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Lettere del Dirigente scolastico in piena emergenza mondiale causata dal Coronavirus
San Michele all’Adige, 10 aprile 2020
Cari Studenti. Gentili Genitori.
Questo drammatico e incredibile periodo che stiamo passando a causa del coronavirus, ci fa riflettere sulla vita e come può drasticamente cambiare. Le certezze di ieri, oggi sono totali incertezze.
L’isolamento ci fa capire quanto siano importanti gli altri, quanto siano fondamentali le “buone relazioni”. Immagino che molti di voi vorrebbero essere qui a Scuola, incontrare i compagni, i docenti e le altre persone. Si studia, si apprende, si fa fatica, si parla e si … sorride! Gli obiettivi da perseguire danno il senso a ciò che si fa e riempiono la giornata.
La “didattica a distanza” è l’unico modo per comunicare, so che è faticosa, ma è quella che permette di raggiungere i risultati e di concludere l’anno scolastico.
FORZA RAGAZZI !!
I docenti si sono attivati, hanno dovuto “inventare” nuove modalità e stanno facendo il possibile per creare le condizioni idonee all’apprendimento. Li ringrazio per la loro professionalità e dedizione.
Il Governo ha emanato un Decreto-Legge che dà alcune indicazioni per la regolare conclusione dell’anno scolastico. Vi allego una sintesi dei più importanti provvedimenti, si rimane comunque in attesa di successive “Ordinanze”.
Colgo l’occasione per augurare a tutti Voi una Serena Pasqua.
A tutto il Personale del Centro Istruzione e Formazione FEM
In questo periodo di grande incertezza e sofferenza, desidero esprimere la mia gratitudine per la professionalità e la dedizione che state dimostrando quotidianamente. Il lavoro di tutti permette di continuare a mantenere alto il livello del “Servizio” che stiamo fornendo ai nostri ragazzi e alle loro famiglie.
La nostra “Comunità scolastica” riuscirà a sostenere l’impatto e a guardare al futuro con fiducia.
Colgo l’occasione per augurare a voi e alle vostre famiglie una serena Pasqua.
Il Dirigente del Centro Istruzione e Formazione prof. Ivano Artuso
“Buon volo!”
Scrivere delle proprie creature non è mai facile: il rischio è quello di incappare molto spesso nella retorica, che tutto confonde e modifica, nell’autoincensamento, o, per contro, nel biasimo per ciò che si sarebbe potuto fare e non è stato … e che di frequente viene scambiato per irritante falsa modestia.
Insomma, parlare da “genitori” non è mai facile!
Mi accingo quindi a vergare queste poche righe con cautela, un po’ di circospezione e quel senso di malinconia che accompagna proprio i genitori quando i figli spiccano il naturale e doveroso volo dal nido familiare.
Ho lasciato, in ottime mani invero, il timone della nave che, grazie all’aiuto del già Dirigente Marco Dal Rì e di TUTTI i colleghi, amici, conoscenti, sostenitori, ho guidato per dieci anni; non sempre magari in modo impeccabile, ma sicuramente con passione, trasporto ed entusiasmo: questo sì!
Quando undici anni fa mi venne chiesto di occuparmi della creazione di un Annuario specifico del CIF (Centro Istruzione e Formazione, ndr), se da un lato mi sentii lusingata per la fiducia riposta in me, dall’altro mi preoccupò molto l’idea di riuscire a dare vita ad un progetto che avesse le caratteristiche del tradizionale annuario scolastico e al contempo riuscisse ad essere originale nell’impostazione, nella struttura, nella mappatura della complessità che contraddistingue il nostro Istituto. Alla fine, grazie all’aiuto di tanti e all’incoraggiamento di alcuni, ne è uscita una pubblicazione sicuramente migliorabile, ma che si è comunque distinta nel panorama degli annuari, inutile negarlo. Come però talvolta accade, anche nei genitori più motivati, certi momenti storici che si vivono spingono quasi coercitivamente a non fornire più il giusto quantitativo di carburante a ciò che ci sta intorno, o peggio, a fornire un carburante che ingolfa il motore, rischiando che quest’ultimo non si metterà mai in moto o, se lo farà, magari ti pianterà in asso nei momenti più delicati. Insomma, arriva un momento in cui, per non rischiare di diventare genitori tossici, è necessario lasciar andare la propria creatura ... con tutta la difficoltà che questo comporta, ovviamente (la parola “sofferenza”, seppur rispondente, qui potrebbe suonare quasi blasfema!), ma nella consapevolezza che la potatura di una pianta, anche quella più severa, è la cura necessaria che si deve dedicare per preservare, proteggere e migliorare la salute del proprio verde, favorendone fioritura e fruttificazione con nuova linfa, affinché la crescita possa proseguire rigogliosa.
Lasciar andare è faticoso, è vero, ma come scrisse qualcuno: i maestri e genitori esistono per essere un giorno abbandonati.
E al “mio” progetto dico: buon volo!
Roberta Bernardi