diventerà quasi “eroica” (ben più impegnativa rispetto al giro del Sella lungo i tornanti asfaltati) e infatti pedalerete sui sentieri della Sella Ronda Hero. Infine se vi vorrete concedere il lusso di una bicicletta elettrica (in realtà non necessario se avete un minimo di forma fisica) potete noleggiarne una per altri 40 euro al giorno. Scegliete una qualunque delle valli ladine come punto di partenza e prendetevela comoda: partendo alle 9 del mattino avrete completato il giro entro le 16, con tutto il tempo per pranzare in un rifugio. Se partite dalla val di Fassa cominciate dalla funivia del Col Rodella; chi parte dalla val Gardena sale in quota sull’impianto Dantercepies; da Corvara si utilizza la telecabina Col Alt e infine da Arabba ci si porta in quota con la funivia di Porta Vescovo. Una cosa è garantita: non sentirete la mancanza delle strade asfaltate, che incrocerete solo in pochi tratti (dove vi chiederete come si fa a resistere in mezzo a tutto quel rumore) prendendo il primo sentiero per allontanarvi. In molti tratti le biciclette viaggiano lungo sentieri che gli impiantisti e le guide di mountain bike hanno creato appositamente in mezzo al bosco. Ci sono però numerose situazioni in cui biciclette e pedoni convivono lungo la stessa strada. Una convivenza delicata: finché la velocità dei ciclisti è moderata tutto fila liscio (buon giorno e buona sera) ma quando i ciclisti mollano i freni gli escursionisti si spaventano (ci mancherebbe altro) e c’è da scommettere che se gli scavezzacollo dovessero prevalere sui ciclisti educati prima o poi qualcuno dei pedoni tenterà di infilare tra le ruote uno di quei bastoncini da nordic walking. Andare piano ha anche un grande vantaggio: avrete il tempo di guardarvi attorno, controllare il tracciato su una cartina estiva del Dolomiti Superski e godervi il panorama sulle Dolomiti più belle. Non sentirete la mancanza dell’asfalto.

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Adige | 08

12 Rassegna stampa - Agosto 2016

Il questore Carluccio: «Non solo repressione ma anche educazione. Decisiva la campagna del vostro giornale » Moto sui passi, continuano i controlli di Davide Pasquali BOLZANO I controlli estivi sui passi, dolomitici e non, si son sempre eseguiti, ma quest’anno sono stati ulteriormente intensificati. Perché troppe auto e soprattutto troppe moto corrono troppo, ma anche perché la sensibilità al riguardo, nella popolazione, sta crescendo. «Anche grazie ad iniziative apprezzabili come la campagna condotta quest’estate dal giornale Alto Adige». Lo spiega il questore di Bolzano Lucio Carluccio, che ha appena disposto una serie di controlli straordinari cosiddetti interforze proprio nei giorni a cavallo del prossimo finesettimana, il weekend di ferragosto: Polstrada, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, polizie locali. Fuori dalle discoteche, nei pressi delle tante sagre agostane nei vari paesi, per i Calici di Stelle perché i troppi calici bevuti non portino risvolti negativi, soprattutto di giorno sui passi dolomitici attorno al gruppo del Sella. Ma pure sul Rombo e sul Giovo, mete ambitissime dai motociclisti di mezza Europa. «In sede di commissariato del Governo - precisa il questoresi è deciso questo dispositivo interforze. Un’operazione organizzata, continua e coordinata, in maniera da evitare sovrapposizioni. Una serie di controlli stradali volti a frenare un fenomeno di cui tanto si è discusso in queste settimane sui giornali, specie sull’Alto Adige». Il problema è molto sentito, ammette Carluccio: «La velocità eccessiva di numerose moto, e auto». Carluccio tiene però a sottolineare come, oltre all’attività repressiva - «fermare chi non rispetta il Codice della Strada, sui passi come altrove» - ci si debba dedicare anche alla formazione e informazione. Le campagne di sensibilizzazione della Provincia, per esempio, possono servire. Ma decisivo può risultare l’apporto delle forze dell’ordine. «Non è sufficiente elevare contravvenzioni: la presenza delle nostre pattuglie fungerà da deterrente, insomma come attività di prevenzione». Vale per l’intera stagione estiva, a maggior ragione nei prossimi dieci giorni. «Il maggior momento di picco per affluenza sulle nostre strade». Lo ha richiesto il dipartimento di pubblica sicurezza per tutto il territorio nazionale, ma in Alto Adige, quest’estate, si farà anche di più di quanto richiesto. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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Alto Agosto

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Alto 09 Agosto 2016

Adige |

Vanzi (Superski): «Boom di ciclisti sulle funivie, serviranno più tracciati separati» Con l’aumento delle mountain bike c’è il rischio di conflitti con gli escursionisti «Le bici sono il futuro delle Dolomiti estive» di Andrea Selva wBOLZANO «Le biciclette sulle Dolomiti sono il futuro, ma ora bisogna provvedere a realizzare sempre più tracciati dove i ciclisti possano pedalare separati dai pedoni, altrimenti ci saranno problemi di convivenza o addirittura conflitti». Lo dice Gerhard Vanzi, direttore marketing di Superski Dolomiti, che interviene nel dibattito sui passi dolomitici dopo che ieri abbiamo pubblicato il servizio del nostro giornale sul giro dei passi lontano dall’asfalto, utilizzando funivie e mountain bike. Vanzi, le mountain bike in funivia sono una nicchia o qualcosa di più? Sono un grande potenziale per il futuro. La bici è uno sport in crescita, che fa tendenza. In passato i nostri impianti funzionavano per lo più per gli escursionisti a piedi, ma ora i ciclisti sono sempre più numerosi. Naturalmente c’è tanto da fare a livello di percorsi. Percorsi specifici per le bici? Esatto. Con l’aumento delle biciclette vanno separati i tracciati per ciclisti ed escursionisti: non possiamo permetterci il sovraffollamento dei sentieri, con il rischio di conflitti tra bici e pedoni. Ma alcuni bike track sono già stati tracciati attorno al Sella. Sì, sono stati realizzati con l’intervento dei Comuni, degli impianti di risalita e delle guide di mountain bike, ma devono aumentare. In questo senso la nuova normativa dell’Alto Adige (che finalmente prevede il caso specifico dei sentieri per le biciclette) ci darà una grossa mano. In certi luoghi (e in certe ore) l’impressione è che sugli impianti ci siano più ciclisti che pedoni. E’ così? Questo può accadere dove gli impianti aprono quasi esclusivamente per i ciclisti. I dati comunque confermano l’aumento. Un bikepass costa 44 euro, un prezzo che non è molto distante dagli skipass invernali. Non è troppo caro? In realtà l’estate gli impianti hanno meno passaggi. Ma non abbiamo ricevuto lamentele: evidentemente il Sella Ronda con la bici e le funivie vale la spesa. Le entrate che arrivano dai bikepass estivi giustificano nuovi investimenti nei tracciati per le bici. Assolutamente sì, anche perché non parliamo di grossi investimenti. Avete un esempio da seguire? Nei prossimi giorni sarò in Canada, a Whistler Mountain, dove c’è un bike park che è il punto di riferimento mondiale. Vi rivolgete ai giovani “scavezzacollo”? No, ci rivolgiamo alle persone attive e dinamiche ma pensiamo a tracciati semplici, alla portata di tutti, come la maggior parte delle nostre piste da sci invernali. Che posizione ha Dolomiti Superski nel dibattito sulla chiusura dei passi? Abbiamo impianti che portano in quota migliaia di persone senza utilizzare le strade. Ma non siamo mai intervenuti nel dibattito. Attualmente la nostra rete di impianti consente di collegare tra loro le valli ladine, anche d’estate, con facili passeggiate da un impianto all’altro. Con le bici funziona bene, ma per essere pienamente funzionale a piedi questa rete di trasporto a fune andrebbe connessa maggiormente. Di sicuro è una mobilità “green”

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14 Rassegna stampa - Agosto 2016 Corriere delle Alpi | 09 Agosto 2016

Gli operatori turistici Osvaldo Finazzer chiede agli enti di impedire le forti accelerazioni che provocano fracasso ma per l’albergatore gli appassionati rispettano i limiti No ai passi chiusi ai centauri. Meglio limitare le “sgasate”

LIVINALONGO Nello scorso fine settimana il 60% del traffico che ha superato i passi dolomitici, quelli del gruppo del Sella in particolare, era costituito da motociclisti- Pochi, invece, i turisti in auto. C’è chi, specie fra gli ambientalisti, propone di chiudere ad ore la salita e la discesa dei passi a partire proprio dalle moto, prima ancora di puntare alle auto. Osvaldo Finazzer, coordinatore del comitato degli operatori turisti in quota, mostra il pollice verso. Chiudere ai centauri significherebbe la morte di alberghi, ristoranti, bazar. Finazzer ed i colleghi, però, non sono arroccati nel no, in termini esclusivamente difensivi. «È vero che le moto disturbano, per la verità più con i decibel che con l’inosservanza del codice. Quindi - ammette Finazzer, sollecitando anzitutto gli amministratori - i Comuni farebbero bene ad introdurre sistemi di rallentamento della velocità, impedendo soprattutto le accelerazioni che provocano un insopportabile inquinamento acustico». Finazzer ne parla a ragion veduta, è lui stesso un motociclista e spesso gli capita di salire da Canazei, il suo paese, al passo, in sella alla sua “creatura”, come la chiama. «Ben vengano i controlli, anche da parte delle forze dell’ordine, ma consiglio di farli soprattutto a valle, dove i motociclisti sfrecciano spesso in barba ai limiti di velocità. Sui passi sono sufficientemente rispettosi dei limiti». Da ieri è ospite in Val Gardena il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Finazzer e colleghi non lo disturberanno per i loro problemi, ma gli scriveranno una lettera aperta in cui rivendicheranno il loro diritto di vivere, seppur in quota, ed il collegato diritto alla mobilità. Le chiusure orarie assolutamente no. «Sul solo Pordoi, dall’inizio della stagione estiva e, quindi, dall’apertura della funivia del Sass Pordoi, cioè dal 14 maggio al 31 luglio, abbiamo registrato la presenza di più di 100 gruppi asiatici, arrivati in pullman», specifica Finazzer. «La Provincia di Belluno e quella di Trento, per quanto riguarda il Pordoi, dovrebbero rimandarli indietro perché il passo viene interdetto 3 ore al giorno, o addirittura 5, per lasciar passare le biciclette? Per favore, non raccontiamo sciocchezze». Secondo una statistica tenuta dallo stesso Finazzer, la presenza asiatica quest’estate si è raddoppiata, grazie in particolare al richiamo dell’Unesco. Si tratta, pertanto, di incentivare questi flussi, semmai regolamentandoli nei giorni di maggior carico, ma senza introdurre forme di proibizionismo. Francesco Dal Mas

VAL RENDENA Augusto, faentino di 13 anni, diabetico, è arrivato domenica, trionfante, su Cima Brenta, la regina del gruppo dolomitico con i suoi 3.151 metri di altezza. E altri due adolescenti, entrambi fanno Pietro di nome ed entrambi autistici, assieme ad Alessandro, un bambino di 10 anni affetto da sindrome di Down, altrettanto trionfanti hanno messo piede sulle vette campigliane del Rifugio Tuckett. Con loro, ad accompagnarli, la guida alpina Simone Elmi , formata dal corso "Accedere al Sublime" dedicato proprio all'accompagnamento di disabili in montagna, e un'ospite d'eccezione, l'alpinista Tamara Lunger . Una giornata davvero speciale, per una manifestazione - Cima Brenta Open ? che ha fatto rivivere lo spirito dello scorso anno su Cima Sella, quando per la prima volta, l'idea di rendere la montagna fruibile anche ad un pubblico che normalmente non si immagina sulle vette dolomitiche, si è concretizzata. Una salita di passi e rocce, sudore e muscoli caldi, mani che si stringono, ma anche una salita simbolica: proprio Tamara Lunger che pochi mesi fa ha sfiorato la vetta del Nanga Parbat e l'ha lasciata andare senza calpestarne il suolo, riconoscendo che il suo fisico non ce la faceva più, si è prestata ad un evento che parla di limiti compresi e superati, e altri ancora da affrontare. L'alpinista ha accompagnato per mano, a turno, tutti i ragazzi che con entusiasmo hanno affrontato la sfida non contro un tempo o un'altitudine, ma con le proprie capacità. A siglare un momento emozionante per gli alpinisti giunti sulle vette le note dell'Inno alla Gioia di Beethoven che hanno risuonato nella vallata interpretate da due musicisti da una vetta all'altra, fra Sella e Brenta: frasi alterne che si sono mescolate nell'aria tersa in una melodia giunta fino ai compagni di viaggio saliti al Tuckett. Una montagna "Open" alle possibilità di fruizione ognuno secondo le proprie possibilità, open all'adrenalina di un ostacolo superato e alla gioia infantile che ne deriva, non certo un incoraggiamento a rendere le vette luoghi dove si arriva comunque, al di là di preparazione fisica e mentale: questo il senso di un evento che ha lasciato spazio anche alla riflessione nel dibattito al Rifugio Tuckett al quale hanno partecipato Tamara Lunger, Simone Elmi, il giornalista Rosario Fichera, Alberto Benchimol e Giulia Voltolini che si occupano di sport per disabili e Cesare Micheletti di Dolomiti Unesco.

15 Rassegna stampa - Agosto 2016 L’Adige | 10 Agosto 2016

Quattro ragazzi «re» del Brenta in barba a diabete, autismo e sindrome di Down Limiti dimenticati e tutti al Tuckett

16 Rassegna stampa - Agosto 2016 Alto Adige | 10 Agosto 2016

Tra gli operatori economici delle valli ladine crescono i sostenitori della proposta Lo scultore gardenese Stuflesser: «L’Unesco è marketing, diamogli significato» «Chiudiamo i passi a ore. A Ortisei lo stop funziona» di Davide Pasquali ORTISEI «Quando tra anni Ottanta e Novanta si decise di chiudere al traffico il centro di Ortisei, rendendolo un’area esclusivamente pedonale, in pratica erano tutti contrari. Avessero potuto, avrebbero letteralmente “fatto fuori” chi aveva preso e attuato la decisione. Oggi, dopo aver visto che funziona a meraviglia, Ortisei è un faro a livello dolomitico e nessuno riuscirebbe a immaginare il suo centro storico aperto ad auto e moto. Adesso si dovrebbe fare lo stesso con le strade dei passi. Al turismo servono delle visioni: proviamo a chiudere i passi a ore, sperimentando le varie soluzioni possibili. Diamo un valore concreto alla tutela Unesco, oggi ridotta a puro marketing. Sono sicuro che col tempo tutti, compresi gli imprenditori del settore turistico, si convinceranno della bontà dell’iniziativa». A parlare è Giuseppe Stuflesser, noto scultore con laboratorio d’arte sacra, di famiglia, posizionato a Ortisei da oltre un secolo.

Da decenni è ascoltata voce critica in valle. Dove sta crescendo il fronte favorevole alla chiusura a fasce orarie. Prova ne sia che molti tagliandi con questa opzione stanno arrivando proprio da lì, anche da parte di altri operatori economici: albergatori, artigiani e via dicendo. La val Gardena, sostiene Stuflesser, come altre zone dolomitiche, non sempre è stata visionaria. «Ma il turismo deve essere visionario, deve prevedere i flussi di clientela futura». Non fu visionaria, la valle, quando, negli anni Sessanta, venne dismesso il trenino della Gardena, «che oggi risolverebbe gran parte dei problemi della mobilità in valle, ma che sarà difficile riportare in auge, dato che ormai, costruendo ovunque, si è consumato tutto il terreno esistente». Negli anni Sessanta non si ebbe una visione, negli anni Novanta sì. Ora si deve nuovamente tirare fuori il coraggio. «Chiudere al transito i passi, a ore, per esempio dalle 10 alle 15, in luglio e agosto. Introducendo il divieto di transito con gradualità, facendo delle sperimentazioni, tipo per due o tre anni, apportando correttivi per rendere il sistema ottimale». La Sella Ronda, a quel punto, diventerebbe un paradiso per i ciclisti, «arriverebbero qui da tutto il mondo, ne sono certo». Il sistema degli shuttle bus e degli impianti di risalita, già oggi ottimo, prossimamente sarà ancora migliorato, per esempio con una cabinovia a otto posti da Piz Seteur alla Città dei Sassi. Niente file agli impianti, già ora i bus si muovono con cadenzamento mezz’orario. «Certo, le amministrazioni locali dovrebbero muoversi con coraggio. Anche io, a Ortisei, avevo un laboratorio nella zona poi diventata pedonale. Ma non è che dopo la chiusura della via ho perso clienti, anzi. Non sono morto, sono vivo e vegeto!». Secondo Stuflesser, molti gardenesi e molti badioti, sarebbero d’accordo. «Ma non parlano, per non urtare la sensibilità di paesani e colleghi». Si subisce troppo, però, in Gardena. Per esempio, sembra poca cosa ma potenzialmente è un mostro viabilistico: i cartelli in val di Fassa. «A Canazei, alla rotonda per salire al Sella e al Pordoi, c’è il cartello che indica autostrada del Brennero. In tal modo si scaricano val di Fassa, passo Costalunga e val di Fiemme, ma così passano tutti quanti da noi in Gardena». E invece, conclude Stuflesser, si dovrebbe puntare su altro: «Auto fermate al parcheggio di Pontives, oppure a Plan de Gralba. Poi si prosegue solo in bici, a piedi, con gli impianti di risalita, in autobus». All’inizio sarà dura, «ma poi la gente, compresi gli imprenditori, si abituerà». Come accadde per la chiusura del centro storico a Ortisei.

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Cortina: sabato incontro nella casa delle regole I sentieri delle Dolomiti protagonisti CORTINA I sentieri delle Dolomiti protagonisti del prossimo incontro alla Casa delle Regole. Sabato alle 18, il giornalista de “La Stampa”, Ivan Fossati, presenterà il volume “La leggenda dimenticata - I sentieri incantati delle Dolomiti d’Ampezzo” di Alessandra Tsantinis, illustrato da Anna Bianchi La Stria. Sarà presente anche lo scrittore Francesco Vidotto. Il volume, realizzato in collaborazione con le Regole e il Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo, con il patrocinio della Fondazione Dolomiti Unesco, ripercorre la storia di Christian che, persi i genitori in tenera età, impara ad affrontare la vita basandosi esclusivamente sulla realtà, dimenticando antiche usanze, rituali e leggende a lui tramandate dai genitori. E' uno strumento per godere della bellezza delle Dolomiti d’Ampezzo, raccontata dall’estro di chi è riuscito a trasporre le proprie suggestioni in testi e illustrazioni di particolare pregio artistico. Un volume che mira a riaccendere la fantasia di ogni lettore, aiutando a riscoprire la propria interiorità semplicemente tramite un racconto e un itinerario. Leggendo la storia, infatti, e seguendo la mappa all’interno del libro, si può provare il piacere di compiere anche fisicamente, insieme al protagonista, tutto il percorso, fra boschi, pascoli e rocce delle Dolomiti d’Ampezzo. In questo modo, sarà possibile scoprire un nuovo magico aspetto di queste montagne incantate, patrimonio dell’umanità. Ingresso gratuito. (a.s.)

Ansa.it | 10 Agosto 2016 Dolomiti-UNESCO: in Trentino mostra fotografie dei giovani

Corriere Agosto

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delle Alpi | 10

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Si riscopre ecologista invocando una chiusura forzata di quegli stessi passi. Indipendentemente dal fatto che si possa essere favorevoli o meno a limitazioni a fascia oraria o giornaliera, così come all'introduzione o meno di un pedaggio, mi permetto di fare alcune osservazioni, partendo proprio da quest’ultimo. Considerato che la riscossione di un pedaggio non ha mai trattenuto nessuno a raggiungere una meta, semmai il contrario, mi viene spontaneo chiedermi: per quale motivo allora? Spero non per affrontare una normale manutenzione delle strade stesse, altrimenti ci toccherebbe introdurre un pedaggio ad ogni imbocco stradale. Presumo si pensi ad investire tale introito in una o più strutture atte a spiegare la bellezza delle nostre montagne, la nostra terra con la sua storia, tradizioni e identità culturale; strutture che inevitabilmente poi dovranno a loro volta essere gestite, mantenute, riammodernate, ecc. La chiusura anche solo parziale dei passi comporta non poche criticità. Il cosiddetto modello Alpe di Siusi come soluzione alla viabilità dei Passi Dolomitici non mi convince; mentre i passi dolomitici collegano fra di loro le varie vallate, la strada che porta all'Alpe di Siusi si ferma lì. Sono due situazioni ben diverse ed a mio avviso non paragonabili fra loro. Prima di aprire una discussione di questo genere, sarebbe opportuno capire cosa ogni singola opzione comporta alle rispettive vallate, anche in termini monetari. Dall'individuazione all'acquisizione dei terreni necessari per la realizzazione dei parcheggi a fondovalle nonché la loro gestione, dall’impatto economico per gestori di baite e rifugi fino ad arrivare all'impiego di mezzi di trasporto alternativi ed ecosostenibili per le nostre strade strette, tortuose e ripide. E a proposito di strade: mentre ci si lamenta dell’inquinamento acustico che moto e macchine causano, ci si dimentica delle bici. Tanto benvenute durante le varie manifestazioni agonistiche ma poco tollerate in periodi diversi. Certo, non

SUI PASSI CHIUSI UN’ALTRA PROSPETTIVA

Trentino | 10 Agosto 2016

(ANSA) - TRENTO, 10 AGO - Sono allestite in 59 pannelli le migliori fotografie realizzate da giovani delle comunità trentine del Primiero, Val di Fiemme, Brenta e Val di Fassa che hanno narrato in un percorso formativo teorico-pratico una parte del Bene Naturale Dolomiti Unesco. A conclusione del progetto denominato Myl (Meet your landscape), che ha visto i giovani accompagnati da esperti di fotografia e narrazione, oggi alle 17 si inaugura la mostra che ne è scaturita. L'appuntamento è alla sala esposizioni del municipio di Fai della Paganella. La rassegna sarà visitabile fino al 31 agosto. La mostra è disponibile gratuitamente per un periodo di tre settimane per enti e istituzioni che intendano allestirla. È stata realizzata nell'ambito dell'impegno che la Provincia autonoma di Trento, così come fanno le altre Province che amministrano la parte restante del Bene naturale Dolomiti, si è assunta con l'Unesco per la promozione e valorizzazione di questo patrimonio dell'Umanità.

18 Rassegna stampa - Agosto 2016

19 Rassegna stampa - Agosto 2016 fanno rumore e non inquinano, ma spesso sono proprio loro ad ostacolare un flusso scorrevole del traffico quanto pullman, camper e altri mezzi ingombranti. Servirebbero così ciclabili e sentieri per mountain-bike, fortemente voluti da molti, ma in pochi disposti a trovare un giusto ed equo accordo con i relativi proprietari terrieri; ma qui rischiamo di aprire un altro capitolo alquanto doloroso. Spero solo che il tavolo di lavoro interprovinciale chiamato a trovare soluzioni appropriate possa lavorare in maniera costruttiva e senza pressioni di alcun genere, prima che questo scambio di opinioni assuma i connotati già visti e vissuti nei mesi antecedenti al referendum sull'aeroporto di Bolzano. E in attesa di uno stratagemma ben ponderato e condiviso sono sicura che qualche consiglio pratico, economico e ad effetto immediato lo possa dare anche il vigile di paese. Marina Crazzolara Rappresentante dell’Unione Albergatori Val Badia

Trentino | 10 Agosto 2016

Roberto De Martin approva la soluzione e rilancia: «Bisogna spingere sulla ferrovia orientale, e ritrovare l’autenticità» «Fasce orarie, ma prima il test sul Sella» di Gilda Fusco TRENTO L’ex presidente del Cai che oggi dirige il Trento Film Festival, Roberto De Martin, si dice favorevole alla chiusura a fasce orarie dei passi. A due condizioni: che si faccia prima il test al passo Sella e che si spinga sul collegamento ferroviario verso est. Così, forse, si riuscirà anche a ritrovare quell’autenticità che sta tanto a cuore ad un amante della montagna come lui. Lei ha sicuramente seguito la nostra campagna sui passi... Sì, certo, è da mesi che andate avanti! E proseguiremo finché non si risolve il problema. A proposito: lei cosa ne pensa? Io credo sia giusto porsi il problema della mobilità in montagna, e apprezzo questo dibattito che si impegna a dar voce alle diverse campane. Se vediamo le Dolomiti nel loro complesso, mi sembra una proposta intelligente quella di cominciare dal passo Sella. Perché? Perché così vengono coinvolte le due Province più dotate dal punto di vista infrastrutturale.Da quell’esperienza lì raccoglieremo elementi importanti. Ma per raggiungere un consenso più ampio e coinvolgere la parte orientale (in particolare Belluno e il Veneto) bisogna far andare avanti le infrastrutture, ovvero la ferrovia che unisce Calazo a Dobbiaco. Così sarà più facile avere anche il consenso di bellunesi e veneti, che oggi hanno solo la mobilità su strada. Bisogna spingere sull’intesa fra Bolzano e Veneto per fare il collegamento: se si realizza quello penso che tutto il problema avrebbe una soluzione intelligente, più facile e anche più giusta. E nel frattempo? Nel frattempo fasce orarie, ma prima il test sul passo Sella, che ci darà elementi per poter offrire servizi più seri e guardare avanti. Ma bisogna comunque spingere perché la ferrovia da progetto diventi realtà. Io nel ’56, l’ultimo giorno delle Olimpiadi, sono andato a Cortina col trenino partendo da Brunico; ora non si può fare... Ferrovie e chiusure dei passi hanno a che fare anche con la montagna come meta turistica. Lei ci crede? Oggi non può non essere anche meta turistica, ma solo come complemento dei settori primario e secondario che funzionino (come da noi). Come pensa che siano vissuti

Alto Adige | 11 Agosto 2016

Roberto De Martin approva la soluzione e rilancia: «Bisogna spingere sulla ferrovia orientale, e ritrovare l’autenticità» «Fasce orarie, ma prima il test sul Sella» di Gilda Fusco BRESSANONE L’ex presidente del Cai, il brissinese che oggi dirige il Trento Film Festival, Roberto De Martin, si dice favorevole alla chiusura a fasce orarie dei passi. A due condizioni: che si faccia prima il test al passo Sella e che si spinga sul collegamento ferroviario verso est. Così, forse, si riuscirà a ritrovare quell’autenticità che sta a cuore ad un amante della montagna come lui. Lei ha sicuramente seguito la nostra campagna sui passi... Sì, certo, è da mesi che andate avanti! E proseguiremo finché non si risolve il problema. A proposito: lei cosa ne pensa? Io credo sia giusto porsi il problema della mobilità in montagna, e apprezzo questo dibattito che si impegna a dar voce alle diverse campane. Se vediamo le Dolomiti nel loro complesso, mi sembra una proposta intelligente quella di cominciare dal passo Sella. Perché? Perché così vengono coinvolte le due Province più dotate dal punto di vista infrastrutturale.Da quell’esperienza lì raccoglieremo elementi importanti. Ma per raggiungere un consenso più ampio e coinvolgere la parte orientale (in particolare Belluno e il Veneto) bisogna far andare avanti le infrastrutture, ovvero la ferrovia che unisce Calazo a Dobbiaco. Così sarà più facile avere anche il consenso di bellunesi e veneti, che oggi hanno solo la mobilità su strada. Bisogna spingere sull’intesa fra Bolzano e Veneto per fare il collegamento: se si realizza quello penso che tutto il problema avrebbe una soluzione intelligente, più facile e anche più giusta. E nel frattempo? Nel frattempo fasce orarie, ma prima il test sul passo Sella, che ci darà elementi per poter offrire servizi più seri e guardare avanti. Ma bisogna comunque spingere perché la ferrovia da progetto diventi realtà. Io nel ’56, l’ultimo giorno delle Olimpiadi, sono andato a Cortina col trenino partendo da Brunico; ora non si può fare... Ferrovie e chiusure dei passi hanno a che fare anche con la montagna come meta turistica. Lei ci crede? Oggi non può non essere anche meta turistica, ma solo come complemento dei settori primario e secondario che funzionino (come da noi). Come pensa che siano vissuti oggi i tempi lenti e faticosi di montagna? Oggi abbiamo cose inconcepibili fino a dieci anni fa. Ad esempio, su google, si possono vedere i sentieri: questo può facilitare la fruizione della montagna. Ovviamente la fatica è sempre un deterrente: non tutti sono disposti ad affrontarla. Ma chi la affronta poi trova soddisfazione. E dei giovani cosa ci dice? Pochi giorni fa Marco Albino Ferrari, che collabora col Film

20 Rassegna stampa - Agosto 2016 oggi i tempi lenti e faticosi di montagna? Oggi abbiamo cose inconcepibili fino a dieci anni fa. Ad esempio, su google, si possono vedere i sentieri: questo può facilitare la fruizione della montagna. Ovviamente la fatica è sempre un deterrente: non tutti sono disposti ad affrontarla. Ma chi la affronta poi trova soddisfazione. E dei giovani cosa ci dice? Pochi giorni fa Marco Albino Ferrari, che collabora col Film Festival, ha vinto il Pelmo d’Oro di Belluno per la cultura di montagna; in occasione della premiazione ha scritto un’elegia sul fatto che lui trova ancora autenticità quando si muove da un rifugio all’altro. Ecco, da quello che vedo io anche le nuove generazioni apprezzano la montagna se trovano autenticità. E l’autenticità si trova sperimentando, non c’è altro modo: camminando e guardandosi intorno, che poi significa anche guardare dentro se stessi.

21 Rassegna stampa - Agosto 2016

Festival, ha vinto il Pelmo d’Oro di Belluno per la cultura di montagna; in occasione della premiazione ha scritto un’elegia sul fatto che lui trova ancora autenticità quando si muove da un rifugio all’altro. Ecco, da quello che vedo io anche le nuove generazioni apprezzano la montagna se trovano autenticità. E l’autenticità si trova sperimentando, non c’è altro modo: camminando e guardandosi intorno, che poi significa anche guardare dentro se stessi.

Trentino | 12 Agosto 2016

Nel dibattito moderato da Beppe Severgnini a Corvara sottolineata però la carenza di collegamenti pubblici frequenti Passi, i turisti «spingono» per la chiusura di Fausta Slanzi CORVARA Il dibattito sui passi dolomitici che “Alto Adige” e “Trentino” stanno portando avanti ha avuto ieri al Rifugio Piz Boè Alpine Lounge, sopra Corvara, un assist magnifico “calciato” da Beppe Severgnini che, in “L’erba dei Ladini. Niente auto sui passi dolomitici?”, ha messo a confronto relatori di tesi opposte coinvolgendo il pubblico in un dibattito molto partecipato. Cinque minuti a Michil Costa, testimonial perfetto di una qualità di vita e ospitalità all’insegna del buon senso, lui, narratore per antonomasia, ha esposto la sua tesi di chiusura dei passi dolomitici (per qualche ora al giorno) dicendo tra l’altro “non chiudere i passi significa non avere intelligenza turistica. Il più grande ostacolo (alla chiusura) è la nostra lentezza a cercare risposte. Non dobbiamo aprire solo le corde vocali ma anche il cervello”. Stefano Illing, già presidente del Consorzio turistico Cortina d’Ampezzo, di tesi opposte ha sottolineato, nei suoi 5 minuti, come a questo tema complesso non si possa rispondere in modo semplicistico. Insistendo sull’accessibilità che deve essere garantita a tutti ha ipotizzato uno scenario futuro con più auto elettriche ma è rimasto fermamente convinto che non si debbano chiudere i passi dolomitici. Oltre 100 persone, turisti provenienti da ogni parte d'Italia per un appuntamento inserito nella rassegna “Un libro Un rifugio” ideata tredici fa da Gianna Schelotto e reso “memorabile” da Severgnini e i suoi ospiti. A supportare le tesi di Michil Costa, più di un intervento da parte del pubblico (1’ ciascuno) che in vario modo ha sottolineato come la chiusura dei passi a ore garantirà una qualità della vita superiore e così un'economia più sostenibile. Di questa opinione in particolare un giovane italiano che vive a Londra e che ha sottolineato come ”maggiore attrattività dal punto di vista della qualità dell'ospitalità renderebbe molto di più”. Di tesi coerenti con il pensiero di Illing una signora fiorentina che ha messo in rilievo il fatto che per le fasce meno agiate della popolazione venire in Dolomiti e, in particolare in Val Badia, diventi sempre più proibitivo. Tesi per altro smentite con dati alla mano dal direttore del Consorzio Turistico Alta Badia Damiano Da Punt e dal presidente Oscar Alfreider. “Se sei un motociclista serio non vai a velocità folli sui passi e usi una marmitta e tutto il resto a norma di legge. Auspico più polizia e più controlli sui passi dolomitici”, così un motociclista presente. Una coppia svizzera che da 40 anni frequenta la Val Badia ha sottolineato come la carenza, specie

Alto Adige | 12 Agosto 2016

L’ALBERGATORE BADIOTA Costa: abbiamo già perso fin troppo tempo di Ezio Danieli CORVARA Alla fine del dibattito i due maggiori contendenti sono rimasti sulle loro posizioni. Stefano Illing (funivia del Lagazuoi) contrario a qualunque limitazione al traffico sui passi dolomitici, Michil Costa a sostenere la necessità che almeno per quattro ore al giorno, dalle 11 alle 16, bisogna bloccarlo. Perché per un periodo limitato? «Per fare in modo che l'attività commerciale sui passi venga garantita e poi per consentire di raggiungere i vari rifugi. Mi rimane però un senso di frustrazione». Per quale motivo? «Perché vedo che l'argomento è diventato di grande interesse grazie anche alla campagna portata avanti dall’Alto Adige.. Ma nessuno si muove. A parole tutti sono pronti a fare qualcosa, nei fatti nulla si muove. È triste ammetterlo ma purtroppo è così». Nel corso del dibattito sono emerse indicazioni importanti... «Intanto il fatto che alla gente sia stata data la possibilità di esprimere un’opinione sulla mobilità in generale e nella zona dolomitica in particolare. È un fatto positivo. Poi l'indicazione data da una giurista che ha affermato come una limitazione al traffico è possibile nelle Dolomiti che sono considerate una zona che abbisogna di una certa tutela». È stata evidenziata anche l'inadeguatezza degli attuali mezzi di trasporto pubblico... «Chi l'ha detto ha perfettamente ragione. I pullman attualmente non sono in numero sufficiente. Adeguarli alle esigenze significherebbe già avere fatto un grande passo avanti. Io ritengo comunque necessario, e non più dilazionabile, uno stop al traffico almeno un paio di ore al giorno». Gli esercenti sui passi ritengono che un provvedimento del genere sarebbe la loro fine dal punto di vista commerciale... «Io penso invece che gli affari per loro aumenteranno. Bisogna provare, possibilmente in fretta». Beppe Severgnini, che ha moderato il dibattito, non ha voluto prendere posizione. Ma che idea si è fatto? «L'altro giorno è stato a Ortisei e con il Gardena chiuso ha fatto un giro attraverso gli altri passi attorno al Sella. Tornato in Alta Badia la sera mi ha raccontato di aver visto di tutto: dalle auto ai pullman, dai ciclisti alle moto che sfrecciavano veloci, In quel "ho visto di tutto" c'è la sintesi di una situazione che le Dolomiti non possono continuare a sopportare ancora a lungo. Chi deve decidere lo faccia in fretta. Non possiamo attendere oltre». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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22 Rassegna stampa - Agosto 2016 nella frequenza, di mezzi pubblici sia un fattore negativamente condizionante e incentivi l'utilizzo dell’auto. Beppe Severgnini in premessa ha sottolineato come sia un’opportunità persa per gli amministratori di questi territori non partecipare a incontri di questo tipo dove la gente espone il suo punto di vista: certamente ieri al Rifugio Piz Boè Alpine Lounge il 95% delle persone avevano scelto le Dolomiti per vacanza. Resta il fatto che il tema di grandissima attualità riguarda chi ci vive e lavora in Dolomiti e chi lo sceglie come destinazione di vacanza: i coupon che potete ritagliare sul giornale rimangono una buona opportunità di partecipare al dibattito.

Traffico insopportabile anche sul Sella. Gli operatori turistici: «È ciò che accadrà in caso di sbarramenti a ore dei passi» Chiude il Gardena, inferno sul Pordoi di Francesco Dal Mas CORTINA «Avviso a chi firmerà l'atto di chiusura dei passi, anche di uno solo, e pure a titolo sperimentale: sappia che lo porteremo in tutte le possibili sedi di giustizia, comprese quelle europee, per rispondere del danno che ci deriverà». L'ingegner Stefano Illing, titolare della società Lagazuoi e vicepresidente del Comitato degli operatori dei passi dolomitici, lo ha anticipato, chiaro e tondo, in una riunione pubblica ieri mattina a Corvara. Il tema non è caldo, ma bollente. Sono bastate poche ore di chiusura del passo Gardena, a seguito della caduta di alcuni sassi, perché il traffico già animato sul Sella e il Pordoi assumesse dimensioni insopportabili, anche dal punto di vista delle reazioni nervose: sia degli automobilisti, costretti alla circumnavigazione, sia dei residenti, pressati dalle domande d'informazione più insistenti. «Questa è la cartina di tornasole di quanto potrebbe accadere con le chiusure ad ore, seppur solo sperimentali», chiosava, ieri sera, quasi esausto, Osvaldo Finazzer, con albergo sul passo Pordoi e presidente del Comitato. Oggi gli ambientalisti hanno dato appuntamento ai giornalisti al Rifugio Sella. Alle 10.30 di questa mattina, vicino al rifugio ma precisamente in quella che viene chiamata “la città dei sassi”, otto associazioni, fra loro anche le due più classiche dell'alpinismo, presenteranno un pacchetto di misure per riportare in “condizioni di dignità” ambientale questi siti che, a loro dire, rischiano di soccombere all'invasione di auto e moto. Si tratta di Dachverband, Alpenverein, Cai, Lia da Mont, Mountain Wilderness, Cipra Italia, Cipra Sudtirol. I rappresentanti di ciascuna organizzazione avranno a disposizione cinque minuti per l'analisi della situazione e le proposte. Luigi Casanova interverrà come portavoce della confederazione Cipra. «Non vogliamo dichiarare guerra né agli automobilisti né ai motociclisti, tanto meno a chi ha diritto a lavorare sui passi, ma anche per il loro bene è necessario introdurre dei limiti che siano, al tempo stesso, delle opportunità di ancora maggiore lavoro», anticipa Casanova. «Limiti, quindi, alle auto e alle moto per qualche ora nei giorni di maggiore afflusso. E opportunità agli appassionati della bicicletta e dell'escursionismo». Franco Tessadri, dell'associazione Mountain Wilderness, aggiunge, a questa impostazione, un rotondo no all'introduzione del pedaggio per limitare l'accesso ai passi. «È dimostrato che il pedaggio non serve. Basta verificare ciò che succede alle Tre Cime di Lavaredo o al passo Rombo». L'ingegner Illing si dice pronto al confronto, meglio se pacato. «È indiscutibile che in certe giornate, non in tutte, sui passi c'è una mole di traffico a volte insopportabile. Ma lo è perché mancano parcheggi

23 Rassegna stampa - Agosto 2016 Corriere delle Alpi | 12 Agosto 2016

Quasi sconosciuto, è in realtà molto usato nel mese più caldo

LONGARONE Il passo Sant'Osvaldo? Chi lo conosce? Eppure è un importante valico tra la provincia di Belluno e il Friuli. La società Eurac di Bolzano ha analizzato anche il traffico su questo valico. Siamo, infatti, sempre in territorio Dolomiti Unesco. I veicoli leggeri mediamente in transito sono poco più di 1.162 nei giorni più trafficati dell'estate. Si osserva un sostanziale incremento del numero di passaggi ad agosto, con oltre 2.500 veicoli mediamente in circolazione. La distribuzione dei transiti per fascia oraria conferma la concentrazione del traffico ad agosto, quando si osserva la distribuzione a doppia campana riscontrata

Il Sant’Osvaldo è un hot spot

L’indagine sui flussi L’Eurac: 2.500 veicoli su Fedaia nella settimana di Ferragosto

ROCCA PIETORE La società Eurac di Bolzano, su incarico della Fondazione Dolomiti Unesco, non ha analizzato soltanto il traffico dei passi intorno al Sella. Anche altri, come il Fedaia (oltre che il Costalunga e il Sant'Osvaldo, tra Erto e Cimolais). 2.500 i veicoli in salita e in discesa ai piedi della Marmolada, nelle giornate di Ferragosto, un migliaio in meno a luglio. Veicoli leggeri, nella stragrande maggioranza.Sul finire della stagione estiva, a settembre inoltrato, le auto di passaggio risultano poco più di 660. Attenzione, però, in ottobre, alla coincidenza con alcune festività in Germania, anche sul Fedaia riprendono i transiti, specie di moto. «Osservando la distribuzione giornaliera media dei veicoli - informa lo studio Eurca - si rilevano alcune analogie con quanto rilevato nei passi Campolongo, Costalunga, Gardena, Sella e Pordoi. In particolare, i dati evidenziano la concentrazione dei transiti nella fascia oraria 9-17, con un picco in tarda mattinata, dove mediamente i transiti orari sfiorano le 200 unità (fascia oraria 10-11), congiuntamente ad un secondo picco meno elevato nel pomeriggio (15-16), quando i veicoli in arrivo al Fedaia sono mediamente circa 180. I transiti delle moto risultano invece relativamente più frequenti nelle ore centrali della giornata, in particolare tra le 12 e le 16, quando i motocicli contano per circa un quinto del volume totale di veicoli. Come conferma il sindaco di Rocca Pietore, Andrea De Bernardin, che lavora sul Fedaia, il numero di veicoli leggeri in arrivo al passo dalla Val Pettorina per il 62,5% attraversa il Fedaia, proseguendo per Canazei. Si tratta non solo di turisti, ma anche di pendolari. Dall'indagine di Eurac fra i turisti al lago Fedaia è emerso che le attività svolte dai visitatori sono diversificate. Esse spaziano tra attività leggere quali svago e relax (30% degli intervistati) o osservazione della flora e della fauna (19%) ad attività più impegnative come trekking (11,5%) e arrampicata/alpinismo (4%). L'area risulta inoltre frequentata prevalentemente da visitatori italiani (54%) e tedeschi (22,7%). L'indagine ha inoltre evidenziato come la quasi totalità dei visitatori utilizzi prevalentemente un mezzo privato per giungervi (86,6%, di cui solo il 3% motocicli), mentre solo poco più del 3% di intervistati utilizza un mezzo di trasporto pubblico. Tra gli arrivi dal versante bellunese, le soste in prossimità della diga appaiono generalmente inferiori, e comprese tra il 36% (216 veicoli) registrato nei rilevamenti di luglio e il 43% (176 veicoli) nel periodo settembre/ottobre. Il Fedaia rappresenta un importante collegamento turistico e punto di accesso alle Dolomiti patrimonio Unesco, ma è anche un cruciale valico per la mobilità interprovinciale. «Ecco perché - conclude De Bernardin - occorre una sistemazione definitiva della strada, con la messa in sicurezza del passo». (f.d.m.)

24 Rassegna stampa - Agosto 2016 organizzati e perché», spiega ancora, «lungo le strade non ci sono i necessari controlli, a partire dalla velocità e dal rumore di troppo delle moto rombanti». Ma secondo Illing non occorre introdurre “estremi rimedi”. E porta l'esempio di quanto accadrà sul passo Falzarego. «In contesti ambientali così delicati dobbiamo favorire l'uso delle auto elettriche e per questo come società Lagazuoi installeremo sul Falzarego una colonnina per l'approvvigionamento delle auto elettriche». Quanto alle moto e alle auto, Illing sostiene la necessità, anzi l'urgenza che si faccia rispettare il codice della strada, sia con una maggiore presenza della vigilanza, sia con la strumentazione elettronica. Di chiusure, invece, non se ne parla. «Neppure un'ora a titolo sperimentale», insiste il professionista, perché rischia di diventare il cavallo di Troia per provvedimenti che rischiano poi di comprimere il «sacrosanto diritto alla mobilità». Quindi? «Chi si azzarderà a firmare provvedimenti restrittivi, sappia che ricorreremo presso tutte le istanze, in ambito italiano ed europeo. E quindi ne risponderà anche patrimonialmente». Dal canto loro gli ambientalisti sollecitano le Province ad assumere «almeno dei provvedimenti simbolo», quindi la sperimentazione, per lanciare un messaggio culturale.

25 Rassegna stampa - Agosto 2016 anche negli altri passi. I transiti appaiono infatti prevalentemente concentrati nella mattinata e nel pomeriggio dove, ad eccezione della fascia oraria 13-14 i veicoli in transito risultano generalmente oltre 200 (poco più di tre veicoli al minuto). Rispetto all'andamento stagionale si rileva infine come il numero di veicoli risulti generalmente equidistribuito, seppur con una tendenziale prevalenza di veicoli in transito in direzione passo (comune di Erto e Casso) in tutti i periodi di rilevamento. «Nel complesso, il valico alpino del Sant'Osvaldo appare caratterizzarsi come hot spot stagionale - si legge nel rapporto Eurac -, con picchi di transito prevalentemente concentrati in giornate specifiche nel corso della stagione estiva. Il numero di transiti appare tuttavia relativamente basso se posti a confronto con i volumi di traffico nei passi Costalunga, Campolongo, Gardena, Sella, Pordoi e Fedaia».( fdm)

Trentino | 11 Agosto 2016

SUI PASSI NON VIETARE MA EDUCARE

Leggo con molta attenzione l'evoluzione del dibattito legato al regime del transito dei veicoli e dei motoveicoli sui passi dolomitici. Le idee sono sostanzialmente assestate su tre ipotesi. La chiusura per fasce orarie, il pedaggio, limitazioni di altro e vario genere, compresi i maggiori controlli delle autorità di pubblica sicurezza. Non prendo nemmeno in considerazione la chiusura totale, che mi pare assurda. Che il problema, per lo più delle motociclette, ci sia, è un dato assodato, ed il rischio per l'incolumità delle persone e dei mezzi d'estate è davvero molto alto. Io però credo che ogni regolamentazione che porti alla chiusura, più o meno ampia, dei passi dolomitici, sia il frutto del fallimento della politica di sviluppo del territorio e della sua immagine in termini di fruibilità del bene comune. E' pur vero che l'area dolomitica, con i suoi numerosi ed affascinanti passi, merita assoluto rispetto e tutela, sotto ogni e più ampio profilo, di cui la sicurezza ed il rumore sono solo due componenti. Il diritto alla libera circolazione delle persone e dei mezzi sul territorio (europeo) merita tuttavia assoluto rispetto. Non che ciò costituisca un limite alla potestà di regolamentazione della circolazione da parte delle autorità competenti. Il principio è però un altro. Il fallimento della politica di sviluppo del territorio e della sua immagine ampiamente intesi, che già risiede nella eccessiva parcellizzazione dell'area dolomitica, si annida per lo più nel principio in base al quale, vietare è molto più semplice e assai meno responsabilizzante, che programmare ed educare al rispetto del territorio. Io quindi sono contrario alle linee sin qui ipotizzate e sarei, invece, favorevole - forse anche promotore assieme ad altri, tra cui la Fondazione Dolomiti Unesco - di un importante ed uniforme progetto dolomitico di educazione alla circolazione stradale sui passi dolomitici, impregiudicate, naturalmente, le sanzioni che sempre ed auspicabilmente possono essere irrogate a chi fa il furbo. Intendo riferirmi al fatto che, quando chiunque entra nell'area dolomitica, a piedi, in auto, in moto, con camion o con camper, dovrebbe essere realmente messo nelle condizioni di capire bene l'importanza ed il pregio del territorio che si accinge a percorrere, ad esempio con cartellonistica e segnaletiche adeguate ed uniformi su tutta l'area dolomitica, con forme disincentivanti alla folle corsa in velocità, ma senza vietare o limitare il transito. Non è poi così brutto vedere i passi dolomitici frequentati e fruiti dalla moltitudine di persone, le quali scattano fotografie, si godono il paesaggio, pranzano nei ristoranti, salgono sugli impianti, ed in ogni caso - ed è questo il valore immateriale a cui tengo particolarmente- portano a casa e divulgano un messaggio di straordinaria bellezza del paesaggio offerto dal patrimonio dolomitico. Ma quale paesaggio? E' descritto

Sono allestite in 59 pannelli le migliori fotografie realizzate da giovani delle comunità trentine del Primiero, Val di Fiemme, Brenta e Val di Fassa che hanno narrato in un percorso formativo teorico-pratico una parte del Bene Naturale Dolomiti UNESCO.

La mostra è disponibile gratuitamente per un periodo di tre settimane per enti e istituzioni che intendano Perallestirla.informazioni e richieste scrivere a ass.infrastruttureambiente@provincia.tn.it

MYL – Meet Your Landscape nasce come esperienza itinerante e racconta le tappe di un viaggio nelle Dolomiti bene-UNESCO.

L’Adigetto | 11 Agosto 2016

La mostra è stata realizzata nell'ambito dell'impegno che la Provincia Autonoma di Trento, così come fanno le altre province che amministrano la parte restante del Bene Naturale Dolomiti, si è assunta con l'UNESCO per la promozione e valorizzazione di questo patrimonio dell'Umanità.

26 Rassegna stampa - Agosto 2016 bene? E' descritto male? E' non descritto? E' realmente capito? Perché limitare tutto questo? Ecco perché vietare sarebbe un fallimento del progetto dolomitico, poiché così facendo si nasconderebbe semplicemente la testa sotto la sabbia, aggravando semmai il problema, favorendo molto meno la conoscenza, da cui si trae il rispetto, e pervenendo ad un concetto - tutt'altro che virtuoso - di graduale desertificazione del territorio. E' questo che vogliamo? Io non credo. Io vado fiero se molte persone transitano da Sagron Mis per salire al passo Cereda e mi piacerebbe poter collocare alla base della salita, e così in tutti i passi dolomitici, un portale studiato apposta per favorire l'educazione ambientale e la moderazione nella velocità. Io credo che questo sia possibile, oltre che più conveniente. Certo è un po' più difficile che emettere una ordinanza, in quanto costringe tutti gli attori - cosa rara di questi tempi - a ragionare insieme per una finalità comune volta alla conservazione, ma anche allo sviluppo sostenibile, dell'intera area dolomitica. Luca Gadenz Sindaco del Comune di Sagron Mis

Percorso formativo e mostra a Fai della Paganella visitabile fino il 31 agosto

A conclusione del progetto denominato MYL - MEET YOUR LANDSCAPE, che ha visto i giovani accompagnati da esperti di fotografia e narrazione, ieri è stata inaugurata la mostra che ne è scaturita. L'appuntamento è alla sala esposizioni del Municipio di Fai della Paganella.

La rassegna sarà visitabile fino al 31 agosto.

Il sito Unesco delle Dolomiti comprende una catena montuosa delle Alpi del Nord Italia, con 18 vette al di sopra di 3000 metri.

Il Sito Unesco delle Dolomiti

27 Rassegna stampa - Agosto 2016 Dglamour Magazine | 11 Agosto 2016

Il Sito delle Dolomiti comprende una serie di paesaggi montani di eccezionale bellezza naturale. I loro picchi colorati e la grande varietà delle forme scultoree sono costituiscono un valore immenso per la scienza della terra. Questo territorio, infatti, presenta un’elevata concentrazione di formazioni calcaree e la geologia offre uno spaccato della vita marina nel periodo Triassico. Alcune delle pareti delle Dolomiti sono tra le più alte pareti di calcare del mondo. L’area presenta una vasta gamma di morfologie legate all’erosione, alla tettonica e alla glaciazione. I valori geologici sono di rilevanza internazionale, in particolare le piattaforme carbonatiche del Mesozoico, o atolli fossilizzati.

Le Dolomiti richiedono risorse adeguate per la loro protezione, una governance che garantisca a tutte le cinque province coinvolte un piano comune di gestione. Per questo sono state messe in atto politiche e programmi comuni per permettere al territorio di conservare il proprio valore ambientale.

Le Dolomiti rappresentano uno dei più bei paesaggi di montagna, con pareti verticali, scogliere a picco e molte valli strette e profonde. Dal 2009 nove aree delle Dolomiti sono entrate a fare parte del patrimonio Unesco. Esse, infatti, presentano una diversità di paesaggi di importanza internazionale per la loro geomorfologia. Queste zone sono infatti caratterizzate da guglie, pinnacoli e pareti di roccia, in cui sono frequenti frane, inondazioni e valanghe. La struttura dispone anche di uno dei migliori esempi di conservazione dei sistemi di piattaforma del Mesozoico, con molti reperti fossili.

Il Sito Unesco delle Dolomiti comprende anche un parco nazionale, numerosi parchi naturali provinciali e un monumento naturale.

L’alpinista Sergio Martini: «Vanno creati parcheggi, navette, servizi. Si è investito sull’inverno, meno sulla stagione estiva» «Passi, alternative prima di chiuderli» di Elena Baiguera Beltrami TRENTO È stato il settimo uomo al mondo e il secondo italiano dopo Reinhold Messner ad aver scalato tutte le quattordici vette superiori agli 8.000 metri negli anni che vanno dal 1976 al 2000. Roveretano di nascita Sergio Martini, 67 anni, accademico del Cai, istruttore nazionale di alpinismo e sci-alpinismo, e membro del Gruppo di Alta montagna francese, è notoriamente allergico a qualsiasi tipo di protagonismo. Delle sue imprese ti deve arrivare qualcosa all’orecchio per averne notizia, perché lui, di suo, non te le verrà mai a raccontarte. Nel mondo alpinistico è noto per la sua ritrosia, per l’antipatia nei confronti di tutto ciò che ha il sapore dell’ ostentazione e per le posizioni a volte contro corrente su molti temi riguardanti la montagna. Abbiamo voluto capire la sua posizione anche sulla campagna del nostro giornale sulla regolamentazione del traffico sui passi dolomitici. Che ne pensa Martini? «Non ho l’autorevolezza e la competenza necessaria per proporre soluzioni, posso parlare da uomo della strada, per quel che vedo e quel che vivo. I giorni scorsi ero a Passo Sella, cercavo parcheggio per andare ad arrampicare e non è stato facile. Non c’è ombra di dubbio che ci sono disagi, ma pensando alla campagna del Trentino e alla macchina da guerra promozionale che la Provincia ha attivato, mi sono chiesto se la promozione turistica martellante che si sta attuando sia coerente con il fatto che poi, chi viene in Trentino, si trovi i passi dolomitici chiusi. Credo che in questo senso esista un gap evidente. Abbiamo tonnellate di depliant e di messaggi web e multimediali che illustrano le bellezze del nostro territorio e devo dire, avendo girato il mondo, che la nostra regione è a pieno titolo un luogo con situazioni paesaggistiche fuori dal comune. Allora mi sono calato nei panni di un turista che riceve tutti questi messaggi così allettanti e pensavo a cosa potrei pensare arrivando in Trentino e trovando una serie di limitazioni». Il problema che Martini pone in effetti non è banale e non nasce oggi, relativamente alla promozione turistica del territorio. Come è confezionato e a quale target turistico si rivolge prevalentemente? Alla clientela mordi e fuggi dei domenicali, oppure ad un pubblico disposto a vivere la montagna con un approccio consono ai luoghi (a piedi, in bicicletta, con i mezzi pubblici)? Indubbiamente la Trentino Guest Card in termini di trasporto pubblico ha rappresentato un forte incentivo all’utilizzo del mezzo pubblico, come la possibilità di caricare la bici sugli impianti di risalita e la presenza di una rete di 400 chilometri di piste ciclabili, ma forse resta ancora molto da fare e la cosa a Martini non sfugge. «Per chiudere alcuni passi, anche solo per fasce orarie, vanno creati servizi, parcheggi, bus navetta, mezzi attrezzati, punti informativi. Il problema non si risolve dall’oggi al domani. Se vogliamo tutelare adeguatamente l’ambiente dobbiamo sapere che avremo anche dei costi. L’impressione è che si sia investito molto sulla stagione invernale, mentre quella estiva essendo più corta, sia sempre andata un po’ sull’onda dell’improvvisazione».

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Trentino Agosto 2016

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29 Rassegna stampa - Agosto 2016

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Appuntamento per rivivere con i protagonisti la due giorni tra le vette dolomitiche dedicate per una volta anche agli escursionisti con disabilità Cima Brenta Open, secondo atto a Molveno il 16 agosto di Marco Benedetti wTRENTO Ripercorrere l’evento tra ricordi, emozioni, immagini dei diversi protagonisti. Cima Brenta Open, l’iniziativa che Simone Elmi, guida alpina di Molveno, ha promosso con i colleghi di ActivityTrentino, il Soccorso Alpino, Accademia della Montagna e Fondazione Dolomiti Unesco, lo scorso fine settimana, vivrà un secondo atto martedì 16 agosto proprio a Molveno, dove alle ore 21 in piazza San Carlo, sarà ripercorsa e rivissuta grazie alle immagini girate, alle interviste e alle testimonianze dirette dei protagonisti. Gli stessi che domenica scorsa sono saliti su Cima Brenta e Cima Sella, e lassù si sono emozionati ascoltando le note dell’Inno alla gioia che, appena uscite dagli strumenti a fiato, sono state catturate dal vento e trasportate da una cima all’altra. E poi viceversa per un successivo fraseggio, e un altro ancora fino alla fine dell’esecuzione e dell’evento. E che in musica era anche iniziato, nel pomeriggio di sabato 6 al Rifugio Tuckett, quando gli stessi musicisti avevano intonato in apertura l’Inno degli alpini skiatori che cento anni fa venivano mandati a morire sui ghiacci scintillanti delle vedrette del MandrònAdamello, della Lobbia, di Lares e Fumo, perfettamente visibili, perché quasi fronte, dal vallone di Vallesinella. Simone Elmi ha quindi spiegato così il senso dell’iniziativa: “Tante persone si avvicinano oggi alla montagna, vale sempre la pena provarci ognuno con il proprio livello per vivere sensazioni positive. È stato quindi il giornalista Rosario Fichera a contestualizzare nella storia alpinistica del gruppo dolomitico il significato della Cima Brenta, salita nel 1871 dagli inglesi D.W. Freshfield e Tuckett con la guida savoiarda Henry Devouassoud, proponendo una “intervista impossibile” all’alpinista britannico e riaprendo il tema della sfida tra Cima Tosa e Cima Brenta per il primato in altezza. Una questione che animò gli alpinisti anche alla fine del 1800, e a cui lo stesso Freshfield diede un contributo. Oggi le recenti misurazioni danno 3151 metri per Cima Brenta e 3136 per Cima Tosa, questione insomma ancora aperta. Nello spirito “open” dell’iniziativa, per una montagna inclusiva sono poi entrati Federico e Giulia, educatori che lavorano fianco a fianco con i ragazzi autistici, anche loro saliti fino al rifugio che hanno raccontato l’emozione di aver preso per la prima volta una funivia. E poi c’era Augusto, giovanissimo scalatore diabetico, alla prima esperienza alpinistica. E naturalmente l’ospite più attesa, l’alpinista altoatesina Tamara Lunger che ha spiegato così la sua presenza, accanto a quei ragazzi. «Le persone hanno bisogno di ritrovare valori e oggi, abbiamo la possibilità di viverli insieme a questi ragazzi e questo mi piace molto. Vorrei dire che in montagna è tutto ‘open’, non sai se ce la fai o meno, bisogna avere passione. Soprattutto devi frequentarla con il cuore e non per promuovere il tuo ego». E proprio con il cuore sono saliti il giorno dopo, su Cima Brenta e Cima Sella.

30 Rassegna stampa - Agosto 2016 Il Gazzettino | 13 Agosto 2016

LA NientePROPOSTApedaggi, ma chiusura dalle 11 alle 16, da luglio a settembre. Una proposta-richiesta che coinvolge la Fondazione Unesco Dolomiti. «Non può rimanere solo un marchio turistico, dia risposte», incalzano gli ambientalisti. Inevitabili le conseguenze nel Bellunese

Gli ambientalisti insistono sulla sperimentazione su Sella, Podoi, Campolongo e Gardena

Il caso. Niente motori dalle 11 alle 16, appello alla Fondazione Dolomiti UNESCO: “Dia risposte” “Passi chiusi durante l’estate”

LA «BloccareRICHIESTAsolamente il Passo Sella sarebbe un provvedimento inadeguato: vanno chiusi anche Pordoi, Campolongo e Gardena». E’ quanto chiedono gli ambientalisti di Trentino e Alto Adige, che insistono nella sperimentazione da avviare sulle Dolomiti.

La battaglia. Ribadito ieri in Alto Adige il “no” al transito di auto e moto sui valichi dolomitici Sella, Campolongo, Pordoi e Gardena: “Vanno chiusi”

Gli ambientalisti vogliono spegnere i motori sui 4 passi: «Niente traffico dalle 11 alle16, da luglio a settembre» Né due né quattro ruote: stop ai motori sui passi dolomitici. Silence, please: lo chiedono i «puristi» della montagna. Che abbassano i decibel delle moto e le emissioni delle marmitte delle auto, per trasformare i passi in grandi piste ciclo-pedonali. I «signori delle cime» puntano alla chiusura dei quattro passi del Sella, per sperimentare e proporre la stessa ricetta su tutte le Dolomiti. E poi, anche ai fondovalle. Le associazioni ambientaliste e alpinistiche Dachverband, Alpenverein Sudtirol, Cai provincia di Bolzano, Sat del Trentino, Mountain Wilderness Italia, Cipra Italia, e Lia da Mont della val Gardena hanno ribadito il messaggio ieri mattina. Proprio dal Passo Sella. «La situazione dei transiti diventa sempre più insostenibile dal punto di

«Passi chiusi a ore dall’estate del 2017»

di Davide Pasquali PASSO SELLA Basta con le chiacchiere. Basta limitare le Dolomiti patrimonio Unesco esclusivamente a un marchio commerciale senza retroterra culturale, etico, ambientale. No al mantenimento dello status quo motorizzato perché il livello di guardia si è sorpassato almeno vent’anni fa. E no anche al pedaggio, che non serve a niente se non a incassare soldi facili. E no pure alla chiusura alcuni giorni a settimana, perché si tratterebbe soltanto di un palliativo. Sì invece alla chiusura oraria dei passi dolomitici, dalle 10-11 del mattino almeno fino alle 16-17, a partire dalla Sella Ronda. Non ogni tanto, bensì tutti i santi giorni, almeno nei mesi estivi di luglio e agosto. E non in un futuro indistinto, lontano, bensì già a partire dall’estate del 2017. Senza se e senza ma. E pure senza sperimentazioni intermedie, qualche giorno qui, qualche giorno là, per vedere come butta. Perché si sa già: funzionerebbe a meraviglia. Per l’ambiente. Ma ancor più per il movimento turistico. Perché i turisti del futuro non assomiglieranno per

e e alpinistiche della regione. Con stop anche in quota a Euro 0, 1 e 2

31 Rassegna stampa - Agosto 2016 vista del traffico, dell'inquinamento, del rumore, della rottura degli equilibri - la premessa degli ambientalisti -. È inadeguato e semplicistico proporre la chiusura del solo Passo del Sella. La sperimentazione deve comprendere i quattro passi Sella, Pordoi, Campolongo e Gardena». Niente pedaggio. Molto meglio una chiusura dalle 11 alle 16, per tutto il periodo estivo, da luglio a metà settembre. «Per garantire agli ospiti di poter vivere le emozioni proprie dell'ambiente dolomiticocontinuano le associazioni -. È compito delle amministrazioni pubbliche costruire momenti partecipativi che portino in tempi brevissimi a decisioni concrete». La regia, però, spetta alla Fondazione Dolomiti Unesco, «che non può rimanere unicamente un marchio turistico, ma deve offrire ai cittadini e ai residenti risposte chiare sui temi più critici. Dalla Fondazione ci aspettiamo risposte urgenti in tema di mobilità sostenibile, di riqualificazione paesaggistica delle aree di transito». Non solo passi, però. «Il tema della mobilità sostenibile non può ridursi alla sola attenzione rivolta ai transiti privati sui passi dolomitici - continuano gli ambientalisti -. Ma deve risolvere le criticità che si presentano nei fondovalle: val Badia, val Gardena e valle di Fassa in particolare, senza trascurare il versante bellunese». Se la chiusura deve passare per la costruzione di un progetto, ci sono azioni da mettere in campo subito: «Autovelox e misuratori di decibel - concludono le associazioni -.Il traffico su moto è sempre più insostenibile: velocità eccessive, spericolatezza, rumore assordante. I controlli sono ridotti al minimo. Ogni

32 Rassegna stampa - Agosto 2016 nulla agli attuali. Lo hanno ribadito ieri al passo Sella Tullio Mussner e soci (Lia da Mont Gherdeina, sezione gardenese unificata di Cai e Avs), Claudio Bassetti (Società degli alpinisti tridentini), Georg Simeoni (Alpenverein Südtirol), Franco Tessadri e Werner Putzer (Mountain Wilderness trentina e altoatesina), Gigi Casanova (Cipra Italia) e Klauspeter Dissinger (Dachverband für Natur und Umwelt). Una giornata decisamente sbagliata, per una conferenza stampa sul traffico eccessivo: alle 10 del mattino a passo Sella ci sono 5 gradi. Qualche fiocco di neve. Un freddo... È l’inizio del ponte di ferragosto, ma c’è ben poca gente in giro. Quasi niente moto, poche auto, due camper sgangherati e tossicchianti a frenare tutti. Gli unici a godersela, per così dire, sono una ventina di ciclisti in salita. Gli unici ad avere un minimo di caldo. Ciclisti che però poi, in discesa, patiranno le pene dell’inferno. Da rabbrividire. Per un giorno solo, centinaia di auto anziché migliaia, ma il problema rimane. Sono tutti d’accordo: il preambolo, necessario, risulta pleonastico. Quasi inutile. Almeno vent’anni che se na parla. A Bolzano si scrive alla giunta senza che nessuno si degni di rispondere; a Trento si elaborano proposte di legge per una mobilità alternativa, non solo riguardo ai passi; a Belluno si tenta di seguire e sostenere, nonostante la mancanza di potere esecutivo e la distanza siderale dal centro decisionale veneziano. E intanto non succede un bel nulla. Sono tutti d’accordo, ambientalisti e alpinisti: serve a niente il pedaggio, anche se più di qualche assessore provinciale e locale lo caldeggia. Soldi facili, che svaniscono subito nel nulla senza portare a risultati concreti sul piano dell’abbattimento dell’inquinamento atmosferico e acustico. Basti guardare al sudtirolese nordtirolese passo del Rombo, alla strada ampezzana delle Tre Cime di Lavaredo, alla strada austriaca del Grossglockner. Come spiegano i promotori della chiusura oraria dei passi a partire dall’estate prossima, se succederà, come auspicato, finirà un po’ come in Gardena quando si propose prima la chiusura al transito del centro di Ortisei e poi la chiusura della Sella Ronda per aprirla un giorno solo alle bici. Pareva che sarebbero falliti tutti, a Ortisei. Bar, negozi, alberghi. Ora fanno circa il triplo di affari rispetto a prima, spiega il comitato. E i turisti restano millanta. Sempre. Sui passi chiusi alle auto un giorno l’anno ci furono polemiche furibonde il primo anno; coltelli fra i denti; l’anno dopo, addirittura, si disseminò l’asfalto di chiodi anticiclista. Poi fu un successone. Ora a nessuno verrebbe in mente di mettere in discussione Sella Ronda Bike Day o Maratona dles Dolomites. Tolto l’ambiente, fiumi di denaro. Servirebbe mica tanto, a far partire l’intero sistema della chiusura per sei ore al giorno. Qualche mese autunnal-invernale per scovare gli spiazzi necessari per far fermare le auto e attrezzarli alla bisogna. Un serio potenziamento del trasporto pubblico, già dal fondovalle, per esempio di Gardena, in modo da far diminuire il traffico motorizzato al piede dei passi. Con contestuale investimento, più che altro in termini di info e marketing, riguardo agli impianti di risalita; il top al mondo, non si vede perché non li si potrebbe/dovrebbe usare per la Sella Ronda pedibus calcantibus o pedalando, magari a bordo di bici a pedalata assistita. Due ultime considerazioni. Ieri, al passo Sella, a sostenere il comitato pro chiusura a ore c’erano altoatesini e trentini. I veneti no, ma sono “lontani” dalla Sella Ronda. C’erano i gardenesi. Non i badioti, non i fassani. E quindi come minimo bisognerà coinvolgere anche loro. Insomma, politica a parte, la strada non è proprio così in discesa, ma ci si proverà. Anche perché l’altoatesino Mussner e l’omologo trentino Gilmozzi, stavolta pare siano più sensibili. Infine, le proposte del novalevantino Werner Putzer (MW). Sensibile, lui, perché conosce a menadito la terrificante situazione del più frequentato passo dolomitico, il Costalunga. «Com’è che in città è vietata ormai da anni la circolazione di Euro 0, 1 e 2, mentre in quota nessuno ha mai pensato di introdurre il divieto?» Infine: «Le emissioni acustiche ed atmosferiche devono rispettare standard Ue studiati sulle necessità metropolitane. Ma la Sella Ronda è tutt’un’altra cosa».

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Le strade delle Dolomiti»: la nostra campagna di Maddalen Di Tolla wBOLZANO Luca Libardi è il presidente degli Albergatori del Trentino. Gli abbiamo chiesto il punto di vista della categoria e la sua personale valutazione sul dibattito in corso dalle pagine e dal sito del nostro giornale. Presidente Libardi, cosa pensa del dibattito avviato dal giornale, sul tema della limitazione del traffico sui Passi Dolomitici? Penso che sia un dibattito utile e opportuno. Aspettavo che ci interpellaste, infatti. Vediamo tutti, anche noi albergatori, senza dubbio le code di auto e moto, tutti ci interroghiamo sulle soluzioni, tutti siamo consapevoli del fatto che sia un problema da affrontare. Un patrimonio così prezioso e delicato come le Dolomiti va preservato, senza dubbio. Qual è la vostra posizione? Noi riteniamo che innanzitutto servano elementi di conoscenza che ad oggi non abbiamo e crediamo che non li abbiano nemmeno le Provincie di Bolzano e di Trento, per decidere adeguatamente. Riteniamo pericoloso accelerare su temi come questo, non si tratta di una reale emergenza da risolvere nei prossimi mesi, si rischia di decidere danneggiando qualcuno. Non dimentichiamo che vi sono decine di operatori alberghieri in quelle zone, con i loro dipendenti. Io penso che serva innanzitutto conoscere nel dettaglio i flussi del traffico che attraversa i Passi. Ci serve sapere quindi quante persone vi transitano per proseguire, solo per godere del giro, provenendo da varie località e quante lo fanno essendo turisti che dormono nelle valli intorno ai Passi. Bisogna evitare le scorciatoie. Che soluzioni avete immaginato per limitare il traffico? Siamo favorevoli all’offerta di mobilità alternativa, se possibile con mezzi a basso impatto ambientale. Bisogna offrire un sistema di trasporto pubblico che permetta di fruire dei passi e di rientrare dalle escursioni in quota alla sera, cosa che non è possibile fare. Solo se si offre un’alternativa valida, puntuale e integrata la gente lascia ferma la propria vettura. Del resto, ce lo dicono i nostri ospiti per primi: se trovano un buon trasporto pubblico collettivo, lasciano volentieri l’auto nel parcheggio dell’hotel. Questa soluzione andrebbe bene però per i turisti residenti nelle valli intorno ai passi. Per il traffico a lunga percorrenza di attraversamento pensiamo che sia opportuno invece far pagare un ticket, con il quale poi si potrebbe finanziare la mobilità pubblica alternativa. Cosa pensate invece della chiusura al transito per fasce orarie? Mi lascia perplesso. Non darebbe soddisfazione a chi desidera attraversare i passi per godere della loro bellezza e del loro fascino. All’Alpe di Siusi e in val di Tovel gli operatori turistici inizialmente erano contrari, e oggi sono soddisfatti. Che ne dice? Dico che l’Alpe e la val di Tovel sono luoghi dove quella mobilità ha funzionato ma sono mete chiuse da raggiungere, non sono luoghi da attraversare, come sono invece i nostri Passi. L’esempio per me dunque non regge...

33 Rassegna stampa - Agosto 2016 Alto Adige | 14 Agosto 2016

Gli albergatori trentini: «Passi, dobbiamo agire»

Il presidente delle guide alpine: «Capisco che il giro del Sella in auto sia bello, ma servirebbe uno stop dalle 10 alle 15» Moroder: passi chiusi almeno due mesi di Massimiliano Bona SELVA GARDENA Flavio Moroder, presidente delle guide alpine dell’Alto Adige, ha 56 anni e da almeno 30 fa parte dei Catores. In val Gardena, ma non solo, tutti apprezzano la sua saggezza ma anche il senso della misura. Parla poco e mai a sproposito. Anche sul tema della chiusura dei passi dolomitici - sul quale precisa di intervenire solamente a titolo personale - dice poche cose, ma chiare. Sì allo stop per moto e auto, almeno a luglio e agosto, e no ai ticket, che rischiano solamente di attirare più traffico in alta quota. Presidente, cosa pensa del dibattito sulla chiusura dei passi dolomitici? È giusto attivarsi per riuscire ad intervenire in tempi brevi? «Il tema è annoso, ma ciononostante all’interno del direttivo delle guide alpine non ne abbiamo mai parlato. Ovviamente a titolo personale ho un’idea piuttosto chiara. Soprattutto in alta stagione il problema esiste». Cosa vuol dire? «Penso, ad esempio, alle decine di auto e moto, che a luglio e agosto fanno avanti e indietro dal Sella. È un bel giro turistico, non c’è dubbio, ma sarebbe opportuno mettere dei limiti». Limiti orari? «Sì, penso ad una soluzione simile a quella dell’Alpe di Siusi, tenendo conto peraltro delle necessità dei residenti, che non possono essere eccessivamente penalizzati. Potrebbero essere concesse delle deroghe, ma senza esagerare. Chi abita in zona deve comunque poterci arrivare sempre, per gli altri devono valere invece delle regole dettate dal buon senso. Qualcosa, però, bisogna fare». C’è chi spinge invece per il ticket, anche nel mondo politico locale. Consentirebbe di monetizzare e preservare (forse) l’ambiente... «Il ticket è stato adottato in mezzo mondo, anche in Svizzera, ma in diversi casi è servito solamente a fare da calamita per il traffico turistico. Non mi piace davvero». Cosa pensa invece dell’andirivieni di bus, soprattutto dal Veneto, carichi di turisti che fanno foto e non lasciano un euro agli esercenti locali? « Ai pullman non mi sento di dire di no. Certo, è un tipo di turismo che aiuta poco le nostre valli. Immaginatevi se arrivassero tutti in auto...».

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34 Rassegna stampa - Agosto 2016 Alto Adige | 15 Agosto 2016

35 Rassegna stampa - Agosto 2016 Corriere delle Alpi | 13 Agosto 2016

Ambientalisti e alpinisti chiedono lo stop alle auto, mezzi elettrici e pullman: «Concediamo altri tre mesi per decidere» «I passi vanno chiusi sei ore al giorno» di Francesco Dal Mas wPASSO SELLA «I passi Sella, Pordoi, Gardena e Campolongo vanno chiusi dalle 10 alle 16, nei giorni di maggiore traffico». È la posizione di ambientalisti ed alpinisti, ribadita ieri al Passo Sella. «È da 10 anni che sollecitiamo le Province a varare il provvedimento, non siamo più disponibili ad attendere» ha dichiarato Peter Dissinger dell’associazione Dachverband. «Concediamo ancora due, tre mesi al massimo per concertare le misure con le categorie economiche ed i sindaci. Poi vogliamo i progetti di sistemazione dei parcheggi in quota e l'organizzazione delle navette, in modo da essere pronti a partire per la prossima stagione estiva». Faceva freddo, ieri mattina, al Sella. L'appuntamento con i giornalisti era all'esterno, nella cosiddetta “città dei sassi”, ma la temperatura ha consigliato gli organizzatori di chiedere ospitalità al rifugio Sella. Accoglienza concessa, senza problema, anche se il Comitato degli operatori turistici in quota non ne vuole assolutamente sapere di misure come queste, anzi, il vicepresidente Stefano Illing del passo Falzarego minaccia il ricorso alle vie giudiziarie. «Basta guardare all'esterno per vedere che non c'è un buco libero», è l’invito di Gigi Casanova, portavoce della confederazione Cipra. «L’invasione di auto è quanto di più disordinato si possa immaginare. È evidente che in queste condizioni neppure gli albergatori ed i ristoratori possono far finta di niente. Sanno bene, infatti, che i loro clienti si lamentano per i rumori e l'aria che a volte diventa davvero irrespirabile». Ma sei ore di fermo auto non sono troppe? «Verificheremo», risponde Franco Tessadri, dirigenti di Mountain Wilderness. «Il tavolo di concertazione lo vogliamo proprio per questo. Le soluzioni saranno applicate con la necessaria gradualità perché il nostro metodo è quello della massima condivisione». Osvaldo Finazzer del Comitato Passi, presidente, e il suo vice Illing vogliono confrontarsi, magari pacatamente. «Sono i benvenuti», assicurano i rappresentanti delle associazioni intervenute, tra le quali Alpenverein, Cai, Lia da Mont, oltre a Mountain Wilderness e Cipra. E le loro proposte? Le auto elettriche, ad esempio. «Ben vengano», apre Dissinger. «Ma chi le ha? E prima delle auto, magari, sarebbero necessari i pullman elettrici, o quanto meno a metano. Da queste parti, invece, se ne vedono pochi». Da metà maggio solo al Pordoi si sono materializzati 100 gruppi di stranieri asiatici in pullman. Finazzer dell'albergo ristorante Savoia è terrorizzato dalle possibili chiusure. «È evidente che la chiusura - spiega Dissinger - vale per le auto e le moto. I residenti, chi lavora e chi svolge il pronto intervento avrà il permesso di circolazione. Ma anche i gruppi potranno salire in pullman. Quindi, nessun pericolo. Per gli automobilisti, invece, dovranno essere messe a disposizione delle navette. E, ovviamente, andranno attrezzati dei parcheggi a valle». Il tutto per consentire il massimo della mobilità sostenibile, quella dei ciclisti in particolare. «Se incentiviamo l'uso delle auto elettriche (e quanto prima farò installare sul Falzarego una centralina) - interviene Illing, che gestisce la funivia del Lagazuoi - non occorre chiudere,

36 Rassegna stampa - Agosto 2016 purchè i Comuni e le Province realizzino le ciclabili anche su e giù per i passi. Esistono dappertutto, perché non possono raggiungere anche le quote più alte?». Casanova ha la risposta pronta: «In un contesto ambientale così delicato, protetto dall'Unesco, come reagirebbe l'opinione pubblica davanti a sbancamenti giganteschi per aprire queste piste? Le vediamo lungo i tornanti del Pordoi? Gli operatori, piuttosto, cerchino accordi con gli impiantisti per attivare una carta della mobilità, sull'esempio di quella utilizzata dal popolo dello sci. Dal molteplice uso, che preveda sconti speciali, ad esempio, per far salire la bici con lo stesso impianto utilizzato dal ciclista». Tutti gli esponenti dell'associazionismo hanno preso la parola per condividere la visione comune della problematica. Gli stessi alpinisti accanto agli ambientalisti. «La consapevolezza di questa sfida è davvero trasversale», confida Tessadri.

Trentino | 15 Agosto 2016

Tra gli operatori economici delle valli ladine crescono i sostenitori della proposta Lo scultore gardenese Stuflesser: «L’Unesco è marketing, diamogli significato» «Chiudiamo i passi a ore. A Ortisei lo stop funziona» di Davide Pasquali wORTISEI «Quando tra anni Ottanta e Novanta si decise di chiudere al traffico il centro di Ortisei, rendendolo un’area esclusivamente pedonale, in pratica erano tutti contrari. Avessero potuto,

Trentino | 14 Agosto 2016

Dolomiti, torna la battaglia al traffico: "Sui passi il pedaggio non serve, siano chiusi"

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Trento Today | 16 Agosto 2016

avrebbero letteralmente “fatto fuori” chi aveva preso e attuato la decisione. Oggi, dopo aver visto che funziona a meraviglia, Ortisei è un faro a livello dolomitico e nessuno riuscirebbe a immaginare il suo centro storico aperto ad auto e moto. Adesso si dovrebbe fare lo stesso con le strade dei passi. Al turismo servono delle visioni: proviamo a chiudere i passi a ore, sperimentando le varie soluzioni possibili. Diamo un valore concreto alla tutela Unesco, oggi ridotta a puro marketing». A parlare è Giuseppe Stuflesser, noto scultore con laboratorio d’arte sacra, di famiglia, posizionato a Ortisei da oltre un secolo. Da decenni è ascoltata voce critica in valle. Dove sta crescendo il fronte favorevole alla chiusura a fasce orarie. Prova ne sia che molti tagliandi con questa opzione stanno arrivando proprio da lì, anche da parte di altri operatori economici: albergatori, artigiani e via dicendo. La val Gardena, sostiene Stuflesser, come altre zone dolomitiche, non sempre è stata visionaria. «Ma il turismo deve essere visionario, deve prevedere i flussi di clientela futura». Non fu visionaria, la valle, quando, negli anni Sessanta, venne dismesso il trenino della Gardena, «che oggi risolverebbe gran parte dei problemi della mobilità in valle, ma che sarà difficile riportare in auge, dato che ormai, costruendo ovunque, si è consumato tutto il terreno esistente». Negli anni Sessanta non si ebbe una visione, negli anni Novanta sì. Ora si deve nuovamente tirare fuori il coraggio. «Chiudere al transito i passi, a ore, per esempio dalle 10 alle 15, in luglio e agosto. Introducendo il divieto di transito con gradualità, facendo delle sperimentazioni». Il Sella Ronda, a quel punto, diventerebbe un paradiso per i ciclisti, «arriverebbero qui da tutto il mondo, ne sono certo». Il sistema degli shuttle bus e degli impianti di risalita, già oggi ottimo, prossimamente sarà ancora migliorato, per esempio con una cabinovia a otto posti da Piz Seteur alla Città dei Sassi. Niente file agli impianti, già ora i bus si muovono con cadenzamento mezz’orario. «Certo, le amministrazioni locali dovrebbero muoversi con coraggio. Anche io, a Ortisei, avevo un laboratorio nella zona poi diventata pedonale. Ma non è che dopo la chiusura della via ho perso clienti, anzi». Secondo Stuflesser, molti gardenesi e molti badioti, sarebbero d’accordo. «Ma non parlano, per non urtare la sensibilità di paesani e colleghi». Si subisce troppo, però, in Gardena. Per esempio, sembra poca cosa ma potenzialmente è un mostro viabilistico: i cartelli in val di Fassa. «A Canazei, alla rotonda per salire al Sella e al Pordoi, c’è il cartello che indica autostrada del Brennero. In tal modo si scaricano val di Fassa, passo Costalunga e val di Fiemme, ma così passano tutti quanti da noi in Gardena». E invece, conclude Stuflesser, si dovrebbe puntare su altro: «Auto fermate al parcheggio di Pontives, oppure a Plan de Gralba. Poi si prosegue solo in bici, a piedi, con gli impianti di risalita, in autobus».

37 Rassegna stampa - Agosto 2016

La sperimentazione sul Sella non serve, e nemmeno i pedaggi: la Fondazione Dolomiti non può restare a guardare. Così le associazioni, tra cui la Sat, riaprono il dibattito

38 Rassegna stampa - Agosto 2016

Le associazioni ambientaliste tornano in prima linea in una battaglia che ogni estate si fa sempre più rovente: quella per la chiusura al traffico dei passi dolomitici. La situazione alle Tre Cime di Lavaredo è ormai insostenibile, l'introduzione di un pedaggio è inutile, così come lo è la chiusura del solo passo Sella; la sperimentazione deve essere estesa anche a Pordoi, Gardena e Campolongo.

Alto Adige | 17 Agosto 2016

Il viceministro Nencini: «Luoghi dell’umanità, prima che dei residenti. Sì ai limiti, i territori possono già intervenire» «Sguardo lungo sulla mobilità in quota» di Chiara Bert BOLZANO «Il nostro è un tempo in cui serve una visione lunga. Le Dolomiti sono una fonte di ricchezza perché portano turismo, ma sono un bene che va tutelato per preservarlo, e gli amministratori locali hanno la possibilità di intervenire già oggi». Riccardo Nencini, di Barberino di Mugello (Firenze), segretario del Partito socialista e viceministro alle infrastrutture e ai trasporti del governo Renzi, sulle Dolomiti ci è appena stato in vacanza, tra Belluno e Cortina, con un’incursione in Alto Adige a Castel Presule, per un convegno in cui si è discusso di ferrovie locali e del progetto del treno delle Dolomiti per collegare Bolzano e Cortina passando per Passo Gardena e la val Badia. Ministro Nencini, da turista e fruitore innanzitutto. Che impressione ha tratto delle Dolomiti in estate? Qual è la sua opinione sull’assedio dei passi? C’è un tema della mobilità sostenibile, dolce, che riguarda sia le montagne che le città. Abbiamo sottoscritto il Protocollo sul clima di Parigi che ci impegna entro il 2040 a ridurre le emissioni inquinanti in atmosfera. Stiamo lavorando a dei piani città, con progetti di smart city: più verde, meno inquinamento, una vita più leggera. Se trasferiamo questo principio in montagna, dobbiamo ricordarci che le Dolomiti sono un bene mondiale tutelato dall’Unesco e questo ci impone di metterci al passo. Sono naturalmente anche

Lo chiedono a gran voce i rappresentanti di Dachverband, Alpenverein, Cai, Sat, Mountain Wilderness, Cipra e Lia da Mont, riunite in conferenza stampa lo scorso 12 agosto proprio a passo Sella. Tra le soluzioni proposte c'è, in alternativa all'auto, quella di utilizzare maggiormente gli impiannti esistenti, ma anche il potenziamento di ferrovia e ciclabili. Sono chiamati in causa i Comunni e la Fondazione Dolomiti Unesco che "non può rimanere solamente un marchio turistico".

"E' doveroso - si legge nella nota pubblicata sul sito Mountcity.it - che gli enti pubblici offrano servizi alternativi: parcheggi a fondovalle, trasporto con navette pubbliche e private in quotaa, accordi con gli impiantisti interessati ed altro ancora. La chiusura al traffico privato va attuata con dei passaggi sperimentali partendo da una fascia oraria minimale che si situa fra le ore 11.00 e le ore 16.00. Questo per garantire agli ospiti di poter vivere le emozioni proprie che l’ambiente dolomitico riesce ad offrire: paesaggio, silenzio, armonia, contemplazione".

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Passi, trenino, piano Anas: «Chi prende le decisioni?»

Vivaio Dolomiti nutre forti dubbi sul futuro del Bellunese: «Manca una gestione strategica: senza progetti ci estinguiamo»

una grande fonte di ricchezza perché portano turismo, ma questo bene va conservato per evitare che subisca lesioni durevoli nel tempo. Parliamo di luoghi che appartengono all’umanità più che ai residenti, un pezzo della carta d’identità italiana nel mondo, come il centro storico della mia città. Il dibattito sul nostro giornale ha messo a confronto tante opinioni: c’è chi è per la chiusura a fasce dei passi dolomitici, chi per i pedaggi, chi per l’introduzione di mezzi ecologici. Bisogna distinguere le competenze. Il ministero ha quella sui limiti di velocità, e a questo proposito mi preme ricordare che presso la presidenza del consiglio è stato istituito un comitato tecnico che segue l’inquinamento sull’A22 e le zone circostanti: entro gennaio avremo i risultati e decideremo se abbassare i limiti, che per i mezzi pesanti sono già per altro bassi. Ma ai sindaci e ai prefetti spetta la competenza sulla circolazione stradale, e questo significa che ci sono azioni che si possono già mettere in campo a livello locale. Quali per esempio? Ci sono un ventaglio di possibilità che possono essere assunte. Penso ad alcune città che hanno limitato l’accesso dei grandi bus nei centri storici: nulla vieta che per alcune fasce o giornate possa essere bloccato l’accesso dei torpedoni sulle vette dolomitiche. Così come a livello di circolazione si può ragionare anche sull’accesso selettivo dei mezzi: oggi in Italia su 4,5 milioni di mezzi pesanti, abbiamo circa 630 mila euro 5 e 45 mila euro 6, con emissioni bassissime. E poi naturalmente ci sono le chiusure dei passi. È un tempo in cui serve una visione lunga: quando parliamo di ambiente e di paesaggio bisogna essere strabici, un occhio all’oggi e uno strategicamente al domani. È assolutamente obbligatorio trovare un equilibrio tra la ricchezza prodotta e la tutela del bene che produce quella ricchezza. Al convegno a cui lei ha partecipato a Castel Presule avete parlato di ferrovie locali e di trenino delle Dolomiti. Quali sono le prospettive? C’è stata un’impennata di finanziamenti sulle ferrovie locali, anche perché gli impegni assunti con l’Europa ci obbligano entro il 2030 a trasferire il 30% delle merci che trasportiamo su ferro, il 50% entro il 2050. Oggi siamo solo al 7%: 14 anni per le infrastrutture sono un tempo brevissimo, servono forti investimenti oggi. A settembre discuteremo anche del tratto Bolzano-Cortina: andranno valutati progetto e costi, ma il futuro è questo.

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BELLUNO - (dt) «No» alla chiusura dei passi dolomitici. Bocciatura del treno delle Dolomiti. Dubbi sul Piano Anas per Cortina 2021. E una domanda: «Chi decide per il Bellunese?» Destinataria, la politica. Mittente, Vivaio Dolomiti. Il gruppo invita la classe dirigente della provincia dolomitica ad agire. Capitolo treno: Vivaio non ci crede. Il motivo? Mancherebbero gli studi di fattibilità. «Ci troviamo, nel pieno della settimana di Ferragosto, con la viabilità intasata o interrotta da frane -premettono i «vivaisti»-. Fra le soluzioni viene sempre prospettato questo fantomatico Trenino delle Dolomiti, che non si sa nemmeno se si può fare, visto che manca addirittura lo studio di fattibilità. Per i tempi di percorrenza e la capacità trasportistica sarà incapace di risolvere i problemi di mobilità nella nostra provincia». Capitolo Alemagna:

Il Gazzettino | 18 Agosto 2016

40 Rassegna stampa - Agosto 2016

Vivaio non crede neppure al Piano Anas: «Mancano progetti, autorizzazioni, espropri, appalti. E vogliamo essere pronti per i mondiali di Cortina? Ma chi si vuole prendere in giro?». Capitolo passi chiusi: altro «no»: «Continuiamo a leggere le provocazioni degli ambientalisti che propongono di chiudere i passi dolomitici, unica via di comunicazione con il resto del mondo per le nostre zone di montagna, e attraverso i quali arrivano i turisti da noi. Talmente amanti dell'ambiente, queste persone, da non aver speso una parola a riguardo del progetto più devastante che questa provincia rischia di subire, quello dell'elettrodotto Terna».

In un volume fotografico, venduto con il nostro giornale e che prende il titolo dalle “nostre” vette, 100 immagini da brividi Pagina dopo pagina, l’incanto delle Dolomiti di Alessio Pompanin. Quante volte abbiamo sentito dire (o detto...) la frase «lo spettacolo della natura»? Tante. L’abbiamo pure usata per il titoletto in testa di pagina. E del resto nella nostra regione tale spettacolo lo abbiamo, fortuna rara, sotto gli occhi ogni giorno. Eppure non ci fermiamo spesso a osservarlo bene. Tante volte è necessario che un fotografo immortali il nostro territorio e ce lo piazzi sotto gli occhi, magari con le foto stampate sulle pagine di un libro, per farci capire davvero quanto è bella la natura. Quella della nostra regione, poi, è ancora più bella, lasciateci un po’ di campanilismo. Parte da queste considerazioni una delle nostre nuove iniziative editoriali, attiva da venerdì scorso fino a metà settembre. In questo lasso di tempo nelle edicole insieme al nostro giornale i lettori possono acquistare, al prezzo di 12,80 euro (più il costo del giornale, ovvero in totale 14 euro) un libro che è un incanto. Si tratta di «Dolomiti», sottotitolo “La magia delle montagne più belle del mondo in 100 straordinarie fotografie”, edito da Azzurra Publishing e gli scatti che proponiamo in pagina, presi dal volume, rendono l’idea. Le foto sono state scattate da diversi fotografi o agenzie fotografiche d’Italia e internazionali, con citazione sotto

Dai dubbi, alle domande: «Che gestione strategica si ha per il futuro del Bellunese? - prosegue Vivaio -. Chi sono i deputati a deciderla e in base a quali studi? Che ruolo ha la Regione in tutto questo? Qui per spot parla solo De Menech: Zaia cosa intende fare? Ci sembra tutto improvvisato, senza idee concrete. Basta con la propaganda. O si presentano finalmente progetti seri e strategici, o ci estinguiamo». E sul capitolo turismo, Vivaio lancia una proposta: «Guardando i nomi degli attori, si scopre che sono sempre gli stessi, con risultati che conosciamo. Meglio creare un gruppo di giovani neo laureati e affidare loro il futuro del turismo bellunese. Farebbero meglio dei tanti carrozzoni che fino ad oggi poco hanno fatto, se non litigare fra loro».

Alto Adige | 18 Agosto 2016

Theiner: «Passi, chiusura a fasce orarie» di Antonella Mattioli BOLZANO «Se dipendesse da me i passi li chiuderei a fasce orarie, già domani. Ma mi rendo conto che la situazione è più complessa e se vogliamo che eventuali misure di limitazione del traffico abbiano effetto, dobbiamo trovare l’accordo oltre che con le province limitrofe, anche con i sindaci.

41 Rassegna stampa - Agosto 2016 ogni scatto e il libro è suddiviso in capitoletti, per aree territoriali, con l’ultimo, il decimo, dedicato alle Dolomiti e la Grande Guerra. Ogni capitolo, ha un breve testo descrittivo dell’area fotografata e della sua storia. Insomma, ci si permetta un piccolo moto d’orgoglio per questa bella iniziativa in abbinamento con il nostro giornale. Perchè le vette dolomitiche sono uno spettacolo che qui emerge in tutto il suo incanto. Riportiamo, di seguito, parte dell’introduzione al libro «Dolomiti - La magia delle montagne più belle del mondo in 100 straordinarie fotografie». «Chi scrive è nato nelle Dolomiti e proprio per questo non potrà essere imparziale. Ma proprio allontanandosi da esse, viaggiando per il mondo, è cresciuta la consapevolezza che no, non esiste un altro posto così. Esistono altre montagne, appunto, ma non sono paragonabili. Sono montagne più alte, più selvagge, più estese... forse più scenografiche... Ma le Dolomiti hanno un qualcosa in più. Il ricordo mi riporta a quanto tanti anni fa sperimentai le piste da sci del Colorado. Montagne alte, bellissime, neve tantissima e non artificiale! Da esperto sciatore sulle piste dolomitiche ero partito con grandi aspettative: piste più lunghe, montagne più alte, neve più bella... Mi resi conto sin da subito però che mancava qualcosa, qualcosa di importante che non permetteva un completo appagamento. Si, belle piste, ripide, lunghe, impegnative. Impianti moderni, poca gente in coda alla partenza. Ma il contorno? I colori? Mancava l’atmosfera, quella magica atmosfera della dolomia che spunta dalla neve e verso la fine della sciata, al calar del sole, si colora di rosso intenso e alla vista ci si stringe il cuore. Mancava la calda accoglienza nella baita in legno, quando si sorseggia il vin brulè prima dell’ultima discesa. Mancava la cultura dell’ospitalità delle nostre vallate. Questa sensazione mi è stata trasferita da molti appassionati di montagna di vari continenti. E infine mi sono convinto: la Montagna con la emme maiuscola sono le Dolomiti. Chi può vantare così tante cime straordinarie concentrate in un territori limitato? Pensiamo alle Tre Cime di Lavaredo: nell’arco di pochi chilometri si ergono innumerevoli altre cime, dal Paterno al Monte Piana, alla Croda de Toni a Cima Undici... Inseriti in uno scenario paesaggistico da favola, con laghi, boschi e pascoli a fare da comprimari, da una cima si gode della vista sull’altra. Già, le favole: anche esse fanno parte della magia. Nel corso dei secoli gli umani solo con le leggende sono riusciti a dare una risposta al perché di tanto ben di Dio. E oggi le streghe dell’Alpe di Siusi e dello Sciliar, il Re Laurino del Latemar e del Catinaccio e tutti gli altri leggendari personaggi che popolano le nostre montagne, contribuiscono a creare quell’inimitabile fascino, quello straordinario clima che solo qui si respira e che ha convinto l’Unesco a tutelare le Dolomiti quale patrimonio dell’umanità».

L’assessore annuncia: «A metà settembre verranno illustrati i primi provvedimenti: l’idea è di partire con il Sella»

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Alto Adige | 18 Agosto 2016

Trentino | 18 Agosto 2016

Alto Adige | 19 Agosto 2016

Altrimenti non andiamo da nessuna parte. A metà settembre assieme al collega Mussner e all’assessore provinciale trentino Gilmozzi, oltre che con i sindaci, illustreremo quali misure si intendono adottare per la prossima estate». Chi parla è l’assessore provinciale all’ambiente Richard Theiner, venostano, che ieri mattina era al secondo piano del Municipio di Glorenza, che ospita l’Ufficio del Parco nazionale dello Stelvio, per la presentazione della 16ª edizione della Scalata Cima Coppi: la manifestazione, riservata a tutti gli appassionati delle due ruote, in programma sabato 27 agosto. Vietata la circolazione ai mezzi motorizzati dalle 8 alle 16 sui tre versanti dello Stelvio, ovvero Alto Adige, Lombardia e Svizzera. Tra i partecipanti ci sarà anche l’assessore, amante di sport in genere: corsa a piedi, mountain bike, escursioni in montagna in estate e in inverno. «Sullo Stelvio sono salito in mountain bike tre settimane fa. Purtroppo, era freddo, perché la notte precedente era nevicato. Speriamo che il 27 agosto sia una giornata di sole, come nell’edizione del 2015 che ha richiamato 12 mila ciclisti. Un successone». Le chiusure delle strade però, se da una parte fanno la gioia degli appassionati delle due ruote in particolare e della natura in genere, dall’altra sono contestate da motociclisti, automobilisti e operatori turistici. «Quando 16 anni fa si è partiti con quest’ iniziativa sullo Stelvio, erano più gli scettici che i favorevoli. Oggi non è più così. Questa è diventata una manifestazione di richiamo internazionale: tutti gli appassionati di ciclismo conoscono i 48 tornanti (versante altoatesino) che salgono a Cima Coppa (2.758 metri), perché qui si sono disputate sfide epiche». Di questo successo beneficia anche il settore turistico, nonostante l’assenza dei turisti “motorizzati”? «Ovvio. Gli alberghi dei dintorni in quei giorni sono al completo. E comunque c’è un ritorno d’immagine enorme». Lei ha annunciato una conferenza stampa a metà settembre sulle misure da adottare sui passi dolomiti: da dove partirete? «Dal Sella». Che misure intendente adottare? «Lo spiegheremo in una conferenza stampa congiunta». Non sarà facile convincere gli operatori turistici visto che nella stragrande maggioranza sono contrari? «All’inizio è sempre così, quando si chiude una strada. Ma poi, a distanza di un certo periodo, nessuno tornerebbe più indietro. L’importante è trovare assieme ai sindaci dei Comuni interessati la soluzione migliore: bisogna crederci». Anche per lo Stelvio in prospettiva si pensa ad una chiusura a fasce orarie? «No, semmai più probabile un ticket. Per lo Stelvio, assieme ai colleghi della Lombardia e svizzeri, stiamo elaborando un importante programma di valorizzazione dei tre versanti del passo. In cima ci sono una serie di edifici abbandonati che si sta pensando di riutilizzare, creando anche strutture museali e culturali. Il pacchetto di proposte verrà presentato ad ottobre e si vedranno i primi effetti della nuova gestione del Parco dello Stelvio già il prossimo anno». GUARDA IL VIDEO SUL NOSTRO SITO WWW.ALTOADIGE.IT

«Un tunnel sotto il Sella per liberare i passi»

LE STRADE DELLE DOLOMITI»LA NOSTRA CAMPAGNA di Paolo Piffer BOLZANO Ormai fassano ad honorem. Da più di quarant’anni vive a Moena, dove è arrivato nei primi anni Settanta da Palmanova (Udine), dove è nato, per entrare a fare parte della compagnia sportiva delle Fiamme oro della polizia con già alle spalle, giovanissimo, una spedizione in Groenlandia. Scalatore, guida alpina, istruttore del soccorso alpino, per alcuni anni presidente dell’Aiut Alpin Dolomites,

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Alto Adige | 20 Agosto 2016 Trentino|20 agosto 2016

43 Rassegna stampa - Agosto 2016 che raccoglie gli “angeli” delle valli ladine (Fassa, Gardena e Badia), Gino Comelli è uomo di confine e transfrontaliero per storia e biografia. E fedele al suo dna, anche sulla questione dei passi dolomitici, il cui accesso in qualche modo va regolamentato per tutelarne l’ambiente, salvaguardando cime e bellezze alpine, guarda oltre, mette insieme Trentino e Alto Adige, li comprende. Riflettendo: «Ma bisognava muoversi vent’anni fa. Mi sa che, adesso, è tardi. Però…». Però cosa? «Bisogna intervenire. Sono necessarie delle infrastrutture per risolvere la questione. Guardando lontano, avendo una visione sul lungo periodo». A cosa pensa? «Penso a bucare la montagna, in galleria, andando dentro il gruppo del Sella. Partendo dal Lupo bianco verso il Pian de Gralba e poi la Badia, a Colfosco e da lì ad Arabba, nel Bellunese. Non sono tanti chilometri. Basterebbero un paio di tunnel. Prenda un righello, lo metta sulla cartina geografica e vedrà che sono pochi, meno del traforo del Bianco, lungo quattordici». Gallerie stradali o ferroviarie? «Per le macchine, stradali. Magari si potesse rimettere la ferrovia. Ma quelle sono state dismesse decenni fa. Certo, con la rotaia avremmo risolto tutti i problemi, ma anche con i tunnel stradali si farebbe un bel passo avanti». Certo non è un progetto che si mette insieme dall’oggi al domani. E intanto? «Intanto facciamo pagare un pedaggio che possa servire a finanziare, almeno per una quota a parte, un progetto come quello dei tunnel stradali, che guarda avanti, al futuro. E che i soldi rimangano qui, sul territorio, che servano a quell’opera e che non prendano la strada di Roma. Anche se penso, per dirla tutta, che far pagare un pedaggio non risolve il problema. La gente mette mano al portafoglio e sale, non illudiamoci. E’ una soluzione tampone, abbiamo aspettato troppo. C’è poi un altro problema». Quale? «Non so quanto le strade dei passi possano andare avanti in questo stato. Hanno dei grossi problemi derivanti dagli smottamenti». Quindi, anche far transitare, seppur a pagamento, può riservare qualche bel pericolo. A meno che, giocoforza, in caso di rischi, non si chiudano le strade, come d’altronde già succede in certi periodi. «Esattamente. Comunque, anche ci fossero già i tunnel, chi volesse salire sui passi potrebbe farlo, ma solo con i mezzi pubblici, con la corriera, o in bicicletta. Penso che andrebbe bene anche agli operatori turistici. Poi, la soluzione vera e propria, ripeto, è il traforo, che faciliterebbe la vita pure ai residenti».

La proposta è dell’assessore Mussner che il 29 agosto incontrerà Gilmozzi: «Ticket per le auto come a Passo Rombo» «Bus gratuiti sui passi ogni 15 minuti» di Massimiliano Bona SELVA GARDENA L'assessore provinciale Florian Mussner, gardenese di Selva, sulle misure da attuare per ridurre il traffico sui passi dolomitici ha un'idea e un approccio diversi rispetto al collega Richard Theiner, propenso alla chiusura. «Bus gratuiti ogni 15 minuti e ticket per automobili e moto, in modo tale da riuscire ad accontentare - spiega l’assessore ladino - anche gli operatori della zona». Un incontro importante in tal senso, al quale parteciperanno, Theiner, Mussner e l'assessore provinciale

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In mostra le opere di Anna Bianchi

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Ci sono anche i disegni del libro “La leggenda dimenticata” sostenuto dal Parco e dall’Unesco

CORTINA Le montagne ampezzane riviste ed interpretate in modo fantastico, quello che la loro morfologia suggerisce alla fantasia, con riferimenti al territorio e alla tradizione favolistica locale. «Magiche visioni di monti» è il titolo della mostra di Anna Bianchi, in arte La Stria, che espone all'Alexander Girardi Hall le sue tavole in legno di olivo e faggio, disegnate con matite acquerellabili, che hanno come soggetto i boschi e le montagne di Cortina in una chiave fantastica. Il lago d'Aial diventa il lago delle streghe, la Tofana di Rozes un berretto rosa, le Tre Cime tre streghe innalzate verso il cielo, che poi si rispecchiano nel lago nella loro reale dimensione di montagne. «Non riesco a dipingere le cose normali - spiega la pittrice - Vedo tutto in una chiave fantastica. Il legno mi dà gli spunti per disegnare: la venatura mi guida nelle forme». Abbinata alla mostra, un'esposizione dei disegni della stessa pittrice che accompagnano il libro “La Leggenda

44 Rassegna stampa - Agosto 2016 trentino Mauro Gilmozzi è già stato programmato per il 29 agosto prossimo. Mussner sottolinea che il suo disegno non è solo quello di fare cassa, come temono gli ambientalisti. «La Timmelsjoch Ag - spiega l'assessore ladino - è la società austriaca che gestisce il pedaggio a Passo Rombo e ogni anno proprio grazie al ticket ci vengono corrisposti 375 mila euro, che come prevede una legge provinciale “ad hoc” provvediamo immediatamente a reinvestire in opere e progetti sul territorio interessato. L'esperienza fatta è più che positiva e sul Rombo non ci sono certo lunghe colonne di mezzi in attesa. L'ambiente viene salvaguardato, eccome». Assessore Mussner, basteranno i bus ad emissioni zero (o quasi) per ridurre il traffico sui passi dolomitici? «Intanto, per capirlo, bisogna iniziare a metterli. La frequenza potrebbe essere ogni quindici minuti. Non penso ai pullman da 50 posti che si muovono a fatica lungo i tornanti dei passi, ma a mezzi di una trentina di posti. Più agili e che inquinano meno. Abbiamo acquistato 36 autobus Euro 6, e in tal senso siamo all'avanguardia in ambito europeo, ma in prospettiva penso anche a mezzi in grado di circolare grazie all'energia solare. Nel giro di cinque anni la tecnologia avrà fatto passi da gigante e noi saremo i primi ad approfittarne». Perché non le piace proprio l'idea della chiusura oraria dei passi? «Non sono mai stato a favore della chiusura in senso stretto. Penso agli abitanti di Selva Gardena, Corvara e Canazei che non potrebbero più muoversi liberamente a casa loro e dovrebbero attendere le fasce orarie consentite. Serve una soluzione complessiva in grado di mettere d'accordo sia le categorie economiche che gli ambientalisti. Il problema è annoso ma dobbiamo trovare una soluzione in tempi ragionevolmente brevi». Il suo collega di giunta Theiner sembra pensarla in modo diverso... «Il 29 agosto avremo l'occasione di confrontarci con Trento e dobbiamo assolutamente trovare la quadra. Theiner ha un approccio, forse, più da sportivo praticante e amante delle bici, ma per me serve un accesso regolamentato che preveda un forte potenziamento dei mezzi di trasporto pubblici. Che potrebbero essere anche gratis. Ecco questo è il dazio che potrebbero pagare Bolzano e Trento per tutelare le nostre splendide Dolomiti». Considera l’idea dei bus gratuiti di facile attuazione in tempi ragionevoli? «Sicuramente. Cercheremo di sfruttare anche l’esperienza maturata da Sasa ma non solo. I passi dolomitici stanno a cuore a tutti, compresi coloro che non amano l’idea della chiusura a fasce orarie...».

Corriere delle Alpi | 21 Agosto 2016

45 Rassegna stampa - Agosto 2016 dimenticata. I sentieri incantati delle Dolomiti d’Ampezzo” di Alessandra Tsantinis, illustrato da Anna Bianchi La Stria. Christian Laresc, tesoriere di una Cortina fuori dal tempo, persi i genitori in tenera età, impara ad affrontare la vita basandosi sulla realtà, dimenticando antiche usanze, rituali e leggende a lui tramandate dai genitori. A quarant’anni, un incontro con la misteriosa Sofia lo obbligherà a intraprendere un viaggio alla riscoperta di sé e della magia che vive dentro di lui e nel cuore dei Pallidi Monti che lo circondano. Ne calpesterà i sentieri incantati scoprendone i segreti, accompagnato da un’insolita guida: Prudens, figlia di Rodinos, signore delle marmotte. Inconsapevolmente, compirà il suo destino risvegliando così la sua leggenda dimenticata. Una cartina allegata al libro riporta i sette itinerari percorsi dal protagonista, tutti facilmente percorribili e a bassa quota. Il volume è stato realizzato in collaborazione con le Regole d’Ampezzo e il Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo e porta il patrocinio della Fondazione Dolomiti Unesco. «Avevamo in testa il progetto del libro da tempo e l'abbiamo proposto alle Regole e al Parco, che hanno accolto e sostenuto il progetto con questa preziosa pubblicazione» spiega Anna Bianchi. «Il percorso nel racconto è interamente calpestabile». Marina Menardi

Ok dei biker al pedaggio «Ma si paghi tutto l’anno»

Alto Agosto

Le strade delle dolomiti» LA NOSTRA CAMPAGNA di Federico Sanzovo BOLZANO «Il tema dell’inquinamento e della tutela dei passi deve essere necessariamente affrontato con serietà». Marco Bolzonello è presidente del comitato provinciale della Federazione Motociclistica Italiana e rappresenta una categoria che viene spesso indicata tra le principali responsabili del traffico e dell’inquinamento sui passi. Una situazione, questa, che non piace, ovviamente, a Bolzonello: «Purtroppo si sta parlando molto di questo problema adesso, durante la bella stagione - spiegama in inverno invece tutto cade sempre nel dimenticatoio». Un periodo, quello invernale, che vede tanti turisti riempire le valli del Trentino e dell’Alto Adige per andare a sciare su una delle molte piste che si trovano nella regione: «Quando riaprono le piste da sci - sottolinea Bolzonello - sembra che non ci sia più un ambiente da preservare: non mi pare che gli sciatori salgano in bicicletta in montagna. Lo stesso vale per il Mercatino di Natale, che attrae moltissimi turisti: ci saranno sicuramente quelli che scelgono di venire a Bolzano in treno, ma la maggior parte raggiunge la nostra provincia in automobile». Situazioni, queste, che non aiutano certamente l’ambiente: «La stessa costruzione delle piste da sci provoca l’abbattimento di moltissimi alberi. Quindi è necessario fare un ragionamento molto semplice: se si vogliono portare qui tantissimi turisti, bisogna anche mettere in conto che si deve comunque pagare un prezzo per questo tipo

Adige | 21

2016 Trentino | 23 Agosto 2016

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Trentino | 21 Agosto 2016

46 Rassegna stampa - Agosto 2016 di scelta». La chiusura dei passi al traffico privato, secondo Bolzanello, non rappresenta affatto la soluzione giusta, perché una misura come questa sarebbe troppo drastica in quanto precluderebbe totalmente l’uso del mezzo privato, meglio quindi il pagamento di un pedaggio: «A patto però - sottolinea il presidente del comitato provinciale della Federazione Motociclistica Italiana - che questo tipo di tassa debba essere pagata in qualsiasi periodo dell’anno e da tutti i turisti. Anche da chi vuole entrare con il proprio mezzo in città». Il numero uno della Fmi si concentra anche sul rispetto delle regole sulle strade: «Ben vengano i controlli: i poliziotti devono fare il loro lavoro e colpire chi non si comporta a modo. Da questo punto di vista è fondamentale anche l’educazione: spesso chi viaggia sulle nostre montagne è abituato a guidare in pianura e questa impreparazione può risultare pericolosa per tutti gli utenti della strada».

Il vice presidente della giunta favorevole alla regolamentazione sui passi: «Pronti ad un tavolo con comuni e Alto Adige per una pianificazione» Olivi: «Chiusure a fasce e sfruttiamo le funivie» di Maddalena Di Tolla TRENTO Alessandro Olivi, vice presidente della Giunta provinciale, è assessore allo sviluppo economico e lavoro, ma è stato anche a lungo sindaco di Folgaria, a partire dal 1995, ovvero di un comune montano interessato dalle dinamiche turistiche e dal tema della sostenibilità. Assessore Olivi, cosa pensa del nostro dibattito, avviato dal giornale, sul tema della limitazione del traffico sui Passi Dolomitici? Penso che sia una bella iniziativa, che tocca un tema cruciale: il nostro modo di intendere come vivere in montagna. Dobbiamo affrontare quel tema con una prospettiva strategica, di lunga gittata. Dobbiamo fare i conti con quello che la gente che sceglie la montagna chiede e cerca oggi. Finora spesso abbiamo pensato al turismo con gli occhi di chi vive in questi luoghi. Invece oggi dobbiamo fare i conti con un mutamento della richiesta, e non pensare più solo in termini di massa critica o di numeri, concepiti in modo standardizzato. Però è importante che non ci si limiti al problema dei passi che sono certamente un patrimonio collettivo: anche per le altre zone del territorio dobbiamo trovare soluzioni di tutela, in equilibrio con il turismo. In pratica, fra le soluzioni di cui si è parlato finora, quale la convince? Personalmente credo che sarebbe sensato introdurre il divieto di transito sui passi per fasce orarie. Escluderei invece ipotesi di tunnel e infrastrutture simili. Dobbiamo agire gradualmente, e cercare un equilibrio fra una situazione data e il cambiamento, che tutti vedono come necessario, da quanto emerge anche dalla vostra indagine. Questo passaggio potrebbe anche essere propedeutico a qualcosa di più strutturato. Si tratta non di limitare l’accesso a luoghi splendidi e ambiti ma di renderlo selettivo, offrendo un modo diverso di vivere la giornata in montagna. Nel tema della mobilità alternativa mi interessa riflettere anche sulla possibiltà di usare in modo diverso gli impianti a fune, che finora sono stati progettati a servizio delle piste. Possiamo usarli per sottrarre spazio alle auto in questo caso. Serviranno comunque anche mezzi pubblici, parcheggi, insomma soldi pubblici, che i Comuni oggi non hanno. La Giunta provinciale è pronta a investire e concretizzare qualche soluzione, diciamo in un anno? Diciamo che bisogna iniziare a pianificare. Non vedo un grande futuro per le Alpi senza scelte coraggiose di cambiamento. Non so se in un anno sarà possibile fare grandi

47 Rassegna stampa - Agosto 2016 cambiamenti nella mobilità sui passi ma se riuniamo operatori turistici, amministratori, ambientalisti, associazioni e anche turisti, possiamo ragionare insieme. Lei sarebbe favorevole ad istituire un Tavolo di confronto coordinato dalla Provincia? Perché no? Non è mia competenza, ci sono gli assessori al turismo e all’ambiente, ovviamente. E’ importante che gli amministratori locali delle zone interessate ci aiutino a costruire un percorso. Sarebbe utile coinvolgere anche rappresentanti altoatesini.

Alto Adige | 22 Agosto 2016 Trentino | 22 Agosto 2016

Realizzato per l’Università di Trento: «I pedaggi e le chiusure delle strade nelle ore centrali danno risultati eccellenti» Lo studio: «Auto, stop o numero chiuso» di Alan Conti BOLZANO Pedaggio ma anche stop al traffico nelle ore centrali. È questa la ricetta che emerge da un approfondito studio universitario realizzato dal professore e ricercatore Francesco Orsi per l'università di Trento tra il 2011 e il 2014. Bolognese di 37 anni Orsi (che oggi fa parte del dipartimento di scienze geografiche dell'università di Kansas City negli Stati Uniti) ha lavorato con grande attenzione al progetto Accedo con focus proprio sull'accesso dei visitatori alle Dolomiti patrimonio dell'Unesco. Dallo studio emerge un quadro articolato, semplificato nelle conclusioni finali. Un ragionamento che muove dalle considerazioni sull'uso dell'automobile privata. «Non voglio demonizzarla perché rappresenta un'importante libertà per i singoli individui ma sui passi dolomitici è di certo il mezzo più negativo che ci possa essere. Comporta emissioni inquinanti, crea rumori capaci di alterare l'equilibrio naturale impoverendo l'esperienza dei visitatori e, se non bastasse, genera la necessità di modificare l'ambiente con la costruzione di parcheggi o strade». Con un quadro simile diventa necessario, dunque, insistere sui mezzi alternativi? «Sì, ma è dimostrato che il trasferimento del mezzo privato a quello alternativo è minimale se l'uso del primo non viene concretamente disincentivato. Bisogna, insomma, pensare a divieti o pagamenti. La mia ricerca ha mostrato l'efficacia dei pedaggi e delle chiusure al transito nella fascia centrale della giornata. Soluzioni che permettono un calo significativo dei volumi di traffico. Più che le misure adottate, però, conta il modo in cui si adottano». In che senso? «L'entità del pedaggio e l'ampiezza della fascia oraria di chiusura vanno tarati sul contesto in modo che fungano da deterrente contro l'auto privata ma non spingano i visitatori ad abbandonare l'area. I prezzi, per intenderci, non devono ammazzare l’attrattiva di un luogo: va trovata una proporzione. La partita si gioca tutta qui». Anche il tema degli incentivi sui mezzi alternativi è articolata. «Il massimo auspicabile – continua Orsi – sarebbe un servizio gratuito di bus (prospettato anche dall’assessore Mussner ndr) finanziato dai proventi del pedaggio automobilistico a copertura del costo. Il tutto abbinato a una frequenza estesa e continuativa delle linee con la possibilità di prevedere rotte a destinazione alternata per raggiungere tutte le mete principali senza cambi di mezzo».

48 Rassegna stampa - Agosto 2016

Perché proprio il bus? Non si potrebbe puntare, per esempio, anche su funivie e impianti di risalita attivi anche durante la stagione estiva? «Pensare che questi impianti siano di per sé puliti e silenziosi è una visione semplicistica del fenomeno. Teniamo conto che si tratta di soluzioni in grado di trasportare enormi volumi di persone in poco tempo causando un carico antropico notevolissimo in aree sensibili da un punto di vista ecologico. Rischiamo di avere troppa gente concentrata in zone delicate. Non solo, l’attrattiva delle funivie o delle seggiovie può generare grandi volumi di traffico a fondovalle spostando semplicemente il problema. È necessario, quindi, che siano relativamente costose e che abbiano un'interruzione di 10 minuti ogni ora per creare dei vuoti in grado di ridurre la percezione di affollamento». Proprio sull'affollamento dei passi c'è chi è molto preoccupato. «Bisogna saper accettare il concetto di capacità portante di un'area sensibile. Sapere che può ospitare un numero massimo di persone. In questo caso ci sono varie misure adottabili a partire dal numero chiuso secco sulla falsariga del metodo dei parchi naturali americani dove “chi prima arriva meglio alloggia” e gli altri ritenteranno. Si possono ipotizzare anche soluzioni come l'accesso a numero chiuso dei mezzi privati oppure l’arretramento progressivo dei parcheggi, ma è più complesso. Può funzionare, infine, la prenotazione dell'accesso». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Il sindaco di Selva è per una soluzione complessiva: «Intanto mettiamo tabelloni informativi e fermiamo le auto euro 2 e 3» «Bus, impianti e ticket a difesa dei passi» di Massimiliano Bona SELVA GARDENA «Solo con i bus gratuiti ogni 15 minuti (soluzione ipotizzata dall’assessore provinciale Florian Mussner ndr) non riusciremo mai a portare 1.500-2 mila persone all’ora sui Passi. Si può arrivare al massimo a 800 con pullman da 50 posti, che non sono adatti peraltro a strade che hanno un’età media di cent’anni»: il sindaco di Selva Roland Demetz fa parte della commissione che si riunirà il prossimo 29 agosto a Bolzano e ci tiene ad illustrare la sua ricetta, che prevede il potenziamento degli autobus pubblici, collegamenti a prezzi agevolati con gli impianti di risalita ma anche l’introduzione di un ticket piuttosto elevato, in grado di scoraggiare davvero il traffico privato. Sindaco, è giusto studiare forme di mobilità alternative, rispettose dell’ambiente, per tutelare i passi dolomitici? «Certo che sì, ma prima di introdurre qualsiasi misura bisogna anche riuscire a dare alternative adeguate ad ospiti e residenti. Bisogna prevedere, innanzitutto, dei tabelloni informativi con aggiornamenti in tempo reale sui posti auto disponibili a Passo Sella. Oggi c’è chi sale anche quando sono esauriti». Qual è l’ora di punta? «Da Selva auto e moto passano tra le 8 e le 11, in alcuni casi fino a mezzogiorno. Nei weekend di punta parliamo anche di 2.500 persone». Ci sono state proteste lo scorso fine settimana per la chiusura di Passo Gardena per motivi di sicurezza? «Lei non può nemmeno immaginare quante». Passiamo alle soluzioni concrete: quando saremo pronti con gli impianti di risalita per passo Sella? «Non prima del 2018. L’anno prossimo sarà rinnovato (scade la concessione ventennale ndr) l’impianto che da Plan de Gralba porta a Piz Seteur e pertanto il primo troncone nel 2017 non sarà percorribile. Il secondo impianto è quello che da Piz Seteur

Alto Adige | 23 Agosto 2016

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agi.it | 23 Agosto 2016

49 Rassegna stampa - Agosto 2016 porta alla Città dei Sassi, meta di migliaia di turisti». Ma i prezzi degli impianti non sono troppi a lti? «Sì, certo, ma quando sarà adottata una soluzione integrata gli impianti dovranno costare più o meno quanto i bus. Servono prezzi agevolati. Oggi, ad esempio, i bus sono gratuiti perché vengono reinvestiti i fondi della nostra imposta di soggiorno. In futuro potremmo usare i soldi del pedaggio per auto e moto per coprire parte delle spese del biglietto per gli impianti di risalita». Da anni i turisti che lasciano l’auto in albergo usano la «Val Gardena Card». Quanto costa? «Settantanove euro. Conviene ma c’è comunque qualcuno che storce il naso». Lei - oltre a bus e impianti - vorrebbe introdurre anche il ticket per le auto. Che prezzo si immagina? «Alto. Deve rappresentare un reale disincentivo alle auto private e indurre ospiti e altoatesini a puntare sulle altre due forme di mobilità sostenibile». In attesa di trovare la quadra su una soluzione per il medio-lungo periodo lei cosa farebbe nell’immediato? «Potenzierei da subito i controlli per moto e auto. Sia per quanto attiene la velocità che per i rumori. Poi si potrebbe intervenire sui mezzi più inquinanti». Quali mezzi fermerebbe? «Ad esempio gli Euro 2 e gli Euro 3. Per iniziare». Il problema, dunque, anche visto da Selva esiste.... «È chiaro che, anche in paese, ci sono diversi residenti e operatori economici scettici, ma in prospettiva bisogna trovare soluzioni mirate e ben calibrate, tenendo conto anche delle necessità dei Comuni ladini. Di sicuro Selva non vuole diventare un Comune zeppo di parcheggi a causa della chiusura a fasce orarie, anche perché non avremmo nemmeno lo spazio necessario per farli».

Unesco: a Forni di Sopra 3^ edizione "Paesaggi contemporanei" (AGI) - Udine, 23 ago. - Si svolgera' venerdi' 26 agosto a Forni di Sopra la terza edizione di "Paesaggi contemporanei", evento inserito nel programma dei "Dolomiti Days" promossi dalla Regione Friuli Venezia Giulia in collaborazione con la Fondazione Dolomiti Unesco. Per il terzo anno consecutivo e' il laboratorio "Dolomiti Contemporanee" a curare l'edizione di quella che si configura come una riflessione sullo stato e sul destino del paesaggio montano. Quest'anno, la giornata si svolge in due sessioni, una pomeridiana alle 16 e una serale alle 21, nella piazza del comune. In caso di maltempo tutto si svolgera' nella Ciasa dei Forne's, in via Nazionale. Dopo i saluti istituzionali del sindaco Lino Anziutti, dell'assessore regionale al Territorio e presidente della Fondazione Dolomiti Unesco Mariagrazia Santoro, della direttrice della Fondazione Marcella Morandini e del presidente Provincia di Udine Pietro Fontanini, la sessione pomeridiana si focalizzera' sul tema de "La cura del paesaggio": una serie di sguardi, ragionamenti e casi sullo stato del paesaggio-patrimonio, su alcune pratiche di coltivazione e rigenerazione della risorsa territorio, sui processi partecipativi, sul presente e futuro della montagna contemporanea. Tra i relatori coinvolti figurano Gianluca D'Inca' Levis, curatore di "Dolomiti Contemporanee"; Annibale Salsa, antropologo, gia' presidente del Cai-Club alpino italiano; l'architetto Moreno Baccichet e Silvia Camporesi, artista, autrice del libro "Atlas Italiae". Alle 21, invece, protagonista sara' Simone Sfriso, curatore con Tamassociati del Padiglione Italia della Biennale di architettura di Venezia 2016, che portera' alcuni esempi

Annibale Salsa, antropologo ed ex presidente del Cai: dove si è passati da gomma a rotaia la risposta è stata positiva «Il turismo vuole bus e chiusure ad ore» di Maddalena Di Tolla BOLZANO Antropologo, già presidente del Cai, presidente del comitato scientifico di Accademia della Montagna del Trentino, membro del comitato scientifico di Fondazione Unesco-Dolomiti. È Annibale Salsa, ha insegnato antropologia all’università di Genova. Ha condotto studi e ricerche sulla trasformazione delle identità delle popolazioni alpine. Si occupa di antropologia del turismo montano, anche nelle Alpi. Ha presieduto il gruppo di lavoro «Popolazione & Cultura» della convenzione alpina e collabora a diverse iniziative della convenzione. È docente alla «Trentino school of management» (Tsm) «Scuola per il governo del territorio e del paesaggio” (Step) della Provincia di Trento. Gli abbiamo chiesto, sulla base della sua lunga e vasta esperienza intorno al turismo alpino, una valutazione sul nostro dibattito che tocca un tema importante come quello del traffico attraverso i Passi dolomitici. Limitare il traffico privato sui passi: cosa ne pensa, professore? Il problema esiste. Siamo al limite. Il traffico sui passi va regolamentato, escludendo dalle limitazioni i residenti ovviamente. Non possiamo rinviare le decisioni. Si assiste ad un carosello motorizzato che inquina l’ambiente, anche con il rumore eccessivo. Quale delle soluzioni proposte in queste settimane su questo giornale dai vari interlocutori la convince? Ritengo che la soluzione giusta sia la chiusura dei passi in talune fasce orarie, offrendo l’alternativa dei bus navetta. In questo modo si andrebbe incontro alla sensibilità di molti turisti, soprattutto stranieri, che sono ben disposti a usare mezzi pubblici per spostarsi. Con il ticket invece ritengo che non si risolverebbe nulla: la gente paga per poter fare certe scelte. Non sarebbe nemmeno una scelta etica, secondo me. Ci riporta qualche esempio di buone pratiche di successo, avviate per limitare il traffico privato, nelle Alpi? Il modello svizzero resta quello migliore. Si basa sull’uso della rotaia al posto della gomma e offre molti servizi pubblici in loco. Qui siamo in ritardo. In Alto Adige stanno cominciando ad operare scelte in quella direzione. Rilevo che oggi i tour operator internazionali offrono sul mercato asiatico pacchetti che per la montagna portano in Svizzera, per le città d’arte in Italia. Non è un caso che quei pacchetti spesso non offrano soggiorni in Trentino e in Dolomiti. La spinta all’innovazione che viene impressa da un ordinamento esterno, come quello del traffico, farebbe bene o male al sistema turismo alpino ? Questo tema è stato affrontato dagli operatori turistici dell’Alpe di Siusi, oggi contenti del traffico limitato, che ha favorito gli affari. Sarebbe una

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di cura responsabile del paesaggio architettonico contemporaneo in un intervento intitolato "Taking Care, architetture e paesaggi dei diritti".

Alto Adige | 24 Agosto 2016 Trentino | 24 Agosto 2016

«Fasce orarie ok, ma non nel weekend» di Federico Sanzovo wBOLZANO «Sono d’accordo sull’idea della chiusura dei passi a fasce orarie, ma non nel fine settimana». A lanciare questa idea è Renata Pizzinini, che dal 1962 al 2013 ha gestito lo storico Art Hotel Romantik di Colfosco, oggi in mano al figlio Carlo, e che per anni ha fatto parte dell’associazione turistica di Corvara. L’albergatrice ha deciso di partecipare alla nostra iniziativa, inviando in redazione una lettera contenente il tagliando: «Mi piace l’idea dell’assessore Mussner di mettere degli autobus ogni quindici minuti - spiega - perché già oggi i turisti li riempiono per spostarsi una volta giunti qui. Allo stesso tempo, però, dobbiamo consentire alle persone di arrivare fino alle strutture e di poter ripartire». Insomma, quella che propone Renata Pizzinini è una soluzione che comprende l’idea della chiusura dei passi a fasce orarie durante la settimana e che però vuole sfruttare il vantaggio del trasporto pubblico: «È molto importante che il sabato e la domenica i turisti possano utilizzare le strade dei passi, perché una famiglia che arriva da Amburgo, dopo un viaggio di mille chilometri, non ha voglia di aspettare l’apertura del passo, va da un’altra parte». Inoltre, l’albergatrice pone l’accento su altri due aspetti che devono essere tenuti in considerazione: la creazione di parcheggi dedicati e la voce degli abitanti dei paesi interessati. «Se i turisti devono lasciare l’auto e aspettare il bus - sottolinea - diventa necessario predisporre ampi parcheggi, con alcune zone nelle quali ripararsi dal sole o dalla pioggia e con un bar e dei bagni per anziani e bambini. Inoltre dobbiamo ricordarci che qui c’è una valle viva, come sugli altri passi, quindi è necessario ascoltare le voci degli abitanti, perché siamo noi ad essere direttamente interessati da questi provvedimenti: l’ultima parola ci spetta di diritto». Renata Pizzinini è convinta però che qualcosa si debba fare per preservare l’ambiente: «Da quando sono in pensione vado a camminare tutti i giorni per le nostre

Alto Adige | 25 Agosto 2016

51 Rassegna stampa - Agosto 2016 provocazione utile per aiutare a ripensare il modo di fare turismo. C’è bisogno di un riposizionamento generale, anche in Trentino. Ecco, il Trentino ha oggi la capacità di cogliere quella provocazione positiva? Diciamo che in passato il Trentino ha rischiato di imboccare la strada sbagliata. Oggi risulta favorito per un cambiamento. Citiamo qualche località alpina che con paradigmi diversi ha raggiunto il successo nel turismo? Cito la Val Maira, nella provincia di Cuneo. Le sue valli abbandonate con poche infrastrutture, oggi sono mete ricercate dei turisti. Cito anche le località svizzere “zero auto”. Il problema è come fare le cose, nel turismo, non un sì o un no netto, per evitare integralismi.

La proposta dell’albergatrice di Corvara Renata Pizzinini: «Sabato e domenica sono i giorni di arrivo e partenza dei clienti»

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Trentino | 25 Agosto 2016

MOENA Le Dolomiti viste attraverso i documentari di Piero Badaloni e il film di Stefano Lodovichi (insieme nella foto), hanno attirato oltre duecento persone nell’aula magna del polo scolastico di Moena. L’incontro, moderato dalla giornalista Elisa Salvi, nell’ambito della nuova rassegna “Racconti dalle Dolomiti”, ideata dall’Apt di Fassa per puntare i riflettori su diversi aspetti delle montagne Patrimonio Unesco grazie agli interventi di esperti, opinion leader e protagonisti dell’attualità, ha visto il giornalista Badaloni presentare l’ultimo documentario del ciclo (di sei) “Dolomiti, montagne, uomini e storie” realizzato per la Fondazione

52 Rassegna stampa - Agosto 2016 montagne e devo dire che è proprio vero: le Dolomiti sono molto belle, vanno viste. E lo dice una che ha visitato mezzo mondo: sono stata in più di novanta Paesi». Il turismo, d’altronde, è la grande ricchezza della regione: «In un periodo come questo, nel quale le fabbriche chiudono, gli alberghi registrano il tutto esaurito. Anche quest’anno sta andando benissimo. Se penso a quando ero piccola io, siamo in un altro mondo». Sì, perché Renata Pizzinini ha sempre avuto un occhio attento per il turismo, fin da bambina. Suo nonno Josef Kostner, infatti, acquistò nel 1912 la locanda “Alla Cappella”, un antico maso del XV secolo dal quale partì la fortunata stirpe di albergatori che ancora oggi lavora in paese: «Io mi ricordo ancora di quando mio nonno andava a prendere i primi turisti con la slitta. All’epoca c’erano i privati che mettevano a disposizione una stanza per ogni abitazione, non esistevano gli alberghi. Da noi gli ospiti dovevano pagare in più per poter fare il bagno. Questo era il turismo, niente di più. Eravamo una terra poverissima e Colfosco probabilmente era il paesino più povero di tutti. Ricordo di quando trovai una biro per terra: era scarica, ma per me era come aver trovato un diamante, mi sentivo ricca. Se oggi la nostra terra è così florida, lo si deve soprattutto al turismo». E ai grandi sciatori, che hanno fatto una pubblicità eccezionale alla regione: «Quando gli atleti altoatesini hanno vinto le prime medaglie, noi abbiamo iniziato a dover ospitare moltissime persone tutte in una volta: arrivavano i giornalisti, ma anche tanti tifosi e la televisione. Penso soprattutto al nostro Carletto (Senoner, ndr) di Selva Gardena e di quando vinse l’oro». Era il 1966, lo sciatore gardenese si laureava campione del mondo nello slalom speciale e il turismo iniziava il suo processo di crescita, lo stesso Senoner avrebbe conosciuto un grande successo proprio come albergatore nella sua Selva Gardena: «Oggi si vedono tanti paesini ricchi, gli alberghi pieni. Tutto questo ce lo siamo conquistato sudando più di sette camice. Bisogna ringraziare i pionieri del turismo per quello che abbiamo oggi. Io sono stata testimone di tutto il processo di cambiamento: dalla povertà a oggi. Per costruire quello che abbiamo, noi abitanti della val Badia abbiamo girato il mondo per capire quali fossero le iniziative vincenti per portare turisti nella nostra regione». E oggi le proposte per i turisti sono molte: «Negli ultimi anni mi sono resa conto di quante iniziative ci sono, gli show per i bambini per esempio o la Maratona delle Dolomiti». I turisti, insomma, sono una risorsa indispensabile per tutti, ma è importante trovare una soluzione della quale tutti siano soddisfatti, dagli albergatori agli abitanti: «L’ultima parola spetta necessariamente a noi - ripete Renata Pizzinini - agli abitanti della val Badia e della val Gardena, ma lo stesso deve essere concesso anche ai residenti della val di Fassa e a tutti coloro che sono interessati da queste decisioni». L’importante è che a scegliere non sia chi queste valli non le conosce a fondo e, soprattutto, che le cose non si facciano in fretta: «Prima della decisione c’è ancora molto da discutere».

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Dolomiti, uomini e storie. La montagna di Badaloni

Alto Adige | 26 Agosto 2016 Trentino

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| 27 Agosto 2016

Unesco e annunciare pure l’uscita in autunno di uno inedito dedicato all’economia di montagna. Ma soprattutto Badaloni ha risposto a diverse domande su linguaggio documentaristico, scoperte ed esperienze vissute nel corso di sei mesi di viaggio. «L’uomo (tra le oltre novanta persone intervistate in tour durato due mesi) che mi ha più colpito per la sua tenacia è Cesare Maestri. Invece tra gli “abitanti dell’arcipelago” l’ottantenne rimasto l’unico abitante di un paesino che faceva andare la moglie a trovarlo solo un paio di volte la settimana» ha raccontato il giornalista. A sorprenderlo positivamente, poi, i tanti giovani che hanno scelto di vivere di allevamento e agricoltura, andando contro corrente ed evitando un grave rischio per la montagna: lo spopolamento. Interessante anche l’intervento del giovane regista Lodovichi, al primo incontro pubblico in Fassa dopo l’uscita del film “In fondo al bosco”, che nel 2015 lo ha visto trascorrere oltre un mese sui diversi set di Fassa, tra Tamion, Pera e Alba di Canazei. «Della Val di Fassa - ha spiegato il regista - mi ha affascinato l’aspetto drammatico delle cime che bene si adattavano alla sceneggiatura, così come le case e i fienili antichi di Tamion. Il paesaggio ha avuto un ruolo chiave nel sostenere in modo ideale la narrazione.». Il film noir, dove le leggende dei krampus si intrecciano a richiami di fatti di cronaca nazionale, è stata la prima produzione di Sky Italia con One More Pictures, in collaborazione con Trentino Film Commission e la locale Apt.

Albergatori e commercianti di Corvara: «In questo modo sparirebbe chi scambia le strade per un circuito» «Più controlli sui decibel delle moto» di Federico Sanzovo BOLZANO La discussione sul traffico che caratterizza le strade dei passi dolomitici è, ovviamente, molto accesa nei paesi che da queste strade sono attraversati. L’Unione commercio servizi turismo dell’Alto Adige affronta questo tema da diversi anni proprio nei luoghi che hanno conosciuto un rapido aumento del traffico. Un esempio è dato da albergatori e commercianti di Corvara, paese dove già da molti anni si discute della questione. L’Unione, in una nota, affronta il problema. Gli abitanti del paese dell’Alta Badia, infatti, sono consapevoli del fatto che la continua crescita del traffico non può che rappresentare uno svantaggio per il centro abitato: «Sappiamo che la cittadinanza si lamenta per la situazione che si crea ogni anno sulle nostre strade - spiega Heinz Neuhauser, referente dell’Unione sulla questione del traffico - ma allo stesso tempo conosciamo l’importanza del turismo». Gli esercenti si trovano proprio in mezzo a queste due posizioni: «Un commerciante, naturalmente, deve prendere in considerazione entrambe - prosegue Neuhauser - perché i nostri clienti sono sia i turisti che gli abitanti del luogo». Un fatto è, però, chiaro: bisogna necessariamente intervenire affinché i passi tornino ad essere contemporaneamente un’attrazione per i turisti e un luogo dove poter vivere in pace per i residenti: «Per questo motivo abbiamo deciso di proporre alcune soluzioni che potrebbero essere messe in pratica immediatamente: garantire dei rigidi controlli dei limiti di velocità e limitare l’inquinamento acustico attraverso la misurazione dei decibel prodotti dai veicoli che passano per quelle strade». I limiti di velocità sono già in vigore sui passi Gardena e Campolongo, ma l’Unione sottolinea la mancanza di sorveglianza: «Il

Farina: «Pedaggio e fasce a livello sperimentale»

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LE STRADE DELLE DOLOMITI» LA NOSTRA CAMPAGNA di Maddalena Di Tolla BOLZANO «È vero: il tema di una limitazione del traffico nella zona dolomitica è ormai improcrastinabile. Va affrontato subito: ne va dell’ambiente e anche del futuro del turismo», esordisce così Manuel Farina, albergatore di Moena (Hotel Faloria), segretario dell’Unione autonomista ladina del Trentino. Esprime la sua posizione personale oppure quella del movimento autonomista ladino? Esprimo la posizione del partito. Ci siamo confrontati sul punto, anche sulla base di uno studio e di un’indagine con gli operatori economici. Secondo noi è evidente che occorra fare qualcosa per ridurre il traffico sui Passi Dolomitici. Lo evidenzia del resto anche l’esito delle vostre interviste. Diciamo però anche che è altrettanto chiaro e complesso trovare la soluzione giusta... ci sono diverse sensibilità ed esigenze, ambientali, turistiche, economiche. Parliamo della valle di Fassa: abbiamo 60.000 posti letto qui, non è come, per dire, in val Badia. Ci sono numeri da garantire. Dunque, cosa proponete? Noi pensiamo che sia tempo di attuare una sperimentazione, partendo dalla domanda “Che tipo di turismo vogliamo”? Era la questione posta anche dal professor Annibale Salsa nella sua intervista. Il pedaggio potrebbe essere utile a reperire i soldi per fare nuovi parcheggi, la manutenzione delle strade sui passi che è necessaria e per migliorare l’offerta dei servizi di mobilità. Si potrebbe pensare anche di offrire ai turisti che dormono in valle e che pagano la tassa di soggiorno degli sconti o dei passaggi gratuiti sui passi, per esempio. Molti pensano che il pedaggio non ridurrebbe i transiti in modo significativo. Che ne dice? Dico che è probabile

Alto Adige | 27 Agosto 2016 Trentino | 25 Agosto 2016

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problema è che i controlli da parte delle forze dell’ordine sono solo sporadici - sottolinea Andreas Kostner, fiduciario comunale dell’Unione - un primo passo nella giusta direzione sarebbe quindi un controllo effettivo e costante, anche per mezzo di postazioni radar fisse, con l’obiettivo di ridurre drasticamente le velocità di percorrenza». Una soluzione, questa, pensata per scoraggiare quanti scambiano le strade dei passi per un circuito dove sfidare la velocità. Per quanto riguarda i decibel, invece, l’Unione ne propone la misurazione all’ingresso di Corvara e Colfosco: «Il rumore, soprattutto quello delle moto, disturba tanto i residenti quanto i turisti - spiega Neuhauser - quindi è necessario intervenire in questo senso». Per quanto riguarda, invece, interventi come la chiusura a fasce orarie, il potenziamento del trasporto pubblico e il pedaggio, l’Unione è più cauta: «Queste soluzioni devono essere vagliate con cura - precisa Neuhauser - per esempio, è necessario avere uno studio approfondito legato al pedaggio: quali sarebbero i reali effetti sul traffico? Quanto dovrebbe costare il transito per essere giusto?». In caso di blocco totale del traffico, poi, la presenza di sufficienti parcheggi agli accessi dell’abitato diventerebbe indispensabile, così come pure i collegamenti con il centro storico, da attuarsi per esempio con autobus elettrici, e un’efficiente segnaletica. Aspetti questi necessari per mantenere e incentivare la qualità del soggiorno turistico. «Trattandosi di un tema così complesso - conclude Neuhauser - è normale che la discussione si sia protratta fino a oggi. E ci sono ancora molti aspetti sui quali tutti ci dovremo confrontare».

55 Rassegna stampa - Agosto 2016 che sia così. La chiusura per fasce orarie potrebbe infatti rientrare nella sperimentazione, una volta messi in atto i servizi con i soldi dei pedaggi. Però vede, la vera sfida secondo noi è creare un Parco delle Dolomiti Unesco. Allora sì che il pedaggio e le regole sui transiti avrebbero maggior senso. Dobbiamo dare spazio ad altri turisti, ad esempio al turismo dei ciclisti che mostra potenzialità molto interessanti. Cito anche l’esempio del limite di velocità dei 60 km orari introdotto di recente: quella era una proposta del nostro consigliere regionale Beppe Detomas. Parliamo di perdite economiche per gli operatori: avete fatto una stima di quanti soldi si potrebbero perdere limitando i transiti delle vetture private? Forse potremmo non avere alcuna perdita ma anzi vedere un cambiamento nei fruitori dei passi. Quando si potrebbe partire con la sperimentazione? Anche nell’estate del 2017. Voglio però ribadire che è complesso trovare la soluzione adeguata. Devo anche dire che vediamo con preoccupazione che gli amministratori della valle di Fassa sembrano andare in direzione contraria. Ritorna l’intenzione di riaprire i centri dei passi al traffico privato, ad esempio a Vigo di Fassa o anche a Moena. Tanto è vero che il sindaco di Canazei si è dichiarato nettamente contrario alla chiusura dei passi. Per parte nostra sappiamo che con queste proposte rischiamo anche di perdere una parte del consenso. Il problema è il limite della politica di fronte ai cambiamenti. Quale strumento serve per attuare la sperimentazione? Esiste già il Tavolo interprovinciale tra Trento e Bolzano.

Un nuovo balcone davanti alle Pale

Il punto di forza che non avrà rivali, è il panorama che si può gustare dalla zona su cui sorge il balcone, terrazza naturale dove un tempo sorgeva il primo rifugio Tognola: davvero mozzafiato, con la vista che

Rispetto alla torre, la versatilità è minore: non si prevedono allestimenti di mostre o celebrazioni di matrimoni a mezzanotte, ma lo scopo è diverso. Ben si presta, infatti, ad attività didattiche, essendo attrezzato con un adeguato percorso interpretativo facilmente accessibile.

L’Adige | 27 Agosto 2016

Il primo punto panoramico - Dolomiti Unesco in Trentino PRIMIERO - Dopo la Torre T3 a Sagron Mis, portale di accesso al sistema 3 delle Dolomiti Unesco e unica nel suo genere, con suoi 32 metri di altezza, il cui balcone privilegiato per osservare il gruppo del Cimonega con visori diurni e notturni ad infrarossi si raggiunge salendo le scale, prendendo l'ascensore oppure scalando la parete di arrampicata, da quest'estate c'è un nuovo punto di osservazione privilegiato sull'Alpe Tognola: il balcone panoramico Dolomiti Unesco, primo in Trentino, realizzato dal Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino con il finanziamento del Fondo provinciale per lo sviluppo sostenibile in base al progetto della Fondazione Dolomiti Unesco.

L'intervento ha previsto anche una sistemazione del luogo, consolidando i ruderi dell'arrivo dell'ex slittovia Panzer del 1936.

spazia dalla catena porfirica del Lagorai alle Vette Feltrine passando per l'imponente gruppo delle Pale di San Martino.

alto si osservano i fitti strati rossastri, grigio-violetti della potente e caratteristica Formazione di Werfen; anch'essa è il risultato di un continuo alternarsi di trasgressioni e regressioni della linea di costa in quel mare tropicale dove argille rossastre e sabbie calcaree si depositarono, finché sopra di essa si nota la bianca Dolomia del Serla derivante da sedimentazione in zone più tranquille dove potevano insediarsi organismi L'osservatorioviventi.sarà inaugurato il prossimo mercoledì 31 agosto, alla presenza dell'assessore provinciale all'ambiente Mauro Gilmozzi e del presidente dell'ente Parco Giacobbe Zortea. È raggiungibile con un facile percorso dall'alto della stazione di arrivo della cabinovia Tognola in circa quindici minuti, oppure dal basso lungo il sentiero del Panzer recentemente restaurato in circa un'ora e mezza partendo da San Martino di Castrozza.

Alto Adige | 28 Agosto 2016 Trentino | 28 Agosto 2016

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Dal nuovo balcone Dolomiti Unesco si possono scoprire tutte le varietà di forme e colori delle rocce grazie a dei pannelli che raccontano la storia geologica e geomorfologica delle montagne. Ma sono le Pale di San Martino ad incantare, costituite per la maggior parte dalla Dolomia dello Sciliar, risultato dell'insediarsi di vere e proprie scogliere coralline, per poi spaziare ad est, dove svettano il Piz di Sagron e il Sas de Mura, testimonianze di aree in cui la deposizione di fanghi calcarei e di organismi marini continuarono ancora a lungo nel mare della Tedide, andando a formare altri grandi e importanti complessi dolomitici formati dalla Dolomia Principale.

Alla base del Cimon della Pala si pone davanti la formazione ben stratificata e con evidenti pieghe che dal centro di San Martino di Castrozza non si nota: è la Formazione a Bellerophon, costituita da gessi alternati a dolomie, calcari e marne, risultato di un ambiente di bassa laguna, quasi una salina, in un clima caldo; le forti compressioni causate dalla collisione tra la placca africana e quella europea piegarono i sottili e teneri Piùstrati.in

Tanti i ciclisti saliti alla Cima Coppi attirati dall’assenza di traffico: «Pericoloso con auto e moto, è un esempio da seguire» Stelvio, 11 mila sì alla chiusura dei passi di Federico Sanzovo wPRATO ALLO STELVIO «Dobbiamo fare qualcosa per le nostre strade, ma è molto importante che si trovi una soluzione con la collaborazione di tutti gli interessati». Il direttore del Parco dello Stelvio, Hanspeter Gunsch spiega così la sua posizione circa la situazione del traffico sulla strada che porta alla Cima Coppi, normalmente monopolizzata da auto e moto, ma per un giorno invasa dalle biciclette. Anche quest’anno, infatti, la Giornata in bicicletta ha richiamato sulla mitica cima moltissimi ciclisti: «Ad essere precisi - commenta soddisfatto Gunsch - sono stati 11.401 le persone che hanno deciso

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57 Rassegna stampa - Agosto 2016 di partecipare alla nostra manifestazione». Tanti gli appassionati che hanno deciso di affrontare i 48 tornanti che portano fino ai 2758 metri della Cima Coppi. Giunta alla sua sedicesima edizione, la Giornata in bicicletta ha attirato appassionati provenienti da ogni parte del mondo: «Vengono da tantissimi Paesiracconta Mirko Baldi, proprietario del negozio di biciclette e ricambi di Prato allo Stelvio - dall’Australia, dagli Stati Uniti, soprattutto dal Colorado, e ovviamente da mezza Europa». La voce, però, si sta spargendo e i turisti iniziano ad arrivare anche da luoghi impensabili: «Quest’anno, per la prima volta, si è presentato in negozio un signore proveniente da Dubai, ma anche un altro che vive alle Hawaii». Insomma, una manifestazione in grado di attrarre moltissimi turisti, ma naturalmente lo stesso parco funge da calamita per chi vuole trascorrere un po’ di tempo in mezzo alla natura: «Qui in estate è un disastro - prosegue Baldi - soprattutto durante il fine settimana quando la strada si riempie di moto e auto». Aspetto questo che allontana i ciclisti: «Senza traffico questa strada è uno spettacolo - commenta Alessandro Magnani, di Modena - giornate come questa sono sicuramente un incentivo. Con il traffico, invece, diventa davvero pericolosa». Gli fa eco Paolo Felicetti, anche lui modenese: «La discesa già di suo non è proprio priva di rischi, affrontarla con le auto, le moto o i pullman che salgono in senso opposto sarebbe molto rischioso». Stesso concetto ribadito anche da Dino Cazzaniga, proveniente dalla provincia di Lecco, ma in vacanza in Val Pusteria: «Ho affrontato anche altre strade non chiuse, però è innegabile che l’iniziativa di oggi invogli a partecipare». «Strade come questa dello Stelvio dovrebbero essere chiuse al traffico - afferma Fabio Soci, anche lui giunto dall’Emilia per la Giornata in Bicicletta - si potrebbero istituire delle ztl, delle navette per gli invalidi e poi si potrebbe incentivare l’uso delle biciclette elettriche che permettono a moltissimi di affrontare queste salite». Più cauti, invece Marco Brambilla, Emilio Del Corno, Claudio Wolf e Michele Brivio, componenti di un gruppo di ciclisti lombardi: «Una soluzione al traffico, anche prodotto da giornate come questa che portano sui passi tantissime persone, può essere data dal trasporto pubblicocommentano - perché se questo è efficiente e non troppo caro, invoglia sicuramente le persone ad usarlo». Trasporto pubblico che potrebbe fungere da incentivo proprio per il cicloturismo, più sostenibile dal punto di vista ambientale sia per quanto riguarda le emissioni inquinanti che per il rumore: «L’ideale sarebbe poter trasportare senza problemi la bicicletta su ogni mezzo pubblico - aggiungono - magari senza dover pagare un sovrapprezzo: ci sono casi nei quali una bici paga lo stesso biglietto del proprietario». Convince meno, invece, l’ipotesi delle fasce orarie: «Sarebbe difficile da gestire - sottolinea ancora Alessandro Magnani - mentre si potrebbe pensare di alternare il passaggio sulle strade dei passi dolomitici, magari dedicando alcuni giorni della settimana alle bici». Più difficile, invece, pensare a una serie di appuntamenti spalmati su più mesi della “Giornata in bicicletta” al Passo dello Stelvio: «La nostra manifestazione, così come è pensata, deve essere organizzata tra fine agosto e inizio settembre - spiega il direttore Gunschperché le persone che decidono di affrontare la salita del Passo dello Stelvio sono tutte molto ben preparate dal punto di vista fisico: arrivare alla Cima Coppi significa affrontare 1800 metri di dislivello. Per questo è molto difficile pensare di organizzare più appuntamenti come questo durante il resto dell’estate».

«Bus panoramici e gratuiti Così fermiamo le auto»

LE STRADE DELLE DOLOMITI» LA NOSTRA CAMPAGNA di Alan Conti BOLZANO Transdolomites è un'associazione trentina di Pozza di Fassa che di turismo sostenibile nelle vallate delle Dolomiti si occupa quotidianamente. Per vocazione e difesa del territorio. Logico che il suo sguardo sia corso spesso anche più in alto: sui Passi. Il presidente Massimo Girardi, dunque, presenta quello che è un vero e proprio vademecum della mobilità stilato dalla stessa Transdolomites. Punti che nascono dall'analisi del traffico a fondo valle (dove, peraltro, risiede l'associazione) e che individuano nell'automobile il vero elemento negativo da contrastare o limitare. «Non ci vuole molto per comprendere che le Dolomiti da troppo tempo sono divenute un territorio fatto su misura per le auto e dove la maggior parte degli interventi sono effettuati in tale ottica»... si rammarica Girardi. «Manca dunque la giusta sensibilità nei riguardi delle necessità dei residenti e dei turisti che di certo non si aspettano il traffico che già trovano, gratis, nelle città dalle quale arrivano». Come contraltare della vettura, il bus. Sostenere il trasporto pubblico... la strada corretta per liberare i passi dalla morsa delle macchine. Ancora prima di pensare alle chiusure e ancora prima dei pedaggi. Per farcela proponiamo un carnet di soluzioni intrecciate tra loro: dalla carta di viaggio unica alla gratuità dei mezzi e delle linee passando per pullman che siano di nuova generazione. Panoramici e tecnologici. Tutte misure costose che richiedono coperture economiche forse più ampie dell’aumento della tassa di soggiorno ma che devono, in primo luogo, coinvolgere anche gli albergatori. I primi player economici del turismo. «I pernottamenti dovrebbero essere venduti assieme a un piano per la mobilità. Un pacchetto con card che dia accesso al trasporto pubblico. In hotel, poi, dovrebbe essere previsto uno specifico info point». Attenzione, inoltre, al cadenzamento delle corse dei bus. «L'assessore provinciale alla mobilità Florian Mussner proponeva un passaggio ogni 15 minuti. Può andare bene, ma va allargato il raggio delle destinazioni». In valle, intanto, attenzione alla ferrovia. «La realizzazione delle nuove tratte è irrinunciabile per collegarsi, poi, con il trasporto su gomma e coinvolgendo gli impianti di risalita». Fa molto discutere, intanto, la copertura dei costi di un trasporto pubblico rafforzato. «Dovrebbe essere gratuito e finanziato con una tassa di soggiorno alzata a 2 euro quotidiani – propone Transdolomites – con una tessera per il turista. Altre risorse si possono recuperare tagliando alcuni spot promozionali che sono utili solo per i vip coinvolti senza particolari ricadute sul territorio». Poi occorrerebbe puntare sulla semplificazione. «Siamo di fronte a una giungla di card e abbonamenti di ogni tipo. Ci vorrebbe un permesso valido per tutto l'Euregio: in Svizzera un documento di viaggio accomuna 300 società. La tecnologia lo consentirebbe, la politica meno. A chi interessa la divisione tra Südtirol Pass, Mitt, carte di Trenitalia e via discorrendo? Solo alle amministrazioni che sono gelose dei loro numeri. Così facendo avremmo anche meno concorrenzialità». Da non

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59 Rassegna stampa - Agosto 2016 sottovalutare la qualità degli autobus messi a disposizione. «Sarebbe bello progettare dei mezzi panoramici con le superfici vetrate ampliate, magari anche sul tetto, dotandolo di monitor e tecnologie multilingui. In questo modo si può offrire un'esperienza di altro livello rispetto ed un’alternativa concreta alla macchina privata».

Alto Adige | 30 Agosto 2016 Trentino | 30 Agosto 2016

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Allo studio dell’Unione una nuova norma che dimezza la potenza sonora. Dorfmann: «Più controlli sulla velocità» Moto rumorose, interviene l’Europa di Francesca Gonzato wBOLZANO Troppo rumore sulle strade. Di montagna e non. Il tema dei decibel da traffico è all’ordine del giorno della Commissione europea. A Bruxelles stanno studiando un pacchetto di misure per contrastare la rumorosità. Insomma, la battaglia per avere meno traffico e meno rumore sui passi dolomitici potrebbe trovare un alleato nell’Unione europea. La notizia arriva dall’europarlamentare Herbert Dorfmann, che riferisce: «Da circa un anno la Commissione europea ha presentato un libro bianco, che elenca una serie di misure per ridurre il rumore. Il dossier affronta tutto il traffico, dalle auto ai treni». L’argomento verrà presto approfondito, anticipa Dorfmann. «Il libro bianco è la forma iniziale dell’attività legislativa da parte della Commissione europea. Mi aspetto che a breve venga presentata una legge». Per quanto riguarda le moto sui passi, Dorfmann sottolinea: «Il rumore è direttamente collegato alla velocità. È sotto gli occhi di tutti che troppo spesso le moto viaggiano a velocità eccessiva». E si torna dunque al tema dei controlli, oltre che di una eventuale regolamentazione della circolazione di moto e auto sui passi. L’Unione europea da diversi anni sta lavorando sul tema del rumore da traffico. Nel 2014 il Parlamento europeo ha approvato un nuovo regolamento relativo «al livello sonoro dei veicoli a motore e i dispositivi silenziatori di sostituzione», la cui entrata in vigore era prevista nel luglio di quest’anno e che prevede diverse fasi di applicazione. L’obiettivo è arrivare al rispetto di un limite di 68 decibel, cioè 6 decibel meno di quanto previsto dalla normativa attuale. A partire dal 2016, in base alla normativa, i veicoli di nuova omologazione non dovranno eccedere i 70 decibel di rumorosità. A scalare, si dovrà arrivare a 68 decibel entro il 2024. I Verdi, che si sono occupati spesso di rumore e moto, rumore e auto, in una delle tradizionali clausure estive a Montagna avevano segnalato che alcuni tipi di moto in accelerata sfondano regolarmente gli 80 decibel e che possono arrivare in certe condizioni a 126 decibel. Per quanto riguarda le auto, la vecchia normativa comunitaria prevedeva un livello sonoro ammissibile che da 77 decibel era stato portato a 74 decibel. Ma questo, spiegavano i tecnici, comportava una riduzione del 50 per cento della potenza sonora. Insomma, anche pochissimi decibel di differenza possono modificare drasticamente il panorama sonoro.

Vertice fra Mussner Theiner e Gilmozzi. La politica vuole agire subito, restano le resistenze delle categorie economiche Chiusura dei passi, arriva la soluzione BOLZANO Incontro a porte chiuse, nella mattinata di lunedì, fra i vertici provinciali trentini e altoatesini, riguardo allo spinoso problema dei passi dolomitici. Chiusura a ore o a giorni, potenziamento dei mezzi pubblici magari da mettere a disposizione a titolo gratuito, limitazioni all’inquinamento acustico e atmosferico, più impianti di risalita attivi anche in estate e meno mezzi a motore, eliminando Euro 0 1 e 2 e velocità eccessive, specie delle moto. All’incontro hanno partecipato l’assessore provinciale trentino alla mobilità Mauro Gilmozzi e gli assessori altoatesini Florian Mussner (Mobilità) e Richard Theiner (Ambiente). Si è trattato del primo vero e proprio incontro chiarificatore a livello ufficiale, stimolato dalla campagna di sensibilizzazione lanciata questa estate dai quotidiani Alto Adige e Trentino. Da quanto trapelato dagli ambienti istituzionali nella giornata di ieri, si sarebbero prospettate soluzioni varie e la quadra non sarebbe ancora stata trovata, ma pare sia emersa, fortissima, la necessità di agire. Non nel medio lungo periodo, ma a breve. Diciamolo pure: subito. Perché ormai tutti quanti si sono resi conto che, dopo un decennio di chiacchiere al vento, adesso è il momento di muoversi. Il problema sarà soprattutto quello di mettersi d’accordo con tutti gli interessati, categorie economiche in primis. L’incontro si è svolto nella mattinata di lunedì e l’unica presa di posizione ufficiale, piuttosto neutra ma comunque alquanto significativa, è giunta dal presidente della giunta provinciale altoatesina, Arno Kompatscher: «Stiamo lavorando. Vogliamo risolvere la questione e scovare la soluzione migliore. Dovremo però confrontarci prima coi territori e tener conto delle esigenze dei vari soggetti interessati». Mentre l’assessore provinciale trentino Gilmozzi nelle sue esternazioni ha più volte ricordato la necessità di venire incontro ai desideri dei turisti, specie stranieri, diminuendo anche sensibilmente il transito motorizzato e il traffico privato, l’omologo altoatesino Mussner preferirebbe un forte potenziamento dei mezzi pubblici sui passi dolomitici, al limite anche con corse gratuite, mentre l’assessore all’ambiente Theiner, è noto, preferirebbe una chiusura a ore dei passi stessi. Le posizioni sono state ribadite anche all’incontro interprovinciale di lunedì, dal quale sono però emersi soprattutto altri due dati di fatto. Incontrovertibili. Al momento attuale la politica sembra aver trovato il coraggio di agire, in questo senso gli altoatesini e in particolare Theiner pare siano i più decisi. Mentre il mondo dell’imprenditoria e le forze politiche locali, diciamo dolomitiche, valligiane, sarebbero più restie. Ma al vertice, come detto, si è ribadito che ormai si è quasi fuori tempo massimo. E non è più tempo di cincischiare. Il medio-lungo periodo interessa poco. Bisognerà agire a breve. Tanto che nei prossimi giorni è

60 Rassegna stampa - Agosto 2016 Alto Adige | 31 Agosto 2016 Trentino | 31 Agosto 2016

PRIMIERO Sarà inaugurato oggi alle 12 il "Balcone panoramico delle Dolomiti" realizzato sull'alpe Tognola. All'inaugurazione sarà presente anche l'assessore provinciale all'ambiente Mauro Gilmozzi. «Questo intervento - sottolineano il presidente del Parco Paneveggio Pale di San Martino, Giacobbe Zortea e il direttore dell’ente, Vittorio Ducoli – rappresenta un nuovo e significativo tassello che ha come obiettivo principale quello di promuovere la conoscenza e la valorizzazione di un territorio Partimonio Unesco. Attraverso una serie di pannelli si configura anche come punto informativo e didattico del Bene naturale. Un intervento realizzato dal Parco, grazie ad un finanziamento del Fondo provinciale per lo sviluppo sostenibile, in base al progetto redatto dalla Fondazione Dolomiti Unesco». Il balcone panoramico è uno dei primi che sono stati realizzati ed è posto nei pressi dell'ex arrivo della slittovia Panzer in località Tognola, a 2036 metri, primo impianto di risalita esistente nell'area di San Martino di Castrozza, costruito nel lontano 1937. La struttura offre una visione d'insieme sul gruppo delle Pale ed è attrezzata con un adeguato percorso interpretativo, ad elevata accessibilità e idoneo allo svolgimento di attività didattiche. L'intervento ha previsto anche una sistemazione ambientale del luogo, intesa come consolidamento dei ruderi dell'arrivo dell'ex slittovia Panzer, murature in pietra di notevole pregio costruttivo. Il Balcone di Tognola è posto in un luogo strategico per il panorama mozzafiato offerto sul Gruppo delle Pale di San Martino. Inoltre la visuale si spinge anche sulla Marmolada, sulle Dolomiti Feltrine e alle spalle offre una visuale su parte del Gruppo del Catinaccio e del Lagorai. Il balcone panoramico non sarà pienamente utilizzabile nei mesi invernali, in quanto, non prevedendo alcun tipo di copertura, la neve potrà ricoprire la struttura compromettendone la leggibilità. È anche vero che la favorevole esposizione solare e la frequente attività eolica potrebbero rendere facilmente utilizzabile la struttura in modo completo ed essere visitata quindi dai freeride e dai ciaspolatori che già frequentano spesso questi luoghi. L'ufficio tecnico del Parco Paneveggio Pale di san Martino ha curato il rilievo e la progettazione del sito, su delega del Servizio sviluppo sostenibile e aree protette della Provincia di Trento che ha finanziato l'intervento. I lavori sono stati realizzati in economia dalle maestranze del Parco.

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stato calendarizzato un secondo incontro, più approfondito. In base ai cui esiti verranno poi avviati i colloqui con le categorie interessate.(da.pa) ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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Primiero, sarà inaugurato oggi il punto panoramico alla Tognola che offre un panorama mozzafiato

Un balcone per poter ammirare le Dolomiti

SETTEMBRE2016

RASSEGNASTAMPA

FondazioneDolomitiDolomitenDolomitesDolomitisUNESCO

L’Unesco: «Soluzioni su misura per ogni Passo»

2 Rassegna stampa - Settembre 2016 Alto Adige | 01 Settembre 2016

Le strade delle dolomiti» la nostra campagna di Maddalena Di Tolla BOLZANO. Maria Grazia Santoro, architetta, è assessora regionale del Friuli Venezia Giulia alle infrastrutture e territorio ed è la presidente della Fondazione Dolomiti Unesco. Con molta diplomazia ma sulla base di una visione di lungo corso della Fondazione, espressione dei territori che custodiscono il patrimonio delle Dolomiti Unesco, ha risposto alle nostre domande in merito alla limitazione del traffico di auto e moto. Presidente, che posizione esprime la Fondazione? Innanzitutto la Fondazione è un tavolo dove riunire la politica e i portatori di interesse dei territori e portare contributi informativi. Le decisioni le prende poi la politica. Detto questo, esiste una base oggettiva dalla quale partire: è lo studio prodotto dall’Eurac, dal titolo “I passi dolomitici. Analisi del traffico e dei suoi impatti e proposta di misure di gestione”. Lo studio si pone in continuità con l’attività di ricerca di Eurac in collaborazione con Fondazione Dolomiti Unesco. Citiamo altri due studi: “Turismo sostenibile nelle Dolomiti. Una strategia per il bene patrimonio mondiale Unesco” (Elmi, Wagner, 2013) - che mirava a definire le strategie per uno sviluppo sostenibile del bene patrimonio dell’umanità - e “Turismo sostenibile nelle Dolomiti. Approfondimento dell’analisi” (Elmi, 2014; Omizzolo, Bassani, 2014), che approfondiva l’analisi della domanda, dell’offerta e dell’accessibilità tramite mezzi di trasporto pubblico in 22 punti di accesso selezionati). Il problema del traffico importante, tanto è vero che dalle valutazioni dell’ Unesco è emerso come criticità. Per questo abbiamo commissionato lo studio di cui parlavo prima. Crediamo che sia un tema complesso e che vada affrontato con strumenti di conoscenza adeguati. Nel dibattito sono emerse varie idee: pedaggio, chiusura a fasce orarie, ampliamento dell’offerta di mobilità con parcheggi di attestamento. La Fondazione quale valutazione dà di queste idee? Ribadiamo la complessità della situazione e la necessità di fondare le soluzioni su una base fattuale, conoscitiva. Lo studio Eurac evidenzia come ogni passo abbia caratteristiche e flussi di traffico propri, dunque dovremmo parlare di soluzioni differenziate, con vari strumenti. In autunno si terrà l’ispezione del comitato valutatore. Cosa si aspetta l’Unesco dal territorio? Abbiamo presentato il Piano strategico di gestione del bene. L’Unesco valuterà

come riusciremo a rendere coerenti quelle linee guida rispetto ai problemi come anche quello del traffico. Ripeto che la Fondazione ha un ruolo di coordinamento e non sostitutivo della politica. Diciamo comunque che se ipotizziamo che in un anno alcune azioni si possano realisticamente attuare, altre richiedono un tempo maggiore. Penso ad infrastrutture come i parcheggi o al servizio pubblico di mobilità che richiede appalti, investimenti, procedure. Stiamo parlando insomma di un processo e non di una possibile deadline precisa.

La presidente della Fondazione Unesco: «Problema complesso, in autunno saremo valutati anche su questi temi» «Soluzioni differenziate per i vari passi» di Maddalena Di Tolla TRENTO Maria Grazia Santoro, architetta, è assessora regionale del Friuli Venezia Giulia alle infrastrutture e territorio ed è la presidente della Fondazione Dolomiti Unesco. Con molta diplomazia ma sulla base di una visione di lungo corso della Fondazione, espressione dei territori che custodiscono il patrimonio delle Dolomiti Unesco, ha risposto alle nostre domande in merito alla limitazione del traffico di auto e moto. Presidente Santoro, che posizione esprime la Fondazione in merito alla questione? Innanzitutto ci tengo a ribadire quanto diciamo sempre: la Fondazione è un tavolo dove riunire la politica e i portatori di interesse dei territori e portare contributi informativi. Le decisioni le

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In Primiero Inaugurato il «balcone sulle Dolomiti» davanti alle Pale TRENTO È stato inaugurato ieri il «Balcone panoramico delle Dolomiti» realizzato sull’alpe Tognola in Primiero. «Questo intervento - hanno sottolineato il presidente dell’ente parco, Giacobbe Zortea e il direttore, Vittorio Ducoli – rappresenta un nuovo e significativo tassello che ha come obiettivo principale quello di promuovere la conoscenza e la valorizzazione di un territorio patrimonio Unesco. Attraverso una serie di pannelli si configura anche come punto informativo e didattico del bene naturale. Un intervento realizzato dal parco, grazie ad un finanziamento del fondo provinciale per lo sviluppo sostenibile, in base al progetto redatto dalla Fondazione Dolomiti Unesco». Questo balcone panoramico è uno dei primi che sono stati realizzati ed è posto all’ex arrivo della slittovia Panzer in località Tognola, a 2036 metri primo impianto di risalita esistente nell’area di San Martino di Castrozza, costruito nel lontano 1937. La struttura offre una visione d’insieme sul gruppo delle Pale ed è attrezzata con un adeguato percorso interpretativo, ad elevata accessibilità e idoneo allo svolgimento di attività didattiche.

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4 Rassegna stampa - Settembre 2016 prende poi la politica. Detto questo, esiste una base oggettiva dalla quale partire: è lo studio prodotto dall’Eurac, realizzato, fra marzo 2014 e aprile del 2015, dal titolo “I passi dolomitici. Analisi del traffico e dei suoi impatti e proposta di misure di gestione”. (Lo studio si pone in continuità con l’attività di ricerca svolta da Eurac in collaborazione con la Fondazione Dolomiti Unesco a partire dal 2010. Citiamo altri due studi: “Turismo sostenibile nelle Dolomiti. Una strategia per il bene patrimonio mondiale Unesco” - Elmi, Wagner, 2013 - che mirava a definire le strategie per uno sviluppo sostenibile del Bene patrimonio dell’umanità - e “Turismo sostenibile nelle Dolomiti. Approfondimento dell’analisi” -Elmi, 2014; Omizzolo, Bassani, 2014 -, che approfondiva l’analisi della domanda, dell’offerta e dell’accessibilità tramite mezzi di trasporto pubblico in 22 punti di accesso selezionati. Ndr). Il problema del traffico è senza dubbio importante, tanto è vero che dalle valutazioni dell’ Unesco è emerso come criticità. Per questo abbiamo commissionato lo studio di cui parlavo prima. Crediamo che sia un tema complesso e che vada affrontato con strumenti di conoscenza adeguati. Nel dibattito sono emerse varie idee: pedaggio, chiusura a fasce orarie, ampliamento dell’offerta di mobilità pubblica con parcheggi di attestamento. La Fondazione quale valutazione dà di queste idee? Noi ribadiamo la complessità della situazione e la necessità di fondare le soluzioni su una base fattuale, conoscitiva. Lo studio Eurac evidenzia come ogni passo abbia caratteristiche e flussi di traffico propri, dunque dovremmo parlare di soluzioni differenziate, con vari strumenti. Sappiamo che è centrale un lavoro di coinvolgimento dei territori nelle decisioni. In autunno si terrà l’ispezione del comitato valutatore Unesco. Cosa si aspetta l’Unesco dal territorio? Abbiamo presentato il Piano Strategico di gestione del bene. L’Unesco valuterà come riusciremo a rendere coerenti quelle linee guida rispetto ai problemi come anche quello del traffico sui passi dolomitici. Ripeto che la Fondazione ha un ruolo di coordinamento e non sostitutivo della politica. Diciamo comunque che se ipotizziamo che in un anno alcune azioni si possano realisticamente attuare, altre richiedono un tempo maggiore. Penso ad infrastrutture come i parcheggi o al servizio pubblico di mobilità che richiede appalti, investimenti, procedure. Stiamo parlando insomma di un processo e non di una possibile deadline precisa.

5 Rassegna stampa - Settembre 2016 Alto Adige | 02 Settembre 2016 Trentino | 02 Settembre 2016

BOLZANO "Bisogna cambiare la mentalità: non si può mantenere le abitudini se queste sono in contrasto con le esigenze dei nostri ospiti. Il traffico, eccessivo, sui passi dolomitici va contenuto. Abbiamo, qui in Alta Badia e in tutta la zona dolomitica delle attrazioni che meritano di essere valorizzate. E l'eccessivo traffico, con il rumore fastidioso che provoca, non aiuta a rilanciare la nostra zona". Chi parla è Franz Kostner, titolare dell'albergo Posta Zirm di Corvara e figlio di quell'Heinz che è stato a lungo sindaco del paese e che ha lottato (per ora invano) contro l'eccessiva presenza di moto e di auto sui passi. Suo padre diceva spesso, denunciando la cosa anche alle autorità competenti, che attorno al Sella c'erano delle proprie gare notturne di motociclette. Cosa è cambiato nel frattempo? "Nulla, le gare si fanno ancora con grave rischio per chi vive nei paesi, per i turisti e per gli stessi protagonisti di questi caroselli". Che fare per limitare il traffico o le esagerazioni? "Penso che l'introduzione di un pedaggio sia la soluzione più sbagliata, Ha dimostrato, e penso al Rombo dove il ticket è stato introdotto da anni, che non porta ad una riduzione del traffico che anzi è aumentato". Meglio dunque una riduzione parziale, magari concedendo di transitare per alcune ore al giorno. "E' la soluzione che preferisco a patto però che si prendano per tempo i necessari provvedimenti che sono il potenziamento del servizio di trasporto pubblico, la creazione di adeguati parcheggi nei paesi, una capillare informazione che deve riguardare soprattutto gli ospiti". Resta il problema della mobilità dei residenti nelle vallate. "E' un loro diritto muoversi. Ma io credo che lo potranno fare comunque: è una questione di organizzarsi. Ecco perché parlo della necessità di un cambiamento di mentalità e di abitudini." Stesso discorso per chi ha un esercizio sui passi e che vuol mantenere il suo giro di affari. "Certo, deve adeguarsi alla nuova realtà. E sono certo che non avrà ripercussioni negative". Quindi una chiusura limitata dei passi in alcune ore del giorno? "E' l'idea sulla quale bisogna insistere per poterla realizzare. So che non sarà facile trovare un accordo che però è assolutamente necessario. Lo chiedono i nostri ospiti che sono coloro che vogliono godere dell'offerta naturale che solo le Dolomiti sanno offrire. Abbiamo, qui in Alta Badia, varie eccellenze in campo turistico. Penso alla gastronomia e alla cortesia verso l'ospite, a grandi manifestazioni di richiamo come la Coppa del Mondo di sci o la Maratona dles Dolomites. Ma le Dolomiti, con il loro fascino, restano insostituibili. Facciamo subito qualcosa per salvaguardarle dal traffico eccessivo che le sta rovinando. Cambiamo la nostra mentalità"(e.d.) ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Passi da chiudere a ore. «Si cambi la mentalità»

L’albergatore Franz Kostner (Zirm di Corvara): «Abbiamo abitudini sbagliate». «Strade senza automobili e senza moto, ce lo chiedono da anni i turisti»

Corriere delle Alpi Settembre

Altoatesini e trentini si sono dati appuntamento sul Sella Gli operatori: «È tutto assurdo, siamo pronti alla protesta» Passi chiusi al traffico il 10 settembre, le misure sperimentali di Francesco Dal Mas BELLUNO Giorni decisivi per la chiusura dei passi. E a Belluno e Venezia scatta l’allarme. Il 10 settembre sarà formalmente annunciata, sul passo Sella, la chiusura di quel passo, almeno un giorno alla settimana, in via sperimentale, dall'anno prossimo. Gli operatori turistici di tutti i valichi, compresi il Pordoi, il Campolongo, il Falzarego, lo stesso Fedaia, sono sul piede di guerra. Ieri sono stati interpellati dai sindaci trentini della Val di Fassa perché indicassero una soluzione: la chiusura ad ore piuttosto che il pedaggio. «Noi abbiamo diritto di vivere, non di morire, quindi non vi suggeriamo un bel niente», è sbottato Osvaldo Finazzer, albergatore al Pordoi. «Al massimo vi chiediamo di vigilare sul traffico, specie quello motociclistico, ma non sulle strade pei bassi, bensì nelle città e nelle valli di provenienza. Sono obiettivamente eccessivi i rumori di talune moto». Le Province di Trento e di Bolzano ascolteranno i sindaci nelle prossime ore e il 10 settembre, a meno di sorprese, illustreranno le misure sperimentali: chiusura delle strade dei passi dolomitici a ore o a giorni, potenziamento dei mezzi pubblici, da mettere a disposizione a titolo gratuito per incentivarne inizialmente l'uso, limitazioni all'inquinamento acustico e atmosferico, impianti di risalita aperti anche d'estate e via dai tornanti gli automezzi Eur0 1 e 2. È all'interno di queste indicazioni che la scelta verrà fatta. Sul Sella, tra l'altro, verrà portato un autobus ecologico, che si pensa di utilizzare come navetta. Se l'esperimento dovesse funzionare, sarà ripetuto sugli altri passi. La risposta degli operatori turistici è la più drastica. «Entro fine settembre ci riuniremo in assemblea sul Pordoi e decideremo le contromisure», annuncia Finazzer. «Nessuno di noi, neppure i più lontani dal Sella, possono accettare questa sperimentazione che si ripercuoterà su tutti i valichi e nelle nostre valli». Nei giorni scorsi gli assessori provinciali di Trento e Bolzano hanno tenuto un vertice, a porte chiuse, per verificare che cosa fare. Difficile individuare una proposta condivisa. Si va dalla chiusura un giorno alla settimana, alla chiusura ad ore per più giorni, al pedaggio. E, in ogni caso, le soluzioni sono da concordare anche con la Provincia di Belluno, quindi con la Regione Veneto. A tal riguardo, il presidente Luca Zaia e l'assessore regionale bellunese Gianpaolo Bottacin ribadiscono il loro no a misure che possano danneggiare l'economia locale. Un no che per i due amministratori scaturisce dal rispetto di un diritto costituzionale, quello alla mobilità. Zaia si dice sicuro che gli ottimi rapporti con Bolzano e con Trento eviteranno soluzioni così drastiche, che potrebbero addirittura a richiedere l'impugnazione a Roma e in sede europea. E pare che Arno Kompatscher, il governatore dell'Alto Adige, ne sia pienamente cosciente. «Stiamo lavorando», ha detto il numero uno dell’Alto Adige. Vogliamo risolvere la questione e scovare la soluzione migliore», ha dichiarato a commento della riunione a porte chiuse in cui si sono abbozzate le prime soluzioni. «Dovremo però confrontarci prima coi territori e tener conto delle esigenze dei vari

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Primiero, Johnny Zagonel: «Il punto panoramico sull’alpe Tognola ha un impatto ambientale limitato» Balcone delle Dolomiti promosso dalla Sat

PRIMIERO È stato inaugurato il "Balcone panoramico delle Dolomiti" realizzato sull'alpe Tognola. All'inaugurazione era presente anche l'Assessore provinciale all'ambiente Mauro Gilmozzi. Una progetto che ha ricevuto il via libera anche da parte della Sat, dopo le polemiche dei mesi scorsi, come ha confermato Johnny Zagonel, presidente della sezione locale, evidenziando «il ripristino di un rudere di valore storico», «la vicinanza ad un impianto» e «il limitato impatto a livello paesaggistico». «Questo intervento – hanno sottolineatio il presidente del Parco, Giacobbe Zortea e il direttore, Vittorio Ducoli –rappresenta un nuovo e significativo tassello che ha come obiettivo principale quello di promuovere la conoscenza e la valorizzazione di un territorio Partimonio Unesco. Attraverso una serie di pannelli si configura anche come punto informativo e didattico del bene naturale. Un intervento realizzato dal Parco, grazie ad un finanziamento del Fondo provinciale per lo sviluppo sostenibile, in base al progetto redatto dalla Fondazione Dolomiti Unesco». L’assessore provinciale Mauro Gilmozzi nel suo intervento ha evidenziato inoltre «il grande valore dell’ambiente in cui è situata l’opera», rimarcando «l’importanza dell’equilibrio tra uomo, sviluppo sostenibile e natura». L’intervento ha compreso anche la sistemazione del sentiero di accesso alla struttura. Il balcone panoramico è uno dei primi che sono stati realizzati ed è posto presso l'ex arrivo della slittovia Panzer in località Tognola, a 2036 m slm, primo impianto di risalita esistente nell'area di San Martino di Castrozza, costruito nel lontano 1937. La struttura offre una visione d'insieme sul gruppo delle Pale ed è attrezzata con un adeguato percorso interpretativo, ad elevata accessibilità e idoneo allo svolgimento di attività didattiche. L'intervento ha previsto anche una sistemazione ambientale del luogo, intesa come consolidamento dei ruderi dell'arrivo dell'ex slittovia Panzer, murature in pietra di notevole pregio costruttivo. Il Balcone di Tognola è posto in un luogo strategico per il panorama mozzafiato offerto sulle Pale di San Martino. Inoltre la visuale si spinge anche sulla Marmolada, sulle Dolomiti Feltrine e alle spalle offre una visuale su parte del Gruppo del Catinaccio e del Lagorai.

Trentino | 02 Settembre 2016

7 Rassegna stampa - Settembre 2016 soggetti interessati». La necessità di un accordo con Belluno e Venezia non prescinde, fra l'altro, da quella di un'intesa con gli stessi operatori turistici che sono tutti contrari a interventi draconiani. Leandro Grones, sindaco di Livinallongo e assessore provinciale, con due passi da gestire, il Pordoi e il Campolongo, mette le mani avanti, anticipando che ci sono azioni più morbide da poter assumere: dal pattugliamento delle strade ai sistemi di controllo della velocità e dell'inquinamento acustico; solo in via eccezionale, ma pochissime volte l'anno, potrebbe scattare la chiusura oraria delle strade. Nel frattempo, il 9 settembre, dal Pordoi, si pronunceranno i club alpini della regione dolomitica. È prevedibile che anche da parte loro ci sarà la sollecitazione a non aspettare altro tempo per una decisione conclusiva. Il giorno dopo la kermesse sul Sella. Ma Zaia osserverà, allarmato, dal binocolo. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Il sacerdote lancia l’allarme e invita a una riflessione sulle abitudini dei turisti «Un milione di auto sono troppe, bisogna lavorare per tutelare il creato» Il monito di don Gretter: «Salviamo i nostri passi» di Federico Sanzovo BOLZANO «Dobbiamo riflettere sulle nostre abitudini e concentrarci sulle possibili alternative al nostro stile di vita». Don Mario Gretter, referente diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, spiega così la sua posizione circa il traffico sui passi. Il sacerdote bolzanino è intervenuto sul tema alla Giornata ecumenica per la salvaguardia del creato, celebrata in Val Visdende e organizzata dalla Diocesi di Belluno-Feltre con il tema “La misericordia di Dio per ogni essere vivente”: «La bellezza della vallata - sottolinea - con i suoi picchi e i suoi alti abeti, i prati ampi e i ruscelli intonsi, ha sicuramente aiutato a ricordarci di quanto la natura può essere bella e stimolante per una rigenerazione personale e comunitaria. L’impegno ad una gestione responsabile e lungimirante di queste e altre risorse, in armonia con i bisogni della popolazione, è un obbligo di ogni persona, al di là di credo e ideologia politica. La salvaguardia del creato è un atto dovuto di giustizia verso il prossimo presente e futuro». «Ho voluto lanciare una provocazione - prosegue don Gretter - facendo un parallelismo legato al tema del milione: il milione di veicoli che ogni anno transitano sui quattro passi dolomitici attorno al Sella (Gardena, Pordoi, Campolongo e lo stesso Sella), il milione di litri d’acqua che servono per il primo innevamento di una pista di un ettaro». Una provocazione che, nelle intenzioni del sacerdote bolzanino, serva a smuovere le coscienze: «Dobbiamo assumerci le nostre responsabilità, davanti a questo uso enorme di risorse e chiederci dove ci porterà questo nostro modo di vivere». La riflessione in questo senso è necessaria, secondo don Gretter, perché un cosa è certa: non si può proseguire in questo modo, la natura deve essere preservata. Il ragionamento del prete bolzanino sposa in pieno l’enciclica papale “Laudato Sì”, dedicata proprio ai temi del rispetto dell’ambiente. Il problema del traffico e dello sfruttamento eccessivo delle risorse delle montagne, però, non è facilmente risolvibile: «Durante l’intervento, non ho dato delle soluzioni. In questo momento è fondamentale riflettere sulle alternative che abbiamo, anche perché le soluzioni non sono facili da trovare». Don Gretter si concentra sull’idea di chiudere i passi: «Uno degli aspetti legati alla chiusura che mi lascia un po’ perplesso è la necessità di creare dei grandi parcheggi a valle: questo non significa risolvere il problema dell’inquinamento, ma spostarlo a valle». E in quel caso le lamentele proseguirebbero: «Se ciò venisse realizzato a opporsi sarebbero le popolazioni interessate dalla creazione dei posti per auto e moto». Il messaggio di don Gretter si concentra sul ritorno alle tradizioni: «Possiamo riscoprire idee di turismo più rispettose dell’ambiente, come le camminate con le ciaspole. Allo stesso tempo dobbiamo rivedere le nostre abitudini: non possiamo pretendere di avere tutto e subito. Inoltre è importante ragionare su quelli che sono realmente i nostri bisogni e quali invece sono solamente bisogni indotti dalla società nella quale viviamo».

8 Rassegna stampa - Settembre 2016 Alto Adige | 03 Settembre 2016

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Trentino 03 Settembre 2016

I vertici del mondo cattolico di Bolzano, Belluno ed il vescovo di Trento Lauro Tisi: «Urge riflettere sui veicoli che attraversano i passi e sull’acqua per fare la neve» Il richiamo delle diocesi: «Montagna da difendere» di Maddalena Di Tolla TRENTO Arriva anche dai massimi esponenti regionali del mondo cattolico una riflessione forte e precisa sui problemi ambientali nelle Alpi, con un riferimento chiaro anche al traffico sui passi dolomitici, come all’abbandono delle terre di montagna. Il 1 settembre si svolge oramai da undici anni la Giornata per la salvaguardia del Creato e da otto anni la ricorrenza viene celebrata congiuntamente da quattro diocesi dell’arco alpino. In questa occasione giovedì scorso, una delegazione trentina con l'Arcivescovo Lauro Tisi ha condiviso e lanciato il “messaggio per il Creato” dalla bellunese Val Visdende, insieme alle Diocesi di Belluno-Feltre, di Bolzano-Bressanone e di Como. Erano presenti circa duecento persone. “Custodire il creato - dice l'appello letto nella chiesa della Madonna delle Nevi a Pra Marino - non significa sfruttarlo fino a compromettere la vita dei più poveri". Il documento, firmato anche da due delegati dall'arcidiocesi ortodossa d'Italia e di Malta, sottolinea la responsabilità personale nel governo del territorio: "Ciascuno di noi non può pensare che i cambiamenti climatici siano ineluttabili, ma si deve impegnare con un personale stile di vita a ridurre gli sprechi, ad assumere comportamenti consoni e rispettosi, anche a evitare nuove infrastrutturazioni ove non necessarie al bene comune”. Nel suo intervento, monsignor Tisi, accompagnato dai delegati don Andrea Decarli e don Rodolfo Pizzolli (che ha la particolare delega al turismo, restando in tema del nostro dibattito sui passi) e dai laici della Pastorale sociale, ha osservato come la conversione ecologica, ribadita pure da papa Francesco nel messaggio per la giornata (“la cura della casa comune – scrive Bergoglio – è opera di misericordia), si realizza anche "nel riconoscere l'altro non come una minaccia ma come una risorsa e un'opportunità". Don Mario Gretter, in rappresentanza della Diocesi di Bolzano-Bressanone ha accostato nella sua riflessione il milione di veicoli che ogni anno passano sui quattro passi dolomitici attorno al Sella (Sella, Gardena, Pordoi, Campolongo) “al milione di litri d’acqua che servono per l’innevamento di base, il primo innevamento, di una pista di un ettaro.” Come "vera emergenza e priorità" è stata citata anche "la cura di prati e pascoli, da affrontare cercando di conciliare, senza compromessi al ribasso, i valori naturalistici con le comprensibili esigenze di garantire a chi lavora in montagna un dignitoso livello di vita, senza lasciarsi peraltro travolgere da iniziative di carattere speculativo e consumistico". La celebrazione è stata possibile con la collaborazione delle Amministrazioni comunali, dalle Regole o comunioni familiari, come quella di Campolongo, delle parrocchie e dal Cai del Comelico, presieduto da Gianluigi Topran D’Agata. Ha firmato il messaggio anche Roberto De Martin, presidente emerito del Cai nazionale e presidente del Trento Film festival.

9 Rassegna stampa - Settembre 2016

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Giuseppe Pat, presidente Dolomitibus, guarda alla settimana della mobilità sostenibile: «In arrivo 39 bus a emissione zero» «Chiusura dei passi? Meglio il pedaggio» di Francesco Dal Mas BELLUNO Avete presente la vignetta che il turista paga per utilizzare il sistema autostradale della Slovenia piuttosto che dell'Austria? Ecco, Giuseppe Pat, presidente di Dolomitibus propone che le istituzioni di competenza studino qualcosa di analogo per le strade più turistiche delle Dolomiti, a cominciare da quelle dei passi. «Si parla di razionalizzare i flussi turistici a Venezia», ricorda Pat. «Qualcosa di simile dovremmo studiarlo anche noi. Con gradualità, ben s'intende, e tenendo conto delle varie categorie sociali, nonché dei residenti, che ovviamente non dovremmo tassare». Per quanto riguarda i passi dolomitici, lei è più favorevole alle chiusure o ai pedaggi? «Io ho la moto, quindi mi piace viaggiare, però a 80 km l'ora, non a 140. Il diritto alla mobilità va dunque garantito. Un pedaggio, però, non lo vedrei male. Sarebbe anche un doveroso contributo alla manutenzione». Le Province di Trento e Bolzano presenteranno al passo Sella, la sperimentazione della chiusura di un giorno alla settimana del valico, mettendo a disposizione anche degli autobus a trazione elettrica. Dolomitibus ha di queste navette? «Fra 3 o 4 anni le avremmo anche noi. Stiamo vagliando la tecnologia migliore e, soprattutto, stiamo predisponendo un sistema di approvvigionamento, con le centraline sul territorio. Però i pullman Euro 6 che abbiamo già sono a emissione zero. Quanto alle misure per i passi, qualche iniziativa bisognerebbe prenderla anche da noi, ma la sensibilità non è così avanti come in Trentino Alto Adige. Bisogna lasciar maturare questa cultura». “Smart Mobility - Strong Economy” è il tema scelto per la Settimana europea della Mobilità sostenibile che si terrà dal 16 al 22 settembre. Quale il vostro contributo? «Il più concreto è il rinnovo della flotta con l'avvio di una procedura di gara triennale congiunta Dolomiti Bus-Autoguidovie, per acquistare 39 autobus Euro 6 di cui 15 opzionati per il 2017, rottamando altrettanti mezzi altamente inquinanti di classe ambientale 0, 1 e 2, con una previsione di investimento di 2,7 milioni». È allo studio il treno delle Dolomiti. La vostra società sarà della partita? «Sì, come integrazione del servizio. Già oggi siamo molto avanti su questo piano con Trenitalia e Regione sul percorso cadenzato Feltre Belluno Calalzo e viceversa». Qual è il risultato della sperimentazione del trasporto intermodale treno-bici-autobus tra la pianura veneta e le Dolomiti,? «Ancora qualche giorno è consegneremo i risultati. L'esperienza è stata di successo per il buon numero di ciclisti saliti in treno con le loro bici da Vicenza, Padova, Venezia fino a Calalzo e proseguiti verso Cortina a bordo dei mezzi di Dolomitibus attrezzati per il trasporto biciclette. Bene anche il servizio settimanale Bike'n Bus sempre da Calalzo e Cortina tra giugno e agosto, molto apprezzato da turisti italiani e stranieri. Da non dimenticare il servizio pubblico Ski Bus, svolto durante la stagione invernale per il trasporto sciatori dalle vallate agli impianti di risalita». Il turismo delle due ruote sta davvero decollando. Avete in mente altre iniziative? «Abbiamo cercato di farlo coinvolgendo altri soggetti, come la Cooperativa Cadore che gestisce il punto sosta “La Tappa” sulla ciclabile Calalzo-Cortina, interessando operatori privati per un loro ruolo attivo nella rete». Fin dove volete spingervi? «Il servizio Bike'n Bus dovrebbe essere allargato non solo in termini di durata estiva ma anche verso zone come l'Agordino, la Valbelluna e il Feltrino, Auronzo e le Tre Cime, il Comelico. I presupposti non mancano. C'è

Corriere delle Alpi | 03 Settembre 2016

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11 Rassegna stampa - Settembre 2016 stata una formidabile occasione di crescita territoriale grazie ai forti investimenti sulle ciclabili realizzati da Comuni, Provincia, Bim, Fondo Comuni Confinanti, Regione. Dobbiamo solo crederci e investire, investire, investire, organizzare l'accoglienza e la qualità dell'offerta. Qui ci sono percorsi tra i più suggestivi d'Europa». Non resta che sperimentare la bigliettazione elettronica. È in fase di attuazione. Saremo pronti tra fine anno e l'inizio del prossimo». E il biglietto unico tra gomma e ferrovia? «I tempi sono un po' più lunghi. Ci sta lavorando la Regione. Senz'altro disporremo di questa opportunità per l'elettrificazione dell'anello ferroviario». Perfino l'etica del trasporto entra nel vostro programma. «Abbiamo costruito, come Dolomiti Bus, iniziative non commerciali dall'alto valore etico sostenendo il progetto “Bikers for Africa”, che raccoglie biciclette usate, le ricondiziona e le porta in alcuni Paesi africani per donarle ai ragazzi delle scuola privi di mezzi per accedere al diritto fondamentale della conoscenza». Lei sostiene spesso che la mobilità è il presupposto per contrastare lo spopolamento. Vuole spiegare? «Consideriamo i progetti “Aree Interne” Agordino e Comelico. Tra le azioni previste troviamo la mobilità quale elemento essenziale per contrastare lo spopolamento di queste aree, al pari di altri servizi indispensabili come la sanità, la scuola, le politiche di sviluppo. Dolomitibus ha partecipato alla fase di ascolto/individuazione delle cause e continuerà a farlo nei prossimi mesi ai tavoli di lavoro. Dal successo di questi progetti possono scaturire azioni e risorse in grado di affrontare un ridisegno del trasporto pubblico locale, sia interno a queste aree “interne”, sia tra queste per connetterle col resto della provincia e della regione». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Dezulian, presidente del Consorzio della valle di Fassa: «Rispettare i limiti» Scettico invece sulle ipotesi di chiusura: «Il turista chiede libertà di movimento»

La ricetta degli impiantisti: «Più controlli sul rumore» di Maddalena Di Tolla BOLZANO Daniele Dezulian è il presidente del Consorzio degli impianti a fune della Valle di Fassa e Carezza, 15 società socie che gestiscono 56 impianti a fune. Abbiamo chiesto la sua opinione sul problema del traffico sui passi dolomitici. Dezulian, dopo settimane di interviste, cosa pensa? «Parlo a titolo personale, perché ancora non abbiamo definito una posizione ufficiale come consorzio. Ritengo che sia un problema complesso. Nelle valli turistiche intorno ai passi i turisti hanno l’esigenza e il desiderio di spostarsi, e noi dobbiamo garantire la mobilità interna. In valle di Fassa sono attivi 22 impianti per la stagione estiva. La domanda di trasporto pubblico esiste, ma ancora non ci sono servizi sufficienti, che coprano gli orari e le tratte di rientro dalle escursioni o come alternativa all’uso del mezzo privato per effettuare il giro dei passi. Se pensiamo che per esempio al solo passo Pordoi vediamo centinaia di autobus di asiatici, capiamo quanto sia richiesto quello spostamento». Fra le ipotesi circolate come soluzione per

Alto Adige | 04 Settembre 2016 Trentino | 04 Settembre 2016

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12 Rassegna stampa - Settembre 2016 ridurre il traffico, quale la convince? Si è parlato di pedaggio, di chiusura a fasce orarie, oppure di una combinazione di soluzioni secondo lo studio commissionato all’Eurac dalla Fondazione Dolomiti Unesco. «Credo che si debba distinguere fra i turisti stanziali nelle nostre valli e quelli solo di passaggio proprio sui passi. Ritengo che si possa e si debba fare un grande lavoro per sensibilizzare i turisti stanziali ad usare i mezzi pubblici, magari introducendo anche un ticket a fronte di un servizio efficiente. Serviranno però parcheggi, nuove tratte pubbliche e fonti di finanziamento di opere e servizi. Ma per i turisti di passaggio continuo a pensare che non sia possibile restringere la libertà di movimento, nel turismo è una scelta sbagliata». L’esempio della soddisfazione degli esercenti dell’Alpe di Siusi, dove la Provincia di Bolzano ha imposto forti limitazioni al traffico privato, non dimostra che innovare porta benefici al turismo? «Certo, l’innovazione è sempre utile ma resto contrario alle limitazioni di movimento, quindi dico no alla chiusura per fasce orarie. I Passi sono luoghi di transito. La Valle di Fassa ha 50.000 posti letto: a questi numeri bisogna dare risposte. Meglio educare alle alternative, che imporre limiti». Cosa dice del rumore e della sicurezza per quanto riguarda i motociclisti? «Dico che questo è forse la vera ragione iniziale di questo dibattito. Bisogna fare controlli rigorosi e punire chi viola le regole, stabilire limiti di rumorosità e far rispettare quelli di velocità. Però non possiamo impedire ai motociclisti di attraversare i passi».

Danta. Roberto De Martin, già presidente Cai, resta contrario all’autostrada ed è perplesso sulla chiusura dei passi «La soluzione è il treno delle Dolomiti» DANTA Non ha dubbi Roberto De Martin: la priorità infrastrutturale per la provincia di Belluno è il treno delle Dolomiti, con l'elettrificazione di tutta la rete. Soltanto successivamente si potrà parlare di chiusura ad ore dei passi dolomitici e di altre strade turistiche. Il proseguimento dell'Autostrada? Verso Nord assolutamente no; semmai è necessario aggiustare la viabilità ordinaria. E da questo punto di vista De Martin suggerisce di studiare un eventuale tunnel tra Cortina e la Val Badia. L'A27 verso Est, invece, si può ristudiare, purchè sia in tunnel. Ma chi è De Martin? È stato uno dei più apprezzati presidenti generali del Cai. Vive a Danta di Cadore, è presidente del Film Festival di Trento e ha diretto per qualche anno l'Associazione industriali di Belluno. Il 9 settembre, sul passo Pordoi, i Club alpini della regione dolomitica si riuniranno per discutere delle misure da adottare per l'intenso traffico estivo sui valichi. Preferisce la chiusura o il pedaggio? «È un tema sul quale il Cai si è pronunciato anche nel passato. Non si può generalizzare. Le Province di Trento e Bolzano, essendo puntualmente infrastrutturate, hanno scelto bene una sperimentazione sul Sella, mi sembra con la chiusura un giorno alla settimana, per qualche ora. Sulla base dell'esperimento poi si procederà o si adotteranno altre misure». Non vede la stessa fretta per i passi bellunesi? «È una questione di tempistica, ma in altro senso. Ai nostri passi non ci può che arrivare in auto. Quando si materializzerà il treno delle Dolomiti, si potranno studiare eventuali misure». Per il treno delle Dolomiti ci vogliono almeno 10 anni. «I presidenti Arno Kompatscher e Luca Zaia non ci deluderanno. Sono certo che faranno più in fretta possibile. La ferrovia va potenziata nel suo complesso, con l'elettrificazione e

Corriere delle Alpi | 04 Settembre 2016

BOLZANO Chiudere le strade dei passi a fasce orarie. È questa la soluzione migliore secondo la maggior parte dei nostri lettori. Centinaia, infatti, i tagliandi che sono stati inviati alle redazioni di Trento e di Bolzano. E il 67,2% dei lettori ha infatti optato per questa soluzione tra le tre proposte. A seguire, invece, l’ipotesi legata all’introduzione di un pedaggio, che si è attestata al 20,9%. Chiudono la classifica, infine, i sostenitori della giornata di chiusura settimanale che rappresentano l’11,9% dei lettori. La situazione cambia leggermente se si prende in considerazione, invece, il sondaggio online: le posizioni restano le stesse, ma le percentuali cambiano. Degli oltre milleseicento che hanno votato sui siti www.altoadige.it e

Alto Adige | 05 Settembre 2016 Trentino | 05 Settembre 2016

Il 67% dei votanti ritiene che così si potrebbe risolvere il problema del traffico Ma c’è chi la vuole applicare assieme al pedaggio per investire sui mezzi pubblici Passi dolomitici, i lettori: «Chiusura a fasce orarie»

13 Rassegna stampa - Settembre 2016 con il collegamento da Calalzo alla Val Pusteria. È una priorità assoluta per portare turisti sulle Dolomiti. Anche la Fondazione Dolomiti Unesco dovrebbe spendersi in questo senso». Bolzano propone un secondo treno, per la Val Gardena e la Val Badia, fino a Cortina. «Ben venga ma è prioritario procedere con l'opzione istituzionale. Perché, invece, non studiare un collegamento diretto con queste valli, attraverso una galleria?». Per i mondiali di sci a Cortina, nel 2021, forse si vedrà solo l'aeroporto. «Non so se è una scelta vincente. Non credo. Il mercato è limitato. E Bolzano vuol rilanciare il suo di aeroporto». C'è chi insiste per riaprire il capitolo dell'A27. «Nel pellegrinaggio ecumenico in Valvisdende ho ricordato le battaglie che facemmo a Padola, con la Regola, per contrastare il progetto di attraversamento autostradale. L'asfalto sarebbe uscito dal Col d'la tenda. Il sindaco Staunovo Polacco non potrebbe immaginare progetti interessanti se ci fosse l'autostrada». Ma proprio il suo Comelico è isolato, come altre aree della provincia. «Sono stati programmati dei lavori, ambientalmente compatibili, sulla statale di Alemagna. Si proceda, con la stessa filosofia, per gli altri punti neri della viabilità. Un'autostrada di attraversamento delle montagne di confine non è permessa dalla Convenzione delle Alpi. Semmai, quando ci sono le condizioni, si riprenda lo studio del collegamento con l'A23, oggi sottoutilizzata, lavorando sempre con i tunnel. Ma, ripeto, la priorità assoluta è il treno». Dove recuperare un miliardo e 200 milioni? «Il Brennero è in continuo finanziamento. Si provi ad immaginare questa linea collegata a quella del Brennero, avendo come destinazione le Dolomiti e Venezia». Gli ortodossi, in Valvisdende, hanno sollecitato a chiedere perdono per l'abuso che abbiamo fatto del creato. «Sì, bisogna chiedere perdono. Pensiamo solo alla moltiplicazione delle centraline idroelettriche. Ma, attenzione: non si perda l'autostima, di cose positive ne abbiamo fatte. In Comelico andiamo a testa alta per il no all'autostrada. Il Cai ha costruito rifugi e bivacchi. Il sentiero Frassati di Danta testimonia un rapporto diverso con le terre alte. E poi le molteplici iniziative sociali, ma soprattutto l'impegno per il riconoscimento Unesco delle Dolomiti come patrimonio dell'umanità». Francesco Dal Mas

www.trentinocorrierealpi.it, infatti, il 52% sostiene la chiusura a fasce orarie, il 30% l’introduzione del pedaggio, mentre il 17% approva la chiusura per una giornata alla settimana. Ma le tre opzioni, in alcuni casi, sembrano non essere sufficienti: sono stati molti i lettori che hanno preferito prendersi il tempo di scrivere due righe al giornale per estendere il discorso oltre le scelte proposte. C’è chi si è limitato a indicare gli orari migliori per la chiusura a fasce dei passi. Come ha fatto Elisa Lombardo, di Fortezza che ha specificato come sulle strade non si dovrebbe transitare per sei ore ogni giorno, dalle 10 del mattino fino alle 16 nel pomeriggio. La storica proprietaria dell’Art Hotel Cappella di Colfosco, Renata Pizzinini chiede invece che la chiusura quotidiana a fasce orarie valga solamente dal lunedì al venerdì, garantendo così agli ospiti delle strutture alberghiere di arriva re e partire in tutta tranquillità. Il bolzanino Luciano Ottolini, anch’egli favorevole alla chiusura quotidiana a fasce orarie, chiede però che venga vietato il transito alle moto sul Passo della Mendola: «Il loro comportamento - scrive - è insopportabile». Tra i sostenitori dell’introduzione di un pedaggio per il transito sui passi c’è Umberto Minguzzi di Bolzano il quale, però, precisa: «Il pedaggio deve essere pagato dai non residenti in Trentino Alto Adige». Mentre Hubert Dalponte scrive che il pedaggio non solo deve essere introdotto su tutti i passi, ma anche che a pagarlo dovrebbero essere pure i taxi e gli autobus dei turisti. C’è poi chi crede che la soluzione migliore sia rappresentata da due delle tre opzioni indicate sul tagliando. Tra questi c’è Giacomo Comite che propende, allo stesso tempo, per la chiusura a fasce orarie e per il pagamento di un pedaggio: «Gli utili - sottolinea il lettore bolzanino - vanno investiti nel trasporto pubblico come, per esempio, i treni, le funivie e i torpedoni». Infine, trova spazio anche una voce fuori dal coro. È quella di Gaspare Bernardo, residente nel capoluogo altoatesino che chiede maggiori controlli e più sanzioni per chi supera i limiti di velocità e che aggiunge: «Il ricavato venga usato a beneficio della viabilità». (fs) ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Sabato ci sarà l’annuncio ufficiale di Bolzano e Trento: «Partiremo dal Sella» Passi, nuove regole dal 2017 di Massimiliano Bona BOLZANO Le due Province di Bolzano e Trento, dopo mesi di lunghe trattative e incontri allargati ai sindaci dei Comuni direttamente interessati (Selva Gardena in primis, ma anche Canazei sull’altro versante), hanno deciso (finalmente) di annunciare una serie di misure per arginare il traffico sui passi dolomitici. Giovedì a Bolzano ci sarà l’ultimo incontro tra tecnici e politici, mentre per sabato mattina è in programma una conferenza stampa al Dolomiti Mountain Resort di Passo Sella, nella quale i tre assessori direttamente coinvolti (gli altoatesini Mussner e Theiner e il trentino Gilmozzi) prenderanno posizione e illustreranno una corta di cronoprogramma con gli interventi in agenda. «L’intenzione - spiega il dirigente provinciale Valentino Pagani - è quella di partire da Passo Sella. I provvedimenti riguarderanno mobilità e ambiente». L’assessore provinciale Florian Mussner assicura che questa volta, anche grazie alla campagna di sensibilizzazione lanciata da Alto Adige e Trentino, «le due Province faranno per intero la loro parte». Per adesso i diretti interessati sono ancora abbottonati, ma l’impressione è che saranno previsti autobus gratuiti aggiuntivi (richiesta caldeggiata da Mussner), ma anche controlli fissi (con almeno una pattuglia, dotata anche di fonometro, per misurare i rumori). L’ipotesi della chiusura a fasce orarie, per una o più giornate nell’arco della settimana, non sembra aver convinto soprattutto i Comuni confinanti e gli esercenti direttamente interessati. «Bisogna - sottolinea il sindaco di Selva Roland Demetz - fare più controlli sui passi sia per la velocità che per i rumori, rendere il traffico più fluido realizzando delle stradine

Alto Adige | 06 Settembre 2016

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Alto Adige | 07 Settembre 2016

a lato della carreggiata per far passare i ciclisti e prevedere una segnaletica a valle con il numero dei posti auto disponibili in quota. Bisogna puntare, da subito, su un’informazione massiccia. Mi lascia piuttosto perplesso il fatto di partire, anche se a livello sperimentale, da Passo Sella. Se così fosse davvero si rischia solo di spostare il problema sul Gardena e sul Pordoi».

Pitscheider, direttore marketing: «Partire solo con il Sella sarebbe un errore» Si punta al binomio impianti-bus ma in prospettiva la strada sembra il ticket Passi, la Gardena: «Serve un accordo complessivo» di Massimiliano Bona ORTISEI La soluzione per ridurre il traffico sui passi dolomitici non è ancora stata presentata ma fa già discutere. Dalle prime informazioni trapelate dalla Provincia nel 2017 si dovrebbe partire dal Sella, probabilmente con un potenziamento significativo dei mezzi pubblici (gratuiti), per arrivare (forse) dal 2018 all’introduzione di un ticket, ipotesi caldeggiata in particolare dall’assessore Florian Mussner. Il cronoprogramma delle misure sarà presentato sabato mattina in una conferenza stampa a Passo Sella e uno dei relatori sarà Günther Pitscheider, direttore di Val Gardena Marketing ed esperto conoscitore dei flussi turistici sulle Dolomiti. Direttore, come valuta la decisione delle due Province di partire (finalmente) con una serie di misure a tutela dei passi dolomitici? «Se ne parla da anni, se non da decenni. In assoluto mi sembra molto importante aver capito l’importanza di dare un valore ai passi». Cosa vuol dire esattamente? «I turisti che raggiungono le Dolomiti possono vivere un’esperienza davvero straordinaria e toccare le nostre montagne da vicino. Dal punto di vista naturalistico ma anche sportivo (per chi pratica le discipline più gettonate ndr) si tratta di un’offerta quasi unica nel suo genere. Non possiamo e non dobbiamo ignorarlo». L’intenzione, almeno secondo le prime indiscrezioni, sembra quella di partire dal Sella, almeno a titolo sperimentale. Cosa ne pensa? «Personalmente sarei propenso ad adottare una soluzione complessiva, che consenta di affrontare il tema nel suo insieme». Niente compromessi al ribasso, dunque... «Dobbiamo essere in grado di partire subito con il piede giusto e di spiegare in modo chiaro ed efficace le varie misure a coloro che vorranno scoprire i passi dolomitici. Non voglio parlare di commercializzazione, perché è una brutta parola, ma dobbiamo riuscire a veicolare le informazioni nel modo migliore, nell’interesse di tutte le parti coinvolte». Bastano bus gratuiti con maggiore frequenza per risolvere (almeno in parte) il problema? «Il potenziamento dei mezzi pubblici è importante e necessario, ma da solo non può bastare. Bisogna necessariamente trovare il modo di coinvolgere gli impiantisti e di adottare tariffe realmente convenienti per turisti e residenti». Partendo dal Sella non si rischia di spostare solamente il problema sul Gardena o il Pordoi? «Non possiamo certo escluderlo ed è per questo che auspico una soluzione d’insieme». Quanti turisti - fra coloro che soggiornano in Gardena tra estate e inverno - sono potenzialmente interessati a salire sui passi dolomitici? «Così, su due piedi, direi quasi tutti. Abbiamo 2,4 milioni di pernottamenti e circa 400 mila arrivi. Chi soggiorna sulle Dolomiti vuole ammirarle da vicino e deve essere messo in condizione di visitarle al meglio. Anche per questo la mobilità in quota è strategica».

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16 Rassegna stampa - Settembre 2016 Trentino | 07 Settembre 2016

Attesa la fine dell’estate per asfaltatura e consolidamento della strada. Gilmozzi: «Interventi per favorire i ciclisti» Auto sui passi, per il Sella pronto il mini-restyling TRENTO «Condivisione e gradualità». L’assessore provinciale all’ambiente Mauro Gilmozzi indica i due principi a cui si ispireranno le misure sperimentali per arginare il traffico sui passi dolomitici che insieme ai colleghi altoatesini Florian Mussner e Richard Theiner annuncerà sabato in una conferenza stampa al Dolomiti Mountain Resort di Passo Sella, il passo da cui partirà - nel 2017 - la sperimentazione. Le bocche restano per ora molto cucite, la sensazione è che - almeno in questa prima fase - si eviteranno provvedimenti forti. «Ho detto e ripeto che a volte l’ottimo è nemico del bene», dice Gilmozzi, «quello che stiamo facendo è affinare una serie di misure per avviarsi verso l’obiettivo che è quello di avere sui passi più gente e meno auto. Un obiettivo che parte da lontano, dalla Fondazione Dolomiti–Unesco - ricorda l’assessore - e noi come Provincia abbiamo commissionato lo studio all’Eurac sulla mobilità sui passi. La campagna del Trentino e dell’Alto Adige in questo ci ha aiutato a creare sensibilità». A chi invoca un tavolo di confronto, Gilmozzi risponde che «il tavolo è stra-aperto da più di un anno, con gli operatori del turismo, albergatori, ristoratori, gestori degli impianti a fune. Oggi siamo alla sintesi». Ecco, la sintesi. Le indiscrezioni, in linea con i sostantivi usati da Gilmozzi - «condivisione con il territorio e gradualità»parlano di un potenziamento degli autobus gratuiti (richiesta caldeggiata da Mussner) e di controlli fissi su rispetto dei limiti di velocità e rumori. L’ipotesi di chiudere il passo alle auto a fasce orarie, per uno o più giorni a settimana, piuttosto che di istituire dei pedaggi, appare difficilmente digeribile per i Comuni confinanti e gli esercenti del Sella. In attesa di capire quanto sarà coraggiosa la politica, Gilmozzi spiega che la scelta di partire da Passo Sella dipende dal fatto che «il Sella, con il Costalunga, è uno dei due passi che mette in connessione Trentino e Alto Adige, visto che il Veneto si è chiamato fuori dalla sperimentazione, ed è quello che per passaggi meglio si presta a fare da apripista». I provvedimenti partiranno dal prossimo anno. Quello che arriverà in tempi più brevi, chiusa ormai la stagione estiva di punta, è un mini-restyling per Passo Sella. Ad annunciarlo è Gilmozzi in una nota di pochi giorni fa in cui fa il punto sullo stato di attuazione di una mozione (promotore il consigliere ladino Beppe Detomas) approvata lo scorso marzo dal consiglio provinciale. L’assessore spiega che si è atteso settembre per realizzare i lavori di asfaltatura (importo 200 mila euro) proprio per non creare troppi disagi alla circolazione estiva, mentre tra l’autunno e la primavera 2017 verrà completato il rilievo della strada, si avvierà il consolidamento dei tratti che hanno ceduto (realizzando dei micropali) e la progettazione delle opere paravalanghe. Nella nota di Gilmozzi si parla poi del progetto di «una pista ciclopedonale»: «In coerenza con tale progetto verranno definiti i tratti di muri e le opere di contenimento compatibili e da consolidare e quelli che andranno spostati o rifatti».

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TRENTO Non solo auto, ma anche impianti di mobilità alternativa che potrebbero eliminare il traffico dai passi. Nel dibattito si inserisce la società Sma di Moena che da anni ha chiesto, senza successo, alla Provincia di poter realizzare una cabinovia che colleghi il fondovalle al passo Costalunga. L’amministratore delegato della Sma Chiara Bari chiede alla Provincia di analizzare bene il progetto di mobilità alternativa che, tra le altre cose, è stato premiato anche in un concorso internazionale dell’Arge Alp per la sua qualità. E’ la stessa Bari a spiegare la sua proposta: «Negli ultimi mesi abbiamo seguito con molta attenzione e interesse il dibattito relativo al traffico sui passi dolomitici. Soluzioni che ne limitino il traffico sono certamente in linea con la nostra idea di turismo sostenibile. In particolare, per quanto riguarda il passo Costalunga (che direttamente ci interessa) possiamo dirci concordi e favorevoli ad una chiusura per fasce orarie della strada che lo attraversa. Ricordiamo che si tratta, così come documentato dagli studi Eurac, del passo più trafficato delle Dolomiti. Affinché ciò sia possibile è chiaro che debba esserci un’alternativa all’autoveicolo che permetta comunque di poter raggiungere il passo senza percorrere la strada. In questo contesto si inserisce il nostro progetto che, tra l’altro, ha vinto il primo premio come miglior progetto di mobilità al concorso internazionale Arge Alp. Per quanto riguarda il versante altoatesino l’accesso al passo da Nova Levante, e allo stato di valutazione anche da Tires, è garantito da un impianto a fune. Quello a cui pensiamo e che proponiamo, poi, è un sistema di mobilità con un servizio navetta mediante un trenino turistico elettrico da Malga Frommer al Passo di Costalunga per quanti non siano in grado di servirsi di mezzi di mobilità dolce messi comunque a disposizione: biciclette e biciclette assistite elettricamente. L’obiettivo è quello di chiudere la traffico la zona dal passo Nigra al Costalunga puntando su un’esperienza turistica completamente ecologica nella visita al massiccio del Catinaccio-Rosengarten-Latemar e in grado di attrarre un turismo qualitativamente diverso dall’attuale. È chiaro anche il nostro impegno a voler investire in questo senso. L’obiettivo è sicuramente raggiungibile mettendo in rete, collegandole tramite un impianto a fune, le infrastrutture territoriali già presenti. Trattasi di iniziative e progetti con valenza interprovinciale e di fondamentale importanza strategica in un contesto Unesco. Motivo per cui abbiamo deciso di interessare la Fondazione per avere una regìa più ampia e una guida al rispetto di quelle che sono le finalità da questa proposte per le zone dolomitiche. Sull’argomento la Provincia di Trento ha dichiarato la necessità e l’intento di “agire subito”. Ci auguriamo che questo trovi a breve concretezza riguardo al Passo Costalunga. Per questo motivo chiediamo anche noi alla Provincia di Trento, collaborando con quella di Bolzano e con la Fondazione Unesco, di “agire subito” e in modo coerente: di fare del Passo Costalunga, grazie al nostro progetto e a ingenti investimenti privati (degli operatori del territorio), il primo passo dolomitico chiuso alle auto».

Infine verrà progettato l’allargamento del ponte sul rio Antermont, dove dovrebbe trovare posto anche la nuova ciclopedonale. Ma è lo stesso Gilmozzi, interpellato, a ridimensionare il progetto ciclabile: «Ci sono punti della strada dove piccoli allargamenti possono favorire la ciclabilità in sicurezza lungo il passo, è questo su cui stiamo lavorando». (ch.be.)

La società Sma ha presentato alla Provincia il progetto di una cabinovia «Mobilità dolce per il Costalunga»

Un centinaio di mezzi oggi faranno Campolongo, Pordoi e Sella Auto elettriche sulle Dolomiti di Ezio Danieli SELVA Un centinaio di mezzi elettrici hanno aderito con entusiasmo quest’anno alla settima edizione di Ecodolomites che quest'anno si avvale della sponsorizzazione di Alperia. Oggi è prevista la tappa conclusiva dell’evento con un giro attorno al massiccio del Sella. Fra i mezzi, che faranno anche un giro sui passi dolomitici, c'è pure un autobus che presta da tempo servizio all'Alpe di Siusi con un ottimo riscontro. I mezzi a trazione elettrica sono il futuro se davvero si arriverà, ad una limitazione del traffico sulle strade dei passi dolomitici. La campagna, condotta da Alto Adige e Trentino ha evidenziato che oramai non si può più

18 Rassegna stampa - Settembre 2016 Alto Adige | 10 Settembre 2016

Saranno 8-10 da giugno a settembre e si partirà da Passo Sella. I tre assessori illustreranno oggi un pacchetto di misure Bolzano e Trento lanciano i green days di Massimiliano Bona wBOLZANO Bolzano e Trento ritengono fondamentale ridurre il traffico sui passi dolomitici. E proprio oggi le due Province presenterrano - d’intesa con i Comuni interessati - un piano articolato per arrivare gradualmente ad una mobilità sostenibile. Si partirà con otto-dieci «green days», ovvero una serie di eventi (da giugno a settembre) senza auto e moto che saranno sfruttati anche come volano dal punto di vista turistico. A decidere il numero delle iniziative e a stabilire le date sarà un comitato interregionale ristretto che si troverà a febbraio per mettere nero su bianco il calendario per il 2017. Come avevano anticipato nei giorni scorsi Alto Adige e Trentino - nell’ambito della campagna portata avanti per tutta l’estate - si partirà da passo Sella, ma con l’intenzione di estendere l’iniziativa nei prossimi anni anche agli altri passi dolomitici. «Sono convinto - spiega il sindaco di Selva Gardena Roland Demetz - che debba valere la filosofia del “meglio pochi ma buoni”. Un paio di eventi al mese da giugno a settembre per il primo anno sono sufficienti. Per organizzarne uno, come il Sella Ronda Bike Day a luglio, il nostro Consorzio spende 50 mila euro. È anche, dunque, una questione di risorse». Previsti anche un potenziamento dei mezzi pubblici (soprattutto sul versante trentino) ma anche dei pannelli elettronici per avere in tempo reale la disponibilità dei parcheggi in quota. Già oggi chi non vorrà salire al passo con l’auto potrà fruire di un bus elettrico della ditta Solaris con partenza dalla funivia di Plan de Gralba alle 10.45. E tra le iniziative di contorno c’è anche un giro ecologico sui passi con mezzi elettrici. A Passo Sella ci saranno, tra gli altri, i tre assessori provinciali interessati (Theiner, Mussner e Gilmozzi), la segretaria della fondazione Dolomiti Unesco Morandini, la Procuradora fassana Testor, il sindaco di Selva Demetz, il sindaco di Canazei Parmesani, il direttore di val Gardena Marketing Pitscheider e il direttore della ripartizione mobilità della Provincia di Trento De Col. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

TRENTO Si chiameranno «green days», giornate verdi senza auto sui passi dolomitici: 8-10 giorni all’anno, da giugno a settembre, di chiusura al traffico a fasce orarie, quando sui passi si arriverà solo a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici. Si parte con Passo Sella. L’annuncio ufficiale del piano per la mobilità sostenibile arriverà oggi in una conferenza al Mountain Resort Passo Sella, dagli assessori Mauro Gilmozzi per il Trentino e Florian Mussner e Richard Theiner per l’Alto Adige. Saranno presenti anche la segretaria generale della Fondazione Dolomiti Unesco, Marcella Morandini, la procuradora del Comun general de Fascia Elena Testor, il sindaco di Selva Gardena Roland Demetz, il sindaco di Canazei Silvano Parmesani, il direttore della ripartizione mobilità della Provincia di Trento Raffaele De Col e il direttore di Val Gardena

19 Rassegna stampa - Settembre 2016 aspettare. Urgono le decisioni che dovranno però tenere conto delle esigenze di mobilità dei residenti. E, non a caso, sono in molti a considerare i mezzi a trazione elettrica il futuro, concreto, per la circolazione nella zona dolomitica. Dal 2010 Letsmode cerca di sensibilizzare in specifico l'economia turistica ad una mobilità ecosostenibile. Le vallate dolomitiche sono uno scenario ideale per una regione pilota. La manifestazione Alperia Ecodolomites crea una piattaforma vivente nell'utilizzo delle più moderne tecnologie di mobilità elettrica su strada. Giovedì i primi veicoli elettrici sono arrivati in piazza municipio a Brunico. Ieri invece è stata data ufficialmente la partenza della manifestazione. Lo slogan della Alperia ECOdolomites 2016 è «alla ricerca di stazioni di ricarica». I partecipanti hanno seguito un percorso caratterizzato da diverse stazioni di ricarica messe a disposizione da Alperia. La prima fermata del Trophy Cap con veicoli elettrici è stata San Vigilio sul passo Furcia. La pausa pranzo è stata a Plan de Corones nel e nel primo pomeriggio è stato visitato il Mountain Messner Museum. Poi si è proseguito alla volta di Corvara. La sfida più grande della manifestazione era quella di prevedere una ricarica a circa 100 vetture elettriche. È servita una disponibilità di almeno 200kW di potenza e circa 3.000kWh di energia complessiva. I partecipanti si sono incontrati poi con gli operatori locali nella sala comunale di Corvara per dialogare sulle tecnologie di ricarica. Oggi alle 10 la seconda partenza. Questa volta il percorso è tracciato attorno al massiccio del Sella in senso orario attraversando i passi Campolongo, Pordoi e Sella. Dopo la pausa pranzo nel Passo Sella Dolomiti Mountain Resort della Val Gardena i veicoli scenderanno in valle per arrivare a Ortisei. Qui termina il viaggio ecologico e le auto elettriche saranno esposte al pubblico in piazza San Antonio. La conclusione sarà festeggiata con una premiazione dei partecipanti e con una tavola rotonda sulla e-mobility per fare conoscere i vantaggi delle mobilità elettrica. Per partecipare alla manifestazione è richiesto un veicolo elettrico, a idrogeno o anche ibrido (plug in), ma bisogna coprire l'intero percorso in modalità elettrica a zero emissioni, La vera sfida dei partecipanti nel percorrere i 3.000 metri di altitudine e gli oltre 100 chilometri di strada è quella di consumare meno energia possibile. L’evento, di sicuro, ha ottenuto un ottimo riscontro.

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Trentino | 10 Settembre 2016

Trento e Bolzano lanciano i «green days»: 10 giorni all’anno di chiusura al traffico da giugno a settembre. Più autobus e promozione di eventi. Si parte dal Sella Passi, arrivano le giornate senza automobili in quota

Corriere delle Alpi | 10 Settembre 2016

Passo Sella chiuso a ore l’ira del Bellunese LIVINALLONGO È bufera, dal versante bellunese, sul piano per la mobilità sostenibile che verrà presentato oggi al Passo Sella dagli assessori Florian Mussner e Richard Theiner di Bolzano e da Mauro Gilmozzi di Trento. «Non siamo stati coinvolti, hanno deciso tutto da soli ed è evidente che la Provincia di Belluno è contraria a qualsiasi soluzione che non sia condivisa» anticipa, a muso duro, leandro Grones, sindaco di Livinallongo e assessore provinciale. Anche se lui stesso ammette che «misure di contenimento del traffico vanno assolutamente prese, per l'eccessivo numero di automezzi e motociclette che salgono lungo i tornati in determinate giornate estive, ma anche per l'insopportabile rumore, specie dei motociclisti». Ancor più contrari sono gli operatori turistici dei passi. «Contrarietà di tutti, proprio di tutti», fa sapere Osvaldo Finazzer, coordinatore del comitato. «È vero che la sperimentazione che verrà decisa per il Sella si ferma a questo passo, ma la ricaduta sarà negativa per tutti i passi». Il risultato sarà, secondo Grones, un traffico ancora maggiore sugli altri valichi, compresi i nostri, il Pordoi e il Campolongo. Questa mattina, dunque, la

Marketing Günther Pitscheider. Assente la Regione Veneto, che di chiusura non vuol sentir parlare e si è sfilata. Trento e Bolzano invece procedono, alla luce dello studio commissionato all’Eurac (come ha ricordato pochi giorni fa sul Trentino l’assessore Gilmozzi) e del pressing della campagna messa in campo da Trentino e Alto Adige per salvare i passi dal traffico: centinaia i tagliandi dei lettori arrivati nelle redazioni, con i due terzi (67%) che hanno optato per la chiusura quotidiana a fasce orarie (al 21% l’introduzione di un pedaggio, al 12% l’opzione della giornata di chiusura settimanale). A decidere il numero delle iniziative e a stabilire le date sarà un comitato interregionale ristretto che si troverà a febbraio per mettere nero su bianco il calendario per il 2017. Come anticipato nei giorni scorsi, nel 2017 si partirà da passo Sella, ma con l’intenzione di estendere l’iniziativa nei prossimi anni anche agli altri passi. Se n’è discusso mercoledì pomeriggio al tavolo di lavoro tra le due Province, gli amministratori locali e gli operatori economici, e di nuovo giovedì in una riunione ufficiale. Il modello individuato per la sperimentazione sul Sella è quello del Sella Ronda Bike Day (che si è svolto a luglio). Le giornate senz’auto saranno supportate da iniziative promozionali per lanciare la chiusura al traffico come un evento turistico, e da un potenziamento del trasporto pubblico. «Sono convinto - spiega il sindaco di Selva Gardena Roland Demetz - che debba valere la filosofia del “meglio pochi ma buoni. Un paio di eventi al mese da giugno a settembre per il primo anno sono sufficienti. Per organizzarne uno, come il Sella Ronda Bike Day a luglio, il nostro Consorzio spende 50 mila euro. È anche, dunque, una questione di risorse». Per i green days è previsto anche un potenziamento dei mezzi pubblici (soprattutto sul versante trentino, visto che già oggi la Sad di Bolzano investe più di Trentino Trasporti) ma anche dei pannelli elettronici per avere in tempo reale la disponibilità dei parcheggi in quota. Già oggi chi non vorrà salire al passo con l’auto potrà fruire di un bus elettrico della ditta Solaris con partenza dalla funivia di Plan de Gralba alle 10.45. E tra le iniziative di contorno c’è anche un giro ecologico sui passi con mezzi elettrici.

Oggi la presentazione del Piano mobilità sostenibile del Trentino Alto Adige Grones: «Non ci hanno coinvolti. E se noi fermassimo i turisti sul Pordoi?»

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Francesco Dal Mas

L’Adigetto.it | 10 Settembre 2016

presentazione al Sella del piano per la mobilità, condiviso anticipatamente ieri dai dirigenti dei Club alpini della regione dolomitica che ne hanno discusso in una riunione al Pordoi. Saranno presenti al Sella la segretaria generale della Fondazione Dolomiti Unesco, Marcella Morandini, la Procuradora del Comun general de Fascia (Fassa), Elena Testor, il sindaco di Selva Gardena, Rolando Demetz, il sindaco di Canazei, Silvano Parmesani, il direttore della ripartizione mobilità della Provincia di Trento, Raffaele De Col, il direttore di Val Gardena Marketing, Günther Pitscheider, l'assessore alla mobilità, Florian Mussner, quello all'ambiente Richard Theiner e l’omologo trentino, Mauro Gilmozzi. I dettagli del piano saranno illustrati al Mountain Resort Passo Sella, a Passo Sella, alle 11. Per i partecipanti che rinunceranno al mezzo privato sarà a disposizione un servizio con bus elettrico della ditta Solaris (Consorzio LiBUS). La partenza dal parcheggio della funivia di Plan de Gralba avverrà alle ore 10.45. Come manifestazione di contorno è previsto infine un giro ecologico sui passi dolomitici con mezzi elettrici (Alperia ECOdolomites). Il piano, da quanto si è saputo, prevede la sperimentazione, il prossimo anno, della chiusura oraria del Sella. «Ribadisco che è necessario prendere delle misure», interviene Grones, «ma dentro analisi e proposte condivise. Quanto e come chiudere? Oppure è meglio affidarsi ai pedaggi? Non basta, forse, limitarsi a programmare determinate chiusure in relazione a particolari manifestazioni?». Secondo Grones, le priorità sono due: controlli sulla velocità specie delle moto e sui rumori. Quanto alle auto e ai bus elettrici, «rischiamo di promuovere solo degli spot pubblicitari, perché non abbiamo ancora soluzioni definitive, che ci devono essere, prima o poi». C'è il problema dei parcheggi, da realizzare a valle. «Noi sindaci non ci stiamo a farci invadere da spianate di auto, come fossimo all'esterno di San Siro». Per Grones non ci sono dubbi: ci vogliono i parcheggi interrati. Ma - insiste - «lasciateci tempo e, soprattutto, dateci i necessari finanziamenti». Agire unilateralmente come fanno Trento e Bolzano ha, secondo Grones, delle conseguenze: «potrebbe autorizzarci a chiudere, che so, il versante del Pordoi e del Campolongo nella stagione invernale per trattenerci gli sciatori; è questo che vogliono le altre Province». Per l'esponente bellunese è emblematica, in ogni caso, l'assenza dei presidenti di Trento e Bolzano. «Rossi e Kompatscher sanno bene che cosa rischiano col Veneto di Zaia che ha minacciato ricorsi in sede nazionale ed europea».

Passi dolomitici, progetto pilota di chiusura oraria nel 2017

Valorizzare i passi dolomitici puntando su raggiungibilità e mobilità sostenibile

Da mesi un gruppo di lavoro formato da rappresentanti delle Province di Bolzano e Trento, nonché dei comuni interessati, sta lavorando ad un progetto di mobilità e raggiungibilità sostenibile dei passi inseriti nel patrimonio mondiale UNESCO, cercando di far combaciare le esigenze di turisti, residenti e operatori economici.

«Questo vuol dire essere consapevoli che la natura stessa del traffico è cambiata, poiché non esistono più soltanto automobili, ma anche motociclette e biciclette, mezzi pubblici e impianti a fune. «Dobbiamo quindi perfezionare un sistema di mobilità,integrata capace di offrire al turista un modo diverso di muoversi in queste delicate zone.»

Traffico sulle Dolomiti, prime azioni: dieci “green days“ e più autobus

«Si tratta di elaborare una strategia comune fra tutte le forze in campo – ha sottolineato l'assessore altoatesino Florian Mussner – puntando non solo sul trasporto pubblico, con l'ulteriore ampliamento della flotta di mezzi a bassissime emissioni inquinanti, ma anche sul sostegno ad auto e biciclette elettriche.

«Le chiavi – ha detto Gilmozzi – sono tre: il lavoro di rete, una gestione armonica e più semplice della questione, e una mobilità ancora più integrata. La chiusura a fasce orarie programmata per il 2017 ci farà capire cosa significa veramente un passo dolomitico senza auto.»

«In quest'ottica, un ruolo fondamentale dovranno svolgerlo gli impianti a fune, che sono il mezzo di trasporto più eco-compatibile che esista.»

Secondo l'assessore trentino Mauro Gilmozzi, l'obiettivo deve essere quello di «impostare un nuovo stile di vita per turisti e residenti, che possa rendere anche più attrattive le Dolomiti.

Passo Sella, chiusure al via dal 2017

Il primo concreto punto di partenza sono i Greendays previsti per l'estate del 2017.

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Una terza pista di lavoro riguarda infine le modalità di regolazione di questo attraversamento. «Qui – ha spiegato Gilmozzi – proponiamo l'istituzione di alcune giornate, vere e proprie "green days", per sperimentare modalità innovative di gestione dei flussi di traffico, pensando ad esempio a eventi che sappiano richiamare più persone ma meno automobili.»

Il tutto partendo dalla mole di dati contenuti in un ampio studio realizzato dall'EURAC in collaborazione con la Fondazione Dolomiti UNESCO.

«Si tratta di un progetto pilota – ha spiegato Theiner – che interesserà Passo Sella. In alcune fasce orarie di un giorno fisso alla settimana, la strada sarà aperta solamente al traffico di ciclisti e pedoni.»

Sulla stessa lunghezza d'onda si è espresso anche l'assessore all'ambiente Richard Theiner, il quale ha sottolineato che «un progetto di mobilità sostenibile è assolutamente necessario, e di ciò ne potranno trarre beneficio principalmente la natura e il paesaggio di uno dei luoghi più belli del mondo».

«Bisogna poi passare – ha aggiunto Gilmozzi – dalla semplice regolamentazione della viabilità a un governo complessivo dei flussi di traffico.

L’Adige | 11 Settembre 2016

Passo Sella sarà il primo valico dolomitico a subire limitazioni al traffico motorizzato nel 2017: la sperimentazione, che coinvolgerà la strada statale 242 che congiunge le Province autonome di Trento e Bolzano attraverso il passo, è stata annunciata ieri in un'affollata conferenza stampa, dove è stato fatto il punto sull'opera svolta da marzo a oggi dal gruppo di lavoro trentino-altoatesino costituito per studiare nuovi sistemi di mobilità nell'area tutelata dall'Unesco. È stato così illustrato un nuovo e dettagliato studio sui flussi di traffico (articolo in basso) , base di partenza per stabilire come valorizzare e proteggere i siti dall'assalto dei mezzi motorizzati: un assalto misurato il mese scorso dalle nuove telecamere installate dalle due Province autonome sulle strade che conducono al Pordoi, Sella, Gardena e Campolongo complessivamente in 60mila tra auto, camper, corriere e moto, cui hanno fatto da silenzioso ed ecologico contraltare ben 25mila biciclette. Ma, anche se il lavoro di analisi continuerà nei prossimi mesi, alcune azioni sono già delineate, partendo proprio dai dieci «Green Days» della prossima estate, dieci giornate ecologiche in cui sarà fortemente limitato il traffico motorizzato sul Sella: l'assessore alle Infrastrutture e Ambiente della Provincia di Trento Mauro Gilmozzi , presente insieme ai colleghi bolzanini Florian Mussner e Richard Theiner , ha chiarito che «si tratterà di una chiusura parziale, probabilmente a fasce orarie, nelle quali i mezzi pubblici e anche qualche privato munito di permesso potranno circolare: una chiusura connessa ad eventi particolari, studiati appositamente per richiamare comunque i turisti in vetta».

A questa azione, che coinvolgerà un valico ma avrà probabili effetti anche sugli altri passi, si aggiungerà un forte incremento di mezzi pubblici in valle di Fassa e verso i passi Pordoi e Sella, «perché è inutile dire ai turisti di lasciare l'auto negli hotel se non si offrono sufficienti servizi alternativi», ha detto Gilmozzi, che ha insistito sulla necessità di «proporre nuovi stili di vita in linea coi tempi e capaci di essere attrattivi». Ecco dunque che dal prossimo anno, da Predazzo a Penìa e viceversa, la Provincia di Trento istituirà corse ogni mezz'ora con corriere di normali dimensioni, mentre per salire al Sella e al Pordoi saranno utilizzati mezzi più piccoli (25-30 posti) e coinvolti operatori privati, come già avviene per il trasporto da Pozza di Fassa al rifugio TrasportoGardeccia.pubblico già potenziato dalla Provincia di Bolzano da molti anni, cui deve ora affiancarsi un maggior utilizzo degli impianti di risalita, secondo l'assessore altoatesino Florian Mussner: «Le funivie sono il mezzo più ecologico per salire in montagna, gli impiantisti vanno coinvolti maggiormente». E all'integrazione tra mezzi pubblici e impianti di risalita, cui si sta lavorando, dovrebbe aggiungersi secondo il sindaco di Selva Val Gardena Roland Demetz una migliore gestione dei parcheggi sui passi, un aumento dei biglietti di sosta e un sistema informativo a valle che scoraggi i turisti a salire con il proprio mezzo se i parcheggi sono esauriti. Un'altra azione importante sarà però anche quella volta al rafforzamento della sicurezza: il sindaco di Canazei Silvano Parmesani ha insistito sul punto, dicendo che polizia locale e carabinieri dovranno coordinarsi per effettuare controlli continui. Un'azione facilitata dal fatto che, come hanno spiegato i funzionari della Provincia di Trento, le telecamere installate lo scorso mese per analizzare il traffico saranno usate in futuro anche per il controllo della velocità. E di fronte ai dati che parlano di un movimento cicloturistico in continua ascesa, Parmesani ha detto: «Mi auguro che si cominci anche a investire per realizzare piste ciclabili intorno ai passi».

Il SellaRonda, un giro per pochi

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Lo studio. Le rilevazioni fatte in agosto parlano di tour limitati a uno-due passi Un parco di mezzi elettrici (motociclette, autobus e automobili di Alperia EcoDolomites esposte nel parcheggio antistante) ha accolto ieri quanti sono saliti a Passo Sella per la presentazione del nuovissimo studio sui flussi di traffico intorno al massiccio, realizzato dalle Province autonome di Trento e Bolzano. I funzionari dei due enti sono stati impegnati tutto il mese di agosto nelle rilevazioni, nello studio e nell'incrocio dei dati per capire non solo quante auto, moto e altri mezzi impegnino le statali 48, 242, 243 e 244 che congiungono le valli di Fassa, Gardena e Badia coi passi Sella, Pordoi, Gardena e Campolongo, ma anche quali siano le loro provenienze, se facciano o meno il giro di tutti i passi, quali siano i tempi medi di fermata sui Interessantivalichi.idatiemersi, illustrati ieri mattina nell'incontro a Passo Sella dal dirigente del Dipartimento Infrastrutture e Mobilità della Provincia di Trento, Raffaele De Col . Sei le telecamere e cinque le stazioni di rilievo dei flussi montate sulle quattro strade dolomitiche: il periodo scelto per l'analisi dei flussi è andato

Alto Adige | 11 Settembre 2016 Trentino | 11 Settembre 2016 Bolzano e Trento hanno deciso. Il calendario dei «Green Days» a febbraio Canazei e Selva si attrezzano con il sostegno della Fondazione Unesco Estate 2017: passo Sella chiuderà per 10 giorni

24 Rassegna stampa - Settembre 2016 dal 5 al 31 agosto mentre quello per l'analisi dell'origine e destinazione dei mezzi ha riguardato nove giorni, tra il 5 e il 15 agosto. Le telecamere e stazioni attive dalle 6 alle 20 di ogni giornata hanno evidenziato, solo sul Passo Sella, un passaggio di circa 2.300 veicoli al giorno nelle due direzioni (circa 300 le moto), molti dei quali però non effettuano il giro di tutti i passi. La stessa cosa avviene sul Gardena, dove sono stati conteggiati circa 2.800 mezzi dalla Val Gardena verso la Val Badia e viceversa, di cui circa 700 però tornano indietro. E anche sul Campolongo, solo l'8% dei veicoli provenienti dalla Val Badia e dalla Val di Fassa attarverso il Pordoi effettua il giro del SellaRonda, mentre tutti gli altri no. Il 56% e il 60% del traffico proveniente rispettivamente dalla Val Gardena e dalla Val Badia gravitano sui passi Sella e Gardena, mentre il 48% del traffico proveniente dalla Val di Fassa va verso il Pordoi e un altro 22% si muove tra Gardena e ASella.completare il SellaRonda sono invece soprattutto le motociclette: in media una moto su quattro ha targa straniera, il traffico motociclistico si concentra soprattutto tra le 12 e le 15, ma è stata rilevata una permanenza media di 30 minuti su ogni passo. Un «mordi e fuggi», insomma, che contrasta con l'obiettivo, perseguito dal gruppo di lavoro che sta mettendo a punto nuove politiche di mobilità, di un turismo di maggior qualità.

La maggiore opposizione a questi provvedimenti arriva però proprio dagli operatori che vivono e lavorano nell'area. Non a caso, il coordinatore del Comitato per la salvaguardia dei Passi Dolomitici, Osvaldo Finazzer, si è già espresso negativamente sull'ipotesi di una chiusura sperimentale e a fasce orarie di Passo Sella, sicuro che questo comporterà una ricaduta negativa su tutti gli altri passi. G. Car.

Il monitoraggio proseguirà nei prossimi mesi e in futuro le telecamere installate dalle due Province serviranno anche a rilevare e controllare la velocità dei mezzi, ha spiegato Raffaele De Col: ma le prime indicazioni raccolte portano a dire che se l'anello del SellaRonda viene completato da un numero tutto sommato ridotto di mezzi (il 50% circa), una chiusura parziale dei passi al traffico, a fasce orarie o con altre limitazioni, accompagnata da un forte incremento di mezzi alternativi, può essere realizzabile senza che ciò incida pericolosamente sulle attività economiche.

La nicchia di mercato L’altra frontiera commerciale: auto, bus e moto elettriche

BOLZANO Non sono certo una novità, per chi conosce il settore. Ma ieri, al passo Sella, in occasione della settima edizione di Eco Dolomites, il giro elettrico delle Dolomiti, molti turisti hanno strabuzzato gli occhi, nel trovarsi davanti pure le moto elettriche. Non motorini o scooterini, ma proprio moto. Con la spina per caricarle. «Ma quanto va?», chiedevano i turisti. «160 all’ora», rispondevano entusiasti i centauri elettrici. Ovviamente, lo scopo non sarà far smettere di correre le moto a scoppio per permettere di correre alle

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di Davide Pasquali BOLZANO Si chiameranno Dolomiti Green Days e partiranno la prossima estate. Una sperimentazione che per il 2017 riguarderà esclusivamente passo Sella. Stop ai mezzi mossi da motore a scoppio, sì alla mobilità alternativa: auto, bus e pure moto elettriche, bici tradizionali e a pedalata assistita, pedoni trasportati in alta quota dagli impianti di risalita “inglobati” nel sistema di trasporto pubblico. Se dovesse funzionare, si penserà di coinvolgere anche gli altri passi della Sella Ronda. E poi, magari, chissà... Lo hanno annunciato ieri a passo Sella tre assessori provinciali, il trentino Mauro Gilmozzi (Infrastrutture e ambiente) e gli altoatesini Florian Mussner (Mobilità) e Richard Theiner (Ambiente), con il sostegno dei Comuni di Canazei di Fassa (sindaco Parmesani, salito al Sella in bici!) e Selva di val Gardena (sindaco Rolando Demetz). Il tutto in collaborazione con le associazioni turistiche, alle quali spetterà la funzione trainante del marketing e della informazione, e infine il supporto - fattivo, concreto - della fondazione Unesco, che patrocina il progetto. Non sarà facile, si è spiegato ieri al Sella. Perché chiudere e basta non funzionerebbe e risulterebbe controproducente. Ci vuole ben altro. Si dovrà imparare a governare il fenomeno traffico, cosa finora mai fatta davvero. Fino ad oggi, infatti, si è soltanto posto qualche paletto, si è imposto qualche divieto. Ora serve una rivoluzione copernicana: si deve introdurre il concetto di change management: far cambiare mentalità alla gente, però solo dopo aver predisposto tutto il necessario. Con coraggio ma senza fretta. Soprattutto, ha tenuto a sottolineare la politica ieri, senza imposizioni. Innanzitutto - anziché le solite chiacchiere e con il fondamentale contributo della campagna avviata dai giornali Alto Adige e Trentino, citata ieri come esempio virtuoso di impegno civile - stavolta c’è stato a monte un lavoro preparatorio, partito nell’estate 2016 con il monitoraggio dei flussi di traffico tramite tecnologie innovative, tipo quelle utilizzate nelle «Ztl»: telecamere in grado di riconoscere e registrare le targhe. Così si è potuto verificare quanti passano e basta, quanti poi tornano indietro, che giro fanno, su di qua, giù di là, da che valle partono, dove arrivano. Per il 2016 si è lasciato fuori il passo Campolongo e si sono monitorati solo Sella Gardena e Pordoi. Ora che si conoscono in dettaglio i flussi di traffico in termini quantitativi, si vuole passare a riqualificare i passi. Per il gruppo di lavoro presieduto dall’Unesco significherà questo: gestire il trasporto veicoli (camion, bus, auto, moto) di residenti, ospiti, escursionisti, impiegati e fornitori; potenziare l’offerta di trasporto pubblico locale con mezzi più “maneggevoli”; integrare l’offerta con i servizi a fune; promuovere offerte alternative: noleggio e messa a disposizione gratuita di e-bike; regolamentare la circolazione dei fornitori; proporre una mobilità a chiamata (sull’esempio dei night liner sudtirolesi) con navette private in noleggio on demand; offrire shuttle per pacchetti enogastronomici “assaggia le Dolomiti” con partenza in centro paese per portare gli ospiti alle strutture di ristoro lungo i passi. Soprattutto, però, l’Unesco ha proposto (e Trento e Bolzano hanno accettato): istituire i Green Days. I tecnici li chiamano “giorni di trasporto programmato e promozione dell’accesso sostenibile, con un lasso di tempo dedicato ai ciclisti, un percorso favoreggiato a una mobilità sostenibile e una serie di eventi e manifestazioni”. Tradotto: 8-10 giorni - quanti e quali verrà deciso in inverno - con chiusura al traffico motorizzato. Nel 2017, si è annunciato ieri, si approveranno due delibere delle rispettive giunte provinciali per istituire un gruppo di lavoro operativo permanente che possa trattare gli aspetti tecnici di gestione: sulle proposte di infrastrutture, sull’individuazione dei parcheggi, sugli studi di viabilità cicloturistica, per una analisi volta all’integrazione degli impianti di risalita nell’offerta del trasporto pubblico locale, per il piano finanziario. L’organizzazione comune riguarderà: monitoraggio dei flussi, controlli al traffico (compresi speed check e telecamere), personale necessario, coinvolgimento delle forze dell’ordine, gestione dei permessi, definizione del cronoprogramma con suddivisione dei compiti, piano di comunicazione al pubblico. Non si tratta, si è spiegato ieri, di chiudere i passi dolomitici, bensì di aprirli alla sostenibilità. La vera sfida, spiega infine la fondazione Unesco, è una responsabilità comune e continuativa tra residenti, economia locale e pubblica amministrazione. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Dopo la nostra campagna, arrivano i primi 10 giorni “green” Passi chiusi, si comincia dal Sella

I rilievi effettuati ad agosto: in media ogni giorno transitano 2.300 veicoli Il 50% dei mezzi ritorna da dove è salito, l’altro 50% invece prosegue oltre Sella Ronda: in un mese 60 mila auto e 25 mila bici PASSO SELLA Lo studio completo verrà pubblicato soltanto nei prossimi mesi, dopo che i dati saranno stati elaborati e filtrati a dovere. Per ora, però, dal monitoraggio effettuato ad agosto sui tre passi Sella Gardena e Pordoi emergono diversi dati interessanti, ma uno su tutti colpisce in maniera particolare: se nel corso del mese di agosto 2016 sui tre passi sono transitati 60 mila veicoli a motore, le biciclette sono state fra le 25 e le 30 mila. Un dato davvero impressionante, inimmaginabile. Che schiude orizzonti per molti inaspettati. Se oggi, coi pericoli che si corrono, ci sono già così tanti amanti del pedale, figurarsi cosa potrebbe accadere se la Sella Ronda, almeno una volta alla settimana, almeno in luglio e agosto, fosse de-motorizzata. Non si tratta esclusivamente di un ragionamento paesaggistico-ambientale. Qui c’è di mezzo l’economia. «Vogliamo meno auto e più gente», come hanno ben sintetizzato gli assessori provinciali altoatesini e trentino. I rilievi sono stati effettuati dai tecnici provinciali in nove giornate, dal 5 al 31 agosto. Sono stati analizzati i flussi in ingresso all’anello viario che circonda il massiccio del Sella provenienti da Fassa Gardena e Badia. La fascia oraria di monitoraggio andava dalle 6 alle 20. L’orario critico, si è visto, era quello dalle 12 alle 15. Si sono posizionate telecamere in grado di leggere la targa e quindi di dire se la tal auto è salita da lì, poi scesa da là, e in che orari lo ha fatto. Dati complessi da analizzare in dettaglio, ma utili per elaborare le migliori strategie di governo dei flussi. In media, nelle giornate considerate dal monitoraggio, attorno al massiccio del Sella si sono registrati 2.300 passaggi motorizzati in senso antiorario, e 2.200 in senso orario. Il 50% dei veicoli tornano al punto di partenza, ossia salgono e ridiscendono dalla stessa strada, dallo stesso passo. Il restante 50% dei mezzi, invece, prosegue. Ma soltanto l’8% percorre l’intera Sella Ronda. Considerando valli e passi a due a due, il 13% dei veicoli totali registrati attorno al Sella va dalla Badia alla Gardena, il 20% va in senso inverso. Tra Gardena e Fassa i flussi sono i medesimi: il 20% del traffico complessivo va in un senso, il 20% nell’altro. Dalla Gardena parte il 56% del traffico totale in direzione passi Sella e Gardena. Dalla Badia, il 25% del traffico va verso il passo Gardena, il 20% verso il Campolongo. Dalla val di Fassa il 50% del traffico finisce al passo Sella, l’altro 50% al Pordoi. Il passo più gettonato dalle auto è il Gardena, quelli più amati dai motociclisti sono Sella e Pordoi, meglio ancora se in accoppiata. In agostonel resto della bella stagione le cose non vanno così, come noto a tutti gli operatori turistici e ai frequentatori dei passi - soltanto un quarto dei motociclisti è straniero. Il resto sono italiani.

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Trentino | 11 Settembre 2016

26 Rassegna stampa - Settembre 2016 moto elettriche. Ma l’elettrico potrà rappresentare un volano per l’intera operazione. Se si diffonderà l’idea, grazie al marketing e al passaparola, che almeno in certi giorni, tipo di martedì o giovedì, almeno a luglio e ad agosto, al Sella si circolerà solo con mezzi elettrici, gli appassionati di tutta Europa (ce ne sono) arriveranno qui. E le Dolomiti potrebbero diventare uno o il polo di attrazione dell’elettrico in Europa. Con vantaggi anche per le concessionarie locali, e per Alperia che fornirà l’elettricità. Eccetera.

di ALBERTO FAUSTINI La montagna, dirà qualcuno, ha partorito il topolino. La montagna, diranno altri, finalmente pensa un po’ a se stessa. E passa dagli slogan ai primi atti concreti. Per mestiere, io non sono né ottimista né pessimista: sono realista. E per questo considero determinante il risultato raggiunto ieri: un passo importante per i passi, per dirla con un gioco di parole. Non è un traguardo: è l’inizio di un cammino. I test, gli esperimenti, le prove, servono a questo. A cambiare le cose: cercando di trovare la soluzione migliore. Per il Trentino, che ancora una volta s’è messo in gioco per chiedere alla politica di muoversi, non è una vittoria: è, semmai, la dimostrazione del fondamentale valore di una campagna di carta e d’inchiostro. Nel silenzio generale, noi abbiamo ancora una volta gridato: come sui vitalizi, come sulle slot, come sull’autonomia provvisoria, sulla presenza delle donne in politica e su molti altri temi. Abbiamo sentito più voci, abbiamo aperto più strade, abbiamo scelto di stare da una parte molto precisa: quella dei passi, quella dell’ambiente, quella di un futuro che per esistere ha bisogno di essere tutelato e (ri)pensato ora, in un presente che - come queste fragili montagne che sono la nostra carta d’identità - non è infinito. Il tema lascerà la prima pagina. Ma non il giornale. Perché verificheremo cosa ne sarà dell’impegno preso ieri dalle due Province. E non faremo come chi, troppe volte, ha sperato che l’arrivo dell’autunno e dell’inverno fosse un tappeto sotto il quale nascondere tutto. Vigileremo. Con l’ottimismo della volontà caro a Gramsci.

Corriere delle Alpi | 11 Settembre 2016

27 Rassegna stampa - Settembre 2016

Il progetto: mezzi elettrici contro l’assalto di auto e moto Nel 2017 passo Sella chiuso per 10 giorni di Davide Pasquali BELLUNO Si chiameranno Dolomiti Green Days e partiranno la prossima estate. Una sperimentazione che per il 2017 riguarderà esclusivamente passo Sella. Stop ai mezzi mossi da motore a scoppio, sì alla mobilità alternativa: auto, bus e pure moto elettriche, bici tradizionali e a pedalata assistita, pedoni trasportati in alta quota dagli impianti di risalita “inglobati” nel sistema di trasporto pubblico. Se dovesse funzionare, si penserà di coinvolgere anche gli altri passi della Sella Ronda. E poi, magari, chissà... Lo hanno annunciato ieri a passo Sella tre assessori provinciali, il trentino Mauro Gilmozzi (Infrastrutture e ambiente) e gli altoatesini Florian Mussner (Mobilità) e Richard Theiner (Ambiente), con il sostegno dei Comuni di Canazei di Fassa e Selva di Val Gardena. Il tutto in collaborazione con le associazioni turistiche locali, alle quali spetterà la funzione trainante del marketing e dell’informazione, e infine il supportofattivo, concreto - della Fondazione Unesco che patrocina il progetto. Non sarà facile, si è spiegato ieri al Sella. Perché chiudere e basta il passo non funzionerebbe e risulterebbe controproducente. Ci vuole ben altro. Si dovrà imparare a governare il fenomeno traffico, cosa finora mai fatta. Fino ad oggi, infatti, si è soltanto posto qualche paletto, si è imposto qualche divieto. Ora serve una rivoluzione copernicana: si deve introdurre il concetto di change management: far cambiare mentalità alla gente, però soltanto dopo aver

Zaia all’attacco: «Decisione unilaterale, impugneremo le delibere». Contrari gli operatori turistici «Scelta anticostituzionale, ci opponiamo» di Francesco Dal Mas LIVINALLONGO «La montagna ha partorito un topolino»: tira un sospiro di sollievo Leandro Grones, sindaco di Livinallongo e assessore provinciale di Belluno. «Ci auguriamo che la Regione Veneto impugni il provvedimento, se ci sarà», aggiunge. «Ci sarà, ci sarà», conferma Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, che recentemente aveva anticipato «la più dura opposizione» alla possibile chiusura dei passi. Le limitazioni al traffico saranno una sperimentazione, esclusivamente sul Sella: dieci giornate l’estate prossima, da giugno a settembre. «La chiusura del Sella avrà ricadute, con l’aumento del traffico anche sugli altri valichi, dal “mio” Pordoi», protesta l’albergatore Osvaldo Finazzer, portavoce del comitato degli operatori turistici dei passi, «al Campolongo. Passi che in quei giorni saranno soffocati dal traffico». Ecco perché Zaia ha deciso di intervenire. «Non appena usciranno le delibere sui Dolomiti Green Days, come sono stati chiamati, la Regione Veneto le impugnerà perché anticostituzionali», anticipa Zaia, «Interferiscono infatti con il diritto alla mobilità». Zaia non sottovaluta quanto è accaduto ieri al Passo Sella, anche se gli assessori delle Province di Trento e Bolzano hanno preso tempo e hanno precisato che le misure devono essere accompagnate da azioni da concordare in una sede interregionale. «Si tratta di un atto unilaterale», lamenta Zaia, «Trento e Bolzano non hanno informato né la Regione Veneto, né la Provincia di Belluno, né il Comune di Livinallongo». Il governatore ribadisce che i rapporti con Arno Kompatscher di Bolzano, ed Ugo Rossi di Trento, i due presidenti, «non sono buoni, ma ottimi. Enon solo a motivo dei collegamenti ferroviari che stiamo progettando». «Confermo tutti gli impegni in atto, ci mancherebbe, ma sulla vicenda dei passi ci poniamo in netta contrapposizione perché, oltre ad un vincolo

28 Rassegna stampa - Settembre 2016 predisposto tutto il necessario. Con coraggio ma senza fretta. Soprattutto, ha tenuto a sottolineare e ribadire più volte la politica ieri, senza imposizioni. Innanzitutto - anziché le solite chiacchiere - stavolta c’è stato un lavoro preparatorio, partito nell’estate 2016 con il monitoraggio dei flussi di traffico tramite tecnologie innovative, tipo quelle utilizzate nelle «Ztl»: telecamere in grado di riconoscere e registrare le targhe. Così si è potuto verificare quanti passano e basta, quanti poi tornano indietro, che giro fanno, da che valle partono, dove arrivano. Per quest’anno si è lasciato fuori il passo Campolongo e si sono monitorati esclusivamente i passi Sella, Gardena e Pordoi. Nove i giorni, compresi tra il 5 e il 31 agosto dalle 6 alle 20, in cui è stato effettuato il monitoraggio: 60 mila le auto contate sui tre passi, mentre si stima il passaggio di 25-30 mila bici. L’orario critico è quello compreso tra le 12 e le 15. Quanto ai percorsi, il 50% dei veicoli torna al luogo di partenza, il restante 50% invece transita. Il passo più gettonato dalle auto è il Gardena, mentre i centauri - che per il 75% sono italiani - scelgono i tornanti del Pordoi e del Sella. I dati riportati nella tabella, invece, si riferiscono al 2015 e sono tratti dallo studio commissionato dalla Fondazione Unesco. Ora che si conoscono in dettaglio i flussi di traffico in termini quantitativi, si vuole passare a riqualificare i passi. Per il gruppo di lavoro presieduto dall’Unesco significherà questo: gestire il trasporto veicoli (camion, bus, auto, moto) di residenti, ospiti, escursionisti, impiegati e fornitori; potenziare l’offerta di trasporto pubblico con mezzi più “maneggevoli”; integrare l’offerta con i servizi a fune; promuovere offerte alternative come il noleggio e la messa a disposizione gratuita di e-bike; regolamentare la circolazione dei fornitori; proporre una mobilità a chiamata (sull’esempio dei night liner sudtirolesi) con navette private in noleggio on demand; offrire shuttle per pacchetti enogastronomici “assaggia le Dolomiti” per portare gli ospiti alle strutture di ristoro lungo i passi. Soprattutto, però, l’Unesco ha proposto (e Trento e Bolzano hanno accettato) l’istituzione dei Green Days. I tecnici li chiamano “giorni di trasporto programmato e promozione dell’accesso sostenibile, con un lasso di tempo dedicato ai ciclisti, un percorso favoreggiato a una mobilità sostenibile e una serie di eventi e manifestazioni”. Tradotto: 8-10 giorni - quanti e quali verrà deciso in inverno - con chiusura al traffico motorizzato. Nel 2017, è stato annunciato ieri, ci saranno due delibere delle giunte provinciali di Trento e Bolzano per istituire un gruppo di lavoro operativo permanente che possa trattare gli aspetti tecnici di gestione. L’organizzazione comune riguarderà monitoraggio dei flussi, controlli al traffico (compresi speed check e telecamere), personale necessario, coinvolgimento delle forze dell’ordine, gestione dei permessi, definizione del cronoprogramma con suddivisione dei compiti, piano di comunicazione al pubblico. Non si tratta di chiudere i passi dolomitici, bensì di aprirli alla sostenibilità. La vera sfida, spiega infine la fondazione Unesco, è una responsabilità comune e continuativa tra residenti, economia locale e pubblica amministrazione.

Green Days per l’ambiente. Una vittoria dei lettori

Alto Adige | 12 Settembre 2016

29 Rassegna stampa - Settembre 2016 anticostituzionale, la sospensione ripetuta del traffico rischia di rappresentare un colpo fatale per il turismo». Dal Pordoi Finazzer lo conferma perché i passi dolomitici più noti, dal Sella al Pordoi, dal Gardena al Campolongo rientrano nei sempre più numerosi programmi turistici internazionali che hanno per base Venezia piuttosto che il Garda. «Mi auguro che dopo questa concessione ai media, che tanto hanno promosso la chiusura, ancorché unilaterale», sottolinea il sindaco Grones, «le due Province, nelle persone dei presidenti, prendano in mano la situazione, promuovano tavoli di confronto anche con Belluno ed il Veneto, per condividere insieme le decisioni che comunque vanno prese, ma che non possono limitarsi alla chiusura». Dall’incentivazione dei veicoli elettrici, moto comprese, alla costruzione di piste ciclabili nella vicinanza delle strade di salita ai passi, dalla creazione di parcheggi a valle («ma interrati perché non possiamo mortificare il panorama con park come quelli di San Siro», puntualizza Grones): sono tutte iniziative e, quindi, investimenti che si devono concretizzare prima e non a seguito di eventuali provvedimenti sul traffico. «E se intanto», sospira Grones, «venisse organizzata una vigilanza più puntuale, sarebbe già un grosso contributo alla sicurezza, come pure al contenimento della rumorosità che dà quasi più fastidio della corsa delle moto o dello smog prodotto dalle auto in fila indiana lungo i tornanti». E su questo piano, lo stesso presidente della Regione si dice pronto a collaborare: «Ma nessuno deve fare il primo della classe», conclude Zaia.

Le strade delle dolomiti»la nostra campagna BOLZANO Dieci giorni di chiusura per avviare una prima sperimentazione delle tante soluzioni proposte durante tutta l’estate. I Green Days a passo Sella diventeranno realtà già a partire dal prossimo anno. Si tratterà di un primo passo concreto, dopo molti anni di discussioni incentrate sui possibili interventi da mettere in pratica lungo le strade dei passi dolomitici. Un risultat che arriva grazie, soprattutto, alla grande partecipazione dei lettori di Trentino e Alto Adige che hanno aderito alle iniziative portate avanti dai due quotidiani per chiedere una regolamentazione del traffico sulle Dolomiti. Sono stati centinaia, infatti, i tagliandi spediti alle redazioni di Trento e Bolzano, mentre il sondaggio online sui due siti internet ha visto la partecipazione di oltre milleseicento persone. Una partecipazione, questa, che non poteva certo passare inosservata e che ha portato moltissimi esponenti della politica locale e nazionale, ma anche a spingere affinché venisse trovata una soluzione al traffico, al rumore e all’inquinamento che, durante la bella stagione, sono causa di disagio sulle strade dei passi. Ma la discussione, sulle pagine dei giornali, ha

Mountains Wilderness critica «Misura debole»

Trentino | 12 Settembre 2016

Mountain Wilderness boccia i “green day” sul Sella: «Troppo poco» «Passi, soluzione insufficiente»

30 Rassegna stampa - Settembre 2016 coinvolto un po’ tutti: dagli albergatori agli alpinisti, da chi percorre quelle curve in moto a chi, invece, preferisce affrontarle in bicicletta. La sperimentazione, che partirà durante l’estate del 2017, prevede che a transitare sulle del passo Sella saranno solamente mezzi elettrici come auto e moto, ma anche pullman, bici tradizionali o a pedalata assistita e pedoni che potranno sfruttare il trasporto pubblico per salire in quota. Insomma, saranno dieci giorni all’insegna dell’ambiente per capire se questo tipo di soluzione possa essere efficace per salvare i passi e, allo stesso tempo, garantire i guadagni portati dal turismo. Così come chiesto dall’Unesco che spinge per riqualificare i passi dolomitici come vie di entrata al patrimonio naturale promuovendo un accesso sostenibile ai fruitori del territorio. La stessa sperimentazione ha alimentato, nel corso della presentazione del progetto tenutasi sabato a passo Sella, un nuovo dibattito su quelle che devono essere le iniziative da attuare al fianco della chiusura come la creazione di rotonde per far tornare indietro, comodamente, chi si trova davanti alla strada chiusa. Ma sono diverse le proposte messe in evidenza all’incontro: «Uno dei grandi problemi del traffico sui passi è la situazione parcheggi - ha spiegato Roland Demetz, sindaco di Selva Gardena - difatti il gran numero di autoveicoli, che nei giorni di punta non trovano un posteggio autorizzato, parcheggiano lungo la strada provinciale, in mezzo ai prati o comunque dove trovano una piccola area libera. Ma anche in giornate normali il visitatore ha la tendenza a parcheggiare fuori dalle aree previste, in modo da evitare di pagare per la sosta». Per risolvere questo problema, il primo cittadino di Selva, ha deciso di realizzare dei posti chiaramente delimitati e di impedire il parcheggio selvaggio: «Importante, in questo contesto, il controllo e soprattutto l’informazione istantanea a valle, tramite pannelli informativi dello stato di occupazione dei parcheggi». Oltre alle proposte del sindaco Demetz sono arrivate anche quelle del primo cittadino di Canazei, Silvano Parmesani, che si è concentrato sul tema della sicurezza e di Günther Pitscheider di Val Gardena Marketing che propone di migliorare quanto già fatto per incentivare il trasporto pubblico con i biglietti cumulativi che permettano ai turisti di muoversi liberamente con autobus e impianti di risalita. Insomma, è chiaro come le iniziative che verranno messe in pratica a partire dal prossimo anno costituiranno un ottimo banco di prova per capire come salvare i passi dolomitici da traffico, rumore e inquinamento.(fs) ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Mountain Wilderness in una nota esprime invece “delusione su quanto è stato prodotto con la decisione resa pubblica nella conferenza stampa di sabato scorso a Passo Sella”. «La decisione di impedire il transito dei veicoli a motore per dieci giorni è insufficiente - sottolinea- ci saremmo attesi più coraggio, almeno una sperimentazione di poche ore diffusa su tutto il periodo estivo». Non sono soddisfatti i rappresentanti dell’organizzazione internazionale fondata nel 1987. Per Mw la decisione non offre alcuna garanzia alla maturità del confronto diffuso in questi mesi, offende la certificazione Unesco offerta alle Dolomiti e non può ridurre, in maniera efficace, il traffico e l’inquinamento. «Preoccupante - spiegano - è stato il diniego al confronto pervenuto dalla Regione Veneto e dai sindaci del versante bellunese, Arabba e Livinallongo».

Alto Adige | 13 Settembre 2016 Trentino | 13 Settembre 2016

TRENTO Sulla proposta delle due province di Trento e Bolzano dei dieci “green day” sul passo Sella per tentare di limitare l’accesso di auto e moto, interviene oggi l’associazione ambientalista Mountain Wilderness con un duro comunicato: «Dopo anni di proposte del mondo ambientalista la politica delle due province autonome ha emesso un soffio, rauco: la chiusura al traffico a motore del solo passo Sella per 10 giorni all’anno e un certo potenziamento del trasporto pubblico nel versante trentino. La risposta offerta a migliaia di cittadini che chiedevano l’abbattimento dei rumori, la chiusura dei passi del giro del Sella, tutti, per sei ore al giorno è totalmente inadeguata, una presa in giro del lavoro di formazione e di proposta svolto in tutti questi anni dal mondo ambientalista e alpinistico delle Dolomiti. Preoccupante - continua la nota - è stato il diniego al confronto pervenuto dalla Regione Veneto e dai sindaci del versante bellunese, Arabba e Livinallongo. Questa assenza impedisce di fatto la soluzione dei problemi legati al traffico tanto evidenti anche nel territorio bellunese. La decisione di impedire il transito dei veicoli a motore per 10 giorni è insufficiente. Ci saremmo attesi più coraggio, almeno una sperimentazione di poche ore diffusa su tutto il periodo estivo. Non si è preso in considerazione il problema del traffico delle principali vallate dolomitiche. Tutte le vallate, per oltre 20 giorni come del resto a Cortina e attorno al lago di Misurina si procedeva a passo d’uomo. In molte giornate si rimaneva fermi. Dal mondo politico ci aspettavamo l’avvio di un ragionamento e di decisioni che dovrebbero portare al drastico ridimensionamento della mobilità privata in tutte le Dolomiti. Gli impianti di collegamento fra aree sciabili e dai paesi ai passi realizzati ovunque da anni - prosegue Mountain Wilderness - dimostrano l’inefficacia nel rispondere alla diminuzione del traffico nei fondovalle: non sono un servizio pubblico ed i costi del trasporto sono insostenibili per la maggioranza delle famiglie residenti nelle valli. Questi impianti non rappresentano mobilità alternativa. Mountain Wilderness esprime una piena delusione. E’ una decisione che non offre alcuna garanzia alla maturità del confronto diffuso in questi mesi, che offende la certificazione Unesco offerta alle Dolomiti e che in pratica maschera una incapacità della riflessione politica tesa a cambiare marcia e fare delle Dolomiti un vero e proprio laboratorio internazionale di sperimentazioni coraggiose».

“Green Days”, finalmente sulle Dolomiti si cambia di Michil Costa. Voglio solo vedere la luce/Non voglio perdere la mia vista/Voglio solo vedere la luce/Ho bisogno di sapere per cosa vale la pena combattere. È il ritornello di una canzone dei Green Day, punk band americana. SEGUE A PAG. 11

31 Rassegna stampa - Settembre 2016

“I passi vanno chiusi:ci vuole coraggio”

Corriere delle Alpi | 13 Settembre 2016

LIVINALLONGO Non bastano, secondo gli ambientalisti, dieci giornate di chiusura ad ore del passo Sella. Lo stop andava raddoppiato, triplicato, anche di più. E moltiplicato su tutti i valichi dolomitici, compresi quelli bellunese. Senza escludere le stesse strade, come quelle per Cortina e Misurina, Tre Cime. «La montagna ha partorito un topolino» aveva commentato Leandro Grones, sindaco di Livinallongo ed assessore provinciale di Belluno, soddisfatto dell'esito di quanto deciso dalle Province di Trento e Bolzano sul contenimento del traffico lungo i passi. Una questione di “mobilità” che nei giorni scorsi s’era trascinata una ridda di

Livinallongo. Mountain Wilderness e ambientalisti sono delusi dai progetti presentati per il Sella, dieci giorni non Lebastanoassociazioni chiedono di sperimentare una interdizione di poche ore al giorno ovunque e diffusa in tutto il periodo estivo

32 Rassegna stampa - Settembre 2016

La canzone s’intitola See the light ed è nell’album 21st Century Breakdown. Mi è venuta in mente l’altro giorno mentre ero al passo Sella. L’anno prossimo in estate prenderà quota un progetto pilota di revisione della mobilità sui passi dolomitici chiamato appunto Green Days. E me lo sto canticchiando contento perché finalmente si può iniziare a vedere una luce dopo tanti anni di battaglie e discussioni. Certo, è solo l’inizio: so già che non si riuscirà a trovare la soluzione perfetta con i ladini di tutte le valli. Sono ancora convinto che sarebbe meglio una chiusura giornaliera a fasce orarie. L’importante, però, è cominciare da qualche parte. E questo è un buon punto di partenza. Vediamo l’effetto che fa e poi avremo modo di correggere la traiettoria. Certo, la mobilità delle persone deve comunque essere garantita. Nei modi prestabiliti, però. I dati riscontrati nel monitoraggio del via vai sul passo Sella nel mese di agosto di quest’anno ha dell’incredibile: 60 mila veicoli a motore, quasi 30 mila le bici. Qui bisogna meditare e agire, senza perdere più un minuto. Dipende da noi: perché ognuno ha l’ospite che si merita. E se vogliamo turisti consapevoli, rispettosi, soavi, leggeri, puliti, in armonia con quello che le montagne esprimono, allora dobbiamo essere noi a dare il là. Al turismo servono confini ben delineati, perché una società deve sempre chiedersi: economicamente e socialmente quello che facciamo è sostenibile? Con incoscienza ambientale e imprenditoriale; con irresponsabilità, usare l’Unesco ad esempio solo come strategia di marketing; con ignoranza, vale a dire non conoscenza del territorio; con campanilismo ottuso e diffidenza miope, vale a dire incapacità di coltivare una visione d’insieme del territorio e cura di piccoli interessi locali e particolari; con l’incompetenza non andremo lontani. Qui bisogna agire subito. Non esistono mete irraggiungibili, ma esistono solo passi più o meno lunghi da fare. Adesso o mai più. Ben vengano, allora, questi Green Days. Ne sono convinto: stavolta ce la faremo. Emerge forte la volontà di un cambiamento, vista anche la grande partecipazione dei lettori alla campagna lanciata dai quotidiani Trentino e dall’Alto Adige. E poi, incredibile a dirsi, lo vuole la politica, e lo vuole il tenace assessore Theiner, certo più visionario di molti albergatori e operatori turistici. Ebbene sì, adesso so per che cosa vale la pena combattere: have a green day, Dolomites! Michil Costa

33 Rassegna stampa - Settembre 2016 polemiche, a quanto pare non ancora finite. «Piena delusione», all'opposto, da parte degli ambientalisti. «Mountain Wilderness esprime una piena delusione su quanto è stato prodotto», anticipa Luigi Casanova, portavoce di Mountain Wilderness e di Cipra -. «È una decisione che non offre alcuna garanzia alla maturità del confronto diffuso in questi mesi, che offende la certificazione Unesco offerta alle Dolomiti e che in pratica maschera una incapacità della riflessione politica tesa a cambiare marcia e fare delle Dolomiti un vero e proprio laboratorio internazionale di sperimentazioni coraggiose ed efficaci in tema di riduzione del traffico automobilistico e dell'inquinamento nelle alte quote. Questa ultima riflessione è quella che più ci preoccupa e ci scoraggia». La delusione ambientalista ha le stesse motivazioni della soddisfazione degli amministratori bellunesi e degli operatori turistici. «La chiusura al traffico a motore del solo passo Sella per 10 giorni all'anno e un certo potenziamento del trasporto pubblico nel versante trentino» sono "un soffio", tra l'altro 'rauco': rispetto alle attese di migliaia di cittadini che chiedevano l'abbattimento dei rumori, la chiusura dei passi del giro del Sella, tutti, per sei ore al giorno è totalmente inadeguata, una presa in giro del lavoro di formazione e di proposta svolto in tutti questi anni dal mondo ambientalista e alpinistico delle Dolomiti. Per Casanova non ci sono dubbi: ha vinto la Regione Veneto. «Preoccupante è stato il diniego al confronto pervenuto dalla Regione Veneto e dai sindaci del versante bellunese». Per Casanova, questa assenza impedisce di fatto la soluzione dei problemi legati al traffico tanto evidenti anche nel territorio bellunese. Dunque, «la decisione di impedire il transito dei veicoli a motore per dieci giorni è insufficiente. Ci saremmo attesi più coraggio, almeno una sperimentazione di poche ore diffusa su tutto il periodo estivo». Non solo. «Non si fa menzione alla necessità di impedire il transito a tutti i veicoli inquinanti e obsoleti come del resto non ci si preoccupa di controllare e intervenire per diminuire drasticamente la rumorosità delle motociclette». Di peggio, secondo gli ambientalisti, non si è preso in considerazione il problema del traffico delle principali vallate dolomitiche. Tutte le vallate, per oltre 20 giorni come del resto a Cortina e attorno al lago di Misurina si procedeva a passo d'uomo. In molte giornate si rimaneva fermi. «Dal mondo politico ci aspettavamo l'avvio di un ragionamento e di decisioni che dovrebbero portare al drastico ridimensionamento della mobilità privata in tutte le Dolomiti». La decisione che è stata presa è, insomma, frutto di un compromesso di basso profilo costruito da alcuni sindaci e dalle amministrazioni provinciali di Trento e Bolzano. Francesco Dal Mas

Traffico Sat critica la proposta di chiusura parziale del Passo Sella nel 2017

«Non bastano interventi spot per il traffico sui passi dolomitici». Sat, la Società degli alpinistri tridentini, boccia - per voce del suo presidente, Claudio Bassetti - i dieci «green days» proposti, dal 2017, dalle Province di Trento e Bolzano. «Si tratterà di una chiusura parziale, probabilmente a fasce orarie, nelle quali i mezzi pubblici e anche qualche privato munito di permesso protranno circolare: una chiusura connessa ad eventi particolari, studiati appositamente per richiamare comunque i turisti in vetta» ha spiegato l'assessore alle infrastrutture e all'ambiente della Provincia di Trento, Mauro Gilmozzi , sabato scorso al Passo Sella (il passo oggetto della sperimentazione, ndr), assieme agli assessori altoatesini Florian Mussner e Richard Theiner . Ebbene, proprio il giorno prima del summit al Passo Sella, i club alpini del Trentino (la Sat), del Veneto, del Friuli-Venezia Giulia, dell'Alto Adige (Cai e Alpenverein) si sono riuniti per affrontare il tema della mobilità sui passi dolomitici. «Stiamo lavorando alla definizione di un documento comune, che

L’ Adige | 14 Settembre 2016

«Green days, solo interventi spot»

34 Rassegna stampa - Settembre 2016 presenteremo a breve» dice Claudio Bassetti. Che subito aggiunge: «Da più di dieci anni, chiediamo una regolamentazione del traffico sui passi, ma non in questa maniera con giornate a spot. Serve invece una strategia generale per tutta l'area dolomitica. Una strategia» precisa il presidente della Sat «in grado di avere effetti anche sui fondovalle, diventati una piastra di parcheggio mobile». Il documento congiunto dei club alpinistici dell'area dolomitica avrà, secondo Bassetti, un valore aggiunto: «Esprimerà un'unità di fondo in un momento in cui le realtà politiche sono tra loro divise. Perché» ricorda il presidente della Sat «il Veneto ha detto no, non ci sta. Anzi, con il governatore Zaia ha già minacciato ricorsi, in caso di chiusura dei passi, perché ritengono che sarebbe leso il diritto alla mobilità». Do. S.

Trentino | 14 Settembre 2016

Traffico, la Sat pungola le due Province. Presentato il 122° congresso, tutto al femminile: sempre più le donne in montagna «Passi, ci vuole una strategia diversa»

È doppio il successo ottenuto dalla Fp Cgil per gli asili nido e le scuole d'infanzia di Trento. I precari potranno infatti essere impiegati anche se hanno superato i 36 mesi di lavoro e, nel triennio 2016 - 2018, il Comune di Trento sfrutterà la possibilità di stabilizzare personale inserito in graduatorie. Un deciso cambio di rotta rispetto all'allarme di qualche mese fa quando, per effetto del Jobs act, si era stabilita l'impossibilità di impiegare persone che avessero superato i 36 mesi di contratti precari e non si prevedevano assunzioni a tempo indeterminato. Soddisfatto Giampaolo Mastrogiuseppe e le delegate di ente della Fp Cgil, che col Comune hanno intavolato una lunga concertazione mentre, a livello provinciale, hanno sollecitato il recepimento di norme nazionali che favoriscono i lavoratori. La questione, a Trento, riguarda circa 200 persone, di cui almeno 19 potrebbero essere assunte a tempo indeterminato.di Elena Baiguera Beltrami wTRENTO Il ruolo della donna, nelle professioni tipiche della montagna, nel volontariato, nella cultura, nella formazione, nel soccorso e nella pratica dell’alpinismo, si fa strada anche in ambiti tradizionalmente declinati al maschile. E sarà proprio la Sat a scandagliare un tema a tutt’oggi inesplorato nel corso del 122° congresso annuale dal titolo “Montagna al femminile”. Ad allestire il fitto calendario di iniziative le sezioni di Lavis, Pressano e Zambana, attraverso un percorso con cinque tappe di avvicinamento al 16 ottobre (data di apertura dei lavori congressuali). Si parte il 16 settembre, all’auditorium di Lavis, alle 20.30, come hanno illustrato ieri i presidenti delle sezioni di Lavis Adriana Moser, di Zambana Chiara Rossatti e di Pressano Stefano Fava, con la presentazione ufficiale da parte del presidente Claudio Bassetti, l’esibizione del corpo di ballo “Ritmo misto” e la proiezione di del film “Ninì”. Il 23 settembre al teatro comunale di Lavis, sempre alle 20.30, sarà la volta della piece teatrale “Storie di Donne del 900...”, una personificazione, da parte dell’attrice Luana Albergo, di tre grandi interpreti della vita di montagna dei primi anni del secolo scorso Maria Piaz, Nella Detassis e La Mariona. Venerdì 30 settembre all’Auditorium di Lavis alle 20.30 le professioni a confronto, con Roberta Silva, rifugista, Marika Favé guida alpina, Mandra Scennach casara, Cheyenne Daprà pastora, Elisabetta Monti e la pratica dei fiori di Bach, Luisa Zappini responsabile della Centrale Unica di Emergenza e Agitu Gudeta, allevatrice di capra mochena. Nella serata del 7 ottobre

Passi chiusi. Ma non vuoti. Il Cai sta dalla parte del silenzio sulle Dolomiti. Però spinge per creare un sistema in grado di portare ad una chiusura «indolore» dei valichi. Di tutti, non solo del Sella. La sperimentazione va bene, dicono dai club alpini del Veneto, del Friuli Venezia Giulia, del Trentino e dell'Alto Adige. «Purché non diventi controproducente». Ergo, avanti tutta con la regolamentazione del traffico veicolare e con la creazione di modelli alternativi: bus navette dal fondovalle, spazio alle biciclette, eventi culturali e iniziative mirate per far scoprire i passi a piedi. Niente auto e niente moto sul Sella, sul Pordoi, sul Fedaia e su tutti gli altri grandi passi dolomitici. «Che rappresentano una preziosa sintesi della storia naturale e umana del patrimonio dell'umanità - premettono i Cai del Triveneto -. Tali peculiarità hanno determinato negli ultimi decenni una crescente pressione, urbanistica e viabilistica, che ne ha stravolto la fisionomia, arrivando a trasformare alcuni tra i più bei valichi alpini in «non luoghi». In alcuni casi il caotico affastellarsi di costruzioni prive di rispetto delle tradizioni locali ha determinato il sovraffollamento edilizio e la progressiva perdita dei caratteri originari. Il traffico in costante aumento ne cancella i silenzi, occupa gli spazi, ne deteriora la valenza ambientale».

Proprio da qui, dal rumore e dal traffico di un mese all'anno, è partita la richiesta di chiudere i passi ad auto e moto. Suffragata dalla Fondazione Dolomiti Unesco e da uno studio dell'Eurac di Bolzano relativo ai flussi di traffico. A metà agosto, poi, i «puristi» avevano lanciato la proposta: trasformare le strade dei passi in grandi piste ciclo-pedonali. E la settimana scorsa è stato ufficializzato che dal prossimo anno partirà la chiusura sperimentale del Passo Sella. Il tutto tra le ire più o meno dichiarate della Regione Veneto e delle

invece al teatro di Pressano alle 20.30, a cura di Sat centrale, si parlerà di donne e volontariato, con Anna Facchini Presidente Commissione Cultura e Biblioteca, la sociologa Barbara Poggio e Federica Frazzetta. Dulcis in fundo “Donne in cordata”, venerdì 14 ottobre all’Auditorium di Lavis, con le coppie storiche dell’alpinismo: Lella Cesarine e Gianni Mazzenga, Palma Baldo e Giovanni Groaz, Caterina Mazzalai e Giorgio Espen, Ilaria Mattivi e Lino Celva. Seguiranno sabato 15 e domenica 16 ottobre, le giornate dedicate al Congresso. Inevitabile, a seguito della campagna sulla chiusura dei passi dolomitici proposta dal nostro giornale, la richiesta di un parere del presidente Sat Claudio Bassetti sulla sperimentazione decisa delle due province di Trento e Bolzano, di 10 giornate di stop al traffico veicolare sul Passo Sella. «Non è quello che abbiamo proposto – commenta – occorre una strategia diversa che influisca anche sul fondo valle. A breve verrà reso noto un documento congiunto di Sat, Alpenverein, Cai Alto Adige, Veneto e Friuli. Noi siamo concordi, ma è la politica a dividersi, Zaia ad esempio, ha già annunciato che farà ricorso».

35 Rassegna stampa - Settembre 2016

Il Gazzettino | 18 Settembre 2016

“La sola sperimentazione del Sella rischia di dare risultati poco incoraggianti, servono modelli alternativi di circolazione”

«Stop alle auto sui passi dolomitici»

La risposta che è stata data in questi giorni dal tavolo di lavoro, Province autonome e comuni interessati non convince i club alpinistici, in quanto focalizza la sperimentazione su un singolo passo (Il Sella) per un numero limitato di giorni nel corso dell?estate. «Occorre registrare negativamente il diniego della Regione Veneto - viene evidenziato - che in un ragionamento complessivo di gestione del bene Unesco in particolare, ma dolomitico più esteso, si sarebbe dovuta sentire impegnata a fornire un contributo in termini di idee e proposte».

Da tempo le associazioni alpinistiche, socie sostenitrici fin dall'inizio della Fondazione Unesco, auspicano un ripensamento generale sull'utilizzo di queste aree, soprattutto dopo l'attribuzione del riconoscimento.

36 Rassegna stampa - Settembre 2016 associazioni degli albergatori, preoccupati delle conseguenze sui flussi turistici del Veneto e della montagna bellunese in particolare. Adesso il Cai rilancia: non solo chiusura, ma ripensamento integrale di cosa devono essere i passi dolomitici. «La sperimentazione deve partire da una pianificazione complessiva dell'intervento che contempli la creazione di aree per il parcheggio nei fondovalle, l'attivazione di un sistema di trasporto collettivo in quota, la valorizzazione delle aree sommitali in termini di fruizione paesaggistica, ma anche culturale e scientifica - dicono i club alpini -. Non si può pensare che un «balcone vuoto» sia in grado di sostituire l'attuale facilità d'accesso con un futuro interesse d'accesso se questo non viene stimolato attraverso una serie di offerte ideate per rafforzare il concetto di opportunità unica, che invitano alla visita e che esercitano attrazione. La sperimentazione del Passo Sella nasce debole e rischia di restituire risultati poco incoraggianti su chi privilegia il mezzo privato e soprattutto effetti controproducenti sugli altri passi, sottoposti a pressioni ancora maggiori. Ormai è il momento di scelte strategiche complessive, che riguardano anche la mobilità sui fondovalle».

Non si può pensare, sottolineano che un "balcone vuoto" sia in grado di sostituire l'attuale facilità d'accesso con un futuro interesse d'accesso se questo non viene stimolato attraverso una serie di offerte ideate per rafforzare il concetto di opportunità unica, che invitano alla visita e che esercitano attrazione. Solo partendo da un'idea di valorizzazione dei passi dolomitici elevata a «sistema», viene evidenziato, si

«Passi, un progetto complessivo»

L’Adige | 18 Settembre 2016

Ambiente. Le società alpinistiche del Triveneto bocciano la mini sperimentazione «La sperimentazione deve partire da una pianificazione complessiva dell'intervento che contempli la creazione di aree per il parcheggio nei fondovalle, l'attivazione di un sistema di trasporto collettivo in quota, la valorizzazione delle aree sommitali in termini di fruizione paesaggistica, ma anche culturale e scientifica, aumentando attraverso una serie d'interventi e di strutturazioni la capacità di attrazione dei passi chiusi». In un documento congiunto firmato da Sat, Cai Regionale Veneto, Cai Alto Adige, Cai Friuli Venezia Giulia e Alpeverein Sudtirol, oltre ad esprimere un giudizio di debolezza della proposta avanzata dalle due Province, chiedono una pianificazione complessiva e strutturata della regolamentazione dei passi.

In particolare le società alpinistiche del Triveneto evidenziano che si è formata una forte, motivata, convinta domanda di regolamentazione del traffico motorizzato nelle ore centrali dei mesi estivi nel periodo di punta (15 luglio-31 agosto). Con tutte le attenzioni sia al trasporto pubblico, sia alle esigenze di chi si deve spostare per lavoro. Domanda inoltrata più volte a enti e istituzioni.

37 Rassegna stampa - Settembre 2016 potranno «leggere gli effetti in termini di accessi, fruibilità, apprezzamento e perché no, anche promozione di opportunità economiche per gli operatori locali».

La convinzione: i «Green Days» solo al Sella creeranno ingorghi sulle altre strade La richiesta di Cai, Sat e Avs: «Ridurre subito i prezzi degli impianti di risalita» I club alpini del Triveneto: passi chiusi tutta l’estate di Davide Pasquali BOLZANO Chiudere un solo passo per soli dieci giorni l’anno non basta. Servirebbe molto più coraggio: chiudere più passi dolomitici, almeno dal 15 luglio al 31 agosto, nelle ore centrali. Introducendo prezzi calmierati per gli impianti di risalita. E si deve ampliare l’azione anche a Veneto e Friuli. Serve soprattutto un progetto culturale per dare un senso all’operazione. Lo sostiene il Card, l’organismo di coordinamento dei Club Alpini della Regione Dolomitica: Sat trentina, Alpenverein sudtirolese, gruppi regionali del Cai di Veneto e Friuli Venezia Giulia, gruppo provinciale del Cai Alto Adige. La lettera. «I passi dolomitici - scrivono i Card - rappresentano una preziosa sintesi della storia naturale e umana del patrimonio dell’Umanità». Punti di collegamento e scambio, di presidio e unione fra culture, balconi straordinari sui gruppi montuosi più affascinanti del Pianeta. «Tali peculiarità hanno determinato negli ultimi decenni una crescente pressione, urbanistica e viabilistica, che ne ha stravolto la fisionomia, arrivando a trasformare alcuni tra i più belli valichi alpini in ‘non luoghi’». I non-luoghi. In alcuni casi «il caotico affastellarsi di costruzioni prive di rispetto delle tradizioni locali ha determinato il sovraffollamento edilizio e la progressiva perdita dei caratteri originari». Il traffico in costante aumento «ne cancella i silenzi, occupa gli spazi, ne deteriora la valenza ambientale». Da tempo le associazioni alpinistiche, socie sostenitrici fin dall’inizio della Fondazione Unesco, chiedono un ripensamento generale sull’utilizzo di queste aree, soprattutto dopo l’attribuzione del riconoscimento. In particolare «si è formata una forte, motivata, convinta domanda di regolamentazione del traffico motorizzato nelle ore centrali dei mesi estivi nel periodo di punta (15 luglio-31 agosto)». Attenti però: «Con tutte le attenzioni sia al trasporto pubblico, sia alle esigenze di chi si deve spostare per lavoro». Domanda inoltrata più volte a enti e istituzioni. Il passo Sella non basta. I Card per fortuna non sono soli. «La consapevolezza di un’azione di tutela sta crescendo anche tra i frequentatori, gli abitanti, gli stessi operatori». La risposta che è stata data nei giorni scorsi dal tavolo di lavoro - Province autonome e comuni interessati - non convince però i club alpinistici «in quanto

Alto Adige | 18 Settembre 2016 Trentino | 18 Settembre 2016

focalizza la sperimentazione su un singolo passo (il Sella) per un numero limitato di giorni nel corso dell’estate (massimo dieci)». Occorre inoltre registrare negativamente il diniego della Regione Veneto, che in un ragionamento complessivo di gestione del bene Unesco in particolare, ma dolomitico più esteso, «si sarebbe dovuta sentire impegnata a fornire un contributo in termini di idee e proposte». I passi concreti. Ad avviso dei Club alpini della regione dolomitica, la sperimentazione deve partire da una pianificazione complessiva dell’intervento, che contempli la creazione di aree per il parcheggio nei fondovalle, l’attivazione di un sistema di trasporto collettivo in quota, la valorizzazione delle aree sommitali in termini di fruizione paesaggistica, ma anche culturale e scientifica, aumentando attraverso una serie d’interventi e di strutturazioni la capacità di attrazione dei passi chiusi. «Non si può pensare che un “balcone vuoto” sia in grado di sostituire l’attuale facilità d’accesso con un futuro interesse d’accesso se questo non viene stimolato attraverso una serie di offerte ideate per rafforzare il concetto di opportunità unica, che invitano alla visita e che esercitano attrazione». Solo partendo da un’idea di valorizzazione dei passi elevata a sistema, «si potranno leggere gli effetti in termini di accessi, fruibilità, apprezzamento e, perché no, anche promozione di opportunità economiche per gli operatori locali». Il corto circuito. La sperimentazione presentata al Sella «nasce debole e rischia di restituire risultati poco incoraggianti su chi privilegia il mezzo privato (“ci vado un altro giorno”) ed effetti controproducenti sugli altri passi, sottoposti a pressioni ancora maggiori». Fosse così «sarebbe un assist per chi si batte per una circolazione senza limiti in una delle aree più affascinanti del mondo». Preme infine sottolineare come, ad avviso dei Card, «sia ormai il momento di scelte strategiche complessive, che riguardino anche la mobilità sui fondovalle, con particolare attenzione ai servizi pubblici ed alla promozione dell’uso degli impianti attraverso misure che ne abbassino i costi per i fruitori». Occorre far crescere in tutti «la consapevolezza della delicatezza del bene comune Dolomiti e della responsabilità che sta in carico ad ognuno di noi».

Corriere delle Alpi | 18 Settembre 2016

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I club alpini: «Non basta chiudere il Sella»

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Le associazioni non sono soddisfatte della sperimentazione: «Vanno coinvolti tutti i Passi dolomitici»

BELLUNO Non solo gli ambientalisti, anche i Club alpini ritengono insufficienti le misure sperimentali adottate dalle Province di Bolzano e Trento contro l’eccessivo traffico sui passi dolomitici, a partire dal Sella. E il Veneto sbaglia a dire radicalmente di no. È quanto affermano in un documento Claudio Bassetti, della società Alpinisti Tridentini, Francesco Carrer del Cai Veneto, Antonio Zambon (Cai Fvg), Claudio Sartori del Cai Alto Adige e Giorgio Simeoni di AVS Alpenverein Südtirol, che si sono incontrati al Pordoi per fare il punto della situazione. «La risposta che è stata data in questi giorni dal tavolo di lavoro, Province autonome e Comuni interessati, non convince i club alpinistici in quanto focalizza la sperimentazione su un singolo passo (il Sella) per un numero limitato di giorni nel corso dell’estate», affermano i presidenti commentando la decisione di chiudere ad ore, per 10 giorni la prossima estate, solo quel valico, peraltro introducendo forme di mobilità sostenibile. «Occorre registrare negativamente il diniego della Regione Veneto, che in un

Alto Settembre

Liberare

i passi dalla morsa del traffico è possibile

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39 Rassegna stampa - Settembre 2016 ragionamento complessivo di gestione del bene Unesco in particolare, ma dolomitico più esteso, si sarebbe dovuta sentire impegnata a fornire un contributo in termini di idee e proposte». Non ci sono dubbi per Carrer e i colleghi: la sperimentazione deve partire da una pianificazione complessiva dell’intervento che contempli la creazione di aree per il parcheggio nei fondovalle, l’attivazione di un sistema di trasporto collettivo in quota, la valorizzazione delle aree sommitali in termini di fruizione paesaggistica, ma anche culturale e scientifica, aumentando attraverso una serie di interventi la capacità di attrazione dei passi chiusi. «Non si può pensare che un "balcone vuoto" sia in grado di sostituire l’attuale facilità d’accesso con un futuro interesse d’accesso se questo non viene stimolato attraverso una serie di offerte ideate per rafforzare il concetto di opportunità unica, che invitano alla visita e che esercitano attrazione», si legge ancora nella nota. «Solo partendo da un’idea di valorizzazione dei passi dolomitici elevata a "sistema" si potranno leggere gli effetti in termini di accessi, fruibilità, apprezzamento e perché no, anche promozione di opportunità economiche per gli operatori locali». Invece che cosa accade con le limite misure che Trento e Bolzano vogliono introdurre? «La sperimentazione presentata nasce debole e rischia di restituire risultati poco incoraggianti su chi privilegia il mezzo privato (ci vado un altro giorno) e soprattutto effetti controproducenti sugli altri passi, sottoposti a pressioni ancora maggiori», concludono le associazioni. «Fosse così sarebbe un assist per chi si batte per una circolazione senza limiti in una delle aree più affascinanti del mondo». (fdm)

Davvero degna di plauso la campagna di sensibilizzazione dei giornali Alto Adige e Trentino rispetto alla chiusura del traffico sui passi. Una interessante azione mediatica di democrazia.

40 Rassegna stampa - Settembre 2016

Far parlare ed intervenire la gente, i cittadini con il voto attraverso il coupon, personaggi noti per proposte, suggerimenti e idee, è stata una scelta interessante. Certo che se tocchiamo il tasto della salvaguardia dell'ambiente e del territorio viene in automatico a vincere la proposta di chiudere il transito dei passi andando ad intervenire con ampi parcheggi a valle, offerte di pullman per raggiungere le mete in quota, il ripristino di qualche vecchio percorso in treno o l'uso mirato degli impianti di risalita. Si sa che il Trentino Alto Adige è territorio rinomato per la sua forte vocazione turistica, proprio in considerazione di questo vien da se capire l'impossibilità di chiudere il transito a chi, come i motociclisti ad esempio, altro non aspettano che affrontare le salite con rombi di motore e affrontare i tornanti con moto curve. Ci ritroviamo quindi con transiti di moto, di macchine e pullman che inquinano facendo pure rumore da una parte, biciclette e mtb dall'altra. Eh sì, perchè tutte le nostre strade sono super frequentate dagli amatori ciclisti che dei nostri passi ne fanno una vera collezione, d'altronde la regione, il Trentino in particolare, è da sempre la terra dei grandi campioni, proprio per questo sono stati segnati 23 percorsi (le grandi salite) che spesso vengono utilizzati quali tappe del Giro d'Italia. Di tutto questo non ci si può dimenticare. Il nostro habitat deve essere rispettato da tutti, da qui la grande difficoltà per mettersi d'accordo. Un tavolo trasversale fra le due provincie ed i comuni interessati ha deciso per la chiusura nel 2017 per ben 10 giorni del Passo Sella, una sperimentazione di apertura verso la mobilità, ma c'è già chi dice che questo non è sufficiente. Mi sento concorde con i Club Alpini del Triveneto, non possiamo limitarci a considerare il passo Sella per cercare di trovare una soluzione per la salvaguardia delle nostre Dolomiti e per soli 10 giorni all'anno. E tutti gli altri passi dove li lasciamo? Togliamo il traffico dal Sella per portarlo sulle altre cime? Ed il traffico nel fondovalle, ricordiamo le lunghe code che bloccano per gli automobilisti per molto tempo in strada, non è un problema di minor conto, va fatto un ampio ragionamento per farlo scorrere diversamente. Va di sicuro aiutata la cultura della gente nell'affrontare questi percorsi, ricordo la proposta del sindaco di Sagron Mis, Luca Gadenz, che potrebbe essere interessante, ossia quella di aiutare e accompagnare il percorso di cambiamento culturale fin dal fondovalle prevedendo un incentivo da riscuotere sul passo. L'incentivo potrebbe essere rappresentato dalla gratuità dei bus per risalire, o un premio per chi si appresta a salire in bici. Sappiamo quanto sia difficile imporre un cambiamento, ma con le giuste motivazioni sarà possibile. E Ricordiamo la bellissima campagna di mobilità sostenibile che dal 18 marzo al 16 settembre ha incentivato i lavoratori trentini a recarsi al lavoro in bici, un ciclo concorso per far porre l'attenzione ai cittadini, sulla necessità di movimento fisico per il benessere psico fisico, oltre che per il risparmio di Co2 e quindi sostenibilità ambientale. Tanti davvero i chilometri percorsi dai 2201 partecipanti che fanno capire quanto si possa fare per il nostro ambiente, pochi i comuni che vi hanno aderito per cercare di sensibilizzare su questo tema oggi sempre più importante. Una bici sulla strada significa una macchina in meno in circolazione. Da qui il ragionamento torna sui transito dei nostri passi, ed ecco che può e dovrà diventare d'obbligo la chiusura giornaliera dei passi ad ore per permettere a sempre più biciclette di affrontare le salite, biciclette che, per chi non ha l'allenamento possono e potranno essere a pedalata assistita. Ed una risalita in bicicletta o in e-Bike fa e farà davvero la differenza su come sia possibile ammirare le nostre montagne meravigliose. Provare per credere! Flavia Angeli

I PASSI «LIBERI»? ORA SAPPIAMO CHE È POSSIBILE

Un corso della Fondazione per creare competenze specifiche (S)parlando di Dolomiti Unesco di Delia Lorenzi TRENTO Si fan un gran parlare di Dolomiti Unesco, a proposito e, a volte, (anche da personaggi più o meno noti) a sproposito. Evidentemente ciò dà adito a fraintendimenti ma, soprattutto, contribuisce alla formazione di un’opinione pubblica disorientata. La campagna di questo giornale ha contribuito a parlare di Dolomiti con pertinenza ma, ahinoi, sono ancora poche le persone che possono parlare con competenza del ruolo che il Bene Naturale Dolomiti può avere per lo sviluppo sociale, culturale

Alpe Tognola: nuovo punto panoramico

Inaugurato un balcone per ammirare la bellezza delle Dolomiti Non sono certo pochi i punti panoramici sulle Dolomiti di San Martino di Castrozza: le Pale sono uno spettacolo garantito, quindi ovunque ci si fermi per ammirare il paesaggio intorno si rimane incantati Eppure è stato fatto ancora qualcosa quest’estate: a fine agosto è stato inaugurato un nuovo balcone panoramico Dolomiti Unesco.

41 Rassegna stampa - Settembre 2016 www.lastampa.it | 21 Settembre 2016

L’opera è stata creata dal Parco Naturale Paneveggio – Pale di San Martino grazie ad un finanziamento del Fondo provinciale per lo sviluppo sostenibile, in base al progetto redatto appunto dalla Fondazione Dolomiti UNESCO. Il balcone si trova all’Alpe Tognola, a poco più di 2000 metri di quota, dove un tempo arrivava la slittovia Panzer (impianto storico di San Martino, datato 1937). Ci si può arrivare facilmente a piedi: o partendo dall’alto della stazione di arrivo della cabinovia Tognola, in circa 15 minuti, oppure dal paese percorrendo il sentiero del Panzer (che tra l’altro è stato da poco restaurato), in questo caso ci vuole circa un’ora e mezza.

Una volta raggiunto il punto panoramico ci si gode la vista che spazia dalla catena del Lagorai fino alle Vette Feltrine: sulla piattaforma ci sono pannelli esplicativi che descrivono la storia geologica delle montagne che si hanno di fronte facendo scoprire tutti i segreti delle Dolomiti.

Trentino | 23 Settembre 2016

42 Rassegna stampa - Settembre 2016 e (molto) anche economico della “regione dolomitica”. E non si intende dell’eccezionalità geologica o della straordinaria bellezza paesaggistica, quelle sono sotto gli occhi di tutti e sono magnifica base di partenza. La questione è molto più complessa e va parecchio in profondità. La Fondazione Dolomiti (ha sede a Cortina d’Ampezzo, è il riferimento unico per l’UNESCO e, soprattutto, svolge un ruolo di armonizzazione delle politiche di gestione delle Dolomiti) promuove, in collaborazione con la tsm-step, scuola per il governo del territorio e del paesaggio-area UNESCO, un corso per amministratori e opinion leader che apre nuove opportunità a chi ha il compito (per delega degli abitanti attraverso il voto) di amministrare i territori dolomitici. Il corso, aperto alla partecipazione di 15 persone, prevede tre giornate di formazione (i prossimi: 7, 14 e 21 ottobre). L’Unesco quando ha iscritto i nove sistemi dolomitici delle cinque province - BZ, TN, BL, PN e UD - nella Lista dei Beni Naturali, non le ha solamente riconosciute come patrimonio dell’Umanità, ha consegnato agli abitanti di questo vasto territorio opportunità “d’oro”per percorrere con fierezza la strada del proprio futuro. Certo, singolarmente, magari ci si informa, si va a cercare (i cittadini più attivi) ciò che più interessa ma, se non ci sono riferimenti precisi, costruttivi, se non si è guidati da amministratori e opinion leader competenti, l’occasione per promuovere sviluppo socio-economico diventa, di molto, più difficile da costruire. Bene fanno la Fondazione e la scuola di formazione trentina a stimolare amministratori e opinion leader con questo tipo di opportunità, peraltro ad un costo d’iscrizione esiguo: 100 euro. Ora si tratta di capire quanta volontà avranno amministratori e opinion leader di mettersi in gioco con i fatti e non soltanto a parole. Parteciperanno alle giornate di formazione anche la presidente della Fondazione Dolomiti UNESCO, Mariagrazia Santoro, (assessore al territorio della regione Friuli Venezia Giulia, nonché vicepresidente della regione friulana) e la direttrice Marcella Morandini. A detta degli esperti di ambito nazionale e internazionale, la Fondazione, guidata da due donne , sta “assolvendo con grande competenza e professionalità” al suo ruolo. Attraverso la partecipazione (soprattutto), la strategia di gestione complessiva attuata lo scorso anno, denominata“Dolomiti #2040”, è un percorso preso a modello in ambito internazionale, con buona pace di qualche malinformato che arditamente e arrogantemente si ritiene opinion leader condizionando, a volte, qualche penna di troppo. Il Corso per amministratori e opinion leader è un banco di prova importante. Il sito www.tsm.tn.it è a disposizione delle persone che intendano cogliere l’opportunità di contribuire a governare le Dolomiti con competenza.

L’Adige | 25 Settembre 2016

Il ministro sarà il 17 ottobre sulle Dolomiti a uno workshop che spiegherà i passi avanti compiuti in materia di sostenibilità Galletti: esporteremo la Carta di Cortina di Francesco Dal Mas CORTINA D'AMPEZZO «I Mondiali 2021 di Cortina dimostreranno che i grandi eventi si possono organizzare senza cementificare, rispettando quindi l'ambiente. E anche evitando sprechi, addirittura combattendo la corruzione». Il ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti rimanda alla “Carta di Cortina”, che il 17 ottobre sarà al centro di un vertice decisivo ai piedi delle Tofane. E l'onorevole Roger De Menech, che segue l'implementazione degli interventi per conto del governo, prova ad esemplificare, certificando che l'organizzazione farà il suo lavoro con sobrietà, oltre che con onestà. «Sulla Carta di Cortina», anticipa il ministro Galletti a “Il Corriere delle Alpi”, «il lavoro sta andando avanti: per quanto riguarda in particolare i progetti di carbon e il water footprint discuteremo i passi in avanti che abbiamo compiuto il 17 ottobre a Cortina con i portatori d'interesse. E stiamo anche lavorando in collaborazione con la Fisi perché il modello Cortina possa essere esportato in altre realtà interessate dalla Coppa del Mondo». Il workshop è organizzato dal ministero dell'Ambiente, con il supporto scientifico di Enea. Si tratterà di un'occasione per far conoscere ai principali portatori d'interesse e ai cittadini i passi in avanti compiuti sulla Carta di Cortina. «Il modello partecipativo che abbiamo individuato assieme alle istituzioni del territorio e alle autorità dello sport è quello vincente», sottolinea ancora il ministro. «Lo è per la Cortina di oggi e per quella che si prepara a ospitare sia le stagioni di maggior afflusso turistico-sportivo che i Mondiali 2021 nel segno della sostenibilità». La Carta, quali ricadute avrà? Proviamo ad esemplificare. Anzitutto sulle infrastrutture stradali: «L'Anas», assicura De Menech, «sta concludendo le progettazioni per la messa in sicurezza e la velocizzazione lungo la statale di Alemagna, senza opere invasive. Le circonvallazioni intorno ai paesi puntualmente inserite nell'ambiente e i tombotti per far defluire la frana fangosa di Acquabona rispondono a questo criterio». «Le piste da sci nuove saranno costruite secondo le regole richieste dalla Fisi, ma nel pieno rispetto dell'ambiente, così come richiesto dagli stessi ambientalisti», assicura ancora De Menech. Per i nuovi impianti, dal palasport alla piscina si recupereranno i volumi esistenti: «La piscina, ad esempio, troverà posto nel vecchio sito, oppure in un'area nuova per destinare l'ex piscina al palasport. Questo lo si deciderà dopo le verifiche in corso». La Carta di Cortina prevede il contrasto a ogni forma di inquinamento. «Avremo i Mondiali con le auto elettriche», conferma ancora De Menech, «e i rifornimenti anche lungo i passi che, di conseguenza, non occorrerà chiudere al traffico». Il treno delle Dolomiti rientra in questa logica, ma ci vorranno almeno dieci anni per realizzarlo. Avanti, pertanto, con l'autostrada A27, come si è proposto alla convention dei Conservatori e Riformisti : «Assolutamente no, anche se viene mascherata con la condotta tecnologica». Con favore», invece, il Governo guarda all'aeroporto di Cortina. De Menech ritiene positiva la disponibilità degli imprenditori, ma li mette in guardia: «Dovremo confrontarci sui 300 metri in più di pista, per verificare se possono rientrare nella logica della sostenibilità».

43 Rassegna stampa - Settembre 2016

Corriere delle Alpi | 26 Settembre 2016

PIEVE DI CADORE PIEVE DI CADORE - (G.B.) L'amministrazione comunale di Pieve di Cadore condivide gli scopi istituzionali della Fondazione "Dolomiti Unesco" e così «dando atto di aver preso visione e di accettare integralmente il contenuto dello statuto sociale e del regolamento per la qualifica di sostenitore» ha deciso di autorizzare il sindaco a richiedere al Consiglio d'Amministrazione della Fondazione l'attribuzione al Comune di Pieve di Cadore della qualifica di sostenitore della medesima. A fronte dell'accettazione Pieve si impegna a corrispondere per l'adesione una quota annuale in servizi, rappresentata dalla messa a disposizione dei locali e della piscina di proprietà comunale.

44 Rassegna stampa - Settembre 2016 Il Gazzettino | 30 Settembre 2016

Il Consiglio sostiene la Fondazione Unesco

RASSEGNA STAMPA

Fondazione Dolomiti Dolomiten Dolomites Dolomitis UNESCO

OTTOBRE 2016

di Martina InBELLUNOReolonquestivent’anni

sono nate molte rassegne dedicate alla montagna. E tante, purtroppo, sono terminate dopo pochi anni, per mancanza di fondi o di motivazione degli autori oppure a causa della chiusura di spazi, anche istituzionali. «Oltre le vette - Metafore, uomini, luoghi della montagna» continua invece a essere un importante punto di riferimento, non solo a livello provinciale. E festeggia, quest’anno, il suo ventesimo compleanno. «Siamo orgogliosi di questa edizione», sottolinea il direttore artistico, Flavio Faoro. «Organizzo “Oltre le vette” da 18 anni: quando è iniziata, questa rassegna era dedicata in modo particolare alle “giacche di goretex”, ossia ad alpinisti, escursionisti e scalatori. Ora è rivolta a un pubblico molto più ampio. E c’è un altro aspetto che ci contraddistingue: non puntiamo ad adrenalina e pubblicità. Vogliamo offrire qualcosa in più, perché parlare di montagna non significa solo concentrarsi su alpinismo e speleologia, ma affrontare riflessioni più ampie». Non a caso, anche questa ventesima edizione, organizzata dal Comune di Belluno, mette insieme appuntamenti che trattano il tema montagna a 360 gradi, tra sport, arte, cultura, turismo, sostenibilità, spettacolo. Si comincia venerdì e si continua fino a domenica 16 ottobre. «Dieci giorni», aggiunge Faoro, «in cui Belluno sarà capitale della cultura di montagna». Il programma punta a dialogare con pubblici diversi. Sul fronte dell’alpinismo e dei suoi protagonisti, che restano il tema originario, anche quest’anno ci saranno ospiti d’eccezione: proprio venerdì, alle 21 al Teatro comunale, torneranno Nives Meroi e Romano Benet, già ospiti di “Oltre le vette”, ma questa volta con una storia bellissima da raccontare: quella di una battaglia, contro la malattia, combattuta e vinta. Sarà poi Ivo Ferrari, fortissimo alpinista di solito lontano dalle imprese mediatizzate, a raccontare le sue scalate sulle Dolomiti e in Italia: la serata è in calendario per il 15 ottobre, sempre alle 21, anticipata dal premio “Silla Ghedina” per la migliore scalata sulle Dolomiti. Ma nel campo alpinistico c’è anche una novità assoluta: la presenza del giovanissimo (24 anni) Francesco Vettorata, climber di Sedico, numero 11 nel ranking mondiale di questo sport, confermatosi talento assoluto anche nei recenti mondiali di Parigi. In “Oltre le vette” spazio sarà anche dedicato al cinema: mercoledì 12 il rifugio antiaereo di via Alzaia ospiterà, in collaborazione con l’Abm, la proiezione del film della televisione svizzera “Il 2Rassegna stampa - Ottobre 2016

Vent’anni di montagna con “Oltre le vette”

disastro di Mattmark”, al mattino per le scuole e il pomeriggio per il pubblico, su prenotazione. Al cinema Italia, invece, si potrà assistere alla tradizionale serata con i capolavori del Trento Film Festival (l’11 ottobre alle 21) e a un appuntamento con opere prodotte anche grazie al contributo di Montura Editing. Sempre dedicato al cinema è l’appuntamento del giorno 11, alle 15.15, in casa di riposo “Gaggia Lante”, dove Belluno Ciak presenterà i documentari “Giorni di mercato” e “Ricordi e polvere”, e la proiezione di due documentari di Giovanni Carraro su montagne e leggende in Cadore, in sala Bianchi il 10 ottobre alle 18. Non mancherà il teatro: sabato 8, alle 21, “Peter Pan va alla guerra”, con David Riondino, e il 16 ottobre, stesso orario, “Il sentiero degli eroi - In fuga con Bill Tilman sulle Dolomiti”, di e con Marco Albino Ferrari. «“Oltre le vette” resiste a difficoltà e tempi difficili. E continua ad arricchirsi», commenta Claudia Alpago Novello, assessore alla cultura di Belluno. «Per il secondo anno gli aspetti organizzativi sono affidati alla Fondazione Teatri delle Dolomiti. E questa volta abbiamo come partner ben 6 fondazioni: oltre alla Teatri, Cariverona, Angelini, Silla Ghedina, Architettura Belluno Dolomiti e Fondazione Dolomiti Unesco, che collabora con noi per la prima volta. Alla base un lavoro di rete costante, che ci permette di proporre una rassegna sempre più ricca».

ConvegniBELLUNOdi studio, presentazione di libri, i documentari di “Internazionale”, appuntamenti non solo in centro città. E non solo dal 7 al 16 ottobre. «“Oltre le vette 2016” ha avuto infatti un’anteprima con l’inaugurazione della mostra “Dolomiti d’acqua”, aperta in Crepadona fino al 1° novembre (e dove una “chicca” è rappresentata dai 20 acquerelli di montagna messi a disposizione da tre collezionisti bellunesi)», fa presente Valeria Benni, direttore organizzativo, «e vedrà una sorta di prolungamento con “Parole in parete”, dal 5 all’11 dicembre, ancora in via di definizione». Intanto, nei 10 giorni clou di ottobre continua la collaborazione con Fondazione Architettura Belluno Dolomiti e Ordine degli architetti. «Venerdì 7, alle 14.45 a Palazzo Doglioni Dalmas, Giancarlo Allen, componente della giuria del premio Constructive Alps 2015, terrà una conferenza sulle Alpi, grande sistema, fragile e delicato, a cui appartengono anche le nostre Dolomiti», precisa Francesca Bogo, presidente della Fondazione. «Alle 18, nel sottoportico della Prefettura, sarà inaugurata la mostra con i 32 pannelli che raffigurano i migliori lavori che hanno partecipato al concorso indetto da Confederazione Svizzera e Principato del Liechtenstein. Altri appuntamenti il 13 ottobre, in sala Muccin, con Enrico Camanni, e il 14, stessa sede, con Antonio De Rossi, che parlerà di paesaggio, infrastrutture e turismo». Sempre il 14, alle 21 al Comunale, Luca Mercalli sarà protagonista di una serata organizzata dalla Fondazione Unesco. Per celebrare i 25 anni della Fondazione Angelini si è invece pensato a un convegno, alle 9.30 di sabato 15 al Comunale, a cui interverrà, tra gli altri, Luigi d’Alpaos: si parlerà di fragilità della montagna e difesa idraulica. Puntuale poi il ritorno dei documentari di “Internazionale”, al Cinema Italia i giorni 11, 13, 15, 18 e 20 ottobre, su tematiche di stretta attualità. Alle 11 di sabato 8, nella sede della Fondazione Angelini, sarà invece inaugurata la mostra organizzata dalla Fondazione Silla Ghedina “Alle sorgenti dell’alpinismo bellunese”. In collaborazione con il Fai è il convegno in sala Bianchi, alle 16 dell’8 ottobre, “Fisterre e il Parco di Villa Clizia: ieri e oggi”, a cui seguirà un’uscita, domenica 9, con Ctg e Fai. Sempre il 9 ottobre, alle 16, cerimonia di intitolazione a Toni Hiebeler del piazzale di Pra de Luni. Alle 17, all’ex asilo Dartora di Bolzano Bellunese, proiezione del documentario di Fabio Bristot. Tutti gli eventi di “Oltre le vette” sono a ingresso gratuito. (m.r.)

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Convegni e presentazioni di libri celebrando anche la “Angelini”

“Patrimonio, per Fassa, e per tutta la gente che vive nei territori dolomitici, è una grande occasione di crescita e aumento della consapevolezza, di comprensione che il territorio nel quale si vive, è un territorio che ha un valore, un patrimonio e di conseguenza qualcosa che va protetto, gestito e conservato perché è importante per coloro che verranno dopo di noi. È un luogo che ha dei valori riconosciuti a livello mondiale di grandissima qualità, di valore scientifico e paesaggistico assoluto a scala globale e di conseguenza è un valore enorme, il massimo che possiamo avere nel mondo a livello di natura. Come questo, ci sono solamente altri 200 patrimoni naturali nel mondo”. Nella sua percezione, ci si rende conto che si vive in questo patrimonio? “Non ancora. È un processo lungo che necessita di piccoli passi, e questo di oggi è uno dei passi. Collaborare con la gente del territorio e quelli che sono gli operatori, per aumentare in loro la consapevolezza e di conseguenza

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di Valentina Redolfi VAL DI MercoledìFASSAnell’ambito delle iniziative della Rete delle Riserve della Val di Fassa è stata organizzata una geo-escursione con ospite d’onore il coordinatore scientifico del processo di candidatura delle Dolomiti Unesco, Piero Gianolla. A fine giornata è stato inaugurato il punto informativo della Rete a Campitello. L’iniziativa ha avuto successo e ha visto la partecipazione di 58 fra guide alpine, accompagnatori di territorio, albergatori, ambientalisti, operatori turistici (proprio al loro mondo era rivolta) e rappresentanti politici della realtà fassana e trentina. La Rete delle Riserve/Cordanza per l Patrimonie Naturèl de Fascia è un accordo che unisce Provincia, Comuni e altri enti territoriali che ha lo scopo di gestire, conservare, valorizzare e promuovere le aree protette del territorio. La Rete delle Riserve di Fassa è nata nel 2015, presidente è il conseier de Procura del Comun general de Fascia, Riccardo Franceschetti e coordinatrice la responsabile dell’Ufficio tecnico del Comun general de Fascia, Mara Nemela. La Rete include 6.900 ettari di territorio del Comun general. Al suo interno sono state individuate le aree protette come le Zone Speciali Ghiacchiaio della Marmolada, Val Duron, Val San Nicolò, Roncon e Nodo di Latemar; le Aree Patrimonio Unesco Latemar-Catinaccio-Sciliar e la Marmolada; le Riserve locali Alochet, Gran Buja de Vael, Palù Lonc e Resconei e le Aree di protezione fluviale del torrente Avisio. Affinché la Rete delle Riserve diventi un progetto attivo serve però la consapevolezza e la conoscenza della popolazione e di tutte le categorie, inclusi gli operatori turistici, che vivono quotidianamente e con un rapporto privilegiato il territorio Il professor Gianolla ha spiegato l’intero significato della geo-escursione fra Col Rodella, Rifugio Sasso Piatto e Val Duron. Cosa significa Patrimonio Unesco/patrimonio territoriale?

Dolomiti, patrimonio di Fassa

Tutto ruota intorno alla città di Feltre: qui Nella Giannetto, docente Iulm, volle fondare nel 1991 il Centro studi che attira studiosi da tutto il mondo. Una puntatina anche a Belluno invece per la visita a Villa di San Pellegrino, al Piave e alle Dolomiti. Le radici che Buzzati, trapiantato a Milano, non ha mai rimosso dal suo cuore.

L’inaugurazione è in programma venerdì 14 ottobre alle 15 in sala degli Stemmi a Feltre con una tavola rotonda. Seguiranno alle 18 la consegna delle borse di studio mentre alle 21 a Palazzo Guarnieri, Unìsono ospiterà i Bizzarri lettori con accompagnamento musicale. Sabato si riparte alle 10, ma a Belluno: appuntamento in piazza Duomo per una passeggiata letteraria (prenotabile al 338-4480642) mentre gli studenti delle quinte superiori assisteranno al «Deserto dei tartari» messo in scena da Trentospettacoli per la regia di Carmen Giordano all’auditorium canossiano di Feltre. Alle 16 presso l’Unìsono di Feltre omaggio a Buzzati tributato da Paolo Puppa. Alle 18 «La telefonista» con Antonella Morassuti. Al Teatro de La Sena alle 21, sotto la regia di Giulio Costa, verrà rappresentata «La boutique dei misteri». Gran finale domenica 16 ottobre: si inizia alle 10 con l’annullo filatelico al Loggiato palladiano di Feltre; alle 10.30 all’Unìsono letture buzzatiane a cura dei Bizzarri lettori che chiuderanno la manifestazione che ha il merito di valorizzare molte 5Rassegna stampa - Ottobre 2016

Tre giornate a Feltre dedicate a Buzzati

Capitale buzzatiana per tre giorni. È quanto attende Feltre, sede di un omaggio inedito al grande scrittore, giornalista, pittore e alpinista bellunese, nel 110° anniversario dalla nascita. Una serie di eventi ricca di stimoli culturali, frutto di un grande sforzo organizzativo firmato dall’Associazione internazionale Dino Buzzati presieduta da Anna Maria Esposito. Da venerdì 14 a domenica 16 ottobre si assaporerà l’opera buzzatiana attraverso iniziative (a ingresso gratuito) rivolte agli appassionati, alle scuole e alla cittadinanza. Sarà un omaggio al suo genio creativo.

di Delia IlBOLZANOLorenzinostroterritorio, a volte, ci riserva belle sorprese: non è consueto che le Camere di Commercio, Industria Artigianato e Agricoltura, seppure in un contesto amministrativo generale autonomo, decidano di commissionare un focus sull’economia di un Bene Naturale Unesco come le Dolomiti. Bolzano e Trento, i due enti camerali, si sono rivolti alla Fondazione per realizzare un documentario che trattasse, appunto, de “Economia del Bene Comune”. Oggi alle 19.30 presso Palazzo Mercantile, di via Argentieri a Bolzano, in Sala Aste, nell’ambito dell’edizione bolzanina del TrentoFilmFestival, ci sarà l’anteprima di questo reportage firmato Piero Badaloni, realizzato con la collaborazione di Fausta Slanzi, foto e montaggio di Nicola Berti. L’intrinseca valenza delle Dolomiti dopo il riconoscimento come Patrimonio dell’Umanità, sta entrando piano piano nelle “corde” degli abitanti della vasta area che comprende nove sistemi di cinque province diverse. Le imprenditrici e gli imprenditori delle Dolomiti, come spesso, hanno annusato in anticipo l’opportunità di fare nuovo sviluppo (e anche molto sostenibile). Nel reportage sono molte le testimonianze a partire da una magnifica imprenditrice che vive ai piedi dello Sciliar, Marta, ha fatto (già da parecchi anni) di necessità virtù: partendo da un piccolo orto coltivato a piante officinali è approdata ad un’impresa di medie dimensioni, rinomata, che fa vivere lei e le figlie con un buon tenore di vita e caratteristiche di sostenibilità altissime. Uno chef, fra i più quotati d’Italia, chiamato 6Rassegna stampa - Ottobre 2016

Il reportage di Badaloni sull’economia delle Dolomiti

delle risorse artistiche offerte dal territorio. È stato possibile organizzarla grazie al sostegno di Comune di Feltre, Fondazione Cariverona, Unifarco, Lions club e Rotary Feltre, Linea d’ombra con patrocinio del Comune di Belluno, Fondazione Unesco, Parco nazionale Dolomiti bellunesi e Parco , al teatro La

a Londra e in Svizzera per educational culinari, Alessandro, preferisce vivere ai piedi del Latemar e continuare a proporre i suoi percorsi esperienziali di gusto con ingredienti “dolomitici”, piuttosto di conquistare con le sue proposte la capitale del Regno Unito. Un giovanissimo agricoltore bellunese, Diego, rinuncia a opportunità di reddito più allettanti e continua a “vivere in pendio” coltivando l’orzo e altri cereali ai piedi delle Dolomiti bellunesi. Con il legno degli abeti di risonanza delle Dolomiti si producono, in Val di Fiemme, tavole armoniche per pianoforti e strumenti musicali di mezzo mondo. Allo stesso modo il legno è usato, in Alto Adige, per la produzione di montature di occhiali, nonché per pezzi di ricambio per auto. Il contesto economico delle Dolomiti è poi rappresentato dal turismo (la percentuale più alta dell’intero comparto economico) anche con strutture di altissimo livello (ma non solo) dove l’ospitalità, coniugata all’identità, fa la differenza. Ecco allora che il ragionamento su l’economia del bene comune è affidato ad un imprenditore della Val Badia, Michil, che dell’accoglienza connotata dal rispetto (vero) per l’ospite delle Dolomiti, ne ha fatto la sua carta d’identità. E che dire del contadino della Val di Funes che, ai piedi delle Odle, non solo alleva le pecore “occhialute” (Brillenschaft) (preservandole dall’estinzione) ma, con una serie di alleanze economiche in loco, ha ri-attivato quella filiera della lana di antica memoria? Come i migliori esperti del settore suggeriscono, per continuare a vivere in montagna è necessario avere una qualità della vita alta, compresi i servizi. Gli abitanti delle Dolomiti paiono avere nel dna questo “accorgimento” e, vuoi in Alto Adige, vuoi in Trentino o nel bellunese piuttosto che in Friuli, l’ingegno e l’innovazione in ambito economico non è mai mancata, ben prima (in alcuni casi) che il riconoscimento fosse decretato a Siviglia nel 2009. Si costruiscono alberghi “Casa Clima” spettacolari e, fra il resto, la caratterizzazione di sostenibilità alta non influisce affatto sul conto della vacanza del cliente, anzi. Va da sé che la fidelizzazione dell’ospite, in questo modo, è garantita: avete mai provato a mangiare in un ristorante (affollato) con queste caratteristiche? O a dormire in una stanza costruita con alti parametri di sostenibilità? Per il resto della vita sognerete una casa così costruita, tutta per voi. Forse, il dna degli abitanti delle Dolomiti, ha origine antiche vale a dire in quei contesti che, per necessità di sintesi, definiremo stili di vita rappresentati dal “Maso Chiuso” e dalle “Regole”: significativo che in tutti i territori dolomitici la vita del passato (anche molto lontano) sia stata scandita da regole tese a garantire l’economia del bene di tutti, comune, appunto. La straordinaria bellezza delle Dolomiti ha, probabilmente, abituato le genti dolomitiche a pensare “positivo” e a ingegnarsi per continuare a vivere - bene - ai piedi delle

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IBOLZANOtutorsuipassi dolomitici per contrastare l’eccesso di velocità dei motociclisti. È questo il progetto, tenuto finora riservato, che la Provincia ha ideato per dare una sterzata al problema del traffico sui passi. L’annuncio è arrivato ieri dall’assessore Florian Mussner in consiglio provinciale, durante la risposta a una mozione di Hans Heiss (Verdi) sul problema dell’inquinamento acustico. Un primo pacchetto di misure a Passo Sella nell’estate 2017 è stato presentato il 10 settembre dalle Province di Bolzano e Trento (assessori Theiner, Mussner e Gilmozzi) con i Comuni di Canazei e Selva di Val Gardena: stop ai mezzi mossi da motore a scoppio, sì alla mobilità alternativa. Ora arriva il progetto di tutor, il sistema di controllo della velocità, installato su diverse autostrade, basato su più telecamere per ottenere la velocità media. Mussner riferisce: «Abbiamo chiesto al Commissariato del governo l’autorizzazione a installare un sistema tutor sulla strada della Mendola come test. È stata scelta quella strada statale, una tra le più prese d’assalto dai motociclisti, perché ci sembra adatta per una sperimentazione». Il Commissariato del governo non ha ancora risposto e la stagione estiva è terminata. «Contiamo di farcela nel 2017», spiega Mussner. Se il sistema di tutor dovesse rivelarsi efficace come sulle autostrade, dove ha contribuito a ridurre gli eccessi di velocità, il progetto verrà allargato ai passi dolomitici. Prosegue intanto la collaborazione tra le forze dell’ordine, «la cui presenza è visibilmente aumentata». Aggiunge Mussner: «Puntiamo a una rosa di soluzioni». Sul fronte del contrasto al rumore, annuncia Mussner, sono state

La Provincia vuole i tutor sui Passi

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«Estati sempre più calde consumano i ghiacciai»

«Occorre distinguere. Nei crolli sotto ai 2500 metri di quota la componente climatica è minima, si tratta cioè di normale evoluzione geologica. Altra storia se si sale di quota. Sopra ai 3 mila metri, infatti, l’aumento della temperatura pesa. Si fonde il permafrost, ovvero quel terreno che è gelato per tutto l’anno. Per effetto del caldo, quindi, il ghiaccio non tiene più insieme le rocce. Che crollano».

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«È in atto da 30 anni, si battono record di caldo continuamente. Nel 2003 si sono toccati per la prima volta i 40 gradi in pianura Padana. E questo mese di settembre risulta, a livello di alta temperatura, tra il primo e il terzo degli ultimi 200 anni, cioè da quando ci sono le misure». Dobbiamo rassegnarci alla scomparsa dei ghiacciai grandi e piccoli delle Dolomiti?

Più grigio che bianco. Basta guardarlo per dire che non è più quello di una volta: il ghiacciaio della Marmolada si ritira di anno in anno. Intanto, qualche vetta più in là, un piccolo crollo. E d’inverno, sulle piste da sci, si piange per lo scarso innevamento. Infine che dire del leitmotiv «non ci sono più le stagioni di una volta»? È Luca Mercalli, climatologo, direttore della rivista Nimbus, presidente della Società meteorologica Italiana, a offrire le risposte alle domande di tutti. Ieri sera al Teatro Comunale - ospite di Oltre le Vette grazie all’organizzazione di Dolomiti Unesco - Mercalli ha messo un punto fermo da subito: «È luogo comune che non esiste più l’alternanza delle stagioni. Il fatto è che sta mancando l’inverno. L’inverno non è inverno, mentre l’estate è sempre più estate, tant’è che quest’anno si è presa un mese di autunno». Il riscaldamento globale, insomma, non è una fiaba?

«Dall’osservazione di ciò che accade in montagna dobbiamo trarre insegnamenti: il mutamento climatico dipende dall’attività umana. Il Trattato di Parigi? Un passo avanti, ma per ora sulla carta. Deve trasformarsi in comportamento di tutti: si deve consumare di meno».

«Non basta un inverno nevoso ogni tanto: i ghiacciai sono consumati dalle estati calde. E poi generalmente nevica meno di un tempo. E si riduce pure la disponibilità d’acqua». Altra questione: dalla Gusela del Vescovà al Sorapiss pare che le nostre montagne stiano per sgretolarsi.

Lei, che abita in Valsusa, definisce le montagne sentinelle del clima che cambia.

Mondiali, strade e treni: i no di Mercalli

Il ghiacciaio della Marmolada? Non ci sarà più entro il 2050. I passi dolomitici? Da chiudere subito, seppur a ore? Il proseguimento dell’A27? Improponibile. Ed era meglio rinunciare ai Mondiali 2021 di sci. A pensarla in questo modo è Luca Mercalli. Il metereologo ieri ha partecipato ad “Oltre le

IlBELLUNOghiacciaio della Marmolada? Non ci sarà più entro il 2050. I passi dolomitici? Da chiudere subito, seppur a ore? Il proseguimento dell'A27? Improponibile. Ed era meglio rinunciare ai Mondiali 2021 di sci, come è accaduto per le Olimpiadi. Attenzione anche al treno delle Dolomiti: meglio di no se comporta gravi impatti ambientali. A pensarla in questo modo è Luca Mercalli. Chi non lo conosce alzi la mano: è un meteorologo fra i più noti. Ieri ha partecipato ad “Oltre le vette”. Mercalli, già recita il de profundis per il ghiacciaio della Marmolada? «L’agonia dei ghiacciai durerà ancora qualche decennio, ma il destino di tutti è oramai segnato perché perdono un metro di spessore all'anno. Quando c’è un’annata più calda della norma perdono anche due o tre metri. Se togliamo quei pochi ghiacciai importanti della zona interna della Svizzera, del Monte Bianco e del Monte 11Rassegna stampa - Ottobre 2016

Mondiali e A27, Mercalli dice no

di Francesco Dal Mas

Rosa, tutti gli altri, compresa la Marmolada, hanno soltanto qualche decina di metri di spessore. Per il 2050 tutti i piccoli ghiacciai sotto i 3.800 metri sono condannati alla scomparsa». La Marmolada arriva ai 3 mila metri. «Quindi via. La Marmolada è un ghiacciaio destinato a ridursi sempre di più. Rimarrà qualche placca nelle zone più in ombra. Ora dai ghiacciai iniziano ad uscire le rocce e ci sono delle zone in cui il ghiaccio è più frammentato e il paesaggio cambia». Quale terapia adottare? «La cura oramai non c'è, perché siamo stati troppo tardivi nel prendere consapevolezza e trovare soluzioni. La cura doveva essere fatta 50 anni fa e ovviamente non si è neanche accettato l'avvertimento. Ora possiamo solo ridurre l'entità del danno». La riduzione del danno come avviene per gli stupefacenti? «Qualcosa del genere... È atteso da qui al 2100 uno scenario di riscaldamento globale che può essere modulato tra 5 gradi se non si fa niente e 2 gradi se invece si fa qualcosa. Però i 2 gradi non ce li leva nessuno, sono purtroppo un malanno in corso. L’accordo di Parigi di cui si è sentito parlare è proprio il tentativo di creare un progetto condiviso a livello nazionale per rimanere nella soglia dei due gradi, però i nostri ghiacciai sono comunque spacciati». Il nostro governo è entusiasta dell'accordo di Parigi e proprio ieri Papa Francesco si è raccomandato che venga rispettato. «Quell’accordo io lo condivido un po’ meno del ministro Galletti. Sono convinto che abbia inteso la drammaticità dei problemi però lo vedo un po’ troppo ottimista sulle soluzioni. Non dimentichiamo che per ora l'accordo di Parigi resta un pezzo di carta. Perché abbia un vero impatto positivo ognuno di noi dovrà fare delle azioni per ridurre l'uso dell'energia fossile, passare alla rinnovabile, ai trasporti ecosostenibili. Dobbiamo trasformare le parole in fatti». Dalle parole ai fatti, dunque. Bisogna chiudere i passi dolomitici, ad esempio? «Azioni come queste hanno sostanzialmente un valore simbolico. Il fatto è che non possiamo permetterci di avere un mondo che spreca così tante risorse e produce così tanti rifiuti. Bisogna fare maggiore efficienza e passare alle energie rinnovabili il prima possibile. Si parte da queste chiusure per dare un messaggio universale». Lo stato di salute delle Dolomiti sembra buono. Condivide? «Le Dolomiti stanno molto meglio rispetto ad altre zone perché sono un'area di qualità sia naturalistica che di turismo. La grande sfida è il darsi un limite, mentre purtroppo l’economia attuale ci spinge sempre di più a consumare. Noi dobbiamo renderci conto che tanto le Dolomiti quanto nell'intero pianeta, proprio perché limitato, non sono disponibili per l'espansione continua dei nostri appetiti. Non si può pensare di vedere ogni anno il numero di turisti aumentare, di piste di sci crescere. Non può funzionare. Quando si lavora in territori fragili i danni possono essere superiori ai vantaggi». Lei, quindi, i Mondiali di sci a Cortina non li avrebbe fatti. «Io vengo dalla valle di Susa dove ho visto cosa è rimasto dopo le Olimpiadi del 2006. Siamo tutti d’accordo che a Torino hanno dato il bianco alle facciate ed è divenuta una città gradevole per delle cose che però potevano essere fatte anche senza le Olimpiadi. Tutta l’infrastruttura olimpica oggi è abbandonata. È stato un costo enorme ed oggi è un ammasso di macerie inutilizzate. Dobbiamo uscire da questa logica. Si può benissimo fare sport, turismo e cultura in montagna, ma dobbiamo usare degli altri criteri». Almeno sarà d’accordo sul treno delle Dolomiti. «Dipende da quanto imponente è la parte di cantiere. Se si tratta di cucire dei pezzi di linea esistente, ben venga». No, invece, al prolungamento dell'autostrada A27? «Tutto cade nel momento in cui riprendiamo il discorso dei limiti. È quello il postulato iniziale. Bisogna avere il coraggio di mantenere la qualità, avere un numero chiuso e non perseguire modelli dove si incoraggia l’ulteriore aumento di frequentazione, perché a quel punto non ci stanno più. Quindi no all’A27». Introdurrebbe il numero chiuso su taluni percorsi di montagna troppo frequentati? «Per le automobili senz'altro sì. E ritengo che in certi paradisi bisognerebbe pagare il pedaggio anche se si va a piedi. A patto, ben s’intende, che quelle risorse siano reimpiegati nel territorio».

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La “Carta di Cortina” «è ancora in fase di analisi» di Alessandra Segafreddo LeCORTINAvalutazioni inerenti la sostenibilità ambientale dovranno tener conto anche degli aspetti socio-economici. E' questo quanto è emerso ieri dall'incontro organizzato dal ministero dell'Ambiente, in sala cultura “don Pietro Alverà” sui primi passi che si sono compiuti dopo la firma della “Carta di Cortina”. Pochi in verità gli operatori che hanno accolto l'invito a sentire, per tutta la giornata, gli esperti comunicare i primi dati sul significato di turismo sostenibile ed uso efficiente delle risorse, sia in vista dei Mondiali di sci alpino che Cortina organizzerà nel 2021, sia per ridurre le emissioni di sostanze nocive e mantenere una tutela del territorio. «A Cortina vanno considerati tre aspetti», ha spiegato Rovena Preka, di Enea, l'agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, «ovvero che è una località dove si pratica turismo, che è un'area montana, che ospita grandi eventi sportivi come saranno i Mondiali del 2021. Da questi presupposti sono nate le linee guida per portare avanti, in maniera corale, con tutti gli attori coinvolti, il progetto di un turismo sostenibile». Le linee guida prevedono un corretto utilizzo delle risorse ambientali per proteggere i processi ecologici e il territorio in generale; il rispetto per le autenticità sociali e culturali. Si prevede poi che vengano assicurate le strategie economiche per fornire benefici a tutte le parti interessate, che vengano favoriti gli utilizzi di energie alternative e incoraggiate nuove abitudini nei consumatori affinché si sprechi di meno, si utilizzino meno mezzi inquinanti e si ricicli sempre di più. In questo scenario si inserisce la “Carta di Cortina” che ha l'obiettivo di promuovere l’individuazione e la messa in atto di strategie che coniughino la sostenibilità economica con quella ambientale, favorendo, in particolare, lo sviluppo di un turismo sostenibile, fondato sull’efficienza nell’uso di risorse come acqua e suolo, sulla limitazione delle emissioni e dei costi energetici, sulla eliminazione degli sprechi e sull'educazione ambientale, in un territorio 13Rassegna stampa - Ottobre 2016

d’eccezionale valore, bellezza e patrimonio universale. «Per fare questo», ha sottolineato Paolo Masoni, di Enea, «è necessario prima di ogni altra cosa il coinvolgimento di istituzioni, comunità locali e soprattutto delle scuole e, contestualmente, intraprendere azioni per incentivare e facilitare la partecipazione attiva delle aziende. Per noi Cortina è un palcoscenico mondiale, e lavorare su Cortina significa lavorare ai massimi livelli e avere una replicabilità ampia. Ora siamo in una fase di analisi». Gli studiosi, finanziati dal

Un bilancio super per Oltre le vette

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UnBELLUNOaltroanno è andato. Quanto tempo è ormai passato e passerà. Fare il «verso» a Francesco Guccini ci sta. Perché Oltre le Vette, che ha appena chiuso la sua ventesima edizione, continua a riempire le sale. Nell’ottobre 2016 con l’acqua e le Dolomiti protagoniste. «Tenendo conto dei visitatori delle mostre sono state più di 10 mila le persone coinvolte con Oltre le Vette», offre un dato numerico Flavio Faoro (nella foto), curatore della kermesse. Alcune serate al Teatro Comunale, in particolare, hanno segnato il tutto esaurito. Con Nives Meroi e Romano Benet, alpinisti. E con il climatologo Luca Mercalli che che ha lanciato riflessioni di cui far tesoro se si opera in ambito turistico in provincia. Così le commenta Faoro: «C’è una battaglia persa conseguente all’innalzamento della temperatura: le stazioni sciistiche della nostra provincia che si trovano sotto i 1500 metri di quota non possono puntare su un turismo invernale che abbia le stesse modalità di 50 anni fa». Tra gli incontri che hanno dato soddisfazione ai curatori del palinsesto quello con Francesco Vettorata, climber sedicense, il numero uno in Italia: «L’età media degli spettatori era al di sotto dei 30 anni». Ottobre

14Rassegna stampa -

Daniela De Donà

Dolomiti Unesco, Pais Becher diventa una guida patentata

in quel di Trento delle competenze di governance, con particolare riguardo allo sviluppo di strategie in grado di valorizzare l'accreditamento Unesco alle Dolomiti L'evento, che ha visto la partecipazione per la provincia di Belluno di Tatiana Pais Becher, già assessore alla Cultura di Auronzo e ora capogruppo di minoranza, è stato promosso della Fondazione Dolomiti Unesco in collaborazione con la Trentino School of Management, il Muse e Step. Si tratta di un approfondimento su vari argomenti per il governo del territorio e del paesaggioarea Unesco riservato ad amministratori e opinion leader che apre nuove opportunità.

15Rassegna stampa - Ottobre 2016

Titolare della rassegna è il Comune di Belluno, con la gestione e l’amministrazione a carico della Fondazione Teatri delle Dolomiti presieduta da Renzo Poloni. «Abbiamo visto più giovani rispetto ad altri anni ed è un bel segnale - sono le parole dell’assessore alla cultura Claudia Alpago Novello - ciò che dà soddisfazione, in particolare, è il fatto che tutti gli eventi sono stati partecipati». Pubblico vario, certo, ma che ha riempito le sale che fosse per una conferenza, una proiezione cinematografica, un convegno. A detta di Alpago Novello è risultato gradito il filo conduttore forte di alcuni eventi che si sono collegati come pezzi di puzzle. Per esempio si è lanciato uno sguardo sulla vita in montagna oggi e nel futuro. Porta un esempio di questo approccio a incastro l’assessore: «Attraverso l’incontro al Teatro Comunale con il climatologo Luca Mercalli organizzato da Fondazione Dolomiti Unesco, il convegno coordinato dalla Fondazione Angelini su problematiche idrogeologiche del territorio bellunese, il dibattito sull’evoluzione storica

CorsoAURONZOdiaggiornamento

Cortina 2021 a Modena benedetta dal ministro

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Organizzare un grande evento sportivo in montagna, nel rispetto della compatibilità ambientale, intesa nel senso più ampio, a comprendere natura e paesaggio, ma anche economia e società. Se ne parlerà a Modena, nell'ambito di Skipass, la fiera degli sport invernali, con la presenza della fondazione Cortina 2021, impegnata nell'organizzazione dei Campionati del mondo di sci alpino, attesi fra quattro anni, sulle piste di Tofana e Col Druscié. Tutto ciò nell'attesa del nuovo logo della fondazione, che sarà presentato l'8 dicembre, e mentre si avvia l'organizzazione delle due gare di Coppa del mondo di sci alpino femminile del prossimo gennaio 2017. Nella giornata di apertura di Skipass, sabato 29 ottobre, alle 12, è previsto un incontro pubblico con Flavio Roda presidente della Federazione italiana sport invernali; il presidente del Comitato olimpico nazionale Giovanni Malagò, il ministro dell'ambiente Gian Luca Galletti e il presidente della fondazione Cortina 2021 Riccardo Donadon. «Sui temi della sensibilità per l'ambiente c'è una grande attenzione, da parte di Cortina 2021», assicura Michele Di Gallo, collaboratore della fondazione, che ha seguito il recente incontro sulla Carta di Cortina, firmata la scorso gennaio dallo stesso ministro Galletti. «Quella Carta è uno strumento da sviluppare, per la fondazione, nella consapevolezza che anche la Federazione internazionale dello sci è sensibile al tema della sostenibilità dei grandi eventi aggiunge Di Gallo e nel dossier della candidatura ai Mondiali 2021 è stato spiegato bene l'impegno di Cortina, fra ambiente, economia e società, in una prospettiva a lungo termine, per una legacy futura, una eredità da lasciare al paese, al territorio, dopo le gare del febbraio 2021. E' per questo motivo che la fondazione Cortina 2021, in accordo con Fisi, Fis e altre istituzioni, segue e applica le direttive della Carta di Cortina». Intanto fra i prossimi appuntamenti della fondazione Cortina 2021 è stata inserita la presentazione del nuovo logo, l'immagine che accompagnerà il cammino dei prossimi quattro anni: dovrebbe avvenire durante il ponte festivo dell'Immacolata, a inizio dicembre, nel tradizionale momento di avvio della stagione turistica e sportiva invernale. Marco

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Si parla di turismo oggi a eKonomia su Video33 alle 20 (repliche alle 22 e giovedì alle 00.30 –12.30 – 17.30). Con 10 mila strutture ricettive, oltre 200 mila posti letto e quasi 30 miliardi di pernottamenti l' anno e un fatturato turistico superiore a 3 miliardi l' Alto Adige è leader in Italia per ospitalità. Ma come è cambiato il turismo? Alle domande di Paola Bessega risponderanno gli ospiti Thomas Mur (direttore di Fiera Bolzano Spa), Hannes Gamper (presidente Giovani Albergatori) e Marco Pappalardo (Responsabile Communication IDM).BOLZANO C’è accordo tra Alto Adige e Trentino, i Comuni di Selva e Canazei per trovare soluzioni per limitare l’uso delle auto e delle moto sui passi dolomitici. Definire calendario e orari dei Green Days a Passo Sella nel corso dell’estate 2017, garantirne regolarità ed efficacia tramite controllo degli accessi, comunicazione e coinvolgimento degli operatori economici, potenziare il trasporto pubblico locale, coordinare gli interventi infrastrutturali per promuovere la mobilità sostenibile (e-bike, navette private), monitorare i flussi di auto private sino all’autunno del prossimo anno. Sono principalmente questi i compiti del tavolo interprovinciale passi dolomitici, che verrà istituzionalizzato a breve attraverso la sottoscrizione di un accordo di programma. Ieri la giunta provinciale ha approvato i contenuti dell’intesa, autorizzando gli assessori competenti Florian Mussner e Richard Theiner a firmarlo assieme all’assessore trentino Mauro Gilmozzi, al sindaco di Selva di Val Gardena, Roland Demetz, al primo cittadino di Canazei, Silvano Parmesan, nonché ai vertici di Comun Generela de Fascia e APT Valle di Fassa e alle associazioni turistiche Gardena e Alta Badia. Di fatto, il gruppo di lavoro è già operativo da circa un anno con il coinvolgimento di istituzioni, operatori turistici e mondo economico, e in questi mesi si è concentrato sull’analisi dei flussi di auto private sui passi del Sella Ronda (25mila passaggi fra il 5 e il 31 agosto), proponendo alcune iniziative di sensibilizzazione. La prima, e più importante, riguarda i cosiddetti Green Days, ovvero le giornate che, nell’estate del prossimo anno, vedranno la strada che porta a Passo Sella chiusa al traffico privato. “In quelle giornate – ha spiegato l’assessore all’ambiente Richard Theiner – l’accesso alle auto sarà limitato per sperimentare nuove forme di tutela di un ecosistema particolarmente delicato come quello delle Dolomiti”. “Verrà intensificato il servizio di trasporto pubblico con il cadenzamento di una corsa ogni 30 minuti – aggiunge Mussner – e l’offerta sarà integrata con gli impianti a fune. Sempre in tema di mobilità, il tavolo interprovinciale, inoltre, avrà il compito di elaborare un orario integrato fra i servizi offerti da Bolzano e Trento”. L’accordo di programma che verrà sottoscritto a breve, infine, come precisa Theiner, “prevede la più ampia rappresentanza degli interessi coinvolti”. Oltre ai funzionari provinciali e ai sindaci, infatti, per parte altoatesina saranno presenti rappresentanti dei consorzi turistici Val Gardena e Alta Badia, Unione albergatori, Dolomiti Superski e Fondazione Dolomiti UNESCO.

Auto e moto sui Passi tavolo tecnico tra Bolzano e Trento

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“A presto amore mio” il docufilm sulla guerra

ÈLIVINALLONGOintitolato“Apresto amore mio” (“A roeder, mi amur” in ladino) l'ultima produzione del regista Franco Vecchiato che sarà presentata in anteprima venerdì alle 20:30 nella sala congressi di Arabba. Un docu-film sulla Prima Guerra e sul tema dell'unità dei Ladini girato interamente nelle vallate ladine del Sella ed in particolare a Colle S. Lucia, dove è ambientata la storia. Gli attori, i protagonisti del film sono tutti stati “reclutati” tra la gente del posto. Tra questi molti che hanno portato testimonianze e ricordi di quei tragici eventi di cent'anni fa. La Grande Guerra ha lasciato nel cuore della gente segni che il tempo ha in parte eroso ed altri, indelebili, che paradossalmente fanno emergere con grande forza sentimenti, emozioni, passioni, creatività, umanità e solidarietà. Nei paesi ladini delle Dolomiti, ormai svuotati degli uomini inviati al fronte, rimasero solo bambini, anziani e donne che divennero d'improvviso le protagoniste della vita di tutti i giorni e dei lavori più pesanti, delle decisioni private e collettive. La storia ha inizio nel 2016 nella bottega di Pio, il calzolaio di Colle S. Lucia. I suoi occhi hanno visto molte cose, molte stagioni sono passate ed hanno lasciato un segno. I suoi pensieri diventano così la voce narrante del film. Pio aggiusta le scarpe della giovane Martina, la giovane protagonista che si ritrova a ripercorrere la storia della sua famiglia. Liberandola dal vecchio dolore del conflitto, Martina scopre la straordinaria ricchezza di valori che risiedono nel cuore di chi l'ha preceduta. Tutto comincia quando la giovane riceve in dono un libro che racconta della sua terra: le Dolomiti. Un libro che parla di boschi, prati, montagne, del turismo, la nuova economia che dalla metà del 1800 affiancò quella locale basata sui principi centenari delle “Regole”. La storia dei suoi avi. Umberto, lo scultore, chiede a Martina di posare come modella per farne una scultura. Ma quella scultura avrebbe riservato una sorpresa. Lo scalpello dell'artista d'improvviso si blocca quando nel legno trova un proiettile arrugginito conficcato la dove è il punto del cuore della sua figura femminile. Quel proiettile riporta Martina ad un altro tempo, ad un altro capitolo della storia delle Dolomiti: la Grande Guerra. Il cuore di quella statua, porta una ferita ereditata dalla famiglia della protagonista. Che vuole saperne di più: così comincia a cercare. Un vecchio albero del bosco, che ha visto la guerra, “suggerisce” a Martina di cercare nel fienile della sua casa. Lì trova una piccola cassetta di legno, ormai dimenticata dal tempo. Un santino, degli orecchini, delle vecchie foto e altri piccoli oggetti conducono Martina ad incontrare più e più storie di donne, protagoniste sconosciute dell'ordinaria quotidianità del tempo, della guerra. Raccoglie testimonianze, diari e reperti di guerra. Nonostante la guerra e la 18Rassegna stampa - Ottobre 2016

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insieme a quello della stessa Fondazione (fondazioneunesco.info) contemplerà tutti gli itinerari, quasi un centinaio, alcuni ripresi in stagione estiva ed altri invernale. «E con il nuovo sito», sottolinea Vantaggi «avremo anche la possibilità di verificare attraverso quale strumento (siti, portali, motori di ricerca) i turisti di ogni parte del mondo hanno scoperto le nostre Dolomiti e si sono decisi a venire a visitarle». La tendenza del turista internazionale è ormai, infatti, quella di gestire la sua destinazione prima virtualmente, sul pc, definendo nel dettaglio gli itinerari e, se possibile, verificandone prima la percorribilità passo dopo passo. «Ed a questo proposito abbiamo riscontrato quanto sia importante la vicinanza degli scali aeroportuali, non solo Venezia, Treviso, Verona, ma anche Innsbruck e Monaco di Baviera. Da questi aeroporti poi ci si dirige verso le Dolomiti e nei commenti verifichiamo spesso non solo la soddisfazione, ma anche lo stupore di poter visitare territori di incredibile bellezza». Il progetto delle Dolomiti su street view nasce dalla collaborazione fra Google e la Fondazione Dolomiti Unesco per consentire agli utenti di internet di pianificare la propria escursione sui Monti Pallidi direttamente sul pc, sul tablet o sullo smartphone. Attiva da un anno e mezzo, questa collaborazione ha consentito di poter inserire sul portale del colosso di Mountain View, in California, nella sezione delle mappe, i sentieri delle Dolomiti, tutti facilmente percorribili ed accessibili ad un pubblico di camminatori. Google ha infatti messo a disposizione della Fondazione due 'trekker' (zaini dotati di dispositivi che effettuano riprese a 360°) e due 'tripod' (macchine fotografiche panoramiche) grazie ai quali sono stati rilevati fino ad ora una ottantina di itinerari. «E le mappature stanno proseguendo», continua Vantaggi «stiamo infatti realizzando, anche con la collaborazione di DolomitiStars, la Marmolada, il Pelmo, le Marmarole, i rifugi Venezia e Città di Fiume, il Passo di Oclini, il Parco geologico del Col Margherita. I primi riscontri li abbiamo avuti dai gestori dei rifugi che segnalano la presenza di turisti stranieri come mai prima. E non ci riferiamo solo agli europei, austriaci e tedeschi in primis, che hanno già una certa consuetudine con le Dolomiti, ma ad americani, australiani, neozelandesi, asiatici che scoprono per la prima volta le nostre montagne grazie soprattutto alla potenza del web e che sono destinati poi, una volta visitate le Dolomiti, ad essere i migliori promotori del nostro territorio».

Fondazione Dolomiti Dolomiten Dolomites Dolomitis UNESCO

RASSEGNA STAMPA

NOVEMBRE 2016

02 NOVEMBRE 2016

Fondazione, associazioni di setore, atlet ed espert d'inclusione sociale insieme per fare delle Dolomit Unesco un patrimonio accessibile a tut. “Dolomit Accessibili. Un patrimonio per tut" è il progeto che si è conquistato l'atenzione del ministero dei beni culturali e che intende contribuire a fare delle Dolomit un patrimonio accessibile a tut. Le Dolomit Unesco sono un patrimonio naturale unico al mondo. Il loro valore è universale e consiste in una natura che trasmete emozioni profonde. Sono inoltre montagne che, al di là di vie di roccia e di impegnatvo escursionismo, possono essere accessibili: la loro origine e conformazione - l'essere solcate da un fto retcolo di valli - permete di avvicinarsi alle vete del Patrimonio Mondiale più che in qualsiasi altro contesto montano. Il progeto "Dolomit Accessibili" intende fornire un'esperienza direta di questo straordinario ambiente naturale a tute le persone che lo visitano o lo abitano, indipendentemente dal grado di abilità, appoggiandosi e valorizzando la predisposizione naturale del contesto dolomitco ad un'accessibilità sostenibile. A diferenza dell'ambiente urbano, dove le barriere architetoniche sono dei limit artfciali che discriminano le persone con ridote capacità motorie, l'ambiente montano presenta degli ostacoli naturali che non distnguono fra persone abili o disabili. Le Dolomit Unesco, con la loro straordinaria rappresentatvità, sono così il contesto ideale per atuare un progeto di inclusività sociale che permeta a tut - abili e non - di accedere al Patrimonio mondiale, in autonomia o accompagnat da una guida esperta. Ciò non signifca che tut debbano fare le stesse esperienze, ma che tut possono avere un'esperienza di vera immersione nel paesaggio e nella geologia delle Dolomit, realizzando pienamente il conceto di patrimonio dell’Umanità. Per questo il progeto, pur essendo rivolto alle categorie più deboli (persone con limitate capacità motorie, anziani, bambini nei primi anni d'età), include tut i visitatori. La prima fase del progeto prevede un invito, a tut i conoscitori del territorio dolomitco, per la raccolta di segnalazioni di itnerari adat - o adatabili - ad essere percorsi da persone con limitate capacità motorie. Sulla base delle segnalazioni, verrà elaborata una banca dat, omogenea e contnuamente aggiornata, estesa a tute le Dolomit Unesco, per mezzo della quale verrà realizzata una mappa interatva degli itnerari accessibili del Patrimonio mondiale che sarà consultabile nel sito web: www.visitdolomites.com (atualmente in fase di ristruturazione). Ogni itnerario sarà accompagnato da una scheda descritva, completa di tute le informazioni utli per programmare un'escursione secondo le proprie capacità e interessi. (e.d.)

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Alto Adige | 02 Novembre 2016

Le Dolomit accessibili a tut

12 NOVEMBRE 2016 Messaggero Veneto | 12 Novembre 2016 3 Rassegna stampa - Novembre 2016

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IlBOLZANObilancio della stagione 2016 dei sete centri visita dei parchi naturali provinciali registra la presenza di circa 96mila visitatori che hanno partecipato al ricco programma fato di mostre, escursioni, flm e conferenze, workshop per bambini. Per quatro delle sete struture la pausa invernale sarà comunque breve: i centri visita Fanes-Senes-Braies a San Vigilio di Marebbe, Tre Cime a Dobbiaco, Vedrete di Ries-Aurina a Campo Tures e Puez-Odle a Funes si stanno preparando alla riapertura del 27 dicembre e resteranno accessibili fno al 1° aprile 2017 da martedì a sabato con orario 9.30-12.30 e 14.30-18. I centri visita Monte Corno a Trodena e Gruppo di Tessa a Naturno riapriranno invece nell'aprile 2017 e il centro visite Sciliar-Catnaccio in giugno. Tra le iniziatve della stagione appena conclusa la formazione dei Junior Ranger nel parco FanesSenes-Braies, il corso di qualifcazione a guida escursionistca nelle Dolomit patrimonio Unesco, il Festval dei bambini 2016 sui prat del Talvera.(da.pa) ©RIPRODUZIONE RISERVATA

04 NOVEMBRE 2016 Alto Adige | 04 Novembre 2016

Parchi naturali provinciali: 96 mila accessi ai centri visita

13 NOVEMBRE 2016 Corriere delle Alpi | 13 Novembre 2016 4 Rassegna stampa - Novembre 2016

Tolmezzo avrà la Cantore. Tant proget per la Carnia di Tanja «OggiTOLMEZZOAriissiapre

il cantere di Tolmezzo Cità alpina 2017: poniamo una prima pietra di idee e fat molto pratci». Ha esordito così, ieri, Francesco Brollo, sindaco di Tolmezzo, a Palazzo Linussio nella Caserma Cantore, luogo che ha voluto con tenacia come sede della conferenza stampa di presentazione del ttolo e dei relatvi proget. Al suo fanco c’erano la governatrice del Fvg, Debora Serracchiani, Claire Simon, diretrice dell’associazione Cità Alpina dell’anno, che ha presentato il progeto “Tour de Villes” (sulla riqualifcazione di aree urbane dismesse, vi aderisce Tolmezzo con Idrija, Sonthofen e Tolmino), e Taja Ferjancic-Lakota, membro del Segretariato permanente della Convenzione delle Alpi. Serracchiani ha spiegato che la Regione ha avviato l’iter per la cessione della Cantore alle isttuzioni locali su due front: con la commissione paritetca Stato-Regione, ma anche tramite procedura d’urgenza con la presidenza del Consiglio e il Ministero della difesa per una consegna antcipata del bene. Ha aggiunto che nella legge di stabilità sono già previst 500 mila euro per i primi intervent di emergenza a Palazzo Linussio. Brollo esprime soddisfazione per il fato che la Regione meta subito fondi sulla Caserma, così da consentre di riempire di proget concret quel luogo abbandonato che può divenire punto di rinascita. Con Cità alpina 2017 gli obietvi, ha spiegato Brollo, sono accrescere la visibilità e la reputazione di Tolmezzo e della Carnia, atvare azioni per fornire a esse prospetve e sviluppo, valorizzarne potenzialità e atratvità e garantre respiro internazionale a Tolmezzo, ponendola in dialogo con altre cità alpine. Sulla Caserma ha annunciato uno studio di fatbilità con il Cosilt su tre assi (storicomuseale, produtvo, civile). «Io qui sognerei il museo carnico - ha deto - ma non voglio colonizzare quello che sarà un percorso partecipato»: la giornata della trasparenza a dicembre servirà per raccogliere le idee dei citadini. Quanto alle iniziatve 2017 il “Filo dei sapori” aprirà ai produtori delle cità alpine, il 25 giugno ci sarà un evento dedicato all’e-bike sullo Zoncolan, in luglio il Climber festval, che coinvolgerà 4 vallate della Carnia con 8 cronoscalate, in agosto la Carnia Classic con il gemellaggio Fuji-Zoncolan e una setmana di Expo sport di montagna. Promoturismo Fvg pigerà l’acceleratore sulla montagna carnica e si aprirà la stagione turistca 2017 con un volo in deltaplano dallo Zoncolan a Lignano. In più: crescente atenzione alla senteristca, catedre ambulant dell’Università con lezioni aperte a resident e turist. Leggimontagna si gemellerà con la Fondazione Dolomit Unesco e si aprirà ai giovani. Proseguirà l’iter per il Polo tecnico professionale (capofla Isis Solari), ci sarà "Golena Blu", progeto di riqualifcazione del Tagliamento. Serracchiani ha annunciato fondi per il Filo dei Sapori allargato alle Alpi. Per la cultura disponibili 200mila euro.

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La prima alta via di ferrate per unire le gent d'Europa di Gianluca De Rosa

LaAURONZOrealizzazione

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della prima alta via di ferrate nel mondo potrebbe diventare presto realtà e coinvolgere il territorio bellunese a più streto contato con Pusteria e Austria. Un sogno cullato a lungo, nato nell'otobre del 2014 e che potrebbe presto passare dalla carta alla fase realizzatva grazie ad un progeto Interreg che prevede il coinvolgimento di una serie di sogget: rifugi, guide alpine del Cadore e di Sesto, associazione turistca di Sesto, club alpino austriaco, Unioni Montane di Comelico e Centro Cadore, Gal Alto Bellunese e Provincia di Belluno (con quest'ultma che, nel gioco di squadra, ricoprirebbe il ruolo strategico di leader partner). Un progeto ambizioso quello pensato da Bepi Mont, gestore del rifugio Carducci, che spiega come è nata l'idea di realizzare una concatenazione di ferrate, dodici per l'esatezza, che hanno il compito di creare una catena dalle Tre Cime fno alla cresta di confne Italia-Austria. «Nell'otobre del 2014 percorrevo insieme ad alcuni amici la nuova ferrata Croda dei Toni», racconta Mont, «e proprio in quel momento ho avuto una specie di illuminazione: perché non realizzare il Sellaronda delle ferrate?». Il progeto ha già un nome, proposto da rifugist e guide alpine di Sesto, ovvero “Dolomit senza confni”. «Nel 2010, in concomitanza con la nomina delle Dolomit a patrimonio dell'umanità Unesco, ho ospitato 5 Rassegna stampa - Novembre 2016

nel mio rifugio una grande festa con questo nome. Festa che si ripete ogni anno e che ha l'obietvo di dare vita ad un momento di incontro tra le gent, in amicizia senza barriere e diversità». Determinante nella realizzazione del progeto delle ferrate è stata la condivisione arrivata subito da Sesto Pusteria in tute le sue component. «In un momento di contrast e di tensioni lungo le linee di confne, sopratuto in quello austriaco del Brennero», spiega Bepi Mont, «questo progeto ha una valenza diametralmente opposta. Le ferrate creano una linea di congiunzione tra Italia e Austria. L'alta via tuta fata di ferrate che abbiamo in mente di concretzzare non presenta barriere ma ha l'obietvo di unire popolazioni: quella cadorina, quella del Comelico, quella della Pusteria e quella austriaca». Nell'aprile del 2015 il progeto “Dolomit senza confni” ha mosso i primi passi ufciali a Dobbiaco dove si è tenuta la prima riunione a cui hanno partecipato tut i sogget interessat; riunione preceduta dalla comunicazione del sostegno del Gal Alto Bellunese. La consacrazione invece passerà atraverso il progeto Interreg che verrà presentato nelle prossime setmane. «Abbiamo approntato tuto, compresa la cifra di duecentomila euro necessaria per concretzzare l'opera», annuncia Mont, «con quei soldi intendiamo realizzare tut gli intervent necessari in quota e contestualmente creare un logo ed una serie di strategie di marketng in grado di promuovere a livello turistco un'oferta che si preannuncia unica a livello mondiale e per questo di sicuro ed enorme richiamo. Oltre che unire le gent di montagna, puntamo ovviamente anche ad un traguardo magari meno “nobile" ma ugualmente importante di quest tempi: quello di portare in quest territori quant più appassionat di montagna possibile». Il comitato promotore di “Dolomit senza confni” nei giorni scorsi ha incontrato la Provincia di Belluno, l'ente capofla, mentre la prossima setmana ci sarà un nuovo tavolo di confronto a Sesto. Ad oggi la rete di ferrate a cavallo tra Italia e Austria (atraverso i territori del Cadore, del Comelico e della Pusteria) è già esistente ed è realizzata sui collegament creat lungo il confne militare durante la grande guerra. «La guerra ha lasciato nel Nord Est dell'Italia un patrimonio di senteri, strade forestali e di ferrate straordinario», conclude Mont.

“Lavori dall'estate 2017, apertura nel 2018”

“DolomitAURONZOsenza confni” ha oto sogget promotori: Provincia di Belluno ( leader partner), Gal Alto Bellunese, guide alpine di Sesto e del Cadore, Unioni Montane di Comelico e Centro Cadore, l'associazione turistca di Sesto e il club alpino austriaco (Alpenverein). Il progeto coinvolge 13 rifugi più 3 malghe, che lo gestranno in sinergia. I rifugi dell'alto bellunese sono Bert, Carducci, Lavaredo, Lunelli, malga Coltrondo e malga Rinfreddo. I rifugi della Pusteria sono Comici, Fondo Valle, Pian di Cengia, Prat di Croda Rossa, Rudi, Tre Cime (ex Locatelli), malga Nemes. I rifugi dell'Ostrol infne sono Fillmoore, Obstanzerseehute e Porzehute. Dodici sono i senteri atrezzat che, atraverso la loro concatenazione, permeteranno agli utent di completare il tracciato che si estende per circa cento chilometri lungo la linea di confne tra Italia e Austria: ferrata del Monte Paterno, ferrata Torre di Toblin, ferrata degli Alpini 1915/1918, strada degli Alpini, ferrata Costoni di Croda Rossa, ferrata Zandonella, ferrata monte Cavallino, ferrata D'Ambros, ferrata Roghel, ferrata Cengia Gabriella, ferrata sud Croda dei Toni e ferrata est del Camoscio. «Per completare il tracciato servono oto giorni», spiega Lio De Nes, veterano delle guide alpine cadorine e parte atva del comitato promotore dell'iniziatva, «tedeschi ed austriaci sono già abituali frequentatori di questa vasta area alpina ma siamo convint che creando una rete promozionale i fruitori aumenteranno a dismisura. Stamo facendo tuto grats, con l'unico intento di avviare una promozione totale del territorio che non guardi ai confni». I promotori hanno già individuato gli intervent ritenut di primaria importanza: riguardano la ferrata Zandonella, il canale fnale della Cengia Gabriella, la ferrata Roghel e la ferrata D'Ambros lungo la cresta di confne tra Comelico e 6 Rassegna stampa - Novembre 2016

Alto Adige | 18 Novembre 2016

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NOVEMBRE 2016

PiùSESTOdi500

Il crollo della Croda Rossa: tuta colpa del permafrost

Austria. Stabilita infne una data di inaugurazione: se il progeto Interreg dovesse andare in porto, appuntamento nelgiugno 2018, centenario della fne della Grande Guerra. «Gli intervent si faranno durante la prossima estate», conclude Lio De Nes, «l'inaugurazione l'abbiamo immaginata sulla Cresta dei Frognoni dove una simbolica t naturale rappresenta l'ideale punto d'incontro tra Comelico, Austria e Pusteria mentre una grande festa si terrà sul passo Monte Croce».

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mila metri cubi di roccia si sono staccat dalla parete e sono cadut a valle. È successo la scorsa estate, nel parco naturale delle Dolomit di Sesto, dove una frana si è staccata dalla Piccola Croda Rossa. Si trata di uno dei distacchi più consistent mai registrato in Alto Adige ed è dovuto alla fusione del permafrost, cioè di quello strato di terreno che rimane perennemente congelato. Eurac Research e Università di Innsbruck hanno avviato una ricerca per monitorare i moviment del permafrost e fornire in questo modo indicazioni utli per prevenire disastri naturali legat all’instabilità dei versant. Così come le variazioni dell’estensione dei ghiacciai o del manto nevoso, anche le deformazioni del permafrost sono un sensore dei cambiament climatci: se i moviment sono veloci signifca che le temperature si stanno alzando. Tenere soto controllo queste variazioni è importante perché aiuta a prevenire i rischi legat all’instabilità del terreno ed evitare danni alle infrastruture, come impiant di risalita, senteri in alta quota e rifugi alpini. Il crollo della Piccola Croda Rossa è stato un evento eccezionale per dimensioni, ma ci sono numerosi altri casi che - pur senza raggiungere questa portata - rappresentano un fatore di rischio. Ad esempio, i detrit che spesso cadono sulla strada che porta a Passo Gardena sono originat da un ghiacciaio roccioso, cioè da una massa di detrit rocciosi mist a ghiaccio che segnala la presenza di permafrost nelle vallate alpine. In altre zone, come nella valle di Solda, fenomeni simili hanno interessato di recente

24 NOVEMBRE 2016

2016 8 Rassegna stampa - Novembre 2016

Domani alle 18 nella sala del Parco naturale delle Dolomit friulane di Forni di Sopra in via Vitorio Veneto l’ente parco, su incarico della Regione, terrà un incontro di formazione per operatori economici e responsabili dell’associazionismo del territorio atvi nei Comuni interessat dal bene Unesco. Le fnalità riguardano l’acquisizione e il consolidamento degli element di conoscenza del territorio proteto dall’Unesco che si identfca in gran parte nel territorio del Parco. Interverranno il direto della fondazione Unesco Marcella Morandini, con i consulent Cesare Michelet e Irma Visalli. I temi tratat saranno la strategia complessiva di gestone del Parco, la strategia turistca e l’atuazione partecipata mediante l’applicazione della strategia complessiva di gestone con riguardo alle atvità svolte e le potenzialità future. (g.g.) delle Alpi Novembre

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Messaggero del Veneto | 24 Novembre 2016

28 NOVEMBRE 2016 Corriere

i senteri alpini che collegano il fondovalle con i rifugi in quota. I geologi e gli ingegneri di Eurac Research hanno avviato una ricerca per aggiornare la mappa dei ghiacciai rocciosi in Alto Adige, studiando in modo partcolare quelli ancora atvi, cioè quelli che si muovono lungo i versant anche di qualche metro all’anno. Le nuove tecniche che utlizzeranno i ricercatori di Eurac Research prevedono l’utlizzo combinato di immagini satellitari di ultma generazione per misurare le deformazioni superfciali supportate, in alcune aree test, da misure a terra e fotografe aeree scatate da droni. Il ghiacciaio roccioso di Lazaun in val Senales, sarà l’area di test principale in cui queste metodologie saranno messe a punto e applicate. «I risultat dello studio potranno essere utlizzat anche per monitorare altri tpi di moviment dei versant montuosi, ad esempio le frane», spiega Mata Callegari, ingegnere di Eurac Research. La ricerca durerà tre anni.

Domani l'incontro per promuovere il Parco delle Dolomit Friulane

SabatoMOENAalle

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Teatro Kursaal di Auronzo Giovedì 8 dicembre alle 21 incontro con Giovanni Carraro e i suoi video Un appuntamento imperdibile per tut gli amant della montagna e della storia delle Dolomit è previsto per giovedì 8 dicembre, alle 21, al teatro Kursaal di Auronzo. A proporlo è il Consorzio Turistco Auronzo Misurina, in collaborazione con la Fondazione Dolomit Unesco. Protagonista sarà Giovanni Carraro, che ritorna nel Cadore che gli ha dato i natali per presentare in anteprima il suo nuovo lavoro “Col Quaternà il Vulcano delle Dolomit" e il video “Il sentero Olivato al Miaron". Al suo fanco alcuni dei protagonist della storia di quest luoghi, monsignor Atlio Zanderigo Jona, che il 13 luglio 1987 incontrò il Santo Padre in discesa dal Quaternà, lo storico Achille Carbogno, l’esperto di Grande Guerra Giovanni De Donà, il geologo di Dolomit Project Gianluca Piccin, e la diretrice della Fondazione Dolomit Unesco Marcella Morandini. (v.d.)

Dolomit UNESCO: la parola agli abitant

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29 NOVEMBRE 2016

L'Adige | 29 Novembre 2016

20.30, presso il teatro Navalge di Moena, si terrà l'evento «9x1=Dolomit», una serata di informazione e spetacolo organizzata dalla Rete delle riserve di Fassa insieme alla Fondazione Dolomit Unesco. 9x1: nove sistemi montuosi a comporre un unico «Bene», da conservare e Ivalorizzare.protagonist saranno gli abitant delle Dolomit che con le loro consuetudini di vita sono, di fato, i veri atori del riconoscimento Unesco. Non mancheranno le sorprese e le rifessioni inedite. Parole, musica, video per una serata dedicata al «Bene Naturale» che tuto il mondo ci invidia. Un format nuovo dal ritmo incalzante per raccontare le nove isole che compongono l'arcipelago

Video di Carraro sul Col Quaternà

fossile Dolomit. Intervalli con musica d'autore, immagini mozzafato, testmonianze direte e intermezzi video, si alterneranno sul palco per un viaggio nel tempo e nello spazio guidat da Fausta Slanzi e da Rosario Fichera. Punt di vista diferent dialogheranno atorno al valore del riconoscimento Dolomit Unesco: la geologia, il setore imprenditoriale, il setore turistco, l'alpinismo... A tut è richiesto un intervento di pochi minut incentrato su come sia possibile valorizzare nella quotdianità e nel prossimo futuro il prestgioso riconoscimento Unesco. Alla serata interverranno il presidente della Rete delle Riserve Riccardo Franceschet, la Procuradora Elena Testor, il sindaco di Moena Edoardo Felicet, l'assessore regionale Giuseppe Detomas, la presidente della Fondazione Dolomit Unesco Mariagrazia Santoro e l'assessore provinciale all'ambiente Mauro Gilmozzi. Per reteriserve@comungeneraldefascia.tn.it,informazioni: www.reteriservevaldifassa.tn.it, 0462 764500

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DICEMBRE 2016

Fondazione Dolomiti Dolomiten Dolomites Dolomitis UNESCO

RASSEGNA STAMPA

Passi Dolomitci, accordo frmato

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tavolo interprovinciale sui passi dolomitci è isttuzionalizzato ieri a Bolzano con la sotoscrizione di un accordo di programma. Lo hanno frmato gli assessori provinciali altoatesini Florian Mussner (mobilità) e Richard Theiner (ambiente) assieme all'assessore trentno Mauro Gilmozzi. Coinvolt nel progeto anche il sindaco di Selva di Val Gardena, Roland Demetz, il primo citadino di Canazei, Silvano Parmesani, nonché i vertci di Comun Generela de Fascia con la Procuradora Elena Testor e Apt Valle di Fassa e le associazioni turistche Gardena e Alta Badia. «Un passo importante che ha posto le basi per un piano di mobilità sostenibile», ha deto Mussner. Tra i compit del gruppo di lavoro c'è la defnizione di calendario e orari dei cosiddet Green Days (le giornate di stop al trafco) a Passo Sella per l'estate 2017, di garantrne regolarità ed efcacia tramite controllo degli accessi, comunicazione e coinvolgimento degli operatori economici. Le misure dovranno inoltre coordinare gli intervent infrastruturali per promuovere la mobilità sostenibile (e-bike, navete private), monitorare i fussi di auto private sino all'autunno del prossimo anno. Nei Green Days, ha spiegato l'assessore Theiner «l'accesso alle auto sarà limitato per sperimentare nuove forme di tutela di un ecosistema partcolarmente delicato come quello delle Dolomit. In queste giornate Passo Sella sarà riservato ai ciclist, agli escursionist e ai veicoli Sieletrici».vuoleinoltre coordinare le corse del servizio di trasporto pubblico locale, con un orario integrato congiunto Alto Adige-Trentno, e integrare l'oferta con gli impiant a fune sul passo. In cantere anche le proposte per potenziare le aree per i post auto e le biciclete. «Non si trata dunque di un divieto di transito, bensì di un management complessivo con l'obietvo di ofrire una mobilità integrata», ha afermato l'assessore Mauro Gilmozzi. A maggior ragione diventa importante la più ampia rappresentanza e partecipazione degli interessi coinvolt sin dalla fase di pianifcazione. Raggiunto questo accordo di fondo, «adesso si lavora per sviluppare un piano dinamico che si concentri sul migliore uso dei diversi mezzi di trasporto», ha concluso Mussner. La discussione sul trafco sui passi dolomitci è di lunga data. Nel febbraio di quest'anno anche il Governo se ne era occupato. Il Governo infat, aveva riconosciuto l'obietvo «di garantre la tutela, la conservazione e la valorizzazione di partcolari aree montane con un elevato valore

L'annunciatoBOLZANO

01 DICEMBRE 2016 L'Adige | 01 Dicembre 2016

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Passi da salvare, siglato il pato di ferro di Davide PassiBOLZANOPasqualidolomitcida tutelare, è arrivato l’accordo tra le Province di Bolzano e Trento e i Comuni di Selva Gardena e Canazei di Fassa. Formalizzato ieri il tavolo tecnico sulla mobilità estva. L’annunciato tavolo interprovinciale sui passi dolomitci è stato isttuzionalizzato ieri a Bolzano con la sotoscrizione di un accordo di programma. Lo hanno frmato gli assessori provinciali altoatesini Florian Mussner (mobilità) e Richard Theiner (ambiente) assieme all’assessore trentno Mauro Gilmozzi (instratruture e ambiente). Coinvolt nel progeto anche il sindaco di Selva Gardena, Roland Demetz, il primo citadino di Canazei, Silvano Parmesan, nonché i vertci di Comun general de Fascia e Apt valle di Fassa nonché le associazioni turistche di Gardena e Alta Badia. «Un passo importante che ha posto le basi per un piano di mobilità sostenibile», ha commentato Mussner. Tra i compit del gruppo di lavoro c’è la defnizione di calendario e orari dei cosiddet Green Days (le giornate di stop al trafco) a Passo Sella per l’estate 2017, di garantrne regolarità ed efcacia tramite controllo degli accessi, comunicazione e coinvolgimento degli operatori economici. Le misure dovranno inoltre coordinare gli intervent infrastruturali per promuovere la mobilità sostenibile (e-bike, navete private) e monitorare i fussi di auto private sino all’autunno del prossimo anno. Durante i Green Days, ha spiegato l’assessore Theiner «l’accesso alle auto sarà limitato per sperimentare nuove forme di tutela di un ecosistema partcolarmente delicato come quello delle Dolomit». In queste giornate «passo Sella sarà riservato a ciclist, escursionist e veicoli eletrici». Si vuole inoltre coordinare le corse del servizio di trasporto pubblico locale, con un orario integrato congiunto fra Alto Adige e Trentno, e integrare l’oferta con gli impiant a fune sul passo. In cantere anche le proposte per potenziare le aree per i post auto e le biciclete. «Non si trata dunque di un divieto di transito, bensì di un management complessivo con l’obietvo di ofrire una mobilità integrata», ha afermato l’assessore trentno Gilmozzi. «A maggior ragione

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paesaggistco e naturalistco», e aveva concesso alle due Province autonome di «adotare apposite misure di limitazione al trafco». | 1 Dicembre 2016

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Trentno

diventa importante la più ampia rappresentanza e partecipazione degli interessi coinvolt sin dalla fase di pianifcazione». Raggiunto questo accordo di fondo, «adesso si lavora per sviluppare un piano dinamico che si concentri sul migliore uso dei diversi mezzi di trasporto», ha concluso Mussner. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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di Maurizio Dallago QuasiBOLZANO20milioni di presenze, oltre il 9% in più di arrivi. Secondo i dat Astat sul turismo, la stagione estva 2016 in Alto Adige registra un record assoluto. Dall'analisi stagionale, nel periodo compreso fra maggio e otobre, realizzata dall'Isttuto provinciale di statstca, emerge che le presenze in Alto Adige hanno toccato quota 19,7 milioni. Si trata del valore massimo mai registrato, un record storico confermato dalla crescita sia in termini numerici (+1,4 milioni rispeto al 2015), che percentuali (+9,2% di arrivi, +7,9% di presenze). Gli arrivi sono stat pari a 4,3 milioni. Tra i principali mercat di riferimento spicca la forte crescita di presenza turistca proveniente dalla Germania (+9,6%), mentre il mese di maggiore atrazione si conferma agosto: nel 2016, infat, i pernotament sono stat oltre 5,7 milioni, con una crescita del 4,9% rispeto allo stesso periodo dell'anno precedente. L’andamento positvo della stagione estva 2016 è da atribuirsi all’aumento dei turist dalla Germania (+887 mila presenze pari a +9,3%) e dei turist italiani (+254 mila presenze pari a +4,5%). Increment notevoli si sono registrat inoltre tra gli ospit provenient dalla Svizzera con Liechtenstein (+103 mila presenze, +9,9%) e dall’Austria (+60 mila presenze, +9,7%). In salita sono anche le presenze dalla Danimarca (+18,5%), dal Regno Unito (+12,9%), dalla Repubblica Ceca (+15,6%) e dalla Polonia (+17,3%). Nell’estate 2016 tut e dieci i consorzi turistci hanno confermato aument sia di arrivi che di presenze. Primeggia il consorzio di Merano e dintorni con 5,7 milioni di presenze, seguito da quello di Plan de Corones (2,8 milioni), della Valle

4 Rassegna stampa - Dicembre 2016

Alto Adige | 1 Dicembre 2016

Turismo da record, quasi 20 milioni di presenze in estate

5 Rassegna stampa - Dicembre 2016

Isarco (2,6 milioni) e di Bolzano - Vignet e Dolomit (2,5 milioni). Se si considerano gli increment percentuali, allora spiccano i consorzi turistci dell’Alta Badia (+10,3%), della Val d’Ega (+9,4%) e dell’Alpe di Siusi (+8,7%).

L'Adige | 02 Dicembre 2016

02 DICEMBRE 2016

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Uno “Spazio alpino” in cità

«Un luogo aperto nel centro della cità di Trento dove fare, vedere, pensare, capire, leggere?». Promosso dalla Sat in collaborazione con la Provincia, la Fondazione Dolomit-Unesco, Step e il Muse, lo Spazio Alpino e delle Dolomit Unesco apre le porte oggi, nella sede della Società degli Alpinist Tridentni, in via Manci 57 a Trento, con due iniziatve: alle 17.30 l'inaugurazione della mostra temporanea «MYL-Meet your Landscape» (visitabile fno al 23 dicembre, dal lunedì al venerdì, in orario 14-18), alle ore 18 la proiezione di un classico della cinematografa alpina, il flm

«Montagne in famme» di Luis Trenker (Germania, 1931, 95') con la presentazione di Giuseppe Ferrandi, diretore della Fondazione Museo storico del Trentno. Lo Spazio alpino è un luogo dedicato ad iniziatve sulla montagna di tpo culturale, aperto a tut, nella sala al pianterreno della casa della Sat. Una «fnestra dolomitca» sulla cità che sarà sede di esposizioni, proiezione di flm e documentari (introdot da autori, regist, editorialist e giornalist), laboratori per bambini, famiglie, adult e reading . Dopo quello odierno, il prossimo appuntamento sarà lunedì 5 dicembre, alle ore 18,con la proiezione del documentario «Dolomit montagneuoministorie» (Italia, 2016, 52'), sintesi del progeto in sei puntate curato da Pietro Badaloni, in collaborazione con Fausta Slanzi. Martedì 6 dicembre, alle 18, proiezione del documentario «L'economia del bene comune» (Italia, 2016, 45') sulla vita di chi ha scelto di vivere in montagna, lavorando in diversi setori dell'economia alpina. Mercoledì 7 dicembre (dalle ore 8 alle 13), appuntamento per le scuole: due atori leggeranno una scelta di brani di libri che descrivono le Dolomit; nel pomeriggio (dalle ore 16 alle 18) «Laboratorio Visioni Dolomitche» sul tema «Mi piace la Biblioteca della montagna» : Giulia Mirandola e il bibliotecario Riccardo Decarli condurranno i visitatori alla scoperta del patrimonio di libri, meraviglie e curiosità di una delle maggiori biblioteche di montagna al mondo. Martedì 13 dicembre, alle ore 18, proiezione del documentario «La nascita dell'arcipelago» (Italia, 2014, 52'), prima puntata della serie Dolomit montagne-uomini-storie. Mercoledì 14 dicembre, alle 18, inaugurazione dello Spazio Alpino Sat e del Laboratorio Alpino e delle Dolomit Bene Unesco. Ai salut delle autorità farà seguito la proiezione del documentario di Alessandro Filippi «Citadini delle Dolomit» (Italia, 2016, 40'). Il giovane regista, in collaborazione con la Biblioteca della Montagna-Sat, ha realizzato più di cento interviste per svelare il rapporto che l'amante della montagna, ma anche il citadino qualunque, ha con questo patrimonio naturale e culturale. La cornice è costtuita da una riletura della celebre leggenda di Karl Felix Wolf sui Mont Pallidi, condita con ballet e musiche classiche e moderne, flm di famiglia, spetacolari riprese aeree ecc. Giovedì 15 dicembre, alle 18, proiezione del documentario «Dalla scoperta alla conquista» (Italia, 2014, 52') e venerdì 16 dicembre, alle ore 18, di «Il fascino del sublime» (Italia, 2014, 52'). Dalle 16 alle 18 «Mi piace flmare la montagna» con la proiezione del documentario «Alta scuola» di Michele Trentni, con la presenza dell'autore e dei maestri Alberto Delpero e Tommasino Andreata. Martedì 20 dicembre, alle 18, la proiezione del documentario «L'ambiente naturale e la sua tutela» (Italia, 2014, 52') e mercoledì 21 dicembre, alle ore 18, proiezione del documentario «Gli abitant dell'arcipelago» (Italia, 2014, 52'). Giovedì 22 dicembre, sempre alle 18, il sesto documentario della serie, «Dal passato al futuro» (Italia, 2014, 52'). Gli appuntament proseguiranno nel 2017: giovedì 12 gennaio, alle ore 18, proiezione del flm «La montagna che esplode» (Italia, 2006, 52') di Gillian Hazell e Marco Rosi, sulla bataglia per il controllo del Lagazuoi nella Prima guerra mondiale. Dalle ore 16 alle ore 18 «Mi piace disegnare la montagna» con l'illustrazione dell'albo Montanas di Maddalena Matosoper (per bambini dai 5 ai 10 anni). Lunedì 16 gennaio, alle 18, la proiezione del flm «In motocicleta sulle Dolomit» (Austria, 1926, 46') e mercoledì 18 gennaio, alle 18, del flm «Der Zinnenmann» di Christoph Hainz (Italia, 2014, 40') sulla salita della parete nord della Cima Grande di Lavaredo compiuta da Heinz, senza corda e in libera totale, in 48 minut. Film in versione originale con sotottoli. Giovedì 19 gennaio, alle 18, proiezione del flm «Das Berg des Schiksal» , «La montagna del destno» di Arnold Fanck (Germania, 1924, 87'), e dalle ore 16 alle ore 18 «Com'è fato un libro di montagna» . Lunedì 23 gennaio, alle ore 18, il flm «Alpi» di Armin Linke (Germania, 2011, 60') e martedì 24 gennaio, sempre alle 18, «Das blaue Licht» , «La bella maledeta» di Leni Riefenstahl (Germania, 1932, 86'). Giovedì 26 gennaio, alle 17.30, inaugurazione della mostra temporanea «La fuitazione del legname nei disegni di Roswita Asche» , che rimarrà aperta fno al 24 febbraio, dal lunedì al venerdì, ore 14-18. Per informazioni: Biblioteca della Montagna-Sat. tel. 0461-980211; il programma completo è sul sito www.sat.tn.it

6 Rassegna stampa - Dicembre 2016

Ritene di avere delle possibilità contro il candidato indicato dal comune di Primiero? «Penso di sì: in 15 anni di lavoro ho raccolto stma e simpate personali oltre ad un sostegno politco trasversale, che viene dall'avere sempre pensato al Parco in termini complessivi e dall'essermi impegnato perché le legitme aspirazioni dei territori ed i diversi interessi potessero trovare una sintesi costrutva. il marchio dispregiatvo di "ambientalista" che mi è stato appiccicato agli esordi è stato senz'altro origine di vet e inimicizie, ma penso di aver dimostrato equilibrio e spinta propositva».

Un riassunto del suo programma?

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«Il Parco in questo momento è per cert versi un'anatra zoppa, perché nel tempo ha perso buona parte delle risorse per gli investment, che si sono spostat sulle Ret di riserve, per cui si sono mobilitat territori prima meno considerat nel sistema delle Aree protete. Va recuperata e favorita una presenza proatva del Parco nelle comunità locali, data atuazione alle previsioni della Cets, intercetate come già si sta facendo tute le font di fnanziamento europee e assunta una posizione di leadership territoriale nella promozione delle Dolomit patrimonio Unesco. Con un bilancio sempre più risicato, come pensa di fare? «Serve un po' di creatvità: sfondare qualche muro di consuetudine, uscire dai confni geografci e burocratci del Parco, rinforzando la Rassegna stampa - Dicembre 2016

MANUELA CREPAZ

Parco, Daniele Gubert si ricandida

Quali le motvazioni per la ricandidatura?

«C'è una situazione di monopolio da parte del nuovo comune di Primiero San Martno che ha occupato quasi tute le caselle con la forza dei propri numeri. Il sindaco di Imèr ha proposto la mia candidatura, rappresentando una voglia di protagonismo propositvo anche da parte degli altri comuni fnora sempre esclusi dalla presidenza.

Mercoledì,PRIMIERO al Comitato di gestone del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martno è arrivata la proposta di un ulteriore candidato alla presidenza dell'ente, dopo quella di Silvio Grisoto. È quella di Daniele Gubert , già candidato nel 2010.

L'Adige | 02 Dicembre 2016

«La mia passione per il Parco ha radici lontane. Sono stato nominato nel Comitato di gestone dalla minoranza di Tonadico. Nei primi anni 2000 ho dedicato anima e corpo alla difesa dei valori fondant dell'ente, messi a dura prova da proget infrastruturali molto impatant, come il campo da golf in Val Canali e la funivia sopra i laghet di Colbricón. Senza falsa modesta, penso di avere maturato sufciente esperienza e visione per assumere una responsabilità più grande». Ci sono anche motvazioni politche?

«Lui ha un otmo proflo tecnico, ma nessuna esperienza politco-amministratva ed una legitmazione indireta, nel senso che non si è mai sporcato le mani davvero».

Laboratorio alpino e delle Dolomit

costellazione di partner che aiutno nel "fare", afdando a sogget esterni alcune gestoni e ofrire servizi a valore aggiunto metendo a fruto l'alta professionalità del personale interno. Si pensi alle opportunità dei bandi Leader o alla collaborazione con l'Ecomuseo del Vanoi (di cui Daniele Gubert è presidente, ndr) e le atvità sul Sentero etnografco di Canal San Bovo». Comunque vadano le cose, lei rimarrà in giunta. È pronto a lavorare con il suo "avversario"?

«Potremo senz'altro collaborare perché c'è buona afnità di pensiero. Oltre questo però c'è la prassi: è necessario resttuire protagonismo a tut gli organi del Parco, delegando competenze agli assessori (ora ratfcano decisioni spesso già confezionate dai due diretori e dal presidente) e al Comitato di gestone. Si dovranno riatvare le commissioni interne, quella faunistca e quella di programmazione e ricerca. Vedrei bene inoltre la convocazione degli organi anche fuori dalla sede tradizionale, che sia a Canal San Bovo, in Fiemme o in Fassa». Ma che ne pensa di Silvio Grisoto presidente?

8 Rassegna stampa - Dicembre 2016

LaTRENTOSatha recentemente frmato una convenzione con la Provinciadi Trento, Fondazione Dolomit Unesco, Trento Film Festval, Tsm/step e Muse, che riconosce la «Biblioteca della Montagna-Sat» quale depositaria del Fondo librario e documentale dedicato alle Dolomit-bene Unesco e luogo ove ha sede e si svolge il Laboratorio Alpino e delle Dolomit Bene Unesco. Su questa base la Sat promuove la prima edizione del Laboratorio Alpino e delle Dolomit Bene Unesco, che si terrà presso la Casa della Sat a partre dal 2 dicembre. Questa iniziatva è rivolta a tut ed è gratuita; in sostanza si trata di una fnestra dolomitca sulla cità di Trento, che ofre la possibilità di partecipare a svariate atvità: visita di esposizioni temporanee, proiezione di flm e documentari (introdot da testmoni), laboratori per bambini, famiglie e adult, reading ecc. A corollario delle varie atvità nell’atrio della Casa della Sat è stato posto un totem interatvo, grazie al quale chiunque ha la possibilità di ricevere informazioni sul calendario delle iniziatve, vedere flm, otenere informazioni sulle Dolomit e molto altro ancora. La biblioteca conserva anche un Fondo librario e documentale dedicato alle Dolomit-bene Unesco, con migliaia di libri e document, nonché un Archivio storico ricco di 80mila immagini e decine di migliaia di document. Il primo appuntamento oggi pomeriggio alle 18: la proiezione del flm «Montagne in famme» di Luis Trenker (Germania, 1931, 95’). Presentazione di Giuseppe Ferrandi. Sempre all’interno dello Spazio Alpino alle 17.30 sarà inaugurata la mostra Myl-Meet Your Landascape. (ma.be.)

Trentno | 2 Dicembre 2016

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Trentno | 2 Dicembre 2016

è un rebus ma la sintesi per identifcare la “regione dolomitica” vale a dire i 9 sistemi dolomitici che l’UNESCO ha decretato patrimonio dell’Umanità. Per uno, in quanto le Dolomiti non vanno viste come le Dolomiti del Trentino o dell’Alto Adige, non come nove sistemi ma come Dolomiti, “regione”, una, appunto. Con questo titolo, il prossimo 3 dicembre a Moena ci sarà una sorta di conferenza-spettacolo dove con interviste, video, musiche sarà presentato il Bene Naturale che tutto il mondo ci invidia. L’appuntamento è al Teatro Navalge alle 20 e 30. Gli organizzatori, Fondazione Dolomiti e Rete Riserve della Val di Fassa, stanno lavorando in sinergia con molta determinazione. Da quel che abbiamo potuto capire pare si voglia usare una modalità più efcace della consueta comunicazione. «In val di Fassa, per esempio, sono in pochi a conoscere veramente il ruolo della Fondazione, per non parlare dei due criteri con i quali le dolomiti sono entrate a far parte della Lista dei beni Naturali», dicono alcuni amministratori della Val di Fassa. Sarà per questo che la Rete delle Riserve, che fa capo al Comun General de Fascia (la Comunità di Valle locale), ha deciso di passare come si suol dire “dal dire al 9 Rassegna stampa - Dicembre 2016

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La conferenza spetacolo sulle Dolomit UNESCO di Delia 9x1=Dolomiti,MOENALorenzinon

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2016 L'Adige | 03 Dicembre 2016 10 Rassegna stampa - Dicembre 2016

fare”. La direttrice della Fondazione Marcella Morandini, che lavora da quasi un triennio per costruire reti di collaborazioni costruttive efcaci ha preso la palla al balzo e, detto fatto, lei e Mara Nemela della Rete Riserve Val di Fassa, sono passati dalla teoria ai fatti. Dunque domani, in piccolo anticipo sull’inizio della stagione invernale sul palco del Navalge, oltre ai tradizionali saluti dei padroni di casa (Il sindaco Edoardo Felicetti, l’assessore regionale alle minoranze linguiste Giuseppe Detomas, il presidente Rete delle Riserve Riccardo Franceschetti, la procuradora Comun general dei Fascia Elena Testor), arriverà dal Friuli Venezia Giulia la presidente della Fondazione Dolomiti Maria Grazia Santoro e con lei il vicepresidente Mauro Gilmozzi che è, anche, assessore all’ambiente della Provincia autonoma di Trento, nonché - dicono i ben informati - il vero regista del riconoscimento UNESCO. La parte centrale dello spettacolo sarà animata da Cesare Micheletti e Piero Gianolla, illuminato architetto del paesaggio il primo, geologo di spessore, il secondo: insieme, i costruttori (veri), dell’iter di candidatura, coloro che hanno fatto emergere nella loro limpidità i due criteri che poi, l’UNESCO, ha riconosciuto come eccezionali: la straordinaria importanza scientifca per la storia della Terra e l’eccezionale bellezza paesaggistica del territorio dolomitico. Sul palco anche Giacobbe Zortea amministratore del Primiero e presidente del Parco Paneveggio Pale di San Martino. Vale la pena, a questo proposito, ricordare che i Parchi delle Dolomiti sono, insieme agli abitanti, i veri guardiani del territorio UNESCO. Ci sarà anche Cesare Lasen, botanico soprafne, che la Fondazione ha voluto nel suo comitato scientifco. E, ancora, Andrea Omizzolo, ricercatore all’Accademia Europea di Bolzano - EURAC - che ha contribuito signifcativamente a “fotografare” il territorio dolomitico con studi e analisi approfondite. Ci saranno gli alpinisti Marika Favé e Bruno Pederiva e, ancora, gli imprenditori Sandro Lazzari, presidente Dolomiti Superski e Roberta Silva, gestrice del Rifugio Roda de Vael. E’ probabile che la mobilità sui passi dolomitici sarà argomento di discussione e questo giornale, che tanto si è speso afnché i lettori potessero farsi una loro opinione, potrà avere soddisfazione del lavoro cominciato. Ci sarà una cantante, Laura Bazzanella (i suoi interventi sono ancora top secret), due i conduttori, i giornalisti Rosario Fichera e Fausta Slanzi. Pare che il fnale sia a sorpresa con “efetti speciali” per connotare le Dolomiti come patrimonio davvero di tutti. L’ingresso, naturalmente è libero e aperto a tutti: ladini, fassani, trentini, altoatesini, veneti, friulani, italiani e stranieri tutti coloro che amano le Dolomiti, si sentono parte di esse e hanno a cuore il loro destino nel futuro. E, chissà che 9x1=Dolomiti non diventi un mantra per gli abitanti delle Dolomiti, in primis e per tutti coloro che le amano. Chissà che le comunità locali delle province di Belluno, Bolzano, Pordenone Trento e Udine -metabolizzando il valore aggiunto del riconoscimento UNESCO - non imparino e/o incentivino le collaborazione per lavorare insieme al fne di creare nuovo futuro al Bene Naturale Dolomiti. DICEMBRE

Trentno | 03 Dicembre 2016 11 Rassegna stampa - Dicembre 2016

Il valore mondiale delle Dolomit in una conferenza-spetacolo NoveMOENAsistemi, un unico Bene patrimonio dell'Umanità. La Fondazione Dolomit Unesco organizza, in collaborazione con il Comun General de Fascia-Rete delle Riserve e il sostegno di altri partner, fra cui la Provincia autonoma di Trento, una serata-evento con protagonist gli abitant delle Dolomit, inttolata «9 x 1= Dolomit». L'appuntamento è per questa sera al teatro Navalge di Moena, alle 20.30.

Sul palco ci saranno l'architeto Cesare Michelet e il geologo Piero Gianolla, consulent scientfci della Fondazione, Giacobbe Zortea, presidente del Parco Paneveggio Pale di San Martno, Cesare Lasen del comitato scientfco della Fondazione, Andrea Omizzolo, ricercatore Eurac, gli alpinist fassani Marika Favé e Bruno Pederiva e Sandro Lazzeri, presidente del Dolomit Superski. Accanto agli intervent di quest ospit, anche quelli dei rappresentant isttuzionali fassani e della Provincia autonoma.

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Lo spetacolo presenterà un format nuovo, frizzante e dal ritmo incalzante per raccontare le nove isole che compongono l'arcipelago fossile Dolomit. Intervalli con musica d'autore, immagini mozzafato, testmonianze direte e intermezzi video si alterneranno sul palco per un viaggio nel tempo e nello spazio condoto da Fausta Slanzi e da Rosario Fichera. Punt di vista diferent, persone in dialogo atorno al valore del riconoscimento Dolomit Unesco: la geologia, il setore imprenditoriale, quello turistco, l'alpinismo, l'economia. A tut è richiesto un intervento di pochi minut incentrato su come sia possibile valorizzare nella quotdianità e nel prossimo futuro il prestgioso riconoscimento Unesco.

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“9X1=Dolomit”: conferenza show con il sigillo UNESCO

LaMOENAmatematca non è un’opinione stando a “9x1 = Dolomit”, ovvero il ttolo della conferenza spetacolo proposta stasera alle 20.30 al teatro Navalge dalla Fondazione Dolomit Unesco, in collaborazione con il Comun General de Fascia -Rete delle Riserve. Una grande serata con protagonist gli abitant delle Dolomit, patrimonio dell’umanità e bene complesso, sia dal punto di vista geografco sia amministratvo, composto appunto da 9 sistemi su un territorio di 142 mila ha esteso in 5 province e 3 regioni. Un arcipelago fossile di nove isole che producono appunto un unico risultato: le Dolomit. La serata è organizzata con un format nuovo dal ritmo incalzante: intervalli con musica d’autore, immagini mozzafato, testmonianze direte e intermezzi video, si alterneranno sul palco per un viaggio nel tempo e nello spazio, guidat dai giornalist Fausta Slanzi e da Rosario Fichera. Punt di vista diferent dialogheranno atorno al valore del riconoscimento Dolomit Unesco: la geologia, il setore imprenditoriale, il setore turistco, l’alpinismo. Per tut pochi minut per raccontare come sia possibile valorizzare nella quotdianità e nel prossimo futuro il prestgioso riconoscimento Unesco. Apriranno questo inedito viaggio nelle Dolomit la Presidente della Fondazione Dolomit Unesco Mariagrazia Santoro, assessore della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, e il vicepresidente Mauro Gilmozzi, assessore provinciale all’ambiente. Sono annunciat intervent della cantante Laura Bazzanella, del sindaco di Moena Edoardo Felicet, dell’assessore regionale Giuseppe Detomas, di Riccardo Franceschet presidente della Rete riserve val di Fassa, della procuradora Elena Testor, dell’architeto Cesare Michelet e del geologo Piero Gianolla, Giacobbe Zortea presidente del Parco di Paneveggio, Cesare Lasen della Fondazione Unesco, Andrea Omizzolo ricercatore dell’Eurac, degli alpinist Marika Favè e Bruno Pederiva e del presidente di Dolomit superski Sandro Lazzari. Saranno dunque gli abitant delle Dolomit i 12 Rassegna stampa - Dicembre 2016

protagonist della serata, i veri atori del riconoscimento Unesco. Sono annunciate anche delle sorprese e rifessioni inedite. L’idea di questa serata di parole, musica, video dedicata al bene naturale che tuto il mondo ci invidia è di Marcella Morandini, diretrice della Fondazione Dolomit Unesco e della fassana Mara Nemela. (f.m.)

Corriere delle Alpi | 04 Dicembre 2016

Via alla commissione aperta sulle chiusure dei passi

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IlLIVINALLONGOComunediCanazei ha promosso una commissione consigliare, aperta anche agli operatori turistci dei Passi, fra i quali Osvaldo Finazzer, per accompagnare il provvedimento di chiusura per 10 giornate, l’estate prossima, del passo Sella. «È un’atenzione verso la provincia di Belluno e il Veneto, con i quali vogliamo collaborare», spiega il sindaco fassano Silvano Parmesani. La commissione ha il compito di “correggere” eventuali misure di Trento e Bolzano che possano portar danno agli albergatori e ai ristoratori dei passi dolomitci. «Se verifcheremo che le conseguenze saranno negatve per la provincia di Belluno e per il Veneto - antcipa Parmesani13 Rassegna stampa - Dicembre 2016

04 DICEMBRE 2016

06 DICEMBRE 2016 Trentno | 06

teatro Navalge ha ricordato sabato sera, al buon pubblico accorso per scoprire cosa potesse ofrire una conferenza-spetacolo dal ttolo “9x1 = Dolomit” (da un’idea della diretrice della Fondazione Dolomit Unesco, la predazzana Marcella Morandini), il clima delle bellissime cime che si sono alternate sullo schermo del teatro moenese con i numerosi ospit salit sul palco e giunt dal Trentno-Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia, salutat dal sindaco Edoardo Felicet. 3 regioni, 5 province e 9 “isole” coinvolte in un unico progeto che, come ha sotolineato la presidente della Fondazione Maria Grazia Santoro, non ha un compito facile: «Metere assieme le diverse identtà è una sfda culturale - ha deto - perché fare rete è il contrario di fare front oppost in un’otca non di predominanza, ma di collaborazione». Ma se è difcile far convivere 9 sistemi, 9 territori, potrebbe essere ancor più difcile (qui sta la sfda culturale) far convivere le isole d’interesse che potrebbero collidere e che si sono intuite o delineate nei diversi intervent: il paesaggio (l’architeto Cesare Michelet), la geologia (il diretore del Museo geologico di Predazzo Marco Avanzini e Piero Gianolla dell’Università di Ferrara) l’approccio biologico/protezionista (i 14 Rassegna stampa - Dicembre 2016

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Le Dolomit tentano di “fare rete” di Francesco Morandini IlMOENAgelodel

non perderemo un minuto a far convocare anche Belluno e Venezia al tavolo interprovinciale». Parmesani ricorda che al momento il passo interessato alle chiusure parziali di trafco privato è quello del sella, al confne tra Bolzano e Trento. Ma secondo Finazzer, coordinatore del Comitato degli operatori turistci, «è evidente che le conseguenze negatve si riveresanno anche sugli altri valichi, a cominciare appunto dal Pordoi». (fdm) Dicembre

president dei parchi delle Dolomit bellunesi Cesare Lasen e di Paneveggio Pale di S. Martno, Giacobbe Zortea) le associazioni alpinistche Cai e Sat, le guide alpine, gli alpinist/escursionist e i fruitori della montagna (la rifugista della Roda de Vael Roberta Silva, e le guide alpine Marika Favè e Bruno Pederiva). E sopratuto l’economia (il presidente del Superski Sandro Lazzari e l’albergatore-maestro di sci friulano Andrea Cella). Non ultma la politca, rappresentata dal vicepresidente della Fondazione e assessore provinciale Mauro Gilmozzi, investto del problema dei passi dolomitci («favorire studi sul turismo e la mobilità sostenibile») e da Giuseppe Detomas («lavorare per riconoscere la lingua ladina»), mentre, per la procuradora Elena Testor, la «Cordanza per l patrimonie naturèl de Fascia» l’unica rete delle riserve che è stretamente legata alla Fondazione, come ha sotolineato il suo presidente Riccardo Franceschet, «deve rappresentare una sentnella delle Dolomit». Il ricco parterre non ha permesso un approfondimento tale da consentre che la serata, condota con una certa enfasi, ma abilmente, da Fausta Slanzi e Rosario Fichera, andasse oltre il taglio celebratvo, con quel tanto di autoreferenzialità da renderla un’occasione per creare coesione, sensibilizzare la popolazione e far capire che non si potrà fare a meno, in futuro, della Fondazione e dei suoi partner, come le ret delle riserve, nel dibatto sulle scelte strategiche da adotare nell’area dolomitca. In questa grande famiglia, non solo dovranno convivere fratelli più ricchi con quelli più poveri (come consapevolmente sono le Dolomit friulane), ma anche i fratelli maggiori (le Dolomit setentrionali) con il piccolo Bleterbach. Peccato per quei due fgli non riconosciut da questo bene seriale, Sassolungo e Sella, il che a molt, nonostante le spiegazioni, resta ancora incomprensibile. Ci sarà da lavorare anche per creare consapevolezza nelle nuove generazioni, come in quei due ragazzi, fra i 9 salit sul palco in maglieta arancione a rappresentare i sistemi dolomitci, che sembravano quasi ignari della stessa esistenza di questo straordinario arcipelago fossile. E lo spetacolo? Sarebbero bastate le montagne, ma è stato aggiunto anche un po’ di Zucchero, di Michael Jackson e di Aretha Franklin, con la voce di Laura Bazzanella.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Trentno | 06 Dicembre 2016 15 Rassegna stampa - Dicembre 2016

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Il Gazzetno | 06 Dicembre 2016

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IscrizioniTRENTO

in scadenza al 7 dicembre al Master «World Natural Heritage Menagement», destnato a funzionari, studiosi e professionist di isttuzioni ed organizzazioni pubbliche e private; manager e laureat in possesso di almeno una laurea triennale. Per il Master le cui selezioni saranno il 13 e 14 dicembre, sono disponibili 5 borse di studio e si artcolerà su 320 ore in aula e viaggio studio; 360 di stage e project work. L'obietvo è formare i partecipant nella gestone dei proget sulla tutela e valorizzazione dei beni naturali Unesco. Info: 0461-020060 o step@tsm.tn.it oppure www.tsm.tn.it (d.p.)

Iscrizioni in scadenza per il master sui beni naturali

UnBELLUNOsitoridisegnato, appena messo on line. Una serie di nuovi dépliant, azioni portate avant in prima persona, altre da ent pubblici e sogget privat, un impegno costante per gestre e mantenere le proprietà e i sit, una promozione con le scuole che va avant da 20 anni e contnua a raccogliere adesioni e successi. È stato un 2016 ricco di azioni, quelle che il Parco delle Dolomit Bellunesi ha realizzato nel corso degli ultmi dodici mesi. E che ieri sera Antonio Andrich, diretore dell'ente Parco, ha presentato nella sede del Museo naturalistco, proprietà dello stesso Parco, in piazza Piloni, nel corso della Giornata della trasparenza e del Forum della Carta europea per il turismo sostenibile (Cets).Il sito web (www.dolomitpark.it) è il rifacimento del precedente dedicato all'atvità del Parco. Ora si presenta ai visitatori in una veste completamente nuova, sopratuto perché realizzato con la tecnologia del design responsivo che consente al sito di adatarsi grafcamente, reimpaginandosi in maniera automatca e immediata al dispositvo con il quale viene visualizzato. In precedenza esso era stato realizzato per essere leto da computer, adesso invece si adata anche a tablet e smartphone, riducendo la necessità di ridimensionare e scorrere i contenut. Oltre alla veste grafca e alla sua fruibilità, il sito è stato anche arricchito e aggiornato nei contenut, completamente riorganizzat per essere più facilmente consultabili.Sei i nuovi depliant: uno più generale inttolato «Un parco patrimonio dell'umanità»; tre di itnerari nel Parco divisi in ciascuno dei tre setori (est, centrale e orientale) in cui è stata divisa l'area, con percorsi nuovi, ad anello, facilmente percorribili anche dai meno espert; un quinto dedicato a percorsi in bicicleta e infne un sesto riservato al Museo naturalistco di piazza Piloni. In quest'ultmo, già dotato dell'erbario fruto delle ricerche di Cesare Lasen con 2.500 esemplari, a breve confuiranno anche i due preziosi erbari di proprietà del Comune di Belluno: il Sandi della prima metà dell'Otocento, e il Caldart della metà del secolo scorso. Artcolate anche le opportunità per studiosi e student che potranno consultare l'intero museo grazie ai fogli d'erbario che sono stat scansionat e ora consultabili in due postazioni informatche.Ricchissima, infne, l'atvità cone le scuole: nel corso dell'anno scolastco 2015-16 il Parco ha realizzato 108 corsi e ha incontrato 2.529 student: la metà provenient da Comuni del Parco, ma per l'altro 50 per cento da 17 Rassegna stampa - Dicembre 2016

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Sito e depliant nuovi per valorizzare il Parco

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Corriere delle Alpi | 06 Dicembre 2016 22

Turismo accessibile si parte dal sito web e dalla senteristca

di Martna Reolon NuovoBELLUNOsito

fuori provincia (Treviso, Venezia, Padova, Vicenza e Verona) e anche dalla Francia. Fra gli ent pubblici che promuovono in prima persona azioni di turismo sostenibile, ci sono la Provincia, i Comuni di Feltre, Pedavena, Ponte nelle Alpi e Sedico. Giovanni Santn

internet, nuovi depliant, proget per un turismo “accessibile” e senza barriere. Queste alcune delle azioni che il Parco nazionale Dolomit Bellunesi ha inserito nel Piano quinquennale (2015-2019) per il turismo sostenibile. Un piano fruto di un lavoro di condivisione con il territorio e che mete insieme una trentna tra sogget pubblici e privat. Gli obietvi raggiunt in questo 2016 e quelli in programma per i prossimi anni sono stat illustrat ieri sera nella sede del Museo naturalistco del Parco in piazza Piloni, a Belluno, che ha ospitato la Giornata della trasparenza e l’annuale forum dei sogget aderent alla Cets, Carta europea del turismo sostenibile. «Come Parco abbiamo otenuto la Cets nel dicembre 2015, al termine di un percorso iniziato nel giugno 2014», ricorda il diretore, Antonio Andrich. «Atraverso numerosi incontri sul territorio con privat, imprenditori, associazioni, ent pubblici sono stat raccolt proget e proposte di tut gli operatori interessat. Le idee sono state trasformate in “schede azione”, che vanno a formare il Piano per il turismo sostenibile». E sono diversi i proget già realizzat dal Parco in quest’ambito. «Quest’estate abbiamo predisposto i nuovi depliant», fa presente Andrich. «Ci sono le traduzioni in lingua inglese e tedesca del depliant isttuzionale, ma anche tre novità sulla senteristca: il materiale informatvo è stato diviso tra zona est, centrale e ovest del Parco. In ognuno di quest tre nuovi depliant c’è una cartna con l’indicazione di alcuni anelli del territorio e, sul retro, una sintetca descrizione con tute le informazioni utli al turista: dai senteri tematci a quelli natura, 18 Rassegna stampa - Dicembre 2016

passando per i piccoli anelli a confne con l’area proteta, che il Parco aveva provveduto a sistemare in accordo con i Comuni». Non mancano, poi, il depliant dedicato al Museo naturalistco di Belluno e quello sui percorsi ciclabili a cavallo o all’interno della zona proteta. «L’uso della bici sui senteri del Parco è vietato», precisa Andrich, «e con questo nuovo materiale siamo andat a individuare i percorsi che invece sono apert ai cicloturist». L’altra novità, come si diceva, è il nuovo sito www.dolomitpark.it, realizzato con la tecnologia rwd (responsive web design), che è in grado di adatarsi grafcamente in modo automatco al dispositvo con il quale viene visualizzato. «L’obietvo è otmizzare la consultazione del sito anche con tablet e smartphone», sotolinea il diretore. Il nuovo portale è già visibile in rete da qualche giorno. Questo rifacimento lo rende molto più accessibile e ne migliora la fruibilità. «Il nuovo portale dolomitpark.it è stato anche arricchito e aggiornato nei contenut, completamente riorganizzat per poter essere più facilmente consultabili», aggiunge Andrich. «Il Parco Dolomit Bellunesi è stato il primo in Italia a dotarsi di un sito internet. Questo rifacimento ci consente di restare al passo con le velocissime trasformazioni del web». Ma sono anche altre le azioni messe in campo dal Parco: «In collaborazione con il Circuito Qualità Artgianale stamo partecipando ad alcune fere e abbiamo messo in piedi una collaborazione con Aipd e Assi sulla accessibilità».

Corriere delle Alpi | 06 Dicembre 2016

19 Rassegna stampa - Dicembre 2016

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Una giornata dedicata al futuro delle Dolomit

IlVALLECadore

Corriere delle Alpi | 06 Dicembre 2016 sul Col Quaternà, giovedì la presentazione

p. 39 Documentario

20 Rassegna stampa - Dicembre 2016

dedica una giornata alle sue montagne con appuntamento fssato per sabato, ventquatr'ore in antcipo rispeto alla giornata internazionale della montagna che quest'anno si celebra domenica 11 dicembre. L'occasione riunirà tut i protagonist della montagna cadorina, convocat dalla Magnifca. Si parlerà dei problemi che atanagliano il setore e delle strategie da intraprendere, sia per quanto riguarda la stagione invernale e sia per quella estva. L'incontro si terrà al centro polifunzionale La Tappa di Valle a partre dalle 15 con il programma che inizialmente dedicherà spazio a rifugi e senteri. Nell'occasione saranno presentat i fnanziament fnalizzat all'apertura invernale dei rifugi ed alla loro messa in sicurezza. Important novità sono atese anche sul fronte della manutenzione dei senteri. Proget e provvediment saranno illustrat dal consigliere del Cai nazionale Emilio Bertan e dal presidente del Gal Alto Bellunese Mimmo Da Deppo. «Le sezioni Cai del Veneto, sia di montagna esia di pianura, dovranno lavorare l'una al fanco dell'altro per la gestone unitaria dei senteri». dice Emilio Bertan che antcipa così l'appello che rivolgerà sabato ai partecipant dell'incontro in Cadore. Seguirà la presentazione delle iniziatve ludico sportve in calendario per l'inverno e delle novità escursionistche e alpinistche per la prossima estate. L'evento, denominato Cadore Dolomit in festa, aprirà la stagione del “Cadore regno delle ciaspe”, che quest'anno aggiunge agli ormai tradizionali itnerari che conducono ai rifugi alpini apert d'inverno anche una serie di percorsi di fondovalle che saranno gestt, per quanto riguarda la battura della neve e la manutenzione, dalle Um Val Boite, Centro Cadore e Val Comelico – Sappada.

IlAURONZOteatroKursaal di Auronzo ospiterà l'anteprima dell'ultma fatca di Giovanni Carraro che giovedì alle 21 presenterà due documentari: “Col Quaternà - Il vulcano delle Dolomit” e “Il sentero Olivato al Miaron”. Il videomaker “più famoso del Triveneto”, nato a Pieve ma residente in provincia di Treviso, si appresta a riabbracciare il pubblico più amato per proporre un lavoro tanto certosino quanto emozionante, portato a termine grazie al supporto del fdo Andrea Cecchella. «La parte più emozionante», dice, «riguarda Papa Giovanni Paolo II che il 13 luglio del 1987 salì fno in cima al Quaternà, lasciando la propria frma sul libro di veta. Quel documento è presente nel video, accompagnato dal ricordo di monsignor Zanderigo, arciprete del duomo di Belluno che quel giorno, casualmente, incrociò il Papa lungo il sentero. Fu un momento emozionante perché del tuto inaspetato. Presto si sparse la voce che il Papa era in Comelico e la popolazione accorse sul posto. Fu una grande festa». Monsignor Zanderigo sarà presente al Kursaal di Auronzo al fanco di Carraro, il “mentore” Cecchella e altri ospit important: «Un'altra fgura di rilievo è il giovane geologo Gianluca Piccin», prosegue Carraro, «toccherà a lui raccontare le origini del Col Quaternà, che rappresenta un'anomalia per il territorio. Avrei voluto rinominarlo il Vesuvio delle Dolomit ma a qualcuno non è piaciuto». Da Piccin ad Achille Carbogno, “una miniera di informazioni”, che avrà il compito di spiegare il toponimo Col Quaternà: «Che presenta un errore», antcipa Carraro, «perché la defnizione Quaternà comprende già al suo interno la parola Col. Col Quaternà è un raforzatvo, è come dire Col Col Quaternà». Tra gli ospit della serata fgura anche il presidente della Fondazione Dolomit Unesco Marcella Morandini: «Questo è un partcolare che mi emoziona tantssimo» conclude Carraro, «perché rappresenta la consacrazione del mio percorso di crescita in questo setore dei video escursionistci dedicat alla montagna. Partre da zero e ritrovarsi ad essere benedet dalla Fondazione Dolomit Unesco è qualcosa di straordinario. È la sublimazione di una grande passione». Giovanni Carraro conclude spiegando i motvi che si celano dietro la serata di Auronzo datata 8 dicembre: "C'è voglia di fare festa in un clima allegro e gioviale ma sopratuto c'è la voglia di portare un reale benefcio ai territori di montagna, sopratuto soto il proflo stretamente turistco. Col Quaternà è uno dei post più belli di tute le Dolomit».(dierre)

07 DICEMBRE 2016 Il Gazzetno | 07 Dicembre 2016 21 Rassegna stampa - Dicembre 2016

Nel vulcano spento del Col Quaternà

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Met le montagne del Comelico. Aggiungici un videomaker, di origini cadorine, che è escursionista e scritore. Più uno storico incontro tra monsignor Atlio Zanderigo Jona e papa Giovanni Paolo II. E nel centro del cerchio un vulcano spento delle Dolomit, rarità geologica. Ecco che il nuovo documentario di Giovanni Carraro Col Quaternà, il vulcano delle Dolomit non potrà che essere una nuova perla tra i vari ciack del regista che spesso si accompagna in montagna ad Andrea Cecchella, giornalista di TeleBelluno. Saranno insieme anche per questa prima assoluta al Teatro Kursaal di Auronzo, domani alle 21, grazie all'organizzazione di Consorzio turistco AuronzoMisurina, in collaborazione con Fondazione Dolomit Unesco e Tatana Pais Becher. Sugli schermi verrà proietato, oltre al lavoro sul Quaternà, anche il cortometraggio La ferrata Olivato al Miaron, già apprezzato alla rassegna Oltre le Vete. «Immagini, parole e musica non saranno però i soli protagonist di una serata che ha tute le carateristche per diventare di più di una semplice presentazione - precisa Tatana Pais si ascolteranno le voci di alcuni dei protagonist della storia di quest luoghi». Ad afancare Carraro e Cecchella arriveranno le testmonianze e i comment di ospit d'eccezione. A cominciare dalla diretrice della Fondazione Dolomit Unesco, Marcella Morandini. Il centro della proiezione Vulcano delle Dolomit diventa allora occasione per una dedica al pontefce che tanto amava le vete e i boschi del Cadore e del Comelico: ecco, quindi, la fgura di Papa Giovanni Paolo II, le cui escursioni sulle cime del Comelico verranno narrate da una voce singolare come quella di Atlio Zanderigo Jona, parroco del duomo di Belluno, che il 13 luglio 1987 incontrò il Papa in discesa dal Quaternà. Lo storico Achille Carbogno, già sindaco di Comelico Superiore e past president del Cai Val Comelico, illustrerà, quindi, l'importanza strategica di queste vete di confne e la realizzazione della muraglia fortfcata del Vallo Litorio. «Ma non è fnita qui è l'antcipazione di Pais Becher - perché un altro esperto, Giovanni De Donà, rievocherà vicende e memorie della Grande Guerra, mentre il geologo di Dolomit Project, Gianluca Piccin, esporrà le peculiarità geologiche del Quaternà». L'incontro ha il patrocinio di tre sezioni Cai del Cadore, Auronzo, Val Comelico e Lorenzago, i cui president saranno present in sala. Daniela De Donà

22 Rassegna stampa - Dicembre 2016

08 DICEMBRE 2016

L'Adige

i social network? Lo ama fare anche il Parco Dolomit Friulane che negli ultmi anni ha creato una Parcommunity di appassionat di montagna e web che amano condividere le loro foto atraverso i canali social. Un successo che ormai ha raggiunto numero ragguardevoli in un mondo dove i like danno la misura della popolarità di una proposta o di un luogo. Da poco sono partt anche alcuni contest sulla piataforma Instagram che sono stat subito molto seguit dagli utent che hanno partecipato numerosi per aggiudicarsi un premio partcolare: una powerbank cioè un carica bateria portatle di riserva, per gli smartphone in modo da non rimanere mai senza ricarica nemmeno lontano da casa o nel corso di qualche passeggiata o escursione. L'ultmo contest riguardava la giornata di playparco ad Andreis ed è stato vinto da una foto postata su Instagram che ha raggiunto ben 392 like. Impressionant i numeri dei seguaci che fanno parte della Parcommunity del Parco Dolomit Friulane: quelli di Facebook.com/dolomitfriulane sono ben 21.289; su Instagram.com/dolomitfriulane ci sono 1.841 iscrit, mentre i follower di Twiter.com/parcoDF sono già 1.082. Insomma il parco ha i suoi estmatori in rete. © riproduzione riservata 10 DICEMBRE 2016 | 10 Dicembre 2016

23 Rassegna stampa - Dicembre 2016

GiocareCIMOLAIScon

Il Parco delle Dolomit trova gli amici in rete

Il Gazzetno | 08 Dicembre 2016

p. 11 ed. Pordenone

AllaCARISOLOCasadel Geopark c'è «DinoMit - retli fossili e dinosauri nelle Dolomit», la mostra dedicata al mondo dei dinosauri che nel periodo preistorico hanno popolato l'area dolomitca. Promossa dalla Fondazione Dolomit Unesco e dalla Rete del Patrimonio Geologico (Provincia di 24 Rassegna stampa - Dicembre 2016

I retli fossili i dinosauri in mostra alla casa Geopark

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Trento), realizzata dal Muse, sarà visitabile fno al 13 marzo 2017 e riunisce, per la prima volta, la maggior parte dei fossili più signifcatvi delle Dolomit: ritrovament, numerosi rest di piante fossili e un'incredibile varietà di molluschi, coralli e altri spetacolari organismi marini che hanno consentto la ricostruzione detagliata degli ambient di vita e dell'evoluzione del clima negli ultmi 300 milioni di anni, contribuendo a rendere le Dolomit un'area chiave per la comprensione dell'evoluzione della vita sulla Terra. La mostra si rivolge ad appassionat di scienze naturali e specialist, ma anche a famiglie con bambini e scolaresche. Chi visiterà la mostra potrà vedere repert di eccezionale importanza sia per bellezza che per signifcato scientfco e rarità, accompagnat da informazioni in tre lingue (italiano, tedesco e inglese) riguardant la storia dell'evoluzione dei retli, dalle prime tracce pervenute nelle Dolomit, risalent al CarboniferoPermiano, 300 milioni di anni fa fno alla scomparsa dei dinosauri alla fne del Cretacico 65 milioni di anni fa. La mostra sarà aperta al pubblico nei seguent giorni e orari: dall'8 all'11 dicembre dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19; dal 26 dicembre al 9 gennaio dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19; dal 13 gennaio al 13 marzo nei giorni dal venerdì al lunedì dalle 15 alle 19. Ingresso: 3 euro con visita anche della Casa Geopark.

ad Auronzo per il debuto del nuovo documentario "Col Quaternà, il vulcano delle Dolomit". Oltre trecento persone, accomunate dalla passione per la montagna, si sono lasciate coinvolgere dalle immagini del regista Giovanni Carraro e dagli inedit approfondiment culturali. E, guarda caso, ieri sera a Lorenzago Carraro ha ricevuto dal consiglio comunale e specifcatamente dal sindaco Mario Tremont la citadinanza onoraria. «È un oriundo che ci ha sempre onorato della sua presenza, ma anche dal suo sostegno» ha spiegato Tremont. Tornando ad Auronzo, oltre all'escursionismo, si è parlato di Grande Guerra ma anche del poco noto Vallo Alpino del Litorio voluto da Mussolini, della salita al Col Quaternà compiuta da Papa Giovanni Paolo II nel 1987, delle peculiarità geologiche di questa strana montagna e dell'atvità della Fondazione Dolomit Unesco. Andrea Cecchella, di Telebelluno, ha condoto la serata al Kursaal a fanco del suo ormai inseparabile compagno di escursioni Giovanni Carraro, scritore e regista, che 25 Rassegna stampa - Dicembre 2016

GrandeAURONZOsuccesso

Auronzo, ricordi e raccont sulle Dolomit

p.

Corriere delle Alpi | 10 Dicembre 2016 39

L'Adige | 11 Dicembre 2016

Almo Giambisi lascia la gestone del rifugio Antermoia, la strutura di proprietà della Società degli alpinist tridentni.

“Al rifugio Antermoia lascio il mio cuore”

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recentemente sta producendo, una dopo l'altra, pellicole il cui tema principale sono la montagna e la sua cultura. Molt gli ospit illustri che si sono avvicendat sul palcoscenico intervistat da Cecchella, arricchendo con curiosità e aneddot l'evento. Dopo il saluto del sindaco, Daniela Larese Filon, è intervenuta Tatana Pais Becher, organizzatrice della serata insieme al Consorzio Tre Cime Dolomit, che ha voluto ricordare al pubblico la giornata del 25 agosto 2009, quando la Val D'Ansiei fu per un giorno capitale delle Dolomit grazie al conferimento del sigillo di Patrimonio dell'Umanità. A seguire, gli intervent di Achille Carbogno, già sindaco di Comelico Superiore e past president del Cai Val Comelico, e di Giovanni De Donà. Momento toccante quello raccontato dal Mons. Atlio Zanderigo, sull'incontro con Wojtyla il 13 luglio 1987 ai piedi del Quaternà. Sono seguit Marcella Morandini, diretrice della Fondazione Dolomit Unesco, il presidente di Dolomit Project, Gianluca Piccin, alcuni rappresentant del Cai. L'evento si è concluso con la proiezione del secondo documentario di Carraro in programma, "Il Sentero Olivato al Miaron". (fdm)

La notzia è ufciosa e benché nell'aria da qualche tempo, nel mondo della montagna del Trentno, c'è un po' di rammarico. Sì perché Almo ha gestto quel rifugio per 27 anni imponendosi per il suo carisma, la sua semplicità e cordialità. Da tempo andava dicendo che si preparava a lasciare quel lavoro, ma tut pensavano volesse festeggiare lassù il suo otantesimo compleanno. Il forte Dicembre

RIFUGIO ANTERMOIA

2016

11 DICEMBRE 2016

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Sei più famoso come gestore che come alpinista.

Almo, da tempo dicevi di voler lasciare l'Antermoia, ma non ci aspetavamo volessi festeggiare lassù gli 80 anni.

Nel 1985 in compagnia di Sergio Martni, l'alpinista roveretano suo grande amico, e di un giovane Fabio Stedile scalò il Makalù, compiendo la prima salita italiana. Anche l'anno dopo, nel 1986 sempre con Martni e Fausto Destefani, Almo frmò la prima salita italiana all'Annapurna.

«Sono sempre stato per uno stle piutosto semplice ed essenziale nella mia vita e nella gestone. I tempi sono cambiat e il rinnovamento l'ho fato anch'io. Senza dubbio l'Antermoia oggi è più comodo, grazie alle moderne tecnologie, sia per i client, che per il gestore, ma io alla mia età (a febbraio faccio i 79) ho rifetuto molto. Alle soglie degli 80 anni credo sia la scelta migliore anche perché mia moglie non riesce a stare al rifugio, per seguire la mamma. All'Antermoia andrò ancora, ma come escursionista, perché è un luogo che amo e fa parte della mia vita e lo sarà per sempre».

alpinista fassano, che è guida alpina, ha 78 anni portat con ferezza, ma sopratuto con l'energia di un giovanoto.

Una umanità che ha mantenuto anche da alpinista, come quando a 8.200 metri sul K2 rinunciò a salire in veta per aiutare un alpinista in difcoltà. Giambisi ha una intensa atvità alpinistca in Dolomit, sulle Alpi e in tuto il mondo.

Hai passato lassù 27 estat e non solo.

Il mondo alpinistco che frequenta le Dolomit e in partcolare il Gruppo del Catnaccio, dove alla quota di 2.497 metri nei pressi dell'omonimo lago si trova il rifugio gestto per tant anni da Almo Giambisi e dalla moglie Fiorenza, perde un punto di riferimento. Il carisma di Almo Giambisi nel mondo dell'alpinismo è forte, non solo per la caratura delle sue imprese, ma per l'umanità che lo contraddistngue e ha sempre caraterizzato la sua gestone.

La sua ultma ascesa su di un otomila è stato lo Shisa Pangma, salito in compagnia di Angelo Giovanet e il compianto Oskar Piazza nel 1988. Uno stle riservato che sale le vete con un'etca che prevede il rispeto e atenzione agli uomini.

«Non ho ancora scrito la letera ufciale alla Sat, ma ho comunicato ufciosamente l'intenzione di lasciare la gestone del rifugio. Dal commento che ho fato a una foto pubblicata su Facebook molt si sono allarmat e mi hanno chiamato».

«Ho preso la gestone nel 1990, sono rimasto su, con mia moglie Fiorenza, buona parte della mia vita. Sì perché se è vero che la stagione dura dal 20 giugno al 20 setembre devi andar su prima possibile, quando va via la neve a preparare per l'apertura, poi dopo il 20 setembre se non si allungava di qualche giorno si rimaneva su a fare pulizia. E poi si andava a vedere, anche in altri periodi. Io l'ho defnita, mi perdoni la Sat, la mia casa, perché amo la montagna, quelle montagne e l'Antermoia in partcolare».

Corriere delle Alpi | 11 Dicembre 2016 27 Rassegna stampa - Dicembre 2016

«Ho fato l'alpinista per tant anni, anche adesso vado a scalare, ai livelli che la mia età mi consente, ma essendo all'Antermoia per molt anni sono più famoso come rifugista. Un po' mi spiace, perché credo di aver lasciato qualche traccia sulle vete». Lasci adesso che il rifugio è stato ristruturato ed è più comodo.

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Sempre meno risorse per senteri e rifugi di Gianluca De Rosa

IVALLEprotagonist della montagna cadorina si sono ritrovat a Valle per celebrare le Dolomit in un evento caraterizzato da un clima di festa ma anche di confronto. Soto la regìa della Magnifca hanno aderito all'invito tute le sezioni Cai i cui rappresentant, sedut l'uno al fanco dell'altro, hanno rinnovato l'intenzione di collaborare in maniera concreta per il bene delle montagne di casa in un'otca di sviluppo turistco. Sviluppo, per quanto riguarda il Centro Cadore, che ruota atorno all'oferta escursionistca. Per questo motvo i temi tanto scotant quanto atuali di Dolomit in festa sono stat senteri e rifugi. «La gestone della senteristca sul territorio veneto è sempre più difcile per la carenza cronica di risorse da impegnare», ha spiegato il consigliere nazionale del Cai Emilio Bertan, già presidente del Cai Veneto per sei anni, «la Regione Veneto ha disposto per quest’anno un contributo di duecentomila euro da destnare alla cura dei senteri. La metà di questa cifra è stata dedicata alle ferrate. Il Cai nazionale dal canto suo ha implementato la disponibilità economica con ulteriori 400mila euro; cifra che ridivisa tra tute le sezioni a livello nazionale è sicuramente piutosto limitata anche se in quest'otca va apprezzato lo sforzo sostenuto». Dai senteri ai rifugi: «Anche su questo fronte il sostegno soto forma di fnanziament non è mancato e non mancherà», prosegue Bertan, «anche se l'argomento rifugi oggi presenta più di una lacuna, sopratuto in termini di regolamentazione, visto che le leggi nazionali equiparano le struture di montagna agli alberghi di Jesolo giusto per fare un esempio. Si trata di un afronto agli imprenditori della montagna e alle difcoltà che sono costret ad afrontare». Il consigliere nazionale prosegue l'analisi sul fronte dei rifugi allargando ulteriormente gli orizzont: «Il Cai ha isttuito di recente un fondo rifugi di duecentomila euro ma sopratuto ha promosso forme di mutualità da destnare agli operatori del setore che avranno a disposizione tassi agevolat e senza interessi per efetuare investment sulle proprie struture». Ancora i rifugi rientrano a pieno ttolo tra le principali atvità future allestte dal Cai in vista del nuovo anno: «Innanzituto efetueremo un radicale censimento tra i rifugi del territorio veneto perché oggi molt di quest sono diventat 28 Rassegna stampa - Dicembre 2016

di ELEONORA VALLIN

veri e propri alberghi e questo non è un bene», conclude Bertan, «un altro aspeto importante riguarda i rifugi present sul territorio dolomitco patrimonio Unesco che dovranno presentare specifcità uniche che avranno il compito di caraterizzarli rispeto a quelli present in altre zone di montagna». In materia di fnanziament anche il Gal Alto Bellunese, rappresentato dal diretore Adriana De Loto, ha annunciato una serie di misure da lanciare nei primi mesi del 2017: «La Regione Veneto ha approvato il nostro progeto chiave denominato destnazione turistca Dolomit Veneto per una cifra complessiva di tre milioni e centomila euro», ha ufcializzato la De Loto, «saranno fondi destnat all’adeguamento delle struture ricetve anche in funzione di una potenziale apertura durante la stagione invernale. Il bando uscirà entro marzo 2017. Un altro bando riguarderà invece gli agriturismi. Contestualmente partranno altri due intervent a regìa che vedranno protagonist gli ent pubblici per un altro milione e mezzo di euro che verranno impiegat nel recupero di edifci di pregio e nella realizzazione di itnerari e percorsi turistci».

13 DICEMBRE 2016

Sempre meno neve la sfda diventa il nuovo turismo

p. 30 ed. Gorizia

La stagione invernale 2016-2017 si apre con un generale e moderato otmismo degli operatori a Nordest. Ma più si scende di quota, più peggiorano le previsioni. La stagione 2015-2016 ha lasciato l’amaro in bocca sia agli sciatori bisognosi di neve per scivolare giù dai mont, sia agli addet ai lavori, costret a creare artfciose lingue bianche in un panorama di terra ed erba. Poco piacevole anche agli occhi. Anche quest’anno sarà il meteo il principale pericolo del turismo stagionale 29 Rassegna stampa - Dicembre 2016

Il Messaggero | 13 Dicembre 2016

invernale. Le previsioni di Skipass Panorama parlano, per la montagna italiana, di un +3,2% di arrivi e +3,8% di presenza con un soggiorno medio di 4,3 not. Stranieri in crescita del 5,7%, italiani a +19%. Ma con le temperature fn troppo alte, registrate fno agli ultmi giorni, è stato difcile anche sparare le neve con i cannoni. Così in Friuli Venezia Giulia che sconta gli impiant alle quote più basse. Meno in Veneto, mentre in Alto Adige la stagione è già partta alla grande con iniziali nevicate e, sopratuto, temperature più fredde che hanno favorito anche i focchi artfciali. Investre per innevare È tutavia evidente che la prima necessità, derivante dal fatore climatco, è rendere possibile l’innevamento. Via quindi ai grandi investment per creare artfcialmente ciò che la natura non ofre più. «Quest’anno abbiamo potenziato la capacità di fare neve», conferma Marco Tullio Petrangelo, diretore Promoturismo Fvg, società pubblica che gestsce 34 impiant in Friuli Venezia Giulia (512 mila primi ingressi nel 2015). «Abbiamo investto sui bacini di contenimento dell’acqua piovana, sulla loro impermeabilità e sullo stoccaggio, aumentato il numero dei cannoni e la potenza». «La fliera dell’innevamento», annuncia Petrangelo, «sarà nuovamente oggeto di investment anche nei prossimi anni. Abbiamo preso ato delle temperature alte e che abbiamo a disposizione meno giorni di neve e non siamo ad alte quote». «Il 2015 è stato un anno orribile», aggiunge Thomas Mussner, diretore di Dolomit Superski, che gestsce dodici valli e, con 1.200 chilometri di piste e 450 impiant di risalita, è di fato il comprensorio più grande. «Quest’anno le condizioni erano otmali e abbiamo aperto in antcipo, già il 17 novembre. C’è voglia di sciare e siamo scelt per l’ampiezza del comprensorio e la qualità della neve. Una fducia guadagnata sul campo: quest’estate abbiamo investto 80 milioni in piste nuove, in confort e trasport, 20 milioni solo per l’innevamento.Questa stagione ci presentamo con sete nuovi impiant, tre nuove piste e tre impiant ristruturat». «Ci aspetamo la neve e una stagione diversa dal 2015, che comunque è stata record perché siamo comunque riuscit a garantre l’innevamento», spiega Daniela Vecchiato, diretore dell’azienda per il Turismo Alpe Cimbra per i comprensori di Folgaria-Lavarone e Luserna (40 mila presenze in stagione). «Abbiamo aperto il 3 dicembre: non c’era neve, quindi ci siamo atezzat». Piacere, wellness, cucina Questa sarà comunque una stagione di ritorno agli sci, complici le promozioni e le agevolazioni proposte, specie per i bambini. Ma gli operatori sanno che la tendenza è sempre più “esperienziale” e le tre richieste del turista oggi sono: piacere, benessere e cucina. «Nelle nostre valli vantamo tredici ristorant e cuochi a stelle Michelin, 10 mila struture ricetve di prim’ordine con Spa e wellness, scuole di sci professionali specializzate anche nel freestyle, guide e accompagnatori professionist per far conoscere il territorio. Proponiamo aperitvi sulla neve, sauna in quota, logistca e trasferiment a bordo slita», spiega Mussner. «Sarà una stagione di event», aggiunge Vecchiato, diretrice di quelle che sono le montagne di molt venet. «Prove su pista di nuovi marchi di sci e scarponi, rafing ed event enograstronomici, arrampicata, sci alpinismo ma anche cartoni animat in pista per i più piccoli». Alpe Cimbra si presenta con un marketng promozionale tuto rivolto alle famiglie, con tarife agevolate per mamme e papà con bimbi sui pass giornalieri, baby park in pista e, in hotel, il programma «Family emoton» per afdare ad animatori e maestri di sci, dalla matna alla sera, i propri pargoli e provare, nella solitudine ricercata della coppia, una cavalcata sulla neve o a guidare una slita o scendere in mountain bike giù per le piste. Investment a monte Più complessa la situazione in Friuli Venezia Giulia: «Apriamo con le stesse piste del 2015», spiega Petrangelo, «gli investment li abbiamo fat a monte, perché uno non scia con l’erba». Almeno non sono state toccate le tarife degli skipass, ma dopo il fallimento dei privat, in Fvg, anche il pubblico oggi fatca. «All’alba dei tempi gli impiant in Fvg erano in mano ai privat, tut fallit negli anni ’80, e così la Regione ha rilevato tuto», spiega il dg di Promoturismo Fvg. «Nel 2000 intervenne un grosso piano strategico di investment nel comparto sciistco da parte della giunta Illy per 200 milioni. Quest’anno spenderemo gli ultmi 3,5 milioni a Forni di Sopra, in 15 anni abbiamo investto tuto». E adesso? «Il privato qui non ci viene perché ci perde soldi, senza il 30 Rassegna stampa - Dicembre 2016

34 ed.

p. Nazionale Cortna, alla

©RIPRODUZIONE RISERVATA

sostenibilità”

31

Rassegna stampa - Dicembre 2016

Il Messaggero | 13 Dicembre 2016

si

“Mondiali di

pubblico gli impiant non si reggono in piedi da soli. E qui le difcoltà sono anche nella ricetvità», dice il manager. Lo conferma Paola Schneider, albergatrice a Sauris e presidente di Federalberghi Fvg: «Per Natale e Capodanno abbiamo un buon ritmo, fno all’Epifania si lavora poi si vedrà, abbiamo molta clientela dall’Est ma anche l’Italia si sta muovendo. Stamo iniziando ad atrezzarci e vediamo fnalmente i primi alberghi con piscine ma con Spa e wellness ce ne sono pochi. Si possono fare grandi sforzi ma è una partta immensa», precisa, «e noi abbiamo altre peculiarità: dobbiamo unire la montagna, anche d’inverno, con l'esperienza del vino, tra cantne, degustazioni e agroalimentare, specie oggi che sulla neve dobbiamo fare meno afdamento: bisogna pensare a nuovi tpi di turismo». «Ma i nostri albergatori», aggiunge, «hanno difcoltà a ristruturare gli immobili e, oltre alla concorrenza leale dei compettor, c'è anche quella sleale dei nuovi protagonist, come Airb&b, che erodono parte delle quote di mercato prima in mano all’albergatore, e avere meno soldi signifca anche meno possibilità di ristruturare». La corsa verso Cortna2021 Si respira invece un sano otmismo nelle Dolomit venete a partre dalla sua perla, Cortna, al top dell’ultmo osservatorio Skipass Panorama come meta più ambita, famosa, e appena dopo Madonna di Campiglio alla voce trendy, anche se penalizzata nel setore ricetvo. «Abbiamo fato il pienone per l’Immacolata ma Natale va a rilento perché gli italiani aspetano la neve. C’è una richiesta minore di giorni di permanenza, da 7 a 3-5. Qui vincono, più che le piste, la vita sociale, gli event e le feste», spiega Gianluca Lorenzi, a capo degli albergatori locali. Ma all’orizzonte ci sono i Mondiali di Cortna 2021: «La Regione», prosegue, «ha messo in piedi due bandi per contribut a fondo perduto fno a 200 mila euro che è poco ma è un primo aiuto e gli imprenditori stanno rispondendo bene, partranno molte ristruturazioni». «Cortna ha un po’ dormito sugli allori delle vecchie Olimpiadi e dei vip che l’hanno scelta per anni», conferma Marco Michielli, presidente di Federalberghi Veneto. «Ora, in vista del 2021, c'è un fervore teso a migliorare la qualità di alberghi e impiant, si respira un’aria positva di investment. Ma saranno i mondiali di tuta la montagna bellunese perché si respira voglia di fare ovunque, non solo a Cortna», precisa. E quanto alla stagione alle porte, aggiunge: «Siamo moderatamente otmist, speriamo di chiudere con segno positvo, più 4-5% per le presenze. Dal 2007, con la crisi, la montagna ha perso per anni molt punt, ci vorrà molto per recuperare».

Si scrive “vision”. Si può leggere all'inglese, ovvero secondo il dialeto veneto. Cambia l'accento e del tuto il senso. In un caso signifca capacità di immaginare futuro. La seconda interpretazione, invece, ha a che fare con fumisterie e ipotesi irrealistche. Da una parte una scommessa sull’innovazione, dall’altra la convinzione che fantasia e creatvità siano parent stret della irrazionalità. E vedrete da voi stessi, leggendo di seguito le visioni di Riccardo Donadon, presidente del Comitato organizzatore dei mondiali di sci a Cortna, se credete alle auto eletriche come trato carateristco della conca ampezzana, assieme al treno delle Dolomit stle Bernina Express, assieme ai droni per il trasporto delle persone, assieme agli alberghi concepit in chiave green e alle piste interconnesse con la Val Badia. Insomma, la coniugazione tra crescita del turismo montano, sostenibilità ambientale, tecnologia, cultura e fascino italiano. Del resto, per evocare il fascino italiano e delle Dolomit non basta forse leggere anche una sola pagina di Gofredo Parise in “Accadde a Cortna”? Presidente Donadon, cosa accadrà a Cortna? «In primis vorrei dire che parliamo di una partta storica, che vale per tute le Dolomit e non solo per Cortna. Pensiamo a un evento che deve fare ponte tra le vallate e costtuire per tuto il comprensorio una occasione di valorizzazione sulla scena mondiale. Un evento che può innescare investment per centnaia di milioni e raccontare su scala globale un patrimonio assolutamente unico: le Dolomit». Come sta assieme questo ambizioso disegno di rilancio economico e il tema della eco-compatbilità? «Puntamo a un grande evento ecosostenibile. È un must. Vogliamo trasformare Cortna in una smart city, connessa con gli standard tecnologici più avanzat, con sensori, non intrusiva. È un progeto cui credo molto. Parlo in partcolare di mobilità eletrica. Potremmo lanciare la tesi che occorre puntare su questa tecnologia, anche con auto che si guidano da sole. Ne stamo ragionando con Cisco e altre aziende primarie dal punto di vista delle tecnologie». Ma è davvero persuaso che da qui al 2021 ci siano il tempo e le condizioni per questa rivoluzione? «Tute le grandi case automobilistche stanno puntando al segmento eletrico, nel giro al massimo di due anni avremo l’inizio di un cambiamento epocale. Nel 2021 anno del Mondiale avremo un mercato che si sarà molto convertto verso i motori ibridi e eletrici. Quanto a noi, di sicuro pulmini e navete, auto di cortesia non devono fare rumore e non devono inquinare. Vedremo se sarà possibile avere tecnologie eletriche anche per batpista e motoslite. La montagna deve essere pulita e splendere, la vacanza deve essere sostenibile». A che punto siete con i programmi di lavoro? «Dal punto di vista autorizzatvo e amministratvo, siamo alla conclusione dell'iter per canterare tut gli intervent relatvi all’evento sportvo. E in questo senso devo ringraziare il commissario Carlo De Rogats, oltre al diretore della Fondazione Cortna 2021 Paolo Nicolet, con cui abbiamo condiviso l’assunto di fondo: non intendiamo bruciare risorse senza lasciare una forte eredità in termini di infrastruture, di legacy, di rilancio culturale per le Dolomit». Che volume di investment complessivi immagina? «Il comitato organizzatore in sé è un abilitatore, un promotore, un aggregatore molto più che un investtore direto. Il nostro budget totale vale 20-30 milioni. La prossima primavera devono essere canterat gli intervent sulle piste e sull’area di gara, che devono fnire nel 2018. Vorrei lasciare un segno architetonico sull’ area di arrivo delle gare. Come delle Olimpiadi del ’56 è rimasto il trampolino, dobbiamo avere l'ambizione di segnare lo skyline oggi. La Nuvola di Fuksas a Roma secondo me è bellissima, con un potere atratvo straordinario, dobbiamo tentare pure noi di seguire lo stesso schema mentale. Ma a parte la nostra iniziatva, ricordo il concerto di atvità in rampa di lancio. Mi auguro che nel 2017 ci siano i primi intervent dell'Anas: i Mondiali possono riordinare la viabilità e la mobilità dell'area dolomitca. Abbiamo poi chiesto a Terna di chiudere l’anello di alimentazione per l’energia eletrica, in modo da scongiurare defnitvamente il rischio isolamento delle vallate. E per le infrastruture eco-compatbili teniamo conto della riatvazione del progeto del treno delle Dolomit». Che non sarà comunque sui binari per il 2021. «Zaia mi dice che di sicuro arriverà, ma 32 Rassegna stampa - Dicembre 2016

di PAOLO POSSAMAI

ovviamente non per il Mondiale. Può essere uno dei fgli postumi di questo evento, sebbene non ne abbia ancora ben capito il progeto. E poi occorre sviluppare l’aeroporto. Ben venga l’imprenditore che ci crede e investe». Ma l’aeroporto è coerente con il tema della sostenibilità ambientale? «Cortna ha bisogno di un moderno aeroporto. Le polemiche sull’aviazione rumorosa e invasiva le dobbiamo dimentcare. In Silicon Valley stanno testando i droni gigant che ci porteranno diretamente a casa. Gli aerei del futuro prossimo faranno salt tecnologici clamorosi. Non ha senso bloccare nulla, dobbiamo saper fare le cose e farle belle. In generale, la crescita del turismo dolomitco e della economia del territorio dipende dalla capacità dell'imprenditoria privata di cogliere la sfda e le enormi opportunità implicite nel Mondiale». Ma lei è persuaso che gli albergatori, per esempio, stano credendo a questa sfda e siano pront a modernizzare un sistema di hotel complessivamente di mediocre livello? «Ci saranno anche quelli che non vogliono prendere rischi, ma se non lo faranno adesso quando potranno? Ho incontrato tant imprenditori alberghieri che ci credono, confdo che arriveranno fno in fondo. Abbiamo fato una fondamentale riunione tra albergatori e Cassa deposit e prestt, dove Cdp ha raccontato fondi e strument fnalizzat a risistemare gli hotel. Cdp è pronta anche a investre su un nuovo albergo, sfrutando le competenze di gestone del proprietario. Vedremo quant sapranno cogliere l'opportunità». E vedremo anche quant investranno sugli impiant di risalita. «Questo è un altro punto cruciale. Cerchiamo un imprenditore che, in project fnancing dal rendimento garantto, creda sulla necessità di interconnetere le piste dolomitche e in partcolare la Val Badia. Dobbiamo restaurare l’immagine di Cortna e delle Dolomit come tempio dello sport e della modernità, fermo restando il rispeto ambientale. In questo disegno ci sta anche la questone del rilancio culturale». Cosa intende per rilancio culturale? «La vita culturale di Cortna si è un po’ spenta e in pari tempo si è ridota la stagione. Stamo defnendo un palinsesto di event e stamo stmolando aziende e isttuzioni afnché promuovano i loro event a Cortna. L’animazione culturale fa parte della animazione economica». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

14 DICEMBRE 2016 Trentno | 14 Dicembre 2016 p. 33 33 Rassegna stampa - Dicembre 2016

ieri la “Landscape Week”, quatro giornate di atvità formatve e informatve sul conceto di paesaggio che si inseriscono nell’iniziatva più ampia de “Le setmane tematche” del Muse. Diverse proposte, rivolte a tute le fasce di età, faranno chiarezza sul tema paesaggio e ne declineranno la complessità e la trasversalità. Laboratori educatvi e visite guidate nelle sale espositve accompagneranno i partecipant alla scoperta di paesaggi dolomitci, sonori, mobili, utopici e marini. Il corner “Le montagne più belle del mondo”, in modalità storytelling, permeterà di avvicinarsi alle Dolomit Unesco toccando con mano repert, testmonianze e immagini del paesaggio dolomitco. Nelle sale espositve, la mostra didatca itnerante “Il paesaggio del Trentno: un percorso tra natura e intervent umani” - progetata e realizzata da Tsm-Step, in collaborazione con Muse e Fondazione Museo Storico del Trentno - compone un quadro sintetco degli aspet materiali del paesaggio e dei signifcat che i diversi element che lo costtuiscono, assumono per le singole comunità. Le atvità laboratoriali sono: “Paesaggi mobili. Creare e comporre con l’alfabeto della natura a cura di Arte Sella e Cantere Natura Cooperatva Coccinella, “Paesaggi sonori” a cura dell’Area educazione del Mart, “Paesaggi utopici” a cura di Step Scuola per il governo del territorio e del paesaggio, “Itnerari azzurri” a cura della Cooperatva Atlantde, “C’era una volta… il paesaggio nei raccont” a cura di Muse e Step, “Le grandi bellezze. I paesaggi delle Dolomit Unesco” a cura di Muse e Step e “Idrosommelier: acque, rocce e paesaggi del Trentno” a cura di Muse. Maggiori informazioni per le classi e i gruppi organizzat interessat alle atvità sul sito www.muse.it nella sezione “Impara”.

Il Gazzetno | 14 Dicembre 2016

ÈTRENTOpartta

“Landscape Week” al Muse una setmana dedicata al paesaggio con focus sulle Dolomit

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De Rogats allarga il Parco d'Ampezzo

A placare i tmori degli ambientalist, sull'utlizzo a scopi idroeletrici del Ru Bosco, in Val Padeon, può intervenire la delibera di consiglio comunale di Cortna, con cui il commissario straordinario Carlo De Rogats esprime il parere favorevole all'ampliamento del perimetro del Parco naturale regionale delle Dolomit d'Ampezzo. Recepisce il verbale del comitato scientfco del Parco, del 20 setembre 2013, che prevedeva questa come una ipotesi di minima, ata a tutelare sopratuto la parte fnale del torrente Ru Bosco, che scorre in una forra dalle singolari carateristche 34 Rassegna stampa - Dicembre 2016

35 Rassegna stampa - Dicembre

TRENTO

Nasce lo spazio alpino della

15 DICEMBRE 2016

SAT

geomorfologiche. E' prevista pure un'area di pre-parco, individuata a tutela delle risorse idriche costtuite dal Ru Bosco e dal Ru Felizon. La proposta di ampliamento del Parco considerava una superfcie di 94 etari, nella zona della strada di Valgranda. Si avvia così a soluzione una vicenda che si trascinava da anni, anche per le tensioni fra l'amministrazione comunale dell'ex sindaco Andrea Franceschi e le Regole d'Ampezzo, con il presidente Gianfrancesco Demenego. La proposta era stata approvata a larga maggioranza dall'assemblea delle Regole, il 27 aprile 2015, con 707 favorevoli e 18 contrari. In seguito si creò una controversia fra Comune e Regole, senza che fosse possibile trovare la soluzione. Il 19 agosto 2015 ci fu una lunga discussione in consiglio comunale, con la contrarietà della maggioranza, nel tmore che ampliare i confni potesse togliere competenze al Comune, in materia urbanistca. Intervennero anche i cacciatori della locale riserva, preoccupat per le limitazioni all'atvità venatoria, derivant dall'ampliamento dell'area tutelata. In quel consiglio, il gruppo di minoranza lamentò la mancanza di concertazione fra le due isttuzioni. Ora la delibera del commissario dirime molte questoni. Il parere favorevole riguarda anche altre aree: Cason dei Casonate; ruderi del Brite de Padeon; ampliamento Brite de Ra Stua; realizzazione sentero naturalistco sorgent Lago Rufedo; ciclabile da località Ra Nona a Bain de Dones; ferrata Col dei Bos; sentero di Valgranda. Non è invece favorevole all'altro ampliamento richiesto, sulla riva del torrente Felizon, dove sorge la caseta del centro visitatori del Parco.

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Gazzetno | 15 Dicembre 2016

I turist in auto pagheranno il pedaggio Così le valli proteggono l'ambiente

LeCLAUTvalli principali del Comune di Claut, Val de Gere e Val Setmana, interne al territorio del Parco naturale delle Dolomit Friulane, sono molto frequentate nel periodo estvo e nei fne setmana. Al fne di recuperare delle risorse per la cura di quest meravigliosi sit e mantenerne la funzionalità, il 36 Rassegna stampa - Dicembre 2016

Con lo Spazio Alpino Sat nasce, dentro lo splendido palazzo rinascimentale che ospita la Casa della Sat, un luogo fsico, aperto tuto l’anno sulla cità, interamente dedicato alla cultura di montagna. Un progeto che ha visto il coordinamento di ent diversi: Film Festval, Scuola del Territorio e Paesaggio, Muse e Fondazione Dolomit Unesco. “Con Sat come capofla – ha sotolineato l’assessore provinciale Mauro Gilmozzi – la rete di interazioni che abbiamo creato avrà quel riferimento popolare che era uno degli scopi primari di questa iniziatva, ma avrà anche, tramite il fnanziamento provinciale del fondo librario alla biblioteca Sat e alla strutura che ospita il Laboratorio Alpino, una garanzia di contnuità, oltre che una sua dimensione culturale imprescindibile in un territorio Alpino”. Luana Bisest, diretrice del Film Festval ha defnito il nuovo spazio alpino “ il coronamento di 30 anni di collaborazione con SAT, alla quale ogni anno vengono donat i libri che le case editrici presentano a Montagna Libri ed al contempo la nascita di una ofcina dove i flm della rassegna possono diventare patrimonio permanente di tuta la comunità trentna”. Signifcatvo anche l’apprezzamento di Michele Lanzinger diretore del Muse “ la Sat ha avuto un grande ruolo sociale – ha ribadito - che porta avant con una buona innovazione, fornendo sempre nuove formule di letura dei nostri territori”. Di “cordata” ha parlato la diretrice di Fondazione Dolomit Unesco Marcella Morandini”, persone che si uniscono in uno spazio di contaminazioni positve, dove quasi ogni giorno si tengono proiezioni di flm, laboratori, reding, presentazione di libri, mostre ed incontri culturali. Il diretore di Step Gianluca Cipollaro si è sofermato invece sulla crescente sensibilità nei confront dell’ambiente alpino. A fare gli onori di casa il presidente della SAT Claudio Basset ed Anna Facchini presidente della Comissione Cultura e Biblioteca. (e.b.b.)

Corriere delle Alpi | 16 Dicembre 2016

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ArrivaCORTINAilparere favorevole da parte del Comune per l'ampliamento del Parco naturale delle Dolomit d'Ampezzo. Ci sono volut oltre due anni, le dimissioni del consiglio comunale e l'arrivo del commissario straordinario Carlo De Rogats per avere il parere favorevole da parte dell’Amministrazione alla variante al Piano ambientale del Parco delle Dolomit d'Ampezzo, gestto dalle Regole. Con i poteri del consiglio comunale, infat, il Commissario ha espresso il parere di competenza sulle variant necessarie perchè l'approvazione della giunta regionale possa completare l’iter ed approvare un provvedimento ad oggi ritenuto quanto mai urgente. Lo scorso 25 otobre, infat, è stata rilasciata la concessione dalla provincia di Belluno per la costruzione di una centralina idroeletrica sul torrente Ru Bosco, nella zona tra l'incrocio della val Padeon e la val 37 Rassegna stampa - Dicembre 2016

Ampliamento del Parco, sì del Comune

Comune ha deciso di introdurre dei parchimetri all'imbocco delle due valli al fne di disciplinarne l'ingresso con veicoli a motore. Il pedaggio - solo nei periodi di alta stagione - è di un euro giornaliero per i motocicli, un euro all'ora o 5 euro giornalieri per le auto e 2 euro all'ora o 10 euro giornalieri per furgoni e camper, ad esclusione dei resident dei Comuni del Parco delle Dolomit Friulane, per i quali la sosta contnua ad essere gratuita. Nei periodi di maggiore frequentazione, oltre all'utlizzo di strumentazione automatca, si è data una possibilità di esperienza lavoratva a numerosi giovani student del comune di Claut, che hanno presidiato le aree dei parchimetri al fne di verifcare il pagamento del tcket da parte dei fruitori. Il tuto si unisce alla valorizzazione del Pian del Muscol, area che è stata implementata e curata per un miglior utlizzo da parte dei turist e allo sgombero dai rifut abbandonat all'ingresso della Val Setmana.© riproduzione riservata

di Marina Menardi

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Granda, su terreno di proprietà delle Regole d'Ampezzo, al confne con il Parco. Per contrastare l'ennesimo tentatvo di sfrutamento delle acque da parte di società private, le Regole avevano approvato, nell'assemblea generale del 27 aprile 2014, la richiesta di modifca dei confni del Parco naturale. Avevano chiesto infat l'ampliamento dell'area proteta per un totale di 320 etari in val Padeon e in val Granda, e per poco più di un etaro nei pressi del ponte Felizon, ovvero nella zona che comprendeva l'area dove dovrebbe essere costruita la centralina idroeletrica da parte della Dolomit Derivazioni srl, rappresentata da Valentno Vascellari, che presentò l'istanza il 25 giugno 2012. Il consiglio comunale, nei due anni successivi alla richiesta, ha portato l'argomento più volte all'ordine del giorno, rinviando il punto e lasciando la situazione in sospeso, favorendo così la possibilità per il privato di otenere la concessione per la costruzione della centralina. Con la deliberazione numero 20 del 6.12.2016 (pubblicata poi il 13 di questo stesso mese), ora il parere fnalmente arriva, entro i sessanta giorni di tempo utli per eventuali ricorsi contro la costruzione della centralina. Parere che non è tutavia favorevole su tute le variant richieste dalle Regole: viene infat esclusa l'area denominata "Ponte Felizon" per una superfcie di Ha 1.15 «in quanto la pianifcazione di tale area è strategica anche nella prospetva di riatvazione dell'aviosuperfcie in previsione dei Mondiali di sci Cortna 2021, e la stessa non può essere demandata unicamente all'ente regoliero ma dovrebbe essere oggeto di una concertazione urbanistca - pianifcatoria; pertanto non si concorda con la proposta unilaterale di ampliamento di questa piccola zona», si legge nella delibera. Rimangono anche escluse, in quanto non ricadent nell'ambito vigente del Piano nel Parco, il Cason dei Cazadore - località val di Padeon; l'ufcio informazioni del Parcolocalità Ponte Felizon; il sentero val Pomagagnon, il sentero Zumeles - Croda dei Zestelis. Rientrano invece nelle variant approvate il Cason dei Casonate, i Ruderi del Brite de Padeon, ampliamento del Brite de Ra Stua -località Ra Stua, realizzazione sentero naturalistco "sorgent e laghi di Rufedo", realizzazione ciclabile/sentero in località Ra Nona - Bai de Dones, ferrata col dei Bos, sentero di Valgranda.

Trentno | 16 Dicembre 2016

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Natonal Geographic premia Gruzza

VaBOLZANObene,esageriamo, ma diciamo che chi è in possesso del calendario 2016 del Cai di Bolzano, è come se avesse appeso al muro un... Oscar alla fotografa! Ed è meglio che fra un paio di setmane, quando il 2016 fnisce, se lo tenga, quel calendario. Ci spieghiamo subito: le foto del calendario del Cai sono, ancora una volta, opera di Alessandro Gruzza, grande fotografo naturalista trentno, e una di quelle foto, quella che illuminava il mese di marzo, ha otenuto in riconoscimento internazionale di grandissimo valore. Lo facciamo dire allo stesso Gruzza. «Con grande gioia - spiega il fotografo - sono felice di annunciare che la mia immagine “Wild rink” ha 39 Rassegna stampa - Dicembre 2016

Documentari e libri allo Spazio Alpino

ProseguonoTRENTO

Alto Adige | 16 Dicembre 2016

le atvità presso lo Spazio Alpino alla Casa della Sat. Oggi 16 dicembre, dalle 16 alle 18, secondo appuntamento del Laboratorio Visioni Dolomitche in compagnia di Giulia Mirandola. Per una migliore gestone del laboratorio si consiglia di arrivare dieci minut prima. Mi piace flmare la montagna è il ttolo dell’appuntamento, durante il quale verrà proietato il documentario «Alta scuola» di Michele Trentni, con la presenza dell’autore e dei maestri Alberto Delpero e Tommasino Andreata. Sempre oggi presso lo Spazio Alpino, alle 18, proiezione del documentario Dolomit montagne-uomini-storie: l’ambiente naturale e la sua tutela di Piero Badaloni, in collaborazione con la Fondazione Dolomit Unesco. Domenica 18 dicembre alle 11, sempre presso lo Spazio Alpino, presentazione del libro Le oto montagne di Paolo Cognet alla presenza dell’autore. L’alpinismo di Giorgio Espen. La sezione Sat Ravina propone questa sera alle 20.30 presso la Sala circoscrizionale di Ravina una serata che avrà come ospite Giorgio Espen, alpinista ed accademico del Cai. Camminata d’oro. Domenica 18 dicembre è in programma la XIX Camminata d’oro da Laives al Santuario di Pietralba organizzata dalle Sezioni Cai Alto Adige di Appiano, Bassa Atesina, Bronzolo, Laives e Salorno. Il ritrovo per tut i partecipant è dalle 8 alle 8.30 a Laives. Il tempo di percorrenza fno a Pietralba è di circa 3, 30 ore. Alle 12.30 è in programma la S. Messa nel Santuario con il Coro Laurino di Bolzano. In occasione della Camminata si raccoglieranno fondi per le zone terremotate di Amatrice e dintorni.(ma.be.)

L'Adige

Una ventna di itnerari in ambient diversi, unit dal flo condutore della biodiversità e dalla rilevanza naturalistca dei luoghi, sono il «cuore» di una nuova guida dedicata alla Val di Fassa. Maurizio Fernet e Sandro Zanghellini sono gli autori della pubblicazione dal ttolo «Val di FassaSenteri nella natura. Passeggiate ed escursioni alla scoperta di habitat, piante e animali» (Valentna Trentni Editore, Trento, 196 pagine, 14,90 euro), opera dedicata sia ai resident sia agli ospit dal momento che, grazie allo stle divulgatvo che non rinuncia alla precisione scientfca, è un otmo strumento per la «scoperta» delle ricchezze naturali atraverso una facile passeggiata a un percorso di medio impegno. Occasione per realizzare la guida è stata la nascita dela Rete di riserve, la «Cordanza per l patrimonie naturèl de Fascia», isttuita con vari obietvi fra i quali anche la valorizzazione sostenibile delle ricchezze ambientali. Ed è un patrimonio di assoluto rispeto, 40 Rassegna stampa - Dicembre 2016

17 DICEMBRE 2016

vinto il secondo premio nel concorso fotografco Nature Photographer of the Year, categoria “Paesaggi”, organizzato dal Natonal Geographic. Questo prestgioso riconoscimento ha un signifcato ancora maggiore, essendo questa immagine stata scatata vicino a casa, sulle meravigliose Dolomit, dove sono cresciuto fotografcamente e dove tante volte ho vissuto moment di magia a contato con Madre Natura. Il premio è dedicato a lei, alla natura. Nella foto (qui a lato), i primi freddi giorni invernali hanno congelato la superfcie di uno stagno e la prima nevicata ha rivelato la sua delicata bellezza. In condizioni di bassa pressione, vent da sud-ovest spingono le nuvole contro le paret vertcali delle Pale di San Martno. Al crepuscolo, un lungo tempo di posa esalta il movimento delle nuvole atrono al Monte Cimon de la Pala (3.184 metri), una delle più alte cime delle Dolomit.

Senteri nella natura, nuova guida

VAL DI FASSA

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FIEMME E FASSA

«Mobilità, partamo dal fondovalle»

L'Adige | 17 Dicembre 2016

Nei primi mesi del 2017, Transdolomites presenterà, prima alla Provincia e poi alla popolazione, i risultat degli studi sulle nuove proposte di trasporto pubblico nelle valli di Cembra, Fiemme e Fassa. Poco più tardi, il 20 aprile 2017, organizzerà un evento internazionale, nell'ambito della strategia macro-regionale Eusalp, per entrare nel merito delle proposte di connessioni ferroviare 41 Rassegna stampa - Dicembre 2016

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Transdolomites: corse ogni mezz'ora da Cavalese ai passi

come ricordano gli autori, con sei sit della Rete Natura 2000, nove riserve naturali locali, due sit del Patrimonio Dolomit Unesco e l'ambito fuviale dell'Avisio. Con la nuova guida, quindi, si può partre per un «viaggio» ben documentato fra le specie e gli habitat, fra gli ambient e i secolari usi delle risorse del territorio ad opera delle comunità della valle di Fassa. Del resto, passione e competenza sono carateristche dei due autori: Fernet è accompagnatore di media montagna, istrutore di Nordic walking, appassionato naturalista, alpinista, speleologo. Zanghellini, accompagnatore di media montagna, laureato in scienze naturali, ha efetuato un gran numero di campagne di ricerca scientfca su animali, piante ed ecosistemi delle Alpi per conto di Parchi, Musei, Università e vari ent. Accanto alle descrizioni dei percorsi, orientate agli aspet naturalistci con scheda tecnica e cartografa, la guida vanta 40 schede di approfondimento su aspet partcolari e unici, naturalistci e culturali (dai minerali all'ermellino, dalla Grande guerra al santuario di S. Giuliana): 40 temi che consentono di otenere un quadro sufcientemente esaustvo degli aspet di maggior interesse della natura della valle - spiega Zanghellini - dando nel contempo spazio a quegli argoment di caratere sociale ed etnografco fondamentali per comprendere l'infuenza delle atvità umane sull'asseto dei beni ambientali. F. T.

transalpine - fra la Svizzera e Venezia - che interessano il Trentno, «afnché si possa arrivarespiega il presidente Massimo Girardi - a dei protocolli d'intesa sui proget». Due nuove tappe, dunque, di un percorso che l'associazione porta avant instancabilmente e che fanno seguito ai «segnali incoraggiant» (è la defnizione di Girardi) uscit da un tavolo di lavoro consultvo che, meno di un mese fa, ha riunito rappresentant delle Province di Trento e Bolzano, Transdolomites, Qnex, Apt Val di Fassa e Trentno Trasport. «Anche al convegno di Rovereto sulla borsa del turismo - ricorda Girardi - era emerso il convincimento della necessità di intervenire sulla mobilità nelle valli dolomitche: dal tavolo è emersa la convinzione che bisogna ragionare su azioni concrete non solo sui passi, ma intercetando il problema sul fondovalle in direzione dei passi». Transdolomites - spiega il presidente - ha formulato alcune proposte: «Anzituto, quella di un pullman ogni mezz'ora per l'intero arco della giornata sulla trata Cavalese-Canazei, con corse ogni 15 minut negli orari di punta». Poi, comunicazione e informazione: «Partendo dall'esistente, va creata una fliera dalle società di trasporto al singolo albergo, dove l'Apt può creare una centrale di informazione e gestre il servizio di trasporto dei bagagli e la stessa vendita dei bigliet». Terzo, il biglieto unico: «Il servizio va reso capillare sul territorio - argomenta Girardi - e con un documento di viaggio unico, risolvendo l'integrazione con gli impiant di risalita».

In primo piano, naturalmente, rimane l'obietvo della ferrovia Trento-Penia, alla luce del progetovisione della «Ferrovia delle Dolomit» illustrato dalla Sad, che ipotzza di collegare via treno Bolzano con Cortna d'Ampezzo atraverso la Val Gardena, Passo Gardena, la Val Badia e Passo Falzarego. «Teniamo conto dello scenario che si sta evolvendo - osserva Girardi - con i due punt fermi della Provincia di Bolzano: la Bolzano-Cortna e la Venosta-Engadina. In questo scenario, da qui al 2030, si colloca la ferrovia Trento-Penia collegata alla ferrovia del Brennero. Molto importante è il sì del Comun general allo studio di fatbilità e, sul piano del fnanziamento, è possibile fare un ragionamento coraggioso con obietvo l'autofnanziamento sul territorio, ad esempio atraverso una tassa di scopo». E qui Girardi cita varie possibilità, la prima delle quali modellata sull'esempio svizzero del nuovo tunnel ferroviario del Gotardo, lungo 57 km: «È costato circa 11 miliardi di euro - dice Girardi - ed è stato fnanziato per il 65% con una tassa sui tr, per il 25% con un'accisa sulla benzina e per il 10 con l'Iva. Una strategia nazionale, d'accordo, ma dà il senso delle possibilità di fnanziamento con azionariato difuso o in house atraverso il pedaggio, anziché sui passi, all'ingresso della valle, mirato alla realizzazione dell'infrastrutura. Ma la più bella ferrovia d'Europa, in mezzo alle Dolomit - prosegue Girardi - può atrarre fnanziament dall'estero e ricordo che a livello di Unione europea c'è disponibilità di fnanziament per questo tpo di Ilopere».presidente di Transdolomites conclude con due osservazioni: «Il sacrifcio ambientale lo sta vivendo la valle ed è generato dal trafco motorizzato, dal 2009 ad oggi nessuno ha prodoto delle alternatve alla ferrovia e oggi bisogna capire se sopravvive l'obietvo di non fare niente, di stare fermi. Un'infrastrutura così può generare lavoro sul territorio per dieci anni, e come Transdolomites stamo ragionando sulla possibilità di un referendum, a Trento e nelle valli dell'Avisio, afnché dopo dieci anni si arrivi a prendere una decisione». F. T.

22 DICEMBRE 2016 Corriere delle Alpi | 22 Dicembre 42 Rassegna stampa - Dicembre 2016

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TutoCORTINApronto a Cortna per la maratona di Babbo Natale. Un fume coloratssimo di simpatci runners, tut vestt con il tradizionale costume rosso di Santa Klaus, domani invaderà la Conca ampezzana nell'appuntamento organizzato da Stagnet& Partners, con il patrocinio del Comune di Cortna e della Fondazione Dolomit Unesco, e con la fatva collaborazione delle società sportve di Cortna. Ragazzi e ragazze, genitori con i bimbi in passeggino, adult giovani e “giovani dentro” sono invitat a partecipare alla prima edizione della corsa dedicata a Babbo Natale. Il percorso è certamente adato a tut: è infat di circa due chilometri e parte da piazza Angelo Dibona per arrivare, entro un'ora, allo stadio Olimpico del ghiaccio. Le iscrizioni sono aperte sul sito maratonababbonatale.it oppure si potranno efetuare oggi sino alle 21 e domani dalle 9 alle 16 nel gazebo appositamente allestto davant al municipio. Il costume di Babbo Natale e il petorale verranno consegnat all'iscrizione. Per i bambini soto i 12 anni e i diversamente abili l'iscrizione è gratuita. I ragazzi dai 12 ai 17 anni pagano 12 euro e gli adult 15. Chi si iscrive on line ha uno sconto di 5 euro. I concorrent si raduneranno in piazza Dibona domani alle 16: sarà in quella zona che, con un'animazione studiata ad hoc, si terrà il riscaldamento. Alle 17 partrà la maratona che poterà i Babbi Natale all'Olimpico, dove ci saranno il ristoro con la cioccolata calda, le coppe per le prime tre Babbe ed i primi tre Babbi, il diploma di partecipazione e le foto ricordo. Per garantre la possibilità ai corridori di passare senza problemi lungo la strada che porta all'Olimpico, il comandante della Polizia Locale, Ines De Biasi ha emesso un'ordinanza che vieta il transito dalle 16 alle 19 di domani su piazza pitori Fratelli Ghedina, via del Castello ( tra i civico 1 e il 38) e su tuta via Bonacossa. Dalle 14 di oggi, e sino alla fne della manifestazione, ci sarà anche il divieto di sosta in via Bonacossa, davant al Planetario Nicolò Cusano, davant all'Olimpico ed in piazza pitori Fratelli Ghedina. (a.s.)

Domani la corsa di Santa Klaus

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Serata al Rifugio Cità di Fiume

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Caso Marmolada la Fondazione UNESCO farà da 'sentnella'

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Corriere delle Alpi | 27 Dicembre 2016

Corriere delle Alpi | 27 Dicembre 2016

BORCA DI CADORE

Giovedì alle 17 al Rifugio Cità di Fiume è in programma la presentazione del reportage «Dolomit. Montagne - Uomini - Storie», realizzato da Piero Badaloni. Il focus è sui due criteri che hanno determinato l’iscrizioni delle Dolomit nella lista Patrimonio dell’Umanità. Sarà presente il diretore della Fondazione Dolomit Unesco Marcella Morandini. Ingresso libero, vin brulè e dolcet per tut. Per la cena è invece richiesta la prenotazione. (320 0377432)

di Francesco Dal Mas ROCCA PIETORE

28 DICEMBRE 2016 Corriere delle Alpi | 28 Dicembre 2016 45 Rassegna stampa - Dicembre 2016

La Fondazione Unesco come sentnella della Marmolada. «La vigilanza sarà massima», assicura la presidente Mariagrazia Santoro, assessore regionale del Friuli Venezia Giulia. «Siamo cert che la valorizzazione di quell’importante montagna avverrà secondo il programma a suo tempo stpulato fra le varie isttuzioni e non con impiant che non siano compatbili». Il programma di valorizzazione è quello che la Provincia di Trento ha sotoposto al Veneto e che Venezia ha chiesto di integrare con la messa in sicurezza del Fedaia. L’impianto compatbile è al momento quello per cui l’ingegner Mario Vascellari ha otenuto 3 milioni di investmento dalla Regione: per il collegamento tra Serauta e Sass del Mul, in modo da poter tratenere gli appassionat dello sci fno a primavera inoltrata. Ma per realizzare l’impianto, si sa, Vascellari ha bisogno dell’autorizzazione di Rocca Pietore. Ormai se ne parlerà dopo l’Epifania. In queste feste le piste della Marmolada stanno registrando un discreto afusso di sciatori. «Non ci lamentamo anche se - ammete il sindaco di Rocca Pietore, Andrea De Bernardin - fnchè non nevica non ci sarà il pienone. Le piste sono perfetamente innevate, manca però lo scenario di contorno». Gli sforzi per l’innevamento artfciale sono stat straordinari, in queste setmane. La sua parte l’ha fata anche il Comune di Rocca Pietore irrobustendo l’acquedoto municipale da cui possono atngere gli operatori sopra Malga Ciapela per le piste di rientro dal Padon e dalla Marmolada. «Abbiamo investto 500 mila euro di potenziamento della rete e in questo modo - aferma De Bernardin - possiamo dire di aver salvato il Natale sugli sci». In prospetva, dunque, i nuovi impiant verso il Padon, con i fondi di Confne (5, 4 milioni euro) e quello, appunto, sulla Marmolada, nella parte bellunese. Di là da venire l’ipotesi - che al momento resta soltanto sulla carta - del collegamento dal Fedaia a Punta Rocca (voluto da Canazei) e dal Fedaia a Porta Vescovo, desiderato sia da Canazei che da Arabba. Ed è l’ipotesi infrastruturale che più viene temuta a Rocca Pietore, perché signifcherebbe il declassamento del Padon e una morte per asfssia della funivia da Mala Ciapela a Punta Rocca. «La Regione Veneto - antcipa l’assessore Federico Caner - è pronta a sotoscrivere la proposta per il Fedaia presentata da Trento (salvo alcune integrazioni) ma mai acceterà di ritoccare i confni perché Canazei se ne approft investendo in nuovi collegament che signifchino la moria dei nostri». Sostanzialmente concordano gli stessi ambientalist e la Fondazione Unesco: il ghiacciaio non sia ulteriormente sfrutato, ma valorizzato. «In caso contrario siamo pront al ricorso», minaccia Luigi Casanova»

CANALE D'AGORDO

Il Museo di Luciani nell'UNESCO

Ha riaperto ieri il Museo di papa Luciani. È visitabile ogni giorno, tranne il martedì, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18. Sono stat ben 3300 i visitatori, dal 26 agosto quando è stato inaugurato e nonostante più di un mese di chiusura. Numeri che soddisfano il sindaco Rinaldo De Rocco e il suo vice, Marco Arcieri. Sempre più numerosi, tra l'altro, i gruppi. E adesso arriva l'intuizione del diretore Loris Serafni di fare del Musal uno dei sit culturali, oltre che religiosi, da afdare alla Fondazione Dolomit Unesco. Serafni lo ha antcipato parlando a Tesero, in Val di Fiemme, dove è intervenuto con Pia Luciani, nipote del papa del sorriso, e don Davide Fiocco, vicepostulatore. «Luciani è nato nel cuore delle Dolomit, si è innervato dei valori di questa terra, queste montagne le ha ricordate spesso da vescovo, da patriarca di Venezia e da pontefce. La sua spiritualità e la sua pastoralità atngono da questa esperienza». Luciani, dunque, il papa delle Dolomit Unesco. Sarà uno dei temi che il Musal porterà avant nella prossima stagione, aperta, l'altro ieri, dalla visita dei Nomadi, il gruppo musicale che con i suoi temi si trova in sintonia con quelli di Luciani. Beppe Carlet, lo storico fondatore con Augusto Daolio, ha accompagnato in visita gli altri artst e le loro famiglie, present in valle del Biois per un concerto a Falcade. Il gruppo, accolto dal sindaco De Rocco, il vice Arcieri e Paola Binoto in rappresentanza del Consiglio di Indirizzo della Fondazione Papa Luciani, da Laura Busin, Chiara Fontanive e Loris Serafni del Consiglio di Amministrazione della Fondazione - ha visitato il Musal in forma privata. «Questo papa lo sentamo nostro, vicino ai poveri», hanno confermato i musicist. Un papa che avrebbe apprezzato anche le loro canzoni, per i temi sociali che evocano. Carlet e i suoi si sono sofermat davant alle reliquie più simboliche, tra le quali gli occhiali che Giovanni Paolo I ha portato nei 33 giorni di pontfcato. A conclusione della visita, il gruppo ha ricevuto un paio di occhiali da sole Blackfn, ofert da una dita di Taibon Agordino sponsor del museo. A Canale d'Agordo, intanto, si spera che questo sia quello buono per l'annuncio delle beatfcazione, o al più tardi il prossimo, nel 50°

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dell'elezione di don Albino al soglio pontfcio. È quanto è emerso anche nella recente serata a Tesero, che ha visto protagonist Pia Luciani, nipote del papa, don Fiocco e Serafni. Pia Luciani ha parlato dello zio come di una persona semplice ed umile, ma allo stesso tempo grande, tale da far venire il desiderio, non solo di pregarlo, ma anche di seguirne l'esempio. Francesco Dal Mas

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VALLE DI CADORE

I primi balconi dolomitci della Fondazione Unesco si materializzeranno nel 2017. Ne saranno costruit tre: in cima al monte Rite a Cibiana, sul col Agudo ad Auronzo e in località Farverghera sul 47 Rassegna stampa - Dicembre 2016

UNESCO, via libera alle tre terrazze con vista Dolomit

Corriere delle Alpi | 29 Dicembre 2016

Nevegal. L'altro ieri si è tenuto l'incontro tecnico, a Valle di Cadore, per gli ultmi detagli progetuali sulle terrazze. L'investmento non sarà di poco conto: più di 40 mila euro a sito, quindi tra i 120 e i 130 mila euro. L'obietvo delle terrazze panoramiche, così come concepite dalla Fondazione, è di promuovere la conoscenza e la valorizzazione del territorio Patrimonio Unesco. Ben 31 i sit individuat in tuto il sistema dolomitco. Il primo realizzato, a cura della Provincia di Bolzano, è quello sul monte Specie, a 2.307 metri, nel Parco Fanes-Senes-Braies. Il panorama spazia tra l'altro sulle cime di Sesto e Braies, i Cadini e il Cristallo. Sul Rite è stato scelto un angolo della veta, a 2.180 metri, da cui si può ammirare il cuore delle cime dolomitche a 360 gradi: dal Pelmo all'Antelao, dalla Civeta al Sassolungo di Cibiana, dalle Tofane alla valle del Cadore. Il sentero di accesso verrà atrezzato per essere percorso anche dai disabili, che sul Rite potranno salire in naveta. Il semicerchio del balcone presenterà, sagomat, tut i mont visibili, con le indicazioni anche della loro origine geologica. Questa terrazza come le altre sarà usufruibile anche dai non vedent che potranno contare su scrite in braille. La sistemazione sull’Agudo è molto vicina al rifugio. La vista spazia sulle Tre Cime di Lavaredo, sulla Croda de Toni, sulle Marmarole, sul Cridola, in lontananza sul Peralba e in partcolare sulla valle di Auronzo ed il lago. Il terzo balcone non si trova in territorio soto protezione Unesco, ma è stato scelto dalla Provincia di Belluno, perché ofre uno spazzato di quale sia il paradiso dolomitco ma anche il contesto più generale in cui insiste. La terrazza verrà costruita sulla cresta delle Prealpi, in località Faverghera, sopra il Nevegal, lungo la pista che porta al Col Visentn. Il quadro d'insieme che si presenta a nord è stupendo: in primo piano lo Schiara, alle sue spalle, in lontananza, il Civeta, il Pelmo, addiritura la Marmolada, le pale di San Lucano. Basta girare lo sguardo di 180 gradi ed ecco il Cavallo, il Pizzoc e poi la pianura veneta, fno alla laguna, da Venezia a Trieste, con il campanile di San Marco ben visibile ad occhio nudo, nelle giornate terze come quelle appena trascorse. I lavori partranno la prossima primavera, tenendo conto, però, della necessità di completare la raccolta dei fondi; oggi la disponibilità arriva alla copertura di due terrazze, mancano quindi i soldi per la terza. Tra l'altro i progetst hanno confermato l'idea di voler illuminare le sagome delle montagne riprodote sul balcone per renderle visibili anche di note a chi volesse provare l'emozione di un'osservazione al chiaro di luna. Francesco Dal Mas

Soto

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le Pale tant libri locali 48 Rassegna stampa - Dicembre 2016

Tra i temi fort di questo 2016, la prima guerra mondiale, di cui fno al 2018 si celebra il centenario. Uscito in quest giorni, è il diario di guerra di Leonardo Bancher , edito dalla fondazione Museo Storico del Trentno a cura di Luca Brunet e Angelo Longo : fa parte della collana di test «Archivio della scritura popolare». Bancher nel 1914 è arruolato nei repart di Sanità come portaferit e inviato in Galizia, dove tene il proprio diario. Il suo è un racconto quasi quotdiano del tentatvo del suo reparto di barellieri di avvicinarsi alla zona di guerra. Il volume raccoglie anche le letere scrite tra il 1916 e il 1917 alla moglie, ai familiari e agli amici, che rivedrà quando tornerà a Primiero. In appendice al volumeto, ci sono pure alcune letere di Donato Fontana e di altri amici di Siror, come i Molineri, i Coronei, i Lini, i Longhi, tut citat con i loro soprannomi e tut commilitoni di Bancher.

alle 17.30 al Palazzo delle Miniere il libro «Con il naso all'insù cerco la mia stella» di Liliana Simion . È una storia divertente: nell'oscurità delle miniere, tra i canopi e il Folleto della Montagna, sulle rovine del Castel Pietra e ai bordi del torrente Canali, avvolto dal mistero delle Guane, Marco, il protagonista, vive delle avventure indimentcabili. Non è il solo libro per bambini ? con un occhio pure agli adult ? edito nel 2016 che ha come protagonist Primiero e i propri abitant. C'è pure il prolifco Mario Corona che con il fratello Renzo pubblica «In Mèrica: le incredibili avventure di Barba Sèp», all'anagrafe Francesco Giuseppe Betega , deto Bepi, americanizzato in Sep. È scrito in dialeto con traduzione in italiano e riguarda l'emigrazione dei primierot al di là dell'oceano, con meravigliose illustrazioni e stampato per DBS Edizioni di Rasai.

Regina SaràPRIMIERODellavallepresentatooggi

Luca Salvagno , uno dei maestri del fumeto italiano, frma la graphic novel per ragazzi dedicata alla prima guerra mondiale «El Sanguanel de Refavaie», un racconto immaginario trato dalla realtà storica. Stampato in primavera per Edizioni DBS su iniziatva della Pro Loco Prade Cicona Zortea, il fumeto è stato pubblicato nell'ambito del progeto «Il Fronte di Fronte» con riconoscimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Un accenno alla flatura di Ormanico (ora località Fol) chiusa nel periodo bellico, si trova nell'interessante approfondimento «Grigioverde dal telaio alla trincea. Le fabbriche biellesi nella Grande Guerra» a cura di Danilo Craveia e Marcello Vaudano , del Centro Studi Biellesi, fresco di stampa. L'imprenditore Giuseppe Ubertni, ufciale di carreggio e salmerie a Primiero, spinto dal suo spirito biellese e la formazione industriale, va a visitarla, accompagnato dalla moglie del proprietario, internato a Firenze. Vi rimane allibito per la vetustà dei macchinari, ma testmonia chi vi erano 50 fusi, un aspo per fare matasse; tre carde molto antche; c'era pure la tntoria con due o tre caldaie e al piano terra la botega: «stofe di lana fortssima, ma di poca apparenza e punto lusso». Avrebbe avuto sicuramente buoni spunt per la valorizzazione, ma non trovò terreno Nelfertle.50°

Parla di emigrazione anche «Ve salùde, stéme bèn», l'ultma pubblicazione di un altro scritore di Mezzano, Fiorenzo Simion . Trata le storie di emigrazione primierota di seconda, terza e quarta ondata, stampato in primavera dalla Tipografa Leonardi di Imèr.

dell'alluvione, non potevano mancare gli approfondiment: Ervin Filippi Gilli frma «Event naturali estremi: cambiament climatci nelle valli di Primiero», edito dalla Botega del Nordest. Oltre all'alluvione del '66, la ricerca raccoglie le descrizioni di 200 fenomeni occorsi a Primiero e Vanoi tra il 596 e il 2016. Il libro contene inoltre 183 immagini tra riproduzioni di cartoline d'epoca e foto (molte delle quali inedite) e 35 tabelle che raccolgono dat di precipitazione ma anche di Sullatemperatura.storiaprimierota più ampia, si inserisce Mateo Melchiorre , che ripercorre in prima persona e in modo originale «La via di Schenèr», (Marsilio Nodi) su cui hanno transitato le vite plurisecolari 49 Rassegna stampa - Dicembre 2016

Pure Marco Tofol si dedica alla storia di San Martno da fne ?800, atraverso le vecchie cartoline e le pubblicità di un tempo, con la riedizione, impreziosita da immagini e contenut relatvi ai dépliant turistci del libro «San Martno di Castrozza ? la storia», pubblicato da DBS Edizioni con piccoli capolavori a frma di maestri italiani della grafca quali Depero, Lehnart, Berann Raimondi, De Zulian

VALLE DI FASSA

Ha aperto invece il 2016 «L'amore di una vita. Un secolo di storia, ricordi, afet e passioni a San Martno di Castrozza», scrito da Manuela Crepaz ed edito da Publistampa edizioni con il patrocinio della Fondazione Dolomit Unesco. Racconta le vicende della nota località turistca atraverso gli occhi e i ricordi di Giacomo «Meto» Faoro , memoria storica del paese, impiantsta di lungo corso e amministratore locale.

Un secco no ai bot di Capodanno. Arriva dal presidente della Ual, Michele Anesi, che chiede ai propri concitadini di adoperarsi per evitare ogni forma...esplosiva per festeggiare il nuovo anno. «La flosofa della fondazione Dolomit Unesco - dice Anesi - incoraggia la partecipazione delle popolazioni locali alla tutela del loro patrimonio culturale e naturale. Proprio la tutela naturale del nostro territorio tra pochissimi giorni verra' messa in discussione dai bot di capodanno, usanza decisamente poco "montanara", ma si sa viviamo in una valle a vocazione turistca. In questa occasione tre categorie saranno in allerta: Prima di tuto medici, infermieri ed il corpo volontari soccorso che come ogni anno,con grande abnegazione e un po' di rabbia per questa stupida "follia" che potrebbe essere risparmiata, dovranno "rappezzare" adult e bambini. Seconda categoria ; gli animali, sia selvatci che domestci, vitme di questa sciocca usanza incivile. Gli animali infat non conoscono i fuochi artfciali, non sanno cosa succede: il risultato è il panico totale! I fort rumori getano gli animali nel terrore, inducendoli a reazioni istntve e incontrollate, a volte con conclusioni tragiche. Non ci rendiamo conto che il nostro territorio, fato di montagne favolose , panorami mozzafato, ospita tantssime specie di animali; ungulat, suddivisi in camosci 50 Rassegna stampa - Dicembre 2016

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“Secco no alla cultura dei bot”

di due comunità: quella feltrina e quella primierota, legate da quell'antca mulatera. L'autore ne scrive confrontando grandi scritori, archivi vescovili, comunali e privat, mappe, registri notarili e pure un astrologo, senza dimentcarsi dei tant mort lungo quell'orrido. A corredo del libro, le illustrazioni dell'ecletco artsta di Mezzano Jimi Troter , diventate per l'occasione, mostra fotografca ancora visitabile nel bel centro storico di Pieve.

Vigo di Fassa fra i borghi più belli d'Italia

VIGO DI AccetataFASSAericonosciuta la richiesta di adesione del comune di Vigo di Fassa al rinomato Club «I Borghi più belli d'Italia», associazione nata nel 2001 per valorizzare il patrimonio d'arte, cultura, ambiente e tradizioni su impulso della Consulta del turismo dell'Associazione nazionale comuni italiani. Un traguardo raggiunto per il sindaco di Vigo Leopoldo Rizzi e per la sua giunta comunale che hanno creduto nell'iniziatva dal momento in cui Luca Moschini l'ha proposta, nell'agosto scorso.

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L'Adige | 30 Dicembre 2016

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30 DICEMBRE 2016

caprioli cervi mufoni stambecchi, tetraoni (gallo forcello,gallo cedrone),oltre a rapaci ,volpi ,scoiatoli e marmote. Insomma nei nostri boschi vive una fauna che raggiunge quasi i diecimila capi, una popolazione faunistca che ha lo stesso numero degli abitant della valle di Fassa. Terzi, ma non ultmi i vigili del fuoco ,che mai come quest'anno dovranno passare le loro notate di fne anno, con le radioline sempre accese per la paura di incendi boschivi per l'assenza di neve. Pochi giorni fa la giunta provinciale ha frmato un'ordinanza nella quale si dispone il divieto assoluto di accensione e lancio di fuochi artfciali per evitare incendi. Ma in molt casi si traterà, purtroppo, solo di un divieto formale dato che moltssimi non rinunceranno al loro "boto" e sanzionarli sarà davvero complicato. Rispetare l'uomo e l'ambiente inizia dalle piccole cose: per esempio evitare veri e propri at di inciviltà come i bot di capodanno. È ora di rispetare e amare il nostro territorio, la nostra cultura, valorizziamo ciò che noi ladini siamo ed abbiamo, con sentmento d'orgoglio per le nostre partcolari origini. Per questo motvo l'Unione Autonomista Ladina esprime grande soddisfazione per la decisione presa dal Presidente Rossi, dai sindaci fassani e trentni-sudtrolesi per aver emesso l'ordinanza che vieta l'utlizzo di petardi, bot e artfci pirotecnici di ogni genere su tuto il territorio regionale».

«La richiesta di adesione al Club porta, a livello nazionale e internazionale, ad important vantaggi in termini di promozione del territorio» sotolinea il sindaco Rizzi, «con grandi opportunità di commercializzazione dell'oferta turistca e culturale di Vigo e della Val di Fassa; un'oferta che come sindaco di questo paese vorrei promuovere a tut i livelli isttuzionali. Essere annoverat tra i "borghi più belli d'Italia" - sostene Rizzi - è un risultato turistco e storico davvero importante per noi vigolesi e per tuta la Val di Fassa, perché l'ingresso in questa prestgiosa associazione ci aiuterà a promuovere il nostro patrimonio, fato di bellezze storiche, artstche e culturali, nonché dei tesori paesaggistci e naturali delle nostre montagne, oggi patrimonio Unesco dell'umanità». Alla richiesta ha fato seguito un esame scrupoloso da parte di una commissione nazionale che ha vagliato il rispeto dei parametri e delle carateristche di ciascun comune. Vigo di Fassa ha dimostrato di avere tute le carte in regola consentendo ai sei borghi antchi San Giovanni, Val, Costa, Larzonei, Vallonga e Tamion di entrare in un circuito di fascia alta del turismo internazionale. F. Gio.

Ghiacciai in ritro contnua il trend

FABRIZIO TORCHIO

Dopo l'autunno secco del 2015 e un inverno avaro di neve, già alla fne di giugno, nell'estate scorsa, i ghiacciai trentni mostravano a chi vi ci avvicinava ghiaccio esposto, anziché la copertura nevosa bianca.

«Gran parte della neve caduta da gennaio in poi se ne era andata - riassume il diretore di Meteotrentno Alberto Trent - ed anche se il calore estvo è stato nella media, il risultato per i ghiacciai è stato negatvo: la causa principale è stata la scarsità della neve più fredda, la neve 52 Rassegna stampa - Dicembre 2016

L'Adige | 30 Dicembre 2016

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Ainvernale».confermare il trend di arretramento dell'ultma annata di monitoraggio dei ghiacciai trentni sono i primi dat della campagna di rilievi glaciologici, che viene condota nella nostra provincia da Meteotrentno, dal Muse e dalla Sat. «La negatvità del bilancio glaciale è stata infuenzata dalla carenza di neve invernale. L'autunno del 2015 è stato secco, solo con qualche "spolveratnariassume Trent - e in gennaio c'è stata un po' di neve, ma la quanttà maggiore è arrivata in primavera: neve utle per tante cose, ma che ha fato presto a sciogliersi, non si è consolidata molto. Dal punto di vista della quanttà di neve ce n'era, ma era sopratuto neve primaverile». I rilievi sui sei ghiacciai trentni che vengono monitorat da Provincia, Muse e Sat prevedono le misurazioni a partre dai massimi accumuli primaverili (verso la fne di maggio e l'inizio di giugno). «L'estate scorsa per fortuna non è stata delle peggiori, il calore medio estvo è stato abbastanza nella media in alta quota - osserva Trent -; alla fne dell'estate, i rilievi vengono fat quando si può vedere la massima perdita di ghiaccio e dappertuto, anche a quote elevate come a 3.300-3.400 metri, la neve era andata via; soltanto sul ghiacciaio di La Mare, sopra i 3500 metri, a fne stagione erano rimaste delle zone con una ventna di centmetri di neve. Sul ghiacciaio del Careser, nel gruppo Ortles Cevedale, la perdita media di spessore è stata di 1,80 metri, con punte massime che arrivano fno ai 2,70 metri nella parte bassa, frontale, ad una quota intorno ai 2700 metri». Dat medi negatvi si registrano anche nel gruppo dell'Adamello e in quello di Brenta: «Sul ghiacciaio della Lobbia - ci spiega Trent - la perdita media è di circa 1,60 metri, mentre sul ghiacciaio d'Agola è stata di 1,50 metri. Per il ghiacciaio di La Mare (Cevedale) il dato medio è di 1,70 metri circa di perdita. In generale, quindi, un anno abbastanza negatvo che trova la sua causa principale nella scarsità di neve invernale. È un anno che si colloca nella media degli anni caldi; di fato da circa trent'anni a questa parte l'unico segnale in controtendenza è stato nel 2014, quando a fne estate molt ghiacciai erano ancora copert da neve dopo un'estate piovosa e nevosa. Un anno eccezionale, che poteva testmoniare situazioni che erano normali a inizio - metà del Novecento quando il clima era mediamente più fresco. Dalla metà degli anni Otanta - osserva Trent - c'è stata un'impennata di temperature a livello globale e anche in Trentno». Oltre alle misurazioni annuali per defnire i bilanci di massa e le variazioni di superfcie, Meteotrentno, Muse e Sat lavorano a defnire con precisione la situazione glaciale nell'intera provincia. È in programma, infat, la defnizione del Catasto aggiornato dei ghiacciai del Trentno: «Nel setembre 2015 sono stat fat i rilievi con strument laser e fotografci, dal cielo, di tut i ghiacciai del Trentno, e li abbiamo riperimetrat. Un primo dato sulla situazione del 2015 è di circa 120 ghiacciai per una superfcie complessiva di 32 chilometri quadrat». Rispeto alla cosiddeta «Piccola età glaciale», nel corso di circa 150 anni i ghiacciai trentni si sono ridot quindi di circa il «Fra70%.la

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Piccola età glaciale e il 1990 - argomenta Trent - la perdita di superfcie glaciale media era fra lo 0,4 e lo 0,6% l'anno. Dopo il 1990 e fno ad oggi la perdita media annua è dell'1,5% circa. Dopo il 1990 il ritmo di ablazione quindi è triplicato - osserva Trent -; un dato afdabile, basato su rilievi laser molto precisi, è la diferenza fra il 2003 e il 2015. Nel 2003 nel Trentno avevamo 39 chilometri quadrat di superfcie glaciale, nel 2015 ne avevamo 32, per una perdita del 18%».

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Da Calalzo fno a Cortna in 70 minut di Fancesco Saltni BELLUNO «È in partenza dal primo binario il “Venezia, Tre Cime di Lavaredo, Cortna, Val Pusteria, Bolzano. St. Moritz». A quando l'annuncio dagli altoparlant della stazione Santa Lucia di Venezia? Fra una decina d'anni, almeno, per le Tre Cime, una quindicina, forse anche qualcuno di più, per Dobbiaco. Gli studi di fatbilità, però, sono già pront e verranno perfezionat entro qualche setmana, in modo da essere illustrat a inizio primavera. I tecnici della Regione Veneto hanno completato l'analisi sociale ed economica del progeto, adesso ultmeranno quella fnanziaria, quindi dei cost, per recapitare poi al Governo la richiesta di fnanziamento. Siamo in grado di antcipare che il tracciato che passa per la Val d'Ansiei, quindi o per Auronzo, è lungo 48 km e 223 metri, ha un tempo di percorrenza di 70 minut e presenta un trato in galleria di ben 18 chilometri, da Somadida alla periferia di Cortna. Queste le stazioni ipotzzate, dopo Calalzo: Domegge, Lozzo, Cima Gogna, Auronzo, 3 Cime, San Marco, Cortna Centro. L'altra ipotesi, che riguarda la Val Boite, è più corta di 15 km, infat è di 33 km e 194 metri. Prevede gallerie per oltre 23 km, quindi solo 10 allo scoperto per ammirare il Pelmo, l'Antelao e, infne, le Tofane e il Cristallo. Il tempo di percorrenza è di 63 minut e le stazioni sono quelle di Valle di Cadore, Vodo, Borca, San Vito, Cortna Centro. La diferenza di costo tra l'uno e l'altro va dai 100 ai 200 milioni. Gli studi erano stat promessi per la fne di quest'anno, ma i tecnici non ce l'hanno fata; lavorano insieme quelli di Venezia (Regione) e quelli di Bolzano (Provincia). Un'inezia, però, questo ritardo, si osserva a palazzo Balbi, sede della Regione¸ tenendo conto che per realizzare l'opera ci vorranno 54 Rassegna stampa - Dicembre 2016

31 DICEMBRE 2016 Trentno | 31 Dicembre 2016 55 Rassegna stampa - Dicembre 2016

10 anni e per completarla, fno alla Val Pusteria, una quindicina. Per i Mondiali di sci a Cortna, nel 2021, sarà dunque operatvo - come nuova infrastrutura - soltanto l'aeroporto nuovo. Ma sarà pure atva l'eletrifcazione dell'anello ferroviario sud, da Castelfranco a Montebelluna, fno a Feltre e Belluno e, dall'altra parte, da Conegliano a Ponte nelle Alpi, fno alla cità capoluogo. Prima lo scalo aereo, dunque, e dopo il treno, infrastrutura ben più complessa. «Con l'aeroporto a Fiames, investmento esclusivamente di privat, possiamo rispetare puntualmente la tempistca che ci siamo dat per quest'opera», conferma il governatore veneto Luca Zaia. «In pista, dunque, volando. Per il treno speriamo che il cantere nel 2021 possa essere un po' oltre la posa della prima pietra». Al governatore, tutavia, preme metere le mani avant: «Chi preferisce la ferrovia perché ambientalmente non sarà di alcun impato, sappia che non lo sarà neppure l'aeroporto, che verrà costruito rispetando alla radice la Carta di Cortna». La Carta di Cortna? È il pato tra le isttuzioni, perché nemmeno un grafo venga portato a quel patrimonio dell'umanità che è proteto dall'Unesco. Il treno, dunque, è in fase di studio di fatbilità. «Nessun progeto esecutvo, posso ribadire che le ipotesi di tracciato sono due, una per la Val Boite e la seconda per la Val d'Ansiei. E che a scegliere, tra le due, saranno le comunità locali, alle quali gli studi verranno sotopost dalla prossima primavera». Nel suo sviluppo complessivo il treno, da Calalzo alla Val Pusteria, costerà un miliardo, più probabilmente un miliardo e 100 milioni. La nuova ferrovia non ripercorrerà il vecchio tracciato, oggi occupato dalla ciclabile, un percorso tra i più frequentat delle Alpi. I tecnici si sono orientat al transito sulla destra del Boite, quindi passando all'esterno dei paesi. Da tener presente anche l'incognita delle frane, che preoccupa sopratuto sul versante della statale Alemagna, quindi dei paesi. Il tracciato che oggi ha più chance pare, quindi, quelloper Auronzo e la Val d'Ansiei. Forte è il richiamo delle Tre Cime di Lavaredo. In faccia al gruppo, quindi all'inizio della Val Marzon, tra Auronzo e Palù San Marco, troverà spazio una stazioncina. «Di una suggestone unica, infat, sarà il treno Venezia-Tre Cime, o Bolzano-Tre Cime», conviene il presidente della Regione. Non è escluso che in futuro si potrà salire alle Tre Cime proprio da questa parte, in funivia, come chiedono gli ambientalist, sempre più decisi a contrastare l'assalto delle auto a Misurina e, sopratuto, ai piedi delle Tre Cime. Il compito della Regione Veneto è di arrivare fno a Cortna, ben s'intende portando anche l'eletrifcazione dei treni. Il trato successivo sarà a carico della Provincia di Bolzano.

sapere come andrà a fnire la contesa fra i Comuni di Primiero San Martno di Castrozza e Imer riguardo alla nomina del nuovo presidente del Parco di Paneveggio Pale di San Martno (il primo ha designato Silvio Grisoto, mentre il secondo vorrebbe Daniele Gubert), speta a Giacobbe Zortea, presidente uscente, che non intende ricandidarsi, trare le somme del 2016. Zortea, cosa può dire dell'atvità e del ruolo del Parco nel contesto del territorio? Senza ombra di dubbio posso afermare che il Parco di Paneveggio Pale di San Martno ha assunto un ruolo chiave nelle politche di sviluppo sostenibile del territorio da esso interessato ed è diventato sempre più “laboratorio” di sviluppo locale, condividendo con i sogget facent parte del territorio idee e scelte. In questo contesto l’approvazione del nuovo Piano del Parco e il conseguimento della “Carta europea del turismo sostenibile” hanno permesso di atvare atvità signifcatvamente partecipate. E i lavori efetuat sul territorio rappresentano intervent struturali a servizio di una migliore fruizione dei luoghi. Fra i più important come il “Balcone panoramico delle Dolomit, la riqualifcazione di alcuni contest naturalistci del biotopo “Prà delle Nasse” a San Martno di Castrozza e della Val Noana, la valorizzazione del Sentero della Cavallazza. Come si pone il Parco nelle relazioni fra i diversi sogget privat e isttuzionali (Comuni, Comunità, Provincia)? Pur nel complesso momento dove è evidente la contnua riduzione delle risorse fnanziarie, il Parco oltre ad essere una risorsa, è in ogni caso un atore di primo piano in quanto essere “laboratorio” di una nuova economia verde, è sicuramente in grado di coniugare i temi dello sviluppo e della pianifcazione (naturalmente in concerto con le isttuzioni), con quelli della sostenibilità e della conservazione intelligente del 56 Rassegna stampa - Dicembre 2016

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“Parco, laboratorio di economia verde”

di Rafaele Bonaccorso InPRIMIEROatesadi

territorio a favore degli abitant del territorio stesso. Con quali azioni e obietvi è possibile raggiungere tuto questo? E’ importante fondare la nostra azione sulla conoscenza, sull’identtà, sui saperi tradizionali, ma anche sulla creatvità e sulla costruzione di “scenari possibili”. Ciò signifca valutare gli impat non solo ambientali, ma anche sociali, traendo forza dalle comunità locali e dai valori che rappresentano il territorio e che in efet il Parco ormai conosce bene. Infat, come ci dimostra già la situazione atuale, l’ambiente sarà in futuro un elemento fondamentale sul piano sociale, culturale ed economico. Questo anche rispeto all’importante e sempre più presente tema della qualità della vita. Il nostro Parco si caraterizza, sempre più, come un polo atvo di sviluppo locale, con una sua identtà chiara ed un modello di lavoro riconoscibile, sempre all’interno delle sue competenze.

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