Rassegna Stampa Dolomiti UNESCO | Gennaio 2017

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Fondazione Dolomiti Dolomiten Dolomites Dolomitis UNESCO

RASSEGNA STAMPA GENNAIO 2017


02 GENNAIO 2017 Messaggero Veneto | 02 Gennaio 2017

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Il comune inserito nell'elenco delle realtà turistche regionali CLAUT Regalo in perfeto stle natalizio nelle ultme ore per la comunità di Claut: il vicepresidente della Regione, Sergio Bolzonello, ha infat frmato il decreto con cui il comune valcellinese viene riconosciuto a tut gli efet “realtà turistca”. Si trata di una lista di località del Friuli Venezia Giulia la cui economia si basa prevalentemente su atvità legate all’arrivo di escursionist e visitatori. L’inserimento nell’elenco, previsto da una speciale legge regionale del 2005, permete l’accesso a fondi e a proget di miglioramento della fruibilità del territorio. Pochi giorni prima di Natale il consiglio comunale clautano aveva votato all’unanimità la richiesta di iscrizione nell’albo turistco della Regione. Il 23 dicembre Bolzonello ha dato l’assenso formale, ma il relatvo provvedimento è stato notfcato al municipio qualche giorno dopo, a cavallo tra Santo Stefano e Capodanno. La notzia è stata salutata con favore dal sindaco Franco Bosio, che, avendo lavorato per numerosi anni nel setore delle cooperatve, conosce bene le prospetve di crescita che possono derivare dalla vocazione turistca. Il capoluogo della Valcellina resterà nell’elenco sino al 31 dicembre 2017 in assenza di un’ulteriore istanza di conferma da parte del Comune. Conferma ovviamente già data per scontata dall’amministrazione civica che nella propria relazione tecnica ha spiegato il perché della decisione. «Claut è parte integrante del Parco naturale delle Dolomit friulane, del sito Unesco, della diretva europea sull’habitat e di quella per la protezione degli uccelli», ha afermato il primo citadino durante il proprio intervento in consiglio. Non c’è stato bisogno nemmeno di dilungarsi troppo in discussioni sulla natura stagionale o meno della presenza di visitatori. «Claut è ospitale in tut i mesi dell’anno e non esistono aree di interesse o altre da escludere», ha concluso l’amministratore facendo notare come in zona sia possibile pratcare ogni tpologia di disciplina sportva, da quelle invernali alle uscite estve. La giunta Bosio sta dedicando 2 Rassegna stampa - Gennaio 2017


grande atenzione all’economia del paese. L’intenzione è di sviluppare piccole atvità ecocompatbili in grado di creare nuovi post di lavoro.

03 GENNAIO 2017

Alto Adige | 03 Gennaio 2017

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Dolomit, i “green days” per tutelare i nostri passi BOLZANO Le difcoltà, in primo luogo quelle politche, non sono di certo mancate, sopratuto da parte trentna, e fassana in partcolare. Epperò, alla fn fne, alla fne dell’estate 2016, dopo mesi e mesi di tormentate tratatve si è raggiunto un accordo di massima denominato: green days. Stamo parlando dei primi tentatvi di chiusura dei passi dolomitci al trafco motorizzato, allo scopo di 3 Rassegna stampa - Gennaio 2017


salvare il patrimonio mondiale dell’umanità dall’asfssiante transito di automobili, autobus, moto, camper e via sgasando. Saranno dieci giorni, nel corso dell’estate del 2017. Riguarderanno esclusivamente il passo Sella, versante gardenese e fassano. Ancora di preciso non si sa come funzioneranno. Ci saranno i giorni di chiusura totale, quelli dedicat ai mezzi eletrici, quelli dedicat alle bici, ai pedoni e a chissà cos’altro. L’iniziatva, sostenuta dagli assessori provinciali altoatesini Mussner e Theiner più il trentno Gilmozzi, ha avuto come primo esito la messa in piedi di un gruppo di lavoro che sta defnendo i partcolari. Da qualche mese e dopo una serie di rilevazioni in tempo reale efetuate sulla Sella Ronda nel corso dell’estate 2016. Il tuto grazie a telecamere in grado di riconoscere le targhe dei passant e anche ai sofware capaci di studiare i fussi reali di trafco: chi passa, da dove parte, in che direzione va, quante volte al dì. Si sono mossi, i politci nostrani, non prima di aver ricevuto una discreta bota di energia grazie alla campagna avviata dai giornali Alto Adige e Trentno, a sua volta sostenuta dai tant letori che hanno votato al nostro referendum a favore di una forte limitazione del trafco motorizzato in una zona montana tanto delicata. Alcuni osservatori hanno sì parlato dei green days come di una soluzione al ribasso, ma occorre tener conto che mai si era tentato qualcosa di simile. E che se funzionasse - e come hanno dimostrato le chiusure al trafco dei centri storici dei paesi dolomitci, Ortsei in primis, e delle aperture alle sole bici come Maratona dles Dolomites e Sella Ronda bike days, le cose funzionano eccome - si potrebbe, si dovrebbe estendere: più giorni, più passi coinvolt. Controtendenza è la via intrapresa per il passo dello Stelvio da Bormio e Prato Stelvio e per il passo Umbrail dalla svizzera val Monastero: pedaggio, almeno 20 euro. Servirà per fnanziare il museo all’aperto. Sarà, ma a tant non piace. Non basta. Si sarebbe preferito dell’altro. Che si spera si realizzi in Dolomit.

04 GENNAIO 2017 Trentno | 04 Gennaio 2017

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p. 7 – segue dalla prima

Più che 'lavori in corso' vorrei valori La legge del kharma vuole che l'essere umano debba pagare i prezzo degli errori commessi nelle esistenze passate e present. Allo stesso tempo, gli errori sono, o dovrebbero essere, i nostri migliori maesatri. Tuto è collegato in qualche modo. Siamo un'unica grande famiglia, e siamo responsabili di quello che facciamo. Il che non vuol dire sentrsi in colpa. Piutosto avere consapevolezza può aiutarci a migliorare, a trovare il coraggio necessario per afrontare il futuro. E la responsabilità come un'imposizione pregna di accezioni moralistche. Un problema può diventare un’opportunità, i grandi frut si colgono quando tra gli uomini c’è relazione, scambio, condivisione. Io imprenditore desidero, voglio, instaurare un rapporto armonioso con i collaboratori per innalzare lo stato di coscienza, per comprendere la realtà, per creare nuove dimensioni future. Siamo noi in buona misura a determinare il corso degli event della nostra esistenza. È questa la nostra responsabilità. Responsabilità come valore. Io operatore turistco so che chi ci visita non è un mero consumatore: prima di tuto è una persona. L’ospite, infat, non è un portafogli e noi albergatori abbiamo la responsabilità di saperlo, di capirlo e di agire di conseguenza. È vero, il turismo ha poco di autentco. E nemmeno ciò che piace all’ospite, anche se il suo gradimento può portare a un successo economico, è di per sé autentco. I villaggi turistci? Gli spostament di massa da un tropico all’altro alla ricerca di un viaggio che è ormai solo consumo incondizionato di cità, musei, piazze, parchi? Gli chalet di montagna come villete a schiera di un’idea di paesaggio incontaminato che è ormai un luogo comune bell’e buono? C’è ben poco di autentco in tuto questo e lo sappiamo noi, così come lo sanno gli ospit. Creiamo modelli di fnzione e li condiamo con parole come unicità, green, e altre diavolerie del marketng a tut i cost. Va da sé: non sono le nostre oferte turistche a essere uniche, caso mai lo sono le Dolomit, il Monte Bianco, la Cappella Sistna. Per questo vanno difesi, tutelat, preservat. Responsabilità come valore. Equazione di un’idea di futuro che non si basa sull’illusorietà dell’unicità. I bot di Capodanno sono unici? Non certo per i caprioli o le mucche nella stalla. Valori. O li viviamo e ci crediamo e pensiamo bene a quel che diciamo o è meglio lasciar perdere. Mi piacerebbe che fra tut i cartelli di “lavori in corso” che servono per sventrare le montagne, costruire centri commerciali e via dicendo ce ne fosse uno con su scrito: “valori in corso”. Penso proprio che ci sia molto da fare e allora su, diamoci da fare. Che il lavoro sui valori inizi da noi; che il 2017 ci port consiglio. Michil Costa

Corriere del Trentno | 05 Gennaio 2016

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p. 5 segue dalla prima

«Elicoteri e motori sulle Dolomit Vanno armonizzat i regolament» Morandini: «Mountain Wilderness guardi anche le cose positve» Trento «Armonizzazione delle norme sull’uso dei mezzi motorizzat (ad esempio elicotero, motoslita, quad eccetera) per atvità di pubblico servizio». Fa riferimento alla strategia complessiva di gestone individuata dalla Fondazione Dolomit Unesco la diretrice Marcella Morandini nel rispondere (amareggiata) alle polemiche sui voli turistci in alta quota e alla letera in merito inviata proprio all’ente che dirige da Mountain Wilderness. La notzia di una letera scrita alla Fondazione Dolomit Unesco da Mountain Wilderness contro i voli turistci in quota è di ieri (Corriere del Trentno ), assieme a quella dell’analoga presa di posizione del parco Adamello Brenta. «Mi dispiace — dice Morandini — che gli ambientalist, e tra loro Mountain Wilderness che è molto atenta e spesso ha contribuito al nostro lavoro, fatchino ancora a capire come funziona la Fondazione che non è un ente di dirito pubblico e che non concede autorizzazioni. È una piataforma con cui le amministrazioni dei territori interessat dalle Dolomit condividono un programma di lavoro ed è nata, voluta dall’Unesco, per favorire la collaborazione e lo scambio tra chi gestsce i territori stessi». In quest’ambito, ricorda la diretrice, è stata approvata una strategia complessiva di gestone: «Si trata di un progeto da atuare sul territorio in cui uno degli obietvi strategici indicat è quello di armonizzare l’uso di mezzi motorizzat nei diversi territori. In Trentno e in Alto Adige, ad esempio, la regolamentazione di questo ambito è piutosto rigida, in Veneto è un po’ più lasca. Con l’approvazione del Cda del documento e la ratfca delle giunte territoriali è stato fato tuto, anche di più di quel che chiedeva Unesco, ma poi quest sono percorsi lunghi». Alla spiegazione segue l’amarezza: «Mi dispiace constatare una polemica che mi sembra un po’ esagerata. Dispiace che ci siano atacchi così duri e che non si veda quanto di positvo è stato fato. Riceviamo molt apprezzament dall’esterno: tra quest anche quelli della dotoressa Carmela Giarratano (diretore generale del Ministero dell’Ambiente, ndr ) che durante l’ultma riunione dedicata ai sit Unesco ha parlato delle Dolomit come di un esempio». Intanto l’assessore veneto alla Sanità Luca Coleto interviene sul fenomeno dello slacklining: «Gli equipaggi degli elicoteri di soccorso afrontano già abbastanza rischi. Ci manca solo che possano incappare su una fune trata tra una cima e l’altra da chi, per una malintesa sfda alla vita, mete a 6 Rassegna stampa - Gennaio 2017


repentaglio la propria e quella dei soccorritori. Chiedo alle autorità competent di valutare la possibilità di vietare e sanzionare la pratca dello slacklining». Marta Romagnoli

07 GENNAIO 2017 Trentno | 07 Gennaio 2017

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Radici salde e occhi al futuro. Ecco i ladini delle Dolomit di Daniela Mimmi Tuta la magia della Ladinia, la magia della sua storia, delle sue radici, quelle radici alle quali le popolazioni ladine, appunto, sono giustamente ataccatssime. Tramandando linguaggi, tradizioni, storia. La Ladinia potrebbe essere vista anche come una terra ai più poco conosciuta, un territorio che si estende su cinque vallate (Gardena, Badia, Ampezzo, Livinallongo e Fassa), tre province (Alto Adige, Bellunese, Trentno) e due regioni (Trentno Alto Adige e Veneto). Numeri di una terra e di una storia, numeri che sintetzziamo in un ulteriore cifra, approssimatva: poco più di 100 pagine. Sono quelle del volume, o anche della guida, dal ttolo «I Ladini delle Dolomit», libro pubblicato di recente in tre lingue (italiano, tedesco e inglese perchè si punta alla difusione internazionale della storia e della realtà della Ladinia) dall'editore Il Folio di Bolzano, insieme all'Isttuto per la Cultura 7 Rassegna stampa - Gennaio 2017


Ladina. Dentro, oltre a foto molto belle, c'è tuto quello che si può o che si vuole sapere della cultura ladina: dalla geografa alla lingua (anzi, le lingue perchè ogni ladino di ogni vallata ha delle diferenze dagli altri), dalla storia alla scuola, dall'economia all' artgianato e all'arte. E poi ancora architetura e cultura, la leteratura e la musica, le leggende e la cucina, con per esempio la riceta dei Tutres. Corredano il libro diverse foto, recent in brillant colori e vecchie in bianco e nero, cartne geografche e un piccolo dizionarieto, per dare almeno un orientamento sull’idioma ladino, anzi, come deto prima, sugli idiomi ladini. E una copertna di forte impato: una porta rossa chiusa, su un prato, installazione di Barbara Tavella. Da aprire e scoprire cosa cela. Il libro, curato da Tobia Moroder, sta andando a ruba sopratuto tra i turist che frequentano queste valli e che dei ladini, come è ovvio, sanno poco o niente. Perché è agile, piacevole da leggere e scorrere e costa solo 7,90 euro. Il curatore, nonché autore di alcuni capitoli (tra cui quello sull'architetura, l'artgianato, l'arte e la cucina), è appunto Tobia Moroder, sindaco di Ortsei. «Il libro si rivolge ai turist che vogliono conoscere meglio le valli che frequentano, ma anche ai locali. Io stesso, realizzando questo libro, ho scoperto diverse cose che non sapevo», ci dice l’autore. In questo piccolo libro c'è, insomma, tuto quello che si vuole sapere sui ladini. «La proposta mi è stata fato dallo stesso editore. Ci sono tant libri e tante guidi sui ladini, ma o sono troppo specifche e di difcile approccio, o sono datate. E sopratuto questa è trilingue e sarà distribuita per il momento, oltre che qui in zona, nelle vallate ladine e in tuta Italia, anche in Austria, Germania e Svizzera». I diversi capitoli sono frmat, oltre che da Moroder, da espert ladini dei vari setori: Eduard Demetz per la musica (come non ricordare Giorgio Moroder, forse il ladino più... internazionale di sempre, oppure le Ganes?), Roland Verra per la leteratura e la scuola, Christne Wanker per la geografa, Franziska Hack per quanto riguarda la lingua, o meglio appunto le diverse lingue ladine, che si trovano anche in Svizzera e nel Friuli. E ancora Werner Pescosta scrive della storia, Elfriede Perathoner dell'economia, Cesare Poppi della cultura tradizionale. Ulrike Kindl parla invece delle tante leggende ladine, sopratuto di quelle di Fanes. «Come collaboratori - conclude il sindaco autore - ho scelto espert, ma anche quelli che hanno la mia visione dei ladini: gente legata alle proprie radici ma proietata verso il futuro e che non si piange addosso, gente che vuole scrivere il futuro e non rimuginare sul passato, gente per cui i ladini non sono da museo». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Gazzetno | 07 Gennaio 2017

p. 19 edizione Belluno

Meridiani Montagne dedicato alle Dolomit PIEVE DI CADORE Era dedicato alle Dolomit di Sesto il numero di dicembre del periodico Meridiani Montagne. «Dalle Lavaredo al Comelico» il ttolo di copertna: secondo la suddivisione orografca internazionale unifcata del sistema alpino infat, come sotolinea nel suo editoriale Marco Albino Ferrari, il toponimo Dolomit di Sesto indica la vasta zona montuosa tra la Val di Landro, la Pusteria, il Comelico e il Cadore. Vengono ovviamente presentate le Tre Cime di Lavaredo, monumento naturale più celebre e frequentato dell'intera area: principali senteri e rifugi, diferenze e dispute tra le aree amministrate dalle due province di Belluno e Bolzano. Ma questo numero di Meridiani Montagne approfondisce anche le diformità che sussistono nello «stare e vivere» il territorio montano: si parla delle Malghe «private» della Pusteria e di quelle «pubbliche» 9 Rassegna stampa - Gennaio 2017


o di proprietà colletva (Regole) del Comelico e del Cadore. Ampio spazio poi ai diversi itnerari, più o meno impegnatvi, più o meno alpinistci, che possono essere percorsi nelle diverse stagioni per conoscere da vicino anche gli aspet più naturalistci e paesaggistci di quest ambient straordinari. Da segnalare infne una sezione storica che racconta l'impresa leggendaria del piccolo gruppo degli alpini chiamat Mascabroni impegnat a riprendere il mitco e strategico passo della Sentnella (vallon Popera) conquistato dagli austriaci nella prima guerra mondiale. Giannandrea Mencini

08 GENNAIO 2017 Trentno | 08 Gennaio 2017

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10 Rassegna stampa - Gennaio 2017


Da Di Caprio a noi, la realtà di un tema caldo di Maddalena Di Tolla Deforian Grande atesa per domani sera, con un inaspetato sold out (esaurit i quasi cinquecento post disponibili), per l’appuntamento al Muse, il Museo di scienze di Trento, con il grande cinema sul global change (inizio ore 20), cui farà seguito una conversazione fra un uomo di fede e un uomo di scienza. Alle 21.30 infat, dopo la proiezione del flm “Punto di non ritorno – Before the Flood” seguirà (e potrà essere seguito via facebook in streaming sulla pagina del Muse) un dialogo tra l’arcivescovo emerito di Trento, monsignor Luigi Bressan, e Michele Menegon, ricercatore del Muse in biodiversità tropicale e co-curatore della mostra “Estnzioni. Storie di catastrof e altre opportunità”. Sarà interessante il dialogo fra scienza e fede sulla crisi ambientale, in larga misura di fato ancora inedito. La Chiesa ha fato qualche tmido passo avant negli anni sul problema dell’impato ambientale delle azioni umane ma l’antropocentrismo del “creato” resta l’assioma centrale, intorno al quale a oggi ancor a fatca si intravede una rielaborazione del tema della collocazione dell’uomo sul pianeta. La scienza, sopratuto quella declinata verso politche di conservazione, ha invece fato passi enormi verso una consapevolezza dei rischi ambientali e sociali e rispeto alla responsabilità e ai limit del “potere” umano. Lo ricorda appunto la mostra “Estnzioni” allestta al museo fno a giugno, che accanto ad una parte meramente scientfca, propone una rifessione sulle responsabilità della nostra specie. Torniamo al flm che apre la serata tematca, per ricordarne le carateristche. “Before the food – Punto di non ritorno” è un lavoro girato in collaborazione con Natonal Geographic e sta suscitando un elevato interesse su scala mondiale. La regia è di Fisher Stevens, i produtori sono la superstar Leonardo Di Caprio, Fisher Stevens, Bret Ratner, James Packer, Trevor Davidoski, Jennifer Davisson Killoran. Oltre a immagini di eccezionale bellezza, contene interviste a scienziat, capi di stato, imprenditori e personaggi politci, dall’ex presidente degli Stat Unit, Barack Obama al Ceo di Tesla, Elon Musk, e a Papa Francesco. In partcolare, fanno sapere gli organizzatori, l’arcivescovo emerito monsignor Luigi Bressan approfondirà la dimensione etca dell’ambientalismo con un focus sulle azioni che la Chiesa mete in campo relatvamente alla lota ai cambiament climatci. Michele Menegon punterà l’atenzione sul fato che l’uomo condivide con tut gli altri organismi una serie di vincoli impost dai sistemi ecologici, cui apparteniamo ma di cui come società non abbiamo ancora reale consapevolezza. «L’acquisizione di questa consapevolezza costtuisce la sfda più importante per il nostro futuro - commenta Menegon infat come organismi, al pari degli altri, siamo completamente dipendent dal sistema nel quale viviamo e non abbiamo il potere di cambiare le regole del gioco». La testmonianza e le rifessioni di Menegon sono quelle di un ricercatore che trascorre molt mesi ogni anno in giro per il mondo, immerso nelle foreste, alla ricerca di quel che resta delle meraviglie dell’evoluzione; conosce il fascino della natura come le difcoltà della conservazione. E’ la prima volta che nella nostra regione si apre di fronte a un pubblico ampio questo genere di dialogo. Nei mesi scorsi in alcune occasioni l’Arcidiocesi trentna aveva comunicato preoccupazione sui temi ambientali, ad esempio sulla dibatuta questone del trafco sui passi dolomitci e sull’approccio alla risorsa idrica. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

09 GENNAIO 2017 L'Adige | 09 Gennaio 2017 11 Rassegna stampa - Gennaio 2017


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Calendario in breve Canazei L'alba in Marmolada L'alba in Marmolada è un evento che lascia nel cuore ricordi ed emozioni indelebili. E sono ben quatro le date in calendario a gennaio 2017 per poterla apprezzare dal vivo dalla terrazza di Punta Rocca a quota a 3265 metri, il punto panoramico più alto delle Dolomit, Patrimonio Naturale Unesco. La prossima è venerdì 13 con ritrovo alle ore 6.30 a Malga Ciapela, salita in funivia fno a Punta Rocca e dopo l'alba prima sciata sulla neve immacolata (verso le ore 7.30) e ricca colazione a bufet al ristorante di Serauta (dalle 8 alle 10). Il costo di 40 euro per persona (sciatori e non, con o senza skipass), comprende: biglieto funivia andata/ritorno, pausa cafè e colazione a Serauta. 12 Rassegna stampa - Gennaio 2017


Parcheggio gratuito. Prenotazione obbligatoria entro le ore 17.30 del giorno precedente. Info e prenotazioni: info@funiviemarmolada.comtel. 0437522984 Predazzo Consiglio comunale Domani sera è convocato il consiglio comunale alle 20,30. Tra i punt all'ordine del giorno spicca sicuramente la presentazione al Consiglio Comunale del progeto culturale della nuova biblioteca e il rinnovo della convenzione con il Museo delle Scienze per la gestone del Museo Geologico delle Dolomit. Relazionerà l'assessore Lucio Dellasega.

10 GENNAIO 2017 L'Adige | 10 Gennaio 2017

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Corso per capire quanto vale essere 'Biosfera' GIUDICARIE ESTERIORI L'Ecomuseo della Judicaria, dopo essersi fato promotore della candidatura del territorio al riconoscimento di Biosfera Unesco «Alpi ledrensi e Judicaria», propone ora un corso per scoprire le potenzialità turistche e commerciali dell'iniziatva, insieme alle Apt locali, l'Ecomuseo della Valle del Chiese, il Parco Fluviale della Sarca e la Rete di Riserve Alpi Ledrensi. Il corso, gratuito, è riservato a chi opera nel setore turistco (albergatori e aftappartament ma anche artgiani, commerciant, guide alpine e accompagnatori, associazioni di promozione territoriale e pro loco) sui territori che si fregiano del riconoscimento otenuto nel 2015. Si trata di un corso in 5 incontri: a Tenno (16 gennaio), Storo (30 gennaio), Ponte Arche (13 febbraio), San Lorenzo in Banale (27 febbraio) e Pieve di Ledro (13 marzo), con l'aggiunta di due visite guidate, una all'Ecomuseo della Judicaria e una in Val di Ledro e all'Ecomuseo del Chiese. Ogni incontro sarà dedicato ad un tema diverso: il brand Unesco e le opportunità per potenziare il marketng di servizi turistci e produzioni agroalimentari del territorio con il relatore Filippo Lorenzini di Punto 3 srl; il turismo sostenibile e le strategie vincent per cogliere quello che è un trend in crescita, a cura di Alessandro Bazzanella della Trentno School of Management; il turismo di comunità con l'esperienza della Biosfera Unesco dell'Appennino Tosco Emiliano, di cui parlerà 13 Rassegna stampa - Gennaio 2017


Eriak Farina della cooperatva «I brigant di Cerreto»; le opportunità legate al Geoturismo esposte da Emiliano Oddone della Dolomit Project srl; infne, sarà Elena Guella del Servizio Aree Protete e Sviluppo Sostenibile della Provincia a relazionare sui motvi del riconoscimento Unesco «Alpi ledrensi e Judicaria» nell'otca di divulgazione a visitatori e client. L'iniziatva vuole incentvare gli operatori del setore turistco a promuovere il riconoscimento verso i propri visitatori e come fonte di atratvità, ma anche incidere sulla percezione e sulla conoscenza della Biosfera Unesco da parte della popolazione locale. D.R

Trentno | 10 Gennaio 2017

p. 15

Visita guidata al Museo geologico delle Dolomit PREDAZZO Alle 10, al Museo geologico delle Dolomit, in piazza Ss. Filippo e Giacomo 1, a Predazzo “Arte e geologia nelle Dolomit”; tarifa visita guidata 3 euro oltre al biglieto d'ingresso al museo. Durante la stagione invernale il Museo Geologico delle Dolomit di Predazzo propone tante atvità dedicate al pubblico locale e ai turist della Val di Fiemme. Tra le diverse proposte, ogni martedì matna, la passeggiata Arte e geologia delle Dolomit condota dall'Associazione "Senteri in compagnia" porterà alla scoperta dei più bei masi afrescat di Predazzo. Info: 331 9241567.(c.l.)

Alto Adige | 10 Gennaio 2017

14 Rassegna stampa - Gennaio 2017


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Più potere ai ladini, la legge arriva a Roma BOLZANO È improbabile che ci sia abbastanza tempo per approvare la legge prima delle elezioni politche, ma la questone ladina ha atrato ieri l’atenzione della Camera. Dopo il via libera in commissione, è iniziata la discussione in aula del disegno di legge costtuzionale per la modifca dello Statuto di autonomia con norme sulla minoranza linguistca ladina in Alto Adige. È il progeto di legge della Svp, con primo frmatario Daniel Alfreider, che nel 2016 ha raccolto i pareri del consiglio regionale e dei consigli provinciali di Bolzano e Trento. «I ladini costtuiscono la minoranza linguistca più antca dell'arco alpino e popolano oggi gran parte del territorio delle Dolomit», ha ricordato Alfreider, «Fu il regime fascista a suddividerli su territori diversi». Alfreider riassume i punt principali: tra quest, la possibilità di accedere come ladino alla carica di vicepresidente della giunta provinciale di Bolzano, all'ampliamento della rappresentanza ladina negli ent pubblici di rilevanza provinciale in Alto Adige, il maggior peso in fase di approvazione del bilancio, la composizione della Commissione dei Sei e dei Dodici. Michaela Biancofore (Forza Italia) è partta con una provocazione: «La vera minoranza discriminata sul territorio altoatesino è quella di lingua italiana». È giusto comunque riparare ai tort commessi verso i ladini nella costruzione dell’Autonomia, dice Biancofore. Anche Florian Kronbichler (Sel) non risparmia critche, ma dice «non si può dire di no a queste proposte. Il problema è che invece di unire il più possibile le popolazioni ladine, sparpagliate tra cinque valli con questo progeto di legge la popolazione ladina si ritroverà ancora più divisa e più disuguale per dirit e tratamento». (fr.g.) ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Alto Adige | 10 Gennaio 2017 15 Rassegna stampa - Gennaio 2017


p. 38

Mongolfere da spetacolo in Alta Badia ALTA BADIA A metà gennaio il cielo sopra l'Alta Badia si tngerà di tant nuovi colori, i colori dei gigant dell'aria, le mongolfere. Per la prima volta verrà organizzata anche in Alta Badia l'iniziatva "Le Dolomit in mongolfera" in collaborazione con il Dolomit Balloonfestval. La manifestazione avrà inizio sabato con un evento di presentazione nel centro del paese di La Villa. Alle ore 21, nel parco vicino alla scuola di sci di La Villa, le mongolfere creeranno uno spetacolo di animazione tra luci, famme e tanta musica. Si trata di un'occasione unica per godersi lo spetacolo a testa in su e ammirare dal vivo gli afascinant gigant del cielo. I giorni seguent, più precisamente dal 16 al 22 gennaio, ci sarà la possibilità di provare dal vivo la magia delle Dolomit viste dall’alto. Partendo da La Villa e galleggiando in aria si potranno scoprire emozioni nuove: il piacere dei ritmi rallentat, il “suono del silenzio”, tante sorprendent varietà di luci e colori, oltre allo scenario unico delle nostre montagne, patrimonio dell'Umanità Unesco. La direzione di volo non può essere decisa dai passeggeri, ma sarà il vento ad indicare ai pilot professionist il tragito da seguire. Le prenotazioni devono essere efetuate diretamente sul sito dell'organizzazione www.balloonfestval.it e si può scegliere tra un’ora di volo in mongolfera oppure un volo a lunga distanza, dalle 2 alle 4 ore, tempo permetendo. (e.d.)

16 Rassegna stampa - Gennaio 2017


Il Gazzetno | 10 Gennaio 2017

p. 25 edizione Padova

Paolo Mieto: I dinosauri nell'Italia nord-orientale CENTRO ALTINATE SarĂ Paolo Mieto, lo studioso che ha scoperto e pubblicato le prime impronte di dinosauri in Italia, il relatore della conferenza proposta domani alle 18 nell'auditorium del Centro culturale Altnate nell'ambito della mostra Dinosauri. Gigant dall'Argentna. Ingresso libero.Le ricerche sui dinosauri in Italia sono iniziate nel 1985 con la scoperta del sito del Monte Pelmeto, nelle Dolomit cadorine, dove un masso di dolomia di etĂ Triassica superiore porta impresso un centnaio di impronte, riferibili a piccoli dinosauri che si muovevano in un'area costera tropicale.Fino al 1985 l'opinione del mondo scientfco era di escludere categoricamente l'Italia dalle possibili aree idonee a ospitare dinosauri, opinione poi smentta dai ritrovament.

11 GENNAIO 2017 Corriere delle Alpi | 11 Gennaio 2017

17 Rassegna stampa - Gennaio 2017


p. 14

Parcheggi di interscambio per favorire l'utlizzo dei bus BELLUNO Nuove ciclabili per raccordare ospedale, scuole, parcheggi e stazione. Sono numerosi gli intervent previst a Feltre nell’ambito del progeto “Verso una mobilità sostenibile in Dolomit Unesco”. Il secondo Comune della provincia punta al bike-sharing, con dieci biciclete a pedalata assistta da ricaricare in due stazioni che saranno poste nel territorio comunale. Feltre punta anche a otenere i fnanziament per completare la ciclabile verso Pedavena, e a raccordare quest’ultma in direzione dell’ospedale e del polo scolastco Boscariz, lungo via Segusini e Bentvolgio. Nel progeto ci sono anche la realizzazione di un parcheggio proteto per le biciclete in prossimità della stazione ferroviaria, capace di ospitare 50 mezzi a due ruote, e la riqualifcazione della ciclopedonale del viale Achille Gaggia, con la valorizzazione dei parcheggi di interscambio di Prà del Vescovo e Prà del Moro a favore dei dipendent Luxotca che utlizzano i mezzi pubblici per raggiungere Sedico. Le pensiline per aspetare la corriera riparat ci sono già, si intende valorizzare il nuovo centro di interscambio anche con il bike-sharing. Anche a Sedico si punta sulle ciclabili. In progeto c’è la costruzione di un percorso proteto che colleghi la stazione di Bribano con piazza 18 Rassegna stampa - Gennaio 2017


della Vitoria e gli stabiliment Luxotca. Due chilometri e mezzo per fare in modo che i dipendent dell’azienda si muovano il più possibile a piedi o in bici per raggiungere il posto di lavoro. Sedico pensa anche ad ampliare il percorso da piazza della Vitoria alla zona industriale di Gresal. Un parcheggio bici aziendale, con tanto di docce dedicate, è previsto anche all’ospedale di Feltre (progeto a cura dell’Usl), mentre Dolomitbus collocherà totem e monitor eletronici informatvi in stazione - sempre a Feltre. (a.f.)

Corriere delle Alpi | 11 Gennaio 2017

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L'auto in garage, al lavoro si va in bici di Alessia Forzin BELLUNO La Valbelluna spinge verso una mobilità sostenibile. In un territorio in cui si concentrano servizi, grandi industrie (come Luxotca) e i principali poli scolastci della provincia, spesso l’aria non è delle più salubri. Colpa della conformazione della vallata, ma anche delle auto che quotdianamente percorrono le strade per portare a scuola gli student e al lavoro gli adult. Per diminuire il trafco e promuovere uno stle di vita improntato alla sostenibilità ambientale, la Provincia si è fata capofla di un progeto da oltre due milioni e mezzo di euro, che coinvolge anche i Comuni di Belluno, Sedico e Feltre, l’Usl e Dolomitbus, “Verso una mobilità sostenibile in 19 Rassegna stampa - Gennaio 2017


Dolomit Unesco”. È stato inviato a Roma per partecipare al Programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro. Lo Stato ha messo a disposizione 35 milioni di euro di fnanziament. La copertura arriva al 60%, la cifra rimanente dovrà essere messa dai sogget proponent. Il bando fnanzia intervent quali il bike sharing, la realizzazione di piste ciclabili, laboratori e uscite didatche con mezzi sostenibili, programmi di educazione e sicurezza stradale e di riduzione del trafco. Si mira a sensibilizzare la popolazione sull’opportunità di lasciare la macchina parcheggiata in garage e di muoversi con i mezzi pubblici o quelli che non inquinano: la bicicleta oppure le proprie gambe. La scelta dei partner della Provincia non è casuale. Belluno e Feltre sono riferiment territoriali important per i servizi, l’ospedale e le scuole superiori, e per questo fort atratori di trafco. In mezzo c’è Sedico, sede di due stabiliment Luxotca che impiegano 2800 dipendent (ma a breve diventeranno 3500, con l’ampliamento in fase di realizzazione). Sul fronte della mobilità ciclabile, i tre comuni hanno sviluppato progetualità che però devono essere completate o maggiormente sviluppate. Il progeto inviato al Ministero per il fnanziamento porterà a estendere la rete di piste ciclabili, ma anche a integrarla con il trasporto pubblico locale e a potenziarla con parcheggi interscambiatori e aree di sosta protete per le biciclete. Sono quindici gli intervent in programma. Gli intervent a Belluno. Il Comune capoluogo punta a otenere i fnanziament per realizzare i trat di ciclabile mancant fra la rotatoria di Marisiga (dove sbucherà il sovrappasso della ferrovia) Salce e via Feltre. «Vogliamo raccordare le piste esistent con quella che sarà costruita lungo il sovrappasso», spiega l’assessore Franco Frison. «Vanno costruit il trato fra la rotatoria di Marisiga e i magazzini comunali e quello fra l’ingresso del sovrappasso, vicino alla nuova caserma dei vigili del fuoco, e la rotatoria di via dei Dendrofori, dove muore il percorso ciclabile che corre lungo via Feltre». Inoltre sarà sistemato il piazzale sterrato in via Col da Ren, poco prima della caserma Toigo: sarà trasformato in un parcheggio di interscambio da 87 post auto, dove le persone potranno lasciare la macchina e prendere la corriera per dirigersi verso gli stabiliment Luxotca di Sedico. Infne sarà allestto un parcheggio proteto da una pensilina per 50 biciclete vicino alla stazione. «Con quest intervent completeremmo la viabilità ciclabile dal centro cità a Salce», conclude Frison, «e valorizzeremmo la mobilità sostenibile, sulla quale stamo lavorando da tempo». Fra due mesi si saprà se il progeto, dell’importo complessivo di 2.567.260 euro, accederà al fnanziamento.

Corriere delle Alpi | 11 Gennaio 2017

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Nuove strategie contro lo spopolamento Sono un giovane dotore forestale e ho avuto la fortuna di conoscere e studiare le Dolomit e le Alpi bellunesi. Ho leto con interesse il vostro dossier relatvo all’abbandono della montagna bellunese e vorrei condividere alcune rifessioni. Spopolamento non signifca solo declino demografco. Ricercando il signifcato profondo di questa parola, ci riallacciamo alla primitva accezione di “perdita di generazioni” ed è proprio questo il vero dramma, ossia la scomparsa di legami, tradizioni, culture, lingue, esperienze, conoscenze, savoir-faire, identtà, costumi. E, con quest, scompare la gestone dei territori e dei paesaggi. Le Alpi sono etmologicamente le “montagne dei pascoli”, le “montagne che nutrono”: un signifcato profondo, che trova le sue origini in epoca pre-romana. Le Alpi sono state la cintura di interscambio tra le popolazioni europee, la fonte di nutrimento, di acqua, il serbatoio di biodiversità. Cosa resta oggi di questo glorioso passato? Le trasformazioni moderne della società sono state tante e complesse. Esse hanno investto tute le sfere: politche, sociali, culturali, economiche. Oggi noi viviamo i segni di quest profondi cambiament in area montana: il declino demografco, la riduzione dei servizi (sanità, poste, banche, ecc.), la chiusure degli Isttut scolastci periferici, la mancanza di prospetve lavoratve. Il sentmento di marginalità ha così permeato e invaso la sacralità delle comunità montane. La sfda oggi è nel mantenere una cultura dell’incolto, dell’abbandono e del margine oppure nella creazione di nuovi spazi imprenditoriali volt alla valorizzazione dell’ambiente, della società e della cultura, atraverso la reinterpretazione delle tradizioni passate e delle variegate realtà odierne? Come dotore forestale mi sento però di evidenziare le critcità 21 Rassegna stampa - Gennaio 2017


insite in alcune strategie di sviluppo elaborate per la Provincia di Belluno, in partcolare in relazione a tut quei proget che vedono il turismo come unico pilastro e unico mercato per tute le altre atvità economiche. Intendiamoci bene: il turismo ha rappresentato (e rappresenta tut’oggi) un’atvità economica di centrale interesse per la sostenibilità delle vallate delle Alpi venete. Gli investment, sia pubblici che privat, hanno creato ricchezza e benessere. Ma il turismo non può rappresentare l’unico fondamento dell’economia delle valli. Usiamo una metafora: se si costruisce una casa su un solo pilastro il rischio di crollo (e quindi di collasso di una società intera) è molto elevato. Se invece la casa è sostenuta da più colonne il rischio sarà molto minore: se una colonna si crepa, le altre sosterranno il peso della casa. Il mercato turistco alpino è generalmente basato su tre snodi: ricezione a valle (alberghi, ristorant, struture ricetve, campeggi, servizi, ecc.), trasporto in quota (impiantstca funiviaria, senteristca agevolata, trasporto su gomma, ecc.) e ricezione a monte (rifugi, malghe, ristorant in quota, ecc.). Troppe volte si ritene che questa sia l’unica fliera con cui si devono interfacciare in chiave subordinata tute le altre atvità, ossia quelle agro-silvo-pastorali, la lavorazione dei prodot primari, l’artgianato, i servizi. Se però la presenza turistca viene a mancare, questo fatore mete in crisi tuto il sistema delle aziende montane. Se alberghi e ristorant sono vuot, far funzionare gli impiant di risalita risulta solo un costo e nullo sarà il ricavo di rifugi e malghe. A uno sguardo più atento si evidenzia quindi la non sostenibilità di tale sistema in un’otca di resistenza e resilienza nel lungo periodo. Anche le leggi dell’ecologia ci indicano come la stabilità sia legato alla biodiversità; ben venga allora la “biodiversità” anche nelle produzioni di montagna e nella ricerca di mercat diversi, sorret dall’elevata qualità e unicità dei prodot montani e dal loro legame con il territorio, il paesaggio e la cultura locale (es. legno e artgianato, prodot latero-caseari e carnei, mieli, erbe ofcinali, olii essenziali, frut di bosco, confeture). Una volta di più allora richiamiamo la necessità di scelte politche strategiche per la montagna che si rapportno con la conoscenza del territorio, il confronto con altre realtà montane, la valorizzazione dei paesaggi, la centralità della gestone agro-silvo-pastorale. Andrea Pincin

Alto Adige | 11 Gennaio 2017

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Il CAI con Sauro ci porta negli abissi delle montagne di Alessio Pompanin BOLZANO Si apre domani, e si apre in grande stle davvero, la programmazione 2017 delle serate culturali proposte dalla sezione Cai (Club Alpino Italiano) di Bolzano. Si trata, giusto ricordarlo, di appuntament davvero ad alto gradimento e che vengono presentat con tre sostantvi: storie, immagini, emozioni. Le serate culturali quest’anno segnano una novità rispeto alla tradizione: sono programmate il giovedì (tute tranne una), e non il venerdì come accadeva da anni. Dunque giovedì, mentre resta immutata la locaton, il Teatro di Galleria Telser a Gries, sempre con inizio alle ore 21 e sempre a ingresso libero. «Raccontare le montagne: storie, immagini, emozioni» è dunque il ttolo che per il 2017 è stato dato alle serate culturali organizzate ancora una volta, come ormai da lunga (e apprezzata) tradizione dalla sezione di Bolzano del Cai. Ma l’appuntamento inaugurale, domani sera, è con un alpinista “al contrario”: perchè è con uno speleologo, di fama internazionale, ovvero uno che invece di andare “su” per le montagne, va giù, ci va dentro e soto... Si trata di Francesco Sauro, lo speleologo italiano che è stato anche "incoronato" dalla prestgiosa rivista Time che lo ha messo in copertna. Domani sera al Teatro di Gries, Francesco Sauro sarà il protagonista e la guida di una serata “negli abissi”, nel segno 23 Rassegna stampa - Gennaio 2017


davvero dello spetacolo della natura e delle fort emozioni. Narrerà infat l'esplorazione dell'abisso «El Cenote», aiutandosi con immagini a dir poco suggestve. Di cosa si trata? A quota 2940 metri, tra il Piz Conturines e Cima Lavarella, in seguito ai decennali programmi di esplorazione sugli altpiani ampezzani condote dal Club Speleologico Proteo di Vicenza, Sauro ha svelato un abisso, che si era aperto in seguito allo svuotamento naturale di un lagheto alpino fn dal 1994. Ma da allora all’otobre 2015, le difcoltà di progressione legate alla presenza di un imponente giacimento interno, avevano di fato reso impossibile la perlustrazione di quell’abisso. Ed è appunto nell’otobre 2015 che una spedizione intergruppo, supportata dalla Commissione centrale speleologica del Cai, con Francesco Sauro scende in fondo a un enorme pozzo di 165 metri, che porta a una profondità di - 285 metri, nella più grande “sala” mai scoperta nelle Dolomit. Che Sauro descriverà e mostrerà domani sera. Scorrendo poi il libreto delle serate culturali del Cai Bolzano, ecco il secondo appuntamento, il 31 gennaio, martedì (l’unica eccezione al giovedì, ndr con una gloria made in Alto Adige dell'arrampicata (libera, ma non solo) mondiale: Jacopo Larcher, il "ragno bolzanino", racconterà «La mia esplorazione del mondo vertcale», arrampicate dalle paret "di casa" fno alla remota tundra siberiana, in giro per il mondo. Eccoci poi al 9 febbraio con la serata «Da Toni a Hansjörg. Dalle Alpi a Bafn Island», con protagonista Mateo Mocellin, fotografo e videomaker che racconterà partcolari storie legate alle montagne. Il 2 marzo sarà Paolo Grosso, istrutore di scialpinismo del Cai di Belluno, che racconterà «Kanchenjunga/Kang Chen Dzon Nga - La montagna dei 5 tesori della neve». In aprile il 6 l'ospite sarà Gianni Bodini che descriverà «Le vene d'acqua della Val Venosta», poi pausa estva e quindi si riparte il 28 setembre con Angelika Rainer, la grande alpinista altoatesina che racconterà le sue scalate su ghiaccio e dintorni. Il 19 otobre spazio a Giovanni Pagnoncelli e al suo racconto del «Kirghizistan, viaggio alla scoperta di una tra le mecche del granito asiatco». In novembre, il 9, Anne Picard, olandese da alcuni anni residente a Cornaiano, parlerà di «Asia Centrale: trekking in Mongolia e scialpinismo in Kirghizistan». Chiuderà il programma il 7 dicembre Rolando Larcher con «Considerazioni sul sud», ovvero i vari signifcat del sud per uno scalatore. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

12 GENNAIO 2017 L'Adige | 12 Gennaio 2017

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Comun Generale nello Statuto VAL DI FASSA Approvato dalla Camera il decreto legislatvo la modifca dello Statuto di Autonomia che riporta specifci riferiment alla tutela della minoranza linguistca ladina delle Dolomit. Oltre ai nuovi dirit di rappresentanza riconosciut per i ladini nell'ambito della Provincia autonoma di Bolzano, per la Valle di Fassa in partcolare è stato approvato l'emendamento che prevede l'introduzione a livello Statutario di un riferimento al Comun General de Fascia, ovvero ad un ente che costtuisce espressione direta di una comunità minoritaria. L'emendamento è di Michele Nicolet (Pd) frmato dagli onorevoli Alfreider, Lorenzo Dellai e Mauro Otobre e riguarda i ladini trentni mentre il resto riguarda i ladini dell'Alto Adige. L'assessore regionale alle minoranze Linguistche, il ladino Giuseppe Detomas , esprime tuta la 25 Rassegna stampa - Gennaio 2017


sua soddisfazione per l'approvazione. «Questo risultato - sotolinea Detomas- è il fruto di un'intensa collaborazione avvenuta in quest anni fra l'Assessorato regionale alle Minoranze Linguistche e la delegazione parlamentare regionale che ha seguito le fasi relatve all'iter; dall'elaborazione del testo, alla discussione nelle commissioni competent fno alla relatva presentazione in aula». Per Detomas si trata di un passaggio storico, il riconoscimento di un principio che implica una grande occasione di emancipazione per una realtà minoritaria, in quanto ad essa viene riconosciuta una speciale forma esponenziale e rappresentatva della comunità. L'iter è certamente ancora lungo tratandosi di una legge costtuzionale, infat, sono necessari due ulteriori passaggi ma l'importante è che fn dal principio e dalla prima approvazione del paccheto di riforme, il Comun General de Fascia sia stato espressamente contemplato. Soddisfato anche l'onorevole Riccardo Fraccaro del Movimento 5 Stelle. «In sede di votazione mi sono astenuto, ma sono soddisfato che sia stata accolta la nostra proposta, che rende possibile svolgere sessioni straordinarie riguardant i dirit della minoranza linguistca ladina, del gruppo linguistco dei mocheni e del gruppo linguistco dei cimbri. Possibilità che è stata estesa sia al consiglio regionale che ai consigli provinciali di Trento e di Bolzano». Fraccaro ha poi sollevato la questone della scuola elementare di Soraga, chiusa da un anno perché aveva meno di quaranta iscrit.

13 GENNAIO 2017 L'Adige | 13 Gennaio 2017

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A Vigo di Fassa una tre giorni di confronto con i big della meteorologia VIGO DI FASSA Di previsioni e tempo in montagna si parlerà a Vigo di Fassa dove, dal 3 al 5 febbraio, un gruppo di espert di meteorologia si confronterà, per iniziatva della Pro Loco in collaborazione con Dolomit Meteo di Anton Sessa ed il patrocinio della Fondazione Dolomit Unesco. Tute le relazioni, gli incontri e dibatt si svolgeranno nella Sala consiliare del comune di Vigo di Fassa. I temi afrontat saranno suddivisi in tre giornate dedicate rispetvamente alla «previsione», alla «neve», al «cambiamento climatco», temi che saranno tratat da illustri metereologi quali: Igor Chiambret, 26 Rassegna stampa - Gennaio 2017


glaciologo Technical Director Aineva; Gianluca Tognoni (nella foto) meteorologo del Servizio Meteo Trentno; Giovanni Tesauro meteorologo e ingegnere aerospaziale; Flavio Galbiat, previsore meteo per TG5, TG4, Studio Aperto; Alessandro Ceppi docente di climatologia, meteorologia e ambiente. Per l'occasione viene bandito anche un concorso fotografo su «La Neve».

Ansa Trentno Alto Adige | 13 Gennaio 2017

htp://www.ansa.it/trentno/notzie/2017/01/12/clima-trentno-incontri-su-cambiament-a-vigodi-fassa_ddae6a36-4e6c-4e84-851f-7ceaf2be2023.html

Clima: Trentno, incontri su cambiament a Vigo di Fassa (ANSA) - TRENTO, 12 GEN - Il tema del cambiamento climatco è al centro di una tre giorni organizzata dalla pro loco di Vigo di Fassa dal 3 al 5 febbraio. Gli incontri, con espert nazionali, sono stat pensat insieme a Dolomit Meteo di Anton Sessa e il patrocinio della Fondazione Dolomit Unesco. I temi afrontat saranno suddivisi in tre giornate: nella prima si parlerà di previsione, nella seconda della neve e nella terza del cambiamento climatco. Saranno interlocutori le guide alpine Val di Fassa.

Repubblica | 13 Gennaio 2017 27 Rassegna stampa - Gennaio 2017


htp://www.repubblica.it/viaggi/2017/01/13/news/sciare_trentno_treno_inverno-155953544/

Soto il Brenta. Diretamente con il treno di Claudio Visani Andare a sciare in treno, senza lo stress del viaggio in auto, delle code in autostrada, della nebbia o del gelo, delle gomme o delle catene da neve. Scendere alla stazione d'arrivo, fare pochi metri a piedi e salire su una moderna telecabina che in 12 minut t porta oltre i 2.000 metri di quota, diretamente sulle piste, nell'incantevole scenario delle Dolomit del Brenta, in una delle sky-area più atrezzate d'Europa. Da qualche anno è possibile farlo in Val di Sole, a un'ora da Trento, col Dolomit Express, unico caso in Italia di un treno che porta gli sciatori diretamente all'impianto di risalita. Si arriva a Trento dalla linea del Brennero o dalla ferrovia della Valsugana che collega il capoluogo trentno col Veneto e con Venezia. All'interno della stazione c'è il terminal della ferrovia TrentoMalè-Mezzana. Si sale, il trenino è moderno, silenzioso, si ferma a richiesta come un bus nelle borgate della valle, il viaggio è piacevole e dura circa un'ora e mezzo. Si scende a DaolasaCommezzadura, due fermate prima del capolinea di Mezzana. Alla stazione, se avete bisogno di cambiarvi per essere pront a sciare, troverete locali atrezzat e il deposito sci, scarponi, doposci, bagagli a mano. Dal piano d'imbarco della stazione parte la telecabina a 8 post che vi porta velocemente fno in cima alla Valmastellina, a 2045 metri, da dove partono tute le piste e i collegament con Marilleva, Folgarida, Madonna di Campiglio, il Grostè e il Doss del Sabion che sovrasta Pinzolo: è il comprensorio sciistco Dolomit del Brenta, Val di Sole e Val Rendena, con ben 150 chilometri di piste per tut i gust e tute le abilità. Durante tuta la stagione invernale prendere il Dolomit Express è anche più conveniente. Quando fate lo skipass alle biglieterie della telecabina di Daolasa, se presentate il biglieto di andata e ritorno del treno il costo del biglieto vi viene scontato sul prezzo dello skipass giornaliero. E se arrivate a Trento in auto e andate a sciare solo per un giorno, i parcheggi presso il terminal TrentoMalé-Mezzana sono gratuit. L'ultma corsa di ritorno da Daolasa è alle 19.45. L'auto dal parcheggio sui può ritrare fno alle 23.30. Se invece avete più giorni a disposizione, vi consigliamo di cercare una sistemazione negli splendidi rifugi alpini dell'area, prenotando però con largo antcipo perché non è facile trovare posto. Qualche suggerimento. La telecabina Daolasa-Valmastellina arriva diretamente al Solander, un bellissimo albergo-rifugio recentemente ristruturato con i criteri dell'architetura moderna, con parecchie camere tute in legno e molto confortevoli, ristorante, self-service, bar, solarium e un'ampia zona wellness con idromassaggio, bagno turco, sauna, zona relax e, sopratuto, una spetacolare vista panoramica sul Sasso Rosso, il Grostè, la Valle di Peio con il Gruppo del Cevedale. Dal Solander partono le piste Mastellina azzurra, ideale per riprendere confdenza con la neve, scaldare i muscoli e per qualche facile fuoripista, e la Mastellina rossa (Mastellissima), prolungamento della prima, lunga oltre 3 chilometri (più i 1.100 metri della Mastellina) e bellissima. Due seggiovie assicurano invece i collegament con il monte Vigo (verso Madonna e Marilleva) e lo Spolverino (verso Folgarida). Poco più in alto, proprio alla sommità del Monte Vigo, a quasi 2.200 metri di altezza, da dove la vista spazia a 360 gradi su tuto l'arco dolomitco, fulcro dello "Skirama Dolomit" dove convergono gli impiant di risalita che salgono da Marilleva, Folgarida e Madonna di Campiglio, c'è il rifugio Orso Bruno, un gioiello costruito sulla roccia quasi mezzo secolo fa e ampliato negli anni. Strutura di alta montagna su più livelli, aggrappata alla parete rocciosa, quasi tuta in legno e sasso, in un punto paesaggistcamente davvero unico. Il rifugio ha 19 camere, rustche e accoglient, bartaverna, ristorante e self service, terrazza panoramica, una zona relax con vasca idromassaggio a 5 28 Rassegna stampa - Gennaio 2017


post a ridosso di un'ampia vetrata che si afaccia sulla valle e che permete di godere meravigliosi tramont sull'Adamello, una grande sala giochi per i bambini suddivisa in tre zone con tanto di parete da arrampicata. Dal monte Vigo partono le piste rosse delle Rocce (verso Folgarida), dell'Orso Bruno-Panciana (verso Marilleva) e Malghete da cui partono i collegament con gli impiant di Pradalago e Madonna e da lì verso Pinzolo e su, fno agli oltre 2.500 metri di alttudine del Grostè, dove si trova, sempre, la neve migliore: quella fresca. In tuto il comprensorio ci sono 62 impiant di risalita e 150 chilometri di piste, tute o quasi con i cannoni per produrre la neve artfciale e tute tenute alla perfezione. Signifca che dal Solander o dall'Orso Bruno vi potete metere gli sci al matno e toglierli dai piedi alla sera senza aver fato due volte la stessa pista e senza essere riuscit a percorrerle tute. E quando gli impiant chiudono, gli sciatori scendono a valle e si fa sera, si entra in un'altra dimensione: quella del silenzio e dei tramont da favola, lassù, isolat, lontani dal trafco, dal caos e dalle luci delle cità. Un po' più in basso, a Malghet Haut, ai piedi del monte Spolverino, dove arrivano gli impiant che salgono da Folgarida, c'è un altro bellissimo rifugio, l'Albasini, costruito dall'omonima famiglia, che ancora lo gestsce, nel 1965, quando fu inaugurato il primo impianto di risalita della zona. Gestone familiare, cordialità e simpata, buona cucina, camere confortevoli, area benessere e, lì come al Solander e negli altri rifugi, noleggio di tuta l'atrezzatura necessaria per lo sci, lo snowbord o gli altri sport sulla neve. Notevole, sempre a Maghet Huat, anche lo Chalet degli Angeli, strutura più moderna, con 24 camere, sempre con ristorante, terrazza panoramica e area benessere. A Pradalago, sul costone sempre assolato che domina Madonna di Campiglio, a 2082 metri di altezza c'è invece il Rifugio Viviani, sempre nel magnifco scenario delle Dolomit del Brenta che hanno otenuto il riconoscimento di "Patrimonio mondiale dell'umanità" da parte dell'UNESCO. Al Grostè, a 2261 metri di alttudine, c'è il Rifugio Grafer, forse il più carateristco di tut, una splendida costruzione in sasso che risale agli anni Quaranta, subito dopo la guerra. Inttolato all'alpinista e aviatore Giorgio Grafer, il rifugio doveva servire come base per avventurarsi sui versant selvaggi del Brenta setentrionale. Ma con l’arrivo degli impiant di risalita è diventato uno dei punt di riferimento principali per migliaia di sciatori. Dispone di 70 post leto e ristorante selfservice. Infne qualche indicazione per gli sciatori più espert sulle piste "imperdibili" della Skiarea delle Dolomit del Brenta. La pista più lunga e col con maggior dislivello (5750 metri di lunghezza e 1284 metri di dislivello) è la DoloMitca che collega il Dos del Sabion (Pinzolo) a Madonna. La più rapida è la Schumacher Streif, con l'ultmo muro della Spinale Diretssima che scende a picco dalle pendici del Grostè fno a Madonna che ha pendenze atorno al 70%. La più afascinante resta quella del Canalone Miramont, trato fnale della mitca 3-Tre, la pista della Coppa del Mondo da scendere in noturna. Ma anche la nera degli Ort (Marilleva), la nera di Folgarida, la rossa delle Malghete e le piste che scendono da Pradalago e dal Grostè sono fantastche. Se potete, approftatene dopo la Befana e a marzo, quando ci sono le promozioni free-sky. Tra il 7 e il 21 gennaio il soggiorno nelle diverse struture ricetve dell'area per almeno una setmana comprende lo skipass gratuito, e così pure tra il 18 e il 26 marzo. Buone sciate.

14 GENNAIO 2017 Corriere delle Alpi | 14 Gennaio 2017 29 Rassegna stampa - Gennaio 2017


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Mondiali 2021, proget in fase atuatva CORTINA Sostenibilità con il nodo della viabilità verso i mondiali di sci di Cortna 2021. A “Fantastche Dolomit”, a Longarone Fiere, isttuzioni, aziende e politca si sono interrogat sullo stato dell’arte dell’importante appuntamento. «Voi bellunesi dovete essere più unit – esordisce il moderatore Luigi Gandi, giornalista televisivo - negli anni avete infat dato tanto e ricevuto poco. Avete il problema che c’è solo una strada per andare a Cortna. A inizio anno ho fato una puntata del mio programma in quota e i vari imprenditori ampezzani hanno sotolineato, tra gli altri, il problema dei camion in centro, guardando con favore una soluzione simile alla circonvallazione di Agordo». «Come Comune siamo ora alla fase atuatva degli intervent – ha deto Sandro D’Agostni, presidente della Seam – ci sarà un approccio sostenibile grazie ad un apposito accordo con il ministero dell’Ambiente». «Pubblico e privato si sono unit – aggiunge Gabriela Scanu, funzionaria del ministero – afnché lo sport possa convivere con il territorio senza danneggiarlo. È noto il problema della viabilità e dell’inquinamento montano dei troppi mezzi. Stamo facendo degli studi su questo che portno anche alla realizzazione di un Paes (piano di azione per l’energia sostenibile) che al momento a Cortna manca. C’è già la collaborazione di Anef per impiant di innevamento sostenibili». Presente la politca provinciale con i senatori Giovanni Piccoli e Rafaela Bellot, il deputato Federico D’Incà, il sindaco Roberto Padrin e il presidente del Bim Umberto Soccal. Assent però Provincia, Regione (è stato mandato un videomessaggio, non trasmesso al convegno, dal vice presidente Forcolin) e il deputato Roger De Menech. «Bene il gioco di squadra ma che non sia un’ipocrisia – sentenzia Piccoli – a livello romano il partto di governo dovrebbe rimboccarsi le maniche per il nostro territorio. Vanno bene le nuove tecnologie “green” ma come possono aiutarci a combatere lo spopolamento? Altro punto sono i 100 milioni in arrivo per i proget di viabilità. È necessario che ci siano decisioni condivise con citadini e amministratori locali per usare le risorse al meglio e non lasciare che decidano dall’alto». «Secondo il piano dell’Anas – replica D’Agostni – ci sarà lo spazio per coinvolgere nelle decisioni che riguardano il nostro territorio sia le 30 Rassegna stampa - Gennaio 2017


amministrazioni che i citadini». Altro tema toccato è stato la mobilità eletrica, difusa nei paesi tedeschi ma assente nelle nostre zone. «I turist dalla Germania usano auto eletriche - spiega Claudio Ferrari, presidente Federesco, consorzio nazionale delle aziende basate sull’efcienza energetca - ma qui da noi non ci sono le centraline per caricarle, come invece in altre regioni. Dobbiamo butarci sulle nuove energie perché ci sono milioni di euro da Ue e altri fnanziatori per proget innovatvi». Enrico De Col ©RIPRODUZIONE RISERVATA

15 GENNAIO 2017 Corriere delle Alpi | 15 Gennaio 2017

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Successo per le escursioni 2016 PIEVE DI CADORE

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La sezione Cai di Pieve di Cadore inaugura il nuovo anno di atvità pensando ai giovani. Aprendo la campagna tesserament 2017, il presidente Umberto Giacomelli ha parlato esplicitamente di un sempre più necessario avvicinamento alle nuove generazioni da parte della Sezione anche per tenere alto l’interesse per la montagna, per i suoi problemi e per le sue prospetve. «Dobbiamo sperimentare – ha deto Giacomelli – approcci nuovi nei confront dei giovani, da afancare ai valori di sempre, quelli che riescono ancora ad afascinare lo spirito giovanile come l’ambiente da conoscere e difendere, il desiderio di immergersi nella natura, la scoperta culturale, il gusto dello stare insieme, del camminare, dell’aiutarsi. È questo ciò che ofre il Cai». E i risultat in termini di iscrit e di partecipazione alle escursioni lo testmoniano. L’anno scorso, come ha spiegato il presidente Giacomelli durante la relazione fnale della manifestazione "Sulle Dolomit di Tiziano", sono stat superat alla grande i 500 iscrit e i partecipant alle escursioni estve domenicali e infrasetmanali hanno sforato quota 1000. Un risultato otenuto grazie al lavoro degli animatori. Risultat che quest’anno, alla luce del ricco calendario elaborato, potrebbero essere incrementat. Un’atenzione partcolare sarà rivolta all’alpinismo giovanile che, da anni ormai, accompagna in montagna molt ragazzi dei Comuni di Pieve, di Domegge, di Calalzo e di Valle aiutandoli a conoscere la montagna e consentendo loro di vivere a contato con la natura che li circonda ed insegnando loro quei segret della fora e della fauna che alimentano passione e conoscenza dell’ambiente dolomitco. Un signifcatvo passo verso l’unifcazione dei comuni, contrariamente alla politca che non lo sa fare. Intanto hanno preso il via le escursioni invernali messe in programma dalle sezioni Cai del Cadore e di Cortna. Escursioni che, in atesa della neve, si stanno svolgendo senza il bisogno delle ciaspe. Le prossime escursioni sono quella di oggi alla Cresta di Pocroda e di sabato prossimo ai rifugi Rinfreddo e Coltrondo. Da notare che, proprio in vista delle escursioni invernali su percorsi innevat con le ciaspe, le sezioni Cadorine e di Cortna hanno organizzato anche una serie di esercitazioni per imparare l’uso dell’ Artva, pala e sonda in caso di valanghe. Vitore Doro

Corriere del Trentno | 15 Gennaio 2017

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Il docu di Rübelt, le Dolomit in moto 32 Rassegna stampa - Gennaio 2017


Domani, nell’ambito del «Laboratorio alpino delle Dolomit Bene Unesco», lo Spazio Alpino Sat (via Manci 57) ospiterà un nuovo appuntamento con il Trento Film Festval con la proiezione del documentario «In motocicleta sulle Dolomit» di Lothar Rübelt (Austria, 1926, 46’). Il documentario sarà presentato dal curatore del progeto di restauro della pellicola, Paolo Caneppele, responsabile dell’Archivio Film dell’Austrian Film Museum di Vienna. Il restauro, la digitalizzazione, la rimusicazione dell’edizione italiana del documentario sono state curate dal Cab di Bolzano.

16 GENNAIO 2017

Corriere delle Alpi | 16 Gennaio 2017

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Casanova, l’alleato inaspetato ALLEGHE La Marmolada, l’ultma bataglia. Stava male, Floriano Pra quando, poco più di un mese fa, decise una matna presto di prendere il telefono e chiamare il cronista per dirgli: «Lascia perdere tuto e difendici la nostra montagna di casa». Da quella matna Floriano non perse occasione di insistere, quasi quotdianamente, con il giornalista perché non un colpo andasse perso contro quella che l’albergatore chiamava l’«ingordigia dei trentni». «È una bataglia che t fa onore, ma prendi ato che non hai più forze, bada a te stesso e a tua moglie», contnuai a ripetergli tra un viaggio e l'altro a Pordenone, dove faceva la chemioterapia. In quei giorni accetò anche il consiglio, piutosto di consumarsi progressivamente in un’arrabbiatura dietro l’altra perché i risultat non arrivavano, di ascoltare l’ingegner Vascellari e perfno gli ambientalist, in primis Luigi Casanova. Dal leto della malata, Pra riuscì a confezionare un altro piccolo "miracolo": metere tut d’accordo e a far convergere gli ambientalist da una parte, e la Regione Veneto dall’altra, sul progeto di Vascellari di collegare Serauta con Sas del Mul, e, in futuro, con Fedaia. Un collegamento tuto a vantaggio della Val Petorina e che avrebbe dovuto prescindere dal cambiamento dei confni del ghiacciaio 33 Rassegna stampa - Gennaio 2017


della Marmolada, per il quale tanto stanno insistendo anche i trentni. È una bataglia probabilmente vinta, quella di Pra, considerata l’insistenza di Federico Caner, assessore al turismo a non cedere di un passo sulla confnazione. Ma, il grande braccio destro di Pra in quest anni, e fn dalla frma dell’accordo sulla Marmolada tra Trento, Belluno e Venezia, è stato sopratuto Luigi Casanova, uno dei più strenui difensori dell’ambiente, che nulla aveva perdonato a Pra, nella sua azione di assessore regionale al Turismo e alla sua iniziale volontà di "esasperare" l’impiantstca in alta quota. Ma dal radicale confronto sulla Marmolada, è nata tra Floriano e Gigi la capacità di ascoltarsi fno in fondo e di trovare le ragioni ultme del bene delle comunità di riferimento, prescindendo da ogni interesse di potere. In una nota difusa ieri Casanova ricorda tute le vicende della Marmolada «che ci hanno vist protagonist, fn dall’accordo sui confni del 2002. Anche quando ha sostenuto posizioni diverse da quelle auspicate dalla nostra associazione ha saputo ofrire una corretezza politca e umana che oggi è difcile riscontrare nella politca italiana. Il 24 dicembre sono stato suo ospite a pranzo a Caprile. Abbiamo condiviso ogni passo che riguarda la Marmolada: il limite, la cura, la riqualifcazione, il no agli elicoteri su tute le Dolomit. Era già molto malato ma ha voluto rimanere con me tuto un lungo pranzo. Ultmamente sui giornali ha scrito esplicitamente che solo Mountain Wilderness può salvare la Marmolada e la montagna bellunese. Un riconoscimento che, vi assicuro, ci deve fare onore, perché quell'uomo lo abbiamo anche combatuto con tenacia, anni '80 e '90. È mio dovere come persona ma anche come dirigente di Mountain Wilderness, rendergli onore e rispeto». (fdm)

Trentno | 16 Gennaio 2017

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Il Trento Film Festval oggi porta in sala le moto sulle Dolomit TRENTO Un appuntamento che si iscrive all’interno del Laboratorio alpino delle Dolomit Bene UNESCO, quello che propone quest’oggi la visione del documentario “In motocicleta sulle Dolomit” nella sua versione restaurata. L’appuntamento quindi è quest’oggi alle ore 18 allo Spazio Alpino SAT di Trento, sito al pianterreno Casa della SAT di via Manci 57 con il nuovo evento del Trento Film Festval che propone appunto il lavoro dell’austriaco Lothar Rubelt “In motocicleta sulle Dolomit”. Il documentario viene infat proietato al pubblico nella versione restaurata e per l’occasione sarà presente il curatore del progeto di restauro della pellicola, Paolo Canappele, anche responsabile dell’Archivio Film dell’Austrian Film Museum di Vienna. Un lavoro che ha interessato più realtà, infat il restauro, la digitalizzazione, la rimusicazione dell'edizione italiana del documentario sono state curate dal CAB, Centro audiovisivi di Bolzano – Dipartmento di Cultura Italiana, in collaborazione con il Filmarchiv Austria di Vienna. Nel documentario si racconta la storia di un gruppo di entusiast motociclist di Vienna che nel 1926 decide di realizzare un flm sulle Dolomit. Dopo un primo sopralluogo la spedizione è atentamente preparata, ma contratempi, incident, ritardi, ostacoli burocratci e lit nel cast ritardano l’inizio delle riprese. Con mezzi tecnici ridot, in appena due setmane, la troupe realizza il flm di uno straordinario viaggio sulle Dolomit. In motocicleta il gruppo di amici scala le Tofane, raggiungendo il rifugio Cantore a 2588 metri sul livello del mare. Riprese di montagna e passione per i motori si fondono in questo documentario sportvo che per la qualità e tematche rappresenta un unicum nella cinematografa sportva dell’epoca. Le star del flm sono le moto, present in quasi tute le inquadrature e i paesaggi alpini che incantano i protagonist come gli spetatori Il catalogo “Guida ai luoghi del cinema in Alto Adige” e il Dvd allegato In Motocicleta sulle Dolomit sono disponibili per tut gli interessat per il prestto gratuito nella Mediateca del Centro Audiovisivi in Via Cappuccini 28 a Bolzano. Ogni ulteriore informazione ai seguent riferiment www.provincia.bz.it/audiovisivi 0471 303396/97 (k.c.)

Il Gazzetno | 16 Gennaio 2017

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p. 3 edizione Belluno

Tracciato per le Dolomit: «Discussione aperta a tut» Per la valle del Boite? O per la val d'Ansiei? Questo il problema. Non certo amletco. Ferroviario, semmai. Ma in via di soluzione. Perché il percorso di quello che sarà il treno delle Dolomit è solo questone di scelte. La certezza, invece, è che la Regione su quel treno ci è già salita da un pezzo. E adesso farà salire anche i bellunesi. «I citadini verranno coinvolt per la discussione del progeto dice Elisa De Bert -. A breve il presidente Zaia, che sta lavorando al tema, presenterà i due tracciat al territorio bellunese». Già, due tracciat. Le possibilità per portare il treno oltre Calalzo, verso Cortna e poi verso la Provincia di Bolzano, sono due. Chiarissimi i punt di partenza (la ferrovia esistente, che oggi si ferma in Centro Cadore) e di arrivo bellunese (la perla delle Dolomit). Da chiarire il modo di collegarli tra loro. Una delle ipotesi guarda alla strada più rapida verso Cortna: la valle del Boite. Ed esiste uno studio di fatbilità fato dall'ingegner Vitaliani, ancora nel 2000, che propone tre possibili scenari in Valboite, con passaggi tra destra e sinistra orografca del Boite, diversi numeri di stazioni, diverse soluzioni per bypassare frane e fragilità geologiche. La seconda ipotesi, invece, guarda alla valle dell'Ansiei e al passaggio su Auronzo, per evitare di tornare indietro dopo la stazione di Calalzo. «Entrambe le ipotesi, valle del Boite e valle d'Ansiei, sono state oggeto di una approfondita analisi socio-economica - spiega l'assessore De Bert -. L'obietvo era quello di calcolare gli efet del percorso sul servizio e sull'utenza. L'analisi si è conclusa nei mesi scorsi e nel giro di qualche mese gli esit verranno resi not. Dopodiché si procederà con il presentare i due possibili tracciat alla popolazione, per cominciare a dialogare con i territori». Treno vuol dire addio all'autostrada? Neanche per idea. Il prolungamento della A27 verso la mitel Europa non è mai uscito dalle intenzioni della Regione. «Bisogna verifcarne la compatbilità ambientale - dice De Bert -. Stamo andando avant con uno studio in tal senso».

Il Messaggero Veneto | 16 Gennaio 2017

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p. 19

“Forni di Sopra e di Soto si uniscano” Un balzo indietro di qualche secolo nel tempo per guardare al futuro. Questo lo scopo della riunione indeta da Gianni Nassivera, sindaco emerito di Forni di Soto, per dibatere il problema della crisi che atanaglia i Comuni montani. «Il vento di crisi sofa sempre più minaccioso, con partcolare intensità nelle zone periferiche e di montagna, portando in primo piano l’esigenza di trovare accordi, arrivare a strete di mano, sulle iniziatve da assumere per garantre la sopravvivenza di quest luoghi». Questo è il momento propizio, vista la disponibilità dimostrata dalla Regione, per avviare una collaborazione di lavoro tra i vari Comuni che come obietvo hanno il superamento del perdurare delle difcoltà economiche che giornalmente si incontrano. Nassivera rivolge l’atenzione alle condizioni in cui si trova la Carnia, simile anche nei Forni Savorgnani. «Le comunità dei Forni di Sopra, con meno di mille abitant, e quella di Forni di Soto, che non raggiunge le seicento anime, vivono in una culla di rara bellezza ambientale che comprende un territorio di ben 175 chilometri quadrat ricco di tuto quello che la natura ha potuto dare a una zona montana, parte della quale è stata riconosciuta come patrimonio Unesco, tenendo conto che quasi la metà del territorio che è compreso nel parco delle Dolomit friulane, il più vasto del Friuli Venezia Giulia». Per Nassivera diventa improrogabile la necessità di dar corso tra i due Comuni «a un dialogo aperto e costrutvo che miri al superamento degli ancora present e anacronistci campanilismi per giungere rapidamente a ricostruire la storica comunità dei “Forni Savorgnani”». Il tema è stato dibatuto dai present, che hanno ritenuto necessario debba essere portato all’atenzione delle due amministrazioni comunali per ulteriori valutazioni. (g.g.) 37 Rassegna stampa - Gennaio 2017


17 GENNAIO 2017 L'Adige | 17 Gennaio 2017

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Quatro albe con gli sci ai piedi in rifugio FIEMME «Toccare l'alba con un dito» è lo slogan scelto dall'Azienda turistca di Fiemme per la nuova iniziatva dedicata agli sciatori matnieri. Si propongono quatro appuntament con «Trentno Ski Sunrise» fra l'Alpe Cermis, l'Alpe Lusia e lo Ski Center Latemar. Giovedì 19 gennaio si inizia al Rifugio Paion del Cermis, risalendo all'alba da Cavalese. Ritrovo alle ore 6 alla partenza della cabinovia Cavalese - Doss dei Laresi, stazione di fondovalle. Puntuali, perché l'impianto sarà aperto solo per i partecipant; poi alle ore 6.15 la risalita in telecabina panoramica ed alle 6.45 sulla veta della Montagna del Sole con un panorama a 360 gradi fra le cime, dalla Marmolada alle Pale di San Martno fno alla Catena del Lagorai e al Gruppo del Brenta. Poi una ricca colazione al Rifugio Paion. Sarà un risveglio sensoriale profumato di torta alle mele fata in casa, miele, marmellate, late, uova, yogurt trentno, ma anche di formaggi, burro e salumi. Poi tut in terrazza per vedere l'alba, e alle ore 8.15 la prima discesa della giornata su una pista completamente libera e appena batuta è un'esperienza inebriante. Possono partecipare anche i non sciatori o gli sciatori principiant. Per loro è previsto il ritorno a valle con gli impiant. Costo per la colazione: euro 12.50 adult, 10.50 per i bambini fno a 10 anni. Per chi non fosse munito di skipass l'impianto costa 12 euro andata e ritorno. Info e prenotazioni: Ufcio Apt Cavalese, tel. 0462 241111. Si proseguirà giovedì 2 febbraio al Passo Feudo, poi giovedì 23 febbraio sull'Alpe Lusia e giovedì 16 marzo a Pampeago. 38 Rassegna stampa - Gennaio 2017


Corriere delle Alpi | 17 Gennaio 2017

p. 22

Addio corale a Pra, politco d'altri tempi di Gianni Santomaso ALLEGHE «Con umiltà, dedizione e pragmatsmo ha avuto il grande merito di sdoganare queste montagne che subivano sempre rispeto ad altri post». C’era anche il presidente della Regione, Luca Zaia, ad atendere il feretro di Floriano Pra sulla piazzeta della chiesa di Caprile dove ieri si sono celebrat i funerali dell’ex assessore regionale agordino, morto sabato a 82 anni, due setmane dopo la moglie Marisa. Oltre a Zaia, atorniato da molt sindaci agordini e non, sul sagrato c’era il suo predecessore Giancarlo Galan, nelle cui giunte Pra aveva operato. Da Galan, che poco prima aveva streto la mano all’ex assessore regionale Renato Chisso, però nessuna dichiarazione. Due presenze (unite a quelle di altri politci del presente e del passato) che hanno dimostrato ancora una volta l’importanza di un personaggio che ha saputo rappresentare l’Agordino e il Bellunese forse come pochi altri. Ma per arrivare a comprendere le parole di Zaia, bisogna ascoltare quelle della nipote Barbara che, prima dell’inizio del rito funebre concelebrato da padre Pietro Viscolani del santuario di Santa Maria delle Grazie, con padre Anselmo e il vescovo emerito Giuseppe Andrich, ha salutato lo zio a nome dell’intera famiglia. «Hai trascorso gli ultmi 18 mesi combatendo contro la malata con grande forza, coraggio e orgoglio - ha deto Barbara 39 Rassegna stampa - Gennaio 2017


Pra, rivolgendosi allo zio - negli occhi si intravedeva una grande soferenza che però hai palcato per la zia e per noi. Un giorno ci dicest: “Siamo tut e due molto ammalat e devono combatere per due”. Questo è ciò che t ha reso così forte e combatente. Ciò che t teneva saldo a noi. Ti sei spento in due setmane sempre con tenacia e mostrando il sorriso». Le carateristche che in molt hanno poi ammirato nel Pra politco e imprenditore, sono prima state coltvate nella famiglia. «Sei stato una grande persona soto stant punt di vista - ha contnuato la nipote - zio, padre, fratello, nonno, che ha sempre cercato di tenere la famiglia streta a lui. Grazie per averci mostrato cosa voglia dire esser persone fort e tenaci, per averci insegnato l’umiltà e per il supporto nei moment duri, per averci trasmesso un immenso e incondizionato amore che mai potremo dimentcare». Parole ascoltate da una chiesa e da un sagrato stracolmi. Una chiesa a cui Floriano Pra era legato. Al cielo aveva afdato le sue preghiere nei tempi difcili della malata sua e della moglie. «Erano belle - ha deto il frate di Santa Maria delle Grazie - le vostre frequent camminate al santuario. Accendevate una candela non per chiedere un’assoluzione miracolistca, ma per avere forza e sostegno. Dicevi: “Avverto con certezza che c’è qualcuno lassù che mi dà serenità e forza e che mi sta guidando”». Pra ha avuto a cuore i problemi della sua terra fno all’ultmo. «Il dopo - ha deto padre Pietro - ce lo stamo costruendo ora, giorno dopo giorno. Tu Floriano hai avuto un ruolo importante nella vita sociale: la presenza oggi così numerosa è signifcatva. L’amicizia, il dialogo, la disponibilità donate alle persone che hai incontrato e conosciuto sono e rimarranno sempre tali». «Ti diciamo il nostro grazie - ha aggiunto - per quello che sei stato, per la famiglia, per la società, per la passione verso la tua terra, la tua chiesa e per ognuno di noi. Grazie al buon Dio che ci ha fato dono della tua presenza». Così come in quelle della nipote, anche nelle parole di padre Pietro, è emerso quel rapporto simbiotco con la moglie. Pra lo aveva deto all’amico Spineta, prima ancora che Marisa morisse: «Cosa farò senza di lei?». Se ne è andato quindici giorni dopo e questo è sintomatco. «Il vostro vivere assieme per 60 anni - ha deto il frate - ha avuto come cardine e sostegno la famiglia. Rivivo i vostri ultmi moment, sedut sul divano, le mani che si cercavano e restavano unite, saldate assieme. Erano gli occhi che parlavano». Quando i primi due si sono chiusi, gli altri due li hanno seguit. Forse erano stat proprio gli occhi di Marisa a far sì che Pra potesse diventare il personaggio che Zaia ricorda mentre scende per il vicolo soto la chiesa. «Questa matna - ha deto il presidente della giunta regionale - ho visitato un imprenditore che aveva saputo della morte di Floriano Pra. “Un signore - gli ho deto - un signore d’altri tempi”. Se ne va un grande pezzo di storia non solo della montagna veneta, ma del Veneto. Uno che ha amato le sue montagne, le Dolomit». Un amore che, secondo Zaia, è riuscito ad abbatere dei grossi ostacoli sulla via del riconoscimento delle Dolomit. «Floriano Pra - ha deto Zaia - ha avuto il merito di aver sdoganato queste montagne che subivano sempre rispeto ad altre zone. Il Veneto tuto gli deve un grande riconoscimento per il lavoro fato con umiltà, dedizione e pragmatsmo: anche davant al grande problema aveva un ateggiamento positvo». Per l’ultmo saluto a Pra, Zaia ha infne citato Foscolo. «Nei Sepolcri - ha evidenziato - diceva che per garantrsi l’immortalità si devono fare grandi cose. Lui se l’è garantta, perché sarà sempre ricordato per ciò che ha fato per il Veneto e per quest territori».

Corriere delle Alpi | 17 Gennaio 2017

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Via Claudia Augusta, è l'ora delle ciclabili puntando all'UNESCO FELTRE È l'anno degli investment sulle piste ciclabili che ripercorrono l'antco tracciato della Via Claudia Augusta Altnate per l'obietvo a medio termine è fare l'intero tracciato dell'antca strada romana nel patrimonio Unesco legandosi alla rete di percorsi Eurovelo che dispone di una rete di 580 chilometri di tracciat che si snodano in quello che fu il territorio Germanico – Retco. In ballo per le ciclabili nel Feltrino ci sono proget per tre milioni di euro. Se le buone intenzioni troveranno poi pratca applicazione si potrebbe avere una serie di percorsi ciclo-pedonali per congiungere il Danubio all'Adriatco. In ballo ci sono tre milioni di euro provenient dai fondi per i Comuni di confne, che sono stat dirotat per migliorare la rete di percorsi che transita anche nel Feltrino. Ci crede Giorgio D'Agostni, il primo negli anni 90 a scommetere nel potenziale della Via Claudia Augusta e che da un paio d'anni ha ripreso in mano le redini della parte italiana dell'associazione: «Dico solo che a parte le migliaia di cicloturist, nel 2016 ci sono state setemila persone che hanno percorso a piedi pezzi della Via Claudia Augusta Altnate. Il fascino di questa strada è in contnua espansione. In Austria e Germania ogni anno si vendono migliaia di cartne del tracciato. C'è ancora sviluppo e margini di crescita, compreso il nostro versante». La maggioranza del turismo su due ruote scende lungo la Val Venosta, poi, arrivata a Trento prosegue lungo il versante che porta alla zona del Garda: «Ma con tut quest investment programmat per le piste ciclabili siamo pront a colmare il gap e posso dire che saremo all'avanguardia», sotolinea D'Agostni. «Sono in contnuo aumento i turist che scelgono la bicicleta o il trekking per trascorrere le loro vacanze. Lungo il percorso vengono costruit sempre più numerosi i bed and breakfast perché la Via Claudia Augusta è uno dei pochi percorsi culturali europei. Certo, c'è anche la natura, ma questo è l'itnerario sul quale si è costruita la storia dell'Europa. E non è un tracciato a se stante, bensì è inserito nel contesto citadino delle zone e delle cità che atraversa. Chi lo percorre respira la 41 Rassegna stampa - Gennaio 2017


storia». Gli obietvi a medio termine sono ambiziosi: «La Via Claudia Augusta Altnate è stata costruita in sessanta anni dalle legioni romane, è vecchia di duemila anni e ha unito il modo latno a quello germanico. Mi pare», aggiunge Giorgio D'Agostni, «che abbia tuto il dirito di entrare nel loto dei sit Unesco dalla porta principale. C'è poi un progeto interessante legato alla creazione di una carta di credito prepagata che meta in rete l'intera Via con vantaggi sia per i fruitori, sia per gli esercizi commerciali che l'acceteranno. Per quest'anno, invece, segnalo il mercatno della Via Claudia Augusta che in otobre sarà ospitato a Lagundo, vicino Merano. Lì anche il Feltrino e la Valbelluna avranno i loro stand dove metere in mostra le specialità enogastronomiche del territorio». Roberto Curto ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Trentno | 17 Gennaio 2017

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Tre storie di montagna e un pensiero di Michil Costa Villa al Sole, Ortsei, Val Gardena. Una casa con un nome bello: Villa al Sole. Una casa il cui nome adesso ha un valore aggiunto: l’ospitalità a ventcinque profughi africani. Il proprietario, persona determinata nel suo impegno solidale, una persona che ne sa di ospitalità, perché è il suo mestere, ha destnato la sua casa a un tpo di ospitalità che è sinonimo di accoglienza. Un bel coraggio di quest tempi. Il sindaco del 42 Rassegna stampa - Gennaio 2017


paese, anche lui determinato a non mollare e a tenere alt i valori e i doveri verso il nostro prossimo, lo ha appoggiato fn da subito. Lo ha appoggiato facendo sentre la sua voce quando ce n’era il bisogno. Il paese, dopo indignazioni, una raccolta di frme, scontri e dibatt più o meno costrutvi, ha rivisto le sue posizioni e ora, a un anno esato dall’arrivo dei profughi, a Villa al Sole è stata festa. Una bella festa, una festa di tut. Cant, suoni, sapori e culture diverse che s’incontrano. La solidarietà non è mica una cosa triste, anzi: è non solo fonte di ricchezza, ma anche di divertmento. Ve lo assicuro, perché ero lì a festeggiare anch’io. Consiglio comunale di Corvara, Val Badia. Il Comune rende noto che vista la grave situazione causata dai migrant sul territorio nazionale e provinciale, è necessario ricorrere ai ripari. Vale a dire tenere i migrant il più lontano possibile, assolutamente impensabile prendersene in carico qualcuno e se necessario “di difenderci con mani e piedi, perché la maggior parte di quest non sono rifugiat, e poi essendo quest troppo diversi culturalmente ne va anche di sicurezza, igiene e di immagine di Corvara”. Testuali parole. Il Comune di Corvara crede solo ed esclusivamente nella neve, quella sì bianca che più bianca non si può. Per il resto vede nero, come il colore che piaceva tanto a chi girava con il braccio alzato. E se vede un nero in giro, calci e pugni e olio di ricino. Un bel paese è diventato Corvara, il mio paese. Breil, Val Roia, Francia. Appena oltre il confne italiano, in quelle lande solitarie e bellissime delle Alpi Maritme al di là del col di Tenda, centnaia di abitant di alcuni comuni della Val Roia ospitano, nutrendoli, vestendoli e condividendo quel poco che hanno che diventa così tantssimo, donne, bambini e uomini diret verso il nord dell’Europa. Lo fanno sfdando la legge Sarkozy sull’immigrazione, nascondendo in casa queste persone e rischiando la galera. Sembra un flm del secolo scorso, invece è realtà. Lo fanno sostenendo a bassa voce, perché è pur sempre gente di montagna, che “bisogna far qualcosa per chi ha perso tuto, l’umanità non è un delito’. Va deto che dal 2015 sono migliaia le persone che hanno preso la via di queste montagne per evitare i controlli della polizia francese. Queste tre storie, ridote al minimo per ragioni di spazio, si prestano a tante considerazioni, ma a me preme sotolinearne una che ha a che fare con la memoria. I francesi della Val Roia, dicono che sono sempre stat tpi così: un secolo fa ospitavano gli italiani che andavano a cercare lavoro a Marsiglia. Mi piacerebbe che i miei fratelli ladini ricordassero anche loro come stavano un secolo fa, e dove molt di loro andavano per cercare fortuna. Uso il termine andare e non migrare per non ofendere la sensibilità (?) dei miei compaesani. In ogni caso lascio ai letori trarre le conclusioni che più ritengono opportune, ben sapendo che fnché c’è memoria, c’è speranza. E’ quando si chiudono gli occhi, si tappano le orecchie, si spegne il cervello che iniziano i guai. Michil Costa

18 GENNAIO 2017 L'Adige | 18 Gennaio 2017

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Addio ad Abram, altoatesino 'britsh' tra gli eroi del K2 BOLZANO Se n'è andato come ha vissuto, riservato e senza clamore, l'alpinista altoatesino Erich Abram (a destra, nella foto , insieme a Bonat). È morto all'età di 94 anni l'ultmo componente ancora in vita della mitca spedizione italiana sul K2 del 1954. Per Reinhold Messner, Abram è stato «uno dei migliori alpinist del '900, sopratuto dal punto di vista tecnico, ma anche per il suo intuito di osare, senza dimentcare la sua simpata e l'autoironia». «Un sudtrolese un po' britsh», lo defnisce il Re degli otomila. «È stato - aggiunge - il primo scalatore altoatesino ad avere contribuito a cambiare l'alpinismo». Abram è infat l'unico altoatesino e con Walter Bonat l'unico italiano sulla lista delle star dell'alpinismo mondiale «Rock & Ice», esposta al Museo della montagna di Reinhold Messner a Castel Firmiano, a Bolzano. Il club esclusivo conta 20 membri, anzi 19 con la morte di Abram, perché ne fanno parte solo top-alpinist over 70 ancora in vita. Abram era nato a Vipiteno nel 1922. Grazie alle sue capacità tecniche, sia sulla roccia sia sul ghiaccio, fece parte della storica spedizione italiana sul K2 che conquistò la cima della seconda montagna più alta della Terra. Assieme a Walter Bonat e allo sherpa Amir Mahdi trasportò le bombole d'ossigeno utlizzate per raggiungere la veta da Achille Compagnoni e da Lino Lacedelli il 31 luglio 1954. Abram, poi, ridiscese al Campo 8. La spedizione italiana, al termine di una drammatca ascensione, raggiunse gli 8.611 metri e piantò lassù la piccozza con il tricolore. «Fino 44 Rassegna stampa - Gennaio 2017


all'ultmo - racconta Messner - Abram ha vissuto autonomamente. Non dimentcherò mai una sua recente visita a Castel Firmiano con sua moglie Carla».

Trentno | 18 Gennaio 2017

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Diret sulle piste da sci con il treno e Italobus TRENTO Diretamente sulle piste con il treno da Roma, Firenze e Bologna. Come? Grazie all’intermodalità avviata da Italo che prevede oltre al viaggio in treno da Roma, Firenze e Bologna fno a Verona, per poi proseguire a bordo di Italobus. La novità annunciata ieri dall’azienda di Luca Cordero di Montezemolo riguarda proprio le località trentne delle valli di Fiemme e di Fassa e partrà il 27 gennaio. I bus targat Italo infat faranno tappa a Rovereto, si legge nell’annuncio dell’azienda, (Vallagarina che, si sotolinea, è rinomata per i suoi vignet e per la produzione di strument musicali quali liut e pianofort). Si prosegue per Trento, contnua la nota, «dove visitare la Catedrale di San Vigilio, il Palazzo delle Albere e la Fontana dell’Aquila in Piazza del Duomo solo per citarne alcune), Cavalese (in Valle di Fiemme, con le sue numerose piste da sci), Predazzo (maggiore centro in Val di Fiemme insieme a Cavalese, rinomato per la lavorazione artgianale del legno, ospita il Museo Geologico delle Dolomit oltre che vari impiant sciistci), Moena (cità natale di Valentno Rovisi, allievo del Tiepolo, che qui ha prodoto alcune pale d’altare che ancora oggi si possono ammirare), Vigo di Fassa (qui è possibile visitare la quatrocentesca chiesa di San Giovanni e il Museo mineralogico Monzoni), Pozza di Fassa (rappresenta una delle mete sciistche più richieste in Val di Fassa) e Canazei (nota località turistca, rinomata per escursioni, alpinismo e sci)». L’Italobus direto verso queste mete sarà atvo fno al 2 aprile, per le giornate di venerdì, sabato e domenica. Questa formula consentrà ai passeggeri di Italo di godersi la setmana sulla neve, viaggiando senza stress in estrema comodità. Dalla stazione di Verona Porta Nuova il bus partrà alle 15.45, mentre per il ritorno ci sarà un Italobus alle 7.27 che partrà da Canazei per arrivare alla stazione veronese alle 11.55. ©RIPRODUZIONE RISERVATA 45 Rassegna stampa - Gennaio 2017


Corriere delle Alpi | 18 Gennaio 2017

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Cortna 2021: il logo è pronto e un'accelerazione sul marketng CORTINA E' iniziato il conto alla rovescia per il lancio del nuovo logo di Cortna 2021: tra 9 giorni la Fondazione, guidata da Riccardo Donadon, lo presenterà in un’occasione importante. La cerimonia si terrà infat il 27 alle 18 in piazza Dibona, durante il pick up dedicato alle atlete che sabato gareggeranno per la Coppa del mondo sull'Olympia delle Tofane. Alla presentazione del logo parteciperà anche il ministro dello sport, Luca Lot, a sotolineare come l'Italia intera crede nel successo dei Mondiali ampezzani. Contnua così il piano di marketng promosso in vista della rassegna. La Fondazione ha scelto quatro protagonist della prima campagna marketng che è stata lanciata a fne dicembre. Lungo le vie di Cortna sono stat appesi manifest e posizionat dei totem, che ricordano il punto di geolocalizzazione, nei quali Lavinia Guerresco, Anna Comarella, Kristan Ghedina e Giordano Menardi ricordano ai passant che Cortna ospiterà i Mondiali. Per le imminent gare di Coppa, la Fondazione sta creando, con Alessandro Manaigo (della Manaz Productons), alcuni video di avvicinamento alle gare. L'ultmo postato sulle pagine social è un video nel quale Kristan Ghedina, intervistato dai giovani atlet dello Sci Club Cortna, incita i ragazzi ad impegnarsi nello sport. Il Ghedo ripercorre la sua carriera, ammete di non essere stato mai troppo bravo a scuola, ma raccomanda ai giovani di abbandonare i cellulari e di dedicarsi allo sport. «Impegno, costanza, sacrifcio e anche divertmento alla fne pagano», dichiara il testmonial di Cortna 2021, «bisogna contnuare a crederci e a impegnarsi; e alla fne le soddisfazioni arrivano sempre». Soddisfata di essere stata coinvolta nella campagna per i Mondiali anche la giovane promessa del fondo Anna Comarella. Diciannove anni, Anna è un'atleta cortnese emergente e una campionessa dello sci nordico della nazionale. «Io sono stata molto felice quando mi hanno 46 Rassegna stampa - Gennaio 2017


chiamata per partecipare alla campagna marketng di Cortna 2021», ammete la Comarella, «e ho dato subito la mia adesione. Mi piace partecipare alle iniziate del paese e credo che i Mondiali rappresentno un evento importantssimo per Cortna. Ho poi molto apprezzato il fato che abbiano scelto anche un atleta che rappresentasse il fondo, a sotolineare come Cortna sia la patria di tant sport bianchi. Stare infne vicino a Kristan è davvero una bella emozione. E' il campione ampezzano più noto al mondo e quindi per me è stato un vero onore essere coinvolta con lui, ma anche con Lavinia e Giordano. Ci siamo divertt». I quatro volt scelt rappresentano i quatro cardini atorno a cui ruota il progeto Cortna 2021: “sport e creatvità”, “tradizione”, “territorio” e “nuove generazioni”. «Cortna nei prossimi anni», dichiara Donadon, «si deve stringere come nel 1956 atorno a quest valori ed ai Mondiali . Il supporto e la vicinanza della comunità ampezzana ha per noi un forte signifcato: dobbiamo far vedere cosa siamo capaci di fare al mondo e lasciare il segno alle generazioni che verranno; un’eredità di conoscenze, esperienze ed innovazione». Alessandra Segafreddo

19 GENNAIO 2017 Corriere del Trentno | 19 Gennaio 2017

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L’Unesco elegge i rifugi a presìdi del territorio di Linda Pisani I rifugi delle Dolomit, patrimonio Unesco, diventano veri e propri presidi territoriali grazie a un accordo sotoscrito dalla Fondazione Dolomit Unesco e dai rappresentant della Sat per quanto riguarda il Trentno insieme a Cai Veneto, Cai Friuli Venezia Giulia, Cai Alto Adige, Tridentni e Avs – Alpenverein Südtrol. Insomma una convezione frmata da tute le associazioni alpinistche dell’area dolomitca e che segna un passo in avant non solo per la realizzazione di atvità congiunte di valorizzazione e comunicazione del patrimonio dolomitco, ma anche di valorizzazione del ruolo dei rifugi, di promozione delle loro funzioni informatve e di qualifcazione delle prestazioni ricetve e ambientali delle struture. Ad oggi sono 66 i rifugi e i bivacchi individuat nei diversi nove sistemi delle Dolomit Unesco pront a diventare presidi territoriali. Alcuni, per altro, erano già stat coinvolt nell’operazione di comunicazione la scorsa estate; ai gestori era stata consegnata la targa «Info-point Dolomit Unesco» da collocare all’esterno del rifugio e un pannello informatvo sul sistema dolomitco di riferimento da posizionare all’interno. Ora il prossimo step sarà quello di defnire un protocollo, su base volontaria, che individui alcuni rifugi pilota con cui sperimentare una gestone sostenibile delle atvità e della strutura stessa. Secondo la convenzione, la Fondazione avrà, oltre al compito di coordinamento del progeto, il compito di distribuire la targa «Infopoint Dolomit Unesco» per la riconoscibilità dei rifugi e dei bivacchi e l’impegno di organizzare un percorso formatvo rivolto ai gestori rispeto ai criteri estetco-paesaggistco e geologico-geomorfologico per una correta divulgazione dei valori connessi al patrimonio mondiale. Le associazioni alpinistche, in quanto proprietarie e/o concessionarie di numerosi rifugi e bivacchi, si impegneranno a promuovere il progeto nel suo complesso defnendo delle interazioni ambientali nel rispeto del criterio di «sostenibilità», fssando le carateristche dell’oferta ricetva, assicurando un coinvolgimento dei gestori di rifugio, individuando i criteri per il monitoraggio dell’intero progeto.

Alto Adige | 19 Gennaio 2017

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Sessantasei rifugi come 'infopoint' delle Dolomit UNESCO Nascono i «Rifugi del Patrimonio Mondiale Dolomit Unesco». A stabilire la nuova denominazione è l’omonima convenzione siglata tra la Fondazione Dolomit Unesco e associazioni alpinistche. «È un passo avant per la realizzazione di atvità congiunte di valorizzazione e comunicazione del Patrimonio bene dell'umanità» afermano in una nota i rappresentant della Fondazione e del Cai di Veneto, Friuli Venezia Giulia, Alto Adige, della Società Alpinist Tridentni (Sat) e dell'Alpenverein Sudtrol (Avs). La convenzione riguarda i 66 rifugi situat all'interno dei nove sistemi delle Dolomit Unesco e si prefgge di qualifcare ulteriormente i rifugi e i bivacchi anche come punt informatvi.

Corriere delle Alpi | 19 Gennaio 2017

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«Studiamo le frane per capirne i pericoli» CORTINA Studiare le frane, sopratuto quelle del passato, ci serve per capire cosa potrebbe succedere nel futuro. Sono gli studi e le valutazioni contnue dello sviluppo di quest fenomeni, con l'aiuto delle tecnologie, che ci permetono di capire e metere in ato le strategie almeno per evitare la perdita di vite umane. La geologa Chiara Siorpaes è tornata in catedra ieri all'Università degli Adult e Anziani di Cortna d'Ampezzo, con una lezione dal ttolo “La frana della Piccola Croda Rossa”. L'argomento era inserito all'interno delle “Lezioni aperte”, aperte anche ai non-iscrit, nelle quali vengono tratat temi che rispondono alle carateristche promosse dall’università: atualità, interesse territoriale e cultura. Siorpaes ha mostrato dei video e delle foto relatve alla frana della Piccola Croda Rossa del 18 agosto, che ha spostato un milione e 600 mila metri cubi di materiale e formato un deposito di 2,5 milioni di metri cubi, spiegando ai numerosi present le dinamiche che hanno portato a questo fenomeno. «Frane di questo genere sono sempre state present nelle Dolomit, non c'è niente fuori dal normale. Fa parte dell'evoluzione delle nostre montagne. Ma è importante studiarle per poter poi prevenire danni che possano coinvolgere vite umane». Non era il caso della frana sulla Piccola Croda Rossa, avvenuta lontana da insediament umani, se non la Malga Cavallo, che era stata comunque evacuata alcuni giorni prima grazie al monitoraggio e alle segnalazioni dei guardia parco. Siorpaes ha però portato l'esempio di altri due fenomeni important: la frana del monte Toc del 1963 (provocata da un intervento antropomorfo, che comunque era nell'aria), che ha causato più di 2 mila vitme, e quella della Val Pola, in Valtellina, che nel 1987 causò una trentna di mort per lo spostamento d'aria, in un paese che non era stato evacuato poiché considerato non a rischio di essere sommerso dai detrit. «Nel caso della Piccola Croda Rossa, il fatore scatenante è stato il ghiaccio, un ghiaccio fossile che rimane nelle rocce dal periodo della massima glaciazione che risale a 23 mila anni fa. Con la presenza di aria calda in quota, il ghiaccio, che fa da collante tra i detrit, si è sciolto, il materiale non era più stabile ed è crollato. Oggi non possiamo prevedere le frane, ma possiamo individuare le zone che sono più a rischio atraverso il Piano Idrogeologico del bacino del Piave. Il Pai prevede una mappatura della zona, con una cartografa che riporta le aree a rischio, se vicine a centri abitat. Non possiamo dire se ci sarà o meno una frana in un determinato posto e in un dterminato momento, ma abbiamo tante situazioni da monitorare». Marina Menardi

20 GENNAIO 2017 50 Rassegna stampa - Gennaio 2017


Trentno | 20 Gennaio 2017

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Un Patrimonio cha pare quasi indesiderato di Maria Teresa Fossat Datevi da fare con un poco di slancio, con più entusiasmo. L’odierna buona posizione astrale non è cosa di tut i giorni. Avete una gran voglia di muovervi. Buon umore.di Maria Teresa Fossat Ogni tanto, sopratuto in vista dei periodi turistci, ci si ricorda che le Dolomit fanno parte del patrimonio dell’Unesco. È dal 2009, ma sembra che qui poi non interessi più di tanto. Forse perché non è un’esclusiva dell’autonomia. È un afare da gestre con le province limitrofe perché, piaccia o no, anch’esse hanno un pezzo delle preziose montagne sul loro territorio. E allora in Trentno si sorvola. O magari si difondono immagini con tanta neve, anche quando non c’è. Di Dolomit Unesco esiste anche un logo. Il designer aostano che l’ha ideato, Arnaldo Trant, così lo descrive: «4 cime come i 4 punt cardinali e come le 4 culture che vivono nelle Dolomit». Il simbolo però non è piaciuto a nessuno: sembra il proflo di New York con i gratacieli rossi. Perciò è stato subito accantonato. Anzi la Provincia di Trento nel 2012 ha scelto l’opera di un artsta di Madrano per pubblicizzare, accanto al suo logo ufciale, le Dolomit. Come dire: questa sì è autonomia. Poi a Trento è stato organizzato un grandioso convegno dal ttolo piutosto altero: «Dolomit, un patrimonio mondiale in casa nostra». Sull’opuscolo brillava un’immagine montana a colori. In nero e minuscolo, quasi di malavoglia, il logo Unesco. Per la promozione poi, se serve si dice che “In Trentno le Dolomit sono solo l’inizio”, si correda la pubblicità con foto delle nostre stupende località, di magici moment conviviali, di Spa meravigliose, ma del logo Unesco neanche l’ombra. Nel 2016 ci doveva essere la verifca se si è ancora degni di avere il prestgioso marchio internazionale. Non se ne è saputo niente: la valutazione, come il logo, è fnita accantonata?

Alto Adige | 20 Gennaio 2017

51 Rassegna stampa - Gennaio 2017


p. 38

I rifugi 'sponsor' delle Dolomit DOLOMITI Fondazione Dolomit Unesco, associazioni alpinistche e rifugi si uniscono per valorizzare il patrimonio Dolomit. È questo l'obietvo di un accordo che riconosce ai rifugi il ruolo di presidio sul territorio, centri nevralgici per la valorizzazione e la comunicazione del Patrimonio. La Fondazione Dolomit Unesco e i rappresentant di Cai Alto Adige, Avs – Alpenverein Südtrol, Cai Veneto, Cai Friuli Venezia Giulia, Sat- Società Alpinist Tridentni hanno frmato la convenzione “Rifugi del Patrimonio Mondiale Dolomit Unesco”. Con la sotoscrizione della convenzione, si legge nel sito della Fondazione, “si crea un ulteriore strumento per il raggiungimento degli obietvi di valorizzazione del ruolo simbolico dei rifugi, di promozione delle loro funzioni informatve e di qualifcazione delle prestazioni ricetve e ambientali delle struture”. “Il progeto prosegue il comunicato - si rivolge ai 66 rifugi situat all’interno dell’area cuore dei 9 Sistemi delle Dolomit Unesco e si prefgge di qualifcare i rifugi e i bivacchi per gli aspet informatvi e di comunicazione (fase già avviata nell’estate 2016 con i primi rifugi che hanno collocato la targa “info-point Dolomit Unesco”) e di defnire un protocollo, su base volontaria, che individui alcuni rifugi pilota con cui sperimentare una gestone sostenibile delle atvità e della strutura stessa. Secondo la convenzione, “la Fondazione avrà, oltre al ruolo di coordinamento del progeto, il compito di distribuire la targa “info-point Dolomit Unesco” per la riconoscibilità dei rifugi e dei bivacchi e l’impegno di organizzare un percorso formatvo rivolto ai gestori di rifugio rispeto ai criteri estetco-paesaggistco e geologico-geomorfologico per una correta divulgazione dei valori connessi al Patrimonio mondiale. Le associazioni alpinistche, in quanto proprietarie e/o 52 Rassegna stampa - Gennaio 2017


concessionarie di numerosi rifugi e bivacchi present all’interno dell’area cuore del Sito Dolomit Unesco, si impegnano a promuovere il progeto nel suo complesso defnendo la qualità delle interazioni ambientali nel rispeto del criterio di “sostenibilità”, fssando le carateristche qualitatve e quanttatve dell’oferta ricetva, assicurando un coinvolgimento dei gestori di rifugio al progeto, individuando infne i criteri per il monitoraggio dell’intero progeto”. Il progeto “Rifugi del Patrimonio Mondiale Dolomit Unesco” è in parte già atvo dal 13 giugno 2016, giorno in cui la Fondazione e le associazioni alpinistche hanno consegnato le prime targhe “info-point Dolomit Unesco” ai rifugi che hanno aderito all’iniziatva. Ai gestori di rifugio sono stat consegnat una targa da collocare all’esterno del rifugio, un pannello informatvo sul sistema dolomitco di riferimento da posizionare all’interno oltre a del materiale informatvo plurilingue sul Patrimonio Dolomit Unesco. Il sito dei rifugi aderent inoltre riporterà Dolomit Unesco feed, il banner da inserire nella propria home page con le ultme notzie sulle Dolomit Unesco collegate a www.dolomitunesco.info.

Alto Adige | 20 Gennaio 2017

p. 38

Ecco tute le struture di montagna che hanno aderito alle varie fasi del piano I rifugi che hanno già aderito a tute le fasi del progeto: Pelmo, Croda da Lago: Rifugio Cità di Fiume. Pale di San Martno, San Lucano, Dolomit Bellunesi, Vete Feltrine: Rifugi Dal Piaz, Roseta – “Giovanni Pedrot”, Velo della Madonna, Mulaz (Volpi di Misurata), Pradidali, Treviso Canali, Pian de Fontana. Dolomit Friulane e d’Oltre Piave: Rifugio Pordenone. Dolomit Setentrionali: 53 Rassegna stampa - Gennaio 2017


Rifugi Bert, Carducci, Galassi, Giussani, Fodara Vedla, Pederù, Sennes (nella foto), Scotoni, Pian di Cengia – Büllelejochhüte, Biella – Seekofelhüte, Cità di Carpi. Puez-Odle: Rifugio Genova – Schlüterhüte. Sciliar-Catnaccio, Latemar: Rifugi Alpe di Tires-Tierser Alp hüte, Re Alberto IGartlhüte, Roda di Vael, Vajolet, Molignon-Mahlknechthüte. Dolomit di Brenta: Rifugi Maria e Alberto “Ai Brentei”, Alimonta, XII Apostoli, F.F. Tucket e Q. Sella, Silvio Agostni, Tosa e T. Pedrot.

Il Gazzetno | 20 Gennaio 2017

p. 6 edizione di Belluno

Rifugi di montagna presidi di tutela: siglato l'accordo tra il Cai e l'Unesco BELLUNO Sono 66 i rifugi situat all'interno dell'area cuore dei 9 sistemi delle Dolomit Unesco. Una convenzione, frmata a dicembre a Cimolais da Fondazione Dolomit Unesco e i Card, ovvero i club alpini della Regione dolomitca, riconosce ora ufcialmente ai rifugi il ruolo di presìdi territoriali. A bivacchi e rifugi l'incarico di porsi, atraverso atvità congiunte, anche nel ruolo di punto informatvo. La frma del protocollo denominato Rifugi del patrimonio mondiale Dolomit Unesco, vale come passo avant nel dialogo con i rifugist: ora tocca proprio a loro farsi avant. Come precisato da Fondazione e Cai del Triveneto lo scopo è sperimentare una gestone sostenibile delle atvità e della strutura stessa. Tra i proprietari e i gestori dei rifugi, quindi, si cerca chi è disponibile a fare da pilota. Nessun obbligo, ci si muove solo su base volontaria. E l'invito vale per tute le struture in quota, comprese le private. Certo occorre prima nominare il comitato paritetco Card -Unesco, sotolinea Bruno Zannantonio, portavoce del Cai Veneto, ribadendo, peraltro, che i president delle associazioni alpinistche, frmatarie della convenzione, sono soddisfat del raggiungimento dell'accordo che servirà sicuramente alla valorizzazione dei territori dolomitci. Qualcosa, mesi fa, si era già fato: a giugno 2016 la Fondazione Unesco, che funge da coordinatore, aveva distribuito ai gestori dei rifugi aderent all'iniziatva che stava prendendo forma, la targa info-point Dolomit Unesco e un pannello informatvo da esporre all'esterno.

21 GENNAIO 2017 Corriere delle Alpi | 21 Gennaio 2017 54 Rassegna stampa - Gennaio 2017


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“Costruiamo un progeto unitario e condiviso” di Francesco Dal Mas BELLUNO Il sogno di Sergio, coltvato in lunghi anni di frequentazione dei senteri d'alta montagna e di illusioni per le quali ha impegnato tuta la sua vita politca. «Chiudo gli occhi e vedo le mie amate Dolomit, i loro colori accesi, lividi e struggent, sento i loro profumi, rivivo le tante salite soto il sole, la neve e il vento in compagnia delle persone con cui ho potuto condividere il cammino». Immaginiamo che proprio così si sia semplicemente addormentato ieri matna alle sete Sergio Reolon. Ma, diciamolo subito, non era un paradiso da “Kil Heidi” quello che aveva in testa, proprio il contrario. L'opposto cioè degli stereotpi della montagna che viziano quant non riescono a rigenerarsi nelle contraddizioni, anche esistenziali, delle terre alte. Quanto più amava salire in quota, afascinato dalla bellezza di un Creato in cui credeva di non credere - ma nei fat era l'opposto - tanto più Sergio s'impegnava a cercare le soluzioni perché questo patrimonio diventasse davvero un bene condiviso. Condiviso non nell'abuso, nello sfrutamento - come Reolon vedeva accadere ogni giorno di più e come egli stesso s'intestardiva a denunciare - ma nella protezione atva, non conservatva. Ed ecco le Dolomit riconosciute come patrimonio universale Unesco. È davvero imperdonabile, al riguardo, che si sia data la sensazione a Reolon di non avergli riconosciuto questo merito, come lui stesso ha amaramente constatato. «Senza 55 Rassegna stampa - Gennaio 2017


bellezza non si realizza la vita», ha scrito nell'ultmo suo lavoro dedicato a “come uccidere gli stereotpi della montagna”. «Quella bellezza che mi ha sempre spronato, nutrito e accompagnato e che ancora mi tene in vita». Non si capisce la bataglia di Sergio per l'autonomia progressiva della provincia di Belluno se non si coglie questo approccio flosofco, ma anche pregno di fsicità. Non ci si spiega neppure il suo accanimento per difendere l'acqua, pardon tute le acque delle sorgent dolomitche, se non si fanno i cont con la sua interpretazione rigorosa della bellezza. Un rigore che probabilmente Reolon aveva raccolto nelle profondità del pensiero dell'indimentcato vescovo Vincenzo Savio, ineguagliabile scopritore delle bellezze spesso ancora recondite del Bellunese. Che cosa ha fato Reolon da presidente della provincia di Belluno? Quel Reolon, non lo si dimentchi, che ha sempre concepito “la vita in pendenza”, quindi come risultato di delicat equilibri. Sergio, che si riteneva un laico, si è afdato a monsignor Giuseppe Andrich per avviare la singolare esperienza degli stat generali della Provincia. Non mega convegni inconcludent, ma piccoli cenacoli di bellunesi con la capacità di decidere nelle loro aree di infuenza e sopratuto, di condividere traietorie di sviluppo. Soto il segno della relazionalità e non della chiusura e magari di un autogoverno asftco. Ecco perché Reolon ha subito condiviso il sogno di Luca Zaia di ripristnare il treno delle Dolomit, anche se insisteva perché venissero intanto risolt i problemi quotdiani della mobilità ferroviaria, a cominciare dal superamento delle cosiddete roture di cambio a Montebelluna e Conegliano. Con altretanta forza, invece, Reolon si dichiarava contrario alla Venezia-Monaco. Il futuro della montagna lo intravedeva all'orizzonte delle esperienze dei sempre più numerosi giovani che stanno ritornando alle terre alte. Prima ancora di essere colpito dalla malata, Reolon ha cominciato a esternare la sua delusione verso una politca che per quanto riguarda Belluno era a suo dire di sudditanza e subalternità con Venezia. «In una relazione esclusivamente vertcale». In queste ore è unanime il riconoscimento, da parte di amici e avversari, dell'onestà intelletuale di Reolon. Tanto più onore se tut l'hanno fato dopo aver leto pagina 68 di “Kil Heidi”. «Ogni amministratore, ogni responsabile di ente e di categoria si è mosso per conto proprio su obietvi parziali», ha scrito Reolon sulla relazionalità fra Belluno e Venezia, «recandosi con il cappello in mano, da suddito, a implorare concessioni o a subire angherie negli ufci della giunta regionale. Mai vi è stato un progeto che avesse l'ambizione e la possibilità di dare dignità e prospetva a questo territorio». Il motvo? È l'impegno di cui ci si deve far carico oggi in memoria di Sergio: «Superare quel cancro maledeto provocato dalle divisioni, dalle gelosie, dalle invidie, dagli sterili campanilismi e fare della provincia l'ente in grado di costruire un progeto unitario e condiviso».

Corriere delle Alpi | 21 Gennaio 2017

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Addio a Sergio Reolon una vita in prima linea BELLUNO «Il grande guerriero ha deposto le armi. Vola, vola alto amore mio, sopra le cime delle Dolomit, sopra questa terra che hai tanto amato e che hai difeso fno alla fne delle tue forze». Con queste parole Manuela ha voluto salutare pubblicamente il suo Sergio. Una frase afdata a Facebook, sul proflo di Reolon, e condivisa con i suoi 1400 amici virtuali. Centnaia i comment al post, altretante le condivisioni. Il cordoglio per la morte di uno dei politci più present sulla scena bellunese degli ultmi 40 anni è stato ampio e bipartsan. Decine e decine i messaggi inviat alla famiglia da amici o semplici conoscent. Un impegno politco, quello di Reolon, riconosciuto da più part con l’obietvo di difendere e valorizzare la montagna. Una passione, ricorda chi lo conosce, portata avant fno all’ultmo respiro. di Valentna Voi BELLUNO La montagna sopra ogni cosa. Prima delle divisioni politche, oltre la fatca di far conoscere alla pianura come si vive giorno dopo giorno nel cuore della nostra “grande bellezza”, le Dolomit. Sergio Reolon è morto ieri matna a 65 anni nella sua casa di Fiammoi: quarant’anni di esperienza nella vita politca e amministratva locale lasciano a Belluno un’eredità spirituale che ha come perno, usando le sue stesse parole, «la cooperazione (operare insieme) e la mediazione (tra le diverse visioni del mondo e del futuro)». L’arrivo dell’alba accompagna l’ultmo viaggio di Sergio 57 Rassegna stampa - Gennaio 2017


Reolon. Era malato da alcuni anni ma questo non gli ha impedito di contnuare ad impegnarsi in prima persona per la sua terra: nella primavera del 2015, poco dopo un importante intervento, ha deciso di ricandidarsi alle elezioni regionali. Non è tornato a palazzo Ferro-Fini ma ha contnuato fno a poche setmane fa a dare il suo apporto sulle questoni fondamentali della provincia. Negli ultmi giorni la malata lo ha provato duramente e ieri intorno alle 7 è spirato nella sua abitazione. La notzia della sua morte si è difusa nel giro di poche ore e sono arrivate decine e decine di messaggi di cordoglio da amici, colleghi, avversari, citadini. I funerali si terranno lunedì alle 14 al cimitero di Caston. Un’esistenza dedicata alle montagne bellunesi, quella di Reolon, che ha visto la luce a pochi chilometri dal mare dei Caraibi: nasce il 22 maggio 1951 a Caracas, capitale del Venezuela, alla fne di un lungo viaggio iniziato sulle Dolomit per cercare un futuro migliore. Quella non è l’ultma esperienza cosmopolita. Tra i 7 e i 9 anni vive in Rhodesia, nell’odierno Zimbabwe. «A quei viaggi precoci, ai contat con mondi tanto diversi, alla nostalgia che si respirava in casa, insieme alla tenacia, all’inventva e alla partcolare forza trasformatva richieste dalle vicende d’ogni emigrazione devo, credo, ciò che ha caraterizzato in seguito le vicende della mia vita e la mia formazione politca, professionale e personale» scrive in seguito Reolon. Nella sfera privata, come in quella pubblica, amava le sfde che la montagna sa ofrire ma apprezzava anche uno sport di tecnica e tenacia come il ciclismo. Tecnica, intesa tanto come conoscenza dei meccanismi della cosa pubblica quanto come preparazione riguardo gli argoment tratat, e tenacia fanno parte anche della cifra stlistca del suo operato. Il primo approccio con la politca risale agli anni ’70: nel 1975, a 24 anni, viene nominato funzionario della federazione provinciale del Partto Comunista Italiano. Nel 1980 arriva in consiglio provinciale, dove rimane per dieci anni afancando alla politca l’atvità di presidente di imprese cooperatve. Nel 1990 il primo ruolo da assessore, riconfermato nel 1995. Il nuovo millennio porta molte novità nella carriera politca di Sergio Reolon. Nel 2002 si consuma la fratura con Oscar De Bona per «divergenze incolmabili»: si dimete da vicepresidente ma torna a palazzo Piloni due anni dopo, nel 2004, come presidente. Nel 2009, dopo cinque anni di governo, Reolon si ricandida ma viene batuto da Gianpaolo Botacin. Una sconfta che arriva a pochi mesi di distanza dalla condanna della Corte dei Cont di Venezia per un ingaggio giudicato illegitmo, sentenza contro la quale Reolon ha avviato un ricorso, ancora pendente. Il nuovo appuntamento con le urne è nel 2010, questa volta alle elezioni regionali. Viene eleto nel gruppo consiliare del Partto Democratco, a cui è arrivato dopo un percorso che l’ha visto tra i protagonist della costruzione della Margherita bellunese. Sono gli anni del riconoscimento della specifcità bellunese nello Statuto regionale e successivamente della legge che la sancisce. Una bataglia che Reolon porta avant insieme agli altri consiglieri regionali bellunesi, unit al di là delle divisioni politche per il bene delle Dolomit. Una stagione che si chiude nel 2015: Reolon si ricandida a sostegno di Alessandra Moret ma, nonostante sia il candidato con il maggior numero di preferenze, la sconfta Pd non gli consente di entrare in consiglio regionale. Nei mesi successivi Reolon scrive “Kill Heidi”, il suo testamento politco, insieme a Marcella Morandini con la quale aveva già collaborato in occasione del suo primo libro. Per sopravvivere la riceta è semplice, ma al tempo stesso ambiziosa: superare il conceto di montagna bucolica, guardare ad uno sviluppo moderno e sostenibile. E andare oltre i campanilismi: solo unit si vince.

Corriere delle Alpi | 21 Gennaio 2017

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Il missionario delle Dolomit da vivere BELLUNO «Il guerriero del bene comune». Marcella Morandini è la segretaria generale della Fondazione Dolomit Unesco. Sergio Reolon è stato il motore della candidatura, da presidente della Provincia di Belluno. «Ricordo che Sergio si defniva un missionario civile», sotolinea Morandini. «E per me così è stato: un missionario delle Dolomit, le Dolomit da vivere, non da sfrutare. Questa è stata l'autentca fede di Reolon. La fede nel bene comune, rappresentato in questo caso proprio dalle terre alte». È con commozione che la dirigente della Fondazione Unesco parla di Sergio, suo grande amico ma sopratuto «mio grande maestro». Morandini è una delle donne più esperte di tute le problematche che vivono i Mont pallidi e, nel loro insieme, anche le Alpi. Una “passione”, vera e propria, che le ha trasmesso Reolon, presentandole la montagna non come la terra di Heidi, ma come un territorio carico delle più contrapposte contraddizioni, e che pure va ridoto a sintesi. Riduzione, questa, di cui deve farsi carico la politca con scelte appropriate, traguardando il territorio come “bene comune”. E “bene comune” sono le sue risorse, a cominciare dall'acqua. In tant, in queste ore, ammetono la delusione di Reolon per quanto la politca non ha saputo provocare. Morandini, però, respinge questo approccio. «Sergio ha combatuto come un guerriero contro la disillusione; non ha mai fnito di sperare, e non solo a riguardo della sua malata ma anche dei problemi di cui si era fato carico nelle vita politca. L'accanimento con cui ha portato avant le tesi del suo ultmo libro», contnua Morandini, «ha sconvolto perfno i sanitari». Nel 2010 Morandini ha scrito insieme a Reolon un saggio sulle Alpi come regione d'Europa, che ha ricevuto lusinghieri riconosciment. D'altra parte Sergio Reolon si è meritato un lusinghiero apprezzamento da parte di un antropologo come Annibale Salsa, già presidente generale del Cai e tra i maggiori espert delle problematche delle terre alte. «La montagna sa ancora plasmare ment che pensano fuori dal coro e sono capaci di tradurre idee in progetualità lungimirant», ha avuto modo di dire Salsa in consiglio regionale del Veneto, presentando “Kill Heidi”. «Sergio Reolon incarna in maniera esemplare questa tpologia. Amministratore, dal 2004 al 2009, di una provincia interamente alpina, egli ha rappresentato un punto di riferimento e di speranza per un territorio che la geopolitca ha condannato alla marginalità». Salsa, nel momento stesso dell'analisi della proposta Reolon di “Kill Heidi”, ha ammesso la speranza che la politca con la “P” maiuscola «lasci intravedere», com'è nell'auspicio di Sergio Reolon, «un nuovo rinascimento alpino». È il sogno che si è portato appresso anche Sergio? «Sì», risponde Salsa, «ma alla condizione che Reolon ha posto: che si uccida Heidi per salvare la montagna».(fdm) 59 Rassegna stampa - Gennaio 2017


Corriere delle Alpi | 21 Gennaio 2017

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Webcam al rifugio Auronzo, valanga di click di Gianluca De Rosa AURONZO Visualizzazioni da record per le webcam installate al rifugio Auronzo, sulle Tre Cime, che nel 2016 hanno fato registrare oltre tre milioni di click collocando la strutura al terzo posto di una speciale classifca redata dal portale “Rifugi in rete” alle spalle di Lagazuoi e Cità di Fiume. La webcam più cliccata è quella indirizzata verso la Croda dei Toni che, da sola, ha collezionato un milione e mezzo di visualizzazioni. L'approfondimento dei dat denota come il picco delle visualizzazioni coincida con l'arrivo delle prime nevicate in quota. Il rifugio Auronzo è dotato di tre webcam, con le altre due rivolte verso la vallata di Auronzo. Il dato è stato accolto con grande soddisfazione dalla sezione auronzana del Cai che gestsce la strutura. «Ancor di più alla luce del fato che le webcam sono state installate appena un anno fa. Si trata del miglior strumento di promozione turistca oggi in circolazione», sotolinea il presidente Stefano Muzzi; che, a proposito dei servizi on line, spiega che «puntamo ad installare presto anche una stazione meteo. E intanto siamo pront ad aprire il rifugio Auronzo anche in inverno», aggiunge il presidente Muzzi, «a partre già dalla prossima stagione. A tal proposito sono stat avviat di recente una serie di intervent che avranno il compito di modifcare la strutura rendendola operatva anche durante il periodo invernale. Il Cai si accollerà gli oneri necessari per portare a termine quest lavori anche grazie al ricorso ai contribut regionali e promossi dal Gal Alto Bellunese destnat proprio a questa tpologia di intervent». Lo sviluppo turistco dell'area delle Tre Cime di Lavaredo è ateso come una manna dal cielo dall'intero comprensorio, come più volte richiesto, anche a gran voce. «Abbiamo la certezza 60 Rassegna stampa - Gennaio 2017


che il richiamo turistco anche durante il periodo invernale sarà altssimo», aggiunge Muzzi, «a spingerci a procedere in questa direzione sono sopratuto gli operatori turistci present sul territorio, compresi quelli dell'area di Misurina». L'apertura invernale del rifugio Auronzo non sarà però supportata dalla strada d'accesso, che invece rimarrà sicuramente chiusa: «Ma questo è un bene ed un motvo in più per caraterizzare la futura oferta», spiega ancora Stefano Muzzi, «l'accesso alle Tre Cime, oggi, durante il periodo invernale, è assicurato da un servizio di motoslite che consideriamo la soluzione migliore e che per questo siamo pront a supportare e a promuovere anche in futuro. Lo stesso discorso vale anche per il vicino Monte Piana. Sappiamo anche che la soluzione delle motoslite a qualcuno non piace, e le contestazioni non mancano in tal senso; ma è altretanto vero che non è possibile metere tut d'accordo, pur rispetando i pareri contrari».

Il Gazzetno | 21 Gennaio 2017

p. 2 edizione di Belluno

Sue creature Col Cavalier e il Patrimonio dell'umanità Damiano Tormen 61 Rassegna stampa - Gennaio 2017


Una vita per la montagna. Una vita per il Bellunese. Prima nella trincea di Palazzo Piloni, poi sul fronte veneziano di Palazzo Balbi. Adesso «il guerriero» ha deposto le armi. Sergio Reolon si è spento nella note tra giovedì e venerdì, nella sua casa che divideva con la compagna, a Sargnano. La lunga malata che lo tormentava dal 2015 ha avuto la meglio. Il Bellunese perde un altro politco navigato, un abile amministratore, un combatente per gli ideali della montagna e della provincia dolomitca. Sue le vitorie sul campo del demanio idrico e del riconoscimento della specifcità bellunese. Visione politca chiara e grandi capacità riconosciute anche dagli avversari, Reolon ha sempre fato della politca la sua passione e il suo credo. Anche nell'ultma bataglia, quella campagna eletorale per le regionali del 2015 che lo ha visto combatere prima con l'inizio della malata e poi con le urne. Due mesi prima del voto, aveva afdato ad un video il suo messaggio, quasi dispiaciuto di non poter fare campagna eletorale come avrebbe voluto. Eppure, nonostante tuto, Reolon fu di gran lunga il più votato dei candidat bellunesi (con ben 2.768 preferenze). Non gli fu sufciente per essere riconfermato consigliere regionale. Ma la bataglia per il Bellunese è contnuata anche lontano dalle stanze veneziane. Fino agli ultmi giorni. Nato a Caracas (Venezuela) il 22 maggio 1951, Sergio Reolon ha sempre sentto forte il senso di appartenenza alla sua terra. Più forte, per il fato di aver vissuto la condizione di emigrante. E proprio per questo ha sempre cercato di rendere il Bellunese una terra forte, autonoma. La politca atva è cominciata ben presto, negli anni giovanili. Coerentemente: sempre a Sinistra, nonostante i mille cambi e i mille volt della Sinistra italiana e bellunese. Prima come segretario provinciale del Pci. Poi nei Ds e infne nel Pd. L'ingresso a Palazzo Piloni avvenne nel 1980, come consigliere provinciale. Nel 1990 si spalancò la porta principale della Provincia e Reolon divenne assessore della giunta De Bona, con le deleghe al personale, a caccia e pesca e alla tutela delle acque. Cinque anni più tardi venne riconfermato in giunta, stavolta come vice presidente (e in aggiunta con la delega a mobilità e trasport). L'esperienza maturata in Provincia gli valse la vitoria alle elezioni provinciali del 2004 (contro lo sfdante Floriano Prà, scomparso solo qualche giorno fa). Nei cinque anni da presidente, Reolon è riuscito a far riconoscere le Dolomit patrimonio Unesco, a far partre il progeto del traforo di Col Cavalier, ad organizzare la grande mostra di Tiziano Vecellio, a portare a Belluno il governo del demanio idrico. Tra i grandi proget anche Unico Student (l'abbonamento per il trasporto degli student) e il polo scolastco di Agordo. Nel 2010 le oltre 9mila preferenze otenute alle regionali lo portarono a Palazzo Ferro Fini, dove ha combatuto la bataglia per il riconoscimento della specifcità della Provincia di Belluno. La sua Provincia.

Il Gazzetno | 21 Gennaio 2017

p. 2 – 3 edizione di Belluno

Il testamento in un libro: l'ultma bataglia BELLUNO 62 Rassegna stampa - Gennaio 2017


Il testamento politco e ideologico in un libro. Kill Heidi è stato l'ultma bataglia di Sergio Reolon. Un quadro della situazione del Bellunese e un'analisi lucidissima della montagna. Un grido di dolore nei confront del «grande vuoto» avvertto atorno alla provincia di Belluno. Il messaggio di un idealista, che osserva con gli occhi consumat di un amministratore. Un messaggio portato avant nonostante le difcili condizioni imposte dalla malata. Perché dalla pubblicazione ad inizio otobre fno agli ultmi giorni, Reolon non ha mancato ad uno solo degli appuntament di presentazione del suo libro. Intervent accorat e lucidi, la voce rota dalla fatca, ma non per questo meno autorevole. Del resto, il contenuto del libro è forte. Una scossa eletrica per tut quelli che si credono difensori della montagna e invece sono solo «montanari scompaginat» o «montanari localist». Sono quest due dei quatro protagonist del libro, che parte da una domanda: cosa deve fare la montagna per sopravvivere? Semplice: deve uccidere Heidi. Vale a dire la zavorra del Bellunese, il cliché della montagna fatata, artefata, stereotpata, ben diversa dalla realtà. Eccoli i personaggi della montagna (e protagonist del saggio di Reolon): quatro fgure di montanari, o presunt tali. Quatro «tpi umani» a cui ogni bellunese potrebbe dare un volto, un nome e un cognome: il «non montanaro», che ha una visione ampia del mondo, ma non conosce la montagna se non per viverci una setmana di ferie all'anno; il «montanaro scompaginato», che vive in montagna senza rendersi conto di dove vive; il «montanaro localista», spesso lamentoso, che vive sì in montagna, ma di ricordi; e il «montanaro civicus», animale sociale in via d'estnzione, che ha assorbito la contaminazione positva del confronto tra montagna e altri ambient. I quatro barufano contnuamente tra loro. E Heidi trionfa. A scapito del Bellunese e dei bellunesi, perché manca la Politca con la P maiuscola. Da ieri, manca ancora di più.

22 GENNAIO 2017 Alto Adige | 22 Gennaio 2017

63 Rassegna stampa - Gennaio 2017


p. 10

Le Dolomit sono un grande patrimonio Gentle Diretore, leggendo i suo quotdiani “Trentno e Alto Adige” di venerdì ho pensato che fosse il 1° aprile. La temperatura esterna, però, mi ha subito portato alla realtà di gennaio. Per il rispeto che nutro nei suoi confront, le segnalo che l’artcolo “Un Patrimonio che pare quasi indesiderato” di Maria Teresa Fossat, rubrica “PICCOLA CITTA’”, pare essere un pesce d’aprile o una burla carnevalesca. Per altro sul quotdiano Alto Adige, a pag. 38 , nell’artcolo “Rifugi sponsor delle Dolomit”, è evidente la contraddizione con quanto Fossat scrive. Il contenuto dell’artcolo di pag. 38 de “Alto Adige” è un esempio di alcune atvità che le Province autonome di Trento e di Bolzano e la Fondazione Dolomit UNESCO (in cda siedono i rappresentant politci delle 5 province e 2 regioni) hanno messo in ato. La Fondazione è una piataforma operatva/organizzatva per la gestone coordinata del Bene Naturale UNESCO, a cui partecipano tut gli atori del territorio dolomitco, a prescindere dai confni amministratvi, lavorando secondo la logica di rete e ampliando costantemente il proprio radicamento territoriale già consistente (ne è esempio il collegio dei sostenitori con centnaia di adesioni). Sul sito www.dolomitunesco.info la giornalista avrebbe potuto trovare tute le informazioni e i detagli di quanto con paziente, costante e impegnatvo lavoro molte persone della Fondazione, degli ent amministratvi, parchi, musei e associazioni di vari ambit fanno. Il collega di Maria Teresa Fossat, autore dell’artcolo, ha potuto toccare con mano quanto si faccia per le Dolomit. Solo due dat per darle l’idea dell’uso del logo Dolomit UNESCO: sono quasi 450 le iniziatve, manifestazioni, pubblicazioni che hanno richiesto l’utlizzo del logo per il patrocinio. Di queste domande, 22 non sono state concesse per incoerenza con i valori UNESCO. Discorso analogo per le licenze d’uso del logo. Per la valutazione delle richieste (di utlizzo del logo) c’è un’apposita commissione interprovinciale. Fra soci fondatori, 64 Rassegna stampa - Gennaio 2017


sostenitori, patrocini e licenze d’uso – in relazione all’utlizzo del logo - abbiamo superato quota 1.000. I regolament sono sul sito delle www.dolomitunesco.info/ Stupisce che ad illustrare lo scrito di Fossat decisamente fuorviante per l’opinione pubblica si sia scelto di scaricare da Internet un fermo-immagine di un breve documentario dedicato ad alcune delle atvità per la gestone congiunta del Patrimonio con l’interviste, anche, al già presidente della Fondazione Dolomit Richard Theiner e alla diretrice Marcella Morandini. Tutavia mi conforta leggere che la giornalista Maria Teresa Fossat abbia indicato corretamente l’anno del riconoscimento UNESCO, 2009. Mauro Gilmozzi Assessore all’ambiente della Provincia autonoma di Trento Risposta di Alberto Fasustni Maria Teresa Fossat è una libera pensatrice. E ha espresso un’opinione. State facendo un gran lavoro (come si evince proprio dai nostri artcoli), ma non tut ne hanno colto l’impato e qualche critca si può anche sopportare, no?

Trentno inserto La Domenica | 22 Gennaio 2017

p. 6

L'alpinismo patrimonio UNESCO? TRENTO Alpinismo patrimonio dell’umanità Unesco? Forse prossimamente sì, perché i beni tutelat non sono solo materiali, come monument e cità d’arte o unicum naturalistci come le nostre Dolomit o la “rain forest” tropicale. Vi sono anche i cosiddet “beni immateriali”, come l’opera dei pupi o il canto a tenore della cultura pastorale sarda, le coltvazioni dei vignet ad alberello di uva Zibibbo a Pantelleria, tut beni già iscrit e riconosciut Patrimonio dell’Umanità e ai quali si potrebbe aggiungere anche l’alpinismo. Nei mesi scorsi si è tenuto a Chamonix, al Centre de Congrès Le Majestc, un incontro internazionale dei promotori dell’iscrizione dell’alpinismo alla lista del Patrimonio Immateriale dell’Unesco. Insieme ai Sindaci dei Comuni di Chamonix-Mont- Blanc, Eric Fournier, e di Courmayeur, Fabrizia Derriard e alla rappresentante del Ministero della Cultura francese, Sylvie Grenet, era presente un artcolato gruppo di lavoro del quale faceva parte anche il Museo nazionale della montagna di Torino del Club Alpino Italiano. Sono inoltre intervenut alla riunione Claude Marin, incaricato del Comune di Chamonix per il dossier “Alpinismo Unesco” e Luigi Cortese, iniziatore del progeto stesso; Bernard Debarbieux dell’Università di Ginevra, Claude Eckhardt, delegato del Club Alpino francese, Jean Corneloup dell’Università di Clermond- Ferrand, Olivier Hoibian dell’Università di Tolosa, Yann Decorzant Diretore del CREPA (Centre Régional d’Etudes des Populatons Alpines), Georges Boulaz, presidente della Commissione Cultura del Club Alpino Svizzero. In occasione del primo incontro tut i partecipant hanno concordato i passaggi per procedere in questa importante operazione di valorizzazione e riconoscimento mondiale della 65 Rassegna stampa - Gennaio 2017


pratca alpinistca. L’alpinismo fgura da alcuni mesi nella lista nazionale francese dei valori che possono essere candidat per l’iscrizione nella lista Unesco, tra le pratche del Patrimonio Immateriale. In questo contesto il Museo Nazionale della Montagna di Torino del Club Alpino Italiano di Torino è stato inserito nel gruppo di lavoro quale referente della rete culturale che dovrà prendere in carico il patrimonio storico e documentale legato all’alpinismo. (ma.be.)

Il Gazzetno | 22 Gennaio 2017

p. 6 edizione di Belluno

Dolomit: il rifugio presidio UNESCO Vedete sulle Dolomit, da sempre. Ma anche struture ricetve e informatve. Il ruolo dei rifugi alpini adesso si arricchisce di un nuovo compito: quello di essere il presidio territoriale delle montagne rosa patrimonio Unesco, e aspirare ad una gestone sostenibile. Una sfda che racchiude la grande opportunità di valorizzazione della montagna bellunese e del turismo dolomitco, quella lanciata dalle associazioni alpinistche e dalla Fondazione Dolomit Unesco. Nei giorni scorsi, infat, i Gruppi Cai di Veneto, Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, assieme alla Fondazione Dolomit Unesco, a Sat (società alpinist tridentni) e ad Avs (Alpenverein Sudtrol) hanno frmato una convenzione per la realizzazione di atvità congiunte di valorizzazione del patrimonio Unesco. Il documento (Rifugi del Patrimonio mondiale Dolomit Unesco) ha chiaro fn dal ttolo qual è il punto di partenza: i rifugi. O meglio, i 66 rifugi e bivacchi situat all'interno dell'area cuore dei nove sistemi delle Dolomit Unesco. La maggior parte bate bandiera bellunese (dal Dal Piaz di Sovramonte al Cità di Fiume di Borca, fno al Carducci di Auronzo e al Volpi al Mulaz di Falcade). E con questo accordo ha l'opportunità di fare gioco di squadra per creare atvità e iniziatve in rete. Come circuit di senteri per collegare tra loro le varie struture. O proget escursionistci a regia condivisa. Il progeto si prefgge di qualifcare i rifugi e i bivacchi per gli aspet informatvi e di comunicazione. E di defnire un protocollo, su base volontaria, che individui alcuni rifugi pilota con cui sperimentare una gestone sostenibile delle atvità e della strutura stessa. La Fondazione avrà il compito di distribuire la targa infopoint Dolomit Unesco per la riconoscibilità dei rifugi e dei bivacchi e l'impegno di organizzare un percorso formatvo rivolto ai gestori di rifugio. Le associazioni alpinistche, proprietarie o concessionarie di numerosi rifugi e bivacchi, si impegnano a fssare le carateristche qualitatve e quanttatve dell'oferta ricetva. 66 Rassegna stampa - Gennaio 2017


Il Gazzetno | 22 Gennaio 2017

p. 11

Comune: carta intestata con il logo Dolomit SEDICO - (EP) Il comune di Sedico aderirà alla Fondazione Dolomit Dolomiten Dolomites Dolomits Unesco che ofre tra l'altro la possibilità, agli ent pubblici e privat che risiedono nell'ambito del territorio coinvolto nell'operazione, di utlizzare il marchio nelle comunicazioni ufciali. La Giunta, infat, proprio in quest giorni, ha dato il via libera all'adesione alla Fondazione. Lo farà in qualità di socio sostenitore corrispondendo pertanto un importo di 500 euro per anno solare per un periodo di 5 anni, rinnovabili. «La partecipazione in qualità di sostenitore spiega al proposito il sindaco di Sedico, Stefano Deon dà l'opportunità di utlizzare l'apposito marchio Dolomit Unesco per le atvità isttuzionali, carta intestata, bigliet da visita, sito web. Tale utlizzo è disciplinato nel regolamento. Si è ritenuto opportuno, stante la rilevanza mondiale dell'inserimento delle Dolomit quale patrimonio dell'umanità, ai fni promozionali turistci, di aderire alla fondazione come sostenitori per poter utlizzare il marchio nelle comunicazioni ufciali».

Il Gazzetno | 22 Gennaio 2017

p. 12 edizione di Pordenone

Crescono le aziende che si promuovono con il marchio del Parco 67 Rassegna stampa - Gennaio 2017


CIMOLAIS - (lp) Il marchio del Parco delle Dolomit Friulane è sempre più ricercato. Lo testmonia il boom di richieste da parte di aziende del territorio, che hanno chiesto di fregiarsene allo scopo di valorizzare il prodoto locale. Nel giro di pochi mesi sono state ben oto le atvità che hanno fato istanza al Consiglio diretvo per poter utlizzare il brand. L'Ente Parco, infat (ai sensi della Legge regionale n. 42/96), può promuovere atvità economiche, sociali e culturali atraverso la concessione d'uso del proprio emblema. In virtù di tale disposizione, e date le numerose richieste nel corso degli anni, si è provveduto a redigere un Regolamento per la Concessione del marchio del parco al fne di disciplinarlo e valorizzarne la funzione. Queste oto atvità, se rispondent ai criteri fssat per poter otenere il riconoscimento legale, poranno promuovere i prodot facendo riferimento al Parco, anche nell'etchetatura.

23 GENNAIO 2017 L'Adige | 23 Gennaio 2017

p. 6

Appuntament: Il flm «Alpi» di Linke Spazio Alpino della Sat, via Manci 57. Proiezione del flm «Alpi» di Armin Linke (Germania, 2011, 60') in collaborazione con il Trento Film Festval e la presentazione di Gianluigi Bozza. È un evento nell'ambito del Laboratorio alpino e delle Dolomit bene Unesco. L'ingresso è libero. Alpi è il risultato di sete anni di ricerca sulle percezioni contemporanee del paesaggio delle Alpi, 68 Rassegna stampa - Gennaio 2017


giustapponendo luoghi e situazioni delle oto nazioni confnant e abbracciando i territori di quatro lingue diferent. Nel flm, le Alpi sono tratate come un'isola che è connessa alle varie trasformazioni globali. Il flm mostra le Alpi come un luogo chiave, dovuto alla sua fnezza e importanza ambientale. Nell'Europa di oggi, le Alpi sono una culla per la modernità e le sue illusioni. Per info: 0461-980211.

Messaggero Veneto | 23 Gennaio 2017

p. 18 edizione Nazionale

Booking premia l'albergo difuso delle Dolomit di Gino Grillo FORNI DI SOTTO Un incoraggiante riconoscimento per l’albergo difuso Dolomit di Forni di Soto viene dal “Guest Review Awards 2016 Booking.com” . Un riconoscimento che assegna un punteggio di 9.20 su una scala di 10 alla strutura fornese. Soddisfazione viene espressa dal primo citadino Marco Lenna che ha creduto in questa iniziatva, ma il sindaco non manca di levarsi qualche sassolino dalla scarpa. «Mi viene da sorridere a pensare a quanto siano stat denigrate queste struture e la voglia e capacità della gente di montagna. Questo riconoscimento viene assegnato da una organizzazione indipendente e misura l’indice di gradimento da parte di chi è il più qualifcato per giudicare, ossia gli ospit che durante l’anno scorso hanno sostato nelle nostre struture». Lenna atacca quindi la presidente della regione Debora Serracchiani. «Non è vero che in Carnia, come ha più volte dichiarato la presidente, non si sappia fare turismo. Chi si mete in gioco lo fa sul serio e con capacità. Manca piutosto un coordinamento globale da parte dell’ente regionale, non solo per l’albergo difuso del mio paese. Penso anche agli albergatori dei vicini Forni di Sopra e Sauris che sono da encomiare perché pratcamente da soli debbono far fronte alla grave crisi che atanaglia il setore e il territorio». Lenna invita la Regione a ricercare soluzioni, «I fnanziament sono sempre minori, dimezzat da questa giunta regionale rispeto a quelli che erano erogat dall’allora governatore Renzo Tondo». Non manca un accenno polemico a Francesco Brollo, sindaco di Tolmezzo e presidente dell’Ut della Carnia. «La Carnia non è morta, come ha sostenuto Brollo, ma è ancora viva e vivace. Chi ci ha messo del suo, anche se in piccole realtà, fa molto e bene». I feed back otenut da Booking on line non si riferiscono solamente alle struture dove gli ospit hanno pernotato, ma atribuiscono un valore positvo a come gli ospit, provenient da tuto il mondo, 69 Rassegna stampa - Gennaio 2017


Corea, Vietnam, Russia, Arabia Saudita, California, Stat Unit d’America ed Europa, sono stat accolt, tratat e a cosa hanno trovato sul territorio.

24 GENNAIO 2017 Trentno | 24 Gennaio 2017

p. 36

Meet your landscape, mostra di foto in piazza a Mezzano MEZZANO È visitabile fno a domenica prossima nella piazza del Brolo di Mezzano, la mostra itnerante “Meet your Landscape”, laboratorio di fotografa partecipata e trekking delle Dolomit Unesco. Si trata di un progeto di promozione e sensibilizzazione culturale sul tema del paesaggio rivolto ai ragazzi di vari territori trentni e realizzato nel corso dell’ultmo anno grazie a una collaborazione tra la Provincia e numerosi ent e isttuzioni locali. Rivolto ai giovani delle comunità trentne che ospitano una parte del patrimonio naturale Dolomit Unesco, “Meet your Landscape” si compone di un workshop (laboratorio) di formazione teorica e pratca, seguito da un trekking di qualche giorno nei territori delle Dolomit Unesco. Insieme a un fotografo professionista, una narratrice e vari espert del paesaggio, 60 ragazzi tra i 18 e i 28 anni hanno efetuato un trekking dolomitco in Primiero, Val di Fiemme, Val di Fassa e Brenta alla scoperta di un territorio spesso atraversato ma ancora poco conosciuto. Ecco quindi, una storia e una foto per raccontare un sentmento, un’immagine, un ricordo, una rifessione che si lega fortemente a un luogo.

Corriere delle Alpi | 24 Gennaio 2017

70 Rassegna stampa - Gennaio 2017


p. 16

“Fate germogliare il seme che mio padre ha lasciato” di Irene Aliprandi BELLUNO «Ognuno di voi, qui oggi, ha dentro una parte del campo di idee che lui coltvava. Contnuate a lotare, fate germogliare quel seme, fate crescere quella pianta che lui vi ha lasciato». È Emanuele a chiudere l’orazione funebre per suo padre, Sergio Reolon, salutato ieri al cimitero di Caston da un’enorme folla di citadini, amici e autorità. La cerimonia laica si è aperta con il Coro Adunata degli alpini, che hanno cantato anche nel fnale, come da richiesta dello stesso Reolon. Emanuele ha ricordato tre carateri di Sergio che sono ben present a tut quelli che hanno conosciuto l’ex presidente della Provincia: il sorriso, sempre, anche nei giorni più dolorosi, il coraggio e la capacità di parlare a tut usando parole chiare: «Era un uomo che sceglieva come vivere, la sua vita la decideva lui e non si gingillava dei risultat otenut. Era un montanaro civicus, un contadino che coltvava idee». L’orazione principale è stata afdata a Claudia Betol, che di Sergio fu vice presidente, amica e collaboratrice, perché ricordare Reolon solo per gli anni trascorsi a Palazzo Piloni sarebbe ridutvo. «Non avremmo mai voluto essere qui», ha esordito Claudia Betol, con «rimpianto e senso di grattudine», ricordando come Reolon abbia scrito le pagine più important della storia moderna di questo territorio, non solo da «orgoglioso presidente della Provincia», ma anche da esponente di primo piano della Sinistra italiana, impegnato in bataglie fondamentali per 71 Rassegna stampa - Gennaio 2017


la sopravvivenza della montagna, «a partre dalla tutela e la valorizzazione dell’ambiente». Betol ha più volte ringraziato Reolon: «Solidamente ancorato ai suoi valori e capace di adatarli ai cambiament. Un politco lungimirante e atento, che ha batuto in lungo e in largo questo territorio più volte in cerca del confronto con la comunità, della quale cercava di individuare gli interessi». La ex vice presidente ha ricordato gli anni da emigrante, vissut con tristezza e poi lo studio, la conoscenza e il contnuo approfondire, anche con sacrifcio. «Il valore alto della politca, che per lui non è solo buona amministrazione. L’importanza del confronto, del rispeto e della legitmazione dell’altro, perché, per Reolon, solo dal confronto con chi la pensa diversamente nascono le idee migliori. Betol sotolinea: «La rettudine morale, l’onestà, l’intelligenza e la lontananza da qualsiasi aggressività personale». Tant i risultat otenut, ma Betol ne cita uno che riassume in sè la visione di Reolon della montagna per quanto fu importante: Unico Student, l’abbonamento che per qualche anno permise ai ragazzi bellunesi di raggiungere le scuole al costo più basso possibile: «Perché tut, a qualunque distanza, potessero permetersi di andare a studiare», un provvedimento che dimostra: «La volontà di Reolon di accorciare le distanze della montagna e di abbatere le disuguaglianze». Andare oltre i campanilismi, come superare le logiche di puro mercato scongiurando una montagna subalterna, sono tra gli impegni principali di Reolon: «Uomo forte, competente, caparbio, una delle voci più autorevoli del bellunese». Reolon ha combatuto sempre ed è stato premiato con risultat important, dalla specifcità al demanio idrico: «In una visione moderna, mai retorica e lamentosa della montagna», ricorda ancora Betol. Tra gli insegnament lasciat dal grande politco ci sono quelli: «A lavorare insieme, fare squadra, non arrendersi, pensare in grande e volare alto». Da qui il lavoro imponente fato per inserire le Dolomit nel patrimonio Unesco, la grande mostra di Tiziano, tute con un unico flo condutore, quello del recupero e della valorizzazione delle radici: «Ciò che ci rende fort è sapere chi siamo e dove andiamo», cita ancora Betol, che ha concluso con il ricordo degli ultmi giorni, il ringraziamento della famiglia ai medici che hanno avuto in cura Reolon e agli amici che non lo hanno lasciato solo nemmeno un momento in quest mesi difcili: Toni, Michele e Quinto. Infne le sue parole, quelle con le quali Sergio Reolon ha chiuso il suo ultmo libro “Kill Heidi”: «Chiudo gli occhi e vedo le mie amate Dolomit, i loro colori accesi, lividi e struggent, sento i loro profumi, rivivo le tante salite soto il sole, la neve e il vento in compagnia delle persone con cui ho potuto condividere il cammino». Le Dolomit, le montagne più belle del mondo, diventate grazie a Reolon patrimonio Unesco, cioè patrimonio di tuta l’umanità. E proprio la bellezza è un’altra delle parole chiave della vita e delle bataglie politche di Sergio Reolon: «Perché senza bellezza non si realizza la vita». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Gazzetno | 24 Gennaio 2017

72 Rassegna stampa - Gennaio 2017


p. 2 edizione di Belluno

“Se ne è andato un vero difensore della montagna” BELLUNO - (D.T.) «Era un montanaro. Un duro della politca. Se ne va un grande sostenitore della montagna veneta». Luca Zaia ricorda così Sergio Reolon. Il governatore del Veneto è presente alla cerimonia funebre dell'ex consigliere regionale. In piedi, di fanco alla bara bianca. «I nostri percorsi politci si sono intrecciat varie volte - prosegue Zaia -. Ci siamo incontrat la prima volta quando lui era assessore in Provincia. Poi siamo stat colleghi da president di Provincia, io a Treviso, lui a Belluno. Alla fne l'ho ritrovato in consiglio regionale. Era un duro: non faceva scont a nessuno. Ed era sempre sorridente, anche negli scontri politci più accesi. Ha fato grandi cose per il Bellunese: contnuerà a vivere nei risultat che ha lasciato». La passione e il rigore di Reolon sono tra le qualità più sentte dagli avversari politci. «Era un uomo delle isttuzioni - ha deto durante la cerimonia di ieri Bruno Pigozzo, vice presidente del consiglio regionale -. È anche grazie al suo senso critco e all'approccio rigoroso che si è arrivat al nuovo statuto del Veneto (approvato quando Reolon era vice presidente della commissione statuto, ndr). Ora sta a noi portarlo avant». «Impegno civile, coraggio, determinazione e bellezza: voglio ricordare Sergio con queste parole ha aggiunto Marcella Morandini, diretore della Fondazione Dolomit Unesco e coautrice con 73 Rassegna stampa - Gennaio 2017


Reolon del libro Alpi, regione d'Europa -. Noi oggi dobbiamo contnuare a sentrlo vicino e portare avant le sue idee».

25 GENNAIO 2017 Trentno | 25 Gennaio 2017

p. 36

Un fume di legno formato mostra PRIMIERO Sarà inaugurata a Trento, domani alle 17.30, nella sede della Sat, la mostra “Un Fiume di Legno”. È curata dal Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martno e racconta il trasporto, lungo i secoli, del legname dalle valli del Vanoi e di Primiero a Venezia, atraverso la fuitazione lungo i corsi d'acqua. La mostra è allestta nel nuovo “Laboratorio alpino e delle Dolomit - Bene Unesco” previsto recentemente da una convenzione sotoscrita dalla Fondazione Dolomit Unesco insieme a Provincia di Trento, Sat, Trento Film Festval, Tsm/Step e Muse. «È un nuovo spazio - sotolinea la presidente della Commissione cultura e biblioteca della Sat, Anna Facchini - che vuole raccontare la realtà dolomitca proponendo iniziatve per tut, dedicate al tema delle Dolomit e della montagna. Questo spazio vuole essere un luogo aperto nel centro della cità dove fare, vedere, pensare, capire, leggere» . La scorsa estate la mostra sulla fuitazione era stata allestta a Venezia, all'Arsenale, un luogo simbolo, in quanto punto di arrivo del viaggio del legno dalla montagna al mare, dove per secoli il legname è stato usato per costruire la fota della Serenissima. La mostra, in quest anni, ha toccato altri luoghi dell'antco tragito del legname: Primiero, Vanoi, Fonzaso, Lamon, Valstagna, Bassano del Grappa, Padova, Forte Marghera. «L'appuntamento di Trento sotolinea il diretore del Parco, Vitorio Ducoli - è un'occasione straordinaria per poter presentare alla cità uno spaccato della storia dei contest, dell'economia e del vivere la montagna nel corso dei secoli. Ed ha un indubbio valore culturale perché collocata all'interno delle iniziatve avviate dal nuovo Laboratorio Alpino che intende raccontare i diversi aspet delle Dolomit». “Un Fiume di Legno”, atraverso i dipint dell'artsta ed antropologa Roswitha Asche, tra cui un grande diorama 74 Rassegna stampa - Gennaio 2017


con l'intero percorso dei tronchi dai mont alla Laguna, presenta il mondo sociale ed umano che ruotava, nei secoli scorsi, intorno al prelievo e al trasporto via acqua del legname. Gli allestment della mostra sono stat curat da Cristna Zorzi, Responsabile degli allestment del Parco.

Corriere delle Alpi | 25 Gennaio 2017

p. 27

Un itnerario tra le Dolomit sulle orme di Amelia Edwards AURONZO Un'alta via dedicata ad Amelia Edwards, scritrice inglese con la passione per l'alpinismo. Una passione che, nell'estate del 1872, l'ha spinta a varcare i confni del Regno Unito atrata dalla fama delle Dolomit, raccontate nel libro "Untrodden peaks and unfrequented Valleys" ("Cime inviolate e valli sconosciute") con somma meraviglia. A distanza di tant anni, i suoi connazionali Alan e Susan Boyle hanno deciso di ripercorrere l'itnerario raccontato dalla scritrice nel suo libro avvalendosi del prezioso supporto del Cai. L'alta via Amelia è lunga circa 400 chilometri, con partenza da Cortna ed arrivo all'Alpe di Siusi: nel mezzo trenta giorni di cammino atraverso i principali gruppi montuosi dolomitci da afrontare con la stessa sequenza narrata dalla Edwards. Tra quest anche i principali gruppi montuosi della Val d'Ansiei, sotolinea il presidente del Cai di 75 Rassegna stampa - Gennaio 2017


Auronzo, Stefano Muzzi, nell'annunciare l'importante iniziatva che vede la sezione cadorina in prima linea nella promozione. Tute le informazioni per ripercorrere le orme di Amelia Edwards tra le Dolomit sul sito www.avamelia.com. Il percorso è riservato ad escursionist sicuri e di tute le età; per assecondare gli scalatori più espert, sono previste 20 variant più impegnatve. (dierre)

27 GENNAIO 2017

Corriere delle Alpi | 27 Gennaio 2017

p. 28

Cortna 2021 presenta il logo ufciale Sarà svelato oggi il logo Cortna 2021. La Fondazione, guidata da Riccardo Donadon, presenterà l’immagine che accompagnerà il team nell’organizzazione sino alla rassegna iridata. La cerimonia di presentazione si terrà alle alle 18 in piazza Angelo Dibona. Parteciperanno anche il ministro dello Sport, Luca Lot, e quello dell'Ambiente, Gian Luca Gallet, a sotolineare come l'Italia intera crede nel successo dei Mondiali ampezzani. In piazza ci sarà uno spetacolo di luci e di musica. La Fondazione Cortna 2021 ha annunciato ieri la partnership tecnica con Philips Lightng, leader del setore dell'illuminazione. «L'innovazione e la sperimentazione fanno parte del progeto mondiale ampezzano», dichiara Paolo Nicolet, amministratore delegato di Cortna 2021, «e l'idea di presentare lo sport, gli atlet e il logo dei campionat mondiali con una scenografa di luci e con un partner di eccellenza e tecnologicamente all'avanguardia, fa parte delle iniziatve che ci aiutano a valorizzare uno sport meraviglioso come lo sci; cerchiamo insomma modi nuovi per raccontarlo». Oltre alla presentazione del logo Cortna 2021, ci sarà nel pomeriggio anche la presentazione delle nuove divise, quelle che le azzurre indosseranno ai Mondiali di Saint Moritz in programma a febbraio. Alle 20.30, perconcludere la giornata, verrà proietato gratuitamente al cinema Eden il

76 Rassegna stampa - Gennaio 2017


flm “L'amore rubato", di Dacia Maraini, con la presenza di Daniela Merighet per dire “basta” alla violenza di genere. (a.s.)

Il Gazzetno | 27 Gennaio 2017

p. 16 edizione Belluno

«Daremo valore al Boite» CORTINA - (mdib) Le Regole d'Ampezzo, quale ente gestore del Parco naturale regionale delle Dolomit d'Ampezzo, hanno indirizzato un fnanziamento specifco a favore di un progeto per valorizzare la fruizione del primo trato del torrente Boite, a valle di malga Ra Stua, dove il corso d'acqua disegna spetacolari rapide, soto la cascatella a lato della strada, ben nota a chi frequenta quei luoghi. Sarà realizzato un percorso escursionistco pedonale, percorribile da parte di un ampio pubblico; saranno messi in sicurezza alcuni trat di sentero esistente; in alcuni punt verranno posizionat scalini, passerelle, corde metalliche, per garantre la sicurezza di chi passa lungo quel tracciato. Il lavoro seguirà di alcuni anni quanto è stato fato, non molto distante, per i senteri dei canyon e delle cascate sul torrente Fanes e lungo la forra che scende da forcella Posporcora, diventat una vera atrazione, sempre nel territorio proteto del Parco d'Ampezzo. Questo nuovo sentero delle cascate di Ra Stua contribuirà ad avvicinare i visitatori dell'area proteta ad una delle bellezze naturalistche oferte dal vasto territorio verde della conca ampezzana.

28 GENNAIO 2017

L'Adige | 28 Gennaio 2017

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Compagnoni delegato alla pesca MARIO FELICETTI CAVALESE Molta cultura all'ordine del giorno del primo consiglio ufciale dei Regolani della Magnifca Comunità di Fiemme del 2017, riunito giovedì sera al gran completo, a parte il Regolano di Carano Giorgio Ciresa, assente per malata e sosttuito dal vice regolano Mario Delvai . Ma tra le molte delibere approvate, anche l'accetazione delle dimissioni del Regolano di Castello/Molina Filippo Bazzanella (già annunciate il 22 dicembre) da delegato alle problematche della pesca, compito (sicuramente non facile) ora afdato al Regolano di Moena Alberto Compagnoni , al quale comunque Bazzanella ha confermato la disponibilità a collaborare. Tornando alla cultura, un argomento importante ha riguardato la rendicontazione delle atvità svolte l'anno scorso nell'ambito del progeto di valorizzazione del Palazzo. Come è noto, dopo la convenzione sotoscrita con la Provincia, era necessario presentare il formale rendiconto delle spese sostenute, in modo da otenere il previsto contributo annuale di 50.000 euro. Le spese complessive del 2016, illustrate in detaglio dal Regolano delegato alla cultura Carlo Zorzi , ammontano a 76.611 euro e riguardano l'allestmento di mostre e della sezione sulle origini e la storia della Magnifca (inaugurata in dicembre), la valorizzazione del sito archeologico del «Doss Zelòr» a Castello, visite sul territorio ed atvità di educazione ambientale, atvità didatche, 78 Rassegna stampa - Gennaio 2017


iniziatve e percorsi per le famiglie, concert ed appuntament musicali, altri event estemporanei, la promozione del Palazzo e le spese per il personale. Unanime l'approvazione. Sempre in merito al Palazzo ed in partcolare alla gestone del Museo Pinacoteca, il consiglio ha deliberato di rinnovare per un anno, fno al 31 gennaio 2018, l'incarico al dotor Roberto Daprà di Moena, da anni ormai apprezzato collaboratore, con contrato a tempo determinato e con la mansione di coordinatore delle atvità culturali. Presterà servizio a tempo pieno, per 36 ore setmanali, con uno stpendio mensile lordo di 1.530 euro. Un'altra delibera importante ha riguardato l'accetazione della donazione dell'archivio del comitato sostenitore di studi storici e scientfci della valle di Fiemme, fondato nel 1972 dal compianto Antonio Beta, ultmamente presieduto dal professor Italo Giordani e sciolto lo scorso 30 novembre. Comprende una straordinaria raccolta di materiale vario (relazioni, conferenze, pubblicazioni, ricerche) che ora sarà depositato presso l'archivio della Magnifca, sezione «archivi aggregat», a disposizione dei «Vicini» e degli studiosi. Con la grattudine dei Regolani nei confront del professor Giordani, anche per la sua qualifcata e puntuale collaborazione con l'Ente valligiano. E'stato poi deciso di acquistare dalla signora Mirta Degiampietro altri nove quadri (dopo quelli già acquistat l'anno scorso) della Scuola Pitorica di Fiemme del Setecento, facent parte della collezione del padre Valentno e già depositat in comodato preso la Magnifca. Riguardano opere di Antonio Vincenzi, Antonio Longo e Cristoforo Unterperger, oltre a due formelle della stufa a olle del Principe Vescovo Bernardo Clesio. La spesa è di 19.800 euro, coperta (dopo una variazione di bilancio approvata in apertura dei lavori) atngendo ai fondi vincolat ad uso civico e che devono essere reinvestt nel patrimonio. Infne via libera all'adesione al Collegio dei Sostenitori della Fondazione Dolomit Unesco per un altro quinquennio, con il versamento di 500 euro all'anno.

L'Adige | 28 Gennaio 2017

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Turismo e trasport, si punt di più sul treno Se proviamo ad analizzare la lentezza con la quale si dà una risposta ai tant problemi di quest tempi, l'assenza della capacità di leggere i cambiament che ci propone la storia è determinante. Rincorriamo i problemi e per questo non siamo in grado di governarli. Prendiamo la mobilità. Sono in ato dei cambiament molto interessant nel modo di viaggiare dei resident ma sopratuto dei turist. La crescente oferta di servizi di trasporto colletvo su gomma e ferro ne sono la dimostrazione e i numeri dei nuovi viaggiatori confermano una tendenza che è solo all'inizio per i nostri territori. Il messaggio è che il turista è alla ricerca di una oferta di mobilità e servizi che da casa lo port alla destnazione turistca. Dunque la raggiungibilità dei territori atraverso i servizi di mobilità sarà la sfda del futuro. In questo scenario vari sogget si sono e si stanno afacciando; l'esempio della Dita Desilvestro di Moena, Flixbus con la connessione atvata anche con partenza e arrivo a Bolzano per raggiungere 80 Rassegna stampa - Gennaio 2017


le valli di Fiemme e Fassa, via Ora, fno a Penia di Canazei. Servizio che tocca anche altre località turistche del Trentno. Il servizio Freccialink di Trenitalia che ad esempio serve le località alpine di Cortna, Madonna di Campiglio e Courmayeur. Dal lancio di questo servizio treno più bus oltre 24.000 viaggiatori hanno sperimentato questa formula integrata. Per le mete alpine, comunica Trenitalia, in meno di un mese hanno raggiunto quasi mille prenotazioni con tuto esaurito per le festvità natalizie. Altro vetore è Italo con un'importante novità comunicata dal Diretore Generale di Ntv, Gianbatsta La Rocca. Dal 2018 Italo atverà la nuova trata Bolzano-Verona con possibilità di una fermata a Trento. Ai servizi di Italo si aggiunge l'intermodalità rotaia gomma. Per le destnazioni turistche di montagna della nostra regione, con partenza da Verona i bus di Italo faranno tappa a Rovereto, Trento con alcune fermate citadine e proseguirà in direzione di Cavalese, Predazzo, Moena, Pozza di Fassa, Canazei. Tale servizio sarà atvo dal 27 gennaio al 2 aprile prossimo nelle giornate di venerdì, sabato e domenica. Non dimentchiamo poi i servizi Eurocity sempre più apprezzat ofert da Trenord e ferrovie tedesche ed austriache che nella nostra regione servono Rovereto, Trento, Bolzano, Bressanone, Fortezza, Brennero. Per gli Eurocity ricordiamo la collaborazione atvata tra la Val Gardena e Deutsche Bahn e i volantni distribuit a bordo degli Eurocity. Questo è il cambiamento che va leto con urgenza ed è in questa direzione che invitamo le Apt delle vali di Cembra, Fiemme e Fassa a muoversi facendo dell'intermodalità il nuovo modo di promuovere la vacanza nelle valli dell'Avisio. E in ques'otca organizzare all'interno delle Apt una centrale di mobilità che segua tale politca è quanto mai urgente. Si trata nel complesso di una prima evoluzione verso un nuovo modo di raggiungere le Dolomit, di creare una nuova cultura del muoversi nei territori pregiat nel breve e medio periodo. Un passaggio dolce ma fondamentale che deve poi portare alla soluzione fnale, ossia la realizzazione del collegamento ferroviario tra Trento e Penia. Ma bisogna fare ancora di più. Per favorire la crescita e l'utlizzo di quest servizi, è importante che anche a Mezzocorona ed Ora vengano atvate le fermate per le «frecce» di Trenitalia. L'asse del Brennero non deve essere un corridoio di atraversamento da Nord a Sud ma una vena aorta che va ad alimentare con i suoi servizi i territori laterali per incentvare la mobilità locale e strategica da Ovest verso Est e viceversa. Ma tuto ciò deve portare ad una visione ancora più ampia perché c'è un altro importante segnale di cambiamento che va seguito e sostenuto. Il 2 dicembre scorso la delegazione di Transdolomites, composta da chi scrive e da Mateo Sambrizzi della Valtellina, è stata ricevuta presso l'ufcio programmazione integrata dei servizi ferroviari e automobilistci della Regione Lombardia a Milano. Il tema forte riguarda il collegamento ferroviario direto tra Trento e Milano. Atvato della Provincia Autonoma di Trento nelle giornate domenicali ai tempi di Expò Milano, hanno fato emergere un dato interessante e inaspetato. L'utlizzo di questo servizio da parte degli student che si muovono tra Trento e Brescia. La necessità di un collegamento direto non solo tra Trento e Milano ma a far bene tra Bolzano e Milano emerge sempre ascoltando i citadini che viaggiano e che anche di fronte al solo cambio a Verona sulla trata Bolzano-Milano trovano disincentvante l'uso del treno. Nel programma della Regione Lombardia vi sarà un importante incremento di oferta di nuovi regionali veloci tra Verona e Milano che si concretzzerà una volta avvenuta la consegna dei nuovi treni ordinat.

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Questa notzia speriamo possa dare il via ad un serio ragionamento per auspicare la riatvazione annuale del collegamento ferroviario direto tra Trento e Milano con l'auspicio che si allarghi anche verso Bolzano. Massimo Girardi

Il Sole 24Ore | 28 Gennaio 2017

htp://www.ilsole24ore.com/art/notzie/2017-01-28/al-via-carta-cortna-vademecum-tutelocalita-montane-181616.shtml?uuid=AEeSk2J&refresh_ce=1

Al via la Carta di Cortna, un vademecum per tute le località montane Mentre sono in corso le gare della Coppa del Mondo di sci femminile, a Cortna d’Ampezzo si festeggia il primo compleanno de La Carta di Cortna, un innovatvo progeto di sostenibilità ambientale, messo in piedi da Ministero dell’Ambiente, Comune di Cortna d’Ampezzo, Regione del Veneto, con ANCI, ANEF, CONI, FISI, Fondazione Cortna 2021, Fondazione Dolomit UNESCO. La Carta di Cortna Con la sua Carta Cortna vuole diventare un benchmark per tute le località turistche montane in quanto punta a realizzare uno sviluppo orientato al green, atento alle dinamiche ambientali e all'utlizzo sostenibile delle risorse naturali, in partcolare nella stagione invernale, che vede un maggior afusso turistco e tant appuntament sportvi, come il grande e ateso evento dei Mondiali di Sci 2021 che la Perla delle Dolomit si è aggiudicata anche grazie a questa “Carta”. 82 Rassegna stampa - Gennaio 2017


Questa prevede intervent struturali con tecnologia green ma anche iniziatve di educazione e sensibilizzazione ambientale sulla citadinanza e nelle scuole in proget di efcienza energetca. Sviluppo turistco orientato al green Se con i Mondiali del 2021 Cortna tornerà protagonista dello sport e l' impato economico sulla località non sarà indiferente ha ricordato il ministro dell'Ambiente Gian Luca Gallet che ha fato il punto sullo stato di avanzamento delle atvità in corso per realizzare gli obietvi della Carta. Impronta ambientale: come migliorarla L' Impronta ambientale del Comune di Cortna è già stata valutata dall'ENEA. Ne è emerso che la maggior parte delle emissioni gas climalterant deriva dai trasport (53%) e il restante per il funzionamento degli edifci. Per ridurre le emissioni la sfda principale è quella di assicurare una mobilità connetva- ha aggiunto Gallet - che consenta ai turist e ai resident spostament più semplici e con il minimo impato sull' ambiente. E noi siamo dispost se necessario a dare un nostro contributo >. Il risultato sarà raggiunto anche grazie alla realizzazione di nuovi impiant di risalita che consentranno di collegare i diversi punt della cità . Oltre alla ristruturazione degli impiant storici del Faloria, Tofane e Cristallo con i fondi Odi della Regione Alto Adige ( circa 20 milioni di euro) dovrebbe essere realizzato il grande collegamento tra le Cinque Torri e Pocol. . Impiant di innevamento soto osservazione È partta anche la verifca della “Carbon e Water Footprint” dell'impianto di innevamento programmato, per misurarne le emissioni prodote e la quanttà di acqua consumata: il dato emerso è che dove c'è una fonte idroeletrica l'abbatmento dell'impronta di carbonio è del -90%. Soto osservazione anche l'impato sul bacino idrografco, sulla qualità delle acque e il loro sfrutamento. Infne, a breve l' ENEA rilascerà le linee guida per il turismo sostenibile, vero e proprio vademecum per regolare l'impato sull'ambiente dell'afusso turistco e getare le basi di una nuova sensibilità ambientale.

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Corriere delle Alpi | 29 Gennaio 2017

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Convenzione per i rifugi dell'area UNESCO BELLUNO Firmata la convenzione tra la Fondazione Dolomit Unesco e le associazioni alpinistche dell’area dolomitca per riconoscere il ruolo dei rifugi che si trovano nell’area tutelata. È un accordo che riconosce ai rifugi l’importante ruolo di presidio territoriale all’interno del bene Unesco. A frmare la convenzione sono stat i rappresentant dei Cai Veneto, Friuli, Alto Adige, Sat tridentni e Avs, e della Fondazione Dolomit. Il progeto si rivolge a 66 rifugi che si trovano all’interno dei 9 sistemi Dolomit Unesco e ha lo scopo di qualifcare i rifugi e i bivacchi per gli aspet informatvi e di comunicazione (una fase già avviata nell’estate 2016), e di defnire un protocollo, su base volontaria, che individua alcuni rifugi pilota con cui sperimentare una gestone sostenibile delle atvità e della strutura stessa. Il progeto, come deto, è partto a giugno 2016, giorno in cui la Fondazione e le associazioni alpinistche hanno consegnato le prime targhe Info point Dolomit Unesco ai rifugi che hanno aderito all’iniziatva. Ai gestori dei rifugi è stata consegnata una targa da collocare all’esterno del rifugio, un pannello informatvo sul sistema dolomitco di riferimento da posizionare all’interno, oltre a materiale informatvo in diverse lingue sul patrimonio Dolomit Unesco, Dvd e guide. Secondo la convenzione la Fondazione oltre al compito del coordinamento ha appunto quello di distribuire le targhe per la riconoscibilità dei rifugi e dei bivacchi e l’impegno ad organizzare un percorso formatvo rivolto ai gestori di rifugi rispeto ai criteri estetco paesaggistco e geologo- geomorfologico. Le associazioni alpinistche, come proprietari dei rifugi, si impegnano a promuovere il progeto nel suo complesso, coinvolgendo i gestori.

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Corriere delle Alpi | 29 Gennaio 2017

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Alla scoperta di gioielli della natura BELLUNO Tre serate e dieci escursioni da marzo a novembre in quatro regioni italiane, per scoprire i “monument” realizzat dalla natura, risultato dell’azione del vento, dell’acqua, del ghiaccio, del carsismo o di un clima severo. Quest i numeri de “I monument naturali testmoni del tempo della terra”, edizione 2017 del progeto del Club alpino italiano “Vivere l'ambiente”, ideato e portato avant dagli operatori di Tutela Ambiente Montano di oto sezioni venete del Cai. Come gli altri anni fulcro degli appuntament sarà il Nordest (Veneto e Friuli Venezia Giulia), dove si terranno tute le serate e il maggior numero di escursioni. Queste ultme toccheranno però anche il Trentno, l'Alto Adige, l'Umbria e l'Austria. Si possono defnire Monument naturali singoli element o piccole superfci di pregio dell’ambiente naturale, come alberi, sorgent, cascate, laghi alpini, formazioni rocciose e di ghiaccio, caverne, giaciment minerari e fossili, aforament geologici ed element geomorfologici, conservat nella loro integrità. «Abbiano scelto un argomento che ci consentsse di spaziare tra bellezze e partcolarità della natura che incuriosiscono e sorprendono», aferma la responsabile del progeto Maria Grazia Brusegan. «Si trata di luoghi per i quali le isttuzioni possono atvare delle tutele ambientali per conservarli e tramandarli». Tra le mete delle escursioni troviamo il Pont de Val d’Arc nel Bellunese, i Laghi di Fusine (Udine), la Forra del Passirio 85 Rassegna stampa - Gennaio 2017


(Bolzano), il ghiacciaio della Marmolada a Pian dei Fiacconi, la Grota del Calgeron e la Foresta di Campiglia.

Trentno | 29 Gennaio 2017

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Weekend meteorologico con gli espert VIGO DI FASSA Mai come in quest’inverno privo di precipitazioni nevose, bene prezioso per l’ambiente e motore per l’industria del turismo invernale, il tema del cambiamento climatco è di quotdiana evidenza e atualità. Per dare delle risposte su questo tema, ma sopratuto per confrontarsi con un gruppo di espert di meteorologia ai massimi livelli nazionali, la Pro Loco di Vigo di Fassa in collaborazione con Dolomit Meteo di Anton Sessa e con il patrocinio della Fondazione Dolomit Unesco, ha deciso di organizzare un fne setmana incentrato sulla meteorologia. Dal 3 al 5 febbraio in sala consiliare verranno afrontat tre temi principali, suddivisi in tre giornate: nella prima giornata l’argomento principale è “La previsione”, nella seconda giornata “La neve” e nella terza “Il cambiamento climatco”. Quest tre temi chiave della meteorologia quotdiana, legat in partcolar modo all’ambiente montano, saranno tratat da illustri metereologi quali il glaciologo Igor Chiambret (technical director Aineva), Gianluca Tognoni di Meteo Trentno, il meteorologo e ingegnere aerospaziale metereologo certfcato Dekra Giovanni Tesauro, il metereologo Flavio Galbiat, che ha svolto la sua atvità al Centro Epson Meteo e si occupa delle previsioni meteo per Tg5, Tg4 e Studio Aperto, infne il docente di climatologia, meteorologia e ambiente Alessandro Ceppi. Ssaranno interlocutori dei vari temi tratat e present al convegno anche rappresentant delle Guide Alpine Val di Fassa. Il detaglio del programma, che afronterà il tema della previsione e del tempo in montagna, il tema del fascino, ma anche dei pericoli della neve e infne un dibatto sui cambiament climatci con la partecipazione d'illustri meteorologi è pubblicato sui sit internet “Weekend meteo” e “Dolomitmeteo”. In occasione del weekend meteorologico è stato lanciato anche un concorso fotografco dedicato a “La neve”, con un ricco montepremi. La visualizzazione delle foto più belle e la premiazione si svolgeranno il secondo giorno dell’evento. Le più belle saranno esposte in una mostra che aprirà nei giorni del convegno e resteranno in esposizione per tuto l’inverno nel Comune di Vigo di Fassa durante gli orari d'apertura. (v.r.)

Trentno – La Domenica | 29 Gennaio 2017 86 Rassegna stampa - Gennaio 2017


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Rifugi UNESCO, c'è la Convenzione TRENTO Un accordo che riconosce ai rifugi un importante compito di presidio territoriale all’interno del Bene Dolomit UNESCO. La Fondazione Dolomit UNESCO e i rappresentant di CAI Veneto, CAI Friuli Venezia Giulia, CAI Alto Adige, SAT- Società Alpinist Tridentni e AVS – Alpenverein Südtrol, hanno frmato nei giorni scorsi la convenzione “Rifugi del Patrimonio Mondiale Dolomit UNESCO”, un concreto passo avant per la realizzazione di atvità congiunte di valorizzazione e comunicazione del Patrimonio. E sopratuto un ulteriore strumento per conseguire l’obietvo della valorizzazione del ruolo simbolico dei rifugi, di promozione delle loro funzioni informatve e di qualifcazione delle prestazioni ricetve e ambientali delle struture. Il progeto riguarda i 66 rifugi situat all’interno dell’area cuore dei 9 Sistemi delle Dolomit UNESCO e si prefgge due obietvi: primo, qualifcare i rifugi e i bivacchi per gli aspet informatvi e di comunicazione (fase già avviata nell’estate 2016 con i primi rifugi che hanno collocato la targa “info-point Dolomit UNESCO”). Secondo, defnire un protocollo, su base volontaria, che individui alcuni rifugi pilota con cui sperimentare una gestone sostenibile delle atvità e della strutura stessa. Secondo la convenzione la Fondazione avrà, oltre al compito di coordinamento del progeto, il compito di distribuire la targa “info-point Dolomit UNESCO” per la riconoscibilità dei rifugi e dei bivacchi e l’impegno di organizzare un percorso formatvo rivolto ai gestori rispeto ai criteri estetcopaesaggistco e geologico-geomorfologico per una correta divulgazione dei valori connessi al Patrimonio Mondiale. Le associazioni alpinistche, in quanto proprietarie e/o concessionarie di numerosi rifugi e bivacchi present all’interno dell’area core del Sito Dolomit UNESCO, saranno chiamate a promuovere il progeto nel suo complesso defnendo la qualità delle interazioni ambientali nel rispeto del criterio di ‘sostenibilità’, fssando le carateristche qualitatve e quanttatve dell’oferta ricetva, assicurando un coinvolgimento dei gestori di rifugio al progeto, individuando infne i criteri per il monitoraggio dell’intero progeto (ma.be.)

Alto Adige | 29 Gennaio 2017

87 Rassegna stampa - Gennaio 2017


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Cartolina-invito al Papa per visitare Pietralba di Massimiliano Bona PIETRALBA Una coppia di bolzanini, partcolarmente legata al santuario di Pietralba, ha avuto la brillante idea di inviare una cartolina a Papa Francesco per i suoi 80 anni e con l'occasione ha invitato il Pontefce, con tanto di punt esclamatvi e auguri afetuosi, a fare una visita sulle Dolomit. La notzia, per cert versi sorprendente, è a che a Laura Bortolot e Cirino Pappalardo è arrivata una letera di risposta, segno evidente che la cartolina è arrivata davvero in Vatcano, fno alla segreteria del Papa. «La speranza che Papa Francesco venga ad ammirare la bellezza di questo posto - commenta soddisfato padre Lino Pacchin, per anni alla guida del Santuario di Pietralba - e dimostrare la sua vicinanza ai poveri è stata accesa. E noi la manteniamo accesa». Laura e Cirino, bolzanini con una casa anche a Monte San Pietro, a due passi dal Santuario, hanno partecipato all'iniziatva promossa da Famiglia Cristana. Chiunque poteva scrivere una cartolina al Papa per fargli gli auguri. Ebbene, dopo averlo fato con slancio, visto che è una sua coscrita tra l'altro, Laura Bortolot ha invitato il Pontefce «a sorprenderci ancora tante volte con le sue iniziatve nuove e ricche di insegnament. Tut noi saremmo felici se lei potesse organizzare un viaggio a Bolzano per le nostre bellissime Dolomit ma ancor più al santuario di Pietralba che ospita i pellegrini di tuta Europa e già meta dei suoi predecessori. Farebbe felici e riconoscent tante persone. La aspetamo!!?? Afetuosi auguri Laura Bortolot Pappalardo». E Cirino, il marito siciliano di Laura, ha aggiunto. «Aspetamo il suo pellegrinaggio a Pietralba». Padre Lino Pacchin, in ogni caso, ci crede e tene viva la speranza sotolineando l'otmo rapporto di Papa Francesco con i Servi di Maria, i padroni di casa a Pietralba. «Francesco é un Papa che non cessa di sorprenderci con le sue iniziatve di contato con il popolo, specie con i più abbandonat e 88 Rassegna stampa - Gennaio 2017


diseredat. Durante le sue visite infat va sempre a mangiare alla mensa dei poveri. Non è mai venuto (fnora) a Pietralba, neppure da vescovo né da Cardinale. Aveva un buon rapporto con i Servi di Maria in Argentna, dove sono impegnat in una grande parrocchia della Diocesi di Buenos Aires. Ma non ha avuto mai occasione di passare da queste part e far visita al nostro Santuario». Ora a riaccendere la fammella di speranza sono stat Laura Bortolot e il marito Cirino Pappalardo. Che anche al telefono assicurano di non saperne di più, ma di crederci. «Non abbiamo notzie privilegiate - assicura Laura - ma siamo pront ad ospitarlo in qualsiasi momento». E chissà mai che Papa Francesco esaudisca davvero il desiderio... ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Alto Adige – La Domenica | 29 Gennaio 2017

p. 6

L'alpinismo patrimonio UNESCO? BOLZANO Alpinismo patrimonio dell’umanità Unesco? Forse prossimamente sì, perché i beni tutelat non sono solo materiali, come monument e cità d’arte o unicum naturalistci come le nostre Dolomit o la “rain forest” tropicale. Vi sono anche i cosiddet “beni immateriali”, come l’opera dei pupi o il canto a tenore della cultura pastorale sarda, le coltvazioni dei vignet ad alberello di uva Zibibbo a Pantelleria, tut beni già iscrit e riconosciut Patrimonio dell’Umanità e ai quali si potrebbe aggiungere anche l’alpinismo. Nei mesi scorsi si è tenuto a Chamonix, al Centre de Congrès Le Majestc, un incontro internazionale dei promotori dell’iscrizione dell’alpinismo alla lista del Patrimonio Immateriale dell’Unesco. Insieme ai Sindaci dei Comuni di Chamonix-Mont- Blanc, Eric Fournier, e di Courmayeur, Fabrizia Derriard e alla rappresentante del Ministero della Cultura francese, Sylvie Grenet, era presente un artcolato gruppo di lavoro del quale faceva parte anche il Museo nazionale della montagna di Torino del Club Alpino Italiano. Sono inoltre intervenut alla riunione Claude Marin, incaricato del Comune di Chamonix per il dossier “Alpinismo Unesco” e Luigi Cortese, iniziatore del progeto stesso; Bernard Debarbieux dell’Università di Ginevra, Claude Eckhardt, delegato del Club Alpino francese, Jean Corneloup dell’Università di Clermond- Ferrand, Olivier Hoibian dell’Università di Tolosa, Yann Decorzant Diretore del CREPA (Centre Régional d’Etudes des Populatons Alpines), Georges Boulaz, presidente della Commissione Cultura del Club Alpino Svizzero. In occasione del primo incontro tut i partecipant hanno concordato i passaggi per procedere in questa importante operazione di valorizzazione e riconoscimento mondiale della pratca alpinistca. L’alpinismo fgura da alcuni mesi nella lista nazionale francese dei valori che possono essere candidat per l’iscrizione nella lista Unesco, tra le pratche del Patrimonio 89 Rassegna stampa - Gennaio 2017


Immateriale. In questo contesto il Museo Nazionale della Montagna di Torino del Club Alpino Italiano di Torino è stato inserito nel gruppo di lavoro quale referente della rete culturale che dovrà prendere in carico il patrimonio storico e documentale legato all’alpinismo. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Gazzetno | 29 Gennaio 2017

p. 16 edizione Belluno

La Carta un anno dopo: turismo e ambiente unit IL BILANCIO «Il turismo non deturpa la montagna, ma la alimenta»: Flavio Roda, presidente della Federazione italiana sport invernali, ha concluso così l'intervento di Gian Luca Gallet, ministro dell'Ambiente, che ha illustrato un anno di impegno, sulla base della Carta di Cortna, il protocollo sulla sostenibilità dell'organizzazione di grandi event in montagna. «Un anno fa il nostro obietvo era raforzare la candidatura di Cortna ai Mondiali 2021 di sci alpino, puntando sulla tutela 90 Rassegna stampa - Gennaio 2017


dell'ambiente ha ricordato il ministro e oggi, a Mondiali assegnat, siamo ancora più convint che questo sia un elemento essenziale, nei grandi appuntament». Gallet ha spiegato che Cortna è diventata un laboratorio, dove sperimentare una pratca da applicare nelle altre località turistche: «Qui stamo valutando come integrare le politche ambientali con il turismo. Stamo superando l'immagine degli sport invernali vist come nemici dell'ambiente: la Carta di Cortna aiuta a far capire che chi opera in montagna non le è nemico, ma è il primo a chiedere rispeto». Ha poi ricordato che cosa è stato concretamente fato, dal 24 gennaio 2016, quando fu frmata la Carta: «In questo anno, in accordo con l'agenzia nazionale Enea, c'è stato un monitoraggio di diversi parametri, a cominciare dall'inquinamento dell'aria, con le emissioni che derivano dal setore pubblico: al 47% la responsabilità è del riscaldamento degli edifci, al 53% del trasporto pubblico. In questo caso, la risposta può essere soltanto quella di puntare su un trasporto colletvo basato sulla mobilità eletrica, ad emissioni zero: stamo valutando proprio questa ipotesi. Abbiamo bisogno comunque di una infrastrutura sempre più forte: per questo ci sono già fnanziament dell'Anas». La Carta ha coinvolto positvamente la comunità ampezzana, secondo il ministro Gallet: «Abbiamo avuto una buona risposta da parte di tuta Cortna, da tute le categorie, ma sopratuto dagli impiant di risalita e con loro stamo portando avant questo importante progeto. Stamo preparando Cortna ad arrivare ai Mondiali 2021 da capitale non soltanto dello sci, ma anche dell'ambiente». Il presidente Roda ha concluso: «La Carta di Cortna ha indicato un percorso nuovo: viene riconosciuto il ruolo degli sport invernali, un tempo vist come motvo di deturpamento dell'ambiente. Oggi si capisce che hanno invece un indoto direto sulla montagna. I nostri atlet sono a disposizione, per sostenere e incentvare questo progeto».

30 GENNAIO 2017 Corriere delle Alpi | 30 Gennaio 2017

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p. 9

La Isoipse premiata a Roma con Funder 35 BELLUNO L’Associazione bellunese Isoipse sarà premiata mercoledì a Roma insieme a 57 imprese culturali selezionate con il bando Funder35 (riservato a imprese composte da giovani soto i 35 anni). Nella stessa cerimonia sarà premiata anche un’altra realtà bellunese, Slow Machine, per il teatro. L’associazione Isoipse è nata dalla volontà di quindici giovani resident nel Bellunese di promuovere l’innovazione nel territorio montano, aumentandone la compettvità dal punto di vista occupazionale. Nel corso degli anni l’associazione si è cimentata in tant proget nei quali cultura, antropologia e digitalità si valorizzano a vicenda. Tra quest proget la prima edizione del LabFest delle Dolomit Unesco nel 2014, la terza conferenza internazionale dei Paesaggi terrazzat nel 2016, una serie di workshop per operatori museali e il museo virtuale del paesaggio dolomitco, Dolom.it nato in collaborazione con AdoMultmedia Hermitage. La premiazione di mercoledì viene preceduta da un altro evento che vede protagonista l’associazione Isoipse proprio con Museo Dolom.it che si è fato promotore della consultazione sul patrimonio intangibile indeta dalla Digital Cultural Heritage School. Quest’ultma è una rete di sessanta isttuzioni, università, ent di ricerca, organizzazioni scolastche e culturali, nata per promuovere la digitalità come incontro tra il mondo della scuola e dei musei. Oggi Isoipse e Museo Dolom.it entrano a far parte 92 Rassegna stampa - Gennaio 2017


di questa rete, in occasione della presentazione dei risultat della consultazione nazionale. I bellunesi presenteranno i risultat del lavoro a Belluno.

Il Gazzetno | 30 Gennaio 2017

p. 2 edizione Belluno

Innovazione, sostenibilità Isoipse premiata a Roma L'OPPORTUNITA' Fare impresa in montagna. Isoipse ci prova e vince. Anche l'associazione bellunese rientra tra le 57 imprese italiane selezionate dal Bando Funder 35 2016. Ai quindici giovani del gruppo arriveranno, per fnanziare le loro atvità, 35 mila euro. Nato per sostenere le imprese culturali non proft composte dai giovani soto i 35 anni, raforzarle sul piano gestonale e accompagnarle nel loro percorso verso la sostenibilità e l'innovatvità, il bando rappresenta un'importante occasione per Isoipse. L'associazione, infat, dopo aver organizzato la prima edizione del LabFest delle Dolomit Unesco nel 2014, la terza Conferenza internazionale dei paesaggi terrazzat nel 2016 e dopo aver creato il museo virtuale del paesaggio dolomitco, Dolom.it (www.museodolom.it), ora guarda avant ai prossimi proget e, per farlo in grande, occorre un sostegno. La premiazione avverrà mercoledì, nella sala Spadolini del Ministero dei beni e delle atvità culturali e del turismo a Roma. Ma non sarà l'unica novità che atende Isoipse questa setmana. Oggi il gruppo sarà nella capitale per un altro motvo. L'associazione e il Museo Dolom.it entrano infat a far parte della rete Digital Cultural Heritage School. Ovvero oltre sessanta isttuzioni fra cui ventsete università, ent di ricerca, isttut di cultura e organizzazioni scolastche, unitesi per promuovere la digitalità come incontro tra il mondo della scuola e quello dei musei. Oggi Isoipse presenterà i risultat del lavoro svolto con le scuole ed entrerà ufcialmente nella rete. Rendere i giovani protagonist del cambiamento culturale dell'era digitale, d'altra parte, è lo spirito con cui è nato il museo partecipatvo Dolom.it che ha coinvolto ormai più di 300 student di tuta la provincia nella realizzazione del sito internet, di itnerari multmediali e applicazioni mobili.

31 GENNAIO 2017 93 Rassegna stampa - Gennaio 2017


L'Adige | 31 Gennaio 2017

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Museo, il Comune paga MARIO FELICETTI PREDAZZO Nella sua ultma seduta, il consiglio comunale di Predazzo ha anche approvato un ato di indirizzo alla giunta per il rinnovo della convenzione con il Muse di Trento per la gestone del Museo Geologico delle Dolomit anche nei prossimi cinque anni, a partre dal 1° gennaio 2017. Il provvedimento è stato illustrato dall'assessore alla cultura Lucio Dellasega, che ha ricordato in premessa la positva collaborazione dei primi cinque anni tra il Comune ed il Museo delle Scienze e la disponibilità, confermata da quest'ultmo, di contnuare a metere disposizione idoneo personale tecnico-scientfco per la predisposizione di efcaci strument di programmazione e di gestone. L'obietvo di fondo, ha sotolineato Dellasega, è raforzare la ricerca scientfca, l'alta formazione, la produzione per esposizioni e l'atvità culturale e didatca, sviluppando inoltre important rapport con la Fondazione Dolomit Unesco. Per quanto riguarda la convenzione, c'è una novità che riguarda l'inserimento, all'artcolo 3, di una nuova clausola, in base alla quale «il Comune contribuisce alla gestone economica con una cifra annuale pari a 15.000 euro; tale somma sarà destnata alla gestone dei servizi verso il pubblico (mediazione scientfca, didatca, mostre, comunicazione, acquisto di materiale relatvo alla mediazione scientfca». Per quanto riguarda le competenze del Muse nei confront del Museo Geologico di Predazzo, si conferma che il Museo delle Scienze ne riconosce il signifcato storico e scientfco e l'appartenenza territoriale, provvede al personale, alla programmazione, al coordinamento, alla 94 Rassegna stampa - Gennaio 2017


formazione e progetazione ed ai laboratori didatci per le scuole, escursioni, visite guidate e quant'altro, ne sostene le atvità in ogni sede ed in partcolare con la Fondazione Dolomit Unesco ed assume tute le spese di gestone ordinaria. In convenzione si sotolinea inoltre come il Muse deterà le linee culturali e scientfche, sentto l'assessore alla cultura in carica, anche per il Museo Geologico, impegnandosi a presentare il programma dell'atvità, il rendiconto ed i dat relatvi all'afuenza, mentre il Comune di si riserva la possibilità di utlizzare la sala mostra. Per capire meglio i rapport con il Muse e per un frutuoso scambio di opinioni, la sindaco Maria Bosin ha annunciato in un prossimo consiglio comunale l'intervento del diretore Michele Lanzinger.

Corriere delle Alpi | 31 Gennaio 2017

95 Rassegna stampa - Gennaio 2017


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«Vacanza atva unica chance senza la neve» di SERGIO CAGOL Negli anni sessanta la Versilia era una delle destnazioni italiane più in voga. Rispondeva alla richiesta di mare e di successo dell'Italia del boom economico con una oferta artcolata che partva dalle spiagge per arrivare ai locali ed alla bella vita della Capannina. Viareggio e Forte dei Marmi si distnguevano per la loro oferta che abbinava alla classica "vacanza al mare" anche classe, lusso ed eleganza. In montagna, la stessa situazione avveniva in Veneto dove Cortna si imponeva come la perla delle Dolomit, luogo celebrato non solo per la straordinarietà delle sue montagne ma anche per quell'atmosfera di elite e di classe che la distngueva dal resto dell'oferta 96 Rassegna stampa - Gennaio 2017


montana. In cinquant'anni tante cose sono cambiate, dal modo di viaggiare alle esigenze del turista, ed altri modelli si sono sviluppat. “Squadra che vince non si cambia” devono aver pensato gli amministratori del turismo sia in Versilia che a Cortna, visto che il modello di riferimento è rimasto pratcamente lo stesso malgrado la straordinaria trasformazione avvenuta nel turismo in quest cinquant'anni. Non tut sono stat fermi. La Romagna per esempio ha saputo cambiare radicalmente il suo DNA turistco, trasformando l'oferta: non più solo una proposta che abbinava al mare la qualità dell'accoglienza e del viver e mangiar bene, ma una radicale trasformazione da destnazione di mare a enorme atrazione turistca, dove il mare è ormai solo una delle component, quasi minoritaria. Lo stesso è avvenuto nelle Dolomit, dove il fascino ed il glamour di Cortna sono stat rimpiazzat dai modelli inclusivi dell'Alto Adige e (in parte) del Trentno, che hanno saputo puntare su una riqualifcazione totale della strutura di oferta e su modelli di turismo rinnovat. Il turismo montano infat ha puntato fortemente sul conceto di vacanza atva; in estate laghi e montagne fno a 30 anni fa erano la meta di vecchiet che venivano "ai freschi" (per andar per funghi, e con moderazione); oggi brulicano di camminatori, ciclist, velist e base jumper che cercano emozione, atvità, energia. In inverno la vera rivoluzione è arrivata con la neve programmata che ha permesso, negli ultmi 20 anni, di garantre un innevamento di qualità sulle piste indipendentemente dalle condizioni atmosferiche. Un modello vincente, però è ad alto rischio per una serie di fatori. Il primo è relatvo alla capacità degli sport della neve di restare atratvi per nuove fasce di utent. La neve programmata è una (straordinaria) soluzione per gli appassionat di oggi, gli amant di quest sport che, pur di vivere l'emozione dello sci, accetano panorami come questo. Lo scenario è però sostenibile solo nel breve periodo, è impensabile che lo sci possa atrarre appassionat nel tempo se la situazione rimane questa. La seconda ragione è invece economica: la manutenzione degli impiant e la produzione della neve artfciale comporta cost important che stanno metendo in difcoltà gli operatori del setore. Le società impiant sono spesso in rosso tanto da stare in piedi solo grazie a generosi intervent del pubblico. Peraltro la neve programmata non è una soluzione valida in ogni circostanza. Oltre alla predisposizione dell'infrastrutura e la disponibilità dell'acqua, servono le temperature giuste. Nel 2016 la situazione è stata abbastanza buona, ma negli ultmi dieci anni si sono verifcate varie situazioni in cui, fno a Natale e anche oltre, le temperature autunnali e la pioggia di dicembre non permetevano di preparare la piste, sopratuto per le località "basse". Ci sono anche tentatvi di “produrre neve a 15° gradi”. A me ricordano gli ultmi produtori di carrozze che cercano di risolvere problemi nuovi con soluzioni vecchie. Senza dimentcare l'impato ambientale. Perché è vero che nel tempo le soluzioni sono migliorate con la predisposizione per esempio di bacini di raccolta per un consumo di acqua razionalizzato, ma l'impato resta signifcatvo e la contnua crescita della sensibilità ambientale sarà un ulteriore deterrente in merito. Non si sono ancora spente le polemiche per i 100.000 metri cubi di neve artfciale prodota per la Marcialonga 2016 (una montagna!) e le centnaia di camion che l'hanno trasportata su e giù per le valli di Fiemme e di Fassa che già si pensa al 2017, fnora senza neve. Che fare, quindi? Si deve avviare, oggi, una strategia turistca alternatva che guardi lontano, da qui a vent o trent'anni, che provi ad immaginare ad un turismo invernale in cui la neve non è più "il fatore fondamentale" per andare in montagna. Creare motvazioni di vacanza alternatve, perché se a Natale ci sono 15° (come in quest giorni), ci sono un sacco di atvità straordinarie da fare. Purtroppo i modelli turistci dominant sono ancora improntat al mantenimento dello status quo, allo sfrutamento fno al midollo di un approccio che dimostra evident limit. Se guardo all'esempio italiano, gli unici che stanno provando a creare delle condizioni di sostenibilità sono i cugini altoatesini. Negli ultmi vent'anni l'oferta ricetva è cambiata radicalmente, con investment signifcatvi nella qualità dell'accoglienza, nella diversifcazione dei servizi ofert dalle struture, nell'eccellenza dei servizi terzi, dalla ristorazione alla tutela del paesaggio. Se facciamo un confronto con tute le altre 97 Rassegna stampa - Gennaio 2017


destnazioni alpine, non c'è storia. Dal numero di alberghi di qualità, al numero di impiant wellness, ai ristorant stellat, ai vini premiat, ai prodot del territorio tutelat, al mantenimento dell'identtà e delle tradizioni, l'Alto Adige è vincente su tuta la linea. Ha avviato, oltre vent anni fa, una trasformazione progressiva che ancora oggi prosegue. La cosa straordinaria è che questo modello è allo stesso tempo una speranza per il futuro ma una certezza per il presente, in cui gli investment degli ultmi vent'anni stanno già dando signifcatvi risultat. Ci sono anche modelli più radicali, località che hanno provato a "cambiare davvero" e stanno avendo successo. Parlo per esempio delle destnazioni senz'auto (da Zermat ad Avoriaz, da Oberlech all'Alpe di Siusi), oppure alle iniziatve legate alla limitazione di pratche poco sostenibili o impatant (dall'eliski alle motoslite). Trovare la soluzione non è semplice, identfcare e avviare modelli turistci alternatvi la cui efcacia si capirà solo col tempo non è immediato. Ma è ora di iniziare a pensarci, di concepire piani strategici pluriennali che prevedano non solo la salvaguardia/otmizzazione dell'oferta turistca atuale, ma anche la nascita del turismo del futuro, che dovrà riscoprire la tutela del territorio e valorizzare stli di turismo più compatbili. Altriment il rischio è di ritrovarsi ad essere nobili decadute, come Viareggio dei tempi nostri, dove gli alberghi storici ed i palazzi liberty dei tempi buoni, ormai invecchiat, fanno da trist testmoni di uno splendore che non c'è più. E la neve? La neve ci sarà sempre, e ci saranno ancora annate meravigliose (l'ultma, due anni fa). Solo che non sarà più "scontata", l'industria turistca invernale dovrà costruire gli antcorpi non tanto in termini di produzione di neve ma di organizzazione di esperienze alternatve, anche sfrutando il trend di trasformazione delle temperature (in rialzo) e delle relatve giornate pulite. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

98 Rassegna stampa - Gennaio 2017


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