Padova fiorin

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IMPARARE INSEGNARE VALUTARE OGGI Per una scuola Comunità Una scuola che è, insieme, accogliente e competente è una ‘BUONA SCUOLA’


ITALO FIORIN UNIVERSITA' LUMSA ROMA

Dentro le mura dell’aula l’insegnante è di fronte alla sua ‘classe’. Nell’ “ora e qui” della relazione didattica vengono messi alla prova i valori professati, le teorie e i metodi didattici adottati,la qualità della sua relazione con gli alunni.


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Che cosa significa ‘educare’? “Se è vero, inoltre, che il nostro principale dovere consiste, secondo la profonda massima di Pindaro, nel diventare ciò che siamo, niente è più importante per ciascuno di noi e niente è più difficile che divenire un uomo.”

(J. Maritain, L’educazione al bivio)


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SI PUO’ SEPARARE L’ISTRUIRE DALL’EDUCARE?

“Si limiti a fare il professore e ad insegnare, piuttosto che ad educare i nostri figli.”


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SI PUO’ SEPARARE L’EDUCARE DALL’ISTRUIRE?

“Si limiti a fare il genitore e provveda a educare suo figlio che a insegnare, ci penso io”


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"I nostri studenti che vanno male (studenti ritenuti senza avvenire) non vengono mai soli a scuola. In classe entra una cipolla: svariati strati di magone, paura, preoccupazione, rancore, rabbia, desideri insoddisfatti, rinunce furibonde accumulati su un substrato di passato disonorevole, di presente minaccioso, di futuro precluso. Guardateli, ecco che arrivano, il corpo in divenire e la famiglia nello zaino. La lezione può cominciare solo dopo che hanno posato il fardello e pelato la cipolla. Difficile spiegarlo, ma spesso basta uno sguardo, una frase benevola, la parola di un adulto, fiduciosa, chiara ed equilibrata per dissolvere quei magoni, alleviare quegli animi, collocarli in un presente rigorosamente indicativo. Naturalmente il beneficio sarà provvisorio, la cipolla si ricomporrà all'uscita e forse domani bisognerà ricominciare daccapo. Ma insegnare è proprio questo: ricominciare fino a scomparire come professori“ ( D. PENNAC)


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Oggetto della didattica e’ la relazione insegnamento ------- apprendimento all’interno di un contesto • Ma come intendere tale relazione?


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Relazione didattica lineare INSEGNAMENTO

L’incontro tra “insegnante” e “studente” è pensato come tra un “tutto pieno” e un “tutto vuoto”.

APPRENDIMENTO


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Che cosa vogliono gli studenti? • Non tollerano più lezioni cattedratiche; • Vogliono essere rispettati, vogliono che si abbia fiducia in loro, • • • • • • •

che si tenga conto delle loro opinioni e che li si apprezzi; Vogliono coltivare le proprie passioni e i propri interessi; Vogliono creare, utilizzando gli strumenti del loro tempo; Vogliono lavorare con i loro coetanei, in gruppi di lavoro, per realizzare progetti, Vogliono prendere decisioni ed essere coinvolti nel controllo dell’esecuzione; Vogliono essere collegati con i loro coetanei per esprimere e condividere le loro opinioni, in classe ed al di fuori della scuola; Vogliono cooperare e competere con gli altri; Vogliono che l’educazione sia anche legata alla realtà.


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Accettare le domande E’ possibile, logicamente, considerare questa lista sia come narcisistica sia come un insieme irrealistico di aspettative degli studenti. Ma se lo facessimo commetteremmo un grave errore. ( Mark Prensky)


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Relazione didattica circolare

INSEGNAMENTO

APPRENDIMENTO


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Costruire l’alleanza

Che cosa porta l’alunno?

Che cosa porta l’insegnante?


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CHI APPRENDE PORTA Il proprio background Le proprie conoscenze Le proprie abilità Le proprie modalità di apprendere le proprie motivazioni ……………

CHI INSEGNA PORTA Disponibilità ad apprendere Reciproco rispetto Volontà di apprendere gli uni dagli altri La condivisione dell’impegno per raggiungere i risultati dell’apprendimento La riflessione e la valutazione del lavoro svolto

La propria esperienza Il proprio sapere la propria competenza la propria motivazione la capacità di creare un ricco contesto di apprendimento


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Le nuove sfide della società del cambiamento • Complessità • Nuovo modello di produzione • Globalizzazione

• Incertezza


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Insegnare ad apprendere • Dal ‘Libro Bianco’ della Cresson agli impegni di Lisbona • Dal ‘Rapporto Faure’ al ‘Rapporto Dèlors

<< Dalla scuola dell’insegnamento alla scuola dell’apprendimento>>


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R. Cousinet “L’alunno non va a scuola per essere istruito, cioè sottomesso all’attività didattica di un adulto, ma va a scuola per apprendere cioè per esercitare la propria attività personale, per imparare a lavorare per cogliere i problemi nella loro complessità, quindi cercare di risolverli.” R.Cousinet


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LA SCUOLA A MISURA DI BAMBINO “Un giorno, osservando dalla finestra della mia aula, giù in cortile, i ragazzi che vivevano liberi, felici, feci un confronto con loro stessi, qui nei banchi in cui erano obbedienti, rassegnati, senza idee, mentre laggiù erano vivi e ricchi di fantasia. Da quel giorno io dissi basta a un vecchio tipo di scuola, la scuola autoritaria dove io comandavo e loro obbedivano, per incominciare un nuovo tipo di scuola in cui, liberando i ragazzi liberavo anche me, davo un senso alla mia vita, cessavo di farne, in un certo senso, dei piccoli schiavi… E poi la bellezza di non comandare, specialmente ai bambini ai quali comandano tutti. Ecco, mi pare che tutto sia nato in quel giorno che guardai dalla finestra quei bambini liberi giocare“. (M. LODI, IL PAESE SBAGLIATO)


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<< La conoscenza umana, tutta la conoscenza umana, è nata da uno stupore iniziale (…) che prima ha incatenato l’attenzione e poi ha messo in moto le energie intellettuali: dall’emozione, alla curiosità, alla problematizzazione, all’indagine Sarebbe una scuola impossibile quella che si servisse dello stupore degli alunni per avviarli a pensare, che facesse nascere le discipline dal processo naturale di una curiosità che spinge ad ulteriori approfondimenti? >> (A. Giunti)


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• OCSE: “Fronteggiare efficacemente

richieste e compiti complessi comporta non solo il possesso di conoscenze e di abilità, ma anche l’uso di strategie e di routines necessarie per l’applicazione di tali conoscenze e abilità, nonché emozioni e atteggiamenti adeguati e un’efficace gestione di tali componenti.”


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DARE SENSO AL CURRICOLO

La riflessione curricolare impegna tutti i membri della comunità scolastica a misurarsi sul senso dell’impresa educativa e sulle strategie da adottare e richiede un costante monitoraggio dell’esperienza. Prima, e molto di più, di essere una lista di cose da fare, il curricolo sollecita una ricerca continua sul che cosa, sul perché, sul come …

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IL CURRICOLO <<La scuola comincia a presentare una visione così estranea e così remota del mondo che molti allievi potrebbero non trovare più posto al suo interno, per se stessi e per i loro amici. (…) Ci sono anche i bambini inquieti e annoiati dei nostri dilaganti quartieri residenziali suburbani che soffrono della sindrome pandemia di chi si chiede: “Cosa ci faccio qui? Tutto questo che cosa ha a che fare con me?”) Tutti sanno che qualcosa viene lasciato fuori, perché lo vedono svolgersi in strada o sull’onnipotente schermo televisivo >> (J. BRUNER)

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CHE COSA INDICANO LE ‘INDICAZIONI? Oltre l’aula, il MONDO

“Viviamo in un mondo in cui le persone si trovano di fronte, affacciate su baratri geografici, linguistici e di nazionalità. Più che in ogni altra epoca del passato, tutti noi dipendiamo da persone che non abbiamo mai visto, le quali, a loro volta, dipendono da noi. I problemi che dobbiamo affrontare –economici, ambientali, religiosi e politici- sono mondiali e non hanno possibilità di essere risolti se non quando le persone, tanto distanti, si uniranno e coopereranno come non hanno mai fatto finora” (M. Nussbaum)

ITALO FIORIN SIM


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PERSONA

• Lo studente è posto al centro dell’azione

educativa in tutti i suoi aspetti: cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, estetici, etici, spirituali, religiosi… • Sin dai primi anni di scolarizzazione è importante che i docenti definiscano le loro proposte in relazione costante con i bisogni fondamentali e i desideri dei bambini e degli adolescenti…


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CITTADINANZA •

Il sistema educativo deve formare cittadini in grado di partecipare consapevolmente alla costruzione di collettività più ampie e composite, siano esse quella nazionale, quella europea, quella mondiale. Non dobbiamo dimenticare che fino a tempi assai recenti la scuola ha avuto il compito di formare cittadini nazionali attraverso una cultura omogenea. Oggi, invece, può porsi il compito più ampio di educare alla convivenza proprio attraverso la valorizzazione delle diverse identità e radici culturali di ogni studente • Non basta convivere nella società, ma questa stessa società bisogna crearla continuamente insieme


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COMUNITA’

Per apprendere, apprendono, ma …


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Ripensare il contesto della scuola: quali sono i suoi valori? “L’insegnante è di fronte alla classe: pone domande agli allievi. Dopo ogni domanda numerose mani si alzano. Alcuni allievi allungano le mani nella speranza di essere chiamati. Altri non alzano la mano e cercano di non incrociare gli occhi dell’insegnante nella speranza di non essere chiamati. L’insegnante chiama Diane. William, che siede vicino a Diane, conosce la risposta giusta e sa che, se Diane non sa rispondere, l’insegnante può chiamare lui. In effetti, l’unico modo in cui William può ottenere un riconoscimento in questa situazione, è che Diane fallisca. E’ naturale che, in questa struttura di classe così competitiva, gli studenti comincino a provare piacere del fallimento degli altri”

(Kagan S.)


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Dare senso all’apprendimento <<Raccogliere spazzatura sulla riva di un fiume è un servizio. Studiare campioni d’acqua al microscopio è apprendimento. Quando gli studenti raccolgono e analizzano campioni d’acqua di un fiume inquinato e usano i risultati per ripulire il fiume con le autorità locali e la comunità, questo è apprendimento-servizio>>

(N. Tapia)


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Criteri per una didattica che promuova APPRENDIMENTO • Valorizzare l’esperienza e le conoscenze degli alunni • Attuare interventi adeguati nei riguardi delle diversità • Favorire l’esplorazione e la scoperta • Incoraggiare l’apprendimento collaborativo • Promuovere la consapevolezza del proprio modo di

apprendere • Promuovere comportamenti pro-sociali

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COMPONENTI FONDAMENTALI

INDICAZIONI PER POF E IL CURRICOLO CURRICOLO DELLA SCUOLA

VISIONE

PERSONA CITTADINANZA COMUNITA’

Quale scuola vogliamo essere?

MODELLO DIDATTICO

APPRENDIMENTO Esplorativo Collaborativo Riflessivo Autentico

In che modo garantiamo la coerenza fra i valori e le pratiche didattiche?

PERCORSO DIDATTICO

Articolazione delle Unità di apprendimento

Come progettiamo realizziamo e valutiamo i percorsi didattici?

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UNVERSITA' LUMSA

ROMA


FIORIN UNIVERSITA' LUMSA ROMA RIPENSARE ILITALO CURRICOLO

Dalla didattica trasmissiva alla didattica euristica e collaborativa (metodi)

Dalla frammentazione delle discipline alla ricomposizione del sapere (contenuti)

Dalla trasmissione delle conoscenze allo sviluppo delle competenze (finalitĂ )

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ROMA


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La prospettiva • • • • • •

dalla ‘testa ben piena’ dalle nozioni dalla competizione dalla selezione dalla severità dalla solitudine professionale

• •

• • •

alla ‘testa ben fatta alle competenze alla cooperzione alla inclusione alla significatività alla comunità professionale


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