WSA Presente! Mostra dei laboratori

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Le opere qui mostrate sono gli esiti dei laboratori della WSA di Padova e provincia condotti •nelle classi prime e seconde della primaria da Carolina Guzman (Amici dei Popoli), •nelle classi terze e quarte della primaria da Chiara Barbieri e Natascia Campadello (Caritas), •nelle classi quinte della primaria e prime della secondaria di I grado da Sabrina Silvestri (Cooperativa ConTatto – CEMEA Veneto), •nelle classi seconde e terze della secondaria di primo grado da Laura Zordan (Amici dei Popoli) e Margherita Verlato (Cooperativa Fare il Mappamondo). Si ringraziano tutti gli alunni e le alunne delle scuole primarie e secondarie di primo grado di Cadoneghe, Campodarsego, Este, Limena, Padova, Ponte San Nicolò, San Giorgio delle Pertiche, Teolo, Vigodarzere, Vigorovea per aver messo a disposizione le loro creazioni permettendo di realizzare la mostra itinerante qui illustrata. Un grazie a tutte le loro insegnanti. Ad Anna Berton e a Chiara Martinucci uno speciale ringraziamento per la realizzazione della mostra che ha fatto conoscere questi lavori sul territorio di Padova.






LE POZIONI

Carolina Guzman dell’Associazione Amici dei Popoli ha condotto i laboratori nelle classi prime e seconde delle scuole primarie di Padova e provincia coinvolte nella World Social Agenda. Il laboratorio ha condotto i bambini e le bambine attraverso un percorso che ha permesso loro di individuare gli elementi fondamentali della scuola. Le attività proposte, adatte all’età dei piccoli partecipanti, non hanno portato ad una semplificazione degli argomenti trattati, ma al contrario hanno permesso di entrare nella profondità dei sentimenti dei piccoli nei confronti della loro scuola. Nonostante la terribile strega Melma di Luna e grazie al provvidenziale intervento della fata Lucilla, i bambini e le bambine hanno riflettuto sugli ‘ingredienti’ belli e brutti della scuola. Quelli che vedete sono alcuni degli ingredienti indicati da loro. Le pozioni, create dai bambini e dalle bambine riempiendo di sali colorati una bottiglia, sono rimaste in ognuna delle classi coinvolte, per ricordare sempre quali sono gli ingredienti belli della scuola e cosa ognuno può fare per migliorarla.

Due immagini del librone creato da Carolina Guzman ed utilizzato nel corso delle attività con le classi. Il libro narra la storia di una maestra che un giorno al risveglio si accorge di non saper più leggere….


POZIONE PER FAR AMARE LA SCUOLA •collaborare con i compagni •rispettare •gli altri •aiutare gli amici in difficoltà •essere più attenti •imparare divertendosi

POZIONE PER FAR ODIARE LA •1 SCUOLA kg di urla della maestra

•3 etti di verifiche a sorpresa •2 sacchi di dispetti dei compagni •una manciata di litigi •6 kg di confusione •un mucchio di bambini che parlano troppo •un sacco di botte e spintoni •due etti di note e punizioni •un pizzico di tristezza e malinconia •una montagna di compiti per casa •tanto tanto sonno


LE SCUOLE I bambini e le bambine delle classi terze e quarte delle scuole primarie nel corso dei laboratori condotti da Chiara Barbieri e Natascia Campadello della Caritas Diocesana di Padova nell’ambito della World Social Agenda hanno creato delle scuole I laboratori hanno portato i bambini e le bambine a ‘riappropiarsi’ della scuola, a soffermarsi sulle persone che ci lavorano, a riflettere su tutto ciò che la fa funzionare, e soprattutto a realizzare che il loro ruolo, il ruolo degli alunni, è fondamentale. “La prima attenzione – racconta Chiara – è stata quella di far capire loro cos’è la scuola. A partire dalle persone. Spesso i bambini la vivono passivamente, non conoscono il nome degli operatori, della dirigente… E cosa più importante: non si sentono protagonisti”. I bambini hanno così realizzato – con stupore – che una scuola senza alunni non può esistere. E si sono sentiti riconosciuti di un ruolo importante. “Abbiamo infine creato delle scuole con dei mattoncini di legno: su ognuno ciascun bambino ha indicato un motivo per andare a scuola e migliorarla. Il tema più ricorrente è stato il fare amicizia e collaborare. L’essere in relazione con gli altri è risultato il punto fermo dell’intera attività”.



LE SCATOLINE

Le scatoline sono l’esito dei laboratori condotti nelle classi quinte delle scuole primarie e prime delle scuole secondarie di I grado da Sabrina Silvestri (Cooperativa ConTatto – CEMEA Veneto) nell’ambito della World Social Agenda. Il laboratorio ha guidato i bambini e le bambine in una riflessione sul secondo obiettivo di sviluppo del millennio, sulla scuola, sul diritto all’istruzione, attraverso diverse attività di riflessione individuale e di gruppo: ogni partecipante ha scelto infine un aggettivo che sentiva emblematico per rappresentare la scuola, e ad ognuno è stato chiesto di dare forma a questa parola attraverso una scatolina. Ogni bambino e ogni bambina ha portato una scatolina, l’ha decorata e ha collocato un oggetto al suo interno che potesse dare voce all’aggettivo. Nel corso dei laboratori, le scatoline venivano presentate in silenzio: le scatoline parlano da sole. Questi piccoli tesori raccontano un’idea di scuola: c’è la scuola custodita, una sorta di matrioska; la scuola abitata, con dentro volti di bambine e bambini; la scuola giovane, fatta di ciuccetti colorati; la scuola migliorativa con attaccata una matita e una gomma, perché si possono sempre fare progetti e cancellare gli errori… Un’insegnante racconta: “Grazie ai laboratori, si sono resi conto dell’opportunità di crescita che la scuola rappresenta e del ruolo fondamentale che loro stessi hanno. Hanno capito che la scuola non è una cosa da subire o dove si deve solo ascoltare, ma dove si può e si deve agire da attori protagonisti!”.


















STORIE DI SCUOLA

Nelle classi seconde e terze delle scuole secondarie di primo grado coinvolte nella World Social Agenda i laboratori sono stati condotti da Laura Zordan dell’Associazione Amici dei Popoli e da Margherita Verlato della Cooperativa Fare Il Mappamondo. Le attività proposte hanno fatto riflettere i ragazzi e le ragazze sulla funzione della scuola e sulla sua utilità non solo in ambito accademico, ma anche nella vita di tutti i giorni. Gli alunni e le alunne sono poi venuti a contatto con esperienze di scuola completamente diverse dalla loro, lavorando su due storie: quella di un alunno di Napoli che viene a contatto con il Progetto Chance e quella di una bambina etiope che lotta per poter andare a scuola.

Le storie di un alunno di un quartiere di Napoli e di una bambina africana che decide di andare a scuola hanno provocato i tredicenni. “La scuola per noi è un posto in cui siamo sicuri e possiamo ascoltarci e cambiare il nostro futuro”, afferma Irene. E Gaia aggiunge: “La percepiamo come obbligo, perché c’è da sempre. In Europa abbiamo più risorse e i ragazzi sono più egoisti: chiediamo sempre di più”. Il confronto quindi con altre culture ha aperto loro gli occhi .


Grazie!!!


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